Italia Oggi Sette

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Italia Oggi Sette
• Anno 21 - Numero 67 -
€ 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 19 Marzo 2012 •
• NELL’INSERTO, LA MEDIAZIONE TRIBUTARIA E GLI STRUMENTI DEFLATIVI FACOLTATIVI •
* con «L’Atlante delle Società 2012» a € 1,30 in più; con guida «Le comunicazioni telematiche al isco» a € 6,00 in più; con guida «Bilanci 2012» a € 6,00 in più; con guida «Sindaci e Revisori le nuove regole» a € 6,00 in più; con guida «Il isco tenta la sempliicazione» a € 5,00 in più; con guida «Difendersi da Equitalia» a € 6,00 in più
www.italiaoggi.it
IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE
Sette
Mediazione a quota 20 mila
La conciliazione obbligatoria in un anno non è decollata. Ma le cose cambiano
velocemente. E quando le parti si presentano, nel 50% dei casi si trova l’accordo
MARINO LONGONI
[email protected]
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DI
IN EVIDENZA
n un anno sono stati quasi 100
Iobbligatoria.
mila i tentativi di conciliazione
Di questi, quasi 20 mila
* * *
Telemarketing Per il garante privacy il registro delle
opposizioni alle telefonate commerciali fa flop. Ma
la fondazione Bordoni ribatte a
suon di cifre
D’Alessio a pag. 8
Giochi & Scommesse - La Corte
Ue dichiara il dl Bersani illegittimo.
L’accusa è protezionismo a favore
degli operatori di scommesse nostrani. E fioccano i ricorsi
Cerisano a pag. 9
Fisco - Agli sgoccioli
il tempo extra per la
definizione agevolata
delle liti fiscali minori
pendenti. Il termine
per il versamento scade il 2 aprile
Ricca a pag. 11
Impresa - Il dl semplificazioni riforma il sistema dei controlli: nelle
srl, sindaco o revisore senza limiti.
Nelle spa e sapa torna l’obbligo
dell’organo collegiale. Sempre
De Angelis-Feriozzi a pag. 13
D
Documenti/1 - La
ssentenza della Cassazzione sul decoro degli
eedifici
Do
Documenti/2 - La sentenza della Cassazione sui diritti
delle coppie gay
www.italiaoggi.it/docio7
Paola Severino
Gestione degli esuberi,
le aziende scommettono
sull’outplacement
Il boom di crediti inesigibili
allarga il business
degli studi legali d’affari
da pag. 65
da pag. 29
si sono conclusi con un esito positivo,
si è cioè evitato di proseguire il contenzioso. Possono sembrare numeri
modesti, a fronte dell’ingente dispiegamento di forze che è stato approntato (basti pensare che gli organismi
di conciliazione ufficialmente censiti
sono circa 800 per 1.540 sedi sparse
sul territorio). In realtà, il compleanno della mediazione, che cade il
20 marzo, non sembra voler essere
anche un funerale. Il ministro della
giustizia, Paola Severino, ci crede
ancora.
Primo perché negli ultimi tre mesi il
numero delle mediazioni è notevolmente cresciuto (per molti organismi
ha in pratica uguagliato il numero di
quelle effettuate in tutti i nove mesi
precedenti). Poi perché proprio il 20
marzo entreranno nel meccanismo
anche le controversie in materia di
Rc auto e le liti di condominio. E,
soprattutto, le liti tra automobilisti
e assicurazioni finiranno per scoprire la convenienza della mediazione:
anche perché le ultime riforme che
hanno interessato il pianeta giustizia
hanno finito per incrementare notevolmente il costo del contenzioso.
Non è un caso se già oggi, quando
entrambe le parti si presentano davanti al mediatore (cosa che succede
una volta su tre), questi riesce a comporre la controversia. In prima linea
le aziende. L’approccio dell’imprenditore è generalmente più pragmatico
e meno emotivo di quanto non sia
quello del comune cittadino. E questo
rende molto più praticabile la ricerca
di un compromesso in grado di soddisfare entrambi i contendenti.
C’è ancora un elemento che gioca a
favore del futuro della mediazione: se
all’inizio la classe forense si è dimostrata ostile a questa innovazione, ora
gli avvocati, soprattutto i più giovani,
si stanno rendendo conto che con la
mediazione non perdono il cliente:
cambia semplicemente il servizio offerto. Una consulenza extragiudiziale
al posto di un’assistenza in giudizio.
Anzi, i legali possono intervenire nella mediazione con il duplice ruolo di
mediatore e di assistente, tanto che
gli organismi di conciliazione costituiti presso i consigli dell’ordine sono
già 109, mediamente uno per provincia. Non è un caso se il tentativo di
boicottaggio, che un anno fa avrebbe
incontrato il favore di molti legali,
oggi trova molti meno consensi.
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2
Lunedì 19 Marzo 2012
AVVOCATIOGGI
* * *
Crediti inesigibili,
■ business in espansione
Molte law firm si stanno specializzando nella gestione dei cosiddetti non performing loans delle
banche: un «tesoretto» da 100
miliardi secondo Bankitalia
alle pagg. I, II e III
Gli avvocati
■ alla guerra del gas
Il garante per la concorrenza ha
avviato un’istruttoria nei confronti di Eni per abuso di posizione
dominante sul mercato del trasporto gas. I legali in campo
a pag. IV
Essere consulenti
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■ come degli artigiani
Gabriele Consiglio, co-fondatore di Negri-Clementi studio
legale associato, racconta
la sua carriera di esperto di
contenzioso e tutela marchi
a pag. V
Parcelle insolute,
■ pignoramenti soft
Secondo una recente pronuncia del tribunale di Ravenna
l’avvocato non può rivalersi
sulla pensione del cliente che
non paga
a pag. VI
ITALIAOGGI SETTE PREVIEW
Legance con Meliorbanca e Inergia
per il inanziamento di un parco eolico
area 200 punti base. Il team di Allen & Overy
è composto dai partner Cristiano Tommasi e
Legance ha assistito Meliorbanca spa nella Craig Byrne, coadiuvati da Elena Radicella
strutturazione del finanziamento da 16,3 mi- (senior associate), Alessandra Pala (associate)
lioni di euro, in regime di project financing, e Sarah Capella (trainee). Il partner Francerelativo a un parco eolico di potenza pari a sco Guelfi, coadiuvato dal senior associate Elia
complessivi 12 mw in Puglia. Il finanziamen- Ferdinando Clarizia, ha seguito gli aspetti
to è stato concesso alla società Parco eolico fiscali dell’emissione.
Stornara srl, controllata da Inergia spa, che
ha realizzato e gestirà l’impianto sito nel co- Tonucci & partners cresce
mune di Stornara (Foggia). Il team di Legance nell’Est Europa con 12 nuovi avvocati
coinvolto nell’operazione è stato guidato dal
partner Rosella Antonucci coadiuvata dal
Tonucci & partners si rafforza
counsel Federico Greco e dal
nell’Est Europa con 12 nuovi avvosenior associate Fabio Piazza.
cati. Lo studio legale ha sviluppato
Il managing associate Ivano
infatti nelle ultime settimane una
Saltarelli e il senior associate
campagna di recruitment per le
Ada Esposito hanno curato gli
sedi italiane ed estere. In particoaspetti di diritto amministrativo,
lare, a Bucarest, dove lo studio è atmentre il partner Claudia Gretivo da 12 anni, si sono aggiunti di
gori e il senior associate Franrecente tre rinforzi: Anca Stroiu,
cesco Di Bari si sono occupati
proveniente da Musat si Asociatii
degli aspetti fiscali.
Rosella Antonucci
ed esperta in Energy Law, Ioana
Strugariu e Alina Secrieru, l’ultima con una
Allen & Overy con le banche
nell’emissione obbligazionaria di Luxottica lunga esperienza nello Studio De Capoa. Il
rafforzamento del team riguarda sia il settore
Allen & Overy ha assistito Citigroup, Crédit dell’energia, sia quello del contenzioso e del
Agricole, Bank of America-Merrill Lynch, Ro- corporate. La crescita ha riguardato anche lo
yal Bank of Scotland e UniCredit, in qualità di studio di Tirana, con l’ingresso di Iva Nathain qualità di joint-lead managers in relazione naili, specializzata in international finance. In
all’emissione obbligazionaria a scadenza a sette Italia, invece, nel dipartimento lavoro a Roma
anni, per totali 500 milioni di euro, di Luxotti- ha fatto il suo ingresso Paolo Amato, esperca. Il titolo, come quello emesso dalla società to anche in diritto sportivo, mentre a Milano
nel 2010, sarà portato a quotazione presso il hanno fatto il loro ingresso Mariano Della
mercato regolamentato della Borsa di Lussem- Cave con esperienze pregresse negli studi Laburgo. L’obbligazione, emessa successivamente bLaw e Toffoletto e Giulia Leardi, esperta
al recente ottenimento di Luxottica del rating di diritto sindacale. Nel dipartimento antida S&P’s, avrà cedola pari a 3,625%. Il rendi- trust arriva Luca Staffa proveniente dallo
mento del titolo è stato rivisto a 185 punti base studio Van Bael & Bellis di Bruxelles. Nel
sul tasso del midswap, da una prima ipotesi di dipartimento corporate & finance entrano a
Milano, Giovanna Vairo, da ultimo nell’ufficio affari societari e fiscali della Bosch spa
e Alessandro Monti proveniente dallo studio legale Grimaldi & associati, nonché, a
Roma, Salvatore Ferrante proveniente da
Clifford Chance. Sempre a Roma, nel dipartimento litigation, ha raggiunto lo studio
Caterina Ghelli.
Silvio Rizzini Bisinelli entra in Nctm
con la qualiica di associato
Nctm si rafforza a Roma con l’ingresso di
un nuovo associato nel dipartimento consulenza, Silvio Rizzini Bisinelli, esperto in
consulenza di impresa con una focalizzazione su tematiche di attualità come la governance nei gruppi societari, la pianificazione
ambientale dell’impresa e l’asset protection.
Con lui, entreranno
in Nctm Valentina
Veneroso, specializzata in tematiche
ambientali, e Luca
Cerimele, esperto
di diritto societario.
Jones Day
punta sul diritto
commerciale
internazionale
Nuovo ingresso per Jones Day. Lo studio ha
annunciato l’arrivo di Renato Antonini che
guiderà il dipartimento di diritto commerciale
internazionale dell’ufficio di Bruxelles. Antonini farà parte del dipartimento di Government
Regulation, che conta più di 70 avvocati negli
uffici di Jones Day di tutto il mondo.
PROFESSIONI
P
PRO
OFES
SSIIONII IN
N MO
MOVIMENTO
OVIIMEN
NTO
O
Massimo Magi alla guida
di Fondoprofessioni
presidente nazionale dell’Acoi
- Associazione chirurghi ospedalieri italiani, per il settore
sanità.
L’assemblea di Fondoprofessioni ha confermato l’incarico
di presidente a Massimo Magi
Hp italiana, nuovi ruoli
e ha nominato vicepresidente
per Imaging & Printing
Rosetta Raso. Medico di meNuovi ruoli nella divisione
dicina generale, marchigiano,
Imaging & Printing di Hp itaMagi proviene da Confprofesliana. Carlo Bruschieri ricosioni e dal 2009 è alla guida
prirà la posizione di managed
del Fondo. Alla vicepresidenza
enterprise solutions director.
si insedia Rosetta Raso, sindaMassimo Magi
calista della Fisascat Cisl, calabrese, già componente del cda
di Fondoprofessioni. Al fianco di Magi e
di Raso, nel nuovo cda sono stati chiamaSe Cristo, scriveva Carlo Levi, si è
ti Leonardo Pascazio (Confprofessioni),
fermato ad Eboli, il progresso s’è arRiccardo D’Agata (Confedertecnica), Darestato sulla soglia di palazzo Monnilo Lelli (Filcams Cgil), Ivana Veronese
tecitorio. Nell’era digitale, in cui la
(Uiltucs Uil).
Pec (Posta elettronica certificata) è
stata resa obbligatoria per imprese e
Quattro nuovi vicepresidenti
professionisti, e la maggior parte dei
per il consorzio Cineas
certificati viaggiano sulla corsia preCineas, Consorzio universitario speferenziale (e veloce come un battito
cializzato nello studio e nella formaziodi ciglia) del web, provate a chiedere
ne sulle tematiche legate alla gestione del
come si fa a ottenere il permesso per
rischio, ha rinnovato le cariche sociali per
accedere alle auguste sale dei vari
edifi ci che a Roma sono riconduciil triennio 2012/2015 con la nomina di
quattro nuovi vicepresidenti, Francesco
bili alla Camera dei deputati per
La Gioia, Paolo Rubini, Giuseppe Departecipare a un convegno, o per un
gradi e Mauro Longoni, e la conferma
appuntamento con un parlamentadella presidenza di Adolfo Bertani e delre: bisogna tassativamente inviare un
fax. E non sprecate il tempo cercando
la direzione di Carlo Ortolani. I quattro
vicepresidenti avranno responsabilità per
di convincere gli zelanti addetti agli
accrediti che, magari, nel 2012 è obsouno specifico settore di attività. Francesco
La Gioia, Ceo e presidente del comitato
leto ricorrere ancora allo strumento
direttivo di Helvetia Italia, sarà viceprecartaceo, quando con una email si otsidente per il settore assicurazioni, Paolo
terrebbe con maggior celerità lo stesso risultato di identificare l’aspirante
Rubini, presidente di Anra e risk manavisitatore delle stanze del potere. Per
ger in Telecom Italia, per il settore aziende, Giuseppe Degradi, Specialty claims
carità, nessuna intenzione di togliere
lustro ad un’invenzione brillante, bapresso Insurance engineering services, per
il settore periti, e Mauro Longoni, viceluardo delle redazioni giornalistiche
per decenni, che in origine si chia-
Silvio Rizzini
Bisinelli
Rossella Campaniello rivestirà il ruolo di
retail sales manager e lei riporteranno le
vendite canale retail, trade marketing e
retail operation. A Marco Lanfranchi, nel
nuovo ruolo di commercial sales director,
riporteranno le vendite canale commercial
accounted, le vendite end user Smb, lo sviluppo del canale business e il mercato delle
pmi, attraverso programmi personalizzati.
Luca Motta occuperà la posizione di category & marketing director per le categorie
Iws, Les, supplies ink e supplies toner, marketing end user e influencer marketing.
Il digital divide del parlamento
mava pantelegrafo, messa a punto
dall’abate italiano Giovanni Caselli
nel 1855, di cui s’innamorò l’imperatore di Francia Napoleone III tanto
da avviarne (con successo) il collaudo sull’intera rete francese. Tuttavia,
nel XXI secolo, con che coraggio in
aula e nelle commissioni si discutono
e votano leggi per la semplificazione
e la lotta ai lacci e lacciuoli burocratici, quando il passaggio a livello
del parlamento si solleva soltanto in
presenza di una richiesta via fax?
Difatti, il «vade retro» nei confronti
della corrispondenza online riguarda anche l’accesso alle residenze dei
senatori.
Non c’è dubbio che ci siano cose
più importanti per il paese. Ma anche nelle piccole cose, sarebbe bello
che ogni tanto i presidenti dei due
rami del parlamento, Gianfranco
Fini e Renato Schifani dessero il
buon esempio, applicassero anche a
se stessi le regole che vogliono imporre ai cittadini (o ai sudditi), invece
di adagiarsi sull’intramontabile: armatevi e partite.
Moustique
Gabriele Ventura
IOLAVORO
* * *
Anche l’ospitalità
■ si rifà il look
Al Poli.design parte il corso di
formazione in design per le strutture alberghiere
a pag. 66
Il settore farmaceutico
■ non mostra difficoltà
Dalla farmacovigilanza al controllo di qualità tiene la richiesta di
professionalità di alto livello
a pag. 67
Le aziende scoprono
■ l’outplacement
Si fa sempre più strada il ricorso
a strategie di ricollocamento del
personale in esubero
alle pagg. 68 e 69
Il franchising come
■ antidoto alla crisi
Nel 2012 in arrivo 1.400 nuovi
punti vendita che daranno lavoro
a circa 5 mila persone
a pag. 71
Oltre milleseicento
■ opportunità di lavoro
McDonald’s apre nuovi ristoranti
per 1.500 posti. Partelesa amplia il franchising. Venti proili per
Openjobmetis
a pag. 71
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Lunedì 19 Marzo 2012
UN ANNO DI MEDIAZIONE
3
Dopo un anno le liti sono il 60% in meno rispetto alle stime. E gli organismi si moltiplicano
Tutti all’assalto della mediazione
Ma le conciliazioni non arrivano
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Le previsioni
DI
Pagina a cura
GABRIELE VENTURA
B
oom di organismi di
conciliazione. Ma mancano i procedimenti. In
un anno sono nate circa
800 strutture con più di 1.500
sedi sparse su tutto il territorio.
Peccato che le mediazioni con
tutta probabilità non arriveranno a quota 100 mila nei 12 mesi.
Un risultato di gran lunga inferiore ai 280 mila riti pronosticati
un anno fa dal ministero della
giustizia. Insomma, il bilancio
del primo anno di vita del dlgs
n. 28/2010, entrato in vigore il
21 marzo 2011, è decisamente
in rosso. La speranza è riposta
ora nello sblocco delle ultime
due materie che avevano subito
una proroga di 12 mesi: risarcimento danni da sinistri stradali e liti condominiali, che, sulla
carta, dovrebbero raddoppiare le
I dati reali
mediazioni. Al momento, però, la
situazione è ben diversa da quella disegnata un anno fa da via
Arenula, che evidentemente ha
sbagliato più di qualche calcolo
nelle sue proiezioni, sottovalutando anche l’effetto-resistenza
degli avvocati, indicati dagli addetti ai lavori come i principali
responsabili del mancato decollo
del nuovo strumento giudiziario.
Questo il quadro che risulta a
ItaliaOggi Sette che, sulla base
dei dati divulgati dal ministero
della giustizia, ha ricostruito i
12 mesi trascorsi dall’entrata in
vigore della mediazione obbligatoria. Con l’occhio puntato al futuro. Entriamo nel dettaglio.
dei flussi delle mediazioni civili nei primi 12 mesi. Ebbene,
confrontandole con le rilevazioni statistiche aggiornate al
31 dicembre 2011, il divario è
abissale. Se il pronostico a dicembre 2011 era di 186 mila
procedimenti, il dato reale è
di poco superiore a 60 mila. Di
più. Secondo le stime questo
mese si dovrebbe concludere
con 280 mila liti decise in camera di conciliazione. Mentre,
anche immaginando una decisa
accelerata in questi primi tre
mesi del 2012, con tutta probabilità non si arriverà a 100
mila. E considerando che gli
organismi sono ormai 800, con
più di 1.500 sedi in tutta Italia (soprattutto al Sud), significa che in un anno, in media,
hanno seguito poco più di 100
mediazioni ciascuno (meno di
70 per ogni sede). Decisamente
troppo poco lavoro per tutti.
Le stime sballate di via
Arenula. Circa un anno fa,
passato un mese dall’avvio
della mediazione obbligatoria,
il ministero della giustizia ha
diffuso le stime di previsione
Gli ostacoli. È ormai assodato che il principale ostacolo
alla diffusione della cultura
della mediazione civile sia stata la dura battaglia intrapresa
dall’avvocatura. La normativa,
al momento, è sotto la lente della
Corte costituzionale, che si pronuncerà a breve. Gli avvocati,
insomma, hanno preferito perdere terreno sugli altri soggetti interessati al business della
mediazione obbligatoria, rallentando invece il diffondersi dello
strumento. Secondo gli addetti
ai lavori, infatti, le numerose
mancate adesioni sarebbero in
parte dovute alla resistenza
degli avvocati a fare utilizzare
al cliente l’opzione della mediazione. Secondo quanto risulta a
ItaliaOggi Sette, molti conflitti
verrebbero chiusi direttamente
all’interno degli studi professionali, in modo tale che l’avvocato
non perde il cliente ed evita la
strada della mediazione.
Le vie di sviluppo. Di certo
l’entrata in vigore delle due nuove materia darà una forte spinta
alla diffusione della mediazione
obbligatoria. Tanto che l’avvocatura si è spesa fino all’ultimo per
ottenere una proroga dal ministero della giustizia. Il risarcimento danni da circolazione e le
liti condominiali, secondo le stime del ministero della giustizia,
dovrebbero infatti pesare per il
50% sui procedimenti di mediazione obbligatoria. In più, stando
ai primi dati diffusi da alcuni organismi sui 12 mesi, risulta una
inversione di marcia nel 2012.
In alcuni casi, in questi tre mesi
è stato gestito lo stesso numero
di liti degli altri nove mesi del
2011. In questo senso, quindi, si
può dire che la mediazione obbligatoria rappresenti ancora
un’opportunità.
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La crescita delle sedi degli organismi sul territorio
Regione
Sedi
novembre
2011
Sedi
marzo
2012
Crescita
Abruzzo
41
53
12
Basilicata
11
18
7
Calabria
63
73
Campania
153
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Regione
Sedi
novembre
2011
Sedi
marzo
2012
Crescita
Pie
Piemonte
42
62
20
Puglia
74
101
27
10
Sardegna
Sa
20
36
16
230
77
7
Sicilia
141
197
56
67
84
17
15
21
6
154
214
60
0
41
49
8
Lombardia
102
153
51
Veneto
54
76
22
Marche
33
41
8
Totale
1.114
1.540
426
Molise
11
15
4
Lazio
Liguria
Toscana
T
To
54
72
18
Trentino
Alto
Tre
Tr
en
n
nti
ti n
ti
no
oA
lt Adige
lt
lto
12
16
4
Umbria
18
24
6
Valle
V
Va
alle d’Aosta
d
8
5
-3
Fonte: elaboraz
elaborazione ItaliaOggi Sette su dati del ministero della giustizia
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4
Lunedì 19 Marzo 2012
UN ANNO DI MEDIAZIONE
I dati sulle liti della materia che dovrebbe dare slancio alla mediazione. Da Roma in giù
Sinistri stradali, la metà a Napoli
DI
Pagina a cura
GABRIELE VENTURA
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N
apoli è l’Eldorado dei
mediatori che si sono
specializzati nel risarcimento danni per
incidenti stradali. Oltre la
metà dei procedimenti arrivati
presso gli uffici dei giudici di
pace di tutti i distretti d’Italia
appartiene infatti al capoluogo
campano: più di 155 mila su
296.869 nel 2010. È quanto
emerge dagli ultimi dati diffusi dal ministero della giustizia
sulle serie storiche, dal 2007 al
2010, dei procedimenti sopravvenuti, definiti e pendenti al
31 dicembre per risarcimento
danni circolazione presso gli
uffici di giudice di pace.
Statistiche che acquistano
rilievo per l’entrata in vigore della nuova materia che,
insieme alle liti condominiali, dovrebbe dare nuova linfa
alla mediazione obbligatoria
(si veda anche altro approfondimento a pag. 5).
Guardando alla distribuzione territoriale delle liti, dopo
Napoli si posiziona Roma, con
quasi 18 mila procedimenti
nel 2010, e Lecce, con più di
16 mila. In generale, per i dan-
Dove si litiga di più
per i sinistri stradali
L’andamento dei procedimenti
per risarcimento danni
Anno 2009
Anno 2010
Sopravvenuti
274.782
296.869
Definiti
256.995
262.400
Pendenti al 31 dicembre
381.758
421.725
Procedimenti
di risarcimento danni sopravvenuti
Anno 2009
Procedimenti
di risarcimento danni sopravvenuti
Anno 2010
Bari
15.159
15.706
Catania
6.947
7.163
Catanzaro
Distretti
Fonte: Dipartimento organizzazione giudiziaria - Direzione generale di statistica del ministero della giustizia. Procedimenti per risarcimento danni circolazione
presso gli uffici di giudice di pace
10.252
11.379
Firenze
7.376
7.337
Lecce
15.142
16.111
Milano
5.957
6.126
Napoli
141.059
156.015
6.352
6.805
Palermo
ni da circolazione, è il Sud a
farla da padrone, con Catanzaro, Salerno e Bari che sono gli
unici altri distretti a superare
quota 10 mila procedimenti so-
pravvenuti nel 2010. Staccate,
infatti, ci sono Milano con poco
più di 6 mila (nel 2007 erano
più di 9 mila), Torino con quasi 4 mila e Bologna con circa
Roma
17.227
17.834
Salerno
14.225
12.900
3.500. Quello del risarcimento
danni da circolazione stradale
sembra quindi un vero business. Soprattutto da Roma in
giù.
Opportunità anche dalle liti
condominiali che, secondo i
dati 2011 del Centro studi di
diritto condominiale e immobiliare (Cescond), rappresentano
oltre un quinto delle cause civili pendenti in Italia.
Camere di commercio,
è loro il 25% delle liti
Società, l’istituto
è decollato nel 2012
Commercialisti, tutti
gli ordini per la fase 2
Camere di commercio protagoniste nella mediazione. Un quarto dei procedimenti, infatti,
è stato gestito dai 93 organismi rientranti nelle
maglie del sistema camerale. E, considerando
che gli enti accreditati al registro del ministero
della giustizia sono 800, tra ordini professionali
e soprattutto società private, il risultato appare ancora più significativo. Da marzo a dicembre, le camere hanno condotto infatti 15 mila
mediazioni, il 25% rispetto alle 60 mila rilevate
a livello nazionale dal ministero della giustizia.
«Ci aspettiamo una ulteriore crescita», commenta Tiziana Pompei, vicesegretario generale
di Unioncamere, «dovuta alle nuove materie che
entreranno in vigore. Tra le criticità abbiamo
rilevato numerose
mancate adesioni.
Molti procedimenti non si chiudono
perché una delle
parti non si presenta.
E questa tendenza
è in parte dovuta
al problema della scarsa diffusione dello strumento, in parte all’avvocatura che non ha rappresentato
correttamente l’istituto. A seguito di questa
resistenza da parte degli avvocati», continua
Pompei, «ci risulta che si sia innescato anche
un meccanismo per cui molti conflitti si chiudono all’interno degli studi professionali. Infatti,
tenendo presente i dati del ministero della giustizia, che testimoniano la riduzione del contenzioso nei tribunali, significa che in parte le
liti si sono chiuse in camera di conciliazione,
in parte in qualche altro posto. Nonostante
questo», sottolinea Pompei, «i nostri numeri
sono in crescita, e soprattutto è cambiata la
tipologia di conflitti seguiti dalle camere. Prima, erano soprattutto conflitti tra imprese e
consumatori, ora l’80% è rappresentato dalle
liti tra imprese, che è il campo dove il sistema
camerale è più preparato».
La mediazione obbligatoria sta decollando in
questi ultimi mesi. Secondo alcune delle tante
società private che fanno conciliazione, la cultura sulla giustizia alternativa sta cambiando.
L’Asac, Associazione per lo sviluppo delle agenzie di conciliazione, per esempio, nei primi tre
mesi del 2012 ha gestito lo stesso numero di
mediazioni del 2011. «Segno che qualcosa si sta
muovendo», afferma il vicepresidente del consiglio direttivo, Marcello Guadalupi. «Il grosso
del problema, per cui la mediazione non è ancora decollata, risiede nel fatto che non tutti
i professionisti stanno lavorando nella stessa
direzione. Questo significa che non sono state
valutate in maniera corretta le sanzioni che ne
deriveranno, che non sono poi così basse. In
questo senso, la parte più importante la svolgeranno i magistrati nelle sentenze che emetteranno. Ci capita spesso, infatti», continua
Guadalupi, «di ricevere domande di mediazione con la mancata adesione dell’altra parte, segno che non viene compresa l’importanza della
mediazione o i cittadini vengono consigliati a
non partecipare. Questo comportamento non
fa bene né alla giustizia né all’utente finale».
L’Anpar, Associazione nazionale
per l’arbitrato e la conciliazione,
ha avviato circa 1.700 mediazioni
nel 2011, e conta di superare quota
2 mila entro marzo. Tra le principali materie: diritti reali, successioni, sanità. In media, il controvalore delle liti
è sui 50 mila euro. «Tra le criticità», afferma il
presidente, Giovanni Pecoraro, «evidenziamo
la mancata preparazione dei mediatori. Si sono
avventurati nel nuovo istituto soggetti con una
preparazione carente. È importante, in questo
senso, formare bene i professionisti, e il ministero deve vigilare in questo senso».
Tra tutti gli ordini professionali, quello dei
dottori commercialisti ed esperti contabili è
uno dei pochi ad aver puntato tutte le forze,
e fin da subito, sul dlgs n. 28/2010. I numeri
parlano chiaro: oltre 80 organismi accreditati e altri dieci in fase di accreditamento.
Su 143 ordini, quasi 100 hanno costituito un
ente all’interno della rete creata dal Consiglio nazionale.
Altri, invece, si sono organizzati autonomamente, dando vita a organismi inteprofessionali o
sottoscrivendo protocolli
con le camere
di commercio.
Insomma, secondo Felice
Ruscetta, presidente del
Consiglio direttivo di Adr
commercialisti, «tutti gli ordini territoriali
si sono attivati per dare una risposta ai cittadini. Detto questo, dall’entrata in vigore
delle nuove materie mi auguro un incremento
notevole di procedimenti», afferma, «auspico
però una maggiore vigilanza da parte del ministero. Mi risulta che diversi organismi non
stiano operando correttamente.
E questo droga il mercato. Se il servizio professionale non è svolto con serietà, infatti,
il cittadino è scoraggiato e la cultura della
mediazione non si diffonde. Anche all’interno
della stessa procedura, se la scelta del mediatore non è corretta o il professionista non è
preparato, difficilmente si riuscirà a dare un
buon servizio.
Il ministero deve intervenire per evitare questi comportamenti e pubblicità ingannevoli,
soprattutto in tema di formazione». Guardando ai numeri degli ordini territoriali, l’Ordine
di Milano ha gestito 300 liti, seguono Napoli
con 150 e Roma con 120.
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UN ANNO DI MEDIAZIONE
Lunedì 19 Marzo 2012
5
Quanto costa la conciliazione per risarcimenti e liti condominiali. Spesa recuperabile dal isco
Valore del danno determinante
DI
Pagina a cura
ANTONIO CICCIA
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D
al 20 marzo 2012 per i
risarcimenti danni da
sinistri stradali e per
le liti condominiali è
obbligatorio passare dal mediatore. L’avvocato cui ci si rivolge
non può iniziare la causa, ma
deve spiegare al cliente che prima bisogna convocare l’assicurazione o il condominio davanti
a un organismo di conciliazione.
Magari si può sfogliare l’elenco
degli organismi di conciliazione
presente sul sito del ministero
della giustizia o magari si delega il tutto all’avvocato. Il legale
deve avvisare il suo assistito che
la presenza dell’avvocato non è
obbligatoria e che se la conciliazione riesce si potrebbero pure
ottenere benefici fiscali (credito
d’imposta per l’indennità pagata per la mediazione). Tra l’altro
le spese dell’avvocato rimangono
formalmente a carico del cliente,
a meno che l’accordo finale non
preveda espressamente una rivalsa sull’assicurazione.
L’interessato deve, dunque,
scegliere se andare da solo alla
mediazione o se farsi accompagnare dall’avvocato. In ogni caso,
scelto l’organismo (ce ne sono di
enti pubblici o privati) bisogna
compilare l’istanza di mediazione. Nel modello si devono indicare le parti e la ragione sintetica
dell’istanza, allegando i documenti che si ritiene più significativi.
Ad esempio si possono allegare le
foto della macchina sinistrata o il
verbale di pronto soccorso e altra
documentazione medica.
Un punto non facile è la determinazione del valore della controversia. Certo se per il danno
all’auto sarà il preventivo del carrozziere a risolvere il problema,
non è così semplice determinare il danno da lesioni personali,
tenendo conto di tutte le voci.
E in proposito potrebbe essere
pericoloso confidare nel proprio
intuito: si rischia di fare richieste esageratamente alte o sproporzionatamente basse. In ogni
caso il valore della controversia
è determinante perché è l’unita
di misura dell’indennità da pagare all’organismo. Organismo
che, per accettare la richiesta,
chiederà un primo versamento
di 40 euro più Iva e poi, di solito,
si fa versare una seconda parte
prima della seduta e, infine, un
saldo a mediazione finita, calcolato a seconda dell’esito. Ci sono,
infatti, diminuzioni e aumenti a
seconda che alla mediazione si
presentino tutte le parti oppure
che si raggiunga la conciliazione.
In materia di sinistri stradali si
applica la riduzione a seconda degli scaglioni previsti dalla tabella
ministeriale, perchè si tratta di
conciliazione obbligatoria.
Per un danno di importo più
basso si tratta di qualche centinaio di euro. Ma è evidente che
per i danni di maggiore importo il
conto potrà essere caro. A questo
punto si va davanti al mediatore. Se la controparte si presenta
comincerà il procedimento, che
deve concludersi entro quattro
Cosa si rischia di pagare
Esempio: sinistro stradale danno 50 mila euro
CAUSALE
IMPORTO
(euro)
NOTE
FONTE
Spese mediazione
400
Massimo ridotto di un terzo
Art. 16 e segg.
dpr 180/2010 (allegato 1)
Contributo unificato
450
In base al valore della controversia
Art. 13, dpr 115/2002
Contributo unificato chiamate di terzo,
atti di intervento,
modifiche della domanda
In base al valore
della domanda
Chi ha già versato il contributo
e aumenta il valore della domanda
paga solo l’integrazione
per lo scaglione superiore
Art. 14, dpr 115/2002
Omessa dichiarazione di valore
della causa nell’atto introduttivo
1.466
Valore massimo tabellare
del contributo unificato
Art. 13, comma 6,
dpr 115/2002
Sanzione per omessa dichiarazione
modifica valore della domanda
1.466
Valore massimo tabellare
del contributo unificato
Art. 13, comma 6,
dpr 115/2002
Sanzione per mancata
partecipazione alla mediazione
senza giustificato motivo
450
Pari al contributo unificato
Art. 8, dlgs 28/2010
Pagamento spese sostenute
dal soccombente in caso di ostruzionismo
all’accordo in sede di mediazione
da parte della parte vittoriosa
Da liquidarsi
dal giudice
In caso di corrispondenza totale
tra decisione del giudice
e accordo rifiutato
Art. 13, dlgs 28/2010
Sanzione in caso di ostruzionismo
all’accordo in sede di mediazione
450
Pari al contributo unificato
Art. 13, dlgs 28/2010
Condanna al risarcimento del danno
per lite temeraria
Da liquidarsi
dal giudice
Ioptesi di responsabilità
aggravata; si aggiunge alle spese
di soccombenza
Art. 96 codice
di procedura civile
Contributo unificato aumentato
per omessa indicazione di fax/pec
dell’avvocato o codice fiscale parte
675
Contributo unificato aumentato
della metà
Art. 13, comma 3-bis,
dpr 115/2002
Contributo unificato per appello
675
Contributo unificato aumentato
della metà
Art. 13, comma 1-bis,
dpr 115/2002
Contributo unificato per Cassazione
900
Contributo unificato
raddoppiato
Art. 13, comma 1-bis,
dpr 115/2002
mesi. Se ci si mette d’accordo
il danneggiato potrebbe avere
conseguito più di un vantaggio:
il vantaggio del tempo; di non
avere speso soldi per la causa,
di poter recuperare dal fisco i
soldi spesi per la mediazione.
Bisogna però mettere in conto
lo svantaggio di avere magari
accettato una cifra più bassa di
quella cui si avrebbe diritto. Certamente una conciliazione porta
con sé una transazione e cioè un
accordo, per raggiungere il quale le parti rinunciano a qualche
cosa. Sarà il singolo interessato
che dovrà valutare caso per caso
se quello cui ha rinunciato sarà
stato compensato dai vantaggi
conseguiti. Il rischio è che rimanga il dubbio che si è costretti a
conciliare perchè la giustizia non
funziona, è lenta, aleatoria. Se
scendere o meno a compromessi
è una scelta dell’interessato. Se
la controparte non si presenta
o se la conciliazione non riesce,
in effetti il tempo passato non è
servito a granché. Anzi. Il danneggiato dovrà pagare il saldo
all’assicurazione e cominciare la
trafila giudiziaria. Andrà dall’avvocato e gli affiderà l’incarico di
iniziare la causa, versandogli un
fondo spese. Per iniziare la causa
occorre versare il contributo unificato e pagare tutti i diritti che
la causa porta con sé oltre agli
onorari del legale.
Certo la prospettiva è di recuperare tutto dall’assicurazione
condannata a pagare. Ma se il
giudice si convince che il danno
è di importo pari a quello offerto dall’assicurazione davanti al
mediatore e rifiutato dal danneggiato, va a finire che quest’ultimo
non recupera nemmeno le spese
legali, anzi corre il rischio di dovere pagare le spese dell’avvocato dell’assicurazione. Ad esempio
la mediazione per un danno da
sinistro stradale di 50 mila euro
costa 400 euro (oltre Iva); se si
accetta l’offerta dell’assicurazione si deve pagare un surplus per
la riuscita, ma lo stato dovrebbe
rimborsare quanto speso; se si
rifiuta l’offerta il recupero fiscale dell’indennità all’organismo è
dimezzato e bisognerà affrontare
il giudizio e cominciare a pagare
450 euro di contributo unificato
e a dotare l’avvocato incaricato dei soldi per fare fronte agli
esposti e per dargli un anticipo
degli onorari; se poi si vince allora di regola le spese legali del
danneggiato saranno messe a
carico dell’assicurazione; ma
se il giudice valuterà il danno
dello stesso importo di quello
già offerto dall’assicurazione
in mediazione, il danneggiato
rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano.
L’avvocato è obbligato
a informare il cliente
All’atto del conferimento dell’incarico (quindi non necessariamente al primo colloquio), l’avvocato è tenuto
a informare l’assistito della possibilità o dell’obbligo di
avvalersi del procedimento di mediazione disciplinato
dal dlgs 28/2010 e delle agevolazioni fiscali di cui agli
articoli 17 e 20. L’informazione deve essere fornita chiaramente e per iscritto ed il documento che la contiene
va allegato all’atto introduttivo del giudizio. In caso di
violazione degli obblighi d’informazione, il contratto tra
l’avvocato e l’assistito è annullabile (articolo 4, comma
3, dlgs n. 28/2010). Pur se non è richiesto dalla legge il
Consiglio Nazionale Forense ha suggerito di menzionare la notizia dell’intervenuta informazione anche nella
procura alle liti.
La mediazione, dunque, s’ha da fare. Anche per evitare,
una volta cominciato il processo, di dover ricominciare da
capo. Nella mediazione obbligatoria, la mediazione è, infatti, condizione di procedibilità. O detto altrimenti senza
mediazione il processo è improcedibile.L’improcedibilità
deve essere eccepita da chi è chiamato in giudizio o rilevata dal giudice non oltre la prima udienza. In tali casi il
giudice assegna alle parti un termine per la proposizione
dell’istanza di mediazione e fissa la successiva udienza
dopo quattro mesi. Se al momento di proposizione della
domanda il procedimento di mediazione non si è concluso
il giudice fissa la successiva udienza dopo la scadenza
del termine di quattro mesi. Il sistema adottato, dunque,
non è quello della sospensione del giudizio e della conseguente necessità di riassunzione delle parti. Il giudice
si limita a fissare l’udienza successiva nel rispetto del
termine previsto dalla legge per la conclusione del procedimento di mediazione.
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Lunedì 19 Marzo 2012
UN ANNO DI MEDIAZIONE
Viaggio nella giurisprudenza di merito sul dlgs n. 28/2010. Esclusa la diffamazione telefonica
Senza informativa nessun blocco
DI
Pagina a cura
ANTONIO CICCIA
Flussi e materie
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D
al mediatore ci va il
tutore dell’interdetto
e l’avvocato può essere presente; inoltre se
manca l’informativa del legale
il processo va avanti e non è
necessaria la mediazione per
le cause per danni da diffamazione telefonica. Sono questi
alcuni dei chiarimenti che la
giurisprudenza di merito ha
dato sul procedimento introdotto dal decreto 28/2010.
Anche se su alcuni casi la
questione è dubbia e abbiamo
pronunce di contenuto opposto:
non è chiaro se l’usucapione
sia materia di mediazione così
come per la revocatoria bancaria. Ma vediamo di passare
in rassegna le pronunce più
rilevanti.
In mediazione va il tutore. In caso di interdizione, è
il tutore e non l’interdetto a
dover prendere parte al procedimento di mediazione, essendo, peraltro, preciso compito
dei mediatori quello di dovere
accertare che il soggetto convocato al tavolo di conciliazione sia titolare del potere
di disporre del diritto conteso
(Trib. Varese, 13/2/2012).
Delega del giudice obbligata. L’imposizione al
capo dell’ufficio giudiziario di
adottare, nell’ambito dell’attività di pianifi cazione, ogni
iniziativa necessaria a favorire l’espletamento della mediazione su invito del giudice
implica che non sussista più
una discrezionalità assoluta in
merito alla mediazione delegata, ma che tale discrezionalità sia, ormai, circoscritta alla
valutazione dei presupposti
relativi alla natura della causa, lo stato dell’istruzione e il
comportamento delle parti e si
identifichi in un giudizio prognostico sulla possibile idoneità della mediazione a definire
la controversia (Trib. Prato,
17/1/2012).
Sequestro. La parte che
ha richiesto e ottenuto un
sequestro «ante causam» per
una controversia rientrante in
una delle materie a mediazione obbligatoria, pur volendo
esperire il procedimento di
mediazione non potrà esimersi dall’instaurare il giudizio
di merito ex art. 669-octies
c.p.c. prima o nel corso della
mediazione stessa, in quanto,
il termine di durata della procedura conciliativa può spingersi fino a 4 mesi, ed è dunque
più ampio rispetto al termine
perentorio di cui all’art. 669-octies, comma 1, c.p.c.
Di conseguenza, la parte interessata, se volesse attendere
l’esito della media-conciliazione prima di introdurre il giudizio di merito, rischierebbe,
in caso di mancato accordo, di
vedere vanificata anche la tutela conservativa già ottenuta
a seguito dell’inefficacia ex art.
669-novies c.p.c. Paradossalmente, le altre due strade ipo-
Fonte: Direzione generale di statistica del ministero della giustizia (periodo: 21 marzo 2011-31 dicembre 2011)
tizzabili, se da un lato consentirebbero di evitare il suddetto
rischio, dall’altro produrrebbero comunque un irragionevole
aggravio per il diritto di difesa
(sul piano dei costi processuali)
poiché: attivando la mediazione contestualmente all’instaurazione del giudizio di merito,
specie se la mediazione stessa
si dovesse concludere positivamente, la parte avrebbe sopportato invano anche le spese per
introdurre il giudizio, poi non
più necessario; instaurando
solo il giudizio, la parte stessa
andrebbe incontro ad una pronunzia giudiziale di improcedibilità alla prima udienza, con
conseguente invito a procedere
a mediazione ed a sopportarne
i relativi costi (Trib. Brindisi,
9/1/2012).
Usucapione: mediazione
obbligatoria. Le domande in
tema di usucapione rientrano
nell’ambito della mediazione
obbligatoria costituendo domande relative a «controversie
in materia di diritti reali» quelle volte ad ottenere l’accertamento dell’avvenuto acquisto,
per possesso prolungato nel
tempo, del diritto reale di proprietà o di un diritto reale di
godimento.
Al riguardo, non è condivisibile quell’impostazione per cui
– poiché la mediazione in tema
di usucapione non può avere il
medesimo effetto della sentenza (posto che non sarebbe
trascrivibile il negozio di accertamento dell’acquisto della proprietà per usucapione) – allora
si devono escludere le controversie in materia di usucapione
dalla mediazione obbligatoria.
Il procedimento di mediazione,
infatti, tende a fare trovare un
accordo che impedisca il sorgere del contenzioso giudiziario,
senza che necessariamente tale
accordo debba coincidere con
il contenuto della pronuncia
giudiziaria richiesta da parte
attrice e senza che necessariamente l’eventuale accordo sia
trascrivibile (Trib. Palermo
Bagheria, 30/12/2011)
Usucapione: mediazione
non obbligatoria. La legge
deve essere interpretata nel
senso che deve essere esclusa
la mediazione obbligatoria perchè il processo non è evitabile:
Nel caso delle azioni di usucapione, non potendo la sentenza
essere surrogata dall’accordo,
la mediazione non è obbligatoria (Trib. Varese, 20/12/2011).
Usucapione: mediazione
non serve. L’accordo amichevole raggiunto nel procedimento di mediazione avente ad
oggetto l’accertamento dell’intervenuta usucapione non costituisce titolo idoneo alla trascrizione (Tribunale Catania,
24 febbraio 2012).
Diffamazione telefonica
senza mediazione. L’azione
in materia di da responsabilità da diffamazione è sottoposta
alla mediazione obbligatoria
solo se realizzata «con il mezzo
della stampa o con altro mezzo
di pubblicità», non anche con il
telefono o la voce (Trib. Varese,
20-12-2011).
Revocatoria bancaria senza mediazione. L’azione revocatoria anche se giustificata da
un contratto bancario non deve
essere preceduta dall’obbligo
preliminare della mediazione
(Trib. Pavia, 27/10/2011).
Consulenza preventiva libera. Il ricorso per consulenza
tecnica preventiva in relazione
ad una delle materie di conciliazione obbligatoria non deve
essere preceduto, a pena di improcedibilità, dall’esperimento
del procedimento di mediazione, per la sua funzione in parte
cautelare e urgente (Trib. Pisa,
3/8/2011).
L’avvocato può essere
presente. Il fatto che il dlgs
n. 28/2010 non preveda la necessaria assistenza di un difensore non significa che alla
parte sia vietato avvalersi di
un avvocato nel corso della procedura (Trib. Lamezia Terme,
1/8/2011)
Conta la notificazione.
Poiché l’articolo 24 del dlgs
28/2010 prevede che le disposizioni sulla condizione di procedibilità si applicano ai processi «iniziati» a partire dal
21/3/2011 e considerato che la
pendenza del giudizio ed il suo
«inizio» si hanno dalla notificazione della citazione, allora devono ritenersi allo stato improcedibili le domande contenute
in citazioni (relative a materie
soggette a mediazione obbligatoria) notificate al destinatario
a partire dal 21/3/2011 (Trib.
Bagheria, 13/7/2011).
Quando conviene delegare la conciliazione. Il giudice
può invitare le parti a valutare la possibilità di un tentativo stragiudiziale di mediazione, quando gli elementi della
causa siano indicativi di una
buona probabilità di chances di
conciliazione.
Come quando la causa interessa, dal punto di vista soggettivo, due litiganti legati
da un pregresso rapporto di
origine familiare, destinato a
proiettarsi nel tempo in modo
durevole e, quindi, allorché meriti di essere salvaguardata la
possibilità di conservazione
del vincolo affettivo in essere,
posto che la mediazione, diversamente dalla statuizione
giurisdizionale, può guardare
anche all’interesse (pubblico)
alla «pace sociale», favorendo
il raggiungimento di una con-
ciliazione che non distribuisce
ragioni e torti ma crea nuove
prospettive di legame destinate a far sorgere dal pregresso
rapporto disgregato nuovi orizzonti relazionali (Trib. Varese,
6/7/2011).
Locazioni: mediazione
obbligatoria. In tema di locazioni, la domanda proposta
per l’accertamento dell’intervenuto esercizio del recesso
senza l’osservanza del termine di preavviso pattuito, con
la conseguente richiesta di
condanna al pagamento delle
relative mensilità di canone,
è soggetto al procedimento di
mediazione obbligatoria (Trib.
Prato, 30/3/2011).
Omessa informativa:
nessuna improcedibilità.
L’omessa informativa da parte
dell’avvocato non determina
improcedibilità della domanda giudiziale. Al più, il difetto
di informazione può indurre il
giudice – verificata la mancata allegazione del documento
informativo – a informare «la
parte della facoltà di chiedere
la mediazione (Trib. Palermo,
24/3/2011)
Niente informativa, contratto annullabile. All’atto
del conferimento dell’incarico,
l’avvocato è tenuto a informare
chiaramente e in forma scritta l’assistito della possibilità
di avvalersi del procedimento
di mediazione e delle agevolazioni fiscali oltre ai casi della
mediazione obbligatoria). In
caso di violazione degli obblighi di informazione, il contratto tra l’avvocato e l’assistito è
annullabile. L’annullabilità
possa essere fatta valere solo
dall’assistito che non ha ricevuto l’informativa e non anche
dalla controparte processuale
(Trib. Varese, 1/3/2011).
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L
Lunedì
19 Marzo 2012
CODICE DELLA STRADA
7
Riattivati i servizi sospesi per mancanza di fondi, ma ci sono da smaltire le spedizioni in giacenza
La Motorizzazione fa rifornimento
Ripreso l’invio postale dei tagliandi di rinnovo delle patenti
DI
Pagina a cura
STEFANO MANZELLI
ED ENRICO SANTI
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S
ono finiti temporaneamente i soldi per l’invio
postale dei tagliandi
relativi al rinnovo delle
patenti, ai cambi di residenza e
alla decurtazione progressiva di
punti. Mentre per la partecipazione ai corsi di recupero crediti
non ci sono particolari problemi, per chi nel frattempo vuole
andare all’estero con la patente
rinnovata possono essere invece
guai grossi. Intanto però la motorizzazione ha ripreso a spedire
i tagliandi, ma resta l’arretrato.
Lo ha evidenziato il ministero
dei trasporti con le note n. 6878
e 13 rispettivamente del 9 e 15
marzo 2012.
Decurtazione di punti. Non
potendo essere inviata per mancanza di risorse la tradizionale
comunicazione di variazione del
punteggio, il ministero dei trasporti, con la circolare del 9 marzo 2012, ha comunicato che, fino
al ripristino dei fondi necessari
(avvenuto il 16 marzo), l’iscrizione a un corso per il recupero dei
Le norme
Normativa vigente
Le istruzioni di emergenza
Corso recupero
punti patente
Per l’iscrizione al corso deve essere esibita la comunicazione di
variazione di punteggio spedita al
domicilio del trasgressore
Può essere esibita la stampa del
saldo dei punti acquisibile tramite
il portale dell’automobilista oppure dagli ufici della Motorizzazione
(senza costi)
Rinnovo patente
Si applica il tagliando inviato gratuitamente dalla Motorizzazione sulla
patente
Per essere in regola all’estero si
può chiedere l’emissione del duplicato della patente
(con oneri a carico dell’utente)
punti è consentita previa esibizione della stampa del saldo dei
punti. La nuova procedura, che
è esente da oneri per l’utente, si
pone in temporanea deroga di
quanto disposto dall’art. 6, comma 1, del decreto ministeriale del
29 luglio 2003 (come modificato
dal decreto ministeriale del 30
marzo 2006), il quale prevede che
non è possibile iscriversi al corso
se non si è prima ricevuta la comunicazione da parte del Dipartimento dei trasporti terrestri di
decurtazione del punteggio. Forti
perplessità sussistono in ordine
alla mancata osservanza dell’art.
126-bis del codice della strada, in
base al quale ogni variazione di
punteggio deve essere comunicata agli interessati dall’anagrafe
nazionale degli abilitati alla
guida. In particolare, potrebbero
emergere profili di illegittimità
per i provvedimenti che dispongono la revisione della patente
per azzeramento del punteggio,
senza progressiva informazione
all’utente.
Rinnovo patente e cambio
Contestazioni dirette sulle multe
Il trasgressore che vuole contestare una decurtazione di punti patente deve rivolgere le
sue attenzioni direttamente alla multa e non
alla lettera di avvenuto taglio che però assume
importanza per avvisare l’utente. In mancanza
di questa informazione progressiva potrebbe,
infatti, anche essere annullata la revisione
della licenza. Sono queste le conseguenze immediate derivanti dall’applicazione della circolare ministeriale del 9 marzo e della successiva
importante sentenza della Corte di cassazione
che si è espressa a Sezioni unite civili, con la
determinazione n. 3937 del 13 marzo 2012. Sul
fronte dei ricorsi al taglio dei punti la giurisprudenza si è sbizzarrita. Secondo i giudici di
merito la comunicazione della Motorizzazione
relativa alla decurtazione di punti può essere
impugnata davanti al giudice di pace e non davanti al tribunale amministrativo regionale. Il
Consiglio di stato, sez. VI, con la sentenza n.
9403 del 27 dicembre 2010 ha affermato che la
penalità in termini di punti patente rappresenta una misura accessoria alle relative sanzioni.
Ne consegue che il contenzioso relativo all’applicazione di tale sanzione accessoria, nell’ambito del quale devono ricomprendersi anche le
questioni relative all’erronea decurtazione di
punteggio, deve ricondursi alla giurisdizione
del giudice di pace. Anche le sezioni unite della
Cassazione, con la sentenza n. 22235 del 21
ottobre 2009, hanno già avuto modo di affermare che ogni conducente può proporre ricorso
al giudice di pace per contestare la legittimità
della decurtazione di punteggio subita sulla
propria patente di guida. Questo perché il taglio di punti sulla licenza ha natura di sanzione amministrativa accessoria contro la quale è
sempre esperibile il rimedio previsto dall’art.
204-bis del codice stradale.
Sulla questione si è espressa nuovamente pochi
giorni fa in chiari termini la stessa Corte di cassazione, sez. unite civ. con la sentenza n. 3937
del 13 marzo 2012, stabilendo che non occorre
attendere da Roma la comunicazione del taglio
dei punti sulla patente per proporre al giudice
censure difensive contro il taglio annunciato
dei crediti: si può ricorrere subito contro la
multa che contiene necessariamente l’indicazione della decurtazione in arrivo. In sostanza
la comunicazione finale del Ced della Motorizzazione che viene inviata per posta al domicilio
del trasgressore non è suscettibile di autonoma
impugnazione, trattandosi di una mera comunicazione informativa. Pertanto, il destinatario di
una multa stradale che prevede decurtazione di
punteggio può immediatamente proporre opposizione al giudice di pace per fare valere anche
vizi afferenti alla detta sanzione amministrativa accessoria, senza necessità di attendere la
comunicazione della variazione di punteggio da
parte della Motorizzazione. Tuttavia, insieme
a tali considerazioni, occorre tenere presente
che l’impossibilità di spedire per posta la prescritta comunicazione presenta aspetti critici
soprattutto con riferimento alla revisione della
patente conseguentemente all’azzeramento dei
punti. Infatti, in merito, la giurisprudenza (Tar
Lombardia, sez. III, sent. n. 1372 del 7 maggio
2010; Tar Piemonte, sez. II, sent. n. 667 del 5
febbraio 2010) ha avuto modo di chiarire che
il provvedimento di revisione della licenza di
guida deve essere necessariamente preceduto
dalle comunicazioni delle singole variazioni di
punteggio.
In assenza, il trasgressore non è posto nelle
condizioni per conoscere il credito dei punti
ed eventualmente frequentare un corso per recuperare i crediti e pertanto il provvedimento
di revisione della patente si configura come
illegittimo. E’ forse questo il punto di maggiore
criticità delle nuove procedure descritte dalla
circolare ministeriale del 9 marzo 2012. È vero
che attualmente l’utente può venire a conoscenza del saldo dei punti patente stampandolo
dal portale dell’automobilista. Tuttavia, non
si può prescindere dalla disposizione di cui
all’art. 126-bis, comma 3, primo periodo, del
codice della strada: «ogni variazione di punteggio è comunicata agli interessati dall’anagrafe
nazionale degli abilitati alla guida». Il contenzioso è alle porte.
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residenza. In caso di rinnovo
della licenza di guida o di annotazione del trasferimento di
residenza, non resta altra possibilità, soprattutto per evitare
problemi nei viaggi all’estero,
che l’emissione di un duplicato di
patente, aggiornato all’esito delle
corrispondenti registrazioni. In
tal caso l’utente deve pagare i
diritti e le tariffe previsti dalla
legislazione in materia. In questo contesto si appalesa in modo
evidente la mancata attuazione
della riforma sul rinnovo della
licenza di guida previste dalla
legge di riforma del codice della
strada n. 120 del 29 luglio 2010.
La novella aveva modificato il
comma 5 dell’art. 126, disponendo che, in caso di conferma della
validità della licenza di guida,
il Dipartimento per i trasporti
terrestri deve trasmettere per
posta al titolare non il tagliando di convalida da apporre sulla
patente, ma un duplicato della
patente stessa, con l’indicazione
del nuovo termine di validità.
Tuttavia la novità non è mai diventata operativa per mancanza
delle regole di dettaglio. Trovati i
soldi si riparte. Da venerdì scorso la motorizzazione ha ripreso a
spedire i tagliandi dando priorità
a quelli per il rinnovo delle patenti di guida. Lo ha messo nero
su bianco il Ministero con la nota
del 15 marzo 2012. Siccome la
spedizione è ferma dal 2 febbraio
ci vorrà un po’ di tempo prima di
smaltire l’arretrato. Nel frattempo restano valide le istruzioni di
emergenza del 9 marzo, conclude
l’avviso del 15 marzo, salutato favorevolmente pure dalle associazioni dei consumatori.
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8
Lunedì 19 Marzo 2012
TELEMARKETING
Botta e risposta a distanza, a suon di cifre, tra il garante della privacy e la Fondazione Bordoni
Telemarketing? Ancora invasivo
Aumentano le telefonate sgradite, ma anche gli iscritti al registro
DI
Pagina a cura
SIMONA D’ALESSIO
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C
ittadini che subiscono
gli effetti di un telemarketing divenuto
«sempre più aggressivo», forse complice l’incertezza
finanziaria che rende alcune
aziende meno ligie al rispetto delle regole. E le insistenti
chiamate giornaliere per vendite e promozioni commerciali
su prodotti di varia natura che
si trasformano in un atto di
«prepotenza» che «danneggia
anche le imprese». La denuncia
di Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità garante per
la protezione dei dati personali, espressa la scorsa settimana
nel corso di un convegno nella
biblioteca del senato per tracciare un bilancio del suo mandato
settennale che volge al termine,
affonda le radici in quella che
considera l’inefficienza palese
del Registro delle opposizioni,
l’iniziativa nata nel febbraio
2011, (in attuazione di quanto
stabilito dal dpr 178/2010), grazie alla quale gli utenti presenti
negli elenchi telefonici possono
indicare il proprio rifiuto a essere contattati da imprese che
propongono acquisti, o forniture di servizi. Il numero uno
dell’Authority per la tutela della privacy non si serve di giri di
parole per affermare che «molti
mesi dall’entrata in vigore del
nuovo sistema, possiamo dire
che esso non funziona. Le segnalazioni dei cittadini (di coloro, cioè, che vedono ignorata la
propria scelta di non essere più
Il registro delle opposizioni in cifre*
Abbonati iscritti
960 mila, di cui tramite web il 58%, il 35% con adesione
telefonica, il 5% via email e il 2% attraverso fax e posta
raccomandata
Operatori di telemarketing
negli elenchi
378
Liste sottoposte a verifica
L’attività di coloro che agiscono nel settore delle vendite
telefoniche ha portato al controllo di oltre 11 mila cataloghi,
restituiti in media entro 15 minuti
*dati forniti dalla Fondazione Ugo Bordoimportunati, ndr) hanno ormai
raggiunto un ritmo giornaliero
preoccupante», puntualizza, sottolineando come gli squilli molesti siano fra le maggiori cause delle interpellanze ricevute
nell’anno precedente dall’organismo: sono, infatti, stati forniti
oltre 31 mila 200 riscontri tra
contatti telefonici (13 mila) ed
e-mail esaminate (18 mila 214),
«che hanno riguardato, in particolare, le problematiche legate
al telemarketing, alle email e ai
fax indesiderati, a internet, alla
videosorveglianza e agli adempimenti in materia di protezione dei dati personali».
Eppure, secondo la fondazione Ugo Bordoni, l’ente che si
occupa della gestione del Registro, i numeri degli aderenti
sono in aumento, poiché a oggi
gli abbonati iscritti hanno raggiunto quota 960 mila, seguendo diversi canali (il web per il
58%, il 35% tramite telefono, il
5% attraverso la posta elettronica, mentre il 2% spedendo fax
e raccomandate); gli operatori
di telemarketing che figurano
nelle liste sono 378, e gli elenchi sottoposti a verifica da parte
delle aziende che praticano la
vendita servendosi dell’apparecchio telefonico sono oltre 11
mila, restituite in media entro
15 minuti.
Interpellata in merito al j’accuse di Pizzetti, l’organizzazione, ça va sans dire, ribatte tono
su tono: «Il Registro? Un successo a livello tecnico ed economico,
e su questo sono tutti d’accordo,
a parte il Garante della privacy, evidentemente, visto che in
sede istituzionale ha espresso
dubbi sulla validità dello strumento», premette il presidente
della Fondazione Ugo Bordoni,
Alessandro Luciano, che ricorda come la stessa Autorità
abbia già scritto nelle settimane
passate una lettera al ministro
dello sviluppo economico Corrado Passera, «individuando
nelle tariffe elevate la causa
dell’evasione dall’obbligo da
parte degli operatori di telemarketing» di rispettare la volontà degli utenti a non finire
nelle mire dei vari call center
sparsi per l’Italia. Nel dettaglio,
la missiva metteva in risalto
che i costi che le società pagano
per accedere al Registro e verificare quali numeri telefonici vi
sono iscritti (in modo, dunque,
da evitare di subissare di chiamate tali abbonati, e dedicarsi
ad altre liste di utenti), vengono
ritenute dagli operatori eccessivamente onerosi, elemento che
per Pizzetti può «costituire un
vero e proprio disincentivo al
rispetto degli obblighi previsti».
Un’azione di stimolo, pertanto,
visto che il tariffario dovrà es-
sere aggiornato entro fine anno:
il Garante si è rivolto a Passera, insediatosi quattro mesi or
sono, invitandolo a tener conto
delle lamentele aziendali, così
da eliminare una delle ragioni
che stanno creando «falle» nella
navigazione dell’iniziativa. La
Fondazione, però, non è d’accordo con questa linea di pensiero, considerando che, prosegue
Luciano, «oggi le tariffe, grazie
all’opera congiunta del dicastero
e della nostra fondazione, sono
state ridotte del 50% ed in alcuni
casi anche del 70%». Ecco, quindi, l’affondo: «A questo punto,
credo che non ci siano più scuse
perché l’Authority, preposta non
alle critiche, bensì al controllo ed
alle eventuali sanzioni, intervenga in modo più efficace di quanto
abbia fatto fino ad oggi».
Sullo sfondo, le associazioni
dei consumatori combattono da
mesi la propria battaglia a difesa dei cittadini loro malgrado
finiti nel mirino dei venditori
con la cornetta in mano: sui siti
internet delle maggiori organizzazioni campeggiano, infatti, informazioni sulle modalità
di iscrizione al Registro delle
opposizioni. Tuttavia, le parole
di Pizzetti confermano le rilevazioni dell’Adoc del giugno 2011:
almeno la metà degli iscritti
vede violato il proprio diritto
a non essere infastidito da chi
pratica il telemarketing.
