Miguel, benvenuto all`Olimpico

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Miguel, benvenuto all`Olimpico
MERCOLEDÌ
27 GENNAIO
N. 5
Supplemento a Uispress, agenzia giornalistica settimanale/periodico telematico con registrazione al Tribunale di Roma 109/83 del 21/03/83. Dir. resp. Ivano Maiorella
Lo stadio dei Marmi
Dalla Propaganda
a Mennea “liberAtleta”
Tra lo sguardo dell’artista, la visita dei
curiosi e l’allenamento di atleti e amatori
4H del Liceo Linguistico Machiavelli di Roma
Il CONI apre le porte della sua “casa”
Miguel, benvenuto all’Olimpico
Nuovo percorso: il cuore nel parco del Foro Italico
iguel entra nello
stadio Olimpico.
La notizia è stata
diffusa poche ore
fa, a sorpresa, e
rappresenta un regalo inatteso per
podisti della corsa e della Strantirazzismo. Otto anni fa erano entrati nell’impianto di Berruti, della Roma e
della Lazio, e di mille emozioni, i ragazzi della 100x1000, ma ora tocca
alla coloratissima festa che concluderà i 10 chilometri della gara e i 4
della passeggiata. Un traguardo che
si è reso possibile grazie alla disponibilità del CONI e del suo presidente
Giovanni Malagò.
M
Studenti dell’Aristofane di Roma
Ma perché cambiare palcoscenico di
arrivo all’ultimo momento? È successo che il cambio di percorso, reso
necessario dall’incidente della palazzina di piazza Gentile da Fabriano,
ha portato gli organizzatori a cercare
nuove soluzioni ed emozioni da proporre ai podisti.
Che cosa significa stadio Olimpico?
Certo i derby, la goliardia, la competitività calcistica fra le due società, ma
anche l’amore per tutto lo sport, non
solo il calcio. Come ce l’aspettiamo
l’Olimpico vissuto da sotto? ‘Imponente’, la prima risposta. ‘Enorme’.
‘Colossale’. ‘Maestoso’. Questi gli aggettivi che abbiamo raccolto quando è
stata ufficializzata la notizia. Ma
quando i ragazzi calpesteranno la pista
che scatterà? Qualcuno comincia a
cantare “un’emozione per sempre” di
Eros Ramazzotti. Insomma, che lo
stadio dei Marmi Pietro Mennea sia
un gioiello nessuno lo discute, ma è
chiaro che il teatro dell’arrivo un po’
cambia... Anche se i Marmi rimangono come raduno, quartiere generale
delle operazioni di partenza, ristoro,
postazione dei gazebo. E siccome si
resta in famiglia, il buon Olimpico a
tutti può essere pronunciato anche
dalle gradinate dei Marmi. I
Tutte le possibilità di iscrizione
CACCIA AGLI ULTIMI PETTORALI
Venerdì e sabato il ritiro anche dei pacchi gara
nche se è scaduto il tempo per
iscriversi alla gara competitiva,
c’è però ancora modo per partecipare alle due NON COMPETITIVE (4 e
10 km) della Corsa di Miguel. Ecco
come fare.
A
INDIVIDUALI
OPZIONE 1 - Andare sul sito www.
lacorsadimiguel.it e selezionare in
menu ISCRIVITI scegliendo tra le modalità di pagamento“carta di credito”
e “bonifico bancario”.
OPZIONE 2 - Recarsi in uno dei punti
convenzionati: Sempre di corsa Ostia;
Sempre di corsa Tivoli. A ROMA: Uisp viale
Giotto, 14; Fashion sport via Monte delle
Gioie, 49; Angolo dello sport via dei Colli
Portuensi, 466; Angolo dello sport via Tagliamento, 7; Calcaterra sport via Germanico, 95; Footworks via Carlo Felice, 15;
Pagine di sport via dei Tadolini, 7; LBM via
Tuscolana, 187; Italsport via di Priscilla, 73.
IL VILLAGGIO – Venerdì 29 e sabato
30 ulteriore possibilità per chi vorrà
iscriversi di persona non fidandosi
della tecnologia.
