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Impianto di progettazione e produzione accessori in metallo e materiale plastico per serramenti STUDIO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ (ex art. 20 ed allegato IV Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii.) R3 - RELAZIONE DESCRITTIVA DELL’IMPIANTO ESISTENTE 0 Novembre 2010 Emissione N° Data Descrizione (Apulia System Srl) Redatto R E V I S I O N E Lacatena Maria Luigia (Legale Rappresentante Master Srl) Approvato Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) INDICE 1. PREMESSA .................................................................................................................. 4 2. ITER AMMINISTRATIVO RELATIVO ALL’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO .................. 8 3. DESCRIZIONE DELL’ ATTIVITA’ ................................................................................ 9 3.1 4. Fasi del processo produttivo ................................................................................. 11 3.1.1 Approvvigionamento materie prime e di supporto .......................................... 11 3.1.2 Acquisizione ordini da cliente ......................................................................... 11 3.1.3 Progettazione ................................................................................................. 11 3.1.4 Produzione ..................................................................................................... 11 DESCRIZIONE IMPIANTO ......................................................................................... 17 4.1 Attrezzature .......................................................................................................... 20 4.1.1 Impianti di pressofusione leghe di alluminio ................................................... 20 4.1.2 Impianti di pressofusione leghe di zinco (zama)............................................. 23 4.2 Reti, impianti e servizi generali ............................................................................ 24 4.2.1 Rete fogna nera ............................................................................................. 24 4.2.2 Rete fogna Bianca .......................................................................................... 26 4.2.3 Impianto approvvigionamento acqua usi igienici ............................................ 28 4.2.4 Impianto approvvigionamento acque industriali ............................................. 28 4.2.5 Impianto di trattamento acque meteoriche attuale ......................................... 29 4.2.6 Impianto di trattamento acque meteoriche futuro ........................................... 30 4.2.7 Impianti termici ............................................................................................... 31 4.2.8 Impianto fotovoltaico ...................................................................................... 32 4.2.9 Impianto di condizionamento.......................................................................... 33 4.2.10 Impianto di produzione aria compressa ......................................................... 33 4.2.11 Impianto di trattamento delle emulsioni oleose - Concentratore sottovuoto ... 34 4.2.12 Impianto trattamento acque industriali ........................................................... 34 4.2.13 Impianto di demineralizzazione acqua ........................................................... 36 4.2.14 Impianto trattamento acque concentrate. ....................................................... 36 Pagina 2 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) 4.2.15 Concentratore sottovuoto per acque di lavaggio semilavorati. ....................... 36 4.2.16 Rete antincendio ............................................................................................ 37 4.2.17 Servizi igienici ................................................................................................ 38 Pagina 3 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) 1. PREMESSA La presente relazione viene redatta con l’obiettivo di valutare la conformità dell’opificio della società Master Srl, ubicato sulla strada provinciale Conversano – Castiglione al km 0.7, del comune di Conversano. La Master Srl progetta e produce accessori in metallo e materiale plastico per serramenti ed in particolare: squadrette, giunzioni, catenacci e incontri, accessori per vasistas, maniglie, maniglioni, cerniere, maniglie per scorrevoli, accessori per scorrevoli ed accessori vari. La società, nell’ottica di una strategia imprenditoriale di ampliamento e restyling della gamma accessori, ha chiesto agevolazioni aderendo a “Aiuti alle medie imprese e ai Consorzi di PMI per programmi Integrati di Agevolazione” nell’ambito del Programma Operativo 2007-2013 della Regione Puglia. La Master Srl, con Delibera della Giunta Regionale n. 2365 del 1 dicembre 2009 (B.U.R.P. n.209 del 30-12-2009), è stata ammessa al finanziamento (allegato 1). I processi produttivi coinvolti dalla suddetta richiesta di agevolazione sono: la pressofusione leghe di alluminio, pressofusione leghe di zinco, lavorazioni per deformazione plastica di lamiere in acciaio, stampaggio materie plastiche, confezionamento, assemblaggio, lavorazioni per asportazione di truciolo, verniciatura. Si specifica che i suddetti processi sono già svolti dalla società e quindi gli investimenti potenziali non andranno a modificare il processo produttivo, ma ad introdurre innovazioni tecnologiche agli impianti. Il tipo di macchinari da acquistare, invece, beneficiando delle suddette agevolazioni, sarebbero: Pagina 4 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Presse dedicate a diversi processi quali: pressofusione leghe di alluminio, pressofusione leghe di zinco, lavorazioni per deformazione plastica di lamiere in acciaio, stampaggio materie plastiche; Forni, per la fusione di leghe di alluminio; Macchine operatrici automatiche destinate agli scopi più diversi quali: lavorazioni per asportazione di truciolo, assemblaggi, confezionamenti, robot di asservimento isole pressofusione alluminio, macchinari asserviti alle varie presse; Mezzi di trasporto interni: transpallet, commissionatori e carrelli elevatori. Magazzini automatici; Scaffalature compattabili. Con l’emanazione del DLgs 3 aprile 2006, n.152 e con il successivo provvedimento di rettifica (Dlgs 16 gennaio 2008, n.4 e Dlgs 29 gennaio 2010, n.128) è stata riformulata la disciplina sulla procedura di Verifica di assoggettabilità, riportata all’articolo 20 del citato decreto. In particolare, in merito alle categorie progettuali rientranti nell’allegato IV, parte II, del DLgs 152/2006 e ss.mm.ii. (progetti sottoposti a verifica di assoggettabilità) si segnalano i punti: 3.e) impianti di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di recupero (affinazione, formatura in fonderia) con una capacità di fusione superiore a 10 tonnellate per il piombo e il cadmio o a 50 tonnellate per tutti gli altri metalli al giorno) e, 3.f) impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento abbiano un volume superiore a 30 m3. Si specifica, inoltre che i suddetti punti 3.e) e 3.f) corrispondono ai punti, rispettivamente, B.2.l) e B.2.m) della legge Regionale 11/2001 e ss.mm.ii. Pagina 5 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Per quanto concerne il punto 3.e), la Master Srl svolge attività di pressofusione delle leghe di alluminio