Giuseppe Anselmo Herbet - la miniera d`oro chamousira

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Giuseppe Anselmo Herbet - la miniera d`oro chamousira
italiano
Giuseppe Anselmo Herbet
(Arbaz, 6 maggio 1864 — Challand-Saint-Anselme, 4 maggio 1939)
G
iuseppe Anselmo Herbet nasce ad Arbaz,
frazione di Challand-Saint-Anselme, il 6
maggio 1864 da Rocco e Cecilia Dondeynaz.
Primogenito di numerosi tra fratelli e sorelle,
Giuseppe cresce e vive nella casa dei genitori per
diversi anni; intorno ai vent’anni si trasferisce in
Australia per lavorare, ma il soggiorno è breve e
rientra presto in Valle d’Aosta, dove inizia a fare
diversi lavori — come ad esempio lo stagnino anziché occuparsi di allevamento come suo padre.
Diversi suoi fratelli scelgono la via del Canada,
dove metteranno su famiglia e da cui non faranno
ritorno; nella provincia del Québec sono ancora oggi
vivi molti dei discendenti di Martino e Amerigo
Herbet. Verso il 1885-86, Giuseppe conosce Maria
Lesca, nata il 10 aprile 1860, insegnante di scuola
elementare originaria di Arnad. Si sposano il 17
luglio 1888 a Challand-Saint-Anselme e il 19 agosto
1892 nasce il loro primo e unico figlio, Eligio. In
quegli anni, Giuseppe inizia a lavorare nelle miniere
d’oro di Béchaz, e lì rimane per una decina di anni,
durante i quali riesce ad arricchirsi e a costruire la
villa su tre piani tuttora esistente a Quincod, nel
capoluogo appena fuori dall’abitato. Dotato di
grande ingegno, Giuseppe progetta e costruisce a
valle della sua casa una piccola centrale elettrica
indipendente che fornirà energia prima alla casa
e, poi, alla falegnameria edificata di fronte alla
casa. La centrale rimarrà in funzione fino a quando
verrà espropriata dallo stato italiano quale unico
detentore del monopolio della produzione di
energia elettrica, intorno agli anni ‘60 del secolo
scorso. La falegnameria, invece, diventa nel
tempo la principale attività della famiglia, e vi
troveranno lavoro anche i nipoti diretti di Giuseppe:
Alfonso (1914-1973), Mario (1918-2000) e Raffaele
(1932-2012). Giuseppe collabora attivamente in
qualità di capitano delle miniere con la Evancon
Gold Mining Company, i titolari della concessione
mineraria per lo sfruttamento delle miniere d’oro di
Chamousira e Fenillaz: nelle immagini dell’epoca,
scattate con la sua macchina fotografica, viene
sempre ritratto con una lanterna fra le mani. Di
queste miniere, Giuseppe ci ha lasciato numerose
lastre fotografiche che riprendono la costruzione
stessa delle strutture facenti parte delle miniere,
i minatori che vi hanno lavorato, i macchinari
utilizzati, i paesaggi circostanti nonché lo stesso
abitato di Brusson come appariva intorno al 1900.
Giuseppe, appassionato di fotografia, si procura
un banco ottico che si porta appresso per poter
fotografare agilmente i lavoratori e gli edifici
intorno alle miniere. Egli ordina direttamente
in Francia le lastre di vetro di formato 13X18 cm
da impressionare, e allestisce un laboratorio
di sviluppo e stampa delle fotografie sotto la
falegnameria, poiché, oltre ad essere un fotografo
dilettante, è anche patito di chimica, come
dimostrano i testi di carattere universitario sui
quali forma le sue conoscenze e che sono giunti
fino a noi, insieme alle provette da laboratorio, alla
macchina fotografica stessa e alle tante lastre in
ottimo stato di conservazione che rappresentano il
suo lascito per le generazioni future, che possono
così ripercorrere un momento della vita di coloro
che hanno abitato questa vallata e vi hanno
duramente lavorato.
Testo redatto da Giulia e Livia Herbet
(pronipoti del signor Giuseppe).