abusi sui minori - Casa del Giovane

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abusi sui minori - Casa del Giovane
Oltre mille foto e video con neonati abusati. La denuncia di Meter
L'associazione, che oggi ha concluso l'assemblea nazionale, ha segnalato alla polizia postale circa
23mila navigatori che acquistavano a 500 euro il materiale incriminato per il loro
tablet o smartphone
Di Redazione
ROMA, 12 Ottobre 2014 (Zenit.org) - Si è conclusa oggi, presso “Casa Meter” ad Avola,
l’assemblea annuale dell'associazione che ha visto riuniti responsabili, volontari e operatori
provenienti da diverse regioni italiane, impegnati a rilanciare la presenza e l’azione nella Chiesa e
nella società di Meter per prevenire e contrastare ogni forma di abuso sui minori.
Durante i lavori, presieduti da don Fortunato Di Noto, una attenzione particolare è stata rivolta alla
famiglia come prima “casa educativa”, che vive oggi situazioni critiche. Affrontati poi i difficili
temi della violenza psicologica, fisica e sessuale sui minori, nonché la profonda sofferenza nei
mutamenti e nella crisi con i piccoli, le dipendenze da internet, media e social network.
Un ampio dibattito è stato poi riservato alla tragica piaga della pedofilia e della pedopornografia
anche criminale, che Meter contrasta fortemente con il costante monitoraggio e le migliaia di
segnalazioni alle Polizie di tutto effettuate dall’OSMOCOP dell'associazione. In oltre 20 anni, la
collaborazione tra l'organismo fondato da don Di Noto e la Polizia Postale italiana, ha portato a
risultati eccellenti.
L'ultimo proprio ieri quando Meter ha denunciato 23.100 visitatori di siti che riportavano immagini
di neonati violati. 500 euro venivano spesi per acquistare la sequenza di foto con piccolissimi
violentati e torturati. Un vero orrore che - riferisce un comunicato dell'associazione - a cui con una
sola mail si poteva accedere attraverso il proprio tablet o smartphone.
Erano circa 1.290 le pedofoto e i video con circa 700 bambini violati che Meter ha denunciato.
Anche donne erano coinvolte in questi raccapriccianti abusi perpetrati da uomini adulti, a viso
aperto.
“È il dramma invisibile – commenta don Fortunato Di Noto – che si consuma sotto gli occhi di tutti
ma che non è possibile fare vedere pubblicamente al mondo a causa di perbenismo e rimozione del
problema. Basterebbe solo che i media mostrassero la foto di un neonato abusato e torturato e, ne
sono più che certo, il mondo si solleverebbe in una vera campagna contro questa nuova forma di
schiavitù devastante e di proporzioni impressionanti”.
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Pedofilia dentro i vivai: scatta l'allarme
Gli ultimi episodi accaduti a Roma e Padova.
Il fenomeno da anni è in silenzioso aumento
Gazzetta dello Sport - 14 ottobre 2014 - Milano
Il 43% dei genitori indica i centri sportivi come luoghi a maggiore rischio di pedofilia. Fotogramma
L’ultimo caso di pedofilia nel calcio ai primi di ottobre, in provincia di Padova: arrestato un 54enne
allenatore di squadre giovanili. Invitava i piccoli giocatori a casa sua, li palpeggiava. In spogliatoio
usava la scusa dei massaggi. Se un ragazzo si faceva male, lo manipolava e si spingeva oltre. Il
penultimo episodio, a settembre a Roma: ammanettato un tecnico del vivaio di una polisportiva.
"Comprava" gli adolescenti con soldi, ricariche telefoniche, regalini. Calcio e abusi, il problema
esiste, sebbene molti degli addetti ai lavori tendano a negarlo. I vivai dei club professionistici sono
iper controllati, ma più si scende di livello più il rischio aumenta.
Ampia casistica — Abbiamo setacciato gli archivi e trovato un’ampia casistica su calcio e pedofilia.
Qualche esempio flash. Allenatore di calcio giovanile installa una telecamera negli spogliatoi
(Roma 2010). Giovane tecnico calcistico arrestato per pedofilia si definisce "educatore sessuale"
(provincia di Brescia, 2010). "Toccami, oppure non giochi": i ricatti del mister a un suo allievo
13enne (provincia di Napoli, 2009). E poi tanti altri casi basati sul medesimo schema: "Se fai quello
che dico, ti faccio entrare nel vivaio di un grande club". Nelle pagine di cronaca nera abbondano i
pedofili travestiti da talent scout. Dirigenti e genitori imparino a riconoscerli e non girino la testa
dall’altra parte.