A SQUADRE - Stampare, compilare integralmente e inviare via fax o mail il
modulo che trovate a questo link:
Ecco gli orari di apertura:
VENERDÌ dalle ore 10 alle ore 19.30
SABATO dalle ore 9.30 alle ore 15
La Palestra Monumentale si trova in
Largo De Bosis 5.
http://www.lacorsadimiguel.it/sito/wp-content/uploads/2011/09/MiguelSocietà.pdf
Vi aspetteremo alla Palestra Monumentale dell’Università di Roma
Foro Italico che ospiterà il Villaggio
della Corsa di Miguel. Sarà il luogo
dove si ritireranno pettorale e pacco
gara.
o stadio” di Enrico Del
Debbio. Progettato nel
1928, insieme al primo
piano generale dell’allora Foro Mussolini, da allora Stadio dei Marmi fu
portato a termine e inaugurato nel
1932. Ideato come proseguimento
dell’Accademia fascista maschile
di educazione fisica (oggi Palazzo
CONI, detto anche Palazzo H per la
sua caratteristica forma, se visto dall’alto), il luogo sarebbe servito per
l’allenamento quotidiano degli allievi. Il suo perimetro è interamente
costruito con marmo di Carrara e ha
la forma di un’unica gradinata, utile
anche come tribuna. Pare che i blocchi utilizzati fossero di scarto, gratuitamente concessi da numerose
cave. Contornato da una sessantina
di statue ritraenti attività sportive
donate dalle province d’Italia e scolpite da giovanissimi artisti, tra i più
importanti: Bellini, Selva, Canevari
e Buttini. Conta 5.280 posti e viste
le sue proprietà si stabilì potesse essere utilizzato esclusivamente per le
manifestazioni ginnico-sportive e
non per il calcio che avrebbe trovato
sede adiacente allo stadio Olimpico
di Roma, con ben altri progetti sui
numeri di gente da coinvolgere.
“L
Marmi-Mennea
Da tre anni il Marmi è intitolato a
Pietro Mennea. Re della corsa e imperatore di quei 200 metri alle
Universiadi messicane del ’79: con
un 19"72 sbalorditivo. L’uomo dell’Atletica, da Barletta all’Olimpo
dei cinque cerchi, con non poche
critiche e invidie sulle spalle le
smentisce con le immagini provatabellone.
Mosca 1980 lo vide medagliato
d’oro sui 200 metri, scalzando lo
scozzese Wells. È in questo luogo,
nato come tempio del culto sportivo, che oggi aleggia lo spirito libero
e tenace di Pietro. L’atleta che non
aveva le fibre giuste per diventare
campione. Lui, che dedicando
vent’anni anima e corpo all’atletica,
ha spazzato via ogni dubbio.
Un secolo, due storie e un luogo
Centinaia di persone calcano ogni
giorno per motivazioni disparate gli
stessi passi dei campioni. Alcuni pregiandosi di tale storia e altri disconoscendo le leggende. Lì, ai piedi
della Riserva Naturale di Monte
Mario e al fianco dello stadio Olimpico, una struttura ancora viva. Nel
visitarlo ci si rende conto che è ancora un luogo di raduno e di allenamento.
Parliamo con tre persone, che a vario
titolo sono interessate allo Stadio e
alla sua storia: Pierpaolo, Claudio ed
Emanuela.
Pierpaolo è un fotografo artistico intento nel riprendere le statue di
marmo, immortalando espressioni e
sfondi, per realizzare un cortometraggio sui monumenti di Roma.
Sculture giudicanti. Afferma: “Il
particolare di queste statue che più
mi colpisce è la direzione dello
sguardo. Hanno lo sguardo rivolto
verso il basso come se ci giudicassero. Giudicano lo spettatore che osserva e riescono a ribaltare la realtà
di tutti i giorni”.
Claudio è uno sportivo che fa la sua
preparazione atletica settimanale calandosi nell’affascinante valenza artistica dello Stadio. “È bello correre tra
l’arte e lo sport, in un luogo storico,
tra il verde e il caos della città”.
Emanuela attende la figlia, ginnasta,
che si allena e coglie l’occasione per
vivere il rumoroso silenzio del
Marmi-Mennea e leggere un buon
libro, adagiata su un muretto marmoreo.
