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2015 LA VOCE DELL’ORTODONZIA ITALIANA La lingua batte... Scuole di Ortodonzia un valore da preservare Per le Scuole di specialità di ortodonzia occorre ancora una volta registrare un cambiamento di politica. Cominciamo col dire che quest’anno le iscrizioni ai giovani odontoiatri non sono state aperte. Quindi gli atenei italiani, esclusi Milano e Trieste, restano fermi e cosa più grave, non è dato sapere se quando e con quali regole riapriranno. Due sono i punti nodali: primo, le Scuole di specialità di area medica hanno il problema delle borse di studio: gli specializzandi compiono il percorso formativo vivendo la vita di reparto a fianco degli strutturati e trasformandosi di fatto, in una risorsa. Tranne in odontoiatria, esclusa da tale fenomeno come viene spiegato alla pagina seguente nell’articolo a firma di Alessandro Bruni. L‘altro, annoso, problema è l’adeguamento delle Scuole agli standard europei in termini formativo/ organizzativi. Essendo tali carenze ancora molto marcate, sono emerse sostanziali differenze tra sedi, diciamo così, di serie A e di serie B. L’ improvvisa sospensione delle iscrizioni e la chiusura delle Scuole impone una riflessione di carattere emotivo, ma non solo: non si vuole perdere il patrimonio culturale maturato da quando, 40 anni fa, aprì la prima sede di Cagliari, seguita via via da tante altre, imponendo, grazie a tanti bei nomi, l’Ortodonzia italiana sullo scenario scientifico internazionale. Le Scuole devono riaprire e noi ci batteremo al fianco dell’Università per riprendere il cammino, consentire ai giovani odontoiatri di seguire un percorso formativo arricchito dai debiti adeguamenti, far crescere gli ortodontisti in una tradizione consolidata, pur consapevoli che non basta certo un triennio per sentirsi tali. L‘Ortodonzia richiede infatti un cammino professionale ed esperienziale certamente più lungo, prima di poter affrontare un caso clinico, dalla diagnosi alla terapia. Sull’ultimo Decreto legge sulle Scuole di specialità, il SUSO ha ritenuto di prendere una posizione netta a difesa della loro riapertura, a tutela dei giovani colleghi e si muoverà in questa direzione nelle sedi opportune a fianco della SIDO: un’avventura da condividere per il loro futuro e a ferma tutela delle nostre idee. Pietro di Michele Presidente Nazionale SUSO “Il solito trucco all’italiana...” Il 4 febbraio 2015 il ministero dell’Università ha varato il nuovo decreto interministeriale di riordino delle scuole di specializzazione sanitaria che avrebbe dovuto avviare la specializzazione in ortognatodonzia secondo il modello europeo, atteso dal 2005. Anziché far decollare queste scuole con rinnovato vigore, il nuovo D.M. ha bloccato l’intero sistema affinché le Università provvedano all’adeguamento degli standard e dei requisiti delle scuole. Cosa cambia? I percorsi didattici, gli obiettivi formativi, il numero dei crediti, l’obbligo di dedicare almeno il 70% della formazione allo svolgimento di attività pratiche, la costituzione di una rete informativa integrata universitaria ed extra universitaria, l’utilizzo di professionalità del SSN ed altre reclutate come professori a contratto pienamente inseriti nell’ordinamento della scuola, la possibilità di formazione all’estero, la riduzione della durata di gran parte dei corsi, l’obbligo di assicurazione a carico della struttura, il divieto di attività lavorativa privata: sulla carta una rivoluzione copernicana. Nella realtà l’unico risultato certo ben visibile per il 2015 è la sospensione dei corsi, la chiusura delle scuole, niente specializzandi in ortognatodonzia. Quando riapriranno il loro numero, specie di quelli di ortognatodonzia, sarà brutalmente falcidiato e senza alcuna utilità per il Paese, considerato l’ambito di impiego degli specialisti dell’area odontoiatrica (ortodonzia, chirurgia orale, odontoiatria pediatrica). Eppure a ben guardare una utilità c’è. È tutta dello Stato. Con il solito trucco all’italiana il D.M. ha sterilizzato la spesa per la formazione specialistica sicuramente per tutto il 2015 e forse anche per il 2016. Ha messo una toppa allo sfondamento di spesa prodotto dalle tante ammissioni alle scuole per ricorso. Per un mercato come quello dell’odontoiatria italiana forse era preferibile che in area odontoiatrica la formazione specialistica proseguisse senza borse. Una formazione specialistica aperta, per consentire al mercato di disporre di ortodontisti di qualità quali quelli che le scuole di ortognatodonzia hanno saputo formare fino ad oggi. Avv. Roberto Longhin Consulente Legale SUSO Speciale Spring Meeting L’International Sido Spring Meeting (Milano, 6,7 marzo) si annuncia con un titolo attrattivo: Controversie in Ortodonzia, ossia una specie di mare magnum dove le risposte e le soluzioni a quelle che possano essere le possibili controversie restano molte e tutte da approfondire. A pag. 03 »Edizione n.1 Fatti e notizie “Non sono e non mi ritengo affatto un esperto della materia – mette subito le mani avanti Willy Manuzzi nell’articolo dedicato alle apnee notturne – ma voglio condividere le mie poche conoscenze su di un disturbo molto frequente in soggetti tra 40 e 65 anni, con incidenza del 4% nei maschi e del 2% nelle femmine. Un disturbo che incide in modo decisamente debilitante sulla qualità della vita di un individuo”. A pag. 04 Nascita e sviluppo del SUSO (2a parte) Nella pagina dedicata alla storia due momenti di rievocazione significativi: il primo riguarda la storia del SUSO che si appresta a festeggiare l’anno prossimo il suo quarantennale di vita. Nell’articolo di Paolo Picchioni vengono ricordati i momenti salienti degli ultimi vent’anni della vita del sindacato ed anche il difficile rapporto tra due sigle, che vorrebbero entrambe rappresentare l’Ortodonzia nel nostro Paese (anche se ambedue gli schieramenti tengono numerosi incontri collegiali). A pag. 07 Tesi: ieri oggi e domani Prosegue la serie delle “Tesi ieri oggi e domani”. In questo numero è di scena Paola Gandini, cattedratica a Pavia, intervista di Alberto Pezzini, la quale ricorda i momenti emozionanti che accompagnarono il conseguimento della sua laurea. Un ricordo fresco ed attuale, come si conviene ai grandi appuntamenti della vita e della carriera, che proprio grazie a quella laurea, imbocca una direzione prestigiosa e ricca di soddisfazioni. A pag. 06 Norme e prassi Assunzioni, vendite facilitate, difficoltà nell’aprire un nuovo studio, modificazioni nel rapporto di lavoro, un nuovo contratto “Rent to Buy”, difficile accesso dei giovani alla professione, sono alcuni degli argomenti legislativosindacali-fiscali trattati in questo numero. Abbiamo voluto dedicare alcune pagine per l’alta incidenza sui redditi e in definitiva qualità di vita di chi deve farvi fronte. A pag. 12 Ortognatodonzia, una specializzazione in via d’estinzione (non potendo molti giovani specializzarsi)? “Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d’ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz’altro pensiero.” Laurea, abilitazione… e poi? Molti giovani odontoiatri scelgono la specializzazione, ortognatodonzia o chirurgia orale. Eppure, quella dello specialista, è attualmente una figura dal futuro incerto. Per l’Anno accademico 2014/2015, salvo rare eccezioni, non sono stati banditi nuovi concorsi per l’accesso alle Scuole. Molti aspiranti specializzandi (alcuni dopo anni di frequenza nei reparti) attendono impazienti un bando che tarda a vedere la luce e con buona probabilità, non la vedrà mai. Questa situazione affonda le radici in un’annosa questione che coinvolge tutti gli specializzandi non medici. Sì, “non medici”.” Anche noi odontoiatri ci portiamo addosso quest’etichetta: una discriminazione dovuta al fatto di essere in possesso una laurea diversa da Medicina e Chirurgia, investita ad arbitrio di maggiori diritti e tutele. Le Scuole di specializzazione in ortognatodonzia, per esempio, non solo non prevedono alcun contratto di formazione o borsa di studio, ma spesso frequenza a tempo pieno, svolgimento di turni e partecipazione a tutte le attività delle strutture cliniche/assistenziali (che senza gli specializzandi, non riuscirebbero a soddisfare il diritto alla salute garantito dalla Costituzione e i Livelli Essenziali di Assistenza).Richiedono inoltre il pagamento di tasca propria delle tasse di iscrizione (non inferiori ai 1000 euro) e di spese accessorie come vitto, alloggio,trasporti, libri, strumentario. Persino congressi e corsi di aggiornamento sono a carico dello specializzando! Integrare un lavoro part-time per sostenere queste spese, spesso risulta difficile, considerando anche l’impegno per preparare gli esami previsti dal piano di studi. Senza contare l’attività lavorativa nel SSN “offerta” in assenza di copertura previdenziale, diritto a maternità o malattia. E se dopo la specializzazione uno volesse esercitare la professione all’estero? La durata di 3 anni delle Scuole (nonostante sia di 4) non permetterebbe di fatto il riconoscimento del titolo e dunque la libera circolazione all’interno dei paesi UE. Discriminazione che rischia di consentire la specializzazione solo a pochi privilegiati, limitando libera scelta e attitudini di ciascuno. Una discriminazione che si traduce in professioni sanitarie di serie A (i medici) e di serie B (i “non medici”) nonostante la ratio della normativa in vigore, di livello comunitario(1)o di diritto interno (2) sia di un ordinamento didattico unico valido per laureati in medicina e per gli altri dell’area sanitaria. Al peggio non c’è mai fine. Recentemente è stato firmato un nuovo Decreto ministeriale che probabilmente inserirà i “non medici”, in tutto o in parte, in un ordinamento parallelo, completando così l’opera di selezione naturale cominciata tempo fa. Stiamo cedendo ad una forma di darwinismo professionale col rischio che si arrivi “all’estinzione” di una figura altamente specializzata, che non trova giusta collocazione in un sistema sanitario ancor troppo medico-centrico”. Il Sindacato Unitario Specialità Ortodonzia (Suso) si schiera pertanto al fianco del CISAS (Coordinamento Italiano Specializzandi di Area Sanitaria) e di altre associazioni interessate, per metter fine alle disparità tutt’oggi esistenti. Chiede pertanto: - la pubblicazione immediata dei bandi per l’anno 2014/15; - la garanzia della validità del titolo di specializzazione in ortognatodonzia anche oltre i confini nazionali; - l’equiparazione dello status economico e ISCRIZIONI SUSO ANNO 2015 Soci Ordinari La quota associativa è di € 130,00 per tutti i soci che effettuano il pagamento tramite RID (autorizzazione permanente di addebito) prelievo automatico (richiedere modulo in Segreteria) La quota associativa è di € 150,00 per tutti i soci che effettuano il pagamento senza RID (bonifico bancario, assegno, contanti) Bonifico bancario: IBAN: IT 71 E 03359 01600 100000116255 Banca Prossima – Intesa Sanpaolo Torino Assegno bancario Barrato “non trasferibile” intestato SUSO Neolaureati e Specializzandi La quota associativa è di € 20,00 per i neolaureati (nei tre anni dalla laurea) La quota associativa è di € 20,00 per gli specializzandi al 1° anno di Specialità La quota associativa è di € 50,00 per gli specializzandi al 2° anno di Specialità La quota associativa è di € 50,00 per gli specializzandi al 3° anno di Specialità Il SUSO, Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, venne costituito nel 1976 da un gruppo di Ortodontisti con l’intento di diffondere, potenziare e tutelare l’ortognatodonzia. Nella prima fase potevano iscriversi solo gli specialisti in ortognatodonzia o quelli in odontostomatologia con pratica “esclusiva” dell’Ortodonzia, ma nel 1979 una modifica dello Statuto previde di accogliere anche i medici dentisti con esercizio “prevalente” della professione ortodontica. Nel 1991 (22 giugno) viene inaugurata ufficialmente la sede nazionale di Torino. Riconosciuto a livello governativo e dalla Fnomceo come rappresentante ufficiale dell’ortodonzia italiana nelle questioni di carattere sindacale, l’attività del SUSO si concentra su problemi professionali di maggiore attualità e nel rapporto con le Associazioni Scientifiche di Ortodonzia più importanti d’Europa. Conta oggi oltre 1000 iscritti, di cui 300 specialisti. Anno XIII n. 1 2015 SUSO news Notiziario d’informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia SUSO L.go Re Umberto, 104 10128 Torino Tel. 011.502820 Fax 011.503153 [email protected] www.suso.it ORARI SEGRETERIA lunedì e giovedì 14:30/18:30 martedì e venerdì 09:00/13:00 mercoledì 9:30/13:00 13:30/18:00 COMITATO DI REDAZIONE Direttore Responsabile Pietro di Michele Vicepresidente SUSO Umberto Garagiola Segretario SUSO Gianvito Chiarello Tesoriere SUSO William Manuzzi COORDINAMENTO REDAZIONALE Patrizia Biancucci IN REDAZIONE Pietro Bracco Gabriella Ceretti Alessandra Leone Federico Picchioni Claudia Tosi Pasquale Venneri SEGRETERIA DI REDAZIONE Angela Rosso STAMPA ARTESTAMPA S.r.l. Viale Ciro Menotti 170 41121 Modena Tel. 059.243449 Fax 059.214615 [email protected] www.edizioniartestampa.com Chiuso in tipografia il 26/02/2015 contrattuale degli specializzandi medici ai “non medici”; - prospettive lavorative nell’SSN con accesso esclusivo ai possessori del titolo specialistico; - la presenza di una componente odontoiatrica nei Tavoli Tecnici ministeriali riguardanti le scuole di specializzazione di area sanitaria; - l’intervento da parte del Ministro Giannini per una delucidazione ufficiale sulla posizione del Ministero riguardo alla problematica degli specializzandi “non medici”. Alessandro Bruni Specializzando in Ortognatodonzia »Iscrizioni SUSO 2015 SPECIALE spring meeting Con Giampietro Farronato tra le controversie in Ortodonzia L’International Sido Spring Meeting (Milano, 6,7 marzo) si annuncia con un titolo attrattivo: Controversie in Ortodonzia, ossia una specie di mare magnum dove le risposte e le soluzioni a quelle che possano essere le possibili controversie restano molte e tutte da approfondire. Abbiamo sentito al riguardo il Presidente SIDO, Giampietro Farronato con cui parlare costituisce una specie di piacere della diagnosi tanto l’uomo e l’accademico sono capaci di una chiarezza cartesiana nello spiegare quali siano i gangli dell’Ortodonzia oggi. E se gli chiedi cosa ne pensi di un tema quasi manicheo ancora oggi come “estrazione oppure no”, l’accademico affiora immediatamente: ”Guardi, si tratta di un problema che come lei capisce, vede due contrapposizioni nette, due scuole di pensiero. Per parte mia le posso dire che la conservazione del corpo umano resta tuttavia pur sempre il punto di forza dell’ortodontista. La conservazione dell’integrità possiede un valore fondante”. Oggi che il termine francese va di moda, si può dunque dire che il non procedere ad una estrazione – laddove sia sempre possibile, naturalmente – resti un fattore incontournable, qualcosa di fondamentale, a prescindere. D’altro lato, l’ortognatodonzia è una specie di grande balena bianca dove le controversie possono riprodursi quasi per generazione spontanea: ”Pensi soltanto al rapporto tra medico e paziente e quanto sia importante per noi avere una compliance (adesione) ad esempio del minore ai nostri trattamenti. Se il bambino è collaborativo, possiamo allestire processi ortodontici che durano anni in una temperie distesa, in grado di agevolare fattivamente il nostro intervento. Se un bambino non vuole mettersi l’apparecchio, che facciamo?”