1a lezione - Gennaio 2013

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1a lezione - Gennaio 2013
“Stili di vita”
Prof. Polimeni Rocco Raffaele
Lezione № 1
BMI e Composizione corporea
Il corpo umano è una macchina meravigliosa adattata perfettamente all’ambiente
nel quale deve vivere. Esaminando l’evoluzione del genere umano (lo prenderemo in
considerazione nella lezione № 2) si constata che il problema del cibarsi, per l’uomo,
è stato connotato da periodi di prolungata scarsità e periodi di abbondanza di cibo.
E’ seguito un’adattamento, a questa condizione, con conseguente accumulo di
grasso, inteso come energia, nei periodi in cui i substrati energetici sono più
disponibili, per essere utilizzati quando questi mancano. Il corpo umano non è
progettato in funzione di aspettarsi periodi senza fine di eccesso di cibo. Così, non
sapendo quando la fase d’abbondanza deve finire, il nostro organismo accumula
l’energia potenziale per gli usi futuri. Proprio l’esagerato ammasso di questa energia
è divenuto, nei tempi recenti, uno dei più importanti problemi medici e di salute
pubblica delle popolazioni industrializzate. Fra le persone in sovrappeso l’incidenza
di diabete è maggiore rispetto alla popolazione con peso nella norma. Questo
problema rappresenta a livello sociale un costo che ricade, come spesa sanitaria,
su tutti i cittadini. Inoltre la probabilità che un giovane obeso rimanga tale da adulto
aumentano con: 1) la durata dell’obesità; 2) la consistenza dell’obesità; 3) se
l’obesità persiste fino a tarda adolescenza. In questo caso l’attività lavorativa,
soprattutto se non si svolge nessuna pratica sportiva, può essere compromessa.
Altro fenomeno, all’opposto, è quello dell’eccessivo sottopeso, ovvero la sindrome
anoressica. In quest’ultimo caso, il più delle volte, è indispensabile per la cura un
trattamento anche psichiatrico. Per anoressia s’intende una continua assenza
d’appetito, abbinato a forti sensi di nausea e di disgusto per il cibo. Le cause
scatenanti questa patologia sono diverse e complesse. Una notevole influenza è
dovuta ai mass media, che condizionano le nuove generazioni. Pure in questo caso
grossi problemi metabolici e funzionali derivano dalla sensibile riduzione del peso
corporeo ed in particolare del grasso essenziale che costituisce la struttura di base
dell’organismo. Si pone, dunque, il problema di misurare la quantità di tessuto
grasso per meglio rendersi conto se esso è presente in eccesso o in difetto.
Sono stati proposti numerosi metodi idonei a determinare le percentuali dei
costituenti corporei, utilizzando metodiche sempre più complesse. Alcuni hanno
come principio di funzionamento quello basato sulla determinazione della diversa
composizione molecolare dei tessuti (ad esempio la massa grassa e la massa magra),
si comprende come questi metodi hanno un’altissima affidabilità. Si deve
sottolineare, però, che questi sistemi richiedono l’impiego di macchinari
estremamente complessi e costosi che ne limitano la diffusione, rendendo le
valutazioni antieconomiche nella pratica corrente ed utili solo per motivi di ricerca.
Esistono delle procedure rilevative che prevedono l’utilizzazione di semplici misure
antropometriche, come ad esempio la circonferenza (avambraccio e braccio destri,
addome, glutei, coscia destra, polpaccio destro). Il metodo fornisce un’indicazione di
massima non molto precisa, rispetto ai sistemi di rilevazioni con apparecchiature,
ma il vantaggio è rappresentato proprio dalla facilità d’esecuzione della metodica.
Un buon compromesso è rappresentato dalla valutazione della plicometria cutanea
con lo strumento LANGE (approssimazione al millimetro) oppure con quello di
HARPENDEN (approssimazione a 2/10 di millimetro). Con il plicometro viene
misurato lo spessore del grasso sottocutaneo in sedi diverse secondo protocolli
standardizzati. In genere viene rilevata la misura della plica in regione tricipitale,
bicipitale, sottoscapolare, addominale ed in corrispondenza della cresta iliaca, del
fianco, della coscia e del torace. Queste misure permettono di calcolare, con ottima
approssimazione la percentuale di grasso corporeo utilizzando le misure delle pliche
variamente combinate tra loro. Nel corso di questi ultimi anni le rilevazioni
plicometriche sono state notevolmente perfezionate. Molti ricercatori si sono
prodigati nel realizzare metodiche di rilevamento basate su indicatori relativi alla
statura ed al peso (staturo-ponderali) definendo per ciascun protocollo il limite oltre
il quale la persona era da considerarsi obesa e quindi a rischio per la salute. Tra
queste gli indici antropometrici sono stati tra i più utilizzati in passato ed ancora oggi
rivestono un ruolo di grande importanza negli studi di tipo epidemiologico, sia per
l’elevata riproducibilità delle misure che per la loro facilità di rilevazione. Uno tra i
più importanti è l’indice di massa (o densità) corporea, denominato anche rapporto
statura-peso o BMI (Body Mass Index) o indice di Quetelet, dal nome
dell’antropologo belga che ne propose l’impiego nel secolo scorso. Si calcola in base
alla formula: BMI= Peso(Kg) : Statura(m2). Permangono dei limiti di questo indice
staturo-ponderale in quanto non definisce la reale composizione corporea del
soggetto considerato.
L’impedenza bioelettrica (BIA) permette di valutare la composizione corporea
attraverso uno strumento particolare, il pletismografo,che misura la resistenza
offerta dal corpo umano al passaggio di una corrente di basso voltaggio (800 mA)
applicata ad un sistema tetra polare di elettrodi (cioè a 4 poli elettrici), posizionati
alle estremità degli arti inferiori e superiori. Poiché nell’organismo la conduttività
elettrica è proporzionale al contenuto di acqua e di elettroliti, presenti nella massa
magra in un rapporto relativamente costante, ne consegue che la resistenza
misurata con la BIA è direttamente proporzionale alla quantità di massa grassa
totalmente anidra, ovvero priva di acqua. L’ideale, infatti, è il possedere non solo
una percentuale di grasso intorno al 13% per gli uomini ed al 20% per le donne, ma il
mantenere tali valori costanti per tutta la vita. La differenza della percentuale di
grasso totale tra i sessi è dovuta al tessuto adiposo essenziale, presente nei vari
organi ed apparati che, nel caso della donna, è più rilevante.
E’ ovvio che un soggetto che compie un’attività fisica intensa o che pratica una
disciplina sportiva a livello agonistico avrà percentuali di grasso corporeo inferiori a
quelle indicate. Mantenere una composizione corporea ottimale e il peso forma, è
un fattore essenziale per una buona condizione di salute. E’ quindi necessario
bilanciare opportunamente le entrate e le uscite per quanto riguarda l’energia.
In classe
Rilevamento del BMI degli alunni e discussione sui valori misurati.
Verifica scritta proposta
Sviluppa e descrivi, con considerazioni personali, le tue conoscenze riguardo
l’attività motoria e l’alimentazione nel mantenimento della buona salute.
GENNAIO 2013
L’Insegnante
Polimeni Rocco Raffaele