Recensione di Fabio Pizzul

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Recensione di Fabio Pizzul
Il metodo Renzi. Comunicazione, immagine e leadership
Armando, 2015, pp. 160.
Fabio Pizzul
Sul fenomeno Renzi si sono già versati fiumi di inchiostro. Pochi hanno tentato davvero di comprendere
come si è sviluppata la vicenda politica, per molto versi inedita e fulminante, dell’attuale premier. Chi lo ha
fatto non si è potuto o voluto sottrarre al rischio di schierarsi, con il risultato di produrre analisi che
inevitabilmente si sono trasformate in contributi utili a galvanizzare le opposte tifoserie piuttosto che a
offrire elementi utili all’analisi di quanto accaduto.
Il volume firmato da Alberto Galimberti ha il merito di andare oltre questo rischio, proponendo un’analisi
che, prima che politica, è tecnica. Da attento osservatore dei fenomeni della comunicazione, Galimberti
ripercorre il periodo che ha visto Renzi conquistare la candidatura a sindaco di Firenze per poi scalare il
Partito Democratico e giungere fino a Palazzo Chigi.
Dalla lettura delle pagine de “Il metodo Renzi” si comprende l’attenzione meticolosa con cui il premier ha
curato la propria immagine, le modalità con cui ha inteso proporsi all’opinione pubblica e i riferimenti
culturali delle sue proposte politiche.
Comunicazione pop, con riferimenti in cui gli interlocutori possono facilmente immedesimarsi, linguaggio
con un forte tasso emotivo, immagine di persona “normale”, lontana dalle liturgie del Palazzo, leadership
attentamente costruita e volutamente pervasa da elementi carismatici, la narrazione renziana, spiega
Galimberti, si adegua perfettamente al mondo dei social networks e ne sfrutta al massimo le potenzialità.
Quello che per altri diventa un limite difficilmente sopportabile, basti pensare ai 140 caratteri di Twitter,
per Renzi è elemento fondante di una comunicazione che non si pone il problema della completezza o della
coerenza, ma mira dritto ai destinatari con uno stile che per chi è abituato ai riti della vecchia politica
rischia di essere fin troppo diretto e sbarazzino.
La comunicazione di Renzi spettacolarizza gli eventi politici e non si sottrae alla dimensione pop della
propria immagine che diventa parte integrante della proposta politica del leader. Le Leopolde, i comizi oneman-show, le conferenze stampa all’americana con grande predisposizione al dialogo con gli interlocutori
sono veri e propri eventi mediatici, costruiti per entrare in relazione diretta con il pubblico più che per
parlare agli addetti ai lavori. E’ quella che Galimberti definisce comunicazione “top-down”, che supera le
tradizionali mediazioni e scompagina i ruoli da tempo codificati nella comunicazione politica. I selfie, gli
strappi al protocollo, lo stile presidenziale poco convenzionale e l’utilizzo di alcuni aspetti della vita privata
costruiscono un’iconografia finalizzata a conquistare menti e cuori degli elettori.
Galimberti dimostra in questo libro di avere grande passione per la politica, ma riesce a mantenere il
distacco necessario per chi intende studiare le dinamiche della comunicazione e la loro applicazione
quotidiana all’attività politica. Renzi, in questo senso, è uno straordinario caso di studio, perché non si
risparmia e non si sottrae alla necessità di coinvolgersi in prima persona. Metodi che la sinistra ha guardato
con sospetto durante l’intera seconda Repubblica, ma che ora si ritrova in casa senza esserne stata del
tutto preparata.
“Il metodo Renzi” mi pare non debba quindi essere derubricato, come qualcuno potrebbe sospettare, al
genere dell’agiografia politica, è un libro che offre una lettura, a tratti molto tecnica, di quello che, se ne
condividano o meno le scelte politiche, è uno dei più rilevanti fenomeni dell’attuale stagione politica
italiana.