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A domicilio in tutta l'Italia --\(
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L. 2,30 — Un trimestre L. 1, 15
AlIifflzo — Un anno L 4. 00 —
E:n semestre L. 2, 00 — 1_7n tn-
Sabato
Direzione e Amministrazione via
la Faggiola n. 8. - Le lettere non
francate si respingono. - I manoscritti
ancorchè non pubblicati non si restituiscono. - Si renderà conto dei libri
e giornali rimessi all' Tizio qualora
sieno conformi allo spirito del periodico. - Gli annunzi cent. 15 per linea r
o spazio di linea.
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Roma chiacchierato molto e fatto
niente; chi ha fatto molto e chiacchierato niente sono i frati, i Trappisti delle Tre Fontane, chiamati da
Pio IX per la gigantesca e rischiosissima impresa. Ci vennero; parte vi
lasciò la vita; alle vittime successero
altri coraggiosi; lavorarono indefessamente ed umilmente; ora la vittoria
è assicurata; non resta che dare ai
frati il calcio dell'asino e cacciarli
via come poltroni e nemici della civiltà; si è capaci anche di questo! —
Intanto per chi ha due occhi in fronte
i buoni monaci hanno elevato un monumento perenne, che aggiunge nuovo lustro all'azione eminentemente
civilizza,trice degli ordini religiosi.
Abbiamo infatti la relazione che
il padre Franchino, torinese, e superiore del monastero, ha diretto al ministro dei lavori pubblici gni lavori
eseguiti in quella tenuta per la bonificazione dell' Agro dal 1. ottobre
1880 al 1. ottobre 1881. Da essa risulta che in questo spazio di tempo
furono piantati 25,800 euealipties per
conoscere: 1. se gli ettealiptus allignavano nella campagna romana; 2.
se miglioravano l' aria 3. infine se
si possono indurre i proprietarii dell' Agro romano a farne piantagioni.
Il padre Franchino dice che questi
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al Direttore. (10 Ottobre 1881).
Sulla bonificazione dell'Agro romano si è da certi rigeneratori di
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P. PP. IX.
(Pio l X agli Scrittori della Croce Pisana
Le inserzioni per l'Italia si ricevono ali' Ufficio del giornale, Via la Faggiola, 8. — Per la Francia si ricevono esclusivamente presso l*Agence principale
de Palicité E. E. OBLIEGHT, Parigi, 21 , Saint Marc — Per Inghilterra presso i sigg. G. L. Dauhe e C. Londra,
130, Fleet Street E. C.
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Il Giornale si pubblica ogni
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In quelr istante il carcere si aprì. Due giovani -di beli' aspetto, di modi gentili, furono
gettati entro qual carcere in compagnia di quei
inalandrini.
Ehi, zoppo! urlò la guardia. Nuovi inquilini, a quel che pare.
— L'ho detto, divoratore amatissimo: que_ sto domicilio, in un secolo egoista, è proprio
I un ricovero di pietà. Accoglie pellegrini di ogni
nazione; se non altro, ci preserva dal solleone
arrabbiato che minaccia ai fondere il cervello.
- — Orribile fatalità! mormorò Attilio al' orecchio di Augusto.
— E noi dovremo, senza aver commesso
delitto alcuno, vivere in questo loco?
• — Infamia! soggiunse Augusto. E con
tre scopi furono raggiunti; gli ocraliptus allignano benissimo nell'Agro
. romano. La malaria delle Tre Fontane, dopo la piantagione degli eucaliptus, è dimilruitl; dal 1869 al 1874
il quarto delle persone ivi dimoranti
era ordinariamente tormentata dalle
febbri, quantunque ogni sera in estate
quella gente venisse a Roma; ora le
febbri sono diminuite COSì sensibilmente che, tranne i giorni consecutivi
dello scirocco, i febbricitanti non raggiungono mai il 5 per cento. Le perniciose, prima frequenti, ora sono rarissime. Il padre Franchino attribuisce questo risultato anche a 120,000
viti piantate nei pressi del convento
e a 3 o 4 mila alberi fruttiferi;
il maggior risultato è dovuto agli encaliptus per le loro gianazioni di un
aroma ben pronunziato, e soprattutto
per 1' essiccamento del terreno che essi
producono; gli e/tedi:pus agiscono come pompe. In un cortile interno del
convento delle Tre Fontane, posto
nella parte più depressa della valle,
e che misura circa 400 metri quadrati
di superficie, il livello costante dell' acqua sino al 1872 era a soli 15
metri di profondità; vi fu piantata
una cinquantina, di eztealiptus, e dopo
tre anni il livello dell'acqua si trovava a metri 1, 95. Il padre Franchiko spera che i proprietari e mercanti di camplgna dell'Agro romano
s'indurranno a fare grandi piantagioni di eucaliptus, perchè senza esigere l'impiego di un capitale consi-
derevole, in pochi anni aumentano
vistosamente il valore dei fondi.