A ognuno il suo tempo e il suo Stadio… sempre a Mennea gli allori! I
N. 5 | 27 gennaio 2016
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La “Tevere Remo”
racconta il suo fiume
l Tevere è un fiume inquinato?
Sporco? Cosa significa viverlo?
Uno sport come il canottaggio
che legami ha con esso? Nelle interviste realizzate al circolo Tevere
Remo abbiamo conosciuto un altro
aspetto del fiume.
I canottieri hanno spiegato che il
Tevere è ricco di fauna e soprattutto non ci sono scarichi industriali. Questo lo rende migliore di
tanti altri corsi d’acqua italiani.
Naturalmente qui si parla del palcoscenico. Ma noi dobbiamo raccontarvi anche degli attori. Il
canottaggio richiede un allenamento giornaliero che tiene gli
atleti costantemente in contatto
con il fiume che rappresenta uno
dei simboli di Roma. Chi rema vede
il fiume nelle diverse sue espressioni. Chi meglio di loro lo conosce?
Chi meglio di loro può smentire i
luoghi comuni?
I
I CANOTTIERI
SVELANO
I SEGRETI
DEL TEVERE
«Macché sporco,
ha tante cose
da raccontare»
3A-LSS Pacinotti Archimede di Roma
Episodi curiosi
Il Tevere è pieno di episodi anche
curiosi. Intanto sopravvive una
fauna. Poi ci sono tutta una serie di
Attività della Reale Circolo Canottieri Tevere Remo
spiega questa rivalità:“Si è vero, c’è
rivalità, ma comunque rimane
sempre nell’ambito della sfida
sana e sportiva. Sana perché porta
solo al miglioramento delle prestazioni. Senza concorrenza non si migliora. Sportiva perché a fine gara
c’è sempre un confronto fra atleti
che li aiuta a crescere”.
Legame canottaggio-podismo
racconti al limite della favola. Per
esempio, quando fu trovata una
mucca morta in acqua, che “pascolava” nel fiume.
Un’altra domanda divertente riguarda il battesimo dell’acqua per
un canottiere. Però acqua nel senso
di caderci dentro. “Quando succede, la tradizione vuole che si portino le pastarelle al circolo per
celebrare il momento”.
Un’altra storia la racconta Ottavia,
una ragazza che ricorda di essere
caduta qualche giorno dopo il ritrovamento di un grande pesce
morto nell’acqua: “Ho avuto paura
che mi mangiasse qualcuno”.
Marco Brascione, uno dei soci più
attivi del circolo, ci racconta: “La
realtà è molto diversa da quella
che si immagina. Il fiume ha tante
cose da vivere e noi lo facciamo
con grande rispetto”.
Sana rivalità
Il Tevere ha più anime, altri circoli
naturalmente lo vivono. E questo
accende spesso un sano conflitto
fra remi rivali. Passa una barca, i colori che i canottieri indossano non
sono quelli della Tevere Remo. La
maggior parte dei soci presenti
sulla terrazza si gira verso il fiume.
Comincia l‘ironia che riempie il Tevere da decine di anni.
Luca Scuriatti, un altro socio, ci
Un’altra maniera per confrontarsi,
fuori dall’acqua, è La Corsa di Miguel. Infatti tutti i soci atleti intervistati affermano che il legame fra
canottaggio e podismo è strettissimo. Per loro non c’è cosa migliore
di avere la possibilità di correre accanto al fiume che ha fatto la storia
di Roma.
Il Tevere, fin dalle origini la base
per la vita nella capitale, mentre i
romani, al giorno d’oggi, continuano a sottovalutarlo, a volte a infamarlo.
I canottieri, invece, lo elogiano:
come biasimarli se devono la più
grande passione e investono così
tanto tempo insieme con lui? I
Un atleta-studente in barca
Quello dell’atletica
IL TEVERE MI HA RIDATO I COLORI
Leonardo, un amore a prima pista
Leonardo dopo
Specialista dei 400 metri. “La famiglia, gli amici,
l’atmosfera: il campo di atletica è casa mia”
la malattia:
“Che felicità
tornare a remare”
eonardo Massai, 16
anni, atleta e studente,
20 ore di allenamenti
settimanali e 30 ore scolastiche. Il suo sport è il canottaggio, il suo palcoscenico è
il Tevere.
