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2015
LA VOCE DELL’ORTODONZIA ITALIANA
La lingua batte...
Scuole di Ortodonzia
un valore da preservare
Per le Scuole di specialità di ortodonzia
occorre ancora una volta registrare un
cambiamento di politica. Cominciamo col dire che quest’anno
le iscrizioni ai giovani odontoiatri
non sono state aperte. Quindi
gli atenei italiani, esclusi Milano
e Trieste, restano fermi e cosa
più grave, non è dato sapere se
quando e con quali regole riapriranno. Due sono i punti nodali: primo,
le Scuole di specialità di area medica hanno
il problema delle borse di studio: gli specializzandi
compiono il percorso formativo vivendo la vita di
reparto a fianco degli strutturati e trasformandosi di
fatto, in una risorsa. Tranne in odontoiatria, esclusa
da tale fenomeno come viene spiegato alla pagina
seguente nell’articolo a firma di Alessandro Bruni.
L‘altro, annoso, problema è l’adeguamento delle
Scuole agli standard europei in termini formativo/
organizzativi. Essendo tali carenze ancora molto
marcate, sono emerse sostanziali differenze tra sedi,
diciamo così, di serie A e di serie B. L’ improvvisa
sospensione delle iscrizioni e la chiusura delle Scuole
impone una riflessione di carattere emotivo, ma non
solo: non si vuole perdere il patrimonio culturale
maturato da quando, 40 anni fa, aprì la prima sede
di Cagliari, seguita via via da tante altre,
imponendo, grazie a tanti bei nomi,
l’Ortodonzia italiana sullo scenario
scientifico internazionale.
Le Scuole devono riaprire
e noi ci batteremo al fianco
dell’Università per riprendere
il cammino, consentire ai
giovani odontoiatri di seguire un
percorso formativo arricchito dai
debiti adeguamenti, far crescere gli
ortodontisti in una tradizione consolidata,
pur consapevoli che non basta certo un triennio per
sentirsi tali. L‘Ortodonzia richiede infatti un cammino
professionale ed esperienziale certamente più
lungo, prima di poter affrontare un caso clinico, dalla
diagnosi alla terapia.
Sull’ultimo Decreto legge sulle Scuole di specialità,
il SUSO ha ritenuto di prendere una posizione netta
a difesa della loro riapertura, a tutela dei giovani
colleghi e si muoverà in questa direzione nelle sedi
opportune a fianco della SIDO: un’avventura da
condividere per il loro futuro e a ferma tutela delle
nostre idee.
Pietro di Michele
Presidente Nazionale SUSO
“Il solito trucco all’italiana...”
Il 4 febbraio 2015 il ministero dell’Università ha varato il
nuovo decreto interministeriale di riordino delle scuole di
specializzazione sanitaria che avrebbe dovuto avviare la
specializzazione in ortognatodonzia secondo il modello
europeo, atteso dal 2005. Anziché far decollare queste
scuole con rinnovato vigore, il nuovo D.M. ha bloccato
l’intero sistema affinché le Università provvedano all’adeguamento degli standard e dei requisiti delle scuole. Cosa
cambia? I percorsi didattici, gli obiettivi formativi, il numero
dei crediti, l’obbligo di dedicare almeno il 70% della
formazione allo svolgimento di attività pratiche, la costituzione di una rete informativa integrata universitaria ed extra
universitaria, l’utilizzo di professionalità del SSN ed altre
reclutate come professori a contratto pienamente inseriti
nell’ordinamento della scuola, la possibilità di formazione
all’estero, la riduzione della durata di gran parte dei corsi,
l’obbligo di assicurazione a carico della struttura, il divieto
di attività lavorativa privata: sulla carta una rivoluzione
copernicana.
Nella realtà l’unico risultato certo ben visibile per il 2015
è la sospensione dei corsi, la chiusura delle scuole, niente
specializzandi in ortognatodonzia. Quando riapriranno
il loro numero, specie di quelli di ortognatodonzia, sarà
brutalmente falcidiato e senza alcuna utilità per il Paese,
considerato l’ambito di impiego degli specialisti dell’area
odontoiatrica (ortodonzia, chirurgia orale, odontoiatria
pediatrica). Eppure a ben guardare una utilità c’è. È tutta
dello Stato. Con il solito trucco all’italiana il D.M. ha sterilizzato la spesa per la formazione specialistica sicuramente
per tutto il 2015 e forse anche per il 2016. Ha messo
una toppa allo sfondamento di spesa prodotto dalle tante
ammissioni alle scuole per ricorso. Per un mercato come
quello dell’odontoiatria italiana forse era preferibile che in
area odontoiatrica la formazione specialistica proseguisse
senza borse. Una formazione specialistica aperta, per
consentire al mercato di disporre di ortodontisti di qualità
quali quelli che le scuole di ortognatodonzia hanno saputo
formare fino ad oggi.
Avv. Roberto Longhin
Consulente Legale SUSO
Speciale Spring Meeting
L’International Sido Spring Meeting (Milano, 6,7 marzo) si annuncia con un titolo attrattivo: Controversie in Ortodonzia, ossia una specie di mare magnum dove le risposte e le soluzioni a quelle che possano essere le possibili
controversie restano molte e tutte da approfondire.
A pag. 03
»Edizione n.1
Fatti e notizie
“Non sono e non mi ritengo affatto un esperto della
materia – mette subito le mani avanti Willy Manuzzi
nell’articolo dedicato alle apnee notturne – ma voglio
condividere le mie poche conoscenze su di un disturbo
molto frequente in soggetti tra 40 e 65 anni, con
incidenza del 4% nei maschi e del 2% nelle femmine.
Un disturbo che incide in modo decisamente debilitante
sulla qualità della vita di un individuo”.
A pag. 04
Nascita e sviluppo del SUSO
(2a parte)
Nella pagina dedicata alla storia due momenti di rievocazione significativi: il primo riguarda la storia del SUSO che si
appresta a festeggiare l’anno prossimo il suo quarantennale
di vita. Nell’articolo di Paolo Picchioni vengono ricordati i
momenti salienti degli ultimi vent’anni della vita del sindacato
ed anche il difficile rapporto tra due sigle, che vorrebbero
entrambe rappresentare l’Ortodonzia nel nostro Paese
(anche se ambedue gli schieramenti tengono numerosi
incontri collegiali).
A pag. 07
Tesi: ieri oggi e domani
Prosegue la serie delle “Tesi ieri oggi e domani”.
In questo numero è di scena Paola Gandini, cattedratica a Pavia, intervista di Alberto
Pezzini, la quale ricorda i momenti emozionanti che accompagnarono il conseguimento della sua laurea. Un ricordo fresco ed attuale, come si conviene ai grandi
appuntamenti della vita e della carriera, che proprio grazie a quella laurea, imbocca
una direzione prestigiosa e ricca di soddisfazioni.
A pag. 06
Norme e prassi
Assunzioni, vendite facilitate, difficoltà nell’aprire un nuovo
studio, modificazioni nel rapporto di lavoro, un nuovo
contratto “Rent to Buy”, difficile accesso dei giovani alla
professione, sono alcuni degli argomenti legislativosindacali-fiscali trattati in questo numero. Abbiamo voluto
dedicare alcune pagine per l’alta incidenza sui redditi e in
definitiva qualità di vita di chi deve farvi fronte.
A pag. 12
Ortognatodonzia, una specializzazione in via d’estinzione
(non potendo molti giovani specializzarsi)?
“Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende
incapaci d’ogni grande azione, riducendoci come animali
che attendono tranquillamente alla conservazione di
questa infelice vita senz’altro pensiero.” Laurea, abilitazione… e poi? Molti giovani odontoiatri
scelgono la specializzazione, ortognatodonzia o chirurgia
orale. Eppure, quella dello specialista, è attualmente
una figura dal futuro incerto. Per l’Anno accademico
2014/2015, salvo rare eccezioni, non sono stati banditi
nuovi concorsi per l’accesso alle Scuole. Molti aspiranti
specializzandi (alcuni dopo anni di frequenza nei reparti)
attendono impazienti un bando che tarda a vedere la luce
e con buona probabilità, non la vedrà mai.
Questa situazione affonda le radici in un’annosa questione
che coinvolge tutti gli specializzandi non medici. Sì, “non
medici”.” Anche noi odontoiatri ci portiamo addosso
quest’etichetta: una discriminazione dovuta al fatto di
essere in possesso una laurea diversa da Medicina e
Chirurgia, investita ad arbitrio di maggiori diritti e tutele.
Le Scuole di specializzazione in ortognatodonzia, per
esempio, non solo non prevedono alcun contratto di
formazione o borsa di studio, ma spesso frequenza a
tempo pieno, svolgimento di turni e partecipazione a
tutte le attività delle strutture cliniche/assistenziali (che
senza gli specializzandi, non riuscirebbero a soddisfare
il diritto alla salute garantito dalla Costituzione e i Livelli
Essenziali di Assistenza).Richiedono inoltre il pagamento di tasca propria delle tasse di iscrizione (non
inferiori ai 1000 euro) e di spese accessorie come vitto,
alloggio,trasporti, libri, strumentario. Persino congressi
e corsi di aggiornamento sono a carico dello specializzando! Integrare un lavoro part-time per sostenere queste spese,
spesso risulta difficile, considerando anche l’impegno
per preparare gli esami previsti dal piano di studi. Senza
contare l’attività lavorativa nel SSN “offerta” in assenza
di copertura previdenziale, diritto a maternità o malattia.
E se dopo la specializzazione uno volesse esercitare
la professione all’estero? La durata di 3 anni delle
Scuole (nonostante sia di 4) non permetterebbe di fatto
il riconoscimento del titolo e dunque la libera circolazione
all’interno dei paesi UE. Discriminazione che rischia di
consentire la specializzazione solo a pochi privilegiati,
limitando libera scelta e attitudini di ciascuno.
Una discriminazione che si traduce in professioni
sanitarie di serie A (i medici) e di serie B (i “non medici”)
nonostante la ratio della normativa in vigore, di livello
comunitario(1)o di diritto interno (2) sia di un ordinamento didattico unico valido per laureati in medicina e
per gli altri dell’area sanitaria.
Al peggio non c’è mai fine. Recentemente è stato firmato
un nuovo Decreto ministeriale che probabilmente inserirà
i “non medici”, in tutto o in parte, in un ordinamento
parallelo, completando così l’opera di selezione naturale
cominciata tempo fa.
Stiamo cedendo ad una forma di darwinismo professionale col rischio che si arrivi “all’estinzione” di una figura
altamente specializzata, che non trova giusta collocazione
in un sistema sanitario ancor troppo medico-centrico”. Il
Sindacato Unitario Specialità Ortodonzia (Suso) si schiera
pertanto al fianco del CISAS (Coordinamento Italiano
Specializzandi di Area Sanitaria) e di altre associazioni
interessate, per metter fine alle disparità tutt’oggi esistenti. Chiede pertanto:
- la pubblicazione immediata dei bandi per
l’anno 2014/15;
- la garanzia della validità del titolo di specializzazione in ortognatodonzia anche oltre i
confini nazionali;
- l’equiparazione dello status economico e
ISCRIZIONI SUSO ANNO 2015
Soci Ordinari
La quota associativa è di € 130,00 per tutti i soci
che effettuano il pagamento tramite RID
(autorizzazione permanente di addebito) prelievo
automatico (richiedere modulo in Segreteria)
La quota associativa è di € 150,00 per tutti i soci
che effettuano il pagamento senza RID
(bonifico bancario, assegno, contanti)
Bonifico bancario:
IBAN: IT 71 E 03359 01600 100000116255
Banca Prossima – Intesa Sanpaolo Torino
Assegno bancario Barrato “non trasferibile”
intestato SUSO
Neolaureati e Specializzandi
La quota associativa è di € 20,00 per i neolaureati
(nei tre anni dalla laurea) La quota associativa è di € 20,00 per gli specializzandi al 1° anno di Specialità La quota associativa è di € 50,00 per gli specializzandi al 2° anno di Specialità La quota associativa è di € 50,00 per gli specializzandi al 3° anno di Specialità Il SUSO, Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, venne costituito nel 1976 da un gruppo di
Ortodontisti con l’intento di diffondere, potenziare e tutelare l’ortognatodonzia. Nella
prima fase potevano iscriversi solo gli specialisti in ortognatodonzia o quelli in
odontostomatologia con pratica “esclusiva” dell’Ortodonzia, ma nel 1979 una
modifica dello Statuto previde di accogliere anche i medici dentisti con esercizio
“prevalente” della professione ortodontica. Nel 1991 (22 giugno) viene inaugurata
ufficialmente la sede nazionale di Torino. Riconosciuto a livello governativo e dalla
Fnomceo come rappresentante ufficiale dell’ortodonzia italiana nelle questioni di
carattere sindacale, l’attività del SUSO si concentra su problemi professionali di
maggiore attualità e nel rapporto con le Associazioni Scientifiche di Ortodonzia più
importanti d’Europa. Conta oggi oltre 1000 iscritti, di cui 300 specialisti.
Anno XIII n. 1 2015
SUSO news
Notiziario d’informazione
del Sindacato
Unitario Specialità
Ortognatodonzia
SUSO
L.go Re Umberto, 104
10128 Torino
Tel. 011.502820
Fax 011.503153
[email protected]
www.suso.it
ORARI SEGRETERIA
lunedì e giovedì 14:30/18:30
martedì e venerdì 09:00/13:00
mercoledì 9:30/13:00 13:30/18:00
COMITATO DI REDAZIONE
Direttore Responsabile
Pietro di Michele
Vicepresidente SUSO
Umberto Garagiola
Segretario SUSO
Gianvito Chiarello
Tesoriere SUSO
William Manuzzi
COORDINAMENTO
REDAZIONALE
Patrizia Biancucci
IN REDAZIONE
Pietro Bracco
Gabriella Ceretti
Alessandra Leone
Federico Picchioni
Claudia Tosi
Pasquale Venneri
SEGRETERIA DI REDAZIONE
Angela Rosso
STAMPA
ARTESTAMPA S.r.l.
Viale Ciro Menotti 170
41121 Modena
Tel. 059.243449
Fax 059.214615
[email protected]
www.edizioniartestampa.com
Chiuso in tipografia il
26/02/2015
contrattuale degli specializzandi medici ai
“non medici”;
- prospettive lavorative nell’SSN con accesso
esclusivo ai possessori del titolo specialistico;
- la presenza di una componente odontoiatrica nei Tavoli Tecnici ministeriali riguardanti
le scuole di specializzazione di area sanitaria;
- l’intervento da parte del Ministro Giannini
per una delucidazione ufficiale sulla posizione
del Ministero riguardo alla problematica degli
specializzandi “non medici”.
Alessandro Bruni
Specializzando in Ortognatodonzia
»Iscrizioni SUSO 2015
SPECIALE spring meeting
Con Giampietro Farronato
tra le controversie in Ortodonzia
L’International Sido Spring Meeting
(Milano, 6,7 marzo) si annuncia
con un titolo attrattivo: Controversie
in Ortodonzia, ossia una specie di
mare magnum dove le risposte e le
soluzioni a quelle che possano essere
le possibili controversie restano molte
e tutte da approfondire.
Abbiamo sentito al riguardo il Presidente SIDO, Giampietro Farronato con
cui parlare costituisce una specie di
piacere della diagnosi tanto l’uomo e l’accademico sono capaci di una
chiarezza cartesiana nello spiegare quali siano i gangli dell’Ortodonzia
oggi. E se gli chiedi cosa ne pensi di un tema quasi manicheo ancora
oggi come “estrazione oppure no”, l’accademico affiora immediatamente: ”Guardi, si tratta di un problema che come lei capisce, vede due
contrapposizioni nette, due scuole di pensiero. Per parte mia le posso
dire che la conservazione del corpo umano resta tuttavia pur sempre il
punto di forza dell’ortodontista. La conservazione dell’integrità possiede
un valore fondante”.
Oggi che il termine francese va di moda, si può dunque dire che il non
procedere ad una estrazione – laddove sia sempre possibile, naturalmente – resti un fattore incontournable, qualcosa di fondamentale,
a prescindere. D’altro lato, l’ortognatodonzia è una specie di grande
balena bianca dove le controversie possono riprodursi quasi per generazione spontanea: ”Pensi soltanto al rapporto tra medico e paziente
e quanto sia importante per noi avere una compliance (adesione) ad
esempio del minore ai nostri trattamenti.
Se il bambino è collaborativo, possiamo allestire processi ortodontici che durano anni in una temperie distesa, in grado di agevolare
fattivamente il nostro intervento. Se un bambino non vuole mettersi
l’apparecchio, che facciamo?”. Problemi di non poco momento anche
perché le due scuole in cui l’ortognatodonzia si divide al suo interno,
possiedono formae mentis molto diverse.
Una – come noto – è quella materialista, quasi meccanicistica, per
cui il processo di cura si risolve in un unico atto; l’altra è invece quella
storicistica, che privilegia le fasi c.d. ”biologiche” nelle quali si articolano
l’evoluzione e il processo di accrescimento di una persona.
Il che implica collegamenti con la fisionomia del volto, la postura, le
ossa e quant’altro, insomma un concetto molto più complesso di
quanto non possa essere il semplice fatto di ottenere un documento
come quello del consenso informato, per esempio.
Oramai i tribunali di merito e la Cassazione stanno accendendo i riflettori sempre più spesso su tale aspetto dell’attività medica, ossia sulla
necessità assoluta per cui il medico si debba munire di un consenso dal
paziente quanto più minuzioso e documentato possibile e soprattutto
assai ben informato appunto.
“Guardi che comunque io non ne farei proprio soltanto una questione
meramente medico legale di consenso – ci tiene a precisare Farronato – Il fatto è che noi ad esempio ci premuriamo – sempre per
tornare all’esempio dei bambini – perfino di acquisire il consenso dei
minori stessi (per quel che vale stante il fatto che si tratta di minori ndr).
