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Non ha voce. Milioni di solitudini non fanno una coscienza di classe, non formano un linguaggio comune, non fanno sindacato. Ma accade che un Sindacato come la Cgil si impegni a dare identità politica ai precari. Da una conversazione con Mohammed El Hassani, Segretario territoriale Cgil da Ottobre 2010, emerge un indicibile malessere economico e forse - aggiungo - soprattuto esistenziale, riassumibili in quella veridica formula: MANCANZA DI FUTURO, che a dirla meglio e a capirla meglio è un ben fosco riassunto dello stato delle cose. Quello che si prospetta è un avvenire nero. “A mio figlio dico: mettiti a studiare perchè il tuo lavoro probabilmente non è in questo Paese” Siamo vuoti a perdere? Stanno precarizzando la precarietà. E’ matematica, non è un pessimismo. Le spiego. Basta prendere la sua generazione, i nostri 30enni. Nella loro vecchiaia non avranno reddito e quindi non avranno capacità di spesa; non avranno pensioni (sarà quella sociale o poco più). Per garantire loro la pensione minima, lo Stato sarà costretto a spendere e, con il debito che ha, l’Italia fa bancarotta. Questa è matematica. Sto preparando una ricerca. Ho preso in esame i neo 30enni di Senigallia e sono andato a vedere quanti anni di contributi hanno: mediamente hanno meno di 5 anni. Se questo andamento lo proiettassimo a distanza, se il trend dovesse rimanere invariato, questi nostri giovani arriveranno a 60/65 anni con al massimo 20/25 anni di contributi. Questo significa per loro: pensione minima, 510 euro al mese. La legge mi dice che se io lavoro 20 anni e arrivo all’età pensionabile, mi calcolano la pensione sui 20 anni che ho versato. Se, per ipotesi, risultasse una pensione di 400 euro mensile, l’Inps mi deve per legge integrare 110 euro per farmi raggiungere la soglia minima. Quando i giovani cominceranno a capirlo, inizieranno a non versare più i contributi. Con venti anni di contributi si arriva a 60 anni se donna e a 65 anni se uomo con una pensione di 600 euro. Versare ulteriori 7/8 anni di contributi o non RISTORANTE - BAR - PIZZERIA CAMERE S.P. Arceviese - Contrada Cona, 45 Pongelli di Ostra Vetere (AN) Tel. 071 9645102 - Fax. 071 965878 versarli affatto diventa ininfluente ai fini pensionistici, ma pesa sul bilancio annuale delle loro vite instabili. Per lo Stato significa: Bancarotta. Un’affermazione del presidente nazionale Inps: se i giovani dovessero entrare nel nostro sito e fare una proiezione futura (operazione ora non più disponibile), ci sarà una rivoluzione. ...il terreno sotto i nostri piedi si fa sempre più inconsistente. Precarietà: forse non si è ragionato abbastanza su questa parola...nessuno vorrebbe una vita precaria, un lavoro precario,una casa precaria, un futuro precario. Per questo si cercano pietosi eufemismi come cococò, cocopro...ancora? Tutto questo si sente, e molto, anche nel nostro territorio. Con una particolarità: la nostra è una zona evocata al turismo. Sto notando un ricorso massiccio al “Contratto a chiamata” e all’assunzione attraverso il “Voucher”. Queste due tipologie di modalità d’ingresso nel mondo nel lavoro stanno mettendo, ahimè, in crisi anche le statistiche, i numeri sui quali noi ragioniamo. Il Contratto a chiamata: supponiamo che io, titolare d’Azienda, stipuli un contratto - anche a due/ tre anni - ma che mi permette di chiamare il lavoratore solo quando necessario, scelgo io nei limiti del bisogno. Questa persona nelle statistiche risulta occupata, ma nella realtà? Soprattutto il servizio stagionale,estivo è prevalentemente concordato su questa forma di assunzione. In aggiunta c’è il voucher che più o meno ha le stesse caratteristiche. La terza tipologia che sta aumentando sempre più è il contratto/tirocinio, lo stage formativo. Non percepiscono salario, ma di fatto lavorano e producono reddito. Questi risulta disoccupato, anche se in realtà è occupato. Contraddizioni in termini. Può durare da 3 a 6 mesi, spesso co 8 ore giornaliere e spesso si parla di alti profili, di figure specializzate (sulla sua scrivania una pila di carte, tutti contratti/tirocinio avviati nella sola Senigallia n.d.r) Questo ha un riflesso sul significato delle statistiche. Ci sono elementi turbativi e siccome le statistiche nascono per fotografare una situazione e consegnarla a chi deve poi prendere una decisione...se i dati sono alterati. Agenzia principale di Senigallia Agente: Carmelo Candido Via Capanna, 84 Senigallia ( An ) Tel / Fax. 071 64349 La Bottega delle Marche Via Marchetti, 3 ( vicino la stazione dei Carabinieri ) Senigallia Tel. 071 9011135 Cell. 33 4 8907184 www.labottegadellemarche.it Specialità al Tartufo DA LUNEDI’ A SABATO APERTO A PRANZO CON MENU’ FISSO A CENA APERTO SU PRENOTAZIONE PER EVENTI E CERIMONIE Via Mantegna, 11/2 Senigallia (An) Tel. 071 6610137 CONTINUA a pag.4 NOLEGGIO LIMOUSINE BIANCA SERATE - CERIMONIE - EVENTI 338.83.51.951 (Falconara M.ma) GOSSIP S O M M A R I O F R E E P R E S S D I I N F O R M A Z I O N E C U LT U R A A N N U N C I Anno 9_numero 04_Aprile 2011 Alzheimer: un bilancio sull’attuale stato dei servizi e una previsione sulle prospettive di fronte a una malattia senile a fortissimo impatto sociale e sanitario pag.3 Direttore responsabile SENIGALLIA Letizia Stortini La Cgil si impegna a dare identità ai precari. Da una conversazione con Mohammed El Hassani, nuovo Segretario territoriale del Sindacato, emerge un indicibile malessere economico pag.4 Redazione cell. 333.20.91.555 - 335.67.97.693 [email protected] www.ecomarchenews.com CORINALDO Editore Centro storico...quale futuro? Corinaldo, storia della terra marchigiana Film su S.Maria Goretti pag.6 InfoMarche s.a.s. [email protected] Collaborazione grafica Elisabetta Galli Fotografo Andrea Cesanelli Chiusura del servizio di Guardia Medica: la ricostruzione degli ultimi mesi, dalla “verità dei verbali”, all’estate ardente e rissosa, alle tavole rotonde con i sindacati, alla sospensione degli ultimi giorni. pag.7 OSTRA VETERE Redazione Fra i personaggi dimenticati dalla storia, il Conte Nicolò di Buscareto. Aveva posto il centro del proprio dominio sul colle di Buscareto al confine del territorio di Montenovo (od. Ostra Vetere) verso Montalboddo (od. Ostra) pag.8 e 9 Leonardo Badioli Maria Antonia Martines Silvana Pareschi Andrea Storoni Antonello Pace Duilio Marchetti Hanno collaborato a questo numero: Flavio e Gabriela Solazzi Dean Hajredini Giuseppe Saccinto Pietro Motisi Alice Mazzarini Tamara Colombaroni Lucio Giovannelli Il sindaco dei nostri desideri si è fatto finalmente rivedere, in Piazza Roma, nei giorni in cui tutta la città eccetto Paradisi festeggiava un anno dal suo insediamento. Nell’occasione aveva già rilasciato un’intervista, beata lei, a Sabrina Marinelli del Corriere Adriatico: “La mia è un’esperienza straordinaria. Sono felice, Senigallia ha conquistato la ribalta internazionale.” Veramente da un anno a questa parte il Mauri non manca di essere presente sulla stampa; anzi, sta tutt’e jorn ‘n coppa a o giurnal, come dice l’amico René, napoletano, che incontro qualche volta al bar. Ma capisco Maria Teresa e le altre giornaliste: come si fa a restare indifferenti a una tale apparenza, che anche da Jesi riescono a seguirlo dovunque si trovi, a Senigallia, a Sharm, a Cortina… Anch’io sono felice: non so dire perché, ma non importa quando lo sa lui. Così sono felice perché questa città è veramente di tutti. Pensate: 25 assemblee sul territorio, ascoltando le aspettative di ciascuno. Io ci sono andata (non più di due volte: mi so contenere!), sono stata a sentire però non ho detto nessuna aspettativa: a tal punto mi piace quando lui viene lì e ascolta le aspettative di tutti, che le mie le ho già realizzate. Immagino per tanti sia così! Sono felice perché in fotografia il Mauri è venuto da urlo sullo sfondo azzurrocielo dei Giardini Catalani: profilo scolpito, ciuffo ravviato, sguardo alto e lungimirante che spinge oltre la via in direzione del’Albergo Bice. C’ero anch’io sullo sfondo, semicoperta dai bancali di laterizi da mettere in posa, però non mi si vede. Sono felice perché in questo frattempo Senigallia “ha conosciuto una stagione di protagonismo con il grande spot che va in tutte le tv europee”. D’accordo: non c’è scritto nello spot che quello è il Foro Annonario e che sta a Senigallia, ma almeno non hanno detto che è Cesenatico, come era successo la volta delle scene girate sul pontile della Rotonda. E poi il fatto di oscurare il nome stimola la curiosità: tanto è vero che proprio a Cesenatico qualche giorno fa l’amico Hartmut mi chiedeva, col giornale aperto sulla pubblicità e il dito indice puntato oltre la BMW: “Tofe cvesto? Ach so, Zenicallia! Io conosco: città di borgomastro Mancialarti!” E già che c’era ha voluto sapere quando può visitare il famoso nuovo casello per il quale ha sentito che in tanti provano un vero entusiasmo, e se vengono organizzate visite guidate per singoli e comitive. Sono felice perché in questo periodo è stata allargata l’area pedonale includendovi anche OSTRA Giovanni D’Eboli Anna Foschi Il Sindaco dei nostri desideri SENIGALLIA ARCEVIA Alla scoperta di Castiglioni, uno dei nove castelli di Arcevia pag.10 BACHECA /Scadenze CONCORSI PUBBLICI pag.12 SPETTACOLI SPORT RUBRICHE Freschi di stampa Come allevare un animale L’arte di ascoltare Visioni Hi-Tech Lorella Campolucci Nadia Mariotti Alessandro Casavola Virginio Villani Paolo Pacenti Elena Discepoli Vincenzo Prediletto Maria Pia Augusti Giulio Moraca Alessandra Buschi Pubblicità Per la vostra pubblicità su questa testata: 338.87.99.234 Iscrizione al registro del Tribunale di Ancona al numero 22 del 3 novembre 2003 Stampa Rotopress International s.r.l. via Brecce_60025 Loreto_AN tel. 071.75.00.739_fax 071.75.00.570 www.rotoin.it Tutto ciò che la nostra testata sta realizzando e realizzerà è e sarà sempre grazie alla forza del ricordo del suo cofondatore, Patrizio Casagrande 2 GLI ANZIANI SONO DA ROTTAMARE? La società in cui viviamo, le classi amministrative e di governo, anziché applicare la carta Europea dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane bisognose di cure ed assistenza a lungo termine, sono convinte che gli anziani siano da rottamare. Di conseguenza, questi signori ritengono che i nonni consumano le ricchezze disponibili sottraendole ai giovani. In realtà i nonni sono un aiuto prezioso per la mamma che lavora e ottimi compagni di gioco per i nipotini. Inoltre, quanti pensionati svolgono attività nelle organizzazioni di volontariato? Sono una risorsa vera e propria che equivale all’1,2% del PIL e che, oltretutto, genera ulteriore ricchezza. Molte donne, in alcuni casi, solo grazie all’apporto dei familiari più anziani possono dedicarsi al lavoro esterno, alla famiglia e concorrere quindi alla produzione del reddito nazionale. A p r i l e I nonni sono d’aiuto agli asili nido, alle scuole materne, alle elementari e prestano assistenza ai non autosufficienti. L’impegno degli anziani si manifesta soprattutto nelle attività di volontariato dove, su un totale di 13 milioni di Italiani impegnati, prestano ogni quattro settimane 150 milioni di ore di lavoro gratuito. In un Paese come il nostro che lamenta un basso tasso di natalità la presenza dei nonni è fondamentale: ai giorni nostri se non ci fossero, una buona parte delle coppie non potrebbe mettere al mondo figli, o si fermerebbe ad uno. Il discorso vale per tutte quelle famiglie, e sono sempre di più, in cui la mamma lavora. Anche le classiche quattro chiacchiere via cavo sono utili per chi chiama che sa che dall’altra parte non ci sono assistenti sociali, ma anziani come loro, disponibili all’ascolto per venire meno alle loro solitudini. Piazza Saffi. E’ pur vero che c’è gente livorosa che se ne lamenta. Ingrati, ché dovreste ringraziarlo per avere svuotato il centro storico di tutta la marmaglia che intasava i negozi, si provava ogni cosa e non comprava niente! Tutta gente che si merita i grandi magazzini, non certo gli eleganti negozi di Corso 2 Giugno! E quale grande vantaggio economico per i commercianti, che possono finalmente fare a meno di pagare una commessa! Giustamente il Corriere Adriatico la chiama “la rivoluzione di Piazza Saffi pedonalizzata”! Ma lo dicono a me? Capisco perfettamente il senso della svolta; però io, guarda un po’, sono preoccupata! E’ da un anno che lo vedo la mattina, il sindaco dei nostri desideri, scendere dall’auto che lo porta da Marzocca e percorrere il corso molleggiando sopra i suoi piedoni. Riusciva a compiere il percorso in meno di un’ora dopo avere baciato tutte le guance e stretto tutte le mani che il Corso può offrire; è pur vero che adesso si saranno un tantino raffreddati; tuttavia il punto è che se allarghiamo il centro pedonale a dismisura quanto ci metterà il Mauri per arrivare in Comune? Gli basterà il tempo? Per esempio se dovesse cercare un parcheggio e poi camminare dalla chiesa del Portone? Sento dire che i programmi comunali prevedono pulmini a chiamata che vengono a prenderci direttamente a casa, in modo da lasciare la città interamente pedonale. Eh sì che sono preoccupata! E se chiamano tutte? Ci sarebbero corrieri apposta? Speriamo di no: mi troverei nel caso a rimpiangere i tempi in cui sono stata felice, io, sola tra tante (sola entre muchas, come dice l’amica Milagro) arrancando sui miei tredici centimetri per tenere dietro al primo ispiratore dei miei desideri. Anna Foschi IL COMMENTO Succede durante tutto l’anno, ma le chiamate giungono soprattutto d’estate, poiché la sensazione di solitudine in quel periodo è la più lunga dell’anno. Le statistiche ci dicono che sono circa 10 milioni che rimangono a casa nei mesi estivi e fra questi ci sono tanti non autosufficienti e malati. La solitudine è la peggiore nemica della persona anziana. Ecco, quel dialogo via cavo crea amicizia, prima di tutto. Pur nella consapevolezza delle difficoltà che si devono affrontare per iniziare un percorso che ci conduca fuori dalla attuale crisi economica, a mio modesto avviso, si potevano affrontare questi problemi con dignità, con risorse necessarie per avviare le difficoltà degli anziani e delle famiglie. Questi diritti non sono pienamente rispettati oggi, ma è nostra ambizione che lo diventino. Duilio Marchetti 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m senigallia L’A L Z H E I M E R O LT R E I L G R A N A I O Da una conversazione con Fabrizio Volpini, medico e assessore alla Sanità del Comune di Senigallia, un bilancio sull’attuale stato dei servizi e una previsione sulle prospettive di fronte a una malattia senile a fortissimo impatto sociale e sanitario Leggendo l’intervista al Sindaco cui si fa cenno in altra parte dell’ECO [articolo di Anna Foschi, n.d.r.], tra le cose che dice realizzate, variamente interpretabili in chiave politica, ne spicca una che sembra fondere le divisioni di parte in un interesse comunemente condiviso: l’avere “accresciuto l’impegno per costruire un rapporto sempre più stretto tra il sociale e il sanitario”. Fabrizio Volpini, medico e assessore comunale con delega alla sanità, acconsente con convinzione. Eh, sì, abbiamo fatto tanto. Ossia: abbiamo fatto quello che era giusto, e quello che le circostanze ci hanno consentito di fare. Cioè? Un certo numero di attività extra-ospedaliere di sostegno ai malati di Alzheimer e alle loro famiglie era stato avviato nel 2003 per iniziativa dell’allora assessore dottoressa Pina Massi. La collaborazione tra Comune, ASUR 4 e Opera Pia (e qui vedo l’unire di cui parla il Sindaco nell’intervista) aveva permesso di realizzare “il Granaio”, centro diurno che si prende cura dei malati di Alzheimer ancora parzialmente autosufficienti; noi l’abbiamo confermato e nel 2006 ampliato da 15 a 20 posti disponibili per chi fa domanda. Nel 2010 poi, grazie alla volontà messa in atto e all’esperienza maturata, abbiamo ottenuto l’accreditamento presso la Regione nell’ambito dell’ASUR 4, cosa che dal punto di vista pratico consiste nel fatto che la Regione contribuisce per il 50% delle spese. Così sono venuti fuori il Caffè Alzheimer per l’incontro e l’intrattenimento di care-givers e familiari, e i corsi per imparare a parlare con i malati. Inoltre, con l’accreditamento nell’azienda sanitaria regionale, il servizio è fruibile non solo dai senigalliesi, ma automaticamente da tutte le persone che risiedono nel territorio dell’ASUR 4. Sì, in qualità di familiare utente posso dire che questo servizio è una manna dal cielo, e un vero sollievo perché ha un malato di Alzheimer in casa. “Un miracolo”, dice Paola Tonini Bossi ricostruendo il percorso evolutivo di questa struttura e precisando che non sempre i miracoli cadono dal cielo: “A volte i miracoli si costruiscono”. Compiuto il percorso, però, e pervenuto alla soglia della non autosufficienza, il malato si trova senza più assistenza… Eh sì. Adesso si tratta di fare qualcosa in campo sociosanitario per l’Alzheimer grave: a partire dal momento in cui il malato deve lasciare il centro diurno perché non è più autosufficiente. Qualcosa veramente stiamo già facendo: parlo di quell’attività sperimentale che consiste nella visita domiciliare ai dimessi