SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA (tratto

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SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA (tratto
Provincia di Livorno
Unità di Servizio 2.1 “Difesa e Protezione del territorio”
Unità Organizzativa “Risorse marine e Georisorse”
PROGETTO DEFINITIVO 1°STRALCIO
ATTUAZIONE INTERVENTI P.R.G.I.C. (D.G.R.T. 1214 del 5 novembre 2001)
Intervento n° 8 dell’Elenco interventi prioritari di recupero del litorale (D.C.R.T. 47/2003)
SISTEMAZIONE MORFOLOGICA
DELLA SPIAGGIA DI VADA
(tratto Fosso Valle Corsa – Fosso Circolare)
comune di Rosignano Marittimo
PROGETTISTI
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Dott. Geol. Alessandro Bini
Dott. Ing. Enrica Mori
Dott. Geol. Enrico Bartoletti
COLLABORATORE
PROGETTAZIONE
TECNICO
ALLA
Dott. Jessica Viacava
Relazione generale
Dicembre 2012
PROVINCIA DI LIVORNO
UNITA’ DI SERVIZIO “DIFESA E PROTEZIONE DEL TERRITORIO”
UNITA’ ORGANIZZATIVA “RISORSE MARINE E GEORISORSE”
Indice
Introduzione .......................................................................................................................1 Localizzazione e descrizione dell’area dell’intervento......................................................3 Evoluzione storica delle spiagge di Vada ..........................................................................6 Criticita’ e finalita’ dell’intervento ....................................................................................7 Descrizione dell’intervento ................................................................................................8 Coerenza del progetto con le varie normative .................................................................11 Relazione di calcolo dei massi .........................................................................................13 Cronoprogramma delle fasi successive ............................................................................17 Piano di monitoraggio e manutenzione dell’intervento ...................................................17 -iPROGETTO DI SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA
Relazione generale 1° stralcio
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UNITA’ ORGANIZZATIVA “RISORSE MARINE E GEORISORSE”
Introduzione
Le spiagge del Comune di Rosignano Marittimo comprese fra Pietrabianca e il Pontile
Bonaposta sono oggetto dell’intervento n° 8 previsto dall’Elenco Interventi prioritari di
recupero e riequilibrio del litorale (Del. Consiglio Regionale n. 47/2003) relativi al
“Progetto di Piano Regionale di gestione integrata della costa ai fini del riassetto
idrogeologico” (delibera G.R.T. n° 1214 del 5 novembre 2001).
Progettazione
esecutiva,
Studi,
realizzazione
progettazione
opere,
preliminare e
direzione
definitiva
lavori e
collaudo
N° intervento
(D.C.R. 47/2003)
e comune di
appartenenza
Estensione
Obiettivi del
P.R.G.I.C.
8 -Rosignano
M.mo
Pietrabianca –
Pontile
Bonaposta
Ripascimento
arenile
€ 35.940,00
€ 738.745,35
9 - Rosignano
M.mo Cecina
Pontile
Bonaposta –
F.so Mozzo
Riqualificazione
ai fini turistici e
recupero sistemi
dunali
€ 45.340,00
€ 987.573,80
€ 81.280,00
€ 1.726.319,15
TOTALE
Tabella 1: Quadro degli interventi 8 e 9 e dei finanziamenti previsti dal P.R.G.I.C.
L’ente attuatore di tale intervento, ai sensi della L.R.T. 91/98 e succ. mod. e per effetto
del suddetto Protocollo d’Intesa tra la Provincia e i comuni costieri, è la Provincia di
Livorno, che ha redatto e inviato alla Commissione Tecnica Regionale (atti provinciali Prot.
n 13450 del 15 marzo 2004) i documenti preliminare alla progettazione (art 8 comma 1 let.
c) del Regolamento sui lavori pubblici di cui al D.P.R. 21 dicembre 1999 n.554) degli
interventi in oggetto.
Visti gli interventi previsti dal P.R.G.I.C. per le spiagge comprese tra i comuni di
Rosignano Marittimo e di Cecina (int. n° 8, 9, 10 e 11 della D.C.R.T. 47/2003) e considerate
-1PROGETTO DI SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA
Relazione generale 1° stralcio
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la complessità e la varietà di situazioni e problematiche esistenti e l’ingente somma a
disposizione, la Provincia di Livorno ha costituito un tavolo tecnico composto dai propri
tecnici, da quelli delle Amministrazioni Comunali e da un gruppo di esperti del settore
esterni e tale tavolo tecnico ha redatto le Linee Guida per la Definizione degli Interventi tra
Vada e Cecina, in cui sono stati indicati gli obiettivi e i principi fondamentali per ciascun
tratto di costa oggetto d’intervento.
Sulla base del Documento Preliminare alla Progettazione, delle Linee Guida di cui sopra
e degli ulteriori studi condotti, è stata sviluppata la progettazione preliminare che, prima
dell’approvazione, è stata illustrata in una conferenza dei servizi preistruttoria nell’ottobre
2007. Il progetto preliminare è stato definitivamente approvato nel novembre del 2007 e
successivamente oggetto di procedimento regionale di verifica di assoggettabilità ai sensi
art.11 L.R.79/98. Il successivo decreto regionale n.6769 del 28 dicembre 2009 (in allegato
alla presente) ha escluso il progetto dall’obbligo di procedura di VIA, subordinando tuttavia
la realizzazione del medesimo progetto al rispetto di prescrizioni (vedasi specifica relazione
di risposta alle prescrizioni in materia ambientale e paesaggistica).
A seguito della prescrizione n.4 del decreto 6769/2009 -riguardante la demolizione e
rimozione di edifici/strutture fatiscenti e o pericolose- nel marzo 2010 è stata convocata
specifica Conferenza dei Servizi.