Altri articoli sul sito
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telemarketing
IL PUNTO DI VISTA DEGLI AVVOCATI
Consumatori e imprese possono correre ai ripari
R
egistro delle opposizioni «senza dubbio inefficace», al punto
che «sarebbe stato più opportuno mantenere la possibilità
per il cittadino di segnalare
la volontà di non ricevere
pubblicità telefonica, anziché
in un separata lista, direttamente in sede di redazione e
aggiornamento degli elenchi
del telefono». Il funzionamento dello strumento «incriminato» è passato al setaccio
dagli avvocati, che per ItaliaOggi Sette inquadrano la
questione dal punto di vista
delle persone e delle imprese coinvolte, anche alla luce
della presa di posizione del
Garante della privacy. Per
ciò che riguarda la popolazione «vittima» di proposte d’acquisto
sgradite, dichiara Angelo Monoriti
(NCTM) le richieste più frequenti che
arrivano negli studi legali «sono per lo
più volte a far cessare telefonate promozionali indesiderate, specie quando
la gente ha già iscritto la propria uten-
za nel Registro. Dal lato delle imprese,
invece, l’intervento del legale è relativo alla predisposizione di apposite
procedure di controllo che consentano
di verificare agevolmente ed efficacemente quali utenze siano utilizzabili
a fini di telemarketing, e quali invece
no». Per le società operanti nel settore
della vendita con call center «è consigliabile che adottino specifiche procedure interne che impongano, prima di
procedere con l’effettuazione di contatti promozionali, una puntuale verifica
dell’avvenuta iscrizione dell’utenza da
chiamare» nell’elenco istituito lo scorso anno. «Nel caso in cui
tale iscrizione venisse
verificata, occorrerebbe
astenersi dal procedere con le attività di telemarketing», precisa
l’avvocato.
La procedura di adesione al Registro e,
quindi, la sua validità
effettiva, viene bocciata da Nadia Martini
(Nunziante Magrone),
perché, «anzitutto, è oggi
richiesto all’utente di
attivarsi per non essere
disturbato, iscrivendosi,
mentre, prima delle modifiche, se nulla
si diceva, non si poteva essere importunati». Inoltre, va avanti, «l’inclusione
nel Registro non impedisce l’utilizzo
dei numeri telefonici raccolti da fonti
diverse degli elenchi abbonati, per
esempio dalle adesioni a carte di fi-
delity. Con la conseguenza che restano, in realtà, autorizzate la maggior
parte delle forme di telemarketing»,
spiega. Ma come può proteggersi il
cittadino? Rivolgendosi «al Garante
della privacy o all’autorità giudiziaria, chiedendo di dichiarare l’illegittimità del trattamento e di vietarne
la prosecuzione. Prima di avviare
ogni azione, suggerisco di accertarsi
dell’avvenuta iscrizione al Registro,
di controllare che siano trascorsi 15
giorni dal momento dell’adesione,
visto che solo da questa data l’opposizione acquista efficacia, e di verificare di non aver dato consenso per
finalità di telemarketing al soggetto
che ha effettuato la chiamata». Dal
canto loro, le aziende devono «fornire
all’utente un’adeguata informativa,
acquisendone un consenso specifico
per le fi nalità di telemarketing. In
mancanza di ciò, l’impresa dovrà
verificare se l’utente figura nel Registro», conclude Martini, ricordando che, se in difetto, la società «rischierebbe sanzioni fino a 300 mila
euro».
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Lun
Lunedì
19 Marzo 2012
GIOCH I & SCOMMESSE
9
Nuova condanna dall’Europa. L’accusa non cambia: protezionismo a favore degli operatori nostrani
Scommesse, l’Italia perde ancora
Per la Corte Ue il dl Bersani è illegittimo. E fioccano i ricorsi
DI
Pagina a cura
FRANCESCO CERISANO
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L
a propensione al rischio
dovrebbero averla nel
sangue, ma non fino al
punto di rimetterci investimenti, denunce penali e anni
di ricorsi a colpi di carte bollate
contro lo stato. Da anni le società
europee operanti nel settore delle
scommesse sportive (una «gallina dalle uova d’oro» che da sola
rappresenta il 4% del Pil tricolore con oltre 71 miliardi di euro di
raccolta nel 2011), interessate a
sbarcare nel redditizio mercato
italiano, hanno l’impressione di
trovarsi di fronte a una roulette
russa piuttosto che a un sistema
di regole certe. E il sospetto che
le leggi, succedutesi dal 1999 ad
oggi, abbiano solo apparentemente disegnato un quadro normativo rispettoso dei principi comunitari e della concorrenza cresce
ad ogni bacchettata della Corte
di giustizia europea. L’accusa è
sempre la stessa: protezionismo
a favore degli operatori nazionali
e degli attuali concessionari (da
cui l’erario lucra ogni anno generose commissioni) mascherato da
ragioni di tutela della sicurezza.
La normativa italiana, infatti, subordina l’esercizio delle attività
di raccolta e gestione delle scommesse sportive a due requisiti
fondamentali: una concessione da
parte dei Monopoli di stato da assegnare mediante pubblica gara
e un’autorizzazione di polizia (ai
sensi dell’art.88 del Testo unico
delle leggi di pubblica sicurezza)
che però è impossibile ottenere
in assenza di una regolare concessione dell’Aams. Il che espone
gli operatori di betting «ribelli» al
rischio di un’incriminazione per
«esercizio abusivo di attività di
gioco e scommessa» (reato punito
con la reclusione fino a tre anni).
L’ultimo cartellino rosso da parte dei giudici di Lussemburgo a
questo sistema di regole è arrivato il 16 febbraio scorso con la
sentenza Costa-Cifone (cause
riunite C-72/10 e C-77/10).
Nella lunga disamina la Corte ha smontato punto per punto
il decreto Bersani del 2006 (dl
n.223) che nel maldestro tentativo di rimediare in fretta e furia
a una condanna certa da parte
dell’Europa (di lì a pochi mesi
la sentenza Placanica del 2007
avrebbe dichiarato l’illegittimità
del sistema italiano di affidamento delle concessioni che escludeva
le società di capitali quotate) in
realtà ha introdotto un rimedio
peggiore del male. Con la conseguenza che ora il governo italiano
dovrà nuovamente intervenire se
non vorrà trovarsi subissato di
condanne. A Lussemburgo, infatti, continuano a fioccare ricorsi
da ogni parte d’Italia (l’ultima
questione pregiudiziale è stata
sollevata il 5 dicembre 2011 dal
Tar Toscana) e difficilmente la
Corte cambierà idea.
I vizi del decreto Bersani
Il decreto Bersani, nel tenta-
LE TAPPE DELLA VICENDA
Il decreto Bersani (dl n.223/2006) nel tentativo di dare un'altra chance agli operatori illegittimamente esclusi dalle gare del
1999 ha previsto l’apertura di 7 mila nuovi
punti vendita per gioco d’azzardo (più altri
10 mila solo per le corse dei cavalli), ma
ha posto una serie di paletti giudicati illegittimi dalla Corte di giustizia europea
perché finiscono per favorire i vecchi
concessionari a scapito dei nuovi (i nuovi punti vendita, per esempio, devono
rispettare una distanza minima da quelli
già esistenti e non possono superare un
certo numero massimo per comune).
Il cartellino rosso dei giudici di Lussemburgo a questo sistema di regole è arrivato il 16 febbraio scorso con la sentenza Costa-Cifone (cause riunite C-72/10
e C-77/10).
La Corte ha smontato punto per punto il
decreto Bersani del 2006 che nel maldestro tentativo di rimediare in fretta e furia
a una condanna certa da parte dell'Eutivo di dare un’altra chance agli
operatori illegittimamente esclusi dalle gare del 1999, ha previsto
l’apertura di 7 mila nuovi punti
vendita per gioco d’azzardo (più
altri 10 mila solo per le corse dei
cavalli), ma ha posto una serie
di paletti giudicati ora illegittimi perché finiscono proprio per
favorire i vecchi concessionari a
scapito dei nuovi. I nuovi punti
vendita avrebbero dovuto rispettare una distanza minima da
quelli già esistenti e non dovevano superare un certo numero
massimo per comune. Come dire,
le vecchie concessioni sono state
attribuite con criteri contrari al
diritto Ue? Poco importa, vanno lo stesso tutelate, perché, ha
scritto il governo italiano nelle
sue difese, c’è da «garantire la
continuità, la stabilità finanziaria e la giusta remunerazione degli investimenti realizzati». Alla
faccia della concorrenza. E poi
bisogna «evitare l’esposizione a
un eccesso di offerta per i consumatori che vivono nei pressi degli
esercizi di scommesse». Obiettivo nobilissimo quest’ultimo, ci
mancherebbe. Ma che, fa notare
la Corte di giustizia, contrasta
palesemente con l’atteggiamento
tenuto in questi anni dal nostro
paese dove «il settore dei giochi
d’azzardo è stato per lungo tempo caratterizzato da una politica
di espansione finalizzata ad aumentare gli introiti fiscali». Il che
rende impossibile ora per l’Italia
«invocare alcuna giustificazione
fondata sull’obiettivo di limitare
la propensione al gioco o limitare
l’offerta di giochi».
I vizi dello schema di convenzione
Ma non è solo il decreto Bersani a essere finito nel mirino del
giudici di Lussemburgo. La Corte di giustizia è stata chiamata
ropa ha introdotto un rimedio peggiore
del male. Con la conseguenza che ora il
governo italiano dovrà nuovamente intervenire se non vorrà trovarsi subissato di
condanne. A Lussemburgo, infatti, continuano a ioccare ricorsi da ogni parte
d’Italia (l’ultima questione pregiudiziale
è stata sollevata il 5/12/2011 dal Tar Toscana) e dificilmente la Corte cambierà
idea.
La Corte di giustizia è stata chiamata a
giudicare la compatibilità con le norme
del Trattato Ue dello schema di convenzione adottato in attuazione del dl
223. In questo schema si trovano altre
disposizioni che fanno discutere. Come
quella che prevede la decadenza dalla
concessione (con conseguente perdita
della ideiussione versata) per gli operatori accusati di delitti di maia e di «ogni
altra ipotesi di reato suscettibile di far venir meno il rapporto iduciario con Aams».
Per la Corte Ue la decadenza dalla con-
a giudicare la compatibilità con
le norme del Trattato Ue in materia di libertà di stabilimento e
prestazione di servizi (artt. 43 e
49) dello schema di convenzione
adottato in attuazione del dl 223.
In questo schema si trovano altre disposizioni che fanno discutere. Come quella che prevede
la decadenza dalla concessione
(con conseguente perdita della
fideiussione versata) per gli operatori accusati di delitti di mafia
e di «ogni altra ipotesi di reato
suscettibile di far venir meno il
rapporto fiduciario con Aams».
Ora, a parte il riferimento ai delitti di mafia su cui ovviamente
la Corte non ha nulla da eccepire,
la seconda parte della clausola
non può non colpire per la sua
genericità. Cosa vuol dire «ogni
altra ipotesi di reato suscettibile di far venir meno il rapporto
fiduciario con Aams», si chiede
l’Unione europea? La decadenza
dalla concessione costituisce infatti una misura talmente grave
(a maggior ragione perché determina anche la perdita dell’ingente garanzia pecuniaria versata e
il risarcimento dei danni subìti
dai Monopoli) che tali sanzioni
andrebbero applicate solo «sulla
base di circostanze da enunciare
in modo chiaro, preciso e univoco». Ci vuole in pratica, scrive la
Corte, «una sentenza passata in
giudicato riguardante un delitto
sufficientemente grave». E tale
non può essere l’aver in passato
raccolto scommesse per un operatore escluso dalle gare sulla
base di norme nazionali contrarie al diritto Ue. Perché altrimenti questo «peccato originale», che
poi tale non è perché l’esclusione
degli operatori stranieri (è stato
il colosso inglese Stanleybet ad
aver dato origine alla sentenza
Costa-Cifone) è stata giudicata illegittima, ostacolerebbe la
cessione costituisce una misura talmente
grave (a maggior ragione perché determina anche la perdita dell’ingente garanzia
pecuniaria versata e il risarcimento dei
danni subìti dai Monopoli) che tali sanzioni andrebbero applicate solo «sulla base
di circostanze da enunciare in modo chiaro, preciso e univoco». Ci vuole in pratica,
ha detto la Corte, «una sentenza passata
in giudicato riguardante un delitto suficientemente grave».
L'art.23, comma 3 dello schema di convenzione, prevede anche la decadenza
della concessione per chi commercializza
giochi d'azzardo mediante siti telematici
situati al di fuori del territorio nazionale.
È questo il caso di molti operatori comunitari che in virtù di licenze rilasciate dai
rispettivi paesi operano in Italia non su
internet (non essendo titolari di concessione i rispettivi siti non sono accessibili)
ma attraverso centinaia di centri di trasmissione dati (Ctd).
possibilità di accedere a nuove
concessioni in futuro. In pratica,
oltre al danno la beffa. Ma c’è di
più.
La decadenza per l’utilizzo
di siti telematici al di fuori
del territorio nazionale
L’art.23, comma 3 dello schema
di convenzione, prevede anche la
decadenza della concessione per
chi commercializza giochi d’azzardo mediante siti telematici situati al di fuori del territorio nazionale. E’ questo il caso di molti
operatori comunitari (Stanleybet
ma anche l’austriaca Goldbet)
che in virtù di licenze rilasciate
dai rispettivi paesi operano in
Italia non su internet (non essendo titolari di concessione i rispettivi siti non sono accessibili)
ma attraverso centinaia di centri
di trasmissione dati (Stanley ne
ha 200, Goldbet circa 700) lungo lo Stivale. Si tratta di locali
aperti al pubblico che provvedono a raccogliere le proposte
di scommesse per poi inviarle
alla casa madre che si riserva il
diritto di accettare o meno la giocata. Il titolare del Ctd, quindi,
non è un intermediario, giacché
non ha alcun potere di accettare la scommessa e non assume
nessun rischio circa la giocata
proposta dal singolo e accettata
dal bookmaker. Elementi questi
che, come ha da ultimo evidenziato anche il Tar Toscana nel
rinvio alla Corte di giustizia (ordinanza n. 1861 del 5/12/2011),
«differenziano nettamente la sua
posizione da quella del titolare di
un’agenzia di scommesse». Eppure, quando il titolare di un Ctd si
rivolge al questore per chiedere
il rilascio dell’autorizzazione ai
sensi dell’art.88 Tulps, la risposta è sempre la stessa: diniego
per mancanza di concessione dei
Monopoli. In pratica un gatto che
si morde la coda. Anche perché,
ammesso che abbiano ancora voglia di partecipare a una gara per
una concessione in Italia, questi
operatori comunitari resterebbero comunque tagliati fuori in
quanto si avvalgono di «siti telematici situati fuori dal territorio
nazionale».
Quale sia stata la ratio che abbia spinto l’Italia a introdurre una
norma del genere è circostanza
oscura anche per la Corte di giustizia che scrive: «Sussiste incertezza riguardo all’obiettivo e agli
effetti di tale disposizione, i quali
potrebbero essere o di impedire
che un concessionario commercializzi attivamente nel territorio
italiano giochi d’azzardo diversi
da quelli per i quali detiene una
concessione, o di impedire qualsiasi attività transfrontaliera in
materia di giochi d’azzardo e in
particolare un’attività esercitata
con un modus operandi fondato
sul ricorso a Ctd».
I Monopoli si difendono sostenendo che «quando il flusso di
gioco si colloca fuori dai concessionari di Stato, viene impedita
ogni attività di monitoraggio, verifica, e controllo». E puntano il
dito proprio contro gli operatori
esteri che spesso, però, garantiscono standard di controllo e
protocolli di verifica pari o superiori a quelli prescritti dalla normativa italiana. Tanto che sono
moltissime le società estere aderenti ad Essa (European sport
security association, organizzazione nata nel 2005 attraverso la
collaborazione dei più importanti
bookmakers europei). Ne fanno
parte Goldbet, Betclic, Bet at
home, Partygaming, Bwin,
Digibet, Ladbrokes, Interwetten, Sportingbet, William
Hill, Stanleybet, Unibet e
Paddy Power. Ma nessuna
società italiana.
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Lunedì 19 Marzo 2012
FISCO
I chiarimenti della risoluzione n. 23/E: conta che tutte le operazioni siano fatte contestualmente
Titoli scudati, passaggi indolore
Mantiene l’anonimato il dossier scambiato tra due fiduciarie
DI
Pagina a cura
ALESSANDRO FELICIONI
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M
antiene l’anonimato
il dossier titoli scudato che passa da
una fiduciaria con
intestazione a una senza. Ciò
anche se nel trasferimento il
dossier deve tornare, temporaneamente, in capo al cliente
fiduciante: l’importante è che
tutte le operazioni siano fatte
contestualmente e che le attività non fuoriescano mai dalla
sfera di controllo degli intermediari finanziari. La risoluzione
dell’Agenzia delle entrate n.
23/E dell’8 marzo 2012 interviene su una particolare operazione posta in essere su titoli
scudati per chiarire intanto se
sia possibile utilizzare il regime fiscale del risparmio amministrato e poi se i titoli possano mantenere la segretazione
anche dopo il passaggio da un
dossier all’altro.
Si veda in tabella lo schema
operativo e contrattuale connesso a un contratto di amministrazione di attività finanziarie senza intestazione a favore
di clienti persone fisiche non
esercenti attività d’impresa
residenti in Italia. In aggiunta
a tale schema viene aperto anche un ulteriore conto corrente
intestato direttamente al fiduciante presso la stessa banca
depositaria, indisponibile per
il fiduciante; su tale conto non
possono essere effettuati apporti o prelievi, con la sola esclusione della regolazione delle operazioni relative al dossier titoli,
ed è alimentato periodicamente
dalle somme che transitano sul
Lo schema operativo utilizzato
Il contribuente/iduciante stipula un contratto di deposito titoli ad esso intestato
presso una banca
La società iduciaria apre un conto corrente presso la stessa banca
Viene stipulato un contratto di amministrazione senza intestazione tra il iduciante e la iduciaria
Il predetto contratto è comunicato alla
banca depositaria
La banca, su incarico irrevocabile del
cliente interviene per garantire l’esecuzione da parte della iduciaria dei propri
obblighi contrattuali e sostitutivi (autorizza la iduciaria a prelevare la provvista per
il pagamento dell’imposta sostitutiva
conto corrente intestato alla fiduciaria al netto degli importi
relativi alle imposte dovute.
Tutto lo schema è completato dall’apertura, e dalla conseguente amministrazione senza
intestazione da parte della fiduciaria, di un ulteriore conto
corrente intestato direttamente
al fiduciante, presso la stessa
banca depositaria, indisponibile, però, per quest’ultimo, sul
quale confluiscono esclusivamente le somme che transitano
sul conto corrente intestato alla
fiduciaria, al netto degli importi
relativi alle imposte dovute.
Ruolo primario anche
agli intermediari negoziatori
Come è noto, il regime del risparmio amministrato riguarda
l’applicazione dell’imposta sostitutiva su ciascuna delle
plusvalenze realizzate ai sensi delle lettere c-bis) e c-ter)
del comma 1 dell’articolo 67 del Tuir, a esclusione di quelle
derivanti dalla cessione a titolo oneroso ovvero dal prelievo di valute estere rivenienti da depositi e conti correnti,
e può essere applicato
anche alle plusvalenze,
ai differenziali positivi e
agli altri proventi realizzati mediante i contratti
derivati di cui alla lettera c-quater) del medesimo comma 1 dell’articolo
67 del Tuir e mediante i
rapporti e le cessioni
di cui alla successiva
lettera c-quinquies), a
condizione che nei predetti rapporti o cessioni intervengano come
intermediari professionali o come controparti
gli intermediari abilitati. A quest’ultimo fine rileva non
soltanto l’intervento degli intermediari negoziatori, ma
anche di quelli di mera amministrazione, vale a dire di
coloro che si interpongono in qualsiasi operazione avente
un contenuto finanziario.
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Clausole contrattuali
indispensabili
Le operazioni di investimento e disinvestimento delle attività depositate nel dossier titoli sono impartite direttamente dal
cliente/iduciante
I redditi, sono regolati esclusivamente
attraverso l’utilizzo del conto corrente
intestato alla iduciaria
La banca depositaria provveda a trasmettere alla iduciaria un lusso informatico
riportante tutti i movimenti avvenuti sul
dossier titoli intestato al cliente, nonché
quelli relativi al conto corrente intestato
alla iduciaria
La iduciaria registra ogni singola operazione nella propria contabilità iduciaria
e adempie ai conseguenti obblighi ai ini
iscali dovuti nella sua qualità di sostituto
d’imposta e intermediario.
Innanzitutto viene evidenziato che il rapporto di amministrazione costituisce oggetto
di segnalazione all’Anagrafe
tributaria da parte della società fiduciaria a e che, a decorrere dal primo gennaio 2012,
sono altresì soggette al medesimo obbligo di comunicazione
le relative movimentazioni e
ogni informazione relativa al
predetto rapporto. Analoghi
adempimenti vanno effettuati con riferimento a entrambi
i conti correnti di appoggio al
dossier titoli (intestati alla fiduciaria e al fiduciante). Tale
rapporti rientrano, altresì, nella
previsione dell’articolo 32, comma 1, n. 7), del dpr 29 settembre
1973, n. 600 essendo oggetto di
indagini finanziarie attivabili
dall’Amministrazione.
Sebbene l’agenzia ritenga lecito tale schema per l’applicazione del risparmio amministrato
da parte della società fiduciaria
sottolinea che, nel caso in cui le
attività finanziarie oggetto del
contratto di amministrazione
siano depositate presso una
banca estera, è necessario che
il rapporto contrattuale stipulato tra la banca e il fiduciante
preveda espressamente che la
fiduciaria, oltre a essere legittimata ai disinvestimenti utili
al pagamento delle imposte, sia
anche legittimata a liquidare o
a prelevare le attività finanziarie qualora intervengano
misure cautelari, conservative
ed esecutive derivanti da atti
impositivi e/o sanzionatori nei
confronti del fiduciante.
Il problema del ruolo della
fiduciaria nell’ambito della
tassazione amministrata è
accentuato in riferimento al
mantenimento del regime della segretazione con riferimento
ad attività finanziarie che siano state oggetto di operazioni
di «scudo fiscale» attraverso la
procedura del rimpatrio giuridico; è fondamentale infatti
che il conferimento a società
fiduciaria di un mandato di
amministrazione con intestazione delle stesse e il ritrasferimento di tali attività in un
dossier titoli ad esso intestato
non faccia perdere l’anonimato.
Tale trasferimento è finalizzato
a conferire alla stessa società fiduciaria, ovvero ad altra società
fiduciaria, un mandato di amministrazione delle medesime
attività senza intestazione delle
stesse. L’agenzia chiarisce che
il regime di segretazione delle
attività può essere mantenuto
a condizione che la revoca del
mandato di amministrazione
con intestazione sia contestuale
alla stipula di un nuovo contratto di amministrazione senza intestazione con la medesima società fiduciaria ovvero con una
diversa società fiduciaria senza
soluzione di continuità.
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Sì al ruolo di sostituto di imposta
La fiduciaria può, in determinate circostanze
fungere da sostituto di imposta; lo ha chiarito, tra le altre, la risoluzione n. 61/E del 31
maggio 2011. Più specificatamente, per l’applicazione dell’imposta sostitutiva che caratterizza il regime del risparmio amministrato,
la società fiduciaria opera da sostituto tutte
le volte che sussista un rapporto di amministrazione, a
prescindere
dall’intestazione
o meno del bene
alla medesima
società.
Il rapporto fiduciario, infatti, fa
sì che il contribuente conferisca alla fiduciaria un mandato
all’esercizio degli atti giuridici
finalizzati alla
conservazione e
allo sfruttamento del patrimonio amministrato; quest’ultima interviene nei flussi reddituali rivenienti dallo stesso patrimonio e li assoggetta a
tassazione.
Se per l’accesso al risparmio amministrato
occorre un rapporto duraturo con l’interme-
diario che presuppone uno stabile rapporto
di mandato e di deposito, custodia o amministrazione, nulla vieta che ciò possa avvenire
tra fiduciante e fiduciaria; specie quando lo
specifico contratto prevede l’intervento della
fiduciaria quale intermediario nella riscossione dei redditi di capitale e dei redditi diversi
di natura finanziaria derivanti dalle attività
oggetto del contratto di amministrazione, attraverso il loro transito su un apposito conto
corrente intestato alla fiduciaria.
Fondamentale per la legittimità dell’operazione è la presenza di un conto corrente
intestato direttamente al cliente/fiduciante,
oggetto di amministrazione da parte della
fiduciaria. Tale ulteriore conto corrente è
alimentato dalle disponibilità resesi libere
dopo i conteggi delle imposte dovute ed è
destinato esclusivamente alla regolazione
delle operazioni relative al dossier titoli.
L’indisponibilità di detto conto deve essere
oggetto di apposita condizione contrattuale
tra fiduciante e banca, nel senso che i prelievi
e gli apporti di disponibilità monetarie ad
esso relativi devono necessariamente transitare per il conto corrente intestato alla
fiduciaria. Tale previsione non deve quindi
comportare un cambiamento delle modalità
di canalizzazione dei redditi derivanti dalle
attività amministrate.
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Lunedì 19 Marzo 2012
FISCO
11
Le nuove scadenze issate dal decreto Milleproroghe per la deinizione agevolata del contenzioso
Liti pendenti, termine imminente
Entro il 2 aprile versamento e domande di perfezionamento
DI
Pagina a cura
ROBERTO ROSATI
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A
gli sgoccioli l’extra-time
per la definizione agevolata delle liti fiscali minori pendenti con l’agenzia delle entrate. Scade infatti il 2
aprile prossimo il termine entro
il quale è possibile effettuare gli
adempimenti necessari per mettere fine al contenzioso di valore
fino a 20 mila euro: pagamento
della somma prevista dalla legge e presentazione dell’istanza.
Questo grazie alla proroga disposta dal comma 16-bis dell’art. 29
del dl n. 216/2011, aggiunto dalla
legge di conversione n. 14/2012,
che non ha soltanto riaperto il
termine per il pagamento, originariamente fissato al 30 novembre 2011, ma ha anche ampliato il numero delle liti definibili
spostando dal 1° maggio 2011 al
31 dicembre 2011 la data entro
la quale deve essere stata incardinata la controversia, effetti sui
quali si sofferma l’Agenzia delle
entrate con la circolare n. 7 del
15 marzo 2011.
Ma la scadenza imminente interessa anche coloro che hanno
già giocato la partita nel tempo
regolamentare, ossia che si sono
già avvalsi delle disposizioni
dell’art. 39, comma 12, del dl n.
98/2011 effettuando il pagamento
della somma dovuta entro il termine originario del 30 novembre
2011: questi contribuenti, infatti,
devono ricordarsi di presentare
entro il 2 aprile, se non l’hanno
già fatto, la domanda necessaria
per perfezionare la definizione
della controversia.
Ripercorriamo in sintesi i passaggi essenziali della procedura
agevolata, che riguarda le liti fiscali di valore non superiore a 20
mila euro in cui è parte l’agenzia
delle entrate, pendenti alla data
del 31 dicembre 2011 dinanzi alle
Lo schema in sintesi
Liti definibili
Controversie con l’Agenzia delle entrate pendenti alla
data del 31 dicembre 2011, di valore massimo di 20
mila euro
Pagamento
Entro il 2 aprile 2012, in unica soluzione
Presentazione della domanda
Entro il 2 aprile 2012, in via telematica
commissioni tributarie o al giudice ordinario.
In merito al requisito della
pendenza della lite, è necessaria
e sufficiente l’avvenuta proposizione del ricorso entro il termine
suddetto, anche se non seguita
dalla costituzione in giudizio.
Inoltre, secondo l’orientamento
espresso dall’Agenzia nella circolare n. 48/2011 e confermato
nella circolare 7/2012, il requisito della litispendenza deve persistere fino alla data antecedente
all’entrata in vigore delle nuove
disposizioni introdotte dalla legge n. 14/2012 di conversione del
dl n. 216/2011, per cui non può
formare oggetto di definizione
agevolata, ancorché fosse pendente al 31 dicembre 2011, la
controversia interessata da una
pronuncia definitiva intervenuta entro il 27 febbraio 2012, data
antecedente a quella di entrata
in vigore della legge n. 14.
Dal punto di vista oggettivo, la
possibilità di definizione agevolata riguarda le liti su avvisi di
accertamento, provvedimenti di
irrogazione delle sanzioni e ogni
altro atto di imposizione, relativi
ai tributi amministrati dall’agenzia delle entrate. Sono invece
escluse le liti concernenti:
- il diniego, espresso o tacito,
di rimborsi;
- il diniego o la revoca di agevolazioni, salvo che il provvedimento, oltre a negare o revocare
il beneficio tributario, abbia ri-
chiesto le imposte dovute o irrogato sanzioni;
- avvisi di liquidazione, ingiunzione, ruoli, in quanto atti
di mera liquidazione e riscossione dei tributi e delle sanzioni; la
definizione è però ammessa se il
provvedimento assume anche la
funzione impositiva, come avviene nel caso dei ruoli emessi a seguito della rettifica della dichiarazione nell’ambito delle ipotesi
previste dagli artt. 36-bis e 36-ter
del dpr 600/73 e dell’art. 54-bis
del dpr 633/72 (es. disconoscimento di deduzioni e detrazioni,
correzione di errori);
- precedenti definizioni agevolate.
Il valore della lite si deve determinare in base alle disposizioni della lett. c) del comma 3
dell’art. 16, legge n. 289/2002,
sicché è rappresentato:
- dall’importo del tributo contestato dal contribuente nel ricorso
introduttivo del giudizio, senza
tenere conto delle sanzioni relative. In linea di principio, quindi, la determinazione del valore
non è influenzata dallo sviluppo
della controversia. Tuttavia,
come chiarito nella circolare n.
48/2011, non si può ignorare
l’eventualità in cui, nel corso
della controversia, l’entità del
tributo in contestazione venga
a variare per il formarsi del giudicato interno, oppure per l’autotutela dell’amministrazione;
in tali ipotesi, il valore della lite
sarà rappresentato dall’importo
che è oggetto di controversia alla
data della definizione. Nel caso in
cui la controversia riguardi una
rettifica di perdite, occorrerà calcolare le imposte virtuali, secondo i chiarimenti della circolare;
- dall’importo delle sanzioni,
quando la controversia riguarda, appunto, un provvedimento
sanzionatorio.
Quanto costa la definizione.
Per definire le liti di valore non
superiore a 2 mila euro, è dovuto l’importo fisso di 150 euro. Per
quelle di valore superiore (entro
il tetto di 20 mila euro), invece,
la somma dovuta è pari a una
percentuale del valore della controversia, diversificata in base
al criterio della soccombenza, e
precisamente:
- 10% del valore in caso di soccombenza dell’amministrazione
nell’ultima o unica pronuncia
giurisdizionale non cautelare
resa, sul merito o sull’ammissibilità dell’atto introduttivo del giudizio, alla data di presentazione
della domanda di definizione;
- 50% del valore della lite in
caso di soccombenza del contribuente nell’ultima o unica
pronuncia giurisdizionale di cui
sopra;
- 30% del valore della lite nel
caso in cui, alla medesima data,
la lite penda ancora nel primo
grado di giudizio e non sia stata
resa alcuna pronuncia giurisdizionale non cautelare.
Il riferimento temporale alla
data presentazione della domanda di definizione della lite per verificare lo stato del giudizio e la
conseguente somma dovuta, implica il rischio di dover rideterminare la somma stessa nell’ipotesi
in cui tra la data del versamento
(es. 30 novembre 2011) e quella
di presentazione della domanda
sia intervenuta una pronuncia
del giudice.
Dalle somme dovute per la definizione possono essere scomputate quelle già versate, alla data
di presentazione della domanda,
per effetto delle disposizioni vigenti in materia di riscossione
in pendenza di lite. Qualora le
somme già versate siano superiori alla somma dovuta, la lite
può essere definita con la sola
presentazione della domanda.
La legge esclude il rimborso di
somme già versate in eccedenza
al dovuto, salvo che vi sia stata
soccombenza dell’amministrazione; questo implica che il rimborso
è ammesso solo nel caso delle liti
di valore superiore a 2 mila euro,
in quanto per le altre la soccombenza non è rilevante.
Il pagamento e l’istanza.
La somma dovuta deve essere
versate in unica soluzione, entro
il 2 aprile 2012. Entro lo stesso
termine dovrà inoltre essere presentata, per via telematica, la
domanda di definizione, redatta
sull’apposito stampato predisposto dall’agenzia.
Anche questo secondo adempimento, come detto, è essenziale.
Se viene effettuato un pagamento inferiore al dovuto per effetto
di un «errore scusabile», la definizione resta impregiudicata
a condizione che l’interessato
provveda alla regolarizzazione
entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione da
parte dell’ufficio.
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Al traguardo anche la chiusura agevolata delle partite Iva inattive
Un versamento di 129 euro entro il 2
aprile 2012 per chiudere la partita Iva
inattiva, anticipando le mosse dell’Agenzia delle entrate. Restano ancora pochi
giorni per fruire dell’opportunità prevista
dal dl n. 98/2011, la cui scadenza è stata
prorogata dal dl n. 216/2011. Dopo di che
si dovrà mettere in conto l’eventualità di
una cancellazione d’ufficio, con l’applicazione della sanzione prevista dalla legge
per l’omessa presentazione della dichiarazione di cessata attività, secondo quanto
previsto dal dl n. 16/2012.
La norma di riferimento. La possibilità di chiudere in via agevolata le partite
Iva inattive (circa 2 milioni) è offerta dal
comma 23 dell’art. 23 del dl n. 98/2011.
La disposizione prevede che i titolari di
partita Iva che, sebbene obbligati, non
abbiano tempestivamente presentato la
dichiarazione di cessazione dell’attività
di cui all’art. 35 del dpr 633/72, possono
sanare la violazione versando un importo pari alla sanzione minima prevista
dall’art. 5, comma 6, primo periodo, del
dlgs n. 471/97 ridotta a un quarto, vale a
dire l’importo di 129 euro. La disposizione
non si applica qualora la violazione sia già
stata constatata con atto portato a conoscenza del contribuente. Il termine per
avvalersi della disposizione, inizialmente
fissato al 4 ottobre 2011, è stato differito
al 31 marzo 2012 (di fatto, a lunedì 2 aprile) dal dl n. 216/2011. Le modalità operative, definite dall’Agenzia delle entrate
con la risoluzione n. 72 dell’11 luglio 2011,
prevedono l’effettuazione del versamento
di 129 euro, entro la scadenza suddetta,
utilizzando il modello «F24- versamenti con dati identificativi». Il modello di
versamento deve essere compilando indicando: nella sezione «contribuente»: i
dati anagrafici e il codice fiscale del versante, nella sezione «erario»: nel campo
tipo la lettera «R», nel campo elementi
identificativi la partita Iva da cessare, nel
campo codice «8110», nel campo anno di
riferimento l’anno della cessazione.
Non sono necessari altri adempimenti,
in particolare non è richiesta la presentazione della dichiarazione di cessazione di
attività con il modello anagrafico AA7 o
AA9. Con risoluzione n. 93/2011, l’Agenzia
ha infatti precisato che, una volta effet-
tuato il versamento compilando il modello
F24 con l’indicazione dei dati di cui sopra,
l’agenzia provvederà alla chiusura della
partita Iva sulla base dei dati indicati nella delega di versamento; non è neppure
necessario presentare all’Agenzia la copia
dell’attestato di versamento.
La risoluzione chiarisce inoltre che
presupposto necessario per fruire della
definizione agevolata è che il contribuente
non abbia esercitato l’attività e non abbia
effettuato alcuna operazione imponibile
nei periodi successivi all’anno di effettiva
cessazione dell’attività; sussistendo tali
presupposti, aggiunge la risoluzione, la
definizione agevolata della violazione di
omessa presentazione della dichiarazione
di cessata attività vale a sanare anche le
irregolarità derivanti dalla mancata presentazione delle dichiarazioni Iva, nonché
delle dichiarazioni dei redditi d’impresa
e di lavoro autonomo, con importi pari a
zero, per i periodi successivi all’anno di
cessazione.
La cancellazione d’ufficio. Chi non
coglierà questa opportunità, sarà soggetto
all’applicazione delle disposizioni conte-
nute nel comma 15-quinquies dell’art. 35
del dpr 633/72, come modificate dall’art.
8, comma 9, del dl n. 16/2012, secondo
le quali l’Agenzia delle entrate, sulla
base dei dati e degli elementi in possesso dell’anagrafe tributaria, individua i
soggetti che non abbiano presentato la
dichiarazione di cessazione di attività,
comunicando loro che provvederà d’ufficio alla cessazione della partita Iva. Nei
30 giorni successivi al ricevimento della
comunicazione, il soggetto potrà rappresentare all’agenzia eventuali elementi
da questa non considerati o valutati erroneamente. Se ritenga di confermare la
cessazione d’ufficio, l’agenzia procederà
anche ad iscrivere direttamente a ruolo
a titolo definitivo la sanzione per l’omessa
presentazione della dichiarazione di cessazione dell’attività (che va dal minimo
di 516 al massimo di 2.065 euro), a meno
che l’interessato provveda a pagare, entro
trenta giorni dal ricevimento della comunicazione, una somma pari a un terzo del
minimo della sanzione, ossia l’importo di
172 euro.
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12
Lunedì 19 Marzo 2012
FISCO
In rassegna le pronunce in merito al valore probatorio delle risultanze di registrazioni telefoniche
Tributario, ascolti ammessi. Forse
Intercettazioni sì, intercettazioni no: parola alla giurisprudenza
Pagina a cura
ANDREA BONGI
DI
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I
contenuti delle intercettazioni telefoniche possono far
scattare un accertamento
tributario. L’utilizzo delle
risultanze delle intercettazioni
telefoniche nell’attività di accertamento tributario è tema di
grande attualità e interesse sul
quale si dividono sia la dottrina
che la giurisprudenza.
Il problema di fondo è quello
della possibilità di utilizzare le
risultanze probatorie acquisite
nel corso di altri procedimenti,
tipiche le indagini penali, in ambito prettamente tributario.
Tutto ruota sulla giusta interpretazione dell’articolo 270
del codice di procedura penale,
ai sensi del quale i risultati delle intercettazioni (telefoniche,
ambientali) non possono essere
utilizzati nell’ambito di procedimenti diversi da quelli nei quali
le stesse sono state disposte.
Ed è proprio sulla corretta
interpretazione di questa specifica disposizione normativa
che sia la dottrina, sia la stessa giurisprudenza si sono divise in ordine alla possibilità che
tali mezzi di acquisizione delle
prove, tipiche del processo penale, potessero o meno essere
utilizzate anche in ambito tributario.
La questione, ovviamente, è
ben lungi dall’essere definitivamente risolta.
Recentemente nel panorama giurisprudenziale ci sono
state diverse pronunce sia da
parte dei giudici di legittimità
che delle Corti di merito, che
intervengono sulla questione
dell’utilizzo ai fini dell’accertamento tributario delle risultanze delle intercettazioni
telefoniche acquisite agli atti
del procedimento penale a carico del contribuente o di altri
soggetti a esso riconducibili o
collegati.
L’esame di queste recenti sentenze consente dunque di mettere a fuoco la problematica e le
diverse opinioni in campo.
Cassazione, sentenza n.
4306/2010. Secondo la sentenza della Corte di cassazione
le intercettazioni telefoniche,
seppur acquisite durante le
indagini effettuate in ambito
penale, costituiscono sempre
validi indizi probatori che l’ufficio può utilizzare a supporto
di un accertamento di carattere
tributario.
Tale principio, sicuramente
innovativo, è contenuto nella
sentenza n. 4306 del 23/2/2010
emessa dalla sezione tributaria della Corte di cassazione. Si tratta della prima
pronuncia in assoluto della
Cassazione sul tema relativo
alla possibilità di utilizzare
all’interno del procedimento
di accertamento tributario
le risultanze degli strumenti
istruttori tipici del processo e
Giurisprudenza in rassegna
Cassazione, sentenza n. 4306
del 23/2/2010
(sì all’uso delle intercettazioni)
Un atto legittimamente assunto in sede penale «...
entra legittimamente a far parte a pieno titolo del materiale probatorio e indiziario che il giudice tributario
di merito deve valutare...»
Ctp Bologna, sentenza n. 162
del 20/9/2010
(sì all’uso delle intercettazioni)
«il divieto delle intercettazioni telefoniche di cui all’art.
270 cpp, non opera nel processo tributario in quanto il
materiale probatorio e indiziario costituito da elementi
e notizie legittimamente assunti in sede penale, può
essere trasmesso e utilizzato dall’amministrazione
inanziaria...»
Ctr Toscana, sentenza n. 29
del 17/3/2009
(no all’uso delle intercettazioni)
«le intercettazioni telefoniche non possono essere acquisite con eficacia probatoria nel processo tributario
per effetto del limite imposto dall’art. 270 cpp»
Ctp Arezzo, sentenza n. 1
del 13/2/2007
(no all’uso delle intercettazioni)
«non possono connotarsi di eficacia probatoria le
intercettazioni telefoniche poste in essere dalla Gdf
nel contesto di indagini di polizia giudiziaria in quanto l’art. 270 cpp prevede che la loro utilizzazione sia
possibile solo per quel procedimento per cui sono
disposte...»
dell’indagine penale.
Oggetto del contendere, nel
caso deciso dalla suprema corte,
un avviso di accertamento attraverso il quale l’amministrazione finanziaria contestava la
detrazione dell’Iva effettuata da
una società a fronte di acquisti
ritenuti soggettivamente inesistenti perché provenienti da
società cartiere inserite in una
più ampia frode carosello.
La vicenda è giunta sui banchi
della Cassazione perché il giudice dell’appello aveva annullato l’accertamento dell’ufficio
sulla base del presupposto che,
in presenza di una contabilità
regolare dal punto di vista formale, non era stato dimostrato
dal fisco il diretto coinvolgimento della società nella suddetta
frode carosello, non potendosi a
tal fine utilizzare le intercettazioni telefoniche acquisendole
previa autorizzazione del giudice penale, stante il divieto
contenuto nell’articolo 270 del
codice di procedura penale.
I giudici di merito avevano
dunque interpretato rigidamente il divieto posto nel codice
di procedura penale ritenendo
inammissibile utilizzare le intercettazioni telefoniche acquisite nel corso dell’istruttoria
penale per finalità diverse quali
appunto un accertamento di natura squisitamente tributaria.
Secondo i giudici della quinta
sezione della Cassazione invece il divieto contenuto nella disposizione dell’articolo 270 del
codice di procedura penale, non
opera nel contenzioso tributario
essendo norma circoscritta unicamente in ambito penale.
Muovendo dalla disposizione contenuta nell’articolo 63
del dpr 633/72 la Cassazione
ritiene dunque che un atto legittimamente assunto durante
le indagini penali e trasmesso
all’amministrazione finanziaria
sulla base di tale norma «entra
a far parte a pieno titolo del
materiale probatorio e indiziario che il giudice tributario di
merito deve valutare, dal momento che i suoi poteri d’indagine e di giudizio, definiti dal dlgs
31 dicembre 1992, n. 546, art.
7, non incontrano i limiti posti
al giudice penale, nella specie,
dall’art. 270 cpp».
La norma applicabile in ambito tributario, continua la sentenza in esame in riferimento
a possibili violazioni o limitazioni del diritto di difesa del
contribuente a seguito dell’utilizzo delle intercettazioni telefoniche effettuate nel corso del
giudizio penale, «non prevede
limitazioni di efficacia degli atti
trasmessi dalla polizia giudiziaria per il fatto, in particolare,
che il difensore del contribuente
non abbia partecipato alla formazione della prova racchiusa
nell’atto trasmesso; il contenuto
di tale atto, d’altronde, costituisce semplice indizio nel processo tributario, ed il giudicante di
merito è tenuto a prenderlo in
considerazione, pro o contro il
fisco, nel quadro delle complessive acquisizioni processuali,
con piena facoltà di intervento
delle difese».
Si tratta, come detto, di una
presa di posizione assolutamente innovativa da parte della
Cassazione. Presa di posizione
che potrebbe aprire una vera e
propria breccia all’utilizzo in
ambito tributario su tutti quei
procedimenti penali basati su
intercettazioni telefoniche, ambientali e simili con conseguente ampliamento degli strumenti di indagini e di acquisizione
delle prove finora utilizzati dal
fisco.
Ctp Bologna, sentenza n.
162 del 20/9/2010. Sulla scia
della sentenza sopra esaminata
si è posta anche la commissione
tributaria provinciale di Bologna che nella sentenza n. 162
del 20/9/2010 ha testualmente
disposto come: «Il divieto delle
intercettazioni telefoniche, di
cui all’art. 270 cpp, non opera
nel processo tributario in quanto il materiale probatorio ed indiziario, costituito da dati, elementi e notizie legittimamente
assunti in sede penale, può
essere trasmesso ed utilizzato
dall’amministrazione finanziaria al fine della ricostruzione
induttiva del volume d’affari
anche tramite presunzioni.
Anche in questo caso si assiste ad una presa di posizione
della giurisprudenza di merito
che amplia gli strumenti di indagine a disposizione del fisco
nella lotta al’evasione.
Ctr Toscana sentenza n.
29 del 17/3/2009. Sulla base di
una diversa interpretazione del
divieto posto dall’articolo 270
del codice di procedura penale
alcune corti di merito ritengono invece che le intercettazioni
telefoniche effettuate in ambito
di indagini di polizia giudiziaria
non possano poi essere utilizzate ai fini delle attività di accertamento fiscale nei confronti del
contribuente.
In questo senso si è espressa,
ad esempio, la Ctr Toscana con
la sentenza n. 29 del 17/3/2009
nella quale si legge testualmente che: «Le intercettazioni
telefoniche non possono essere
acquisite con efficacia probatoria nel processo tributario
per effetto del limite imposto
dall’articolo 270 cpp».
Secondo i giudici della regione
Toscana dunque il divieto posto
nel codice di procedura penale
inibisce l’acquisizione delle risultanze delle intercettazioni
telefoniche per l’avvio od il supporto di un accertamento di carattere squisitamente fiscale.
Ctp Arezzo, sentenza n. 1
del 13/2/2007. Sulla scia della
sentenza da ultimo esaminata
si è posta anche la Commissione tributaria provinciale di
Arezzo che nella sentenza n. 1
del 13/2/2007 ha ritenuto non
sussistere alcuna efficacia probatoria in ambito fiscale alle
intercettazioni telefoniche
acquisite nello svolgimento di
indagini di polizia tributaria.
Secondo i giudici del capoluogo toscano infatti: «Non
possono connotarsi di efficacia probatoria le intercettazioni telefoniche poste in
essere dalla Gdf nel contesto
di indagini di P.G. in quanto
l’art. 270 Cpp, prevede che la
loro utilizzazione sia possibile solo per quel procedimento
per cui sono disposte e non in
altri e diversi anche quando
i procedimenti possono essere
strettamente connessi sia sotto
il profilo soggettivo che oggettivo. Contrariamente operando
verrebbe violato il principio costituzionale della inviolabilità
e segretezza delle comunicazioni».
Come si può notare dall’esame di queste pronunce la giurisprudenza tributaria, così
come la dottrina, è oscillante
sulla possibilità di un utilizzo in
ambito fiscale delle risultanze
delle intercettazioni telefoniche
acquisite nel corso di altri procedimenti quali, in particolare,
quello penale.
La recente sentenza della
Cassazione esaminata per prima potrebbe tuttavia costituire
un vero e proprio punto di svolta sulla delicatissima materia.
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Lunedì 19 Marzo 20
2012
IMPRESA
13
Gli effetti della riforma del sistema dei controlli, contenuta nel decreto semplii cazioni
Srl, sindaco o revisore senza limiti
Nelle spa e sapa torna sempre l’obbligo dell’organo collegiale
Pagina a cura
DI LUCIANO DE ANGELIS
E CHRISTINA FERIOZZI
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I
n ogni società a responsabilità limitata, il cui atto costitutivo nulla preveda in tema
di controlli o rimandi alle disposizioni di legge, sarà ammissibile nominare un revisore legale
già a partire dalle assemblee di
approvazione del bilancio 2011.
Nessun cambiamento, invece,
nelle spa ove in qualsiasi situazione resta obbligatorio nominare il collegio sindacale. È quanto
prevede l’ormai imminente legge
di conversione del dl 9 febbraio
2012 n. 5 (il cosiddetto decreto semplificazioni), che innova
ancora una volta il sistema dei
controlli nelle società di capitali
italiane, con alcune conferme ma
anche con alcune incongruenze.
I controlli nelle srl. Nella srl,
dunque, le nuove regole prevedono che l’atto costitutivo stabilirà
la composizione e le funzioni da
attribuire all’organo di controllo.
Sarà quindi ammissibile che lo
stesso: 1) continui ad attribuire
(come oggi avviene nella maggior
parte delle srl) sia il controllo di
cui all’art. 2403 c.c., sia la revisione legale al collegio sindacale; 2) nomini un sindaco unico,
attribuendo allo stesso anche la
funzione di controllo legale dei
Le nuove norme sui controlli
Controllo di legalità
Controllo legale dei conti
Spa e sapa
Sempre afidato a un collegio
sindacale
Lo statuto può prevedere che
esso sia afidato al collegio sindacale. Diversamente spetta ad
un revisore esterno
Srl
Nei casi previsti dall’art. 2477
c.c. è ammissibile optare per
collegio sindacale o sindaco
unico. Nel caso di nomina del
revisore il controllo di legalità
viene meno
Nei casi contemplati dall’art.
2477, può essere delegato al
collegio sindacale, al sindaco
unico o al revisore legale.
Società cooperative
Afi dato al collegio sindacale
nel caso in cui la società superi
i limiti dell’art. 2477 c.c.
Obbligatorio quando la società
superi entrambi i seguenti parametri:
1. soci pari o superiori a 20;
2. attivo pari o superiore a 1
milione di euro
Società di interesse
pubblico
Sembrerebbe da afidare al collegio sindacale
Sempre d’obbligo nominare un
revisore esterno
conti; 3) nomini un sindaco unico,
insieme ad un revisore legale dei
conti; 4) nomini esclusivamente
un revisore legale dei conti.
Se lo statuto non prevede diversamente, l’organo di controllo
è costituito da un solo membro
effettivo. Scompare, peraltro, an-
che l’obbligo di nomina di uno o
più sindaci supplenti. In merito,
va segnalata la mancata modifica dell’art. 2409-bis, comma 2
c.c., secondo cui lo statuto delle
società per azioni che non siano
tenute alla redazione del bilancio consolidato possono affidare
Fa fede l’atto costitutivo
Per gli attuali collegi sindacali la legge
17/2/2012, n. 10, stabilisce che essi rimangano
in carica fino alla loro naturale scadenza. In
alcuni circostanze, quindi (per la precisione
per i collegi nominati nel 2009), le assemblee
delegate ad approvare i bilanci 2011 saranno
chiamate a rinnovare o sostituire i sindaci. In
queste situazioni bisognerà analizzare gli atti
costitutivi delle società: 1) nel caso in cui lo
stesso nulla disponga in merito agli organi
di controllo o rimandi alle norme di legge
la nomina del revisore sarà possibile senza
modifiche del contratto sociale; 2) nel caso in
cui invece l’atto costitutivo facesse espresso
richiamo a un organo pluripersonale (dato
il tenore letterale della legge che prevede
l’organo monocratico solo se lo statuto non
prevede diversamente) appare necessario
provvedere ad una modifica dello stesso per
poter nominare: a) il sindaco unico con funzione di revisione legale;, b) il solo revisore;
c) un sindaco e un revisore insieme.
Nel caso in cui la società intenda cumulare
su un unico soggetto le funzioni di sindaco e
di revisore, dovrà esplicitamente prevederlo nell’atto costitutivo. Depone in tal senso
l’abrogazione del comma 5° dell’art. 2477 c.c.
nel quale si prevedeva che «se l’atto costitutivo non dispone diversamente la revisione legale dei conti è esercitata dal collegio sindacale» (o dal sindaco nella versione della legge
183/2011). Nell’attuale versione, di contro, si
prevede che nel caso di nomina dell’organo
di controllo anche monocratico si applichino
le disposizioni previste sul collegio sindacale
per le spa.
In tale direzione anche Assonime (circ. n. 6
del 7 marzo 2012), secondo cui, in assonanza
alle norme in tema di spa, l’atto costitutivo
dovrà espressamente prevedere che al sindaco unico siano delegate anche le funzioni di
revisione legale.
In considerazione della oggettiva difficoltà
interpretativa della norma e ai conseguenti
riflessi statutari, un parere del notariato sul
tema parrebbe opportuno.
al collegio (e non al sindaco unico) la revisione legale dei conti.
Tale previsione sembrerebbe,
in prima analisi, non ammettere di affidare la funzione di
revisione al sindaco unico, con
obbligo, quindi, di nominare in
questi casi, un revisore esterno.
Tale interpretazione, tuttavia,
contrasta nettamente sia con la
previsione di un organo monocratico contemplata nel comma
1 dell’art. 2477 che sembra ormai
«suddividere» i sistemi di controllo delle spa da quelli delle srl, sia
con una interpretazione letterale
del suddetto comma. Lo stesso,
infatti, mette la società nelle condizioni di nominare «un organo di
controllo o un revisore» e non «un
organo di controllo e un revisore».
In definitiva, per quanto sopra,
si dovrebbe ritenere ammissibile nelle srl, consentire al sindaco
unico di esercitare anche le funzioni di revisore legale, oppure
nominare esclusivamente un
revisore. Da ricordare, inoltre,
che il revisore esterno, in ogni
caso, sarà obbligatorio nel caso
di società tenute alla redazione
del bilancio consolidato e qualora
la società rientri fra gli enti di
interesse pubblico. In quest’ultimo caso, peraltro, essendo la
disciplina dei controlli di queste
ultime società contemplata non
dal codice civile ma dall’art. 16
del dlgs 39/2010, nel quale si fa
riferimento solo al «collegio sindacale», appare da ritenersi che
in tali società l’organo collegiale
non possa esser sostituito dal
sindaco unico, neppure nel caso
in cui esse siano organizzate in
forma di srl.
Ritorno al passato
per le società per azioni
Nelle spa, con la versione definitiva del decreto semplificazione, viene cancellato il terzo comma dell’art. 2397 c.c. e, quindi,
la normativa torna agli albori cioè a come era stata concepita
dalla riforma Vietti del diritto societario. In estrema sintesi,
quindi, in tutte le spa (e sapa) sarà d’obbligo nominare 3 o 5
sindaci e 2 supplenti. Sarà la tipologia societaria, pertanto a
determinare la nomina dell’organo collegiale a prescindere
dalla dimensione dell’ente. Torna, a riguardo, anche la vecchia
regola secondo cui se lo statuto lo prevede, i sindaci svolgono anche funzioni di revisione contabile mentre, qualora ciò
non fosse previsto, l’art. 2409-bis c.c. richiede di affidare la
revisione a un soggetto esterno persona fisica o società di
revisione.
• Società cooperative. Nelle società cooperative, le modifiche
normative non hanno determinato effetti rilevanti, con la conseguenza che oggi le norme sui controlli delle coop differiscono
sia da quelle per le spa sia da quelle delle srl. Qui, infatti, il
revisore esterno dovrà essere nominato al superamento dei parametri previsti dall’art. 2519 c.c., mentre il collegio sindacale,
ai sensi dell’art. 2543 c.c., è d’obbligo in tutte le situazioni in
cui nelle srl sarà da nominare il sindaco unico o il revisore.
Non si può non considerare il limite dimensionale
La possibilità di nominare un singolo
soggetto (sindaco unico o revisore) in
srl di ogni dimensione lascia alquanto
perplessi. Sebbene secondo Assonime
addirittura la «… flessibilità del sindaco
unico potrebbe risultare più efficiente
dell’attività svolta da un collegio» (in tal
senso la circolare 6/2012 prima citata), si
ritiene che tale possibilità sia del tutto
destituita di fondamento, come comprende chi opera all’interno di un collegio sindacale o nello stesso esercita anche la
funzione di revisore legale. Quanto sopra
sulla base delle seguenti considerazioni:
1) il sindaco unico potrebbe in molte situazioni non poter partecipare alle riunioni del cda o delle assemblee convocati
(te) sulla base delle esigenze degli amministratori e dei soci e non dei sindaci,
situazioni queste scongiurate con collegi
sindacali pluripersonali; 2) le scelte del
collegio sindacale, spesso fondate su diverse e complementari professionalità,
possono essere maggiormente ponderate
ed equilibrate negli interessi dei terzi e
della società rispetto a quelle assunte
dal sindaco unico; 3) l’opzione per la
nomina del solo revisore, priva la socie-
tà di ogni controllo di legalità, statuario
e gestionale controlli tipici dell’ordinamento italiano, facendo venire meno ogni
verifica preventiva e contestuale, visto
che i controlli contabili per loro natura
avvengono solo «a posteriori» quando
spesso le irregolarità si sono già perpetrate. Ma i dubbi più incisivi della nuova
normativa sulle srl riguardano la mancata previsione di un limite dimensionale
per la nomina dell’organo monocratico.
Si pensi che, colossi del settore bevande come Coca-Cola e Pepsi Italia sono
srl. Sono poi strutturate in forma di srl
la Unilever Holding Italy e Ikea Italia.
Ebbene, queste società, sulla base delle
attuali disposizioni legislative, potrebbero limitarsi alla nomina di un unico
sindaco o di un revisore esterno persona
fisica, senza assoggettare, in quest’ultimo caso, l’ente ad alcuna verifica di
legalità gestionale. Una scelta, questa,
che potrebbe risultare la più «gettonata» nella pratica in quanto sarebbe la
più economica e meno invasiva per le
aziende ma, presumibilmente anche e
la meno incisiva per l’efficacia e la completezza dei controlli.
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Lunedì 19 Marzo 2012
IMPRESA
L’Inps ha modiicato la tempistica in seguito al mutato orientamento giurisprudenziale
DI
Pagina a cura
CARLA DE LELLIS
P
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iù tempo per il recupero
della contribuzione non
versata. Gli interessati
(lavoratori subordinati
o a progetto; co.co.co.; associati
in partecipazione; coadiuvanti
artigiani o commercianti; componenti del nucleo familiare dei
lavoratori autonomi agricoli; oppure eredi dei predetti lavoratori), infatti, possono raddoppiare
il termine di prescrizione, da
cinque a dieci anni, provvedendo alla denuncia all’Inps prima
dello spirare della prescrizione
quinquennale. La novità, illustrata nella circolare n. 31/2012
dell’Inps, modifica il precedente orientamento, a seguito dei
mutati orientamenti della giurisprudenza.
La prescrizione dei contributi. La vigente disciplina stabilisce che, dal 1° gennaio 1996, i
contributi relativi ai periodi precedenti al 17 agosto 1995 si prescrivono in cinque anni, in luogo
del vecchio e più lungo termine
di dieci anni. La denuncia del
lavoratore o dei suoi superstiti
può in alcuni casi conservazione
il precedente termine decennale.
In particolare tale possibilità si
ha qualora il lavoratore o i suoi
superstiti (eredi) presentino
all’Inps una denuncia entro il
Contributi, recupero
in tempi lunghi
LE DIVERSE IPOTESI
I contributi relativi a periodi precedenti al 17/8/1995 si prescrivono in cinque anni dal 1°
gennaio 1996.
I contributi per il inanziamento del fondo pensioni lavoratori dipendenti e di tutte le altre gestioni obbligatorie in scadenza dopo il 17 agosto 1995, conservano una prescrizione decennale
ino al 31 dicembre 1995. Dal 1° gennaio 1996, la prescrizione è ridotta a cinque anni
La denuncia del lavoratore o dei suoi aventi causa effettuata, successivamente al 1° gennaio
1996, ma entro cinque anni dalla scadenza del termine di pagamento della contribuzione non
denunciata, consente la conservazione della prescrizione decennale
I contributi dovuti a fondi per le prestazioni previdenziali e assistenziali in scadenza dopo il
17 agosto 1995, si prescrivono da tale data in cinque anni
termine di cinque anni dalla scadenza dei contributi per i quali
si chiede il recupero. Laddove,
invece, la denuncia venga fatta
oltre i cinque anni, la contribuzione si considera prescritta e,
se il datore di lavoro effettua
spontaneamente il versamento,
l’Inps procede al suo rimborso.
In particolare:
• qualora al 17 agosto 1995
siano trascorsi cinque anni dalla
scadenza dell’obbligo contribu-
tivo, la denuncia del lavoratore
o dei suoi superstiti, se fatta
entro il 31 dicembre 1995, ha
l’effetto conservativo della prescrizione decennale. Per esempio: denuncia del lavoratore o
suoi eredi per contribuzione di
gennaio 1990 con scadenza 20
febbraio 1990; prescrizione 19
febbraio 1995 (il quinquennio
di prescrizione era maturato al
17 agosto 1995); presentazione
denuncia del lavoratore entro il
31 dicembre 1995. Dalla data di
denuncia del lavoratore inizierà
a decorrere il più lungo termine
di prescrizione decennale.
• qualora al 17 agosto 1995
non sia trascorso il termine
di cinque anni dalla scadenza
dell’obbligo contributivo, il termine di prescrizione decennale
permane a condizione che, prima della scadenza del quinquennio, intervenga una denuncia
del lavoratore o dei suoi eredi.
Per esempio, denuncia del lavoratore o suoi eredi relativa alla
contribuzione di febbraio 1992;
prescrizione 15 marzo 1997 (il
quinquennio di prescrizione non
era maturato al 17 agosto 1995);
denuncia del lavoratore o suoi
eredi entro il 15 marzo 1997.
Dalla data di denuncia del lavoratore (non oltre il 15 marzo
1997) inizierà a decorrere il più
lungo termine di prescrizione
decennale.
A decorrere dal 1° gennaio
1996, i contributi dovuti per il
finanziamento del Fpld (Fondo
pensioni lavoratori dipendenti)
e di tutte le altre gestioni obbligatorie si prescrivono in cinque
anni. Tuttavia, ai sensi della legge n. 335/1995, nulla impedisce
che possa essere mantenuto il
termine decennale qualora il
lavoratore o i suoi eredi presentino all’Inps una denuncia entro
il termine di cinque anni dalla
scadenza dei contributi per i
quali si chiede il recupero. Per
esempio: denuncia del lavoratore o suoi eredi per contribuzione
di febbraio 2002; prescrizione 15
marzo 2007; denuncia del lavoratore o suoi eredi entro il 15
marzo 2007. Dalla data di denuncia del lavoratore (non oltre
il 15 marzo 2007) inizierà a decorrere il più lungo termine di
prescrizione decennale.
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Lunedì 19 Marzo 20
2012
IMPRESA
15
Problematiche tributarie e rappresentazione in bilancio di questo strumento di capitalizzazione
Finanziamenti ai soci, via di fuga
La crisi spinge all’approvvigionamento di risorse dall’interno
Pagina a cura
MASCIA TRAINI
DI
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L
I presupposti del finanziamento soci
a crisi globale spinge verso
il finanziamento dei soci.
Sempre più frequentemente, infatti, il portafoglio degli azionisti è chiamato ad
alleviare, complice la stretta creditizia che caratterizza l’attuale
congiuntura, la tensione finanziaria che grava su tante delle
piccole e medie imprese italiane.