Non tanto per godere di uno schermo medico legale, quanto molto
più sostanzialmente per avvantaggiarsi di quella adesione totale che il
paziente anche piccolo è in grado di fornire al suo medico. Se questo
si verifica, il nostro operato sarà decisamente molto più semplice, e
soddisfacente sia per noi che per il nostro paziente”.
Il fattore tempo resta infatti uno dei maggiori agenti provocatori delle
controversie che possono insorgere durante tutte le fasi del trattamento.
Ecco perché secondo Farronato, un semplice documento che attesti
il consenso, non basta a scongiurare la vis polemica continuamente
in agguato quando si interviene in un’area delicata come quella della
salute.
Altre figure assai importanti nell’ambito del Congresso restano anche
gli Assistenti alla Poltrona, preziosi collaboratori privi ancora oggi di un
preciso inquadramento normativo, e gli Igienisti. Un appuntamento,
quello dello Spring Meeting, destinato a far discutere soprattutto per le
risposte che darà.
Alberto Pezzini
Una rondine non fa primavera...
(ma il Meeting di ortodonzia, sì)
Organizzato al Centro Congressi Il Lingotto, lo Spring Meeting, che si
chiamò in un primo momento “Incontro culturale di primavera” nacque
a Torino nel 1998 (il 20/21 marzo) allorchè alla Presidenza SIDO vi
era Roberto Giorgetti, Ordinario dell’Università di Siena e vice presidente
della Fédération Europèenne d’Orthodontie.
Tema ispiratore di quell’anno fu “La questione ATM: credenze e verità
un approccio multidisciplinare” tema che venne trattato da relatori di
calibro internazionale. Tra i più noti J.P. Okeson, R. Slavicek, N. Mehta,
M. Korn e M. L. Gelb.
Nello Spring Meeting di allora ci fu una prima sessione tecnologica
“Information and imaging technology in Orthodontics” ossia lezioni
teoriche e pratiche su computer, Internet e trattamento di immagini
digitali con un chairman d’eccellenza come Carlo Guastamacchia e due
relatori internazionali: S.M. Selzer e R.P. Walker. Le cronache parlano
in quella prima edizione di un “Luna Park della tecnologia informatica”
con 12 istruttori e di una Mostra merceologica. I partecipanti nel 1998
furono per la precisione 808.
Storicamente lo Spring nacque allora con tutta probabilità perché si
tentò di unire vari incontri di minor calibro che si susseguivano prima
del Congresso di ottobre creando un evento alternativo importante con
argomenti e relatori di livello, che in qualche modo attenuassero l’attesa
di quel che rimane l’incontro clou della Sido, il Congresso.
Lo Spring Meeting non può essere visto tuttavia come momento di
preparazione, ma come evento con una vita e personalità che negli
ultimi tre anni ha raggiunto le caratteristiche di un Congresso vero e
proprio. Non più di un corso come era apparso all’inizio. Le presenze
delle scorse edizioni stanno a testimoniare questa mutazione: sia nel
2013 che nel 2014 i partecipanti furono oltre 700, ma al momento in
cui andiamo in stampa, allo Spring Meeting di Milano vi sono già 700
pre-iscritti, il che lascia sperare in una edizione molto più affollata.
Eventi SIDO 2015
29-31 ottobre
46th International Congress
“L’ortodonzia interdisciplinare nel bambino e nell’adulto” - “Cure ortodontiche parodontontali integrate
nell’arco della vita”
In collaborazione con SIdP Mico North, via Gattamelata 14, Milano
03
FATTI E NOTIZIE
IL RUOLO DELL’ORTODONTISTA NEL TRATTAMENTO
DELLE APNEE OSTRUTTIVE DEL SONNO
Da circa un anno ho iniziato un cammino nel mondo
della Medicina del sonno. Ho seguito qualche corso,
letto articoli ed il libro “Medicina del sonno per Odontoiatri”, incontrato vari specialisti per poter costruire quella
rete interdisciplinare indispensabile al raggiungimento di
un buon risultato diagnostico-terapeutico.
Non sono e non mi ritengo affatto un esperto della
materia ma voglio condividere con voi le mie poche
conoscenze su di un disturbo molto frequente nei
soggetti di età compresa tra i 40 ed i 65 anni con
incidenza del 4% nei maschi e del 2% nelle femmine,
e tale da incidere in modo decisamente debilitante sulla
qualità della vita di un individuo.
In una serie di articoli, cercherò di toccare, in modo
non approfondito i vari capitoli inerenti questo interessantissimo argomento che noi Ortodontisti dovremmo
conoscere e far diventare un cavallo di battaglia nella
pratica quotidiana.
Prima di iniziare, voglio rivolgere un particolare ringraziamento all’amico Luca Levrini ed ai suoi collaboratori,
dai cui insegnamenti e scritti in materia ho tratto, oltre
all’entusiasmo, il materiale per questo articolo.
Fig.1 (copertina del libro).
La Sindrome delle Apnee Ostruttive (OSAS, Obstructive
Sleep Apnea Sindrome). È caratterizzata da episodi, più
o meno frequenti, di ostruzione delle vie aeree superiori
durante il sonno con conseguente riduzione (ipopnea)
o cessazione (apnea) del flusso aereo. Fig.2 (eventi
respiratori).
Fig.2 Eventi Respiratori
Nell’ambito di questa patologia l’Ortodontista ha sicuramente un ruolo da protagonista e deve saper gestire
i pazienti con problemi relativi al sonno, partecipando
insieme agli altri specialisti coinvolti (pneumologi, neurologi, otorinolaringoiatri, Centri del sonno), alla intercettazione e soluzione di questo importante problema sociale.
L’Ortodontista può intervenire su tre livelli:
1- semplice intercettazione del paziente con patologie
del sonno ed invio presso un Centro od un clinico
competenti
2- intercettazione, partecipazione alla diagnosi e diretta
gestione terapeutica
3- esclusiva gestione terapeutica su pazienti inviati da
Centri o specialisti del settore.
Generazione di odontoiatri ed ortodontisti hanno guardato nella bocca di tantissime persone che soffrivano
di disturbi respiratori del sonno senza conoscerne l’esistenza: inserire nell’anamnesi una semplice domanda
quale “Soffre di sonnolenza diurna?” può rappresentare
il primo passo di diagnosi utile per iniziare il percorso
diagnostico e terapeutico del caso. D’altronde, già nel
1902, Pierre Robin propose l’uso di un dispositivo, il
monoblocco, per ottenere la protrusione mandibolare
e linguale proprio per ampliare i condotti esofagei e
tracheali e liberare il tratto orofaringeo.
Le apnee di interesse ortodontico sono quelle “ostruttive-periferiche” caratterizzate da cessazione completa
(apnea) o riduzione (ipopnea) del flusso oro-nasale per
impedimento meccanico.Il paziente OSAS non riesce a
raggiungere il sonno profondo ristoratore con conseguente sonnolenza diurna che si associa ad alterazioni
delle performance, diminuzione della concertazione e
della libido, irritabilità sino al vero e proprio deterioramento mentale. La qualità, personale e lavorativa, della
vita del paziente viene gravemente influenzata da questi
fattori che possono evolvere in quadri clinici più gravi
quali l’ipertensione arteriosa e polmonare, cardiopatia
ischemica, infarto e aritmie cardiache.
Il russamento rappresenta uno dei sintomi principali
dell’OSAS e, soprattutto, il motivo per cui, normalmente,
il paziente decide di rivolgersi ad uno specialista del
sonno, magari spinto da qualche elemento della famiglia.
Se semplice ed isolata manifestazione rumorosa durante
il sonno, pur rappresentando un problema sociale per
l’individuo, di per sé il russamento non ha rilevanza
clinica ma un fenomeno che non può e non deve essere
sottovalutato.
L’inquadramento clinico del paziente richiede precise
e chiare risposte sulle caratteristiche del russamento
(periodo di inizio, entità, familiarità), sulle abitudini di
vita (alimentazione, fumo, alcool), irrequietezza motoria
durante il sonno (specie a carico degli arti inferiori),
(AGI) - Washington, 20 feb. - La carenza di sonno può aumentare il rischio di sviluppare il diabete e l’obesità.
Almeno questo è quanto emerso da uno studio della University of Chicago, pubblicato sulla rivista Diabetologia.
I ricercatori hanno analizzato i dati di un campione di giovani con un’età compresa tra i 19 e i 30 anni, sottoposti
a diversi prelievi di sangue, sia in seguito a notti in cui hanno dormito 8 ore e sia quando hanno dormito solo 4
ore. Sono state inoltre prese in considerazione diverse variabili, come ad esempio l’alimentazione. Ebbene dopo
solo tre notti trascorse a dormire di meno, 4 ore, i livelli di ormoni dello stress, cioè noradrelina e cortisolo, nel
02
sangue sono risultati aumentati, così come i grassi circolanti al mattino. Inoltre la funzionalità dell’ormone insulina
è risultata ridotta notevolmente, cioè si è registrata una condizione molto simile al pre-diabete detta di resistenza
all’insulina, che equivale a un minor controllo degli zuccheri nel sangue.
04
nicturia, cefalea al risveglio, stanchezza e sonnolenza
diurna.
Poiché la comparsa di sonnolenza diurna, come già
detto, è la principale espressione della gravità della
componente apnoica, è fondamentale approfondirne, in
corso di anamnesi, la particolarità in modo più preciso
possibile: l’uso della Epworth Sleepness Scale (ESS) è
ritenuto un modo semplice ed attendibile per ottenere
informazioni decisamente utili. Fig. 3 (scala ESS).
In ogni caso, l’esame chiave per l’OSAS. È la polisonnografia, un monitoraggio continuo e simultaneo di vari
parametri fisiologici e pato-fisiologici durante un periodo
di sonno spontaneo di almeno 6 ore. I parametri presi
in considerazione devono essere minimo quattro (russamento, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno e
posizione corporea) e la registrazione può anche essere
domiciliare. Fig. 4 (polisonnografia).
Fig.4 Polisonnografia
Al termine di questo articolo vorrei comunque ribadire la difficoltà di acquisire direttamente i pazienti da
parte dell’ortodontista che invece deve interagire con
pneumologi ed otorinolaringoiatri. Una volta intercettato
il paziente, lo inviino, con polisonnografia repertata, alla
nostra attenzione per la conseguente terapia.
Nella speranza di aver stuzzicato l’interesse di chi magari
non è ancora addentro l’argomento, ribadisco l’importanza di non lasciarci sfuggire questo nutrito gruppo di
possibili pazienti per la nostra crescita professionale e
per l’importanza personale e sociale della patologia.
Fig. 3 Scala ESS
Tale scala misura il grado della sonnolenza diurna
quantificando la probabilità del paziente di assopirsi in 8
specifiche situazioni con un punteggio crescente da 0 a
3. Un punteggio complessivo superiore a 10 viene
considerato indice di sonnolenza patologica (grave sopra
i 14).
Fig.4 Polisonnografia
William Manuzzi
Tesoriere Nazionale SUSO
FATTI E NOTIZIE
Ortodonzia: una branca odontotecnica che non sente crisi
Sintesi di una conferenza di successo
Nella incantevole cornice della città di Rivoli - Torino,
l’Antlo NordOvest ha organizzato una conferenza di
mezza giornata, sabato 31 gennaio 2015 in materia di
ortodonzia tecnica e crisi, con l’Odontotecnico Fabio
Fantozzi; l’evento ha attirato al Tulip Inn Hotel, circa
cinquanta odontotecnici provenienti da tutto il nord
Italia. In quella circostanza, il relatore ha trattato tre
principali argomenti: il marketing nei laboratori odon-
totecnici che si occupano di ortodonzia, i paradenti per
gli sport – sui quali è appena uscito il suo libro edito da
Edizioni Martina – , nuove tecnologie 3D in riferimento
all’ortodonzia prodotta nei laboratori odontotecnici.
Ha iniziato parlando della propria esperienza su come
differenziarsi dalla massa. Ha elencato e specificato
punto per punto, dei macro argomenti per identificarsi e
per essere conosciuti e riconosciuti dai clienti ortodontisti. Ha altresì parlato di come gestire la propria attività
che è notevolmente cambiata negli ultimi anni e che
ha trasformato l’umile artigiano in un vero e proprio
imprenditore d’azienda. Numerosi sono stati i consigli
dati ai colleghi su come identificarsi con un logo regolarmente registrato al Ministero di brevetti e marchi,
utilizzare un numero verde, ottenere la certificazione di
qualità Iso 9001-2008 e molto altro ancora.
La branca dell’ortodonzia come dimostrano le
statistiche è in continua ascesa rispetto alle altre del
comparto odontoiatrico: è un settore che non sente
crisi. Estetica è la parola chiave di questo millennio.
Nei bimbi, nei giovani e negli adulti, avere una bocca
allineata e conforme ai canoni estetici dell’epoca, è
una reale esigenza, addirittura maggiore di quella del
ripristino ad esempio, di un elemento dentale, magari
posto in zona posteriore dove nemmeno è visibile.
I fatturati di chi lavora nel comparto ortodontico sono in
costante aumento: aziende, studi dentistici e laboratori
ortodontici, vivono un momento davvero interessante
ma, ciò che è altresì importante, è che bisogna essere
al passo con i tempi! Indispensabile è conoscere a
fondo le nuove tecnologie in maniera approfondita
per fornire ai clienti ortodontisti, prodotti con materiali
ad esempio atossici ed anallergici, proporre magari
l’utilizzo di microchip per il monitoraggio della tenuta
reale ed effettiva degli apparecchi rimovibili da parte dei
piccoli pazienti e molto altro ancora.
Tutto questo percorso anti-crisi però, dev’essere perfettamente in sincronia con gli operatori odontotecnici
ed odontoiatri, che devono essere preparati e cordiali.
Con strutture sempre luminose, pulite ed innovative.
Perché, come si suol dire….. anche l’occhio vuole la
sua parte!!!
Fabio Fantozzi
Odontotecnico
Ortodontista e igienista dentale:
storia di competenze e sinergie
È ormai cosa pacifica tra le comunità
medico-scientifiche e autorevoli studiosi
che il successo di un percorso di cura
passa attraverso un processo integrato
di competenze sanitarie, che han trovato
nel contesto internazionale fasi storiche
importanti legate all’evoluzione delle
scienze mediche. Le continue scoperte in
nuove tecnologie nella genetica, biologia
ed evoluzione della tecnica comunicativa
hanno reso talvolta necessaria una revisione della condotta clinica e la valorizzazione di nuove competenze professionali.
Questo sviluppo ha comportato nei Paesi tecnologicamente
più sensibili alla prevenzione e alla cura dell’individuo nella
sua globalità l’acquisizione di processi nuovi nel team work.
L’investimento in competenze specialistiche ha permesso
la nascita di profili professionali, come nello specifico è
stato per l’ortodonzia e l’Igiene dentale. Queste professioni
embrionali si sono così trovate ad interpretare un percorso
parallelo e convergente nella loro definizione e affermazione.
Gli ortodontisti sono stati i primi a riconoscere fondamentali
per il successo della terapia ortodontica protocolli per la cura
preventiva delle affezioni del cavo orale e il mantenimento
dello stato di igiene orale.
Gli stessi fondatori dell’ortodonzia specialistica F.C.Kneisel
(1830), Edward H.Angle (1890) “American Society of Orthodontists (1900), Charles Tweed (1930) e altri allievi di Angle
come Merrifield LL.,Cross JJ. hanno sviluppato tecniche
nuove aggiuntive (1966-1970) come gli Autori dell’ultimo
decennio. In America le responsabilità medico legali e le
esigenze terapeutiche hanno portato attenzione e investimenti sulle competenze
e la formazione della professione dell’igienista dentale, un profilo nato nel 1839
a Baltimora.
Alfred C.Fones nel 1913 apre le”Fones Clinic For Dental Hygienists” a
Bridgeport, Connecticut, fonda la prima scuola per igienisti dentali coniando
il termine “igienista dentale” e divenendo il padre di questa professione
sanitaria. Da allora tutta la fase intercettivo-terapeutica e delle problematiche
gnatologiche-ortodontiche sono state affiancate da protocolli di prevenzione
e interventi preventivi e di cura di igiene orale.
L’esordio dell’Igienista dentale ha costituito un valido sostegno in pedodonzia
e ortodonzia. Nascono le prime cliniche di ortodonzia e igiene orale ergonomicamente organizzate e finalizzate alla terapia pedodontica, ortodontica e alla
prevenzione. Il reciproco rispetto di ruolo e di competenza realizza una sinergia
virtuosa, escludendo sovrapposizione e competizione tra profili. Si genera un
nuovo modo di operare, in funzione non solo della terapia ma introducendo
fasi di cura a gestione del percorso terapeutico. Informazione, comunicazione e
compliance trovano forte potenziamento e integrazione di competenze, avendo
al centro il paziente e il risultato terapeutico. Dobbiamo molto alle persone
che hanno saputo con umile intelligenza guardare al futuro con passione e
determinazione riconoscendo limiti e necessità di condivisione professionale
nel rispetto etico e deontologico della professione medica e sanitaria
Laura Marino
Igienista Dentale
I bambini sono il
paziente ideale per
l’attività fondamentale
dell’igienista, ossia la
prevenzione
05
TESI: ieri, oggi e domani
Paola Gandini: da una dissertazione sul canino incluso l’inizio d’una
brillante carriera accademica. Torna, dopo anni, il ricordo di quel giorno
Magrado l’emozione si ricorda quanti
eravate a quella sessione ?
”Era la prima sessione dell’anno e si teneva di luglio.