dal Granaio che è una specie di follow-up che abbiamo potuto realizzare con contributo della CARISJ. A questo punto però si pongono si pongono due alternative: •la domiciliarità, che è anche un vanto dell’amministrazione sanitaria locale; ma i malati di Alzheimer sono pazienti complessi, e richiedono l’impegno di forti carichi assistenziali; e qui veramente non si tratta di semplice sorveglianza, ma di vere e proprie cure, di interventi parasanitari che difficilmente si possono prestare su tutto l’arco delle 24 ore; •le residenze protette. Quella specifica per l’Alzheimer ha nome “Nuclei Alzheimer”; che sottende un carico assistenziale comunque notevole, ma qui più concentrato. Per noi sarebbe la continuazione della filiera nella fase che segue il centro diurno. E in base a quale criterio, attraverso quali mezzi e per quali finalità è preferibile l’una o l’altra? Io penso che la politica debba leggere il bisogno e dare risposte di aiuto, di conforto. Le famiglie sono in estrema difficoltà. Tutte. Al momento attuale il malato anziano non autosufficiente è ospitato nelle case protette, la Casa Protetta per Anziani ex-IRAB e la casa di riposo dell’Opera Pia. In entrambe ci sono una quarantina di posti convenzionati per i quali il Servizio Sanitario Regionale riconosce un tot: 33 euro giornalieri. A costoro viene offerta un’assistenza qualificata ma non specifica, per quanto la gran parte dei ricoverati sia affetta in realtà da malattia di Alzheimer. L’accoglienza presso queste strutture ha rette di 1500 euro al mese, sia per gli autosufficienti che per i non autosufficienti; in caso di impossibilita da parte dell’utente di far fronte alla spesa interviene l’integrazione del comune, che valuta le effettive attraverso l’esame dell’IRPEF e col metodo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), che è quello comunemente usato per definire la situazione economica di una famiglia. E in quanto alla realizzazione di un possibile “Nucleo Alzheimer?” Non esiste attualmente nessun “Nucleo Alzheimer” autorizzato ed accreditato, per il quale, come detto, servirebbe un impegno maggiore in termini di carico assistenziale e di costi corrispondenti. Giace però presso la Regione una richiesta da parte dell’Opera Pia per attivarne uno, e noi del Comune la appoggiamo: primo perché loro hanno maturato un’esperienza e una capacità professionale consistente, secondo perché il Nucleo rappresenterebbe, come detto, un approdo per le persone che non possono più frequentare il centro diurno del Granaio, che si trova, appunto, in un’ala del complesso dell’Opera Pia. Leonardo Badioli Ca ffè A l zh ei mer Caffè Alzheimer, ProgettoSolidarietà in collaborazione con Anteas - Senigallia promuovono “Incontri al Caffè 2011”. Momenti ricreativi da vivere insieme per i malati e i loro familiari: un pomeriggio da trascorrere in compagnia. Tutti gli incontri sono alle 17 nella sede del Caffè Alzheimer in via Piave, 106 a Senigallia. La partecipazione è gratuita. Per info: 071.65.91.66 - 335.120.91.87 Gli appuntamenti 2011/2012: 27 aprile, 11 e 25 maggio, 8 e 22 giugno, 6 e 27 luglio, 14 e 28 settembre, 12 e 26 ottobre, 9 e 23 novembre, 14 dicembre, 18 gennaio, 1 e 15 febbraio. l’Associazione “alzheimer senza paura” e il “Caffè Alzheimer” promuovono un Corso di formazione per operatori e volontari che lavorano con i malati di Alzheimer. “Gruppo abc” un metodo per riuscire a parlare e comunicare con il malato per migliorare la relazione ed il suo benessere. Responsaile didattico: Giuseppina Massi, Neurologo. Gli incontri si svolgeranno alle ore 18 nei seguenti giorni: 26 aprile - 10 maggio - 24 maggio - 7 giugno - 21 giugno - 7 luglio. Il corso è gratuito. Sede:Caffè Alzheimer, Senigallia. Per informazioni ed iscrizioni: 071.65.91.66 - 335.120.91.87 Il metodo si rifà alla pratica del “conversazionalismo”, una tecnica che aiuta il mantenimento della capacità di parlare il più a lungo possibile. Il malato che perde la capacità di sostenere una conversazione, mantiene però a lungo la capacità di relazionarsi. Divi e Divine da 30 anni con voi e per voi Radiofrequenza e molto altro... ovvero NEEDLING BODYMED 5 funzioni in una sola tecnologia: vacuum massaggio endodermico radiofrequenza needling fotodinamica Dall’esperienza medicale la multi tecnologia RVB per cellulite, adiposità localizzata, lassità cutanea e smagliature Novità SONICAZIONE Tecnologia d’avanguardia che sfrutta l’effetto di CAVITAZIONE con sistema termico controllato e brevettato.Tutta la sicurezza e il confort di un trattamento estetico rilassante e indolore supportato dall’autorevolezza della ricerca del dipartimento di scienze chirurgiche dell’Università di Pavia e dalla sperimentazione presso il policlinico San Matteo; per ridurre cellulite ed adipe diffusa o localizzata, valida ed efficace alternativa alla liposuzione Centro ESTETICO - BENESSERE - DIMAGRIMENTO E Solarium, via G. Verdi, 97/B Senigallia (An). 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Inoltre ad aggravare la situazione c’è che è stato tolto agli organi ispettivi il controllo. Prima, se andava un ispettore del lavoro e trovava un lavoratore non assunto, sanzionava. Oggi, con il contratto a chiamata, il giorno di lavoro svolto risulta a fine mese. L’ispettore ha così un’arma spuntata. L’unica possibilità che ha è parlare col lavoratore e chiedergli se lavora tutti i giorni o meno…chiaramente questi non lo ammetterà. Non solo per paura, anche per convenienza. Non paga le tasse e non ha in cambio i contributi previdenziali della Pensione, ma - attenzione - mantiene tutte le agevolazioni previste legate al reddito. Forse casa popolare, esenzione dal ticket, annullata la retta della mensa dei figli…Assolutamente non voglio dire che sono i lavoratori che hanno creato questa situazione. Vorrei solo mettere in evidenza la legalizzazione di un sistema ingiusto: si può premiare colui che non ha diritto e si esclude chi effettivamente ne ha. Esiste una tipologia di contratto equa per il lavoro temporaneo, per chi sta per iniziare la stagione turistica? In Italia certe soluzioni ci sono. In Agricoltura, ad esempio. Funziona da anni. Supponiamo che io sia il lavoratore. Posso essere assunto dal 1 gen- prare casa perché le banche me lo considerano un contratto a tempo determinato. Mohammed El Hassan con grande disponibilità e professionalità ha continuato a conversare con noi sopra altri grandi temi. Immigrazione, patrimoniale sulle ricchezze, drenaggio fiscale, Inflazioone, differenziale. Riproporremo sull’argomento un altro servizio. Letizia Stortini Le notti all’ospedale naio al 31 dicembre. Tutte le giornate di lavoro l’azienda mi paga il corrispettivo, sulla base di una tabella salariale concordata a livello nazionale. Le giornate che io non lavoro (causa maltempo ecc..) vengono accantonate e all’inizio dell’anno successivo posso fare domanda all’Inps affinchè mi venga riconosciuta la disoccupazione sui buchi che ho lasciato nell’anno precedente. Ecco: la coniugazione del reddito dell’impresa e il reddito che deriva dall’ammortizzatore sociale. Così dignitosamete riesco ad andare avanti. Se una donna va in maternità all’inizio dell’anno successivo, ancora prima che abbia il contratto di assunzione, se viene dal settore agricolo l’Inps le paga la maternità. (In tutti gli altri settori se disoccupata e va in maternità non le spetta nulla). Stessa modalità per la malattia. L’ ammortizzatore sociale, in questo caso, è confacente alla flessibilità offerta all’azienda. Se svolgo 156 giornate di lavoro l’anno, l’Inps mi mette i contributi previdenziali a coprire tutto l’anno e ho così interesse a denunciare tutto . Ma ha un difetto: l’accesso al credito. Nel caso in cui dovessi com- L’assistenza integrativa notturna all’ospedale è una necessità alla quale di solito ci troviamo di fronte all’improvviso, quando un nostro prossimo si ammala e viene ricoverato. Non che l’ospedale non fornisca assistenza adeguata ai nostri cari, ma sentiamo che può essere importante che qualcuno sia loro vicino e tempestivamente ne segnali al personale il disagio, le richieste, le necessità. Anche l’Ospedale implicitamente lo ammette, perché raccoglie le iscrizioni di quelli che si offrono e le presenta agli utenti perché se ne possano servire. Così noi scorriamo con gli occhi l’elenco, dove ci sono singole persone e cooperative, ciascuna di esse con a fianco il numero di telefono; e lo facciamo pensando che le persone in elenco siano quelle che l’Ospedale garantisce e in un certo senso è vero che li garantisce. E’ pur vero che chi si propone per fare le notti deve presentare alla Direzione Sanitaria un’assicurazione di responsabilità civile, il certificato di sana e robusta costituzione fisica, la partita IVA e, se è straniero, il permesso di soggiorno; e soltanto a queste condizioni la Direzione Sanitaria lo iscrive nell’elenco. Queste modalità stanno scritte sul regolamento, dove è precisato anche che il rapporto che si stabilisce tra chi offre e chi chiede l’assistenza integrativa non riguarda in nessun modo l’azienda sanitaria, la quale si limita ad eseguire controlli per prevenire eventuali cattivi comportamenti e violazioni delle norme stabilite. Ognuno sa però che non basta scrivere un regolamento perché le sue norme vengano rispettate. Per esempio, può accadere che, nell’atto di stabilire il prezzo del servizio, ci sentiamo chiedere un compenso particolarmente basso: bene per l’utente, for- se, ma sta’ sicuro che poi non ti fatturano. La qual cosa evidentemente non può avvenire all’interno di un’azienda pubblica. E poi: può succedere – anzi, è successo più di una volta – che la persona che viene non sia quella che abbiamo contattato, ma un’altra, perché gli assistenti si scambiano il lavoro: “Vammi tu che stasera ho da fare” e cose simili. E’ successo addirittura che le persone “sostitute” non avessero nemmeno il permesso di soggiorno. Diverso sembrerebbe essere il caso delle cooperative: le quali pagano l’IVA al 4% ma chi la scarica lo fa al 19%, dunque in modo conveniente. Le cooperative poi organizzano un servizio professionale e non, come avviene alcune volte per i singoli, gente che non ha altro da fare. Il comportamento delle persone che dipendono da una cooperativa è ben diverso da quello di tanti singoli prestatori di assistenza, per il semplice fatto che chi organizza il lavoro ha tutto l’interesse a che i suoi soci non ne danneggino l’immagine professionale. Forse sarebbe conveniente per la stessa amministrazione ospitante, l’azienda sanitaria, che le assistenti e lo stesso servizio assistenziale fossero garantiti da una cooperativa anziché dallo stesso soggetto che la presta. Non per nulla in molte città del nord Italia l’autorità sanità sanitaria stabilisce convenzioni con i soggetti organizzati per l’assistenza integrativa. Impossibile - dicono qua - perché in teoria l’ospedale garantisce tutto ciò che è necessario e non possiamo convenzionare una cosa che non serve. Potranno giudicare gli utenti se il servizio serve o no. Perché loro meglio di ogni altro possono sapere quanto a volte il dover essere si scosti dall’essere, e come la realtà sia spesso diversa dalle intenzioni dichiarate. Silvana Pareschi Coppetto di Olivetti Oriana & C. snc Ristorante Pizzeria La Bottega delle Marche CHIUSO IL MARTEDI’ Menù di Pasqua PANE AL FARRO-KAMUT-GRANO A LIEVITAZIONE NATURALE COTTO NEL FORNO A LEGNA PRODOTTI: A KM ZERO - DI FILIERA - BIOLOGICI REGIONALI Antipasto rustico lasagne tartufate gnocchi all’anatra misto di carni al forno agnello arrosto patate - insalata - carciofi dolce della casa bevande - caffè - digestivi Possibilità di merende e... degustazione prodotti locali per prenotazioni chiamare : 339 2339827 (Stefano) PORCHETTA ARTIGIANALE DI MORONI PASTA ARTIGIANALE DELLE MARCHE MIELE E SALUMI DEI MONTI SIBILLINI PECORINI DELLE COLLINE MARCHIGIANE SFIZIOSI PANINI PREPARATI AL MOMENTO PRODOTTI ALIMENTARI E ARTIGIANALI LOCALI Via Marchetti, 3 ( vicino la stazione dei Carabinieri ) Senigallia Tel. 071 9011135 Cell. 33 4 8907184 www.labottegadellemarche.it 4 Cucina tipica marchigiana A p r i l e a soli 33,00 euro Via Coppetto,5 Vaccarile di Ostra (AN) Tel. 071 7986942 - 339 2339827 www.coppetto.it 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m senigallia VIVERE IN POSITIVO L’Associazione VIP Claun Ciofega è nata nel 2004, l’unica fino all’apertura a dicembre di Jesi, nella Regione Marche. E’ riuscita in pochi anni a creare una cosa grandiosa e “leggera”, roba che puoi tenere solo con la fantasia e con tanta passione. Toccando il cuore dell’esperienza artistica, la loro fragilità è diventata la loro for“Il mondo è malato: per guarirlo ci vuole una rivoluzione. A partire dalle idee” za e ogni clown (o claun come (Patch Adams) n e l l ’e t i m o l o g i a precisa dell’assoTutti i clown si servono di una maschera per svelare la verità. Anche con se stessi, non si fin- ciazione) è la dimostrazione di come l’arte può ge più, si è più consapevoli di ciò che si è, per- dare, trasmettere vitalità e infondere coraggio. ciò più forti. Perché in ogni vita ce n’è almeno Sulla scia di Hunter “Patch” Adams, il medico un’altra e quell’altra è quella scoperta, la parte statunitense che cura con la terapia del sorriso, anche i nostri fanno opera di volontariato, non migliore. “Una volta che sei diventato clown, lo rimani per solo nelle piazze, tra la gente in festa, ma entrasempre” mi dice BennyBolla. La sua è stata una no negli ospedali. Entrano con i loro sorrisi nei vera e propria trasformazione di vita. La sua più Reparti di Ortopedia, di Pediatria, di Medicina, autentica personalità esplode e travolge tutti di Lungodegenza nell’ospedale di Senigallia e quando mette il naso rosso e indossa il cami- nei reparti di Ematologia e di Pediatria negli ce bianco da lei dipinto con tanti colori, come ospedali di Pesaro. Da quando ci sono loro e la loro continua meraviglia negli occhi, l’assunun’opera d’arte. I colori, tanti, un tripudio, ogni clown sceglie un zione di antidolorifici si è ridotta del 30% (dati suo nome d’arte e si agghinda come vuole. Il ufficiali). camice ha le maniche a righe, la destra gialla, La clownterapia non fa miracoli, ma fa in modo la sinistra verde; cappelli, fiocchi, occhiali dalle che i malati, bambini e anziani si lascino contaforme più strambe, calzini fantasia, uno diverso minare – anche solo per poco – da quelle bolle dall’altro: non c’è particolare che sfugge all’in- di luce, da quelle ilarità espresse in chiave circense. Si lasciano consolare e accogliere da chi, cantesimo. In tutta Italia sono 4000 i clown riuniti nelle con l’umorismo e un atteggiamento buffo, ti fa Associazioni V.I.P (Vivere in Positivo), nella sola dimenticare le lacrime strappandoti un sorriso. Per arrivare negli ospedali i clown si formano su Senigallia 125 iscritti. dei corsi specializzati, c’è uno studio dietro la fantasiosa improvvisazione delle loro gag. Nel circo di virù, in prima linea c’è l’impegno costante di chi sceglie di spendere molto del suo tempo nel Volontariato. Nessuno di loro percepisce denaro, non ci sono mai offerte di soldi. L’associazione ha un Conto Corrente che a fine anno deve rimanere a zero, tanto ricevono, tanto lo devono trasformare in iniziative benefiche. Alcuni di loro non mancano di svolgere la loro opera in Paesi stranieri, martoriati dalla Guerra, dalla fame. Organizzano Missioni di pace all’estero. Una sola giornata all’anno è dedicata alla Raccolta fondi. Domenica 8 Maggio, una giornata all’insegna del sorriso per conoscere e sostenere la Clownterapia a Senigallia (www.giornatadelnasorosso.it). Tutti i volontari si riuniscono al Foro Annonario con giochi, spettacoli, laboratori cui possono partecipare tutti, grandi e piccoli. Un giorno di allegria, di festa. A ritmo serrato “entrano in pista” i clown con tutta la loro dirompente mimica. Impossibile uscire, alla fine, ne sono sicura, senza sentire una profonda ammirazione. Letizia Stortini IBAN: IT90S0605521372000000019934 intestato a ONLUS VIVIAMO IN POSITIVOVIP CLAUN CIOFEGA Senigallia 3383537560 (MITHRILL) L’Italia abbandona la cultura, Senigallia se ne cura In un paese dove l’importanza data alla cultura è ai minimi storici, dove il ministro dell’Economia dice che “con la cultura non si mangia”, dove Pompei cade a pezzi e il Colosseo non se la passa poi tanto meglio e dove il Ministro della Cultura riceve tale nomina solo per il fatto di poeticare su chi gli ha concesso la nomina, Senigallia, ancora una volta, va controcorrente. In un ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale di Marzo, infatti, l’adesione all’Istituto Alcide Cervi ha visto l’unanimità dei voti dei presenti. Alla nascita dell’Istituto, furono cinque i soci fondatori (Provincia di Reggio Emilia, Comune di Gattatico, Comune di Campegine, Anpi e Confederazione italiana agricoltori) e con il passare degli anni si aggiunsero altri soci ordinari e oggi sono arrivati a 142, Senigallia compresa. I soci fondatori e quelli ordinari sono tenuti al versamento di un contributo annuo (868 € per Senigallia) e conseguentemente si ha il diritto di partecipare alle attività dell’Istituto, di usufruire dei servizi e di accedere ai materiali conservati. L’Istituto Cervi si costituiva il 24 aprile del 1972, circa due anni dopo la morte dello stesso Alcide Cervi, a Reggio Emilia con la finalità di promuo- vere attività scientifiche e culturali nelle materie inerenti la resistenza, l’agricoltura, il mondo rurale, l’alimentazione e l’ambiente. Dedicato a papà Cervi, figura emblematica del dopoguerra italiano e testimone altissimo della Resistenza. All’interno del museo si custodiscono le memorie dei sette fratelli Cervi e del loro sacrificio nella lotta all’antifascismo. I fratelli, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, formarono insieme al padre la cosiddetta “Banda Cervi” che compiva continue azioni di guerriglia contri i fascisti e i tedeschi. Dopo l’uccisione del segretario del Partito Fascista Repubblicano di Bagnolo in Piano, la casa dei Cervi venne circondata e i sette furono portati nel carcere di Reggio Emilia laddove il mattino del 28 dicembre 1943 vennero uccisi. Papà Cervi, poco conta e poco ha contato per i vari Governi di centrodestra che si sono succeduti in questi ultimi anni. Diversa è invece l’attenzione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che proprio il 7 Gennaio di quest’anno ha visitato l’Istituto. Almeno una parte delle istituzioni è attenta a questi temi. Dean Hajredini “La Bottega di Omero” di Mencarelli Omero e figli s.n.c Lavori in ferro battuto StradaSan Gaudenzio, 6 Senigallia (An) Tel / Fax 071 65410 Cell. 339 6471393 SPECIALISTI IN QUALITA’ Via Cesanense, 168/B Loc. 