i lavori fatti alle Tre Fontane
nel periodo dal 1880 al 1881 sono
importanti; i Trappisti piantarono 4
ettari di vigne, seminarono 5 ettari
d'erba medica, 80 di grano e biade,
2 d'arachidi per olio e pel bestiame;
fu costruita una stalla per 90 capi
di grosso bestiame, circa 300 metri
lineari di piccoli canali in muratura
per l'irrigazione dei prati; fu incominciata la costruzione di due strade,
delle quali una mette al bagno penale
che si sta costruendo nella tenuta
delle Tre Fontane ad un chilometro
e mezzo dal convento, sull i, via Laurentina ; poi si sta costruendo un fabbricato, in cui il Municipio di Roma
intende stabilire mia stazione sanitaria già approvata dal Consiglio comunale. A questi lavori cooperano 150
condaimati, mediante un giornaliero
compenso. Questi poveri sciagurati,
mentre hanno nel lavoro un mezzo di
riabilitazionA. travand osi santi bì. direzione di quei monaci esemplari, non
possono a meno di riceverne edificazione, ammirando in essi lo spirito di
sacrifizio ed imparando da essi il pregio delle cristiane virtù.
Ora si domanda che, come da questo, si attacchi da altri punti l'Agro
romano per accelerarne la totale bonificazione ; ma occorrerebbero altri
monaci; chi infatti si sentirebbe di
sfidare i primi pericoli della malaria
e soccombervi anflie per solo amor di
' patria? Ci vuole un poco d'amor di
Dio; percAiè chi ama Dio sopra ogni
cosa, ama la patria fino all'eroismo,
E si grida che i frati sono i nèmici del progresso e della patria!!
questa feccia. schifosa della società che sia mo fante da queste mura muffite, degno abitacolo
di animali schifosi. Vi dirò ancora cosa meobbligati a convivere.
ravigliosa. Fra tanto brutte cose, in questo
— Benvenuti, amici, gridò lo zoppo: an
loco,
havvi uno strano divertimento. Possiamo
che a voi è venuto il ghiribizzo di passare due
dar
la
caccia a un genere di selvaggina assai
ore divita in queste cantine vuote. Benissimo:
originalo,
senza tanta fatica.
tutto il male non viene per nuocere. Questo
Prima
però sarei curioso, scusate l' ar—
ospizio ha della monotonia: però molte volte
dire,
di
conoscere
la ragione infaustissima per
garantiscce il petto da qualche colpo sinistro,
la
quale
ai
nostri
prepotenti
padroni ò talencapace di spedire in luoghi sconosciuti, ove
due
bravi
giovinetti
in questi
più non c' è via di ritorno, perciò nessuno, tato di spedire
luoghi piuttosto tetri.
dal principio del mondo fino al presente gìor— Quando anche ci piacesse, soggiunse
no, ebbe la compiacenza di tornare anche per
mestamente Attilio, non potremmo soddisfare
una semplice visita di pochi momenti.
— Che ti occupi dei fatti nostri? lo inter- alla tua curiosità: perocchè noi ignoriamo la
ruppe bruscamente Attilio. Chi sei tu che osi causa per la quale una gente vigliacca, che
non sa mostrare la fronte, tratta così persone
parlare con tanta confidenza?
— Giovinetto, non siate tanto collerico. oneste, che badano ai fatti propri.
— Amico, sei sempre giovane, riprese lo
Attualmente sono un vostro compagno di sventura: più tardi, dimani, non so che cosa sarò, zoppo: la esperienza giornaliera ti sarà maema spero bene. In sostanza, siccome chi sogna stra dì vario stomachevoli vicende. La ragione
far fortu.na, o almeno viver bene in questi del resto, a questi lumi di luna, consiste nella
luoghi, senza dubbio ha sbagliato strada e forza. Ecco tutto, a mo' d' esempio. Tu sei solo.
messo l'appigionasi al cervello, porciù tutti Noi tutti tre, uniti in paciaco accordo, ti squarquattro, posta da banda ogni e qualunque di- tiamo con tutte le regole d' arte: allora il torto
stinzione di nobile e villano, in barba alla fa- è tuo, perché la tua forza è inferiore alla notalità che ci perseguita, dobbiamo sottoporci stra., ed ò ginocoforza che tu soccomba.
— Bravo! cominci a divertire. Almeno il
a lavoro indefesso, allo scopo di praticare un
vano e permetterci una uscita gloriosa e trion- mondo va così.
- Ciarlone, smettila una volta, gridò il
divoratore: drizza o appunta bene quel paio
di lanterne che, si vede, monna natura ti ficcò
per celia in fronte.
— Dove?
— Nel muso di questi galantuomini, perché siamo quasi al buio. Vedrai che i nuovi
venuti sono, o corrispondono perfettamente, almeno secondo i connotati, a quei giovinastri,
dei quali andammo in traccia là, nella bella
Alfea, dove A dolce il sonno ed il vino.
— Bestia di Plutone! invecchiando, si perde ogni virtù. lì, vero, li raffiguro bene: son
dossi. Benché li abbia veduti due volte sole....
Oh! miei cari amici, vi ringrazio di tanta bontà:
così possiamo fare onorevole ammenda di un
passato criminoso. Prima di tutto, facciamo
due ipotesi. La prima sia che voi, di nobile
stirpe, in sì giovane età, tanto bersagliati dal
destino, sarete stanchi della vita.