e delle leghe di zama su tre turni, e a fronte degli investimenti suddetti supererà il limite delle 50 t/giorno di capacità fusoria, passando, difatti, dall’attuale capacità fusoria di 45,3 t/giorno a una futura pari a 58,2 t/giorno. Per quanto concerne il punto 3.f), poiché non viene superato il limite dei 30 m3, avendo vasche destinate al trattamento superficiale per un totale di 18 mc, esclude la verifica di assoggettabilità a VIA. La Regione Puglia ha disciplinato le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale con la legge regionale del 12 aprile 2001, n. 11 ss.mm.ii. e agli artt. 16 e 17 ha disciplinato le procedure di Verifica di assoggettabilità. Poichè né il DLgs 152/2006 e i successivi provvedimenti di rettifica (DLgs 16 gennaio 2008, n.4 e DLgs 29 gennaio 2010, n.128) disciplinano i contenuti e le componenti dello Studio preliminare ambientale, si è fatto riferimento a quanto previsto dall’articolo 16 comma 1 lettera c) della citata l.r. 11/2001 e ss.mm.ii. La norma predetta, quindi, prevede la redazione di una relazione sull'identificazione degli impatti ambientali attesi, anche con riferimento ai parametri e agli standard previsti dalla normativa vigente, nonché il piano di lavoro per la eventuale redazione del SIA. Nel caso della ditta Master Srl, in occasione dell’investimento suddetto del superamento del limite di 50 t/giorno di capacità fusoria per le attività di pressofusione delle leghe di alluminio e di zama (punto 3.e nell’allegato IV, parte II, del DLgs 152/2006), si è proceduto alla descrizione delle opere e degli impianti che si utilizzano per lo svolgimento delle attività della Master e, in particolare, per la pressofusione di leghe di alluminio e di zama. Pagina 6 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Sulla base delle informazioni fornite dalla Master Srl, l’importo complessivo della componente impiantistica legata all’attività di pressofusione delle leghe di alluminio e di zama risulta essere di circa € 1.000.000 (euro unmilione/00). Pagina 7 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) 2. ITER AMMINISTRATIVO RELATIVO ALL’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO L’impresa Master Srl, iscritta nel registro delle imprese presso la Camera di Commercio di Bari al n. 03620970727, progetta e produce accessori in metallo e materiale plastico per serramenti ed in particolare: squadrette, giunzioni, catenacci e incontri, accessori per vasistas, maniglie, maniglioni, cerniere, maniglie per scorrevoli, accessori per scorrevoli ed accessori vari. Le attività attraverso cui realizza il processo produttivo, sono descritte nei paragrafi successivi. L’impianto produttivo della Master S.r.l., ubicato sulla strada provinciale Conversano – Castiglione al km 0,7 del comune di Conversano, è in zona PRG tipizzata “Zona Industriale” distinta in catasto alle particelle n. 373-342-438 del Foglio N°95 del Comune di Conversano (Tav. 1.4). Il primo insediamento dello stabilimento è stato realizzato a fronte della concessione edilizia n. 9763 del 16/03/1994 rilasciata dal comune di Conversano, a cui segue Certificato di agibilità del Comune di Conversano del 09/04/1997. Si è avuto un successivo ampliamento nel 2002 con concessione edilizia n. 25 del 26/02/2002, rilasciata sempre da Comune di Conversano e seguita da Certificazione di agibilità del Comune di Conversano del 07/11/2003. A partire dal 1° agosto 2007, la società MASTER ha acquisito la società EUROAXIS S.r.l. (mediante fusione per incorporazione) acquisendo la proprietà dell’immobile e degli impianti connessi, incorporando le attività di verniciatura industriale, pressofusione e lavorazione di particolari metallici. Si precisa che il sito della EUROAXIS era confinante con quello della MASTER In particolare, l’insediamento ex-EUROAXIS è stato realizzato a fronte della concessione edilizia n. 205 del 02/11/1998 e successiva variante in corso d’opera n. 193 del 28/09/1999, rilasciate dal comune di Conversano, a cui segue Certificato di agibilità del 31/12/2002 rilasciato dal medesimo ente. L’attuale insediamento (comprensivo dell’area occupata dalla ex-Euroaxis) insiste su un’area di proprietà della Master. Sia nell’area occupata in origine dalla sola Master (quindi Pagina 8 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) prima della fusione con la Euroaxis) che nell’area occupata dalla stessa Euroaxis non erano presenti altre attività. Non risultano, pertanto, precedenti occupanti dei predetti siti. 3. DESCRIZIONE DELL’ ATTIVITA’ I processi produttivi della MASTER sono finalizzati alla produzione di accessori in metallo e materiale plastico per serramenti e in particolare si producono: squadrette, giunzioni, catenacci e incontri, accessori per vasistas, maniglie, maniglioni, cerniere, maniglie per scorrevoli, accessori per scorrevoli ed accessori vari. Nell’ambito dei processi di produzione della Master sono identificati anche i processi di lavorazione esterni ed i processi ausiliari. In seguito alla concretizzazione degli investimenti previsti, e in particolare all’acquisto di forni e presse per le attività di pressofusione delle leghe di alluminio e di zinco, oggetto della presente verifica di assoggettabilità, nulla cambierà nel ciclo produttivo dell’azienda. Si sottolinea, a tal proposito, che sebbene l’innovazione tecnologica comporti un aumento della potenziale capacità produttiva, la Master Srl con l’investimento suddetto non punta ad un aumento della produttività (pezzi/anno), ma ad un miglioramento della qualità dei prodotti e con migliore efficienza energetica. Il processo di lavorazione è schematicamente rappresentato dal seguente diagramma di flusso. Pagina 9 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Approvvigionamento Materia Prima Controllo Qualità in Accettazione Smistamento ai Reparti Lavorazioni PROCESSI DI PRODUZIONE ESTERNI Trattamenti superficiali di zincatura Trattamenti superficiali di ossidazione Trattamenti superficiali di doratura Lavorazioni alle Macchine Utensili Presse e Tranciature Metalli Pressofusione delle Leghe di Alluminio Presso colata delle Leghe di Zama Presso colata delle Leghe di Zama PROCESSI AUSILIARI A1 Amministrazione A2 Sviluppo Progetti A3 Costruzione attrezzatura e manutenzione A4 Produzione aria compressa A5 Produzione Energia Elettrica Lavaggio Granigliatura Vibro Burattatura e Lavaggio Prettrattamenti superficiali e verniciatura Assemblaggio e confezionamento PROCESSI REALIZZATI DA APPALTATORI Manutenzione straordinaria locali, impianti idrici, fognanti, elettrici e termici Prestatori d’opera Servizi di pulizia uffici Stoccaggio a Magazzino Spedizione e Trasporto Pagina 10 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) 3.1 Fasi del processo produttivo Si riportano nel seguito le varie fasi del processo produttivo della Master Srl; come le varie attività sono dislocate nei tre diversi capannoni è riportato nel cap. 4. 3.1.1 Approvvigionamento materie prime e di supporto Consiste nella emissione degli ordini di acquisto ai vari fornitori di materie prime e di supporto. Successivamente si procede alla ricezione delle materie prime, dei semilavorati e delle sostanze ausiliarie di processo ed al controllo qualità in accettazione e nello smistamento ai reparti. Il trasporto delle materie in azienda avviene sempre a carico delle aziende fornitrici o di corrieri. Il materiale arriva in azienda nelle aree di scarico dove viene preso in carico ed etichettato a cura del personale di magazzino. Su un campione significativo per ogni lotto in arrivo sono effettuati controlli visivi e dimensionali, dopodichè la merce viene smistata nelle aree di produzione. 