L’esito interlocutorio della suddetta Conferenza, soprattutto per ciò che riguarda i resti
del fortino di guerra (bunker) ubicato a mare, ha indotto la Provincia di Livorno a redigere
una specifica relazione tecnica nel settembre 2010 e a formulare nell’aprile 2011 un’istanza
di riesame della prescrizione n.4 del decreto 6769/2009, motivata dal fatto che la struttura
del fortino di guerra (bunker) è totalmente ininfluente, ai fini della dinamica costiera, sul
corretto equilibrio del tratto di costa interessato.
Contemporaneamente, a fine ottobre 2010, la Provincia di Livorno ha appreso da organi
di stampa che sull’arenile di Vada era stata costruita una platea in c.a. su pali che il Comune
di Rosignano Marittimo, a cui sono state richieste informazioni, ha autorizzato sulla
concessione n.245/10. Una successiva verifica in sito ha consentito di accertare che la
struttura parzialmente costruita occupa lo spazio dedicato alla radice di un pennello previsto
già nel progetto preliminare.
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Ciò ha spinto la Provincia di Livorno, sulla base del carteggio ufficiale a disposizione, a
rivedere in modo riduttivo l’originario progetto preliminare, giungendo alla odierna veste di
progetto definitivo 1° stralcio.
In ogni caso le risorse economiche stanziate dal PRGIC per gli interventi 8 (Vada) e 9
(Mazzanta) erano evidentemente insufficienti fin dalle fasi preliminari di progettazione;
infatti la realizzazione dell’attuale primo stralcio dell’intervento 8 esaurisce interamente le
risorse economiche a disposizione di entrambi gli interventi suddetti.
Successivamente, sulla base della succitata richiesta di riesame della prescrizione n.4, è
pervenuto il decreto regionale n.2913 del 11 luglio 2011 (in allegato) di parziale modifica
del precedente decreto 6769/2009.
Sulla scorta del nuovo decreto regionale nel novembre 2011 la Provincia di Livorno ha
integrato la documentazione per l’ottenimento dell’autorizzazione paesaggistica presso il
Comune di Rosignano Marittimo che è stata rilasciata con provvedimento n.98 del
22.02.0212 con prescrizioni (in allegato).
Il 6 luglio 2012 si è tenuta (esito favorevole con prescrizioni da recepire nella redazione
del progetto esecutivo) la Conferenza dei Servizi sul presente 1° stralcio del Progetto
definitivo e il successivo 13 settembre è stata rilasciata dall’Agenzia delle Dogane la relativa
autorizzazione ai sensi art.19 del D.Lgs.374/1990.
Ad oggi pertanto si è in attesa, ai soli fini contabili, dell’approvazione in Consiglio
Regionale del decreto di rimodulazione della risorse finanziarie (già approvato dalla Giunta
Regionale) che destini l’utilizzo delle risorse dell’intervento 9 ai fini della realizzazione del
presente 1° stralcio dell’intervento 8.
Localizzazione e descrizione dell’area dell’intervento
Le spiagge di Vada si trovano all’inizio (figura 1 seguente) dell’ampio arco di costa
sabbiosa della Provincia di Livorno che si estende da Castiglioncello (dove termina la costa
rocciosa) fino alla Torraccia, dove inizia il Promontorio di Piombino.
-3PROGETTO DI SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA
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Figura 1: Vista da satellite della costa livornese tra Castiglioncello e Marina di Cecina (fonte: Google)
Le indicazioni sulla morfologia dell’area, riportate di seguito, sono tratte dalla relazione
specialistica relativa allo “Dinamica morfologica e sedimentaria del litorale compreso fra
Punta Lillatro e il Fosso della Cecinella”, alla quale si rimanda per ogni ulteriore
chiarimento e approfondimento.
Il tratto di litorale in oggetto fa parte della più ampia unità fisiografica che si estende da
Punta Lillatro a Torre Nuova (Bartolini et al., 1976; Aiello et al., 1978) ma, rispetto ad altre
unità della costa toscana, si presenta assai più complessa per la morfologia dei fondali
antistanti (le Secche di Vada; Aiello et al., 1981), per la tipologia degli apporti sedimentari
(fluviali ed industriali) e per la variabilità delle opere marittime qui costruite (pennelli,
pontili, scogliere aderenti e parallele, scogliere soffolte, setti sommersi e pennelli di foce).
-4PROGETTO DI SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA
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Anche l’immediato retroterra presenta simili complessità, con sistemi dunari ben sviluppati,
aree palustri di recente bonifica, insediamenti industriali, residenziali e turistici, nonché
attività portuale sia industriale che turistica. Questa complessità è in parte la conseguenza
delle variabili morfologiche e culturali che rendono preziosa questa fascia costiera, ma è
anche il risultato di interventi settoriali e scoordinati effettuati nei decenni passati in questo
sistema che, proprio per la sua complessità, richiedeva una gestione sinottica ed integrata.
Di primaria importanza per il primissimo tratto di costa sabbiosa che va da Punta
Lillatro fino a Bonaposta, è la presenza nell’immediato retroterra delle strutture industriali
della Solvay, la quale ha influenzato l’evoluzione delle spiagge di Vada, sia fornendo
un’alimentazione artificiale al litorale, versando in mare una quantità notevole, specialmente
negli anni passati, di sedimenti carbonatici derivanti dalle proprie lavorazioni, sia attraverso
la realizzazione di alcune opere a mare che hanno interrotto il flusso solido litoraneo,
determinando forti espansioni locali dell’arenile (vedi area a nord del Pontile Vittorio
Veneto). Attualmente la presenza dei sedimenti immessi in mare dalla Solvay
contraddistingue in maniera netta le spiagge nei pressi del Fosso Bianco (da qui il nome di
“spiagge bianche” con cui ormai viene comunemente indicato il litorale sabbioso compreso
tra Punta Lillatro e il Pennello di Pietrabianca) e in maniera via via più sfumata, anche le
spiagge davanti all’abitato di Vada e di Bonaposta, dove sull’arenile, rispetto ai sedimenti di
provenienza industriale, diventano sempre più evidenti quelli provenienti dal Fiume Fine e
dall’erosione della Panchina presente sui fondali.