. Problemi di non poco momento anche perché le due scuole in cui l’ortognatodonzia si divide al suo interno, possiedono formae mentis molto diverse. Una – come noto – è quella materialista, quasi meccanicistica, per cui il processo di cura si risolve in un unico atto; l’altra è invece quella storicistica, che privilegia le fasi c.d. ”biologiche” nelle quali si articolano l’evoluzione e il processo di accrescimento di una persona. Il che implica collegamenti con la fisionomia del volto, la postura, le ossa e quant’altro, insomma un concetto molto più complesso di quanto non possa essere il semplice fatto di ottenere un documento come quello del consenso informato, per esempio. Oramai i tribunali di merito e la Cassazione stanno accendendo i riflettori sempre più spesso su tale aspetto dell’attività medica, ossia sulla necessità assoluta per cui il medico si debba munire di un consenso dal paziente quanto più minuzioso e documentato possibile e soprattutto assai ben informato appunto. “Guardi che comunque io non ne farei proprio soltanto una questione meramente medico legale di consenso – ci tiene a precisare Farronato – Il fatto è che noi ad esempio ci premuriamo – sempre per tornare all’esempio dei bambini – perfino di acquisire il consenso dei minori stessi (per quel che vale stante il fatto che si tratta di minori ndr). Non tanto per godere di uno schermo medico legale, quanto molto più sostanzialmente per avvantaggiarsi di quella adesione totale che il paziente anche piccolo è in grado di fornire al suo medico. Se questo si verifica, il nostro operato sarà decisamente molto più semplice, e soddisfacente sia per noi che per il nostro paziente”. Il fattore tempo resta infatti uno dei maggiori agenti provocatori delle controversie che possono insorgere durante tutte le fasi del trattamento. Ecco perché secondo Farronato, un semplice documento che attesti il consenso, non basta a scongiurare la vis polemica continuamente in agguato quando si interviene in un’area delicata come quella della salute. Altre figure assai importanti nell’ambito del Congresso restano anche gli Assistenti alla Poltrona, preziosi collaboratori privi ancora oggi di un preciso inquadramento normativo, e gli Igienisti. Un appuntamento, quello dello Spring Meeting, destinato a far discutere soprattutto per le risposte che darà. Alberto Pezzini Una rondine non fa primavera... (ma il Meeting di ortodonzia, sì) Organizzato al Centro Congressi Il Lingotto, lo Spring Meeting, che si chiamò in un primo momento “Incontro culturale di primavera” nacque a Torino nel 1998 (il 20/21 marzo) allorchè alla Presidenza SIDO vi era Roberto Giorgetti, Ordinario dell’Università di Siena e vice presidente della Fédération Europèenne d’Orthodontie. Tema ispiratore di quell’anno fu “La questione ATM: credenze e verità un approccio multidisciplinare” tema che venne trattato da relatori di calibro internazionale. Tra i più noti J.P. Okeson, R. Slavicek, N. Mehta, M. Korn e M. L. Gelb. Nello Spring Meeting di allora ci fu una prima sessione tecnologica “Information and imaging technology in Orthodontics” ossia lezioni teoriche e pratiche su computer, Internet e trattamento di immagini digitali con un chairman d’eccellenza come Carlo Guastamacchia e due relatori internazionali: S.M. Selzer e R.P. Walker. Le cronache parlano in quella prima edizione di un “Luna Park della tecnologia informatica” con 12 istruttori e di una Mostra merceologica. I partecipanti nel 1998 furono per la precisione 808. Storicamente lo Spring nacque allora con tutta probabilità perché si tentò di unire vari incontri di minor calibro che si susseguivano prima del Congresso di ottobre creando un evento alternativo importante con argomenti e relatori di livello, che in qualche modo attenuassero l’attesa di quel che rimane l’incontro clou della Sido, il Congresso. Lo Spring Meeting non può essere visto tuttavia come momento di preparazione, ma come evento con una vita e personalità che negli ultimi tre anni ha raggiunto le caratteristiche di un Congresso vero e proprio. Non più di un corso come era apparso all’inizio. Le presenze delle scorse edizioni stanno a testimoniare questa mutazione: sia nel 2013 che nel 2014 i partecipanti furono oltre 700, ma al momento in cui andiamo in stampa, allo Spring Meeting di Milano vi sono già 700 pre-iscritti, il che lascia sperare in una edizione molto più affollata. Eventi SIDO 2015 29-31 ottobre 46th International Congress “L’ortodonzia interdisciplinare nel bambino e nell’adulto” - “Cure ortodontiche parodontontali integrate nell’arco della vita” In collaborazione con SIdP Mico North, via Gattamelata 14, Milano 03 FATTI E NOTIZIE IL RUOLO DELL’ORTODONTISTA NEL TRATTAMENTO DELLE APNEE OSTRUTTIVE DEL SONNO Da circa un anno ho iniziato un cammino nel mondo della Medicina del sonno. Ho seguito qualche corso, letto articoli ed il libro “Medicina del sonno per Odontoiatri”, incontrato vari specialisti per poter costruire quella rete interdisciplinare indispensabile al raggiungimento di un buon risultato diagnostico-terapeutico. Non sono e non mi ritengo affatto un esperto della materia ma voglio condividere con voi le mie poche conoscenze su di un disturbo molto frequente nei soggetti di età compresa tra i 40 ed i 65 anni con incidenza del 4% nei maschi e del 2% nelle femmine, e tale da incidere in modo decisamente debilitante sulla qualità della vita di un individuo. In una serie di articoli, cercherò di toccare, in modo non approfondito i vari capitoli inerenti questo interessantissimo argomento che noi Ortodontisti dovremmo conoscere e far diventare un cavallo di battaglia nella pratica quotidiana. Prima di iniziare, voglio rivolgere un particolare ringraziamento all’amico Luca Levrini ed ai suoi collaboratori, dai cui insegnamenti e scritti in materia ho tratto, oltre all’entusiasmo, il materiale per questo articolo. Fig.1 (copertina del libro). La Sindrome delle Apnee Ostruttive (OSAS, Obstructive Sleep Apnea Sindrome). È caratterizzata da episodi, più o meno frequenti, di ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno con conseguente riduzione (ipopnea) o cessazione (apnea) del flusso aereo. Fig.2 (eventi respiratori). Fig.2 Eventi Respiratori Nell’ambito di questa patologia l’Ortodontista ha sicuramente un ruolo da protagonista e deve saper gestire i pazienti con problemi relativi al sonno, partecipando insieme agli altri specialisti coinvolti (pneumologi, neurologi, otorinolaringoiatri, Centri del sonno), alla intercettazione e soluzione di questo importante problema sociale. L’Ortodontista può intervenire su tre livelli: 1- semplice intercettazione del paziente con patologie del sonno ed invio presso un Centro od un clinico competenti 2- intercettazione, partecipazione alla diagnosi e diretta gestione terapeutica 3- esclusiva gestione terapeutica su pazienti inviati da Centri o specialisti del settore. Generazione di odontoiatri ed ortodontisti hanno guardato nella bocca di tantissime persone che soffrivano di disturbi respiratori del sonno senza conoscerne l’esistenza: inserire nell’anamnesi una semplice domanda quale “Soffre di sonnolenza diurna?” può rappresentare il primo passo di diagnosi utile per iniziare il percorso diagnostico e terapeutico del caso. D’altronde, già nel 1902, Pierre Robin propose l’uso di un dispositivo, il monoblocco, per ottenere la protrusione mandibolare e linguale proprio per ampliare i condotti esofagei e tracheali e liberare il tratto orofaringeo. Le apnee di interesse ortodontico sono quelle “ostruttive-periferiche” caratterizzate da cessazione completa (apnea) o riduzione (ipopnea) del flusso oro-nasale per impedimento meccanico.Il paziente OSAS non riesce a raggiungere il sonno profondo ristoratore con conseguente sonnolenza diurna che si associa ad alterazioni delle performance, diminuzione della concertazione e della libido, irritabilità sino al vero e proprio deterioramento mentale. La qualità, personale e lavorativa, della vita del paziente viene gravemente influenzata da questi fattori che possono evolvere in quadri clinici più gravi quali l’ipertensione arteriosa e polmonare, cardiopatia ischemica, infarto e aritmie cardiache. Il russamento rappresenta uno dei sintomi principali dell’OSAS e, soprattutto, il motivo per cui, normalmente, il paziente decide di rivolgersi ad uno specialista del sonno, magari spinto da qualche elemento della famiglia. Se semplice ed isolata manifestazione rumorosa durante il sonno, pur rappresentando un problema sociale per l’individuo, di per sé il russamento non ha rilevanza clinica ma un fenomeno che non può e non deve essere sottovalutato. L’inquadramento clinico del paziente richiede precise e chiare risposte sulle caratteristiche del russamento (periodo di inizio, entità, familiarità), sulle abitudini di vita (alimentazione, fumo, alcool), irrequietezza motoria durante il sonno (specie a carico degli arti inferiori), (AGI) - Washington, 20 feb. - La carenza di sonno può aumentare il rischio di sviluppare il diabete e l’obesità. Almeno questo è quanto emerso da uno studio della University of Chicago, pubblicato sulla rivista Diabetologia. I ricercatori hanno analizzato i dati di un campione di giovani con un’età compresa tra i 19 e i 30 anni, sottoposti a diversi prelievi di sangue, sia in seguito a notti in cui hanno dormito 8 ore e sia quando hanno dormito solo 4 ore. Sono state inoltre prese in considerazione diverse variabili, come ad esempio l’alimentazione. Ebbene dopo solo tre notti trascorse a dormire di meno, 4 ore, i livelli di ormoni dello stress, cioè noradrelina e cortisolo, nel 02 sangue sono risultati aumentati, così come i grassi circolanti al mattino. Inoltre la funzionalità dell’ormone insulina è risultata ridotta notevolmente, cioè si è registrata una condizione molto simile al pre-diabete detta di resistenza all’insulina, che equivale a un minor controllo degli zuccheri nel sangue. 04 nicturia, cefalea al risveglio, stanchezza e sonnolenza diurna. Poiché la comparsa di sonnolenza diurna, come già detto, è la principale espressione della gravità della componente apnoica, è fondamentale approfondirne, in corso di anamnesi, la particolarità in modo più preciso possibile: l’uso della Epworth Sleepness Scale (ESS) è ritenuto un modo semplice ed attendibile per ottenere informazioni decisamente utili. Fig. 3 (scala ESS). In ogni caso, l’esame chiave per l’OSAS. È la polisonnografia, un monitoraggio continuo e simultaneo di vari parametri fisiologici e pato-fisiologici durante un periodo di sonno spontaneo di almeno 6 ore. I parametri presi in considerazione devono essere minimo quattro (russamento, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno e posizione corporea) e la registrazione può anche essere domiciliare. Fig. 4 (polisonnografia). Fig.4 Polisonnografia Al termine di questo articolo vorrei comunque ribadire la difficoltà di acquisire direttamente i pazienti da parte dell’ortodontista che invece deve interagire con pneumologi ed otorinolaringoiatri. Una volta intercettato il paziente, lo inviino, con polisonnografia repertata, alla nostra attenzione per la conseguente terapia. Nella speranza di aver stuzzicato l’interesse di chi magari non è ancora addentro l’argomento, ribadisco l’importanza di non lasciarci sfuggire questo nutrito gruppo di possibili pazienti per la nostra crescita professionale e per l’importanza personale e sociale della patologia. Fig. 3 Scala ESS Tale scala misura il grado della sonnolenza diurna quantificando la probabilità del paziente di assopirsi in 8 specifiche situazioni con un punteggio crescente da 0 a 3. Un punteggio complessivo superiore a 10 viene considerato indice di sonnolenza patologica (grave sopra i 14). Fig.4 Polisonnografia William Manuzzi Tesoriere Nazionale SUSO FATTI E NOTIZIE Ortodonzia: una branca odontotecnica che non sente crisi Sintesi di una conferenza di successo Nella incantevole cornice della città di Rivoli - Torino, l’Antlo NordOvest ha organizzato una conferenza di mezza giornata, sabato 31 gennaio 2015 in materia di ortodonzia tecnica e crisi, con l’Odontotecnico Fabio Fantozzi; l’evento ha attirato al Tulip Inn Hotel, circa cinquanta odontotecnici provenienti da tutto il nord Italia. In quella circostanza, il relatore ha trattato tre principali argomenti: il marketing nei laboratori odon- totecnici che si occupano di ortodonzia, i paradenti per gli sport – sui quali è appena uscito il suo libro edito da Edizioni Martina – , nuove tecnologie 3D in riferimento all’ortodonzia prodotta nei laboratori odontotecnici. Ha iniziato parlando della propria esperienza su come differenziarsi dalla massa. Ha elencato e specificato punto per punto, dei macro argomenti per identificarsi e per essere conosciuti e riconosciuti dai clienti ortodontisti. Ha altresì parlato di come gestire la propria attività che è notevolmente cambiata negli ultimi anni e che ha trasformato l’umile artigiano in un vero e proprio imprenditore d’azienda. Numerosi sono stati i consigli dati ai colleghi su come identificarsi con un logo regolarmente registrato al Ministero di brevetti e marchi, utilizzare un numero verde, ottenere la certificazione di qualità Iso 9001-2008 e molto altro ancora. La branca dell’ortodonzia come dimostrano le statistiche è in continua ascesa rispetto alle altre del comparto odontoiatrico: è un settore che non sente crisi. Estetica è la parola chiave di questo millennio. Nei bimbi, nei giovani e negli adulti, avere una bocca allineata e conforme ai canoni estetici dell’epoca, è una reale esigenza, addirittura maggiore di quella del ripristino ad esempio, di un elemento dentale, magari posto in zona posteriore dove nemmeno è visibile. I fatturati di chi lavora nel comparto ortodontico sono in costante aumento: aziende, studi dentistici e laboratori ortodontici, vivono un momento davvero interessante ma, ciò che è altresì importante, è che bisogna essere al passo con i tempi! Indispensabile è conoscere a fondo le nuove tecnologie in maniera approfondita per fornire ai clienti ortodontisti, prodotti con materiali ad esempio atossici ed anallergici, proporre magari l’utilizzo di microchip per il monitoraggio della tenuta reale ed effettiva degli apparecchi rimovibili da parte dei piccoli pazienti e molto altro ancora. Tutto questo percorso anti-crisi però, dev’essere perfettamente in sincronia con gli operatori odontotecnici ed odontoiatri, che devono essere preparati e cordiali. Con strutture sempre luminose, pulite ed innovative. Perché, come si suol dire….. anche l’occhio vuole la sua parte!!! Fabio Fantozzi Odontotecnico Ortodontista e igienista dentale: storia di competenze e sinergie È ormai cosa pacifica tra le comunità medico-scientifiche e autorevoli studiosi che il successo di un percorso di cura passa attraverso un processo integrato di competenze sanitarie, che han trovato nel contesto internazionale fasi storiche importanti legate all’evoluzione delle scienze mediche. Le continue scoperte in nuove tecnologie nella genetica, biologia ed evoluzione della tecnica comunicativa hanno reso talvolta necessaria una revisione della condotta clinica e la valorizzazione di nuove competenze professionali. Questo sviluppo ha comportato nei Paesi tecnologicamente più sensibili alla prevenzione e alla cura dell’individuo nella sua globalità l’acquisizione di processi nuovi nel team work. L’investimento in competenze specialistiche ha permesso la nascita di profili professionali, come nello specifico è stato per l’ortodonzia e l’Igiene dentale. Queste professioni embrionali si sono così trovate ad interpretare un percorso parallelo e convergente nella loro definizione e affermazione. Gli ortodontisti sono stati i primi a riconoscere fondamentali per il successo della terapia ortodontica protocolli per la cura preventiva delle affezioni del cavo orale e il mantenimento dello stato di igiene orale. Gli stessi fondatori dell’ortodonzia specialistica F.C.Kneisel (1830), Edward H.Angle (1890) “American Society of Orthodontists (1900), Charles Tweed (1930) e altri allievi di Angle come Merrifield LL.,Cross JJ. hanno sviluppato tecniche nuove aggiuntive (1966-1970) come gli Autori dell’ultimo decennio. In America le responsabilità medico legali e le esigenze terapeutiche hanno portato attenzione e investimenti sulle competenze e la formazione della professione dell’igienista dentale, un profilo nato nel 1839 a Baltimora. Alfred C.Fones nel 1913 apre le”Fones Clinic For Dental Hygienists” a Bridgeport, Connecticut, fonda la prima scuola per igienisti dentali coniando il termine “igienista dentale” e divenendo il padre di questa professione sanitaria. Da allora tutta la fase intercettivo-terapeutica e delle problematiche gnatologiche-ortodontiche sono state affiancate da protocolli di prevenzione e interventi preventivi e di cura di igiene orale. L’esordio dell’Igienista dentale ha costituito un valido sostegno in pedodonzia e ortodonzia. Nascono le prime cliniche di ortodonzia e igiene orale ergonomicamente organizzate e finalizzate alla terapia pedodontica, ortodontica e alla prevenzione. Il reciproco rispetto di ruolo e di competenza realizza una sinergia virtuosa, escludendo sovrapposizione e competizione tra profili. Si genera un nuovo modo di operare, in funzione non solo della terapia ma introducendo fasi di cura a gestione del percorso terapeutico. Informazione, comunicazione e compliance trovano forte potenziamento e integrazione di competenze, avendo al centro il paziente e il risultato terapeutico. Dobbiamo molto alle persone che hanno saputo con umile intelligenza guardare al futuro con passione e determinazione riconoscendo limiti e necessità di condivisione professionale nel rispetto etico e deontologico della professione medica e sanitaria Laura Marino Igienista Dentale I bambini sono il paziente ideale per l’attività fondamentale dell’igienista, ossia la prevenzione 05 TESI: ieri, oggi e domani Paola Gandini: da una dissertazione sul canino incluso l’inizio d’una brillante carriera accademica. Torna, dopo anni, il ricordo di quel giorno Magrado l’emozione si ricorda quanti eravate a quella sessione ? ”Era la prima sessione dell’anno e si teneva di luglio. Tenga conto che all’epoca eravamo circa 1300 matricole. Mi sembra di ricordare che fossimo una cinquantina di persone all’incirca.Le ripeto. Ero profondamente emozionata, anche se mi rendevo conto che all’esame di laurea non si bocciasse più ma tutto si limitasse ad una questione di voti. Io quella seduta la vissi però come una tappa fondamentale della mia vita”. Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Pavia dal 1 novembre 2008, Paola Gandini conseguì la Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Pavia il 17 luglio dell’81 discutendo una tesi dal titolo: “Il trattamento chirurgicoortodontico del canino incluso: presentazione di casi clinici”, riportando la votazione di 110 su 110 e lode. Una tesi che avrebbe avuto in seguito anche l’onore della pubblicazione. Nell’ambito di questa rubrica dedicata alle “Tesi ieri oggi e domani” appare pertanto quasi scontata la domanda se vi sia stato qualche motivo particolare che la spinse a scegliere proprio quel titolo. ”C’erano all’epoca grandi possibilità cliniche – ricorda - e molte meno ricerche di natura sperimentale”. Se poi le si chiede cosa ricordi oggi della sua seduta di laurea, sembra non avere la benchè minima esitazione, malgrado siano trascorsi quasi 35 anni, a conferma che la tesi, quasi come il primo amore, non si scorda mai:”Ricordo una grande emozione – dice – Quando il flash del fotografo mi colse durante la discussione, ebbi trenta secondi circa di vuoto totale. Si può dire che rimasi come sospesa”. Per fortuna dopo quegli istanti quasi eterni, il relatore Cesare Brusotti le ridiede il via con un comodissimo “Stava dicendo?...”. “Io allora ripresi il filo del discorso come se nulla fosse accaduto: neanche agli esami mi ero mai sentita così emozionata”. Ricorda quanto tempo impiegò a scrivere quella tesi ? ”Tra la mera stesura e la raccolta dei casi clinici, un anno. Devo dire che i casi erano assai numerosi, come poi ho avuto occasione di riscontrare anche nel prosieguo della mia attività. Mi dovetti arrangiare un po’ da sola. Non esistevano ancora preformati del tipo “La tesi in 12 mosse” (o “Come si scrive una tesi di laurea” di Umberto Eco NdR). Nella redazione della tesi non disponevamo di grandi aiuti, non esistevano i tutor di oggi. Fu questo minor supporto a renderla tutto sommato, più impegnativa”. Che cos’altro le è rimasto impresso di quel giorno fatidico ? “Era venerdì 17 luglio. Tenga conto che io sono nata il 17 di novembre, e sempre di venerdì. Una congiuntura astrale che mi è sempre stata favorevole (tocco ferro mentre lo dico !) Le è capitato di riprendere il tema affrontato nella tesi in altre sue pubblicazioni E nel suo lavoro di ortodontista ? “Nelle pubblicazioni successive, neanche una volta, essendomi occupata di altre problematiche. Come lavoro tout court, invece, i canini inclusi rappresentano una evenienza clinica piuttosto frequente. Gli sviluppi in materia – dal tempo della mia tesi ad oggi – sono stati particolarmente significativi. Oggi si sono sviluppate non soltanto tecniche ortodontiche ma anche chirurgiche, che allora non esistevano. La corretta posizione di un canino superiore incluso nell’economia estetica è diventato un quid di estrema importanza secondo i canoni attuali”. Lei si è laureata nel 1981 ed oggi è un’accademica a 360 gradi. Ha avuto occasione per caso di collaborare successivamente con il suo relatore? “Con il mio relatore, Cesare Brusotti, essendo chirurgo orale, direi non molto, ma con il mio vero maestro, Giuseppe Sfondrini, scrissi gran parte delle pubblicazioni presenti nel mio cursus universitario. “Il rapporto bambino – odontoiatra attraverso la rappresentazione grafica” mi è invece molto cara perchè fu la prima che pubblicai. Cosa le è rimasto di Sfondrini e del suo insegnamento ? “Mi ha insegnato ad aprire il cervello, a non sposare mai soltanto una tesi, ad imparare da tutti. Con lui – in pensione da qualche anno – posso dire di non aver davvero perso la Paola Gandini viene nominata Professore Straordinario per la disciplina “Ortognatodonzia e Gnatologia” con decorrenza 1 novembre 1997 a Pisa. Dal 1 novembre 2007 è divenuta titolare dell’insegnamento di Ortognatodonzia per il Corso di Laurea Specialistico in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Università di Pavia. Dal 1 novembre 2008 è Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Pavia. Tra le sue pubblicazioni più significative: • Villano A, Grampi B, Fiorentini R., Gandini P Correlations between rapid maxillary expansion (R.M.E.) and the auditory apparatus Angle Orthod 2006; 76 (5): 750-756 • Gandini P, Mancini M, Andreani F A Comparison of Hand-wrist Bone and Cervical Vertebral Analyses in Measuring Skeletal Maturation . Angle Orthod 2006;76(6):984-989 • Gandini P., L. Orsi, C. Bertoncini, S. Massironi, L. Franchi. In vitro evaluation of frictional forces generated by three different ligation methods. Angle Orthod 2008;78(5):917-921 • Sfondrini MF, Xheka E, Scribante A, Gandini P, Sfondrini G Reconditioning of self-ligating brackets. Angle Orthod. 2012 Jan;82(1):158-64. Epub 2011 Aug 1. • Scribante A, Sfondrini MF, Fraticelli D, Daina P, Tamagnone A, Gandini P. The influence of no-primer adhesives and anchor 06 pylons bracket bases on shear bond strength of orthodontic brackets. Biomed Res Int. 2013;2013:315023. • Sfondrini MF, Massironi S, Pieraccini G, Scribante A, Vallittu PK, Lassila LV, Gandini P. Flexural strengths of conventional and nanofilled fiber-reinforced composites: a three-point bending test. Dent Traumatol 2014;30:32-5. Co-autrice di libri • ORTOGNATODONZIA - Diagnosi G. Sfondrini, P. Gandini, D. Fraticelli Ed. Masson Milano, 1997 • Odontoiatria per il Pediatra Capitolo 1 Cenni di crescita cranio-facciale. Dismorfosi craniofacciali Capitolo 2 Eruzione dentaria dei denti decidui e dei denti permanenti. Patologia dell’eruzione dentaria e anomalie dentali Capitolo 8 Ortodonzia e ortopedia-dentofacciale in dentizione mista Pacini editore, Pisa 2007 • ORTOGNATODONZIA - Terapia G. Sfondrini, P. Gandini, MF Sfondrini, V Cacciafesta, D. Fraticelli Ed. Martina, Bologna 2008 • Bimbi in acqua Cap.9.3 Cavità orale e suggerimenti Ed. Magenes, Milano 2014 familiarità, perché collaboro anche con la figlia, Maria Francesca, persona squisita e molto preparata, con cui ho scritto molte altre pubblicazioni.” Corsi e ricorsi storici, avrebbe detto Vico. Intervista a cura di Alberto Pezzini Nascita e sviluppo del sindacato ortodontico raccontato da Bologna (2a parte) Il S.U.S.O. fino al 1994 è l’unica sigla sindacale a rappresentare la categoria nei rapporti con le Istituzioni , ma alla fine del secolo si verificano alcuni eventi destinati a mutare il panorama ortodontico italiano. Nel 1994 viene fondata da un gruppo di medici specialisti in Ortodonzia una nuova Associazione, denominata A.S.I.O. (Associazione Specialisti Italiani in Ortodonzia). Il primo Presidente che resterà in carica per il biennio 1994-1996 è il Dr. Massimo Ronchin. Il rapporto tra le due sigle, che vorrebbero entrambe rappresentare l’Ortodonzia nel nostro Paese, è subito difficile anche se ambedue gli schieramenti tengono numerosi incontri collegiali con l’intento di arrivare ad una Associazione unica per potere di fatto avere una rappresentanza più forte sia a livello Nazionale che Europeo. Quando nel 1997 anche L’A.S.I.O. decide di fere domanda per entrare nell’ E.F.O.S.A. si instaura un contenzioso con la Federazione Europea che chiede al nostro Paese di avere un unico organo di categoria come rappresentanza . Nel 1999 a Strasburgo ,sotto la Presidenza del Dr. M. Rosa, i Presidenti Asio e S.U.S.O. trovano un accordo che permette di portare sotto un’unica sigla F.I.S.O. ( Federazione Italina degli Specialisti in Ortodonzia) la rappresentanza del nostro Paese all’interno dell’E.F.O.S.A. Paolo Picchioni e Attilio Ferrini Specialisti del S.U.S.O e di A.S.I.O. rimangono uniti nel F.I.S.O. per parecchi anni, partecipando con i loro rappresentanti ai meeting E.F.O.S.A. e portando un comune contributo alla crescita dell’Ortodonzia sia nel nostro Paese che in ambito C.E.E. Purtroppo nel 2006, senza dare preventivo avviso, l’A.S.I.O. disdetta l’accordo con il S.U.S.O., non rinnovando il F.I.S.O. e in questo modo si priva dell’apporto di tutti gli Specialisti Italiani aderenti al S.U.S.O. In questi anni il S.U.S.O. ha comunque continuato la sua opera di diffusione all’interno del Paese ,dotandosi di ulteriori nuovi strumenti per raggiungere gli Iscritti e migliorare i propri servizi. Nel 2002 S.U.S.O. News, notiziario d’informazione del S.U.S.O., viene rinnovato nella sua veste editoriale con contenuti più ampi e sempre cogenti relativamente alle problematiche del settore. Vengono pubblicati numerosi articoli a firma di esperti su svariati argomenti: la legge sulla sicurezza del lavoro (626), le normative E.C.M., il tariffario ortodontico, e aggiornamenti in tema legale, fiscale ,di consulenza del lavoro e tanti altri. Il Giornale si propone di informare l’Associato a 360°su nuove leggi e normative di interesse per la categoria e ospita inoltre al suo interno una sezione destinata alle domande. Nel contempo anche il Servizio assicurativo viene migliorato con l’aggiornamento periodico delle polizze già esistenti e la messa in cantiere di nuovi progetti quali “Investo nell’Orto” che richiederanno parecchi anni di incontri e di riflessioni prima di vedere la luce , ma che oggi sono realtà. Nel 2005 il S.U.S.O. costituisce il R.E.O.I. (Registro Italiano Esercenti l’Ortodonzia) che vuole essere uno strumento identificativo per tutti coloro che intendano notificarsi come esercenti l’Ortodonzia: il Registro potrà consentire di identificare al suo interno Specialisti Odontoiatri con pratica esclusiva o prevalente, liberi professionisti o pubblici dipendenti : tale organismo ha permesso di annoverare al suo interno tutti coloro che esercitano l’Ortodonzia secondo le leggi del nostro Paese, attribuendo a ciascuno la possibilità di elencare le proprie qualifiche professionali. Nel 2007 A. Ferrini , che con la sua tenacia, la sua energia, la sua lungimiranza ed il suo entusiasmo è stato al timone del Sindacato per oltre 25 anni lascia il testimone al Vice Presidente Paolo Picchioni che guiderà il S.U.S.O. fino al 2013. Nel corso del suo mandato nasce il Forum nazionale sulla professione ortodontica con l’intento di informare i Colleghi per quanto inerente l’evoluzione della professione e soprattutto studiare le regole del mercato globale ed approfondire le novità in campo legale, fiscale e medico legale. Il I Forum si svolge a Rimini nel 2008 e poi fanno seguito il II nel 2010 a Bologna ed il III nel 2012 sempre a Bologna. Il Forum permette al S.U.S.O. di portare le sue proposte non solo agli Associati ma a tutti i Colleghi che hanno un interesse nella disciplina Ortodontica. In questi anni viene modificata e aggiornata la polizza R.C. , con l’introduzione di nuove clausole e agevolazioni per gli iscritti, soprattutto i giovani laureati e coloro che esercitano solo in consulenza ; per dare una maggiore continuità all’aggiornamento sui temi fiscali viene chiamato il Dr. M. Tonini di Torino, in stretto contatto con la sede nazionale, come esperto fiscale del Sindacato. La consulenza legale continua ad essere affidata all’Avv. R. Longhin, ormai diventato uno dei maggiori esperti a livello nazionale. Nel 2013 alla scadenza del secondo mandato il Consiglio Direttivo S.U.S.O. si presenta dimissionario in toto per favorire il giusto ricambio generazionale e permettere quindi al Sindacato di rinnovarsi profondamente per potere essere in grado di affrontare con rinnovata energia ed entusiasmo le sfide del domani. Pietro di Michele e Paolo Picchioni Pietro Di Michele è eletto alla Presidenza del Consiglio Direttivo insieme ad alcune colonne portanti del Sindacato, che avranno il compito nei prossimi anni di formare ed educare i giovani, eletti rappresentanti e che rappresentano il futuro della professione e saranno i nuovi Dirigenti del Domani. Questo Consiglio Direttivo in cui si fondono la preparazione e l’esperienza dei più anziani con la tenacia e l’entusiasmo dei colleghi più giovani è una garanzia per augurare al S.U.S.O. altri 50 anni di una storia di successi. Paolo Picchioni Past President Silvio Palazzi ed il suo contributo allo sviluppo dell’Ortodonzia della Scuola di Pavia Direttore della Clinica Odontoiatrica dell’Università di Pavia dal 1925 al ‘62, Silvio Palazzi (1892-1979), fu una delle più importanti ed attive personalità della Storia dell’Odontoiatria Italiana. Autentico pioniere e studioso insigne, nel corso del suo lungo magistero si occupò di tutte le branche dell’Odontostomatologia, privilegiando la parodontologia, l’istologia l’endodonzia e la legislazione odontoiatrica. A pochi, tuttavia, è noto che fu uno dei primi studiosi in Italia ad occuparsi di ortodonzia. Già sin dai primi anni Trenta, nella pubblicazione Linee direttive moderne in ortopedia dentofacciale, pubblicata negli “Atti e Memorie della Società lombarda di Chirurgia” del 1933 descrisse alcuni concetti fondamentali sull’azione terapeutica dell’arco linguale, tematica ripresa l’anno successivo in un lavoro dal titolo “Azione rapida dell’arco linguale in diversi casi di malocclusione” presentato su “La Stomatologia” dove vengono esposti 12 casi trattati col metodo dell’arco linguale: una delle prime osservazioni di tale metodica in Italia. Ma al Palazzi spetta precipuamente il merito di essere antesignano della ortodonzia funzionale, dato che a partire dal 1936 diffuse per primo nel nostro Paese il sistema di Andresen-Haupl. Come è noto Viggo Andresen (18701950) fu l’inventore di un apparecchio ortodontico di contenzione rimovibile che denominò “attivatore”; assieme a Karl Haupl (1893-1960) diede origine al “sistema norvegese” nell’ambito dell’ortopedia funzionale dei mascellari. Nella pubblicazione “Alcuni concetti sul cosiddetto sistema di cura ortopedico funzionale di Andresen” edita nel 1939 nel volume commemorativo in onore del prof. Amedeo Perna, Palazzi esponeva i capisaldi di tale metodo di cura ortopedico, affermando con orgoglio “il grande valore sociale per i lusinghieri risultati che può offrire e per la modestia dei mezzi coi quali è possibile realizzarli” Recatosi personalmente ad Oslo, Palazzi importò per primo il sistema in Italia, propagandandolo presso la clinica da lui diretta. Non è azzardato dire, pertanto, che divulgando tale tecnica, operò una svolta epocale in tempi in cui in Italia l’Odontoiatria generale faticava ad affermarsi come disciplina scientifica. Vennero avviati studi clinici sull’argomento e i modelli di studio furono per molto tempo conservati presso il Museo della Clinica odontoiatrica pavese, a testimonianza del successo; nel 1942 venne anche realizzato un filmato a scopo didattico per consentire agli specializzandi, ai dentisti pratici ed agli studiosi una maggiore comprensione del metodo. Venne proiettato per la prima volta in una riunione dell’ARPA Italica (Associazione sullo Studio delle Pradenziopatie) tenutasi in quell’anno a Milano. Gli studi su tale metodica furono poi proseguiti nel decennio successivo in collaborazione con l’Istituto Stomatologico Italiano, con il contributo di Oscar Hoffer (1907-1984) iniziatore di una vera e propria Scuola Ortodontica italiana; i casi clinici ed risultati ottenuti dalla proficua unione delle due scuole lombarde vennero pubblicati sul n. 4 della Rivista di Odontoiatria e Ortognatodonzia del 1948 con il titolo “Dieci anni di esperienza con il sistema di ortopedia funzionale” . Da ricordare infine che Silvio Palazzi scrisse un trattato di Ortodonzia, edito per i tipi di Ulrico Hoepli nel 1937, nell’ambito di una collana di volumi dedicati all’odontoiatria pratica. Un volume di 258 pagine, con 367 illustrazioni nel testo e un atlante in appendice con tavole e 124 figure. La dedica iniziale è per Amedeo Perna (1875-1948), cattedratico a Roma, allora “uomo forte“ dell’odontostomatologia italiana. Nella prefazione l’Autore afferma che “in Italia non è mai stato scritto un “compendio” di Ortodonzia” . Il che corrisponde in parte al vero, perché Beniamino De Vecchis (1886-1972) aveva pubblicato, l’anno precedente il “Trattato Analitico di Ortodonzia” che può essere considerato il primo trattato di Ortodonzia in Italia. Un’opera articolata, complessa, rivolta non tanto al dentista pratico quanto al cultore specialistico della nascente materia: il Palazzi volle quindi sottolineare come un’esposizione sintetica di una branca così complessa fosse destinata anche al