Tenga conto che all’epoca eravamo circa 1300 matricole. Mi sembra di ricordare che fossimo una cinquantina di persone all’incirca.Le ripeto. Ero profondamente
emozionata, anche se mi rendevo conto che all’esame
di laurea non si bocciasse più ma tutto si limitasse ad
una questione di voti. Io quella seduta la vissi però come
una tappa fondamentale della mia vita”.
Direttore della Scuola di Specializzazione in
Ortognatodonzia dell’Università di Pavia dal
1 novembre 2008, Paola Gandini conseguì la
Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università
degli Studi di Pavia il 17 luglio dell’81 discutendo
una tesi dal titolo: “Il trattamento chirurgicoortodontico del canino incluso: presentazione di
casi clinici”, riportando la votazione di 110 su
110 e lode. Una tesi che avrebbe avuto in seguito
anche l’onore della pubblicazione.
Nell’ambito di questa rubrica dedicata alle “Tesi ieri oggi
e domani” appare pertanto quasi scontata la domanda
se vi sia stato qualche motivo particolare che la spinse a
scegliere proprio quel titolo.
”C’erano all’epoca grandi possibilità cliniche – ricorda - e
molte meno ricerche di natura sperimentale”.
Se poi le si chiede cosa ricordi oggi della sua seduta di laurea,
sembra non avere la benchè minima esitazione, malgrado
siano trascorsi quasi 35 anni, a conferma che la tesi, quasi
come il primo amore, non si scorda mai:”Ricordo una grande
emozione – dice – Quando il flash del fotografo mi colse
durante la discussione, ebbi trenta secondi circa di vuoto
totale. Si può dire che rimasi come sospesa”.
Per fortuna dopo quegli istanti quasi eterni, il relatore
Cesare Brusotti le ridiede il via con un comodissimo
“Stava dicendo?...”.
“Io allora ripresi il filo del discorso come se nulla fosse
accaduto: neanche agli esami mi ero mai sentita così
emozionata”.
Ricorda quanto tempo impiegò a scrivere
quella tesi ?
”Tra la mera stesura e la raccolta dei casi clinici, un anno.
Devo dire che i casi erano assai numerosi, come poi ho
avuto occasione di riscontrare anche nel prosieguo della
mia attività. Mi dovetti arrangiare un po’ da sola. Non
esistevano ancora preformati del tipo “La tesi in 12 mosse”
(o “Come si scrive una tesi di laurea” di Umberto Eco NdR).
Nella redazione della tesi non disponevamo di grandi aiuti,
non esistevano i tutor di oggi. Fu questo minor supporto a
renderla tutto sommato, più impegnativa”.
Che cos’altro le è rimasto impresso di
quel giorno fatidico ?
“Era venerdì 17 luglio. Tenga conto che io sono nata il 17 di
novembre, e sempre di venerdì. Una congiuntura astrale che
mi è sempre stata favorevole (tocco ferro mentre lo dico !)
Le è capitato di riprendere il tema affrontato nella tesi in altre sue pubblicazioni
E nel suo lavoro di ortodontista ?
“Nelle pubblicazioni successive, neanche una volta,
essendomi occupata di altre problematiche. Come lavoro
tout court, invece, i canini inclusi rappresentano una
evenienza clinica piuttosto frequente. Gli sviluppi in materia
– dal tempo della mia tesi ad oggi – sono stati particolarmente significativi. Oggi si sono sviluppate non soltanto
tecniche ortodontiche ma anche chirurgiche, che allora non
esistevano. La corretta posizione di un canino superiore
incluso nell’economia estetica è diventato un quid di estrema
importanza secondo i canoni attuali”.
Lei si è laureata nel 1981 ed oggi è
un’accademica a 360 gradi. Ha avuto
occasione per caso di collaborare
successivamente con il suo relatore?
“Con il mio relatore, Cesare Brusotti, essendo chirurgo
orale, direi non molto, ma con il mio vero maestro,
Giuseppe Sfondrini, scrissi gran parte delle pubblicazioni
presenti nel mio cursus universitario.
“Il rapporto bambino – odontoiatra attraverso la rappresentazione grafica” mi è invece molto cara perchè fu la
prima che pubblicai.
Cosa le è rimasto di Sfondrini e del suo
insegnamento ?
“Mi ha insegnato ad aprire il cervello, a non sposare mai
soltanto una tesi, ad imparare da tutti. Con lui – in pensione
da qualche anno – posso dire di non aver davvero perso la
Paola Gandini viene nominata Professore Straordinario per la disciplina “Ortognatodonzia e Gnatologia” con decorrenza 1 novembre
1997 a Pisa. Dal 1 novembre 2007 è divenuta titolare dell’insegnamento di Ortognatodonzia per il Corso di Laurea Specialistico
in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Università di Pavia. Dal 1
novembre 2008 è Direttore della Scuola di Specializzazione in
Ortognatodonzia dell’Università di Pavia. Tra le sue pubblicazioni più
significative:
• Villano A, Grampi B, Fiorentini R., Gandini P Correlations
between rapid maxillary expansion (R.M.E.) and the auditory
apparatus
Angle Orthod 2006; 76 (5): 750-756
• Gandini P, Mancini M, Andreani F A Comparison of Hand-wrist
Bone and Cervical Vertebral Analyses in Measuring Skeletal
Maturation . Angle Orthod 2006;76(6):984-989
• Gandini P., L. Orsi, C. Bertoncini, S. Massironi, L. Franchi. In vitro
evaluation of frictional forces generated by three different ligation
methods.
Angle Orthod 2008;78(5):917-921
• Sfondrini MF, Xheka E, Scribante A, Gandini P, Sfondrini G
Reconditioning of self-ligating brackets. Angle Orthod. 2012
Jan;82(1):158-64. Epub 2011 Aug 1.
• Scribante A, Sfondrini MF, Fraticelli D, Daina P, Tamagnone A,
Gandini P. The influence of no-primer adhesives and anchor
06
pylons bracket bases on shear bond strength of orthodontic
brackets. Biomed Res Int. 2013;2013:315023.
• Sfondrini MF, Massironi S, Pieraccini G, Scribante A, Vallittu PK,
Lassila LV, Gandini P. Flexural strengths of conventional and
nanofilled fiber-reinforced composites: a three-point bending
test. Dent Traumatol 2014;30:32-5.
Co-autrice di libri
• ORTOGNATODONZIA - Diagnosi
G. Sfondrini, P. Gandini, D. Fraticelli
Ed. Masson Milano, 1997
• Odontoiatria per il Pediatra
Capitolo 1 Cenni di crescita cranio-facciale. Dismorfosi craniofacciali
Capitolo 2 Eruzione dentaria dei denti decidui e dei denti permanenti. Patologia dell’eruzione dentaria e anomalie dentali
Capitolo 8 Ortodonzia e ortopedia-dentofacciale in dentizione
mista
Pacini editore, Pisa 2007
• ORTOGNATODONZIA - Terapia
G. Sfondrini, P. Gandini, MF Sfondrini, V Cacciafesta, D. Fraticelli
Ed. Martina, Bologna 2008
• Bimbi in acqua
Cap.9.3 Cavità orale e suggerimenti
Ed. Magenes, Milano 2014
familiarità, perché collaboro anche con la figlia, Maria Francesca, persona squisita e molto preparata, con cui ho scritto
molte altre pubblicazioni.”
Corsi e ricorsi storici, avrebbe detto Vico.
Intervista a cura di
Alberto Pezzini
Nascita e sviluppo del sindacato ortodontico
raccontato da Bologna (2a parte)
Il S.U.S.O. fino al 1994 è l’unica
sigla sindacale a rappresentare
la categoria nei rapporti con
le Istituzioni , ma alla fine del
secolo si verificano alcuni
eventi destinati a mutare
il panorama ortodontico
italiano.
Nel 1994 viene fondata da
un gruppo di medici specialisti in
Ortodonzia una nuova Associazione,
denominata A.S.I.O. (Associazione Specialisti Italiani in
Ortodonzia). Il primo Presidente che resterà in carica per
il biennio 1994-1996 è il Dr. Massimo Ronchin.
Il rapporto tra le due sigle, che vorrebbero entrambe
rappresentare l’Ortodonzia nel nostro Paese, è subito
difficile anche se ambedue gli schieramenti tengono
numerosi incontri collegiali con l’intento di arrivare ad
una Associazione unica per potere di fatto avere
una rappresentanza più forte sia a livello
Nazionale che Europeo.
Quando nel 1997 anche L’A.S.I.O. decide di
fere domanda per entrare nell’ E.F.O.S.A. si
instaura un contenzioso con la Federazione Europea che chiede al nostro
Paese di avere un unico organo di
categoria come rappresentanza .
Nel 1999 a Strasburgo ,sotto la Presidenza del Dr. M.
Rosa, i Presidenti Asio e S.U.S.O. trovano un accordo
che permette di portare sotto un’unica sigla F.I.S.O.
( Federazione Italina degli Specialisti in Ortodonzia)
la rappresentanza del nostro Paese all’interno
dell’E.F.O.S.A.
Paolo Picchioni e Attilio Ferrini
Specialisti del S.U.S.O e di A.S.I.O. rimangono uniti
nel F.I.S.O. per parecchi anni, partecipando con i loro
rappresentanti ai meeting E.F.O.S.A. e portando un
comune contributo alla crescita dell’Ortodonzia sia nel
nostro Paese che in ambito C.E.E.
Purtroppo nel 2006, senza dare preventivo avviso,
l’A.S.I.O. disdetta l’accordo con il S.U.S.O., non rinnovando il F.I.S.O. e in questo modo si priva dell’apporto di
tutti gli Specialisti Italiani aderenti al S.U.S.O.
In questi anni il S.U.S.O. ha comunque continuato la
sua opera di diffusione all’interno del Paese ,dotandosi
di ulteriori nuovi strumenti per raggiungere gli Iscritti e
migliorare i propri servizi.
Nel 2002 S.U.S.O. News, notiziario d’informazione del
S.U.S.O., viene rinnovato nella sua
veste editoriale con contenuti più
ampi e sempre cogenti relativamente alle problematiche del settore.
Vengono pubblicati numerosi articoli a firma di
esperti su svariati argomenti: la legge sulla sicurezza
del lavoro (626), le normative E.C.M., il tariffario
ortodontico, e aggiornamenti in tema legale, fiscale ,di
consulenza del lavoro e tanti altri.
Il Giornale si propone di informare l’Associato a 360°su
nuove leggi e normative di interesse per la categoria e
ospita inoltre al suo interno una sezione destinata alle
domande.
Nel contempo anche il Servizio assicurativo viene
migliorato con l’aggiornamento periodico delle polizze
già esistenti e la messa in cantiere di nuovi progetti quali
“Investo nell’Orto” che richiederanno parecchi anni di
incontri e di riflessioni prima di vedere la luce , ma che
oggi sono realtà.
Nel 2005 il S.U.S.O. costituisce il R.E.O.I. (Registro
Italiano Esercenti l’Ortodonzia) che vuole essere uno
strumento identificativo per tutti coloro che intendano
notificarsi come esercenti l’Ortodonzia: il Registro
potrà consentire di identificare al suo interno Specialisti
Odontoiatri con pratica esclusiva o prevalente, liberi
professionisti o pubblici dipendenti : tale organismo
ha permesso di annoverare al suo interno tutti coloro
che esercitano l’Ortodonzia secondo le leggi del nostro
Paese, attribuendo a ciascuno la possibilità di elencare le
proprie qualifiche professionali.
Nel 2007 A. Ferrini , che con la sua tenacia, la sua
energia, la sua lungimiranza ed il suo entusiasmo è
stato al timone del Sindacato per oltre 25 anni lascia il
testimone al Vice Presidente Paolo Picchioni che guiderà
il S.U.S.O. fino al 2013.
Nel corso del suo mandato nasce il Forum nazionale
sulla professione ortodontica con l’intento di informare i Colleghi per quanto inerente l’evoluzione della
professione e soprattutto studiare le regole del mercato
globale ed approfondire le novità in campo legale, fiscale
e medico legale.
Il I Forum si svolge a Rimini nel 2008 e poi fanno
seguito il II nel 2010 a Bologna ed il III nel 2012
sempre a Bologna. Il Forum permette al S.U.S.O. di
portare le sue proposte non solo agli Associati ma a
tutti i Colleghi che hanno un interesse nella disciplina
Ortodontica.
In questi anni viene modificata e aggiornata la polizza
R.C. , con l’introduzione di nuove clausole e agevolazioni
per gli iscritti, soprattutto i giovani laureati e coloro che
esercitano solo in consulenza ; per dare una maggiore
continuità all’aggiornamento sui temi fiscali viene chiamato il Dr. M. Tonini di Torino, in stretto contatto con la
sede nazionale, come esperto fiscale del Sindacato.
La consulenza legale continua ad essere affidata all’Avv.
R. Longhin, ormai diventato uno dei maggiori esperti a
livello nazionale.
Nel 2013 alla scadenza del secondo mandato il Consiglio Direttivo S.U.S.O. si presenta dimissionario in toto
per favorire il giusto ricambio generazionale e permettere quindi al Sindacato di rinnovarsi profondamente
per potere essere in grado di affrontare con rinnovata
energia ed entusiasmo le sfide del domani.
Pietro di Michele e Paolo Picchioni
Pietro Di Michele è eletto alla Presidenza del Consiglio Direttivo insieme ad alcune colonne portanti del
Sindacato, che avranno il compito nei prossimi anni di
formare ed educare i giovani, eletti rappresentanti e
che rappresentano il futuro della professione e saranno i
nuovi Dirigenti del Domani.
Questo Consiglio Direttivo in cui si fondono la preparazione e l’esperienza dei più anziani con la tenacia e
l’entusiasmo dei colleghi più giovani è una garanzia
per augurare al S.U.S.O. altri 50 anni di una storia di
successi.
Paolo Picchioni
Past President
Silvio Palazzi ed il suo contributo allo sviluppo
dell’Ortodonzia della Scuola di Pavia
Direttore della Clinica Odontoiatrica dell’Università di
Pavia dal 1925 al ‘62, Silvio Palazzi (1892-1979),
fu una delle più importanti ed attive personalità della
Storia dell’Odontoiatria Italiana. Autentico pioniere e
studioso insigne, nel corso del suo lungo magistero
si occupò di tutte le branche dell’Odontostomatologia, privilegiando la parodontologia, l’istologia
l’endodonzia e la legislazione odontoiatrica. A pochi,
tuttavia, è noto che fu uno dei primi studiosi in Italia ad
occuparsi di ortodonzia.
Già sin dai primi anni Trenta, nella pubblicazione Linee
direttive moderne in ortopedia dentofacciale, pubblicata negli “Atti e Memorie della Società lombarda
di Chirurgia” del 1933 descrisse alcuni concetti
fondamentali sull’azione terapeutica dell’arco
linguale, tematica ripresa l’anno successivo in un
lavoro dal titolo “Azione rapida dell’arco linguale
in diversi casi di malocclusione” presentato su “La
Stomatologia” dove vengono esposti 12 casi trattati col
metodo dell’arco linguale: una delle prime osservazioni di tale
metodica in Italia.
Ma al Palazzi spetta precipuamente il merito di essere antesignano della
ortodonzia funzionale, dato che a partire dal 1936 diffuse per primo nel nostro
Paese il sistema di Andresen-Haupl. Come è noto Viggo Andresen (18701950) fu l’inventore di un apparecchio ortodontico di contenzione rimovibile
che denominò “attivatore”; assieme a Karl Haupl (1893-1960) diede origine al
“sistema norvegese” nell’ambito dell’ortopedia funzionale dei mascellari.
Nella pubblicazione “Alcuni concetti sul cosiddetto sistema di cura ortopedico
funzionale di Andresen” edita nel 1939 nel volume commemorativo in onore
del prof. Amedeo Perna, Palazzi esponeva i capisaldi di tale metodo di cura
ortopedico, affermando con orgoglio “il grande valore sociale per i lusinghieri
risultati che può offrire e per la modestia dei mezzi coi quali è possibile
realizzarli” Recatosi personalmente ad Oslo, Palazzi importò per primo il sistema
in Italia, propagandandolo presso la clinica da lui diretta. Non è azzardato dire,
pertanto, che divulgando tale tecnica, operò una svolta epocale in tempi in cui
in Italia l’Odontoiatria generale faticava ad affermarsi come disciplina scientifica.
Vennero avviati studi clinici sull’argomento e i modelli di studio furono per molto
tempo conservati presso il Museo della Clinica odontoiatrica pavese, a testimonianza del successo; nel 1942 venne anche realizzato un filmato a scopo
didattico per consentire agli specializzandi, ai dentisti pratici ed agli studiosi una
maggiore comprensione del metodo. Venne proiettato per la prima volta in
una riunione dell’ARPA Italica (Associazione sullo Studio delle Pradenziopatie)
tenutasi in quell’anno a Milano.
Gli studi su tale metodica furono poi proseguiti nel decennio successivo in
collaborazione con l’Istituto Stomatologico Italiano, con il contributo di Oscar
Hoffer (1907-1984) iniziatore di una vera e propria Scuola Ortodontica italiana;
i casi clinici ed risultati ottenuti dalla proficua unione delle due scuole lombarde
vennero pubblicati sul n. 4 della Rivista di Odontoiatria e Ortognatodonzia
del 1948 con il titolo “Dieci anni di esperienza con il sistema di ortopedia
funzionale” .
