La Polemica: "Bikini o burkini conta soltanto la

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La Polemica: "Bikini o burkini conta soltanto la
La Polemica: "Bikini o burkini conta soltanto la libertà delle donne"
Venerdì 21 Agosto 2009
In uno Stato che difende la sua laicità, vestirsi secondo i dettami della propria religione
diventa un'imposizione della sfera privata a quella pubblica. In Italia il discorso vale solo
in parte, perché prevale più la reazione del mondo cattolico a un'altra religione
Fonte: il Sole 24 Ore
di Leonardo Martinelli
Polemiche estive: il «burkini» nelle piscine francesi e ormai anche in quelle italiane (sì o no?). E
Michelle Obama che scende dall'Air Force One in short (sì o no?). A Michela Marzano, 38 anni,
filosofa italiana in trasferta (con molto successo) a Parigi, le due vicende non sono sfuggite.
Non si mette a dire sì o no, semplicemente analizza. «Il burkini è interpretato, soprattutto in
Francia, come un'invasione della sfera pubblica da parte di quella privata: nasce lì lo scandalo.
Quanto alla scelta di Michelle Obama, è il tentativo di desacralizzare se stessa, donna
protagonista della sfera pubblica. Le due vicende, comunque, sono opposte, almeno sul fronte
della libertà della donna. Da una parte il dubbio permane: quanto libere sono coloro che
scelgono un costume come il burkini? La vicenda di Michelle Obama è, invece, assoluta voglia
di emancipazione».
Michela Marzano è in vacanza su una spiaggia pugliese, prima di ritornare a Parigi, dove è
arrivata nel 1998: alle spalle prestigiosi studi di filosofia alla Normale di Pisa, ma alla fine una
ricercatrice come tante. Oggi insegna all'università Paris V e l'anno scorso il settimanale Nouvel
Observateur l'ha inserita nella lista dei 50 maggiori pensatori di Francia. La svolta? Di sicuro il
«Dictionnaire du corps», un testo pubblicato dall'editore Puf nel 2007. Il lavoro ha coinvolto 200
autori coordinati da Michela. Obiettivo: trascinare la filosofia fuori dal suo cammino più scontato,
esaminare l'anima. «Già con la fenomenologia e con Sartre il corpo era diventato oggetto di
studi filosofici. Ma era rimasto un dibattito molto per addetti ai lavori. E del corpo si teorizzava
così tanto, che alla fine restava ben poco della sua materialità. Che, invece, abbiamo voluto
mettere in primo piano nel nostro testo. E poi abbiamo adottato un approccio interdisciplinare,
coinvolgendo sociologi, storici, antropologi e tanti altri specialisti».
I n Francia quel libro ha rappresentato un «caso». In Italia uscirà in ottobre per Mondadori.
Lo studio del corpo è la specialità della Marzano. Così certe notizie sui giornali le nota. Anche
sotto un ombrellone. Bla bla estivo? «No, alla fine vicende sintomatiche». «Quello del burkini –
continua la filosofa – è un'emanazione del dibattito sul burka che si è sviluppato in Francia negli
ultimi mesi. In uno Stato che difende la sua laicità, vestirsi secondo i dettami della propria
religione diventa un'imposizione della sfera privata a quella pubblica. In Italia il discorso vale
solo in parte, perché prevale più la reazione del mondo cattolico a un'altra religione».
Quanto a Michelle Obama e ai suoi (scandalosi?) short, «c'è la volontà di uscire dalle
aspettative che si proiettano su una first lady, ma anche quella di salvaguardare la propria
femminilità, di non comportarsi come un uomo». È una costante delle analisi della Marzano:
l'idea che per garantire l'uguaglianza tra gli uomini e le donne non ci sia bisogno di cancellare
ogni differenza sessuale, «che non va schiacciata su quella dei generi. Insomma, non facciamo
confusione tra orientamento sessuale e differenza di sesso». Per lei non si deve eliminare ogni
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differenza sessuale «esattamente come per permettere alle donne di salvagardare la propria
femminilità non c'è bisogno di ricorrere a dei criteri puramente biologici che ne "essenzializzino"
il ruolo sociale». In un certo senso qui ritorniamo a Michelle Obama.
Sono discorsi che a tratti fanno storcere il naso a certe femministe intransigenti (e un po' vetero)
in quel di Parigi. Michela c'è abituata, come quando usci' un suo saggio sulla pornografia. Le
rinfacciarono, in quanto italiana, il peso delle sue radici cattoliche. Accuse troppo facili, a dire il
vero. Scontate. «Volevo solo mostrare che il messaggio rivoluzionario della pornografia per la
liberazione sessuale, caratteristico degli anni Settanta, si era perso in seguito. Dagli anni
Ottanta quel tipo di film ha portato invece a una codificazione degli atteggiamenti sessuali».
Come dire, ha rappresentato un passo indietro per la liberazione della donna. Niente di più.
Niente a che vedere con una Marzano neopuritana o bacchettona. Anche il suo elogio della
fedeltà coniugale in un altro libro a Parigi non è piaciuto a tutti (e tutte).
«In Francia sono talmente attaccati alle loro esigenze laiche che intravedono in noi italiani per
forza un'influenza della chiesa cattolica». Michela a Parigi è anche abituata alle «frecciatine» su
Berlusconi e agli ultimi suoi trascorsi. Risponde che, in fondo, ad aprire il vaso di Pandora sono
state proprio delle donne: la moglie, Patrizia l'escort e la figlia Barbara. In quell'oscillazione fra
pubblico e privato che rimanda ad altre storie.
Intanto, in questi giorni di vacanze in Puglia, la filosofa pensa all'uscita del «Dictionnaire du
corps» in Italia. «Spero che possa contribuire ai dibattiti sul corpo e, più in generale, sui temi
bioetici. Questi in Italia sono molto sclerorizzati, strumentalizzati mediante prese di posizione
ideologiche, assunte prima di tutto dalla Chiesa cattolica.
Basta vedere cosa è successo con la pillola Ru-486. La discussione si è subito trasformata in
una polemica tra favorevoli e contrari. Molti italiani non hanno capito che la pillola è solo uno dei
modi che si rende disponibile per abortire». Si è perso di vista l'oggetto del contendere, diluito in
discussioni senza fine, via etere e non. «Anche sull'inseminazione artificiale è stato lo stesso: il
dibattito venne recuperato subito dalle ideologie». Il libro collettivo coordinato da Michela,
invece, è un dizionario vero e proprio, concreto, oggettivo, un chilo (è il peso del testo
nell'edizione francese) di voci e tracce, dal corpo virtuale a quello carnale. Dalla sessualità al
narcisismo. Dalle implicazioni igieniche alla psicanalisi. Sì, il sogno di una filosofa.
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