dentista generico, che poteva trovare nella pratica quotidiana casi da trattare. Sempre nella prefazione afferma che “ possiamo elevare un piano divisorio tra un passato remoto, dell’ortodonzia sistematica, uno prossimo, dell’ortodonzia sistematica creata da Angle ed un presente offerto dall’ortodonzia pratica” moderna. Certamente una concezione all’avanguardia per i tempi. Paolo Zampetti Damaso Caprioglio 07 incontri e congressi L’ortodonzia può avere un ruolo importante In Regione Lombardia Convegno sull’odontoiatria di comunità “Dal bisogno reale alla risposta in tempo di crisi”, dichiarazione di intenti di prospettiva a sottoscrivere il titolo del convegno dedicato all’Odontoiatria di Comunità, tenutosi presso Palazzo Lombardia il 9 Febbraio, con l’egida e guida della III Commissione Sanità e Politiche Sociali della regione. Esordio affidato al Presidente della Commissione, Fabio Rizzi, il quale descrive uno scenario allarmante, secondo cui nell’attuale situazione socioeconomica, il 60% della cittadinanza rinuncia alle cure odontoiatriche. Si profila l’esigenza di stimolare attraverso l’incontro, un dibattito tecnico, scientifico e politico, orientato al problema del mancato accesso alle cure. L’attenzione è rivolta alla riforma del sistema socio sanitario lombardo, attualmente in discussione, al quale l’incontro fa da preludio anche nelle parole di Carlo Borghetti, Presidente del Comitato Paritetico di controllo e Valutazione delle Politiche regionali. “All’interno della riforma sanitaria, dobbiamo agire su due binari principali: promuovere la formazione e la cultura della prevenzione e incentivare l’odontoiatria pubblica”. La relazione con le tematiche ortodontiche è indiretta. Interviene Laura Strohmenger, in veste di Delegata Nazionale OMS, che indica alcune proposte: indagine epidemiologica sulla patologia orale nonchè specifica formazione all’odontoiatria di comunità per gli operanti nel settore. Di fragilità economica si è occupato Mario Longo, membro esperto ISS, riportando dati che motivano l’alta incidenza del bisogno a fronte di insufficiente accesso alle cure e che ha ribadito la necessità di partenariato pubblico-privato, attraverso i Services. Il tema dei Services Odontoiatrici è stato anche toccato da Enrico Gherlone, dando luce a una possibile Proposta Programmatica di Odontoiatria Sociale Volontaria. Luca Levrini è intervenuto sul ruolo della prevenzione, riconoscendo indicazione ad agire nel contesto all’igienista dentale, mandatario della missione, ma anche all’odontoiatra, cui in modo legittimo spettano i compiti di prevenzione e riabilitazione (legge 409/1985). Pertinente campo di azione riguarda problematiche a carattere clinico-disfunzionali (come precancerosi e disturbi dell’atm) ma anche dal risvolto sociale, quali la dismissione da fumo e il trattamento dell’OSAS. Possibili spiragli di evoluzione: l’intervento strutturato sulla prima infanzia nelle scuole, come secondo modello virtuoso della vicina Svizzera. È evidente che dismorfismi come la riduzione del diametro trasverso del palato ed il morso aperto dento alveolare potrebbero essere intercettate precocemente, cosi come l’apnea notturna ostruttiva. Stesso discorso vale per le discrepanze tra occlusione e relazione centrica. In tal senso l’ortodonzia si pone come alleato importante nella genesi di progetti di odontoiatria di comunità o sociale che pongono la prevenzione e la cura del fragile come primo intento. Silvia Margherini S.Martino di Castrozza Il suso al 1° “Memorial Francesca Ada Miotti“ Anche quest’anno, nella splendida cornice delle montagne di S. Martino di Castrozza (TN), si è svolto dal 22 al 24 gennaio l’XI ° raduno invernale organizzato da Antonio Maria Miotti, Direttore della Struttura Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale “Centro di Riferimento per la Diagnosi e il Trattamento delle Malocclusioni su Base Scheletrica” dell’AOU S. Maria della Misericordia ((Udine), col patrocinio e collaborazione di SUSO, SIDO, SIOF e SICMF. Per 10 anni l’evento è stato dedicato dal sodalizio degli odontoiatri, odontostomatologi e dei chirurghi maxillo-facciali ospedalieri del Triveneto in ricordo di Giuseppe Rossi, primario di Chirurgia maxillo-facciale a Venezia, Maestro della disciplina in Italia. Quest’anno, per iniziativa del Presidente SUSO e SIOF Pietro di Michele, l’incontro si è svolto nel ricordo di Francesca Ada Miotti, titolare della Cattedra di ortognatodonzia e Direttore della Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Padova, mancata nel 2013 che riposa a S. Martino di Castrozza. Con una breve presentazione gli allievi ne hanno ricordato la figura ricca non solo di non comuni doti professionali e scientifiche, ma di grande capacità umana nel coagulare attorno a sè i giovani infondendo loro la passione per l’Ortodonzia e trasformando un gruppo di colleghi in uno di veri amici. Il Congresso è stato aperto da Fulvio Campolongo, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontostomatologia dell’Azienda per i Servizi Sanitari di Trento e Presidente del Collegio italiano dei primari ospedalieri di Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo-Facciale e da Pietro di Michele, il quale ha portato agli oratori e partecipanti il saluto del Direttivo SUSO portando all’uditorio il suo personale ricordo di Francesca Miotti. Il primo giorno si è svolto il Tavolo Tecnico del Collegio Italiano dei Primari Ospedalieri di Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo-Facciale, riservato a responsabili di struttura specialistica ospedaliera, per l’elaborazione di uno specifico documento sugli ambiti di competenza in Chirurgia Orale di Odontoiatri e Chirurghi Maxillo-Facciali. Successivamente, come di consueto, il convegno è stato indirizzato all’approfondimento delle tematiche etiche e medico legali nell’attività clinica, con particolare attenzione alla responsabilità professionale nell’esercizio della Chirurgia Implantologica e Ortognatica. Nelle due giornate, anche due interessanti corsi di aggiornamento: “Protesi definitiva immediata in Implantologia: chimera o concreta opzione?”, tenuto da Giuseppe Castorina con la collaborazione di Giuseppe Ferronato, Direttore della Clinica di Chirurgia Maxillo Facciale e della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia presso l’Università di Padova, di Franco Pittoritto e Gabriella Ceretti “Ortognatodonzia e Chirurgia Ortognatica: implicazioni medico legali” al quale hanno preso parte Giuseppe Ferronato, Fulvio Campolongo e noti esponenti della Medicina Legale (Claudio Buccelli, Pierpaolo Di Lorenzo, dell’Università Federico II di Napoli e Dario Betti dell’Università di Padova). Al termine come è tradizione negli incontri di S.Martino di Castrozza, si sono aperte varie tavole rotonde alle quali l’uditorio ha preso parte con grande vivacità a testimonianza del grande interesse riscosso dai vari temi in discussione Gabriella Ceretti Franco Pittoritto 08 A Roma la vii Conferenza nazionale sui dispositivi medici Si è svolta a Roma, il 18 e 19 dicembre la VII Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici (DM). Nella prestigiosa sala dell’Auditorium Antonianum, si sono messi a confronto la Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute e gli operatori che giornalmente lavorano in quest’ambito: fabbricanti, sperimentatori, responsabili di registrazione e clinici. I alla III: Classe I – basso rischio (es. cerotti, occhiali correttivi); Classe IIa – rischio medio basso (es. lenti a contatto, materiali per otturazioni dentarie); Classe IIb – rischio medio alto (es. apparecchiature a raggi X); Casse III – alto rischio (es. stent coronarici, protesi articolari e valvolari ecc.) e dispositivi impiantabili attivi (es. pacemakers). Pertinente e pregnante, quindi, il tema della VII edizione della Salute on. Lorenzin è stato pragmaticamente dedicato alla sostenibilità del SSN, la cui gestione deve essere volta ad identificare soluzioni che tengano conto dell’indispensabile sviluppo che il settore deve continuare a mantenere e dei crescenti vincoli di bilancio e di riduzione della spesa. Nella documentazione illustrata durante la Conferenza val la pena di menzionare la pubblicazione “Le indagini nel settore, il rapporto annuale su produzione, ricerca e innovazione nel settore dei DM in Italia, secondo cui le prime 10 province per specializzazione territoriale dei DM in Italia sono situate a Nord ( ad esclusione di Chieti) con le prime 3 regioni per concentrazione di imprese di produzione rappresentate da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Bolzano rappresenta la provincia di specializzazione nel settore dentale. A conclusione di Da ricordare che i DM vengono suddivisi in classi in base al rischio derivante dall’utilizzo e che la classificazione è proposta sulla base di: (1) destinazione d’uso del dispositivo, (2) durata di utilizzo, grado di invasività, (3) modalità di funzionamento, (4) organo in cui il dispositivo eserciti la sua funzione. Tre le classi di appartenenza dei dispositivi in base al grado di rischio in aumento dalla della Conferenza, ossia garantire efficacia, sicurezza e innovazione per una crescita sostenibile. Articolata in 2 giornate, la Conferenza ha visto lo svolgimento di sessioni e workshop di approfondimento tenuti da i vari protagonisti coinvolti nel sistema, inclusi esperti nazionali ed europei provenienti sia dalle istituzioni che dal mondo universitario ed industriale. L’intervento del Ministro cliniche dei Dispositivi Medici” una “guida “ pratica alla vigente normativa nazionale ed europea in materia di svolgimento di indagini cliniche che coinvolgano i DM ed al ruolo del Ministero della Salute nel processo di autorizzazione di tali indagini. Curato dal Centro studi di Assobiomedica, uno dei principali rappresentanti associativi delle imprese operanti questo breve resoconto, le parole di Stefano Rimondi, Presidente di Assobiomedica, pronunciate nel corso del suo intervento: “Noi non facciamo lobby, facciamo cultura”. Una filosofia che il SUSO si sente di condividere pienamente. Monica Castellano Consigliere Nazionale SUSO Partnership tra SUSO e Reale Mutua Assicurazioni Reale Mutua Assicurazioni e SUSO hanno studiato un’esclusiva collaborazione per tutelare i propri iscritti attraverso tre distinte aree di interesse che abbiamo il piacere di illustrare di seguito: INVESTO NELL’ORTO 1 Tutti gli operatori del settore ortodontico avranno la possibilità di fidelizzare ulteriormente i propri clienti, dedicando loro un servizio in più: “Investo nell’orto”, che offre ai genitori dei pazienti under 18, che si sottopongono ad un’assistenza correttiva dell’apparato dentario (escluse pertanto le cure dentistiche) l’opportunità di beneficiare di condizioni esclusive presso i professionisti associati al SUSO. Tramite una polizza vita di accantonamento flessibile e conveniente, (CRESCITA REALE ZERODICIOTTO) i genitori dei giovani potranno mettere da parte, anno dopo anno, una somma che potrà tornare utile in caso di necessità per sostenere i costi di cure ortodontiche convenzionate. Inoltre potranno proteggere il giovane paziente dagli infortuni più gravi con un’offerta economicamente vantaggiosa che aderisce perfettamente ad ogni necessità. I vantaggi del paziente sono pertanto evidenti, ma anche chi esercita l’attività odontoiatrica può trarne notevole beneficio: avrà infatti la possibilità di fidelizzare ulteriormente i suoi clienti e, soprattutto, di godere della tranquillità nei pagamenti delle prestazioni. di previdenza complementare dedicata tramite il piano individuale pensionistico Reale Mutua CENTO STELLE che risulta essere tra i migliori sul mercato in termini di costi/ rendimenti. L’accantonamento periodico consentirà loro di disporre di una pensione complementare al termine dell’attività lavorativa e di beneficiare nel frattempo di un importante risparmio fiscale. INVESTO NELL’ORTO 3 TRATTAMENTO FINE RAPPORTO PER COLLABORATORI Gli associati avranno la possibilità di accantonare, tramite una polizza vita a rivalutazione del capitale (CAPITALE AZIENDA REALE), le quote annue del Trattamento di Fine Rapporto dei singoli collaboratori dello studio. Ufficialmente certificato da Reale Mutua Assicurazioni tramite una quietanza di pagamento, l’accantonamento andrà a costituire un capitale rivalutato annualmente con rendimenti interessanti e costanti nel tempo col vantaggio della disponibilità della somma per la liquidazione del dipendente. In via esclusiva sarà possibile regolarizzare tutto il pregresso maturato con una formula personalizzata di rateizzazione (senza costi). Reale Mutua Assicurazioni Agenzia Torino Cavour Dott. Paolo Garbaccio INVESTO NELL’ORTO 2 PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER ASSOCIATI Le pensioni pubbliche sono destinate a ridursi sistematicamente aumentando il gap previdenziale, cioè la differenza in percentuale tra la pensione pubblica percepita e l’ultimo reddito da lavoro. Conseguenza? La perdita di potere d’acquisto. I professionisti associati al SUSO potranno aderire ad una forma 09 BOTTA E RISPOSTA Con questo numero diamo inizio alla rubrica “Botta e risposta”. Si tratta, come dice il nome, di una sorta di sportello di informazioni, dall’accesso naturalmente gratuito, creato a servizio esclusivo dei lettori, i quali sono invitati ad alimentare la Rubrica con i loro quesiti. Vi daranno di volta in volta autorevole risposta gli esperti “reclutati” da Suso per venire incontro alle esigenze informative dei lettori. Per intuibili ragioni di spazio si prega di porre le domande in modo più possibile sintetico. 1. Ho firmato un contratto con una clausola di non concorrenza che mi penalizzerebbe di 20.000 € se me ne andassi e aprissi uno studio con un collega conosciuto all’interno della struttura, entro un anno dalla conclusione del mio contratto. La ortodontista che ho conosciuto qui, mi ha detto che suo marito cercherebbe una collaborazione per il suo studio. Ma anche se me ne vorrei andare da questo posto non vorrei complicazioni”. 2. Un nonno è arrivato per una visita ortodontica di due gemelli dicendomi che gli erano in affido. Faccio la visita, prescrivo rx e la volta successiva vengo a conoscenza che il nonno non è tutore dei ragazzi ma lo è il papà. Chiedo allora la delega, che mi arriva solo per uno dei due su cui ho fatto la relazione. Ora nonno e avvocato del nonno chiedono quella anche dell’altro ma io non intendo fare una relazione su una visita estorta dalla mia buona fede. Cosa devo fare? 3. Quanti tipi di siti esistono, come vengono venduti e cosa sono questi domini? Ti riferisco quello che c’è scritto sull’informativa alla realizzazione del mio sito. “Mio Sito Web- Ti garantiamo in un unico abbonamento e senza alcun costo aggiuntivo: design e grafica personalizzata, strategie di visibilità rivolte a incrementare il numero di visite,- registrazione del dominio, 5 account e-mail, possibilità di aggiornamenti dei contenuti del sito, dei testi e delle immagini direttamente on line, creazione di gallerie di immagini e album fotografici, pubblicazione di video di presentazione dell’attività su You Tube, integrazione con il servizio Google Places per visualizzare direttamente sulle mappe interattive il posizionamento della propria attività. Il prezzo è di 1.000 € iva inclusa, con la possibilità di suddividere il pagamento in due tranche. La prima rata di 500 € coinciderà con la data di inizio lavoro da parte dei nostri web master, la successiva di importo di 500 € sarà corrisposta con la consegna del sito da noi realizzato”. Ho fatto il primo pagamento il 18 giugno 2013 e il saldo alla consegna il 13 gennaio 2014. A parte il fatto che non ho i 5 account e-mail, che non ho capito di quali strategie di visibilità si parli e che non mi è stata data la possibilità di aggiornare io direttamente i miei contenuti, ma devo passare sempre attraverso un loro tecnico, a gennaio mi è arrivata la seguente mail: Gentile dott.ssa XXX, le comunico che ad oggi non risulta ancora il pagamento relativo al rinnovo del Sito Web per l’importo di 486,78 € iva inclusa con scadenza 12 gennaio 2015. Dopo le mie proteste, mi hanno detto al telefono che dovremo trovare un accordo altrimenti il sito verrà oscurato. Io non ho nessuna intenzione di cedere a questo ricatto. Cosa devo fare?” Il parere Il quesito n.1 non è di facile soluzione perché, non conoscendo il tenore della clausola, si deve presumere che sia causalmente giustificata da un corrispettivo altrimenti sarebbe invalida. Ammettendone astrattamente la validità l’ortodontista che ha assunto il vincolo di concorrenza è tenuto a rispettarlo, esercitando sostanzialmente in rapporto di esclusività la sua collaborazione. Qualora la clausola abbia una