Da ricordare infine che Silvio Palazzi scrisse un trattato di Ortodonzia, edito
per i tipi di Ulrico Hoepli nel 1937, nell’ambito di una collana di volumi dedicati
all’odontoiatria pratica. Un volume di 258 pagine, con 367 illustrazioni nel testo
e un atlante in appendice con tavole e 124 figure. La dedica iniziale è per
Amedeo Perna (1875-1948), cattedratico a Roma, allora “uomo forte“ dell’odontostomatologia italiana. Nella prefazione l’Autore afferma che “in Italia non
è mai stato scritto un “compendio” di Ortodonzia” . Il che corrisponde in parte
al vero, perché Beniamino De Vecchis (1886-1972) aveva pubblicato, l’anno
precedente il “Trattato Analitico di Ortodonzia” che può essere considerato il
primo trattato di Ortodonzia in Italia. Un’opera articolata, complessa, rivolta non
tanto al dentista pratico quanto al cultore specialistico della nascente materia:
il Palazzi volle quindi sottolineare come un’esposizione sintetica di una branca
così complessa fosse destinata anche al dentista generico, che poteva trovare
nella pratica quotidiana casi da trattare. Sempre nella prefazione afferma che
“ possiamo elevare un piano divisorio tra un passato remoto, dell’ortodonzia
sistematica, uno prossimo, dell’ortodonzia sistematica creata da Angle ed un
presente offerto dall’ortodonzia pratica” moderna. Certamente una concezione
all’avanguardia per i tempi.
Paolo Zampetti
Damaso Caprioglio
07
incontri e congressi
L’ortodonzia può avere un ruolo importante
In Regione Lombardia
Convegno sull’odontoiatria di comunità
“Dal bisogno reale alla risposta in tempo di crisi”, dichiarazione di intenti di prospettiva a sottoscrivere il titolo del
convegno dedicato all’Odontoiatria di Comunità, tenutosi
presso Palazzo Lombardia il 9 Febbraio, con l’egida e
guida della III Commissione Sanità e Politiche Sociali
della regione.
Esordio affidato al Presidente della Commissione, Fabio
Rizzi, il quale descrive uno scenario allarmante, secondo
cui nell’attuale situazione socioeconomica, il 60% della
cittadinanza rinuncia alle cure odontoiatriche. Si profila
l’esigenza di stimolare attraverso l’incontro, un dibattito
tecnico, scientifico e politico, orientato al problema del
mancato accesso alle cure.
L’attenzione è rivolta alla riforma del sistema socio
sanitario lombardo, attualmente in discussione, al quale
l’incontro fa da preludio anche nelle parole di Carlo
Borghetti, Presidente del Comitato Paritetico di controllo
e Valutazione delle Politiche regionali. “All’interno della
riforma sanitaria, dobbiamo agire su due binari principali:
promuovere la formazione e la cultura della prevenzione
e incentivare l’odontoiatria pubblica”. La relazione con
le tematiche ortodontiche è indiretta. Interviene Laura
Strohmenger, in veste di Delegata Nazionale OMS, che
indica alcune proposte: indagine epidemiologica sulla
patologia orale nonchè specifica formazione all’odontoiatria di comunità per gli operanti nel settore.
Di fragilità economica si è occupato Mario Longo,
membro esperto ISS, riportando dati che motivano l’alta
incidenza del bisogno a fronte di insufficiente accesso
alle cure e che ha ribadito la necessità di partenariato
pubblico-privato, attraverso i Services. Il tema dei
Services Odontoiatrici è stato anche toccato da Enrico
Gherlone, dando luce a una possibile Proposta Programmatica di Odontoiatria Sociale Volontaria.
Luca Levrini è intervenuto sul ruolo della prevenzione,
riconoscendo indicazione ad agire nel contesto all’igienista dentale, mandatario della missione, ma anche
all’odontoiatra, cui in modo legittimo spettano i compiti
di prevenzione e riabilitazione (legge 409/1985).
Pertinente campo di azione riguarda problematiche a
carattere clinico-disfunzionali (come precancerosi e
disturbi dell’atm) ma anche dal risvolto sociale, quali la
dismissione da fumo e il trattamento dell’OSAS. Possibili
spiragli di evoluzione: l’intervento strutturato sulla prima
infanzia nelle scuole, come secondo modello virtuoso
della vicina Svizzera.
È evidente che dismorfismi come la riduzione del
diametro trasverso del palato ed il morso aperto dento
alveolare potrebbero essere intercettate precocemente,
cosi come l’apnea notturna ostruttiva. Stesso discorso
vale per le discrepanze tra occlusione e relazione
centrica. In tal senso l’ortodonzia si pone come alleato
importante nella genesi di progetti di odontoiatria di
comunità o sociale che pongono la prevenzione e la
cura del fragile come primo intento.
Silvia Margherini
S.Martino di Castrozza
Il suso al 1°
“Memorial
Francesca Ada
Miotti“
Anche quest’anno, nella splendida cornice delle
montagne di S. Martino di Castrozza (TN), si è
svolto dal 22 al 24 gennaio l’XI ° raduno invernale organizzato da Antonio Maria Miotti, Direttore
della Struttura Operativa Complessa di Chirurgia
Maxillo-Facciale “Centro di Riferimento per la
Diagnosi e il Trattamento delle Malocclusioni su
Base Scheletrica” dell’AOU S. Maria della Misericordia ((Udine), col patrocinio e collaborazione di
SUSO, SIDO, SIOF e SICMF.
Per 10 anni l’evento è stato dedicato dal sodalizio
degli odontoiatri, odontostomatologi e dei
chirurghi maxillo-facciali ospedalieri del Triveneto
in ricordo di Giuseppe Rossi, primario di Chirurgia
maxillo-facciale a Venezia, Maestro della disciplina
in Italia. Quest’anno, per iniziativa del Presidente
SUSO e SIOF Pietro di Michele, l’incontro si è
svolto nel ricordo di Francesca Ada Miotti, titolare
della Cattedra di ortognatodonzia e Direttore della
Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia
dell’Università di Padova, mancata nel 2013
che riposa a S. Martino di Castrozza. Con una
breve presentazione gli allievi ne hanno ricordato la figura ricca non solo di non comuni doti
professionali e scientifiche, ma di grande capacità
umana nel coagulare attorno a sè i giovani
infondendo loro la passione per l’Ortodonzia e
trasformando un gruppo di colleghi in uno di veri
amici.
Il Congresso è stato aperto da Fulvio Campolongo, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia
Maxillo-Facciale e Odontostomatologia
dell’Azienda per i Servizi Sanitari di Trento e Presidente del Collegio italiano dei primari ospedalieri
di Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia
Maxillo-Facciale e da Pietro di Michele, il quale
ha portato agli oratori e partecipanti il saluto del
Direttivo SUSO portando all’uditorio il suo personale ricordo di Francesca Miotti.
Il primo giorno si è svolto il Tavolo Tecnico
del Collegio Italiano dei Primari Ospedalieri di
Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia
Maxillo-Facciale, riservato a responsabili di
struttura specialistica ospedaliera, per l’elaborazione di uno specifico documento sugli ambiti di
competenza in Chirurgia Orale di Odontoiatri e
Chirurghi Maxillo-Facciali.
Successivamente, come di consueto, il convegno
è stato indirizzato all’approfondimento delle tematiche etiche e medico legali nell’attività clinica, con
particolare attenzione alla responsabilità professionale nell’esercizio della Chirurgia Implantologica e
Ortognatica. Nelle due giornate, anche due interessanti corsi di aggiornamento: “Protesi definitiva
immediata in Implantologia: chimera o concreta
opzione?”, tenuto da Giuseppe Castorina con la
collaborazione di Giuseppe Ferronato, Direttore
della Clinica di Chirurgia Maxillo Facciale e della
Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia
presso l’Università di Padova, di Franco Pittoritto
e Gabriella Ceretti “Ortognatodonzia e Chirurgia
Ortognatica: implicazioni medico legali” al quale
hanno preso parte Giuseppe Ferronato, Fulvio
Campolongo e noti esponenti della Medicina
Legale (Claudio Buccelli, Pierpaolo Di Lorenzo,
dell’Università Federico II di Napoli e Dario Betti
dell’Università di Padova).
Al termine come è tradizione negli incontri di
S.Martino di Castrozza, si sono aperte varie
tavole rotonde alle quali l’uditorio ha preso parte
con grande vivacità a testimonianza del grande
interesse riscosso dai vari temi in discussione
Gabriella Ceretti
Franco Pittoritto
08
A Roma la vii Conferenza nazionale sui dispositivi medici
Si è svolta a Roma, il 18 e 19 dicembre la VII Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici (DM). Nella prestigiosa sala dell’Auditorium Antonianum, si sono messi a
confronto la Direzione Generale dei Dispositivi Medici e
del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute e
gli operatori che giornalmente lavorano in quest’ambito:
fabbricanti, sperimentatori, responsabili di registrazione
e clinici.
I alla III: Classe I – basso rischio (es. cerotti, occhiali
correttivi); Classe IIa – rischio medio basso (es. lenti
a contatto, materiali per otturazioni dentarie); Classe
IIb – rischio medio alto (es. apparecchiature a raggi
X); Casse III – alto rischio (es. stent coronarici, protesi
articolari e valvolari ecc.) e dispositivi impiantabili attivi
(es. pacemakers).
Pertinente e pregnante, quindi, il tema della VII edizione
della Salute on. Lorenzin è stato pragmaticamente
dedicato alla sostenibilità del SSN, la cui gestione deve
essere volta ad identificare soluzioni che tengano conto
dell’indispensabile sviluppo che il settore deve continuare a mantenere e dei crescenti vincoli di bilancio e di
riduzione della spesa.
Nella documentazione illustrata durante la Conferenza
val la pena di menzionare la pubblicazione “Le indagini
nel settore, il rapporto annuale su produzione, ricerca e
innovazione nel settore dei DM in Italia, secondo cui le
prime 10 province per specializzazione territoriale dei
DM in Italia sono situate a Nord ( ad esclusione di Chieti)
con le prime 3 regioni per concentrazione di imprese
di produzione rappresentate da Lombardia, Veneto ed
Emilia Romagna. Bolzano rappresenta la provincia di
specializzazione nel settore dentale. A conclusione di
Da ricordare che i DM vengono suddivisi in classi in
base al rischio derivante dall’utilizzo e che la classificazione è proposta sulla base di: (1) destinazione d’uso del
dispositivo, (2) durata di utilizzo, grado di invasività, (3)
modalità di funzionamento, (4) organo in cui il dispositivo
eserciti la sua funzione. Tre le classi di appartenenza dei
dispositivi in base al grado di rischio in aumento dalla
della Conferenza, ossia garantire efficacia, sicurezza
e innovazione per una crescita sostenibile. Articolata
in 2 giornate, la Conferenza ha visto lo svolgimento di
sessioni e workshop di approfondimento tenuti da i vari
protagonisti coinvolti nel sistema, inclusi esperti nazionali
ed europei provenienti sia dalle istituzioni che dal mondo
universitario ed industriale. L’intervento del Ministro
cliniche dei Dispositivi Medici” una “guida “ pratica alla
vigente normativa nazionale ed europea in materia di
svolgimento di indagini cliniche che coinvolgano i DM
ed al ruolo del Ministero della Salute nel processo di
autorizzazione di tali indagini.
Curato dal Centro studi di Assobiomedica, uno dei principali rappresentanti associativi delle imprese operanti
questo breve resoconto, le parole di Stefano Rimondi,
Presidente di Assobiomedica, pronunciate nel corso
del suo intervento: “Noi non facciamo lobby, facciamo
cultura”. Una filosofia che il SUSO si sente di condividere
pienamente.
Monica Castellano
Consigliere Nazionale SUSO
Partnership tra SUSO e Reale Mutua Assicurazioni
Reale Mutua Assicurazioni e SUSO hanno studiato un’esclusiva collaborazione per tutelare i propri iscritti attraverso tre distinte aree di interesse che abbiamo il piacere di illustrare di seguito:
INVESTO NELL’ORTO 1
Tutti gli operatori del settore ortodontico avranno la possibilità di fidelizzare ulteriormente i propri clienti, dedicando loro
un servizio in più: “Investo nell’orto”,
che offre ai genitori dei pazienti under 18, che si sottopongono ad un’assistenza correttiva dell’apparato dentario
(escluse pertanto le cure dentistiche) l’opportunità di
beneficiare di condizioni esclusive presso i professionisti
associati al SUSO.
Tramite una polizza vita di
accantonamento flessibile e
conveniente, (CRESCITA REALE
ZERODICIOTTO) i genitori dei
giovani potranno mettere da parte,
anno dopo anno, una somma
che potrà tornare utile in caso di
necessità per sostenere i costi di
cure ortodontiche convenzionate.
Inoltre potranno proteggere il
giovane paziente dagli infortuni più
gravi con un’offerta economicamente vantaggiosa che aderisce
perfettamente ad ogni necessità.
I vantaggi del paziente sono
pertanto evidenti, ma anche chi
esercita l’attività odontoiatrica può
trarne notevole beneficio: avrà
infatti la possibilità di fidelizzare
ulteriormente i suoi clienti e,
soprattutto, di godere della
tranquillità nei pagamenti delle
prestazioni.
di previdenza complementare dedicata tramite il piano
individuale pensionistico Reale Mutua CENTO STELLE
che risulta essere tra i migliori sul mercato in termini di costi/
rendimenti.
L’accantonamento periodico consentirà loro di disporre
di una pensione complementare al termine dell’attività
lavorativa e di beneficiare nel frattempo di un importante
risparmio fiscale.
INVESTO NELL’ORTO 3
TRATTAMENTO FINE RAPPORTO PER
COLLABORATORI
Gli associati avranno la possibilità di accantonare, tramite
una polizza vita a rivalutazione del capitale (CAPITALE
AZIENDA REALE), le quote annue del Trattamento di Fine
Rapporto dei singoli collaboratori dello studio.
Ufficialmente certificato da Reale Mutua Assicurazioni
tramite una quietanza di pagamento, l’accantonamento
andrà a costituire un capitale rivalutato annualmente con
rendimenti interessanti e costanti nel tempo col vantaggio
della disponibilità della somma per la liquidazione del
dipendente.
In via esclusiva sarà possibile regolarizzare tutto il pregresso
maturato con una formula personalizzata di rateizzazione
(senza costi).
Reale Mutua Assicurazioni
Agenzia Torino Cavour
Dott. Paolo Garbaccio
INVESTO NELL’ORTO 2
PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER ASSOCIATI
Le pensioni pubbliche sono destinate a ridursi sistematicamente
aumentando il gap previdenziale,
cioè la differenza in percentuale tra
la pensione pubblica percepita e
l’ultimo reddito da lavoro. Conseguenza? La perdita di potere
d’acquisto.
I professionisti associati al SUSO
potranno aderire ad una forma
09
BOTTA E RISPOSTA
Con questo numero diamo inizio alla rubrica “Botta e risposta”. Si tratta, come dice il nome, di una sorta di sportello di informazioni, dall’accesso naturalmente gratuito, creato a servizio
esclusivo dei lettori, i quali sono invitati ad alimentare la Rubrica con i loro quesiti. Vi daranno di volta in volta autorevole risposta gli esperti “reclutati” da Suso per venire incontro alle
esigenze informative dei lettori. Per intuibili ragioni di spazio si prega di porre le domande in modo più possibile sintetico.
1. Ho firmato un contratto con una clausola di non
concorrenza che mi penalizzerebbe di 20.000 € se
me ne andassi e aprissi uno studio con un collega
conosciuto all’interno della struttura, entro un anno
dalla conclusione del mio contratto. La ortodontista
che ho conosciuto qui, mi ha detto che suo marito
cercherebbe una collaborazione per il suo studio. Ma
anche se me ne vorrei andare da questo posto non
vorrei complicazioni”.
2. Un nonno è arrivato per una visita ortodontica di
due gemelli dicendomi che gli erano in affido. Faccio
la visita, prescrivo rx e la volta successiva vengo a
conoscenza che il nonno non è tutore dei ragazzi ma
lo è il papà. Chiedo allora la delega, che mi arriva solo
per uno dei due su cui ho fatto la relazione. Ora nonno
e avvocato del nonno chiedono quella anche dell’altro
ma io non intendo fare una relazione su una visita
estorta dalla mia buona fede. Cosa devo fare?
3. Quanti tipi di siti esistono, come vengono venduti e
cosa sono questi domini?
Ti riferisco quello che c’è scritto sull’informativa alla
realizzazione del mio sito.
“Mio Sito Web- Ti garantiamo in un unico abbonamento e senza alcun costo aggiuntivo: design e
grafica personalizzata, strategie di visibilità rivolte a
incrementare il numero di visite,- registrazione del
dominio, 5 account e-mail, possibilità di aggiornamenti dei contenuti del sito, dei testi e delle immagini
direttamente on line, creazione di gallerie di immagini e album fotografici, pubblicazione di video di
presentazione dell’attività su You Tube, integrazione
con il servizio Google Places per visualizzare direttamente sulle mappe interattive il posizionamento della
propria attività. Il prezzo è di 1.000 € iva inclusa,
con la possibilità di suddividere il pagamento in due
tranche. La prima rata di 500 € coinciderà con la
data di inizio lavoro da parte dei nostri web master, la
successiva di importo di 500 € sarà corrisposta con
la consegna del sito da noi realizzato”. Ho fatto il primo pagamento il 18 giugno
2013 e il saldo alla consegna il 13 gennaio
2014. A parte il fatto che non ho i 5 account
e-mail, che non ho capito di quali strategie
di visibilità si parli e che non mi è stata data
la possibilità di aggiornare io direttamente
i miei contenuti, ma devo passare sempre
attraverso un loro tecnico, a gennaio mi è
arrivata la seguente mail:
Gentile dott.ssa XXX,
le comunico che ad oggi non risulta ancora il pagamento relativo al rinnovo del Sito Web per l’importo
di 486,78 € iva inclusa con scadenza 12 gennaio
2015.
Dopo le mie proteste, mi hanno detto al
telefono che dovremo trovare un accordo
altrimenti il sito verrà oscurato. Io non ho
nessuna intenzione di cedere a questo
ricatto. Cosa devo fare?”
