Vi proponiamo un possibile viaggio fra i luoghi d`arte di
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Vi proponiamo un possibile viaggio fra i luoghi d`arte di
Grand tour Germania di Laureto Rodoni Tre sono i musei di Francoforte, la fascinosa città sul fiume Meno che diede i natali a Goethe, destinati alle arti figurative. Lo Städel Museum (www.staedelmuseum.de) si trova sulla cosiddetta ‘sponda dei musei’ che ne ospita altri otto, fra cui il Museo delle telecomunicazioni, dell’architettura e del cinema tedesco, delle culture mondiali, delle icone... La collezione permanente comprende dipinti dal Medioevo fino ai nostri giorni con capolavori come Ecce Homo di Bosch, Venus di Cranach il Vecchio, L’Evangelista Marco del Mantegna e Il geografo di Vermeer. Da segnalare inoltre il celeberrimo ritratto di Goethe nella campagna romana di Tischbein. Attualmente e fino al 6 maggio allo Städel Museum è allestita l’imponente mostra La campagna incantata con circa 130 dipinti del pittore francese di epoca barocca Claude Lorrain. La Schirn Kunsthalle (www.schirn.de), inaugurata nel 1986 su progetto dell’Architekturbüro BJSS, si erge sulla riva opposta del Meno, a pochi passi dal Duomo. Non dispone di una collezione permanente, ma è adibita esclusivamente a esposizioni. Fino al 28 maggio le sale del museo ne ospitano due: Mental states, con opere – grottesche, surreali, provocatorie, baroccheggianti – dell’artista americano George Condo, ideatore del ‘realismo artificiale’ e Der moderne Blick, mostra antologica di Edvard Munch, già presentata al Centre Pompidou di Parigi (dopo Francoforte sarà allestita alla Tate di Londra). Divisa in dieci ‘capitoli’ tra i quali Autobiografia, Ossessione, Lo spazio ottico, Sulla scena, è senza dubbio la più completa sul pittore norvegese che abbia mai visto finora. Nell’arco di tutto il suo percorso artistico, dalla fine dell’Ottocento fino al 1944, anno della morte, Munch ha di continuo scrutato il proprio volto, annotando nei suoi autoritratti gli effetti dello scorrere del tempo. Nell’ultima sala, intitolata Lo sguardo all’indietro, sono esposte le opere degli ultimi anni, dal 1930 al 1944, nei quali il pittore, colpito da una grave affezione agli occhi, dipingeva spietatamente la degenerazione della sua vista malata. La sua ultima opera, esposta a Francoforte, è significativamente un autoritratto di tragica asciuttezza, in cui il pittore appare desolato, inebetito, vinto. Un fantasma rassegnato. Il Museum für Moderne Kunst (www.mmkfrankfurt.de), a pochi passi dal Duomo e dallo Schirn Museum, fu progettato nella peregrina e peculiare forma triangolare (‘fetta di torta’ lo chiamano gli abitanti di Francoforte) dall’architetto viennese Hans Hollein che ideò anche il sorprendente percorso espositivo attraverso le quasi quaranta stanze, splendidamente illuminate. Inaugurato nel 1991, ospita una collezione di oggetti d’arte contemporanea fra le più importanti d’Europa (dalla pop art, all’arte concettuale e alle installazioni ambientali…) con opere di Oldenburg, Lichtenstein, Beuys e Ruthenbeck. La mostra attualmente allestita (Warhol: Headli- Vi proponiamo un possibile viaggio fra i luoghi d’arte di due città tedesche, Francoforte e Stoccarda, neanche troppo lontane da noi. Sei musei in cui in queste settimane, oltre a collezioni straordinarie dal Medioevo all’arte contemporanea, è possibile visitare mostre di Claude Lorrain, George Condo, Edvard Munch, Andy Wahrol, William Turner, Claude Monet, Cy Twombly e Otto Dix nes), aperta fino al 13 maggio, è di richiamo internazionale, poiché per la prima volta vengono