previsione di durata neppure lo scioglimento del contratto di collaborazione o la sua conclusione potrà eliminare il vincolo, la cui violazione lo esporrà al rischio di dover sborsare la somma dovuta a titolo di penale. La delicatezza del caso induce quindi a doverosa cautela, specie nell’impossibilità di una analisi diretta della clausola e del contratto in cui è inclusa. Il quesito n. 2 lascia trasparire una leggerezza dell’ortodontista per aver eseguito una prestazione su un minore senza far sottoscrivere al nonno il conferimento di incarico in qualità di legale rappresentante dei due minori. Spot e azioni giudiziarie contro medici accusati ingiustamente di malpractice Una recente interrogazione ha posto in evidenza la sempre più diffusa presenza sui giornali di pubblicità di studi legali o di associazioni di consulenza medicolegale che invitano a rivolgersi ai loro servizi per fatti di malasanità. Nell’interrogazione si sottolinea che tutta l’attività dei medici italiani è drammaticamente gravata dall’incremento continuo delle richieste risarcitorie e da un contenzioso medico-legale a dismisura che toglie agli operatori sanitari ogni possibilità di sereno svolgimento della propria attività professionale. Tali messaggi pubblicitari sempre più diffusi sulla stampa non consentono di distinguere la complicanza 10 dall’errore professionale e al tempo stesso veicolano l’idea che ogni prestazione sanitaria non seguita da guarigione sia ascrivibile a malasanità e sia automatica fonte di lauti risarcimenti, per di più senza alcun esborso economico. Nell’interrogazione si chiede quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere anche sul piano normativo, in merito a quanto esposto tenendo anche conto delle legittime e diffuse preoccupazioni espresse da società scientifiche, sindacati, ordini professionali e associazioni di cittadini. (A cura dell’Ufficio Legislativo Fnomceo) A prescindere da ciò, l’interrogativo trova soluzione nella disciplina della privacy. La relazione chiesta dal nonno configura un accesso ai dati sensibili di un paziente da parte di un soggetto non legittimato, non essendo investito di alcuna funzione sul minore per il quale non ha delega. L’ortodontista dovrà per il secondo gemello ovvero assumersi il rischio di possibili contestazioni qualora preferisca consegnare egualmente le relazioni di entrambi i pazienti. Il quesito n. 3 sembra sottintendere un contratto di abbonamento concluso a distanza con scadenza annuale. La richiesta di pagamento del canone corrispettivo del servizio, pur se giustificata dalla scadenza del termine annuale, può essere rifiutata a fronte dell’inadempimento del fornitore alle obbligazioni assunte e non rispettate. L’ortodontista dovrà contestare formalmente le prestazioni non fornite e chiedere di riceverle condizionando il pagamento del canone solo dopo l’adempimento del contratto, diffidando dall’oscurare il sito, altrimenti si rivolgerà al Tribunale per la tutela delle proprie ragioni. Avv. Roberto Longhin Consulente Legale SUSO novità fiscali CIRCOLARE n. 1/2015 COMUNICAZIONE SPESE MEDICHE AL SISTEMA TESSERA SANITARIA A decorrere dal 2015 le ASL, gli ospedali, le farmacie, le strutture per l’erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa, gli iscritti all’Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri, dovranno inviare al Sistema Tessera Sanitaria i dati delle spese mediche, detraibili o deducibili, sostenute dai contribuenti. Le specifiche tecniche e le modalità operative relative alla trasmissione telematica dei dati dovranno essere pubblicate nel sito Internet del sistema Tessera Sanitaria. TRASMISSIONE CERTIFICAZIONI Un nuovo adempimento viene previsto per i sostituti di imposta, che dovranno trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate le certificazioni delle ritenute di imposta trattenute entro il 7 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento. Nel caso di mancata trasmissione viene disposta una sanzione di euro 100,00 per ogni certificazione non inviata. Di conseguenza i sostituti di imposta: • entro il 28 febbraio 2015 (termine che, cadendo di sabato, deve ritenersi differito a lunedì 2 marzo), devono consegnare ai propri sostituti la certificazione dei redditi erogati relativa al 2014; • una settimana dopo, entro il 7 marzo 2015 (termine che, cadendo anch’esso di sabato, deve ritenersi differito a lunedì 9 marzo), i sostituti di imposta devono trasmettere telematicamente le predette certificazioni all’Agenzia delle Entrate, sulla base del modello, delle istruzioni di compilazione e delle specifiche tecniche approvato dall’Agenzia delle Entrate. SOMME RIMBORSATE IN BASE AL MODELLO 730 E RITENUTE VERSATE IN ECCESSO A decorrere dal 2015 le somme rimborsate ai percipienti sulla base dei modelli 730 sono compensate dai sostituti di imposta utilizzando esclusivamente il modello F24. Non sarà più possibile effettuare una compensazione diretta con gli importi da versare, ma dovrà essere in evidenza sul modello F24 l’importo del credito risultante dalle somme rimborsate. Inoltre non sarà più possibile, per i sostituti d’imposta, effettuare le cosiddette compensazioni interne di ritenute versate in eccesso. Anche per tali eccedenze la compensazione potrà solo avvenire utilizzando il modello F24. AUTORIZZAZIONE PER EFFETTUARE OPERAZIONI INTRACOMUNITARIE I soggetti che intendono operare in ambito intracomunitario possono essere iscritti nell’archivio VIES senza più attendere il periodo di 30 giorni precedentemente richiesto per i controlli. L’esclusione dal registro VIES può essere, tuttavia, disposta nel caso in cui i predetti soggetti non presentino alcun elenco riepilogativo delle operazioni intra comunitarie per quattro trimestri consecutivi. I soggetti esclusi, ove si manifesti successivamente l’esigenza di effettuare operazioni intracomunitarie, potranno comunque nuovamente richiedere l’inclusione nella Banca dati VIES. SOLIDARIETÀ APPALTI Cancellata la responsabilità solidale nell’ambito degli appalti di opere o servizi relativa alle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente. VOLUNTARY DISCLOSURE La L. 15/12/2014 n. 186 contiene disposizioni in materia di emersione e rientro di Capitali dall’estero. In particolare è disposto che l’autore della violazione degli obblighi dichiarativi, commessa fino al 30/09/2014, possa avvalersi della procedura di collaborazione volontaria per l’emersione delle attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute all’estero, per la definizione delle sanzioni per le eventuali violazioni di tali obblighi e per la definizione dell’accertamento mediante adesione ai contenuti dell’invito al contradditorio. A tal fine è tenuto a: • indicare spontaneamente all’Amministrazione finanziaria, presentando apposita richiesta, tutti gli investimenti e tutte le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all’estero, fornendo i relativi documenti e le informazioni per la determinazione dei redditi che sono serviti a costituirli o acquistarli e dei redditi che derivano dalla loro dismissione o utilizzazione; • versare (in unica soluzione o in 3 rate mensili di pari importo) le somme dovute entro il 15° giorno antecedente la data fissata per la comparizione, o le somme dovute in base all’accertamento con adesione entro 20 giorni dalla redazione dell’atto. In deroga alla determinazione analitica dei redditi oggetto di regolarizzazione, nei casi in cui la media delle consistenze risultanti al termine di ciascun periodo di imposta non ecceda 2.000.000 di euro, su istanza del contribuente, gli uffici potranno applicare un coefficiente di redditività nella misura del 5% al valore complessivo della consistenza di fine anno. Sul reddito forfetario così calcolato si dovrà applicare l’aliquota del 27%. La collaborazione volontaria, la cui procedura può essere attività solo fino al 30/09/2015, non è ammessa se la richiesta è presentata dopo che il soggetto interessato abbia avuto formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche o dell’inizio di qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali, per violazione di norme tributarie, relativi all’ambito di applicazione della procedura di collaborazione. Con la voluntary disclosure è anche possibile regolarizzare gli immobili all’estero(e ogni altro bene patrimoniale, come opere d’arte, gioielli, terreni e yacht) non indicati nel quadro RW di Unico, in violazione della norma sul monitoraggio fiscale. IRAP Dal 2015 diventa integralmente deducibile dalla base imponibile IRAP di imprese e professionisti il costo dei dipendenti a tempo indeterminato. Ai contribuenti che non si avvalgono di lavoratori dipendenti, viene attribuito, dal 2015, un credito di imposta pari al 10% dell’imposta lorda determinata, utilizzabile esclusivamente in compensazione. Correlativamente, a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2013, vengono soppresse le disposizioni che riducevano le aliquote IRAP. Di conseguenza sono ripristinate le previgenti aliquote d’imposta nella misura del 3,9 per cento (aliquota ordinaria), del 4,2 per cento (aliquota dei concessionari pubblici), del 4,65 per cento (per le banche), del 5,9 per cento (per le assicurazioni) e dell’1,9 per cento (per il settore agricolo). TFR Per i periodi di paga dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018, i lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici ed i lavoratori del settore agricolo) che abbiano un rapporto di lavoro attivo da almeno sei mesi con il medesimo datore di lavoro, possono richiedere di percepire la quota maturanda del TFR, compresa quella eventualmente destinata ad una forma pensionistica complementare, tramite liquidazione diretta mensile. La predetta parte integrativa della retribuzione è assoggettata a tassazione ordinaria e non è imponibile ai fini previdenziali. La suddetta richiesta, qualora effettuata, è irrevocabile sino al 30 giugno 2018. ECOBONUS E RISTRUTTURAZIONE Vengono prorogate le detrazioni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica, mantenendo anche per il 2015 le percentuali in vigore per il 2014 (50 per cento per il recupero edilizio e per l’acquisto di mobili; 65 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica). Viene inoltre esteso da sei mesi a diciotto mesi il periodo di tempo entro il quale le imprese di costruzione o ristrutturazione devono vendere l’immobile oggetto di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia (riguardanti l’intero fabbricato) per beneficiare della detrazione per ristrutturazione edilizia. Il decreto sulle semplificazioni fiscali ha inoltre abrogato la comunicazione all’Agenzia delle Entrate per i lavori che proseguono per più periodi di imposta ammessi alla detrazione delle spese sostenute per la riqualifica energetica degli immobili. NUOVO REGIME FISCALE AGEVOLATO La legge di stabilità 2015 istituisce un nuovo regime fiscale agevolato, che costituisce il regime naturale applicabile, a decorrere dall’1/01/2015, alle persone fisiche esercenti attività d’impresa, d’arte o professione con possesso dei requisiti di seguito delineati. Per accedere al nuovo regime occorre che nell’anno precedente: • i ricavi o i compensi percepiti (eventualmente ragguagliati ad anno) non siano superiori ai ricavi fissati dalla legge di Stabilità e diversi a seconda dell’attività esercitata (variabili da 15.000,00 a 40.000,00 euro). Per i professionisti la soglia di compensi al di sotto della quale può essere applicato il nuovo regime è pari ad euro 15.000,00; • non siano sostenute spese complessivamente superiori a 5.000,00 euro per lavoro accessorio, lavoro dipendente o collaborazioni; • il costo complessivo, al lordo degli ammortamenti, dei beni mobili strumentali non sia superiore a 20.000,00 euro; • i redditi conseguiti nell’attività d’impresa o di lavoro autonomo siano prevalenti rispetto a quelli eventualmente percepiti come redditi di lavoro dipendente e assimilati; tale verifica di prevalenza non è necessaria se il rapporto di lavoro è cessato, oppure se la somma dei redditi d’impresa, di arte o professione e di lavoro dipendente o assimilato non eccede 20.000,00 euro. Il nuovo regime agevolato è precluso ai seguenti soggetti: • si avvalgono di regimi speciali IVA o di regimi forfetari di determinazione del reddito; • non sono residenti nello stato italiano; • effettuano, in via esclusiva o prevalente, cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato e di terreni edificabili; • esercitano attività di lavoro autonomo o di impresa in forma indivi- duale e, contemporaneamente, partecipano a società di persone o associazioni professionali, ovvero a srl in regime di trasparenza. Non esiste alcuna limitazione alla durata di applicazione del nuovo regime fiscale agevolato. Ciò significa che lo stesso può essere applicato sino a quando se ne possiedono i requisiti d’accesso o si verifica una o più delle condizioni di esclusione. In tali casi il regime cessa di trovare applicazione dall’anno successivo a quello in cui si verifica l’evento. La determinazione del reddito avviene in misura forfettaria, applicando coefficienti di redditività variabili dal 40 all’86 per cento, a seconda delle attività esercitate, sull’ammontare dei ricavi o compensi percepiti. La percentuale di redditività da applicare ai compensi percepiti, per i professionisti, è pari al 78%. Dal reddito determinato si possono quindi dedurre i contributi previdenziali versati in ottemperanza a norme di legge per definire il reddito imponibile. Sul reddito imponibile si applica un’imposta sostitutiva di IRPEF e relative addizionali pari al 15 per cento. Per i soggetti che avviano ex novo un’attività e per i primi tre anni, è prevista un’ulteriore agevolazione consistente nella riduzione di un terzo del reddito imponibile. Il beneficio è accordato solo se: • nei tre anni precedenti l’inizio dell’attività non è stata esercitata alcuna attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare; • l’attività da esercitare non costituisca mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo (con esclusione dei periodi di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti, professioni o attività artigianali); • qualora venga proseguita un’attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei ricavi o compensi realizzati nel periodo di imposta precedente non sia superiore ai limiti reddituali previsti per la specifica attività. Il regime forfetario prevede: • l’esclusione da IVA, IRAP, studi di settore e parametri; • l’esclusione dei ricavi/compensi da ritenuta d’acconto; • la possibilità di non effettuare le ritenute alla fonte, salvo indicazione in dichiarazione dei redditi del codice fiscale del percettore; • l’esonero da obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili ai fini delle imposte dirette e IVA; • l’esonero da liquidazioni e versamenti periodici, nonché da obblighi dichiarativi, ai fini IVA; A decorrere dal 2015 viene abrogato il regime delle nuove iniziative produttive (art. 13 L. 388/2000). Con un emendamento approvato in sede di conversione del “Decreto Milleproroghe”, solo nel 2015, i contribuenti che intraprendono un’attività professionale possono continuare ad optare per l’applicazione del vecchio regime dei contribuenti minimi, a condizione che siano soddisfatti tutti i requisiti richiesti per l’applicazione. Il regime dei contribuenti minimi può continuare ad essere applicato fino a scadenza naturale dai soggetti che già lo applicavano nel 2014 o lo applicano dal 2015. Resta, in ogni caso, salva la possibilità di scegliere l’applicazione del nuovo regime forfetario. ASSUNZIONI Per le assunzioni a tempo indeterminato (esclusi apprendisti e personale domestico) effettuate entro la fine del 2015, viene riconosciuto ai datori di lavoro privati, con esclusione di quelli operanti nel settore agricolo, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni e sino ad un massimo di 8.060 euro per anno. L’agevolazione non riguarda i premi INAIL. Non vi sono limiti di età dei lavoratori, ma questi ultimi non devono avere intrattenuto rapporti a tempo indeterminato nei sei mesi precedenti con qualsiasi datore di lavoro ovvero nell’ultimo trimestre del 2014 con società dello stesso gruppo o riconducibili allo stesso datore di lavoro. L’agevolazione non spetta se l’azienda ne ha già beneficiato per il medesimo soggetto e non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni. RIVALUTAZIONE TERRENI E PARTECIPAZIONI Vengono nuovamente riaperti i termini per la rivalutazione del costo di acquisto di terreni e partecipazioni. La facoltà di rideterminare il valore di acquisto è finalizzata alla riduzione della plusvalenza tassabile in presenza di una futura vendita. Le persone fisiche, le società semplici