— Senza dubbio, soggiunse Augusto, buffone matricolato. Questa volta hai penetrato
nell'intimo del nostro cuore.
— Ottimamente: e vi giuro che se fosse
possibile, mediante l' opera nostra, prepararvi
un'evasione da questo inaladottissimo luogo,
non si risparmierebbe corto fatica alcuna dal
canto nostro.
-
-
La Russia o la Salita Me
Una consolante notizia ci reca il
giornale cattolico prussiano la Germanici; secondo esso, sarebbe avvenuto finalmente un componimento
fra il Governo russo ed il rappresentante della Santa Sede, sulla base
di un modus vivendi, in .cui conterre,bbonsi dei punti di carattere personale ed altri reali. La grazia ai
vescovi già rimossi dalle loro sedi
dal Governo russo e l'occupazione
dei posti vacanti, formerebbero il
soggetto principale delle trattative.
Aspettando che ulteriori notizie
.vengano a confermare questi felici
principii del trionfo della verità e
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ostile alla cattolica Chiesa, non possiamo non rivolgere il pensiero alle
cause che possano aver mosso il
potente Autocrate delle Russie a
cessare una buona volta quel malaugurato sistema di oppressione del
CattolicismO iniziato da' suoi antecessori, onde la misera Polonia ha
dovuto tanto soffrire, senza che i
potentati d'Europa abbiano saputo
muovere pure un passo in aiuto di
lei, dimenticando con nera ingrati-
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tudine quel tanto che ella fece in altri tempi per salvare l'Europa intiera dalla invasione dei turchi.
Varie possono essere le cause
che producono il moderno riavvicinamento del Governo russo colla S.
Sede; ma non crediamo di andare
errati affermando che le tristi condizioni nelle quali si trova quell'Impero, simile ad una vasta città situata sopra un vulcano, abbiano
fatto seriamente riflettere ai sostenitori del trono che l'edifizio basato
sulla sola forza materiale e debolmente sorretto dalla religione scismatica, non è tale da poter reggere all'urto di terribili rivolgimenti
che colà tacitamente ma ostinatamente si preparano. Si sarebbe per
avventura accorto quel Governo che
la sola religione cattolica è il vero
baluardo dei troni, e che essa sola
possiede la virtù di mantenere l'accordo tra sudditi e monarchi, tra
poveri e ricchi, tra magnati e plebei?... Conosce ormai che lo scisma
tende a disunire e non ha quella
forza divina che si rinviene soltanto
nella comunione colla Chiesa Romana, per mezzo della quale le nazioni già furono tanto grandi e potenti i principati? Se di queste verità si fossero finalmente accorti il
monarca ed i ministri russi, sarebbe da ringraziarne Iddio, e dire :
questa é una gran lezione per i n6emici della Chiesa cattolica.
Senonchè per conseguire perfetta tranquillità e godere de'benefizii
che seco arreca la vera religione
non basta che il Governo russo
EVingf,a ii lworLasco.,rai colla S..,,Secattolica sia lasciata ampia libertà
di azione in quel colossale Impero.
In tal modo la luce della verità cominciando a diffondersi dissiperà le
nebbie addensate da Fozio e da gli
altri eretici. Cesserà allora il funesto scisma, e collo scisma cesseranno gli ostacoli che colà si frappongono allo sviluppo della vera civiltà
e del vero progresso, ed impediscono la sospirata tranquillità.
Rivolga dunque le sue mire la
— Sii pure persuaso, riprese Attilio, che
ancora noi, potendo, sapremmo adoperarci per
la vostra libertà, quantunque, secondo le più
probabili congetture, la società sia tranquilla,
allorachè cotesta razza di gente viene diligentemente custodita.
— Bravo! mi piace il parlare franco: è
proprio così. Però, nonostante tutto il nostro
buon volere, l'evasione è affatto cosa impossibile; dunque passiamo alla seconda ipotesi
che, in fondo in fondo, è la più complicata.
Mi spiegherò brevemente. Supponghiamo che
per cessare una vita odiosa, mancante di un'arma qualunque al itobile scopo, vi piacesse sull' istante di farvi strozzare, noi, matricolati in
tal mestiere, lo faremo con tutta la gentilezza
possibile.
-- Ma grazie delle tue amorevoli cure, rispose ridendo Attilio.