3.1.2 Acquisizione ordini da cliente Tale fase consiste nella definizione del tipo di prodotto sulla base di un catalogo di cui il cliente è in possesso, o in base a richieste pervenute direttamente tramite agenti o attività di marketing. L’ordine perviene in azienda, direttamente dal cliente o tramite agente. L’ufficio commerciale emette apposita conferma d’ordine da inviare al cliente. 3.1.3 Progettazione Tale fase consiste nella progettazione di nuovi prodotti o nella modifica già esistenti. In tale fase vengono emesse le specifiche per l’approvvigionamento delle materie prime e semilavorati, per processi produttivi, ivi incluse le attività di imballaggio e spedizione. 3.1.4 Produzione I processi produttivi per la realizzazione dei prodotti della Master sono: Pagina 11 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Lavorazioni alle macchine utensili Pressa e tranciatura metalli Assemblaggio e confezionamento Pressofusione delle leghe di alluminio Pressocolata delle leghe di zama Vibro burattatura Lavaggio industriale Granigliatura Lavorazione alle macchine utensili Trattamenti superficiali (verniciatura) Stampaggio materie plastiche La società affida all’esterno i trattamenti superficiali relativi alla zincatura, ossidazione e doratura. Le attività di pressofusione delle leghe di alluminio e di zinco si svolgono, e continueranno a svolgersi, su tre turni di lavoro; le restanti attività, invece, si svolgono e continueranno a svolgersi su due turni diurni di lavoro. Lavorazioni alle macchine utensili Il reparto è costituito da una serie di macchine utensili automatiche, funzionalmente indipendenti, ciascuna delle quali adibita alla realizzazione di semilavorati metallici. Le lavorazioni sono sostanzialmente di sagomatura, smussatura e taglio. Le macchine possono lavorare sia a secco che mediante l’utilizzo di lubrorefrigeranti. In quest’ultimo caso le macchine, completamente automatiche, lavorano in cabina chiusa a ciclo continuo riutilizzando continuamente l’emulsione previa filtrazione. Reparto presse e tranciatura dei metalli Nel reparto si eseguono ulteriori lavorazioni meccaniche con lubrorefrigeranti mediante l’utilizzo di presse eccentriche per lavorazioni da trancio attrezzate con stampi a passo in acciaio. Il nastro in acciaio posizionato sull’aspo moto-svolgitore ed in movimento Pagina 12 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) coordinato con la pressa e lo stampo, viene spinto per passare attraverso lo stampo stesso, dove viene opportunamente sagomato e tagliato in base al particolare da realizzare. Pressofusione leghe di alluminio Il processo è finalizzato alla realizzazione di manufatti in leghe di alluminio mediante l’iniezione del metallo fuso all’interno di stampi in acciaio. In particolare la materia prima in pani di lega di alluminio viene convogliata all’interno dei forni di fusione, dove raggiunge la temperatura di fusione della lega (660-700°C). Il materiale fuso viene quindi iniettato e pressato all’interno di stampi in acciaio. Il materiale così stampato viene scaricato in cassoni e portato a temperatura ambiente. Per tale processo, attualmente, sono presenti presenti cinque forni fusori ed altrettante presse. A seguito della richiesta di investimento della Master Srl, si assisterà alla sostituzione per innovazione tecnologica di quattro dei cinque forni e di una pressa (cfr. cap.4 della presente relazione). In particolare, considerando i tre turni di lavoro, e quindi le 24 ore in cui si svolgono attualmente le attività e in cui continueranno a svolgersi, si passerà da una capacità fusoria di circa 33,6 t/giorno, pari a 1400 Kg/ora, ad una capacità di fusione pari a 46,4 t/giorno, pari a 1.935 kg/h (cfr. par. 4.1.1. e 4.1.2). L’innovazione tecnologica comporta un aumento della potenziale capacità produttiva, ma la Master Srl con l’investimento suddetto non punta a un aumento della produttività (pezzi/anno), ma a un miglioramento della qualità dei prodotti e a una migliore efficienza energetica. Pressocolata della zama (leghe di zinco) Il processo è finalizzato alla realizzazione di manufatti in zama (lega di zinco) mediante l’iniezione del metallo fuso all’interno di stampi in acciaio. La lega viene fusa in forno elettrico alla temperatura di 400-420°C. Il materiale fuso viene quindi iniettato e pressato all’interno di stampi in acciaio. Il materiale così stampato viene scaricato in cassoni e portato a temperatura ambiente. Pagina 13 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) L’impianto attuale è composto da quattro macchine disposte in parallelo ciascuna delle quali completa di forno elettrico per la fusione della lega di zinco e pressa per lo stampaggio dei manufatti. Nell’investimento futuro è previsto l’acquisto di una macchina a camera calda (comprensivo di forno e di pressa) per le attività di pressofusione della zama (allegato 3.1.1.h). Secondo quanto indicato dalla società MASTER S.r.l. e come verrà dettagliato nel cap. 4, la capacità fusoria attuale della pressofusione di zama è pari circa 11,76 t/giorno, mentre quella futura teorica sarà pari a 14,6 t/giorno (cfr. par.4.1.3 e 4.1.4). Stampaggio materie plastiche In tale reparto si producono manufatti in materiale plastico; l’attività consiste nel fondere la plastica acquistata in granuli (generalmente ABS, nylon, elastomero) ed iniettarla allo stato fuso in stampi d’acciaio. In particolare il granulo, caricato in serbatoi a bordo macchina, viene convogliato alla pressa ad iniezione, dove per mezzo di resistenze elettriche raggiunge la temperatura di fusione (180-200°C). Il materiale fuso viene quindi iniettato negli stampi e dopo lo stampaggio, viene scaricato in cassoni a valle della macchina dove raggiunge la temperatura ambiente. Lavaggio semilavorati metallici Il processo è finalizzato a rimuovere residui di lavorazione (olio, paste,grassi, polvere, etc…) dai semilavorati metallici prodotti a seguito dei processi di lavorazione con macchine utensili. L’impianto di lavaggio agisce con l’azione di soluzioni acquose di lavaggio calde mantenute ad una temperatura di 70°C ca. in cui vengono disciolti opportuni detergenti, i particolari da lavare vengono posti direttamente su cestelli dedicati estraibili. Vibro burattatura E’ una lavorazione meccanica di levigatura di superfici metalliche che permette anche l’eliminazione di spigoli taglienti dal pezzo. L’operazione avviene immettendo i pezzi da trattare in una massa eterogenea di granuli o sfere mantenuta in vibrazione che scorrendo Pagina 14 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) lungo le superfici del pezzo produce un’asportazione di metallo/levigatura. Il materiale abrasivo può essere costituito da sfere metalliche in acciaio o da graniglia di mais. L’operazione può essere coadiuvata dall’immissione di acqua che ha lo scopo di asportare ed evitare la dispersione delle polveri metalliche. Sono presenti nel reparto tre macchine “Buratti” chiuse, dove i pezzi da trattare vengono inseriti in cestelli e posizionati all’interno della macchina. Granigliatura E’ un’operazione meccanica di sbavatura finalizzata alla rifinitura dei semilavorati in alluminio e zama che provengono dal processo di pressofusione. La granigliatura avviene per mezzo