Per quanto riguarda il clima meteomarino, si riportano alcune brevi indicazioni,
rimandando, per ogni ulteriore chiarimento e approfondimento, direttamente alle relazioni
specialistiche relative allo “studio meteomarino e della capacità di trasporto solido litoraneo
ad opera del moto ondoso nel tratto di costa compreso tra Vada e Cecina (LI)” e allo “studio
su modello numerico per la verifica degli interventi di riequilibrio del litorale di Vada (LI)”.
Il tratto di litorale compreso tra Livorno e il golfo di Follonica è esposto ad un ampio
settore di traversia mediamente compreso tra 170° e 330° N, centrando il paraggio presso
Cecina-Vada.
L’analisi del regime del moto ondoso al largo (sulla base dei dati W.W.A. del periodo
1992-2004) ha evidenziato come nei settori di mare più a nord siano nettamente prevalenti
-5PROGETTO DI SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA
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gli eventi ondosi provenienti da sud-ovest, mentre, spostandosi verso sud, diventino
prevalenti le mareggiate provenienti sia da ovest che da sud/sud-est.
La stima della capacità di trasporto litoraneo, ad opera del moto ondoso, ha evidenziato
che le caratteristiche delle mareggiate incidenti determinano un trasporto solido netto
(potenziale) diretto verso nord nel tratto compreso tra Vada e La Mazzanta, mentre
proseguendo oltre, verso Cecina, il trasporto solido netto è orientato decisamente verso sud.
Inoltre, risalendo il litorale di Vada da Punta del Tesorino verso nord, si nota come il flusso
litoraneo di sedimenti sia decrescente fino a raggiungere valori molto bassi in
corrispondenza dell’area protetta dalle tre scogliere, di fronte all’abitato di Vada.
Infine, la propagazione numerica del moto ondoso a costa ha evidenziato l’importanza
della presenza delle secche di Vada, che determinano fortemente le caratteristiche di altezza
e direzione delle onde anche sottocosta, influenzando il regime idrodinamico di tutta l’area.
Evoluzione storica delle spiagge di Vada
Le seguenti indicazioni sono tratte dalla relazione specialistica relativa allo “Dinamica
morfologica e sedimentaria del litorale compreso fra Punta Lillatro e il Fosso della
Cecinella”, alla quale si rimanda per ogni ulteriore chiarimento e approfondimento.
Secondo tale relazione, pur appartenendo ad un’unica unità fisiografica, il tratto di
litorale compreso tra Pietrabianca e il Fosso della Cecinella è caratterizzato da due cellule
costiere distinte, una settentrionale alimentata dal Fiume Fine e dai sedimenti carbonatici
immessi nel sistema costiero dalla Solvay, l’altra di diretta alimentazione da parte del Fiume
Cecina. Le due celle sfumano una nell’altra in una zona di convergenza, posta fra il Pontile
di Bonaposta e Punta del Tesorino.
La spiaggia di Vada ebbe, fra il 1938 e il 1954 una forte espansione ed oggi gli edifici in
prossimità della costa sorgono sulle sabbie bianche della Solvay.
La costruzione del molo di sopraflutto del Pontile Vittorio Veneto, prima, e del pennello
di Pietrabianca, poi, determinò l’interruzione del flusso sedimentario e la sua dispersione
verso il largo, tanto che fra il 1954 e il 1976 la spiaggia inizia ad arretrare nei primi settori
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settentrionali, anche se quelli più meridionali (litorale di Bonaposta) proseguirono nel loro
trend, ricevendo anche la sabbia dai settori in erosione.
Negli anni successivi la spiaggia di Vada, ormai confinata fra varie opere a mare, fra cui
le tre scogliere parallele, e grazie anche al versamento delle sabbie cavate nel canale di
accesso del Vittorio Veneto, oscilla fra momenti di recupero e momenti di erosione, con una
prevalenza di questi ultimi.
Gli ultimi rilievi consegnano un litorale in evidente erosione tanto che in alcuni settori si
è perso più di quanto accumulato nei decenni passati.
Il litorale di Bonaposta si accresce notevolmente fra il 1938 e il 1976, per entrare poi in
una fase di modesta erosione che permane tutt’oggi. Complessivamente questo tratto di
costa è l’unico in naturale accrescimento in tutto il periodo di tempo considerato e ciò può
essere la conseguenza della convergenza dei flussi sedimentari che, come abbiamo detto, si
verifica proprio in questo tratto.
Criticita’ e finalita’ dell’intervento
Le criticità e le finalità dell’intervento derivano da quanto stabilito nel Piano regionale
di Gestione Integrata della Costa (D.G.R.T. n° 1214/2001), dall’ Elenco degli Interventi
prioritari di recupero e riequilibrio del litorale (D.C.R.T. n° 47/2003) e dalle Linee Guida
per la definizione degli interventi tra Vada e Cecina (documento firmato in data 11 giugno
2005 e condiviso dalla G.P. con decisione n° 77 del 27 giugno 2005) e dalle successive
considerazioni svolte in sede di progettazione preliminare.
Con riferimento al quadro descritto nel P.R.G.I.C. e all’Elenco degli Interventi prioritari
di recupero e riequilibrio del litorale, le criticità e gli obbiettivi sono i seguenti:
o spiagge di Vada (intervento n° 8 D.C.R.T. 47/03): criticità legata all’intrusione
salina, obbiettivo ripascimento dell’arenile;
A proposito dell’intrusione salina, viene sottolineata la necessità di raggiungere
l’equilibrio tra ambiente naturale ed ambiente costruito, evitando o riducendo l’ingressione
del cuneo salino che determina la salinizzazione delle falde costiere, con le conseguenti
problematiche per l’utilizzo di acqua potabili e per l’agricoltura.