Il parere
Il quesito n.1 non
è di facile soluzione
perché, non conoscendo il tenore della
clausola, si deve
presumere che sia
causalmente giustificata
da un corrispettivo
altrimenti sarebbe
invalida. Ammettendone
astrattamente la validità
l’ortodontista che ha assunto il vincolo di concorrenza
è tenuto a rispettarlo, esercitando sostanzialmente in
rapporto di esclusività la sua collaborazione. Qualora
la clausola abbia una previsione di durata neppure lo
scioglimento del contratto di collaborazione o la sua
conclusione potrà eliminare il vincolo, la cui violazione lo
esporrà al rischio di dover sborsare la somma dovuta a
titolo di penale. La delicatezza del caso induce quindi a
doverosa cautela, specie nell’impossibilità di una analisi
diretta della clausola e del contratto in cui è inclusa.
Il quesito n. 2 lascia trasparire una leggerezza
dell’ortodontista per aver eseguito una prestazione su un
minore senza far sottoscrivere al nonno il conferimento di
incarico in qualità di legale rappresentante dei due minori.
Spot e azioni giudiziarie contro medici
accusati ingiustamente di malpractice
Una recente interrogazione ha posto in evidenza la
sempre più diffusa presenza sui giornali di pubblicità
di studi legali o di associazioni di consulenza medicolegale che invitano a rivolgersi ai loro servizi per fatti di
malasanità. Nell’interrogazione si sottolinea che tutta
l’attività dei medici italiani è drammaticamente gravata
dall’incremento continuo delle richieste risarcitorie e
da un contenzioso medico-legale a dismisura che
toglie agli operatori sanitari ogni possibilità di sereno
svolgimento della propria attività professionale. Tali
messaggi pubblicitari sempre più diffusi sulla stampa
non consentono di distinguere la complicanza
10
dall’errore professionale e al tempo stesso veicolano
l’idea che ogni prestazione sanitaria non seguita da
guarigione sia ascrivibile a malasanità e sia automatica
fonte di lauti risarcimenti, per di più senza alcun esborso
economico. Nell’interrogazione si chiede quali iniziative i
Ministri interrogati intendano assumere anche sul piano
normativo, in merito a quanto esposto tenendo anche
conto delle legittime e diffuse preoccupazioni espresse
da società scientifiche, sindacati, ordini professionali e
associazioni di cittadini.
(A cura dell’Ufficio Legislativo Fnomceo)
A prescindere da ciò, l’interrogativo trova soluzione nella
disciplina della privacy. La relazione chiesta dal nonno
configura un accesso ai dati sensibili di un paziente
da parte di un soggetto non legittimato, non essendo
investito di alcuna funzione sul minore per il quale non
ha delega. L’ortodontista dovrà per il secondo gemello
ovvero assumersi il rischio di possibili contestazioni
qualora preferisca consegnare egualmente le relazioni di
entrambi i pazienti.
Il quesito n. 3 sembra sottintendere un contratto di
abbonamento concluso a distanza con scadenza annuale.
La richiesta di pagamento del canone corrispettivo del
servizio, pur se giustificata dalla scadenza del termine
annuale, può essere rifiutata a fronte dell’inadempimento
del fornitore alle obbligazioni assunte e non rispettate.
L’ortodontista dovrà contestare formalmente le prestazioni non fornite e chiedere di riceverle condizionando
il pagamento del canone solo dopo l’adempimento del
contratto, diffidando dall’oscurare il sito, altrimenti si
rivolgerà al Tribunale per la tutela delle proprie ragioni.
Avv. Roberto Longhin
Consulente Legale SUSO
novità fiscali
CIRCOLARE n. 1/2015
COMUNICAZIONE SPESE MEDICHE AL SISTEMA TESSERA
SANITARIA
A decorrere dal 2015 le ASL, gli ospedali, le farmacie, le strutture
per l’erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di
assistenza integrativa, gli iscritti all’Albo dei medici chirurghi e degli
odontoiatri, dovranno inviare al Sistema Tessera Sanitaria i dati delle
spese mediche, detraibili o deducibili, sostenute dai contribuenti. Le
specifiche tecniche e le modalità operative relative alla trasmissione
telematica dei dati dovranno essere pubblicate nel sito Internet del
sistema Tessera Sanitaria.
TRASMISSIONE CERTIFICAZIONI
Un nuovo adempimento viene previsto per i sostituti di imposta,
che dovranno trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate
le certificazioni delle ritenute di imposta trattenute entro il 7 marzo
dell’anno successivo a quello di riferimento. Nel caso di mancata
trasmissione viene disposta una sanzione di euro 100,00 per ogni
certificazione non inviata.
Di conseguenza i sostituti di imposta:
• entro il 28 febbraio 2015 (termine che, cadendo di sabato, deve
ritenersi differito a lunedì 2 marzo), devono consegnare ai propri
sostituti la certificazione dei redditi erogati relativa al 2014;
• una settimana dopo, entro il 7 marzo 2015 (termine che, cadendo
anch’esso di sabato, deve ritenersi differito a lunedì 9 marzo), i
sostituti di imposta devono trasmettere telematicamente le predette
certificazioni all’Agenzia delle Entrate, sulla base del modello, delle
istruzioni di compilazione e delle specifiche tecniche approvato
dall’Agenzia delle Entrate.
SOMME RIMBORSATE IN BASE AL MODELLO 730 E
RITENUTE VERSATE IN ECCESSO
A decorrere dal 2015 le somme rimborsate ai percipienti sulla base
dei modelli 730 sono compensate dai sostituti di imposta utilizzando
esclusivamente il modello F24. Non sarà più possibile effettuare una
compensazione diretta con gli importi da versare, ma dovrà essere
in evidenza sul modello F24 l’importo del credito risultante dalle
somme rimborsate.
Inoltre non sarà più possibile, per i sostituti d’imposta, effettuare le
cosiddette compensazioni interne di ritenute versate in eccesso.
Anche per tali eccedenze la compensazione potrà solo avvenire
utilizzando il modello F24.
AUTORIZZAZIONE PER EFFETTUARE OPERAZIONI INTRACOMUNITARIE
I soggetti che intendono operare in ambito intracomunitario possono
essere iscritti nell’archivio VIES senza più attendere il periodo di 30
giorni precedentemente richiesto per i controlli.
L’esclusione dal registro VIES può essere, tuttavia, disposta nel caso
in cui i predetti soggetti non presentino alcun elenco riepilogativo
delle operazioni intra comunitarie per quattro trimestri consecutivi.
I soggetti esclusi, ove si manifesti successivamente l’esigenza di
effettuare operazioni intracomunitarie, potranno comunque nuovamente richiedere l’inclusione nella Banca dati VIES.
SOLIDARIETÀ APPALTI
Cancellata la responsabilità solidale nell’ambito degli appalti di opere
o servizi relativa alle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente.
VOLUNTARY DISCLOSURE
La L. 15/12/2014 n. 186 contiene disposizioni in materia di
emersione e rientro di Capitali dall’estero.
In particolare è disposto che l’autore della violazione degli obblighi
dichiarativi, commessa fino al 30/09/2014, possa avvalersi
della procedura di collaborazione volontaria per l’emersione delle
attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute all’estero, per la
definizione delle sanzioni per le eventuali violazioni di tali obblighi e
per la definizione dell’accertamento mediante adesione ai contenuti
dell’invito al contradditorio.
A tal fine è tenuto a:
• indicare spontaneamente all’Amministrazione finanziaria, presentando apposita richiesta, tutti gli investimenti e tutte le attività di natura
finanziaria costituiti o detenuti all’estero, fornendo i relativi documenti
e le informazioni per la determinazione dei redditi che sono serviti a
costituirli o acquistarli e dei redditi che derivano dalla loro dismissione
o utilizzazione;
• versare (in unica soluzione o in 3 rate mensili di pari importo) le
somme dovute entro il 15° giorno antecedente la data fissata per
la comparizione, o le somme dovute in base all’accertamento con
adesione entro 20 giorni dalla redazione dell’atto.
In deroga alla determinazione analitica dei redditi oggetto di
regolarizzazione, nei casi in cui la media delle consistenze risultanti
al termine di ciascun periodo di imposta non ecceda 2.000.000
di euro, su istanza del contribuente, gli uffici potranno applicare un
coefficiente di redditività nella misura del 5% al valore complessivo
della consistenza di fine anno. Sul reddito forfetario così calcolato si
dovrà applicare l’aliquota del 27%.
La collaborazione volontaria, la cui procedura può essere attività solo
fino al 30/09/2015, non è ammessa se la richiesta è presentata
dopo che il soggetto interessato abbia avuto formale conoscenza
di accessi, ispezioni, verifiche o dell’inizio di qualunque attività di
accertamento amministrativo o di procedimenti penali, per violazione
di norme tributarie, relativi all’ambito di applicazione della procedura
di collaborazione.
Con la voluntary disclosure è anche possibile regolarizzare gli
immobili all’estero(e ogni altro bene patrimoniale, come opere
d’arte, gioielli, terreni e yacht) non indicati nel quadro RW di Unico, in
violazione della norma sul monitoraggio fiscale.
IRAP
Dal 2015 diventa integralmente deducibile dalla base imponibile
IRAP di imprese e professionisti il costo dei dipendenti a tempo
indeterminato. Ai contribuenti che non si avvalgono di lavoratori
dipendenti, viene attribuito, dal 2015, un credito di imposta pari al
10% dell’imposta lorda determinata, utilizzabile esclusivamente in
compensazione.
Correlativamente, a decorrere dal periodo di imposta successivo
a quello in corso al 31 dicembre 2013, vengono soppresse le
disposizioni che riducevano le aliquote IRAP. Di conseguenza sono
ripristinate le previgenti aliquote d’imposta nella misura del 3,9 per
cento (aliquota ordinaria), del 4,2 per cento (aliquota dei concessionari pubblici), del 4,65 per cento (per le banche), del 5,9 per cento
(per le assicurazioni) e dell’1,9 per cento (per il settore agricolo).
TFR
Per i periodi di paga dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018, i
lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici
ed i lavoratori del settore agricolo) che abbiano un rapporto di lavoro
attivo da almeno sei mesi con il medesimo datore di lavoro, possono
richiedere di percepire la quota maturanda del TFR, compresa quella
eventualmente destinata ad una forma pensionistica complementare,
tramite liquidazione diretta mensile. La predetta parte integrativa della
retribuzione è assoggettata a tassazione ordinaria e non è imponibile
ai fini previdenziali. La suddetta richiesta, qualora effettuata, è irrevocabile sino al 30 giugno 2018.
ECOBONUS E RISTRUTTURAZIONE
Vengono prorogate le detrazioni per gli interventi di recupero del
patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica, mantenendo anche
per il 2015 le percentuali in vigore per il 2014 (50 per cento per
il recupero edilizio e per l’acquisto di mobili; 65 per cento per gli
interventi di riqualificazione energetica).
Viene inoltre esteso da sei mesi a diciotto mesi il periodo di tempo
entro il quale le imprese di costruzione o ristrutturazione devono
vendere l’immobile oggetto di interventi di restauro e risanamento
conservativo e di ristrutturazione edilizia (riguardanti l’intero fabbricato)
per beneficiare della detrazione per ristrutturazione edilizia.
Il decreto sulle semplificazioni fiscali ha inoltre abrogato la comunicazione all’Agenzia delle Entrate per i lavori che proseguono per più
periodi di imposta ammessi alla detrazione delle spese sostenute per
la riqualifica energetica degli immobili.
NUOVO REGIME FISCALE AGEVOLATO
La legge di stabilità 2015 istituisce un nuovo regime fiscale
agevolato, che costituisce il regime naturale applicabile, a decorrere
dall’1/01/2015, alle persone fisiche esercenti attività d’impresa,
d’arte o professione con possesso dei requisiti di seguito delineati.
Per accedere al nuovo regime occorre che nell’anno
precedente:
• i ricavi o i compensi percepiti (eventualmente ragguagliati ad anno)
non siano superiori ai ricavi fissati dalla legge di Stabilità e diversi a
seconda dell’attività esercitata (variabili da 15.000,00 a 40.000,00
euro).
Per i professionisti la soglia di compensi al di sotto della quale può
essere applicato il nuovo regime è pari ad euro 15.000,00;
• non siano sostenute spese complessivamente superiori a
5.000,00 euro per lavoro accessorio, lavoro dipendente o collaborazioni;
• il costo complessivo, al lordo degli ammortamenti, dei beni mobili
strumentali non sia superiore a 20.000,00 euro;
• i redditi conseguiti nell’attività d’impresa o di lavoro autonomo
siano prevalenti rispetto a quelli eventualmente percepiti come redditi
di lavoro dipendente e assimilati; tale verifica di prevalenza non è
necessaria se il rapporto di lavoro è cessato, oppure se la somma
dei redditi d’impresa, di arte o professione e di lavoro dipendente o
assimilato non eccede 20.000,00 euro.
Il nuovo regime agevolato è precluso ai seguenti
soggetti:
• si avvalgono di regimi speciali IVA o di regimi forfetari di determinazione del reddito;
• non sono residenti nello stato italiano;
• effettuano, in via esclusiva o prevalente, cessioni di fabbricati o
porzioni di fabbricato e di terreni edificabili;
• esercitano attività di lavoro autonomo o di impresa in forma indivi-
duale e, contemporaneamente, partecipano a società di persone o
associazioni professionali, ovvero a srl in regime di trasparenza.
Non esiste alcuna limitazione alla durata di applicazione del nuovo
regime fiscale agevolato. Ciò significa che lo stesso può essere
applicato sino a quando se ne possiedono i requisiti d’accesso o si
verifica una o più delle condizioni di esclusione.
In tali casi il regime cessa di trovare applicazione dall’anno successivo
a quello in cui si verifica l’evento.
La determinazione del reddito avviene in misura forfettaria,
applicando coefficienti di redditività variabili dal 40 all’86 per cento, a
seconda delle attività esercitate, sull’ammontare dei ricavi o compensi
percepiti. La percentuale di redditività da applicare ai compensi
percepiti, per i professionisti, è pari al 78%. Dal reddito determinato
si possono quindi dedurre i contributi previdenziali versati in ottemperanza a norme di legge per definire il reddito imponibile.
Sul reddito imponibile si applica un’imposta sostitutiva di IRPEF e
relative addizionali pari al 15 per cento.
Per i soggetti che avviano ex novo un’attività e per
i primi tre anni, è prevista un’ulteriore agevolazione
consistente nella riduzione di un terzo del reddito imponibile. Il beneficio è accordato solo se:
• nei tre anni precedenti l’inizio dell’attività non è stata esercitata
alcuna attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma
associata o familiare;
• l’attività da esercitare non costituisca mera prosecuzione di altra
attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o
autonomo (con esclusione dei periodi di pratica obbligatoria ai fini
dell’esercizio di arti, professioni o attività artigianali);
• qualora venga proseguita un’attività svolta in precedenza da altro
soggetto, l’ammontare dei ricavi o compensi realizzati nel periodo di
imposta precedente non sia superiore ai limiti reddituali previsti per la
specifica attività.
Il regime forfetario prevede:
• l’esclusione da IVA, IRAP, studi di settore e parametri;
• l’esclusione dei ricavi/compensi da ritenuta d’acconto;
• la possibilità di non effettuare le ritenute alla fonte, salvo indicazione
in dichiarazione dei redditi del codice fiscale del percettore;
• l’esonero da obblighi di registrazione e tenuta delle scritture
contabili ai fini delle imposte dirette e IVA;
• l’esonero da liquidazioni e versamenti periodici, nonché da obblighi
dichiarativi, ai fini IVA;
A decorrere dal 2015 viene abrogato il regime delle nuove iniziative
produttive (art. 13 L. 388/2000).
Con un emendamento approvato in sede di conversione del
“Decreto Milleproroghe”, solo nel 2015, i contribuenti che intraprendono un’attività professionale possono continuare ad optare per l’applicazione del vecchio regime dei contribuenti minimi, a condizione
che siano soddisfatti tutti i requisiti richiesti per l’applicazione.
Il regime dei contribuenti minimi può continuare ad essere applicato
fino a scadenza naturale dai soggetti che già lo applicavano nel
2014 o lo applicano dal 2015. Resta, in ogni caso, salva la possibilità di scegliere l’applicazione del nuovo regime forfetario.
ASSUNZIONI
Per le assunzioni a tempo indeterminato (esclusi apprendisti e personale domestico) effettuate entro la fine del 2015, viene riconosciuto
ai datori di lavoro privati, con esclusione di quelli operanti nel settore
agricolo, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico
del datore di lavoro per un periodo di tre anni e sino ad un massimo
di 8.060 euro per anno. L’agevolazione non riguarda i premi INAIL.
Non vi sono limiti di età dei lavoratori, ma questi ultimi non devono
avere intrattenuto rapporti a tempo indeterminato nei sei mesi
precedenti con qualsiasi datore di lavoro ovvero nell’ultimo trimestre
del 2014 con società dello stesso gruppo o riconducibili allo stesso
datore di lavoro.
L’agevolazione non spetta se l’azienda ne ha già beneficiato per
il medesimo soggetto e non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni.
RIVALUTAZIONE TERRENI E PARTECIPAZIONI
Vengono nuovamente riaperti i termini per la rivalutazione del costo di
acquisto di terreni e partecipazioni. La facoltà di rideterminare il valore
di acquisto è finalizzata alla riduzione della plusvalenza tassabile in
presenza di una futura vendita.
Le persone fisiche, le società semplici e gli enti non commerciali
possono procedere alla rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni
posseduti alla data del 1° gennaio 2015. Il termine
per l’asseverazione della perizia e per il versamento dell’imposta
sostitutiva (o della prima rata) è fissato al 30 giugno 2015. Viene
raddoppiata l’aliquota dell’imposta sostitutiva da pagare che sarà
pari all’8% per i terreni e le partecipazioni qualificate o al 4% per le
partecipazioni non qualificate.