Questo strumento, di norma preferito ad apporti di capitale per la
sua naturale rimborsabilità (nei
limiti di legge e, in particolare, di
quanto disposto per le srl dall’art.
2467 c.c.), richiede la valutazione di specifiche problematiche: in
primo luogo quelle relative alla
liceità dell’operazione, quindi la
sua corretta rappresentazione in
bilancio e, infine, il trattamento
tributario in capo ai soci. Ecco
l’esame di questi elementi in
dettaglio:
I presupposti dell’operazione. La raccolta di risorse
finanziarie con obbligo di rimborso, qualora rivolta nei confronti del pubblico, è vietata a
soggetti diversi dalle banche ai
sensi dell’art. 11 del Tub. I soci
non sono quindi liberi di finanziare la loro società: la deliberazione Cicr del 19 luglio 2005, ci
riferiamo all’art. 6, prevede due
condizioni per escludere che tale
rapporto debba essere ad appannaggio esclusivo degli intermediari finanziari.
La prima ha natura meramente formale: «Le società possono
raccogliere risparmio presso soci,
con modalità diverse dall’emissione di strumenti finanziari, purché tale facoltà sia prevista nello
statuto». Il contratto associativo
deve quindi prevedere una clau-
sola che consenta ai titolari del
capitale di rischio di prestare denaro alla società: prima di dare il
via al finanziamento sarà allora
necessario verificarne la presenza, altrimenti si dovrà procedere
addirittura a una modifica statutaria. Quest’ultima ipotesi appare comunque remota: si tratta,
infatti, di una clausola standard
presente, ab origine, nella maggior parte dei contratti; ciò non
significa, però, che possa essere
trattata con sufficienza visto che
potrebbe disporre condizioni ulteriori o particolari modalità di
esecuzione.
Il secondo presupposto, che
non trova applicazione alle società di persone e alle cooperative
(per queste ultime sui rinvia al
terzo comma dell’art. 6), prevede due requisiti inerenti lo status
del finanziatore: deve possedere
non meno del 2% del capitale
sociale risultante dall’ultimo bilancio approvato; deve risultare
iscritto nel libro soci da almeno
tre mesi (per le srl, in seguito
alla sua abrogazione, il periodo
si calcolerebbe dall’iscrizione nel
Registro delle imprese). L’obiettivo del Cicr è quello di ancorare la
possibilità di acquisire risparmio
fra i componenti della compagine sociale ad una partecipazione
caratterizzata da un minimo di
stabilità e significatività.
Debito o capitale? Il contratto di mutuo non richiede, ai
sensi dell’art. 1350 c.c., la for-
ma scritta; anzi in quest’ultima
ipotesi – salvo formalizzazione
mediante scambio di corrispondenza, si pone il problema della
sua registrazione in termine fisso con l’applicazione dell’imposta
nella misura del 3%. Proprio per
questo motivo, unito alla natura
familiare che contraddistingue
la quasi totalità delle compagini,
può risultare difficile comprendere a che titolo uno o più soci
abbiano trasferito risorse alla
società.
Risulta di fondamentale importanza, proprio ai fini della
stessa rimborsabilità, l’esistenza,
magari con data certa, di esplicite dichiarazioni di volontà che
possano qualificare, senza ombra
di dubbio, la tipologia del rappor-
to giuridico. L’utilizzo della posta
elettronica certificata appare
oggi la soluzione più efficiente
(rispetto al canonico scambio di
raccomandate); utili anche specifiche deliberazioni assembleari
che delineano le caratteristiche
dell’operazione oppure esplicite
causali indicate nei trasferimenti
bancari.
Il problema della qualificazione si pone anche in bilancio.
La bozza del nuovo principio
contabile Oic 19 – Debiti precisa infatti che nella voce D.3 del
passivo dello stato patrimoniale
debbono essere aggregati «tutti i finanziamenti concessi dai
soci alla società sotto qualsiasi
forma, per i quali la società ha
un obbligo di restituzione. Non
è rilevante la natura fruttifera o meno di tali debiti, né
l’eventualità che i versamenti
vengano effettuati da tutti i
soci in misura proporzionale
alle quote di partecipazione.
L’elemento discriminante va
individuato esclusivamente nel
diritto dei soci alla restituzione delle somme versate». I finanziamenti effettuati dai soci
debbono poi essere discussi in
nota integrativa, si legga il n.
19-bis dell’art. 2427 c.c., indicando la loro ripartizione per
scadenze ed evidenziando quelli con clausola di postergazione
rispetto agli altri creditori.
Vita difficile, quindi, per coloro che cercano ab origine un
certo grado di ambiguità per
far giocare il trasferimento
delle risorse, a seconda della
convenienza, a volte come riserva altre come debito; ciò per non
precludersi nella forma, tenendo
scorrettamente il «piede in due
staffe», il rimborso in caso di miglioramento della situazione.
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Infruttuosità, fondamentale
lasciare tracce scritte
Comunicazioni ad ampio spettro
in attesa di chiarimenti
Il finanziamento da parte dei soci può creare anche problemi tributari: non
ci riferiamo alla disciplina sui beni concessi in godimento (si veda articolo a
fianco) bensì al problema della presunzione di fruttuosità. Nella maggior parte
dei casi l’intervento della compagine sociale è a titolo gratuito, il prestito è
ossia infruttifero. Tale ovvietà si scontra però con il secondo comma dell’art.
45 del Tuir, secondo cui «per i capitali dati a mutuo gli interessi, salvo prova
contraria, si presumono percepiti alle scadenze e nella misura pattuite per
iscritto. Se le scadenze non sono stabilite per iscritto gli interessi si presumono
percepiti nell’ammontare maturato nel periodo d’imposta. Se la misura non è
determinata per iscritto gli interessi si computano al saggio legale».
Vista la ritrosia, per i motivi precedentemente elencati, verso una chiara formalizzazione del contratto, la società (quale sostituto d’imposta) e i soci
(quali percettori «virtuali» di reddito da capitale) potrebbero incorrere in
contestazioni da parte dell’amministrazione finanziaria. Come vincere questa
presunzione? La soluzione più elegante è certamente quella del contratto di
finanziamento scritto fornito di data certa, magari formato attraverso scambio di mail certificate (così da evitare l’imposta di registro), con clausola che
sancisce l’infruttuosità del finanziamento compiuto dai soci.
L’alternativa, visto che la norma citata chiede di formalizzare sola la misura degli interessi, può consistere in tracce, scritte e inequivoche, sulla
gratuità di quanto prestato. Ne sono un esempio le clausole statutarie che
dispongono l’infruttuosità dei finanziamenti soci (il contratto ha forza di
legge tra le parti e risulta, nello specifico, da atto pubblico) o specifiche
delibere assembleari che riconoscono la gratuità dei prestiti. Di ausilio, ma
da sole forse non decisive, le informazioni offerte in nota integrativa e le
risultanze della contabilità (purché quest’ultima non sia disconosciuta per
inattendibilità).
Comunicare o meno il finanziamento soci? L’art. 2, comma 36-sexiesdecies,
del decreto legge 138/11 ha introdotto l’obbligo per l’impresa concedente, il
socio o il familiare dell’imprenditore di comunicare all’Agenzia delle entrate
«i dati relativi ai beni concessi in godimento». L’amministrazione finanziaria
procederà infatti, ai sensi del successivo comma 36-septiesdecies, «a controllare sistematicamente la posizione delle persone fisiche che hanno utilizzato
i beni concessi in godimento e ai fini della ricostruzione sintetica del reddito
tiene conto, in particolare, di qualsiasi forma di finanziamento o capitalizzazione effettuata nei confronti della società». La disposizione che istituisce
l’adempimento in parola si riferisce chiaramente ai beni ed, evidentemente, i
finanziamenti non possono essere definiti come tali: non sarebbe necessario
comunicare, di conseguenza, il supporto finanziario dei soci alla società. Il
problema nasce dal provvedimento dell’Agenzia delle entrate n. 166485/11 che,
sulla scorta del comma 36-septiesdecies, estende l’oggetto della comunicazione «a qualsiasi forma di finanziamento o capitalizzazione nei confronti della
società concedente». Il contribuente si trova così di fronte a una richiesta di
informazioni più ampia di quella esplicitamente prevista dal legislatore e, fra
l’altro, di difficile interpretazione: il comma 36-septiesdecies si riferisce, in
generale, a qualsiasi forma di finanziamento o capitalizzazione, ma poi è la
stessa amministrazione finanziaria che sembra circoscrivere tale fattispecie
ai finanziamenti verso società concedenti beni in uso ai soci (interpretazione
poi modificata, a inizio anno, in senso estensivo durante incontri con la stampa). Un vero e proprio rebus che richiede chiarimenti ufficiali e autorevoli,
in modo da evitare tanto il rischio di sanzioni quanto il possibile ingresso in
liste selettive di controllo, certamente compatibili con la nuova scadenza per
l’adempimento fissata, dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle
entrate n. 2012/37049, nel 15 ottobre 2012.
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Lunedì 19 Marzo 2012
IMPRESA
Secondo la Ctp Reggio Emilia per accedere all’agevolazione è suficiente la prova dei sovraccosti
Detassazione ambientale illesa
Il bonus non va negato se non si indica il futuro risparmio
DI
Pagina a cura
BRUNO PAGAMICI
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L
a Tremonti ambientale
opera anche se il contribuente non indica dettagliatamente il «futuro
risparmio di spesa» conseguito
a seguito dell’intervento. Al fine
di fruire della detassazione prevista dalla legge 388/2000 (c.d.
Tremonti ambientale) è sufficiente la prova dei «sovraccosti» sostenuti per gli impianti
che determinano un impatto
ambientale positivo. È quanto
ha stabilito la Commissione
tributaria provinciale di Reggio
Emilia che è intervenuta sulla
complessa questione dell’applicabilità del bonus fiscale con la
sentenza 19/4/2012, che rappresenta una delle prime pronunce sul corretto funzionamento
dell’agevolazione.
Secondo i giudici tributari,
quantificare concretamente i
costi d’investimento supplementare basandosi su futuri risparmi di spesa risulta alquanto «fumoso e indeterminato»,
specie in considerazione della
risoluzione dell’Agenzia delle
entrate n. 226/2002, la quale
precisa che «occorre rettificare
il costo dell’investimento con
riferimento ai vantaggi economici ottenuti in conseguenza
dell’investimento ambientale
realizzato, valutati in termini
di aumento della capacità produttiva, di risparmi di spese
e di produzioni accessorie aggiuntive», senza indicare tra
l’altro prescrizioni tassative.
Sul punto, fra l’altro, la stessa
Agenzia delle entrate suggerisce l’opportunità di ricorrere
a una certificazione, rilasciata
da soggetti abilitati, sulle caratteristiche tecniche dei beni
oggetto d’investimento in termini di riduzione dell’impatto
ambientale e conseguimento di
futuri risparmi di spesa.
Il caso. Una società, che
confezionava formaggio per la
grande distribuzione, aveva impiantato un sistema di abbattimento del vapore e di smaltimento dell’acqua di lavaggio.
Con una relazione tecnica ha
dimostrato di avere sostenuto
un costo maggiore per acquistare tale impianto specificatamente finalizzato a prevenire,
ridurre e riparare i danni causati all’ambiente, rispetto a un
analogo impianto privo delle
suddette caratteristiche.
Pur non disconoscendo il
miglioramento ambientale
generato da tale investimento, l’Agenzia delle entrate ha,
però, contestato l’agevolazione in quanto il contribuente
non aveva dimostrato i futuri
risparmi di spesa conseguenti
all’investimento. In particolare
secondo l’ufficio, in base alla risoluzione 226/E del 2002, l’imprenditore doveva dimostrare
che l’investimento era capace
di generare futuri risparmi di
La Tremonti ambientale in sintesi
La normativa
agevolata
È prevista dall’art. 6, commi da 13 a 19, della legge 388/2000, in base alla
quale gli investimenti ambientali effettuati dalle pmi non concorrono a formare il reddito imponibile ai ini delle imposte sul reddito
Investimento
ambientale
Si intende l’acquisto di immobilizzazioni materiali necessarie per prevenire,
ridurre e riparare i danni causati all’ambiente (es. terreni, fabbricati, impianti,
macchinari, attrezzature industriali e commerciali, altri beni, immobilizzazioni
in corso e acconti). Agevolabili anche i beni in leasing. Esclusi gli investimenti
realizzati in attuazione di obblighi di legge
Formalità
Ai sensi del comma 17, dell’art. 6 della legge 388/2000 le imprese provvedono a comunicare entro un mese dall’approvazione del bilancio annuale gli
investimenti agevolati al ministero dello sviluppo economico, dipartimento
per la competitività, via Molise n. 2, 00187 Roma
Limiti
La determinazione della quota di reddito detassato è pari all’eccedenza degli
investimenti ambientali realizzati nel periodo d’imposta rispetto alla media
di quelli effettuati nei due periodi d’imposta precedenti
Modalità
di calcolo
Gli investimenti ambientali devono essere determinati secondo l’approccio
incrementale, in base al quale i beneici per gli investimenti ambientali sono
«rigorosamente limitati ai costi di investimento supplementari (sovraccosti)
necessari per conseguire gli obiettivi di tutela ambientale»; «il metodo di
calcolo dell’investimento supplementare deve, comunque, ispirarsi a criteri
oggettivi basati, per esempio, sul costo di un investimento analogo sotto
il proilo tecnico, ma che non consenta di raggiungere lo stesso grado di
tutela ambientale» (ris. Agenzia delle entrate n. 226/2002)
Decadenza
L’agevolazione decade se i beni agevolati vengono ceduti entro il secondo
periodo d’imposta successivo a quello in cui sono stati acquistati.
Codici ad hoc nella dichiarazione dei redditi
Le «detassazione ambientale» deve essere
indicata tra le variazioni in diminuzione
utilizzando gli appositi codici previsti dalle
istruzioni per la compilazione del modello
Unico.
Nell’Unico Sc 2012 è prevista l’indicazione
della detassazione ex art. 6
della legge 388/2000 tra le
variazioni in diminuzione,
al rigo RF54, con l’apposito
codice 29. Sempre con tale
codice l’agevolazione trova
spazio anche nell’Unico Pf
2012 al rigo RF39 e nell’Unico Sp al rigo RF47. La revoca
determina invece una variazione in aumento. A tal fine,
è prevista l’indicazione del
«recupero» tra le variazioni in aumento al
rigo RF24 (codice 23) del modello Unico Pf
2012, al rigo RF29 (codice 23) del modello
Unico Sp 2012 e al rigo RF32 (codice 23) del
modello Unico Sc 2012.
Qualora l’ammontare agevolabile, relativo
ad investimenti effettuati nel 2011, non sia
stato indicato nel relativo modello Unico, al
fine di fruire dell’agevolazione è possibile
presentare una dichiarazione integrativa ex
art. 2 comma 8-bis del dpr 322/98, al fine di
«correggere errori od omissioni che abbiano
spesa. Da qui la ripresa a tassazione delle deduzioni. L’atto
impugnato dal contribuente,
ha annullato il provvedimento
impositivo rilevando che, per
fruire dell’agevolazione, non è
necessaria la quantificazione
da parte dell’imprenditore del
sovraccosto previsto dalla normativa comunitaria. La società ricorrente ha dimostrato di
essere in possesso dei requisiti
per accedere all’agevolazione
previste dalla legge; inoltre,
determinato l’indicazione di un maggior reddito o, comunque, di un maggior debito d’imposta o di un minor credito»; tale dichiarazione, tuttavia, deve essere presentata entro il
termine di presentazione della dichiarazione
dei redditi relativa al periodo d’imposta successivo.
• Cumulabilità. Il ministero
dello sviluppo economico,
con un recente parere, ha
preso posizione in merito
alla cumulabilità della detassazione ambientale con
il sistema di incentivazione
della produzione di energia
elettrica da impianti fotovoltaici (meglio noto come
«Conto Energia»).
In base alla ricostruzione della normativa
vigente, il Ministero ritiene che gli incentivi
del Conto Energia non sono cumulabili con
la Tremonti ambientale, almeno per quanto
riguarda gli impianti che entrano in funzione
fino al 31 dicembre 2012.
Per gli impianti che entreranno in funzione
dal 1° gennaio 2013 in poi, le due agevolazioni si potranno invece cumulare, in quanto il
Conto Energia si trasformerà in tariffa onnicomprensiva.
nario oggetto dell’agevolazione
(nessun acquisto di attrezzature equivalenti non ambientali)
e i costi di produzione risparmiati, per effetto della maggiore
produttività conseguente all’investimento con un impianto di
distillazione».
La Tremonti ambientale.
L’agevolazione volta a incentivare le piccole e medie imprese che realizzano investimenti
«ambientali» è stata introdotta
dall’art. 6, commi da 13 a 19,
della legge n. 388/2000 (Finanziaria 2001). Tale disposizione,
destinata alle sole pmi in contabilità ordinaria, assume particolare rilevanza per le imprese
che intendono investire nella
variabile ambientale, posto che
consente di detassare gli investimenti ambientali effettuati.
In particolare, la norma stabilisce che le spese dirette a
prevenire, ridurre e riparare
danni causati all’ambiente non
concorrono a formare il reddito
imponibile ai fini delle imposte
sul reddito.
Il metodo di calcolo, tuttavia,
non è dei più semplici: occorre
effettuare un confronto con la
media degli investimenti ambientali realizzati nel biennio
antecedente e seguire un approccio di tipo «incrementale»
nel calcolo degli stessi.
Per investimento ambientale,
ai sensi dell’art. 6, comma 15,
della legge n. 388/2000, s’intende il costo d’acquisto delle immobilizzazioni materiali di cui
all’art. 2424, comma 1, lett. B,
n. II, c.c., necessarie per prevenire, ridurre e riparare i danni
causati all’ambiente «dall’attività d’impresa» (si veda la circ.
1/2001, par. 1.4.6.)
Con la ris. n. 95/2005, la stessa
Agenzia ha altresì chiarito che
possono fruire dell’agevolazione
anche i beni acquisiti mediante leasing finanziario, in virtù
della tendenziale equivalenza
tra l’acquisto o la realizzazione
del proprio bene e l’acquisizione
effettuata tramite contratto di
leasing.
La norma agevolativa precisa
invece che sono esclusi dall’ambito applicativo del beneficio fiscale gli investimenti realizzati
per obbligo di legge.
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ha dato prova sufficiente, nella relazione tecnica, delle caratteristiche dell’impianto in
relazione alla potenzialità di
prevenire, ridurre e riparare i
danni causati e dei rientri in
termini di risparmio, specificando altresì che non si trattava di investimenti realizzati in
attuazione di obblighi di legge.
Di conseguenza, «ha detassato
il reddito d’impresa in misura
pari alla differenza tra il costo
totale di acquisto del macchi-
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Lunedì 19 Marzo 20
2012
IMPRESA
17
Scade il primo appuntamento con l’obbligo di comunicazione introdotto dal dlgs n. 67/2011
Lavoratori usurati all’appello
Entro fine mese va fatta la denuncia telematica per il 2011
DI
Pagina a cura
DANIELE CIRIOLI
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C
onto alla rovescia sulle
comunicazioni dei lavori usuranti. Entro fine
mese infatti i datori di
lavoro sono tenuti denunciare
l’eventuale svolgimento di lavorazioni usuranti (come tali
individuate dal dm 19/5/1999),
di lavoro notturno, a catena o
di autisti nell’anno 2011. La comunicazione, al primo appuntamento, è stata introdotta dal
dlgs n. 67/2011 (prepensionamento per i lavoratori usurati);
in caso di omissione (per la parte relativa al lavoro notturno),
previa diffida, comporta l’applicazione di una sanzione da 500
a 1.500 euro.
Soggetti obbligati. L’adempimento fa parte delle nuove comunicazioni cui sono obbligati
tutti i datori di lavoro che (a
partire dal 2011) svolgono attività faticose e pesanti, come
individuate dal dlgs n. 67/2011
(articolo 1, comma 1). Materialmente, però, le comunicazioni
possono essere effettuate anche dagli altri soggetti abilitati
allo svolgimento delle attività
di consulenza. Nello specifico, i
soggetti legittimati ad operare
per queste comunicazioni sono:
• i datori di lavoro privati,
quando effettuino direttamente
o a mezzo di propri dipendenti
le comunicazioni;
• le imprese utilizzatrici, con
riguardo ai lavoratori somministrati, impegnati nel «lavoro
a catena» e nel «lavoro notturno»;
• i consulenti del lavoro e gli
altri soggetti abilitati (legge n.
12/1979) a compiere per conto di
qualsiasi datore di lavoro tutti
gli adempimenti previsti da norme vigenti per l’amministrazione del personale dipendente;
• gli altri soggetti abilitati dalla legge alla gestione e
all’amministrazione del personale dipendente del settore
I LAVORI DA COMUNICARE
Lavori particolarmente usuranti (articolo 2 del dm 19 maggio 1999
cosiddetto «Decreto Salvi»)
lavori in galleria, cava o miniera (tutte
le mansioni svolte in sotterraneo dagli
addetti con carattere di prevalenza e
continuità)
lavori in cassoni ad aria compressa
lavori svolti dai palombari
lavori ad alte temperature
lavorazione del vetro cavo
lavori espletati in spazi ristretti con carattere di prevalenza e continuità, in particolare le attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale e le mansioni
svolte continuativamente all’interno di
spazi ristretti, come intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi
blocchi strutture
lavori di asportazione dell’amianto
Lavori notturni (articolo 1 del dlgs
n. 66/2003)
Il «lavoratore notturno» è chi svolge almeno
parte del suo orario di lavoro o almeno tre ore
del suo tempo di lavoro giornaliero (secondo
le norme deinite dai ccnl) durante il «periodo
notturno», cioè un periodo di almeno sette ore
consecutive comprendenti l’intervallo tra la
mezzanotte e le cinque del mattino. In difetto
di disciplina collettiva è considerato lavoratore notturno qualsiasi lavoratore che svolga
lavoro notturno per un minimo di 80 giorni
lavorativi all’anno (in caso di lavoro a tempo
parziale il limite minimo è riproporzionato)
agricolo, quali gli agrotecnici e
gli agrotecnici laureati in relazione alle imprese che abbiano
conferito loro un incarico di
direzione, amministrazione o
gestione.
Le comunicazioni. Come
stabilito nel dm 20 settembre 2011 e spiegato nella nota
operativa del ministero n.
4724/2011 (si veda ItaliaOggi
del 29 novembre 2011), le comu-
Il lavoro notturno è considerato usurante se
organizzato in turni (almeno sei ore in cui è
compresa la fascia indicata come «periodo
notturno») o se il lavoro è svolto in modo
ordinario in periodi notturni (per almeno tre
ore)
Lavorazioni svolte da addetti alla cosiddetta «linea catena»:
prodotti dolciari, additivi per bevande e
altri alimenti
lavorazione e trasformazione delle resine
sintetiche e dei materiali polimerici termoplastici e termoindurenti; produzione
di articoli initi, ecc.
macchine per cucire e macchine rimagliatrici per uso industriale e domestico
costruzione di autoveicoli e di rimorchi;
apparecchi termici: di produzione di vapore, di riscaldamento, di refrigerazione,
di condizionamento
elettrodomestici
altri strumenti e apparecchi
confezione con tessuti di articoli per abbigliamento ed accessori; ecc.
confezione di calzature in qualsiasi materiale, anche limitatamente a singole fasi
del ciclo produttivo
Conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti a servizio
pubblico di trasporto collettivo
nicazioni attraverso il modello
Lav_Us sono di due tipi: quelle
di inizio attività e quelle di monitoraggio. Le comunicazioni di
inizio attività sono obbligatorie
per le lavorazioni cosiddette «a
catena» entro 30 giorni dal loro
inizio; la sanzione amministrativa per la mancata comunicazione va la sanzione da 500 a
1.500 euro.
Le comunicazioni di monitoraggio annuale, da compilarsi
entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento
e che concerne l’attuale appuntamento, riguardano tutte le
attività usuranti: lavorazioni
considerate usuranti dal decreto ministeriale 1999, lavoro
notturno, lavorazioni «a catena»
e conduzione di veicoli adibiti
al servizio pubblico di trasporto collettivo. Nel caso di lavori
notturni (svolti in modo continuativo o compreso in regola-
ri turni periodici), la mancata
comunicazione annuale dello
svolgimento dell’attività è sanzionabile. Anche in questo caso,
la sanzione amministrativa va
da 500 a 1.500 euro.
Modello unico: «Lav_Us».
Per tutte le diverse tipologie di
comunicazioni va utilizzato il
modello «Lav_Us», disponibile
sul sito del ministero del lavoro,
alla sezione Cliclavoro dalla quale peraltro va effettuata la trasmissione. Il modello si compone
di una prima sezione relativa al
«datore di lavoro», in cui indicare i riferimenti dell’azienda;
di una seconda sezione relativa
all’elenco delle unità produttive in cui si volgono le attività
soggette a comunicazione; infine della sezione «dati di invio»
(automaticamente compilata
dal sistema informativo).
Accreditamento al sistema. Per procedere all’invio è necessario accreditarsi al sistema.
Per farlo, occorre in primo luogo
compilare l’apposito modulo disponibile sul portale Cliclavoro
con i propri dati e procedere
all’invio. Avvenuto l’invio, il sistema trasmetterà la ricevuta
stampabile di avvenuta compilazione via mail all’indirizzo
indicato nel campo «Referente»
del modulo. Nel giro di pochi
giorni il ministero del lavoro
invierà una mail di richiesta
di documentazione allo stesso
indirizzo di posta elettronica;
attenzione, se non si ricevono
queste mail è necessario segnalarlo scrivendo ad [email protected]. Occorrerà, quindi, inviare al numero
di fax indicato nella mail una
copia firmata del documento di
identità di chi effettua l’accreditamento (datore di lavoro o
soggetto autorizzato). A questo
punto si riceveranno le credenziali per accedere al sistema e
per compilare il modello» Lav_
Us» (istruzioni in pagina).
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Come si compila il modello Lav_Us
Per iniziare, selezionare la voce «monitoraggio «dal menu a tendina «Modelli»
in alto a sinistra, poi scegliere il modello di interesse fra «Lavoro usurante
(dm 1999)», «Notturno», «A catena» e
«Autisti» (si veda tabella); quindi procedere alla compilazione tenendo conto che i campi contrassegnati da una
«star», «*», sono obbligatori, mentre
quelli contrassegnati da una «star chiusa tra parentesi, (*), sono obbligatori
nei casi specifici in cui si verifica la condizione riportata fra parentesi.
Sezione Datore di lavoro. Indicare i
riferimenti dell’azienda che effettua le
attività. Per riempire i campi obbligatori relativi all’indirizzo della sede legale, compilare il campo «Comune sede
legale» ricercandolo e selezionandolo
tramite l’apposito tasto.
Sezione Inps. Inserire la matricola
aziendale e i codici relativi all’inquadramento assegnati dall’Inps all’azienda all’atto dell’iscrizione. Qui è possibile inserire più matricole.
Sezione Inail. Inserire il Codice Cliente attribuito dall’Inail al momento
dell’iscrizione all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro.
Sezione Altri Enti. Indicare l’Ente
previdenziale al quale l’azienda risulta iscritta e il rispettivo codice, oltre
al numero di iscrizione alla Camera di
commercio o all’Albo imprese artigiane. Indicare poi il codice del settore
di attività (secondo la classificazione
Ateco 2007) con il quale l’azienda risulta iscritta.
Sezione Elenco delle unità produttive
in cui si svolgono le attività. In questa
sezione bisogna inserire tutte le sedi
territoriali nelle quali l’azienda svolge le attività usuranti. Procedere alla
compilazione del modulo premendo il
tasto «aggiungi un’unità produttiva» e
compilando quindi tutti i dati richiesti nel nuovo riquadro «Unità produttiva». Cliccare poi sull’apposito tasto
posto in corrispondenza di ogni unità
produttiva disegnata, per inserire i
dettagli anagrafici dei singoli lavoratori impegnati nelle attività usuranti.
Oltre al nome, al cognome e al codice
fiscale, per ogni singolo lavoratore è
necessario indicare il periodo in cui si
è svolta la lavorazione in oggetto. Scegliere quindi solo una delle due opzioni
disponibili: «Numero di giorni dell’effettivo svolgimento dei lavori usuranti» ovvero «Intero anno lavorativo».
In seguito premere il tasto «salva».
L’inserimento sarà confermato da un
riepilogo dei dati sotto forma di una
tabella riassuntiva. In caso di errore,
sarà possibile eliminare i dati dell’unità produttiva già inserita cliccando sul
tasto «cestino». Procedere premendo
il tasto «aggiungi un’unità produttiva»
per registrare i dati relativi ad altre
unità territoriali.
Sezione Dati di invio. Se il soggetto
che effettua la comunicazione è diverso dal datore di lavoro, è necessario
indicare qui le sue generalità. Per terminare la procedura di invio occorre
cliccare su «invia modulo».
Esito dell’invio. Se l’invio sarà avvenuto con successo apparirà la ricevuta
dell’invio effettuato che riporta la data
certa di invio. Tutti i modelli inviati
saranno archiviati e consultabili nella
pagina personale di gestione.
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18
Lunedì 19 Marzo 2012
IMMOBILI & CONDOMINIO
La Cassazione: estetica compromessa solo per effetto di modiiche strutturali visibili dall’esterno
È ammessa la tenda in terrazza
Tutto ciò che è removibile non lede il decoro architettonico
Pagina a cura
DI GIUSEPPE BORDOLLI
E GIANFRANCO DI RAGO
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N
on può essere ritenuto
colpevole di lesione del
decoro architettonico
del caseggiato il condomino che abbia trasformato
una soffitta in un appartamento, ricorrendo solo a opere interne e utilizzando tendaggi e altri
oggetti rimuovibili, in quanto in
tal caso non può dirsi compromessa l’estetica del fabbricato,
che si verifica solo per effetto
di modifiche sulla struttura
dell’edificio che siano visibili
e apprezzabili dall’esterno. È
quanto ha chiarito la Cassazione, con sentenza n. 1326 del 30
gennaio 2012.
La vicenda. La questione
ha inizio quando una condomina trasforma una soffitta, posta
all’ultimo piano del caseggiato,
in un appartamento a uso residenziale, suscitando la reazione
di altri due condomini i quali,
nella convinzione che le opere di
trasformazione eseguite avessero alterato il decoro dell’edificio,
non solo impedivano l’allaccio
del locale agli impianti di luce
e gas ma, successivamente, si
rivolgevano al tribunale competente per richiedere la rimozione dei manufatti illecitamente
costruiti. Secondo gli attori, inoltre, il decoro dell’edificio condominiale era stato compromesso
anche dall’abusivo deposito di
materiale sul terrazzo comune,
Il principio
Non rileva, ai fini del decoro architettonico, l’apposizione di tendaggi e
stracci rimuovibili sul
terrazzo dell’edificio. Ai
fini della tutela prevista
dall’art. 1120 c.c., comma 2 in materia di divieto di innovazioni sulle
nonché dall’affissione di alcuni
tendaggi. Le circostanze in tal
modo denunciate erano però
state considerate irrilevanti dal
tribunale interpellato, il quale
aveva ordinato l’allaccio delle
utenze e condannato gli attori
al risarcimento dei danni subiti
dalla condomina che non aveva
potuto affittare l’immobile privo
delle essenziali utenze.
Tale decisione era stata poi
confermata dalla Corte di appello. E alle stesse conclusioni
è pervenuta la Suprema corte, nella citata ordinanza dello scorso mese di gennaio. La
sesta sezione della Corte di
cassazione ha infatti precisato
come la trasformazione della
soffitta in locale abitabile era
stata effettuata solo mediante
opere interne, senza variazione
né ampliamento di volume dei
locali originari e, comunque, in
modo tale da evitare che fosse
compromesso l’accesso al lastrico solare di proprietà con-
parti comuni dell’edificio
condominiale, devono
essere alterate, in modo
visibile e significativo, la
particolare struttura e
la complessiva armonia che conferiscono al
fabbricato una propria
specifica identità.
dominiale. Per
quanto sopra i
giudici supremi
hanno escluso
la lesione del
decoro architettonico del
fabbricato, che
è logicamente
incompatibile
con l’insussistenza di modifiche esterne dello stabile.
Il principio. L’alterazione del
decoro del fabbricato, per essere validamente contestata, deve
essere apprezzabile, situazione
che ricorre allorché le modifiche
siano visibili dall’esterno. In
altre parole, il condomino non
può mai (senza autorizzazione
del condominio) modificare solo
quelle parti esterne, siano esse
comuni o di proprietà individuale, che incidano sul decoro
architettonico dell’intero corpo
di fabbrica o di parti significative di esso. Del resto la Suprema
corte ha precisato anche come,
ai fini del decoro architettonico,
non può essere rilevante l’apposizione di tendaggi e stracci
sul terrazzo dell’edificio (che
sono rimovibili), in quanto tale
comportamento non è in grado
di alterare, in modo visibile e significativo, la particolare struttura e la complessiva armonia
che conferiscono al fabbricato
una propria specifica identità.
In altre parole, tali comportamenti non meritano di essere
considerati ai fini della lesione
del decoro architettonico, cioè
delle linee e delle strutture
che connotano lo stabile stesso
e gli imprimono una determinata, armonica fisionomia e
una specifica identità, perché
non riguardano opere edili incidenti sulla sagoma o la facciata dell’edificio, bensì la posa
di oggetti rimovibili, che non
possono quindi pregiudicarne
il decoro architettonico.
Allo stesso modo la Cassazione ha sottolineato come dalla richiesta della condomina di poter
allacciare il nuovo appartamento alle utenze di luce e gas non
potesse derivare alcun danno
agli altri condomini, in quanto
tale operazione non comportava
modifiche murarie strutturali
o alterazioni delle linee architettoniche dell’edificio, ma adeguamenti e aggiunte funzionali che, come tali, non rilevano
sulla estetica del fabbricato. In
ogni caso la Suprema corte ha
affrontato anche la questione
del risarcimento del danno richiesto dalla condomina per la
compromissione dell’usufruibilità della soffitta trasformata in
appartamento per la mancata
disponibilità degli allacciamenti conseguente agli impedimenti illegittimamente posti in essere dai propri vicini. A questo
proposito è stato ricordato che
in casi del genere il danno non
può che riferirsi esplicitamente
e inequivocabilmente alla mancata utilizzazione locatizia del
locale divenuto abitabile.
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LA NOZIONE
Il pregiudizio deve tradursi in un’alterazione incisiva
L
a nozione di decoro architettonico, come meglio chiarita nel
tempo dalle numerose decisioni di merito e di legittimità
che si sono prodotte sul tema, viene in
rilievo in materia di innovazioni condominiali vietate e denota una qualità positiva dell’edificio, derivante dal
complesso delle sue caratteristiche
costruttive principali e secondarie,
di modo che una modifica strutturale
di una parte del medesimo, anche di
modesta consistenza, pur non incidendo sulle linee architettoniche preesistenti, può essere idonea a far venir
meno quelle caratteristiche influenti
sull’estetica del fabbricato e, quindi,
sullo stesso decoro architettonico.
Quella del decoro architettonico è
spesso una strada obbligata per quei
condomini che vogliano comunque
opporsi a innovazioni decise dalla
maggioranza assembleare perché, ai
sensi dell’art. 1120, secondo comma,
c.c., le stesse possono essere considerate legittime soltanto ove non rechino
pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza dell’edificio, non ne modifichino,
appunto, il decoro architettonico o non
rendano alcune parti comuni inservi-
bili all’uso cui sono destinate.
In questi casi, affinché l’opposizione
dei condomini sia legittima, il pregiudizio all’aspetto architettonico deve
tradursi in un’alterazione di particolare incidenza sullo stile architettonico
dell’edificio e sulle linee caratteristiche
principali di esso, idonea di per sé a
diminuire il pregio estetico del fabbricato e, quindi, il valore economico dello
stesso, riferito sia all’unità complessiva sia alle singole unità in proprietà
esclusiva. La difformità deve quindi
essere immediatamente apprezzabile ictu oculi da parte delle persone di
media preparazione culturale e tecnica
che si trovino a passare sulla strada, in
quanto tali condizioni sono quelle che
ricorrono in occasione dell’apprezzamento del pregio estetico di un edificio,
nonché in occasione della valutazione
economica dello stesso sia in termini di
insieme che di singole porzioni.
Al fine di stabilire se le opere di modifica del fabbricato abbiano pregiudicato il decoro architettonico, come
opportunamente specificato dalla
Suprema corte, devono comunque
essere tenute presenti le condizioni
in cui quest’ultimo si trovava prima
Il diritto di opposizione alle opere
dell’esecuzione delle opere stesse, con
eseguite con pregiudizio delle caratla conseguenza che una modifica non
teristiche architettoniche dell’edifipuò essere ritenuta pregiudizievole per
cio spetta a tutti i condomini, i quali
il decoro architettonico se apportata a
possono chiedere la riduzione in priun edificio la cui estetica sia stata già
stino del fabbricato e il risarcimento
menomata a seguito di precedenti ladei danni. Anche all’amministratore
vori ovvero che sia di mediocre livello
è riconosciuto il potere di agire in giuarchitettonico (Cassazione civile, sedizio per chiedere la demolizione delle
zione seconda, sentenza 29 luglio 1989,
modifiche pregiudizievoli alla statica
n. 3549).
e all’estetica dell’edificio. Sul punto la
Dal punto di vista economico, l’algiurisprudenza, annoverando detta faterazione del decoro architettonico
coltà dell’amministratore tra gli atti
dell’edificio in condominio postula un
conservativi dei diritti inerenti alle
mutamento estetico implicante un preparti comuni, ha per esempio riconogiudizio economicamente valutabile.
sciuto la legittimazione attiva dell’amTuttavia, secondo la Cassazione, quanministratore ad agire in giudizio sendo la modifica non sia del tutto trascuza l’autorizzazione dell’assemblea per
rabile e non abbia arrecato anche un
conseguire la demolizione della soprevantaggio, deve sempre ritenersi insito
levazione realizzata in violazione delle
nel pregiudizio estetico quello econoprescrizioni e delle cautele fissate dalle
mico, senza necessità di un’espressa
norme speciali antisismiche ovvero per
motivazione sotto tale profilo tutte le
conseguire la rimozione delle modifivolte in cui non sia stato espressamenche dell’edificio che importino l’alterate eccepito e provato che la modifica
zione dell’estetica (Cassazione civile,
ha anche arrecato un vantaggio econosezione seconda,
micamente valutabisentenza 12 ottobre
le (Cassazione civile,
La sentenza sul sito
2000, n. 13611).
sezione seconda, sen© Riproduzione
tenza 6 ottobre 1997,
www.italiaoggi.it/
riservata
n. 9717).
docio7
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Lunedì 19 Marzo 2012
AMBIENTE
19
Dal 2014 sarà in vigore il nuovo metodo di calcolo di eficienza dei residui. Addio alle percentuali
DI
VINCENZO DRAGANI
A
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ggiornamento degli
obiettivi minimi di riciclo, possibilità di operazioni di recupero anche
oltre confine, stretta sul trattamento minimo cui sottoporre i
residui. Queste le novità sulla
gestione dei rifiuti di pile e accumulatori, in arrivo grazie a
due paralleli provvedimenti, ossia il nuovo regolamento comunitario attuativo della direttiva
2006/66/Ce, licenziato dal consiglio Ue lo scorso 9 marzo 2012,
e la «Legge comunitaria 2011»
già approvata dalla camera il 2
febbraio e ora al senato per il
placet definitivo.
Le nuove regole Ue. Sarà il
risultato ottenuto da una articolata formula matematica, e non
più una generica numerazione
percentuale, a indicare agli operatori i quantitativi minimi di
materiale riciclato da ottenere
all’esito del trattamento di rifiuti di pile e accumulatori. Il
provvedimento licenziato dal
consiglio Ue (mediante la forma
giuridica della «non opposizione» all’adozione dello stesso da
parte della Commissione) mira,
infatti, a integrare la direttiva madre sulle pile (la citata
2006/66/Ce) con l’introduzione
di norme dettagliate per il calcolo dell’«efficienza minima di
Riciclo pile,
obiettivi rinnovati
Le nuove regole di gestione in arrivo
Tema
Fonte
Novità
“Efficienza minima
di riciclaggio”
Regolamento Ue approvato il 9
marzo 2012
Nuovo metodo di calcolo
dell’efficienza minima di riciclaggio, fondato su formula
matematica
Comunicazione dati
riciclo
Regolamento Ue approvato il 9
marzo 2012
Obbligo comunicazione dati
di riciclo ad Autorità nazionali
secondo nuova modulistica comunitaria
riciclaggio», efficienza a oggi imposta dalla stessa direttiva soltanto in termini di percentuali
(dal 50 al 75%) rispetto al peso
dei rifiuti oggetto di trattamento. Il metodo di calcolo previsto
dal nuovo regolamento (che diventerà parte integrante delle
norme recate dall’allegato III,
lettera B, della stessa direttiva)
sarà invece fondato sul rapporto
tra la «massa di frazioni derivate» valida ai fini del riciclaggio e
la «massa della frazione iniziale
di rifiuti di pile e accumulatori»
computata sulla base della loro
composizione chimica. Dal 1°
gennaio 2014 (data indicata dal
regolamento in questione) tutti
i riciclatori di pile e accumulatori dovranno dunque porre alla
base delle loro operazioni di gestione di rifiuti il nuovo metodo
di calcolo di efficienza, ottenere
i risultati minimi di riciclaggio
da esso indicati e comunicare
(infine) quanto ottenuto alle
Autorità nazionali di riferimento utilizzando una altrettanto
nuova modulistica prevista dal
provvedimento Ue, dichiarando
sia i flussi di input (tipologia di
rifiuti, completi di codice Cer)
che di output (ossia le frazioni
derivate) del processo. Con il
nuovo regolamento integrativo della direttiva 2006/66/Ce
arriverà anche la nozione di
«processo di riciclaggio» di pile
e accumulatori (definizione a
oggi mancante nella direttiva),
che individuerà ogni operazione
di ritrattamento che inizia dopo
la raccolta e l’eventuale cernita
e/o preparazione al riciclaggio e
che termina con la produzione
delle frazioni derivate da utilizzare per la funzione originaria
o per altre funzioni ma senza
subire ulteriori e diversi trattamenti.
Le novità nazionali in
arrivo. Sempre in materia di
riciclaggio ulteriori novità arriveranno con la «Comunitaria
2011», che inciderà direttamente sul dlgs 188/2008, il provvedimento nazionale attuativo
della citata direttiva 2006/66/
Ce. Tra le novità: la possibilità
di effettuare al di fuori dei confini nazionali le operazioni di riciclaggio (oltre che di trattamento)
dei rifiuti di pile e accumulatori, a condizione che vengano
rispettate le disposizioni del
regolamento (Ce) n. 1013/2006
sull’import/export di rifiuti; il
divieto di smaltire in discarica
i residui di pile e accumulatori
industriali e per veicoli non preventivamente sottoposti a processo di riciclaggio; l’obbligo di
etichettatura conforme al Dlgs
188/2008 anche i «pacchi batteria»; l’obbligo di prevedere nel
trattamento dei rifiuti di pile ad
accumulatori anche la rimozione
di fluidi ed acidi così come quello
di effettuare tutte le operazioni
(deposito temporaneo incluso)
in impianti coperti e provvisti
di superfici impermeabili.
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20
Lunedì 19 Marzo 2012
I N F O . E U R O PA
Proposte nuove norme per aumentare gli importi recuperati dalla criminalità organizzata
Confisca, via al potenziamento
Stretta della Commissione europea contro i proventi di reato
DI
Pagina a cura
TANCREDI SEQUI
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C
rociata di Bruxelles
contro i proventi di reato. La Commissione
europea ha proposto
nuove norme per una più efficace e diffusa confisca di fondi
acquisiti mediante attività criminali. Centinaia di miliardi
di euro che ogni anno finiscono
nelle tasche di bande criminali
e della mafia, malgrado gli sforzi compiuti dalle autorità di polizia e da quelle giudiziarie di
tutta Europa.
Le norme messe a punto da
Bruxelles rafforzeranno i poteri
degli stati membri di confiscare
beni trasferiti a terzi, faciliteranno la confisca di proventi di
reato anche quando l’indagato
si sia dato alla fuga e garantiranno che le autorità competenti possano sottoporre a congelamento temporaneo i beni che
rischiano altrimenti di scomparire. «Gli importi recuperati
dalla criminalità organizzata
sono oggi ancora piuttosto modesti rispetto agli enormi profitti generati da attività illecite
come il traffico di stupefacenti,
la contraffazione, la tratta degli
esseri umani e il contrabbando
di armi leggere», hanno avvertito dalla commissione. Stando
alle stime delle Nazioni Unite,
il valore totale dei proventi di
reato generati nel 2009 dovrebbe aggirarsi attorno ai 2.100
miliardi di dollari, pari al 3,6%
del prodotto interno lordo mondiale. «Mentre la maggior parte
di questo denaro sporco è riciclato e reinvestito nell’economia
lecita, meno dell’1% dei proventi di reato sono sottoposti a congelamento e confiscati», hanno
aggiunto da Bruxelles. Una piaga che affligge in maniera indiscriminata la totalità dei paesi
dell’Ue. In Italia, per esempio,
i proventi della criminalità organizzata sono stimati in 150
miliardi di euro all’anno. E nel
2009 le autorità hanno sottoposto a congelamento temporaneo
beni per un valore di circa 800
milioni di euro. Situazione molto simile anche nel Regno Unito
dove gli introiti della criminalità organizzata si aggiravano nel
2006 a 15 miliardi di sterline.
In Germania nel 2009, sono stati sequestrati alla criminalità
organizzata 113 milioni di euro.
Mentre i profitti ottenuti dai
criminali sono stimati a circa
903 milioni di euro. Di qui la
volontà di Bruxelles di rafforzare la confisca per proteggere
l’economia.
«Sempre più i proventi dei
gruppi di criminalità organizzata sono investiti al di fuori del
loro paese d’origine, non di rado
in più di uno stato membro, o
trasferiti a terzi (spesso parenti
o prestanome) per evitarne la
confisca», hanno spiegato dalla
commissione. «Agevolare la confisca dei beni ostacolerà le attività criminali e avrà un effetto
deterrente sulla criminalità mostrando che il crimine non paga.
E proteggerà la nostra economia dalle infiltrazioni criminali
e dalla corruzione». Una volta
confiscati, inoltre, i proventi
di reato potranno essere inoltre riutilizzati a scopi sociali o
fornire fondi da reinvestire in
iniziative di contrasto o prevenzione del crimine. Per fare questo, la commissione ha proposto
di introdurre norme più chiare
ed efficienti per la confisca dei
beni non direttamente legati a
Marchi, record di depositi nel 2011
Record storico di nuovi marchi depositati nel
corso del 2011. Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (Wipo), alla fine dell’anno scorso il
numero di domande ha raggiunto quota 42.270
su scala globale con un aumento del 6,5% rispetto al 2010.
«Le domande di registrazione di nuovi marchi presentate dai paesi membri dell’Unione
europea hanno rappresentato più della metà
(57,4%) di tutte le richieste pervenute. Mentre la Cina si è confermata essere il paese più
temuto per la contraffazione», ha spiegato il
direttore generale del Wipo, Francis Gurry.
I tassi di crescita più sostenuti nel numero di
domande sono stati registrati nella Federazione russa (35,6%), seguita dall’Unione europea
(24,5%), gli Stati Uniti d’America (15,5%) e la
Cina (+11,5% ). Nonostante questo, lo scorso
anno la top ten dei paesi più attivi sul fronte
della tutela di nuovi marchi è rimasta invariata
rispetto al 2010. Alle spalle delle 5.859 domande di nuovi marchi comunitari, si è posizionata
la Germania che ha presentato 5 mila domande
di registrazioni di nuovi marchi. Seguono gli
Stati Uniti con 4.791 e la Francia con 3.804 davanti alla Svizzera (2.933). Bene anche l’Italia
che si è assicurata il sesto posto della classifica
con 2.306 nuovi marchi registrati, in calo tuttavia dell’11,5% rispetto ai numeri dell’anno
precedente. Con 125 domande di marchi internazionali, Novartis (Svizzera) è stato il più
grande contribuente alla registrazione di nuovi
marchi a livello mondiale nel 2011 seguito da
Philip Morris (Svizzera), Boehringer Ingelheim
Pharma (Germania), Richter Gedeon Nyrt (Ungheria), Nestlé (Svizzera), Philips (Olanda) e
Bmw Aktiengesellschaft (Germania).
un determinato reato, ma che
derivano chiaramente da attività criminali analoghe del condannato (confisca estesa). Non
solo. Si è deciso di rafforzare le
norme sulla confisca di beni che
sono stati trasferiti dall’indagato a terzi che avrebbero dovuto
rendersi conto della loro origine
illecita (confisca nei confronti di
terzi); e di consentire la confisca di beni nei casi in cui non
si possa ottenere una condanna penale a motivo della morte, della malattia permanente
o della fuga dell’indagato (confisca limitata non basata sulla
condanna). La Commissione ha
sottolineato, inoltre, l’esigenza di garantire che i pubblici
ministeri possano sottoporre
a congelamento temporaneo i
beni che rischiano altrimenti
di scomparire, fatta salva la
conferma da parte dell’autorità
giudiziaria (congelamento precauzionale); e di affidare agli
Stati membri la gestione dei
beni sottoposti a congelamento
così da non permetterne la svalutazione in attesa di una loro
successiva confisca (gestione
dei beni). Tutto questo, facendo
sì che i provvedimenti adottati
per il congelamento e la confisca dei beni siano bilanciati da
forti misure a tutela dei diritti
fondamentali, in particolare
garantendo il rispetto del diritto alla presunzione d’innocenza e del diritto di proprietà
dei singoli.
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La Svizzera accantona l’esonero Iva
per i servizi turistico-alberghieri
Francia, la denuncia contro ignoti?
Si sporge via web
Doccia fredda per il settore turistico svizzero. Dopo il Nazionale, e seguendo
la raccomandazione della propria Commissione, anche gli stati hanno respinto un progetto di legge che prevedeva l’esonero per un anno dall’imposta sul
valore aggiunto (Iva) da garantire a tutti i servizi alberghieri all’interno del
paese. E questo con l’idea di aiutare il turismo in un frangente caratterizzato dall’alto corso del franco. Il dossier è archiviato, dunque, nonostante
la strenua battaglia di una piccola minoranza di parlamentari per l’esonero
temporaneo. Martin Schmid e Stefan Engler, rappresentanti di un cantone
turistico, hanno difeso l’esonero, considerato un «raggio di luce» per gli
albergatori in un momento cupo per il settore toccato da una vera e propria
emorragia di pernottamenti. «Il franco forte tiene lontano sia i turisti stranieri che quelli svizzeri», hanno fatto notare i due senatori, secondo i quali il
settore ha già fatto tanto per rispondere a questa sfida, limando al massimo
i margini di guadagno. «Se non si fa nulla c’è il rischio che la situazione
peggiori ulteriormente», hanno aggiunto Schmid e Engler non riuscendo
tuttavia a
trovare sufficiente supporto tra le
fila dei propri colleghi
che hanno
bocciato
l’iniziativa
decretando
la normale
applicazione dell’aliquota Iva
prevista per
il comparto
turisticoalberghiero
svizzero.
Le nuove tecnologie al
servizio della giustizia.
Succede in
Francia dove
da settembre
prossimo tutte le denunce
contro ignoti in caso di
scippi, furti
e aggressioni
potranno essere realizzate
direttamente
accedendo a
un portale internet messo a punto dal sistema di polizia transalpino con
risparmio in termini di tempo di attesa in commissariato. In una prima fase
il servizio sarà testato in uno dei quartieri di Parigi, il XV arrondissement,
e in qualche comune della periferia parigina. Il sistema permette di denunciare furti o aggressioni sul web a condizione che l’autore sia ignoto. Entro
24 ore dalla compilazione del form online, la vittima sarà contattata dagli
agenti di polizia per un appuntamento personalizzato in commissariato durante il quale rendere effettiva la denuncia anticipata via internet. «Questo
servizio serve a rendere le cose più semplici per tutti i cittadini vittima di
reati messi a segno da persone non identificate», ha spiegato il portavoce
del ministero dell’Interno, Henry Brandet. «Non solo si eviterà alle persone,
spesso in stato di shock, di dovere attendere a lungo in commissariato, ma
gli stessi commissariati saranno meno affollati e forse le vittime saranno
più stimolate a sporgere denuncia». Il nuovo sistema non andrà tuttavia a
sostituire il più tradizionale metodo della classica denuncia in commissariato. Chi preferirà infatti rivolgersi direttamente alle forze di polizia per
sporgere denuncia potrà continuare a farlo.
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INFO.MONDO
Lunedì 19 Ma
Marzo 2012
21
La soluzione dell’economista Usa
a incrementa investimenti e pil. I dati in uno studio del Cepr
La Tobin tax promuove la crescita
Una tassa sulle transazioni per scoraggiare l’insider trading
DI
MATTEO RIGAMONTI
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L
a Tobin tax non ha effetti negativi sulla crescita dell’economia internazionale.
Non solo. Il balzello sulle transazioni
fi nanziarie proposto per la prima volta
nel 1972 dal Nobel per l’economia statunitense
James Tobin (si veda ItaliaOggi del 28/1/2012)
può addirittura esercitare
un impatto positivo sulla
crescita del pil mondiale.
Come? Contribuendo a ridurre l’ammontare delle
risorse sprecate nel settore
finanziario, scoraggiando le
pratiche di insider trading
e liberando capitale privato
e pubblico per gli investimenti. È quanto sostenuto
nell’ultima pubblicazione
del Center for economic and
policy research (Cepr) di Washington.
L’introduzione di una tassa
sulle transazioni finanziarie
(FTTs, dall’inglese Financial
ega l’economista
transactions taxes), come spiega
Dean Baker, co-direttore del Cepr, comporta
certo un aumento dei costi delle stesse. Ed è
probabile che ciò determini un aumento del
prezzo delle azioni. Non è un caso che i principali oppositori della Tobin tax lamentano il
fatto che rallenta la crescita economica proprio
per effetto dell’aumento del costo del capitale.
Tuttavia, almeno per ora, non ci sono prove em-
piriche né in favore né contro l’adozione della
Tobin tax. Lo scritto del Cepr si limita, pertanto, a documentare i fattori che compensano il
predetto aumento del costo del capitale.
Una prima argomentazione addotta a sostegno della FTT consiste nel fatto che l’aumento
dei costi di transazione riduce il numero di investitori irrazionali («noise traders») e di inve
vestitori
altamente qualificati
ch come gli «insider traders»,
che,
sv
svolgono
operazioni fi nanziari a fini speculativi, in favore
rie
de
dell’aumento
degli investitori
ra
razionali
(«normal traders»).
C comporta una minore voCiò
la
latilità
nei mercati e, nel lungo periodo, una riduzione dello
sp
spreco
di risorse che avviene
pe effetto di attività di «rentper
se
seeking»,
ossia quelle pratiche
ch come nel caso dell’«insider
che,
tr
trading»,
impiegano
risorse per
James
il raggiungimento di posizioni
Tobin
di rendita ma che sono così sottr
tratte
al circuito dell’economia
re
reale.
Le risorse finanziarie
«liberate» dalla T
Tobin tax possono inoltre essere destinate anche a investimenti privati. E
il gettito derivante può a sua volta essere indirizzato su investimenti pubblici. Il Cepr, infine,
presenta nel paper alcuni dati che dimostrano
l’esistenza di una correlazione positiva tra l’aumento dei costi di transazione e la crescita del
prodotto interno in alcuni paesi del mondo.
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Anno della cultura,
Cina-Italia mai così vicine
L’anno della cultura cinese
tenutosi in Italia? È stato
un ottimo strumento per
aumentare la conoscenza e
la comprensione della Cina
da parte degli italiani. A
sottolinearlo è stato l’ambasciatore cinese in Italia
Ding Wei. L’evento, iniziato
il 7 ottobre 2010 e terminato il 14 gennaio scorso, ha
rappresentato uno scambio
interculturale molto importante a 40 anni dall’apertura di relazioni diplomatiche
stabili. Secondo Ding questo ha avuto un forte impatto sugli italiani e portato a
una base molto solida per la
costruzione di legami bilaterali.
L’anno della cultura cinese ha anche avuto riflessi
sull’economia, il commercio,
la scienza, la tecnologia e la
protezione dell’ambiente.
Oltre 20 città e province da
12 regioni hanno partecipato all’evento, che ha attirato
oltre un milione di visitatori. Il diplomatico si è detto
soddisfatto per la grande
parata tenutasi a Roma il
14 gennaio sponsorizzata da
studenti cinesi attualmente
impegnati in Italia, durata
quattro ore e che ha chiuso in bellezza la manifestazione. Per Ding, inoltre, le
relazioni sino-italiane non
sono state danneggiate dalla crisi economica e fi nan-
ziaria europea, che anzi ha
portato alla nascita di nuove partnership. E a proposito di cultura, soprattutto
online, nei giorni scorsi Li
changchun, membro del Comitato permanente del Politburo della Commissione
centrale del Partito comunista cinese ha sottolineato
che la Cina deve fare di più
per la crescita di internet
e lo sviluppo di una vera e
propria cultura dell’online
e delle tecnologie informatiche. A proposito dell’anno della Cultura cinese, in
un’intervista, alcuni mesi
fa, con l’agenzia stampa ufficiale cinese Xinhua, il direttore del ministero dei beni
culturali Mario Resca, aveva
sottolineato, oltre alle due
culture a confronto, la possibilità per lo sviluppo di un
mercato del turismo culturale e incrementare i flussi
di turisti fra le due nazioni.
Peraltro, aveva ricordato
Resca, il turismo culturale è
in crescita in Cina e l’Italia
è una perfetta destinazione
per i cinesi.
L’anno della cultura cinese ha regalato all’Italia un
interessante interscambio
culturale: Roma esporrà il
meglio della sua eredità artistica e culturale nel nuovo Museo nazionale cinese
per cinque anno. La Cina, al
contrario, avrà una rassegna
simile al Museo nazionale di
Piazza Venezia (Roma) per
«mostrare all’Occidente che
cos’è la cultura cinese».
Antonino D’Anna
FISCO FLASH
Imposte
dirette
CREDITI IVA
Compensazioni con crediti
Iva. La nuova soglia di 5 mila
euro si applica a partire dal
1° aprile (comunicato stampa
dell’Agenzia delle entrate del
13 marzo 2012)
Altre
imposte
TRIBUTI SPECIALI
Registrazione di atti e scritture
private agli uffici dell’agenzia
delle entrate. Non sono dovuti
i tributi speciali (risoluzione
dell’Agenzia delle entrate del
12 marzo 2012)
Riscossione
Altre notizie
BENI AI SOCI
Comunicazione dei dati relativi
ai beni dell’impresa concessi
in godimento a soci o familiari. Proroga (provvedimento
dell’Agenzia delle entrate del
13 /3/2012)
PAGAMENTI CASH
Deroga al limite di mille euro
per i pagamenti in contanti
effettuati da cittadini stranieri.
Chiarimenti (comunicato stampa dell’Agenzia delle entrate del
13/3/2012)
SPESOMETRO
Comunicazione delle Entrate
delle operazioni rilevanti ai fini
Iva di importo non inferiore a
tremila euro. Chiarimenti in merito alle operazioni escluse (nota
delle Entrate del 6/3/2012)
LITI FISCALI
VERSAMENTI F24
Modifiche al modello di quietanza dei versamenti eseguiti con
modalità telematiche mediante
modello F24 (provvedimento
dell’Agenzia delle entrate del
12 marzo 2012)
MODELLO F24 ACCISE
Modifiche al modello di versamento F24 accise (provvedimento dell’Agenzia delle entrate del
12 marzo 2012)
Definibilità delle liti fiscali
non superiori a 20 mila euro
pendenti al 31/12/2011. Chiarimenti (circolare delle Entrate
del 15/3/2012)
A cura dello Studio
F. Ghiglione e A. Ghio
Il iscolash
in versione integrale
è disponibile sul sito
www.italiaoggi.it/docio7
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PRIMA INDUSTRIE S.p.A.
Sede Legale: via Antonelli 32 – Collegno (TO)
Capitale sociale Euro 21.601.740 i.v.
Registro Imprese di Torino e P.IVA 03736080015
CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA
I legittimati all’intervento e all’esercizio del diritto di voto sono convocati in Assemblea ordinaria presso la Sala Congressi del Blu Hotel, Via Torino n. 154/156,
Collegno (TO) per il giorno 19 aprile 2012 alle ore 9.30 in prima convocazione, ed eventualmente in seconda convocazione per il giorno 20 aprile 2012, alle
ore 15 stesso luogo, per deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. Bilancio di esercizio 2011 e relative relazioni: deliberazioni conseguenti. Esame bilancio consolidato 2011;
2. Relazione sulla remunerazione ai sensi dell’articolo 123-ter del T.U.F.;
3. Nomina del Presidente del Collegio Sindacale e di un sindaco supplente.
Si prevede sin d’ora, considerata la composizione azionaria della Società, che l’Assemblea potrà costituirsi e deliberare il 20 aprile 2012.
Legittimazione all’intervento
Sono legittimati ad intervenire all’Assemblea, coloro che risulteranno titolari di diritto di voto al termine della giornata contabile del 10 aprile 2012 e per i
quali sia pervenuta alla Società la relativa comunicazione effettuata dall’intermediario abilitato, in conformità alle evidenze delle proprie scritture contabili.
Coloro che risulteranno titolari delle azioni successivamente al 10 aprile 2012 non avranno diritto di partecipare e votare in Assemblea.
Ogni legittimato ad intervenire potrà farsi rappresentare in Assemblea ai sensi di legge con facoltà di utilizzare a tal fine il modulo di delega disponibile sul sito
internet della Società (www.primaindustrie.com, sezione Investors, Informazioni per gli azionisti).
Modalità e termini per il conferimento della delega sono riportati nel sito internet della Società www.primaindustrie.com.
Come previsto dall’art. 12 dello statuto non viene designato per questa Assemblea il rappresentante ai sensi dell’art. 135-undecies del D.Lgs. n. 58/1998.
Altri diritti degli Azionisti
Gli Azionisti, ai sensi dell’art. 127-ter del D.Lgs. n. 58/1998, possono porre domande sulle materie all’ordine del giorno anche prima dell’Assemblea con
modalità e nei termini riportati nel sito internet della Società www.primaindustrie.com.
Gli Azionisti che, anche congiuntamente, rappresentino almeno un quarantesimo del capitale sociale, possono chiedere, entro 10 giorni dalla pubblicazione
del presente avviso, l’integrazione delle materie da trattare indicando nella domanda gli ulteriori argomenti proposti. Modalità e termini per l’esercizio di tale
diritto sono riportati nel sito internet della Società www.primaindustrie.com.
Documentazione
La documentazione relativa agli argomenti ed alle proposte all’ordine del giorno, e la relazione annuale sulla corporate governance, sarà messa a disposizione
del pubblico nei termini previsti dalle vigenti disposizioni presso la sede sociale, Borsa Italiana S.p.A. e nel sito internet della Società www.primaindustrie.com.