di sfere metalliche in acciaio del diametro di 0,5 mm che vengono spinte a forte velocità contro i pezzi da trattare; in questa maniera vengono rimosse le bave residue derivanti dallo stampaggio. Pretrattamenti superficiali dei metalli Il processo è un pretrattamento effettuato sui semilavorati metallici provenienti dalla vibro burattatura e dal lavaggio prima della verniciatura. I pezzi da trattare, attraverso opportuni telai, vengono ripetutamente immersi in bagni acquosi secondo una sequenza ben definita, in cui vengono disciolti reagenti chimici a temperatura ambiente. L’impianto è composto da 10 vasche da 1,8 mc disposte in serie di cui: 3 vasche riempite con preparati chimici in soluzione acquosa e 7 vasche di risciacquo contenenti acqua depurata. Tutte le soluzioni di lavaggio sono mantenute a temperatura ambiente. Il processo prevede un primo trattamento in soluzione acquosa sgrassante a ph basico (prodotto chimico ALS-16), due bagni di risciacquo, un secondo trattamento acido (prodotto chimico ALS-14) seguito da ulteriori due bagni di risciacquo ed un terzo ed ultimo trattamento di cromatazione (prodotto chimico ALS-72E) seguito da tre bagni di risciacquo. I pezzi metallici da trattare vengono posizionati su appositi telai e quindi in maniera automatica immersi nelle vasche. Infine i pezzi vengono asciugati in due vasche di asciugatura posizionate a valle dell’impianto, ciascuna delle quali dotata di un bruciatore alimentato a gas metano per la produzione di aria calda. Pagina 15 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Verniciatura elettrostatica Si tratta di un processo di verniciatura automatica a polvere effettuata su due linee parallele di verniciatura ciascuna delle quali dotata di tre cabine di verniciatura e forno di essiccazione. In particolare i pezzi da verniciare provenienti dall’adiacente reparto di pretrattamento superficiale dei metalli, vengono trasportati all’interno delle cabine e quindi nel forno da opportuni telai caricati manualmente e movimentati automaticamente. Le polveri vengono spruzzate ad alta pressione sui telai che contengono i pezzi. Ciascuna cabina è dotata di un sistema di abbattimento polveri. Assemblaggio e confezionamento I vari semilavorati vengono assemblati nel prodotto finito, attraverso attività manuali o con l’ausilio di macchine. Al termine dell’assemblaggio, il prodotto finito viene imbustato in buste di polietilene ed in imballaggi in cartone. Spedizione Il prodotto imballato, viene sistemato nel magazzino prodotti finiti per la successiva spedizione al cliente, mediante corrieri a cui la società affida il servizio di trasporto. A supporto delle attività di manutenzione delle attrezzature ed impianti, vengono svolte anche i seguenti trattamenti: Sverniciatura E’ un’attività discontinua di servizio al reparto di verniciatura, consiste in un trattamento di termo-pulitura mirato alla rimozione della vernice in eccesso che si accumula sui telai utilizzati per il trasporto dei pezzi metallici durante il processo di verniciatura. Saldatura L’attività è a supporto della manutenzione interna, la frequenza di saldatura sarà di circa 50 trattamenti l’anno con un consumo di materiale d’apporto di circa 500-600 grammi l’anno. Trattamento superficiale tasselli E’ un trattamento termico di antimetallizzazione degli stampi a servizio della manutenzione degli impianti di stampaggio. L’attività consiste nel ricoprire con un grasso opportuno i tasselli portati con una muffola ad una temperatura di 340 °C. Pagina 16 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) 4. DESCRIZIONE IMPIANTO L’intero lotto ha una superficie complessiva pari a 37000 m2 (Tav. 2 e fig.4) di cui: 3 capannoni di superficie totale pari 17000 m2; il piazzale di superficie pari a 19600 m2; palazzina uffici di 400 m2. In particolare: Capannone 1 (anche detto “Master 1”) – Reparto magazzino Reparto Magazzino Compattabile Ufficio Tecnico Assistenza Clienti Ufficio Qualità Laboratorio Prove Capannone 2 (anche detto “Master 2”) – Uffici dei Servizi Acquisti Direzione di Produzione Gestione Produzione Gestione del Personale Ufficio Tecnico di Attrezzeria Capannone 2 (anche detto “Master 2”)– Reparti di Produzione Reparto Attrezzeria Reparto Lavorazioni alle Macchine Utensili Reparto Presse e Tranciatura Metalli Reparti di Assemblaggio e Confezionamento Pagina 17 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Reparto Magazzino Prodotto Finito Reparto Pressofusione Alluminio Reparto Presso Colata di Zama Reparto Stampaggio Plastica Capannone 3 (anche detto “Master 3”) – Reparti di Produzione Reparto Verniciatura Reparto Lavorazioni alle Macchine Utensili Reparto Tranciatura Alluminio Reparti di Assemblaggio e Confezionamento Squadrette Pagina 18 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Fig. 4: Planimetria Master Srl con indicazione dei tre capannoni. Tutte le attività si svolgono su due turni di lavoro diurni, eccetto le attività di pressofusione delle leghe di alluminio e di zinco, tra l’altro oggetto della presente verifica di assoggettabilità, che si svolgono su tre turni di lavoro. Le attività oggetto della presente verifica di assoggettabilità si svolgono in “Master 2” – Reparto di produzione (Tav.2- “Opificio Master 2” e fig.4). Una parte del piazzale esterno si configura come Area deposito temporaneo di rifiuti (Tav.6). Pagina 19 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Tutte le aree dell’impianto sono in pavimentazione industriale con le seguenti caratteristiche: monolitica al quarzo realizzata su supporto in calcestruzzo preconfezionato, del tipo a resistenza RCK 250 con aggiunta di fibre in polipropilene (per armatura dinamica tridimensionale antifessurazione), classe S4, con spessore di circa cm 15, e armata con rete elettrosaldata del tipo 20x20 filo 5 mm, corazzatura con Quarzo Puro tedesco sferoidale (durezza 7° MOHS) in curva chiusa granulometrica e cemento del tipo “fresco su fresco”; esecuzione di giunti di dilatazione con Klipper a dischi al carborundum con guaina elastomera in gomma neoprene. 4.1 Attrezzature Nel presente sottoparagrafo si riportano le caratteristiche dei forni attuali e futuri, sia per la pressofusione delle leghe di alluminio che per la pressofusione delle leghe di zinco, con la relativa pressa, e l’indicazione dei punti di emissione relativi. L’attenzione si pone esclusivamente sulle caratteristiche dei forni, giacché determinante ai fini della verifica di assoggettabilità è la capacità di fusione. Si specifica, per chiarezza di esposizione, che in Tav. 2 è riportata la planimetria dell’impianto dove sono indicati in rosso, con proprio numero di identificazione (ID), i nuovi investimenti e, per ciascuno di essi, è specificato in legenda se trattasi di un impianto aggiuntivo o sostitutivo (innovazione) e, in quest’ultimo caso, l’impianto da innovare. 