Del resto, continuò lo zoppo, grande-sarebbe il tornaconto per parte nostra. Ecco
il perchè. La nostra padrona, l ottima leale
nemica vostra, cioè la patrizia Emilia, che conoscerete a meraviglia, ci ha fatti gettare in
questa brutta dimora., perchè a noi mancò il
coraggio di compiere una bella azione in Alfu: o meglio, perché gli eccessivi vapori di
lime& tenendoci sbuffanti e dormienti in una
Russia, non a Costantinopoli come
invano ve le rivolse l'antico re russo Ingero (1), sivvero a Roma centro dell' unità religiosa e faro sicuro tra le tempeste del secolo. E
ricordandosi di aver ricevuto la
prima luce della verità dall'apostolo
S. Giuda Taddeo (2), non voglia più
oltre dimorare nelle tenebre dell'errore e dello iscisma. Si ricordi infine che come il libro dei santi
Evangeli rimasto illeso tra le fiamme fu nell'anno 851 il portento che
rese docili i barbari russi alla predicazione del Vescovo ad essi inviato da S. Ignazio di Costantinopoli (3); cosi ora la Chiesa Cattolica che nulla ha da temere dal fuoco
de' nichilisti e degl'incendiarii, potrà essa sola salvare quell'impero
dalle minacciate rovine, e tutelare
meglio delle armi la vita insidiata
del più potente monarca d'Europa.
D.' S.
(I) Giambullari Istoria cl'Euruopa lib. V,
(2) Il medesimo, n. 34. (3) Gaun. 35.
me, I secoli della Chiesa, lez. XXXI.
—
—
UNA VISITA A PISA
CLX VII.
Accanto alla canonica di S. Sepolcro vedesi una casa col tetto a
due gronde, come quello delle chiese. Da ciò, e dalla disposizione delle
finestre e della porta sembra potersi rilevare essere stata in antico
quella casa una chiesa ovvero uno
spedale, e probabilmente lo Spedale
di S. Sepolcro che aveva diciotto
letti, come si legge in una nota ati posta dal P. Mattei al n. IX dell'Appendice del secondo tomo della sua
Storia della Chiesa Pisana. Nei due
cataloghi delle chiese antiche di Pisa riportati nel primo tomo di detta
opera, è poi menzionata la chiesa
di San Cristofano o Cristoforo in
Chinseca, che fu parrocchia di patronato della Prioria di S. Martino
dall'anno 1228 all'anno 1331 in cui
divenne di libera collazione. La cura
-
taverna, c' impedirono di adempiere all'incarico
ricevuto, accettato in tutte le regole, consistente nell'assestare un colpo deciso, maestro,
sulla vostra rispettabilissima testa.
— Come! gridò Augusto, l'iniqua vi ha
spedito in Alfea„ armandovi del pugnale del
tradimento?
— Vigliacca! esclamò Attilio : ed io non
potrò versare il suo sangue fino all' ultima
stilla?
— Adagio, giovinetto, soggiunse ironicam nte lo zoppo; considerando bene la partita,
non è più possibile. Prima di tutto avete pattuito di lasciarvi gentilmente strozzare, come
l'utile nostro esige. Per voi la vita non ha
più attrattive. In quanto a noi, mi piace sempre tracannare calici colmi di ottimo vino;
speriamo che quella buona o mala anima della
patrizia faccia entro se questo ragionamento,
e dica: poveri disperati ! se una solenne ubriachezza loro fece trasgredire i propri doveri,
hanno tentato tutti i mezzi possibili per rimediarvi; e vi sono riusciti, benchè nello squallore di un:carcere. Si ridoni adunque loro vita
e libertà. Giustizia e gratitudine lo esigono.
Ma supponghiamo, ancka, che quella bestia
di patrizia si dimentichi affatto di noi, pere)»
stando all' esterno, la grinta è brutta.
d'anime nel 1766 fu tolta a questa
chiesa, la quale fu poi soppressa
nel 1784. Dice il Morrona al tomo
H della sua Opera, pag. 279, che il
celebre pittore Orazio Riminaldi dimorando in Roma dipinse un bel
quadro per Pisa, e che questo quadro fu collocato sulr altare maggiore
di detta chiesa di S. Cristoforo. Rappresentava S. Guglielmo battuto dai
demoni e ristorato da tre sante Vergini. Il Granduca Ferdinando nel
1697 volle fare acquisto del bozzetto
a olio di quel quadro, pagando cinque ungheri a Francesco Gaeta che
il possedeva. Ma dov' era situata la
chiesa di S. Cristoforo? dirnanderà
qualcuno. La risposta la dà la nostra pianta di Pisa del 1600. Di faccia alla canonica di S. Sepolcro evvi un gruppo o isolotto di case, cui
a ponente sta davanti una piazzetta
che comunica con quella di S. Sepolcro per breve vicolo. La parte di
queste case che costeggia la Via S.
Martino era appunto la Chiesa di S.
Cristoforo, costruita in forma rettangolare coll'altare a oriente e la porta
sull' accennata piazzetta. La chiesa
non doveva esser più grande di quella di S. Sebastiano.
Dalla via di S. Martino si entra
in quella di S. Giovanni de'Fieri,
volgarmente chiamata di S. GiovanninTa chiesa sotto questo medesimo nome esisteva coll'annesso monastero fino dal 1150, ed apparteneva al sacro Ordine Gerosolimitano.
Fu ridotta allo stato attuale nel 1614.
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soppressione generale del 1810 le
monache appartenenti a detto Ordine, le quali vestivano abito e mantello nero fregiato della bianca croce
di Malta. Fra esse fiori per santità
e miracoli la illustre vergine di Calcinaia, S. Ubaldesca Taccini, morta
in questo monastero il 28 maggio
del 1206. Le sue reliquie sono venerate in S. Sepolcro, nella Primaziale, nella Piove di Calcinala e in
Il tornaconto per parte nostra vi è sempre.