e gli enti non commerciali possono procedere alla rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni posseduti alla data del 1° gennaio 2015. Il termine per l’asseverazione della perizia e per il versamento dell’imposta sostitutiva (o della prima rata) è fissato al 30 giugno 2015. Viene raddoppiata l’aliquota dell’imposta sostitutiva da pagare che sarà pari all’8% per i terreni e le partecipazioni qualificate o al 4% per le partecipazioni non qualificate. REVERSE CHARGE Viene esteso il meccanismo di inversione contabile IVA (c.d. reverse charge) anche alle prestazioni di servizi di pulizia, di demolizione, di installazione impianti e di completamento relative ad edifici. Alcune di queste prestazioni in edilizia erano già previste, ma solo se fornite da subappaltatori, mentre ora riguardano tutti. RAVVEDIMENTO OPEROSO L’istituto del ravvedimento operoso potrà essere applicato anche oltre i termini attualmente previsti dalle norme vigenti, nonché, per i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate, a prescindere dalla circostanza che la violazione sia già stata constatata ovvero che siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche delle quali i soggetti interessati abbiano avuto formale conoscenza, salvo la formale notifica di un atto di liquidazione o accertamento e il ricevimento delle comunicazioni di irregolarità in materia di imposte sui redditi e di IVA. Si potrà dunque usufruire senza limiti di tempo dell’istituto del ravvedimento operoso, con una riduzione automatica delle sanzioni che tanto sarà più vantaggiosa, quanto più vicino il ravvedimento sarà al momento in cui sorge l’adempimento tributario. I contribuenti potranno quindi rettificare la propria dichiarazione (IVA, IRAP, redditi) fino al termine di decadenza del potere di accertamento del Fisco. Vengono rimodulate le sanzioni da pagare per la definizione delle violazioni. In particolare la riduzione della sanzione a seguito di ravvedimento potrà avvenire: • limitatamente alle violazioni sui versamenti, a 1/10 del minimo se il ravvedimento avviene entro trenta giorni dalla scadenza, con riduzione a 1/15 per giorno di ritardo se questo non è superiore a 14 giorni; • per tutte le violazioni, a 1/9 del minimo se il ravvedimento avviene entro il novantesimo giorno successivo al termine di presentazione della dichiarazione o, quando non prevista una dichiarazione periodica, da quando è stata commessa la violazione; • per tutte le violazioni a 1/8 del minimo, se il ravvedimento avviene entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui la violazione è stata commessa o, quando non è prevista una dichiarazione periodica, entro un anno dalla violazione; • solo per i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate e per tutte le violazioni, a 1/7 del minimo se il ravvedimento avviene entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello in cui la violazione è stata commessa, o quando non è prevista una dichiarazione periodica, entro due anni dalla violazione; • solo per i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate e per tutte le violazioni, a 1/6 del minimo se il ravvedimento avviene oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello in cui la violazione è stata commessa o, quando non è prevista una dichiarazione periodica, oltre due anni dalla violazione; • per tutte le violazioni con l’eccezione di alcune fattispecie relative agli scontrini fiscali, a 1/5 del minimo se avviene dopo il processo verbale di constatazione. La Legge di Stabilità ha, altresì, previsto che a decorrere dall’anno 2016 sono abrogati l’adesione integrale ai Processi verbali di constatazione e l’adesione agli inviti al contradditorio che di fatto risultano assorbiti nelle nuove ipotesi di ravvedimento. INTERESSI LEGALI Il tasso di interesse per gli interessi legali viene ridotto dall’01/01/2015 dall’1% allo 0,50% in ragione d’anno. La riduzione del tasso di interesse legale comporta la diminuzione degli importi dovuti in caso di pagamenti con ravvedimento operoso. Il tasso di interesse da applicare nella determinazione degli interessi moratori in caso di tardivo pagamento è quindi pari: - all’1% dall’1/01/2010 al 31/12/2010 - all’1,50% dall’1/01/2011 al 31/12/2011 - al 2,50% dall’1/01/2012 al 31/12/2013 - all’1% dall’1/01/2014 al 31/12/2014 - allo 0,50% dell’1/01/2015 fino al giorno di versamento compreso. FATTURA ELETTRONICA VERSO LA P.A. L’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei rapporti con le amministrazioni pubbliche deve essere effettuata esclusivamente in forma elettronica. L’obbligo di utilizzo della fattura elettronica nei rapporti con la Pubblica Amministrazione decorre: • dal 06.06.2014 per Ministeri, Agenzie fiscali e enti nazionali di previdenza e assistenza sociale; • dal 31.03.2015 per tutte le altre Pubbliche Amministrazioni. Non potranno essere più effettuati pagamenti dagli Enti pubblici, se la fattura non sono messe a disposizione dei predetti Enti in formato elettronico. Una particolarità della fattura elettronica è la presenza all’interno della fattura del codice identificativo univoco (Ipa), atto ad individuare la Pubblica Amministrazione destinataria. Tale Codice è elemento essenziale, e in mancanza dello stesso la fattura risulta non recapitabile al destinatario. Nell’ambito degli appalti pubblici occorre che all’interno della fattura elettronica vadano inseriti sia il codice Cig (Codice identificativo di gara), sia il Codice Cup (Codice Unico di Progetto), ove esistenti. Le fatture non potranno essere inviate direttamente alla Pubblica Amministrazione destinataria, ma dovranno essere trasmesse al Sistema di interscambio gestito, per conto dell’Agenzia delle Entrate, da Sogei. Il Sistema di interscambio effettua dei controlli sul contenuto e la forma della fattura ricevuta, tra cui la presenza del codice Ipa, la cui assenza porta allo scarto della fattura. Se i controlli danno esito positivo, il Sistema di interscambio provvede alla trasmissione della fattura elettronica alla Pubblica Amministrazione, rilasciando una ricevuta di avvenuta consegna della fattura alla Pubblica Amministrazione. Solo da questo momento potranno essere effettuati i pagamenti relativi alle fatture emesse Maurizio TONINI Consulente fiscale SUSO 11 norme e prassi Comperare (o vendere) rateizzando con il “rent to buy”? Il notaio spiega come utilizzare il nuovo strumento Dal 12 settembre 2014, con l’art. 23 del Decreto Legge 133, convertito con la Legge 11 novembre 2014, n. 164 esiste una disciplina che contempla la fattispecie del così detto “Rent to buy” o affitto a riscatto. In buona sostanza il venditore e l’acquirente, il quale non ha l’immediata disponibilità economica per la compravendita, stipulano un contratto di locazione, con opzione d’acquisto a favore del conduttore, seguito da un atto traslativo della proprietà, che favorisce la conclusione della vendita. Nell’ambito di questo contratto parte del canone va imputata al godimento del bene a titolo di locazione, mentre altra va imputata come acconto del prezzo vendita. Ad esempio: su un ammontare di 150.000 euro le parti stipulano un “Rent to buy” a 700 euro al mese, di cui 200 a titolo di locazione e 500 quale acconto prezzo, per 5 anni. Alla scadenza concluderanno la compravendita con residuo prezzo da versare di 120.000 euro, poiché 30.000 sono già stati versati nel corso degli anni (500 x 12 per cinque anni = 30.000). La soluzione è interessante per il venditore, che accetta la dilazione (ma non intende dismettere la proprietà fino al saldo) ma anche per l’acquirente che intende avvalersi di uno scaglionamento del prezzo di acquisto ma godere intanto del bene-casa. Questa figura contrattuale va a sostituire (oppure affiancare, si vedrà) quelle affermatesi nella prassi negli ultimi anni per venire incontro alle esigenze delle parti ma che, per evidenti lacune legislative, non soddisfano completamente gli interessi dei contraenti. Una di queste la vendita immediata con riserva del diritto di proprietà, con pagamento del prezzo dilazionato. Ancora, il contratto preliminare con pagamento dilazionato anteriore al rogito volto a favorire la successiva vendita con il pagamento dell’importo residuo pattuito. Con la nuova fattispecie normativa viene di fatto istituzionalizzata la possibilità di entrare nell’immediata disponibilità di un bene a titolo di locazione, con imputazione di parte (o della totalità, secondo alcuni commentatori) dei canoni quale acconto/prezzo della futura compravendita. Questa figura non si applica alle locazioni finanziarie (leasing): la nuova disciplina è finalizzata infatti ad agevolare le operazioni tra privati (anche professionisti od imprenditori) senza intervento di operatori bancari. Altrimenti si avrebbe un’inutile ripetizione. In seconda battuta, come per il preliminare trascritto, si potrà procedere a trascrivere il contratto di affitto e riscatto con “forza prenotativa” di ben dieci anni. Cosa vuol dire? Oggi trascriviamo il contratto di “Rent to buy” e entro dieci anni dovremo trascrivere quello di compravendita. Però tutto ciò che verrà trascritto (es. pignoramenti) o iscritto (es. ipoteche) sull’immobile, non avrà efficacia contro l’acquirente, che acquisterà la casa libera da ogni vincolo. Il tutto, ovviamente, a condizione che si trascriva entro i dieci anni. Il contratto di affitto e riscatto ha inoltre la stessa protezione del preliminare: se uno dei contraenti si rifiuta di stipulare, l’altro potrà agire giudizialmente ai sensi dell’articolo 2932 codice civile, per ottenere una sentenza che, di fatto, sostituisce il contratto definitivo. Rimane, purtroppo, aperto il campo della tassazione di questo tipo di contratto, poiché, contrariamente a quanto proposto dal Notariato al Senato, “questo” aspetto non è stato normato. È in vista l’arrivo di una circolare dell’Agenzia delle Entrate (per fine febbraio 2015?) con cui verranno forniti chiarimenti sulla corretta tassazione. Altro elemento da chiarire è che la figura in oggetto non è riservata a soggetti particolari. Potrà quindi essere utilizzata tanto dai privati, dai professionisti, quanto dalle imprese. Per queste ultime, si pensa, in particolar modo ai costruttori che riuscirebbero ad operare con questo nuovo strumento vista la forte crisi del mercato immobiliare. Gabriele Naddeo www.notaionaddeo.it Fnomceo ed Enpam si uniscono per le polizze rc professionali Fnomceo ed Enpam uniscono le forze sul fronte della copertura assicurativa rc professionale medica.La Federazione nazionale degli Ordini e l’Ente previdenziale di categoria hanno infatti costituito un gruppo di lavoro comune con l’obiettivo di giungere a una copertura che tuteli tutte le categorie di medici e odontoiatri. I due enti si pongono così anche come interlocutori naturali per meglio definire il perimetro della responsabilità medica. Al Gruppo di lavoro parteciperanno, per la Fnomceo, il Segretario generale Luigi Conte, il Direttore Marco Cavallo, il Tesoriere Raffaele Iandolo, i componenti del Comitato centrale Sergio Bovenga e Sandro Sanvenero e, per l’Enpam, il consigliere Giacomo Milillo, il vice presidente Roberto Lala e il vice presidente Vicario Giampiero Malagnino.“Sia la Fondazione Enpam sia la Fnomceo hanno avviato nel corso del 2014 ricerche e iniziative per fornire agli iscritti le possibili risposte all’obbligo di legge – ha dichiarato il presidente della Fondazione Enpam Alberto Oliveti –. È ora particolarmente appropriato impegnarsi in questo ulteriore sforzo istituzionale congiunto”.“La Fnomceo – precisa Luigi Conte – da quando questa nuova legge è entrata in vigore, è impegnata nella messa a punto di un progetto che possa rispondere alle esigenze dei colleghi, con l’obiettivo di portare serenità nell’esercizio professionale quotidiano. Abbiamo messo il lavoro fatto con i broker a disposizione del Gruppo di Lavoro, come spunto di riflessione per una proposta comune. Ci siamo assunti questo impegno come prioritario per rispondere a questa problematica emergente per tutti i colleghi”. “No all’obbligo di comunicare al pazienti i nostri estremi assicurativi” A un anno dall’entrata in vigore dell’obbligo della copertura assicurativa per tutti gli iscritti agli Ordini Professionali, a partire dall’agosto 2014 anche medici, infermieri e personale sanitario si sono dovuti adeguare, nonostante il comitato centrale della FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, avesse chiesto al Governo un ulteriore rinvio della data di scadenza, a causa della lacunosità della normativa. In particolare la FNOMCeO lamenta la mancanza a tutt’oggi del Decreto del Presidente della Repubblica, previsto dalla legge Balduzzi, che avrebbe dovuto regolamentare i requisiti minimi dell’obbligo assicura12 tivo e avviare il fondo di solidarietà per le categorie più esposte a costi troppo elevati dei premi. Il rinvio servirebbe anche a favorire l’accesso a polizze assicurative eque e sostenibili e ad allertare l’attenzione del Ministero della Salute sulle sue responsabilità in questa materia. La nostra Federazione, pur ritenendo necessario l’obbligo assicurativo per la responsabilità civile presso terzi, ritiene però che vadano prima di tutto tutelati quei liberi professionisti impossibilitati a munirsi di adeguata copertura assicurativa a causa dei costi altissimi, ma anche per la fuga delle compagnie dalle categorie mediche ad alto rischio. Problemi che interessano una sempre maggiore fetta di colleghi, in particolare i più giovani. Già due volte in passato una proroga dell’ultimo minuto aveva rinviato per noi tale obbligo; l’ultima volta al fine di agevolare l’accesso alla copertura anche per i giovani esercenti, incentivandone l’occupazione, nonché di dare tempo alle imprese assicuratrici e ai professionisti . Ma sembra che un anno sia trascorso inutilmente. Va detto che gran parte degli esercenti odontoiatri ritengono da tempo che una buona copertura assicurativa riguardo alla responsabilità sia imprescindibile dall’esercizio professionale. A questo ha pensato il nostro Sindacato, che ha predisposto una polizza calibrata sulle esigenze dell’odontoiatra e/o dell’ortodontista. Tale obbligo per noi è ormai considerato una vera e propria necessità. Siamo invece molto soddisfatti dell’emendamento proposto dalla rappresentanza SUSO convocata ufficialmente in occasione della approvazione del nuovo Codice Deontologico avvenuta a Torino il 19 maggio 2014, che chiedeva di eliminare dal testo dell’articolo 54 l’obbligo di fornire ai pazienti, preliminarmente alla somministrazione delle cure, gli estremi e le condizioni dell’assicurazione professionale del professionista: una vera e propria istigazione al contenzioso! Gianvito Chiarello Segretario Nazionale SUSO Bene valutare lo studio, ma i giovani lo comprano? (Maurizio Quaranta sul futuro dei neo dentisti) Sempre più frequentemente nella mia attività di distributore dentale mi viene chiesta di valutare uno studio odontoiatrico, cosa non impossibile da fare seguendo alternativamente i vari metodi: reddituale, fiscale, piuttosto che patrimoniale. Quel che oggi mi preoccupa di questo valore è che, dopo una fase di stallo, si è avvitato su sé stesso buttandosi in picchiata. Difficile far capire a chi vorrebbe cedere lo studio che non c’è un acquirente perchè, abbiamo bruciato i nostri “vivai”, terreno fertile e ricettivo dove far crescere i giovani talenti, di cui siamo orgogliosi operando in un paese dove l’odontoiatria rappresenta un’eccellenza di livello mondiale. Giovani germogli cui abbiamo chiuso le porte della collaborazione negli studi spingendoli alla “marchetta”, francesismo di cui mi scuso, ma necessario per descrivere una verità da 29 euro all’ora lordi, se non meno, che ben rende l’idea del delitto commesso da tutti noi del dentale: 29 euro lordi per 5 anni di università, che abbiamo innalzato a sei per meglio “parcheggiarli” . Siamo riusciti a fare ancor meglio di Caino ed Erode nel progettare il delitto permettendo che i falsi profeti da ECM non indicassero loro un progetto che li sottraesse alla schiavizzazione odontoiatrica. Bastava spiegar loro che potevano aspirare a essere dei liberi professionisti con studi professionali, ma che per farlo dovranno fare quel che noi non abbiamo mai saputo fare, satolli com’eravamo dei risultati degli anni d’oro odontoiatrici. Dovranno far squadra per competere con le strutture dove vengono schiavizzati perchè nei loro studi servirà, oltre all’ elevata competenza, investire in beni e tecnologia, con un certo costo che deve essere necessariamente ripartito. Sarà per loro imperativo saper fare quel che noi non abbiamo saputo/voluto fare:scegliersi tra di loro per accorparsi nel paese dei Guelfi e dei Ghibellini, imparare a lavorare in team per