4.1.1 Impianti di pressofusione leghe di alluminio Nella tabella seguente sono riportate le caratteristiche dei forni attuali e di quelli futuri sostitutivi, con la relativa pressa, e l’indicazione dei punti di emissione relativi. È indicato, anche, per ciascun forno, l’allegato di riferimento e l’identificativo in tav. 2. Pagina 20 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) FORNO IMPIANTO PRESSA ATTUALE PA1/1 - impianto pressofusione di alluminio impianto pressofusione di alluminio - PA1 Marconi RS 130 (all. 3.1.1.a) FUTURO Marconi Tecnofusione HT15 (all. 3.1.1.b e ID 12 in tav, 2) Combustibile gas metano gas metano Consumo nominale 30 Nmc ca. alla massima potenza 291 65 Nmc alla massima potenza Potenza termica nominale (Kw) Modalità di esercizio in continuo in continuo Minimo tecnico d’impianto non definito non definito Capacità fusoria (kW/h) 220 gas metano Consumo nominale 22 Nmc ca. alla massima potenza Potenza termica nominale (Kw) 233 Modalità di esercizio in continuo Minimo tecnico d’impianto non definito Capacità fusoria (kW/h) 160 PA2/1 ‐ impianto pressofusione di alluminio impianto pressofusione di alluminio - PA2 EC2 34 Nmc ca. alla massima potenza 325 Agrati CF350 in continuo NON PREVISTA ALCUNA MODIFICA DELLA PRESSA non definito 160 EC1 Punto di emissione Agrati CF450 Oms 950 (all. 3.1.1.c e ID17 in Tav. 2) Fergal 1500 Kg (all. 3.1.1.d e ID11 in tav. 2) gas metano Marconi RS 70 (all. 3.1.1.c) Combustibile FUTURO 600 EC1 Punto di emissione PA1/2 - impianto pressofusione di alluminio 860 ATTUALE Marconi RS 130 (all. 3.1.1.a) Combustibile Gas metano Consumo nominale 30 Nmc ca. alla massima potenza EC2 Fergal 2.500 KG (all. 3.1.1.e e ID10 in tav. 2) Gas metano 40 Nmc ca. alla massima potenza Agrati CF450 NON PREVISTA ALCUNA MODIFICA DELLA Pagina 21 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Potenza termica nominale (Kw) 291 372 Modalità di esercizio in continuo in continuo Minimo tecnico d’impianto non definito non definito Capacità fusoria (kW/h) 220 275 PRESSA EC3 Punto di emissione EC4 Marconi Tecnofusione HT15 (all.3.1.1.b) PA2/2 ‐ impianto pressofusione di alluminio Combustibile gas metano Consumo nominale 65 Nmc alla massima potenza Potenza termica nominale (Kw) 860 Modalità di esercizio in continuo Minimo tecnico d’impianto non definito Capacità fusoria (kW/h) 600 NON PREVISTA ALCUNA MODIFICA DEL FORNO EC4 Fergal 3000 Kg (all. 3.1.1.g e ID9 in tav. 2) Fergal 1500 Kg (all. 3.1.1.f) PA3 ‐ impianto pressofusione di alluminio Combustibile gas metano Consumo nominale 35 Nmc ca. alla massima potenza gas metano 40 Nmc ca. alla massima potenza Potenza termica nominale (Kw) 291 384 Modalità di esercizio in continuo in continuo Minimo tecnico d’impianto non definito non definito Capacità fusoria (kW/h) 200 Punto di emissione Oms 800 EC3 Punto di emissione NON PREVISTA ALCUNA MODIFICA DELLA PRESSA NON PREVISTA ALCUNA MODIFICA DELLA PRESSA Oms 550 300 EC5 EC6 Pagina 22 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Ciò detto, la capacità fusoria teorica complessiva dei tre impianti destinati alla pressofusione delle leghe di alluminio è attualmente pari a circa 1400 kg/h, pari a poco meno di 33,6 t/giorno (considerando lo svolgimento delle attività su 3 turni di lavoro, cioè 24 ore). In seguito all’investimento suddetto, la capacità fusoria sarà pari a 46, 4 t/giorno. 4.1.2 Impianti di pressofusione leghe di zinco (zama) L’impianto è attualmente composto da 4 macchine disposte in parallelo, ciascuna delle quali completa di forno elettrico per la fusione della lega di zinco e pressa per lo stampaggio dei manufatti. Due macchine sono del modello CZ 125 capacità 700 Kg e due modello CZ 50 capacità 500 Kg. Si riportano le attuali capacità fusorie dei forni (allegato 4.1.3) . Macchina Capacità fusoria CZ125/M37 140 Kg/h CZ125/v32 140 Kg/h CZ50/D48 105 Kg/h CZ50/H88 105 Kg/h Totale (24 ore) 11,76 t/giorno Tab. 4.1.2: Capacità fusoria dei forni elettrici degli attuali impianti di pressofusione zama. L’investimento prevede l’acquisto di una macchina per pressofusione, a camera calda, completa di forno elettrico per la fusione della lega di zinco e pressa per lo stampaggio dei manufatti, che affiancherà le quattro attuali macchine. Si tratta di un AGRATI CZ 50/S08 ENERGY SAVING, con capacità fusoria pari a 110-120 Kg/h e potenza del forno elettrico pari a 30 kW (allegato 3.1.1.h). L’impianto sarà quindi composto di 5 macchine con le seguenti caratteristiche (tab. 4.1.3): Pagina 23 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Macchina Capacità fusoria Esistente/Aggiuntivo CZ125/M37 140 Kg/h Esistente CZ125/v32 140 Kg/h Esistente CZ50/D48 105 Kg/h Esistente CZ50/H88 105 Kg/h Esistente CZ50/S08 120 Kg/h Aggiuntivo Totale (24 ore) 14,64 t/giorno Tab. 4.1.3: Capacità fusoria dei forni elettrici degli attuali impianti di pressofusione zama. Si passerà, pertanto, da una capacità teorica fusoria attuale pari a 11,76 t/giorno a una capacità fusoria di 14,64 t/giorno. 4.2 Reti, impianti e servizi generali 4.2.1 Rete fogna nera Per quanto concerne i reflui provenienti dai servizi igienici, la Master Srl dispone di due diversi impianti di depurazione e scarico. In particolare si ha un primo impianto che assevera al Capannone 2 e un secondo impianto che assevera al Capannone 1, Capannone 3 e palazzina uffici (fig. 4.2.1). Pagina 24 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Fig. 4.2.1: Planimetria Master Srl con indicazione dei tre capannoni. 4.2.1.1 Reflui provenienti da Master 2 La società dispone di autorizzazione all’esercizio dell’impianto di depurazione e scarico dei reflui derivanti dai servizi igienici in sub irrigazione, rilasciata in data 20.11.2008 con Determina n. 332 dalla Provincia di Bari (allegato 3.2.1), per i reflui provenienti da “Capannone 2” (tav. 5) L’impianto di trattamento predisposto è costituito essenzialmente da una fossa IMHOFF, nella quale confluiscono le acque provenienti da servizi igienici, seguita da una vasca di ossigenazione/nitrificazione e infine una stazione di sedimentazione/denitrificazione e clorazione; anche le acque di lavaggio pavimenti di stabilimento, dopo essere state accumulate in un impianto di preossidazione, vengono poi immesse nello stesso impianto Pagina 25 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) di trattamento. Gli effluenti depurati vanno in subirrigazione. Si riporta, in allegato, la descrizione tecnica dell’impianto (allegato 3.2.1.a). Ai fini di una maggiore tutela del suolo sono stati predispostii filtri a carbone attivo dopo la stazione di sedimentazione-nitrificazione/clorazione e, quindi, prima dell’immissione in subirrigazione dei reflui trattati (allegato 3.2.1.b.) 4.2.1.2 Reflui provenienti da Master 1, Master 3 e Palazzina Uffici La Master Srl dispone di altri due impianti di scarico dei reflui, ciascuno costituito da una fossa Imhoff e da rete di subirrigazione, completamente identici: uno asserve i servizi igienici di Master 1 e Palazzina Uffici e l’altro asserve Master 3 (vedi fig. 4 e Tav. 5). Le due fosse sono autorizzate dal Comune di Conversano con prot. n. 04/2008 e prot. n. 05/2008, entrambi in data 03.03.2008, allo scarico dei reflui sul suolo mediante subirrigazione (allegato 3.2.1.b e allegato 3.2.1.c). Nella fossa Imhoff avviene la sedimentazione primaria, ottenendo la decantazione dei solidi sospesi grossolani che si accumulano sul fondo (digestione fanghi), dove subiscono un lento processo di mineralizzazione anaerobica. In questo modo si ha l'abbattimento del 95% dei solidi sedimentabili, presenti nel liquame domestico e le fosse sono caratterizzate dall’avere compartimenti distinti per il fango e per il liquame. Il comparto superiore comprende la zona di decantazione del liquame e la zona di flottazione dei grassi. Il comparto inferiore è destinato alla raccolta e digestione anaerobica dei fanghi sedimentati, che vengono progressivamente mineralizzati. Le vasche sono realizzate a pianta circolare verticale e costruite in c.a. Sono resistenti alle sollecitazioni termiche, meccaniche, chimiche ed impermeabili. Per ulteriori dettagli, si allega la relazione tecnica (allegato 3.2.1.d). 