I titolari del diritto di voto hanno facoltà di prenderne visione e di ottenerne copia.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione
Ing. Gianfranco Carbonato
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Lunedì 19 Marzo 2012
A F FA R I I N P I A Z Z A
Pro e contro dello strumento che debutterà sul mercato il 26 marzo. Con un premio fedeltà
Il titolo di Stato sbarca online
Via al collocamento del Btp Italia. Cassettisti nel mirino
Pagina a cura
DUILIO LUI
DI
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L’
obiettivo è conquistare in primo luogo
i cassettisti, vale a
dire quei risparmiatori che investono con una
logica di medio-lungo periodo,
evitando di rincorrere «l’affare» (atteggiamento che tante
scottature ha provocato negli
ultimi anni) e con la predisposizione a resistere agli alti e
bassi che da sempre caratterizzano il mondo della finanza. Una scelta che si inquadra
nel clima di ritrovato interesse
per i titoli del debito pubblico
italiano, confermato dal calo
dello spread rispetto al Bund
tedesco, e che fa gioco allo
stesso Tesoro, considerato che
gli investitori domestici sono
tendenzialmente più stabili
rispetto a quelli esteri.
Parte il 19, per concludersi
giovedì 22 marzo, il collocamento sulla piattaforma Mot
(Mercato italiano obbligazioni
e Titoli di Stato) del Btp Italia,
titolo del debito pubblico italiano con scadenza a quattro
anni, che prevede un taglio
minimo di mille euro e una
cedola indicizzata all’inflazione italiana (indice Foi senza
tabacchi).
La data del debutto sul
mercato è il 26 marzo, mentre alla chiusura del collocamento (cioè dopo le 17.30 del
22 marzo) verrà emanato un
apposito decreto che fisserà il
tasso cedolare (reale) annuo
e determinerà il quantitativo
in emissione sulla base degli
ordini di acquisto. La cedola
si conoscerà quindi solo dopo
aver prenotato l’acquisto, e
non prima, come accadeva
anche per gli altri Btp.
Due novità. Due le novità
più rilevanti: intanto lo sbarco del collocamento sul canale
online, decisione che conferma
la volontà di conquistare la
clientela retail; quindi la presenza di un premio di fedeltà,
che vale il 4 per mille lordo
sul valore nominale dell’investimento per le persone fisiche
che acquistano i titoli all’emissione e li detengono fino alla
scadenza (26 marzo 2016).
Soluzione che si affianca alla
classica filiale bancaria.
Un esempio può aiutare a
comprendere la natura dell’incentivo: se si acquista Btp
Italia per 10 mila euro, alla
fine dei quattro anni di investimento si ottengono 40 euro
in più. Insomma un riconoscimento poco più che simbolico,
se si considera che questa cifra andrà poi assoggettata a
prelievo fi scale (il 12,5% sul
capital gain).
La sottoscrizione del titolo
non è soggetta a commissioni
bancarie, mentre le condizioni
per l’eventuale vendita anticipata o in caso di acquisto suc-
Immobiliare, peggiorano gli investimenti
Il mercato degli investimenti immobiliari in Italia
Fonte: Bnp Paribas Real Estate
Gli investimenti immobiliari continuano a
peggiorare in Italia. È quanto sottolinea un
report di Bnp Paribas Real Estate secondo
cui in termini di volumi investiti il mercato della Penisola ha raggiunto nel 2011 il
livello dell’anno precedente attestandosi a
quota 4,3 miliardi di euro circa. Se però fino
al terzo trimestre il mercato appariva lievemente migliorato, con un volume investito
superiore a quello registrato nello stesso
periodo dell’anno precedente, l’ultimo trimestre è stato negativo facendo registrare
una significativa contrazione delle transazioni. Una situazione determinata dall’innalzamento dei rendimenti dei titoli di stato
italiani che ha portato gli istituti di credito
a limitare la concessione di finanziamenti. I
rendimenti immobiliari sono invece cresciuti lievemente: quelli degli immobili a uso
terziario sono aumentati di 20 bps (basis
points, vale a dire lo 0,01%) raggiungendo il
5,4%, quelli dei centri commerciali di soli 10
bps raggiungendo il 6,5%; sono rimasti invece stabili al 7,5% quelli degli immobili ad
uso logistico. Tra i principali attori presenti
sul mercato soprattutto i fondi real estate
italiani con circa 1,6 miliardi di euro investiti nel 2011 e gli investitori privati che
hanno ridotto solo di poco la loro attività
con poco meno di 500 milioni impegnati nel
2011. Le altre tipologie di investitori istituzionali hanno raggiunto complessivamente
poco più di 700 milioni investiti, volume che
è in costante riduzione negli ultimi sei anni.
cessivo alla data di emissione
quindi sul mercato secondario)
sono quelle concordate col proprio broker.
Il legame con il caro-vita.
L’indicizzazione all’inflazione
rappresenta un passo in avanti
rispetto all’altro titolo di Stato legato al caro-vita – il BTpi
– che lega il suo andamento
all’intera area-euro. Il nuovo
prodotto, al contrario, è legato alle performance dell’incide
Il 2011 è stato inoltre caratterizzato da un
alto livello di investimenti in immobili a
uso commerciale: circa 2,3 miliardi di euro
a fronte degli 1,8 miliardi dei cinque anni
precedenti. In particolare, il volume investito in strutture situate fuori dalle città
(come centri commerciali e outlet) è diminuito nel 2011. Mentre una forte crescita
dell’attività di investimento si è verificata
sia per negozi e grandi magazzini situati in
centro città sia per i portafogli di supermercati e cash and carry.
Dal rapporto emerge anche che, probabilmente a causa della incerta situazione
dell’economia e dei mercati finanziari, gli
investitori stranieri hanno ridotto la loro
presenza in Italia nel 2011 rispetto agli anni
precedenti. Infatti, sul totale di 4,3 miliardi
di euro investiti lo scorso anno, solo 740
milioni circa sono da attribuire a operatori
stranieri (18% del totale). Di questi, circa
550 milioni sono serviti per acquisire immobili ad uso commerciale. Gli investitori
stranieri hanno invece evitato l’acquisto di
uffici, anche sul mercato milanese che nel
recente passato era stato capace di attrarre ingenti volumi di capitale dall’estero e
che è stato segnato anche da una sensibile
riduzione degli investimenti da parte degli
operatori locali. Una situazione che ha fatto
sì che per la prima volta da anni il volume investito in uffici a Roma abbia superato quello degli uffi ci
di Milano.
al 10 e al 21%).
Inoltre, la rivalutazione del
capitale è corrisposta insieme
alla cedola, quindi su base semestrale (la remunerazione, in
sostanza, è data dalla somma
tra la cedola aggiustata alla
luce dell’infl azione e la rivalutazione): anche in questo
caso si tratta di un regime
differente rispetto al BTpi, che
rimborsa il valore nominale rivalutato solo al momento della
scadenza.
I possibili problemi. La
duration del prodotto – quattro anni – non consente di
classificarlo come un vero e
proprio investimento a lungo
termine. Nei mesi scorsi erano
state ipotizzate durate più lunghe, ma poi evidentemente si
è preferito ripiegare su questa
soluzione, considerato il clima
di tensione che ancora anima
il mercato (per quanto l’attacco al debito pubblico italiano
sembri ormai alle spalle). Infatti, l’inflazione rappresenta
un pericolo soprattutto per le
lunghe scadenze, quando è più
difficile stimare la sua portata,
e di conseguenza l’infl uenza
sui rendimenti effettivi degli
investimenti finanziari.
La convenienza del Btp
Italia potrebbe venire meno
anche in caso di scenario deflativo (calo dei prezzi), paventato da alcuni economisti
come conseguenza altamente
probabile di un’eventuale ricaduta in forte recessione da
parte dell’Europa.
Questa eventualità penalizzerebbe i possessori di Btp
indicizzati (compresi i nuovi
Btp Italia), dal momento che
le cedole future sarebbero più
basse di quelle attuali essendo agganciate a un indice
dei prezzi decrescente. Chi
considera possibile un calo
generalizzato dei prezzi dovuto all’eventuale crollo della domanda farebbe meglio a
optare per i Btp tradizionali.
Ma è pur vero che uno scenario simile potrebbe scatenare
una nuova pioggia di vendite sui titoli di Stato italiani,
come accaduto qualche mese
fa, quando la situazione sembrava volgere al peggio.
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italiano, che da diverso tempo
viaggia ben oltre la media Ue
(3,3% a febbraio nella Penisola
contro il 2,7% dell’intera area),
a causa della ridotta apertura
del mercato alla concorrenza e
della forte dipendenza dei consumi domestici dalla bolletta
energetica. Con la prospettiva
di un’ulteriore divaricazione
se verranno confermati i progetti governativi di un prossimo rialzo dell’Iva (due punti
percentuali sulle aliquote oggi
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24
Lunedì 19 Marzo 2012
C O N TA B I L I TÀ
Come non incorrere in rischi sul fronte contabile e iscale. Novità previste dal principio Oic 16
Piano ammortamenti, revisione
sempre possibile, se ben motivata
Pagine a cura
DI FRANCO CORNAGGIA
E NORBERTO VILLA
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R
evisione della misura
degli ammortamenti
sempre possibile purché
ben motivata. I piani già
iniziati possono essere modificati, ma in assenza di una valida
motivazione si aprono rischi sia
sul fronte contabile che su quello
fiscale. Le decisioni in tema di
ammortamento rappresentano
da sempre una di quelle decisive
in sede di redazione dei bilanci
d’esercizio. Non di rado tengono
conto (nonostante ciò che è previsto dal codice civile e dai principi
contabili) di convenienze contabili e fiscali. Con riguardo a questo
secondo aspetto dopo l’abrogazione degli ammortamenti anticipati (e accelerati) lo spettro
(teorico) di manovra è delineato
dall’importo massimo risultante
dai coefficienti di cui al dm del
31/12/1988. Non essendo più prevista alcuna regola che limita la
deducibilità nel caso in cui gli ammortamenti risultino inferiori a
un certo limite, fiscalmente non
è invece esplicitamente previsto
alcun limite minimo.
Da un punto di vista contabile un ripensamento del piano di
ammortamento è senza dubbio
possibile (anzi, verificandosi le
condizioni, obbligatorio).
Si ipotizzi il contribuente che
nei bilanci degli anni scorsi (con
un comportamento non del tutto
attento ai dettati del codice civile
e dei principi contabili) ha imputato a conto economico ammortamenti nella misura massima ammessa in deduzione al solo fine
di godere di quest’ultima. Tale
comportamento non raramente
comporta che alcuni/molti beni
ancora utilizzati nel processo produttivo abbiano invece un valore
contabile pari a zero. Questo dato
è un evidente segnale che il piano
di ammortamento utilizzato non
era corretto. Per evitare ciò occorre allora mutare il piano originario e ciò dai principi contabili è
qualificato come un cambiamento
di stima (Oic 29). Il principio contabile 16 nella versione aggiornata per ora in bozza prevede che
«il piano d’ammortamento deve
essere periodicamente rivisto
per verificare se sono intervenuti cambiamenti tali da richiedere
una modifica delle stime effettuate nella determinazione della residua possibilità di utilizzazione.
Se quest’ultima è modificata, il
valore contabile dell’immobilizzazione (valore originario al netto
degli ammortamenti fino a quel
momento effettuati) al tempo di
tale cambiamento è ripartito sulla nuova vita utile residua del cespite, e tale modifica deve essere
motivata nella nota integrativa».
Pertanto in un caso come quello
sopra illustrato si dovrà sostenere
che il processo di stima che aveva guidato a individuare un certo
piano di ammortamento, per sua
Il potere di disconoscimento dell’Af
Esempio 1
Alfa è titolare della proprietà di un unico bene
ammortizzabile. Lo stesso genera applicando il
coefficiente ordinario un ammortamento annuo
di 100 euro. Nel 2010 Alfa ha imputato a conto
economico e dedotto 80. Nel 2011 imputa a
conto economico e deduce 100 euro.
Esempio 2
Alfa è titolare della proprietà di un unico bene
ammortizzabile. Lo stesso genera applicando il
coefficiente ordinario un ammortamento annuo
di 100 euro. Nel 2010 Alfa ha imputato a conto
economico e dedotto 100. Nel 2011 imputa a
conto economico e deduce 80 euro.
I due comportamenti mostrano una incoerenza
rispetto a quelli (sistematicamente ) adottati nel
passato.
Ci si deve chiedere se il disconoscimento debba avere come risultato quello di far perdere
completamente rilevanza iscale al comportamento adottato dal contribuente in modo asistematico o se invece debba fermarsi a far decadere i maggiori vantaggi da esso ritraibili.
Con riguardo all’esempio 1 ciò signiicherebbe:
•
seguendo la prima tesi: l’intero ammortamento 2008 è disconosciuto;
•
seguendo al seconda tesi: sono disconosciuti 20 euro di ammortamento del 2008,
così da riportare lo stesso nella identica
misura di quello rilevato nell’anno precedente.
Nell’esempio 2 seguendo al seconda tesi pur
avendo autonomamente scelto una minore deduzione, non corre il rischio di vedersi disconosciuto l’intero importo dell’ammortamento.
Cambiamenti di stima sotto osservazione
L’occhio del fisco sui cambiamenti di stima.
L’art. 1, comma 34 della legge 244/2007 prevede che gli ammortamenti, gli accantonamenti e le altre rettifiche di valore imputati
al conto economico possono essere disconosciuti dall’Amministrazione finanziaria se
non coerenti con i comportamenti contabili
sistematicamente adottati nei precedenti
esercizi, salva la possibilità per l’impresa di
dimostrare la giustificazione economica di
detti componenti in base a corretti principi
contabili.
La regola vorrebbe contrastare «comportamenti elusivi e in contrasto con la regola della continuità dei criteri contabili adottati e si
rende opportuna dopo l’intervento di sistema
operato dal disegno di legge finanziaria 2008
in punto di eliminazione delle deduzioni fiscali non aventi giustificazione secondo corretti principi contabili» (relazione di accompagnamento).
Le situazioni interessate non sono solo quelle di chi nel passato ha utilizzato il quadro
Ec, ma comprendono qualunque comportamento (in materia di ammortamenti e accantonamenti) non dovesse rivelarsi coerente.
E quindi anche le ipotesi in cui nel bilancio
2011 dovessero calcolarsi ammortamenti inferiori rispetto al passato.
I dubbi che derivano dalla norma sono ancora
oggi molteplici (vedi tabella in pagina ).
Soprattutto non è ancora chiaro fino a dove
può spingersi il disconoscimento ovvero se lo
stesso può togliere valenza fiscale al maggior
vantaggio ottenuto o se invece è in grado di
annullare la rilevanza fiscale dell’intero comportamento.
La seconda tesi sembra però fin troppo eccessiva e non in linea con le finalità della
norma, tenendo conto che in tal caso il comportamento adottato non comporta alcun
vantaggio d’imposta e pertanto non si vede
come possa essere classificato quale «comportamenti elusivo» il cui contrasto è l’obiettivo della norma indicato dalla relazione di
accompagnamento.
Non pare nemmeno condivisibile una possibile ulteriore tesi a sostegno della tesi contraria a quella che si è sostenuto.
Potrebbe infatti sostenersi che il disconoscimento totale del comportamento incoerente risulti quale «sanzione» conseguente a un
cattivo comportamento contabile adottato.
Ad avviso di chi scrive pare però difficile ritenere che proprio in un ordinamento tributario come quello attuale dove il principio di
dipendenza mostra non poche lacune, possa
essere ritenuta coordinata con il sistema
una sanzione di natura tributaria derivante
unicamente da un comportamento contabile
poco corretto, anche qualora da ciò non si
ottenga alcun vantaggio di tipo fiscale.
Obiettivi primari: razionalità e sistematicità
Dall’esame delle regole del Tuir e della normativa collegata emerge come l’obiettivo
dell’ammortamento è in primo luogo quello
della razionalità e della sistematicità che
risulta assicurata dai coefficienti stabiliti
dal legislatore «per categorie di beni omogenei in base al normale periodo di deperimento e consumo nei vari settori produttivi». La scelta (pur attenuata dalla riforma
Ires) è anche motivata dalla relazione al
dpr n. 597 del 1973 in cui si sostiene che
non è stato ritenuto opportuno rimettere la
determinazione dei coefficienti di ammortamento alla libertà dell’imprenditore «in
considerazione sia delle difficoltà di ordine
pratico, che sarebbero derivate dall’accoglimento di tale secondo orientamento, sia
dell’esigenza di certezza che deve ispirare
la norma sulla determinazione fiscale del
reddito».
L’ammortamento ai fini fiscali è quindi un
valore medio slegato dalla stima effettiva e
oggettiva del deperimento subito dal bene
per effetto del suo utilizzo nell’attività produttiva. Da ciò consegue che un maggior o
minor utilizzo, o un utilizzo che provochi
una maggiore usura non può essere ritenuto
rilevante ai fini del calcolo delle quote di
ammortamento (a eccezione delle ipotesi
del cosiddetto ammortamento accelerato).
Le regole impongono quindi che il processo di ammortamento fiscale non sia conseguente a un piano predisposto dal singolo
imprenditore ma debba invece seguire le
regole pre ordinate dal legislatore tributario.
natura soggettivo anche se non
arbitrario, grazie all’acquisizione
di maggiori o ulteriori informazioni o di accresciuta esperienza
in merito a presupposti o fatti sui
quali era fondato hanno condotto
a un aggiornamento della stima
stessa, con conseguenti rettifiche. Ma questa non è l’unica situazione possibile. La definizione
secondo cui l’ammortamento è un
costo ricorrente, imputato in base
a un piano che deve essere riesaminato periodicamente (per verificarne la rispondenza alla realtà)
permette di comprendere in tale
definizione processi differenti tra
loro. Nonostante nella prassi sia
il modello di gran lunga più utilizzato, il metodo a quote costanti
non è, per esempio, l’unico possibile. Lo stesso si basa sull’idea
che l’utilità del bene oggetto di
ammortamento si ripartisce in
misura identica su ogni anno di
vita utile del bene stesso: da ciò
consegue che l’ammortamento è
ottenuto ripartendo il valore da
ammortizzare per il numero degli
anni di vita utile. Ma questa non
è l’unica possibilità.
Si pensi ai metodi a quote decrescenti che si basano sull’ipotesi che l’impresa tragga dalle
immobilizzazioni una maggiore
utilità nei primi anni della loro
vita (per esempio perché la loro
efficienza tecnica tende a diminuire con il passare del tempo) Tali
metodi permettono di ammortizzare una parte maggiore del
valore originario di un’immobilizzazione nella prima metà della
sua vita utile e un valore minore
successivamente. Anche sul punto l’Oic 16 rivisto afferma che «la
sistematicità dell’ammortamento
non presuppone necessariamente
l’applicazione del metodo a quote
costanti, con esclusione di quello
a quote decrescenti o altri metodi; tuttavia, il metodo a quote
costanti è il metodo preferibile
per il calcolo dell’ammortamento.
Esso si fonda sull’ipotesi semplificatrice che l’utilità del bene oggetto di ammortamento si ripartisca nella stessa misura per ogni
anno di vita utile del bene stesso. Il metodo di ammortamento
a quote costanti è il più diffuso,
è di facile applicazione e facilita
il processo d’interpretazione dei
bilanci, agevolandone i confronti.
L’ammortamento a quote costanti
è ottenuto ripartendo il valore da
ammortizzare per il numero degli
anni di vita utile. È accettabile
usare il metodo a quote costanti per alcune classi di cespiti e il
metodo a quote decrescenti per
altre classi di cespiti. Non è invece ammesso l’utilizzo di metodi di ammortamento a quote
crescenti, in quanto tale metodo
tende a porsi in contrasto con i
postulati di bilancio. Non è altresì
ammesso l’utilizzo di metodi dove
le quote di ammortamento sono
commisurate ai risultati d’esercizio della società o di un suo ramo
o divisione».
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Lunedì 19 Ma
Marzo 2012
C O N TA B I L I TÀ
25
L’Oic 29 detta l’iter da seguire
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C
ambiare il processo di
ammortamento è un
cambiamento di stima.
Non cambia tale definizione neanche nella versione
aggiornata dell’Oic 29. Il documento illustra quale deve essere
il comportamento contabile da
adottare in tale situazione. Il bilancio è il risultato di un processo
di stima in quanto gli elementi
patrimoniali a esclusione talvolta del denaro di cassa «è esente
da stime». L’Oic 29 fornisce anche
l’esemplificazione del processo logico che porta a ciò:
• la partenza è data dall’analisi di dati obiettivi di ogni singolo
componente la classe (per esempio, il valore nominale di un credito commerciale);
• dopo di che, ogni singolo componente è oggetto di un procedimento di stima (per esempio, il
valore di realizzo del credito) per
valutare la necessità di modificare il primo valore (per esempio, rettificando in diminuzione
il credito per tenere conto della
stimata inesigibilità);
• ultimo passaggio è quello che
porta ad aggregare i valori eventualmente rettificati ottenendo il
dato di bilancio.
Ulteriore e decisiva affermazione del documento è quella
secondo cui il processo di stima
è, per sua natura, soggettivo, ma
non deve essere arbitrario perché violerebbe l’obiettivo finale
del bilancio, cioè la rappresentazione veritiera e corretta della
situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato
economico dell’esercizio tanto che
nella relazione al dlgs 127/91 si
sostiene «L’uso dell’aggettivo
veritiero, riferito al rappresentare la situazione patrimoniale,
economica e finanziaria, non significa pretendere dai redattori
del bilancio, né promettere ai
lettori di esso, una verità oggettiva di bilancio, irraggiungibile
con riguardo ai valori stimati,
ma richiedere che i redattori del
bilancio operino correttamente
le stime e ne rappresentino il
risultato».
Ma una volta effettuata la stima deve poi essere monitorata
in quanto l ’acquisizione di maggiori o ulteriori informazioni o di
accresciuta esperienza in merito
a presupposti o fatti sui quali
era fondata la stima originaria
GLI AMMORTAMENTI E IL CODICE CIVILE
Primo comma
dell’art. 2424-bis cc
Gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente
devono essere iscritti tra le immobilizzazioni.
Art. 2425 cc
Le immobilizzazioni materiali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo,
devono essere sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. Gli ammortamenti
così calcolati devono essere iscritti nel conto economico (art. 2425 cc)
alla voce B.10.b. «ammortamento delle immobilizzazioni materiali».
Gli importi complessivi degli ammortamenti vanno dedotti direttamente dai valori originari dei beni, a cui gli ammortamenti si riferiscono, ed esplicitati nella nota integrativa.
Art. 2426
punto 2 cc
Eventuali modiiche dei criteri di ammortamento e dei coeficienti
applicati devono essere motivate nella nota integrativa.
Identikit dell’operazione
L’ammortamento può definirsi come la ripartizione del costo di un’immobilizzazione materiale tra gli esercizi della sua stimata vita utile.
In linea con le previsioni del codice civile, le
caratteristiche tipiche di tale processo sono:
• l’ammortamento deve essere sistematico;
• la quota imputata a ciascun esercizio deve
riferirsi alla residua possibilità di utilizzazione
dell’immobilizzazione;
• il piano di ammortamento deve essere funzionale alla residua possibilità di utilizzazione
dell’immobilizzazione.
Affinché questo terzo punto sia rispettato gli
elementi che necessariamente devono essere
conosciuti sono:
a) il valore da ammortizzare: è pari alla differenza tra il costo dell’immobilizzazione e il
suo presumibile valore residuo al termine del
periodo di vita utile (che deve essere aggiornato periodicamente);
b) la residua possibilità di utilizzazione: è legata non alla «durata fisica» delle immobilizzazioni, bensì alla loro «durata economica», cioè al
necessariamente devono portare
a un aggiornamento della stessa.
Tali aggiornamenti rientrano nel
normale procedimento di formazione di stima e non costituiscono
correzioni di precedenti errori e
neppure comportano l’evidenza
di elementi straordinari di reddito.
Il risultato del cambiamento
deve essere rilevato nel bilancio
dell’esercizio in cui diviene necessario e lo stesso può avere effetti
sul solo esercizio in corso o anche
sugli esercizi successivi.
Il primo caso è quello in cui
il cambiamento di stima deriva
periodo in cui si prevede che il cespite sarà di
utilità per l’impresa. Nel concreto tale durata
deve considerare il deterioramento fisico legato al trascorrere del tempo, il grado di utilizzo, l’esperienza relativa alla durata economica
dei cespiti di tale fattispecie immaginati in una
precisa realtà imprenditoriale, l’obsolescenza,
e simili;
c) i criteri di ripartizione del valore da ammortizzare: devono assicurare una razionale
e sistematica imputazione del valore dei cespiti
durante la stimata vita utile dei medesimi.
L’ammortamento non costituisce un procedimento di valutazione dei cespiti né un procedimento per creare fondi per la sostituzione
dell’immobilizzazione materiale. L’ammortamento deve essere sistematico, e la quota imputata a ciascun esercizio deve riferirsi alla
residua possibilità di utilizzazione dell’immobilizzazione. La sistematicità è definita nel piano
di ammortamento, che deve essere funzionale
alla residua possibilità di utilizzazione dell’immobilizzazione.
dalla disponibilità di nuove informazioni come nel caso delle
stime di inesigibilità dei crediti
o di recuperabilità di imposte
anticipate.
Nella seconda ipotesi invece
sono il cambiamento comporta
rettifiche che influenzano per la
parte di competenza sia l’esercizio corrente sia quelli successivi:
«un esempio frequente è la stima della vita utile residua di un
cespite».
Proprio con riguardo ai cespiti
l’Oic 29 fornisce un esempio.
Si supponga che, dopo quattro
anni, ci si renda conto che un im-
pianto
pianto, la cui vita utile era originariamente stimata in dieci anni,
ha in realtà una vita
utile residua di soli
tre anni (e non più
dei rimanenti sei
anni risultanti dalla
stima precedente).
In questo caso, il valore residuo (di 6/10
del costo originario)
viene ammortizzato
nei tre successivi
anni.
Lo stesso può essere tradotto numericamente:
• costo del cespite: € 1.000;
• piano di ammortamento originario: 10 anni;
• quota di ammortamento prevista: € 100 ogni anno;
• valore netto risultante dopo
4 anni: € 1000 - € 400 = € 600;
• cambiamento di stima: si ritiene che la vita utile dei cespiti
non sia di ulteriori sei anni ma
di soli tre anni;
• comportamento da adottare:
il nuovo ammortamento annuo è
ottenuto dividendo il valore residuo per tre;
• calcolo: € 600 : 3 = € 200 (quota di ammortamento).
Oltre a ciò il principio contabile si sofferma ad analizzare la
non sempre facile differenza tra
un cambiamento di stima e un
cambiamento principio contabile e lo fa ipotizzando il caso in
cui una società sia intenzionata
a capitalizzare un onere oppure
ad addebitarlo al conto economico nell’esercizio di sostenimento,
perché nuove informazioni indicano incerto l’ottenimento di benefici futuri da quell’onere. Capitalizzazione e addebito al conto
economico sono criteri contabili
alternativi ma in questo caso il
cambiamento non rappresenta
una scelta generale di politica
contabile aziendale, e quindi la
modifica è un cambiamento di
stima e non di principio.
In alcuni casi in cui un cambiamento di principio contabile
comporta contestualmente anche un cambiamento di stima
ed allora « in tali casi, poiché il
cambiamento di stima è diretta
conseguenza del cambiamento
di principio, e poiché è difficile,
se non impossibile, distinguere tra i due effetti, la rettifica
complessiva è rilevata come un
cambiamento di principio contabile».
Motivazione, obbligo inderogabile nelle note integrative
Obbligo di motivazione in nota integrativa inderogabile. Tutti i cambiamenti
di stima devono essere motivati e la
nota non deve tralasciare alcuna indicazione. L’Oic 16 nel caso di cambiamento del piano originario prevede che
tale modifica «deve essere motivata
nella nota integrativa». Il tutto con
una valenza anche ai fini fiscali visto
che i comportamenti non coerenti possono essere disconosciuti dall’amministrazione finanziaria se non giustificati
contabilmente.
È da notare che, coma anche sottolineato dall’Oic 29, l’art. 2427 c.c. non
prevede specifiche informazioni nella
nota integrativa per i cambiamenti di
stima. Il documento contabile ritiene
necessaria l’informativa quando il cam-
biamento di stima non sia originato dai
normali aggiornamenti delle stime di
valore effettuati in precedenti esercizi. L’esempio è quello del verificarsi
di eventi straordinari che richiedano
una sostanziale modifica nella determinazione della stima, ovvero nel caso
di operazioni che implichino rischi e
incertezze nella stima stessa.
Nel caso degli ammortamenti l’illustrazione dei motivi che hanno portato a
una rivisitazione del piano è sempre
necessaria.
Le indicazioni (desunte per via indiretta dal disposto dell’art. 2423, comma 3,
da fornire nella nota integrativa:
• le ragioni del cambiamento;
• il criterio di determinazione degli
effetti del cambiamento di stima ed il
metodo utilizzato in tale determinazione;
• l’effetto del cambiamento e, ove ragionevolmente stimabile, la relativa
incidenza fiscale.
Ecco allora un esempio di descrizione
in nota integrativa nel caso di cambiamento della stima con un decremento
delle quote di ammortamento:
A partire dall’esercizio in corso il piano di ammortamento degli impianti
industriali è stato modificato. Originariamente si era stimata una vita utile
di tali beni pari a dieci anni mentre
il nuovo piano adottato adotta come
vita utile quella di 15 anni. La revisione della precedente stima si è resa
necessaria in quanto il monitoraggio di
tali beni all’interno del processo pro-
duttivo ha portato alla convinzione di
una maggior vita utile dei beni in considerazione dei nuovi impegni assunti
con riguardo alla manutenzione degli
stessi nonché al ridotto impegno produttivo legato alla diminuzione degli
orari di funzionamento dei macchinari.
In tali situazioni si è proceduto a un
allungamento della presunta vita utile
e conseguentemente a una revisione
delle quote di ammortamento imputate
a conto economico. In forza del precedente piano l’importo era pari a € 20
mila mentre oggi lo stesso è pari a € 13
mila con un impatto economico positivo di € 7 mila. Il minor costo imputato
a conto economico ha comportato un
maggior carico fiscale di € 2.194.
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PROSPETTO DEI VALORI CORRENTI DELLE
VALORE AL
29/02/2012
PRODOTTO INDEX
EMITTENTE TITOLO
OBBLIGAZIONARIO
EMITTENTE OPZIONE
MOODY
S&P | FITCH
PRODOTTO INDEX
VALORE AL
29/02/2012
EMITTENTE TITOLO
OBBLIGAZIONARIO
Adesso Index Aprile ‘07
94,390 MERRILL LYNCH & CO. INC.
Baa1 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A.
- | BBB- | BBB
4,30% International Index Serie V Marzo 2007
95,510 ANGLO IRISH BANK PLC
Adesso Index Febbraio ‘07
98,871 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa2 | BBB- | BBB * BANCA ALETTI & C. S.p.A.
- | BBB- | BBB
4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007
98,800 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
Alba Carim Index 08/07
102,082 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A.
- ABN AMRO BANK NV
Baa1 | - | - UBS Ltd
A2 | A | A
Alti Percorsi Index 1 – 2007
99,628 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA
Carichieti Index Linked 2007
97,801 INTESA SANPAOLO S.p.A.
Creberg altiplano marzo 07
98,824 CREDITO BERGAMASCO S.p.A.
- | BBB- | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A.
- | BBB- | BBB
Creberg Altiplano Aprile ‘07
93,440 BANCA ITALEASE S.p.A.
Baa3 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A.
- | BBB- | BBB
A2 | BBB+ | A- BANCO SANTANDER S.A.
Creberg Polar Aprile ‘07
93,250 BANCA ITALEASE S.p.A.
Baa3 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A.
Derby Index Linked Dicembre 2006
94,280 BANCA ITALEASE S.p.A.
Baa3 | - | BBB UNICREDIT S.p.A.
Derby Index Linked Ottobre 2006
95,560 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl
Duomo Index Nuove Frontiere III serie 94,920 BANCA POPOLARE DI VICENZA
Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 96,750 INTESA SANPAOLO S.p.A.
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MOODY
S&P | FITCH
Futuro Forte 1 - 2006
101,200 GOLDMAN SACHS GROUP, INC.
Index Scatto piu’ Persona Life
98,850 SOCIETÉ GENERALE
Index Up 1-2008
89,300 MORGAN STANLEY
Aa3 | A | A
Aa3 | A+ | A
- | BBB- | BBB
A2 | BBB+ | A- **
Ba3 | - | - BANCO SANTANDER S.A.
99,000 BEAR STEARNS COMPANIES INC.
Carismi Più Certezza 9 (2)
91,070 MEDIOBANCA S.p.A.
AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006
98,950 MORGAN STANLEY
A2 | A- | A UBS Ltd
Convergence Serie IX 2007
96,000 ANGLO IRISH BANK PLC
Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Caa2 | CCC+ | BB- UBS Ltd
A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A.
Ba3 | - | - BARCLAYS BANK PLC
89,850 UNICREDIT S.p.A.
A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A.
98,081 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
99,882 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A.
Carismi Più Certezza 5 (2)
98,081 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
99,930 HBOS TREASURY SERVICES PLC
99,684 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A.
CARISMI Più Certezza 8 (2)
Aa1 | A+ | A
4,30% International Serie X Giugno 2007
Convergence serie XIV 2007
Scelgo index 12
99,406 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A.
Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Convergence Serie XII 2007
Scelgo Index 13
100,930 BANCA IMI S.p.A.
96,000 ANGLO IRISH BANK PLC
A1 | A | A+
CRESCITA SICURA SERIE VI 2006
A1 | A | A+
A3 | A | A
Carismi Più Certezza 11 (2)
Aa1 | A+ | A
4,30% International Serie VII Aprile 2007
Aa3 | A+ | A+
A1 | A | A
Carismi Più Certezza 3 (2)
Aa1 | A+ | A
A1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE
Ba3 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC
99,426 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A.
A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
A2 | BBB+ | A- DEUTSCHE BANK AG
Ba3 | - | - CITIBANK N.A.
Carismi Più Certezza 10 (2)
99,930 HBOS TREASURY SERVICES PLC
96,000 ANGLO IRISH BANK PLC
A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG
A2 | A- | A SOCIETÉ GENERALE
Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK
Baa1 | - | - UBS Ltd
- | (1) | - SOCIETÉ GENERALE
A2 | BBB+ | A- BANCO BILBAO SA
- | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa3 | A+ | A
Aa3 | A | A
Aa3 | A | AA-
100,490 MORGAN STANLEY
A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A.
95,800 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
98,990 SNS BANK NV
Crescita Sicura Serie III 2007
98,280 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
A1 | - | A ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
CRESCITA SICURA SERIE IV 2006
98,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
A1 | - | A COMMERZBANK AG
A2 | A | A+
A2 | A | A COMMERZBANK AG
Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
94,720 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A.
A2 | A | A
Aa3 | A | A
CRESCITA SICURA SERIE V 2006
98,630 GOLDMAN SACHS GROUP, INC.
A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC
Crescita Sicura Serie V 2007
98,800 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG
Crescita Sicura Serie VI 2007
98,081 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
CRESCITA SICURA SERIE VII 2006
99,630 BNP PARIBAS
- | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE
A1 | A | A+
A2 | BBB+ | A-
CRESCITA SICURA SERIE III 2006
99,690 ABN AMRO BANK NV
A1 | A | A+
Aa3 | A+ | A
Aa1 | A+ | A
CRESCITA SICURA SERIE II 2007
CRESCITA SICURA SERIE IX 2006
Aa3 | A+ | A+
Aa3 | A | A
Aa3 | A+ | A+
A2 | A | A
Crescita Sicura Serie IV 2007
Aa3 | A | AA- DEUTSCHE BANK AG
Aa3 | A | A
Aa1 | A+ | A
99,190 ABN AMRO BANK NV
Aa3 | A | A
A2 | BBB+ | A- ** SOCIETÉ GENERALE
Aa3 | A+ | A
CRESCITA SICURA SERIE I 2007
A1 | A | A+
Aa1 | A+ | A
Aa3 | A | A
Aa3 | A+ | A+
4,30% International Index Serie XV Settembre 2007
95,510 ANGLO IRISH BANK PLC
A1 | A | A+
MOODY
S&P | FITCH
4,30% International Serie VI Aprile 2007
98,800 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
99,775 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A.
98,697 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A.
A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG
Convergence Serie XI 2007
99,562 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A.
99,628 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA
Caa2 | CCC+ | BB- UBS Ltd
Convergence Serie VIII 2007
- | BBB- | BBB
Scelgo Index 10
Scelgo Index 14
EMITTENTE OPZIONE
Aa3 | A | A
- | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A.
- | BBB- | BBB BANCO BILBAO SA
Scelgo Index 11
Treviso Index 2007
MOODY
S&P | FITCH
Crescita Sicura Serie VII 2007
CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006
99,930 HBOS TREASURY SERVICES PLC
100,250 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A.
A2 | A | A+
Aa1 | A+ | A
Aa3 | A+ | A
A3 | A | A
Aa3 | A+ | A+
Aa3 | A+ | A
Aa3 | AA- | A+
A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
A2 | A | A
Crescita Sicura Serie VIII 2007
94,360 NIBC Bank NV
CRESCITA SICURA SERIE X 2006
99,100 BNP PARIBAS
CRESCITA SICURA SERIE XI 2006
99,400 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007
98,710 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
A1 | - | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG
A2 | A | A+
EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006
98,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
A1 | - | A COMMERZBANK AG
A2 | A | A+
EUROSTOXX 4% PIU’ INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 99,630 BNP PARIBAS
EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XIV OTTOBRE 2006
99,690 ABN AMRO BANK NV
EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XV NOVEMBRE 2006
99,100 BNP PARIBAS
Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa3 | AA- | A+
A2 | A | A
Aa3 | AA- | A+
EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XVI DICEMBRE 2006
99,400 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
EUROSTOXX 4% PIU’SERIE XIII SETTEMBRE 2006
100,250 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007
99,190 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006
98,630 GOLDMAN SACHS GROUP, INC.
A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC
EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006
EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007
100,490 MORGAN STANLEY
95,800 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 92,790 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
INDEX “€uro/Dollaro” BSG 2006/2012 SERIE IV
INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE IX
98,990 SNS BANK NV
100,490 MORGAN STANLEY
INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE V
98,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE VI
98,630 GOLDMAN SACHS GROUP, INC.
INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE X
99,630 BNP PARIBAS
A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A.
A2 | A | A COMMERZBANK AG
A1 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A.
A1 | - | A COMMERZBANK AG
A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC
100,250 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XII
99,690 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIII
99,100 BNP PARIBAS
INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIV
99,400 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
INDEX “DJ EUROSTOXX 6Y” BSG 2007/2013 SERIE V
95,800 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
A2 | A | A COMMERZBANK AG
Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI
94,360 NIBC Bank NV
Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX
98,081 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
A3 | A | A
A2 | BBB+ | AA2 | A | A+
Aa1 | A+ | A
Aa1 | A+ | A
A2 | BBB+ | AA2 | A | A+
A3 | A | A
Aa3 | AA- | A+
INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XI
INDEX “EUROSTOXX50 - SWING 6Y” BSG-2007/2013 SERIE II 99,190 ABN AMRO BANK NV
Aa1 | A+ | A
Aa3 | AA- | A+
Aa3 | AA- | A+
A2 | A | A+
A2 | A | A
Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A
A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A.
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Aa3 | A+ | A
Lunedì 19 Marzo 2012
POLIZZE INDEX LINKED
Commesso reato di falsa fatturazione
Evade chi gonfia
le schede carburante
DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 29 FEBBRAIO 2012
VALORE AL
29/02/2012
PRODOTTO INDEX
MOODY
S&P | FITCH
EMITTENTE OPZIONE
Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII
98,800 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X
99,930 HBOS TREASURY SERVICES PLC
A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI
98,280 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
A1 | - | A ABN AMRO BANK NV
Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII
94,720 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
Japan – Euro Serie IV 2007
95,500 ANGLO IRISH BANK PLC
Lombarda vita 6&6
98,230 MEDIOBANCA S.p.A.
Lombarda vita 6&6 New
Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014
Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5”
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EMITTENTE TITOLO
OBBLIGAZIONARIO
A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG
A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A.
MOODY
S&P | FITCH
Aa1 | A+ | A
Aa3 | A+ | A
- | BBB+ | - COMMERZBANK AG
A2 | A | A+
98,370 MORGAN STANLEY
A2 | A- | A ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
101,430 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE
A1 | A | A+
LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10”
92,510 MEDIOBANCA S.p.A.
- | BBB+ | - BNP PARIBAS
Lombarda Vita Classic Markets
99,218 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
Aa1 | A+ | A
Aa3 | AA- | A+
Lombarda Vita Classic Markets New
97,290 MEDIOBANCA S.p.A.
- | BBB+ | - BANCO BILBAO SA
Aa3 | A | A
Lombarda Vita Euro Sector
97,350 MEDIOBANCA S.p.A.
- | BBB+ | - FORTIS BANK SA
A1 | AA- | A
Lombarda Vita Euro Sector New
94,850 BANCA IMI S.p.A.
A2 | BBB+ | A- BNP PARIBAS
Aa3 | AA- | A+
Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 94,360 NIBC Bank NV
Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
Presente e Futuro Serie XVI 2007
94,360 NIBC Bank NV
Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007
99,190 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007
95,800 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
A2 | A | A COMMERZBANK AG
Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007
98,280 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
A1 | - | A ABN AMRO BANK NV
Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007
94,720 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG
A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A.
SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006
100,250 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006
99,850 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006
99,690 ABN AMRO BANK NV
Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006
99,100 BNP PARIBAS
99,400 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
98,630 GOLDMAN SACHS GROUP, INC.
A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC
Tortona Borse Piu’ Index Serie LIII 2006
100,490 MORGAN STANLEY
A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A.
Tortona Borse Piu’ Index Serie LV 2006
100,250 ABN AMRO BANK NV
A2 | A | A
Tortona Borse Piu’ Index Serie LVI 2006
99,690 ABN AMRO BANK NV
Tortona Borse Piu’ Index Serie LVIi 2006
99,100 BNP PARIBAS
Tortona Borse Piu’ Index Serie XLIX 2006
98,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE
VALORE AL
29/02/2012
EMITTENTE TITOLO
OBBLIGAZIONARIO
A2 | A | A
Aa3 | A+ | A
A2 | A | A
Tortona Borse Piu’ Index Serie LI 2006
PRODOTTO INDEX
A2 | A | A+
Aa3 | AA- | A+
Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006
A3 | A | A
A2 | BBB+ | A-
A2 | A | A
Aa3 | AA- | A+
A1 | - | A COMMERZBANK AG
MOODY
S&P | FITCH
EMITTENTE OPZIONE
96,760
BARCLAYS BANK PLC
98,510
BANCA ITALEASE S.p.A.
Index Up 1 2007
99,936
BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl
Nikkei Avenue
97,890
BANCA ITALEASE S.p.A.
SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003
149,800
SOLUZIONE FUTURO S.r.l.
- | - | AA
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
SoloFrutti serie I
150,800
SOLUZIONE FUTURO S.r.l.
- | - | AA
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
SoloFrutti serie II
149,800
SOLUZIONE FUTURO S.r.l.
- | - | AA
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
SoloFrutti serie III
148,810
SOLUZIONE FUTURO S.r.l.
- | - | AA
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
SoloFrutti serie IV
147,820
SOLUZIONE FUTURO S.r.l.
- | - | AA
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
SoloFrutti serie V
149,950
SOLUZIONE FUTURO S.r.l.
- | - | AA
CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
Aa1 | A+ | A
Baa3 | - | BBB
SOCIETÉ GENERALE
MOODY
S&P | FITCH
Index Linked Select Dividend
* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl
** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.
Aa3 | A | A
A2 | A | A+
Index Linked Bull Dividend
Baa3 | - | BBB
BANCA IMI S.p.A.
UBS Ltd
INTESA SANPAOLO S.p.A.
Il decreto dpr 444/1997
A2 | A | A
A1 | A | A+
- | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL
La scheda
Aa3 | A+ | A+
Caa2 | CCC+ | BB- SOCIETÉ GENERALE
95,060 NIBC Bank NV
27
A1 | A | A+
A2 | BBB+ | AAa3 | A | A
A2 | BBB+ | A-
(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte
(2) Prodotto Index Linked ex San Miniato Previdenza
La sentenza penale
Cass. pen. Sez. 3ª sent. n. 912/2012
Le sentenze tributarie
Cass. n. 21941/2007 (scheda priva di sottoscrizione)
Cass. n. 21769/2005 (scheda priva della targa del veicolo)
Le sanzioni penali
da 18 mesi a 6 anni di reclusione
Le sanzioni tributarie
dal 100 al 200% dell’imposta evasa
La violazione
Scatta alla presentazione della dichiarazione (salvo il caso
dell’Iva che, se detratta, genera una violazione anche durante
il periodo di imposta per l’erronea liquidazione di periodo)
DI
MASSIMILIANO TASINI
A
nche le schede carburante false integrano
una ipotesi di reato secondo la legge «manette
agli evasori». Lo ha stabilito la
Corte di cassazione, 3ª sez. pen.,
con la sent. n. 912 depositata il
13/1/2012.
Disciplina positiva. Le
schede carburante trovano la
loro disciplina positiva nel dpr
444/1997. Il provvedimento indica con chiarezza i requisiti
minimi del documento, ma non
le conseguenze della eventuale
irregolarità commessa nel relativo contenuto.
Nella pratica spesso si è assistito a comportamenti dei contribuenti non rispettosi di tale
decreto. Dati quali per esempio
la targa dell’automezzo o il n. di
km percorsi, la cui indicazione è
a cura del contribuente, non vengono in realtà trascritti, e ciò genera sistematici rilievi da parte
dei verificatori.
I contribuenti si dolgono di
tali rilievi, adducendo la natura
meramente formale dell’adempimento. Ma simile prospettazione
è respinta dalla giurisprudenza,
che per contro ritiene l’indicazione di tali dati essenziali ai fini
della deduzione dei costi e della
detrazione dell’Iva: l’apparente
rigidità di tale impostazione trova un preciso riscontro in orientamenti consolidati sul piano
generale. La Corte di cassazione
ha ripetutamente sostenuto che,
in tema di onere della prova,
mentre incombe sul fisco l’onere di dimostrare l’esistenza di
maggiori componenti maggiori o
di reddito, laddove la contestazione si radichi per contro in tema
di costi ritenuti indeducibili, è il
contribuente che deve dimostrare la sussistenza dei requisiti
per poter operare la deduzione:
esistenza, certezza o obiettiva
determinabilità, inerenza, competenza.
Con specifico riguardo alle
schede carburante. Mentre non
sorgono problemi alla certezza
del costo, spesso si discute dei
requisiti della esistenza e della
inerenza.
La sentenza. La sentenza
912/2012 si sofferma proprio
sul primo di tali requisiti, e la
risposta dei giudici dimostra
come talora i comportamenti dei
contribuenti sfocino in problematiche che vanno ben al di là della
mera questione amministrativa.
L’utilizzo di documenti (non solo
di fatture) falsi, infatti, determina non solo una ripresa fiscale,
ma anche la sussistenza del
reato di cui all’art. 2 del dlgs n.
74/2000. Va subito osservato che
la recente riforma di tale decreto
non ha nella sostanza modificato
l’impostazione del problema: il legislatore si è limitato a eliminare
una ipotesi di attenuante se i documenti falsi non superano una
certa soglia, ma è confermato che
l’utilizzo di un documento falso
anche per pochi euro integra il
reato di cui all’art. 2.
Il reato non nasce con la semplice registrazione del documento, bensì al momento della
presentazione della relativa dichiarazione fiscale. Si badi bene
però che analoga regola non vale
per l’emittente, che realizza il reato all’emissione del documento
falso.
La prova del reato. Le tecniche dei verificatori per operare
la sussistenza o meno del reato
sono numerose.
Per il caso di specie si è fatto
riferimento alla media chilometrica (che denotava un utilizzo
abnorme di carburante) e ai
giorni di rifornimento (domenica,
con esercizio dimostratamente
chiuso). Ma la pratica professionale evidenzia tante altre ipotesi,
come il caso dell’apposizione di
sigle false del gestore, rifornimenti per importi superiori alla
capienza del serbatoio o ancora
l’esecuzione dei rifornimenti in
luoghi diversi rispetto a quelli in
cui il mezzo di trasporto si trovava (come dimostrato dai telepass
autostradali).
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docio7
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CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA E STRAORDINARIA
I legittimati all’intervento e all’esercizio del diritto di voto della società
Cobra Automotive Technologies S.p.A. (di seguito, la "Società") sono convocati in Assemblea Ordinaria e Straordinaria presso la sede della Società
in Varese, via Astico n. 41, in prima convocazione per il giorno 2 maggio
2012 alle ore 11.00 e, occorrendo, in seconda convocazione per il giorno
3 maggio 2012 alle ore 11.00, stessi ora e luogo, per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
Parte ordinaria:
1. Approvazione del progetto di bilancio di esercizio al 31.12.2011, deliberazioni inerenti e conseguenti;
2. Presentazione del bilancio consolidato al 31.12.2011;
3. Relazione sulla remunerazione ex art. 123-ter del TUF e art. 84-quater
del Regolamento Emittenti Consob. Deliberazioni inerenti la politica di
remunerazione della Società;
4. Previa determinazione dei componenti del Consiglio di Amministrazione, nomina del Consiglio di Amministrazione e determinazione dei
relativi compensi; delibere inerenti e conseguenti;
5. Nomina del Collegio Sindacale e determinazione dei relativi compensi,
delibere inerenti e conseguenti;
6. Nomina società di revisione, delibere inerenti e conseguenti.
Parte straordinaria:
7. Trasferimento della sede sociale, delibere inerenti e conseguenti;
8. Modifica dello statuto sociale all’art. 2.1, delibere inerenti e conseguenti.
*** *** ***
In conformità a quanto previsto dall'articolo 125-bis del D.Lgs 24 febbraio
1998, n. 58, T.U. dell'intermediazione finanziaria (di seguito, il "TUF"), si
forniscono di seguito le informazioni in relazione all'intervento in
Assemblea e al voto da parte degli azionisti.
- Legittimazione all'intervento: ai sensi dell’articolo 11 dello statuto
hanno diritto ad intervenire in assemblea i titolari del diritto di voto, nei
modi prescritti dalla disciplina anche regolamentare vigente. A tale
riguardo ai sensi dell'articolo 83-sexies del TUF, la legittimazione all'intervento in Assemblea e all'esercizio del diritto di voto è attestata da una
comunicazione alla Società, effettuata dall'intermediario in conformità
alle proprie scritture contabili, in favore del soggetto a cui spetta il diritto di voto, sulla base delle evidenze relative al termine della giornata
contabile del settimo giorno di mercato aperto precedente la data fissata per l'Assemblea in prima convocazione, ossia il 20 aprile 2012.
Coloro che risulteranno titolari delle azioni della Società solo successivamente a tale data, non saranno legittimati ad intervenire e votare in
Assemblea. La comunicazione dell'intermediario di cui al presente punto
dovrà pervenire alla Società entro la fine del terzo giorno di mercato
aperto precedente la data fissata per l'Assemblea in prima convocazione (ossia, entro il 26 aprile 2012). Resta ferma la legittimazione all'intervento e al voto qualora le comunicazioni siano pervenute alla Società
oltre detto termine, purché entro l'inizio dei lavori assembleari della singola convocazione.
- Voto per delega: ogni soggetto legittimato ad intervenire in Assemblea
può farsi rappresentare mediante delega scritta ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, sottoscrivendo il modulo di delega rilasciato a richiesta dell'avente diritto dagli intermediari abilitati oppure il modulo di delega reperibile sul sito internet www.cobra-at.com. La delega può essere
notificata alla Società mediante invio a mezzo raccomandata presso la
sede della Società ovvero all’indirizzo di posta [email protected].
- Rappresentante designato: la delega può essere conferita, con istruzioni di voto, a Servizio Titoli S.p.A., all'uopo designata dalla Società ai
sensi dell'articolo 135-undecies del TUF, sottoscrivendo il modulo di
delega reperibile sul sito internet www.cobra-at.com a condizione che
essa pervenga in originale , a Servizio Titoli S.p.A., presso la sede legale in Milano, via Lorenzo Mascheroni, n. 19 – 20145 Milano, eventualmente anticipandone copia con dichiarazione di conformità all’originale
a mezzo fax al seguente numero 02-46776850 o allegato ad un messaggio di posta elettronica all’indirizzo [email protected],
entro la fine del secondo giorno di mercato precedente la data fissata
per l’Assemblea in prima convocazione e dunque, entro il 27 Aprile
2012. La delega in tal modo conferita ha effetto per le sole proposte in
relazione alle quali siano state conferite istruzioni di voto. La delega e le
istruzioni di voto sono revocabili entro il medesimo termine di cui sopra
(ossia, entro il 27 aprile 2012).
- Procedure di voto: non sono previste procedure di voto per corrispondenza o con mezzi elettronici.
- Domande sulle materie all'ordine del giorno: gli Azionisti possono
porre domande sulle materie all'ordine del giorno anche prima
dell'Assemblea, mediante invio a mezzo raccomandata presso la sede
sociale ovvero mediante comunicazione via posta elettronica all'indirizzo di posta [email protected]; le domande devono pervenire entro la
fine del secondo giorno di mercato aperto precedente la data fissata
per l'Assemblea; alle domande pervenute prima dell'Assemblea è
data risposta al più tardi nel corso della stessa, con facoltà della
Società di fornire una risposta unitaria alle domande aventi il medesimo contenuto.
- Integrazione dell'ordine del giorno: ai sensi dell’art. 126-bis del TUF, gli
Azionisti che, anche congiuntamente, rappresentino almeno il 2,5% del
capitale sociale possono chiedere, entro 10 giorni dalla pubblicazione
del presente avviso, l’integrazione dell’elenco delle materie da trattare,
indicando nella domanda gli ulteriori argomenti proposti. Inoltre, ai sensi
di quanto previsto dall'articolo 126-bis, comma 3, del TUF, non è consentita l'integrazione dell'ordine del giorno da parte dei soci per gli argomenti sui quali l'Assemblea è chiamata a deliberare su proposta degli
amministratori e sulla base di un progetto da essi predisposto.
- Nomina del Consiglio di Amministrazione: ai sensi dell’art. 14 dello
Statuto, la nomina del Consiglio di Amministrazione avviene sulla base
di liste presentate dai soci nelle quali i candidati sono elencati mediante un numero progressivo. Hanno diritto a presentare le liste soltanto i
soci che, da soli o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di
azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% del capitale con
diritto di voto nell’assemblea ordinaria. Nel rispetto dei termini prescritti dalla vigente disciplina, al fine di dimostrare la titolarità del numero di
azioni necessario alla pre-sentazione delle liste, gli azionisti devono
depositare presso la sede della Società copia delle certificazioni attestanti la legittimazione all’esercizio dei diritti sociali, rilasciata da un
intermediario autorizzato. Le liste, corredate dalla documentazione prevista dall’art. 14.2 dello Statuto e sottoscritte da coloro che le presentano, devono essere depositate presso la sede della Società almeno
venticinque giorni prima di quello fissato per l’assemblea in prima convocazione.
- Nomina del Collegio Sindacale: ai sensi dell’art. 23 dello Statuto la
nomina del Collegio Sindacale avviene sulla base di liste presentate dai
soci nelle quali i candidati sono elencati mediante un numero progressivo. La lista si compone di due sezioni: una per i candidati alla carica di
sindaco effettivo, l’altra per i candidati alla carica di sindaco supplente.
Il primo dei candidati di ciascuna lista deve essere iscritto nel registro
dei revisori legali dei conti e deve aver esercitato l’attività di revisione dei
conti per almeno tre anni. Hanno diritto a presentare le liste soltanto i
soci che, da soli o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di
azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% del capitale con
diritto di voto nell’assemblea ordinaria quale sottoscritto alla data di presentazione della lista ovvero rappresentanti la minore percentuale fissata da inderogabili disposizioni di legge o regolamentari. Le liste, corredate dalla documentazione prevista dall’art. 23.3 dello Statuto e predisposte secondo la normativa anche regolamentare di volta in volta
applicabili, devono essere sottoscritte dagli azionisti che le hanno presentate, o dal loro mandatario, con l’indicazione della loro rispettiva
identità e della partecipazione detenuta nella Società e devono essere
depositate presso la sede della Società nel rispetto dei termini della normativa anche regolamentare di volta in volta applicabile, almeno venticinque giorni prima di quello fissato per l’assemblea in prima convocazione. Nello stesso termine dovrà inoltre essere depositata l’apposita
certificazione rilasciata da un intermediario abilitato ai sensi di legge
comprovante la titolarità, al momento del deposito presso la Società
della lista, del numero di azioni necessario alla presentazione stessa. Ai
sensi dell’art. 144 sexies, comma 4-ter del Regolamento Emittenti
Consob, le liste per l’elezione dei Sindaci di minoranza possono essere
depositate tramite invio via fax al numero 0332.222005 unitamente alla
certificazione e ai documenti che consentano l’identificazione del soggetto che procede al deposito.
Per le modalità di presentazione della lista e maggiori indicazione in
merito alla documentazione che dovrà essere presentata a corredo della
medesima si rinvia allo statuto sociale disponibile per la consultazione
presso la sede sociale, il sito www.borsaitaliana.it e il sito www.cobraat.com. Delle liste presentate verrà data notizia entro 10 giorni di calendario che precedono quello fissato per l’assemblea in prima convocazione con le modalità stabilite dalle vigenti disposizioni.
*** *** ***
Il capitale sociale è suddiviso in n. 97.061.271 azioni ordinarie da nominali Euro 0,12 ciascuna; ogni azione ordinaria dà diritto ad un voto nelle
assemblee ordinarie e straordinarie della Società.
Lo Statuto sociale, il cui testo vigente é a disposizione degli azionisti presso la sede sociale, è consultabile sul sito internet www.cobra-at.com.
Tutti i depositi da eseguirsi presso la sede sociale, relativi all'Assemblea di
cui al presente avviso, si intendono validamente eseguiti presso la sede
sociale in Varese, Via Astico n. 41, dalle ore 8.30 alle ore 13, nonché dalle
ore 14 alle ore 17.30.
La documentazione relativa all'Assemblea prevista dalla normativa applicabile – ivi comprese le relazioni illustrative del Consiglio di Amministrazione
con le proposte di deliberazione sulle materie poste all’ordine del giorno, la
relazione finanziaria annuale, nonché i moduli che i soggetti legittimati
all’intervento in Assemblea hanno la facoltà di utilizzare per conferire deleghe di voto – sarà depositata presso la sede sociale e presso Borsa Italiana
S.p.A. (nonché pubblicata sul sito internet www.cobra-at.com) nei termini
prescritti dalle vigenti disposizioni. I soggetti legittimati all’intervento in
Assemblea hanno facoltà di ottenere, a proprie spese, copia della predetta
documentazione.
Gli azionisti avranno la facoltà, nei termini di legge, di prendere visione di
tale documentazione e di ottenerne copia a proprie spese.
*** *** ***
Per il Consiglio di Amministrazione
Varese, 19 marzo 2012
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione
www.cobra-at.com
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Anno 21 - Numero 67 -
€ 2,50
Lunedì 19 Marzo 2012
Sette
Avvocati
Oggi
Inserto speciale
di ItaliaOggi7
IL PRIMO GIORNALE
ALE DEI PROFESSIONISTI DELLA GIUSTIZIA
Molte law firm si stanno specializzando nella gestione dei cosiddetti
non performing loans delle banche, in forte crescita a causa della crisi
Crediti inesigibili
business legale
in espansione
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
iamo consapevoli della crisi economi«S
ca in atto e siamo disponibili a quanto necessario per favorire soluzioni utili a
superarla; ma ugualmente siamo allarmati da riforme-mezzi che eccedono lo scopo e
che mettono a rischio il livello di tutela dei
diritti dei cittadini. E questo vale in tutti i
settori: delle professioni, innanzitutto, ma
anche del lavoro, del credito ecc. Oggi l’avvocatura vuole richiamare il governo e il
parlamento al recupero della dimensione
del diritto e dei diritti in una fase in cui
tutto sembra inglobato in una dimensione
economicistica». Con queste parole il presidente del Cnf, Guido Alpa, ha aperto giovedì i lavori del VII Congresso di aggiornamento forense a Roma. Non vogliamo fare
gli esegeti di Alpa, ma sul tappeto, come ben
sanno gli avvocati, c’è molto di più che una
riforma arenata o la possibilità di svolgere
l’attività in forma societaria con l’ingresso
di soci di capitale. Ci sono riforme dal forte
impatto, già approvate, che proprio in queste
ore stanno facendo sentire tutti i loro effetti.
Due esempi: da domani, 20 marzo, la mediazione civile obbligatoria si applica anche
alle liti condominiali e ai risarcimenti danni da infortuni stradali (cioè a quasi tutto
il contenzioso civile italiano, verrebbe da
dire); il 2 aprile è invece il termine ultimo
per presentare la domanda e versare gli
importi relativi alla definizione delle liti
fiscali minori pendenti al 31 dicembre 2011.
Queste misure deflattive, così tranchant,
sembrano tutte partire da uno stesso assunto: chiedere giustizia è un quid pluris, meglio chiudere tutto e presto. Lo abbiamo già
detto: l’avvocato deve sì fare da filtro, ma
non si deve arrivare a svilire l’idea stessa di
giustizia per una mera logica di risparmi.
Roberto Miliacca
Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia
DI
F
DUILIO LUI
are pulizia nei bilanci per raggiungere i livelli di solidità richiesti dalle autorità europee,
con l’auspicio di attenuare così
le tensioni sui mercati.
È l’imperativo che si presenta oggi
alle banche europee, e a quelli italiane
in particolare. Una necessità che passa
per il bisogno di alleggerire la posizione
sui non performing loans, vale a dire i
prestiti divenuti di difficile esigibilità
proprio a causa della situazione difficile in cui versano molti debitori.
Tra sofferenze e incagli, Bankitalia stima ormai un ammontare intorno ai 100 miliardi di euro in pancia
agli istituti di credito della Penisola,
con un incremento del 40% anno su
anno. Un tema talmente importante
che l’istituto di vigilanza ha creato la
cosiddetta Centrale rischi per tenere
sotto controllo le posizioni debitorie
di ogni soggetto nei confronti di tutti
gli intermediari.
Un peso considerevole, che si fa ancora più gravoso in una situazione di
mercato in cui sono i (pochi) compratori a fare il prezzo.
Da qui il dilemma se cedere i crediti difficili o tenere duro, cercando
di generare efficienza su altre voci
di bilancio.
Un dilemma che chiama in causa
il ruolo dei legali d’affari, che in questo segmento sembrano aver trovato
un’alternativa profittevole al crollo
della domanda che concerne il settore finance in generale, da tempo
bloccato sul fronte delle operazioni
straordinarie, che sono tradizionalmente le più profittevoli.
