Dall`Europa 200 milioni per l`Emilia
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Dall`Europa 200 milioni per l`Emilia
Europa Terremoto. Dal fondo di solidarietà alle zone colpite dal sisma A iutare il tessuto imprenditoriale e industriale a risollevarsi dal terremoto, evitando che anche solo un’attività chiuda o “delocalizzi” all’estero. Questa la priorità dell’Unione europea, delineata domenica 3 giugno a Marzaglia (Modena) dal vicepresidente della Commissione Ue con delega all’industria e all’imprenditoria, Antonio Tajani, e dal commissario alla Politica regionale, Johannes Hahn, responsabile per il fondo di solidarietà. I due eurocommissari hanno sorvolato le zone colpite dal sisma, assieme al capo dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, e al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, quindi si sono fermati nella sede provinciale della Protezione civile a Marzaglia per definire le strategie da adottare. Di sicuro arriverà il Fondo di solidarietà, che “può essere usato in casi di catastrofi o disastri nazionali”, Domenica 3 giugno la visita ai Comuni colpiti del vicepresidente della Commissione UE,Tajani, e del commissario alla Politica regionale, Hahn. Da loro l’annuncio dei primi interventi per le imprese ha precisato Johannes Hahn: la visita è servita proprio per riconoscere la dimensione “catastrofica” di quanto successo. “Dobbiamo aiutare i paesi e le popolazioni colpite”, ha affermato, ammettendo che la situazione è “difficile non solo per chi ha perso l’abitazione, ma pure per chi è rimasto senza lavoro”. Anche se la stima è in corso, si possono ipotizzare “danni per 5 miliardi di euro”, il che determina un contributo a fondo perduto di “150-200 milioni di euro”. Questi, però, “potranno essere utilizzati solo per coprire i costi sostenuti dalle pubbliche amministrazioni” in seguito all’emergenza, dal ripristino di servizi pubblici e infrastrutture alle operazioni di recupero e messa in sicurezza. Altri soldi dovrebbero poi venire dal programma di sviluppo rurale. Su proposta del commissario all’agricoltura Ciolob, e se vi sarà l’accordo delle regioni, “il 4% dei fondi per lo sviluppo rurale” destinati all’Italia verrebbe “stornato e destinato all’emergenza terremoto”. Si parla, in concreto, di altri 100 milioni di euro. In terzo luogo, ha aggiunto il commissario alla Politica Sabato, 9 giugno 2012 9 Chiese e crisi ■ Lisbona Il Terzo Forum europeo cattolico-ortodosso M Dall’Europa 200 milioni per l’Emilia regionale, vi è pure “la possibilità di assegnare alla ricostruzione fondi per programmi operativi”: si parla di cifre “a due numeri”, ma comunque “significative”. Inoltre, ha rassicurato Hahn, “l’Europa non chiederà la restituzione dei fondi già erogati in seguito a programmi specifici, qualora il relativo progetto non possa essere concluso a causa del terremoto”. Di sicuro, “dobbiamo evitare – ha rimarcato – che anche una sola impresa delocalizzi e vada all’estero”: per questo è “assolutamente importante dare un aiuto al distretto industriale perché l’attività possa riprendere”. Andando nel dettaglio del tessuto produttivo in ginocchio, Tajani ha “confermato il totale impegno della Commissione europea per sostenere il distretto all’avanguardia di Mirandola”, prevedendo la possibilità per il polo biomedicale di concorrere alla prossima programmazione dei fondi per i “clusters”, dove in gioco ci saranno 7 miliardi di euro complessivi. E nel mirandolese l’Ue ha annunciato l’intenzione di realizzare “il prossimo workshop sul futuro europeo dei clusters”. stanziamento di 18,6 milioni per Liguria e Toscana Uno 18,6 milioni di euro da parte dell’Unione Europe per le regioni di Toscana e Liguria colpite dall’alluvione dell’ottobre 2011. A deciderlo è stata la scorsa settimana la commissione Bilancio del Parlamento UE che ha dato il via libera a larga maggioranza ad una proposta avanzata dalla Commissione europea. Ora manca solo l’approvazione definitiva da parte dell’europarlamento, ma appare come una formalità dato il parere concorde dei diversi gruppi parlamentari. Le risorse erogate serviranno ad aiutare le autorità locali a sostenere le spese rese necessarie dall’emergenza, soprattutto per ripristinare le infrastrutture