REVERSE CHARGE
Viene esteso il meccanismo di inversione contabile IVA (c.d. reverse
charge) anche alle prestazioni di servizi di pulizia, di demolizione, di
installazione impianti e di completamento relative ad edifici. Alcune di
queste prestazioni in edilizia erano già previste, ma solo se fornite da
subappaltatori, mentre ora riguardano tutti.
RAVVEDIMENTO OPEROSO
L’istituto del ravvedimento operoso potrà essere applicato anche oltre
i termini attualmente previsti dalle norme vigenti, nonché, per i tributi
amministrati dall’Agenzia delle Entrate, a prescindere dalla circostanza
che la violazione sia già stata constatata ovvero che siano iniziati
accessi,
ispezioni, verifiche delle quali i soggetti interessati abbiano avuto
formale conoscenza, salvo la formale notifica di un atto di liquidazione o accertamento e il ricevimento delle comunicazioni di
irregolarità in materia di imposte sui redditi e di IVA. Si potrà dunque
usufruire senza limiti di tempo dell’istituto del ravvedimento operoso,
con una riduzione automatica delle sanzioni che tanto sarà più
vantaggiosa, quanto più vicino il ravvedimento sarà al momento in
cui sorge l’adempimento tributario. I contribuenti potranno quindi
rettificare la propria dichiarazione (IVA, IRAP, redditi) fino al termine di
decadenza del potere di accertamento del Fisco.
Vengono rimodulate le sanzioni da pagare per la definizione delle
violazioni.
In particolare la riduzione della sanzione a seguito di
ravvedimento potrà avvenire:
• limitatamente alle violazioni sui versamenti, a 1/10 del minimo
se il ravvedimento avviene entro trenta giorni dalla scadenza, con
riduzione a 1/15 per giorno di ritardo se questo non è superiore a
14 giorni;
• per tutte le violazioni, a 1/9 del minimo se il ravvedimento avviene
entro il novantesimo giorno successivo al termine di presentazione
della dichiarazione o, quando non prevista una dichiarazione periodica, da quando è stata commessa la violazione;
• per tutte le violazioni a 1/8 del minimo, se il ravvedimento avviene
entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa
all’anno in cui la violazione è stata commessa o, quando non è
prevista una dichiarazione periodica, entro un anno dalla violazione;
• solo per i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate e per tutte
le violazioni, a 1/7 del minimo se il ravvedimento avviene entro il
termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno
successivo a quello in cui la violazione è stata commessa, o quando
non è prevista una dichiarazione periodica, entro due anni dalla
violazione;
• solo per i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate e per tutte le
violazioni, a 1/6 del minimo se il ravvedimento avviene oltre il termine
per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a
quello in cui la violazione è stata commessa o, quando non è prevista
una dichiarazione periodica, oltre due anni dalla violazione;
• per tutte le violazioni con l’eccezione di alcune fattispecie relative
agli scontrini fiscali, a 1/5 del minimo se avviene dopo il processo
verbale di constatazione.
La Legge di Stabilità ha, altresì, previsto che a decorrere dall’anno
2016 sono abrogati l’adesione integrale ai Processi verbali di constatazione e l’adesione agli inviti al contradditorio che di fatto risultano
assorbiti nelle nuove ipotesi di ravvedimento.
INTERESSI LEGALI
Il tasso di interesse per gli interessi legali viene ridotto
dall’01/01/2015 dall’1% allo 0,50% in ragione d’anno.
La riduzione del tasso di interesse legale comporta la diminuzione
degli importi dovuti in caso di pagamenti con ravvedimento operoso.
Il tasso di interesse da applicare nella determinazione degli interessi
moratori in caso di tardivo pagamento è quindi pari:
- all’1% dall’1/01/2010 al 31/12/2010
- all’1,50% dall’1/01/2011 al 31/12/2011
- al 2,50% dall’1/01/2012 al 31/12/2013
- all’1% dall’1/01/2014 al 31/12/2014
- allo 0,50% dell’1/01/2015 fino al giorno di versamento
compreso.
FATTURA ELETTRONICA VERSO LA P.A.
L’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle
fatture emesse nei rapporti con le amministrazioni pubbliche deve
essere effettuata esclusivamente in forma elettronica.
L’obbligo di utilizzo della fattura elettronica nei rapporti
con la Pubblica Amministrazione decorre:
• dal 06.06.2014 per Ministeri, Agenzie fiscali e enti nazionali di
previdenza e assistenza sociale;
• dal 31.03.2015 per tutte le altre Pubbliche Amministrazioni.
Non potranno essere più effettuati pagamenti dagli Enti pubblici, se
la fattura non sono messe a disposizione dei predetti Enti in formato
elettronico.
Una particolarità della fattura elettronica è la presenza all’interno della
fattura del codice identificativo univoco (Ipa), atto ad individuare la
Pubblica Amministrazione destinataria.
Tale Codice è elemento essenziale, e in mancanza dello stesso la
fattura risulta non recapitabile al destinatario.
Nell’ambito degli appalti pubblici occorre che all’interno della fattura
elettronica vadano inseriti sia il codice Cig (Codice identificativo di
gara), sia il Codice Cup (Codice Unico di Progetto), ove esistenti.
Le fatture non potranno essere inviate direttamente alla Pubblica
Amministrazione destinataria, ma dovranno essere trasmesse al
Sistema di interscambio gestito, per conto dell’Agenzia delle Entrate,
da Sogei.
Il Sistema di interscambio effettua dei controlli sul contenuto e la
forma della fattura ricevuta, tra cui la presenza del codice Ipa, la cui
assenza porta allo scarto della fattura.
Se i controlli danno esito positivo, il Sistema di interscambio provvede
alla trasmissione della fattura elettronica alla Pubblica Amministrazione, rilasciando una ricevuta di avvenuta consegna della fattura
alla Pubblica Amministrazione. Solo da questo momento potranno
essere effettuati i pagamenti relativi alle fatture emesse
Maurizio TONINI
Consulente fiscale SUSO
11
norme e prassi
Comperare (o vendere) rateizzando con il “rent to buy”?
Il notaio spiega come utilizzare il nuovo strumento
Dal 12 settembre
2014, con l’art. 23
del Decreto Legge
133, convertito
con la Legge 11
novembre 2014,
n. 164 esiste
una disciplina
che contempla la
fattispecie del così
detto “Rent to buy” o
affitto a riscatto. In buona sostanza il venditore e l’acquirente, il quale non ha l’immediata disponibilità economica
per la compravendita, stipulano un contratto di locazione,
con opzione d’acquisto a favore del conduttore, seguito da
un atto traslativo della proprietà, che favorisce la conclusione della vendita.
Nell’ambito di questo contratto parte del canone va imputata al godimento del bene a titolo di locazione, mentre altra
va imputata come acconto del prezzo vendita. Ad esempio:
su un ammontare di 150.000 euro le parti stipulano un
“Rent to buy” a 700 euro al mese, di cui 200 a titolo di
locazione e 500 quale acconto prezzo, per 5 anni. Alla
scadenza concluderanno la compravendita con residuo
prezzo da versare di 120.000 euro, poiché 30.000 sono
già stati versati nel corso degli anni (500 x 12 per cinque
anni = 30.000). La soluzione è interessante per il venditore, che accetta la dilazione (ma non intende dismettere
la proprietà fino al saldo) ma anche per l’acquirente che
intende avvalersi di uno scaglionamento del prezzo di
acquisto ma godere intanto del bene-casa.
Questa figura contrattuale va a sostituire (oppure affiancare,
si vedrà) quelle affermatesi nella prassi negli ultimi anni per
venire incontro alle esigenze delle parti ma che, per evidenti
lacune legislative, non soddisfano completamente gli interessi dei contraenti. Una di queste la vendita immediata con
riserva del diritto di proprietà, con pagamento del prezzo
dilazionato. Ancora, il contratto preliminare con pagamento
dilazionato anteriore al rogito volto a favorire la successiva
vendita con il pagamento dell’importo residuo pattuito.
Con la nuova fattispecie normativa viene di fatto istituzionalizzata la possibilità di entrare nell’immediata disponibilità
di un bene a titolo di locazione, con imputazione di parte
(o della totalità, secondo alcuni commentatori) dei canoni
quale acconto/prezzo della futura compravendita. Questa
figura non si applica alle locazioni finanziarie (leasing):
la nuova disciplina è finalizzata infatti ad agevolare le
operazioni tra privati (anche professionisti od imprenditori)
senza intervento di operatori bancari. Altrimenti si avrebbe
un’inutile ripetizione.
In seconda battuta, come per il preliminare trascritto, si
potrà procedere a trascrivere il contratto di affitto e riscatto
con “forza prenotativa” di ben dieci anni. Cosa vuol dire?
Oggi trascriviamo il contratto di “Rent to buy” e entro dieci
anni dovremo trascrivere quello di compravendita. Però
tutto ciò che verrà trascritto (es. pignoramenti) o iscritto (es.
ipoteche) sull’immobile, non avrà efficacia contro l’acquirente, che acquisterà la casa libera da ogni vincolo. Il tutto,
ovviamente, a condizione che si trascriva entro i dieci anni.
Il contratto di affitto e riscatto ha inoltre la stessa protezione
del preliminare: se uno dei contraenti si rifiuta di stipulare,
l’altro potrà agire giudizialmente ai sensi dell’articolo 2932
codice civile, per ottenere una sentenza che, di fatto,
sostituisce il contratto definitivo. Rimane, purtroppo, aperto il
campo della tassazione di questo tipo di contratto, poiché,
contrariamente a quanto proposto dal Notariato al Senato,
“questo” aspetto non è stato normato. È in vista l’arrivo di
una circolare dell’Agenzia delle Entrate (per fine febbraio
2015?) con cui verranno forniti chiarimenti sulla corretta
tassazione.
Altro elemento da chiarire è che la figura in oggetto non è
riservata a soggetti particolari. Potrà quindi essere utilizzata
tanto dai privati, dai professionisti, quanto dalle imprese. Per
queste ultime, si pensa, in particolar modo ai costruttori che
riuscirebbero ad operare con questo nuovo strumento vista
la forte crisi del mercato immobiliare.
Gabriele Naddeo
www.notaionaddeo.it
Fnomceo ed Enpam si uniscono
per le polizze rc professionali
Fnomceo ed Enpam uniscono le forze sul fronte della
copertura assicurativa rc professionale medica.La
Federazione nazionale degli Ordini e l’Ente previdenziale
di categoria hanno infatti costituito un gruppo di lavoro
comune con l’obiettivo di giungere a una copertura che
tuteli tutte le categorie di medici e odontoiatri. I due enti
si pongono così anche come interlocutori naturali per
meglio definire il perimetro della responsabilità medica.
Al Gruppo di lavoro parteciperanno, per la Fnomceo,
il Segretario generale Luigi Conte, il Direttore Marco
Cavallo, il Tesoriere Raffaele Iandolo, i componenti del
Comitato centrale Sergio Bovenga e Sandro Sanvenero
e, per l’Enpam, il consigliere Giacomo Milillo, il vice
presidente Roberto Lala e il vice presidente Vicario
Giampiero Malagnino.“Sia la Fondazione Enpam sia la
Fnomceo hanno avviato nel corso del 2014 ricerche
e iniziative per fornire agli iscritti le possibili risposte
all’obbligo di legge – ha dichiarato il presidente della
Fondazione Enpam Alberto Oliveti –. È ora particolarmente appropriato impegnarsi in questo ulteriore sforzo
istituzionale congiunto”.“La Fnomceo – precisa Luigi
Conte – da quando questa nuova legge è entrata in
vigore, è impegnata nella messa a punto di un progetto
che possa rispondere alle esigenze dei colleghi, con
l’obiettivo di portare serenità nell’esercizio professionale
quotidiano. Abbiamo messo il lavoro fatto con i broker
a disposizione del Gruppo di Lavoro, come spunto di
riflessione per una proposta comune. Ci siamo assunti
questo impegno come prioritario per rispondere a
questa problematica emergente per tutti i colleghi”.
“No all’obbligo di comunicare al pazienti
i nostri estremi assicurativi”
A un anno
dall’entrata in
vigore dell’obbligo
della copertura
assicurativa per
tutti gli iscritti agli
Ordini Professionali,
a partire dall’agosto 2014 anche
medici, infermieri e
personale sanitario
si sono dovuti adeguare, nonostante il comitato
centrale della FNOMCeO, Federazione Nazionale degli
Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, avesse
chiesto al Governo un ulteriore rinvio della data di
scadenza, a causa della lacunosità della normativa.
In particolare la FNOMCeO lamenta la mancanza a
tutt’oggi del Decreto del Presidente della Repubblica,
previsto dalla legge Balduzzi, che avrebbe dovuto
regolamentare i requisiti minimi dell’obbligo assicura12
tivo e avviare il fondo di solidarietà per le categorie più
esposte a costi troppo elevati dei premi.
Il rinvio servirebbe anche a favorire l’accesso a polizze
assicurative eque e sostenibili e ad allertare l’attenzione del Ministero della Salute sulle sue responsabilità in questa materia. La nostra Federazione,
pur ritenendo necessario l’obbligo assicurativo per
la responsabilità civile presso terzi, ritiene però che
vadano prima di tutto tutelati quei liberi professionisti impossibilitati a munirsi di adeguata copertura
assicurativa a causa dei costi altissimi, ma anche per
la fuga delle compagnie dalle categorie mediche ad
alto rischio.
Problemi che interessano una sempre maggiore fetta
di colleghi, in particolare i più giovani. Già due volte in
passato una proroga dell’ultimo minuto aveva rinviato
per noi tale obbligo; l’ultima volta al fine di agevolare
l’accesso alla copertura anche per i giovani esercenti,
incentivandone l’occupazione, nonché di dare tempo
alle imprese assicuratrici e ai professionisti .
Ma sembra che un anno sia trascorso inutilmente. Va
detto che gran parte degli esercenti odontoiatri ritengono da tempo che una buona copertura assicurativa
riguardo alla responsabilità sia imprescindibile dall’esercizio professionale. A questo ha pensato il nostro
Sindacato, che ha predisposto una polizza calibrata
sulle esigenze dell’odontoiatra e/o dell’ortodontista.
Tale obbligo per noi è ormai considerato una vera e
propria necessità.
Siamo invece molto soddisfatti dell’emendamento
proposto dalla rappresentanza SUSO convocata ufficialmente in occasione della approvazione del nuovo
Codice Deontologico avvenuta a Torino il 19 maggio
2014, che chiedeva di eliminare dal testo dell’articolo
54 l’obbligo di fornire ai pazienti, preliminarmente alla
somministrazione delle cure, gli estremi e le condizioni
dell’assicurazione professionale del professionista: una
vera e propria istigazione al contenzioso! Gianvito Chiarello
Segretario Nazionale SUSO
Bene valutare lo
studio, ma i giovani
lo comprano?
(Maurizio Quaranta
sul futuro dei neo dentisti)
Sempre più frequentemente nella mia attività di
distributore dentale mi viene chiesta di valutare uno
studio odontoiatrico, cosa non impossibile da fare
seguendo alternativamente i vari metodi: reddituale,
fiscale, piuttosto che patrimoniale. Quel che oggi mi
preoccupa di questo valore è che, dopo una fase di
stallo, si è avvitato su sé stesso buttandosi in picchiata.
Difficile far capire a chi vorrebbe cedere lo studio che
non c’è un acquirente perchè, abbiamo bruciato i nostri
“vivai”, terreno fertile e ricettivo dove far crescere i giovani talenti, di cui siamo orgogliosi operando in un
paese dove l’odontoiatria rappresenta un’eccellenza di
livello mondiale. Giovani germogli cui abbiamo chiuso
le porte della collaborazione negli studi spingendoli alla
“marchetta”, francesismo di cui mi scuso, ma necessario
per descrivere una verità da 29 euro all’ora lordi, se non
meno, che ben rende l’idea del delitto commesso da
tutti noi del dentale: 29 euro lordi per 5 anni di università, che abbiamo innalzato a sei per meglio “parcheggiarli” . Siamo riusciti a fare ancor meglio di Caino ed
Erode nel progettare il delitto permettendo che i falsi
profeti da ECM non indicassero loro un progetto che li
sottraesse alla schiavizzazione odontoiatrica. Bastava
spiegar loro che potevano aspirare a essere dei liberi
professionisti con studi professionali, ma che per farlo
dovranno fare quel che noi non abbiamo mai saputo
fare, satolli com’eravamo dei risultati degli anni d’oro
odontoiatrici. Dovranno far squadra per competere con
le strutture dove vengono schiavizzati perchè nei loro
studi servirà, oltre all’ elevata competenza, investire in
beni e tecnologia, con un certo costo che deve essere
necessariamente ripartito.
Sarà per loro imperativo saper fare quel che noi
non abbiamo saputo/voluto fare:scegliersi tra di loro
per accorparsi nel paese dei Guelfi e dei Ghibellini,
imparare a lavorare in team per rilevare studi adeguati
e trasformarli in studi associati per dare al paziente un
servizio a 360 gradi. Per fare quello ci sovvengono i dati
di quei 9.850 studi odontoiatrici di liberi professionisti
associati in varie forme che oggi veleggiano in rotta nel
mare nostrum dei 27.750 studi in tempesta. Di sicuro
qualche peccato ce l’hanno anche i giovani: devono
fare un passo in avanti, esattamente come hanno fatto i
miei coscritti compagni di studi universitari che ho visto
spaccarsi la schiena facendo i turni di notte, andando a
fare a domicilio i prelievi del sangue o svolgendo attività
comunque a basso guadagno, pur di chiedere ai colleghi
anziani di mettersi al loro servizio anche gratuitamente,
pur di imparare i segreti della professione. Del resto io
rinuncerei a qualche ora sottopagata a ventinove euro
lordi all’ora per andare ad assistere (i miei coscritti in
sala operatoria dovevano assistere con le “mani
dietro alla schiena”, esattamente come io ho dovuto fare
per assistere alla chiusura dei bilanci aziendali) imparare
e lavorare negli studi dei professionisti di grido che,
repetita iuvant, nel nostro paese non mancano.