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Con l’inaugurazione del nuovo Centro Commerciale “La Nevola”, avvenuta alcune settimane fa, si è portato a termine il progetto di riqualificazione urbanistica della zona ex Cantina Sociale, dove sono sorti un supermercato, alcuni esercizi commerciali, 2 studi medici ed uno sportello della BCC. Quest’opera ambiziosa, se da un lato permetterà a Corinaldo una riorganizzazione del proprio tessuto economico, cercando di attrarre nuove risorse dai comuni limitrofi, dall’altra fa sorgere legittimi interrogativi in coloro che abitano il Centro Storico ed esercitano un’attività commerciale all’interno, o in prossimità, della cinta muraria. Lo spostamento e l’incremento di molte attività dove si è già da tempo sviluppata la più importante zona industriale del paese, dove è stato realizzato l’ asilo nido e dove, soprattutto, sarà, quanto prima, attivato un nuovo sportello bancario non potranno non avere conseguente piuttosto pesanti per la sopravvivenza del Centro Storico. Da sempre, un’adeguata riqualificazione del Cen- tro Storico, è stata considerata una fondamentale priorità da questa e dalle precedenti Amministrazioni; all’atto pratico, però, alle promesse non sono mai seguiti fatti concreti e quanto, da tutti promesso, non è mai stato realizzato. L’attuale situazione è particolarmente complessa, poiché oltre alle poche attività commerciali in esso rimaste, che non sono in grado, da sole, di stimolare una circolazione di persone tale da renderlo vivo ed “appetibile”, dall’altra, una scarsa progettualità a lungo termine e la mancanza di attrattiva su possibili nuovi residenti, ne stanno decretando un progressivo e difficilmente arrestabile abbandono, così come confermato dal fatto che sono sempre meno quelli che decidono di stabilirsi in Centro, vuoi per il prezzo delle case, vuoi perché si preferisce una zona meno suggestiva, ma servita da maggiori comodità. Per questo, pur non ignorando le difficoltà oggettive connesse alle particolari caratteristiche del luogo, si rende necessaria ed urgente una politica fatta di stimoli ed incentivi, più incisiva di quanto finora attuata, dimostrando, con i fatti, che la sopravvivenza del Centro Storico è una vera priorità per l’Amministrazione Comunale. Finora ci si è limitati a studi e suggerimenti, seppur qualificati, che nulla hanno portato di concreto in questa direzione. Non è più tempo di interventi “a richiesta” e “particolari”, ma occorre un progetto a lungo termine, senza il quale non è possibile la risoluzione dei problemi, che impediscono l’ auspicabile e necessaria crescita del Centro Storico. Potrebbero risultare inutili o superflui, infatti, gli interventi di abbellimento, attualmente in corso di realizzazione, senza creare concrete opportunità di sviluppo e sostegno alle attività, condizione indispensabile per sperare in un incremento delle residenzialità. Dicevamo che la riqualificazione del Centro Storico è stato argomento centrale del programma elettorale di questa Amministrazione, tant’è che, per realizzare tale progetto, era stata preannunciata e più volte assicurata, da Sindaco ed Assessori, il qualificato intervento del famoso architetto Renzo Piano, che noi tutti stiamo ancora aspettando. Ma a complicare le cose è di questi giorni la notizia delle dimissioni (quanto spontanee?) dell’Assessore all’Urbanistica, che si era preso tanto a cuore, almeno a parole, il progetto in questione, assicurando interventi mirati e definitivi, che sono rimasti, purtroppo solo sulla carta. Speriamo, invece, che il nuovo assessore si faccia carico di questa impellente e non rimandabile priorità e sia in grado, al di là dei periodici proclami, di attuare tutte quelle iniziative che blocchino il tanto temuto scivolamento a valle del cuore pulsante di Corinaldo, evitando che questo gioiello dell’architettura medioevale diventi solo una bella passeggiata per turisti frettolosi. “Corinaldo, storia di una terra marchigiana”, opera imponente di quattro volumi, 2240 pagine, cinque anni di lavoro, presentata al teatro comunale ‘C.Goldoni’. Un’opera che racchiude il cuore di Corinaldo, un progetto coordinato dal professore Fabio Ciceroni grazie al contributo della Banca di Credito Cooperativo di Corinaldo che, nell’anno del centenario dalla sua fondazione ha voluto sostenere un’iniziativa così importante. Gli onori di casa li ha fatti il primo cittadino Livio Scattolini, complimentandosi per l’opera prestigiosa, ricordando l’importanza del rapporto tra Bcc- Amministrazione e territorio. La parola è passata al Presidente della BCC, Felice Saccinto che ha ringraziato tutti i presenti (tra i quali il presidente della BCC Marche Bruno Fiorelli) e in particolare il Direttore Banca d’Italia Filiale di Ancona Cosimo Centrone, il Presidente Nazionale Federcasse Alessandro Azzi (“ E’ giusto evidenziare il ruolo e l’importanza della BCC a livello nazionale, per la vicinanza e il sostegno alle piccole imprese: circa 400 in tutt’ Italia e molte di esse hanno già compiuto cento anni!” ). In rappresentanza della Provincia l’assessore Marcello Mariani: “Esprimo il mio profondo apprezzamento per l’opera; la storia non può essere oggetto di strumentalizzazione politica come è avvenuto in quest’ultimi giorni” (i libri di testo sono finiti nel mi- rino del Pdl che li ha accusati di essere una fabbrica di pensiero partigiano e anche fazioso, spesso superficiale, ndr). Non potevano mancare i saluti della Regione e del suo presidente Spacca, portati dall’assessore Fabio Badiali. Spazio al Vescovo, monsignor Orlandoni: “Le Casse Rurali sono fondate su valori cristiani della solidarietà, valori insiti nel DNA delle BCC da sempre”. La presentazione generale dell’opera è toccata al suo ideatore, Fabio Ciceroni, uno dei protagonisti della mattinata: “Grazie alla BCC ho potuto realizzare un lavoro straordinario, tenuto nel cassetto per tanti anni. Grazie all’impegno e alla disponibilità delle risorse ho dato vita a una grande opera”. Visibilmente soddisfatto ha poi concluso: “Perché tutto questo? Per conoscerci e riconoscerci, per non dimenticare le nostre origini. Ringrazio i miei collaboratori e dedico l’opera a Renzo Paci, storico e ricercatore oltre che amico, scomparso poco dopo aver dato la sua disponibilità alla collaborazione ( in sala la moglie, ndr)”. Si è passati poi alla presentazione dei quattro volumi da parte dei singoli autori: Virgilio Villani per ‘Età Medievale’, Carlo Vernelli per ‘ Età Moderna’, Marco Severini per ‘Età Contemporanea’ e Fabio Ciceroni per ‘Territorio, cultura, vita cittadina’. L’ opera è acquistabile, su prenotazione presso gli sportelli della BCC di Corinaldo e delle sue filiali. Giovedì 14 aprile il teatro ‘C.Goldoni’, pieno in ogni ordine di posto, ha presentato in anteprima nazionale il film Maria Goretti-Un raggio di luce di Adrio Testaguzza. “In quel teatro, da bambino, ormai cinquant’anni fa ho visto il mio primo film ‘ Cielo sulla palude’. Questa cosa mi emoziona”, ricordava qualche giorno fa il regista, definito da Tonino Guerra ‘ poeta dell’immagine’; e proprio per ritornare con la mente a cinquant’anni fa, in sala, tra i presenti Ines Orsini, la prima attrice che ha dato volto a S. Maria Goretti proprio nel film ricordato da Testaguzza. Un parterre ricco di personalità e amici tra i quali un orgoglioso sindaco Scattolini ha fatto gli onori di casa. Il primo cittadino si è complimentato per il film (commissionato al regista dal Comune stesso) e spiegando che questo lavoro sarà il veicolo per diffondere un messaggio di fede e amore tra giovani, così come servirà per rilanciare Corinaldo a livello mondiale (3000 copie prodotte in doppia lingua,italiano e inglese, ndr) soprattutto dal punto di vista del turismo. La parola è poi passata al Vescovo: “ Ringrazio l’Amministrazione e il regista per quest’iniziativa encomiabile. É di fondamentale importanza, oggi più che mai diffondere il messaggio e la testimonianza di S. M.Goretti, in un momento in cui sembra perdersi il significato di certi valori”. Prima della proiezione del film un emozionato Testaguzza ha spie- gato brevemente il lavoro svolto, ringraziando quanti hanno permesso la realizzazione del progetto. Il film (della durata di 43 minuti) racconta la storia del mondo contadino degli anni ‘30 prendendo spunto, appunto dalla storia della Santa. Siamo nell’anno 1934, mamma Assunta e Alessandro Serenelli sono seduti davanti al camino e ripercorrono la vita di Maria Goretti. Andando avanti scorrono le immagini del matrimonio di Assunta, il lavoro nei campi, la nascita di ‘Marietta’, la vita nella zona corinaldese della Pregiagna, la prima tentazione di Alessandro Serenelli verso Maria. Il momento della violenza viene fatto solo intendere. Tra un momento di vita e un altro le testimonianze di tre personaggi illustri: il Cardinale Tonini che esalta, avendolo vissuto, il mondo rurale dell’epoca, il Cardinale Comastri che parla del messaggio del perdono e lo storico Giordano Bruno Guerri che alcuni anni fa aveva messo in discussione la santità di Maria Goretti e qui spiega i suoi perché. Scorrono, tra una scena e l’altra immagini d’epoca risalenti agli anni ‘20-’30, immagini in bianco e nero e a colori, anche immagini originali della Santificazione. Colpiscono le voci originali di mamma Assunta, mentre racconta del proprio matrimonio e di Alessandro Serenelli che narra l’incontro a Pagliano con la famiglia Goretti. Gli ultimi tre minuti finali sono dedicati a Corinaldo. Opera in quattro volumi su Corinaldo Alice Mazzarini Giuseppe Saccinto Film documentario su S.Maria Goretti Alice Mazzarini La Cooperativa Millennium è una società di servizi che eroga assistenza 24 ore su 24 a persone malate, disabili, anziane. I SERVIZI « Presidente Coop. Millennium » AIUTO PER L’IGENE PERSONALE (BAGNO-DOCCIA) A DOMICILIO SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, OSPEDALIERA E PRESSO CASE DI RIPOSO E CLINICHE DIURNI E NOTTURNI SERVIZI DI INTEGRAZIONE SOCIALE PER MALATI, DISABILI ED ANZIANI A DOMICILIO PRESSO OSPEDALI, CLINICHE E CASE DI RIPOSO SERVIZI DI BABY SITTING INTEGRAZIONE DI ALUNNI DISABILI ATTRAVERSO EDUCATORI SPECIALIZZATI E FORMATI NELLE ATTIVITA’ COMUNI MA ANCHE SPORTIVE CON IL RESTO DEL GRUPPO RISPETTANDO I DOCUMENTI DI RIFERIMENTO (PDF E PDI) COME DA LEGGE 104/92 SERVIZI DI EQUITAZIONE INTEGRATA PER BAMBINI E RAGAZZI DIVERSAMENTE ABILI E/O IN ETA’ EVOLUTIVA ORGANIZZAZIONE DI EVENTI, ATELIER, FESTE A TEMA E DI COMPLEANNO Referente: Simona Proietti di Valerio cell. 347 7246953 Via Copernico, 3 Senigallia (An) Tel. 071 7929558 Fax. 071 6627770 Cell. 335 5287009 e-mail: [email protected] 6 A p r i l e 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m e...dintorni Ostra “Non tutti possono far bene tutto” Titoli come: “Ostra: chiusura del servizio di guardia medica, protesta indetta dal Comune”. L’annuncio di soppressione del servizio da parte del direttore della Zt4. Gli interventi di Bugaro e Zinni. Tutte cose che cercheremo di analizzare partendo dai piedi della storia, gli ultimi risvolti, fino a dove arriviamo, perchè non ne verremmo a capo. La ricostruzione degli ultimi mesi, dalla “verità dei verbali”, all’estate ardente e rissosa, alle tavole rotonde con i sindacati, alla sospensione degli ultimi giorni. Nel frattempo si sono avvicendate figure di sostenitori. Se ne sono perse alcune e se ne sono aggiunte altre. Si chiama Pesaresi, Franco Pesaresi il perno della Sanità della zona 4, ovvero la valle del Misa, da Arcevia a Senigallia. Al momento del suo insediamento, insieme ad altri 12 direttori la Regione Marche comunicava: Le nomine effettuate dalla Giunta [...] si muovono all’insegna del cambiamento, reso necessario dalla manovra finanziaria del Governo, dai tagli alla sanità, dalle esigenze di una riorganizzazione gestionale dei servizi sanitari e dalle innovazioni che la riforma sanitaria regionale determinerà attraverso la programmazione per area vasta. Una cosa iniziate ad appuntarvela: AREA VASTA. Ricordatevelo, perchè presto torneremo a parlarne. L’altra cosa sottolineata nel comunicato della Regione riguarda i tagli, circa 80 milioni per le Marche. La situazione, tanto per avere un’idea, a livello nazionale prevede tagli per 1.504,5 milioni. A ciò che era stato stabilito dalla manovra d’estate (L. 122/2010), pari a 1.018 milioni, si somma il mancato finanziamento di 486,5 milioni (ne vengono stanziati 347,5 per i primi cinque mesi del 2011 su 834 milioni previsti per l’intero anno). Indubbiamente un bel problema per chi gestisce la Sanità nelle Regioni. A fronte di una diminuzione delle risorse anche sociali la Regione Marche, attraverso il lavoro della V commissione, ha elaborato il “Piano socio-sanitario 2011-2013”. Il primo via libera c’è stato giovedì 7 aprile. Questo per assorbire i tagli più consistenti che riguardano il sociale. Sempre giovedì 7 si è svolta, anche, la richiestissima Conferenza dei Sindaci, ovvero l’organo consultivo formato dai sindaci della vallata. In questa sede, ovviamente si doveva parlare anche del “problema” guardia medica di Ostra. Flashback. Facciamo ritorno ai giorni dell’insediamento. Il 7 giugno 2010 è stata convocata la Conferenza dei sindaci per esprimersi sul lavoro di Bevilacqua (direttore di zona dell’ultimo triennio) e per esprimere un parere sulla nomina del prossimo direttore. In questa occasione “la conferenza prende atto con soddisfazione che si è conseguito il riequilibrio del budget assegnato alla Zona Territoriale n 4, calibrato ora sui livelli di assistenza che la programmazione sanitaria prevede e non sulla spesa storica come avvenuto in precedenza”. I conti sono in ordine e i sindaci vorrebbero la riconferma di Bevilaqua. Il 13 luglio la Conferenza dei sindaci accoglie la nomina di Pesaresi. Di poco posteriore, - è il 2 agosto - esce il primo di una lunga serie di articoli incentrati sui buchi nel budget della zt 4, che fino a qualche riga fa avevamo lasciato in ordine. Titola così il Corriere Adriatico: Ostra e Ostra Vetere capofila della protesta - Fuori il responsabile -. Si inizia subito a formulare ipotesi. “Nell’occhio del ciclone l’Ingegnere Bevilacqua. In merito alle responsabilità del buco il direttore Pesaresi avrebbe tirato in ballo il suo predecessore. Parte dei soldi mancanti, almeno 600.000 euro, sarebbero infatti serviti a correggere gli errori di progettazione, tra ascensori stretti e testate del letto senza bocchette per l’ossigeno. Bevilacqua aveva negato che ci fossero. Oltre 2 milioni di euro sarebbero stati spesi per il personale, senza aver proceduto a stabilizzare i precari e nominare i quattro primari mancanti.” Il giorno successivo il testo di un altro articolo del Corriere riporta cifre diverse: “Dai Comuni di Ostra ed Ostra Vetere parte la difesa della Zona territoriale 4 dai tagli. Non dalla sforbiciata prevista dalla manovra correttiva della Finanziaria, che avrà i primi effetti solo nel 2011, bensì dai tagli imposti dalla Regione per ripianare un buco di bilancio che sfiora i 7 milioni di euro. Per la precisione 6.900.000 euro.” E parte il valzer del moscerino, nuvolette di numeri che cambiano, aumentano, diminuiscono, cambiano nome... Si parla già di dimissioni, ed è già nato il matrimonio politico tra Ostra ed Ostra Vetere, “per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi ?” Per separarli, i due sindaci, è bastato molto meno. La Sacra Rota riconoscerà come non valido questo sposalizio, che non arriva neanche alla fine dell’anno 2010. Breve ma intensa la relazione che ha fatto partorire ai due una quarantina di comunicati al veleno. I sindaci Bello e Olivetti sulla sanità locale: atto incomprensibile; Ostra Vetere: Bello e Olivetti incontrano i cittadini e tornano a chiedere la ‘testa’ di Pesaresi; Bello e Olivetti all’attacco: esposto alla Procura per il caso-sanità; Per Bello e Olivetti sulla sanità solo bugie ... finchè ad ottobre c’è l’incontro della pacificazione. Pesaresi ha già chiarito che non esiste alcun buco, ma ce ne potrebbe essere uno se la spesa continua a correre con la velocità con cui è partito il triennio 2010, e quei 6.900.000 euro sventolati durante l’estate rovente sarebbero il discostamento tendenziale. Ovvero, se continuiamo così alla fine dell’anno abbiamo quella spesa in più rispetto al budget che per questa zona ammonta a 156 milioni. Come dicevamo la situazione si refrigera (almeno per qualche giorno) quando il pompiere Pesaresi fa una visita ad Ostra e stando al comunicato del sindaco Olivetti: “durante l’incontro il dott. Pesaresi ha ribadito, come era stato da me richiesto nelle sedi istituzionali, che nessuno di questi servizi, di cui gode attualmente la popolazione ostrense, sul territorio comunale, verrà in alcun modo ridotto, ed anzi mi è stata preannunciata la disponibilità di integrare l’offerta specialistica nel poliambulatorio, con altre professionalità sanitarie.” Non sono ancora trascorsi sei mesi dall’insediamento di Pesaresi. A Natale si mangia il panettone, durante l’epifania un po’ di carbone e nel frattempo germoglia un ricordo targato 1998. Il documento che ne esce testualmente recita: in considerazione della nuova organizzazione del sistema di emergenza sanitaria, le sedi di servizio dell’attività di continuità assistenziale sono rideterminate secondo parametri rispondenti alle MOLINO e PANIFICIO OLIVI & C. s.r.l. 