esposte tutte le opere di Andy Warhol in cui l’artista di Pittsburg si confronta con i mass media. Punto di partenza di questo inusitato percorso espositivo, uno dei capolavori di Warhol, Daily News, del 1962, tra i primi rifacimenti pittorici di prime pagine di giornale. Anche a Stoccarda sono tre i musei destinati alle arti figurative. La Staatsgalerie (www.staatsgalerie.de) è formata da due edifici di epoche diverse e alberga una delle più ricche raccolte di quadri di tutta la Germania. La parte vecchia (Alte Staatsgalerie, in stile neoclassico, inaugurata nel 1843) raccoglie opere tedesche, italiane (tra cui le formidabili tavole dell’Apocalisse che alcuni critici attribuiscono a Giotto), olandesi e francesi che vanno dal Medioevo al XX secolo (impressionante la Resurrezione, dipinto alto cinque metri, di Max Beckmann). Vastissima inoltre la galleria d’arte grafica. Al pianterreno è allestita fino al 28 maggio una mostra dedicata alle ultime opere di William Turner (1775-1851), Claude Monet (1849-1926) e Cy Twombly (1928-2011), tre artisti visionari che hanno sfidato il modo di rappresentazione della pittura del loro tempo, prefigurandone gli ulteriori sviluppi. I paesaggi di Turner vertiginosamente ai confini con l’astrazione ebbero un notevole influsso su Monet che li vide, sbalordito, nel 1870. L’apice della mostra è nella sezione Bellezza, potenza, spazio in cui sono esposti i capolavori di Twombly dedicati al mito di Ero e Leandro: le affinità tra queste tele, le scogliere di Monet e le sperimentazioni cromatiche dell’ultimo Turner basate sulle teorie di Goethe sono veramente sorprendenti e gettano una ulteriore luce nuova sulla valenza profetica degli ultimi dipinti di questi tre artisti. La Neue Staatsgalerie, l’opera più nota (e provocatoriamente spettacolare), in stile postmoderno, dell’architetto inglese James Stirling, presenta una rassegna completa dei movimenti artistici del secolo scorso (Die Brücke, Les Fauves, Der blaue Reiter…) fino ai nostri giorni (Georg Baselitz, Joseph Beuys, Anselm Kiefer…). Infine il Kunstmuseum Stuttgart (già Galerie der Stadt Stuttgart, www.kunstmuseumstuttgart.de), progettato in forma cubica (di notte sembra galleggiare come una scultura di luce) dagli architetti berlinesi Hascher e Jehle e inaugurato nel 2004, ospita la collezione che il marchese Silvio della Valle di Casanova (1861-1929), solido pianista e Kulturmensch di Pallanza, allievo di Franz Liszt e amico fraterno di Ferruccio Busoni e Umberto Boccioni (www.rodoni.ch/busoni/pallanza), donò alla città di Stoccarda nel 1924. Nell’ultimo piano dell’edificio sono esposte opere di Otto Dix tra le più sconvolgenti che abbia mai visto, come Il Trionfo della Morte, il trittico Großstadt e l’Autoritratto come prigioniero di guerra. Fino al 9 aprile è possibile ammirare una mostra dedicata alle opere di dimensioni gigantesche (la più vasta misura oltre 100 metri e occupa l’intero pianterreno del museo) dell’artista lussemburghese Michel Majerus, nato nel 1969 e morto tragicamente in un incidente aereo nel 2002. Esposta all’esterno la sua celebre rampa di skate (presa d’assalto dagli skater) intitolata If we are dead, so it is. Gran parte dei soggetti dei quadri di Majerus provengono dal mondo dei giochi per computer, dei fumetti e della pubblicità. In conclusione, l’offerta culturale in ambito pittorico e, come già riferito, in ambito musicale di Francoforte e Stoccarda è davvero ampia, variegata e di alta caratura. Ulteriori informazioni: www.frankfurt.de, www.stuttgart.de. © Riproduzione riservata FOTO: GEORGE CONDO, THE HAPPY BANKER (2010)