Maurizio Quaranta
Vicepresidente Adde
Meozzi , un libro di facile
consultazione che rende disponibili
dati forniti da esperti
Il volume nasce dalla necessità
di fornire informazioni ai
professionisti, pazienti e
loro familiari , sulla patologia oro-cranio–facciale
relativa alle anomalie e
malformazioni ad esordio
in età pediatrica, contribuendo a migliorare diagnosi e
trattamento di tali malattie rare ad
eziologia genetica e d’interesse specialistico multidisciplinare. Oltrechè da un’accurata indagine bibliografica
le fonti di aggiornamento sono costituite da banche dati
fornite da organi di consultazione.
Ideato da Aldo Meozzi, pediatra d’esperienza, specializzato in Odontostomatologia e coordinatore scientifico,
il testo deriva dai contributi di valenti specialisti, esperti
nella patologia oro facciale. L’elenco, la classificazione
dei capitoli, l’ampia documentazione iconografica e la
ricca casistica clinica, lo rendono di facile consultazione
dando la possibilità di usufruire di dati forniti da più noti
esperti.
Il problema delle malattie rare e di molte malformazioni tipiche del distretto cranio facciale risente della limitata conoscenza di tali patologie data la rarità e
difficoltà diagnostiche. Fondamentali quindi i progressi
fatti dalla nostra ricerca nonostante l’incapacità tutta
italiana di un’organizzazione sinergica e la difficoltà
di far sistema, dati i molti individualismi e l’inevitabile
dispersione delle poche risorse economiche disponibili.
Per una maggior diffusione delle informazioni nel testo
viene inoltre sviluppata la parte scientifica di ricerca e
documentazione bibliografica.
Presente online suddiviso in tre parti, il volume può
essere scaricato gratis ed è fruibile da tutti. Invitiamo
pertanto gli studiosi ad usufruire di questo sforzo
culturale, di cui faccio parte con orgoglio, e a tributare
il giusto onore ad uno di quei volumi, che, per una
singolarità del nostro Paese, molte volte giacciono
quasi inediti a svantaggio di tutti. Da veri guerrieri ci
battiamo per aiutare le persone a essere sane, libere
da paure o illusioni, coltivando noi la conoscenza e la
fiducia nella ricerca ed insegnando ai malati a credere
nel futuro, in un rapporto più sereno con la vita e con le
altre creature dell’universo. Atteggiamenti che hanno un
valore enorme.
Carmen Mortellaro
Ortodonzia tra passato e futuro
vista da Valeriano Luzi,
figlio d’arte
Alcune domande all’
autore di “Ortodonzia tra passato
e futuro”, sulle
circostanze che lo
hanno condotto alla
realizzazione del
volume, presentato
a Firenze all’ultimo
Congresso della Sido.
Com’è nata l’idea di questo libro?
Nasce come per un debito…
Come, per un debito?
Debito vuol dire che è dedicato a mio padre, persona
schiva, sempre in seconda linea rispetto a situazioni,
persone, eventi…
Suo padre era molto conosciuto?
E’ stato fondatore e primo presidente della SIDO,
praticamente l’ha introdotta in Italia, anche se non
era specializzato. Mentre i suoi colleghi prendevano il
diploma da quelli stessi con cui si erano formati, a lui
non sembrava carino diventare specialista…. Questo
libro avrei voluto farlo nel 2013, dieci anni dopo in
cui mancò (2003) . L’idea di buttare giù qualcosa per
la voglia per rendergli omaggio era venuta tra amici.
Poi, però, si sono aggregati altri colleghi, insegnanti e
docenti, sicchè l’ultimo contributo su di lui, è arrivato nel
settembre 2014.
In quanti hanno contribuito a ricreare
il personaggio?
Ai 32 capitoli del libro hanno lavorato una settantina di
colleghi.
La presentazione al Congresso SIDO è
stata un ulteriore elemento di ricordo
ed omaggio?
E’ stata la sede giusta, pur avendo io sforato sui tempi.
Su input di Antonella Polimeni avevo fatto una prima
presentazione su PDF al Collegio dei Docenti nel Parco
dei Principi di Roma: era stata una presentazione solo
teorica, di soli 5 minuti, ma in una sala strapiena.
Due ricordi: uno come figlio e uno come
medico….
Come figlio ricordo ancora la mia sensazione di inadeguatezza, nonostante io avessi seguito buone scuole.
La sensazione ha lasciato poi il passo ad un’analisi più
dettagliata...
Lei, però, mi sta rispondendo come
medico. Io vorrei invece un ricordo di lui
come padre...
Ho sempre fatto fare fatica a indovinare l’affetto di mio
padre, per una sua certa difficoltà a manifestare sentimenti. Con il fratello si sono voluti un bene dell’anima
per 70 anni (non li ho mai visti litigare!) eppure quando
si vedevano, dopo magari mesi, abitando in città
diverse, si davano la mano.
Come figlio lo definirei quindi molto schivo. Riteneva che
l’affetto, l’abbraccio, la pacca delle spalle fossero cose
da donne. Come professionista il ricordo preponderante
è la sensazione di esser sempre indietro, malgrado i
salti mortali per raggiungerlo. Questo è il motivo per cui
ho indirizzato mio figlio alle scuole migliori, non appena
(a sei anni) manifestò l’intenzione di voler lavorare con
me. Mio figlio ha avuto quindi due maestri: padre e
nonno. Ricordo che quando entrai in SIDO, mi indicavano come figlio di Cesare. Adesso invece sarei molto
contento se mi indicassero come padre di Cesare, mio
figlio.
Claudia Tosi
13
non solo ortodonzia
Luigi Ciaravino: un ortodontista e la sua passione
LUIGI CIARAVINO RACCONTA IL SUO HOBBY:
LA BARCA A VELA
A Catania, in occasione del simposio organizzato
dal Cenacolo Odontostomatologico il collega
Luigi Ciaravino e la moglie sono nostra gradita
compagnia per la cena, in un ristorante delizioso,
dall’atmosfera familiare, dove è facile parlare
del lato umano, più personale, dopo aver svolto
un ruolo più istituzionale per tutta la giornata
del Congresso. Compagnia, cibo, vino rendono
più facile il dialogo. Noto appassionato di vela,
l’approccio verbale è facilitato dall’argomento
che a Ciaravino sta più a cuore: la vela.
Che significato ha per te?
Per me barca a vela è sinonimo di aggregazione
fra persone che non si conoscono, è condividere la
passione, creare un momento di sintonia. Io ho una
barca da crociera, una da regata e un gommone. Ho
usato in passato la barca a vela principale, da crociera,
di 40 piedi (circa 12 metri), lunga circa 7 metri e mezzo
per regatare per qualche tempo, navigando in solitaria;
ma ora la uso solo per piacere. Quella che uso attualmente per le regate sta invece su un carrello in porto. La
faccio mettere in acqua per la regata e poi viene ritirata
fuori dall’acqua con la gru. Il gommone è a motore:
potrebbe essere più divertente, ma a me piace di meno.
Come riuscivi a fare tutto da solo in una
barca tanto grande?
Si riesce perché c’è l’autopilota, apparecchiatura
elettronica che controlla il timone. Tu schiacci un tasto
e imposti una rotta e hai un buon margine di tempo
per fare qualsiasi altra cosa. Puoi anche scendere sotto
coperta a farti un caffè, perché hai del tempo in cui la
barca va sostanzialmente dritta; puoi fare una regolazione delle vele o andare in bagno…
La moglie di Luigi sostiene che è la
persona più responsabile che lei conosca
nell’andare in barca. Preparato com’è,
riesce a conferire anche agli altri sicurezza e tranquillità. Certo è che viaggiare molto lontano dalle coste, facendo
traversate anche di 26 ore per raggiungere la Sardegna dalla Sicilia, ti pone di
fronte ad un’eventuale emergenza.
In caso di imprevisto o malore, sei infatti
talmente lontano da altre imbarcazioni
che non puoi avere aiuto immediato.
I coniugi hanno affrontato da soli questi
viaggi con i bambini molto piccoli e il
ricordo le mette ansia ancora oggi.
Cosa ti ricordi di questi viaggi?
La Sardegna è stupenda, i porti hanno tutto quello che
può servire anche per chi vuole vivere esclusivamente
in barca. Spesso costeggiavamo tutta la costa e ci spingevamo fino alla Corsica. Queste barche sono attrezzate per
poter stare anche 5 giorni senza toccare costa. C’è molta
autonomia di gasolio, di corrente elettrica e di stivaggio
delle provviste. Del resto molte volte gli incidenti succedono proprio nei porti; ad esempio in caso di temporale, il
fatto che le barche siano legate una all’altra diviene un’offensiva continua nei confronti dell’imbarcazione vicina.
Cosa è meglio fare allora?
In linea di massima quando c’è brutto tempo è meglio per
un’imbarcazione stare lontano dalla
costa; se ti capita di trovarti in una
situazione critica come un uragano
meglio indossare una cerata, togliere
tutte le vele, chiudersi dentro e
aspettare che passi il brutto tempo.
Per assurdo questa situazione che
sembrerebbe la più pericolosa, per
un’imbarcazione è la più sicura.
Come ti è nata questa
passione per la vela?
Iniziò 25 anni fa, un anno dopo il
matrimonio. Da piccolo mi piaceva
fare il driver di ogni mezzo, dalla
moto alla bicicletta alla barca. Nella
nautica, la barca a motore non mi
entusiasmava più di tanto; in quella a vela ciò che mi incuriosiva e stimolava di più era la regolazione delle vele. D’altra
parte a Trapani non ti puoi interessare alla conduzione dei
cani da slitta. Probabilmente questo lato del mio carattere
risaltava già dal mio profilo psicologico, perché, quando
presentai la rinuncia al rinvio del periodo di leva, appena
laureato, mi fecero fare il pilota di carro armato.
Come mai?
A 18 anni avevo detto in un questionario che mi piaceva
condurre tutti i mezzi, ma alla fine del corso di laurea
dichiarai che avrei voluto fare il militare come ufficiale o
in infermeria. Invece, venni subito mandato sul mezzo.
Presi la patente militare sul carro armato e non vi dico
che scomodità: ero in una posizione in cui il mio metro
e ottantacinque mi costringeva a stare praticamente con
le ginocchia quasi in bocca.
Dal carro armato alla barca a vela…
Mi sono appassionato alla vela con una barchetta piccola,
ma poi, cominciando per curiosità con le regate, mi sono
appassionato sempre di più e non ho più abbandonato.
È una passione che si adatta bene anche a persone non
più giovani che non hanno un fisico prestante.
Vi sfido a trovare una sola cosa nella barca a vela che
non vi dia passione. Quel che impegna di più è il lavoro di
background in cui si apre tutto un altro mondo; occorre
una preparazione anche di 20 ore per 10 ore di regata.
Conoscenza dei regolamenti, della fisica della vela e di
fisica allo stato puro, preparazione del mezzo: pulizia
della barca, lubrificazione delle puleggie, preparazione delle cime. Allo stesso modo dopo una regata,
prendiamo la gru, tiriamo su la barca dal mare, togliamo
le cime e le mettiamo in una borsa, per paura che si
rovinino….
Che differenza c’è fra una regata e una
crociera?
Nel mondo della regata cambia tutto rispetto alla
crociera in cui tutti si aiutano e diventano solidali. Se
sei in equipaggio, devi avere la bravura e la qualità di
mantenere la leadership per tutto il tempo, guadagnarti
in ogni momento il rispetto sul campo dell’equipaggio.
In regata esiste piuttosto il sabotaggio dell’avversario; io
in quanto armatore della barca mi trovo assolutamente
solo, uno contro tutti. Nemmeno l’equipaggio ti aiuta, ma
si rivolta contro di te se fai un errore. Solo contro tutti.
I tuoi figli hanno ereditato questa tua
passione?
Purtroppo no, nonostante li abbia portati con me fin da
piccoli.
Claudia Tosi
penne rosa scrivono
Raccontare con le mie
Pensare che ero convinta SUS..ina dalla penna
parole? Una gratificazione di essere brava a scrivere rosa: una marcia in più
Ho accolto con entusiasmo questa nuova
proposta anche se mi rendo conto che
scrivere per una rivista socio culturale è
diverso rispetto a ciò che sono abituata
a scrivere e comporre per i congressi
scientifici. Ho sempre pensato che scrivere
e dipingere rivelino una parte profonda della
personalità e ne ho avuto timore in passato;
ma l’età più matura e un po’ di autostima
mi danno maggior coraggio nell’ esporre
ora la mia sensibilità e punti di vista. Per questo mi è sembrato il momento di
buttarmi in questa nuova avventura accogliendo come una gratificazione poter
contribuire a raccontare gli eventi con mie parole.
Mi ha sorpreso In particolare scoprire, durante le interviste, che, nonostante i titoli
professionali ed accademici alcuni colleghi accolgono con gioia la possibilità
di raccontare parti della loro vita, rivelando passioni, qualità inaspettate ed una
disponibilità/ semplicità che non mi sarei mai aspettata. Anzi, qualche collega
riesce a farmi sentire apprezzata e corteggiata, nonostante la mia inesperienza e
mi facilita il lavoro inviandomi materiale e spunti di riflessione per sempre nuovi
articoli.
Colloquiando oggi con una paziente, mi sono trovata ad ammettere che tutto di
questo mestiere mi piace; dal rapporto con il personale del mio ambulatorio a
quello con i pazienti e loro familiari; da quello con i collaboratori e colleghi specialisti di vari rami, con i professori universitari e relatori ai vari congressi, dai colleghi
di sindacato agli informatori e rappresentanti, fino a conoscere e frequentare
coloro che fanno comunicazione nel nostro settore.
Mi auguro quindi di poter migliorare la mia capacità di scrittura e arrivare a
poter comporre servizi più complessi a sostegno del sindacato, dando voce a
coloro che non riescono ad esprimersi. Ho sentito di recente una frase che mi
ha colpito e condivido: “il coraggio è contagioso…” Spero, con l’esempio, di
invogliare anche gli altri a prendere carta e penna e spendersi nel manifestare le
proprie opinioni. Sono infatti convinta che bisogna aggregarsi laddove ci siano
bisogni e idee condivise per farne sentire l’(im)”portanza” lasciando da parte
personalismi che separano e tolgono dignità ad una professione tanto nobile.
Claudia Tosi
14
“Non ho particolari talenti, sono soltanto
appassionatamente curioso”. Questa frase
di Einstein mi calza a pennello ed è anche
l’unica cosa che mi accomuna al grande
matematico visto che non so neppure fare
la divisione a due cifre. Però nella scrittura
me la sono sempre cavata bene fin dai
tempi del classico, quando i miei temi,
rigorosamente di due facciate e mezzo,
spesso venivano letti in classe e io non
capivo perché.
Avevamo 4 ore di tempo: la prima ora ero ancora imbambolata di sonno e a
malapena leggevo il titolo. Nella seconda cominciavo a elaborare senza troppa
lucidità e lasciavo libera la mente. Nella terza focalizzavo il tema nella mia testa e
“vedevo” lo svolgimento.
Alla quarta ora scrivevo di getto, direttamente in bella copia senza correzioni e
consegnavo.
Quasi come Mozart. Una volta al ginnasio consegnai il tema in bianco: la
professoressa, intelligente e sensibile, mi chiese perché, e io “non mi sentivo
ispirata”. Lei non ha fatto una piega e non l’ha conteggiato nella media: aveva
capito che era la verità di una quindicenne “appassionata” della scrittura, lontana
dal “manierismo” e forse sapeva che sarei rimasta così.
È evidente che con questi presupposti il “giornalismo” mi sembrava facile, fino
a quando ho incontrato il mio Maestro che prima stroncava e poi spiegava che
“lo stile giornalistico” non è letterario nè parlato, ma un mezzo di comunicazione
che segue regole codificate e che si possono “umilmente” imparare, quelle che
i Montanelli, le Fallaci ed altri non hanno appreso da nessuno perché erano
dei talenti naturali. Ma io, come Einstein, non ho talento e quindi ho cercato di
dimenticare i miei temi così ben fatti. Ho dovuto sprogrammarmi, resettarmi
e riprogrammarmi come si fa con un computer vecchio ma che può ancora
servire. La mia mente denudata e rivestita con abiti fatti via via su misura eppure
ancora imprecisi: le maniche un po’ corte, la spalla cade, l’orlo da rifinire, i bottoni
entrano a fatica nell’asola.
Quanta fatica! E pensare che ero convinta di esser brava a scrivere…..
Patrizia Biancucci
Eccomi, neonata “Penna Rosa” del SUSO
News, ma ve lo dico subito: quel colore non
mi piace affatto. Mai piaciuto, mi è sempre
sembrato una versione diluita del rosso, che
invece mi attrae nella sua espressione più
intensa.
Avrei preferito “Penna Rossa”…quella della
maestrina del libro “Cuore” letto in 3° elementare, durante le vacanze di Natale. Ma dopo la
telefonata e il contatto e-mail col presidente/
direttore fra me e me ho pensato: “Il rosa? Me lo farò piacere. E la penna?
Trovato! Contrassegna spesso, nell’immaginario collettivo, gli ornamenti degli
Indiani d’America. Io non avrò il loro aspetto ma nello spirito mi sento un
Apache. A buon intenditor poche parole! Quindi …ci sto”!
