22ª edizione di ECOSISTEMA URBANO MIGLIORA VERONA 32ª

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22ª edizione di ECOSISTEMA URBANO MIGLIORA VERONA 32ª
LEGAMBIENTE VERONA
Verona 27 ottobre 2015
Comunicato stampa
22ª edizione di
ECOSISTEMA URBANO
CITTA’ ITALIANE «INGESSATE»:
QUALITA’ AMBIENTALI STATICHE
MIGLIORA VERONA 32ª (AIUTATA DAL METEO)
IN VENETO FANNO MEGLIO SOLO BELLUNO (3 ª) E VENEZIA (8 ª)
Nel quadro sostanzialmente statico delle perfomance ambientali delle città capoluogo sembra che
per avere qualche miglioramento dobbiamo affidarci alle condizioni meteorologiche favorevoli.
Nel 2014, infatti, il calo degli sforamenti nelle concentrazioni di NO2, di PM10, di ozono, e quindi
il miglioramento dei livelli di inquinamento atmosferico è stato determinato da condizioni
favorevoli: la dispersione degli inquinanti in inverno e le piogge estive.
La migliore posizione ottenuta dalla nostra città la si può motivare con queste poche righe.
Il confronto, infatti, tra i dati dei 18 indicatori utilizzati per Ecosistema Urbano nel 2014 e quelli del
2015 non permettono altre possibilità di spiegazione. Anzi: a guardare bene la maggior parte delle
performance sono peggiorate.
INDICATORI
2015
2014
INDICATORI
2015
27
(Grande
12)
64%
(33)
2014
NO2 – Media
29,0
(41)
32,0
(37)
Trasp.2 – Offerta*
PM10 – Media
27,0
(55)
36,0
(73)
Indice Modal Share
Ozono (O3)
21,0
(55)
66,0
(80)
Auto circolanti
60
(37)
61
(37)
Consumi idrici
174,9
(74)
159,3
(58)
Motocicli circolanti
14
(76)
14
(75)
% Perdite di rete
33,2%
(48)
30%
(30)
Incidentalità stradale
1,95
(20)
0,58
(66)
Depurazione
83%
(81)
83%
(68)
Isole pedonali
0,16
(69)
0,16
(65)
R.S.U.
520,6
(52)
495,5
(37)
Piste ciclabili
(metri eq./100 ab)
11,97
(26)
12,13
(23)
Raccolta
Differenziata
49,5%
(45)
49,5%
(40)
Consumi elettrici
(KWh/ab.)
1.057
(29)
1.057
(29)
Trasp.1Viaggi/ab./anno*
132
(Grande 8)
130
(Grandi 10)
Energie Rinnovabili
(kW/1.000ab.)
25,86
(5)
24,01
(6)
Tra parentesi la posizione in classifica relativamente all’indicatore considerato
1
24
(Grandi 13)
64%
(27)
Una città ingessata, statica, pigra, senza idee. Aree urbane che non si rinnovano, la mobilità che
arranca con un progetto di filobus che cambia identità ogni mese; i consumi che nonostante la
crisi aumentano; cresce la quantità procapite di rifiuto prodotto e rimane invariata sotto il 50% la
raccolta differenziata. Sostanzialmente invariati tutti gli altri indicatori.
Unico dato in leggera riduzione gli sforamenti nelle concentrazioni di NO2, di PM10 e di ozono
grazie, come già ribadito, a condizioni metereologiche favorevoli alla dispersione degli
inquinanti; Manca completamente il coraggio e la voglia di puntare sulla mobilità nuova per uscire
dalla morsa di traffico e smog e sugli eco-quartieri per rigenerare le periferie e rilanciare il
patrimonio edilizio.
Si insiste, al contrario, su improbabili mega progetti per centri commerciali e grandi strutture di
vendita e contemporaneamente si “rigenerano” dismesse schede di interesse legate al Piano degli
Interventi e Piani Urbanistici legati al PAQE sui quali nessun imprenditore serio è disposto ad
investire.
Una Verona che comunque è in “buona” compagnia, dato che praticamente tutte le città oggetto
dell’indagine hanno le medesime caratteristiche e nessuna ha segnato la differenza.
Questa la fotografia, in estrema sintesi, ma alla ventiduesima edizione di Ecosistema urbano non ha
più molto senso fermarsi alla constatazione dei dati e dei fatti (dei non-fatti verrebbe da dire). Non
basta a smuovere le politiche. Occorre capire qual’è il contesto in cui ci muoviamo e quali sono i
fattori di cambiamento che possono funzionare da volano per migliorare la nostra città.