Di fatto siccome in questo cortese ospizio, a
quanto pare, non vi è costume di dar da mangiare , la carne vostra deve essere migliore
di quella dei sorci, e ciò dicendo, si mosse
per andare incontro ad Augusto, il quale gridò:
— Scostati, malandrino, non contaminarmi
col lezzo delle tue mani.
Lo zoppo si avventò, come feroce mastino,
contro di lui : riuscì ad assestargli MI colpo
sulla testa, che lo fece barcollare e cadere al
suolo.
Attilio trasse fuori dal seno, ove il teneva
celato, un piccolo stile, vibrandolo con veemenza nel dorso dello zoppo, il quale cadde
a terra, gridando: sono stato infilato come un
sorcio, da un ragazzo. Divoratore a te la vendetta, e bestemmiando gli dei spirò. La guardia si era gettata anch' essa, dopo il colpo
dello zoppo, sopra di Augusto. Egli faceva
-poderosi sforzi per staccarsi dalle braccia nerborute di lei che sentì trafiggersi il seno dall' acciaro di Attilio, e morì.
In quell'istante, il carcere si apri, mentre
l' uccisore di quei malandrini aiutava il compagno ad alzarsi dal suolo dicendo: Possiamo
ringraziare quest' arma che celai, con gran
cura, allo sguardo dei satelliti di Cesare.
S. Giovanni di Malta; e la sua effigie, in un con altri beati pisani,
vedesì dipinta nell'ancona dell'altare
della Madonna di Sotto gli Organi
in Duomo.
Attualmente la chiesa di S. Giovannino è uffiziata dall' Arciconfraternita dell'Arcangelo Raffaello, che
prima del 1811 aveva la sua sede
in un proprio oratorio in via Cariola, come diremo più innanzi. Sull'altare a destra è un bel quadro rappresentante la manifestazione dell'Arcangelo a Tobia e sua famiglia. Il quadro del maggiore altare
rappresenta la predicazione di San
Giovanni Battista, titolare di questa
D. S.
chiesa.
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S. Quirico d' Orcia, 1. Maggio.
La terza domenica dopo Pasqua di ogni
anno è giorno solenne per gli abitanti di S.
Quirico d' Orcia. Tale anniversario ricorda alla
religiosa pietà di un popolo il faustissimo avvenimento di quando l' angusta e sacra Immagine di Maria SS. di Vitaleta, dopo essere
stata nella domenica in Albis del 1882 portata
solennemente in processione nella città di
Siena, in tale domenica veniva restituita allo
affetto di un popolo, che da secoli La invoca
e venera a sua speciale protettrice ed avvocata!
Nella mattina di detto giorno (7 aprile)
dal Parroco principale della insigne Collegiata
veniva ammesso alla prima Comunione un
drappello di giovanotti di ambo i sessi, i quali,
compresi dall' atto solenne ed affettuoso che
erano per compiere, pieni di viva e sincera
fede, versavano lacrime di gioia e di contento,
da intenerire anche moltissimi dei devoti astanti, ai quali un tale religioso atto ricordava i più bei giorni della passata vita, di
quella vita innocente che non ha per anche
passati i disinganni del mondo.
Alle 10 vi fu Messa solenne nella chiesa
della Madonna, coli' intervento della Filarmonica locale, che eseguì bellissimi concerti. Si
abbia un vivo e sincero mirallegro l'egregio
o distintissimo Prof. sig. Raffaello Mazzoni,
che con zelo ed intelligenza non comune ne
presiede alla istruzione, ed un mi rallegro pure
a tutto il corpo musicale.
Inter Missarunt solemnia fu recitata analoga orazione panegirica dal novello ed esimio
Canonico D. Giov. Battista Gori, che con forbito stile, con azione dignitm e franca, con
patetiche descrizioni commosse al pianto più
d'uno ; e ciò sta a constatare-i bei pregi della
mente e del cuore di lui, da compensare ciò
che la fama meritamente diceva in antecedenza della sua venuta in mezzo a questo popolo, che tanto lo stima ed ama.
L' affluenza di questa popolazione é di quella dei paesi limitrofi fu tale da non lasciare
alcun dubbio che la fede è sempre viva nelle
loro menti, e l' amore e venerazione verso questo miracoloso Simulacro, anzi che infievolirsi,
divampa sempre più nel loro cuore, e alimentato che sia dalla Vergine SS., non si estinguerà giammai, ad onta dei venti che imperversano contro la sacra dottrina.
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• Togliamo dalla Gazzetta di Torino, giornale non sospetto, il seguente brano d'articolo su Darwin:
« Bisogna però dire che la scienza di
Carlo Darwin non è stata del gusto di tutti,
mentre non ha profittato alla vita materiale
dell'umanità e molto meno ha profittato alla
vita morale. Egli è stato uno di quegli in-
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mi rallegro pure
,
t fu recitata analovello ed esimio
-ori, che con forni e franca, con
;e al pianto più
i bei pregi della
compensare ciò
eva in antecezzo a questo p0ma.
azione o di quella non lasciare
tnpre viva nelle
zione verso quache infievolirsi,
cuore, e alimen., non si estinanti che imperla.