Se il 2011 è stato un anno record
per i non performing loans, anche il
2012 si sta presentando molto interessante sotto questo profilo per gli
studi legali d’affari, con la particolarità che gli spazi di manovra, alla
ricerca di soluzioni ingegnose per far
quadrare i conti, si rivelano sempre
più difficili.
Un terreno fertile, insomma, per
misurare le capacità dei professionisti che si occupano del settore.
© Riproduzione riservata
CODICI & PANDETTE
Avvocati e cinema. O meglio, cinema
e diritto. È stato uno dei temi che sono
stati affrontati nel corso della tre giorni
romana di formazione organizzata dal
Consiglio nazionale forense. Da giovedì
15 a sabato 17 marzo si è infatti svolto a
Roma il VII Congresso di aggiornamento
giuridico-forense: 42 sessioni tematiche
e 205 relatori per mettere a fuoco le più
recenti riforme su professioni, lavoro,
processo, credito. Dietro i «banchi» 2.500
avvocati che sono stati a lezione per difendere i diritti: da quelli della persona
alla tutela del credito; dalla responsabilità penale del datore di lavoro alle
indagini difensive. Per «alleggerire» un
po’ i temi delle discussioni mattutine,
nel pomeriggio sono stati organizzati
due eventi dal titolo «Gli avvocati che
difendono le donne» e «Avvocati al fronte
- Giornalismo, Tv, cinema e letteratura
raccontano gli eroi del nostro tempo».
Questa seconda tavola rotonda con
sceneggiatori, scrittori, giornalisti e
avvocati ha affrontato il tema dell’avvocatura nella storia rappresentata spesso
anche nei film, come Il muro di gomma,
o in libri come L’avvocato di carta del
consigliere Cnf Michele Salazar.
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Due riforme
taglia costi.
E la giustizia?
II
Lunedì 19 Marzo 2012
STUDI & CARRIERE
La gestione dei crediti inesigibili delle aziende sta diventando un settore sempre più interessante
Cresce negli studi il business
dei non performing loans
Pagine a cura
DI DUILIO LUI
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È
una conseguenza diretta
della crisi economica. La
crescita dei non performing loans sta creando
un nuovo filone di business per
gli studi legali d’affari, altrimenti fortemente penalizzati dalla
stasi che caratterizza il finance,
storicamente uno dei settori più
remunerativi.In sostanza, vengono identificati come «prestiti
non performanti» quelle attività
che non riescono più a ripagare
il capitale e gli interessi dovuti
ai creditori, crediti per i quali la
riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza
sia per ammontare dell’esposizione. Per questo a volte vengono anche indicati come «crediti
deteriorati» a loro volta classificati per livello di gravità tra sofferenze (crediti la cui riscossione
è incerta perché i debitori sono
in stato di insolvenza) e incagli
(esposizioni nei confronti di soggetti in situazione di difficoltà
temporanea, tendenzialmente
recuperabili).
Per comprendere la portata
di questo mercato basti pensare
che un recente studio della Banca d’Italia ha stimato in oltre
100 miliardi di euro le sofferenze
del sistema bancario italiano, un
dato in crescita di circa il 40%
nel confronto anno su anno.
Un boom di crediti inesigibili
Lo studio La Scala, specializzato dal contenzioso finanziario, cinque anni fa ha costituito
un dipartimento ad hoc sui non
performing loans, composto da
una trentina di professionisti
tra gli uffici di Milano, Roma,
Bologna e Ancona. «Partiamo
dalla due diligence, e quindi
dalla valutazione dei crediti»,
spiega Marco Pesenti, senior
partner e coordinatore del team,
«per poi proseguire con la loro
gestione giudiziale e stragiudiziale, anche sotto forma di veri
e propri servizi in outsourcing,
e con la consulenza e assistenza
in fase di cartolarizzazione dei
portafogli».
Attualmente lo studio gestisce
circa 3.500 posizioni creditorie
per un valore nominale di circa
300 milioni di euro. La situazione, precisa l’avvocato, non è di
facile soluzione: «I maggiori problemi alla finalizzazione delle
cessioni», commenta, «sono dati
da valori di bilancio dei crediti
troppo elevati per consentire
cessioni a prezzi di mercato ragionevoli e da una ridotta presenza sul mercato di investitori
esteri».
Supplemento a cura
di ROBERTO MILIACCA
[email protected]
«La crisi finanziaria sta impattando fortemente sul credito alle imprese», commenta
Roberto Sparano, partner
dello Studio Carnelutti di
Roma, «e gli istituti bancari,
soprattutto quelli particolarmente presenti sul territorio, stanno già valutando
strutture finanziarie per la
ristrutturazione dell’indebitamento dell’impresa in crisi
attraverso l’acquisto, previa
cartolarizzazione, di parte
dell’indebitamento a opera
dei consorzi di imprese».
Questa tipologia di operazione, precisa il legale «si presta a intervenire a sostegno
di distretti industriali che
risultano particolarmente
esposti agli effetti della crisi.
Dall’esperienza statunitense
si potranno mutuare strutture giuridiche molto interessanti anche per tutelare
investitori e imprese».
L’aumento dell’Iva crea
tensioni sul mercato
Vede un mercato in rapido sviluppo anche Mario Di Giulio,
partner di Pavia e Ansaldo
specializzato in diritto bancario
e finanziario, che con la collega
Caterina Luciani ha curato
numerose cessioni di crediti
complicati negli ultimi tempi:
«Rispetto al passato registriamo
dal lato degli acquirenti una tensione crescente, che si traduce
in una valutazione molto prudenziale dei crediti, soprattutto
per quelli garantiti da ipoteche
immobiliari».
Uno scenario che sta spingendo alcuni soggetti cedenti «a valutare la percorribilità di strutture che consentano un earn out
da realizzarsi oltre certe soglie
di realizzo atteso, al fine di esorcizzare il rischio che il prezzo,
scontando eccessivamente le
incertezze sul futuro, sia troppo penalizzante per il cedente»,
precisa. Una logica, quindi, non
molto diversa da quella propria
dei titoli junior nelle operazioni
di cartolarizzazione. «Si tratta di
soluzioni che devono essere attentamente valutate ai fini degli
obiettivi che si vogliono perseguire per un trattamento prudenziale delle cessioni stesse»,
aggiunge l’avvocato, precisando
che «un ulteriore elemento penalizzante è costituito dall’aumento dell’imposizione Iva che
appesantisce ancor più gli oneri
di tali operazioni nelle fasi di riscossione».
Alle prese
con il rischio Italia
Marco Pesenti
to le operazioni di trasferimento
prestiti messe in piedi da gruppi
bancari per smobilizzare le sofferenze maturate nel corso degli
anni e, a volte, anche per favorire una gestione più efficiente del
recupero crediti.
«Le acquisizioni di importanti portafogli sono avvenute prevalentemente attraverso l’uso
Mario Di Giulio
di cartolarizzazioni», spiega il
partner Alberto Giampieri,
«sia per favorire un ampio accesso al mercato degli investitori
specializzati, sia per procedere
al recupero crediti mediante servicers specializzati, che stanno
assumendo un ruolo sempre più
centrale nel settore».
Rispetto a qualche anno fa,
Giampieri rileva un incremento di complessità delle operazioni, legato principalmente
«alla difficoltà di strutturare
cartolarizzazioni o di conciliare
le aspettative del venditore con
i prezzi proposti o con il tema
della retention rule. Questo ha
comportato la necessità di elaborare nuove strutture che non
Mercato della prima casa
sotto i livelli di allarme
Se la situazione a livello imprenditoriale
si presenta particolarmente difficile, con
il rischio che le regole stringenti imposte
dall’Unione europea alle nostre banche
rendano la concessione dei crediti ancora più difficoltosa, sul fronte dei privati
non ci sono segnali di particolare allarme, come sottolinea Gianrico Giannesi,
partner global finance di Orrick. «Anche
negli anni del boom immobiliare, i criteri
di concessione dei mutui nel nostro paese
sono stati più prudenti che altrove: così
oggi le difficoltà nel pagamento dei mutui,
per quanto in crescita, non raggiungono
livelli di allarme».
Resta, invece, più complessa la situazione
sul fronte corporate: «Qui si riscontrano
le maggiori difficoltà», commenta Giannesi, «e il ruolo del legale è spesso decisivo
per una valutazione della solvibilità, così
come per la due diligence finanziaria economica al fine di stabilire se il credito è
monetizzabile o se è possibile toglierlo
dal bilancio».
© Riproduzione riservata
Gianrico Giannesi
Nel settore sono particolarmente attivi sin dalla fine degli
anni Novanta (quando il settore
ha cominciato a diffondersi nella
Penisola) i professionisti di Legance, che spesso hanno segui-
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STUDI & CARRIERE
Lunedì 19 Marzo 2012
Lun
III
OPERAZIONI RECENTI NEL SETTORE
STUDIO LEGALE
Legance
(Alberto Giampieri,
Emanuele Espositi)
Legance
(Guido Iannoni
Sebastianini)
La Scala
(Marco Pesenti,
Massimo Lattuada
e Giuseppe Caputi)
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Carnelutti
(Roberto Sparano)
si limitano a riprodurre le pregresse esperienze ma che propongono sul mercato soluzioni
alternative che tengono conto
della nuova realtà economica».
Anche Corrado Angelelli,
partner di Freshfi elds, registra una crescita dei crediti di
non facile esigibilità nei portafogli delle banche italiane. «La
crisi economica sta creando
tensioni su questo fronte, con
i creditori stretti tra due fuochi: il mantenimento di questi crediti senza certezza di
riscossione o la dismissione a
patto di accettare svalutazioni importante», spiega, forte
dell’esperienza maturata sul
lato vendita con diversi istituti
di credito della Penisola.
Alberto Giampieri
VALORE
IN EURO
OPERAZIONE
Dismissione di un portafoglio di crediti in
sofferenza di Banca Monte dei Paschi di 2,7 miliardi
Siena
Cessione di quatto portafogli di crediti in sof120 milioni
ferenza di Deutsche Bank, sede di Londra
Acquisto di crediti prevalentemente ipotecari da parte di Unicredit e Cassa di Risparmio
di Fabriano)
n.d.
Cartolarizzazione dei crediti da parte di
Wabco (lo studio è stato esponsabile italiano del progetto
n.d.
SQUERZONI, JONES DAY
Il tema resterà caldo anche nel 2012
Corrado Angelelli
Che ora si trovano a fare i
conti anche con il clima di generale sfiducia verso il nostro
paese: «Il problema principale
è il disallineamento tra domanda e offerta: in particolare negli
ultimi mesi gli investimenti nel
“sistema Italia” richiedono un
ritorno economico che non è in
linea con le aspettative di prezzo
delle banche italiane». Di solito a seguire queste operazioni
sono gli avvocati specializzati
in banking&finance, precisa Angelelli, «ma non mancano i casi
di controversie che sfociano nei
tribunali e in queste situazioni
la palla passa agli esperti di contenzioso».
Il boom dei crediti non performanti troverà
conferma anche durante tutto quest’anno,
come lo era stata nel 2011. È la convinzione di Francesco Squerzoni, partner di
Jones Day. «La sensazione è di un’ulteriore
crescita del settore nel 2012 sia in Italia
sia a livello Europeo, in particolare sui
grandi portafogli bancari», commenta. Una
conseguenza dovuta all’impennata «delle
sofferenze e, in alcuni casi, a decisioni
strategiche di interruzione delle linee di
business da parte di istituti di credito primari. L’interesse sarà in primis rivolto ai
portafogli di cosiddetti mortgage loans, ma
di sicuro le operazioni riguarderanno, forse ben più che in passato, anche portafogli
con significativa componente unsecured
o anche integralmente composti da crediti unsecured». Per quanto riguarda altri
settori di investimento, «continuerà l’interesse per gli acquisti di crediti o azioni
da procedure concorsuali, mentre l’acquisto di aziende in tali contesti, almeno per
gli istituzionali, rimane una tipologia di
investimento meno appetibile per natura,
complessità rispetto al rendimento atteso
e scarsa fiducia per il mercato italiano».
Al di là delle grandi operazioni, Squerzoni registra anche un interesse crescente
da parte degli investitori «che operano su
portafogli più piccoli o su singole posizioni. Molto vivo è anche il mercato di altre
operazioni del settore distressed, come gli
acquisti di asset da concordati preventivi
o fallimentari».
Francesco Squerzoni
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IV
Lunedì 19 Marzo 2012
AT T UA L I TÀ
Il garante per la concorrenza ha avviato un’istruttoria contro l’azienda guidata da Scaroni
Avvocati alla guerra del gas
Studi legali in campo per affiancare l’Eni contro l’Antitrust
DI
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L
SARA SELIGASSI
egali antitrust in campo per sciogliere il nodo
gas e liberalizzazione del
mercato energetico. Il
tutto mentre parte il processo
di separazione fra la società che
fornisce il gas e quella che lo trasporta in Italia, cioè tra Snam
ed Eni, avviato dal dl liberalizzazioni, che si dovrà concludere
entro settembre 2013.
Ma andiamo con ordine. Lo
scorso 6 marzo, l’Autorità garante della concorrenza e del
mercato ha deciso di avviare
un’istruttoria per verificare se
l’Eni, in violazione delle norme
europee sulla concorrenza, abbia
abusato della posizione dominante detenuta nei mercati del
trasporto internazionale di gas
in Italia (attraverso i gasdotti
Tag e Transitgas, che consentono il trasporto del gas acquistato
presso i mercati spot europei),
con conseguenze principalmente
sulla fornitura di gas ai clienti
industriali.
L’istruttoria, informa una
nota dell’Authority guidata da
Giovanni Pitruzzella, dovrà
concludersi entro un anno, cioè
al massimo entro il 15 marzo
2013.
La decisione, notificata
all’azienda guidata da Paolo
Scaroni, in seguito ad alcune
ispezioni condotte dai funzionari Antitrust in collaborazione
con il nucleo tutela mercati della
Guardia di finanza, è stata adottata alla luce di una segnalazione presentata da Gas Intensive,
il consorzio costituito da otto associazioni di categoria che rappresentano le imprese italiane
grandi consumatrici di gas naturale. Gas Intensive, in qualità
di centrale di acquisto, negozia
l’acquisto di gas a condizioni più
vantaggiose di quelle che le singole imprese socie sarebbero in
grado di ottenere sul mercato,
nonché gestisce direttamente le
attività connesse al trasporto e
allo stoccaggio di gas naturale.
Secondo Gas Intensive, a
partire da aprile 2011, Eni, per
la prima volta dopo anni, non
avrebbe più organizzato aste per
la cessione della capacità di trasporto da essa detenuta ma della
quale non pianificava di servirsi
per le proprie importazioni sui
gasdotti Tenp/Transitgas e Tag.
In questo modo Eni, che detiene
la quota prevalente dei diritti di
capacità sui gasdotti Tag e Transitgas, ha limitato la disponibilità di capacità di trasporto per
altri importatori (trasportatori
e utilizzatori finali/clienti industriali che fanno ricorso all’autoapprovvigionamento), a fronte di
un sostanziale sottoutilizzo dei
gasdotti. Il comportamento si
è realizzato in presenza di un
differenziale positivo tra prezzi
italiani e prezzi prevalenti sugli hub europei (intorno ai 5€/
MWh), superiore ai costi necessari a trasportare quel gas in
Italia (circa 2 €/MWh), nonché
proprio in occasione della prima assegnazione agli utenti finali grandi consumatori di gas
della nuova capacità di stoccaggio prevista ai sensi del dlgs
130/2010. A difendere il gruppo energetico controllato dal
ministero dell’economia, oltre
ai legali interni specializzati
in regolamentazione, guidati
da Domenico Durante, ci sarà
anche un pool di esperti antitrust esterno. Eni si avvarrà,
in qualità di advisor esterno,
delle professionalità dello studio Cleary Gottlieb Steen &
Hamilton, con un team formato da Mario Siragusa, Pietro
Merlino, Luciana Bellia e Philippe Croene.
Sempre in materia di Antitrust,
tra Eni e Agcm la battaglia va
avanti da tempo. La scorsa settimana il Tar del Lazio ha stabilito che deciderà direttamente nel
merito sul ricorso con cui Italgas,
controllata da Snam (gruppo Eni)
ha contestato la multa da quasi
4,7 milioni di euro inflittale lo
scorso 20 dicembre dall’Antitrust
per abuso di posizione dominante
nel mercato della distribuzione
del gas. La prima sezione del Tribunale amministrativo, d’accordo
con le parti, ha quindi stabilito
che il ricorso verrà discusso in
Paolo Scaroni
un’udienza che sarà fissata a breve. Secondo l’Antitrust, Italgas si
è dapprima rifiutata e ha poi fornito tardivamente ai comuni di
Roma e di Todi i dati necessari
per predisporre il bando di gara
per l’assegnazione del servizio di
distribuzione di gas, ostacolando
in tal modo la concorrenza e costringendo le amministrazioni
interessate a indire i bandi in
ritardo. In particolare, secondo
l’Autorità, Italgas, in qualità di
gestore uscente, con i suoi comportamenti, avrebbe cercato di
escludere dalla competizione i
potenziali concorrenti.
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Mario Siragusa
Giovanni Pitruzzella
Note legali
NINA ZILLI
ZIILLI
L’AMORE È FEMMINA
CD Universal
NOMADI
“È STATO BELLISSIMO” AUGUSTO
CD Nomadi / Artist First
Se Nina Zilli fosse stata attiva artisticamente tra gli anni 50 e 60 probabilmente sarebbe stata un’urlatrice,
alla stregua di Adriano Celentano e
Mina. E proprio alla Tigre di Cremona che la nuova diva del surf-soulR&B made In Italy si è in qualche
modo ispirata per questo nuovo lavoro L’amore è femmina. Un po’ lo si era
capito al Festival di Sanremo, dove
Nina Zilli si è presentato con look che
ricordava Mina e con un brano, Per
sempre (scritto con Roberto Casalino),
che si allontana un po’ dalla tradizione soul per entrare di più nei confini della canzone italiana degli
anni 60. Aggiungeteci che nel suo ultimo show televisivo Giorgio
Panariello ha scelto l’artista per prendere la parte che Mina aveva
avuto nel celebre Studio Uno. Ingredienti che alla fine li ritrovi
dentro L’amore è femmina, co-prodotto con Michele Canova e di cui
la Zilli ha scritto testi, musica e arrangiamenti, oltre al contributo
di Carmen Consoli (per il testo di Un’altra estate), Pacifico (Per
le strade) e Diego Mancino (La felicità). È un lavoro che ha molti
riferimenti al vintage, archi finti anni 70 ed elementi di elettronica.
A questo Nina ci aggiunge una buona dose british: chitarre in stile
Clash e l’aggressività dei Rolling Stones prima maniera. Tra i brani
si mettono in luce Una notte, Piangono le viole e Lasciatemi dormire.
Presto Nina Zilli porterà la sua musica in Europa, in qualità di
rappresentata italiana all’Eurovision Song Contest.
Consigliato ai professionisti che vogliono iniziare la giornata con la carica giusta.
Venti anni fa, il 7 ottobre del 1992,
la musica italiana perdeva una delle
figure più carismatiche e significative. Definire Augusto Daolio solo
come cantante sarebbe riduttivo. La
voce dei Nomadi era un poliedrico artista, poeta, pittore e soprattutto una
persona di rara umanità e sensibilità. In questi 20 anni Beppe Carletti, fondatore del gruppo, ha portato
avanti la storia del gruppo con alcuni nuovi innesti in formazione, che
non hanno intaccato la popolarità della band, come dimostrano i
numerosi concerti. Per ricordare Augusto, Beppe Carletti ha recuperato alcune registrazioni dal vivo che vanno dall’estate 1984
all’estate 1990, vale a dire negli anni in cui i Nomadi erano artisti
indipendenti ante litteram, e quando, nonostante l’ostruzionismo
della tv, la band godeva di una crescente popolarità dal vivo. «È
stato bellissimo» Augusto fotografa perfettamente quel periodo
attraverso 14 brani, intervallati da alcune frasi che l’amato cantante amava dire al suo pubblico. La scaletta pesca soprattutto
nel repertorio degli anni 80, a partire dall’iniziale Ed io a Storie
di mare e Canzone d’amore. La chicca del disco è rappresentata
dalla cover di Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco, mentre si
distinguono la dylaniana Ti voglio e Il paese (personalizzata con
riferimenti a Novellara, città natale di Augusto). La traccia finale
È stato bellissimo altro non è che la frase di rito che Daolio amava
ripetere alla fine di ogni concerto.
Consigliato ai professionisti che operano con sincerità e
passione.
Antonio Ranalli
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Inserto a cura
di Giuliano Castagneto
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Speciale
Energia
UN ANNO IN TENSIONE
DI
CLAUDIO RAVEL
iano a cantare vittoria. Il fotovoltaico lo scorso anno ha
superato l’eolico in termini di produzione energetica,
ma le aziende che producono e installano impianti sono
ugualmente in sofferenza. «Il mercato delle nuove installazioni ha
subito un rallentamento e vivrà un’ulteriore riduzione nel 2012».
Parola di Gianni Chianetta, numero uno di Assosolare.
P
Domanda. Dice così nell’anno d’oro del fotovoltaico?
Risposta. Nonostante l’andamento dell’anno scorso indichi una crescita
del fotovoltaico, il trend non è stato costante e regolare. Nel corso del 2011
alcune aziende hanno dovuto chiudere e numerose altre hanno fatto ricorso
alla cassa integrazione. Sulla congiuntura pesano la crisi finanziaria, che rende
difficile l’accesso al credito, e il fatto che i cambiamenti alla normativa, introdotti con valenza retroattiva nel 2011, hanno minato la fiducia degli investitori nei
confronti del nostro Paese. Proprio per questo motivo auspichiamo quanto prima
un confronto più strutturato con il governo. Il Quarto Conto Energia ha aperto una
strada, risulta centrale capire come si vuole procedere.
D. Eppure, secondo il Gse, per la prima volta in Italia il solare ha superato l’eolico
R. I dati del Gse si allineano con quanto gli operatori si aspettavano ma non si tratta di un
match fotovoltaico contro eolico. Nell’interesse nazionale, la vittoria può rintracciarsi nella
combinazione fra queste due fonti energetiche. I numeri confermano una grande potenzialità
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SPECIALE ENERGIA
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Oltre alla crisi preoccupano scarsità di credito e incertezza normativa
DI
CLAUDIO RAVEL
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F
otovoltaico superstar in Italia,
con una crescita a tre cifre nel
2010. Ma gli ottimi numeri, quanto a potenza efficiente e produzione lorda da fonti rinnovabili, si
stagliano su uno sfondo poco rassicurante. A livello internazionale
le politiche di dumping minano la
concorrenza in materia energetica
e, entro i nostri confini, l’assenza
di un piano energetico nazionale
e la precaria stabilità delle leggi,
che in alcuni casi sfocia in vero
vuoto normativo, sono tutti fattori
che non aiutano a programmare
gli investimenti.
I numeri. Dalle stime Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, sulla
base di dati provvisori di gennaio
2012 pubblicati da Terna, emerge
che le rinnovabili coprono il 24%
del fabbisogno interno di elettricità
(+ 2% rispetto al 2010). Se l’energia idraulica conserva saldamente
la leadership con 17.950 MW di
potenza efficiente lorda e 46.530
GWh di produzione lorda, è il
fotovoltaico che, spinto dai più
ricchi incentivi d’Europa, mette
a segno un exploit, passando da
3.470 a 12.750 MW di potenza
mentre la produzione lorda sale
da 1.906 a 10.730 GWh. Valori
di grande rilievo, anche se in termini assoluti il contributo al fabbisogno nazionale resta limitato.
Crescono anche eolico e bioenergie (cioè biomasse solide, biogas
e bioliquidi).
«Questo dato si inserisce in un
quadro mondiale che vede nel
2011 gli investimenti nel segmento fotovoltaico mostrare la cresci-
IN FLESSIONE LA PRODUZIONE DELLE RINNOVABILI NEL 2011
Produzione Lorda (GWh)
Idraulica
Eolica
Solare
Geotermica
Bioenergie3
Totale FER
Consumo Interno Lordo CIL4 (GWh)
FER/CIL %
ta più sostenuta fra quelli in fonti
rinnovabili. Eolico e fotovoltaico rappresentano certamente due
fonti fondamentali tra le rinnovabili. In prospettiva, le due tecnologie possono dare congiuntamente un significativo contributo
al raggiungimento degli obiettivi
europei», dichiara Claudio Andrea Gemme, presidente Anie,
la Federazione Nazionale delle
Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche aderente a Confindustria.
«Nel 2011», prosegue Gemme,
«secondo i più recenti dati Terna,
il fotovoltaico ha coperto il 3%
della domanda elettrica nazionale, raggiungendo un picco del
6% in agosto. La potenza installata nel territorio nazionale era a
fine 2011 di poco inferiore a 13
Gw, con un incremento a tre cifre
rispetto all’anno precedente. Questi dati testimoniano l’importante
contributo energetico che il solare dà al sistema energetico italia-
2008
41.623
4.861
193
5.520
5.966
58.164
2009
49.137
6.543
676
5.342
7.557
69.255
2010
51.117
9.126
1.906
5.376
9.440
76.964
20111
46.350
10.140
10.730
5.650
11.320
84.190
353.560
16
333.296
21
342.933
22
344.152
24
no». Il contributo che viene dalle
energie rinnovabili è in ascesa
non solo in Italia. Se nell’ultimo
report realizzato dall’Epia, l’Associazione Europea dell’Industria
Fotovoltaica, è messo in evidenza
che lo scorso anno quello italiano è stato il mercato più grande
del mondo, con 9 GW di nuovi
impianti allacciati. La Germania
non sta certo a guardare, con 7,5
GW, ma è la Cina, terzo paese per
numero di installazioni nel 2011,
a fare passi da gigante, sia entro i
propri confini che nei nuovi mercati d’esportazione energetica.
Stati Uniti ed Europa, infatti, non
nascondono i timori che suscita
l’aumento dell’export cinese,
sostenuto da forti sussidi governativi. Un’ulteriore insidia per le
imprese italiane in un settore che
fa gola. Perché, come sostiene
Gemme «guardando alle fonti
rinnovabili nel loro complesso,
queste ricoprono oggi un ruolo
crescente nel soddisfare il fabbisogno elettrico nazionale, in linea
con le indicazioni comunitarie in
materia di politica energetica. Nel
2011 hanno apportato un contributo vicino ai 70 Twh, un risultato
impensabile fino a pochi anni fa, e
che corrisponde al 20% della domanda elettrica nazionale, stimata da Terna in 330 Twh». Da ciò
discende la necessità di un piano
energetico nazionale, anche alla
luce della perdurante crisi che,
tra l’altro, ha riportato sotto i riflettori il ruolo fondamentale che
può e deve avere l’industria manifatturiera. Analizzando i settori
dell’elettrotecnica e dell’elettronica rappresentati da Anie, Gemme conclude ricordando che «se
la crisi ha avuto il grande merito
di riconoscere al manifatturiero il
ruolo di volano della crescita, è pur
vero che una seria programmazione dei piani di sviluppo interni del
nostro Paese non è più procrastina-
Le energie pulite hanno già abbassato il costo della bolletta
Segue dalla prima pagina
del solare che già oggi soddisfa il 4% della domanda di energia elettrica. Con un adeguato confronto sul piano normativo,
il nostro settore potrebbe perseguire una sana crescita. Una
strategia a supporto delle rinnovabili e del solare
fotovoltaico renderebbe possibile investimenti nel
medio-lungo termine. Penso alle attività di ricerca
e sviluppo, ai miglioramenti tecnologici in sinergia
con l’efficienza energetica, la mobilità elettrica, i
sistemi di accumulo e le smart grid.
D. In valori assoluti, però, il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico resta limitato.
Che ruolo dare a queste fonti?
R. Possono contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti. L’Italia dipende molto, troppo, dalle
forniture estere e se vogliamo rilanciare un sistema
produttivo, come questo governo sta mostrando di
voler fare, il tema dell’energia è centrale. Le rinnovabili stanno già portando a un abbassamento del
Pun, ossia del costo dell’elettricità e quindi della bolletta come
dimostrato da studi di analisti indipendenti.
D. Sono adeguati gli incentivi del Quarto Conto Energia?
R. Il Conto Energia in quanto meccanismo è corretto. È giusto che vengano premiati quei segmenti che presentano ampi
margini di sviluppo e che consentiranno di rendere il mercato
più maturo e stabile. Ravvisiamo solo un eccesso di severità
contro l’impiego del fotovoltaico a terra che, pur con maggiore
tutela dell’ambito agricolo e maggiore attenzione nella fase di
pianificazione territoriale, potrebbe ancora dare un significativo
contributo al raggiungimento degli obiettivi Ue
sulle rinnovabili. Per il resto, deve essere assicurata la possibilità di mettere a punto tecnologie
innovative, per permettere alle nostre aziende di
crescere ed esportare il made in Italy. Tecnologie
volte a sviluppare i sistemi di accumulo, che
permetteranno una maggiore programmabilità
delle rinnovabili.
D. Quale politica energetica dovrebbe adottare l’Italia?
C’è bisogno di una politica integrata che tenga
conto delle interazioni geopolitiche. InfrastrutGianni
ture, rinnovabili, la nuova mobilità dovrebbero
Chianetta
costituire le basi di un rinnovato modello produttivo. In particolare, l’Italia dovrebbe colmare un gap in materia di strategia energetica e rendersi sempre
meno dipendente da risorse e tecnologie di importazione. Una
rinnovata politica energetica, un modello di sviluppo chiaro,
potrebbero permettere al Paese di valorizzare il proprio tessuto
industriale nel settore delle rinnovabili e nei comparti complementari. (riproduzione riservata)
bile. Penso a un piano energetico
che riconosca un adeguato ruolo
alle rinnovabili, che consenta alle
imprese di attuare una programmazione a lungo termine anche sul
versante occupazionale. Un’industria nazionale forte continuerà a
cogliere spunti di crescita anche
sui mercati esteri».
E una seria programmazione è
richiesta anche dal Comitato Ifi
- Industrie Fotovoltaiche Italiane.
«Occorre una stabilità normativa
che spinga anche il sistema bancario all’erogazione di finanziamenti
a sostegno dei progetti nel solare,
renda non più rinviabile la lotta al
dumping cinese e la concessione
di sgravi fiscali alle industrie che
investono nell’innovazione e nella
ricerca specie in un settore strategico come quello le rinnovabili».
Tre le richieste avanzate dal presidente, Alessandro Cremonesi.
«Se il mercato delle installazioni
è stato ricettivo negli ultimi due
anni, viceversa le industrie italiane
soffrono perché il quadro normativo è lacunoso, infatti i provvedimenti vanno soggetti a continue
modifiche, e perché si assiste a casi sempre più frequenti di concorrenza sleale. La possibilità di un
confronto equo era stata prevista
dal legislatore con il decreto del 5
maggio 2011, il cosiddetto Quarto
Conto Energia, ma nelle sue regole applicative, cioè quelle del Gse,
è stato aggiunto un secondo punto
che ha creato, oltre al danno, la
beffa. Ovvero può beneficiare di
un premio «made in Europe» un
prodotto composto da componenti
realizzate in Europa anche se assemblato fuori dall’Ue. Stiamo
consegnando il mercato a soggetti
che sono terzi rispetto all’Unione
Europea, non trovano alcun dazio
all’esportazione e sono anche sovvenzionati. E il conto lo pagano
non solo le aziende, ma anche le
famiglie italiane». Come se non
bastasse, c’è anche il problema
dell’accesso al credito. «In Italia
le banche davanti alle rinnovabili
si sono fermato. Adesso i prestiti
si concedono solo quando l’impianto è connesso alla rete. Così
non va». (riproduzione riservata)
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SPECIALE ENERGIA
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Le rinnovabili da sole non bastano a colmare il gap energetico
DI
CLAUDIO RAVEL
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F
onti rinnovabili a braccetto con
il gas naturale. Una soluzione
obbligata, per l’Italia, per ridurre l’impatto della dipendenza dai
prodotti petroliferi. Le rinnovabili
producono energia pulita a costi
allettanti, vantano tecnologie sempre più avanzate e affidabili, ma
da sole non bastano a soddisfare
la domanda del Paese. Il gas è
la risorsa tradizionale per eccellenza, disponibile in gran
quantità ma di cui l’Italia
è soprattutto importatore. Una risorsa primaria di facile utilizzo
la cui carenza, specie in alcuni periodi
dell’anno, rischia
però di mettere in
ginocchio il Paese.
Basta tornare indietro di qualche settimana, ai primi giorni
di febbraio, quando,
causa il maltempo in
Europa e temperature
polari che non si registravano da decenni in Italia, il
comitato riunitosi d’urgenza al
ministero dell’Interno dichiarò lo
stato di emergenza per la fornitura
e il consumo di gas. Tra il 6 e il 10
febbraio l’aumento complessivo dei
consumi nazionali risultò del 24%,
e nel frattempo calarono sensibilmente i flussi di gas dalla Francia
e soprattutto dalla Russia. Certo, è
stato un evento eccezionale ma non
è stato il primo e sicuramente non
sarà l’ultimo.
Un Paese come l’Italia baciato dal
sole, con territori ben ventilati e
ricco di corsi d’acqua deve puntare
sulle fonti rinnovabili e sul gas insieme per evitare o almeno attutire
l’impatto di eventuali emergenze,
aumentare l’energia disponibile
e, aspetto non secondario, ridurre
i costi in particolare a carico dei
consumatori. Una strategia
vincente che però va
inserita all’interno
di quello che, come
è stato più volte ripetuto in queste pagine,
è ormai considerato
prioritario: il piano
energetico nazionale.
«La contrapposizione tra gas e
rinnovabili potrebbe risultare fuorviante», spiegano da Assosolare.
«Si tratta di due prodotti energetici
differenti con destinazioni d’impiego differenti. Il vantaggio si
rintraccia nell’integrazione tra fonti
e nel rendere conveniente il prezzo finale dell’energia per imprese
e consumatore finale. La vera
convenienza potrebbe essere
nella convergenza d’intenti
verso la messa a punto di
meccanismi di sostegno
definiti e stabili e nuovi progressi a livello
di rete che rappresentano i traguardi
cui ambire. Una
conferma viene
dal piano di lungo termine americano: la complementarità tra
gas e rinnovabili è
utilizzata per coprire i picchi con il gas
che fa da riserva».
Sulla stessa lunghezza
d’onda il commento di
Claudio Andrea Gemme,
presidente di Anie. «Fonti
tradizionali e rinnovabili
concorrono alla definizione di quel mix energetico che è alla base di
una strategia nazionale
integrata e lungimirante.
Data l’elevata valenza
strategica del settore, è
Claudio Andrea ormai improrogabile la
definizione di un piano
Gemme
energetico nazionale,
L’importanza della manutenzione
Tutti gli impianti fotovoltaici presentano un decadimento naturale
della produzione. La manutenzione è la verifica del buon funzionamento dell’impianto e la resa nel tempo. «Il fotovoltaico, esploso nel 2010»,
racconta Luca Bassi, responsabile commerciale di Soland Energia
Fotovoltaica, con sede a Borgo d’Ale (Vercelli), «malgrado la crisi è
ancora in crescita. Ma è aumentata la domanda di manutenzione degli
impianti più vecchi. Perciò ci stiamo concentrando sui servizi post
vendita». Soland, nata dalle esperienze di vari imprenditori provenienti
da energie rinnovabili, impiantistica elettrica industriale e finanza, è
una realtà consolidata del fotovoltaico; presente sul mercato da più di
30 anni, proviene dall’automazione industriale e ha avviato l’attività
nelle rinnovabili da quasi 10 anni, nel fotovoltaico, geotermia ed eolico.
Soland garantisce la produzione minima degli impianti da lei prodotti,
essendo certa della percentuale di decadimento. «Lavoriamo molto»,
prosegue Bassi, «sulla riconversione dei capannoni industriali: sui tetti,
al posto dell’eternit, installiamo i pannelli fotovoltaici». Tra l’altro la
bonifica prevede un ulteriore contributo del 20-25%. Un team di 50
addetti segue il cliente in ogni fase del progetto: dalla progettazione alla
messa in servizio dell’impianto. Ha realizzato oltre 220 impianti aziendali, per 25 mwp di potenza installata. Ha realizzato in tempi record di
un parco tra i più estesi nel Nord Italia, della potenza di 16 MW, su un
terreno comunale in provincia di Vercelli, che dovrebbe produrre oltre
20 milioni di kwh l’anno. (riproduzione riservata)
Piero Piccioli
che promuova l’indipendenza
dall’approvvigionamento estero
e, più in generale, favorisca la
competitività dell’industria e del
Paese nel suo complesso».
Anche Paolo Gianese, segretario
generale del Comitato Ifi, individua la soluzione «nella combinazione delle due risorse, considerato
che le rinnovabili non si possono
programmare per definizione e
non possono coprire l’intero fabbisogno. Bisogna lavorare sugli
accumulatori e trovare il giusto
equilibrio tra le componenti che
!' 5,4+-' &+30/3+7+/.+ &+ ,'))' &+3%2+-+.#./ ),+ +-0+#.4+ 35+ 4'44+ +. %#-0#).#
)+ ./"/+ (*$".."! () ,"**%))+ .+&&-%
DI
L
CLAUDIO RAVEL
o Stato serra la morsa sul fotovoltaico, nonostante da questo settore derivi un importante
gettito fiscale. Nel 2010 il settore ha generato sul
totale della filiera un volume d’affari di circa 40
miliardi di euro, il 2,5% del pil. A questo vanno aggiunti 1,9 miliardi di euro di tasse pagate
sugli incentivi del Conto Energia e si superano
i 2 miliardi di euro come gettito Iva derivante
dalla vendita degli impianti fotovoltaici (stime
Anie/Gifi). Niente male di questi tempi, ma la
necessità di far cassa a livello nazionale e regionale potrebbe far lievitare i balzelli se non addirittura aggiungerne nuovi. È il caso dell’Imu,
Imposta Municipale Propria, che sostituisce dal
2012 l’Ici e contribuirà a garantire l’autonomia
finanziaria dei Comuni. Preoccupa non poco imprese, commercianti e famiglie ma terrorizza gli
agricoltori, tra le categorie più vessate: secondo
il Centro Studi di Confagricoltura, la neonata
imposta potrebbe infatti gravare sulle imprese
del settore fino a 1,5 miliardi di euro, cifra che si
aggiungerebbe a un importo compreso tra i 2 e 3
miliardi per l’accatastamento dei fabbricati rurali. Nel complesso la situazione resta da definire e
si succedono cambiamenti, modifiche e ritocchi
a provvedimenti già messi per iscritto.
Un esempio? Dopo le proteste delle associazioni di categoria del fotovoltaico per il testo
pubblicato in Gazzetta Ufficiale che stralciava
parte dell’articolo 10 del decreto 3 marzo 2011
n. 28, dove si concedeva un anno per mettere in
funzione gli impianti fotovoltaici a terra in area
agricola il cui iter autorizzativo fosse già avviato,
pochi giorni fa è stato rivisto l’articolo 65: in
pratica, non ci sarà nessun effetto retroattivo per
gli impianti fotovoltaici a terra su aree agricole.
Il rischio palesato dalle associazioni era quello
di paralizzare anche gli investimenti in corso.
Questo perché alla luce del decreto del marzo
2011 gli investitori erano certi di avere un anno
per beneficiare degli incentivi del Quarto Conto
Energia, ma la versione originaria dell’articolo
65 aveva modificato tale possibilità, offrendo gli
incentivi solo per gli impianti entrati in esercizio
entro e non oltre il 24 gennaio 2012. Da segnalare che il decreto ammette agli incentivi anche
gli impianti realizzati e da realizzare su terreni
del demanio militare.
Adesso, salvo altri eventuali colpi di scena, gli
impianti in costruzione sui terreni agricoli pos-
sono tornare ad accedere al Conto Energia.
Ma la querelle non finisce qui. «Perché mettere
un limite al fotovoltaico sui tetti in area agricola? Che senso ha frenare la diffusione dei tetti
solari in campagna?». I quesiti portano la firma
di Legambiente sempre in relazione all’articolo
65 del decreto Liberalizzazioni, che nella versione approvata al Senato estende il divieto agli
impianti sui tetti di potenza maggiore di 200kw.
«Lo stop alle agevolazioni anche per gli impianti
a terra di piccole dimensioni, evidentemente utili
per integrare il reddito degli agricoltori, risultava già di difficile comprensione», ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo
Zanchini, «ma negare ora la possibilità degli
incentivi anche per il fotovoltaico sui tetti nelle
aree agricole, appare davvero assurdo. Perché,
in sostanza, discrimina gli agricoltori rispetto
a tutti gli altri soggetti proprietari di un tetto, e
impedisce uno sviluppo delle fonti rinnovabili
intelligente e lungimirante come l’integrazione
con l’agricoltura. Ci auguriamo che questa scelta
sia modificata, altrimenti suonerebbe come il
tentativo, da parte di parlamento e governo, di
frenare lo sviluppo delle rinnovabili e in particolare al fotovoltaico». (riproduzione riservata)
devono assolvere allo zoccolo duro
del consumo energetico e le fonti
rinnovabili».
Un’accoppiata che sta già offrendo indicazioni interessanti. Dalla
«Relazione per l’Autorità elettrica
e per il gas sullo stato dei due mercati e sullo stato di utilizzo ed integrazione degli impianti alimentati
da fonti rinnovabili» emerge che «il
consumo nazionale di gas naturale
nel 2011 si è attestato attorno a 77
miliardi di mc, in flessione rispetto
agli 83 miliardi del 2010 e al picco di 86 miliardi di Smc registrato
nel 2005. Sulla riduzione incidono
condizioni climatiche più miti rispetto agli anni presi a riferimento,
la congiuntura economica e le dinamiche del mercato dell’energia
elettrica, dove la produzione da
fonti rinnovabili sostituisce una
quota dell’elettricità prodotta con
gas naturale, in particolare per
l’incidenza della produzione fotovoltaica nelle ore piene, tipica area
di attività degli impianti a gas nel
recente passato». Ciononostante
l’Autorità «evidenzia ancora la
necessità di potenziamento del
sistema infrastrutturale. L’emergenza di febbraio ha evidenziato
che il nostro sistema gas, a fronte
di particolari ed eccezionali condizioni, presenta ancora, nonostante i recenti sviluppi di nuova
capacità di stoccaggio, situazioni
di criticità legate ai limiti di capacità di immissione di gas nel
singolo giorno. Anche per questo
motivo l’Autorità ritiene quanto
mai indispensabile uno sviluppo
delle infrastrutture di importazione (rigassificatori e gasdotti) e di
stoccaggio. Uno sviluppo delle
infrastrutture consentirebbe una
diversificazione dell’offerta, con
positivi impatti in termini non solo
di sicurezza, ma anche di concorrenzialità».
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SPECIALE ENERGIA
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Si stima un potenziale di mercato di 79 mld di dollari entro il 2050
PAGINA A CURA
PIERO PICCIOLI
DI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
«Q
uello delle smart grids è
un passaggio obbligato
per integrare in rete l’energia
prodotta da fonti rinnovabili.
Non sarà un intervento semplice e nemmeno breve: ci vogliono ingenti risorse economiche
e tempo. Si calcola che per una
completa ristrutturazione delle
rete elettrica italiana ci vorranno circa 30 anni». Parola di Dario Di Santo, direttore del Fire
(Federazione italiana per l’uso
responsabile dell’energia) che
così fotografa così la situazione
della produzione e, soprattutto,
della distribuzione dell’energia
elettrica alla luce del crescente
utilizzo delle fonti rinnovabili,
che sono ormai arrivate a una
quota di tutto rispetto: il 23%,
della produzione totale italiana. In parole semplici: se non si
adegua l’attuale rete si rischia di
dover buttare via parte dell’energia prodotta dal fotovoltaico,
dall’eolico e dalle biomasse.
La rete elettrica attuale è stata
concepita come sistema essenzialmente passivo e unidirezionale: dalle grandi centrali di generazione ai punti di consumo
finale (utenti privati e aziende),
con la nascita di una miriade di
punti di generazione l’architettura va cambiata radicalmente.
Nel nuovo sistema la produzione, il trasporto, la distribuzione
sono integralmente concepiti e
operano in connessione. Più
che un’evoluzione da vecchia
a nuova rete si tratta di una vera e propria rivoluzione che ha,
appunto, come obiettivo finale
la costruzione della rete intelligente.
Acea punta
sul Centro-Sud
Primo operatore nazionale
nel settore idrico, terzo nella distribuzione di elettricità,
Acea è tra le principali multiutility italiane. La divisione Arse,
Acea Reti e Servizi Energetici,
offre soluzioni finalizzate al risparmio e all’efficienza. I primi
impianti fotovoltaici di Arse
risalgono al 2008. A fine 2012
la potenza installata è circa 96
mwp mentre l’energia prodotta
è 100 mila mwh. Il fotovoltaico
è sempre più strategico per Arse,
che punta sulla massima prestazione dell’impianto, realizzato a
spese di Acea con remunerazione legata al Conto Energia. Gli
impianti sono ubicati soprattutto
in Puglia e Calabria e Lazio, con
ramificazioni in Toscana, Abruzzo, Marche, Umbria e Campania, aree in forte crescita.
Smart grid, rete intelligente, più
che una definizione è un concetto, per di più variabile, collegato alle tecnologie che di volta in
volta sono prese in considerazione, del loro stato di avanzamento
(in fase di sviluppo o mature) e
del sistema elettrico di riferimento. In ogni caso il termine smart
grid si riferisce alla modernizzazione del sistema di produzione, trasmissione e distribuzione
dell’energia elettrica. L’obiettivo
è ottimizzare l’efficienza e l’affidabilità del sistema tramite il
monitoraggio e il controllo
automatico delle azioni
svolte dai vari punti
(esempio piccoli impianti fotovoltaici,
eolici o di altro
tipo) interconnessi alla rete
intelligente.
Una smart
grid non si
limita alla
gestione e al
controllo della
rispetto alla produzione da fonti
rinnovabili», prosegue Di Santo.
«Per il fotovoltaico e l’eolico, a
seconda delle condizioni atmosferico, i flussi variano e nei casi di sovrapproduzione si creano
dei colli di bottiglia, la rete va
in tilt e si spreca energia. In Italia questo succede
soprattutto
al Sud
dove
adeguate, siano in grado di gestire automaticamente il lavoro
delle reti».
Non solo efficienza tecnologica, e di conseguenza risparmio
economico, le reti intelligenti
cambiano anche il modo di
commercializzare il
prodotto. Un
esem-
Lo schema ideale di una
rete intelligente: gli utilizzatori possono diventare
fonti di energia.
bidirezionalità (dall’utente alla
rete e viceversa) ma svolge anche altre funzioni, non presenti
nel sistema tradizionale, come il
flusso d’informazioni in tempo
reale tra i dispositivi della rete,
che permettono il bilanciamento
istantaneo e automatico dell’offerta e della domanda. «La non
programmabilità è uno dei limiti strutturali delle reti attuali
la produzione da
fonti rinnovabili è maggiore.
Altro aspetto importante è quello
della sicurezza: nelle reti unidirezionali individuare i guasti
è abbastanza facile, quando ci
sono più interconnessioni è più
difficile. Per questo ci vogliono
le smart grid che, con tecnologie
pio: risparmio sulla bolletta in
cambio dell’interruzione di
qualche utenza non fondamentale nei momenti di picco del
consumo di elettricità. Si chiama intermobilità ed è già applicata alle grandi utenze (come le industrie) che riducono
in determinati momenti della
giornata il consumo di energia: con le reti intelligenti può
essere estesa anche all’utenza
familiare.
In sintesi, le questioni che dovranno essere affrontate nei
prossimi tempi per dare modo
alle fonti di energia rinnovabili
di svilupparsi in modo corretto
e produttivo sono: la regolamentazione sul piano normativo,
considerato l’attuale regime, di
fatto monopolistico, di gestione
della rete elettrica; investimenti
che, partendo dalle necessità
più urgenti, tengano conto
dei tempi lunghi d’intervento; tecnologie che,
considerata l’evoluzione veloce, nel
corso dei 30 anni
saranno soggette
a più aggiornamenti.
Il capitolo investimenti merita
particolare attenzione. Considerato il mercato
fino alla piena maturazione delle smart
grid, il 35% degli investimenti riguarderà
il settore dell’elettronica
strumentale (37,7 miliardi di
dollari), il 30% in elettronica e
in strumenti di precisione (32
miliardi) il 22% in apparecchi
meccanici e elettrici (23,2) Sono
questi i settori che, secondo gli
esperti, possono essere di maggiore interesse in Italia. Secondo
le previsioni, che ipotizzano uno
scenario non estremo, in Italia si
investiranno tra i 4,8 e i 7,3 miliardi di dollari fino al 2020, da
13,5 a 21 miliardi fino al 2030 e
da 48 a 79 miliardi entro il 2050.
(riproduzione riservata)
Una città intelligente risparmia energia
Se ci si trova imbottigliati nel traffico
cittadino a causa di poche gocce di pioggia
o di un banale incidente alla linea del tram,
difficilmente si pensa a una «città intelligente». Tuttavia, prima o poi, il futuro sarà
questo: città tecnologiche, interconnesse,
ma anche sostenibili, confortevoli, belle da
viverci, sicure. Secondo l’Unione europea,
l’aggettivo smart è applicabile a economia,
persone, governo, mobilità, ambiente, stile
di vita. La Commissione Ue ci ha puntato
un bel mucchio di soldi, 11 miliardi di euro
in 10 anni, per finanziare progetti e iniziative soprattutto da parte dei Comuni. Non
sempre va bene: Torino, tra le città italiane
più dinamiche in questo ambito, si appena
vista bocciare tre progetti. I 6 miliardi in
palio sono andati comunque a un’altra città
italiana, Genova, che si è aggiudicata tutti
e tre i bandi.
Ambisce a essere smart city, e non poteva
essere diversamente, anche Expo 2015, che
coinvolgerà l’intero territorio di Milano
con ricadute che dovrebbero durare ben più
dell’esposizione vera e propria. Sviluppo
sostenibile, tutela dell’ambiente, riduzione
dei consumi, illuminazione pubblica più
razionale e sfruttamento del ciclo dei rifiuti
urbani. Operativamente i progetti su cui si
sta cercando di coinvolgere aziende, università e centri di ricerca sono quattro: il primo,
tecnologie innovative per i cittadini e l’ambiente, è in collaborazione con l’Aquila; il
secondo riguarda le tecnologie a favore dei
disabili; il terzo mette insieme il cosiddetto
e-health (tecnologie applicate alla salute) ewellness (il vivere bene, in forma); il quarto
ha come obiettivo mettere a punto soluzioni
intelligenti per il mondo della scuola. Lo si
voglia o meno, la strada è questa. Rendere le
nostre città più «intelligenti» è la condizione per continuare a viverci. Perché il futuro
dell’umanità è nelle città, dove si consuma
il 70% dell’energia prodotta e dove, entro il
2050, sarà concentrato il 70% della popolazione (in Europa siamo già al 75%). Certo
iniziare da zero è più facile: come Masdar
city, la città a zero emissioni a 15 km da Du-
bai; oppure Caofedian, in Cina, progettata
dall’architetto italiano Pierpaolo Maggiore.
Per non parlare di Curitiba, capitale dello
stato brasiliano del Paranà, esempio pionieristico di città intelligente a cui si è lavorato
con lungimiranza fin dagli anni Settanta.
Ma la vera sfida è la riqualificazione e il
risanamento dell’esistente. Il primo step
per costruire una smart city è l’ottimizzazione di risorse energetiche e trasporti, in
modo che le aree metropolitane diventino
più efficienti riducendo al tempo stesso le
emissioni di carbonio, l’inquinamento in
generale, la produzione di rifiuti e la congestione del traffico. Il secondo step è l’introduzione progressiva di nuove tecnologie
per la gestione dei processi urbani, magari
in collaborazione con grandi imprese. È il
caso di Ibm, che con lo Smart Cities Technology Center farà di Dublino non solo la
prima capitale intelligente d’Europa ma,
nel tempo, il centro cui saranno collegati i
sistemi operativi di tutte le città del mondo.
(riproduzione riservata)
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)2&86
Al via il Fondo Kyoto: prestiti “verdi”
per interventi di riduzione della CO2
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VXOVLWRGHOOD&DVVDGHSRVLWLHSUHVWLWLFKHJHVWLVFHLO)RQGR
L’amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, il presidente della Cdp, Franco
Bassanini, il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, e il direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini. Insieme hanno presentato il Fondo Kyoto, gestito dalla Cassa depositi
e prestiti e rivolto a cittadini, condomini, imprese, persone giuridiche private, soggetti pubblici. Erogherà risorse per € 600 milioni, a un tasso agevolato dello 0,50%, e finanzierà
la realizzazione di interventi volti alla riduzione delle emissioni di gas serra, responsabili del riscaldamento globale.
S
eicento milioni di euro in tre
anni per l’ambiente, destinati all’erogazione di prestiti al
tasso agevolato dello 0,5% annuo:
è la dotazione del Fondo Kyoto,
creato dalla finanziaria 2007 e reso
operativo grazie alla collaborazione tra Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Sviluppo Economico,
Cassa depositi e prestiti, Regioni e
Associazione Bancaria Italiana per
finanziare interventi di riduzione
delle emissioni responsabili del
cosiddetto “effetto serra”.
Gestito dalla CDP, il Fondo,
che prende il nome dal “Protocollo di Kyoto” - il trattato
internazionale che ha fissato le linee guida
per la riduzione
delle emissioni
di gas serra responsa-
bili del riscaldamento globale - è
stato presentato il 16 febbraio dal
ministro dell’Ambiente, Corrado
Clini, assieme al collega dello Sviluppo Economico, Corrado Passera,
al presidente e all’amministratore
delegato della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini e Giovanni
Gorno Tempini, al presidente della
Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani, e al direttore generale dell’Abi,
Giovanni Sabatini. Vastissima la platea dei soggetti che possono beneficiare dei finanziamenti: cittadini
privati, condominii, imprese (tra cui le Energy Service
Company – ESCo), persone
giuridiche private (quali associazioni e fondazioni) e soggetti pubblici. E molto ampio è anche il
ventaglio degli interventi finanziabili con il prestito (della durata massima di 6 anni per i privati e di 15
per i soggetti pubblici): dai piccoli
interventi per migliorare l’efficienza
energetica degli edifici all’installazione di piccoli impianti di produzione di energia, arrivando fino alla
sostituzione dei motori elettrici industriali e alla promozione di tecnologie innovative.
“Si tratta – ha spiegato il ministro
Clini - di un meccanismo a sportello che creerà un volano capace di
trascinare altri investimenti. I 600
milioni potrebbero generare investimenti per almeno il doppio della cifra; l’efficacia della soluzione
tecnologica e i risparmi consentiti
dall’efficienza energetica hanno infatti condotto in passato a proseguire gli investimenti senza bisogno di
sussidi”. Anche il ministro Passera
ha manifestato soddisfazione, annunciando l’intenzione del governo
di impegnarsi nella “definizione di
una strategia energetica da inserire
in un più ampio Piano che sarà approvato nei prossimi mesi”.
GLI INTERVENTI
FINANZIABILI
Il Fondo Kyoto può essere utilizzato
per finanziare, a livello regionale o
nazionale, 7 diverse tipologie di interventi, chiamati “Misure”: microcogenerazione diffusa, rinnovabili,
motori elettrici, usi finali, protossido di azoto, ricerca, gestione forestale sostenibile. La prima Misura
riguarda l’installazione di impianti
di microcogenerazione ad alto ren-
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)2&86
dimento elettrico e termico di nuova
costruzione e con potenza nominale fino a 50 kWe (elettrici), che utilizzino quali fonti energetiche il gas
naturale, la biomassa vegetale solida, i biocombustibili liquidi di origine vegetale, i biogas e in co-combustione gas naturale-biomassa. Il
secondo capitolo d’intervento, la
Misura 2, riguarda invece l’installazione di impianti di piccola taglia e
di nuova costruzione che utilizzano
fonti rinnovabili per la generazione
di elettricità o calore. Possono essere finanziati impianti eolici con
potenza nominale compresa tra 1 e
200 kWp, impianti idroelettrici con
una potenza nominale compresa tra
1 e 200 kWp, impianti solari termici con superficie d’apertura non superiore a 200 m2, impianti termici
a biomassa vegetale solida (come i
pellet) di potenza nominale termica
compresa tra 50 e 450 kWt, impianti fotovoltaici
integrati o parzialmente integrati
negli edifici con potenza nominale
compresa tra 1 e 40 kWp. Nella Misura “usi finali” sono poi compresi
interventi di risparmio energetico e
incremento dell’efficienza negli usi
finali dell’energia con quattro possibili aree di intervento: sull’involucro
di edifici o di unità immobiliari esistenti (compresi infissi, vetri, vetrine
e porte), per climatizzazione diretta
tramite teleriscaldamento da impianti di cogenerazione (questo intervento viene finanziato solo se contempla la realizzazione sia dell’impianto
di cogenerazione sia la rete di teleriscaldamento), per climatizzazione
degli edifici da impianti geotermici a
bassa entalpia fino a 1 MW termico,
CHI SONO I BENEFICIARI
Con il Fondo Kyoto possono essere finanziati i seguenti soggetti:
- le persone fisiche
- le imprese (tra cui le Energy Service Company - ESCo )
- i soggetti pubblici
- i condominii e le comunioni
- le persone giuridiche private (quali associazioni e fondazioni).
Le specifiche complete dei requisiti di ammissibilità per coloro
che richiedono il finanziamento sono reperibili sul sito della
Cassa depositi e prestiti (www.cassaddpp.it).
LE SETTE MISURE DEL FONDO
Il Fondo Kyoto può essere utilizzato per finanziare, a livello regionale o nazionale, 7 diverse tipologie di interventi,
chiamati “Misure”:
1 . Misura microcogenerazione diffusa
2 . Misura rinnovabili
3 . Misura motori elettrici
4 . Misura usi finali
5 . Misura protossido di azoto
6 . Misura ricerca
7 . Misura gestione forestale sostenibile.
per impianti di cogenerazione di potenza nominale fino a 5 MW elettrici
alimentati da gas naturale, biomassa
vegetale solida, biocombustibili vegetali liquidi, biogas e in co-combustione gas naturale-biomassa.
A livello nazionale vengono invece
finanziate le Misure 3, 5, 6 e 7. La
prima è relativa alla sostituzione con
motori ad alta efficienza di motori
elettrici industriali con potenza nominale superiore a 90 kWe (le risorse stanziate per questo capitolo ammontano a 15 milioni di euro), la seconda agli interventi sui cicli produttivi delle imprese che producono acido adipico e delle imprese agro-forestali (con risorse per 5 milioni di euro). La Misura 6 finanzia invece (con
5 milioni di euro) attività di ricerca
precompetitiva per lo sviluppo di tecnologie innovative per la produzione
di energia da fonti rinnovabili, per la
produzione, separazione e accumulo di idrogeno, per lo sviluppo di materiali, componenti e configurazioni
innovative di celle a combustibile.
Infine, la Misura 7 (a disposizione ci
sono 10 milioni di euro) è relativa ai
progetti regionali volti ad identificare
interventi diretti a ridurre il depauperamento dello stock di carbonio nei
suoli forestali e nelle foreste.
LA PRESENTAZIONE
DELLE DOMANDE
Le domande di ammissione al finanziamento agevolato del Fon-
Si è svolta il 16 febbraio, presso la sede della Cassa depositi e prestiti, la Conferenza stampa per il lancio del Fondo Kyoto. Hanno partecipato i vertici della Cassa depositi
e prestiti - il presidente, Franco Bassanini, e l’amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini. Sono intervenuti i ministri dell’Ambiente, Corrado Clini, e dello Sviluppo
Economico, Corrado Passera; il Presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani, e il direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini.
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MISURE PER SOGGETTO BENEFICIARIO
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Persona fisica
- Misura microcogenerazione diffusa:
• Gas
• Biomasse
• Ibrido
- Misura rinnovabili:
• Eolico
• Mini-idroelettrico
• Biomasse termico
• Fotovoltaico
- Misura usi finali:
• Climatizzazione tramite teleriscaldamento da
impianti di cogenerazione di potenza nominale
fino a 500 kWe
• Climatizzazione degli edifici da impianti geotermici a bassa entalpia fino a 1 MWt
Impresa
- Misura microcogenerazione diffusa:
• Gas
• Biomasse
• Ibrido
- Misura rinnovabili:
• Eolico
• Mini-idroelettrico
• Biomasse termico
• Fotovoltaico
- Misura motori elettrici
- Misura usi finali:
• Climatizzazione tramite teleriscaldamento da
impianti di cogenerazione di potenza nominale
fino a 500 kWe
• Climatizzazione degli edifici da impianti geotermici a bassa entalpia fino a 1 MWt
- Misura protossido di azoto
- Misura ricerca
Persona giuridica privata
- Misura microcogenerazione diffusa:
• Gas
• Biomasse
• Ibrido
- Misura rinnovabili:
• Eolico
• Mini-idroelettrico
• Biomasse termico
• Fotovoltaico
- Misura usi finali:
• Climatizzazione tramite teleriscaldamento da
do Kyoto possono essere presentate nel periodo compreso fra le ore
12,00 di venerdì 16 marzo e le ore
24,00 di sabato 14 luglio, e devono essere compilate connettendosi
online al sito della Cassa depositi
e prestiti (www.cassaddpp.it); sul
sito di CDP è disponibile anche
una “Guida alla compilazione della domanda di ammissione all’agevolazione”. Una volta conclusa la
compilazione online, la domanda
impianti di cogenerazione di potenza nominale
fino a 500 kWe
• Climatizzazione degli edifici da impianti geotermici a bassa entalpia fino a 1 MWt
- Misura ricerca
Condominio
- Misura microcogenerazione diffusa:
• Gas
• Biomasse
• Ibrido
- Misura rinnovabili:
• Eolico
• Mini-idroelettrico
• Biomasse termico
• Fotovoltaico
- Misura usi finali:
• Climatizzazione tramite teleriscaldamento da
impianti di cogenerazione di potenza nominale
fino a 500 kWe
• Climatizzazione degli edifici da impianti geotermici a bassa entalpia fino a 1 MWt
Soggetto pubblico
- Misura microcogenerazione diffusa:
• Gas
• Biomasse
• Ibrido
- Misura rinnovabili:
• Eolico
• Mini-idroelettrico
• Biomasse termico
• Fotovoltaico
• Solare termico
- Misura usi finali:
• interventi su involucro di edifici esistenti, parti
di edifici esistenti o unità immobiliari esistenti,
riguardanti strutture opache verticali, orizzontali
o inclinate, chiusure trasparenti comprensive di
infissi e vetri, chiusure apribili e assimilabili quali
porte e vetrine anche se non apribili, delimitanti
il volume riscaldato, verso l’esterno e verso vani
non riscaldati
• Climatizzazione tramite teleriscaldamento da
impianti di cogenerazione di potenza nominale
fino a 500 kWe
• Climatizzazione degli edifici da impianti geotermici a bassa entalpia fino a 1 MWt
• Impianti di cogenerazione di potenza nominale fino
dovrà essere stampata e inviata alla
Cassa depositi e prestiti con la documentazione allegata: sul sito sono disponibili tutti i documenti necessari, oltre alle specifiche complete dei requisiti di ammissibilità.