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Questo nuovo servizio al Pronto Soccorso, non c’entra nulla con la guardia medica, poichè sarà aperto tutti i giorni dalle 8,00 alle 20,00 e tutte le notti dei prefestivi e del periodo estivo. Bello, il sindaco di Ostra Vetere, a questo punto si defila dalla bagarre, per lui nessun taglio, ma subentrano altri elementi pronti a cavalcare politicamente la questione. Il Pdl si mobilita nelle figure di Zinni e Bugaro, si mobilita Latini di Api e pure Fli. Di fatto la situazione di disagio per la cittadinanza di Ostra, soprattutto della popolazione anziana vale neanche lo 0’1% del budget della zona. Ma Pesaresi, forse memore dell’estate travagliata va avanti. La battaglia si fa seria e lo strumento popolare più diretto per manifestare il proprio dissenso è la raccolta di firme che viene messa in piedi dal Consiglio Comunale tutto, che vede congiunti per lo scopo tutte le forze in campo, amministrazione e opposizione. Torniamo al 7 aprile. Ostra ha già presentato all’assessore Regionale alla Sanità Mezzolani la raccolta di firme, circa 2.600, e si è fatto carico di approfondire la questione allo scopo di coniugare le esigenze di razionalizzazione alle esigenze degli ostrensi. Ma, c’è sempre un ma, Pesaresi continua, anche in occasione dell’ultima Conferenza dei sindaci ad andare dritto per la sua strada, attendendo di applicare la sua riorganizzazione. Che risultato devono attendersi i cittadini di Ostra a questo punto? Pesaresi prevarrà su Mezzolani? Il piano puntuale di una zona vincerà sull’area vasta? Adesso devo per forza provare a spiegare cosa è quest’area vasta. L’obiettivo generale è quello di concentrare gli interventi sanitari ad alto livello di specializzazione. L’ASUR adegua l’organizzazione interna al principio di separazione tra le funzioni di indirizzo, assegnando alle strutture di rete la funzione di filtro rispetto all’ospedale di Torrette, dove saranno mantenuti solamente i servizi ad altissima specializzazione come serve, ad esempio, per i trapianti. Quindi “non tutti possono fare bene tutto” è il principio base dell’area vasta, modalità di riorganizzazione ed erogazione dei servizi già studiate ed adottate in altre regioni nelle quali danno buoni frutti in termini di efficienza e di rispondenza ai bisogni del territorio (un esempio quello dell’Emilia Romagna). Risulta quindi opportuno creare sinergie tra i vari presidi sanitari (dagli ambulatori, alle cliniche, alle strutture più grandi) in modo da coordinare ed integrare nel modo più efficiente possibile le prestazioni di ognuno. La guardia medica in questo stretto rapporto centro-periferia (“Hub and spoke” concetto organizzativo) che ruolo deve avere? Che ruolo ad Ostra? Le altre zone hanno una struttura simile alla nostra? Presto, speriamo di riuscire a sciogliere tutti questi dubbi. Andrea Storoni AS OSTRENSE C A LCIO Con la gara di sabato 9 aprile a Pesaro contro la Rotellistica Adriatica, giunge al termine la stagione agonistica dell’AS Ostrense calcio a 5, che in questo secondo anno di C2 ha vissuto fasi alterne pregiudicando, soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio, la possibilità di accesso agli spareggi per la promozione nel massimo campionato regionale, quello di C1. Il rendimento altalenante di cui si parlava sopra, si può ben riscontrare nelle ultime 5 gare dove i ragazzi di Mr. Diego Petrolati hanno raccolto 10 punti su 15 disponibile grazie al pareggio non senza difficoltà in casa contro il Leopardi Falconara e alle vittorie contro le ultime della classe Collemarino e Folgore Montecchio, e allo strepitoso successo casalingo contro la capolista Buldog Lucrezia, che ha rimandato la festa promozione al team del presidente Diotallevi di ben due settimane. Purtroppo ad inframmezzare questi preziosi successi è arrivata l’inaspettata sconfitta nel derby contro l’Olimpia Ostra Vetere, che alla luce degli ultimi risultati del 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m Pietralacroce ’73 (3 sconfitte e due pari), assapora di occasione persa per agguantare il treno playoff, visto che gli anconetani , tirando il freno a mano, avevano concesso una rimonta oramai insperata. Ma veniamo al lato positivo di questo finale di stagione, caratterizzato dalla corsa, di ben due atleti ostrensi dalle innate doti tecniche, verso il titolo di capocannoniere del girone A: Danilo Petrolati, in testa alla classifica con 38 reti e Daniele Ugolini, quarto a quota 33 centri. È vero che il titolo è puramente platonico e soprattutto non è assoluto per tutti i 3 gironi di serie C2 regionale, visto che nel girone C Achille Angelini del Ripatransone comanda dall’alto dei suoi 71 centri, ma se Danilo Petrolati riuscirà a mantenere il suo primato nei prossimi 60 minuti, il popolo rossoblu potrà rallegrarsi di questa piccola soddisfazione che si erge ad ulteriore testimonianza del grande potenziale del quale la squadra di Ostra possiede per le stagioni future. Paolo Pacenti 7 e...dintorni L A STORIA DI NICOLO ’ DI BISACCIONE Montenovo (od. Ostra Vetere) Fra i tanti personaggi dimenticati della storia (mentre altri di minore rilievo sono gratificati spesso di una notorietà che non meritano) vi è sicuramente anche il conte Nicolò di Buscareto, vissuto fra il 1320 e il 1370 circa. Proveniva da una antica stirpe di origine feudale della valle del Misa, che agli inizi del ‘200 aveva posto il centro del proprio dominio sul colle di Buscareto al confine del territorio di Montenovo (od. Ostra Vetere) verso Montalboddo (od. Ostra), edificandovi una residenza fortificata (castrum). A questa famiglia solo il comune di Belvedere Ostrense ha intitolato uno spazio urbano a testimonianza di quasi due secoli della sua storia, e cioè dalla fine del sec. XII ai primi del ‘400, quando ebbe fine il vicariato dei Buscareto sul castello. Eppure Belvedere non fu il solo comune a veder intrecciata la propria vicenda storica con l’uno o l’altro esponente di questa famiglia. In compenso, anche se non disinteressatamente, ci ha pensato una nota casa vinicola della valle Misa a perpetuare la memoria dei Conti di Buscareto nella denominazione della propria ragione sociale. Non resta allora che auspicare che questo omaggio indiretto possa servire a suscitare in qualcuno la curiosità di saperne di più e che chi ha utilizzato questa denominazione a fini commerciali senta il dovere di far conoscere questa storia, se non altro per pagare un debito morale nei confronti di un protagonista che non può più vantare diritti d’autore. Intanto, avendo io dedicato all’argomento una pubblicazione quasi un ventennio fa, mi piace qui ricordare quello che è stato sicuramente il più noto dei suoi esponenti: Nicolò figlio di Bisaccione, detto più comunemente Nicolò di Buscareto, un personaggio di notevole statura umana, militare e politico e protagonista indiscusso per circa un ventennio fra il 1340 e il 1360 della storia dei comuni della valle del Misa. Nicolò approda alla vita politica nel 1332 come podestà di Montenovo (Ostra Vetere), allorché la sua famiglia era tornata in buoni rapporti con la Chiesa dopo la lunga militanza del nonno e zio dalla parte ghibellina. Nicolò è l’interprete della riappacificazione, suggellata dall’alleanza con i Malatesti e con la lega guelfa. Il suo obbiettivo però non è diverso da quello degli altri signori che militano sull’opposto versante: crearsi una signoria personale, anche a rischio di entrare in collisione con il governo ecclesiastico. Secondo il Biondo nel 1342, al pari di altri signori nelle rispettive città, sarebbe stato creato dall’imperatore Ludovico il Bavaro vicario imperiale di Jesi. La notizia non trova riscontri documentari, ma è sicuro che la sua ascesa politica ha inizio proprio quell’anno, quando unisce alla podesteria di Montenovo quella di Serra de’ Conti, che conserva poi per vari anni, trasformandole ambedue in signorie personali. Nell’intento di allargare il suo orizzonte politico nel 1347 aderisce all’ampia alleanza che fa capo a Malatesta Malatesti, partecipando con altri signori di parte guelfa alla conquista di Osimo. Nella valle del Misa si affacciano però anche le ambizioni di Alberghetto Chiavelli di Fabriano, una potente famiglia ghibellina che controlla la podesteria di Rocca Contrada (Arcevia) e mira ad espandersi verso valle. Il primo obbiettivo di Alberghetto è Serra de’ Conti persa un decennio prima, e proprio nell’ottobre 1347, profittando dell’assenza di Nicolò, assale e occupa di sorpresa il castello. L’avvenimento sembra segnare una battuta d’arresto per il 8 Montalboddo (od.Ostra) Buscareto, delle cui vicende non si sa più nulla fino al 1352, quando, probabilmente con l’appoggio della guelfa Perugia riesce a recuperare Serra de’ Conti e a sottrarre al Chiavelli anche Rocca Contrada. A questo punto né Nicolò, né Alberghetto, né tutti gli altri signori agiscono più isolatamente, costretti come sono a muoversi in un contesto di alleanze le cui fila sono tirate altrove e che vedono contrapposti i Visconti di Milano e i loro aderenti ghibellini da una parte e le città comunali tradizionalmente guelfe di Firenze, Siena e Perugia dall’altra. Il confronto assume il carattere di guerra aperta nel 1350, quando dopo l’acquisto di Bologna, l’arcivescovo Giovanni Visconti signore di Milano comincia a minacciare sempre più da vicino la repubblica fiorentina. Firenze reagisce cercando l’alleanza di Siena, Arezzo, Perugia e città di Castello e i loro collegati, mentre il Visconti si assicura l’appoggio delle casate feudali dell’Appennino tosco – romagnolo, dei Montefeltro e di una numerosissima serie di altri comuni e signori fra Romagna, Umbria e Marche. I Malatesti evitano di essere coinvolti direttamente nel conflitto, preoccupati soprattutto e solo di espandere il loro domi-nio nella Marca, ma molti dei loro aderenti si schierano apertamente con Perugia. Il quadro della situazione è reso con molta chiarezza dai capitoli della pacificazione che a Sarzana (vicino La Spezia) nel marzo 1353 segna la fine delle ostilità. Dalla parte dei Visconti troviamo quasi tutti gli esponenti della nobiltà legata alla tradizione ghibellina: i Chiavelli di Fabriano, i Simonetti di Jesi con Serra S. Quirico, Gentile di Mogliano con Fermo, gli Ottoni di Matelica e il conte Nolfo di Montefeltro. Dalla parte di Firenze e Perugia troviamo le signorie tradizionalmente vicine ai Malatesti e quindi di fede guelfa, i Varano di Camerino con i loro castelli, Smeduccio di S. Severino, i Mulucci di Macerata, gli Atti di Sassoferrato, i Baligani di Jesi, i Cima di Cingoli e infine Nicolò di Buscareto con Serra de’ Conti, Montenovo, Rocca Contrada e Corinaldo. La signoria che Nicolò aveva su questi comuni aveva un carattere pacifico, essendo stata ottenuta sicuramente con un ampio consenso interno, come testimonia il permanere dei castelli sotto l’obbedienza della Chiesa. La presa di potere era avvenuta attraverso l’assunzione della podesteria a tempo indeterminato, in genere con il consenso del ceto dirigente, al fine di sedare i contrasti interni e garantire la difesa del castello dalle minacce esterne. Ma l’anarchia politica che regnava da un cinquantennio nelle terre della Chiesa per l’esilio della curia papale in Avignone era destinata a cessare con l’arrivo in Italia del cardinale Egidio Albornoz, che intraprendeva una decisa e vittoriosa azione di restaurazione del governo ecclesiastico. Fra il dicembre 1354 e il gennaio 1355 molti signori marchigiani, vista la mal parata, ritengono conveniente recarsi presso il legato papale in Umbria per fare atto di obbedienza e fedeltà, mentre il legato invia alla volta della Marca il proprio luogotenente Blasco de Belvisio, che punta direttamente su Recanati, liberandola dalla dominazione malatestiana. Pacificata tutta la Marca meridionale, anche l’Albornoz entra nella regione e la sua avanzata spinge alla sottomissione anche gli altri signori marchigiani, fra cui Nicolò di Buscareto, che incontra il legato nel mese di marzo a Tolentino, mettendosi a sua disposizione e unendosi all’esercito della Chiesa. Attorno Recanati gli ecclesiastici si trovano a fronteggiare per la prima volta le milizie di Galeotto Malatesti e un cronista romano riferisce un episodio che aiuta a lumeggiare la forte per-sonalità del Buscareto. Il Malatesti, che aveva con sé anche A p r i l e S i g n o r e, p o l i t i c o e Gentile da Mogliano, venuto meno alla promessa di pacificazione fatta al Legato, tentò di tergiversare per prendere tempo e dissuadere l’Albornoz dallo scontro diretto. “Trovaose alhora – riferisce il cronista – co lo Legato uno genti-lotto de la Marca, Nicola de Buscareto avea nome. Questo Nicola de Buscareto essenno presente a queste ammasciate disse: Signiore lo Legato, eh non conosciete la rottura de li Malatesti! Non te ne accuori ne le paravole soje Missore Galeotto è rotto, sperduto ? Non te ne può contrariare. Noà havemo vento. Legato infesta e non finare de turvare li Malatesta de Rimino, che Galeotto jà ene convento. Lo core li manca. Quesso me dimustra lo suo favellare. Per le paravole de Missore Nicola de Buscareto lo legato fò acceso de persequitare li Malatesta”. In pratica il Buscareto esorta il legato a non farsi ingannare dall’atteggiamento del Malatesti e ad attaccarlo senza timore. E così l’esercito della Chiesa, che aveva ricevuto rinforzi anche dall’imperatore Carlo IV, assalì Galeotto alla fine di aprile a Paterno di Ancona, dove le milizie riminesi si erano fortificate, e le sconfisse dopo uno scontro durissimo. Ricorda ancora il cronista anconitano Oddo di Biagio che tra li altri fo quel strenuo et in facto d’arme experto homo Nicolò Buscareto. Il ruolo avuto da Buscareto in questi episodi, riferito da cronisti che non avevano certamente interessi encomiastici nei suoi confronti, delinea la figura di un personaggio ormai piuttosto noto nella regione e anche fuori, deciso e dotato di coraggio fisico, esperto nelle armi non meno di quanto lo fosse nella politica, in grado di riscuotere la fiducia dell’Albornoz, dal quale ai primi di aprile era riuscito ad ottenere condizioni abbastanza favorevoli per la sua signoria. Fra giugno e luglio a Gubbio il Legato concludeva la pace con i Malatesti, riconoscendo loro i diritti di signoria su Rimini, Pesaro, Fano e Fossombrone, come pure quelli di una serie di altri signori minori loro alleati, e rinviando ad un secondo tempo le questioni ancora in sospeso e da definire con altri signori e perso-naggi di parte guelfa, fra cui Nicolò da Buscareto. Agli inizi di settembre tutti i comuni che avevano parteggiato per il Buscareto e ne avevano favorito la signoria, Belvedere, Montenovo, Serra de’ Conti, Rocca Contrada e Corinaldo, prestavano giuramento di fedeltà alla Chiesa, riconoscendo le proprie colpe e specialmente quella di aver favorito Nicolò da Buscareto ed averlo nominato protectorem, defensorem, gubernatorem et rectorem, il che conferma come l’ascesa al potere del signore fosse avvenuta con il consenso e la conferma dei gruppi dirigenti locali. Nicolò, Il 19 settembre ratificava i patti concordati in forma privata e ufficiosa con il Legato nel mese di aprile, dopo il giuramento di fedeltà del precedente 24 marzo a Tolentino. Il documento si articolava in nove punti e il suo contenuto riflette il contesto politico del marzo precedente, allorché la situazione marchigiana era ancora incerta e la riconquista era appena