Leonardo, quante ore al giorno
ti alleni?
“Dipende! Nella preparazione
invernale, mi alleno sei volte
il pomeriggio e tre/quattro
volte la mattina. Mentre, nel
periodo estivo solo sei volte a
settimana senza doppia seduta”.
A che ora ti alzi la mattina?
“Alle 5 e mezza”.
È dura, riesci a mantenere il
ritmo nella giornata?
“Non molto! Alzandomi presto, provo molta stanchezza
mentale e spesso vorrei addormentarmi sul banco”.
Solitamente con quale barca ti
alleni?
“Ultimamente in singolo,
ma il campionato italiano l’ho
fatto quattro senza, 4 -, ossia
quattro persone che remano,
ognuno con un remo”.
Cosa pensi quando ti alleni sul
Tevere in singolo?
“Penso sempre a dare il massimo e mi concentro il più
possibile sul tipo di allenamento. Anche quando sono
stanco, e le gambe implorano
eonardo Zaccagnini,
18 anni, iscritto all’atletica dei Gelsi, sei allenamenti settimanali di due
ore ciascuno sulle piste della
Farnesina e dello stadio Paolo
Rosi. Specialità preferita: i
400 metri, altrimenti detti
“giro della morte”.
Scusa Leonarzdo, ma fra tante
specialità proprio il “giro della
morte” ti dovevi scegliere?
“È che quando arrivo ai
300 metri provo una sensazione particolare, perché
devo cominciare a spingere,
mi sento le gambe cedere,
ma è bello questa sensazione
di stringere, di dare tutto,
anche di più, per arrivare in
fondo”.
E alla fine come ti senti?
“Dipende dalla conclusione...
se va male a volte pensi anche
di lasciare, ma ti fai forza e
dici no perché ti viene la forza
di riscattarti. Se va bene mi
da’ ancora più motivazioni”.
Questa è la gara, ma l’allenamento?
“In allenamento mi diverto:
sto con tutti gli amici, e se si
fatica si fatica tutti insieme. È
un modo anche per scaricarmi durante la giornata”.
Giornata che ci sembra piuttosto piena...
“La mattina vado a scuola,
poi torno a casa, mangio, studio e mi preparo per il
campo. Il tutto finisce alle
sette e mezza-otto. Poi cena
e... qualche volta crollo”.
L
L
Leonardo Massai, detto Leone, tornato al Canottaggio
pietà, stringo i denti e continuo più forte che mai”.
Abbiamo saputo che hai avuto
però un brutto incontro!
“Nell’estate fra la seconda è
la terza media, sono stato ricoverato in ospedale. Perché
mi hanno diagnosticato la
leucemia”.
Come ne sei uscito?
“Dopo lunghi periodi di terapie e ricoveri finalmente
ho fatto il trapianto di midollo osseo, che ha portato un
miglioramento progressivo”.
Essere un atleta ti ha aiutato?
“Assolutamente si perché l’obiettivo di superare le difficoltà, come nel canottaggio,
si può incontrare anche nella
vita”.
Qual è stato il momento di
massima sofferenza?
“L’anno della terza media è
stato il peggiore, entrando e
uscendo dall’ospedale non
potevo avere una vita sociale,
e per un ragazzo della mia
età è stata una costrizione
difficile”.
Cosa hai provato durante la
prima uscita in barca dopo la
malattia?
“Ero contentissimo. Vero,
mi sentivo molto stanco perché non ero pronto fisicamente poiché durante la
malattia persi oltre 10 chili.
Ma ero felice di aver raggiunto il mio obiettivo”.
E adesso che c’è nel tuo futuro?
“Voglio continuare a migliorare fisicamente e gareggiare
al massimo delle mie potenzialità”.
Ultima curiosità. Ci hai detto
che cominci presto ad allenarti:
com’è l’alba sul Tevere?
“Uno spettacolo, quei colori
caldi che sfumano dal viola all’arancione, un regalo della natura per pochi privilegiati”. I
Leonardo Zaccagnini, specialità 400 metri, Atletica dei Gelsi
(foto: Flavia Di Paola)
A proposito, cosa mangi e cosa
non mangi?