Proprio qui entra in gioco l’accordo con l’Abi: chi è interessato
al finanziamento (che copre per i
soggetti privati il 70% della cifra
necessaria per realizzare il progetto mentre per i soggetti pubblici il
a 5 MWe alimentati da gas naturale, biomassa vegetale solida, biocombustibili vegetali liquidi, biogas e in co-combustione gas naturale-biomassa
- Misura ricerca
Regioni e Province autonome di Trento
e Bolzano
- Misura gestione forestale sostenibile
ESCo
- Misura microcogenerazione diffusa:
• Gas
• Biomasse
• Ibrido
- Misura rinnovabili:
• Eolico
• Mini-idroelettrico
• Biomasse termico
• Fotovoltaico
• Solare termico
- Misura motori elettrici
- Misura usi finali:
• interventi su involucro di edifici esistenti, parti
di edifici esistenti o unità immobiliari esistenti,
riguardanti strutture opache verticali, orizzontali
o inclinate, chiusure trasparenti comprensive di
infissi e vetri, chiusure apribili e assimilabili quali
porte e vetrine anche se non apribili, delimitanti
il volume riscaldato, verso l’esterno e verso vani
non riscaldati
• Climatizzazione tramite teleriscaldamento da
impianti di cogenerazione di potenza nominale
fino a 500 kWe
• Climatizzazione degli edifici da impianti geotermici a bassa entalpia fino a 1 MWt
• Impianti di cogenerazione di potenza nominale fino a 5 MWe alimentati da gas naturale,
biomassa vegetale solida, biocombustibili vegetali liquidi, biogas e in co-combustione gas
naturale-biomassa
- Misura protossido di azoto
- Misura ricerca
Istituti superiori di ricerca, sia pubblici che
privati, Università e loro consorzi, soggetti
costituiti, anche in compartecipazione pubblico-privata, per la creazione di spin-off al
fine di valorizzare i risultati della ricerca
- Misura ricerca
90%) deve infatti rivolgersi a una
delle banche che aderiscono alla
convenzione ABI-CDP (l’elenco è
disponibile sempre sul sito www.
cassaddpp.it). Il compito degli istituti di credito è quello di predisporre i parametri di affidabilità
economico-finanziaria, rilasciare
la fideiussione del 30% (richiesta
per persone fisiche, imprese, persone giuridiche private e condominii), raccogliere la documenta-
zione per il contratto di finanziamento e stipularlo. La banca può
inoltre concedere un prestito per
la quota non coperta dal finanziamento agevolato.
I contatti
Numero Verde 800 098 754
(dal lunedì al venerdì dalle 8.30
alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.00)
www.cassaddpp.it
[email protected]
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SPECIALE ENERGIA
43
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Partono oggi gli incentivi regionali sugli impianti di climatizzazione
se. «È il decimo parco eolico di E.ON in Italia,
in diverse regioni della quale il gruppo oggi è
il primo operatore», afferma Miguel Antoñanzas, presidente e ad di E.ON Italia. «L’Italia è
un mercato cruciale per il gruppo nello sviluppo
delle rinnovabili, in linea con il programma di
sostenibilità ambientale denominata Cleaner &
Better Energy, che prevede misure e soluzioni
volte all’efficienza e al risparmio. Per E.ON l’Italia è al secondo posto con 330 Mw per capacità
eolica onshore, subito dopo la Spagna dove ci
sono 380 Mw in funzione». Ma il gruppo punta
sempre più a sud della Alpi, dove E.ON ha circa
600 MW in sviluppo, non solo nell’eolico onshore ma anche nel fotovoltaico, di cui 200 in
fase avanzata in Campania, Basilicata, Calabria,
Puglia e Sardegna.
L’offerta E.ON si rivolge anche ai clienti residenziali e alle aziende, con una serie di soluzioni che
coniugano efficienza e tutela dell’ambiente. Tra
queste, E.ON Gas Verde, prima proposta per il
mercato residenziale ad abbinare la fornitura di
gas naturale con la piantumazione di alberi, garantendo così la compensazione delle emissioni di
CO2. L’energia elettrica è certificata dalle garanzie
d’origine che attestano la produzione in via esclusiva da fonti rinnovabili. (riproduzione riservata)
Claudio Ravel
Il parco eolico che la E.On ha appena
inaugurato ad Alcamo, in Sicilia
preso gli stessi ambientalisti. «In
tre anni è stata prodotta l’energia
di 3 centrali nucleari. L’efficienza
energetica applicata agli edifici
privati, grazie agli sgravi fisca-
cambia, le priorità sono altre». Ci
sono però settori che tengono più
di altri: il fotovoltaico va meglio
proprio nelle al nord perché qui ci
sono le famiglie più ricche e dispo-
COME SONO DISTRIBUITI GLI IMPIANTI SOLARI IN ITALIA
14.968
1.074
13,6
8.233
322,9
298,6
1.179,5
20.330
15.077
17.923
488,8
875,8
2.210,8
408,5
1.082,1
12.216
1.648
120,2
1.343,4
794,0
867,3
3.240
54,1
17.590
301,7
1.281,4
0
10.127
20.000
10.000
18.529
30.000
23.629
24.571
31.775
40.000
46.341
49.586
50.000
9.050
resto d’Italia) spenderebbe fino al
25% in più. Disponibilità confermata anche quando si affronta la
questione della bolletta: il 70% dei
lombardi è d’accordo a riservarne
una quota a sostegno delle rinnovabili (il 53% nel resto d’Italia) e
addirittura il 37% è favorevole a
pagare di più in bolletta a sostegno
delle energie rinnovabili, che pesano (per il 73%) anche nella scelta
della compagnia elettrica.
Terreno fertile, dunque, quello
lombardo per le fonti rinnovabili, sia sul piano imprenditoriale
che culturale. «Non c’è dubbio»,
commenta Andrea Poggio di Legambiente, «che il futuro sia nella
green economy, che non è solo
375,0
È anche cambiato l’atteggiamento culturale nei confronti del
risparmio energetico e delle fonti
sostenibili. Da un’indagine della
rivista Lorien, presentata qualche
giorno fa, per conto del gruppo Pd
in Consiglio regionale, emergono
tendenze interessanti in cui si alternano diffidenza e disponibilità.
Intanto in Sicilia soffia il vento di E.ON
Una capacità complessiva di 32 Mw per una
produzione annua di 74 Gwh di energia pulita,
grazie a 16 aerogeneratori in grado di soddisfare
il fabbisogno di 25 mila famiglie. È il nuovo parco
eolico realizzato ad Alcamo (riportato in foto) e
inaugurato il 24 febbraio da E.ON, uno dei leader
mondiali dell’energia e del
gas, già presente in Sicilia
con altri due parchi,
a Vizzini, in provincia di Catania, e a
Santa Ninfa nel
Trapane-
238,7
econdo l’Ige, l’indice Green
Economy, messo a punto da
Fondazione imprese, che misura
l’attenzione ai temi ambientali
(come energie rinnovabili o turismo sostenibile), la Lombardia è
al 12° posto, sotto la media nazionale; distante dalla seconda, la Basilicata, e lontana anni luce dalla
capolista Trentino-Alto Adige. La
classifica, tuttavia, non deve trarre
in inganno perché la Lombardia,
come del resto tutto il Nord d’Italia, è una delle zone che sul fronte
della economia ecosostenibile regge più che altrove gli effetti della
crisi. Non è un caso che la regione,
pur con un insolazione inferiore rispetto ad altre zone d’Italia, sia la
prima per installazione d’impianti
fotovoltaici (23 mila nel 2010), seguita da Piemonte e Liguria. E non
è nemmeno un caso che secondo
l’Aper (l’Associazione Produttori
di Energie Rinnovabili, una miriade di piccole aziende in gran
parte costituite da giovani) il 25%
dell’energia prodotta (12.007 gwh)
ogni anno in regione provenga da
fonti alternative (87,7% idrico, 0,6
fotovoltaico, 11,7 biomasse). Ma
la tendenza, nonostante le difficoltà del momento, è di una netta crescita, anche grazie al previsto calo
delle tariffe d’installazione (dal 75
all’82% da qui al 2016) così come
previsto dal Conto Energia approvato il maggio scorso.
7.888
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S
potenzialità dell’economia verde,
quanto piuttosto a chi deve metterla in moto, visto che alla domanda
se le green economy possa creare
nuovi posti di lavoro il 79% dei
lombardi (il 78% nel resto d’Italia)
è convinto che questa sia la strada
giusta. Un’altra domanda significativa dell’inchiesta di Lorien riguarda la disponibilità a spendere
di più rispetto alle abitudini attuali
in nome della ecosostenibilità: il
51% dei lombardi
(il 25% nel
3.747
222,4
PIERO PICCIOLI
465,0
DI
o a ria nia na lia zio ria ia he ise te lia na ilia na ge ria ta to
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Tre
Fr
li, ha consentito di risparmiare
li
1.500 mw. Tutti segnali positivi
che però non devono illudere: la
green economy, da sola, non è
grado di recuperare i posti di lavoro bruciati dalla crisi".
Lo stabilimento della Eredi Gnutti Metalli di Brescia, i cui tetti ospitano
il più grande impianto fotovoltaico della Lombardia, utilizzato per l’autoconsumo
Alla domanda "Quanto ritiene realizzabile in Italia un programma di
green economy?" Il 49% dei lombardi non ci crede molto a fronte
del 51% del resto d’Italia, dove si
è più convinti sulle prospettive di
sviluppo del settore. Lo scetticismo forse non si legato tanto alle
energia ma oggi anche e soprattutto efficienza, e in generale capacità
di produrre di più con meno risorse. Ma la crisi economica rende
tale prospettiva più difficile. Oggi
un motore elettrico di nuova generazione si ammortizza in 2-3 anni,
ma un’azienda in difficoltà non lo
ste a investire. "L’edilizia invece va
male da tutte le parti" – prosegue
Poggio – "per le grandi come per
le piccole opere, con flessioni del
30-40%. Tengono invece le ristrutturazioni, l’efficienza energetica e
i materiali innovativi". Lo sviluppo
delle rinnovabili ha comunque sor-
Una boccata d’ossigeno per chi
vuole investire in efficienza energetica e in fonti rinnovabili viene,
grazie al Fondo Kyoto, dallo sblocco di 600 milioni di euro, di cui 60,
20 milioni ogni anno dal 2012 al
2014, destinati alla Lombardia,
di cui, come ha annunciato pochi
giorni fa l’assessore all’Ambiente, Energia e Reti della Regione
Lombardia Marcello Raimondi,
la prima tranche è ai blocchi di
partenza. Particolare attenzione è
riservata all’efficienza energetica.
«È la chiave della futura politica
energetica regionale e nazionale.
Proprio in quella direzione», ha
detto l’assessore, «stiamo volgen-
do il nuovo Programma Energetico
Ambientale Regionale (Pear), che
quest’anno ci vedrà molto impegnati sia nell’ascolto degli operatori energetici che nel dialogo con
realtà coinvolte anche
le diverse
d
sui territori». Un esempio sono i
provvedimenti della Regione per
pro
di climatizzazione nelgli impianti
i
le aabitazioni e nelle aziende.
inoltrare le domande
È possibile
p
da oggi direttamente sul
a partire
pa
sito internet della Cassa Depositi
Prestiti. I finanziamenti a tasso
e Pr
agevolato (0,5% annuo) hanno
age
una durata di 6 anni per i soggetti
privati e di 15 anni per quelli pubpriv
blici. Le percentuali di agevolablic
zione riconosciute ai beneficiari
zion
di nnatura pubblica o privata sono:
90%per i soggetti pubblici, 70%
90%
per i privati. La prima annualità di
finanziamento prevede fondi per
la Regione Lombardia da ripartire
in questo modo: 3 milioni per la
«Misura micro-cogenerazione diffusa», che comprende impianti di
generazione combinata di energia
elettrica e/o termica e/o meccanica
fino a 50 kw elettrici); 1,1 milioni
per la «Misura rinnovabili», che
riguarda il solare fotovoltaico fino
a 40 kw, idroelettrico fino a 200
kw, eolico fino a 200 kw, impianti
termici a biomassa tra i 50 e i 450
kw termici, impianti solari termici
fino a 200 mq); 16,9 milioni per la
«Misura usi finali», relativa al risparmio e incremento dell’efficienza energetica. Secondo i calcoli
fatti dal Pirellone, con l’attivazione
del Fondo si potrebbero attivare in
regione 120 milioni di euro di investimenti aggiuntivi, che potrebbero
creare 100 mila posti di lavoro in
più. (riproduzione riservata)
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L’efficienza in azienda
inizia dalla stampante
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L
’inefficienza costa ogni
anno 60 miliardi di euro in
Europa, e quasi 8 solo in
Italia secondo l’Epson Business
Efficiency Report, ricerca che
ha analizzato l’efficienza delle aziende con più di mille dipendenti nelle cinque principali
economie dell’Unione Europea:
Germania, Regno Unito, Francia,
Italia e Spagna. Il dato positivo
emerso dall’indagine (basata su
500 interviste telefoniche a dirigenti senior nei settori bancario, dei servizi finanziari, della
ricettività, dei servizi professionali, della vendita al dettaglio e
di aziende di servizi pubblici) è
che a un aumento dell’efficienza
di 5 punti percentuali corrisponderebbe un potenziale aumento
dei ricavi pari al 4% circa: 31 miliardi di euro in Italia e ben 300
in totale in Europa.
“L’Epson Business Efficiency Report – spiega Massimo Pizzocri,
amministratore delegato di Epson Italia – fotografa una realtà
interessante ma variegata, con
luci e ombre. Indica, però, con
una certa chiarezza, il pensiero dei senior manager secondo
Davide Di Scioscio, Business Manager Ofice
Products, Epson Italia
i quali basta poco, in termini di
miglioramento dell’efficienza,
per ottenere benefici economici
anche rilevanti. Quando l’economia è incerta e il periodo dif-
CON EPSON IN AZIENDA
COSTI DI STAMPA DIMEZZATI
Elevata qualità, lunga durata ed efficienza a livello di costi e consumi
energetici: le stampanti WorkForce Pro Serie WP-4000 e i multifunzione WorkForce Pro Serie WP-4500 garantiscono prestazioni simili alle
laser, grande affidabilità e una riduzione del 50% del costo per pagina
rispetto alle stampanti laser.
Con un’ampia scelta di cartucce ad alto rendimento (fino a 3.400 pagine) vengono ridotti i costi per gli inchiostri senza però rinunciare alla
qualità: la risoluzione di stampa di 4.800x1.200 dpi offre testi definiti
e immagini più nitide, e la funzione fronte/retro automatica permette
ulteriori risparmi sui costi e sull’uso della carta. Risultati ottenuti grazie all’esclusiva tecnologia Epson MicroPiezo della testina di stampa,
che lavora a freddo sfruttando le proprietà del quarzo e l’effetto fisico
piezoelettrico: evita quindi il riscaldamento dell’inchiostro come accade con altre tecnologie inkjet, consentendo così di utilizzare non
solo inchiostri, ma anche materiali di diversi tipo, e permettendo applicazioni più ampie, anche di natura industriale.
“Sappiamo cosa vogliono le aziende – sottolinea Davide di Scioscio,
Business Manager Office Products di Epson Italia – Chiedono prodotti
di qualità elevata, affidabili, funzionali, ad alte prestazioni e che offrano un buon rapporto costo-prestazioni. Fino ad ora le imprese sono
dovute scendere a compromessi, ma con le stampanti e multifunione
WorkForce Pro possono avere tutto quello di cui hanno sempre avuto
bisogno: scelta, prestazioni, risparmio e rispetto per l’ambiente”.
ficile, come quello
che stiamo vivendo,
le aziende hanno
solo due strade per
incrementare i profitti: l’innovazione o
l’efficienza. Spetta
all’azienda decidere
in quale area collocare il proprio vantaggio competitivo
e quindi mettere in
atto tutte le misure
per perseguirlo”.
Ecco allora che, secondo i risultati dello studio, le aziende
più efficienti rivolgono grande attenzione
alla riduzione dei costi (57%), al monitoraggio degli sprechi
(29%) e al miglioramento dei sistemi
informatici esistenti
(13%). Comprese le
stampanti: il 2% dei
consumi ICT di un’azienda, secondo la ricerca “Green Printing”
della Fondazione Politecnico di
Milano, è infatti legato alla fase
di stampa, e scegliere la soluzione giusta aumenta l’efficienza e
riduce l’impatto ambientale.
Un dato da non sottovalutare, se
si considera che sarebbe possibile risparmiare ben 1.300 Megawatt (il consumo medio
del Friuli Venezia Giulia), semplicemente
sostituendo
gli oltre 4
milioni di
stampanti
laser installate in Italia
con altrettanti modelli inkjet.
Per un IT Manager, secondo
lo studio, le caratteristiche fondamentali nella
scelta di una stampante sono oggi
principalmente il first copy time,
la velocità e la qualità. Eppure,
in un periodo di difficoltà eco-
nomica come
quello attuale, sta
crescendo sensibilmente
anche
l’attenzione verso
l’efficienza, anche e soprattutto
energetica. Dall’indagine risulta
infatti che soluzioni molto simili
possano avere consumi e impatti
sull’ambiente molto diversi. E le
stampanti inkjet Epson registrano
consumi energetici per pagina inferiori al 50% rispetto ai dispositivi di stampa della concorrenza a
parità di tecnologia e, confrontate
con le stampanti laser, il divario
è ancora più ampio (80%). La
riduzione dei consumi continua
anche quando il dispositivo non è
in uso, con un risparmio del 27%
in modalità Idle e addirittura del
56% in stato Power Saving.
Proprio in quest’ottica Epson ha
sviluppato, con la famiglia Epson
WorkForce Pro, stampanti inkjet
con tecnologia Micro Piezo che
offrono soluzioni in grado di
rispondere alle esigenze delle
aziende di ogni dimensione, permettendo di risparmiare energia,
smaltire in modo più efficiente i
materiali di consumo e conseguire un consistente risparmio economico. Sostituire una stampante laser con una
multifunzione
Epson inkjet può
infatti consentire di
abbattere
del 95% i
consumi
energetici
e del 50%
i costi di
stampa.
www.epson.it
I dati e le informazioni sono fornite dall’ente, che ne garantisce la veridicità
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SPECIALE ENERGIA
45
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Gli istituti italiani svantaggiati dall’aumentato costo della raccolta
DI
STEFANIA PEVERARO
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L
e banche italiane hanno inasprito le condizioni dei prestiti
alle aziende anche del 40%-50%
rispetto a un anno fa. Gli importi si
sono sensibilmente ridotti rispetto
al valore degli asset dati in garanzia. D’altra parte, la crisi del debito
pubblico italiano che l’anno scorso
ha spinto alle stelle lo spread tra Btp
e Bund ha aumentato d’improvviso
il costo della raccolta per le stesse banche, che ovviamente hanno
trasferito sui clienti l’aggravio di
costo. Nel frattempo le norme di
Basilea 3, impongono agli istituti di credito di essere sempre più
selettivi nel concedere credito. A
tutto ciò non è sfuggito nemmeno
il settore delle infrastrutture finanziate in project finance o project
leasing, dove i finanziamenti sono garantiti dai flussi di cassa dei
progetti, che nel caso per esempio
di impianti fotovoltaici o autostrade dovrebbero essere considerati
meno rischiosi. Il credit crunch e
il rischio-Paese hanno fatto anche
in questo caso la loro parte, tanto
che oggi è impossibile varare un
progetto sulle energie rinnovabili
senza anticipare almeno il 20-30%
del valore dell’impianto. In questo
caso le banche finanziano il resto,
con linee di credito dalla vita media tra i 15 e i 18 anni.
Ma la nota dolente sono i tassi di
interesse, in genere variabili, con
spread sull’euribor che superano i
350 e spesso arrivano ai 400 punti
base. A questi costi vanno aggiunti
quelli dello swap che trasforma il
tasso da variabile a fisso, in modo
da evitare sorprese lungo la vita
del progetto. Ma questa operazione può costare altri 200-300pb. E
si tratta di project finance. Sui finanziamenti normali, attualmente
a un’azienda di medie dimensioni
la banca può richiedere spread di
400-500pb sull’euribor su prestiti
a 5-7 anni. Sono questi i principali risultati di un sondaggio che la
rivista Lombard del gruppo Class
Editori (che pubblica MF-Milano
Finanza) ha condotto tra le principali banche e società di leasing
attive nel settore, chiedendo a
ciascuna le condizioni imposte
alle aziende, non ai privati, considerando anche la possibilità di
progetti di importo molto piccolo.
Numeri che impressionano ancora
di più se confrontati con i risultati
di un analogo sondaggio condotto
da MF-Milano Finanza presso gli
stessi istituti nel novembre 2009.
A quell’epoca, infatti, se è vero
che il rapporto debito-equity era
già salito all’attuale 80-20 da un
più aggressivo 90-10 del 2008, è
anche vero che lo spread applicato
era comunemente di circa 200pb,
già in netto aumento rispetto alla
media di 120-130pb del 2008. Una
bella differenza, che ha inciso sui
rendimenti dei progetti, e per di
CHI FINANZIA LE ENERGIE RINNOVABILI IN ITALIA E COME
Società
Unicredit corporate b.
Unicredit corporate b.
Unicredit leasing
Unicredit leasing
Banca dei Territori (Intesa Sanpaolo)
Tipo di impianti
Tutti
Fotovoltaici
Tutti
Tutti
Impianti fotovoltaici piccoli
Rapporto debito/equity
80-20
nd
maxicanone 20
nd
80% dell’investim.
Scadenza (anni)
max 18
nd
15-18
da 89 a 200 mesi
da 3 a 15
Banca dei Territori ( Intesa Sanpaolo)
Banca Imi ( Intesa Sanpaolo)
Leasint ( Intesa Sanpaolo)
Leasint ( Intesa Sanpaolo)
Leasint ( Intesa Sanpaolo)
BIIS ( Intesa Sanpaolo)
BIIS ( Intesa Sanpaolo)
BIIS ( Intesa Sanpaolo)
Mps Leasing&Factoring
Mps Leasing&Factoring
Mps Capital Services
Mediobanca
Ubi Banca
Ubi leasing
Ubi leasing
Centrobanca ( Ubi Banca)
Prod. ed effic. energetica
Tutti
Fotovoltaici
Fotovoltaici
Fotovoltaici
Tutti
Tutti quelli promossi dalla PA
Fotovoltaici
Tutti
Tutti
Tutti
Eolici e fotovoltaici
Fotovoltaici
Tutti
Tutti
Tutti
da 5 a 10
max 18
nd
da 200 a 216 mesi
da 89 a 144 mesi
max 18
15-20
15-18
da 89 a 210 mesi
da 89 a 210 mesi
max 18
nd
7
18
Centrobanca ( Ubi Banca)
Société Générale C&IB
Deutsche Bank
Deutsche Bank
Tutti
Fotovoltaici, soprattutto a terra
Fotovoltaici, soprattutto a terra
Fotovoltaici, soprattutto a terra
80% dell’investim.
max 80-20
maxicanone 20
nd
nd
80-20
nd
80-20
max 80-20
max 80-20
max 80-20
nd
max 80-20
nd
nd
80-20 fotovoltaico, 75-25
altro
nd
max 80-20
max 80-20
max 80-20
18 fotov, 14-15 eol.
12-13 biom.
15-16
max 18
18
7-ott
Tasso
euribor+ >250-300pb
nd
euribor+400-500pb
euribor+400-500pb
Fisso o variabile con 1%
upfront
Variabile con 1,5% upfront
Variabile
nd
nd
nd
nd
nd
nd
nd
nd
nd
nd
spread di 250pb*
nd
nd
euribor+350pb e oltre
euribor+300pb e oltre
nd
nd
nd
Fonte: Elaborazioni Lombard su dichiarazioni dei singoli istituti
più generatasi in pochissimo tempo, a partire dalla scorsa estate. Un
esempio? Nel febbraio 2011 Cpl
Concordia, un gruppo cooperativo multiutility (specializzato negli
impianti di produzione di energia
e nella distribuzione di gas, acqua
e elettricità) con fatturato consolidato di 380 milioni di euro, aveva
ricevuto un prestito da 51,5 milioni
per costruire impianti fotovoltaici
fino a 30 Mw e sistemi di cogenerazione da biogas a uno spread di soli
175 punti base. L’operazione era
stata organizzata da La Compagnia
Finanziaria e aveva visto la partecipazione della Banca Popolare di
Verona-San Geminiano (capofila)
e di altri 12 istituti di credito. Pochi
mesi dopo, però, era cambiato il
mondo. Lo scorso ottobre il fondo
Platina Partners si è rivolto a Commerzbank e non alle più costose
banche italiane per rifinanziare
gli impianti fotovoltaici in Puglia
del progetto Archangel, di complessivi 9,5 megawatt di potenza,
acquistato da Platina soltanto con
equity. Riccardo Cirillo e Giovanni
Paolo Di Giovanni, rispettivamente
numero uno italiano e investment
manager di Platina hanno negoziato con Commerzbank una linea di
credito senior da 37 milioni a 17
anni, pagando uno spread inferiore
di 100-200 punti base a quello ottenibile dalle banche italiane. Queste ultime per la stessa operazione
avrebbero chiesto 400-500 punti,
proprio per coprire l’aumento del
costo della raccolta a carico del
sistema bancario italiano. Platina
Partners è un operatore di private
equity con base a Londra specializzato nelle energie rinnovabili, e
gestisce impianti per 244 Mw in
Europa e ne sta sviluppando per
ulteriori 500 Mw. Proprio la presenza internazionale ha consentito
al fondo di aggirare l’alto costo dei
finanziamenti in Italia.
La concorrenza agli istituti italiani
arriva non solo dalle banche tedesche e degli altri Paesi più virtuosi
dell’Eurozona, ma anche dagli istituti spagnoli, che negli scorsi mesi
hanno potuto raccogliere fondi sul
mercato a costi più bassi rispetto
Federico Ghizzoni,
ad di Unicredit
alle italiane. Così il primato di
Unicredit in Italia rischia di essere
insidiato dai due principali istituti
spagnoli, Bbva e Banco Santader,
già molto attivi a livello mondiale.
Secondo la classifica elaborata da
Bloomberg New Energy Finance,
che riguarda solo le iniziative nelle rinnovabili finanziati in project
finance, le due banche spagnole si
collocano rispettivamente al quarto
(il Bbva con 1,97 miliardi di dollari) e sesto posto (il Santander con
1,8 miliardi) per progetti finanziati nel mondo nel 2010, seguiti al
settimo posto da Unicredit con 1,4
miliardi, unica banca italiana tra le
prime dieci, grazie alla presenza in
Germania ed Europa dell’Est. Banco Santander ha finanziato il progetto da 276 milioni con il quale
a fine 2010 il colosso americano
del private equity First Reserve ha
acquisito l’impianto fotovoltaico
da 70 Mw costruito a Rovigo da
SunEdison, l’impianto più grande
d’Europa. Al finanziamento hanno
partecipato in pool anche Unicredit Corporate Banking, Dexia Crediop, Natixis, Société Générale e
Crédit Agricole.
Certo Unicredit in Italia resta il
primo della classe. Anche perché
la controllata Unicredit Leasing dispone di un centro di competenza
dedicato alle energie rinnovabili,
con sedi a Milano, Roma e Vienna.
Nel febbraio 2011 è stata capofila
del più grande finanziamento in
pool mai organizzato in Italia da
un gruppo di società di leasing nel
fotovoltaico. Copernico, il fondo
immobiliare gestito da Finanziaria Internazionale Alternative sgr,
svilupperà infatti in provincia di
Foggia tre campi fotovoltaici per
totali 39 Mw di potenza grazie a
un project leasing della durata di
17 anni e sei mesi e del valore di
135 milioni di euro, circa l’85%
dell’importo del progetto, organizzato da Leasint, Bnp Paribas
Lease Group, Claris Leasing, Alba
Leasing, Centro Leasing e appunto
Unicredit Leasing. Molto attivo anche il gruppo Intesa Sanpaolo, che
opera nel settore tramite diversi canali, a seconda del tipo di interlocutore e della dimensione di impianto
da finanziare. A fare da collettore
per l’intero gruppo è lo staff della
Divisione Corporate e Investment
Banking, che procede poi allo smistamento delle pratiche verso i migliori interlocutori. In particolare,
a occuparsi di finanziamenti corporate per impianti medio-piccoli
è Banca dei Territori e, per livelli
dimensionali leggermente superiori, Mediocredito centrale. Per il
leasing c’è Leasint, per il project
finance c’è Banca Imi, per progetti che coinvolgono un soggetto
pubblico c’è Biis. Nel complesso,
fanno sapere da Intesa Sanpaolo,
l’intero gruppo ha erogato nel 2010
prestiti per 3,38 miliardi di euro
nell’efficienza energetica e l’energia rinnovabile. Leasint vi ha contribuito per 1,2 miliardi, spalmati
su 417 contratti e che si conferma
il leader del settore in Italia. Non
solo. Leasint nel primo semestre
2011 ha già registrato una crescita
del 47% nei volumi e detiene una
quota di mercato del 40%. Il 2011
è stato un anno buono anche per
Mps Leasing&Factoring, che nei
nove mesi ha finanziato progetti
nelle rinnovabili per 223 milioni,
il 57% in più rispetto allo stesso
periodo del 2010, con 99 contratti
e una quota di mercato del 6,88%.
In crescita anche l’attività di Mps
Capital Services, che a fine settembre aveva erogato finanziamenti
corporate e in project finance per
circa 193 milioni, contro i 211 milioni dell’intero 2010 e i 171 del
2009. Tra gli altri istituti, infine,
si distingue Centrobanca (gruppo
Ubi), con 335 milioni concessi nel
2011. Numeri ben diversi dai circa
900 milioni del 2009. (riproduzione riservata)
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SPECIALE ENERGIA
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I vantaggi? Dimensioni ridotte, alta capacità, materiali riciclabili
DI
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L
MASSIMILIANO CROSATO
e rinnovabili sono sempre
più importanti nel panorama energetico mondiale, ma
non sono sfruttabili sempre e
comunque. Un problema serio
anche i gestori delle reti. Immagazzinarle è la vera sfida
per i prossimi anni. Una risposta arriva proprio dall’industria italiana. La Fiamm di
Vicenza, dal dopoguerra leader
negli accumulatori, ha infatti
messo a punto le batterie al sale, ovvero al sodio di cloruli di
nichel. Batterie oltre 10 volte
superiori a quelle al piombo,
e molto più efficienti e pulite di quelle al litio, grazie
all’assenza di metalli pesanti
e all’efficienza, a tutto vantaggio di un alto rendimento. «La
tecnologia al sale data già da
una decina d’anni e quindi è
già considerata affidabile, ma
noi la stiamo sviluppando ulteriormente», riferisce Nicola
Cosciani, ad di Fiamm Sonick
e della divisione Energy Sto-
rage. «Da quando, un paio
di anni fa, abbiamo rilevato
l’azienda svizzera che lavorava
a quella tecnologia e che ora è
parte del nostro gruppo». Di
fatto Fiamm è leader europeo
in questa specifica nicchia di
mercato, che nel 2015 si stima
possa valere non meno di un
1 miliardo e mezzo di euro a
livello mondiale. Al momento
Fiamm dallo energy storage
ricava solo una ventina di milioni sui 540 che l’azienda vicentina della famiglia Dolcetta
fattura tra trombe acustiche e
batterie per industria e veicoli,
ma la partita è ancora tutta da
giocare. «In un mercato
che sta ancora nascendo
ci sono ampi margini
di crescita», continua
Cosciani, «infatt i p r eve d i a m o
di arrivare a
circa 100
milioni solo in questo
business entro i
prossimi tre, massimo quattro
anni». Più
leggere
e meno
ingombranti, con
minori necessità
di raffreddamento, maggiore durata e assenza di
manutenzione, le
batterie al sale
hanno suscitato
l’attenzione di
molti. Anche General Electric ha
appena fatto un
accordo con il gruppo vicentino, il quale ha deciso di aprire un impianto proprio negli
Usa. Nel 2013 ne aprirà un
altro in Cina, che stando al
piano quinquennale appena varato intende diventare il primo produttore
al mondo di energia da
fonti rinnovabili, e che
intende dotarsi di un fitto
sistema di storage. Lì però Fiamm produrrà anche
batterie al litio, dovendo
fronteggiare i colossi coreani Samsung e Lg. Gli
investimenti nel nuovo
business alla fine hanno
premiato anche l’Italia:
ad Avezzano Fiamm
ha riportato l’impianto prima ubicato in
Repubblica Ceca, e
Uno schema
della oasi
energetica
di Fiamm
ad Almisano (Vicenza) è nata
Isola, che dimostra come lavorano i sistemi verdi di accumulo quando allacciati alla rete.
«Di primo acchito può sfuggire l’immediata applicazione
dei sistemi di storage», spiega
Cosciani. «Ma se si pensa che
ogni singola centralina delle tlc
in tutto il mondo ha all’interno
delle batterie che assicurano la
continuità di funzionamento,
allora il discorso cambia. Inoltre abbiamo sviluppato Oasi, un
container che produce e stocca
l’energia pulita prodotta in loco, per gli utilizzi nelle zone
impervie da parte della Protezioni Civile o nei cantieri, senza
dimenticare le zone più povere
del mondo dove c’è un ottimo
irraggiamento solare ma si utilizzano ancora generatori diesel
perché non c’è una rete elettrica». Intanto importanti produttori tedeschi di elettrodomestici
stanno lavorando a prodotti con
batteria incorporata per le nuove case domotiche in classe A.
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SPECIALE ENERGIA
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Baccini, da Treviso
alla California
Ingiustificati timori di un eccessivo utilizzo del territorio
DI
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P
PAGINA A CURA
MASSIMILIANO CROSATO
er ora il luogo d’elezione è la
Pianura padana «ma solo per
una più alta presenza di aziende
zootecniche sul territorio», spiega
Luigi Buson, branch manager di
MT Energie Italia, filiale italiana
(Conselve, in provincia di Padova)
del colosso tedesco specializzato negli impianti per il biogas e il
biometano. Impianti che necessitano di cereali e liquami per essere
alimentati con continuità. E quasi a
smentire la forzata localizzazione,
entro breve partiranno i lavori per il
primo impianto di biogas in Sardegna, a Villacidro nel Medio Campidano: 999 kwh che corrispondono
al fabbisogno energetico annuale di
3 mila famiglie. Costo medio sui 4
milioni di euro. Per farlo funzionare a cereali serve l’equivalente di
un campo da 300 ettari. La larga
diffusione di questo tipo di fonti
energetiche, nate sulla spinta degli
incentivi dei vari conti energia a
convertire campi il cui sfruttamento
tipico era antieconomico, nel cor-
so degli anni ha anche alimentato il
dibattito sui rischi di un’eccessiva
sottrazione di territorio, foraggi e
risorse agricole in genere rispetto
ai benefici energetici, per cui insomma il gioco non varrebbe la
candela. «Premesso che il livello
tecnologico dei vari impianti può
variare anche molto, per cui gli
attuali 0,28 euro a kwh ripagano
bene un impianto all’avanguardia
e gestito correttamente, solo nel
Veneto, se dovessero essere attivi
tutti gli impianti, quindi anche quelli ancora in attesa di autorizzazione
o addirittura solo sulla carta, non
si arriverebbe a coprire il 2,5% del
territorio regionale», risponde Buso. Inoltre, uno studio di Nomisma
Energia prevede nel nostro Paese
un ruolo ancora fondamentale del
biogas, almeno finché c’è un problema di immagazzinamento, ossia di energy storage, come quello
attuale. Intanto la tecnologia procede a grandi passi. La casamadre,
la tedesca MT Energie che ha sede
a Zeven in Bassa Sassonia (500
impianti realizzati in tutta Europa
dal 1995. Seicento dipendenti in 10
Paesi, 136,8 milioni di euro di fatturato nel 2010) ha messo a punto
una tecnologia di sfruttamento del
biometano che la filiale italiana sta
immettendo adesso sul mercato na-
Luigi
Buson
zionale. «Vorrà dire», spiega Buson, «che oltre alla possibilità dello
sfruttamento classico a fini elettrici,
un impianto a biometano si potrà
sfruttare anche per l’energia termica
e per l’autotrazione: l’intera gamma
di utilizzi del gas così come lo conosciamo, solo che questo è pulito
e viene da una fonte rinnovabile».
Un sistema che in Germania è già
utilizzato sia da enti pubblici che
da aziende private, «mentre in Italia
si è ancora in attesa dell’adeguata
normativa» in un settore dove un
Piano energetico nazionale, chiesto
a gran voce da tutti, manca dagli
anni 80. Ciononostante, proprio
quella italiana è diventata la prima
filiale estera del gruppo tedesco
raddoppiando il portafoglio clienti
e commesse nell’ultimo anno, in un
mercato finora dai tassi di crescita
esponenziali. Operativa a pieno regime dal 2008, MT Energie Italia
- poco più di 20 dipendenti che si
occupano dalla progettazione alla
realizzazione dell’impianto fino
all’allacciamento alla centrale
Enel più vicina e tutta l’assistenza
durante il ciclo di vita - ha finora
realizzato 24 impianti a biogas, ma
nel solo 2012 se ne è visti ordinare
19 di varia potenza, da 300 a 999
kwh. «Facendo un rapido calcolo
a fine anno avremo un totale di
potenza installata di 35 mw, il
fabbisogno energetico annuale
di una città di 105 mila abitanti».
(riproduzione riservata)
Nel Trevigiano c’è un’azienda che ha fatto innamorare i californiani di Applied Materials,
leader mondiale nella tecnologia di semiconduttori, schermi
piatti e pannelli fotovoltaici.
I manager di Santa Clara, che
fatturano più di 10 miliardi di
dollari non appena si è presentata l’occasione con 220 milioni
di euro hanno comprato la Baccini, piccola azienda meccanica
a gestione familiare, creata nel
1967, guarda caso lo stesso anno
di nascita di Applied Materials,
sull’inventiva del suo fondatore,
Gisulfo Baccini. La Baccini era
diventata famosa in tutto il globo, tranne che in Italia. Fiutando
le potenzialità dell’energia pulita e grazie a tanti brevetti nello
stampaggio su pellicole di silicio sempre più sottili, zitta zitta
Baccini era diventata un leader
mondiale nello stampaggio dei
«biscottini» di silicio, cuore delle
celle fotovoltaiche. Nel gennaio
2008 tutto è passato ad Applied,
una fonte di investimenti a tutela
di un know how che assicura il
70% del mercato mondiale. In
cambio, Baccini contribuisce
ai conti del colosso Usa con un
fatturato che nel 2010 ha toccato
i 350 milioni di dollari. (riproduzione riservata)
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L’ I N T E R V I S T A
Lunedì 19 M
Marzo 2012
V
Nella fusione
Ivs-Italy 1
Ip, la tutela
della Ferrari
Con i bimbi
di Haiti
Lo studio ha curato con
l’incarico di advisor per Ivs
Group Holding l’accordo
di fusione con Italy 1
Investment, prima Special
purpose acquisition
company (Spac) quotata
sul mercato borsistico
italiano
È il settore dove ha
acquisito notorietà,
avendo seguito
importanti gruppi,
come la Ferrari, sul
delicato problema della
lotta alla contraffazione
dei propri marchio e
prodotti.
Sostiene la Fondazione
Francesca Rava, tra
le più attive nell’aiuto
all’infanzia in
condizioni di disagio
in Italia e nel mondo,
a tutela dei bambini.
Ha progetti in
particolare ad Haiti.
Gabriele Consiglio, co-fondatore di Negri-Clementi Studio legale associato, racconta la sua carriera
Consulenti come degli artigiani
Al fianco dei clienti condividendo valori, progetti e obiettivi
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Pagina a cura
FEDERICO UNNIA
con l’avvocato Maurizio Traverso. Fu
utile, anche se credo che per cogliere
al meglio le opportunità che un simile
empre più spesso il cliente ristudio è in grado di offrire sia più procerca l’eccellenza della prestaduttivo arrivarvi avendo alle spalle già
zione professionale abbinata
qualche anno di gavetta», ricorda.
a un’assistenza personale e
Dal 1986 al 2006 Consiglio lavora
personalizzata, continua e basata su
in partnership con l’avvocato Arturo
un rapporto di fiducia con il professioPescia di Milano, un decano della pronista. Per questo, lo Studio si è dato
fessione. «È stata una fase importante
d
come obiettivo non
della mia formazione
p
solo quello di assisteprofessionale, non solo
d
re al meglio i propri
del diritto, sia proces«Sempre più spesso
ssuale sia sostanziale,
clienti e risolvere i loro
il cliente ricerca l’ecm
problemi mettendo a
ma anche del modo
cellenza della prestad
loro disposizione tutdi gestire il cliente
zione professionale
e di relazionarsi con
te le necessarie comabbinata
i giudici», sottolinea
petenze e il know-how
a un’assistenza
tecnici, ma soprattutto
C
Consiglio.
quello di affiancarli, di
Proprio per valorizpersonale e personazza l’esperienza che si
accompagnarli in ogni
lizzata, continua
è
momento, per offrire
costruito
nella gee basata su un rapporto
sstione di complesse
loro un costante supdi
fi
ducia
v
porto professionale e
vertenze giudiziarie
con il professionista»
eed in materia di prostrategico». Gabriele
p
Consiglio, tra i più
prietà intellettuale,
C
apprezzati legali preConsiglio nel 2006 enliano, illustra
tra come associato dello studio NCTM,
senti nel panorama italiano,
il fascino della nuova sfida che ha racdove ritrova il compagno di università
colto ad inizio 2011 allorché ha seguito
Alberto Toffoletto, per restarvi fino al
Gianfranco Negri-Clementi da NCTM
2010. In questi anni ha la responsaper dar vita al nuovo studio.
bilità di articolati contenziosi, arbiUna tappa, la quarta ci tiene a illutrali e non, in materia di acquisizioni
strare, di una carriera che nasce con un
e fusioni e di concorrenza, lavora su
alto senso etico e di rigore. «Ricordo che
grandi clienti, tra i quali il Gruppo
mi avvicinai allo studio del diritto neFerrari, occupandosi della protezione
gli anni più difficili della stagione del
worldwide contro i contraffattori del
terrorismo in Italia, della violenza cieprezioso portafoglio marchi della casa
ca e scellerata, cui si poteva e doveva
del celebre Cavallino rampante. «Sono
rispondere solo con un forte impegno
stati anni a volte frenetici ma sicurae una fiducia nello stato e nella forza
mente interessanti, nei quali ho messo
delle sue regole», ricorda.
a disposizione dei clienti e dello studio
Così, laureato nel 1983 in Giurisprule mie competenze, lavorando spesso
denza all’Università degli Studi di Miin team articolati con professionisti di
lano, inizia la pratica legale presso lo
varie nazionalità».
studio Ughi e Nunziante, a quei tempi
Poi, e siamo alla storia più recente,
una delle pochissime realtà legali itala scelta di seguire Gianfranco Negriliane con una vocazione internazionale.
Clementi nella sua nuova avventura.
«In questo studio ebbi modo di lavorare
«Oltre alla profonda stima che nutro
DI
S
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!*),'&('*
nato a Napoli il 6 aprile 1959
IL PROFESSIONISTA
Avvocato, si laurea in giurisprudenza all’Università di
Milano nel 1983. Inizia la propria attività professionale
presso lo studio Ughi e Nunziante di Milano. Dal 1986
al 2006 lavora in partnership con l’avv. Arturo Pescia di
Milano. Dal 2006 al 2010 è partner dello studio NCTM.
Nel 2011 è co-fondatore dello studio Negri-Clementi. Si
occupa di Contenzioso, arbitrati, diritto commerciale e IP.
per Gianfranco, mi ha legato a lui la
condivisione dell’idea di professione intesa come rapporto diretto e
personale con il cliente», sottolinea
Consiglio. Missione dello studio è di
sviluppare con il cliente una partnership fondata sulla condivisione
di valori oltreché di progetti e di
obiettivi.
«Non abbiamo una rigida strutturazione per practice: proprio la
dimensione ottimale che abbiamo
raggiunto ci permette di essere tutti impegnati sui clienti e di condividere i rispettivi saperi e conoscenze
per gestire al meglio le specifiche
questioni che interessano i nostri
clienti». Questo fa sì che i giovani
che vengono inseriti nello studio
possano essere seguiti direttamente ed imparare a fianco di avvocati
senior e partner i vari aspetti della
professione. Guardando al futuro
Consiglio ritiene che la formula e
la dimensione dello studio siano la
risposta giusta alle esigenze di una
fetta crescente di imprese e clienti
in genere.
Molto sensibile alle questioni sociali, Consiglio sostiene attivamente
la Fondazione Francesca Rava, nata
su iniziativa di Maria Vittoria Rava,
e che rappresenta in Italia l’organizzazione umanitaria internazionale
N.P.H. - Nuestros Pequeños Hermanos, presente in nove paesi dell’America latina e da 25 anni operativa in
Haiti sotto la guida di Padre Rick
Frechette, sacerdote e medico in
prima linea, con numerosi progetti
in aiuto all’infanzia, in campo sanitario, educativo, di accoglienza ai
bambini soli o in disperato bisogno e
programmi di distribuzione alimentare. «L’impegno profuso in occasione
del terremoto di Haiti conferma che
con poco tutti noi possiamo aiutare
le persone più sfortunate».
© Riproduzione riservata
L O STUDIO
Lo studio legale associato Negri-Clementi nasce nei primi mesi
del 2011 per iniziativa di Gianfranco Negri-Clementi, consulente
e legale di iducia di alcuni dei più importanti gruppi bancari,
assicurativi e industriali italiani e multinazionali. Aderiscono al
progetto i quattro soci fondatori: Annapaola Negri-Clementi,
Enrico Del Sasso, Gabriele Consiglio e Pietro Caliceti,
professionisti provenienti da alcuni dei più importanti studi legali
nazionali e internazionali e con consolidate esperienze nel
settore del diritto civile e commerciale, sia nell’attività difensiva
giudiziale sia nella consulenza stragiudiziale, con particolare
riferimento a operazioni straordinarie e ristrutturazioni aziendali.
Nello studio operano una ventina di professionisti.
Fatturato 2011: n.d.
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VI
Lunedì 19 Marzo 2012
DIRITTO & SOCIETÀ
Il tribunale di Ravenna ha indicato i limiti del diritto dell’avvocato a recuperare le somme
Parcelle insolute, pignoramenti soft
Il legale non può rivalersi sulla pensione del cliente che non paga
ULTIM’ORA
Sovraindebitamento, già si cambia
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Pagina a cura
DI ANTONIO CICCIA
E ALESSIO UBALDI
L’
avvocato non può chiedere che venga pignorata
la pensione minima del
cliente. Il minimo vitale
garantito dalla pensione, infatti, è
considerato intoccabile. O, almeno, quasi.
Lo ha stabilito il tribunale di
Ravenna, sezione civile, con un’ordinanza del 23 gennaio 2012. Nel
caso concreto un avvocato ha assunto le difese di un pensionato
in un processo. A lavoro concluso,
tuttavia, il cliente si è rifiutato di
pagarlo. L’avvocato ha deciso di rivolgersi al giudice chiedendo che
il suo credito fosse onorato.
Il tribunale, dando ragione
all’avvocato, ha condannato il
pensionato. Questo, però, ha
continuato a non voler pagare,
affermando di sopravvivere solo
grazie a un assegno Inps di soli
467 euro. L’avvocato, allora, ha
chiesto che venisse pignorato il
quinto della pensione del suo «ex»
assistito. Ma il giudice glielo ha
negato, ritenendo che il credito
dell’avvocato non possa considerarsi così importante da prevalere
sul (già precario) livello di vita del
pensionato.
Nel motivare la sentenza il giudice ricorda che la pensione minima nasce dall’articolo 38, comma
2 della Costituzione. La norma si
ispira a criteri di equità sociale e
di pubblico interesse e assicura
una somma minima a tutti coloro
che in caso di infortunio, malattia,
invalidità, vecchiaia e disoccupazione involontaria non possono
più provvedere a se stessi.
Proprio per le condizioni economiche in cui tali soggetti si vengono a trovare, la pensione minima
non è così sostanziosa, il legislatore non vuole che questa venga
ulteriormente attaccata.
Esistono alcune eccezioni previste dal legislatore all’articolo 2
del dpr n. 180/1950. La pensione
minima, infatti, può essere pignorata, ma sempre nei limiti del
quinto, per i debiti che si hanno
nei confronti dello stato o di altri
enti, aziende, imprese da cui il
debitore dipende perché derivanti da un rapporto di impiego e di
lavoro. Il debito per le prestazioni professionali dell’avvocato, ha
chiarito il tribunale emiliano, non
può rientrare in questa categoria
di eccezioni. Il lavoro dell’avvocato, infatti, non è «più qualificato»
di altri e rappresenta, pur sempre, una prestazione intellettuale
eseguita da un professionista che
non agisce come un lavoratore subordinato, ma come un lavoratore autonomo. Quindi, il recupero
della somma per l’avvocato, anche
se rappresenta un vero e proprio
diritto, non può dirsi tale da superare i diritti fondamentali del
debitore. La sentenza tocca un
aspetto essenziale per gli avvocati, e, più in generale, per i lavoratori autonomi: il recupero dei
crediti per le prestazioni rese in
favore dei loro clienti.
È operativa da quasi un mese la legge 3/2012 che
ha introdotto la procedura di composizione della
crisi per gli imprenditori non fallibili e per tutti i
debitori sovraindebitati (si veda ItaliaOggi Sette
del 20 febbraio), e già si lavora sulle modifiche. In
attesa che il ministero dello sviluppo economico
provveda a emanare i decreti attuativi e fissi i
presupposti per la costituzione degli organismi
di composizione della crisi (Occ) saranno, infatti,
avvocati, commercialisti e notai a dare attuazione
immediata alla situazione di crisi che investe la
maggioranza delle famiglie e delle piccolissime imprese italiane. Il Consiglio dei ministri, nei giorni
scorsi, ha approvato, su proposta del ministro della
giustizia, di concerto con il ministro dell’economia
e finanze, un disegno di legge di modifica della
legge 27 gennaio 2012, n. 3, in materia di sovraindebitamento. Il provvedimento, che trova giustificazione nell’attuale contesto di crisi economica
che investe indifferentemente famiglie e imprese,
punta, sul piano macroeconomico, a stimolare la
spesa per beni di consumo e investimenti da parte
delle pmi, allo scopo di invertire il trend negativo
della domanda interna. Il nuovo strumento per la
gestione delle situazioni di conflitto nell’ambito dei
rapporti civili ed economici pone il paese in linea
con la legislazione vigente negli altri stati membri
dell’area euro, già da tempo muniti di procedimenti
esdebitatori, anche per i consumatori e le piccole
imprese (da ultimo la Grecia). Le norme si prefiggono inoltre l’obiettivo di provocare una deflazione
del contenzioso in sede civile derivante dall’attività
di recupero forzoso dei crediti. Tre le novità principali delle disposizioni figurano: l’introduzione di un
criterio in base al quale anche i creditori che non
aderiscono all’accordo possono essere assoggettati
agli effetti della procedura in forza di un provvedimento di omologazione adottato dal tribunale.
In tal modo anche i creditori privilegiati che non
aderiscono all’accordo perdono il diritto di vedersi soddisfatti integralmente e subito. I creditori
privilegiati potranno infatti essere vincolati dal
provvedimento del tribunale che ritenga che non
avrebbero potuto comunque ottenere di più. Inoltre, viene ridotta dal 70 al 60% la soglia prevista
per il raggiungimento dell’accordo tra debitore non
consumatore e creditori. Si introduce una procedura dedicata per il consumatore debitore in base alla
quale non è previsto l’accordo, ma la predisposizione (a spese del debitore) di un «piano» da parte di
un apposito organismo di composizione della crisi
che opera in veste di garante della fattibilità del
piano di ristrutturazione.
di Sara Seligassi
© Riproduzione riservata
IL PRINCIPIO AFFERMATO DALLA CASSAZIONE
Avvocati, attenti a criticare la sentenza
L’
avvocato può criticare la sentenza che gli ha dato torto.
Ma, se esagera, scattano il
procedimento disciplinare e
la sanzione. Non tutte le affermazioni,
infatti, possono essere giustificate dal
diritto di difesa. Soprattutto se non
inserite negli atti difensivi, ma in dichiarazioni alla stampa.
Lo hanno stabilito le Sezioni Unite
della Corte di cassazione (sentenza n.
2567 del 22 febbraio 2012), chiamate a dire la loro su un provvedimento disciplinare emesso dal Consiglio
dell’ordine degli avvocati di Latina nei
confronti di un avvocato che non ha
condiviso una sentenza.
Nel caso concreto un avvocato ha assistito alla lettura del dispositivo di una
sentenza relativa a un processo nel quale era coinvolto
un suo cliente. A seguito del
verdetto negativo l’avvocato,
intervistato da un quotidiano fuori dal tribunale, ha
deciso di scagliarsi contro
la corte. Secondo il legale
la sentenza emessa sarebbe
stato «un gravissimo atto di
arroganza», basato su una
«presunzione incredibile»,
che dimostra «la schizofrenia della giustizia» e un cedimento alla «tentazione di un
recupero di giustizialismo».
Le esternazioni rese dal legale hanno avuto una grande
risonanza. Così il Consiglio
dell’ordine cui appartiene
l’avvocato ha avviato un
procedimento disciplinare. Le norme
del codice deontologico che violate
sono quelle che attengono ai doveri
di probità, dignità e decoro (articolo
5), al divieto di utilizzo di espressioni
sconvenienti ed offensive (articolo 20)
e ai rapporti con i magistrati (articolo
53). Al termine del procedimento disciplinare il Consiglio dell’ordine ha
sanzionato l’avvocato con un avvertimento.
Ma il legale ha fatto ricorso al Consiglio nazionale forense e, successivamente, alla Corte di cassazione, chiedendo che il provvedimento preso nei
suoi confronti venisse annullato.
Per entrambe le autorità adite, tut-
tavia, l’avvocato, con le affermazioni
rese, ha superato i limiti della critica.
Secondo le Sezioni Unite il diritto di
difesa invocato dall’avvocato non poteva giustificare il suo comportamento
per varie ragioni. In primo luogo le
espressioni utilizzate, per il loro stesso
significato letterale, sono state ritenute ingiuriose, cioè offensive della
dignità e del decoro della Corte. In secondo luogo le affermazioni non avrebbero nulla a che vedere con il diritto di
difesa, perché sono state pronunciate
fuori dall’ aula di giustizia e, inoltre,
non erano contenute in un atto difensivo. In terzo luogo l’avvocato si sarebbe limitato a criticare la decisione dei
giudici senza conoscerne
le motivazioni, essendo
queste ancora da depositare. Da ultimo, i giudici
romani sottolineano come
la sentenza che ha suscitato le critiche del legale
sia stata confermata anche a seguito del giudizio
innanzi alla Cassazione.
Va sottolineato che il
prestigio e il decoro dei
magistrati è stato riconosciuto dagli stessi organi
che hanno sanzionato il
legale. Sia il Consiglio
dell’ordine, sia il Consiglio nazionale forense
hanno ritenuto, infatti,
di dover censurare la
condotta del legale, marcando i limiti tra critica
e offesa.
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Lunedì 19 Marzo 2012
Lune
DIRITTO & FAMIGLIA
VII
La Cassazione riconosce i diritti di due uomini sposati all’estero. Senza gli effetti del matrimonio
Unioni gay, si parte dalla forma
Le coppie omosex rientrano nella nozione di vita familiare
Cosa dice la Corte dei diritti dell’uomo
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Sentenza 24 giugno 2010,
prima Sezione, caso S. e K.
contro Austria
«Quanto all’interpretazione dell’articolo
12 della convenzione europea dei diritti
dell’uomo, la disposizione garantisce
il diritto fondamentale di un uomo e di
una donna di contrarre matrimonio e
di fondare una famiglia ed è «soggetto
alle leggi nazionali degli Stati contraenti», ma le limitazioni introdotte in merito
non devono limitare o ridurre il diritto in
modo o in misura tale da minare l’essenza stessa del diritto; esaminata isolatamente, la formulazione dell’articolo
12 [«Uomini e donne»] potrebbe essere
interpretata in modo da non escludere
il matrimonio tra due uomini o tra due
DI
Pagina a cura
DARIO FERRARA
C
ade un tabù anche nella
giurisprudenza di legittimità: le nozze fra due
cittadini italiani dello
stesso sesso contratto all’estero
non sono inesistenti, dal momento che secondo la giurisprudenza
della Corte europea dei diritti
dell’uomo la diversità di sesso fra
i nubendi non è più un requisito
fondamentale per contrarre matrimonio. Nondimeno, questo tipo
di unioni non possono produrre
effetti nell’ordinamento italiano
in quanto matrimoni. È quanto
emerge dalla sentenza 4184/12,
pubblicata il 15 marzo dalla prima sezione civile della Cassazione,
che fa riferimento anche alla giurisprudenza della Corte di giustizia
europea sulla Carta di Nizza.
Paletti certi. Se dunque in
base ai principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e
alla giurisprudenza della Corte di
donne. Tuttavia, in antitesi, tutti gli altri
articoli sostanziali della Convenzione
concedono diritti e liberta a «tutti» o
dichiarano che «nessuno» deve essere sottoposto a certi tipi di trattamento
proibito. La scelta della formulazione
dell’articolo 12 deve pertanto essere
considerata intenzionale. Inoltre, si deve
tenere conto del contesto storico in cui e
stata adottata la Convenzione. Nel 1950
il matrimonio era inteso chiaramente nel
senso tradizionale di unione tra partner
di sesso diverso e l’incapacità per una
coppia di concepire o di procreare un
iglio non inibisce di per se il diritto di
contrarre matrimonio»
Strasburgo la diversità di sesso
degli sposi non è più un presupposto per così dire «naturalistico»,
dell’esistenza del matrimonio, resta da capire perché in Italia le
coppie omosessuali continuano a
non potersi sposarsi né ottenere
la trascrizione del matrimonio
celebrato all’estero, per esempio
nel regno dei Paesi Bassi. Spetta
infatti al parlamento individuare
le forme di tutela da riconoscere
alle coppie omosessuali, mentre la
Corte costituzionale «in relazione
a ipotesi particolari» può riconoscere la necessità di trattamenti
omogenei a prescindere dall’orientamento sessuale delle coppie, grazie al controllo di ragionevolezza.
E già oggi le coppie omosex possono comunque rivolgersi al giudice
facendo sollevare tutte le questioni
di illegittimità costituzionale che
si possono porre in casi di disparità di trattamento rispetto al matrimonio eterosessuale. Ad aprire
la strada è stata la Corte europea
Cosa dice la Corte di giustizia europea
Sentenza 29 maggio 1997,
nella causa C-299/95, K.
Ordinanza 6 ottobre 2005,
nella causa C-328/04, A. V.
Sentenza 5 ottobre 2010,
nella causa C-400/10,
Mc B, L. E.
Sentenza 15 novembre 2011,
nella causa C- 256/11, D.
«Presupposto di applicabilità della Carta
di Nizza è che la fattispecie sottoposta
all’esame del giudice sia disciplinata dal
diritto europeo - in quanto inerente ad
atti dell’Unione, ad atti e comportamenti
dei diritti dell’uomo secondo cui,
data l’evoluzione nei costumi e
dunque nella giurisprudenza, è
da ritenersi «artificiale sostenere
l’opinione che, a differenza di una
coppia eterosessuale, una coppia
omosessuale non possa godere
della “vita familiare” ai fini dell’articolo 8. Conseguentemente la relazione dei ricorrenti, una coppia
omosessuale convivente con una
stabile relazione di fatto, rientra
nella nozione di “vita familiare”,
proprio come vi rientrerebbe la
relazione di una coppia eterosessuale nella stessa situazione».
Forma e sostanza. È un’apertura più formale che pratica
quella che alle unioni gay arriva
dal massimo consesso della Suprema corte. La trascrizione va
esclusa non per la loro pretesa
«inesistenza» o «invalidità», ma
in quanto atti di matrimonio
non idonei a produrre alcun effetto giuridico nell’ordinamento
del nostro paese. L’inesistenza, in
nazionali che danno attuazione al diritto
dell’Unione, ovvero alle giustiicazioni
addotte da uno Stato membro per una
misura nazionale altrimenti incompatibile con il diritto dell’Unione - e non gia da
sole norme nazionali prive di ogni legame con tale diritto; con la conseguenza
che tale principio esclude che la Carta
costituisca uno strumento di tutela dei
diritti fondamentali oltre le competenze
dell’Unione
europea».
particolare, va esclusa perché la
Corte europea dei diritti dell’uomo ha abbattuto un altro totem:
la diversità di sesso dei nubendi
non risulta più rilevante, tanto
da far ritenere ormai superata
la giurisprudenza di legittimità
italiana orientata in tal senso.
La circostanza che a ogni componente della coppia gay vada
comunque riconosciuto il diritto
alla vita familiare, oltre che di
coppia, consente a ciascuno di
adire il giudice per ottenere, per
specifiche situazioni (per esempio patrimoniali), la par condicio
con le coppie etero, sollevando in
giudizio conferenti eccezioni di
illegittimità costituzionale delle
disposizioni vigenti che non assicurano un trattamento omogeneo in violazione delle pertinenti
norme costituzionali oppure del
principio di ragionevolezza. Essere titolari del diritto alla vita
familiare, di per sé, non può far
ottenere la trascrizione del ma-
trimonio omosessuale celebrato
in Olanda, atto amministrativo
che non può scaturire dall’esercizio del diritto, pure inviolabile,
di vivere liberamente una condizione di coppia.
Nessuna trascrizione. Ha
dunque fatto bene l’amministrazione a negare la trascrizione di
due uomini, cittadini italiani residenti a Latina, che dieci anni or
sono si sono sposati all’Aia. In seguito, il 12/3/2004, i due chiedono
al sindaco del comune di Latina,
ove avevano stabilito la loro residenza, la trascrizione del matrimonio. Il primo cittadino, con
atto dell’11 agosto 2004, rifiuta
la trascrizione richiesta, ai sensi
dell’art. 18 del dpr 3/11/2000, n.
396: l’atto, formato all’estero, non
è suscettibile di trascrizione perché contraria all’ordine pubblico.
Dopo lo stop imposto dal tribunale
di Latina e dalla Corte di appello
di Roma arriva il rifiuto definitivo
della Cassazione.
LA GIURISPRUDENZA
La querelle rischia di arrivare alla Consulta
La Suprema corte invita ad adire il giudice delle leggi per cancellare le disparità di trattamento
L
a patata bollente dei matrimoni
omosessuali rischia di tornare
alla Consulta dopo lo stop della
Cassazione. La Suprema corte,
infatti, invita ad adire il giudice delle leggi di fronte al quale si potranno sollevare
questioni di legittimità per cancellare le
disparità fra coppie omosex e coppie etero. La Corte costituzionale, a sua volta,
da tempo invita il parlamento a provvedere: lo testimoniano la sentenza 138/10,
l’ordinanza 276/10 e l’ordinanza 4/2011.