4.2.2 Rete fogna Bianca L’area in cui è ubicato l’impianto della Master Srl non è servita da rete fognaria di raccolta delle acque meteoriche. Ai sensi del Decreto Commissario Delegato Emergenza Pagina 26 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Ambientale del 21/11/2003, n. 282 della Regione Puglia che disciplina le autorizzazioni della acque meteoriche e di lavaggio delle aree esterne, la società è in possesso di autorizzazione alla subirrigazione, previo trattamento opportuno (cfr. par. 3.3.2), rilasciata dalla Provincia di Bari in data 28.10.2008 con Determina n. 289 (allegato 3.2.2). Secondo detta Determina: tutte le acque rivenienti dalle superfici scoperte ed impermeabilizzate saranno condotte ed accumulate in vasche separate di prima pioggia e successive di dilavamento; le acque di prima pioggia trattate in impianto di trattamento appropriato, costituto da grigliatura, dissabbiatura statica (mediante vasca Emscher di decantazione), flottazione (disoleazione) e la filtrazione volumetrica su sopporto assorbente, saranno scaricate sul suolo mediante sistema di subirrigazione; le acque di dilavamento successive a quelle di prima pioggia, anche ‘esse grigliate, dissabbiate e disoleate, saranno smaltite sul suolo mediante sistema di subirrigazione. I dettagli dell’impianto sono riportati nel par. 4.2.5. e in allegato 3.2.2.a la relazione tecnica agli atti della Provincia. La Master Srl, però, con Determina n. 67 del 1 marzo 2010 (allegato 3.3.3), ha ottenuto l’autorizzazione allo smaltimento sul suolo mediante subirrigazione e negli strati superficiali del sottosuolo mediante 11 fori trivellati. Secondo detta Determina: le acque meteoriche delle coperture e delle superfici pedonali del Comparto 1 (fig.4) saranno smaltiti negli strati superficiali del sottosuolo in zona anidra mediante un foro trivellato esistente nell’intercapedine del fabbricato, previo trattamento di grigliatura e dissabbiatura; le acque rivenienti dalla superficie impermeabilizzata pavimentata dello stesso Comparto 1 unitamente alle acque meteoriche dilavanti i piazzali e le coperture del Comparto 2 (fig.4) saranno separate in acque di prima pioggia, soggette ad un trattamento chimico-fisico e smaltite sul suolo in subirrigazione, e di seconda Pagina 27 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) pioggia, sottoposte a trattamento di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione smaltite negli strati superficiali del sottosuolo, in zona anidra e rispetto del franco di sicurezza, mediante 11 fori trivellati. I dettagli dell’impianto, autorizzato ma non è ancora realizzato, sono riportati nel par. 4.2.6. e in allegato 3.2.2.b la relazione tecnica agli atti della Provincia. 4.2.3 Impianto approvvigionamento acqua usi igienici L’azienda utilizza per i servizi igienici acqua piovana raccolta dalle superfici dei tetti e stoccata in apposite vasche (Tav. 5). L’impianto idrico è composto da una rete di distribuzione principale ad anello realizzata in tubazione di Polietilene PE 100 UNI 10910 PN16 dal diametro esterno Ø 63 che viaggia all’interno dell’intercapedine ed alla quale sono allacciate le reti secondarie, sempre in tubazione di Polietilene di adeguato diametro, che raggiungono le varie utenze. 4.2.4 Impianto approvvigionamento acque industriali Sono impiegate acque di processo per le lavorazioni meccaniche alle macchine utensili e la tranciatura dei metalli, per il lavaggio dei semilavorati meccanici, per la vibroburattatura ed i pre-trattamenti superficiali dei metalli. La Master Srl, inoltre, per i rabbocchi dei diversi serbatoi/vasche dell’impianto o nel caso possa risultare insufficiente l’acqua piovana raccolta, ha stipulato un contratto con l’AQP per l’emungimento di acqua, per uso extra-agricolo (si intendo fornitura per attività commerciale, artigianale, industriale, agrituristica, civile, ecc), dal pozzo, di competenza dell’ente AQP, più vicino ai terreni che conduce. La consegna dell’acqua viene fatta mediante prenotazione e dal 1° aprile al 31 ottobre dell’anno in cui si è fatto sottoscrizione all’ente per la domanda di acqua (allegato 3.7). Per la stagione irrigua 2010, però, non è stata fatta richiesta per emungimento, in quanto l’entità delle precipitazioni ha coperto il fabbisogno aziendale. Pagina 28 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) 4.2.5 Impianto di trattamento acque meteoriche attuale Ai fini del trattamento e della normale disoleazione (norme DIN 1999) di acque meteoriche di dilavamento rivenienti dalle superfici impermeabili scoperte, la Master Srl prevede, previa grigliatura opportuna, dissabbiatura-disoleazione con filtro coalescenza(con a pacchi lamellari) e chiusura automatica ECOACQUE. Il processo di trattamento è, quindi, relativo ad un sistema di sedimentazione/ripresa e disoleazione di oli e idrocarburi di origine minerale mediante disoleatore a filtro coalescenza, con pacco lamellare. Il sistema di flusso ingenerato in tale sistema permette, con un’alta stabilità di processo, di abbattere rapidamente il carico inquinante, dato dagli idrocarburi totali. I separatori statici con filtro o coalescenza (con pacco lamellare) e chiusura automatica, modello ECOALA4 CE della ECOACQUE sn ,sono dimensionate per una capacità nominale in trattamento, in accordo con le norme DIN1 999(porti1 e 3), per lo separazione gravitimetrica di grassi e di oli minerali liberi, intesi con densità minore od uguale a 830Kg idrocarburi totali/ms. La vasca di contenimento, in sagoma monoblocco, è realizzata in polietilene rotostampato impermeabile, completo di tronchetto d'ingresso, raccordo di uscito, ispezione flottatore, ispezione detriti,filtro a coalescenza con pacco lamellare,otturatore automatico completo di corpo utile alla chiusura, cilindro guida con intercapedine. I separatori statici della ECOACQUE sono dispositivi dotati di sifone antiodore in ingresso ed idonei alla separazione di liquidi infiammabili, ovvero dv idrocarburi leggeri non emulsionati, con rendimento maggiore o uguale al 97% (in separazione). I grassi e gli oli minerali che resteranno ingabbiati nell’ECOALA 4 CE saranno periodicamente raccolti ad opera di ditte specializzate e autorizzate. La superficie scoperta impermeabile della Master Srl è pari a 15.000 m2, per una quantità di pioggia/evento (prima pioggia) stimata pari 5,00 mm. il volume da invasare e trattare è pari a circa 67.50 m3. Per ulteriori dettagli, si riporta in allegato la relazione tecnica dell’impianto disposto (allegato 3.2.2.a) e in Tav. 5 lo schema dell’impianto. Pagina 29 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) 4.2.6 Impianto di trattamento acque meteoriche futuro Si riporta di seguito la descrizione dell’impianto di trattamento delle acque meteoriche, autorizzato ma non ancora realizzato (Determina n. 67 del 1 marzo 2010 – allegato 3.3.3). In allegato 3.2.2.b la relazione tecnica riguardante il suddetto impianto, così come inviata all’ente competente. Le planimetrie sono riportate in allegato 3.3.3.a, così come presentato all’ente competente al momento della richiesta di autorizzazione. 