BRISPONDENTE.
i Torino, giorbrano d'artila scienza di
gusto di tutti,
vita materiale
profittato alla
di quegli in-
vestigatori audaci sino alla foll1a, che hanno
la pretesa di penetrare ed esplicare il grande, l'impenetrabile mistero della creazione.
La formica che, colle sue mandibole attaccando la zolla infima alla base del CeniRio,
si pensi di rovesciare le Alpi, può dare una
idea sebbene inadeguata del tentativo darwiniano. Infatti esso ha messo capo a grande e ammirabile risultato: all'analogia fra
l'uomo e la scimmia, alla derivazione del
principe della creazione tenesse dall umile
e gracchiante abitatore delle paludi.
splendido ed è confortante!
Eppure quei paradossali trovati hanno
fatto del Darwin il Lgon del moderno scientificisino, cì si perdoni la parola, la quale
ci pare adatta al caso.
Ebbene, Io confessiamo sinceramente, a
una scienza simile e che approda a conseguenze simili noi preferiamo la fede, che
ci nobilita e ci dà la speranza ».
7clemmoursecatall•I
Un
coraggioso patrizio cattolico.
Leggiamo nel Corriere di Torino: « Siamo lietissimi di vedere come gli anticlericali colla loro ornai famigerata dimostrazione siano riusciti ad un risultato affatto
contrario a quello a cui miravano; imperocche l'anno servito a ridestare nei torinesi
più vivace ed ardente lo slancio della fede,
l'amore e la gratitudine all'immortale memoria di Pio IX. e la generosità delle offerte
per concorrere alla erezione del suo augusto
Monumento. Pubblichiamo qui sotto una nuova lista di offerte, e la facciamo precedere
dall'energica dichiarazione di un illustre
nostro patrizio. Questo patrizio è il degno
figliuolo di quel grande storico e statista
italiano, che fu Cesare Balbo.
« Il sottoscritto, che più si gloria di
« appartenere alla nera canaglia, anzichè
« agli aderenti o fautori, o protettori, ecc.,
« degli eroi anticlericali d'ogni fatta, plau« dendo alla nobile protesta del Conte Cal« listo Gay di Quarti. offre lire 50 per la
< Chiesa di S. Secondo, Monumento di Pio
< IX.
« Conte PROSPERO BALBO ».
Un coraggioso popolano cattolico.
Carlo Galeazzi è quel bravo popolano che,
durante la dimostrazione anticlericale che
ebbe luogo a Torino l'ultima domenica in
Albis, gridò Viva Pio IX, e fu perciò arrestato e trattenuto parecchie ore in carcere. Or ecco che cosa leggiamo di lui nel già
citato C07" ere:
« Abbiamo avuto ieri nel nstro ufficio
l'ottimo e coraggioso popolano Carlo Galeazzi, il quale rimase altamente commosso
delle nnmerose testimonianze di ammirazione ed all'etto che eravamo incaricati di trasmettergli. Egli ci pregò di esprimere a
tutti la sua vivissima gratitudine per tale
benevolenza, ma protestò di esserne ben
confuso, non parendogli di meritarla per un
atto che gli sembrò semplicissimo e naturalissimo. C'incaricò in particolare di ringraziare ben di cuore i giornali cattolici,
che ebbero per lui parole sommamente benevole e lusinghiere, e noi lietissimi adempiamo all'incarico, pregando i nostri confratelli a voler gradire, anche per parte nostra,
i sentimenti della più affettuosa riconoscenza.
« Siccome poi taluno con gentile pensiero volle unire al suo biglietto di visita
un'offerta al buon popolano, quale tenue
compenso pei disagi patiti, il Galeazzi con
nobile spontaneità ci dichiarò che se ne servirà per collocare sotto una campana di
cristallo il cappello, fattogli a brani dai
dimostranti, e il tozzo di pane nero datogli
in prigione e da lui conservato; e che vi
apporrà la scritta: Viva Pio IX — Ricordo
del 16 e 17 aprile 1882 ».
-
Sappiamo che anche il Comitato Permanente dell'Opera de' Congressi e Comitati
cattolici ha fatto consegnare per mezzo del
suo Presidente Generale il Duca Salviati una
magnifica medaglia d'oro al buon popolano
Galeazzi, con inciso il motto Viva Pio IX.
COSE PISA NE
-
Mia
12 maggio.
La sera di sabato scorso giungeva in Pisa, proveniente da Roma,
S. E. il Cardinale Edoardo Mac-Cabe
Arcivescovo di Dublino e Primate
d' Irlanda, e prendeva alloggio all' albergo Minerva.