agli inizi e quindi il Legato si trovava nella necessità di dover essere largo di promesse con i nuovi alleati. Il documento conteneva in pratica l’assoluzione generale dei delitti politici commessi fino alla venuta del Legato e il mantenimento dei privilegi e benefici acquisiti presso le comunità, ma non il riconoscimento della signoria, cui Nicolò era costretto a rinunciare, pur conservando una certa influenza sui comuni già soggetti, soprattutto su Rocca Contrada. Così in tutti i comuni facenti parte della sua signoria vennero inviati podestà designati dalla curia provinciale e il Buscareto poté conservare solo il feudo di famiglia. A questo punto in Nicolò l’orgoglio nobiliare e il timore di perdere ogni peso politico prevalsero sulla prudenza dimostrata fino ad allora e non gli permisero di cogliere appieno l’evolversi della situazione storica; si lasciò così coinvolgere in un nuovo quanto sfortu-nato tentativo di ribellione, trascinando con sé anche Montenovo e Corinaldo, su cui aveva mantenuto evidentemente un più stretto controllo politico. L’avvenimento che offri l’occasione per la ribellione di Corinaldo e di altre località della Marca fu il tentativo di Bernabò Visconti nel 1360 di riprendere Bologna, dopo che il suo vicario Giovanni Visconti d’Oleggio l’aveva ceduta al card. Albornoz in cambio del vicariato di Fermo e della carica di rettore della Marca. Fallite le trattative diplomatiche, in marzo le milizie viscontee posero l’assedio alla città, mentre il signore milanese, profittando delle insofferen- 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m CONTE DI BUSC ARETO ca p i t a n o d ’a r m e ze diffuse nella Marca nei confronti del legato, anche a causa delle pesanti imposizioni fiscali rese necessarie dal perdurare delle operazioni di guerra, tentò di suscitare una sollevazione generale nella provincia, prendendone le fila e promettendo sostegno militare. La ribellione coinvolse Jesi, Fano, Ascoli Piceno e altri comuni e trascinò con sé anche i comuni di Corinaldo e Montenovo e il castello di Buscareto. Il responsabile del coinvolgimento dei tre castelli fu chiaramente il conte Nicolò, come testimonia la partecipazione alla vicenda del feudo di Buscareto. Stranamente però le fonti documentarie non lo menzionano mai espressamente, forse perché impegnato su altri fronti al servizio del Visconti; fanno però riferimento al figlio Giovanni. Questo il breve cenno che fa alla vicenda il cronachista fiorentino Matteo Villani: “…. essendo l’oste (cioè l’esercito) di M. Bernabò (Visconti) a Bologna, de continovo faceva trattati in Romagna e nella Marca; et gli paesani per le disordinate gravezze che il Legato faceva loro si rammaricavano forte; onde a coloro che erano disposti a malfare ne cresceva la baldanza, e perciò a petizione di quelli di Buscareto, aspettando forze da M. Bernabò secondo le promesse, ribellarono un giorno all’uscita di luglio. Particolarmente drammatico fu l’assedio di Corinaldo, difeso da Giovanni figlio di Nicolò, e contro il quale il Legato manda Galeotto Malatesti, comandante di tutte le milizie della Chiesa, e il suo nipote Blasco di Belvisio rettore di Bologna. L’assedio a Corinaldo si protrae per diversi giorni e la battaglia decisiva è combattuta nella notte fra il 17 e il 18 agosto. Tra la terza e la quarta ora di notte i soldati della Chiesa, che pongono l’assedio a Corinaldo, danno l’assalto alle mura del castello con le novita’ Prodotti per la ricostruzione molecolare: puoi far allungare i capelli senza tagliarli mai. Sempre sani e forti . ordina subito 0717975014 - 335332179 KIT COMPLETO 65 € (direttamente a casa tua) scale e con tutte le macchine da guerra che hanno con loro. Il castello è invaso e percorso dai soldati papali. Secondo i documenti del tempo, che offrono però un’immagine esagerata e amplificata dell’evento, centinaia di persone sono passate a fil di spada e la ribellione è soffocata con l’esterminio dei traditori e ribelli. Con la resa e l’occupazione del castello vengono imprigionate circa centosettanta persone destinate a misera fine. Dopo di che Corinaldo con le sue mura, con gli steccati di legno e le armature che la circondano è data alle fiamme e quasi completamente distrutta, mentre l’esercito si porta all’assedio di Montenovo, che avrà un destino meno drammatico. Le fonti non riferiscono delle conseguenze che la vicenda ebbe sulle sorti dei Buscareto, che scompaiono dalla regione per due decenni. Giovanni, l’unico che probabilmente partecipò alla difesa di Corinaldo, riuscì a salvarsi e qualche mese dopo fu messo al bando. La stessa sorte subì il padre Nicolò e tutta la famiglia, che fu privata di tutti i beni. Il bando prevedeva il confinamento di Nicolò in qualche luogo che non consociamo, all’interno o fuori della provincia, e a garanzia del rispetto dell’obbligo di residenza il conte offrì come fideiussori alcuni nobili ghibellini, fra cui Petrello figlio dell’altro grande ribelle Gentile di Mogliano, anche lui perseguitato dall’Albornoz fino alla fine dei suoi giorni. Il Buscareto però ad un certo punto non rispettò gli impegni assunti e abbandonò il confino, che oltretutto gli impediva di esercitare il mestiere delle armi, la principale fonte di reddito per i nobili. Le conseguenze di questo suo gesto ricaddero anche sui nobili che avevano prestato fideiussione e particolarmente su Petrello di Mogliano, il quale nel 1371, in virtù Per migliorare sensibilmente le tecniche ed i prodotti per la cura dei capelli e del corpo, nel 1998 Gonario Piccioni crea la GHEEP Professional con il marchio Nay May. La scelta di utilizzare esclusivamente prodotti naturali, componenti vegetali ed olii essenziali. “Mission” della GHEEP Professional: - Conoscenza degli inestetismi della pelle per la scelta del prodotto più efficace - Metodo di applicazione del prodotto TRICOSEV Salute, Energia, Vitalit. 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Giovanni per opera di Giovanni Acuto le cronache narrano che … niuno trasse la spada dal fodero, fuori che il capitano Nicolò di Boscareto, li quali furono buoni uomini, e vi morì un nepote del detto Nicolò…. Tuttavia il Buscareto fu fatto prigioniero insieme al capitano generale e a Bulgaro da Marsciano e condotto a Pisa dalla compagnia inglese, dove fu riscattato dai Perugini, i quali lo confermarono nell’ufficio e nel 1368 lo nominarono capitano generale. Nel maggio 1369 le truppe papali assalirono Città di Castello, ma …non osarono affrontarsi con le truppe di Nicolò Buscareto. Ricomparvero nel seguente mese le insegne papali con quattromila cavalli e molti fanti al ponte S. Giovanni, di cui assalirono e distrussero i molini e, ricacciati di là dal ponte da Boscareto, andarono a compiere la ruina di Colle Strada…. Il Buscareto continuò a partecipare a varie azioni di guerra Serra de’ Conti fino al mese di agosto, quando risulta che venne sostituito come capitano generale da Giovanni Acuto passato al soldo di Perugia. Probabilmente in questo periodo, non sappiamo come, fu catturato dagli uomini della Chiesa e il 1 gennaio 1370 papa Urbano V scriveva al rettore del Ducato di aver ordinato a Trincia dei Trinci vicario di Foligno di non rilasciare dalle carceri senza speciale licenza il nobile Nicolò di Buscareto domicello senigalliese e crudele nemico della Chiesa (nobilem virum Nicolaum de Buscareto, domicellum senogaliensis diocesi, hostem sevum dicte Ecclesiae). Nei mesi successivi venne trasferito nella rocca di S. Cataldo di Ancona, dove finì i suoi giorni, come narra il cronachista anconitano Oddo di Biagio: … Et in fondo era una pregione terribile deputata per li segnori et altri gran maestri et rebelli. Ne la quale più anni stette legato Nicolò da Buscaretto…. Veniva meno così quello che era stato per un quarantennio il personaggio politico e militare di maggior spicco del Senigalliese, la cui statura va sicuramente oltre gli stretti confini locali, come testimoniano l’attenzione che gli dedicano i cronachisti del tempo e la stessa persecuzione di cui fu oggetto da parte della Chiesa. Virginio VILLANI Ostra Vetere RIFIUTI: incentivi o disincentivi? Lo scorso mese di febbraio, a seguito dell’inaugurazione a Pongelli di Ostra Vetere del nuovo Centro Ambiente “La Locomotiva”, attrezzato per la raccolta differenziata di carta, legno, plastica, pile e batterie usate, rifiuti ingombranti, ecc. ci dicevamo soddisfatti per la creazione di questo servizio. Facevamo però notare quanto fosse utile continuare comunque con l’educazione e soprattutto con la sensibilizzazione dei cittadini a praticare la differenziata non solo con la semplice comunicazione, ma anche con varie forme di incentivi, da tradursi in vantaggi economici concreti (ad es. riduzioni delle imposte sui rifiuti) per coloro che si servono del nuovo Centro Ambiente. Meccanismi di stimolo a praticare fattivamente la differenziata, simili a quelli che spettano a chi pratica il compostaggio domestico e già attivati in altre realtà locali. A tal proposito, il nostro gruppo consiliare aveva già presentato nel mese di Novembre dello scorso anno una mozione al Consiglio Comunale, mozione con la quale invitavamo a potenziare l’informazione e a “prevedere un sistema di quantificazione dei rifiuti spontaneamente conferiti presso il centro ambiente da ogni cittadino affinché ciò potesse tramutarsi in uno sconto sulla tassa o in un parziale risarcimento”. Con l’inizio del 2011 è stato avviato il servizio “porta a porta” integrale nell’area urbana di Ostra Vetere e ciò, di fatto, ha reso il centro ambiente l’unico punto di conferimento dei rifiuti differenziabili per i residenti nella cosiddetta “area vasta”, ossia quella esterna all’area urbana. Successivamente, all’attivazione del servizio “porta a porta”, l’Amministrazione Comunale ha istituito un sistema di incentivi economici per i residenti dell’area vasta, basato sul numero dei conferimenti delle frazioni differenziate (carta, plastica, vetro, ecc.) presso il nuovo Centro Ambiente . Non è difficile capire come questo meccanismo sia del tutto inadeguato ai fini del raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa europea e nazionale, in quanto a ben vedere pecca in due questioni sostanziali che potrebbero addirittura generare l’effetto di disincentivare una buona raccolta differenziata da parte dei cittadini di Ostra Vetere. La prima è che non premia il reale “merito” del cittadino a fare la differenziata: prendiamo ad esempio due cittadini, uno poco attento che differenzia e conferisce i rifiuti al Centro Ambiente solo per la metà di quanti ne produce ed uno che invece li differenzia e li conferisce correttamente tutti. Se si recassero al Centro Ambiente lo stesso numero di vol- 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m te sarebbero considerati dall’Amministrazione alla stessa maniera e riceverebbero lo stesso incentivo. È lampante come questo sistema non sia un equo. La soluzione? Basterebbe basare l’incentivo non sul numero di conferimenti ma sul peso dei rifiuti conferiti. La seconda questione è che l’entità degli incentivi fa sì che questi non siano affatto convenienti per gran parte dei cittadini residenti nell’area vasta, proprio coloro ai quali sarebbe rivolto il provvedimento. Non serve essere esperti di economia per capirlo, basta avere un po’ di dimestichezza nell’utilizzo di Internet. Dal sito dell’ACI (Automobile Club d’Italia) emerge come il costo che si paga per percorrere un chilometro di strada con un’utilitaria media si aggiri intorno ai 20 o 25 centesimi di euro e che quindi, considerando l’ipotesi di usufruire 40 volte del Centro Ambiente, l’incentivo ricevuto di 25 euro farebbe realmente risparmiare qualcosa solo a coloro che si risiedono a meno di 1,5 km dal Centro Ambiente stesso! In maniera altrettanto semplice basta utilizzare un qualsiasi stradario disponibile in rete per verificare che l’area vasta del Comune di Ostra Vetere si estende per distanze ben superiori e che, in pratica, sono pochi coloro che troverebbero beneficio nel praticare la differenziata con questo sistema. Anche in questo caso, basare l’incentivo non sul numero di conferimenti ma sul peso dei rifiuti conferiti potrebbe essere la soluzione: chi non si trova ad abitare in prossimità del Centro Ambiente potrebbe usufruirne meno frequentemente ma con la garanzia di non vedersi ridotto l’incentivo, che comunque andrebbe adeguato perché, francamente, quello previsto dagli amministratori appare irrisorio. Questo accade in un Comune in cui la tassa rifiuti è la più alta tra i Comuni limitrofi, pur facendo parte tutti dello stesso Consorzio. Non soddisfatti dell’aumento esagerato applicato già nel 2005, gli Amministratori, nel 2010, hanno applicato un ulteriore aumento della Tassa Rifiuti del 20% (e non era partita la raccolta “porta a porta”!). Tale aumento era del tutto ingiustificato, visto che le somme in entrata superavano di gran lunga le uscite, ed era utile solo a far quadrare il bilancio. Per poter rimanere nell’ambito dei limiti imposti dalla legge, gli Amministratori hanno caricato sui costi dei rifiuti altre spese e di queste hanno fornito giustificazioni banali e poco credibili. L.Campolucci, S. Conti, M.Manoni, F.Monni, A.Tarsi, gruppo consiliare “Impegno e Trasparenza per Ostra Vetere” 9 e...dintorni Arcevia IL TEMPO SI E’ FERMATO A C ASTIGLION I Slow, piano, rallenta, ripensa la tua vita. La lentezza è moderna, e quella di Castiglioni di Arcevia, si raggiunge molto velocemente. 30 Km dal mare, da Senigallia. Lasci la macchina fuori dalle mura e giungi, camminando, ai piedi del castello. Intanto hai fatto ingresso dalla vecchia porta medievale (ci sono ancora i cardini) e, guardandoti attorno, sembra che il tempo da lì si sia fermato. Scopriamo che originariamente il castello aveva un solo ingresso mediante una rampa in muratura sul lato nord, oggi notevolmente modificato, mentre la porta sul lato sud venne aperta più tardi fra ‘700 e ‘800 per favorire l’accesso dei carri (fonte: V.Villani) Qui, circa dieci anni fa, è iniziata la restaurazione di tutto il borgo, dove vivono stabili circa 40 persone. Circa 360 abitanti stanno fuori dalle mura, si sono costruiti dimore intorno all’Arcadia. Nel silenzio, tra il verde, le montagne. Chi ha deciso di rimanere, l’ha fatto per amore. Chi ha deciso di andarsene, ogni tanto torna per risentirne gli odori. Non arriva la linea Adsl - ma arriverà ci dicono perchè i Castiglionesi, barricati lassù, vogliono comunque farsi toccare dalla modernità. Tutte le abitazioni sono state restaurate con grande cura, nulla invade sull’altro, nessuna anomalia, tutto in linea, dal colore antico della pietra arenaria. La conservazione di tutti gli elementi architettonici identificativi, la demolizione di ogni super- ma nei tempi più antichi ha goduto a lungo di una relativa autonomia, come del resto anche gli altri castelli, avendo facoltà di eleggersi una propria magistratura denominata I Quattro e un proprio Consiglio con competenze di carattere economico, mentre le competenze in materia giudiziaria spettavano al comune capoluogo. Questa autonomia è sopravvissuta, anche se via via fetazione, alterazione, sovrapposizione. C’è il sapore dell’antico in questo borgo dalla luce abbagliante, uno dei nove castelli di Rocca Contrada (odierna Arcevia). Dal punto di vista istituzionale Castiglioni è stato sempre sotto la giurisdizione di Rocca Contrada, simo della sua esplosione floreale. Un’altra umanità per difendere una civiltà del vivere che in molte città non trova più appigli per esistere, che sparisce, offuscata dalla nostra corsa quotidiana. Merita una visita la chiesa parrocchiale di S. Agata con una pala di Ercole Ramazzani sempre più limitatamente, fino al’Unità d’Italia “La Madonna del Rosario”ed un crocifisso ligneo (fonte:V.Villani) del sec. XV. E’ lo specchio lucente di quell’Italia minore dove le tradizioni sono vive. Ogni Primavera il borgo Letizia Stortini con la preziosa collaborazione viene ingentilito da cascate di fiori, per prepararsi di Nadia Mariotti al giorno del Corpus Domini, il 26 giugno, al mas- Un’antica consuetudine senigalliese Cosa si mangia il giorno di Pasqua? Il pancotto SERVIZI IMMOBILIARI FINANZIARI Sa469b MAROTTA: in palazzina in fase di realizzazione vendiamo bilocale al primo e ultimo piano composto da soggiorno con angolo cottura, camera e bagno. Balcone fronte mare e posto auto di proprietà. 