4.2.6.1 Acque di prima pioggia La superficie interessata al trattamento delle acque di prima pioggia è di circa 11.500 mq. Considerando i primi 5 mm di precipitazione, la portata da trattare sarà pari a 57 mc; per cui si prevede una portata di smaltimento nelle 48 ore, come previsto dalla normativa vigente, di 1,1 mc/h. Il trattamento previsto assicurerà alle acque depurate di rispettare i limiti tabellari previsti dal D.Lgs. 152/06 Tab. "4" per lo scarico sul suolo e precisamente: Pretrattamento di grigliatura, dissabbiatura e disoleatura per le acque di prima pioggia e per quelle successive di dilavamento. Accumulo delle acque di prima pioggia in bacino avente una capacità di 57 mc. Sollevamento a portata costante al successivo trattamento di chiariflocculazione. Trattamento di chiariflocculazione e precisamente, miscelazione reattivi, flocculazione, decantazione e filtrazione su sabbia. Accumulo delle acque trattate in un pozzetto prima dello smaltimento sul suolo. 4.2.6.2 Acque di dilavamento successive La superficie interessata al trattamento delle acque di dilavamento e successive a quelle di prima pioggia è pari a 11.000 mq. Considerando una portata di piena calcolata con un tempo di non ritorno non inferiore a 5 anni pari a 50 mm/h è necessario prevedere un impianto che sia in grado di trattare una portata massima di 550 mc/h. Il trattamento previsto, conforme a quanto indicato dall’appendice A1, punti 5 e 6, del Piano Direttore per Pagina 30 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) la tutela delle Acque delle Regione Puglia, di cui all’art. 39 del D.L.gs 152/99 “Criteri per la disciplina delle acque meteoriche di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne”, consisterà in un trattamento di dissabbiatura – disoleatura preceduta da un trattamento di grigliatura. 4.2.7 Impianti termici Nel sito produttivo sono presenti 2 impianti termici alimentati a gas; l’impianto termico di potenza termica nominale superiore ai 35 KW è stato regolarmente denunciato in fase di installazione all’autorità competente (Provincia di Bari) e per esso si esegue regolare manutenzione registrata periodicamente sui relativi libretti d’impianto così come previsto dal DPR n° 412 del 26 agosto 1993. Potenza Tipo Impianto Localizzazione termica nominale in KW Caldaia a metano (che supporta impianto riscaldamento a ventilconvettori) marca Riello Palazzina uffici 72,33 Modello ATR 56I Matricola 23115041024 Caldaia a metano (che supporta impianto riscaldamento a ventilconvettori) marca Riello Modello DOMUS 31 CN Matricola Sala Mensa 31 23034319794 Inoltre sono presenti impianti singoli (non rientranti nella categoria impianti termici descritta nell’art.1 del DPR 412/93 integrato con DPR 551/99), utilizzati per riscaldare i grandi ambienti industriali destinati ai reparti produttivi; nella tabella seguente ne sono riassunte le principali caratteristiche tecniche: Pagina 31 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Potenza Tipo Impianto Localizzazione termica nominale in KW Generatore d’aria calda (Aerotermo) Reparto Attrezzeria pensile a gas marca Riello Mod.GP (capannone 20 S 25.4 Master2) Generatore d’aria calda (Aerotermo) Reparto Attrezzeria pensile a gas marca Riello Mod.GP (capannone 20 S 25.4 Master2) Generatore d’aria calda (Aerotermo) Reparto pensile a gas marca Riello Mod.GP Assemblaggio 20 S (capannone 25.4 Master2) Generatore d’aria calda (Aerotermo) Reparto Marca Tecnoclima Assemblaggio (capannone 103.2 Master1) La produzione di acqua calda si ottiene grazie ad una caldaia a gas metano. 4.2.8 Impianto fotovoltaico La Master Srl ha attivato due impianti fotovoltaici, nella stessa sede dell’impianto nel comune di Conversano. Il primo, avviato a dicembre 2008, è un impianto fotovoltaico di potenza pari a 199,92 kW. L’impianto è collegato alla rete di distribuzione di energia elettrica, in media tensione, ai Pagina 32 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) sensi della Deliberazione n.99/08 dell’AEEG, nella configurazione di scambio sul posto dell’energia. Il secondo, invece, avviato il 10.09.10, è un impianto fotovoltaico di potenza pari a 199,92 kW. L’impianto, denominato Master A, è collegato alla rete di distribuzione di energia elettrica, in media tensione, ai sensi della Deliberazione n.99/08 dell’AEEG, nella configurazione di scambio sul posto dell’energia. La superficie del generatore occupa circa 205 m2. 4.2.9 Impianto di condizionamento L’impianto predisposto è al servizio della Palazzina Uffici e agli Uffici dei Servizi nei capannoni di produzione; è dotato di un sistema di condizionamento estivo/invernale a ventilconvettori; il condizionamento estivo è realizzato per mezzo di macchina frigorifera, mentre quello invernale con caldaie, secondo quanto detto al punto 5. La macchina frigorifera utilizza gas refrigeranti non lesivi della fascia di ozono, tra cui R407C. Tale gas è composto da una miscela di gas clorurati ad effetto serra, costituita da HFC-32, HFC125 ed HFC 134 a . Pertanto in virtù del Regolamento CE 842/2006 tale impianto deve essere sottoposto a verifica circa l’assenza di fughe, con frequenza annuale, essendo il contenuto di gas compreso tra 3 kg e 30 kg. 4.2.10 Impianto di produzione aria compressa L’impianto dell’aria compressa predisposto è composto da 4 compressori in parallelo che immettono l’aria generata in un condotto generale che confluisce in 2 serbatoi di accumulo; dai serbatoi di accumulo l’aria passa attraverso 3 essiccatoi prima dell’immissione dell’aria nella rete di distribuzione. L’impianto è composto da una rete di distribuzione generale che si sviluppa ad anello sul perimetro del capannone; tale sistema consente di evitare perdite di portata; da questa Pagina 33 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) rete di distribuzione generale partono tutte le linee di derivazione a servizio delle varie utenze. Inoltre l’impianto è dotato di una centralina di controllo che consente di ottimizzare il consumo dell’aria, perché in funzione delle esigenze predispone il funzionamento, in modo alternato, attivando e disattivando i compressori. 4.2.11 Impianto di trattamento delle emulsioni oleose - Concentratore sottovuoto La Master utilizza il concentratore per il trattamento delle emulsioni oleose provenienti sia dalle attività di lavorazione delle macchine utensili e tranciatura metalli che dalla pressofusione; queste vengono travasate in un apposito serbatoio dal quale vengono aspirate ottenendo in uscita: - acqua distillata, che viene riutilizzata per la preparazione delle emulsioni; - concentrati oleosi che sono oggetto di smaltimento da parte di ditte autorizzate. 