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Descrizione dell’intervento
Per la descrizione dell’originario intervento completo si rimanda alla relazione sul
progetto preliminare.
L’attuale primo stralcio ha l‘obiettivo di riequilibrare il litorale compreso tra la foce del
Fosso Valle Corsa e la foce del Fosso Circolare in loc. Vada mediante alcune modifiche alle
opere di difesa esistenti, la realizzazione di nuove scogliere e alcuni interventi di
ripascimento con cui far avanzare la linea di riva nei punti più critici.
Il recupero del sistema dunale e l’intrusione salina, criticità sottolineate nel P.R.G.I.C.,
sono state affrontate in maniera indiretta, concentrando l’intervento sulla dinamica litoranea
e sul ripascimento della spiaggia, in modo da ridurre il trend erosivo in atto. L’intervento di
difesa della costa, infatti, è stato ritenuto prioritario anche per queste due criticità, in modo
da assicurare come prima cosa una maggior protezione al cordone dunale dall’azione delle
mareggiate e un minor ingressione dell’acqua marina verso l’interno. Ulteriori interventi a
completamento di quello proposto, potranno essere eseguiti in seguito in caso di
finanziamenti ulteriori.
L’intervento è stato definito sulla base delle criticità individuate, delle valutazioni di
dinamica sedimentaria e morfologica e degli esiti della modellistica numerica, che è stata
utilizzata sia per analizzare lo stato attuale del litorale sia lo stato di progetto. Per ogni
ulteriore approfondimento, si rimanda direttamente alle relazioni specialistiche allegate al
progetto preliminare e già citate in precedenza.
Il presente progetto definitivo (nello specifico la posizione del pennello nord) è
adeguato alle esigenze di garantire un’idonea foce al Fosso Valle Corsa la cui sistemazione
idraulica è in corso di progettazione presso il Comune di Rosignano Marittimo.
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Analisi della situazione attuale del litorale di Vada
Il litorale è caratterizzato da fondali molto ridotti e profili altrettanto dolci, costituenti i
promontori sommersi a nord delle secche di Vada che hanno la loro dorsale poco a sud di
questa zona, in corrispondenza di Punta del Tesorino.
Partendo dal pontile Vittorio Veneto, si apre un arco abbastanza ampio (circa 400 m)
con una spiaggia di ampiezza abbastanza contenuta, limitato a sud dalle tre scogliere
emergenti realizzate negli anni ’60, a circa 150-200 m dalla riva e utilizzate attualmente sia
come riparo per piccole barche sia come protezione per la spiaggia retrostante.
Il modello idrodinamico, a grande scala, mostra un disegno molto simile per le correnti
che si instaurano nell’area sia con mareggiate provenienti da 240° N che da 265 ° N
(decisamente più frequenti sul paraggio secondo il clima): osservando l’output del modello,
è evidente la formazione di un grande vortice, molto esteso in profondità che lambisce,
accentuandosi, la dorsale delle secche a sud.
Immediatamente a sud dell’area portuale di Vittorio Veneto ed anche di fronte alla
scogliere, si nota un vortice minore mentre, tra i due vortici, le correnti scorrono verso nord
lungo la costa.
Con le agitazioni ondose provenienti da 290° N (che peraltro, secondo il clima adottato,
dovrebbero essere molto rare) rimane e si accentua il vortice a sud, contro le secche, ma
piuttosto schiacciato rispetto a quanto emerso per le mareggiate precedenti, mentre quello a
nord scompare, sostituito da correnti organizzate su un ampio fronte e dirette a sud, come su
tutto il tratto intermedio, specie lungo la costa.
Impostazione del progetto per il litorale di Vada
Il progetto per il litorale di Vada è stato impostato in modo da intervenire sulle porzioni
di arenile che si trovano attualmente in condizioni critiche, assicurando la ricostruzione di
quei tratti in cui la spiaggia si presenta di dimensioni eccessivamente limitate e realizzando
una serie di opere finalizzate al consolidamento delle varie falcate e alla razionalizzazione
dell’area, sulla base delle previsioni urbanistiche future locali. La ricostruzione delle aree in
forte erosione verrà ottenuta con un unico ripascimento, per un volume globale di 17.500m3,
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di sedimenti leggermente più grossolani di quelli presenti attualmente sulla battigia (a tal
proposito, indicativamente, si può fare riferimento ad un sedimento di apporto con D50=0,3
mm), al fine di conferire una maggior stabilità ed una maggior durata all’intervento senza
compromettere la fruibilità turistica dell’arenile. Per quanto riguarda lo specifico aspetto del
colore dei sedimenti di ripascimento è di norma utilizzato il criterio di similitudine con le
sabbie autoctone (anche ai sensi della L.R.19/2003 di cui più avanti); in questo caso la
contaminazione del colore della sabbie autoctone, avvenuto nei decenni scorsi da parte degli
scarichi carbonatici situati immediatamente a nord dell’intervento, di fatto impongono
l’utilizzo di materiali di ripascimento di colorazione più scura e che sarà dettagliato in sede
di progettazione esecutiva.
Nella progettazione preliminare sul primo tratto di spiaggia a sud della foce del Fosso
valle Corsa (antistante la loc. I Bagnetti) non era stato previsto alcun intervento a causa delle
previsioni comunali in ordine allo sviluppo della nautica. Il decreto regionale 6769/2009 ha
prescritto specificatamente il ripascimento anche in questo tratto.