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Euro 170.000 Sa466 SENIGALLIA: in zona centralissima vendiamo appartamento al primo piano composto da ingresso, tinello con cucina a vista, due ampie camere, bagno e ripostiglio. Balcone con accesso a piccolo giardino di proprietà al piano terra. Da rivedere. Euro 165.000 Sa254 MONTECIAPPELLANO: appartamento di 61mq, con ingresso indipendente, soppalco in legno di 22mq, ampio garage con bagno e giardino. Suggestiva vista mare e colline. Finiture extra capitolato. Molto particolare. Euro 175.000 Sa464 SENIGALLIA lungomare Mameli: appartamento piano terra 80mq con giardino di proprietà con posto auto. Composto da ingresso nel soggiorno, cucina, due camere e due bagni. Ottime rifiniture. Info in agenzia. Sa423 SENIGALLIA Cesanella: trilocale al piano terra in palazzina di nuova costruzione composto da soggiorno con angolo cottura, camera, cameretta e bagno. Ampio garage al piano interrato e due balconi. Ottime rifiniture. Euro 195.000 Sa463a MARZOCCA: in palazzina in fase di realizzazione vendiamo appartamento al piano terra con ingresso indipendente composto da soggiorno con angolo cottura, camera matrimoniale, cameretta e bagno. Scoperto esclusivo e garage al piano interrato. Euro 148.000 Sa456 SENIGALLIA centrale: a due passi dal centro e dal mare, in zona ben servita, vendiamo trilocale molto esclusivo e riservato, al piano terra composto da soggiorno con angolo cottura, due camere e bagno. Posto auto e garage. Ottimo capitolato. Euro 245.000 10 A p r i l e Lo so che qualcuno potrebbe fare un brutta faccia accostandosi a una tavola pasquale sulla quale trovasse ad aspettarlo, già pronta nel piatto, qualche fetta di pane raffermo; ma aspettate un momento prima di esprimervi con sufficienza: a nessuno piaceva mangiar male, nemmeno una volta, e figuratevi se ai tempi di nonni e bisnonni la Pasqua non veniva onorata a dovere! Per rassicurarvi sull’autenticità di questa tradizione ho chiesto a Mara Marinelli una conferma e, se se ne ricorda, la ricetta. La conferma c’è, ed è una delle più probanti: spesse volte la Mara ha fatto il pancotto il giorno di Pasqua, e può darsi che anche quest’anno lo farà. Sua madre Maria Giraldi invece non aveva sgarrato neanche una volta, e così aveva fatto nonna Colombina: Colomba Giraldi che, sposata Marchetti e assimilata alla stirpe fagiulina, attendeva alla cucina della Trattoria da Fagiulìn, sull’inizio di Marina Vecchia, intorno agli anni venti. La ricetta dunque è questa: ingredienti: spezzatino di Agnello, 7-8 etti per quattro persone possono bastare; mezzo chilo di carne da brodo - muscolo, copertina grassoemagro – sedano, carota, una decina di pomodorini, prezzemolo, qualche cipolla, erbe profumate timo (serpillo) e maggiorana, due barattoli di pelati, parmigiano e pane raffermo. preparazione: hai da pià na fila d’ pan secch (casalingo, no com quell ch’ c’è adè, l’gér l’gér ch’ par ch’è fatt sal gess) e hai da fa tutt’ fett fin’ fin’. Quant’ hann da ess? Quant’ c’ n’ stann drenta ‘l piatt d’ugnun. Metti su ‘l brod - ch quest’ ‘l sann fa tutti – ‘l tieni malì ‘n par d’ora, (ch na volta nun c’era la pentula a pr’siòn); quant sta p’r bulì, butti giù l’ fett’ d’ pan e c’ l’ tieni ‘n par d’ minuti - perché ‘l pan s’ha da coc’ ma no tropp si no co magni la pappina di fioi? – e po l’ tiri su e l’ metti nt’l piatt e lora aspett’no malì senza fa gnent. Adè ciai da fa un batutìn sa na cipolla taiata fina fina e un bel tantinin d s’rpill e magiurana, ‘l metti nt’na padella a sfrittulà n’t l’oi - na volta c’ m’tev’n ‘l lard, na volta – e butti giù l’ sp’zatìn, ‘l fai rusulì ben ben da tutt do l’ part’, e quant è bell’e cott butti giù i pum’dori p’lati, ‘l sal, ‘l pep e ‘l fai tirà pianin pianin. Quant ‘l sugh è pront, levi l’ sp’zatìn e ‘l metti da na part sa ‘n po’ d’l sugh sua, ch quell va magnat’ p’r s’cond. ‘L sugh ch’ c’iarman’ ‘l metti n’t’n pasìn – un colino, com s’ dic’ adè – e c’ fai pasà ‘l brod. Fai scaldà ben e po, quant tutti enn a sed ch’ già ciann la cuchiara ‘nt’ l’ man, arimpi ‘l piatt sal brod e ‘l sugh insiem sopra l’ fett’ d’l pan, e c’ gratti ‘n bel tantìn d’ parmigian. Questo è un modo semplice e tradizionale di preparare il pancotto di Pasqua; ci sono anche altri modi di farlo, più complicati e con diversi ingredienti, per esempio l’uovo; una volta la Mara l’aveva fatto in quell’altro modo, però non era il preferito e non l’ha fatto più. Se qualcuno dei lettori pensasse di farlo sarebbe buona cosa: e apprezzerà forse nello stesso momento la festività e la parsimonia; perché l’agnello in umido è sempre un piatto consistente, tanto più insieme al brodo di carne, ma il principio di servirsene due volte, come primo e come secondo, è di quelli che la nostra tradizione ha sempre chiesto in ogni preparazione: non si butta via niente. Con questo Mara Marinelli cuoca doc senigalliese, l’estensore dell’articolo Leonardo Badioli, Letizia Stortini e l’intera redazione dell’ECO augurano a tutti i suoi lettori una buona Pasqua. 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m cultura I L PAT R I O T T I S M O I N T E S TA Ern a n i , i l R i sorg i men to e i capp elli Tra le circolari di polizia inviate da Pesaro anche al Governatore di Senigallia figura la N° 852, del 15 marzo 1851. Essa proviene dal Pro-Legato Monsignor Giuseppe Milesi Pironi Ferretti, che si limita a firmare usando solo il primo dei tre cognomi. Appena ordinato sacerdote, egli aveva iniziato una carriera di fedele ed affidabile servitore dello Stato Pontificio, in qualità di Governatore di Ascoli, e successivamente di Civitavecchia e Macerata. Dal 1847 fu Pro-Legato in Urbino fino al 1854. Passò poi a Forlì e dopo due anni, creato Cardinale, venne nominato Ministro del Commercio, Belle Arti, Lavori Pubblici e Agricoltura. Uomo, quindi, dalle spalle forti e dal polso deciso, a giudicare dagli incarichi affidatigli. È quello che si deduce anche dalla frase conclusiva della circolare: “Interesso la Signoria Vostra Illustrissima a dare le più pronte disposizioni per il pieno relativo effetto nella parte che la riguarda”. Segue una frase di congedo. Un personaggio di tale gravità si sta occupando di moda e mode per vietare l’uso di certi cappelli? La frase iniziale della circolare è molto chiara: “Si è osservato che in onta di reiterate avvertenze e divieti intorno l’uso di cappelli di color bianco con nastri ed orlatura nera, o verde o rossa nonché di altri così detti all’Ernani, e che in qualunque modo per la forma e per il colore escono dall’ordinario, sieguono tuttavia ad usarne taluni non senza ammirazione dei buoni.” È facilmente intuibile la reprimenda per i copricapo che grazie ai nastri divenivano una propagandistica esibizione di adesione e sostegno alla causa dell’indipendenza d’Italia. Meno ovvia è l’identificazione dei cappelli “così detti all’Ernani.” Ernani è una creazione letteraria di Victor Hugo, un eroico bandito (che in realtà è un nobile spagnolo), il quale combatte l’ingiustizia e la tirannide. Il soggetto piacque a Verdi che lo volle per la sua opera omonima, la cui prima rappresentazione fu a Venezia il 9 marzo del 1844. Il costumista aveva ideato per il bandito un cappello dalle larghe tese, di cui una era ripiegata verso l’alto, adornato da una grossa piuma. Anche l’Ernani entrò con altre opere di Verdi a fare quasi da sottofondo ai moti risorgimentali. Ad accendere gli animi fu soprattutto il coro del terzo atto, trascinante con versi quali: “ Si ridesti il Leon di Castiglia / e d’Iberia ogni monte, ogni lito / eco formi al tremendo ruggito” , “Sorga alfine radiante di gloria / sorga un giorno a brillare su noi. / Sarà Iberia feconda d’eroi, / dal servaggio redenta sarà.”. Fu facile negli animi ardenti dei D’estate, la vostra pubblicità... patrioti identificare il Leon di Castiglia con il Leone di Venezia e pensare che il nome Iberia potesse significare Italia. Questo coro divenne ben presto popolare, come pure il cappello di Ernani , indossato non molto cripticamente quale segno distintivo politico. Oggetto di interdizione per la sua valenza politica nel periodo risorgimentale fu anche il “cappello alla calabrese” (cupola alta e tese rialzate e un cordone per aggiustarlo sotto il mento o portarlo al braccio), simbolo dei moti calabresi del 1844 ed anche segno di riconoscimento tra”i cospiratori”. La circolare del Pro-Legato in Urbino Milesi così si completa: “Egli è perciò che, onde torre di ogni uso così disconvenienti fogge di cappelli, resta disposto che accuratamente si vegli tanto dalla forza dei Gendarmi, come degli Impiegati Politici, perché niuno più si permetta l’uso degli indicati cappelli sotto pena dell’arresto in caso dell’inobbedienza, per quelle ulteriori misure che a norma delle circostanze e qualità personali saranno reputate opportune. Uguale divieto resta disposto per il tricolore rivo- luzionario, che si è del pari veduto marcatamente negli abiti di alcune donne o nei loro cappelli, scialli, fiori od altro ornamento, le quali saranno poste in seria avvertenza, non senza la sovraesposta comminatoria medesima in caso di inosservanza delle enunciate prescrizioni.”. C’è da dire che il burocratese nei secoli non cambia, quanto a scioltezza e correttezza degli enunciati. L’immagine che proponiamo al centro di queste note è quella della Principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso, musa e pasionaria del nostro Risorgimento, come appare in un ritratto conservato presso l’Istituto Mazziniano di Genova. Imbracciato un fucile, la sacca con la polvere da sparo a tracolla, posa sotto un ramo al quale è appesa la bandiera tricolore. Inoltre indossa una sciarpa tricolore ed il cappello piumato all’Ernani. Abbigliamento che avrebbe fatto venire le convulsioni al Pro-Legato d’Urbino se si fosse imbattuto in lei. Probabilmente non sarebbe nemmeno riuscito a notare la rassicurante iscrizione che figura sul muro alla destra della rivoluzionaria: Viva Pio Nono. deve andare dove vanno tutti... Flavio e Gabriela Solazzi Sera d’aprile profumo di lillà dolci pensieri Tamara Colombaroni, Tutto è neve HAIKU DEL MESE AL MARE!!! Pubblicità audiofonica e affissionistica sulle spiagge della riviera adriatica ricerca bambini smarriti comunicati urgenti sulla spiaggia Tel. 071 4608363 A p r i l e (prenderà il n. 071 65485) Publimare di Capriglione Franco & Luca S.n.c L. mare Alighieri 20/4 (Galleria hotel City) – 60019 Senigallia (An) Tel. 071 4608363 (3 linee) – Fax 071 7921412 sito: www.publimare.it – e‐mail: [email protected] 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m 11 b a c h e c a 03_lavoro cerco/offro CONCORSI - Regione Marche: Ricercatore presso consiglio nazionale delle ricerche - istituto di scienze marine u.o.s. di Ancona (scad. 21 aprile 2011) Avviso del bando relativo alla selezione pubblica, per una borsa di studio per laureati. (Bando n. BS-01-2011/ISMAR-AN [leggi concorso n. 25830]; Ente: Consiglio Nazionale Delle Ricerche - Istituto Di Scienze Marine U.o.s. Di Ancona. Posti disponibili: 1-Occupazione.Titolo di studio: scienze matematiche fisiche naturali Medico presso azienda ospedaliera «ospedali riuniti marche nord» di Pesaro (scad. 26 aprile 2011) Avviso per il conferimento di un incarico a titolo di supplenza di direttore medico di struttura complessa - disciplina radioterapia (area medica e delle specialita’ mediche) [leggi concorso n. 25899]; Ente: Azienda Ospedaliera «ospedali Riuniti Marche Nord» Di Pesaro-Posti disponibili: 1- Occupazione:medico. Titolo di studio: medicina e chirurgia CONCORSI - Tutta Italia: Medico, veterinario, segretario presso istituto superiore di sanita’ (scad. 5 maggio 2011) Concorsi pubblici, per titoli ed esami, per l’assunzione, a tempo indeterminato, di personale con il profilo di collaboratore tecnico enti di ricerca in prova - VI livello professionale [leggi concorso n. 25994]; Ente: Istituto Superiore Di Sanita’- Posti disponibili: 35- Occupazione:medico veterinario segretario - Regione: Lazio- Provincia: Roma - Titolo di studio: medicina e chirurgia medicina veterinaria scienze matematiche fisiche naturali. Atleta presso ministero dell’interno (scad. 5 maggio 2011) Concorso pubblico, per titoli, per l’assunzione di trentasette atleti da assegnare ai gruppi sportivi della Polizia di Stato - Fiamme Oro, che saranno inquadrati nel ruolo degli agenti ed assistenti della Polizia di Stato [leggi concorso n. 25995]; Ente: Ministero Dell’internoPosti disponibili: 37- Occupazione:atleta - Regione: Lazio- Provincia: Roma -Titolo di studio: Per qualsiasi diploma. Segretario di legazione presso ministero degli affari esteri (scad. 4 maggio 2011) Concorso, per titoli ed esami, a ventinove posti di Segretario di Legazione in prova[leggi concorso n. 25882]; Ente: Ministero Degli Affari Esteri- Posti disponibili: 29- Occupazione:segretario di legazione - Regione: Lazio- Provincia: Roma - Titolo di studio: economia giurisprudenza scienze politiche altre lauree. Laureato presso istituto italiano di cultura a Parigi (scad. 5 maggio 2011) Avviso di selezione, per titoli, per il reclutamento di tre laureati in lettere o lingue e lettere straniere [leggi concorso n. 26018]; Ente: Istituto Italiano Di Cultura A Parigi- Posti disponibili: 3Occupazione:laureato - Regione: Lazio- Provincia: Roma - Titolo di studio: lingue e letterature straniere Allievi carabinieri presso comando generale dell’arma (scad. 26 aprile 2011) per il reclutamento di 1548 allievi carabinieri effettivi, riservato, ai sensi dell’articolo 2199 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ai volontari delle Forze armate in ferma prefissata di un anno o quadriennale ovvero in rafferma annuale, in servizio o in congedo. Regione: Tutta Italia-Provincia: Tutte le provincie-Titolo di studio: Per qualsiasi diploma. Infermiere presso azienda sanitaria locale n. 2 di lanciano - Vasto – Chieti (scad. 5 maggio 2011) Avviso di mobilita’ regionale ed interregionale, per titoli e colloquio, per la copertura di quaranta posti di collaboratore professionale sanitario - infermiere [leggi concorso n. 26046]; Ente: Azienda Sanitaria Locale N. 2 Di Lanciano - Vasto - Chieti. Regione: Tutta Italia- Provincia: Tutte le provincie. Titolo di studio: infermiere. Allievo finanziere presso comando generale della guardia di finanza (scad. 28 aprile 2011) Concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 1.250 allievi finanzieri, riservato ai volontari delle Forze armate in ferma prefissata di un anno (VFP1) o quadriennale (VFP4) ovvero in rafferma annuale (VFP1T), in servizio o in congedo - Anno 2011. [leggi concorso n. 25914]; Ente: Comando Generale Della Guardia Di FinanzaPosti disponibili: 1250-Occupazione:allievo finanziere - Regione: Lazio-Provincia: Roma -Titolo di studio: Per qualsiasi diploma Ufficiali piloti presso ministero della difesa direzione generale per il personale militare Avviso relativo alla pubblicazione del concorso, per titoli, per il transito di quaranta ufficiali piloti di complemento nel ruolo speciale dei Corpi della Marina militare (di cui trentadue nel Corpo di stato maggiore e otto nel Corpo delle capitanerie di porto). Titolo di studio: istituto 12 tecnico aereonautico -Scadenza: 28/04/2011 AGENZIA Autorizzata Gruppo Hera per ampliamento proprio organico SELEZIONA n^8 ambosessi. Si ofrre fisso mensile - inquadramento a norma di legge - Colloquio riservato con Responsabile di selezione. Inviare Curriculum a:[email protected] - 0721.40.35.41 346.68.45.836 FORMATORE, specializzato in psicologia del lavoro. Diplomato alla Scuola di Psicosociologia dell’Organizzazione di Milano. 35 anni di esperienze formative e dirigenziali. E’ disponibile per consulenze, insegnamento e formazione.Curriculum a richiesta. 338 5362324 CEDESI attività chiosco-edicola a modico prezzo. 349.10.95.744 SIGNORA seria ed affidabile CERCA lavoro dalle 10 alle 15. Stirare, puizie, assistenza anziani o altro purchè serio. 327.74.05.402 (tel. dalle 8 alle 19) Ragazza cerca lavoro come baby sitter, pulizie, commessa, badante...Max serietà. Disponibilità dalle ore 9/13 e 15/19 Zona Senigallia. 349.36.85.199 (Jessica) La nostra testata CERCA AGENTI PER LA VENDITA DI SPAZI PUBBLICITARI. IL RAPPORTO SARA’ REGOLATO DA TRATTAMENTO PROVVIGIONALE AI MASSIMI LIVELLI DI MERCATO. 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No perditempo. 331.2904583 Patente C/CQC CERCO lavoro come autista in conto terzi anche locale. 389.6852197 Ragazzo straniero di 23 anni in regola iscritto alla lista di mobilità CERCA lavoro come autista. Fornito di Patente C e E e CQC. 327.70.21.748 Ragazza Italiana offresi per compagnia Anziani, se c’è disponibilità di alloggio il servizio è gratuito. 338.79.12.916 Ragazza 22enne mamma di una bimba, cerca lavoro per il mattino come segretaria, assistenza anziani, lavori domestici, baby sitter. Disponible anche dalle 14 alle 17. max serietà. 349.3685199 06_Arredamento Vendo un bellissimo armadio antico e restaurato da valida persona nel campo, in abete , due ante , intarsi lavorati e cassapanca all’interno situata in fondo al mobile, le misure sono alt. 2.30m, larg. 1.45m e profondo 0.60m. Insieme all’ armadio vendo anche un bellissimo comodino in noce con piana in marmo chiaro, un’anta e un cassettino ugualmente intarsiato, le misure sono alt.0.70m, larg.0.45m e profondo 0.30m. 