Fino ad oggi mi sono cimentata nella ricerca, poi, negli ultimi due anni, sono
stata coinvolta nel Consiglio direttivo SUSO, quale Delegata nazionale per la
Sicilia, insieme all’amico e collega Luigi Ciaravino. Ma a ben pensarci, l’esperienza giornalistica io l’avevo già vissuta e con soddisfazione qualche anno
fa, col giornalino delle medie e del liceo, nella mia città di origine, Augusta, in
provincia di Siracusa, dove esercito come ortognatodontista. E non nego che
la divulgazione giornalistica di settore mi attrae: mi consentirà di stare al passo
con i tempi e sulle novità della professione. Probabilmente mi darà anche
occasione di confrontarmi con chi legge, osserva, commenta: uno stimolo
incredibile sempre. Le interviste e i contatti mi faranno inoltre conoscere gente
nuova o anche incontrare, in veste diversa, colleghi che conosco già.
Ad entusiasmami è anche il gruppo delle colleghe del team “Penne Rosa”
ovvero le altre “SUSine”, come le chiamo io, Delegate nazionali cui mi legano
stima e amicizia reciproca. Sono quindi contenta di collaborare ad una rivista
del tutto ripensata all’interno del Consiglio: quante telefonate con Patrizia
(Biancucci) che con Pietro Di Michele si è spesa di più per dare una marcia in
più al nostro Sindacato.
Da Catania, dove abito con la famiglia, marito e due bimbe, per ora è tutto.
Passo e chiudo, ma so che ci risentiremo presto. Una promessa o una
minaccia? Giudicate voi.
Maria Leonardi
ortoshow
Il racconto di Sergio Calzone
Catherine Zeta Jones un sorriso che incanta
«Billy, che ne diresti se mi accompagnassi tu alla festa
delle matricole, a Swansea?»
«Io?»
«Tu. Ti ho chiamato Billy e tu ti chiami Billy…»
«Alla festa delle matricole?»
«Sì. Che ne diresti se ci andassimo insieme?»
«Senti, Cathy, tu sei ancora troppo giovane…»
Risata:
«Troppo giovane? Ho appena tre mesi meno di te, Billy. E,
ormai, ho sedici anni!»
«Per una ragazza è diverso».
«Che cosa ci sarebbe, di diverso, scusa? Se ci puoi
andare tu, da minorenne, ci possa andare pure io, no?»
«I tuoi genitori non vorrebbero mai…»
«A casa, ne abbiamo già parlato. Ho promesso di non
fumare roba e di non bere superalcolici. E, così, mi hanno
detto di sì. Piuttosto, non è che non mi ci vuoi accompagnare, eh?»
«Figurati! È che non mi sembra il caso…»
«Sto incominciando a capirlo, che non ti sembra il caso.
Quello che non capisco è perché non ti sembri il caso!»
«Vedi, Cathy… Ci sarà gente più grande e potresti trovarti
a disagio».
«Non mi sentirò a disagio! E, poi, se è più grande per me,
lo è anche per te».
«Non…»
«Non venirmi a dire che non è la stessa cosa! E, poi, se si
chiama festa delle matricole, vorrà dire che ci sarà anche
gente giovane. D’accordo, più grandi di noi, ma di poco,
no? Perché non mi ci vuoi accompagnare?»
«Figurati! È che non mi sembra il caso…»
«Questo, l’hai già detto».
«Beh, lo ripeto: non mi sembra il caso».
«Io lo so, perché non ti sembra il caso».
«Lo sai? Se lo sai, dillo: così vediamo che cosa ti sei
cacciata in testa. Qualche assurdità, di sicuro!»
«Non mi ci vuoi accompagnare perché ti vergogni a farti
vedere con me».
«Ma fammi il piacere! Vergognarmi… Perché, scusa,
dovrei vergognarmi? Sei carina: hai dei begli occhi, un
sacco di capelli neri…»
«Sì, smettila di girarci intorno, Billy: ho anche l’apparecchio
per i denti…»
«Sì, ma…»
«Ma, un corno! È per il mio apparecchio per i denti, che
non vuoi farti vedere con me! Credi che non lo capisca
da sola?»
«Non è la fine del mondo avere un apparecchio per i
denti…»
«Questo, dovrei dirlo io,
non ti pare? E, poi, non
ce l’ho perché avevo
i denti storti: erano
soltanto un poco lontani
uno dall’altro; c’erano
delle fessure e stavano
male…»
«Lo so: mi ricordo. Ma eri
bella anche così».
«Ero bella? E adesso
sono soltanto carina!
Con l’apparecchio, mi
hanno detto che i denti si
avvicineranno e avrò un
sorriso migliore».
«Se te l’hanno detto…»
«Però, per intanto, Billy,
finché avrò l’apparecchio,
tu ti vergognerai sempre
di me e non vorrai farti
vedere in giro in mia
compagnia…»
«Non esageriamo: siamo
amici, no? È soltanto che
tu non sai come sono
queste feste: bevono
tutti e, se trovano qualcuno da prendere in mezzo, quello
o quella hanno finito di vivere. Io lo facevo soltanto per
te…»
«Grazie tante, Billy!»
«Figurati, Cathy».
Quattro anni dopo. Londra. Un ufficio nel West End, al
primo piano. Sul vetro smerigliato della porta, una scritta:
«BILL MURREY, AGENTE TEATRALE».
«Permesso?»
«Avanti. Buon giorno, signorina. Posso fare qualcosa
per lei?»
«Sì, signora: ho un appuntamento con mister Murrey.
È per quella parte nel
musical…»
«Certamente: mister Murrey
mi ha avvertita che sarebbe
passata da noi. La sta
aspettando: prego, da quella
parte. Entri senz’altro!»
«Permesso?»
«Avanti! Avanti! L’aspettavo.
Ah! L’ho vista l’altra sera
a teatro. Mi è sembrata
subito l’interprete ideale…
Lei è incantevole. Sa,
stiamo puntando tutti molto
denaro su questo musical
e, perciò, abbiamo bisogno
di un’interprete perfetta. Lei
capisce… Ho visto che
balla molto bene e anche la
dizione non è male, anche
se… beh, un pochino, la
gallese che c’è in lei viene
fuori. Ma possiamo sempre rimediare con delle lezioni
di dizione, appunto. Se decidessimo di puntare su di lei,
sarebbero a carico nostro, naturalmente. Una cosa devo
però verificare: sa, se il musical andrà bene, non escludiamo di portarlo in televisione, o magari farne un film».
«Sarebbe magnifico!»
«Sì, sì, magnifico, signorina, certo, ma, veda, in televisione
o in un film, ci sarebbero di sicuro dei primi piani e, lei
capisce… Sì, dico, il sorriso: il sorriso è tutto per una
futura star… Mi perdoni se le chiedo questo, ma può
mostrarmi il suo sorriso? Un poco, l’ho intravisto, ma…»
«Questo?»
«Fantastico! Lei è già bella quando ha quell’aria preoccupata, però, quando sorride, beh, io sono vecchio ma mi fa
ugualmente fare dei balzi al cuore: scusi se glielo dico».
«Non si scusi, mister Murrey. Al contrario: mi fa piacere. Lo
prendo per un complimento».
«Accidenti, se lo è! Cioè, voglio dire: non è un complimento, ma la semplice, pura verità: ha un sorriso che
sembra fatto per le copertine di “Vanity Fair”! Sono suoi,
vero, i denti? Voglio dire: ci sono delle ragazze che, poverine, pur di sperare di sfondare, spendono una fortuna
per farsi strappare i denti e usare…, sa,… una protesi,
ecco!»
«Sono miei, mister Murrey, stia tranquillo. Da ragazza,
portavo l’apparecchio per avvicinarli un poco. L’ho tolto
quando il dottore, sa, l’ortodontista si chiama, mi ha detto
che non ne avrei più avuto bisogno…»
«Quel dottore dovrebbe avere il premio Nobel! Parola mia!
Ha fatto un capolavoro. Non vorrei esagerare, signorina,
ma ho come il presentimento che lei finirà per diventare
una star. A proposito, come si chiama? È buffo: non
gliel’ho ancora chiesto. È che quel sorriso… Eh? Come
si chiama?»
«Mi chiamo Catherine Zeta-Jones».
Sergio Calzone
L’aneddoto di Gianna Maria Nardi
“Medico, cura te stesso!” disse il paziente
al dentista che voleva curargli il diastema
Appena concluso il mio iter universitario, muovevo i primi
passi in uno studio odontoiatrico da un giovane e
promettente odontostomatologo, laureato in medicina, fresco anch’egli di specializzazione.
Lo studio aveva attrezzature all’avanguardia che
odoravano di nuovo. Alla prevenzione era stata
dedicata una sede operativa, ben attrezzata con
ambientazione dedicata soprattutto ai bambini.
Consapevole già da allora del ruolo della prevenzione primaria per mantenere il paziente in salute ero
dunque fiera di avere una postazione che trasudasse salute
del cavo orale e non perdevo occasione per manifestare la mia soddisfazione agli
amici. Finchè una collega, travolta dal mio entusiasmo per l’odontoiatria pediatrica
d’eccellenza praticata nello studio, non mi chiese un appuntamento per il suo bimbo,
preoccupata per un sorriso che mostrava un diastema interincisivo.
Segnalai subito all’odontostomatologo la visita con probabile, futuro, trattamento ortodontico, compiaciuta per averla in qualche senso provocata quale
divulgatrice d’eccellenza dello studio, finchè non arrivò il giorno della visita. E
mentre il bambino, seduto sulla splendida poltrona dedicata, guardava i poster
sulle pareti inneggianti alla salute orale, cominciai a motivarlo con specchio, compresse rivelatrici e spazzolino. Finchè non arrivò il dottore, il quale,
suadente, spiegò al bambino che avrebbe dovuto mettere l’apparecchio per
chiudere quello spazio che rendeva il suo sorriso meno armonico.
Il bambino, dal sorriso piuttosto simpatico, in realtà, malgrado il suo diastema, non
sembrava tuttavia affatto allettato dall’idea di andare a scuola con della ferraglia
in bocca: non era ancora trendy, allora, come oggi, essere in trattamento ortodontico. La mamma cercò di rafforzare la motivazione dicendogli che dopo quel
trattamento il suo sorriso sarebbe diventato ancor più simpatico. Ma lui, che aveva
ascoltato con attenzione tutte le argomentazioni, guardando il dottore sbottò:
Ma se si mastica meglio e il sorriso diventa più bello, perché non metti anche tu
l’apparecchio? Perché il dentista, in effetti, presentava un bel diastema anche lui!
A quell’uscita così fresca, così spontanea, lui non trovò di meglio che riderci su,
con leggero imbarazzo, continuando tuttavia ad insistere sulla ferraglia.
Morale? Oggi il piccolo paziente è divenuta un uomo piuttosto attraente dal sorriso
perfettamente allineato ed estetico. E il dottore? Si è tenuto il suo diastema!.
Gianna Maria Nardi
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lafinestra sul laboratorio
LA COMUNICAZIONE ORTODONTICA IN AMBITO 3D
Stefano Negrini
Socio Ordinario Ortec
Coma sta cambiando il modo di comunicare tra lo
specialista in ortodonzia e il laboratorio ortodontico in
questi ultimi anni di rivoluzione tecnologia 3D.
In questo articolo cercheremo di spiegare quali
sono attualmente e quali saranno i mezzi utilizzati da
entrambe queste figure della filiera ortodontica.
È innegabile che l’avvento delle nuove tecnologie 3D
abbia rivoluzionato drasticamente il settore odontoiatrico e odontotecnico, il passaggio da una lavorazione fortemente legata all’artigianalità, all’utilizzo di
computer, scanner e macchine per la produzione di
semilavorati è stato epocale, soprattutto per l’incertezza legata alle prestazioni, precisioni dei manufatti
e scarsa competenza, ha reso l’approccio a questi
sistemi molto complesso, non da ultimo il fatto che
questo tipo di tecnologia ha una obsolescenza quasi
settimanale.
Oggi nelle nostre imprese il fattore comunicativo con
il nostro cliente ha sempre di più un peso fondamentale e deve essere tenuto in forte considerazione,
ma sopratutto il modo in cui è cambiato e la velocità
con cui viene richiesto, i mezzi per poterlo fare e
non ultimo l’attenzione particolare al paziente che in
questi ultimi anni ha sempre un maggiore interesse ad
essere coinvolto nella terapia che lo riguarda in prima
persona.
Il flusso di lavoro
Regolarmente scaricati i file, il laboratorio in base alle
indicazioni allegate realizza i modelli di studio virtuali
(Fig. 02-03-04) e successivamente tutta quella serie
di operazioni richieste dal clinico nella prescrizione.
Se il caso inviato non prevede altro che la realizzazione di un dispositivo medico su misura il laboratorio
provvederà alla realizzazione in fisico dei modelli
virtuali (Fig. 05-06-07-08-09) per poi successivamente costruire il manufatto.
Se invece la richiesta da parte del clinico è lo studio
del caso, in specifico misurazioni, analisi dei modelli,
sovrapposizione di immagini 2D (Cefalometrie), setup
diagnostici per una valutazione, setup per la realizzazione di allineatori, in questi casi la comunicazione
risulta fondamentale e determinante.
caso, il clinico ha la possibilità di rendere la cartella
visibile sia ad un gruppo di altri professionisti che al
proprio tecnico di riferimento dando a quest’ultimi la
possibilità di inserire immagini 2D e 3D di scrivere
impressioni e commenti sul caso stesso. Una volta
che il tecnico ha realizzato i modelli virtuali e tutte le
indagini richieste può a sua volta tramite una password
entrare nell’archivio caricare i File e poter discutere
con il clinico le eventuali modifiche richieste.
Caso 2 Surgical First e Bite 3D
Fig. 5-6-7 Modelli Tweed fisici
Fig. 8-9 Dispositivo medico
Sistemi per poter comunicare con lo studio sono
molteplici, i quali si possono suddividere in statici o
semi-dinamici. La comunicazione statica è quella in cui
il caso in questione viene inviato comunemente tramite
una mail, ma che non permette una interazione diretta
tra le parti contemporaneamente, quella cosiddetta
semi-diretta tipo (Dropbox) in cui le parti hanno la
possibilità di interagire condividendo uno spazio
virtuale ma non in tempo reale (attesa di carico dei file
in Download-Upload), ma in entrambi i casi manca una
cosa fondamentale la condivisione del caso clinico nel
suo insieme.
Lo Store&Share
Il cosiddetto Store&Share non è altro che un
programma che da la possibilità alle parti di poter
condividere una cartella clinica dove poter alloggiare
foto intra ed extra orali e file stl, ma che consente agli
utenti autorizzati di poter interagire con essa in tempo
reale ed avere a disposizione tutte le informazioni per
la migliore gestione del caso clinico. Fig. 10-11
Fig. 12-13-14 Funzioni Data Base
Esempi di comunicazione e conclusioni
Concludo questo breve articolo sottolineando l’importanza dell’aspetto comunicativo che deve esistere
con il clinico in modo da poter esprimere al meglio le
potenzialità della tecnologia che ci troviamo a disporre,
di seguito troverete alcuni esempi di condivisione di
file dove è indispensabile la condivisione Ortodontista/
tecnico ortodontico.
Fig. 1 Scanner intraorale
Il flusso di lavoro nel laboratorio ortodontico digitale
oggi è così sviluppato:
Il clinico che come noi è entrato a pieno titolo in
ambito digitale oggi non ci invia più una impronta
tradizionale ma una impronta realizzata con uno
scanner intraorale, in molti casi a colori. Fig. 01
Il laboratorio riceve una comunicazione che il caso è
stato correttamente creato dal clinico e regolarmente
inviato al laboratorio, in pochissimi minuti si ha la
possibilità di scaricare il file ricevuto e poterlo lavorare.
Istantaneamente si ha anche la possibilità tramite una
anteprima di capire se il file del caso appena ricevuto
è adeguato o se ci sono delle incongruità.
Successivamente all’invio delle impronte intraorali il
Clinico registra i dati paziente in un Data-Base con
il quale ha la possibilità di mettere in condivisione la
cartella dello stesso con un certo numero di professionisti e con il suo tecnico di riferimento, in modo da
poter condividere il caso clinico.
Fig. 2-3-4 Modelli Tweed virtuali
16
Caso 3 Dispositivo 3D per Disinclusione 13-23
Conclusioni
I casi sopra elencati evidenziano come sia fondamentale lo scambio di informazioni tra il clinico e il tecnico
in modo da poter intervenire, ognuno per le proprie
competenze sulla progettualità.
Una volta realizzato per ogni singolo caso tutta la
documentazione necessaria e poter così avere il
quadro generale nei minimi dettagli il tecnico non farà
altro che caricarli sul data base condiviso e rendere
il tutto a disposizione dei soggetti autorizzati alla
gestione dello stesso.
L’importanza di tutto questo sta nel fatto che in tempo
reale tutti possono vedere, valutare e pronunciarsi in
modo semplice veloce.
Si ringraziano per la concessione delle immagini:
Dr. Santiago Isaza Penco libero professionista in
Bologna
Dr. Marco Pironi libero professionista in Rimini
Stefano Negrini
Presidente Nazionale Ortec 2015/16
Caso1 Chirurgia Maxillo-Facciale
Fig. 10-11 Funzioni Data Base
Questo sistema di comunicazione che permette di
archiviare digitalmente il caso clinico e quindi di generare un archivio sempre disponibile e senza il rischio
di deterioramento temporale grazie alle garanzie
offerte dai nuovissimi sistemi di salvataggio certificato
delle Web service. La figura principale di tutto questo
sistema è il clinico titolare del caso clinico il quale ha a
disposizione le seguenti tipologie di funzioni da poter
utilizzare Fig 12-13-14. Quindi una volta registrato il