Il tratto successivo del litorale (fino all’altezza della scogliera più a nord) si presta molto
bene alla creazione di una spiaggia anche a causa del profilo moto dolce. Per rendere stabile
il sedimento versato è necessario realizzare delle strutture di contenimento laterale a nord, a
delimitazione della zona antistante I Bagnetti e a sud, con una leggera struttura di
collegamento a terra della prima scogliera, delimitando un fronte di spiaggia libero di circa
240 m di lunghezza. Considerato il regime ondametrico descritto in precedenza e le
simulazioni di cui al seguito, è infatti necessario impedire che le sabbie di apporto si
disperdano lateralmente ed in particolare verso la zona sud, protetta dalle scogliere. L’area
così delimitata sarà oggetto, successivamente, del ripascimento di 17.000 m3 di sedimenti
delle caratteristiche di cui in precedenza, con il quale sarà possibile far avanzare la linea di
riva attuale mediamente di 10 m. Il pennello a nord è composto da una testata molto bassa (a
quota + 1,00 m s.l.m.m.) su un fronte emergente di 15 m e struttura sommersa molto dolce,
in modo da assorbire le agitazioni senza grossi fenomeni di riflesso. Il setto di collegamento
a terra potrà essere molto leggero da un punto di vista strutturale (vedi sezioni su tavola di
progetto), considerato il limitatissimo fondale. Con tali opere lo specchio protetto dalle
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scogliere sarà liberato dallo interrimento (che altrimenti sarebbe alimentato dal materiale di
apporto) e potrà continuare ad esser usato principalmente per la sosta delle piccole barche.
Quindi rispetto all’originario progetto preliminare, sulla scorta della modifica prescritta
dal decreto regionale 6769/02009 e ai fini dell’ottimale riequilibrio di questo tratto di costa,
è stata aumentata la lunghezza del pennello alla foce del Fosso Valle Corsa e parallelamente
leggermente accorciata la lunghezza del pennello centrale.
Analisi dello stato di progetto per il litorale di Vada sulla base di risultati delle
simulazioni numeriche
Il modello idrodinamico per l’onda da 240° N (la più frequente) appare il più denso di
energia con formazione di più vortici, anche in profondità.
Con le opere previste il sistema viene nettamente sconvolto e viene attenuato il
contenuto di energia, specialmente nella parte nord con fortissima riduzione delle correnti e
quindi con aumento della tendenza al deposito.
Con le opere previste tra il porto industriale e le scogliere, dovrebbe perciò essere
assicurata una maggiore stabilità dei sedimenti non solo in senso longitudinale ma anche
trasversalmente, rendendo possibile (con adatte granulometrie di versamento, come detto) la
formazione di una falcatura notevolmente stabile.
Coerenza del progetto con le varie normative
Coerenza con il Piano Regionale di Gestione Integrata della Costa
L’intervento rientra nel Piano Regionale Gestione Integrata della Costa -P.R.G.I.C.(approvato con D.G.R.T. n.1214 del 05.11.2001). In seguito a tale Piano, è stato approvato
l’Elenco degli interventi prioritari di recupero e riequilibrio del litorale (Del. Consiglio
Regionale Toscana n. 47/2003) che individua il tratto tra Pietrabianca e Pontile di Bonaposta
oggetto dell’intervento n° 8 (con obiettivi il ripascimento dell’arenile).
Il progetto proposto risulta conforme a quanto previsto, a livello generale, dal
P.R.G.I.C., in quanto consiste in un intervento di riequilibrio del litorale a medio-lungo
termine ed è basato su un intervento di tipo “morbido” e poco impattante, in quanto è
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centrato su una serie di ripascimenti lungo il litorale, con opere di difesa ridotte al minimo,
realizzate solo per offrire una maggior protezione al versamento e caratterizzate da
dimensioni molto contenute.
Inoltre, il progetto affronta le criticità specifiche per il tratto in questione, sottolineate
nell’Elenco degli interventi di cui sopra:
Intervento n° 8: Pietrabianca – Pontile di Bonaposta
-
il ripascimento degli arenili verrà eseguito con materiale di tipo sabbiosa per un
volume globale di 17.000 m3, con cui far avanzare la linea di riva nei punti più
critici;
-
il materiale proposto per il versamento (avente diametro medio intorno ai 0,3 mm)
presenta granulometria leggermente maggiore rispetto a quello presente in sito,
dunque è caratterizzato da una maggiore stabilità, senza compromettere la fruibilità
dell’arenile;
-
la realizzazione delle nuove opere di difesa in massi consentirà di rendere più stabile
il materiale versato, riducendo le possibili perdite e consentendo, insieme al
ripascimento, la formazione di un arenile più ampio rispetto a quello presente
attualmente.
Coerenza con la normativa ambientale (V.I.A. e L.R. 19/03 e s.m.i.)
Come già ricordato nell’introduzione l’intero intervento completo ha ottenuto il decreto di
esclusione dalla VIA con decreto 6769/2009 con prescrizioni (art. 11 e della vecchia LR
79/98 e s.m.i.) di competenza regionale. Come già detto una specifica relazione del presente
progetto, alla cui lettura si rimanda, è dedicata alle risposte progettuali alle prescrizioni
regionali.
Trattandosi di un intervento che comporta l’immissione in mare di alcuni materiali,
l’intervento stesso è soggetto ai disposti dell’ex art. 109 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. e in
particolare è soggetto alle autorizzazioni relative alle seguenti attività:
— immersione in mare di inerti (per la costruzione delle opere di difesa in massi
naturali da cava);
— intervento di ripascimento della fascia costiera;
- 12 PROGETTO DI SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA
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L’autorizzazione è di competenza della Provincia di Livorno, in seguito al passaggio di
competenze (in particolare, secondo la Legge Regionale n° 19 del 4 aprile del 2003, di
modifica della LRT 88/98). Il materiale lapideo e il materiale da ripascimento (in caso di
provenienza da cava terrestre) saranno provvisti della certificazione dell’esercente della
cava ai fini della compatibilità ambientale e innocuità dei materiali, e in ottemperanza al
Regolamento Provinciale (2009) in merito all’applicazione della L.R. 19/2003 e s.m.i. In
caso di provenienza, invece, del materiale da ripascimento da cave sottomarine, sarà
caratterizzato (ai sensi del succitato Regolamento Provinciale) in modo da verificarne la
compatibilità ambientale e innocuità ai sensi della L.R. 19/03 e s.m.i.