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Il piatto langue, siamo a fine stagione e vorrei tanto che il cavallo torni a correre presto, magari nelle piazze, tra la gente che lo affianca e magari senza cavaliere. Ma l’età è forse immatura per prendere coscienza. Cara Italia, tu ne hai la necessità, lo so, forse non ne senti ancora il bisogno, ma io sì. Spero che tu diventi presto donna, perchè ho bisogno di un abbraccio. Ostra. Gli ultimi appuntamenti della stagione sono vari. Si passa dall’opera buffa “il campanello dello spazio” di sabato 30 aprile a “Niente sesso: siamo inglesi” di sabato 14 maggio. In mezzo, la presentazione del volume “Sospetti e sospiri”, non in teatro, ma presso il palazzo Luzi, domenica 8 maggio alle 17. Corinaldo. Anche al Goldoni di Corinaldo pochi appuntamenti, siamo in chiusura. Da segnalare “Euterpe”, spettacolo di musica e danza dai sapori orientali, africani, amerindi. Percussioni e danze che vanno in scena sabato 16 aprile alle 21.30. Per la stagione amatoriale, invece dobbiamo indicarvi “Certe notti... alba chiara” che sarà rappresentato sabato 14 maggio sempre alle 21.30. Questo spettacolo propone un parallelo tra Ligabue e Vasco, mescolando poesia, prosa e canzoni. Senigallia. La scena si chiude sul proscenio della Fenice e si apre sulla Rotonda a mare per ospitare la Filarmonica marchigiana per “Voci e strumenti dal Barocco”. Domenica 17 aprile alle 17. Non sono ancora diventato un punto di riferimento che devo già salutarvi. L’aria s’è scaldata e i teatri chiudono. Lettera di commiato. Cari lettori di ogni ordine e grado, statali e paritari della valle del Misa, mi congedo da voi, per mancanza di attività da proporvi. Ho più volte raccomandato ai vostri cervelli di curare le relazioni personali e di intendere il tempo libero come un momento educativo, tenendo conto che l’uomo di oggi, il giovane e l’adulto, è condizionato da individualismo, da relativismo e dalla mancanza di punti di riferimento, capaci di orientare la vita individuale e sociale verso la rivoluzione, ma ho fallito. Non un segno mi ha fatto capire di essere stato incisivo. L’educazione, allora, secondo me, richiede un’alleanza forte, l’impegno mio e l’entusiasmo vostro per comprendere quale scelta valga davvero la pena di intraprendere. Allora non vi saluto più! Ho una missione e la porterò avanti anche quest’estate. Ad Maiora! e baci. Andrea Storoni CALCIO UISP: tutto può succedere, anche l’impensabile Torna la Coppa di Lega, la competizione più antica e di conseguenza più affascinante del mondo (sarebbe la definizione più giusta della FA Cup, ma fa lo stesso... tanto, mica ci leggono in Inghilterra!). Siamo ai quarti di finale, con in programma alcuni match davvero interessanti. Nella parte alta del tabellone, quella tecnicamente più valida, ci sarà lo scontro tra la rinata Capanna e i campioni dell’Acli Casine. I ragazzi di Mister Giacinti, dopo un avvio agghiacciante, sembrano in netta ripresa, soprattutto dopo l’infortunio capitato ad Antonello Pace (nessun caso di omonimia... sono proprio io!) e te- forma di tutto il cucuzzaro! Passando nella parte bassa, viene spontaneo lasciarsi andare ad un sincero applauso per chi ha sorteggiato il tabellone. Senza voler offendere nessuno, ma guardando gli accoppiamenti è difficile tirare in ballo fattori quali fortuna e casualità (a fine stagione tutti parlano di complotti e cospirazioni... e perché noi no?!): si parte con Borgo Molino – Amatori Marzocca e si finisce con Real Vallone – Real Suasa. A meno di cataclismi o del pallone in vena di scherzi, l’armata di Ruscetti dovrebbe avere la strada spianata per la finale delle Saline (vuoi mettere con Wembley?!) per tentare un clamoroso trouble (e non triplete, n.d.r.): campionato, Torneo Regionale e Coppa di Lega appunto. Ma si sa, il calcio è beffardo come una giornata d’Aprile e ingiusto come il Senato italiano, e tutto può succedere, anche l’impensabile. Come nella FA Cup, d’altronde. Nella pagina facebook “L’ECO dello Sport” trovate i tabellini del turno preliminare e degli ottavi di finale, la programmazione dei quarti di finale e il tabellone per esteso. Antonello Pace nendo sempre fisso un occhio al campionato, provano a continuare la loro avventura in coppa, ma non sarà certamente facile. L’Acli Casine è vero che arriva a questa gara con le pile un po’ scariche e la testa rivolta al Torneo Regionale, ma è pur sempre una compagine di tutto rispetto, la migliore a nostro avviso dal punto di vista della qualità di gioco. Ad occhio e croce, il quarto di finale più interessante. Sempre nella parte alta si sfideranno la vera sorpresa della stagione in corso, l’Atletico Ripe e il Cicli Cingolani/Filetto, una delle formazioni più in G a m e O ve r ! Il Real Vallone fa suo lo scontro diretto contro la neopromossa terribile Atletico Ripe e con 12 punti di vantaggio (nonostante una gara in più rispetto ai ripesi) mettono le mani su quel titolo che manca ormai da quasi una decade… più o meno, lo stesso arco di tempo senza democrazia in Italia! Ok, mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo accoppato dice il saggio (sicuramente di nazionalità cinese, visto l’amore che hanno per gli animali e soprattutto per gli affari), ma è anche vero che solo un suicidio sportivo può invertire la classifica attauale. Il matchclou, giocato nell’avveniristica struttura delle Saline, è stato in equilibrio fino alla rete del solito Matteo Renzi, che nella ripresa ha deciso con una zampata delle sue la partita e, come detto, molto probabilmente il campionato, che ha recuperato un assoluto protagonista, l’Acli Casine. Dopo un momento sfortunato, i campioni in carica, ancora in lotta per il Regionale (assieme al sempre presente Real Vallone) e la Coppa di Lega, sono tornati al successo contro il pericolante Atletico Pianelli: un pirotecnico 3 a 2 deciso nei minuti finali dall’immenso Antonio Marabese, autore anche del provvisorio 1 a 1. Si ferma invece per il momento la corsa di una delle compagini più in forma del torneo, il Cicli Cingolani/Acli Filetto, battuto a sorpresa dal Cybaria: alla rete di Andrea Morsucci hanno fatto seguito le due marcature di Vincenzo Carlucci e Federico Fabbrini, per un 2 a 1 che sa di salvezza anticipata e forse qualcos’altro (il Nobel per la pace? Ah no, quello lo daranno all’isola di Lampedusa!!!) per la squadra allenata da Marco Panzone. In fondo, sconfitte pesanti per Castel Colonna (1 a 0 contro il Borgo Molino, rete di Giovanni Patonico) e Sant’Angelo (3 a 2 a Roncitelli, con gol allo scadere di Michele Bigelli). Pareggio ricco di segnature invece tra la Capanna e il Borgo Ribeca alla “Bombonera”: dopo il vantaggio ospite di Nicola Curzi e la successiva espulsione del portiere bianco-blu Simone Bocconi, i ragazzi di Romano Giacinti riescono nella ripresa a capovolgere il risultato grazie alla doppietta del “golden boy” Lorenzo Simoncini, ma quando sembrava tutto deciso ecco arrivare la punizione beffa di Marco Moschini per il definitivo 2 a 2. Andando nella Liga (la serie B assomiglia sempre di più al campionato spagnolo, con l’unica differenza che qui ci sono 3 squadre dominatrici e non 2), continua la marcia trionfale dell’Amatori Marzocca, Atletico Senigallia e Real Suasa, rispettivamente vincitori contro Cavalletti Arredamenti, Beretti Marmi e Valcesano. Nota di merito al San Silvestro di Luciano Olivetti, quarti in classifica e dunque primo fra gli umani, che ha avuto la meglio nella sfida contro l’Amatori Arcevia grazie alla doppietta di Patrick Abritta. Morale alle stelle dunque, in vista del derbyssimo della prossima settimana contro il Marzocca. Capitolo arbitri.Non c’è che dire, è proprio un periodo d’oro per i fischietti nostrani, che continuano ad imperversare sui campi della Uisp con la loro imbarazzante silhouette, l’immancabile arroganza e la solita incompetenza per tutto ciò che riguarda il regolamento. Ovvio, non stiamo E’ nato L’ECO DELLO SPORT E’ nato cosi, in un uggioso pomeriggio delle idi di Marzo. Ma che cos’è l’Eco dello Sport? Di cosa si occupa questo bambino in fasce che si affaccia timidamente nel mondo dell’informazione senigalliese? Banalmente, potremmo dirvi che si tratta di una finestra aperta verso piccoli mondi poco noti. In direzione di attività locali che non hanno spazio, godono di poco risalto e forse, o proprio per questo motivo, non riscuotono l’interesse che meriterebbero. L’Eco dello Sport è una voce che vuole farsi sentire, una voce che si propone di parlare di voi. Delle vostre passioni che non vengo- A p r i l e no ascoltate dal pubblico di massa. Ma per farlo abbiamo anche bisogno di voi, abbiamo bisogno della vostra collaborazione per essere ascoltati e per farci ascoltare. Per esempio, quanti di voi sanno che a Senigallia esiste una squadra di badminton? Quello sport che è anche una disciplina olimpica?Anche perché pochi, davvero, immaginerebbero che esiste una squadra nella propria città. Ma è uno sport e tanto basta per dargli voce. Tanto basta affinché benefici del nostro rispetto. Cosi come il curling, l’affascinante sport che consiste di far scivolare una teiera su di una lastra di ghiaccio, praticato a pochi chilometri da casa no- parlando di tutti i direttori di gara a disposizione in Via Tevere, ma della maggior parte si. La cosiddetta crème de la créme, e visto che siamo in tema, vi diamo un assaggio, un piccolo particolare per farvi comprendere meglio la situazione in generale: sabato 26 Marzo, campo Vallone, Sant’Angelo contro Passo Ripe. Viene espulso il guardalinee del Passo Ripe e nonostante c’è chi in campo ha provato a far notare l’anomalia, la gara è proseguita ugualmente, lasciando il posto vacante. Triplice fischio, 2 a 0 per il Sant’Angelo e… gara da ripetere per evidente errore tecnico, commesso poi proprio sotto gli occhi del designatore arbitrale, Carlo Fuligna, che l’ha prontamente ravvisato. Inutile dire la soddisfazione della squadra allenata da Michele Pierandi! Abbiamo raccontato questo episodio (il più eclatante tra tanti) perché ogni tanto è giusto ricordare che questi signori, che vanno in giro a dire che senza di loro non ci sarebbe il campionato o che sono quel che un calciatore amatoriale merita di avere come arbitro, sono gli unici che vengono pagati!!!! Grazie. l’Arcimatto stra e pure ad altissimi livelli. Si può fare, si può dar voce a tutto questo. A chiunque abbia qualcosa da dire, a livello cittadino e non, basta che voglia esprimersi. E’ nato con tanti buoni propositi il piccolo. Senza far rumore. E vuole crescere, spera e conta di riuscire a farlo. Insieme a voi. E’ nata una nuova idea, discussa, verificata e realizzata con una velocità srupefacente e potrebbe essere il trampolino di lancio per altri progetti legati al mondo dello sport. Cercateci su facebook/L’ECO dello SPORT 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m A.Pace S A N I TA R I A S A B B AT I N I S A B B AT I N I P. L U C I A N O Stradone Misa, 4 - Senigallia tel. e fax 071.7924176 Fornitore A.S.U.R. - I.N.A.I.L. Cod. R. Marche P / 4 8 0 8 1 1 0 NUOVI ARRIVI Primavera S A N I TA R I A S A B B AT I N I L A B O R AT O R I O ORTOPEDICO Via Piave, 76 - Senigallia tel. e fax 071.7931710 - esame baropodometrico computerizzato - plantari - busti ortopedici - ausili per riabilitazione 13 rubriche Dr Umberto Ragazzini Agente Immobiliare 349 3804397 UR_Studio Immobiliare Associato FIAIP S T U D I O IMMOBILIARE Via F.lli Bandiera 19 Angolo Vicolo S.Filippo 60019 Senigallia An T_F 071 7930740 [email protected] INTERMEDIAZIONI E CONSULENZE SENIGALLIA / Zona Nord - Monolocale fronte mare, 30 mq, climatizzato, terrazzo con vista panoramica. _ 94_mila Rif. R_131 SENIGALLIA / Zona Lungomare Nord - Monolocale arredato (5 posti letto) e climatizzato, con cantina e posto auto, in complesso fronte mare. _125_mila Rif. 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Icona/FX L’AFFIDO CONDIVISO Nell’ottica di tutelare al meglio l’interesse del minore, la riforma della legge in materia di separazione personale dei genitori sancisce il principio della bigenitorialità nei confronti dei figli minori, ossia della corresponsabilità di entrambi per quanto concerne la cura, l’educazione e l’istruzione della prole, anche dopo la separazione. In sostanza, quello che si afferma è il diritto del figlio ad un rapporto completo e stabile non con uno ma con entrambi i genitori, e ciò anche laddove la famiglia attraversi una fase patologica, con conseguente disgregazione del legame sentimentale e, talvolta, anche giuridico tra i genitori conviventi. In precedenza era previsto un affidamento di tipo monogenitoriale, per cui il minore restava affidato al solo genitore considerato più idoneo a favorirne il pieno sviluppo della personalità, dotandolo di potestà esclusiva circa l’educazione, l’istruzione e la cura; ciò senza escludere l’apporto e la presenza del genitore non affidatario, che manteneva la potestà congiunta in ordine alle scelte più importanti e alle questioni di straordinaria amministrazione. C’è stata una rinnovazione in cui il legislatore ha previsto, invece, come regola il principio dell’affidamento condiviso, mentre, come eccezione, da motivare adeguatamente, quello esclusivo ad uno dei genitori. Oggi non scompare l’affidamento del figlio ad un solo genitore, ma viene relegato all’ipotesi, residuale, in cui l’interesse del minore potrebbe risultare pregiudicato da un affidamento condiviso. Posto che l’affidamento condiviso può essere pregiudizievole per il minore sia dall’origine o sia per il verificarsi di fatti successivi al provvedimento di affidamento, è previsto, altresì, che ciascuno dei genitori possa, in qualsiasi momento, chiedere l’affidamento esclusivo. I provvedimenti relativi alla prole devono essere adottati con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa. Si afferma che non solo esiste il diritto di entrambi i genitori di avere rapporti con i propri figli, in caso di separazione, ma un tale diritto viene garantito anche ai figli. Il minore ha diritto ad avere rapporti equilibrati e continuativi con entrambi i genitori e si sancisce l’obbligo del giudice di procedere all’audizione del minore, onde valutare il reale interesse dello stesso. In tema di casa coniugale, se prima il giudice era solito disporre l’utilizzo dell’abitazione in favore del coniuge cui venivano affidati i figli minori, oggi si fa esclusivo riferimento all’interesse di questi ultimi. A T U PER T U. . . co n l a Psi co l o g a a cura della dott.ssa Maria Pia AUGUSTI Le coppie gemellari sono costituite da persone che condividono il patrimonio genetico: le apparenze e molte caratteristiche psicologiche. Gemelli omozigoti e dizigotici; i primi hanno il patrimonio genetico identico mentre nel secondo lo è al 50% come nei fratelli non gemelli che possono somigliarsi molto oppure poco. Recenti studi confermano che fin dall’inizio dell’età scolare i gemelli possono avere un ritardo linguistico rispetto ai singoli nati che tuttavia scompare durante l’età scolare. Usano fra loro un linguaggio “segreto” (criptofasia) non comprensibile dagli altri. La stretta vicinanza dei gemelli può portarli a una chiusura rispetto al mondo esterno e un’incapacità di comunicare con gli altri interlocutori. I gemelli tra di loro tendono ad aiutare e sostenere il A p r i l e Quando le stagioni erano verdi per un raggio di sole Nokia la nuova serie T - Il noto marchio finlandese ha una new entry nel mondo della telefonia: il nuovo smartphone X7, uno dal design moderno e dalle specifiche tecniche molto interessanti. La serie comprende il modello T7-00 il primo Windows Phone, il X7-00 serie music e l’E6-00 serie buiseness. Dotato del supporto per le reti HSPA (velocità massima in download di 10,2 Mbps, velocità massima in upload di 2 Mbps), Wi-fi e per le connettività Bluetooth, è provvisto di uno schermo OLED da 4 pollici e risoluzione di 360 x 640 pixel. La fotocamera integrata è una 8 Megapixel provvista di dual LED flash, zoom digitale, geotagging e funzionalità per il vidorecording, anche in HD a 720p. Il prezzo di vendita secondo quanto dichiarato dalla casa produttrice sul canale Conversations, è di 380 euro, tasse escluse. LG Optimus Dual - Finalmente anche in Italia è giunto il nuovo LG Optimus Dual (in Usa lo chiamano Optimus 2x), lo smartphone della casa produttrice sud coreana con processore dual core e sistema operativo Android. Un terminale con un design in linea con tutti i touchscreen presenti sul mercato. Viene venduto ad un prezzo di 499 euro.Tra le specifiche tecniche segnaliamo che è un quadribanda GSM compatibile con le reti HSDPA (10,2 Mbps) e HSUPA (5,76 Mbps) dove non manca il supporto per le reti Wi-fi e per le connettività Bluetooth, GPS/AGPS, USB, DLNA e HDMI. Il display touchscreen capacitivo è un 4 pollici con una risoluzione di 800 x 480 pixel, ad oltre 16 milioni di colori. La fotocamera integrata è 8 Megapixel completa di LED flash, autofocus, zoom digitale, geotagging, smile detection, stabilizzatore d’immagine e funzionalità per il videorecording, anche in HD a 1080p e c’è anche una camera secondaria anteriore da 1,3 Megapixel, per le videotelefonate e le videochat. Il processore è un NVIDIA Tegra 2 a 1 GHz con architettura dual core, il sistema operativo è Android 2.2 Froyo, aggiornabile alla release 2.3 Gingerbread. Netbook Hercules eCAFE’ - Da questo mese i nuovi a partire da 199-249 euro. Sono due gli ultimi netbook 10 pollici della linea eCAFÉ e presentano rinnovate piattaforme hardware, sistemi operativi e design. Lo Slim HD e EX HD sono uno il più sottile e l’altro il più longevo netbook della categoria. Il design è insolito con lo schermo e tutta la cornice che si possono chiudere all’interno del telaio. Le dimensioni sono 300x171x21 mm, il