Così faccio le scarpe alla paura della crisi
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Così faccio le scarpe alla paura della crisi
Moda - Corriere della Sera - Martedì 22 Settembre 2009 - Storie di moda La fiera 33 LA NOVITÀ Per la prima volta a Milano, al Fieramilanocity, il N.O.W fashion exhibition, il nuovo concept espositivo che dal 25 al 28 settembre presenta le collezioni uomo, donna e accessori rivolte alle aziende capaci di proporre pronto programmato e semi-programmato, capsule stagionali e riassortimenti L’IMPRENDITORE LA RICETTA DEL MICAM «Così faccio le scarpe alla paura della crisi» Cura e dettagli per la rivincita C ✹ di Paola Bulbarelli Cuoio, forbici, ago, filo. Dai il tutto in mano a Giuseppe Baiardo e, in men che non si dica, ti mette insieme una scarpa. Perfetta, dai tacchi alla forma, alle suole. Non potrebbe essere che così per uno che si chiama «come il cavallo magico del paladino Rinaldo», dice lui. Questo piemontese di nascita ma veneto d’adozione, ora a capo di un’importante azienda calzaturiera, la Iris (300 mila paia di calzature prodotte all’anno, fatturato: 50 milioni di euro) con sede a Fiesso d’Artico nel cuore della Riviera del Brenta, si diplomò da ragazzo a pieni voti alla Scuola Modellisti di Vigevano e da allora, orgogliosamente, si considera, prima di tutto, un tecnico della calzatura. «Costruisco una scarpa con le mie mani dalla a alla z», afferma con un grande entusiasmo. Mai passata la voglia di occuparsi di scarpe? «Mai, eppure un anno e mezzo fa ce ne sarebbero stati tutti i motivi. In quarantadue anni di mestiere mai vista una crisi del genere». Come andavano le cose prima? «Le scarpe italiane sono state sempre le più apprezzate al mondo, il made in Italy non temeva confronti ed era, ed è, un fiore all’occhiello dell’economia nazionale. A livello internazio- nale siamo sempre andati benissimo. Magari c’era qualche mercato che registrava degli alti e bassi o capitava una collezione dove c’era qualche scarpa sbagliata non in linea con le tendenze, ma tutto rimaneva nell’ordinaria amministrazione». E poi? «Il crollo, inevitabile e irrefrenabile. Un crollo generale a causa di una situazione finanziaria mondiale fasulla con tanto di panico e conseguente crollo delle vendite. Fino a luglio 2008 era una crisi gestibile poi, in due tre mesi, settembre, ottobre, novembre la situazione è precipitata. Era come essere abituati a guidare una macchina veloce e scattante alla quale, improvvisamente è stato tirato il freno a mano». Si è sentito spiazzato. «A dir poco, perché l’esperienza non contava. ‘‘ Ora la fase di discesa si è fermata, c’è molta più fiducia. Ma tornare ai vecchi fasti sarà molto dura Avevo fondato fabbriche all’estero, mi ero occupato della gestione aziendale di altre, collaborato al marchio Maud Frizon oltre che con altri grandi griffe della moda, ero diventato presidente della Iris, scelta da Lvmh per produrre le collezioni da donna di Louis Vuitton. Nulla contava contro la crisi. Però non mi sono mai perso d’animo». Il suo lavoro è andato avanti. «Certo, ancor più di prima, con ancor più attenzione nella progettazione, produzione, industrializzazione e commercializzazione. Ora la discesa si è fermata, c’è più fiducia. Conosco bene il comparto dell’alta gamma e tornare ai vecchi fasti sarà molto dura». Le fiere come il Micam, sono utili? «Quando sono giuste come il Micam sono sempre utili. C’è molta scelta e possibilità di allargare le conoscenze. In più, per chi non ha uno show room è una grande opportunità». © RIPRODUZIONE RISERVATA iò che ci si infilerà ai piedi la prossima stagione calda, quella del 2010, lo diranno le 1600 aziende (mille italiane e 600 straniere) che partecipano al Micam, il salone più importante al mondo dedicato alla calzatura. In un momento congiunturale non certo positivo, dal 16 al 19 settembre alla Fiera di Milano a Rho (stesso luogo e stesse date anche di Mipel il Mercato Internazionale Pelletteria e accessori con 420 espositori), si ritroveranno le maggiori case produttrici per cercare di ribaltare la situazione di cui si aspettano da tempo segnali positivi. La manifestazione, organizzata dall’Associazione Calzaturifici Italiani (Anci) metterà in scena la gamma alta e medio-alta di un settore in cui gli italiani non temono confronti. Non un caso, d’altronde, che i più noti marchi stranieri scelgano la qualità e la professionalità delle aziende italiane per la produzione delle loro calzature. I distretti delle calzature (Vigevano, Sant’Elpidio al mare e Valle del Brenta) fanno scuola tanto che il Micromuseo itinerante (giunto alla quinta edizione), creato da Aldo Premoli, resta la linfa vitale da cui si parte, stagione dopo stagione, per individuare quelle scarpe, ormai storiche ma che, ancora ora, dettano legge in fatto di costruzione e tendenze. Micam apre i battenti in un momento in cui i riflettori sono accesi sulla calzatura anche a New York dove, nell’ambito della Fashion Week, verrà assegnato lo Stepping Out in Italian Shoes Award, il riconoscimento istituito da Anci e Ice e attribuito ai cinque marchi italiani più amati in America. “E’ ormai la terza edizione di Micam – precisa Vito Artioli, presidente di Anci- che si tiene in questa congiuntura sfavorevole ma il settore fa sentire la sua voglia di reagire, di combattere per restare competitivo e affermarsi. Per questo le imprese hanno messo una particolare cura nelle nuove collezioni”. Pa. Bul. © RIPRODUZIONE RISERVATA