rilevare studi adeguati e trasformarli in studi associati per dare al paziente un servizio a 360 gradi. Per fare quello ci sovvengono i dati di quei 9.850 studi odontoiatrici di liberi professionisti associati in varie forme che oggi veleggiano in rotta nel mare nostrum dei 27.750 studi in tempesta. Di sicuro qualche peccato ce l’hanno anche i giovani: devono fare un passo in avanti, esattamente come hanno fatto i miei coscritti compagni di studi universitari che ho visto spaccarsi la schiena facendo i turni di notte, andando a fare a domicilio i prelievi del sangue o svolgendo attività comunque a basso guadagno, pur di chiedere ai colleghi anziani di mettersi al loro servizio anche gratuitamente, pur di imparare i segreti della professione. Del resto io rinuncerei a qualche ora sottopagata a ventinove euro lordi all’ora per andare ad assistere (i miei coscritti in sala operatoria dovevano assistere con le “mani dietro alla schiena”, esattamente come io ho dovuto fare per assistere alla chiusura dei bilanci aziendali) imparare e lavorare negli studi dei professionisti di grido che, repetita iuvant, nel nostro paese non mancano. Maurizio Quaranta Vicepresidente Adde Meozzi , un libro di facile consultazione che rende disponibili dati forniti da esperti Il volume nasce dalla necessità di fornire informazioni ai professionisti, pazienti e loro familiari , sulla patologia oro-cranio–facciale relativa alle anomalie e malformazioni ad esordio in età pediatrica, contribuendo a migliorare diagnosi e trattamento di tali malattie rare ad eziologia genetica e d’interesse specialistico multidisciplinare. Oltrechè da un’accurata indagine bibliografica le fonti di aggiornamento sono costituite da banche dati fornite da organi di consultazione. Ideato da Aldo Meozzi, pediatra d’esperienza, specializzato in Odontostomatologia e coordinatore scientifico, il testo deriva dai contributi di valenti specialisti, esperti nella patologia oro facciale. L’elenco, la classificazione dei capitoli, l’ampia documentazione iconografica e la ricca casistica clinica, lo rendono di facile consultazione dando la possibilità di usufruire di dati forniti da più noti esperti. Il problema delle malattie rare e di molte malformazioni tipiche del distretto cranio facciale risente della limitata conoscenza di tali patologie data la rarità e difficoltà diagnostiche. Fondamentali quindi i progressi fatti dalla nostra ricerca nonostante l’incapacità tutta italiana di un’organizzazione sinergica e la difficoltà di far sistema, dati i molti individualismi e l’inevitabile dispersione delle poche risorse economiche disponibili. Per una maggior diffusione delle informazioni nel testo viene inoltre sviluppata la parte scientifica di ricerca e documentazione bibliografica. Presente online suddiviso in tre parti, il volume può essere scaricato gratis ed è fruibile da tutti. Invitiamo pertanto gli studiosi ad usufruire di questo sforzo culturale, di cui faccio parte con orgoglio, e a tributare il giusto onore ad uno di quei volumi, che, per una singolarità del nostro Paese, molte volte giacciono quasi inediti a svantaggio di tutti. Da veri guerrieri ci battiamo per aiutare le persone a essere sane, libere da paure o illusioni, coltivando noi la conoscenza e la fiducia nella ricerca ed insegnando ai malati a credere nel futuro, in un rapporto più sereno con la vita e con le altre creature dell’universo. Atteggiamenti che hanno un valore enorme. Carmen Mortellaro Ortodonzia tra passato e futuro vista da Valeriano Luzi, figlio d’arte Alcune domande all’ autore di “Ortodonzia tra passato e futuro”, sulle circostanze che lo hanno condotto alla realizzazione del volume, presentato a Firenze all’ultimo Congresso della Sido. Com’è nata l’idea di questo libro? Nasce come per un debito… Come, per un debito? Debito vuol dire che è dedicato a mio padre, persona schiva, sempre in seconda linea rispetto a situazioni, persone, eventi… Suo padre era molto conosciuto? E’ stato fondatore e primo presidente della SIDO, praticamente l’ha introdotta in Italia, anche se non era specializzato. Mentre i suoi colleghi prendevano il diploma da quelli stessi con cui si erano formati, a lui non sembrava carino diventare specialista…. Questo libro avrei voluto farlo nel 2013, dieci anni dopo in cui mancò (2003) . L’idea di buttare giù qualcosa per la voglia per rendergli omaggio era venuta tra amici. Poi, però, si sono aggregati altri colleghi, insegnanti e docenti, sicchè l’ultimo contributo su di lui, è arrivato nel settembre 2014. In quanti hanno contribuito a ricreare il personaggio? Ai 32 capitoli del libro hanno lavorato una settantina di colleghi. La presentazione al Congresso SIDO è stata un ulteriore elemento di ricordo ed omaggio? E’ stata la sede giusta, pur avendo io sforato sui tempi. Su input di Antonella Polimeni avevo fatto una prima presentazione su PDF al Collegio dei Docenti nel Parco dei Principi di Roma: era stata una presentazione solo teorica, di soli 5 minuti, ma in una sala strapiena. Due ricordi: uno come figlio e uno come medico…. Come figlio ricordo ancora la mia sensazione di inadeguatezza, nonostante io avessi seguito buone scuole. La sensazione ha lasciato poi il passo ad un’analisi più dettagliata... Lei, però, mi sta rispondendo come medico. Io vorrei invece un ricordo di lui come padre... Ho sempre fatto fare fatica a indovinare l’affetto di mio padre, per una sua certa difficoltà a manifestare sentimenti. Con il fratello si sono voluti un bene dell’anima per 70 anni (non li ho mai visti litigare!) eppure quando si vedevano, dopo magari mesi, abitando in città diverse, si davano la mano. Come figlio lo definirei quindi molto schivo. Riteneva che l’affetto, l’abbraccio, la pacca delle spalle fossero cose da donne. Come professionista il ricordo preponderante è la sensazione di esser sempre indietro, malgrado i salti mortali per raggiungerlo. Questo è il motivo per cui ho indirizzato mio figlio alle scuole migliori, non appena (a sei anni) manifestò l’intenzione di voler lavorare con me. Mio figlio ha avuto quindi due maestri: padre e nonno. Ricordo che quando entrai in SIDO, mi indicavano come figlio di Cesare. Adesso invece sarei molto contento se mi indicassero come padre di Cesare, mio figlio. Claudia Tosi 13 non solo ortodonzia Luigi Ciaravino: un ortodontista e la sua passione LUIGI CIARAVINO RACCONTA IL SUO HOBBY: LA BARCA A VELA A Catania, in occasione del simposio organizzato dal Cenacolo Odontostomatologico il collega Luigi Ciaravino e la moglie sono nostra gradita compagnia per la cena, in un ristorante delizioso, dall’atmosfera familiare, dove è facile parlare del lato umano, più personale, dopo aver svolto un ruolo più istituzionale per tutta la giornata del Congresso. Compagnia, cibo, vino rendono più facile il dialogo. Noto appassionato di vela, l’approccio verbale è facilitato dall’argomento che a Ciaravino sta più a cuore: la vela. Che significato ha per te? Per me barca a vela è sinonimo di aggregazione fra persone che non si conoscono, è condividere la passione, creare un momento di sintonia. Io ho una barca da crociera, una da regata e un gommone. Ho usato in passato la barca a vela principale, da crociera, di 40 piedi (circa 12 metri), lunga circa 7 metri e mezzo per regatare per qualche tempo, navigando in solitaria; ma ora la uso solo per piacere. Quella che uso attualmente per le regate sta invece su un carrello in porto. La faccio mettere in acqua per la regata e poi viene ritirata fuori dall’acqua con la gru. Il gommone è a motore: potrebbe essere più divertente, ma a me piace di meno. Come riuscivi a fare tutto da solo in una barca tanto grande? Si riesce perché c’è l’autopilota, apparecchiatura elettronica che controlla il timone. Tu schiacci un tasto e imposti una rotta e hai un buon margine di tempo per fare qualsiasi altra cosa. Puoi anche scendere sotto coperta a farti un caffè, perché hai del tempo in cui la barca va sostanzialmente dritta; puoi fare una regolazione delle vele o andare in bagno… La moglie di Luigi sostiene che è la persona più responsabile che lei conosca nell’andare in barca. Preparato com’è, riesce a conferire anche agli altri sicurezza e tranquillità. Certo è che viaggiare molto lontano dalle coste, facendo traversate anche di 26 ore per raggiungere la Sardegna dalla Sicilia, ti pone di fronte ad un’eventuale emergenza. In caso di imprevisto o malore, sei infatti talmente lontano da altre imbarcazioni che non puoi avere aiuto immediato. I coniugi hanno affrontato da soli questi viaggi con i bambini molto piccoli e il ricordo le mette ansia ancora oggi. Cosa ti ricordi di questi viaggi? La Sardegna è stupenda, i porti hanno tutto quello che può servire anche per chi vuole vivere esclusivamente in barca. Spesso costeggiavamo tutta la costa e ci spingevamo fino alla Corsica. Queste barche sono attrezzate per poter stare anche 5 giorni senza toccare costa. C’è molta autonomia di gasolio, di corrente elettrica e di stivaggio delle provviste. Del resto molte volte gli incidenti succedono proprio nei porti; ad esempio in caso di temporale, il fatto che le barche siano legate una all’altra diviene un’offensiva continua nei confronti dell’imbarcazione vicina. Cosa è meglio fare allora? In linea di massima quando c’è brutto tempo è meglio per un’imbarcazione stare lontano dalla costa; se ti capita di trovarti in una situazione critica come un uragano meglio indossare una cerata, togliere tutte le vele, chiudersi dentro e aspettare che passi il brutto tempo. Per assurdo questa situazione che sembrerebbe la più pericolosa, per un’imbarcazione è la più sicura. Come ti è nata questa passione per la vela? Iniziò 25 anni fa, un anno dopo il matrimonio. Da piccolo mi piaceva fare il driver di ogni mezzo, dalla moto alla bicicletta alla barca. Nella nautica, la barca a motore non mi entusiasmava più di tanto; in quella a vela ciò che mi incuriosiva e stimolava di più era la regolazione delle vele. D’altra parte a Trapani non ti puoi interessare alla conduzione dei cani da slitta. Probabilmente questo lato del mio carattere risaltava già dal mio profilo psicologico, perché, quando presentai la rinuncia al rinvio del periodo di leva, appena laureato, mi fecero fare il pilota di carro armato. Come mai? A 18 anni avevo detto in un questionario che mi piaceva condurre tutti i mezzi, ma alla fine del corso di laurea dichiarai che avrei voluto fare il militare come ufficiale o in infermeria. Invece, venni subito mandato sul mezzo. Presi la patente militare sul carro armato e non vi dico che scomodità: ero in una posizione in cui il mio metro e ottantacinque mi costringeva a stare praticamente con le ginocchia quasi in bocca. Dal carro armato alla barca a vela… Mi sono appassionato alla vela con una barchetta piccola, ma poi, cominciando per curiosità con le regate, mi sono appassionato sempre di più e non ho più abbandonato. È una passione che si adatta bene anche a persone non più giovani che non hanno un fisico prestante. Vi sfido a trovare una sola cosa nella barca a vela che non vi dia passione. Quel che impegna di più è il lavoro di background in cui si apre tutto un altro mondo; occorre una preparazione anche di 20 ore per 10 ore di regata. Conoscenza dei regolamenti, della fisica della vela e di fisica allo stato puro, preparazione del mezzo: pulizia della barca, lubrificazione delle puleggie, preparazione delle cime. Allo stesso modo dopo una regata, prendiamo la gru, tiriamo su la barca dal mare, togliamo le cime e le mettiamo in una borsa, per paura che si rovinino…. Che differenza c’è fra una regata e una crociera? Nel mondo della regata cambia tutto rispetto alla crociera in cui tutti si aiutano e diventano solidali. Se sei in equipaggio, devi avere la bravura e la qualità di mantenere la leadership per tutto il tempo, guadagnarti in ogni momento il rispetto sul campo dell’equipaggio. In regata esiste piuttosto il sabotaggio dell’avversario; io in quanto armatore della barca mi trovo assolutamente solo, uno contro tutti. Nemmeno l’equipaggio ti aiuta, ma si rivolta contro di te se fai un errore. Solo contro tutti. I tuoi figli hanno ereditato questa tua passione? Purtroppo no, nonostante li abbia portati con me fin da piccoli. Claudia Tosi penne rosa scrivono Raccontare con le mie Pensare che ero convinta SUS..ina dalla penna parole? Una gratificazione di essere brava a scrivere rosa: una marcia in più Ho accolto con entusiasmo questa nuova proposta anche se mi rendo conto che scrivere per una rivista socio culturale è diverso rispetto a ciò che sono abituata a scrivere e comporre per i congressi scientifici. Ho sempre pensato che scrivere e dipingere rivelino una parte profonda della personalità e ne ho avuto timore in passato; ma l’età più matura e un po’ di autostima mi danno maggior coraggio nell’ esporre ora la mia sensibilità e punti di vista. Per questo mi è sembrato il momento di buttarmi in questa nuova avventura accogliendo come una gratificazione poter contribuire a raccontare gli eventi con mie parole. Mi ha sorpreso In particolare scoprire, durante le interviste, che, nonostante i titoli professionali ed accademici alcuni colleghi accolgono con gioia la possibilità di raccontare parti della loro vita, rivelando passioni, qualità inaspettate ed una disponibilità/ semplicità che non mi sarei mai aspettata. Anzi, qualche collega riesce a farmi sentire apprezzata e corteggiata, nonostante la mia inesperienza e mi facilita il lavoro inviandomi materiale e spunti di riflessione per sempre nuovi articoli. Colloquiando oggi con una paziente, mi sono trovata ad ammettere che tutto di questo mestiere mi piace; dal rapporto con il personale del mio ambulatorio a quello con i pazienti e loro familiari; da quello con i collaboratori e colleghi specialisti di vari rami, con i professori universitari e relatori ai vari congressi, dai colleghi di sindacato agli informatori e rappresentanti, fino a conoscere e frequentare coloro che fanno comunicazione nel nostro settore. Mi auguro quindi di poter migliorare la mia capacità di scrittura e arrivare a poter comporre servizi più complessi a sostegno del sindacato, dando voce a coloro che non riescono ad esprimersi. Ho sentito di recente una frase che mi ha colpito e condivido: “il coraggio è contagioso…” Spero, con l’esempio, di invogliare anche gli altri a prendere carta e penna e spendersi nel manifestare le proprie opinioni. Sono infatti convinta che bisogna aggregarsi laddove ci siano bisogni e idee condivise per farne sentire l’(im)”portanza” lasciando da parte personalismi che separano e tolgono dignità ad una professione tanto nobile. Claudia Tosi 14 “Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso”. Questa frase di Einstein mi calza a pennello ed è anche l’unica cosa che mi accomuna al grande matematico visto che non so neppure fare la divisione a due cifre. Però nella scrittura me la sono sempre cavata bene fin dai tempi del classico, quando i miei temi, rigorosamente di due facciate e mezzo, spesso venivano letti in classe e io non capivo perché. Avevamo 4 ore di tempo: la prima ora ero ancora imbambolata di sonno e a malapena leggevo il titolo. Nella seconda cominciavo a elaborare senza troppa lucidità e lasciavo libera la mente. Nella terza focalizzavo il tema nella mia testa e “vedevo” lo svolgimento. Alla quarta ora scrivevo di getto, direttamente in bella copia senza correzioni e consegnavo. Quasi come Mozart. Una volta al ginnasio consegnai il tema in bianco: la professoressa, intelligente e sensibile, mi chiese perché, e io “non mi sentivo ispirata”. Lei non ha fatto una piega e non l’ha conteggiato nella media: aveva capito che era la verità di una quindicenne “appassionata” della scrittura, lontana dal “manierismo” e forse sapeva che sarei rimasta così. È evidente che con questi presupposti il “giornalismo” mi sembrava facile, fino a quando ho incontrato il mio Maestro che prima stroncava e poi spiegava che “lo stile giornalistico” non è letterario nè parlato, ma un mezzo di comunicazione che segue regole codificate e che si possono “umilmente” imparare, quelle che i Montanelli, le Fallaci ed altri non hanno appreso da nessuno perché erano dei talenti naturali. Ma io, come Einstein, non ho talento e quindi ho cercato di dimenticare i miei temi così ben fatti. Ho dovuto sprogrammarmi, resettarmi e riprogrammarmi come si fa con un computer vecchio ma che può ancora servire. La mia mente denudata e rivestita con abiti fatti via via su misura eppure ancora imprecisi: le maniche un po’ corte, la spalla cade, l’orlo da rifinire, i bottoni entrano a fatica nell’asola. Quanta fatica! E pensare che ero convinta di esser brava a scrivere….. Patrizia Biancucci Eccomi, neonata “Penna Rosa” del SUSO