“Nessuna dieta specifica.
Tanta pasta o riso, dolci
pochi, alcool non se ne parla.
D’altronde mia madre è dietista e quindi non mi manca
chi mi può consigliare”.
Insomma, ci pare che tu sia veramente appassionato.
“Dite pure innamorato”.
E allora spiegaci come ti sei innamorato?
“Quest’atletica,
questo
mondo, questi ragazzi mi
hanno fatto sentire a casa,
come in famiglia. Anche perché il campo è in fondo un
po’ casa mia. E questa sensazione mi ha conquistato”.
Ma com’è iniziato tutto? Un
campione visto in tv?
“No, un mio compagno di
classe alle elementari. Mi ha
detto di provare e ho provato.
E così sono qui da 12 anni,
mentre lui oggi è diventato
judoka”.
Ma tu hai un campione preferito?
“Mi piace Gatlin, perché
dopo la squalifica per doping
è tornato e ha dimostrato di
essere uno dei più forti, battendosela anche con Bolt. Poi
Churandy Martina perché
nonostante l’età riesce a spingere sempre di più”.
Chiudiamo Leonardo, obiettivi
e sogni.
“L’obiettivo è di arrivare ai
campionati italiani facendo il
tempo necessario ai Regionali. Il mio sogno è andare
alle Olimpiadi”.
Di Roma 2024?
“Sarebbe veramente splendido”. I
27 gennaio 2016 | N. 5
PAGINA 3
Podista e Pacemaker
DA ROMA A
HONOLULU
DI CORSA
Lisa Magnago podismo,
gravidanza e maternità.
Senza dimenticare
solidarietà e aggregazione
Elvio Giacchi
CORSA, SOLIDARIETÀ
ED EMERGENCY
La Corsa di Miguel ha sicuramente i più
alti fini solidali: testimone Strantirazzismo
Studenti del Mamiani di Roma
isa Magnago, 39enne, origine danese. Podista
che ama praticare corse su lunghe distanze, dai 10
ai 110 chilometri. Spesso anche nell’attività di
pacemaker, soprattutto nelle maratone. Ama la libertà
e forse per questo senza società.
Una vera e propria passione nata per caso. Inizia per
scommessa e poi viaggia molto anche per correre. Presente in tutta Italia, è di Roma ma la sua città preferita
per gareggiare è Venezia. I limiti che si pone includono
tutto il mondo. È infatti arrivata addirittura fino a Honolulu, nelle Hawaii.
Comincia circa 9 anni fa correndo insieme ad amici.
Amante del ballo, vedeva la corsa come una fatica senza
alcun piacere. Praticandola sovvertì le sue convinzioni.
Oggi racconta: “La corsa non è solo fatica, rinunce e
dolore… c’è un momento in cui stai benissimo! È per
quel momento che si corre”. La sterzata avvenne durante la prima gara, la 21 chilometri Roma-Ostia. A cui
partecipò convinta da un amico, che a sorpresa tagliò il
traguardo dopo di lei.
Da allora non ha smesso di correre, registrando il record
personale di 13 maratone in 13 settimane, e di 40 maratone in un anno. Fin quando la gravidanza bussò alla
sua porta! Lei che si sorprende ma non si spaventa, continua a correre sino al sesto mese, con il suo gonnellino
da tennista. Che è un “tipo” si capisce subito!
Precauzioni da “atleta premaman” del primo periodo:
continuare a gareggiare a ritmi più blandi, riducendo il
numero. E fra le molte critiche continua perché il fisico
sta bene. Partecipa anche ad una 100 chilometri durante
il primo mese, ignara però di essere incinta. Descrive un
quadro nero delle atlete in gravidanza per l’opinione
pubblica: “Soprattutto in Italia, sono poche le donne che
continuano perché persino osteggiate”. Come è successo
a lei in una lettera anonima indirizzata all’organizzazione
della maratona di Venezia. Il testo sosteneva non essere
ammissibile avere una pacemaker incinta, così nonostante la felicità dell’organizzazione dovettero annullare
l’ingaggio.
Di contro a tutte le critiche ha sempre trovato forte sostegno da parte dei medici, che considerano l’attività fisica benefica per la gravidanza e per il parto, pur
consigliando attività come nuoto, yoga o camminata.