La mattina successiva S. E. veniva ossequiato da una rappresentanza dell' Ill.mo e R.mo nostro Capitolo, ed il wimo Cerimoniere della
Primaziale veniva posto a sua disposizione per quanto potesse occorrerle nel suo breve soggiorno fra
noi. S. E. poi, accettando ben volentieri l' invito che con ottimo pensiero ITenivale fatto, si recava domenica circa le ore 7 a celebrare
la S. Messa nella prossima chiesa
di S. Domenico, ove appunto in tal
giorno si festeggiava la commemorazione della inclita nostra concittadina, la B. Chiara Gambacorti, e
si prestava a distribuire la SS. Comunione alle RR. MM. Domenicane.
Recatosi poi a venerare il corpo
della Beata che ivi era esposto al
culto, e baciatane la reliquia, tornava all'albergo, e dopo aver gradito copia della vita e delle imagini
della Beata medesima, ripartiva poche ore dopo alla volta della patria,
riconoscentissimo per la gentile accoglienza ricevuta in Pisa.
Mons. Mac-Cabe è nato a Dublino
il 14 febbrajo 1816. Si segnalò per
istudio nel Seminario di Maynooth,
quindi andò vicario a Clufart, e successivamente fu curato di San Nicolò parroco di Kingstowix col titolodi Vicario generale. Il 25 luglio
1877 Pio IX lo diede coadiutore al
Cardinale Cullen col titolo di Vescovo di Gadara nella Palestina, e
alla morte di quel Porporato il Capitolo della Metropolitana di Dublino
a voti quasi unanimi lo propose alla
Santa Sede per suo successore al1' Arcivescovato. Il S. P. Leone XIII
lo proclamò Cardinale dell' ordine
dei preti nel Concistoro del 14 marzo
decorso.
'
4-
Il giorno 23 corr. si aprirà la
quindicina della nostra Corte d'Assise, e saranno trattate le cinque
seguenti cause: è una nota che
stilla sangue da tutte le parti !
23-24 maggio: — Causa contro
Leopoldo Melai per omicidio improvviso. Difensore Cav. Avv. Felice
Tribolati.
25-26 d. Causa contro Augusto
Barbuti, omicidio improvviso. Difensore Avv. L. Ricci.
27-30 d. Causa contro Pasquale
Capponi per omicidio improvviso e
contro Giuseppe Mochi per ausilio
nel medesimo.
31 maggio, 1, 2, 3 giugno. Causa contro Antonio, Giuseppe ed Eugenio Castellani per omicidio pre-
meditato.
o giugno e segg. Causa contro
Oreste Finstermaker accusato della
strage della sig. Orietta Lucchesini
e della di lei donna di servizio, fatto
che commosse cosi profondamente
la città nostra nell'anno decorso.
L'imputato è difeso dall' Avv. Giacomo 11Iarsili.
Domenica scorsa le onde del mare rigettavano sulla spiaggia di
Bocca d'Arno il cadavere della giovine P. di anni 18, la quale da
qualche tempo era sparita dalla propria abitazione.
L'infelice sembra che fosse spinta al triste passo dopo aver ceduto
alle seduzioni ed alle lusinghe di un
traditore: essa volle sfuggire ai patimenti ed alla vergogna, cercando
NEL NULLA, scrive la Provincia di
Pisa, il perdono e l'oblio!...
L'altra sera un ladro audace,
entrato nella chiesa di S. Ranierino
mentre era aperta , ma vuota di
gente, dette a leva con uno scalpello al coperchio della cassetta delle
elemosine e da quella portò via tutti
i danari che c'erano. Potè poi andarsene senza essere scoperto.
.
z
~.■11111
WirI:
-^
to, la sera del 3 corrente verso le IO rientrava ìn caserma dopo aver mancato all'appello. Il tenente di picchetto sig. Francesco
Messina, dopo averlo rimproverato di tale
Mercoledì sera Pisa avea il triste spettacolo di un altro trasporto
civile o laico, conducendosi al sepolcro la salma di certo Adolfo Maccari il quale in una delle sere
precedenti era stato brutalmente
assalito e ferito a morte in Pontedera da certi giovanas(.ri da lui rimproverati perché nojavano, pare,
una ragazza di là. li misero così ci
viene assicurato, apparteneva alle
associazioni democratiche più spiccate, e rifiutò ostinatamente qualunque soccorso religioso fino all'ultimo
momento di sua vita. Del suo corpo
pertanto si impadronì la Società
Atea Razionalista pei trasporti fubri civili, ed essa fu che fece gli
onori all'estinto. La sua bandiera,
una bandiera nera, col titolo della
società in lettere bianche, precedeva il carro mortuario, che era seguito dagli ascritti alle varie società
democratiche di Pisa, e circondato
da buon nerbo di guardie di P. S.
e di carabinieri, mentre da lungi
seguivano il corteggio due delegati
di P. S. Era uno spettacolo che
stringeva il cuore mancanza, gli ordinava, come di prescrizione, di costituirsi in carcere; ma nel momento, che veniva tradotto, il soldato estrasse
di tasca un coltello e lo ammenò al ventre
dell'ufficiale producendogli una ferita gravissima. Per fortuna non è tale da metterlo
in pericolo di vita.
Il soldato trovasi a disposizione della
competente autorità. Si chiama Parrini Giovanni di Vercelli ed è al reggimento da oltre 11 anni per aver subito altre due presedure per consimili fatti.