peso 880 o 1100 grammi e lo schermo 1024×600 pixel. Possono gestire video HD 720p. Il sistema operativo è un Linux dotato di una suite da ufficio compatibile con Office e poi c’è un lettore multimediale in grado di leggere formati MKV, DivX, Xvid, MPEG-2 e H.264. (M.A.Martines) partner e hanno difficoltà a differenziare il proprio stato mentale da quello del gemello. Nell’adolescenza possono avere il problema di definire se stessi per avere un futuro personale e differenziato per scegliere chi e come si vuole diventare. Avendo una particolare intimità psicologica con la tendenza alla reciproca “dipendenza” hanno difficoltà a differenziarsi sia dalle figure genitoriali sia da co-gemello. La simbiosi affettiva crea difficoltà di separazione ma anche conflittualità e ambivalenza. Tanto più forte è la dipendenza tanto più difficile la separazioneindividuazione reciproca che viene vissuta con ansia, Paura e spesso somatizzazioni. Per comunicare al meglio con loro è bene evitare espressioni come: “Voi due” inoltre si devono instaurare brevi conversazioni a turno con un gemello solo. Anche i complimenti e gli apprezzamenti possono provocare conflittualità è bene quindi rapportarsi separatamente con ognuno di loro evitando di parlare loro come se fossero un “UNICUM”. AnnaMaria Appicciafuoco, in questo suo esordio con il racconto autobiografico “Quando le stagioni erano verdi per un raggio di sole” realizzato con la grazia speciale di chi ama il proprio luogo nativo e con una semplice naturalezza che traspaiono già dalle prime pagine, riesce a far riaffiorare visibilmente tanti ricordi di gioventù legati a significativi eventi della comunità teramana e a toccanti episodi familiari, rielaborandoli con la saggezza che deriva dalle esperienze vissute durante la sua attività d’insegnante in diverse province italiane. Li spolvera appena dalla patina del tempo (anni 40 - dopoguerra - anni 50-60) e ce li restituisce come nuovi, freschi, quasi intatti perché indelebili nel suo vissuto. Quando descrive l’alternarsi delle stagioni, i particolari legami affettivi all’interno della famiglia e nella cerchia dei parenti e dei compagni di scuola e di gioco, le figure caratteristiche degli artigiani di una volta ed i loro mestieri ormai scomparsi, soprattutto i sacrifici economici nonché l’arguzia ed il buon senso dei genitori nel mantenere dignitosamente una famiglia numerosa e far proseguire negli studi i 4 figli, prova a mostrare il lato romantico e la positività della vita che poi dopo la laurea l’ha allontanata per un po’ negli anni 70 dall’amato Abruzzo. L’autrice sente forte l’appartenenza alle proprie radici, si mette in gioco come fiera teramana, come donna ed insegnante di lungo corso appassionata delle problematiche sociali e sempre vicina agli studenti, per cui questo suo racconto vuole essere un atto d’omaggio sia alla propria città sia alle giovani generazioni. Direi, in particolare, che si tratta di un racconto gradevole per l’impianto discorsivo ed interessante nel contenuto in tutti i suoi capitoli, che vive di valori etici, di cuore e di solidarietà umana e grazie alla nostalgia del bel tempo passato punta a sollecitare, specialmente credo nei giovani lettori, istanze di civile speranza nel futuro prossimo. Mi preme dire sinceramente che la lettura del testo è stata per me coinvolgente fin dalle prime pagine per i temi trattati e davvero emozionante ed interessata perché mi ha riportato indietro agli anni della fanciullezza, quando l’Italia nei centri rurali e nelle città del piccolo e medio ceto borghese si stava riprendendo con coraggio e slancio ma faticosamente dalle ferite e distruzioni della guerra per inserirsi prepotentemente nel novero delle grandi nazioni industriali europee. L’autrice, “Anna Foco” come affettuosamente la chiamava papà da piccola, nutre uno spiccato interesse per la poesia, ricordando ancora con emozione lo studio a memoria di alcune poesie, tanto è vero che il filo conduttore del racconto autobiografico è “Il fanciullino” del Pascoli che rimane in ognuno di noi, come affermano nella prefazione le curatrici, le figlie Carla e Simona Sancricca. AnnaM., che si rivela fin dal primo approccio socievole, poliedrica, tenace e determinata, coltiva anche, per quanto detto prima, una notevole vena poetica che si può apprezzare nelle due liriche inserite nel racconto: “La calura estiva” dedicata al Gran Sasso “il gigante buono” e “I bucaneve” dedicata alla madre, la figura più determinante per la formazione dell’autrice. Esse rendono al meglio i sentimenti più intimi di AnnaM. La scrittura fa parte del suo immaginario: le piace raccontare luoghi, personaggi e mondi. Una passione, ritengo, scoperta presto e coltivata fin da ragazza, grazie alle letture costanti durante gli studi scolastici. Il suo racconto autobiografico raffigura quindi un viaggio nell’anima dell’Abruzzo, che vuol essere un omaggio alla bellezza ed al fascino della sua regione, dando vita, materia e colori alle sue rimembranze, dolci pensieri popolati da personaggi semplici ma ricchi di valori e di simboli universali, espressione del candore di una terra e di una stagione fatte di emozioni, di radici comuni e di tradizioni antiche. Vincenzo Prediletto 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m r u b r i c h e LA MODA Come allevare un animale a cura a cura Alessandra BUSCHI, di counselor M.Antonia MARTINES Per contatti: di [email protected] M.Elisabetta GALLI ONDE DEL TEMPO di Mauro MARCELLINI disegno di Jiro Taniguchi BTB Biblioteca di Testi Brevi “La natura ama celarsi” Eraclito La nuova raccolta poetica di Mauro Marcellini costituisce per il lettore attento ed affinato sul piano ermeneutico un invito ad ulteriori approfondimenti interpretativi. Le voci della Natura, colte con vivida freschezza dal poeta, sono simboli di una realtà profonda, che non può essere data in aridi ed asettici concetti, ma che va vissuta intensamente, sentita interiormente. Risalta con forza il tema della temporalità, come sembra indicare lo stesso titolo del testo. Le Onde del Tempo richiamano il fluire, il “tutto scorre di eraclitea memoria”. Non a caso è l’elemento “acqua”, il mare ad essere protagonista di versi molto suggestivi. Il poeta nel mare cerca la propria anima. Gli abissi marini sono oscuri al pari delle profondità dello spirito umano, in una ricerca difficile, problematica, che è però la cifra della dignità di essere Uomo. Tutta la Natura è in consonanza con l’interiorità del poeta. “I confini dell’anima, sosteneva Eraclito, andando, non riusciresti a trovarli, neppure percorrendo ogni strada: così profonda ragione essa ha”. La poesia di Mauro ci restituisce questo legame sottile ed armonico fra l’Uomo e l’Universo, in una concezione spiritualmente immanentistica, che con delicatezza ci è suggerita da tanti e svariati elementi naturali, quali la pioggia, il vento, i granelli di sabbia, il gelo e i bucaneve, l’arcobaleno e la rosa. Non poteva mancare l’amore per la natia Senigallia, con le sue colline che abbracciano la marina, il profumo dell’estate e le querce secolari. Senigallia non a caso città di mare, ma soprattutto simbolo del mare e della sua immensa ricchezza culturale. E poi la visione poetica si estende dalla nostra spiaggia ai boulevards di Parigi, all’arte e alla pittura europea, ai cieli e alle musiche d’Irlanda. “il cuore del poeta sa” che dopo l’ultima poesia ci saranno altre emozioni, lungo un cammino esistenziale che non ha mai fine, come i “Viaggi Infiniti”. Giulio Moraca CANE: I PARASSITI INTESTINALI UN NUOVO ROMANTICISMO: è questa la moda primavera / estate 2011 che si esprime attraverso fantasie floreali e botaniche, colori vivaci, tessuti leggeri, pizzi e stampe. Il rigore dell’asimmetrico rende raffinata la moda che propone abiti monospalla, bluse e camicie, gonne cortissime e shorts da usare sopra mini leggins, un ritorno allo stile anni’60 e ’70. Leggera e drappeggiata nella creazione di abiti femminili e bon ton o nella sua versione più classica è la tela jeans che anche quest’anno si riconferma nell’abbigliamento femminile. Nelle sfilate in questa stagione il colore predominante è il blu, colore moderno dal fascino antico, chic e sofisticato da abbinare ad altri colori e accessori. Giorgio Armani per questa primavera propone una collezione ispirata ai Tuareg , incentrata sul colore blu per rendere lo stile dei suoi capi raffinato ed elegante. Varie tonalità di blu sono anche le creazioni dello stilista Yves Saint Laurent, tuniche di chiffon con scollo all’americana, trench doppiopetto stretti in vita dall’aria folk. Il bluette è la tonalità che sceglie anche P. Dundas per la collezione di Emilio Pucci dettagli tratti dal mondo indiano per dare vigore ai modelli ispirati alle atmosfere da hippy di lusso anni’70. Stile etnico e femminile nella collezione di Cavalli, che presenta abiti sensuali, aderenti a volte succiniti in tessuti leggeri e morbidi con stampe pitone e coccodrillo. Presenti anche pelli e frange in camoscio leggero, fettucce di cuoio, patchwork di pelli di rettile accostate a ricami e brillanti paillettes per capi che mostrano trasparenze e nude look. Per la moda maschile invece gli stilisti prevedono uno stile tutto “corto”: bermuda, shorts e pantaloncini corti, indossati anche di sera e nelle occasioni più formali. Blu, grigio, celeste e bianco sono i colori per la moda maschile di Giorgio Armani, pantaloni con le pinces, gillet in pelle, camicie con bottoni al colletto. Per uno stile più trasgressivo lo stilista propone magliette traforate, trench stampe pitone e bermuda. Anche l’eccentrico John Richmond trova sobrietà con completi grigi, i bianchi damascati, i gilet a pelle ma accostati con sciarpe di seta sul collo. Un abbinamento nuovo sono i cardigan dai disegni rinascimentali sopra t-shirt indossati con jeans strappati aderenti. Anche per gli accessori la nuova stagione prevede fioriture diffuse e coloratissime: borse, cerchietti, spille e oggetti dall’animo vintage ma allo stesso tempo di grandissima attualità. Lo sapevate che tre giardini su quattro sono a rischio parassiti intestinali? Questo è un problema comune che può modificare il benessere del nostro cane ad ogni età e fase della sua vita. Per esporsi al rischio di contagio, il cane deve stare in contatto di un ambiente contaminato. I parassiti, che di solito non si vedono, sono come i sintomi che se presenti sono comunemente la diarrea e il vomito (anche con la presenza di sangue), alito maleodorante, gonfiore del ventre, aumento dell’appetito seguito da dimagrimento, disidratazione, anemia, e se le condizioni generali peggiorano si può arrivare alla morte. I parassiti intestinali si dividono in: protozoi, nematodi (i vermi tondi) e cestodi (i vermi piatti). I protozoi sono organismi unicellulari, formati da una sola cellula e microscopici e ne fanno parte i coccidi, la giarda e il toxoplasma condii. I primi causano la Coccidiosi, molto contagiosa e presente nelle zone a clima caldo-umido. La seconda che può colpire anche l’uomo è provocata dai vermi tondi: ascaridi, ancilostomi, tricocefali e ossiuri. I primi sono vermi lunghi e sottili che vivono a livello intestinale e solitamente i cuccioli nascono già infestati perché trasmessi dalla madre. I secondi più minuti hanno un piccolo uncino per aderire alle pareti dell’intestino e anche questi passano ai cuccioli. Gli ultimi sono minuscoli, filiformi e presenti nelle regioni calde o temperate. Il toxoplasma è un protozoo che ha una fase extraintestinale e un’intestinale che interessa solo il gatto, anche se infesta pure il cane. Per quanto riguarda i cestodi si tratta di tenie, parassiti che allo stadio “larvale” stanno in un ospite e in quello “adulto” in un ospite di altra specie detto “definitivo”. Le tenie del cane sono il dypilydium caninum e l’echinococco. Il primo è la tenia cucumarina, presa dalle pulci che si manifesta con la comparsa di piccoli grani attorno all’ano che danno un grande prurito: il classico strofinare le natiche per terra. Attenzione, anche questa può essere trasmessa all’uomo. Il secondo, l’echinococco, passa la fase larvale negli erbivori e raramente nell’uomo. La regola ci dice che la cosa migliore da fare prima di ogni altra è di impedire al cane di leccare o mangiare quello che può trovare per terra, in particolare le feci di altri animali e non dargli cibi crudi. Solitamente è consigliabile portare il nostro cane dal veterinario per i dovuti controlli e/o come sempre accorgerci noi verificando che non ci siano vermi nelle feci o se accade, nel vomito. Gli animali adulti andrebbero trattati ogni 6 mesi. MACELLERIA Mauro Marcellini è nato e risiede a Senigallia. Laureato in Scienze Biologiche, insegna Matematica e Scienze presso la Scuola “G.Marchetti” di Senigallia. Per questa stessa casa editrice ha pubblicato le raccolte di poesie “Primule fucsia” (2007), “La Giostra” (2008), “Viaggi Infiniti” (2009) e “Sotto un solo cielo” (2010). La sua ultima pubblicazione verrà presentata in anteprima all’interno della Rassegna “Sognalibro” organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Senigallia il giorno 11 maggio alle ore 17.30 presso la Sala Conferenze della Biblioteca Antonelliana. A p r i l e L’ARTE DI ASCOLTARE Catamarca Carni Alimentari - Salumeria - Arrosti Pronti Carne di Vitello - Maiale - Agnello - Pollame Specialità in taglio: Asado Argentino da da lunedì lunedì aa sabato: sabato: 8:00 16:30--20:00 20:00 8:00--13:00 13:00 16:30 Via Lago di Garda,12 Borgo Ribeca - Senigallia Cell. 329 9376865/392 0960511 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m Basta un piccolo esperimento: quando una persona vi sta raccontando qualcosa, provate ad ascoltarla senza mai interromperla fintanto non ha finito di parlare. Meglio ancora: prima uno parla per una decina di minuti e l’altro ascolta, quindi invertite i ruoli e chi prima ascoltava parla, mentre l’altro ascolta. Una cosa da nulla? Invece non lo è. “Scoprirete che è una delle cose più difficili che abbiate mai tentato di fare”, diceva Carl Rogers, lo psicologo statunitense che nel secolo scorso ha delineato un nuovo tipo di aiuto alla persona, il counseling, il cui obiettivo non è quello di risolvere un problema, quanto quello di aiutare la persona a utilizzare le proprie risorse per migliorarsi e poter far fronte da sola ai propri problemi. Tornando al nostro esperimento: quando una persona ci sta parlando, qual è la nostra reazione? Ci può capitare di interromperla, di intervenire, far domande, dar giudizi, addirittura intromettersi, magari portando una propria esperienza e lasciando la persona che abbiamo di fronte “non ascoltata”. E come ci sentiamo noi, nella parte di chi vorrebbe essere ascoltato? Perché ci è così difficile ascoltare? Quanto questo nostro “non saper ascoltare” ci ostacola nella relazione con gli altri? L’ascolto è determinante nella relazione: non è soltanto percepire suoni e stimoli uditivi. Ascoltare è porre vera attenzione a ciò che la persona sta comunicando sia con le parole sia con le emozioni. È permettere all’altro di esprimersi, metterlo nella condizione di sentirsi rispettato esattamente per ciò che sta dicendo e non per ciò che noi presupponiamo voglia dire o non dire. Quando ascoltiamo tendiamo a prendere il sopravvento su ciò che effettivamente l’altro sta dicendo, e se anche non lo facciamo a parole, propendiamo a farlo dentro di noi, portando noi in primo piano e rapportando ciò che l’altro dice al nostro giudizio e alla nostra personale esperienza. Mentre ascoltiamo, alla nostra mente si affacciano domande, risposte, immagini appartenenti a noi e non alla persona che sta parlando. Ci è difficile non intervenire dando un giudizio, non resistiamo a dare “solo un piccolo consiglio”, ipotizziamo, presupponiamo, indaghiamo con i perché, ci auto-incarichiamo di andargli in soccorso quando forse quella persona ha soltanto bisogno di sentirsi ascoltata, senza tener conto che un consiglio che crediamo buono per noi non lo è necessariamente per l’altro. No, saper ascoltare non è così semplice. È un’arte che, come ogni arte, può essere appresa. Qualcuno ha una specie di talento naturale nel metterla in pratica, altri hanno bisogno di imparare a utilizzare gli strumenti necessari. Saper ascoltare invita la persona a parlare, ad aprirsi, a permettersi di entrare in contatto con se stessa e con noi, sostenuta dalla fiducia del nostro atteggiamento non giudicante, sentendosi accettata e stimolata. Saper ascoltare è già di per sé un’abilità d’aiuto. Ogni volta che ascoltiamo trasmettiamo dei messaggi. A chi non è mai capitato di rendersi conto che l’altro non ci sta ascoltando da una sua furtiva occhiata all’orologio o dal suo sguardo che vaga per la stanza? Educarsi all’arte dell’ascolto significa innanzitutto rivolgere l’attenzione a noi stessi, osservarsi, ascoltare ciò che ci suscitano le situazioni che viviamo, quali emozioni ne emergono. Se vi va, quindi, provate a fare il piccolo esperimento dell’inizio, mettendovi sia nei panni di chi ascolta sia in quelli di chi viene ascoltato. Poi, concedetevi un po’ di tempo e restate in ascolto di quello che accade dentro di voi. 15