Gli anni passati a correre hanno sviluppato una dipendenza. Sindrome comune anche ad altri podisti intervistati. Causata non solo dal bisogno fisico provato dal
L
Studenti del Mamiani di Roma
l 14 maggio del 2014 nasce la
società podistica “Runners for
Emergency” che unisce la passione per lo sport agli aiuti umanitari promossi da Emergency stessa.
Elvio Giacchi, il volontario. Nelle
aule dell’Istituto Universitario di
Scienze Motorie ci dice che si è appassionato parallelamente sia al
mondo della corsa, sia a quello dell’impegno umanitario. Entra in
Emergency convinto di poter fare la
differenza, di seguito alla lettura di
storie quasi surreali che gli hanno
procurato un forte impatto emotivo.
L’obiettivo? «Era quello di diffondere
la voce di Emergency nel mondo
della podistica. Un sogno che ho potuto realizzare proprio grazie a
“Runners for Emergency”». Elvio
racconta che già da tempo correva
la Corsa di Miguel, una delle manifestazioni sportive maggiormente
sensibile alla solidarietà e che si fa
portavoce di battaglie per i diritti
civili. È stato quindi ben felice di
poter partecipare, insieme all’Associazione umanitaria, a una delle più
belle realtà podistiche italiane.
“Runners for Emergency” partecipa però anche ad altre gare di iniziativa solidale o per la bellezza
degli scenari offerti dal percorso.
30 membri per dar vita all’associazione podistica fino ad arrivare oggi
a 160: numero in costante crescita.
Sono molte le persone che sposano i
progetti di Emergency e le richieste
arrivano da più parti d’Italia. I volontari agiscono su tutti i social: Facebook, Twitter, Instagram. Qui
sponsorizzano le nuove attività e le
nuove idee.
Informa: «Il nostro stand Emergency
sarà presente alla corsa il 31 gennaio
prossimo, per fornire informazioni.
Si potranno richiedere gadget e
anche fare donazioni». Accanto sarà
presente il gazebo dei runners, dove
i podisti si prepareranno alla gara. I
soldi ricavati dalle manifestazioni
sportive finanzieranno strutture mediche e attrezzature ospedaliere nei
paesi del mondo più bisognosi.
Elvio Giacchi tiene a precisare l’impegno di Emergency nell’insegnare
alla popolazione locale come utilizzare gli strumenti e come aiutare i
malati. Ciò per renderli autonomi di
gestirsi al meglio.
I
corpo ma anche da quello psicologico: trovarsi in quel
momento, il picco del piacere, “in cui ti sembra di volare”. Trae molta soddisfazione pure nel motivare gli altri
partecipanti come pacemaker. Far comprendere a chi,
come lei 9 anni fa, inizia l’attività da maratoneta e ha bisogno di un sostegno per reggere la fatica e superare il
“muro dei 30 chilometri”: il momento in cui si ha un
crollo fisico e diventa fondamentale la componente
psicologica.
Oltre alla soddisfazione di gareggiare
la gratificazione nell’aggregazione
Durante questi anni Lisa ha stretto amicizia con moltissime persone grazie al podismo. L’aspetto eccezionale di
questo sport è la possibilità di gareggiare e dialogare con
campioni olimpici: un aspetto possibile anche nella
Corsa di Miguel. Uno sport alla pari che rompe le classi
e premia i campioni.
Tra i personaggi più famosi che ha incontrato Julia Jones,
scrittrice nota soprattutto in America e nel mondo del
podismo, autrice di un blog omonimo in cui parla della
sua vita in relazione alla corsa, promuovendo attività
sportive. Cita soprattutto il libro: “Correre al Femminile” di Julia Jones.
Lo sport per Lisa è anche l’occasione per svolgere attività
di beneficenza perché considera, come per la Corsa di
Miguel, che sia bello avere un motivo per correre che
esuli dalla passione per la corsa stessa e contribuisca a
qualcosa di più significativo. Infatti, partecipa alle attività della “Podistica Solidarietà”, che si impegna in opere
di assistenza collaborando con numerose Onlus.