Questa, in sintesi, la linea del giudice
delle leggi: non è possibile celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso,
almeno secondo le disposizioni attualmente vigenti. Nell’ordinanza 4/2011 la
Consulta ribadisce che va esclusa l’illegittimità costituzionale di una serie di
norme del codice civile che impediscono
le nozze gay. Ha fatto bene, insomma,
l’ufficiale dello stato civile del comune
di Ferrara a rifiutarsi di procedere alla
pubblicazione di matrimonio richiesta
dalle parti private. Inutile sollevare la
questione di legittimità con riferimento
ai parametri individuati negli articoli 3
e 29 della Costituzione: rispetto al principio di eguaglianza l’Alta corte osserva
La giurisprudenza della consulta
Sentenza n. 138,
15 aprile 2010
«Spetta al Parlamento, nell’esercizio
della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette,
restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a
tutela di speciiche situazioni».
Ordinanza n. 276,
22 luglio 2010
«La questione di legittimità, sollevata con riferimento ai parametri
individuati negli articoli 3 e 29 della
Costituzione, deve essere dichiarata non fondata, sia perché l’articolo
29 della Costituzione si riferisce alla
nozione di matrimonio deinita dal codice civile come unione tra persone
di sesso diverso, e questo signiicato
del precetto costituzionale non può
essere superato per via ermeneutica, sia perché (in ordine all’articolo
3 della Costituzione) le unioni omosessuali non possono essere ritenute
omogenee al matrimonio».
Ordinanza n. 4, 5
gennaio 2011
«La diversità di sesso è elemento essenziale nel nostro ordinamento per
poter qualii care l’istituto del matrimonio».
che le unioni omosessuali non possono
essere ritenute omogenee al matrimonio;
l’art. 29, poi, si riferisce alla nozione di
matrimonio defi nita dal codice civile
come unione tra persone di sesso diverso e questo significato del precetto
costituzionale non può essere superato
per via ermeneutica. Nel promuovere
il giudizio di legittimità il tribunale
rimettente sottolinea il rapido cambiamento dei costumi sociali avvenuto negli ultimi anni e l’affermarsi, accanto
alle unioni tradizionali, di altre forme
di convivenza che, seppure minoritarie,
aspirano comunque a una tutela; una
protezione che, tuttavia, l’ordinamento
giuridico al momento non consente: la
Consulta ribadisce l’interpretazione
dell’art. 29 della Costituzione secondo
cui «la diversità di sesso è elemento
essenziale nel nostro ordinamento per
poter qualifi care l’istituto del matrimonio».
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DIFENDERSI
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65
Lunedì 19 Marzo 2012
Lavoro
BILANCI 2
2012
in edicola c
con
Il settimanale delle
Opportunità professionali
SCELTI & PRESCELTI
Treviso Tecnologia, azienda speciale per
l’innovazione della Camera di commercio di Treviso, ha avviato il progetto Ali
- Aziende laureati innovazione, rivolto ai
giovani laureati del Veneto. L’obiettivo
del progetto, finanziato dalla Camera di
commercio di Treviso, è riuscire ad
attivare e sperimentare percorsi di
accompagnamento al lavoro di giovani
verso le aziende, favorendo un inserimento professionale coerente con il percorso
di studi attraverso l’offerta di un servizio
dedicato e specializzato di orientamento.
Per informazioni: www.tvtecnologia.it.
L’Ilo premia il video
sul lavoro dignitoso
Cressce il ricorso delle aziiende ai servizi di outpla
acement
Ricollocatii oltre 20 mila lavoratori di cui 2 mila dirigenti
Un’altra
chance
L’Organizzazione internazionale del
lavoro (Ilo) organizza un concorso video
sul lavoro dignitoso destinato ai giovani
di età compresa tra i 18 e i 29 anni.
L’obiettivo è raccontare in maniera
creativa e originale in che modo la crisi
globale dell’occupazione stia incidendo
proprio sul mondo dei giovani e sulle
loro comunità. Per partecipare occorre
realizzare un video della durata
massima di due minuti e caricarlo sul
proprio canale Youtube (chi non ce l’ha
può crearne uno) inviando poi il link
all’indirizzo email [email protected] entro
il 10 aprile 2012. Nella mail bisogna
anche fornire nome, età e nazionalità.
Arriva l’apprendista
in somministrazione
In arrivo gli interinali apprendisti.
Felsa Cisl, Uil Tem.p@ e Assolavoro
hanno siglato, ieri, una pre-intesa utile
a definire in tempi brevi un accordo
per l’utilizzo del contratto di apprendistato professionalizzante nel settore
della somministrazione. L’intesa
prevede che gli apprendisti assunti a
tempo indeterminato dalle Agenzie
non potranno avere missioni di lavoro
inferiori ai 12 mesi; è prevista la
presenza di un tutor di Agenzia che
integrerà quello già previsto dall’impresa utilizzatrice; viene individuato
un periodo massimo di dieci mesi
durante il quale, in assenza di
missioni, l’Agenzia dovrà garantire il
percorso formativo.
L’82% di dirigenti licenziato
per le ristrutturazioni
Negli ultimi tre anni sono usciti dalle aziende oltre 30 mila dirigenti.
L’82% dei licenziamenti individuali
è stato effettuato per giustificato
motivo oggettivo, dovuto a ristrutturazioni. Il 66% dei dirigenti che
vogliono cambiare lavoro ricercano
una ricollocazione all’esterno della
propria azienda, mentre un 34%
desidera investire all’interno della
propria azienda. È quanto emerge
dai dati dell’Osservatorio di Spinlight Group, società che opera nella
consulenza di carriera, su un
campione di oltre 200 manager di
aziende.
Supplemento a cura
di FRANCA FLORIS
[email protected]
SU
Guido Alpa. Non potendo sanzionare i compensi low cost proposti
dai giovani avvocati, il Consiglio
nazionale forense si appiglia al
«decoro professionale» violato dalle
pubblicità che li propongono
Antonio Rouco Varela. «Non
ti prometto un gran stipendio,
ma ti prometto un lavoro fisso».
È lo slogan della Conferenza episcopale spagnola per invertire il
trend negativo delle vocazioni
Ù
GI
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In Veneto orientamento
per i neolaureati
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66
Lunedì 19 Marzo 2012
FORMAZIONE
A concorso 40 premi per l’iscrizione ai master Quec
Aggiornamento doc
A Milano via ai corsi di Poli.design
L’ospitalità cerca
Borse di studio per la formazione di rifarsi il look
Pagina a cura
FILIPPO GROSSI
DI
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S
ono in arrivo 40 borse di
studio per la frequenza
di uno dei sei executive
master che verranno
erogati dall’agenzia Quality evolution consulting
(Quec) tra la fine di aprile
e l’inizio di maggio. Quality evolution consulting,
agenzia per la formazione professionale e manageriale accreditata dalla
Regione Toscana, dal
2005 organizza in provincia di Lucca corsi di
safety management allo
scopo di formare i manager della sicurezza, in
particolare sui sistemi di
gestione della sicurezza.
Dal prossimo 28 aprile, però,
prenderanno il via sei nuovi
executive master a ognuno dei
quali potrà accedere un numero massimo di venti allievi
che concorreranno all’assegnazione di un totale di 40 borse
di studio del valore di 2 mila
euro ciascuna e che andranno
a copertura parziale del corso
frequentato. Per poter beneficiare delle borse di studio
messe in palio da Quec saranno indispensabili un titolo di
laurea conseguito con la votazione minima di 110/110, la
perfetta conoscenza della lin-
gua inglese e l’aver maturato
buone esperienze professionali
nei campi inerenti i vari master. Non conterà, però, soltanto il curriculum, ma saranno
fondamentali anche le lettere
motivazionali dei candidati.
Verso la fi ne del 2011, Quec
ha dato avvio a due executive
master dedicati al project ma-
nagement e al Green boat and
nautical management, ma durante questa primavera 2012
l’agenzia di formazione organizzerà per la prima volta nella sede di Firenze altri quattro executive master (oltre a
riproporre i due executive
master dell’anno passato)
rivolti a chi lavora e a neolaureati che abbiano già
conseguito esperienze professionali. I quattro nuovi
corsi andranno dall’executive master in gestione e
organizzazione delle risorse umane all’executive master in marketing digitale e
new media communication,
a quello in sales management e gestione strategica
delle reti di vendita per finire con l’executive master
in direzione amministrativa,
controllo di gestione e finanza
aziendale.
Per poter partecipare all’assegnazione delle 40 borse di
studio in palio, occorre consultare il sito web: www.quec.net
e inviare la relativa domanda
entro il mese di aprile 2012.
© Riproduzione riservata
C’
è tempo fino al prossimo 20 aprile 2012
per richiedere una
delle sei borse di
studio del valore di 4 mila euro
ciascuna messe in palio da Poli.
design-consorzio del Politecnico
di Milano, per la partecipazione
al corso di alta formazione in
Hotel Experience Design- Lobby,
Lounge Bar, Wellness & Dehors
- Design per l’innovazione negli
spazi dell’ospitalità. A partire
dal 14 maggio fino al prossimo
29 giugno 2012, infatti, si terrà
presso il Campus Bovisa del
Politecnico di Milano la settima
edizione del corso che mira a formare progettisti nell’ideazione,
progettazione e arredamento degli spazi comuni degli alberghi,
lobby, lounge bar, dehors, giardini e aree benessere che oggi tendono ad ospitare funzioni nuove
rispetto a quelle tradizionali. Il
corso in Hotel experience design
si svolgerà nell’arco di 216 ore di
lezioni in aula al termine delle
quali i partecipanti svilupperanno un project work finale e
seguiranno un educational tour
nei più importanti spazi alberghieri di Milano.
Al termine del corso, del
quale faranno parte come comitato scientifico gli architetti Aldo Cibic, Simone Micheli,
Marco Piva e Luca Sacchetti,
i partecipanti riceveranno un
attestato di frequenza di Poli.
design. Per richiedere le borse
di studio, entro il 20/04/2012, o
per avere maggiori informazioni occorre consultare il sito internet: www.polidesign.it oppure scrivere all’indirizzo email:
[email protected]. Per
conoscere invece nel dettaglio il
programma e il calendario del
corso, consultare il sito web:
www.hotelexperiencedesign.it.
© Riproduzione riservata
CORSI & MASTER
Fino al prossimo 4 maggio i laureati in visual e graphic design, design,
comunicazione e marketing, oltre ai
professionisti del settore, potranno
partecipare al concorso Brand new
tales organizzato da Domus Academy
di Milano inviando una campagna di
comunicazione, un manuale di brand
identity, un’interfaccia grafica o un
lavoro tipografico che sia in linea
con un’esperienza di visual brand.
Il candidato che risulterà vincitore
potrà ottenere tre borse di studio
parziali a copertura totale delle spese
del master in Visual brand design
che partirà a settembre 2012. Si tratta
di un corso organizzato da Domus
Academy di Milano che mira a poten-
ziare le competenze per diventare brand
manager capaci di orientare i bisogni
delle aziende e di creare un’immagine
che rappresenti il nome e i valori dei
brand nei settori moda, design, eventi,
manifestazioni fieristiche, pubblica
amministrazione. Per partecipare al
concorso occorre inviare i progetti a:
[email protected].
Tra marzo e maggio partiranno
cinque nuovi corsi intensivi, diurni e
serali, organizzati da Afol Moda, la
scuola di specializzazione e seconda
formazione creata da Afol Milano,
l’azienda speciale della Provincia di
Milano. I corsi riguarderanno diverse
attività che ruotano attorno al campo
della moda e dell’estetica: cucito creativo, trucco storico, disegno e progettazione di capi d’abbigliamento intimo
femminile, modellismo e moulage – la
tecnica per creare modelli partendo
direttamente dal manichino sartoriale.
Il corso di cucito creativo partirà a fine
marzo, mentre gli altri quattro a maggio. I corsi, tenuti da qualificati esperti
del settore, prevedono lezioni frontali
e attività di laboratorio e si rivolgono
sia a studenti e professionisti del settore, sia a chi non possiede conoscenze
specifiche. Per maggiori informazioni è
possibile consultare il sito http://
www.provincia.milano.it/
afolmilano/index.html o
rivolgersi direttamente
ad AFOL Moda (via
Soderini 24 - Milano,
tel. 02 7740 5556).
Il 22 e 23 marzo
prossimi, presso
la sede di via dei
Caniana dell’università degli studi
di Bergamo, si terrà il seminario dal
titolo: «La fiducia e
l’affidamento fiduciario
di strumenti finanziari» organizzato
dal dipartimento di scienze giuridiche
dell’ateneo bergamasco. Il seminario
toccherà tutta la tematica fiduciaria partendo dal concetto di
fiducia nella storia fino ad arrivare al trust e alla legislazione di
diritto vivente con una particolare
attenzione per gli strumenti finanziari e per i contratti derivati. Una
due giorni che vedrà alternarsi
al tavolo dei relatori numerosi
docenti universitari e cultori della
materia provenienti da tutta Italia. Il corso di due giorni è inoltre
accreditato per la formazione continua
dall’Ordine degli avvocati e da quello
dei dottori commercialisti ed Esperti
contabili. Per iscriversi e per avere
maggiori informazioni, scrivere all’indirizzo email: corsi.giurisprudenza@
unibg.it oppure consultare il
sito internet: www.unibg.it
Partirà a inizio maggio il
corso di perfezionamento in
diritto delle assicurazioni
organizzato dalla facoltà di
giurisprudenza dell’università degli studi Statale
di Milano. Il corso, della
durata di 32 ore di lezioni
frontali e coordinato dal
professor Emanuele
Rimini, intende far
apprendere i principi e gli istituti
fondamentali del
mercato assicurativo e avrà come
oggetto i lineamenti
dell’impresa di assicurazione e dei contratti di assicurazione,
con particolare riguardo
alle aree relative all’assi-
curazione vita, danni, prodotti vita
finanziari, intermediazione assicurativa, previdenza complementare e
assistenza sanitaria. Per iscriversi
al corso c’è tempo fino al prossimo 16
aprile 2012 inviando un’email all’indirizzo: infomaster.giurisprudenza@
unimi.it mentre per avere maggiori
informazioni, occorre consultare il
sito internet: www.unimi.it
È stato appena presentato a Milano il
master in management per lo spettacolo
organizzato da Sda Bocconi e che vedrà
tra giugno e settembre 2012 il delinearsi
degli ammessi al corso che prenderà
avvio nel mese di gennaio 2013. Il master, della durata di un anno, intende
formare e preparare i futuri manager
del settore dello spettacolo in modo
che essi siano in grado, al termine del
master, di sviluppare imprenditorialità
mirate, presidiare e consolidare competitività, cogliere nuove esigenze e trend
rilevanti in ambito artistico-culturale
e, infine, valorizzare il settore spettacolo
nelle sue possibili funzioni, applicazioni
ed evoluzioni. Accanto alla Sda Bocconi
e all’università Bocconi di Milano ci
saranno partner di massimo prestigio
nel campo come il Teatro alla Scala e
il Piccolo Teatro di Milano. Per avere
maggiori informazioni sulle selezioni
del prossimo giugno 2012, occorre consultare il sito web: www.sdabocconi.it.
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Lunedì 19 Marzo 2
2012
PERCORSI
67
Formazione scientiica ed esperienza pluriennale i requisiti richiesti dai selezionatori
Il farmaceutico resiste alla crisi
Dai regulatory affairs alla vigilanza le richieste di alti profili
DI
Pagina a cura
ROBERT HASSAN
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N
onostante la crisi economica in molti settori,
non mancano, tuttavia,
opportunità di lavoro di
alto livello nel mondo farmaceutico: il responsabile regulatory
affairs, di registrazioni internazionali, di divisione prodotti per
il pubblico e lo specialista quality assurance e per la farmacovigilanza sono tra le figure più
richieste in questo comparto.
Il responsabile regulatory
affairs si occupa di assicurare
la registrazione dei farmaci,
predisponendo i file di registrazione secondo le normative e le
disposizioni di legge nazionali e
internazionali; di mantenere i
rapporti istituzionali con le autorità sanitarie e di indirizzare
i programmi di sviluppo regolatori, in modo da renderli compatibili con la prevedibile evoluzione degli orientamenti delle
amministrazioni pubbliche e
delle strutture commerciali del
Gruppo. È chiamato all’elaborazione e sviluppo dei piani regolatori e del relativo budget, con
quantificazione di tempi e risorse; al coordinamento e controllo
delle attività di preparazione e
assemblaggio dei dossier di registrazione secondo le norma-
L’identikit del responsabile regulatory affairs
Mansioni
Competenze
Inquadramento
e retribuzione
Si occupa di assicurare la registrazione dei farmaci, predisponendo i ile di registrazione
secondo le normative
Esperienza di almeno 10-12
anni nel settore farmaceutico,
maturata all’interno di contesti
internazionali, nelle attività di
regulatory affairs
Inquadramento di tipo Quadro
È chiamato a mantenere i rapporti istituzionali con le autorità sanitarie
Esperienza diretta nelle procedure europee di registrazione
dei farmaci
La sua retribuzione lorda annua è generalmente tra i 110120 mila euro
tive e le leggi vigenti. Per svolgere questa professione occorre
avere un’esperienza di almeno
10-12 anni nel settore farmaceutico, maturata all’interno
di contesti internazionali, nelle
attività di regulatory affairs e
un’esperienza diretta nelle procedure europee di registrazione
dei farmaci. La sua retribuzione
lorda annua è generalmente tra
i 110-120 mila euro.
Il responsabile registrazioni
internazionali invece si occupa
essenzialmente di assicurare,
secondo gli indirizzi definiti
dalla direzione aziendale, la
L’analisi si estende
alle procedure operative
Tra le figure più richieste nel settore farmaceutico spicca
anche lo specialista quality assurance. Sotto la supervisione del responsabile di funzione, tra le sue principali competenze rientrano: il coordinamento dell’iter che coinvolge
diverse funzioni di stabilimento, di revisione delle procedure operative standard (Sop) legate a Good manufacturing practices/Good distribution practices (Gmp/Gdp);
la revisione delle procedure operative standard
delle consociate estere;
la gestione della documentazione Gmp/Gdp e
supervisione del corretto svolgimento da parte
delle funzioni aziendali
coinvolte. Infine, questo
profilo si occupa di revisione della documentazione di produzione
e controllo del lotto;
del follow-up delle ispezioni ricevute ed effettuate, con
proposta e valutazione di azioni correttive; della verifica
della corretta implementazione delle stesse da parte delle
funzioni aziendali coinvolte; della raccolta e valutazione
critica dei dati di analisi e di processo, per esempio convalide, deviazioni, al fine di preparare il Product quality
review (Pqr).
Per svolgere questa professione generalmente occorre
avere un’esperienza di almeno cinque anni in ambito Gmp,
maturata all’interno di uno stabilimento farmaceutico o
chimico preferibilmente in ambito quality assurance, ma è
valutabile anche la provenienza da altri ambiti industriali,
quali la produzione e controllo qualità. Occorre inoltre
esperienza diretta nell’attività di supervisione e verifica
di attività a livello trasversale che coinvolgono diverse
funzioni di stabilimento. È indispensabile una laurea scientifica, ad esempio chimica, Ctf, biologia, farmacia, con una
conoscenza di buon livello di Good manufacturing practices/Good distribution practices e della lingua inglese.
registrazione delle specialità
farmaceutiche nei mercati in
cui l’azienda non ha una presenza diretta, predisponendo
i relativi dossiers registrativi,
secondo le normative internazionali e mantenendo gli opportuni rapporti con le autorità sanitarie. Elabora proposte
nell’ambito delle linee di sviluppo definite, dei piani regolatori e dei budget annuali della
struttura. Coordina e controlla
le attività di preparazione e assemblaggio dei dossiers di registrazione relativi ai mercati
in cui non c’è una presenza di-
retta. Infine, fornisce supporto
alla direzione aziendale nella
valutazione delle priorità di
registrazione per le specialità
farmaceutiche di competenza.
Questa figura deve avere una
laurea scientifica, un’esperienza nell’attività di registrazione
di specialità farmaceutiche in
ambito internazionale di circa
cinque-sette anni e un’ottima
conoscenza della lingua inglese.
Per questa posizione è prevista
una retribuzione lorda annua
mediamente pari a 50-60mila
euro, con un inquadramento di
tipo Quadro.
Tra le figure emergenti in
questo comparto, in evidenza
anche il responsabile divisione
prodotti per il pubblico. Questo
ruolo ha la responsabilità di assicurare, attraverso il coordinamento delle risorse assegnate, il
raggiungimento degli obiettivi
commerciali e reddituali per i
prodotti da banco, nel rispetto
delle normative vigenti. In particolare, a questo ruolo spetta
il coordinamento delle attività
in ambito Otc e delle funzioni
aziendali in tale ambito, quali
le iniziative promozionali indirizzate al consumatore finale e al canale distributivo, per
esempio: farmacie, grossisti,
cooperative, grande distribuzione. Si occupa inoltre della
gestione e amministrazione
della forza di vendita sul territorio e del customer service.
Elabora proposte delle strategie commerciali, ovvero piani di
marketing e vendita, definendo
obiettivi, programmi, risorse,
tempi, termini di pagamento,
investimenti e costi. Questa figura deve avere un’esperienza
di circa 10-12 anni nel settore
farmaceutico Otc in Italia, in
particolare nelle attività di
marketing e trade marketing.
Occorre, infine, avere esperienza nella gestione del personale
di vendita.
Rapporto rischi/benefici sotto controllo
Tra le fi gure emergenti nel settore far- mica e tecnologie farmaceutiche, biologia»,
maceutico inoltre c’è lo specialista farma- spiega Laura Zanfrini, direttrice di Cibiesse,
covigilanza dell’azienda: ha l’obiettivo di Cfmt business school. «La carriera può esgarantire la corretta e tempestiva valu- sere nella funzione o si può provenire dalla
tazione della sicurezza e, più in generale, ricerca clinica o dal medical affairs. Essendel rapporto rischio/beneficio dei farmaci do la materia molto ricca per il regolatorio
originali dell’aziene gli aspetti scientifici, la
da e su licenza, sia in
professionalità si costrufase di sviluppo sia in
isce in anni di lavoro. Tra
commercio. Ha inoltre
le evoluzioni in corso che
la responsabilità di ashanno impatti sul ruolo
sicurare la continuità
rientra quella del ruolo
del servizio, in caso di
sul risk management, ovmomentanea assenza
vero la gestione anticipadel responsabile. In
ta dei rischi dei farmaci.
particolare, collaboL’attività diventa più prora con il responsabile
gettuale e collegata alla
dell’area nelle attipredisposizione del risk
vità di mantenimenmanagement plan, ossia
to dei rapporti con
il documento che riassule funzioni aziendali
me la strategia di safety
interessante e con le
per il prodotto decisa
aziende licenziatarie e
dall’azienda. L’Ema (Eulicenzianti ai fini della
ropean medicines agency)
corretta e tempestiva
ha avviato quest’anno la
Laura Zanfrini
raccolta e interprerevisione di tutta la fartazione dei dati di
macovigilanza: ci saransicurezza dei farmaci
no nuove linee guida che
in ottemperanza alle
avranno ricadute sulle
normative internazioattività degli specialisti
nali vigenti. Fornisce un aggiornamento co- di farmacovigilanza. Le strutture che pristante alle funzioni aziendali interessate, ma realizzavano il monitoraggio degli studi
sugli aspetti scientifici, comportamentali e clinici (le Cro) per le aziende del pharma
normativi in materia di farmacovigilanza. oggi stanno offendo anche servizi di drug
Definisce i processi di gestione delle atti- safety. In questo contesto, a complessità
vità di farmacovigilanza a livello di SOPs e crescente, si aprono spazi interessanti per
Working Guides aziendali.
interpretare il ruolo, non solo con enfasi
«Il background professionale di questa tecnica, ma mettendo in gioco competenfigura è vincolato dalla legge: laurea prefe- ze relazionali e manageriali più sofisticate
renziale in medicina e chirurgia; in alterna- rispetto al passato», conclude Laura Zantiva, altre lauree scientifiche: farmacia, chi- frini.
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68
Lunedì 19 Marzo 2012
L’ I N C H I E S T A
Si fa sempre più strada il ricorso a strategie di supporto: in tre anni ricollocate oltre 20 mila persone
Per gestire gli esuberi le aziende
scommettono sull’outplacement
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Tempi medi di ricollocazione
Fonte: Fairplace Consulting
Età media candidati per inquadramento
Fonte: Fairplace Consulting
Pagine a cura
SIBILLA DI PALMA
consiste nello sviluppo di concome è stata prospettata», spiega
in grado però di ottenere risulzione di carriera e del talent detatti con le aziende e gli operaTagliabue, «fa ben sperare perché
tati convincenti: in base ai dati
velopment, «sono principalmente
tori fino al concretizzarsi in una
permetterebbe di dare centralidell’Aiso, in media l’85% degli
grandi gruppi multinazionali,
e strategie di outplacenuova e soddisfacente opportutà alla nostra attività rispetto al
individui che si affidano a una
operanti in particolare nel setment si fanno strada annità professionale». Ma perché
passato e potrebbe anche aiutasocietà di outplacement viene
tore farmaceutico, dell’informache in Italia tra emergenl’intervento risulti vincente è nere a far diffondere
ricollocato. Purtroppo è ancora
tion technology e
za occupazionale e riforma
cessario il contributo attivo della
una maggiore culpiccolo il numero di aziende che
dell’information
del mercato del lavoro in arrivo.
persona. Quindi, l’aspetto psicotura dell’outplaricorre a queste società e nel
and communicaUna pratica, quella della ricollologico e il recupero di fiducia in
cement, visto che
triennio 2008-2010 sono state
tion technology».
cazione professionale, nata negli
se stessi rappresentano dei fatda questo punto
ricollocate attraverso il servizio
Aziende attive
Stati Uniti e che è apparsa nel
tori centrali nell’ambito del prodi vista, e sulle
circa 20 mila persone, di cui 2
soprattutto nelle
nostro paese verso la metà degli
cesso. «Le basi su cui si fonda
politiche attive del
mila manager.
regioni del Nord
anni 80 ma che rimane, rispetto
il nostro intervento», sottolinea
lavoro in genere,
La ragione è soprattutto legiItalia come conferalle altre realtà europee, ancora
Marco Tagliabue, presidente
siamo ancora molto
slativa visto che la legge Biagi
ma Zaninetta: «Le
richieste provenun mercato di nicchia e che solo
dell’Aiso (Associazione italiana
indietro rispetto ad
riconosce le società di outplacegono soprattutto
negli ultimi anni ha iniziato a
delle società di outplacement),
altri paesi europei,
ment, ma non obbliga le aziende
da alcune regioni,
diffondersi.
prevede infatti di affidare al dicome per esempio
che licenziano a offrire ai propri
come Lombardia,
In cosa consipendente un ruoDanimarca, Frandipendenti la possibilità di usuPiemonte, Emiste l’outplacelo attivo, spingencia e Inghilterra.
fruire del servizio (obbligo prelia Romagna e in
ment. Si tratta del
dolo a muoversi
Un’altra differenza
sente solo per alcune categorie
minima parte ansupporto fornito da
verso sbocchi di
rispetto all’estero
e per alcune forme contrattuali).
Marco
Tagliabue
che dal Veneto. Si
società specializzaL’outplacement ha conosciuto un
mercato adatti
su cui riflettere ritratta comunque
te nel ricollocamenvero e proprio boom nel 2009 ma
alle sue caratteguarda il fatto che
di realtà, spesso multinazionato di uno o più di«attualmente», prosegue Zaniristiche e aspirada noi l’ammortizzatore sociale
li, soprattutto farmaceutiche e
pendenti usciti da
netta, «la richiesta del servizio è
zioni e supportare
viene visto come un diritto della
chimiche. Altre realtà che fanno
un’azienda. Quindi
piuttosto statica. Principalmente
questa sua azione
persona, mentre negli altri paesi
ricorso alla ricollocazione profesrealtà esperte del
perchè i sindacati tendono spesso
con aiuti finail sussidio viene riconosciuto solo
sionale sono quelle manifatturiemercato, capaci di
all’ostruzionismo, consigliando i
lizzati (supporti
se si dimostra che si sta cercando
re, in specie metalmeccaniche e
ricostruire l’immadipendenti verso una monetizzalogistici, metodoun lavoro».
alimentari. Solo in alcune regioni
gine professionale
zione dell’uscita senza guardare
logici, psicologici,
Le imprese che utilizzano
come la Lombardia, in seguito
della persona e guialle prospettive professionali fue così via) a carico
l’outplacement. A fare ricorso
all’introduzione della cassa intedarla nella ricerca
ture, ma anche perchè in una fase
dell’azienda, traall’outplacement sono ancora
Serena Zaninetta
grazione in deroga, che tramite
di nuovi sbocchi
economica difficile come quella
mite organizzasoprattutto i grandi gruppi mulla dote ricollocazione impone
dopo un licenziamento. Il moattuale le aziende non investono
zioni specializzate».
tinazionali. «Le aziende con cui
l’obbligo di utilizzare l’outpladello seguito è uguale dappernell’outplacement e quindi sulle
Un mercato ancora di niccollaboriamo», afferma Sandro
cement finanziato dalla regione,
tutto. «Noi prendiamo in carico
risorse in uscita ma preferiscono
chia. Oggi in Italia operano
De Pellegrin, commercial direcfanno ricorso a questo strumenil lavoratore», afferma Serena
concentrarsi sui lavoratori ancocirca una decina di operatori
tor di Lee Hecht Harrison-Dmb,
to anche le aziende di servizi e
Zaninetta, direttore generale
ra presenti in azienda». Un aiuto
altamente specializzati, ricouna società americana che fa
commerciali».
di Fairplace Consulting, società
in questo senso potrebbe arrivare
nosciuti presso il ministero del
parte del gruppo Adecco ed è speContratti e tempi medi di
specializzata nel career manadalla riforma Fornero che «così
Lavoro. Un mercato di nicchia,
cializzata nel settore della transiricollocazione. Le tipologie
gement, outplacement e consucontrattuali di ricollocazione,
lenza nei servizi per la gestione
infine, «sono caratterizzate da
delle risorse umane, «che viene
una maggiore flessibilità riaffiancato da un nostro consu«Agisco», cioè apprendimento per generare del costo del progetto di formazione presentato,
spetto al passato», sottolinea
lente e aiutato in una prima fase
innovazione, sviluppo delle competenze e occu- per un massimo di 200 mila euro.
Tagliabue, «con un aumento
di valutazione della situazione
pazione. Questo il nome del bando che la regione
Una corsia preferenziale è stata riservata alle
di contratti a progetto». Una
di sofferenza occupazionale».
Lazio ha lanciato per finanziare, con 10 milioni imprese dei settori più colpiti dall’emergenza
posizione condivisa anche dal
Quindi la persona viene aiutata
di euro, interventi di formazione in azienda con neve, come quello agricolo e agroalimentare.
direttore generale di Fairplace
a elaborare il momento di crisi,
finalità di riqualificazione di personale occuLa presentazione del progetto formativo dosecondo cui «è sempre più difper poi prepararla a presentarsi
pato a tempo indeterminato, stabilizzazione di vrà essere preceduta dalla sottoscrizione di un
fuso il ricorso ai contratti atisul mercato del lavoro attraverprecari e ricollocazione dei lavoratori in altre accordo tra impresa e organizzazioni sindacapici, come i co.co.pro., oppure
so la stesura di un cv aggioraziende.
li e datoriali, in cui dovranno essere delineati
ai rapporti di consulenza o di
nato, accompagnato spesso da
Potranno richiedere il finanziamento tutte le con chiarezza i fabbisogni formativi e i processi
temporary management. Il launa brochure o da una lettera
imprese con sede operativa e almeno un’unità aziendali interessati. Le parti si occuperanno in
voro subordinato, sia a termine
di presentazione. «L’ultima fase,
produttiva nel territorio regionale che inten- seguito di monitorare ciascun progetto per veriche a tempo indeterminato, viesuccessiva ad alcuni colloqui di
dono sostenere la formazione dei propri di- ficare il raggiungimento degli obiettivi previsti.
ne poco usato sia per i giovani
preparazione e seminari tematipendenti o avviare un training propedeutico La scadenza del bando è fissata per il 2 aprile
sia per gli over 50». Per quanto
ci in cui viene spiegato alle perall’assunzione di lavoratori disoccupati esterni. 2012 e dal 3 aprile in poi le risorse eventualmenriguarda infine i tempi medi di
sone come funziona il mercato
L’agevolazione di cui beneficeranno consiste nel te avanzate potranno essere assegnate tramite
ricollocazione, si aggirano attordel lavoro», prosegue Zaninetta,
finanziamento da parte della regione dell’80% procedura a sportello.
no ai sei-sette mesi, in funzione
«riguarda il placement, cioè la
dell’età e del tipo di profilo.
ricollocazione vera e propria e
DI
L
Lazio, Agisco per la riqualificazione
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Lunedì 19 Mar
Marzo 2012
L’ I N C H I E S T A
69
Le regioni puntano sulla dote lavoro
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U
na spinta all’outplacement arriva dagli enti
territoriali che hanno
promosso iniziative ad
hoc in quest’ambito. Nel 1997,
infatti, il decreto legge 469 ha
stabilito in Italia l’attribuzione
alle regioni e agli enti locali delle funzioni e dei compiti relativi
al collocamento professionale e
di buona parte delle politiche
attive del lavoro, promuovendo
così la nascita e lo sviluppo dei
centri per l’impiego provinciali.
A supporto di chi ha perso il posto dunque la Lombardia e il Veneto hanno creato il piano Dote
Lavoro, ma
numerosi sono
anche i bandi
per progetti di
ricollocazione
professionale finanziati
dalle province
e dai comuni
del Piemonte,
dell’Emilia Romagna, della
Toscana e del
Lazio.
Il piano
Dote Lavoro.
Lombardia e Veneto per combattere la crisi e dare un aiuto
concreto a chi non ha più un’occupazione hanno lanciato il piano Dote Lavoro. Il progetto del
Pirellone prevede un contributo che permette ai disoccupati,
agli inoccupati e ai lavoratori in
mobilità o in cassa integrazione
tra i 16 e i 64 anni di accedere a
un programma d’intervento personalizzato finalizzato all’inserimento o al reinserimento nel
mercato del lavoro. Il contributo base è di 1.500 euro, a cui si
aggiungono ulteriori 1.500 euro
per gli appartenenti a determinate categorie tra cui adulti che
vivono da soli o che hanno a carico una o più persone; ultracinquantenni; persone con un
titolo di studio inferiore al diploma o in cerca di occupazione
da oltre sei mesi. Nel dettaglio,
la persona viene accompagnata
nella ricerca di un’occupazione
attraverso un Piano di intervento personalizzato (Pip) che
comprende percorsi formativi,
stage retribuiti presso enti o
aziende in Lombardia e inserimento lavorativo. Da ultimo
la Regione ha lanciato la Dote
Lavoro Ammortizzatori Sociali
che intende assicurare a tutti i
dipendenti a tempo indeterminato e/o determinato, inclusi i
somministrati, gli apprendisti
e i lavoratori a domicilio la possibilità di usufruire di servizi
finalizzati al reinserimento.
Anche in Veneto è attiva la
Dote Lavoro, cioè un pacchetto di servizi, accompagnato da
un’indennità economica, offerto per favorire la ricollocazione
professionale. Il progetto con-
siste in attività di formazione
e assistenza per la ricerca di
nuove opportunità occupazionali attraverso colloqui di
orientamento e bilanci delle
competenze. I destinatari concordano, insieme agli operatori
specializzati degli enti accreditati per i servizi al lavoro, un
programma di attività personalizzato, adattato alle proprie
esigenze, detto Piano di azione
individuale. Il progetto prevede
inoltre l’assegnazione di una
o più doti, che comportano la
partecipazione alle attività
per un periodo che varia da un
minimo di
otto ore a
un massimo di 20. Al
programma possono
accedere i
lavoratori
in cassa integrazione
in deroga;
ammessi
alla mobilità in
deroga; a
progetto, a
collaborazione coordinata e continuativa
o in somministrazione rimasti
disoccupati.
Anche il Piemonte ha messo
in campo un progetto per favorire l’incontro tra domanda
e offerta di lavoro e fare fronte
al numero crescente di chi ha
necessità di ricollocarsi. La Regione ha infatti annunciato che
entro l’estate le agenzie per il
lavoro accreditate potranno accedere alle banche dati dei centri per l’impiego. Un’iniziativa
che intende favorire i risultati
incoraggianti già ottenuti nel
2011. Secondo i dati dell’agenzia
Piemonte Lavoro, infatti, circa
96 mila persone si sono rivolte
ai centri per l’impiego lo scorso
anno. Con effetti positivi, come
nel caso del tirocinio, visto che
il 60% di chi ha concluso questo
percorso ha trovato occupazione nei mesi successivi, oltre la
metà nella stessa azienda dove
lo ha svolto.
Le iniziative di comuni e
province. Ma anche gli enti locali non stanno a guardare. Ad
esempio, il comune di Asti ha
emanato un bando, promosso
nell’ambito del «Piano di sostegno al lavoro», che prevede
l’erogazione a ditte artigiane
di contributi finalizzati all’inserimento occupazionale di
lavoratori, anche in mobilità,
di età superiore ai 50 anni. In
particolare, il bando prevede la
concessione di mille euro per la
stipula di contratti di lavoro a
tempo determinato di almeno
dodici mesi e a tempo pieno;
un contributo da 2 mila euro in
Afol Milano, il nuovo impiego entro sei mesi
Nel 2011 sono state 1.400 le persone
ricollocate sul territorio milanese atUtenti ricollocati da Afol nel 2011
traverso i servizi gestiti da Afol Milano,
l’azienda speciale della Provincia dedicata a formazione, orientamento e lavoro.
In particolare, sono circa 800 le persone
che ogni giorno si rivolgono ad Afol alla
ricerca di un sostegno professionale, di
cui il 60% sono uomini e il 40% donne.
«L’outplacement è un’attività ancora
poco diffusa», afferma Giuseppe Zingale,
direttore dell’area lavoro, «e che andrebbe implementata vista la sua importanza
perchè le persone espulse hanno bisogno
di essere riaccompagnate nel loro reinserimento. In provincia di Milano abbiamo,
ad esempio, il programma Reimpiego che
prevede, in aggiunta agli sgravi contributivi connessi all’assunzione di persoFonte: Afol Milano
ne in mobilità, anche l’attribuzione di un
incentivo una
tantum al dasono ex dipendenti di aziende in crisi, presi in
tore per assunzioni
carico da Afol e accompagnati nel percorso di
a tempo indetermiricollocamento, mentre altre 227 persone sono
nato di over 45 o di
state assunte dalle imprese dopo un percorso di
over 50 e che ha perpreselezione: 29 lavoratori hanno ottenuto un
messo di ricollocare
contratto a tempo indeterminato, 156 a termine,
tra il 2009 e il 2010
23 l’apprendistato e 19 a progetto.
Il tempo medio di ricollocazione varia dai tre
circa il 25% dei lavoratori espulsi dal
ai sei mesi e i profili professionali più richiesti
mercato».
sono risultati essere gli impiegati amministrativi
Delle 1.400 pere contabili, addetti alla segreteria, alle pulizie,
sone reinserite nel
alle vendite e ai servizi di portierato.
Infine, nel 2011 sono state ricollocate anche
2011, 734 sono staGiuseppe
te assunte a seguito
146 persone disabili: 110 hanno ottenuto un conZingale
di un tirocinio, 297
tratto a termine e 36 a tempo indeterminato.
caso di trasformazione del contratto da tempo determinato a
indeterminato full time per i
dipendenti già in forza; infine,
la concessione di 3 mila euro
per la stipula di un contratto di
lavoro a tempo indeterminato
a tempo pieno.
La provincia di Lucca, in
collaborazione con l’agenzia
Obiettivo Lavoro, ha invece
finanziato il progetto «Attivamente» volto a favorire l’orientamento, la formazione e l’outplacement per i lavoratori in
cigs o mobilità. Il programma
prevede un corso, completamente gratuito, articolato in
130 ore di formazione in aula
e in 20 ore di e-learning nel
corso del quale ai partecipanti
vengono fornite anche informazioni utili per la ricollocazione
(ad esempio, come redigere
un curriculum vitae), oltre a
nozioni di informatica, lingua
inglese, sicurezza e salute in
azienda. Al termine del ciclo
formativo, i corsisti vengono
accompagnati nella ricerca di
una nuova occupazione.
Cuneo, le eccedenze
vanno in rete
Borsa Lavoro è il nome di una piattaforma per la gestione delle risorse umane e delle professionalità presenti sul
territorio lanciata da Unimpiego, Fondazione Cassa
di risparmio
di Carrara
e Confindustria Cuneo
con il patrocinio della
Regione Piemonte e della Provincia
di Cuneo.
L’obiettivo è incentivare l’incontro tra domanda
e offerta di lavoro sul territorio attraverso l’inserimento sul portale www.borsa-lavoro.com dei profili professionali in
eccedenza negli organici delle aziende
associate che allo stesso tempo possono tornare utili alle realtà produttive in
cerca di nuovi addetti. Prima di essere
inseriti sul portale i curricula vengono
aggiornati e integrati sulla base delle
conoscenze acquisite o delle predisposizioni dei singoli per favorire una ricollocazione quanto più rapida possibile.
Il sistema è aperto anche alle agenzie
di lavoro già operanti sul territorio che
possono attingere alla banca dati, moltiplicando così le possibilità di reimpiego
dei lavoratori.
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70
Lunedì 19 Marzo 2012
C I DA
Dall’esempio dell’Agenzia industrie difesa emerge ancora una volta la centralità del management
Integrare le competenze conviene
Il caso Aid: meno costi e più efficienza per la produttività
DI
PAOLO CANNAVÒ*
L’AGENZIA INDUSTRIE DIFESA AID
E IL SUO MANAGEMENT - UN SISTEMA COMPLESSO NELL’EPOCA DELLA
CRISI E DELLE PRIVATIZZAZIONI
Mercoledì 21 marzo – ore 16,30 Sala verde
Federmanager - Via Ravenna 14, Roma
Programma
Ore 16,30 Registrazione
Ore 17,00 Introduzione del moderatore
Paolo Cannavò, presidente Ur Cida del Lazio
Marco Airaghi, direttore generale Agenzia inne venduta per addetto del 2010
è 2,6 volte quello del 2001.
Per comprendere meglio questa realtà è necessario sottolineare che oggi i centri sono otto divisi
in tre settori. Quello del Munizionamento è formato dal munizionamento terrestre di Baiano, dai
ripristini e recuperi di Noceto e
dallo spolettificio di Torre Annunziata. Quello Manifatturiero
è costituto dai centri chimico farmaceutico di Firenze, propellenti
di Fontana Liri, grafico militare
dustrie difesa
Giorgio Ambrogioni, presidente Federmanager
Stefano Cuzzilla, presidente Ur dirigenti industriali del Lazio; presidente Fasi
Nicola Tosto, presidente Srdai-Federmanager
Roma
Michele Tripaldi, vicepresidente Aidp; presidente Aidp Lazio
Ore 18,15 Dibattito
Ore 19,00 Considerazioni, proposte e chiusura dei
lavori
Giorgio Ambrogioni, presidente Federmanager
Per prenotazioni e informazioni: tel. +39 06 44170824
di Gaeta, produzione cordami di
Castellammare di Stabia. Il terzo
settore è la cantieristica navale
per manutenzioni e modifiche dei
navigli militari e mercantili, costituito dall’Arsenale militare di
Messina. Il focal point di questa
realtà e di questo processo probabilmente è la capacità del management di operare in modo innovativo in uno scenario innovativo
sia sotto il profilo istituzionale,
per la stessa natura dell’Agenzia,
sia sotto quello culturale, per la
capacità di coniugare procedure
e modelli militari e civili, sia sotto quello operativo, per l’idea di
trasformare in opportunità degli
stessi limiti normativi. Oggi, per
esempio, il mercato «privato» incide per circa un terzo della produzione ed è previsto in aumento.
In un certo senso sia il direttore
generale dell’Agenzia, Marco
Airaghi, sia il suo staff, in parte
militare e in parte costituto da
risorse manageriali provenienti
dal mercato, si propongono con
un case study di capacità creativa. Questo indicano sia le collaborazioni con le università di Bologna e di Napoli o con Vitrociset
e Selex-SI - Consorzio S3Log - sia
alcuni progetti, tra i quali: la produzione di farmaci per malattie
rare e di medicinale antishock
emorragico; lo sviluppo di materiali high tech per applicazioni
spaziali e/o aeronautiche; la dematerializzazione di 20 chilometri di faldoni degli archivi della
difesa. Questo indicano anche i
risultati economici raggiunti e il
sensibile incremento delle vendite all’estero. Anche da questo
caso, così complesso, emerge ancora una volta la centralità del
management e che il filo rosso
delle positività è l’integrazione.
*presidente dell’Unione
regionale Cida del Lazio
Pagina a cura di
CIDA
Confederazione italiana
Dirigenti e alte professionalità
Via Barberini 36, 00187 Roma
tel. 06/97605111 - fax 06/97605109
e-mail [email protected]
LA PARTECIPAZIONE
È GRATUITA SU INVITO
Per partecipare è indispensabile confermare la
propria partecipazione compilando il coupon in caratteri leggibili e inviandolo via fax al n. 02.58.219.452
LIFE SCIENCE ANNUAL CONFERENCE - IV Edizione
LOE -1 - L’ULTIMO ANNO DI VITA DEL BREVETTO
Aspetti IP, regolatori e antitrust
Cognome
Nome
Funzione
Roma, 17 aprile 2012
Società
Ambasciata Americana, via Sallustiana 49 - orario 9.30-16.00
Con la collaborazione di:
Settore
Con il patrocinio di:
Indirizzo
Città
L’evento è rivolto alle aziende farmaceutiche e ai produttori di medical device ed è volto a dimostrare come affrontare le complesse questioni che si pongono nell’ultimo anno di vita del brevetto (o del certiicato complementare) e che abbracciano aspetti di tutela della proprietà
intellettuale, regolatori in relazione alla concessione delle autorizzazioni all’immissione in commercio, di compliance in relazione agli adempimenti amministrativi necessari per la commercializzazione del prodotto e aspetti antitrust anche alla luce delle più recenti decisioni dell’Autorità.
CAP
Modera e coordina i lavori: Marino Longoni, Condirettore, ItaliaOggi
L’ultimo anno di vita del brevetto (gli aspetti regolatori)
Saluti e Introduzione
Fabio Elefante, Professore di Istituzioni di diritto pubblico,
Carmine d’Aloisio, Minister Counselor for Commercial Affairs,
Università La Sapienza di Roma
American Embassy
Ne discutono:
Antonio Tomassini, Presidente XII Commissione Igiene e Sanità,
Diego Vaiano, Professore di diritto amministrativo,
Senato della Repubblica*
Università degli Studi di Viterbo
The last year of patent protection for pharmaceutical products Francesco Mazza, Responsabile Affari Legali, Farmindustria*
Claudio Carpentieri, Coordinatore, IAPG
in the USA/UK
(Italian American Pharmaceutical Group)
Bonella Ramsay, Co-head Life Science Sector, DLA Piper
Eleonora Roselli, Responsabile Affari regolatori, Jannsen Cilag*
Fax
L’ultimo anno di vita del brevetto (gli aspetti IP)
Giuseppe Sena, Professore di diritto industriale,
Università degli Studi di Milano
Ne discutono:
Cesare Galli, Professore di diritto industriale,
Università degli Studi di Parma
Stefano Marino, Responsabile Affari Legali, Sigma Tau
Micaela Modiano, Modiano & Partners
Tommaso Marvasi, Presidente sezione speciale IP, Tribunale di Roma*
Daniela Mainini, Presidente, Consiglio Nazionale Anti Contraffazione
L’ultimo anno di vita del brevetto (gli aspetti antitrust)
Gustavo Olivieri, Professore di diritto commerciale,
Università LUISS di Roma
Ne discutono:
Andrea Pezzoli, Direttore della direzione agroalimentare
e trasporti, AGCM
Carlo Scarpa, Professore di Economia Politica,
Università degli Studi di Brescia
Giovanni Moscato, Responsabile compliance, Gruppo Menarini
Francesca Sutti, Partner, DLA Piper
Prov.
Tel.
E-mail
Data
Informativa ai sensi dell’articolo 13 del D.lgs 196/03
I dati personali che la riguardano verranno trattati per permetterLe di partecipare all’evento e, in caso
di Suo consenso, per inviarLe materiale pubblicitario relativo a prodotti e/o servizi di MF Conference
S.r.l. e/o di Italia Oggi Editori – Erinne S.r.l. e/o di società collegate e/o controllate e/o controllanti e/o
di terzi. Il conferimento dei dati è del tutto facoltativo. La mancanza delle informazioni anagrafiche
potrebbe impedire a MF Conference S.r.l. di inviarLe le informazioni relative alle prossime manifestazioni/eventi di titolarità di MF Conference e di Italia Oggi Editori – Erinne S.r.l. e/o di società collegate
e/o controllate e/o controllanti e/o di terzi. I dati da Lei forniti saranno trattati con strumenti informatici,
telematici e cartacei. I dati potranno essere comunicati alle società controllate, controllanti o collegate
o terze ma non saranno diffusi. I dati potranno essere trattati da soggetti interni e/o esterni alle società
nella loro qualità di Incaricati e/o Responsabili del trattamento. Lei potrà esercitare in ogni momento
i diritti di cui all’art. 7 del d.lgs 196/03, rivolgendosi ai Titolari del trattamento: MF Conference S.r.l.
e Italia Oggi Editori – Erinne S.r.l., Via Marco Burigozzo, 5 20122 Milano. Un elenco completo dei
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Consenso al trattamento dei dati
Lei presta espressamente il Suo consenso al trattamento dei dati per le seguenti finalità:
- invio di materiale pubblicitario relativo a prodotti e/o servizi delle società Titolari
* In attesa di conferma
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L’
Agenzia industrie difesa
Aid è stata istituita con
il dlgs n. 300/99 come
ente con personalità
giuridica di diritto pubblico, posto sotto la vigilanza del ministro
della difesa, per razionalizzare,
ristrutturare e ammodernare
alcuni suoi centri di produzione
secondo criteri industriali, con la
missione di portarli all’equilibrio
di gestione in una logica di creazione di valore (economico per lo
stato e sociale per la collettività)
fino alla possibilità di destinarli ad asset di future società per
azioni.
La gestione operativa dei centri è stata attribuita a fine 2001.
Aid è riuscita progressivamente
a operare con logiche di mercato
e di qualità, ma con valori economici congrui con quelli di mercato
anche verso i suoi clienti captive.
Il miglioramento dei parametri
aziendali è passata attraverso:
riduzione dei costi, ripristino di
condizioni di efficienza, valorizzazione delle competenze del personale, sviluppo di nuovi prodotti
e servizi. Il valore della produzio-
Federmanager - Unione regionale Cida
del Lazio - Agenzia industrie difesa Aid
SI
NO
- invio di materiale pubblicitario relativo a prodotti e/o servizi di società collegate, controllate
e controllanti dei Titolari e/o società terze
SI
NO
Firma
MF Conference - Via M. Burigozzo, 5 - 20122 Milano - Tel. 02.58.219.969 - Fax 02.58.219.452 - email: [email protected] - www.mfconference.it
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RISORSE UMANE
All’azienda piemontese il secondo Randstad award
Nutella mon amour
Lunedì 1
19 Marzo 2012
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Le previsioni 2012 di Conimprese
Dal franchising
Ferrero la preferita dei lavoratori oltre 5 mila posti
DI
SIMONA D’ALESSIO
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R
ealizza dolci prelibati e si
rende appetibile per i lavoratori. È la Ferrero, industria piemontese specializzata nel confezionamento di
prodotti a base di nocciole e crema gianduia, ad aggiudicarsi la
II edizione del Randstad Award,
il premio dedicato alle aziende
che esercitano maggiore attrattività sugli occupati, seguita da
altri due colossi, Ferrari e Thales Alenia Space, società leader
europea per i sistemi satellitari.
Il riconoscimento, consegnato a
Milano nei giorni scorsi, si basa
sul fattore «employer branding»,
la capacità delle imprese di sviluppare e comunicare la propria
immagine di datore di lavoro,
conquistando potenziali candidati e fidelizzando i dipendenti.
Soddisfatta la Ferrero, poiché già
il suo modello di contratto integrativo «è stato preso da esempio
sui media, e le migliori testimonianze della qualità di benessere
organizzativo vengono trasmesse
dai nostri collaboratori nelle indagini» interne, e sono «straordinarie e commoventi».
Per tracciare un quadro del
luogo ideale, Randstad Holding
ha commissionato all’istituto
belga Icma una ricerca in 14 nazioni, sondando le preferenze di
8 mila persone (inclusi studenti e disoccupati), tra i 18 e i 65
anni; quanto all’Italia, per misurare l’appeal aziendale, è stata
effettuata un’estrazione casuale
di 150 società rappresentative di
oltre 663 realtà con più di 1.000
dipendenti, attive in 13 settori
merceologici, e il sondaggio, effettuato online, si è concluso a
dicembre.
Elemento determinante nella
decisione di entrare in un’impresa è la sicurezza del posto di
lavoro, seguita dal buon equilibrio tra vita professionale e privata, che oltrepassa stipendio e
benefit; non è, quindi, soltanto
la consistenza della busta paga
a rendere appagato il personale
(o chi aspira ad un’assunzione),
perché un’atmosfera piacevole si
rivela importante per il 48% degli intervistati, e percentuali inferiori vengono indicate per uno
salario competitivo (46%) e per
la solidità finanziaria della sede
in cui si opera (39%). Stimolati a
La pelletteria a caccia
di tecnici specializzati
AAA tecnici specializzati cercasi. È l’allarme lanciato in occasione del Mipel dal settore pellettiero, che punta i riflettori
sulla mancanza di una seconda generazione nel settore della
conceria. Un settore in buona salute, come rivelano i dati
illustrati da Giorgio Cannara, presidente Aimpes-Mipel: «Nel
2011 la produzione in valore si è attestata sui 4 miliardi e 550
milioni di euro», dichiara Cannara, «con un aumento di circa
il 20% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni fanno
registrare 3 miliardi e 841 milioni (+30% sul 2010) a fronte
di un import di circa 1 miliardo e 850 milioni di euro (+12%
sul 2010)». E le previsioni per i prossimi 3-5 anni dicono, commenta Andrea Calistri della Sapaf di Scandicci e fondatore dell’Alta Scuola
di Pelletteria, «che ci sarà un
aumento della produttività
intorno al 20-30%. Questo
significa che il comparto avrà
necessità di formare almeno
due, tre mila nuovi addetti
che possano occupare posti
specialistici della filiera della
pelle». Proprio a Scandicci è
attiva, da circa dieci anni, l’Alta scuola di pelletteria italiana
che prevede corsi di formazione di periodo variabile, dai due
mesi fino ai due anni. «La scuola prepara, ogni anno, circa 100
nuovi addetti specializzati nelle varie discipline», continua
Calistri, «ancora troppo pochi per la richiesta in crescita».
Le principali figure ricercate sono tre: il modellista, il prototipista e il tagliatore di pelli pregiate. I primi due si occupano
di approntare il primo esemplare della borsa disegnata dallo
stilista. Questo passaggio è estremamente importante perché, realizzando il prototipo, è possibile valutare tempistica
e modalità da applicare poi alla produzione, parametri che
definiscono, in ultima analisi, il prezzo dell’articolo e il suo
posizionamento nella fascia di mercato. Anche il tagliatore
esperto fa un mestiere delicato perché, soprattutto a contatto con pellami particolarmente pregiati come per esempio il
coccodrillo, è quanto mai importante non sprecare nemmeno
un centimetro di materiale. «Sarebbe importante che i giovani
capissero», puntualizza Calistri, «che lavorare nel settore
della pelle è una vera e propria opportunità, non soltanto di
occupazione ma anche di carriera. Un tecnico esperto può
arrivare a guadagnare anche 2.500 euro al mese con una tendenza in crescita».
indicare i comparti preferiti, poi,
gli interpellati indicano in cima
l’elettronica (57% per le chance di
formazione e di progressione di
carriera), e subito dopo il mondo
del «fashion luxury» (53%, è l’essenza stessa dell’attività legata
a beni di pregio, ritenuta finanziariamente più robusta, a far
da traino) e il settore bancario
(50%, soprattutto perché si ritiene possa consentire una discreta
conciliazione fra i tempi di lavoro
e cura familiare).
E, se siti web e contatti personali si confermano canali privilegiati per la ricerca di un nuovo
impiego, gli uomini prediligono
società che offrano opportunità
di successo anche internazionali
e sviluppo di competenze, mentre
per le donne, più concretamente,
optano per un incarico flessibile,
un luogo comodo da raggiungere
e la sicurezza del posto. Secondo
Marco Cerasa, amministratore delegato di Randstad Italia,
«un’immagine competitiva aziendale attrae i candidati giusti e
fidelizza il personale», perciò il
premio serve a «rendere le imprese consapevoli di come vengono
percepite dai lavoratori».
DI
SIMONA D’ALESSIO
I
l franchising come antidoto alla crisi: già forte di
180.525 addetti e 53.313
punti vendita in Italia,
il settore nel 2012 è pronto
all’apertura di 1.400 nuove realtà commerciali e a dare una
chance ad almeno 5 mila lavoratori. È quanto emerge dal
III studio sull’occupazione che
Confimprese ha condotto sui
propri soci, di cui il 50% attivo
nel comparto, «un’interessante
alternativa all’attività autonoma» secondo il presidente Mario Resca, che evidenzia il traguardo di 21,7 miliardi di euro
di fatturato nel nostro paese; a
testimoniarlo il crescente interesse che ha fatto salire gli esercizi avviati nel 2011 del 28,2%
sul 2010 (+1.200 negozi), e che
si immagina continuerà anche
per l’anno in corso. Del resto, il
franchising ha numerosi vantaggi, poiché «non solo genera
nuova occupazione tra i giovani, ma offre anche l’opportunità di ricollocamento alle risorse
fuoriuscite volontariamente, o
meno, dal mondo del lavoro, il
tutto in condizioni di maggiore sicurezza rispetto all’avvio
di un’attività imprenditoriale
in autonomia», racconta il numero uno di Confimprese, che
esalta i tratti caratteristici del
contratto di affiliazione: potersi
avvalere di «segni distintivi riconosciuti, brevetti, know how e
assistenza tecnica da parte dei
franchisor». Fra i soci dell’organizzazione, sono in cantiere nel
calzaturiero le aperture di 30
esercizi sia a marchio Bata, sia
Athletes World con 180 persone
impiegate, mentre Geox prevede 30 nuove sedi con 5 persone
per ciascuna di esse (saranno
150 le assunzioni in totale); Original Marines (abbigliamento)
avrà 35 nuovi punti vendita
e 140 occupati, e 35 avvii riguardano Thun, nota azienda
di oggettistica per la casa, con
una media di due contratti per
negozio per un totale di 70. Da
segnalare, infine, la performance di Tecnocasa che si doterà di
altre 200 agenzie immobiliari
in 11 regioni (il numero più alto
in Piemonte e Lazio con 80 in
tutto) e inserirà circa 600 nuove
risorse.
Il tessile ha bisogno di manager
Mcs, società di ricerca e selezione di middle manager, ricerca 20 manager nel tessile/moda per conto dei propri
clienti. «Nonostante la crisi,
le aziende del settore tessile,
abbigliamento continuano a
cercare manager per riorganizzarsi e rilanciarsi, specie
all’estero. Fra le figure più
richieste ci sono specialisti in
materiali e accessori, commerciali per l’estero e responsabili operations e controller», afferma Anna
Rita Borraccetti, partner MCS. In particolare, la ricerca riguarda specialisti in ma-
teriali e accessori, nella fascia di età 30-50
anni, per i quali è prevista una retribuzione
annua lorda tra i 50 mila e gli
80 mila euro. Ricercati anche
operations e controller, di età
tra i 35 e i 50 anni (inquadramento retributivo tra 50 mila
e 80 mila euro) e commerciali
estero, di età superiore a 35
anni, ai quali sarà proposta
una retribuzione lorda annua
tra i 60 mila e i 100 mila euro
più eventuali bonus. I Cv possono essere
mandati attraverso il sito: www.mcs-selection.it
EVENTI
Lavoro e soggetti
svantaggiati
La Fondazione Adecco per
le Pari opportunità il 20
marzo alle ore 16 organizza
a Roma il convegno
«Mercato del lavoro e
soggetti svantaggiati:
esperienze di un decennio»,
nella prestigiosa sede della
Sala delle Colonne di
Palazzo Marini presso la
Camera dei deputati, con
l’autorevole intervento dei
ministri del lavoro degli
ultimi quindici anni.
Durante l’evento sarà
presentata la ricerca
«L’inclusione nel mercato
del lavoro fra realtà e
prospettive» e sarà consegnato un riconoscimento a
sei aziende che hanno
sviluppato iniziative
virtuose di integrazione al
lavoro in collaborazione
con la Fondazione Adecco
per le Pari opportunità.
Summit
sul turismo
Ritorna l’appuntamento con
Turismo formazione
professioni summit,
un’intera giornata dedicata
a selezione del personale e a
incontri one to one. L’evento,
organizzato da Job in
Tourism, è aperto al
pubblico e consente di
candidarsi e lavorare nelle
migliori aziende del
turismo. Giunto alla sua V
edizione, l’appuntamento si
svolgerà a Milano il 29
marzo, all’interno del
Centro convegni della
provincia di Milano, in via
Corridoni 16, dalle ore 9,00
alle ore 18,00.
All’Iper Made
in Carcere
Arrivano nei 26 Iper, La
grande i, le borse realizzate dalle detenute impegnate in Made in Carcere, il
progetto di solidarietà per
il reinserimento delle detenute nel mondo del lavoro
dell’Istituto Penitenziario
Borgo San Nicola di Lecce
e della Casa di Reclusione
Femminile di Trani, realizzato in collaborazione con
la cooperativa sociale Officina Creativa. Le detenute
realizzano le borse con tessuti di scarto forniti dalle
più note firme della moda,
come quelli di Costume
National, con un duplice
obiettivo: insegnare alle
lavoratrici professionalità
utili al termine della pena
e dare un contributo alla
sostenibilità ambientale.
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72
AZIENDE
Lunedì 19 Marzo 2012
Continua l’espansione della società. Per gli assunti contratto a tempo indeterminato o apprendistato
Dal fast food chance per i giovani
McDonald’s apre 30 ristoranti che creeranno 1.500 posti
Pagina a cura
LAURA ROTA
DI
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M
cDonald’s Italia, forte di una rete di 432
ristoranti distribuiti
su tutto il territorio
nazionale e di risultati in crescita anno su anno, ha annunciato i suoi progetti di espansione
per l’anno 2012. «Quest’anno»,
dichiara Roberto Masi, ad McDonald’s Italia, «prevediamo
di aprire 30 nuovi ristoranti,
con la conseguente creazioni di
1.500 nuovi posti di lavoro, che
si aggiungeranno agli attuali
15.500 dipendenti». Nonostante il contesto macroeconomico
poco favorevole, la previsione
conferma la spinta propulsiva
di McDonald’s alla creazione
di occupazione nel paese in termini non solo quantitativi, ma
anche di qualità del rapporto di
lavoro con i suoi dipendenti.