primarie e le forniture di acqua, gas ed elettricità. etropoliti delle Chiese ortodosse e vescovi cattolici di Europa si sono dati appuntamento a Lisbona per parlare di “Crisi economia e povertà. Sfide per l’Europa di oggi”. Si è aperto il 5 giugno nella capitale del Portogallo il “Terzo Forum europeo cattolicoortodosso” con la partecipazione di due delegazioni: quella ortodossa vede la presenza del Metropolita Gennadios di Sassima (Patriarcato ecumenico), del Metropolita Policarpo di Spagna e Portogallo (Patriarcato ecumenico), e dei rappresentanti dei Patriarcati di Mosca, Serbia, Romania, Georgia, della Chiesa di Cipro, Polonia e Albania. La delegazione cattolica è guidata invece dal card. Péter Erdò, arcivescovo di Esztergom-Budapest, nonché presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee con la partecipazione, tra gli altri, di mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk (Bielorussia), di mons. Paolo Pezzi, dell’arcidiocesi della Madre di Dio di Mosca, e di mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia. “Non intendiamo fare un’analisi prettamente economico-finanziaria dell’attuale crisi economica, benché esperti in materia accompagneranno la nostra riflessione”, afferma il card. Péter Erdò. “Siamo consapevoli che l’attuale degrado economico, che mette a repentaglio i nostri stessi modelli di società, costituisca solo la punta dell’iceberg e ha origine molto più profonde”. Secondo il presidente dei vescovi europei, “per risalire la china di questa crisi, non vi è altra soluzione che reimparare ad amare. Si, solo un’economia dell’amore che pone l’amore per l’uomo, il suo lavoro, per le nostre società può permetterci di affrontare questa difficile situazione”. Il 1° Forum europeo cattolico-ortodosso si è svolto nel 2008 a Trento in Italia sul tema “La famiglia: un bene per l’umanità”; il 2° Forum europeo cattolico-ortodosso si è svolto nell’isola di Rodi in Grecia nel 2010 sul tema relazioni Chiesa-Stato. Uefa e Ue insieme per un Europeo senza fumo Al via l’8 giugno D Polonia-Ucraina 2012 In tutti gli impianti utilizzati per la competizione sarà vietato il fumo e la vendita di sigarette li Europei di Polonia e G Ucraina, apertisi l’8 giugno, si concluderanno il prossimo 1 luglio. La nazionale italiana giocherà le altre partire del girone di qualificazione il 14 giugno, alle 18, con la Croazia e il 18 giugno, alle 20.45, con l’Irlanda. Per l’ultima volta, nella storia dell’Europeo, le squadre partecipanti saranno 16. Dal torneo di Francia 2016 la partecipazione alla rassegna verrà allargata a 24 squadre. omenica 10 giugno, alle 18, scatteranno i campionati europei dell’Italia che affronteranno nella prima partita del torneo continentale i campioni in carica della Spagna. Alla vigilia dell’inizio della competizione il commissario europeo alla sanità, John Dalli, e il presidente dell’UEFA, Michel Platini, hanno annunciato un impegno comune per la realizzazione di un evento sportivo libero dal tabacco. La decisione dell’UEFA di vietare il tabacco dal terzo più grande evento sportivo al mondo si collega ai tentativi in corso da parte dell’UE per contrastare la piaga del “fumo”. Secondo quanto riferito dalla stessa Commissione UE il tabacco rappresenta la principale causa evitabile di morte in Europa, a cui può essere ricondotta – a seguito dei danni provocati dal fumo –la morte prematura di circa 650 mila cittadini europei ogni anno. Da qui la scelta di lanciare una campagna “gli ex fumatori sono irresistibili”, che prevede la realizzazione di eventi nei 27 Paesi membri (per info www.exsmokers.eu) e che avrà in PoloniaUcraina 2012 una vetrina promozionale unica. “Un Europeo libero dal fumo – ha spiegato il commissario Dalli – può inspirare milioni di uomini e donne in Europa a smettere di fumare e a segnare un gol per la loro salute. Può segnare l’inizio di una nuova vita”. Un’iniziativa sostenuta dal presidente dell’UEFA che ha ribadito il divieto assoluto di fumare e di vendere sigarette in tutti gli stadi e gli impianti utilizzati durante la competizione. “Questo - ha concluso Platini – vuole essere un modo di rispettare la salute dei nostri spettatori e di quanti sono a vario titolo coinvolti nella competizione”. M.L.