4.2.12 Impianto trattamento acque industriali In tale impianto (Tav.5) confluiscono in maniera separata le acque derivanti dal lavaggio dei semilavorati meccanici, dalla vibroburattatura e dai pretrattamenti superficiali dei metalli. L’impianto è costituito da sei vasche interrate in cui confluiscono le acque suddette. I serbatoi hanno una capacità di 1 mc ciascuno e sono di pvc, dotati di pozzetto di raccolta per l’eventuale emergenza dovuta a perdite. In ogni caso, qualora dovesse verificarsi tale emergenza, è presente apposito sistema di allarme visivo ed acustico e il liquido fuoriuscito verrebbe avviato all’impianto. In particolare il funzionamento dell’impianto è: Acque rivenienti dai pre-trattamenti superficiali: Le acque provenienti dai primi quattro risciacqui sono convogliate in una vasca interrata e di qui in una vasca di accumulo. Successivamente le acque vengono avviate ad un procedimento di abbassamento del ph (impiegando acido fosforico e solfato di allumino entrambi stoccati in appositi serbatoi fuori terra in pvc e dotati di bacini di contenimento) e di Pagina 34 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) qui ad un trattamento di ossido riduzione per l’eliminazione del cromo. A tale acqua viene aggiunto una miscela di carbone attivo in polvere, bario ed acqua (il carbone attivo ed il bario sono stoccati in apposito serbatoio fuori terra) determinando un innalzamento del ph (corretto con l’aggiunta di soda, stoccata in serbatoi fuori terra in pvc); successivamente si passa al processo di flocculazione con aggiunta di polielettrolita ed alla fine le acque sono convogliate in un silos dove avviane la sedimentazione dei fanghi avviati alla filtro pressa, mentre le acque chiarificate sono sottoposte a filtrazione mediante filtro a sabbia, per essere reimesse nelle singole vasche di risciacquo. L’acqua proveniente dall’ultimo risciacquo viene stoccata in un serbatoio interrato ed avviata ad un demineralizzatore a resine ioniche e reimmessa in circolo. In merito alle acque provenienti dal trattamento sgrassante, dal trattamento acido e di cromatura, queste sono avviate ad un apposito impianto di trattamento previo stoccaggio in due delle sei vasche interrate. Tale trattamento avviene in media due volte l’anno. Acque rivenienti dalla vibroburattatura: tali acque vengono stoccate in una delle sei vasche interrate, per essere avviate a due serbatoi a tronco conico, nei quali avviane una riduzione del ph (mediante solfato di allumino) e di qui ad trattamento mediante piccole quantità di una miscela di carbone attivo in polvere e bario per giungere alla separazione dei fanghi mediante flocculazione (il flocculante è costituito da un polielettrolita). Successivamente la parte acquosa viene convogliata in serbatoio di stoccaggio fuori terra di pvc di circa 1 mc, non dotato di bacino di contenimento per essere riutilizzate nello stesso processo, mentre i fanghi vengono aspirati dalla filtro pressa e smaltiti come rifiuto da ditte autorizzate. Acque rivenienti dal lavaggio semilavorati metallici: le acque vengono stoccate in una delle sei vasche interrate ed avviate ad un successivo serbatoio fuori terra in pvc della capacità di circa 6 mc e dotato di bacino di contenimento. Dal serbatoio sono avviate ad un concentratore sottovuoto da cui si origina un concentrato salino, smaltito come rifiuto, ed acqua distillata con bassa conducibilità. Tale acqua viene Pagina 35 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) utilizzata per l’apporto continuo di acqua a bassa conducibilità in due delle vasche di risciacquo del pretrattamento superficiale e per il reintegro delle vasche impiegate per i trattamento di sgrassaggio, acido e cromatura. 4.2.13 Impianto di demineralizzazione acqua In tale impianto (Tav.2) sono convogliate le acque provenienti dall’ultimo risciacquo dei pretrattamenti superficiali e stoccate in vasca interrata dell’impianto di trattamento acque industriali. Il deminerlizzatore è costituito da tre filtri: uno a carbone attivo, un filtro anionico ed un terzo filtro cationico. L’acqua demineralizzata viene quindi stoccata in un serbatoio fuori terra in pvc della capacità di circa 6 mc e di qui rimessa nella vasca dell’ultimo risciacquo. 4.2.14 Impianto trattamento acque concentrate. In tale impianto (Tav.2) confluiscono le acque derivanti dai pretrattamenti superficiali (sgrassante, acido e cromatura). In particolare le acque alcaline ed acide sono stoccate in serbatoi distinti, fuori terra e in pvc di capienza 6 mc/cadauno dotati di bacini di contenimento. Da qui le acque sono avviate ad un trattamento (impiegando bisolfito di sodio ed acido solforico, stoccati in serbatoi in pvc dotati di bacini di contenimento) per la riduzione del cromo; successivamente viene innalzato il ph (mediante soda caustica) e di qui inviate alla filtro pressa, generando fanghi avviati a successivo smaltimento. 4.2.15 Concentratore sottovuoto per acque di lavaggio semilavorati. In tale impianto (Tav. 2) viene convogliata acqua proveniente dalle lavatrici industriali e portata ad evaporazione mediante contatto con serpentine. Il vapore viene quindi a contatto con serpentine raffreddate, determinando la successiva condensa e quindi il recupero dell’acqua distillata. Nell’impianto è presente gas R407, in quantità pari a circa 30 kg e pertanto, in virtù del Regolamento CE 842/2006, sottoposto verifica circa l’assenza Pagina 36 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) di fughe con frequenza annuale. Per la pulizia delle serpentine viene utilizzato acido nitrico. 4.2.16 Rete antincendio Le attività svolte all’interno del sito rientrano tra quelle soggette a Certificato Prevenzione Incendi di cui all’elenco del Decreto Ministero degli Interni del 16/02/82. L’azienda è dotata di procedure generali di comportamento in caso di incendio/emergenza/sicurezza di stabilimento, in ottemperanza al DLgs 81/2008, come si evince dal piano di emergenza redatto in data 20.06.2007 e dalla Procedura Squadra Antincendio in caso di emergenza redatta il 09.09.2009 (allegato 3.6.a). Attualmente la Master Srl è in possesso dei seguenti Certificazione di Prevenzione Incendi: CPI, rilasciato in data 26.10.2009 e con scadenza 17.09.2012, per le attività 72, 91 e 17 (allegato 3.6.b); CPI, rilasciato in data 26.10.2009 e scadenza il 10.09.2012, per le attività 88, 43, 46, 58, 64, 91 (allegato 3.6.c); CPI, rilasciato in 31.02.2010 e scadenza il 30.11.2012 per le attività 72 e 1 (allegato 3.6.d). L’impianto antincendio risulta composto da: Attrezzature mobili di estinzione: n. 129 estintori a polvere da 6 kg ciascuno dislocati nei capannoni e negli uffici; n. 17 estintore a CO2 da 9 kg ciascuno; n. 2 estintori carrellati da 50 kg ciascuno. Impianto fisso di estinzione ad acqua: n. 27 idranti UNI 45 e n. 9 idranti UNI 70, tutti con manichetta da 25 metri ed attacco DN 1” ½ all’anello perimetrale di alimentazione idrica. 3 Gruppi attacco motopompa UNI70 Pagina 37 di 38 Studio di verifica di assoggettabilità Relazione descrittiva impianto esistente (All. R3) Rete idrica di alimentazione idranti: realizzata con tubo di polietilene HDPE 80 PN, chiusa ad anello a diametro costante, corrente interrata perimetralmente al capannone; 3 gruppi automatici di pressurizzazione: ogni gruppo è costituito da n. 2 pompe centrifughe principali e n.1 pompa di rincalzo. Ogni sarà alimentato da linee preferenziali direttamente dal quadro generale della cabina. In caso di assenza energia elettrica, il gruppo elettrogeno alimenterà il gruppo di pressurizzazione; Riserva idrica: costituita da 2 cisterne ad uso esclusivo dell’impianto antincendio della capacità di circa 200 mc ciascuna. Sarà presente un serbatoio di pescaggio della capacità di 500 litri, completo di valvola d’ingresso a galleggiante e di allarme di basso livello, alimentato dall’impianto idrico dello stabilimento, con troppo pieno che scarica nella cisterna adibita a riserva idrica. Impianto fisso di segnalazione manuale ed allarme antincendio: Il sistema prevederà: o Centrale di controllo e segnalazione; o Apparecchiatura di alimentazione; o Segnalatori acustico/luminosi di allarme; o Punti di segnalazione manuale, divisi per zone 4.2.17 Servizi igienici I servizi igienico sanitari sono stati commisurati in base al massimo carico ammissibile di frequentatori e sono dotati di acqua calda e fredda; le acque di scarico vengono convogliate nel sistema fognante cui sono regolarmente allacciati. Pagina 38 di 38