Coerenza con la normativa ed i vincoli derivanti dai piani di settore
L’area d’intervento è soggetta ai vincoli derivanti dal P.T.C. e dal Piano di utilizzo del
Demanio Marittimo del Comune di Rosignano Marittimo vigenti, che non impongono
vincoli particolari per quanto interessa il progetto, se non quelli dovuti alla ex L. 431/85
(vincolo paesaggistico per i territori costieri) e quelli legati alle previsioni urbanistiche
dell’area. Nella citata relazione dedicata alle risposte progettuali alle prescrizioni regionali
VIA sono contenute anche le risposte alle prescrizioni del provvedimento n.98/2012 di
autorizzazione paesaggistica del Comune.
Per quanto riguarda il vincolo archeologico si rimanda alla relazione di risposta alla
prescrizioni del decreto 6769/2009.
Per il vincolo idrogeologico l’intervento non ha impatti.
La zona d’intervento è interamente su area demaniale e per l’accesso dei mezzi terrestri
alla battigia saranno ottenute le autorizzazione del caso.
Relazione di calcolo dei massi
Per la determinazione del clima meteomarino al largo del litorale sono stati utilizzati i
dati WWA (World Waves Atlas). Tali dati, ovvero i valori di altezza d’onda significativa
(Hs,0), periodo medio (Tm), periodo di picco (TP) e direzione di provenienza (θ0), che non
provengono da rilevazioni strumentali ma sono ottenuti da simulazioni numeriche che
uniscono un modello meteorologico ad un modello di propagazione ondosa, sono centrati
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sul punto WWA, a cui può essere fatto corrispondere un ondametro virtuale. Tre ondametri,
due a largo della città di Livorno e uno tra le isole Elba e Capraia, sono stati inclusi
nell’analisi (Figura 2). Questi sono i valori di riferimento ricavati e utilizzati negli studi su
modello numerico commissionati nel settembre 2007 in fase di progettazione preliminare
:“Studio su modello numerico per la verifica e gli interventi di riequilibrio del litorale di
Vada (Li)” e “Studio meteomarino e della capacita’ di trasporto solido litoraneo ad opera
del moto ondoso nel tratto di costa compreso tra Vada e Cecina (Li)”.
In tabella 2 sono riportati i risultati dell’analisi statistica degli eventi estremi effettuata
per il tempo di ritorno di 5 anni.
Figura 2: Esposizione del paraggio Cecina-Vada e posizione degli ondametri virtuali WWA analizzati.
Tabella 2: Eventi estremi attesi.
Punto WWA n°1 43°30’- 9°30°
Punto WWA n°2 43°30’- 10°00°
Punto WWA n°3 43°00’- 10°00°
altezza d'onda
per Tr=50 anni
Hs,050
9,27
7,87
7,06
periodo di
picco associato
Tp
13,22
13,18
12,35
periodo medio
associato
Ts
11,45
11,43
10,53
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In tabella 3 sono ricavate le onde di progetto scelte per dimensionare i massi dei
pennelli, considerando due casi possibili: profondità al piede inferiori ai 2,6 metri, e da 2,6 a
4 metri. L’altezza massima è stata calcolata considerando l’altezza al frangimento per le
profondità al piede, accresciute dei valori di sovralzo.
Tabella 3: Onda di progetto. Si distinguono due casi: profondità al piede inferiore a 2,5m e da 2,5 a 4 m.
h
Tp
Tm
sm
sw
sp
S
hs
Hp/
h
Hp
m profondità al piede dell'opera
periodo di picco
13,22
(corrispondente al massimo tra i 3 punti
s WWA)
periodo medio
11,45
s (corrispondente al massimo tra i 3 punti WWA)
sovralzo livello medio
0,3
m marino per marea
max sovralzo livello medio
0,2
m marino durante mareggiata
sovralzo livello medio marino
0,3
m per bassa pressione
sovralzo livello medio
0,8
m marino totale
profondità al piede dell'opera effettiva
3,3 4,8
m (h+sovralzo totale)
max rapporto altezza
0,7
d'onda di progetto - profondità
onde di progetto
2,3 3,4
m assunte al piede dell'opera
2.5
4
Il diametro medio dei massi che garantisce la stabilità della mantellata viene calcolato
mediante la formula di Van der Meer: formule usate per calcolo: Formula VI-5-68 e VI-5-69
C.E.M. (Van der Meer 1988): valida per scogliere in massi, no overtopping (a favore di
sicurezza), due strati di mantellata, onde irregolari.
Hs
 6.2  S 0.2  P 0.18  N z0.1   m0.5
  Dn 50
per plunging waves con
 m   mc
Hs
0 .5
 1.0  S 0.2  P 0.13  N z0.1  cot     mP
  Dn 50
per surging waves con
 m   mc
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dove:
m  s
 0 .5
m
 tan   e

 mc  6.2  P
0.31

1
0.5 P  0.5
 tan  
I parametri scelti sono in tabella 4; in tabella 5 è ricavato il peso ed il diametro dei massi
per le due profondità di progetto, e in tabella 6 le categorie di peso corrispondenti.