Nella crisi economica che ci attanaglia dal 2008, nella sconsiderata insistenza delle politiche
europee sull’austerity, nella timidezza con cui l’Europa, e conseguentemente i suoi stati membri, si
pongono di fronte alle grandi emergenze, che siano esse i cambiamenti climatici piuttosto che il
flusso di migranti (fenomeni che, per molti aspetti, rappresentano due facce della stessa medaglia),
si sta affermando una dimensione importante: gli stili di vita fanno economia.
Di fronte alle ricorrenti emergenze ambientali, che siano la mal’aria piuttosto che frane ed alluvioni,
il traffico caotico piuttosto che la pessima qualità delle nostre abitazioni (per chi ce l’ha!), si è
sviluppata una domanda di nuovi stili di vita nei consumi energetici, nella mobilità ciclabile, nel car
sharing, nei consumi alimentari, nella raccolta dei rifiuti…. Tutti fenomeni che partono dal bisogno
della gente di vivere meglio consumando meno, e per questo creano mercato perché chiedono nuovi
prodotti. Così come la nuova economia a livello nazionale non può passare attraverso progetti
speculativi e inutili come il Ponte sullo Stretto o le trivellazioni in Adriatico; allo stesso modo a
livello locale non si possono rilanciare fallimentari, impattanti, inutili e invadenti progetti come
quello del traforo delle Torricelle, o di nuove case o di nuovi Centri Commerciali o di
intramontabili, obsoleti e pericolosi impianti per il trattamento di rifiuti, su tutti Ca’ del Bue.
In assenza di obiettivi programmati, condivisi e valutati (non solo dagli interessi), si procede per
interventi puntuali, frammentati, slegati da un progetto di città che non usi e consumi il territorio ma
lo valorizzi.
Cosa è cambiato negli anni? Alcuni indicatori a confronto.
Le PM10, sinonimo di qualità dell’aria e
prodotte principalmente da traffico e
riscaldamento, pericolose per la salute
umana e la cui concentrazione massima è
stabilita dalle direttive comunitarie in 40
g/mc come media annuale, scendono
sotto il limite (27 mg/mc) favorite da
condizioni metereologiche favorevoli.
Nel 2014 le giornate di sforamento oltre i
50 µg/m3 sono state 51 rispetto le 35
ammesse. Nel 2013 furono 91.
2
Il livello medio di motorizzazione
privata (la densità di automobili) nei
capoluoghi italiani, così come a Verona
rimane molto alta e invariata rispetto agli
anni precedenti. Sommati gli spostamenti
in auto con quelli in moto, nella nostra
città più di ¾ dei trasporti sono effettuati
con mezzi motorizzati privati.
Il tasso di motorizzazione è strettamente
legato all’assenza di offerta di trasporto
pubblico.
I viaggi effettuati con il servizio di
trasporto pubblico restano in leggera
riduzione rispetto al 2009-2010.
La nostra città, che fino agli anni ’80
possedeva un servizio pubblico tra i più
efficienti e capillari, oggi si limita a
fornire pochi servizi nelle ore di punta,
assolutamente insufficienti e inadeguati
agli obiettivi di una città moderna. Da
anni è atteso un sistema di trasporto di
massa, più volte annunciato ma ancora in
embrione. Speriamo non abortisca
definitivamente.
Invariata da decenni la situazione delle
isole pedonali (0.16 mq/ab), ben al di
sotto della comunque scadente media
nazionale (0.36 mq/ab). Pur essendo una
città storica tra le più importanti al mondo
e che fonda buona parte della propria
economia urbana sulle molteplici forme di
turismo, non riesce ad uscire da un
inqualificabile modello che considera il
pedone un ostacolo e un elemento che
rallenta la circolazione, tanto da farne la
principale vittima, insieme ai ciclisti,
nell’incidentalità cittadina.
Invariati i chilometri di piste ciclabili
negli ultimi 3 anni, con un indice di
ciclabilità molto basso (12,3 metri
eq/100ab), rispetto ad alcune (poche) città
italiane. La ciclabilità nel nostro paese
rimane in ogni caso ben lontana dalle
capitali europee: basti pensare che tre sole
città europee (Helsinki con 1.500 km,
Stoccolma e Hannover con 750 ciascuna)
eguagliano i 104 capoluoghi italiani!
3
La produzione di rifiuti rappresenta una
delle pressioni ambientali maggiori delle
nostre città. Per questo motivo la
riduzione della produzione dei rifiuti è un
obiettivo importante presente in tutti i
documenti e nelle politiche europee e
nazionali. Preoccupante quindi la
crescita di questo indicatore a Verona,
da contrastare immediatamente con
interventi mirati sia sulle famiglie sia sulle
molte presenze turistiche, ricchezza ma
anche fattore di pressione da regolare e
controllare.