Futuro? Madre, Pacemaker, atleta e tutto ciò che sceglierà di fare! I
“
«Emergency con
la Corsa di Miguel:
una delle più belle
realtà podistiche
italiane»
Sarà possibile anche finanziare un
progetto specifico. Elvio però preferisce non fare donazioni selezionate
per non precludere a nessuno.
«I Runners hanno organizzato una
gara ad Ostia nel mese di Maggio
nella quale riusciamo a raccogliere
una grande somma di denaro»!
Chiarisce che in assoluta trasparenza
è devoluta alle azioni di Emergency.
Tesserarsi a “Runners for Emergency” con 40 euro annuali di cui 5
donati direttamente all’Associazione.
Elvio quali sono i ricordi-gara più
affascinanti? «La gara con il panorama più suggestivo ed emozionante
percorsa sulle Dolomiti». Confessa
però che la competizione che lo ha
maggiormente colpito, grazie ai suoi
fini solidali, è La Corsa di Miguel.
Elvio gioca in casa! I
N. 5 | 27 gennaio 2016
PAGINA 4
L’ISCRIZIONE
LE EDICOLE IN CORSA
CON MIGUEL
Fitta distribuzione sul
territorio dei pacchi gara
per la non competitiva sui
10 e 4 km e per la
Strantirazzismo
E pure l’edicola si mise a correre...
Proprio così: è possibile iscriversi
alla Corsa di Miguel, versione non
competitiva sui 10 o sui 4 km. della
Strantirazzismo, in tutta Roma. Grazie ai nostri amici esercenti che
stanno esponendo i “pacchi” della
Corsa in questi giorni. Ecco l’elenco
dove ognuno potrà trovare il rivenditore più vicino:
I Via Nomentana 45/a
(Sacco Pastore/Montesacro)
I Via del Caravaggio 81
(Cristoforo Colombo)
I Via Gregorio VII, 55
(Cavalleggeri/San Pietro)
I Via Baldo degli Ubaldi (metà,
Aurelio)
I Via Casalotti, 40
I Largo Diaz (Ponte Milvio)
I Via Federico Borromeo
(Primavalle)
I Piazza Capecelatro (Primavalle)
I Pagine di Sport - Via dei Tadolini
7 (Flaminio-Pinturicchio)
I Via Capuana, 105
I Via Stampa (angolo via
Nomentana)
I Talenti/Via Mario Romagnoli
I Via Casal dei pazzi 76
I Via dei Castani. 26 (Casilino)
I Via Prenestina 94
Cambiamenti
STADIO DEI MARMI
“PIETRO MENNEA”
Quando i luoghi cambiano veste
la storia non cambia si arricchisce
ell’arena marmorea del Foro Italico, su e giù
per le gradinate o di corsa sulla pista, calpestando
l’erbetta del campo o distendendosi su un freddo
muretto, si può vivere il luogo e il tempo.
N
Lì, da progetto aureo di forte propaganda nazionale al
battesimo del Re della corsa italiana, per dar prosieguo
alla storia. I marmi sentono, freddano e testimoniano. I
marmi si sorprendono alle danze inaugurali per i festeggiamenti dei Mondiali di Nuoto Roma 2009, fra gli
applausi alle coreografie di altri due colossi: Ismael Ivo e
Wayne McGregor, con il corpo di ballo della Compagnia
dell’Accademia Nazionale di Danza. Si saranno sgranchite le ossa anche le statue con la musica di Carl Cox
al “Modern Mythology”. Una lunga techno session
assieme a dj Marco Carola, Mathew Jonson, Aril Brikha,
Giancarlino e Cirillo. La maratona musicale dalle 15 alle
24 in punto. L’evento da sballo che sballa ma sempre
legato ad un titolo: il Dj migliore del mondo, Cox.
Sarebbe il caso di dire il Marmi cambia nome ma veste
solo King! I
I Via Pio Molajoni 63/a
(Tiburtina)
I Via San Francesco d’Assisi 22
(Frascati)
I Galleria Vittorio Emanuele
(Frascati)
I Piazza San Silvestro
I Viale Jonio/via Montecassino
I Corso Francia (altezza Conad)
I Via Appia/Via Enea
I Via Cesare Baronio/Via Latina