Tabella 4: Ipotesi progettuali
parametro corrispondente all'inizio del danno (Van der Meer, 1988,
rif. Table VI-5-21 C.E.M., ed. 2002)
struttura con mantellata e nucleo, permeabile (Van der Meer, 1988,
rif. Table VI-5-11 C.E.M., ed. 2002)
S
2,00
P
0,50
Nz
3000
numero di onde della mareggiata
D
1,68
dove  
s
1
w
Tabella 5: dimensioni minime massi per mantellata.
h [m]
2.5
4
Profondità al piede
Hs [m]
2,3
3,4
Altezza onda di progetto
tan
0,33
0,33
Pendenza paramento
Lunghezza d’onda in acque
L0m [m]
204,48
204,48
alte
sm [-]
0,01
0,02
Ripidità d’onda Hs/L0m
m
3,15
2,59
mc
2,89
2,89
m>mc
m<mc
Verifica
surging waves plunging waves
Dn 50 [m]
0,80
1,10
P50 [t]
1,37
3,57

Diamentro cubico equivalente
del masso medio
Peso del masso medio
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Tabella 6: Individuazione categoria massi per mantellata
Ipotesi: D85/D15=1.25, pertanto si assume D85=1,1*D50 e D15=0,9*D50, arrotondando per eccesso si ha:
h [m]
4
P15
P85
[kg]
[kg]
massi da 3 a 7 t di 3 categoria per profondità minori di 4 m
2700,00 4700,00
(3.5 m a favore di sicurezza) (Tavv. 7a-7o)
massi da 1 a 3 t di 2 categoria
2,5
1100,00 1800,00 per profondità al piede tra 4 e 5 m e in ogni caso per testata dell’opera (Tavv. 7a7o)
Per favorire la stabilità a lungo termine, limitando la necessità di ricorrere a interventi
manutentivi, sono stati scelti per tutte le sezioni massi di 3° categoria, dato che il costo
lievemente superione non influisce in maniera sensibile sul quadro economico complessivo.
Cronoprogramma delle fasi successive
In base ai tempi previsti dalla normativa vigente in materia, si possono fornire le
seguenti tempistiche di massima:
-
redazione progetto esecutivo: entro 60 giorni dall’approvazione del progetto
definitivo;
-
approvazione progetto esecutivo: entro 10 giorni dal termine della redazione del
progetto;
-
pubblicazione bando di gara: entro marzo 2013.
Piano di monitoraggio e manutenzione dell’intervento
Allo scopo di tenere sotto controllo l'evoluzione della linea di riva, e dei fondali nel
tratto di costa che presumibilmente sarà influenzata dalla costruzione delle nuove opere si
prevede di impostare fino dalla fase
di inizio dei lavori un adeguato sistema di
monitoraggio della fascia di spiaggia.
Il controllo avrà lo scopo non solo di quantificare l’evoluzione morfologica della
spiaggia emersa e di quella sommersa, ma anche le possibili variazioni della granulometria
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dei sedimenti.
Sarà quindi necessario disporre di dati raccolti in modo ottimale e di
elaborazioni eseguite con le più avanzate tecniche.
Il periodo di vita stimato per le opere a scogliera è di almeno 30 anni e è di circa 15 anni
per le spiagge.
Monitoraggio della morfologia della spiaggia: ricordato che il progetto preliminare
prevede un intervento più ampio (fino al pontile Bonaposta) si ritiene opportuno prevedere il
monitoraggio dell’intero tratto di costa e non del solo tratto interessato dal presente 1°
stralcio.
Gli studi di base per il progetto di riequilibrio delle spiagge hanno evidenziato che esiste
un trasporto litoraneo diretto sia verso sud sia verso nord. La costruzione dei pennelli ha lo
scopo di rallentare questo flusso ma la maggior disponibilità di materiali ad opera del
ripascimento provocherà molto probabilmente un incremento del volume di materiale
trasportato verso le spiagge a nord di Vada fino alle opere degli approdi Solvay.
Su questo tratto di costa si prevede il controllo dell’evoluzione della linea di riva e del
profilo di spiaggia su breve e medio termine con rilievi ripetuti nel tempo.
Verranno controllate anche le opere a scogliera per verificare la loro efficienza e nel
tempo.
Rilievo della situazione iniziale: Immediatamente prima dell'inizio dei lavori verrà
eseguito un rilievo completo della linea di riva e dei profili di spiaggia. Sempre in questa
fase verranno prelevati campioni per l'esecuzione delle analisi sedimentologiche.
I profili saranno rilevati equidistanziati di 50 metri lungo i tratti dove sono presenti
opere ed e equidistanziati di 100 metri dove non sono presenti opere di contenimento
trasversali. Il rilievo verrà eseguito fino alla profondità di 6 metri ma verrà esteso fino alla
profondità di 10 metri con un profilo ogni 300 metri. Una sezione di raccordo parallela a
riva posizionate sui -3 / - 4 metri consentirà una stima dell’errore inerente il rilievo ed una
migliore descrizione del fondale lungo la zona dei versamenti per il rialzamento dei fondali.
Saranno prelevati almeno 100 campioni del fondo per mezzo di una benna e sottoposti
ad analisi granulometrica con setacci ad intervalli di 0.5 phi. I risultati ottenuti verranno
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riportati su carte in scala 1:5000 dove verranno evidenziate la dimensione media, la frazione
fine, la classazione ed il 10 percentile della frazione grossolana.
Rilievi periodici: I rilievi dovranno essere ripetuti con diverse modalità dopo 6 mesi, un
anno e tre anni dalla fine dei lavori; e successivamente con cadenza triennale. In particolare
si prevede di eseguire con maggior frequenza il rilievo della linea di riva in quanto può
essere soggetta a variazioni più rapide e quindi misurabili anche dopo pochi mesi dal
completamento delle opere mentre le caratteristiche granulometriche della sabbia o la forma
dei profili sono soggetti a variazioni molto lente e quindi si potranno registrare variazioni
significative solo in intervalli di tempo più lunghi.
La linea di riva verrà rilevata con cadenza 6, 12 e 36 mesi, mentre i profili batimetrici
verranno effettuati in modo completo insieme ad una nuova campagna di prelievi di
campioni del fondo alla fine del primo anno e al terzo anno. Alcuni profili saranno ripetuti
nei tratti vicini alle opere di contenimento allo scopo di evidenziare eventuali problemi di
erosione localizzata o scalzamento alle testate quando verranno eseguiti i rilievi della linea
di riva.