«In questo periodo di crisi
e alto tasso di disoccupazione
giovanile», continua Masi, «ci
confermiamo come una delle
maggiori realtà aziendali in
cui viene data l’opportunità ai
giovani di inserirsi nel mercato
del lavoro. Infatti, il 61% dei
dipendenti McDonald’s è assunto con contratto a tempo
indeterminato e un altro 29%
con contratto di apprendistato che, in accordo con l’ultima
legislazione in campo contrattuale, è stato definito come la
porta d’ingresso al mondo del
lavoro giovanile».
Il risultato è che il 90% del
personale di McDonald’s è
assunto con una forma contrattuale stabile. Inoltre, la
natura informale dell’azienda la rende il posto ideale
per l’occupazione dei più
giovani: l’età media dei crew
all’interno dei ristoranti è di
28 anni e l’81% delle risorse ha un’età inferiore ai 35
anni. I lavoratori studenti
sono il 31% del totale. McDonald’s predilige candidati
di età compresa tra i 18 e i 29
anni, con spirito di squadra e
attitudine al contatto con il
pubblico, disponibili a lavorare
su turni e nei giorni festivi. La
mansione più ricercata è quella
di crew, che si occupa della cucina e del servizio in cassa. Ci
sono poi hostess e steward che
Roberto Masi
hanno il compito di accogliere
le famiglie e occuparsi dei più
piccoli, per arrivare alle figure
di maggiore responsabilità. Un
dato significativo è quello relativo all’occupazione femminile,
che viene confermato. «Ben il
60% dei nostri dipendenti», aggiunge Masi, «è rappresentato
Partelesa amplia il franchising
Partelesa fa capo a Equa spa, fondata nel capacità commerciali, dedizione al cliente
novembre 2009. Il marchio è stato registra- e lungimiranza, con una ricaduta occupato nello stesso anno, in cui è stata avviata zionale di oltre 100 unità, considerato che
l’attività operativa di franchising. Al 31 ogni agenzia impiega l’affiliato e collaboottobre 2011 Partelesa contava 4 agenzie ratori interni ed esterni, anche part-time.
di proprietà e 65 in franchising. La rete La proposta estende la possibilità di fare
dei punti assistenza è in rapida e continua business dall’assistenza del singolo citevoluzione. L’azienda offre un servizio fi- tadino, consolidando la sua propensione
nalizzato alla risoluzione
storica all’assistenza
di controversie e richiedi nuovi soggetti, quaste di risarcimento in ben
li imprenditori, arti14 settori civili e comgiani e professionisti
merciali in tempi brevi e
in genere». L’azienda
con costi ridotti. «Equa»,
offre ricorsi di vario
comunica Michele Romagenere per richiedere
gnoli, direttore franchirisarcimenti in tema
sing Partelesa, «ha messo
di liti condominiali,
a punto un nuovo progetdiritti reali (proprieto, denominato Partelesa
tà in genere, immobili,
2.0, volto a realizzare un
terreni), divisioni di
vero e proprio upgrade
beni, successioni, patti
dell’attività storica di
di famiglia, locazione,
infortunistica stradale e
comodato, affitto di
malasanità verso un vero
aziende, danno da cirMichele
e proprio nuovo business:
colazione di veicoli e
Romagnoli
l’assistenza in mediazionatanti, responsabilità
ne e conciliazione civile.
medica, diffamazione a
A partire dal 20 marzo,
mezzo stampa, contratvi sarà l’ultima tranche
ti assicurativi, bancari
di liti oggetto dell’obblie finanziari. Questo
gatorietà del tentativo di
grazie alla nuova normediazione civile ai sensi del dlgs 28/2010, mativa, che rende obbligatoria la conciliacome gli incidenti stradali e le liti condomi- zione per qualsiasi controversia nei settori
niali. Da questa data, oltre il 70% delle con- sopra citati.
troversie civili dovrà essere affrontato per
La mediazione-conciliazione può sostilegge con metodologie nuove, quali le Adr tuire un processo civile: Partelesa svolge
(alternative dispute resolution). L’obiet- un’accurata attività di consulenza, inditivo del legislatore è quello di ridurre la cando alcuni fra i migliori consulenti teclitigiosità di ogni foro ma, soprattutto, la nici e avvocati disponibili sul territorio,
durata delle controversie, stabilendo l’ob- appositamente scelti e convenzionati, con
bligo di dare una risposta entro120 giorni. il rapporto prestazioni/tariffe più convePartelesa», continua Romagnoli, «intende niente. Le proposte di affiliazione sono di
offrire questa nuova opportunità oltre che due tipi, Premium e Gold. Per i dettagli e
alla rete di professionisti esistente, anche per presentare la candidatura è possibile
a 50 nuovi imprenditori, selezionati tra visitare il nuovo portale www.partelesa.
candidati con forti doti di innovazione, info, sezione Franchising.
da donne ed è ancora più
interessante vedere che, anche nelle posizioni ai vertici
delle nostre aziende, il dato
viene mantenuto. Infatti, il
56% dei manager all’interno
dei ristoranti è composto da
donne e la metà dei direttori dei ristoranti è di sesso
femminile. Ogni direttore
guida in media un team di
40 persone e gestisce un
volume d’affari di circa 2,3
milioni di euro».
Questi dati sono i risultati
di Contiamoci, il censimento
che McDonald’s ha avviato
con la finalità di avere dati
più certi sui numeri e le
caratteristiche delle figure
che lavorano nei ristoranti.
I dati sono stati raccolti nel
2011, nei sei mesi intercorrenti tra maggio e ottobre,
grazie alla disponibilità fornita
da molti ristoranti e licenziatari
ad inserire le informazioni sulle proprie persone nel sistema
webstore. «I dati sulle previsioni di nuove aperture e di nuovi
posti di lavoro, insieme ai risultati del censimento ‘Contiamoci’», conclude Masi, «confer-
mano la straordinaria vitalità
della nostra azienda e sono la
dimostrazione che McDonald’s
investe in maniera profonda e
continua nell’economia locale
italiana, rivestendo un ruolo
importante nel mercato del lavoro, creando opportunità concrete sia in termini quantitativi
che qualitativi. Questo è vero
specialmente per i più giovani,
i ragazzi italiani, che troppo
spesso ultimamente sono vittime di un mercato del lavoro
che non permette loro di poter
costruirsi delle certezze».
McDonald’s ha ottenuto
quest’anno, per la quinta volta, il riconoscimento di Best
Workplace 2012, l’indagine che
Great Place to Work® Institute
Italia effettua annualmente per
rilevare le migliori realtà lavorative in Italia. Gli interessati a
lavorare in uno dei nuovi ristoranti della nota catena devono
visitare la sezione Lavora con
noi del sito www.mcdonalds.it
e inviare il curriculum, compilando l’apposito modulo online
in risposta alle offerte di lavoro,
oppure come candidatura spontanea.
Venti profili commerciali
per Openjobmetis
Openjobmetis è l’agenzia per il lavoro nata il 1° gennaio
2012 dalla fusione di Openjob e Metis, del loro know-how e
delle peculiarità che le hanno contraddistinte in oltre dieci
anni di attività. Realtà costantemente in crescita, Openjobmetis ha attivato su tutto il territorio nazionale la ricerca
di 20 profili commerciali che si occuperanno di: presidiare il territorio al fine di
presentare l’azienda e i
relativi servizi previsti
dalla legge in tema di
flessibilità del mercato
del lavoro, in particolare il lavoro a tempo
determinato; visitare i
clienti per consolidare
il rapporto professionale e gestire le esigenze
ricorrenti; monitorare
Rosario
il mercato e le relative
Rasizza
evoluzioni; supportare i
selezionatori nelle fasi
di reclutamento e accoglienza dei candidati e nella gestione della filiale. «Nei
momenti di contrazione», afferma Rosario Rasizza, ad, «il
mercato tende a stressare la ricerca dell’eccellenza ed è
proprio in queste fasi che si presentano ottime opportunità per le risorse di grande valore, dalla chiara identità
professionale ed eccellente reputazione, in quanto ritenute
capaci di apportare benefici indispensabili per i quali le
aziende, anche in un momento difficile, risultano disponibili ad affrontare un investimento. La nostra campagna di
reclutamento nasce da questi presupposti». Il candidato
ideale è una persona motivata ed energica, determinata
nella realizzazione degli obiettivi assegnati, orientata al
servizio e al lavoro di squadra, preferibilmente con esperienza maturata nel settore delle apl. Openjobmetis opera
attraverso una rete di 130 filiali distribuite in tutta Italia
ed una serie di divisioni specializzate dedicate a settori
specifici: sanità, industriale, banca e finanza, Gdo, i&ct e
diversity talent. Completa il quadro la società controllata
Seltis, specializzata in attività di ricerca e selezione di profili middle/top management ed executive. Per candidarsi,
inviare il curriculum all’indirizzo [email protected],
specificando nell’oggetto il riferimento ItaliaOggi.
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73
Lunedì 19 Marzo 2012
L’informazione
in tempo reale
Offro
L’informazione
in tempo reale
Lavoro
SUL VIDEOCENTER
WWW.ITALIAOGGI.IT
SUL VIDEOCENTER
WWW.ITALIAOGGI.IT
INFINITE OPPORTUNITÀ
PPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONE
Acquisti
Lombardia
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Buyer Senior
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca buyer senior per azienda leader nel
settore chimico-agrofarmaceutico. La
risorsa, rispondendo al Responsabile
Acquisti, si occuperà di: gestione fornitori, analisi mercati internazionali
e ricerca di eventuali alternative per
l’approvvigionamento; analisi offerte
e negoziazione prezzi; monitoraggio
andamento prezzi materie prime e
altri beni e servizi; definizione budget annuale. Si richiede: pluriennale
esperienza in aziende medio-grandi,
in materia di acquisti di materie prime,
beni e servizi diretti, lavorazioni industriali presso terzi, maturata in contesti
produttivi preferibilmente di aziende
chimiche; Laurea in Chimica o Ingegneria Chimica o similari; autonomia
nella gestione di progetti d’acquisto
complessi in contesti destrutturati;
buona padronanza nell’utilizzo dei
principali strumenti informatici e
sistemi gestionali; ottima conoscenza
della lingua inglese; disponibilità
ad effettuare trasferte europee ed
extra europee. La retribuzione e il
livello contrattuale saranno valutati
in base alla reale esperienza. Si offre
inserimento diretto in azienda. Sede
di lavoro: Milano. Gli annunci sono
rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: La Divisione Permanent Nord di Articolo1 Agenzia per il
Lavoro - Via Gustavo Fara, 20 – 20124
Milano - Tel 02 29534092 - Fax 02
29533524 - permanent.milano@
articolo1.it
Articolo1
Agenti e Rappresentanti
Puglia
Agente
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca 70 agenti per azienda cliente
leader nel settore telecomunicazione.
Le risorse seguono e gestiscono le attivazioni delle smart card; coinvolgono
diversi interlocutori (amministratori di
condominio, portieri, responsabili di
cantieri in costruzione) al fine di acquisire nuovi contatti per poi proporre
il servizio. Lavorano in sinergia con i
centri di attivazione servizio. Si richiede: precedente esperienza in aziende
di telecomunicazione e preparazione
tecnica nel settore di riferimento.
Sede di lavoro: Puglia. Gli annunci
OFFRO
LAVORO
PSICOLOGIA DEL LAVORO
Esperienza multiforme vendesi
Il mio curriculum è decisamente variegato! Come «venderlo» a un selezionatore?
Antonio, Belluno
Qualunque sia la nostra esperienza precedente, la candidatura
presso una nuova realtà aziendale e la conseguente «prova del
nove» rappresentata dal colloquio di selezione dovranno prevedere la valorizzazione della professionalità acquisita, tanto
più se quest’ultima risulti il frutto di contesti diversi.
Il rinforzo del proprio profilo professionale e l’evidenziazione
delle corrispondenze rispetto alla posizione aperta saranno
gli elementi primari sui quali puntare: all’azienda interesserà constatare in quale misura le caratteristiche relative alle
precedenti esperienze possano essere trasferite agevolmente
nel nuovo ruolo.
Quindi, prima di affrontare il colloquio, sarà opportuno stilare
un elenco di punti di contatto, ai quali aggiungere le competenze trasversali che si ritiene ci appartengano (facilità di
relazione, flessibilità, capacità di leadership, doti organizzative
e altre). Tali aspetti della nostra personalità saranno preziosi
per evitare di indurre l’impressione di una storia lavorativa
irregolare.
L’importante sarà l’offrire al selezionatore argomentazioni logiche sulle quali basare la scelta, dimostrando come un’esperienza ricca di sfumature possa essere maggiormente interessante rispetto ad un’altra costruita entro un unico ambito
professionale.
Naturalmente, si dovranno evidenziare anche gli ingredienti
specialistici dei differenti ruoli ricoperti, sempre, però, mettendo in luce quelli che più risultino in linea con la posizione
aperta.
Se le nostre esperienze lavorative siano state, per lo più, di
breve durata, dovremo essere attenti a non dare l’idea di persone che, di volta in volta, siano ripartite da zero. Individuiamo,
dunque, un filo conduttore tra le molteplici vicende professionali pregresse e comunichiamo con sincerità e trasparenza le
nostre motivazioni al selezionatore. Sarà premiante, soprattutto, che ciò non emerga solo in sede di colloquio, ma trapeli
già dal cv e dalla lettera di presentazione.
Angelo Boccato - [email protected]
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate
possono inviare
i
i i
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1 Agenzia
per il Lavoro – Via Crispi,78/b 74100
Taranto - Tel 099 4532080 - Fax 099
9941706 - [email protected]
Articolo1
Agente di commercio
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca agente di commercio per
aziende operanti nel settore delle
telecomunicazioni. Il candidato ha
maturato una precedente esperienza
in aziende operanti nel settore delle
telecomunicazioni. La risorsa si occuperà della ricerca e dello sviluppo
di nuovi clienti, nell’area business, al
fine di acquisire gli stessi per proporre
i servizi offerti e concludere i contratti.
È imprescindibile essere possessori di
partita IVA e agenti monomandatari.
B
fi PC portatile.
il Il rapporto di
Benefit:
lavoro avverrà direttamente con la
committenza. Sede di lavoro: Bari.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1
Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio
Emanuele, 171 – 70122 Bari - Tel 080
5282487 - Fax 080 5243185 - bari@
articolo1.it
Articolo1
Biologia e Chimica
Lombardia
Tecnici di laboratorio Junior
La Divisione Specializzata ChimicoFarmaceutica di Articolo1 (UnoHolding), Agenzia per il Lavoro, ricerca
I SETTORI
Accquisti
LE OFFERTE
73
Aggenti e Rappresentanti
73
Biologia e Chimica
73
Coommercio
73
Coontabilità
74
Grafici
74
Informatica
74
Inggegneri
76
Loogistica
76
Manager
M
76
Prroduzione
77
Sa
anità
77
Seegreteria
77
Teecnici
79
5 ttecnici di laboratorio junior. Le
riso
orse si occuperanno di: creazione
risorse
rice
ricette di nuovi cosmetici a partire
dal
dalle indicazioni del cliente (date dal
res
responsabile di laboratorio e dall’uffici
ficio marketing); analisi di laboratori
torio e test sui prodotti; Si richiede:
dip
diploma o Laurea in chimica (o titoli
equ
equivalenti); esperienza di 2/3 anni
nel ruolo, in aziende settore cosmetico
tico, con particolare riferimento alle
em
emulsioni; esperienza in reparto di
rice
ricerca e sviluppo; affidabilità e auton
tonomia nel lavoro. Sede di lavoro:
Cre
Crema. Gli annunci sono rivolti a
can
candidati ambosessi. Le persone
inte
interessate possono inviare un dettag
tagliato curriculum indicando il riferi
ferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1, Agenzia
per il Lavoro - permanent.milano@
articolo1.it
Articolo1
Tecnici di laboratorio Senior
La Divisione Specializzata ChimicoFarmaceutica di Articolo1 (UnoHolding), Agenzia per il Lavoro, ricerca
2 tecnici di laboratorio senior. I
candidati si occuperanno di: creazione ricette di nuovi cosmetici a
partire dalle indicazioni del cliente
(in collaborazione con l’ufficio
marketing); analisi di laboratorio e
test specifici sui prodotti; gestione
e coordinazione del team di laboratorio; Si richiede: diploma o Laurea
in chimica (o titoli equivalenti);
esperienza pluriennale nel ruolo in
aziende settore cosmetico, con particolare riferimento alle emulsioni;
I professionisti, gli enti e le aziende che volessero segnalare
le proprie offerte di lavoro possono inviare le richieste al numero di fax
o all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]
periti meccanici/elettrici, promoter commerciale, commerciali
estero, disegnatori meccanici,
consulenti del lavoro, responsabili di produzione, perito
chimico, proposal engineer,
operatori cnc, ingegneri, addetto gestione commesse per
Giornale di Brescia
commerciali, educatori-educatrici, periti elettronici, programmatore macchine cnc, addetti
reparto settore gdo, magazzinieri, edilizia, financial reporter, operatori di sportello, periti
meccanici, capo officina, controllo qualità, cassieri per
Openjob
ingegneri meccanici, ingegneri
aerospaziali, ingegneri aeronautici, analista strutturale,
analista fluidodinamico, montatori aeronautici, manutentori
aeronautici, system engineer,
commercio, ingegnere elettronico/meccanico, ingegnere
gestionale, autisti, addetto alla
logistica, commerciali, operatori sociosanitari, geometri,
buyer tattico, operatori cnc, ingegneri termotecnici, programmatori macchine cnc, contabili,
responsabili di cantiere, ispettori nella ristorazione, sales
promoter, tecnico gestore di
commessa per Articolo1
affidabilità e autonomia nel lavoro;
capacità di gestione di altre risorse.
risorse
Sede di lavoro: Crema. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi.
Le persone interessate possono
inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione
al trattamento dei dati personali a:
Articolo1, Agenzia per il Lavoro [email protected]
Articolo1
Commercio
Lazio
Responsabile Rete
Commerciale Esercenti VLT
La Divisione Specializzata Intrattenimento di Articolo1 Agenzia per il
Lavoro (UnoHolding Family) ricerca
un responsabile rete commerciale
esercenti VLT per un’importante
azienda operante nel settore giochi e
intrattenimento a Roma. Il candidato,
rappresentando il punto di raccordo
fra la direzione commerciale e gli ac-
02/58317598
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
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O F F R O L AVO R O
Lunedì 19 Marzo 2012
count presenti su territorio nazionale,
si occuperà di seguire e implementare
le attività di sviluppo commerciale del
prodotto VLT attraverso la creazione
di un’efficace strategia territoriale e la
gestione della rete commerciale dedicata ai punti vendita (bar, tabaccherie,
sale giochi etc.) di rilevanza strategica
per l’azienda. Sarà responsabile, inoltre, della gestione di tutte le attività
commerciali connesse allo sviluppo
della linea di business VLT nei punti
vendita sia per quanto riguarda le
azioni commerciali e promozionali sia
riguardo al perseguimento degli obiettivi assegnati alla rete commerciale
e le attività post vendita. Si richiede
esperienza in posizione analoga di
almeno 5 anni maturata in società di
servizi modernamente organizzate
operanti nella distribuzione e vendita
di beni e servizi a punti vendita Retail.
Completano il profilo doti organizzative e gestione di un team di persone.
Descrizione delle principali attività/
responsabilità: collaborare con la direzione commerciale nella definizione
delle strategie commerciali attraverso
lo sviluppo di piani idonei a raggiungere gli obiettivi di vendita e customer
satisfaction; conoscere e analizzare le
esigenze della clientela e le caratteristiche del territorio in cui opera la
società. Selezionare, nell’ambito della
rete distributiva diretta, i migliori punti
vendita per la commercializzazione
del prodotto; gestire efficacemente i
processi di contrattualizzazione del
punto vendita e le attività necessarie
all’acquisizione delle successive autorizzazioni; supportare il punto vendita
nel rafforzare la capacità commerciale
programmando e implementando
le attività di comunicazione, visual
merchandising e promozione del prodotto; programmare il fabbisogno della
rete commerciale in termini di risorse
finanziarie e umane necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati
attraverso l’elaborazione di piani economici e di investimento; organizzare
il team commerciale assegnando le
zone di attività ai diversi componenti
e definendo per ciascuno di essi gli
obiettivi di risultato e assicurando uno
standard elevato di servizio al cliente.
Monitorare periodicamente il grado
di attuazione dei piani, analizzando
eventuali scostamenti e ponendo in
essere le opportune azioni correttive.
Supportare il team commerciale coordinandone l’attività e monitorando
il raggiungimento degli obiettivi. Si
offre: contratto a tempo indeterminato
con inquadramento commisurato alla
reale esperienza del candidato. Sede di
lavoro: Roma. Gli annunci sono rivolti
a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato
curriculum indicando il riferimento
alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali
a: Articolo1, Agenzia per il Lavoro.
S.p.A. - [email protected]
Articolo1
Lombardia
Commerciale estero
Openjobmetis Spa filiale di Chiari
ricerca per azienda di Cologne (BS)
commerciale estero ottimo inglese e
buono spagnolo/portoghese. E’ richiesta una precedente esperienza in analoga mansione. La persona dovrà occuparsi di spedizioni con l’estero. Lavoro
full-time, automunito/a, preferibilmente residente in zona. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse e
l’autorizzazione al trattamento dei dati
personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Viale Marconi, 3 - Chiari
- Tel 0307101117 - Fax 0307012012
- [email protected]
Openjobmetis S.p.A
Impiegato commerciale
Randstad Italia SpA, filiale di Erba,
ricerca un impiegato commerciale per
inserimento all’interno dell’ufficio
estero presso un’azienda cliente della
zona di Inverigo. Si richiede ottima
conoscenza della lingua inglese e gradita conoscenza della lingua francese.
Fondamentale il buon uso Pc. Orario di
lavoro a tempo parziale pomeridiano:
dalle 13.30/14.00 alle 17.30/18.00.
Durata contratto: contratto iniziale a
tempo determinato con prospettiva
di assunzione definitiva in azienda.
Gli annunci sono rivolti a candidati
Telefono 02-58219.1 - e-mail: [email protected]
Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58219209)
Direttore Marino Longoni (02-58219207)
Redazione: Silvana Saturno (02-58219378)
Roxy Tomasicchio (02-58219335)
Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile)
ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598;
00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.
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FAX VERDE
800-822196
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale
Randstad Italia SpA Erba - Corso
XXV Aprile, 74 - 22036 Erba - Tel
031 640768 - Fax 031 3338482 - erba.
[email protected]
Randstad Italia SpA
Impiegato
commerciale estero
Openjobmetis S.p.A, agenzia per il
lavoro, ricerca impiegato commerciale
estero diplomato o laureato in scienze
dell’alimentazione, biologia o veterinaria. Disponibile all’apprendimento
e a trasferte all’estero. Ottima conoscenza della lingua inglese. Zona di
lavoro: Gadesco Pieve Delmona (Cr).
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione
al trattamento dei dati personali a:
Openjpobmetis S.p.A. - Agenzia per
il Lavoro - Filiale Di Pontevico - Via
XX Settembre, 91 - 25026 - Pontevico
(BS) - Tel 030/9306153 - pontevico@
openjob.it
Openjobmetis S.p.A
Contabilità
Lombardia
Contabile con esperienza
Openjobmetis Spa filiale di Chiari
ricerca per azienda di Castelcovati
(BS) operante nel settore edile contabile con esperienza fino al bilancio
per inserimento nell’ufficio area
bilanci, buon utilizzo pc, disponibilità immediata, lavoro full-time.
Contratto iniziale con l’agenzia e
successiva possibilità di inserimento
in azienda. Gli annunci sono rivolti
a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un
dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Openjobmetis SpA
- Filiale di Chiari - Viale Marconi,
SENATO DELLA REPUBBLICA
Estratto di bando di gara - procedura
accelerata
Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del
9 marzo 2012, n. S-48, e nella Gazzetta ufficiale
della Repubblica italiana del 14 marzo 2012,
n. 31, V serie sp., è stato pubblicato il bando
relativo alla procedura ristretta accelerata in due
lotti per l’affidamento in appalto, per un periodo
di tre anni, del servizio di monitoraggio stampa
quotidiana e periodica (Lotto 1) e del servizio di
monitoraggio radiotelevisivo (Lotto 2) per il Senato
della Repubblica, da aggiudicare con il criterio
dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Il valore stimato dell’appalto, per i 36 mesi di
durata del contratto, è di euro 1.350.000,00, IVA
esclusa. Le domande di partecipazione dovranno
pervenire entro le ore 15 del 4 aprile 2012,
secondo le modalità indicate nel bando. Il bando e
la modulistica allegata sono pubblicati anche sul
sito internet dell’Amministrazione (www.senato.it,
link ‘bandi di gara’). Punto di contatto: Senato
della Repubblica, Servizio del Provveditorato
– Ufficio per le gare ed i contratti, Piazza S.
Eustachio, 83 - 00186 Roma, tel.: 06.67065358 fax: 06.67065364 - e-mail: [email protected] PEC: [email protected].
Il Consigliere parlamentare reggente
Avv. Barbara Giuliani
Ogni settimana [email protected] offre ai suoi lettori il più completo servizio di
segnalazione delle opportunità di accesso e di mobilità nel mondo del lavoro. Tutte le segnalazioni sono suddivise per settore. All’interno di questa
classificazione il lettore potrà individuare, nel modo più rapido, la regione
in cui preferirebbe svolgere la propria attività e lì cercare le offerte di lavoro
3 - Chiari - Tel 0307101117 - Fax
0307012012 - [email protected]
Openjobmetis S.p.A
Puglia
Impiegato
per il controllo di gestione
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca
impiegato per il controllo di gestione
per azienda operante nel settore metalmeccanico. Il prescelto si occuperà di:
controllo di gestione; bilancio annuale
e mensile; fatturazione, scritture contabili, liquidazione IVA, dichiarazione
intrastat; analisi degli scostamenti;
budget e forecast; controllo e valutazione degli investimenti; controllo
saldi contabili; contabilità industriale;
analisi dei flussi finanziari. Si richiede:
Laurea in Economia e commercio o in
Ingegneria Gestionale; perfetta padronanza della lingua inglese sia parlata
sia scritta. Si offre contratto a tempo
determinato con finalità di inserimento. Zona di lavoro: Bari. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1 Agenzia per
il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele,
171 – 70122 Bari - Tel 080 5282487 Fax 080 5243185 - [email protected]
Articolo1
Grafici
Lombardia
Disegnatore grafico
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca disegnatore grafico per azienda metalmeccanica. Il candidato si occuperà
dell’elaborazione di disegni grafici e
del rendering legato alle commesse ed
ai prodotti. Nello specifico si occuperà
di progettazione e sviluppo degli
elaborati grafici quali decorazioni ed
elementi da interno / da esterno. Si
richiede: Diploma di perito grafico
o di maturità associato a specializzazioni in campo grafico, precedente
esperienza in analoga mansione in
aziende industriali di almeno 3 anni.
Buona conoscenza programmi di grafica, del pacchetto Office e della lingua
inglese, preferibilmente utilizzo ERP
SAP/R3. Si offre contratto a tempo
determinato di 6 mesi per sostituzione
maternità. Sede di lavoro: Filago (Bg)
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
Informatica
Campania
Programmatore
IBM Websphere
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca 2 programmatori IBM Websphere per azienda leader nel settore
informatico. Le risorse, riportando
direttamente al cliente si occuperanno di: creare programmi capaci
di permettere attraverso una piattaforma una celere comunicazione tra
cliente e fornitore; manutenzione
della piattaforma creata; integrare e
automatizzare i processi di business.
Si richiede: pluriennale esperienza con
l’utilizzo del software WEBSPHERE,
portfolio di progetti sviluppati e finiti,
laurea in informatica. Si offre contratto
di somministrazione di sei o dodici
mesi con buone possibilità di inserimento. La retribuzione e il livello
contrattuali saranno commisurati alla
reale esperienza. Sede di lavoro: Napoli Centro Direzionale. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1 Agenzia
per il Lavoro - Via G. Porzio, 4 Isola
G1 Centro Direzionale – 80143 Napoli - Tel 081 19562800 – Fax 081
19562804 – [email protected]
Articolo1
Lazio
Addetto Help Desk
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 10 addetti help desk. La risorsa
si occuperà di fornire assistenza alle
aziende del settore; in particolare; di
installazione e assistenza terminali
di gioco, video informazione, configurazione software e hardware. Si
richiede: disponibilità a lavorare su
turni, nella fascia oraria 7-23, anche
nel fine settimana e nei giorni festivi
Diploma di scuola media superiore
o Laurea; Competenze tecniche,
Conoscenza informatica dei sistemi
operativi MS Windows, Conoscenza
COMUNE DI GENOVA
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ESTRATTO DI AVVISO DI GARA
Si rende noto che il giorno 18/04/2012 alle ore 9,30 presso una sala del Comune di Genova avrà luogo
una procedura aperta per conferimento in appalto del servizio di Pulizia presso gli Uffici Giudiziari
per il periodo 01/07/2012 - 30/06/2013 da aggiudicarsi con le modalità di cui all’art. 83 del D.Lgs.
163/2006 e s.m.i. per il complessivo importo di Euro 757.500,00 comprensivo degli oneri della sicurezza da
interferenze ed al netto dell’IVA.
Le offerte, complete della documentazione richiesta dal bando di gara, dovranno pervenire entro il
16/04/2012 ore 12,00.
Il bando integrale, affisso all'Albo Pretorio del Comune, è stato inviato alla G.U.C.E. il 06/03/2012, è in
corso di pubblicazione sulla G.U.R.I. ed è ritirabile presso il Settore Gare e Contratti – Via Garibaldi, n. 9
– Tel. 0105572292 – Fax 0105572240 nonché ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 70 comma 9 del D.Lgs.
163/2006 scaricabile dal sito internet www.comune.genova.it e www.appaltiliguria.it
IL DIRIGENTE
Dott.ssa Cinzia MARINO
evidenziate dallo spoglio degli annunci. La sua ricerca, a livello regionale,
risulterà agevolata dalla possibilità di selezionare solo quegli annunci che
interessano le qualifiche e le esperienze professionali già maturate. Per
esempio, un ingegnere minerario residente in Veneto che intenda trovare
una nuova occupazione come consulente di una impresa petrolifera, dovrà
OFFRO LAVORO, esercitando il diritto di cronaca, mette anche puntualmente in evidenza gli annunci
e le segnalazioni di possibilità di occupazione pubblicati sulla stampa italiana, nazionale e locale,
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1
Agenzia per il Lavoro – Viale Betelli,
35/37 - 24044 Dalmine (BG) - Tel 035
567381 - Fax 035 4512569 - [email protected]
Articolo1
semplicemente ricercare nelle pagine seguenti, all’interno della sezione
dedicata agli «Ingegneri» il sottotitolo riservato alle opportunità offerte in
«Veneto» e, all’interno di questo, tutte le segnalazioni che richiedono un
«Consulente». Avrà così, in un semplice colpo d’occhio, tutte le offerte
presenti sul mercato che lo riguardano direttamente.
sulle riviste specializzate e sui più prestigiosi organi di informazione internazionale.
Ogni annuncio si intende diretto indistintamente a uomini e donne.
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O F F R O L AVO R O
Lunedì 19 Marzo 2012
75
Reyl (Lux) Global Sicav
www.reyl.ch
Valori al
15/03/2012
Elite France-Europe B
EUR
91,54
Em Mkts Eq B($)
USD
136,42
Em Mkts Eq F($)
USD
135,49
Em Mkts Eq J(Chf)
CHF
120,57
Em Mkts Eq L
EUR
137,60
European Equities B
EUR
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Valori al 16/03/2012
218,78
European Equities C(Chf)
CHF
199,46
European Equities D($)
USD
217,4600
European Equities F
EUR
213,36
European Equities H
EUR
206,88
Long/Short Em.Mkts Eq B ($)
USD
102,16
Long/Short Em.Mkts Eq E
EUR
101,97
Long/Short European Eq B
EUR
Long/Short European Eq D ($)
USD
99,35
North American Eq. B($)
USD
161,26
North American Eq. E
EUR
152,6000
Ivy Asset Strategy A1
EUR1150,8600
Japan A1
EUR
US Large Cap Value A1
EUR 1075,19
W&R Science & Technology A1
EUR 1090,40
584,51
98,93
North American Eq. F($)
USD
158,2400
North American Eq. G
EUR
148,6900
North American Eq. H($)
USD
148,8000
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Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.
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Unidesio 760125
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Unidesio 760133
Unidesio 760137
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Unidesio 760140
Unidesio 760141
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Unidesio 760145
Unidesio 760147
Unidesio 760149
Unidesio 760150
Unidesio 760156
Unidesio 760157
Unidesio 760158
Unidesio 760159
Unidesio 760160
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09/03/2012
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09/03/2012
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Unidesio 760167
10,366
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Unidesio 760168
10,573
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Unidesio 760169
10,769
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Unidesio 760170
10,477
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Unidesio 760171
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09/03/2012
Unidesio 760173
10,2470
09/03/2012
Unidesio 760174
10,4870
09/03/2012
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09/03/2012
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Unidesio 760182
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Unidesio 760184
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Unidesio 760185
10,522
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Unidesio 760186
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Unidesio 760187
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Unidesio 760188
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Unidesio 760189
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Unidesio 760191
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Unidesio 760192
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Unidesio 760193
10,537
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Unidesio 760198
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Unidesio 760201
10,457
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Unidesio 760202
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Unidesio 760203
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Unidesio 760205
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Unidesio 760206
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Unidesio 760207
10,000
27/02/2012
10,075
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10,382
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8,655
09/03/2012
10,545
09/03/2012
Unidesio Obblig.
Breve Termine
Unidesio Obblig.
Medio Termine
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I PROGRAMMI TV E RADIO DI CLASS EDITORI
CANALE 27
Canale 30
Canale 55
7.00 Primo Tempo News - Notizie in diretta
11.00 The Education of Ms Groves
«Un’insegnante alle prime armi»
13.05 Law&Order - Serie TV
«A qualunque costo»
14.00 Primo Tempo - Attualità
«Assistenza anziani»
16.00 Tg Giorno
17.05 Class Meteo Show - di S. Giacomin
«Caccia ai raggi cosmici»
17.40 Storm Riders - Serie TV
19.30 Punto e a Capo
Le notizie del giorno attraverso i Tg
21.05 Quelli del Lunedì - Calcio
Il calcio raccontato dai tifosi
22.40 Law&Order - Serie TV
«Dietro le quinte»
23.35 Film Primo Piano
«Sangue facile» - Thriller
Con F. McDormand (1984)
7.00 Caffè Affari
9.00 Linea Mercati Mattina
10.30 5 Giorni sui Mercati - Con M. Valerio
Ospiti S. Preda, M. Cecchi de Rossi
e M. Milano
11.40 The Leaders - Di S. Luciano
Ospite S. Bertolini (Assirm)
12.20 Analisi Tecnica
Intervenitechiamandolo02.582.195.85
13.30 Bussola Economica
14.00 Linea Mercati Wall Street
15.10 Universiadi del Trading
17.00 Linea Mercati Pomeriggio
18.00 Report - Il Tg della Finanza
Ospiti M. Fortuzzi (IDeA Sim)
e C. Bellon (Vontobel)
19.05 Desk China
21.00 Linea Mercati Notte
22.30 Italia Oggi Tg
Il Tg dedicato ai professionisti
Design&Living
Il gusto del Made in Italy
Top Lot
Le aste in diretta
Ride&Drive
Tutte le novità per un viaggio
straordinario
My Tech
La tecnologia utile di tutti i giorni
Tempo di Lusso
Vivere e conoscere ciò che fa la
differenza
Sapori&Profumi
Ecco le eccellenze culinarie
Nautilus
Il piacere di leggere
Art TV
Il mondo dell’arte
7.00
7.10
8.30
9.30
11.00
8.00 Parelli Natural Horsemanship
«La doma naturale»
11.20 Class Horse TV Live
«Le interviste e gli amici di FB»
11.45 Special Class: Karin Donkers
«I successi dell’amazzone belga»
12.00 Class Horse Tg
12.30 Le Avventure del Cavaliere Errante
«Il baricentro di cavallo e cavaliere»
14.45 Class Horse TV Live
«Rassegna stampa e amici di FB»
17.00 Class Horse TV Live
«Le interviste e gli amici di FB»
18.00 Class Horse Tg
18.30 Vintage
«Viaggioneltemponelmondoequestre»
19.00 LIVE Talk Show Attualità
«Test event»
21.00 Reem Acra FEI World Cup
«IX tappa Dressage da Goteborg»
Unidesio Azionario
Area Euro
Unidesio Azionario
Internazionale
Canale 56
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Class A USD
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Class I GBP
Class I USD
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13,99 14/03/2012
11,6100 14/03/2012
18,2100 14/03/2012
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1587,1700
12,36
10,2700
16,1700
12,5600
10,4400
16,4300
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14/03/2012
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11.30
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18.00
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20.00
20.10
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e Borse Europee
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Musica classica e aggiornamenti
sul traffico, meteo, borsa,
oroscopo, sport
15.30 Apertura Wall Street
Con Andrea Fiano da New York
16.00 Ultimo Grido
Le novità della classica
17.30 Chiusura Piazza Affari
e Borse Europee
18.00 Punto Piazza Affari
Linea diretta con gli ascoltatori
18.30 Acquarello show
20.00 Onda della Sera
I grandi concerti
22.00 Onda della Notte
I grandi concerti
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di rete (TCP/IP), Networking (Router,
Switch), Adsl, Isdn. Si offre: contratto
di somministrazione iniziale con
successiva assunzione diretta da parte
dell’azienda. Gli annunci sono rivolti
a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato
curriculum indicando il riferimento
alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali
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Roma - Tel 06 788 511 86 - Fax 06 78
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Articolo1
Data Base Administrator
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O F F R O L AVO R O
Lunedì 19 Marzo 2012
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca
data base administrator. Il candidato
avrà le seguenti mansioni: gestione
di tabelle ed indici, partizionamento
e file group, performance e tuning,
procedure di backup e recovery,
Stored Procedure e query in T-SQL.
Si ricvhiede: esperienza in ambiente
cluster, in configurazioni di mirroring
e log shipping, nella migrazione da
SQL server 2005 a SQL Server 2088,
conoscenza della lingua inglese, scritta
e parlata. Si offre inserimento diretto
in azienda retribuzione commisurata
all`esperienza. Gli annunci sono rivolti
a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato
curriculum indicando il riferimento
alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali
a: Articolo1, Agenzia per il Lavoro.
S.p.A. - Via Cassiodoro 19 - 00193
Roma - Tel 06 788 511 86 - Fax 06 78
39 03 49 - [email protected]
Articolo1
Programmatore Net
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 2 Programmatori Net. La risorsa
riporta direttamente responsabile IT,
si occuperà di analisi di dettaglio e/o
dell’implementazione di nuovi progetti con tecnologia.NET. Ulteriore compito sarà costituito della manutenzione
evolutiva di alcuni progetti già consolidati, sviluppati con tecnologia.NET
(C# e ASP.NET) su database MS SQL
Server 2005-2008. Si richiede: buona
conoscenza della lingua inglese scritta
e orale, capacità di analisi e propensione agli obiettivi. Si offre contratto di
inserimento in azienda, commisurato
all’esperienza maturata. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1, Agenzia
per il Lavoro. S.p.A. - Via Cassiodoro
19 - 00193 Roma - Tel 06 788 511
86 - Fax 06 78 39 03 49 - roma2@
articolo1.it
Articolo1
Sistemista di Rete
e Sicurezza Informatica
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 2 sistemisti di rete e sicurezza
informatica. La risorsa dovrà definire
le politiche di sicurezza aziendale; supportare tecninamente l’infrastruttura d
rete IP (LAN, MAN, WAN); gestire
tutti gli apparati di networking (router,
switch, firewall).Si richiede: Diploma
o Laurea in discipline tecniche e
informatiche o equipollenti; ottima
conoscenza dei Firewall Checkpoint;
esperienza nella configurazione di Router e Swtch; esperienza nella gestione
e configurazione di sistemi operativi
Microsoft per Server; esperienza in
gestione della sicurezza dei sistemi
IT; ottima conoscenza delle reti IP, dei
protocolli di routing dinamico (OSPF,
BGP, RIP) reti MPLS e connessioni
VPN; buona conoscenza degli apparati
di rete CISCO; esperienza di almeno 3
anni nel ruolo. La proposta contrattuale
e la retribuzione saranno commisurati
al profilo del candidato. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1, Agenzia
per il Lavoro. S.p.A. - Via Cassiodoro
19 - 00193 Roma - Tel 06 788 511
86 - Fax 06 78 39 03 49 - roma2@
articolo1.it
Articolo1
Sistemista IT
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca
2 sistemisti IT. Si richiede: Diploma in
materie tecniche o laurea in ingegneria
informatica, un’esperienza comprovata
di almeno 3/4 anni nel ruolo, buona
conoscenza della lingua inglese, disponibilità a turni, trasferte e reperibilità
notturna. La proposta contrattuale e
la retribuzione saranno commisurati
alla reale esperienza del candidato.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1,
Agenzia per il Lavoro. S.p.A. - Via
Cassiodoro 19 - 00193 Roma - Tel
06 788 511 86 - Fax 06 78 39 03 49 [email protected]
Articolo1
Sviluppatore Web
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca 4 sviluppatori web. Il candidato possiede una provata esperienza
in analisi e sviluppo software sulla
piattaforma Windows e ha l’obiettivo
di gestire il disegno, lo sviluppo e
la qualità di complesse soluzioni IT
rivolte a clienti del mondo del betting
e viedeolottery, basate principalmente
sulla tecnologia e sulla piattaforma
Microsoft.Net. Si richiede: Diploma
di scuola media superiore o Laurea
in materie informatiche / scientifiche,
esperienza comprovata nel ruolo di
almeno tre anni; gradite certificazioni
Microsoft. Si offre: contratto a tempo
determinato di 1 anno con possibilità
di proroghe; la proposta economica
sarà commisurata alla reale esperienza del candidato. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1, Agenzia
per il Lavoro. S.p.A. - Via Cassiodoro
19 - 00193 Roma - Tel 06 788 511
86 - Fax 06 78 39 03 49 - roma2@
articolo1.it
Articolo1
Lombardia
Help Desk
Openjobmetis S.p.A, agenzia per il
lavoro, ricerca help desk con esperienza help desk oppure sistemistiprogrammatori. Buona capacità di
gestione del cliente. Conoscenza
Microsoft, SQL Server e linguaggi
di scripting. Ottima conoscenza della
lingua inglese. Disponibile a orari
giornalieri flessibili. Zona di lavoro:
Cremona. Gli annunci sono rivolti a
candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato
curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali
a: Openjpobmetis S.p.A. - Agenzia per
il Lavoro - Filiale Di Pontevico - Via
XX Settembre, 91 - 25026 - Pontevico
(BS) - Tel 030/9306153 - pontevico@
openjob.it
Openjobmetis S.p.A
Toscana
Analista programmatore
Java Enterprise
La Divisione Specializzata ICT di
Articolo1, Agenzia per il Lavoro,
UnoHolding Family, ricerca 5 analisti
programmatori Java Enterprise. La
risorsa avrà il ruolo di realizzare interventi evolutivi riguardanti componenti
sw J2EE/J2ME/C++. Il Candidato
ideale ha ottima conoscenza di: linguaggi Java (J2EE/J2ME/Android)
e C++; sistema operativo Linux, db
PostgreSQL, applicativa di Geoserver, Openlayers, OpenStreetMap;
algoritmi di ottimizzazione (lineare
ed euristica). Si richiede: Laurea
tecnico/scientifica di secondo livello;
precedente esperienza in ricerca operativa per la manutenzione evolutiva
di applicazioni di infomobilità. Sede
di lavoro: Firenze. Gli annunci sono
rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un
dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e
l’autorizzazione al trattamento dei dati
personali a: Articolo1 Agenzia per il
Lavoro - Via Gordigiani, 56/C - 50127
- Firenze - [email protected]
Articolo1
Web Master
La Divisione Specializzata ICT di Articolo1, Agenzia per il Lavoro, UnoHolding Family, ricerca 6 web master.
La risorsa si occuperà di progettazione
e sviluppo siti internet. Si richiede:
conoscenza dei linguaggi di Scripting
Javascript, JSP e Mark-up HTML;
Laurea in scienze dell’informazione.
Precedente esperienza nella mansione.
Sede di lavoro: Firenze. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare un
dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e
l’autorizzazione al trattamento dei dati
personali a: Articolo1 Agenzia per il
Lavoro - Via Gordigiani, 56/C - 50127
- Firenze - [email protected]
Articolo1
Ingegneri
Lazio
Project Manager
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca
project manager. Il candidato si occuperà di pianificazione, monitoraggio e
controllo in ambiente multiprogetto.
Si richiede: Laurea in ingegneria
gestionale o informatica o cultura
equivalente; esperienza comprovata
di almeno 5 anni nel ruolo, svolto
presso realtà del settore gioco o presso
aziende di consulenza. La proposta
contrattuale e la retribuzione saranno
commisurati alla reale esperienza del
candidato. Gli annunci sono rivolti a
candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato
curriculum indicando il riferimento
alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali
a: Articolo1, Agenzia per il Lavoro.
S.p.A. - Via Cassiodoro 19 - 00193
Roma - Tel 06 788 511 86 - Fax 06 78
39 03 49 - [email protected]
Articolo1
Lombardia
Disegnatore meccanico
Randstad Italia SpA, filiale di Erba,
ricerca, per azienda metalmeccanica,
un disegnatore meccanico da inserire
all’interno dell’ufficio tecnico / ricerca
e sviluppo. Si richiede diploma ad
indirizzo meccanico o laurea di primo
livello, nonchè una minima esperienza
pregressa nel ruolo e ottima conoscenza di programmi per la progettazione
meccanica 2d e 3d. Preferibile conoscenza ProE. Inserimento diretto in
azienda. Gli annunci sono rivolti a
candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato
curriculum indicando il riferimento
alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali
a: Filiale Randstad Italia SpA Erba
- Corso XXV Aprile, 74 - 22036 Erba
- Tel 031 640768 - Fax 031 3338482 [email protected]
Randstad Italia SpA
Ingegnere elettronico
Randstad Italia SpA, filiale di Erba,
ricerca, per azienda del settore elettrotecnico/elettronico, un ingegnere
elettronico per inserimento all’interno
dell’ufficio tecnico. E’ richiesto il titolo di studio in ingegneria elettronica
e ottime competenze informatiche.
L’attività alla quale sarà adibita la risorsa è la progettazione di software per
la programmazione plc (applicazione
automazione industriale). Lavoro
full-time con richiesta disponibilità al
lavoro straordinario. Contratto iniziale
di somministrazione a tempo determinato con prospettiva di inserimento
definitivo in azienda. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Filiale Randstad
Italia SpA Erba - Corso XXV Aprile,
74 - 22036 Erba - Tel 031 640768
- Fax 031 3338482 - erba.aprile@
it.randstad.com
Randstad Italia SpA
Perito elettrotecnico Ingegnere elettrico
Randstad Italia SpA, filiale di Erba,
ricerca perito elettrotecnico o ingegnere elettrico per inserimento in ufficio
tecnico. La persona inserita si occuperà all’interno dell’ufficio di progettazione di impianti di distribuzione
dell’energia elettrica sia civili che
industriali e della gestione del cliente,
compresa l’elaborazione dei preventivi e la gestione dell’avanzamento
lavori di cantiere. Gradita esperienza
maturata nel ruolo. Full-time. Zona di
lavoro Erba e Lombardia. Durata contratto: iniziale tempo determinato più
proroghe e prospettiva di inserimento.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale
Randstad Italia SpA Erba - Corso
XXV Aprile, 74 - 22036 Erba - Tel
031 640768 - Fax 031 3338482 - erba.
[email protected]
Randstad Italia SpA
Piemonte
Disegnatore Autocad 3D
Randstad Italia SpA, filiale di Borgosesia, ricerca disegnatore Autocad 3D
con pregressa esperienza nella mansione, meglio se proveniente dal settore meccanotessile, con conoscenza di
Autocad 2D ed Inventor. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Filiale Randstad Italia
Spa - Via XX Settembre 13 – 13011
Borgosesia (VC) - Tel 0163/209239
- Fax 0163/209232 - [email protected]
Randstad Italia SpA
Neolaureati in possesso
di una laurea magistrale
in ambito tecnico – scientifico
Randstad Italia SpA, filiale di Borgosesia, ricerca neolaureati in possesso
di una laurea magistrale in ambito
tecnico – scientifico: matematica,
fisica, scienze dei materiali, chimica,
ingegneria da inserire presso azienda
metalmeccanica tramite un master
finanziato. La risorsa inserita sarà
assunta con contratto a tempo determinato di 24 mesi, seguirà un percorso
formativo presso l’Università e svilupperà una formazione tecnica sul lavoro
presso l’azienda cliente. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Filiale Randstad Italia
Spa - Via XX Settembre 13 – 13011
Borgosesia (VC) - Tel 0163/209239
- Fax 0163/209232 - [email protected]
Randstad Italia SpA
Logistica
Lombardia
Addetto alla logistica
Openjobmetis Spa filiale di Chiari
ricerca per azienda sita in Cazzago San Martino (BS) addetto alla
logistica con esperienza e ottima
conoscenza della lingua inglese e
una seconda lingua straniera. E’
richiesta una precedente esperienza
in analoga mansione. La persona si
dovrà occupare della gestione dei
contratti di trasporto e dei carichi
oltre che cercare nuovi trasportatori. Lavoro full-time, automunito,
preferibilmente residente in zona.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate
possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla
posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale
di Chiari - Viale Marconi, 3 - Chiari
- Tel 0307101117 - Fax 0307012012
- [email protected]
Openjobmetis S.p.A
Manager
Piemonte
Area Manager estero Junior
Randstad Italia SpA, filiale di Borgosesia, ricerc area manager estero
junior per importante azienda del
settore metalmeccanico giovani brillanti e dinamici che hanno maturato
esperienze nella vendita di 2 anni, o
neolaureati in discipline linguistiche
– economiche. Si richiede autonomia
organizzativa, capacità decisionali,
spirito d’iniziativa. Ottima conoscenza della lingua inglese. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Filiale Randstad Italia
Spa - Via XX Settembre 13 – 13011
Borgosesia (VC) - Tel 0163/209239
- Fax 0163/209232 - [email protected]
Randstad Italia SpA
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O F F R O L AVO R O
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Puglia
Capo area Puglia
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca capo area Puglia per azienda
operante nel settore del commercio.
La risorsa avrà la responsabilità di:
organizzare i punti vendita, il sistema
espositivo, controllare la disponibilità
dei prodotti in negozio e il posizionamento delle merci, in riferimento alle
comunicazioni e direttive aziendali.
Si occuperà di formazione e monitoraggio dei responsabili/addetti alle
vendite al fine di aumentare le loro
competenze nella corretta gestione
delle tecniche espositive e di visual
merchandising, organizzazione eventi
e promozioni in base alle linee guida
fornite dalla sede centrale. Sarà settimanalmente in contatto con la sede,
alla quale relazionerà sull’andamento
dell’area geografica affidatagli, in
modo dettagliato e motivato. Si richiede: esperienza almeno quinquennale
in ruoli analoghi all’interno di aziende
strutturate; disponibilità a trasferte
su tutto il territorio nazionale; orientamento agli obiettivi, leadership,
team working, motivazione, problem
solving e massima disponibilità.
Sede di lavoro: Bari. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare un
dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1 Agenzia
per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele, 171 – 70122 Bari - Tel 080
5282487 - Fax 080 5243185 - bari@
articolo1.it
Articolo1
Supervisor
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca supervisor. Il candidato ideale
ha maturato un’esperienza di almeno
2 anni come operatore teleselling e
almeno 3 anni come Team Leader.
La risorsa, riportando al Call Center
Manager, si occuperà delle seguenti
attività: coordinare un gruppo di
Team Leader definendo e condividendo gli obiettivi e i piani operativi,
supervisionando l’attività svolta dal
proprio staff; gestire i collaboratori
garantendo formazione, performance e motivazione; gestire i contatti
con la committenza e le relazioni
con i reparti in merito all’andamento
operativo della commessa; analizzare i KPI operativi, marginalità
economiche e costi della commessa.
Il prescelto ha una forte predisposizione al lavoro per obiettivi, un’ottima capacità di gestire in autonomia
processi, attività e persone. Possiede
buone capacità di comunicazione e
gestione delle relazioni interpersonali, problem solving, leadership.
Si offre un contratto a tempo determinato di 6 mesi con possibilità di
proroghe e successivo inserimento
direttamente con la committenza. Si
offre inserimento diretto in azienda.
La retribuzione sarà commisurata
all’esperienza e alle competenze
della singola risorsa. Sede di lavoro:
Modugno. Gli annunci sono rivolti
a candidati ambosessi. Le persone
interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1 Agenzia
per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele, 171 – 70122 Bari - Tel 080
5282487 - Fax 080 5243185 - bari@
articolo1.it
Articolo1
Produzione
Campania
Operaio CNC
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca 5 operai CNC. I candidati
hanno esperienza su macchine a
controllo numerico e conoscenza
programmazione a bordo macchina.
Sede di lavoro: Nola. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi.
Le persone interessate possono
inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione
al trattamento dei dati personali a:
Articolo1 Agenzia per il Lavoro Via G. Porzio, 4 Isola G1 Centro
Direzionale – 80143 Napoli - Tel
081 19562800 – Fax 081 19562804
– [email protected]
Articolo1
Lombardia
Operatore macchine CNC
Openjobmetis Spa filiale di Chiari
seleziona per aziende in zona Chiari,
Cologne, Erbusco e Rovato operatori
su macchine cnc con minima esperienza, buon uso degli strumenti di
misura, cambio quote ed inserti e
buona lettura del disegno meccanico. Disponibilità immediata per
lavoro sia a giornata che su 3 turni.
Lunedì 19 Marzo 2012
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate
possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla
posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale
di Chiari - Viale Marconi, 3 - Chiari
- Tel 0307101117 - Fax 0307012012
- [email protected]
Openjobmetis S.p.A
Sanità
Campania
Infermieresala operatoria
strumentista
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca 5 Infermieri Sala Operatoria
Stumentisti per prestigiosa struttura
ospedaliera. Si richiede: diploma di
laurea in scienze infermieristiche
o titolo riconosciuto per i cittadini
extracomunitari; iscrizione IPASVI; esperienza di lavoro in sala
operatoria (preferibilmente come
strumentista/ferrista) di 2 anni (requisito indispensabile); disponibilità
a lavorare su turni. Sede di Lavoro:
Napoli. Si offre contratto iniziale di
un anno con prospettive di assunzione diretta da parte della struttura
cliente. Gli annunci sono rivolti a
candidati ambosessi. Le persone
interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1 Agenzia
per il Lavoro - Via G. Porzio, 4 Isola
G1 Centro Direzionale – 80143 Na-
77
poli - Tel 081 19562800 – Fax 081
19562804 – [email protected]
Articolo1
Fisioterapista
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca fisioterapista per azienda
operante nel settore della sanità. I
candidati sono in grado di svolgere in autonomia tutte le mansioni
tipiche del ruolo e svolgeranno
assistenza sanitaria domiciliare. Si
richiede: titolo di studio idoneo;
buone doti relazionali ed autonomia; disponibilità a recarsi presso il
domicilio dei pazienti. È necessario
essere automuniti. Si offre contratto
di somministrazione con possibilità
di inserimento. Sede di lavoro: Isili
(CA). Gli annunci sono rivolti a
candidati ambosessi. Le persone
interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Articolo1 Agenzia
per il Lavoro – Via Santa Margherita, 4 – 09124 Cagliari - Tel 070
680376 - Fax 070 671108 - [email protected]
Articolo1
Segreteria
Puglia
Segretario amministrativo
Articolo1, agenzia per il lavoro,
ricerca segretario amministrativo. Il
candidato ha una esperienza in contesti di medie dimensioni; conoscenze e
competenze nel settore amministrativo
(prima nota, fatturazione, rapporti con
() '%&$& #!"#
Dal 16 al 25 marzo dalle 7.00 alle 9.00 | le novità in diretta dalla più importante fiera d’arte al mondo
sabato 17 e 24 marzo alle 14.30 | domenica 18 e 25 marzo alle 15.30 | il talk show con i maggiori player del settore, i collezionisti, gli investitori
su
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In streaming su
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O F F R O L AVO R O
le banche) e in quello commerciale
(ricerca di nuovi clienti e gestione di
fornitori e clienti). Si offre contratto
a tempo determinato con possibilità
di proroghe. Sede di lavoro: Barletta.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1
Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio
Emanuele, 171 – 70122 Bari - Tel 080
5282487 - Fax 080 5243185 - bari@
articolo1.it
Articolo1
Tecnici
Campania
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 2 addetti assistenza on line. L’attività prevede: assistenza telefonica agli
esercenti, tabaccai, rivenditori e agenzie per quanto riguarda l’accettazione
dei giochi, elaborazione dei palinsesti
e delle locandine, attività di supporto e
back office nell’ambito della gestione
delle quote. Si richiede: esperienza
pregressa nel ruolo, provenienza da
realtà operanti nel settore del gioco
on-line, disponibilità a lavorare dal
lunedì alla domenica, in fascia oraria
8.00/23.00, contratto full-time 40h. Si
offre: contratto di somministrazione
di 3 mesi con possibilità di proroghe.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1,
Agenzia per il Lavoro. S.p.A. - Via
Cassiodoro 19 - 00193 Roma - Tel
06 788 511 86 - Fax 06 78 39 03 49 [email protected]
Articolo1
Lombardia
Addetto alla sala metrologica
Openjobmetis Spa filiale di Chiari
ricerca per azienda di Travagliato
(BS) addetto alla sala metrologica
con minima esperienza ed utilizzo
della macchina metrologica 3D. Automunito, preferibilmente residente
in zona, lavoro full-time. Gli annunci
sono rivolti a candidati ambosessi. Le
persone interessate possono inviare
un dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Openjobmetis SpA
- Filiale di Chiari - Viale Marconi,
3 - Chiari - Tel 0307101117 - Fax
0307012012 - [email protected]
Openjobmetis S.p.A
alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di
Chiari - Viale Marconi, 3 - Chiari - Tel
0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected]
Openjobmetis S.p.A
Corrective Worker
Openjobmetis S.p.A, agenzia per il
lavoro, ricerca manutentori biogas
con esperienza nel recupero di biogas.
Domicilio in zone limitrofe. Disponibile a orari giornalieri flessibili. Zona
di lavoro: Gadesco Pieve Delmona
(Cr). Inserimento ad Aprile 2012.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate
possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla
posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a:
Openjpobmetis S.p.A. - Agenzia per
il Lavoro - Filiale Di Pontevico - Via
XX Settembre, 91 - 25026 - Pontevico
(BS) - Tel 030/9306153 - pontevico@
openjob.it
Openjobmetis S.p.A
Randstad Italia Spa, ricerca 3 corrective worker per importante azienda
della provincia di Treviso. I candidati
che ricerchiamo sono essenzialmente
manutentori, preferibilmente elettrici,
che abbiano maturato comprovata
esperienza in ambito manutentivo
settore ferroviario. E’ indispensabile
la conoscenza dei rotabili. La sede di
lavoro sarà: limitrofi Treviso. Si offre:
contratto di somministrazione. Orario
di lavoro:a giornata. Gli annunci sono
rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un
dettagliato curriculum indicando il
riferimento alla posizione di interesse
e l’autorizzazione al trattamento dei
dati personali a: Filiale Randstad Italia SpA di Treviso - Via S. Girolamo
Emiliani, 21 31100 Treviso - Tel +39
0422419694 - Fax +39 0422419687 [email protected]
Randstad Italia SpA
Perito meccanico
Openjobmetis Spa filiale di Chiari
ricerca per azienda di Chiari (BS)
perito meccanico anche prima esperienza da far crescere e formare in
azienda. Gli annunci sono rivolti a
candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato
curriculum indicando il riferimento
Manutentori Biogas
Manutentori meccanici
Openjobmetis S.p.A, agenzia per il
lavoro, ricerca manutentori meccanici
con pluriennale esperienza. Ottima
conoscenza del disegno tecnico per il
montaggio e smontaggio di parti meccaniche. Domicilio in zone limitrofe.
Disponibili a orari su tre turni ciclo
continuo. Zona di lavoro: Cremona.
Possibilità di inserimento diretto.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate
possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla
79
posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a:
Openjpobmetis S.p.A. - Agenzia per
il Lavoro - Filiale Di Pontevico - Via
XX Settembre, 91 - 25026 - Pontevico
(BS) - Tel 030/9306153 - pontevico@
openjob.it
Openjobmetis S.p.A
Perito meccanico
Openjobmetis Spa filiale di Chiari
ricerca per azienda di Chiari (BS) perito
meccanico anche prima esperienza
da far crescere e formare in azienda.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Viale Marconi, 3 - Chiari - Tel 0307101117 - Fax
0307012012 - [email protected]
Openjobmetis S.p.A
Perito meccanico
Openjobmetis Spa filiale di Chiari
ricerca per aziende di Chiari, Erbusco,
Travagliato (BS) periti meccanici con
minima esperienza o neo diplomati.
Disponibili a lavorare su 3 turni,
automuniti, preferibilmente residenti
in zona. Gli annunci sono rivolti a
candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato
curriculum indicando il riferimento
alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di
Chiari - Viale Marconi, 3 - Chiari - Tel
0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected]
Openjobmetis S.p.A
BILANCI 2012
Il vademecum per la redazione
della contabilità e dei conti annuali
• Le società di comodo
• Le perdite fiscali
• La moratoria su leasing e mutui
• Il Tfm degli amministratori
• Ace, la nuova Dit
• I beni in uso ai soci
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IN EDICOLA CON
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Programmatore SAP/ABAP
Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 1 programmatore SAP/ABAP. La
risorsa, si occuperà di programmazione ABAP in ambito SAP. Si richiede:
esperienza di almeno tre anni nel ruolo; conoscenza del settore aeronautico;
conoscenza delle principali casistiche
di sviluppo, maturata su progetti di
media durata. Sede di lavoro: Napoli.
Gli annunci sono rivolti a candidati
ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum
indicando il riferimento alla posizione
di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1
Agenzia per il Lavoro - Via G. Porzio,
4 Isola G1 Centro Direzionale – 80143
Napoli - Tel 081 19562800 – Fax 081
19562804 – [email protected]
Articolo1
Lazio
Addetto assistenza on line
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