Maria Tridico su Fuori le Mura

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Maria Tridico su Fuori le Mura
lunedì, 11 gennaio 2010 - Una terribile eredità. Un libro che mette fame - di Maria Tridico
l nuovo lavoro di Gordiano Lupi "disgusta e affascina" durante la lettura delle 128 pagine.
Sono un uomo che ha mangiato i compagni nella guerra d'Angola, ma sono anche quello che la stampa ha chiamato il
cannibale di Casablanca. Uno che mangiava bambini
per le strade dell'Avana.
La storia è carica di emozioni contrastanti che ci pongono davanti ad un'esistenza in cui il dolore si unisce alla cruda realtà, la
tortura all'esagerazione e l'amore come
sentimento forte unito imprescindibilmente alla morte.
Alberto -protagonista del romanzo- si strugge al pensiero di suo figlio, ma è costretto ad esercitare il rito di cannibalismo sui
bambini; Alberto ama Clara ma allieta la sua
sofferenza frequentando giovani prostitute sudice e bevendo birra e aguardiente.
Una carenza di amore, quello del nostro protagonista, resa ancora più lancinante per la mancanza di lettere, di nuove dalla
famiglia, del neonato, della moglie.
I pensieri rivolti agli affetti cubani e la forza che trae dal loro ricordo rendono la prima parte del libro una delicata narrazione
di una persona comune che ? lontano da
casa- è terrorizzato dalla ripugnanza di una lotta che non gli appartiene perché è stato obbligato ad arruolarsi volontario in
una guerra civile combattuta in uno Stato misero
dove la carestia spinge a barbarie quali il cannibalismo.
La voglia di ritrovare la moglie e il desiderio di abbracciare il figlio mai conosciuto lo portano ad accettare un incarico
rischioso nel deserto perché ai volontari come
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ricompensa sarà consentito di fare ritorno in patria; proprio durante questa missione il nostro protagonista farà la conoscenza
del "mostro".
Il ritorno a casa sarà però inutile, conosciuta la carestia questa non lo lascerà più: il buono e pacato cubano si trasforma in un
feroce assassino seriale.
Dunque questo racconto, iniziato con la guerra in Angola, si sviluppa in un groviglio di emozioni vissute e descritte
perfettamente; ci rende partecipi dell'angoscia di uomo
lasciato solo con il suo dolore, con la sua disperazione, con il suo tormento e smarrimento, impregnato di un orrore che cerca
con fatica di togliersi di dosso.
Il cammino cupo della mente sembra dare al personaggio un'immagine umana, perchè tra le tante righe affiora un greve senso
di commiserazione .
A Cuba ? narrata in modo pregevole- rivive la sua plumbea realtà, nell'imperturbabilità di un regime politico incapace di
comprendere le difficoltà umane.
La guerra è terrificante e ti dà il coraggio di farti fare le cose più brutte; la guerra è violenza e se vivi per cinque anni con lei
non puoi farla cessare neanche facendo
ritorno in patria.
Il nuovo lavoro di Gordiano Lupi disgusta e affascina durante la lettura delle 128 pagine.
Sono un uomo che ha mangiato i compagni nella guerra d'Angola, ma sono anche quello che la stampa ha chiamato il
cannibale di Casablanca. Uno che mangiava bambini per le strade dell'Avana.
La storia è carica di emozioni contrastanti che ci pongono davanti ad un'esistenza in cui il dolore si unisce alla cruda realtà,
la tortura all'esagerazione e l'amore come sentimento forte unito imprescindibilmente alla morte. Alberto -protagonista del
romanzo- si strugge al pensiero di suo figlio, ma è costretto ad esercitare il rito di cannibalismo sui bambini; Alberto ama
Clara ma allieta la sua sofferenza frequentando giovani prostitute sudice e bevendo birra e aguardiente.
Una carenza di amore, quello del nostro protagonista, resa ancora più lancinante per la mancanza di lettere, di nuove dalla
famiglia, del neonato, della moglie. I pensieri rivolti agli affetti cubani e la forza che trae dal loro ricordo rendono la prima
parte del libro una delicata narrazione di una persona comune che ? lontano da casa- è terrorizzata dalla ripugnanza di una
lotta che non gli appartiene perché è stato obbligato ad arruolarsi volontario in una guerra civile combattuta in uno Stato
misero, dove la carestia spinge a barbarie quali il cannibalismo.
La voglia di ritrovare la moglie e il desiderio di abbracciare il figlio mai conosciuto lo portano ad accettare un incarico
rischioso nel deserto perché ai volontari come ricompensa sarà consentito di fare ritorno in patria. Proprio durante questa
missione, il nostro protagonista farà la conoscenza di una parte di se stesso che non conosceva. Il ritorno a casa sarà però
inutile, conosciuta la carestia ,questa non lo lascerà più: il buono e pacato cubano si trasforma in un feroce assassino seriale
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. Dunque questo racconto, iniziato con la guerra in Angola, si sviluppa in un groviglio di emozioni vissute e descritte
perfettamente; ci rende partecipi dell'angoscia di uomo lasciato solo con il suo dolore, con la sua disperazione, con il suo
tormento e smarrimento, impregnato di un orrore che cerca con fatica di togliersi di dosso. Il cammino cupo della mente
sembra dare al personaggio un' immagine umana, perché tra le tante righe affiora un greve senso di commiserazione . A Cuba
? narrata in modo pregevole ? rivive la sua plumbea realtà, nell' imperturbabilità di un regime politico incapace di
comprendere le difficoltà umane.
La guerra è terrificante e ti dà il coraggio di farti fare le cose più brutte; la guerra è violenza e se vivi per cinque anni con lei
non puoi farla cessare neanche facendo ritorno in patria.
Una terribile eredità
Autore: Gordiano Lupi
Gruppo Editoriale Perdisa
128 Pagine
Euro 12,00
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