Monitoraggio della qualità delle acque.
Sempre in fase iniziale si prevede si eseguire una serie di analisi chimiche e
batteriologiche con gli standard previsti per la verifica della qualità per la balneazione, in
almeno 3 punti prelievo nella zona di intervento fino alla foce del Fosso Circolare, di cui
almeno uno coincidente con un punto di prelievo estivo dell' ARPAT per la verifica dei
parametri per la balneazione.
Rilevi periodici sono previsti alle scadenze programmate per i rilievi morfologici e
sedimentologici e comunque in corrispondenza dei prelievi stagionali eseguiti da ARPAT
per i primi 2 anni, ossia per il periodo in cui i nuovi materiali non siano stati completamente
riorganizzati dall’azione del moto ondoso.
Entro due mesi dall’esecuzione dei prelievi verrà prodotta una relazione che illustrerà i
risultati ottenuti ed il confronto con la situazione ante operam come risulta dai dati raccolti
negli ultimi anni da ARPAT.
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Il costo del programma di monitoraggio, per i primi tre anni, comprensivo dei rilievi ed
interpretazione dei risultati, analisi chimico - fisiche è stimato a livello globale in 30000,00
euro comprensivi di I.V.A.
Programma di manutenzione delle opere di difesa.
Le opere di contenimento della spiaggia sono state progettate del tipo a scogliera per la
parte emergente o vicina al livello medio del mare e pertanto idonee a sopportare le
sollecitazioni delle massime onde frangenti sulla profondità a cui sono posate. Gli interventi
prevedibili per queste opere sono pertanto teoricamente nulli, ma si ritengono possibili
limitati assestamenti dovuti sia a possibili imperfezioni
di costruzione sia a normali
cedimenti localizzati dovuti all’azione del moto ondoso.
Per quanto riguarda le spese di manutenzione, si potrà effettuare una ragionevole stima
solo dopo i rilievi del sesto anno, ma sulla base delle esperienze acquisite sulle opere
esistenti si prevede un limitato intervento di manutenzione dell’ordine del 15% del volume
iniziale dei massi dopo 10 anni di esercizio. In prima approssimazione, si può stimare che
risulterà necessario provvedere ad una rifioritura delle mantellate esterne con circa 2700 t di
scogli.
Manutenzione delle spiagge
Durante la fase di costruzione della nuova spiaggia la linea di riva potrà avanzare in
modo uniforme di circa 15 m ma con le prime mareggiate il profilo di spiaggia assumerà un
andamento naturale e la spiaggia arretrerà progressivamente fino a raggiungere una
configurazione di equilibrio che si ritiene possa essere raggiunta in 6 - 12 mesi a seconda
dell’intensità delle mareggiate. I rilievi della linea di riva previsti nel piano di monitoraggio
hanno lo scopo di evidenziare i processi in atto e definire le modalità di manutenzione nei
diversi tratti. Sulla base delle informazioni di letteratura specializzata e di interventi eseguiti
in Italia su ripascimenti artificiali eseguiti con sabbia dragata in mare e protetti con opere a
scogliera, si stima che le perdite siano mediamente dell’ordine del 20% per il primo anno e
del 10% negli anni successivi.
Nonostante quindi un programma di interventi possa essere definito solo al termine di
almeno tre anni di monitoraggio, per far fronte ad eventuali locali non differibili esigenze di
intervento è stato ritenuto opportuno, già in questa fase, prevedere opere di manutenzione
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del ripascimento sulle spiagge con materiali composti da sabbia fine dell’ordine del 15%
dopo tre anni, cioè pari ad un volume globale per i due interventi di circa 2.700 m3.
Stima dei costi di manutenzione
Attualmente il PRGIC non destina risorse finanziarie finalizzate alle attività di
manutenzione delle opere realizzate con i fondi del medesimo PRGIC.
D’altra parte il D.Lgs. 163/2006 e il relativo nuovo Regolamento attuativo impongono
la redazione della stima dei costi di manutenzione.
Sulla base dei dati disponibili è stata effettuata in questa fase una stima sommaria dei
costi di manutenzione che dovrà essere ulteriormente approfondita dopo i primi rilievi di
monitoraggio.
In questa fase, i costi per i lavori di manutenzione sono stati stimati a partire dalle
quantità indicate in precedenza e maggiorando i prezzi unitari delle lavorazioni, in
previsione del possibile aumento dei prezzi da oggi fino al momento di effettiva attuazione
dei lavori. L’importo totale dei lavori è stato poi sommato agli oneri della sicurezza (valutati
pari al 5% dell’importo dei lavori) ed infine sono state aggiunte l’IVA e le somme a
disposizione, stimate in questa fase pari al 15 % della somma dei lavori a base d’asta e degli
oneri per la sicurezza.
Il quadro dei costi di manutenzione così ottenuto è riportato di seguito.
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Piano di manutenzione – intervento n° 8
Lavori previsti dal piano di manutenzione e oneri per la sicurezza
I) Manutenzione opere di difesa
€ 73.511,55
II) Manutenzione spiagge
€ 76.500,00
1) Lavori del piano di manutenzione (I + II)
€ 150.011,55
5%
2) Oneri per la sicurezza
€ 7.500,58
A) Totale parziale lavori e oneri sicurezza
(1 + 2)
B) IVA sui lavori e oneri sicurezza (20% di
A)
21%
€ 157.512,13
€ 157.512,13
€ 33.077,55
€ 33.077,55
Somme a disposizione per la stazione appaltante per il piano di manutenzione (= 15% di A)
C) Somme a disposizione per piano di
manut.
€ 23.626,82
TOTALE - Piano di Manutenzione (A+B+C)
€ 23.626,82
€ 214.216,49
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