Pesa da sempre sullo stallo della
raccolta differenziata il progetto di Ca
del Bue, voluto e perseguito dalla
principale municipalizzata della città.
Alla stessa stregua di un soggetto privato
AGSM ancora oggi rinuncia a fornire un
servizio per produrre utili. Poco importa
se l’obiettivo del 65% non lo si
raggiunge; poco importa se le emissioni
dell’impianto saranno nocive per la
salute.
Peggiora il consumo di acqua che aumenta
a 174,9 lt/ab/giorno, ben al di sopra della
media nazionale (154,89 lt/ab/giorno procapite).
Peggiora anche la percentuale di perdite
della rete idrica (33,2%) che impone al
soggetto gestore un impegno politico ed
economico per la soluzione e il controllo
del più rilevante bene comune.
Verona, 27 ottobre 2015
LEGAMBIENTE VERONA
Per comunicazioni:
Legambiente Verona, Via Bertoni, 4 37122 Verona
tel. 0458009686 fax 0458005575
e-mail [email protected]
www.legambienteverona.it
4
CLASSIFICA FINALE ECOSISTEMA URBANO – XXII edizione
Pos. Città
1
2
3
Pos. Città
Verbania
Trento
82,75%
76,39%
Belluno
Bolzano
73,89%
73,21%
Macerata
Oristano
71,32%
70,20%
8
9
Sondrio
Venezia
Mantova
68,98%
67,42%
66,83%
10
11
Pordenone
Cosenza
12
13
14
15
16
36
37
38
Pos. Città
Pisa
Brindisi
56,20%
56,16%
Piacenza
Modena
55,89%
55,86%
Asti
Bergamo
55,79%
55,70%
43
44
Treviso
Firenze
Chieti
55,69%
55,65%
55,59%
65,41%
64,71%
45
46
Como
Vicenza
Parma
Cuneo
64,50%
63,73%
47
48
Lecco
Forlì
63,69%
63,32%
Udine
Biella
63,29%
62,45%
49
50
51
Novara
Reggio Emilia
Gorizia
Rieti
L'Aquila
61,75%
61,54%
61,28%
61,26%
61,03%
Pesaro
Cremona
60,65%
60,17%
26
27
Perugia
Ravenna
Teramo
60,15%
60,14%
60,13%
28
29
Ancona
Avellino
30
31
32
33
34
4
5
6
7
17
18
19
20
21
22
23
24
25
35
71
72
73
Pistoia
Trieste
47,46%
46,74%
Imperia
Ragusa
46,65%
46,33%
Grosseto
Enna
45,63%
45,53%
78
79
Alessandria
Monza
Brescia
45,30%
45,28%
45,25%
55,33%
55,14%
80
81
Potenza
Pescara
43,97%
43,86%
Ascoli Piceno
Terni
54,85%
54,46%
82
83
Taranto
Roma
43,24%
42,47%
Varese
Bologna
54,34%
53,99%
84
85
Torino
Latina
41,92%
41,69%
Milano
Livorno
53,92%
53,48%
Isernia
Trapani
41,65%
40,71%
Campobasso
Benevento
Cagliari
Foggia
Ferrara
53,13%
53,11%
53,08%
52,90%
52,80%
86
87
88
Matera
Lecce
Napoli
Caserta
Siracusa
39,79%
39,28%
38,87%
36,67%
33,47%
Genova
Nuoro
52,53%
52,18%
Viterbo
Frosinone
32,94%
32,63%
61
62
Arezzo
Lodi
Aosta
51,38%
51,35%
51,31%
96
97
Caltanissetta
Massa
Crotone
31,53%
30,96%
30,93%
59,11%
58,97%
63
64
Pavia
Vercelli
50,03%
49,74%
98
99
Catanzaro
Reggio Calabria
29,40%
25,02%
La Spezia
Savona
58,87%
58,57%
65
66
Siena
Bari
48,97%
48,58%
Verona
Rimini
58,36%
56,85%
Salerno
Lucca
48,42%
48,14%
Sassari
Padova
56,64%
56,25%
67
68
69
Prato
Rovigo
48,05%
48,02%
100 Catania
101 Vibo Valentia
102 Palermo
103 Agrigento
104 Messina
39
40
41
42
52
53
54
55
56
57
58
59
60
70
74
75
76
77
89
90
91
92
93
94
95
24,79%
23,46%
23,30%
17,85%
16,82%
Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano (Comuni, dati 2014)
Elaborazione: Ambiente Italia
N.B.: * Le città di Agrigento e Vibo Valentia hanno inviato informazioni inferiori al 50% del totale dei punti assegnabili.
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