News, ma ve lo dico subito: quel colore non mi piace affatto. Mai piaciuto, mi è sempre sembrato una versione diluita del rosso, che invece mi attrae nella sua espressione più intensa. Avrei preferito “Penna Rossa”…quella della maestrina del libro “Cuore” letto in 3° elementare, durante le vacanze di Natale. Ma dopo la telefonata e il contatto e-mail col presidente/ direttore fra me e me ho pensato: “Il rosa? Me lo farò piacere. E la penna? Trovato! Contrassegna spesso, nell’immaginario collettivo, gli ornamenti degli Indiani d’America. Io non avrò il loro aspetto ma nello spirito mi sento un Apache. A buon intenditor poche parole! Quindi …ci sto”! Fino ad oggi mi sono cimentata nella ricerca, poi, negli ultimi due anni, sono stata coinvolta nel Consiglio direttivo SUSO, quale Delegata nazionale per la Sicilia, insieme all’amico e collega Luigi Ciaravino. Ma a ben pensarci, l’esperienza giornalistica io l’avevo già vissuta e con soddisfazione qualche anno fa, col giornalino delle medie e del liceo, nella mia città di origine, Augusta, in provincia di Siracusa, dove esercito come ortognatodontista. E non nego che la divulgazione giornalistica di settore mi attrae: mi consentirà di stare al passo con i tempi e sulle novità della professione. Probabilmente mi darà anche occasione di confrontarmi con chi legge, osserva, commenta: uno stimolo incredibile sempre. Le interviste e i contatti mi faranno inoltre conoscere gente nuova o anche incontrare, in veste diversa, colleghi che conosco già. Ad entusiasmami è anche il gruppo delle colleghe del team “Penne Rosa” ovvero le altre “SUSine”, come le chiamo io, Delegate nazionali cui mi legano stima e amicizia reciproca. Sono quindi contenta di collaborare ad una rivista del tutto ripensata all’interno del Consiglio: quante telefonate con Patrizia (Biancucci) che con Pietro Di Michele si è spesa di più per dare una marcia in più al nostro Sindacato. Da Catania, dove abito con la famiglia, marito e due bimbe, per ora è tutto. Passo e chiudo, ma so che ci risentiremo presto. Una promessa o una minaccia? Giudicate voi. Maria Leonardi ortoshow Il racconto di Sergio Calzone Catherine Zeta Jones un sorriso che incanta «Billy, che ne diresti se mi accompagnassi tu alla festa delle matricole, a Swansea?» «Io?» «Tu. Ti ho chiamato Billy e tu ti chiami Billy…» «Alla festa delle matricole?» «Sì. Che ne diresti se ci andassimo insieme?» «Senti, Cathy, tu sei ancora troppo giovane…» Risata: «Troppo giovane? Ho appena tre mesi meno di te, Billy. E, ormai, ho sedici anni!» «Per una ragazza è diverso». «Che cosa ci sarebbe, di diverso, scusa? Se ci puoi andare tu, da minorenne, ci possa andare pure io, no?» «I tuoi genitori non vorrebbero mai…» «A casa, ne abbiamo già parlato. Ho promesso di non fumare roba e di non bere superalcolici. E, così, mi hanno detto di sì. Piuttosto, non è che non mi ci vuoi accompagnare, eh?» «Figurati! È che non mi sembra il caso…» «Sto incominciando a capirlo, che non ti sembra il caso. Quello che non capisco è perché non ti sembri il caso!» «Vedi, Cathy… Ci sarà gente più grande e potresti trovarti a disagio». «Non mi sentirò a disagio! E, poi, se è più grande per me, lo è anche per te». «Non…» «Non venirmi a dire che non è la stessa cosa! E, poi, se si chiama festa delle matricole, vorrà dire che ci sarà anche gente giovane. D’accordo, più grandi di noi, ma di poco, no? Perché non mi ci vuoi accompagnare?» «Figurati! È che non mi sembra il caso…» «Questo, l’hai già detto». «Beh, lo ripeto: non mi sembra il caso». «Io lo so, perché non ti sembra il caso». «Lo sai? Se lo sai, dillo: così vediamo che cosa ti sei cacciata in testa. Qualche assurdità, di sicuro!» «Non mi ci vuoi accompagnare perché ti vergogni a farti vedere con me». «Ma fammi il piacere! Vergognarmi… Perché, scusa, dovrei vergognarmi? Sei carina: hai dei begli occhi, un sacco di capelli neri…» «Sì, smettila di girarci intorno, Billy: ho anche l’apparecchio per i denti…» «Sì, ma…» «Ma, un corno! È per il mio apparecchio per i denti, che non vuoi farti vedere con me! Credi che non lo capisca da sola?» «Non è la fine del mondo avere un apparecchio per i denti…» «Questo, dovrei dirlo io, non ti pare? E, poi, non ce l’ho perché avevo i denti storti: erano soltanto un poco lontani uno dall’altro; c’erano delle fessure e stavano male…» «Lo so: mi ricordo. Ma eri bella anche così». «Ero bella? E adesso sono soltanto carina! Con l’apparecchio, mi hanno detto che i denti si avvicineranno e avrò un sorriso migliore». «Se te l’hanno detto…» «Però, per intanto, Billy, finché avrò l’apparecchio, tu ti vergognerai sempre di me e non vorrai farti vedere in giro in mia compagnia…» «Non esageriamo: siamo amici, no? È soltanto che tu non sai come sono queste feste: bevono tutti e, se trovano qualcuno da prendere in mezzo, quello o quella hanno finito di vivere. Io lo facevo soltanto per te…» «Grazie tante, Billy!» «Figurati, Cathy». Quattro anni dopo. Londra. Un ufficio nel West End, al primo piano. Sul vetro smerigliato della porta, una scritta: «BILL MURREY, AGENTE TEATRALE». «Permesso?» «Avanti. Buon giorno, signorina. Posso fare qualcosa per lei?» «Sì, signora: ho un appuntamento con mister Murrey. È per quella parte nel musical…» «Certamente: mister Murrey mi ha avvertita che sarebbe passata da noi. La sta aspettando: prego, da quella parte. Entri senz’altro!» «Permesso?» «Avanti! Avanti! L’aspettavo. Ah! L’ho vista l’altra sera a teatro. Mi è sembrata subito l’interprete ideale… Lei è incantevole. Sa, stiamo puntando tutti molto denaro su questo musical e, perciò, abbiamo bisogno di un’interprete perfetta. Lei capisce… Ho visto che balla molto bene e anche la dizione non è male, anche se… beh, un pochino, la gallese che c’è in lei viene fuori. Ma possiamo sempre rimediare con delle lezioni di dizione, appunto. Se decidessimo di puntare su di lei, sarebbero a carico nostro, naturalmente. Una cosa devo però verificare: sa, se il musical andrà bene, non escludiamo di portarlo in televisione, o magari farne un film». «Sarebbe magnifico!» «Sì, sì, magnifico, signorina, certo, ma, veda, in televisione o in un film, ci sarebbero di sicuro dei primi piani e, lei capisce… Sì, dico, il sorriso: il sorriso è tutto per una futura star… Mi perdoni se le chiedo questo, ma può mostrarmi il suo sorriso? Un poco, l’ho intravisto, ma…» «Questo?» «Fantastico! Lei è già bella quando ha quell’aria preoccupata, però, quando sorride, beh, io sono vecchio ma mi fa ugualmente fare dei balzi al cuore: scusi se glielo dico». «Non si scusi, mister Murrey. Al contrario: mi fa piacere. Lo prendo per un complimento». «Accidenti, se lo è! Cioè, voglio dire: non è un complimento, ma la semplice, pura verità: ha un sorriso che sembra fatto per le copertine di “Vanity Fair”! Sono suoi, vero, i denti? Voglio dire: ci sono delle ragazze che, poverine, pur di sperare di sfondare, spendono una fortuna per farsi strappare i denti e usare…, sa,… una protesi, ecco!» «Sono miei, mister Murrey, stia tranquillo. Da ragazza, portavo l’apparecchio per avvicinarli un poco. L’ho tolto quando il dottore, sa, l’ortodontista si chiama, mi ha detto che non ne avrei più avuto bisogno…» «Quel dottore dovrebbe avere il premio Nobel! Parola mia! Ha fatto un capolavoro. Non vorrei esagerare, signorina, ma ho come il presentimento che lei finirà per diventare una star. A proposito, come si chiama? È buffo: non gliel’ho ancora chiesto. È che quel sorriso… Eh? Come si chiama?» «Mi chiamo Catherine Zeta-Jones». Sergio Calzone L’aneddoto di Gianna Maria Nardi “Medico, cura te stesso!” disse il paziente al dentista che voleva curargli il diastema Appena concluso il mio iter universitario, muovevo i primi passi in uno studio odontoiatrico da un giovane e promettente odontostomatologo, laureato in medicina, fresco anch’egli di specializzazione. Lo studio aveva attrezzature all’avanguardia che odoravano di nuovo. Alla prevenzione era stata dedicata una sede operativa, ben attrezzata con ambientazione dedicata soprattutto ai bambini. Consapevole già da allora del ruolo della prevenzione primaria per mantenere il paziente in salute ero dunque fiera di avere una postazione che trasudasse salute del cavo orale e non perdevo occasione per manifestare la mia soddisfazione agli amici. Finchè una collega, travolta dal mio entusiasmo per l’odontoiatria pediatrica d’eccellenza praticata nello studio, non mi chiese un appuntamento per il suo bimbo, preoccupata per un sorriso che mostrava un diastema interincisivo. Segnalai subito all’odontostomatologo la visita con probabile, futuro, trattamento ortodontico, compiaciuta per averla in qualche senso provocata quale divulgatrice d’eccellenza dello studio, finchè non arrivò il giorno della visita. E mentre il bambino, seduto sulla splendida poltrona dedicata, guardava i poster sulle pareti inneggianti alla salute orale, cominciai a motivarlo con specchio, compresse rivelatrici e spazzolino. Finchè non arrivò il dottore, il quale, suadente, spiegò al bambino che avrebbe dovuto mettere l’apparecchio per chiudere quello spazio che rendeva il suo sorriso meno armonico. Il bambino, dal sorriso piuttosto simpatico, in realtà, malgrado il suo diastema, non sembrava tuttavia affatto allettato dall’idea di andare a scuola con della ferraglia in bocca: non era ancora trendy, allora, come oggi, essere in trattamento ortodontico. La mamma cercò di rafforzare la motivazione dicendogli che dopo quel trattamento il suo sorriso sarebbe diventato ancor più simpatico. Ma lui, che aveva ascoltato con attenzione tutte le argomentazioni, guardando il dottore sbottò: Ma se si mastica meglio e il sorriso diventa più bello, perché non metti anche tu l’apparecchio? Perché il dentista, in effetti, presentava un bel diastema anche lui! A quell’uscita così fresca, così spontanea, lui non trovò di meglio che riderci su, con leggero imbarazzo, continuando tuttavia ad insistere sulla ferraglia. Morale? Oggi il piccolo paziente è divenuta un uomo piuttosto attraente dal sorriso perfettamente allineato ed estetico. E il dottore? Si è tenuto il suo diastema!. Gianna Maria Nardi 15 lafinestra sul laboratorio LA COMUNICAZIONE ORTODONTICA IN AMBITO 3D Stefano Negrini Socio Ordinario Ortec Coma sta cambiando il modo di comunicare tra lo specialista in ortodonzia e il laboratorio ortodontico in questi ultimi anni di rivoluzione tecnologia 3D. In questo articolo cercheremo di spiegare quali sono attualmente e quali saranno i mezzi utilizzati da entrambe queste figure della filiera ortodontica. È innegabile che l’avvento delle nuove tecnologie 3D abbia rivoluzionato drasticamente il settore odontoiatrico e odontotecnico, il passaggio da una lavorazione fortemente legata all’artigianalità, all’utilizzo di computer, scanner e macchine per la produzione di semilavorati è stato epocale, soprattutto per l’incertezza legata alle prestazioni, precisioni dei manufatti e scarsa competenza, ha reso l’approccio a questi sistemi molto complesso, non da ultimo il fatto che questo tipo di tecnologia ha una obsolescenza quasi settimanale. Oggi nelle nostre imprese il fattore comunicativo con il nostro cliente ha sempre di più un peso fondamentale e deve essere tenuto in forte considerazione, ma sopratutto il modo in cui è cambiato e la velocità con cui viene richiesto, i mezzi per poterlo fare e non ultimo l’attenzione particolare al paziente che in questi ultimi anni ha sempre un maggiore interesse ad essere coinvolto nella terapia che lo riguarda in prima persona. Il flusso di lavoro Regolarmente scaricati i file, il laboratorio in base alle indicazioni allegate realizza i modelli di studio virtuali (Fig. 02-03-04) e successivamente tutta quella serie di operazioni richieste dal clinico nella prescrizione. Se il caso inviato non prevede altro che la realizzazione di un dispositivo medico su misura il laboratorio provvederà alla realizzazione in fisico dei modelli virtuali (Fig. 05-06-07-08-09) per poi successivamente costruire il manufatto. Se invece la richiesta da parte del clinico è lo studio del caso, in specifico misurazioni, analisi dei modelli, sovrapposizione di immagini 2D (Cefalometrie), setup diagnostici per una valutazione, setup per la realizzazione di allineatori, in questi casi la comunicazione risulta fondamentale e determinante. caso, il clinico ha la possibilità di rendere la cartella visibile sia ad un gruppo di altri professionisti che al proprio tecnico di riferimento dando a quest’ultimi la possibilità di inserire immagini 2D e 3D di scrivere impressioni e commenti sul caso stesso. Una volta che il tecnico ha realizzato i modelli virtuali e tutte le indagini richieste può a sua volta tramite una password entrare nell’archivio caricare i File e poter discutere con il clinico le eventuali modifiche richieste. Caso 2 Surgical First e Bite 3D Fig. 5-6-7 Modelli Tweed fisici Fig. 8-9 Dispositivo medico Sistemi per poter comunicare con lo studio sono molteplici, i quali si possono suddividere in statici o semi-dinamici. La comunicazione statica è quella in cui il caso in questione viene inviato comunemente tramite una mail, ma che non permette una interazione diretta tra le parti contemporaneamente, quella cosiddetta semi-diretta tipo (Dropbox) in cui le parti hanno la possibilità di interagire condividendo uno spazio virtuale ma non in tempo reale (attesa di carico dei file in Download-Upload), ma in entrambi i casi manca una cosa fondamentale la condivisione del caso clinico nel suo insieme. Lo Store&Share Il cosiddetto Store&Share non è altro che un programma che da la possibilità alle parti di poter condividere una cartella clinica dove poter alloggiare foto intra ed extra orali e file stl, ma che consente agli utenti autorizzati di poter interagire con essa in tempo reale ed avere a disposizione tutte le informazioni per la migliore gestione del caso clinico. Fig. 10-11 Fig. 12-13-14 Funzioni Data Base Esempi di comunicazione e conclusioni Concludo questo breve articolo sottolineando l’importanza dell’aspetto comunicativo che deve esistere con il clinico in modo da poter esprimere al meglio le potenzialità della tecnologia che ci troviamo a disporre, di seguito troverete alcuni esempi di condivisione di file dove è indispensabile la condivisione Ortodontista/ tecnico ortodontico. Fig. 1 Scanner intraorale Il flusso di lavoro nel laboratorio ortodontico digitale oggi è così sviluppato: Il clinico che come noi è entrato a pieno titolo in ambito digitale oggi non ci invia più una impronta tradizionale ma una impronta realizzata con uno scanner intraorale, in molti casi a colori. Fig. 01 Il laboratorio riceve una comunicazione che il caso è stato correttamente creato dal clinico e regolarmente inviato al laboratorio, in pochissimi minuti si ha la possibilità di scaricare il file ricevuto e poterlo lavorare. Istantaneamente si ha anche la possibilità tramite una anteprima di capire se il file del caso appena ricevuto è adeguato o se ci sono delle incongruità. Successivamente all’invio delle impronte intraorali il Clinico registra i dati paziente in un Data-Base con il quale ha la possibilità di mettere in condivisione la cartella dello stesso con un certo numero di professionisti e con il suo tecnico di riferimento, in modo da poter condividere il caso clinico. Fig. 2-3-4 Modelli Tweed virtuali 16 Caso 3 Dispositivo 3D per Disinclusione 13-23 Conclusioni I casi sopra elencati evidenziano come sia fondamentale lo scambio di informazioni tra il clinico e il tecnico in modo da poter intervenire, ognuno per le proprie competenze sulla progettualità. Una volta realizzato per ogni singolo caso tutta la documentazione necessaria e poter così avere il quadro generale nei minimi dettagli il tecnico non farà altro che caricarli sul data base condiviso e rendere il tutto a disposizione dei soggetti autorizzati alla gestione dello stesso. L’importanza di tutto questo sta nel fatto che in tempo reale tutti possono vedere, valutare e pronunciarsi in modo semplice veloce. Si ringraziano per la concessione delle immagini: Dr. Santiago Isaza Penco libero professionista in Bologna Dr. Marco Pironi libero professionista in Rimini Stefano Negrini Presidente Nazionale Ortec 2015/16 Caso1 Chirurgia Maxillo-Facciale Fig. 10-11 Funzioni Data Base Questo sistema di comunicazione che permette di archiviare digitalmente il caso clinico e quindi di generare un archivio sempre disponibile e senza il rischio di deterioramento temporale grazie alle garanzie offerte dai nuovissimi sistemi di salvataggio certificato delle Web service. La figura principale di tutto questo sistema è il clinico titolare del caso clinico il quale ha a disposizione le seguenti tipologie di funzioni da poter utilizzare Fig 12-13-14. Quindi una volta registrato il