Il Parrini ha gran parte del corpo tatuato; attraverso al petto, dal lato destro,
si legge « amo la libertà ».
ES TER Cìè.
Irlanda. — La sera del 6 corr. lord
Cavendish, governatore, e Burke, segretario,
mentre passeggiavano nel Phoenix-Park,
vennero assassinati a colpi di coltello dopo
lunga lotta. Finora la polizia nom ha potuto
avere in mano gli assassini. Il Governo inglese ha promesso grossi premi a chi giungerà a scoprirli.
Lord Federigo Carlo Cavendish era fratello di lord Hartington, ministro delle colonie, e secondo figlio superstite del Duca di
Devonshire. Nacque nel 1836. Egli fu educato
nel Trinity College, Cambridge; fu segretario privato di lord Granville dal 1859 al
1864, e del signor Gladstone dal luglio 1872
fino all'agosto 1873. Dall'agosto 157:3 al febbraio 1874 egli fu nno dei lords della Tesoreria, e nell'aprile 1880 fu nominato segretario per la Finanza al Tesoro. Egli sedette alla Camera dei Comuni per la North
Division del West Riding del Yorkshire fino
Nel restauro della Chiesa di S.
Daniele a Venezia dovendosi levare
l'intonaco del coro per rinnovarlo, dal luglio 1865. All'ultima elezione nel 1880
il Rettore D. Francesco Gidoni si egli ebbe la seguente votazione: Lord Caaccorse di certi affreschi antichi vendish. liberale, 10818, e i snoi competitoche sotto vi erano; sospese il lavoro , ri Sir M. Wilson, liberale, 10732, S. C. Liconservatore, 7140. F. S. Powel, cone chiamato il R. D. Osvaldo Libera, ster,
servatore, 7096. La famiglia dei duchi di
il quale era gia incaricato a dipin- ! Devonchire è una delle più antiche ed illugere il detto coro, questi giudicò stri di Inghillterra. La tradizione liberale
doversi avvisare l'Accademia delle si mantiene in essa fin dal tempo della
lotta contro Giacomo 11. Un lord Cavendisch
comparse pitture, che ei reputava fu
uno dei capi del movimento che condusdi gran pregio. Venuto subito il se ad ottenere i capisaldi della costituzione
cav. Botti nostro concittadino, di- ! inglese e quindi all'assunzione al trono di
chiarò quegli affreschi della scuola Guglielmo Statolder d'Olanda e della principessa Maria.
del Mantegua. Sabato poi, 6 corrente
recavasi sul luogo l'intera CommisDiario Sacro
sione Conservatrice dei monumenti,
e confermava il giudizio del Botti,
aggi o.
incaricandolo a levare il resto del>p 14 Dom. V dopo Pasqua. S. Bonifazio
l' intonaco, il quale nasconde un te31. Al Duomo dopo la Messa cantata, a ore 11
soro che è l' unico di quell'epoca
circa, vi è l' istruzione teologale. Ultimo giorno
del solenne Ottavario della Divina Paslora in
in Venezia.
Sette milioni perduti!...
Dalle verifiche delle varie Estrazioni dei
Prestiti a Premi Italiani e specialmente del
Prestito Nazionale 1866, risulta che oltre
SETTE 'MILIONI- DI PREMI E RIMBORSI NON
SONO ANCORA STATI ESATTI perché molti
possessori di cartelle si dimenticano di verificare o non conoscono l'intreccio delle
estrazioni. e col 30 corrente vanno INESORABILMENTE PERDUTE MOLTE VINCITE. Abbonandosi al giornale L' Indicatore dei Prestiti, che si pubblica ogni mese, e che costa
sole lire DUE all'anno, si ha diritto alla
verifica gratuita per le passate, presenti e
future estrazioni di tutte le cartelle. — Rivolgersi alla Direzione del giornale L' indi -
calore dei Prestiti, via del Pesce, Num. 2,
Milano, e far presto, molto presto; perché
l'avarizia di due lire, o la pigrizia di scrivere una lettera, puà far perdere qualche
migliaio di lire.
S Giuseppe. A ore 6 pom. vi si canta l'Uffizio della B. Vergine. In S. Croce festa di
Maria SS. Immacolata, volgarmente detta la
Medaglia miracolosa.
15 Lun. Rogazioni. B. Domenico Vernagalli Conf. pisano, il cui sacro Corpo riposa sotto
l'altar maggiore in S. Michele in Borgo . AI
Duomo nella mattina processione e Messa come
nel giorno di S. Iarco, oggi e ne' due successivi giorni.
16 Mart. .Rogazioni. S. Giovanni Nepumuceno M.
17 Merc. Rogazioni. S. Pasquale Baylon. C.
7.1‹ 18 Giov. ASCENSIONE DEL N. S. GESI.I
CRISTO AL CIELO. Messa e Vespri solenni al
Duomo. Festa nell'antica basilica di S. Piero a
Grado. Comincia la Novena dello Spirito Santo,
a ore 11 al Carmine, e a ore 23 e mez, in S.
Caterina, in S. Sisto e in S. Martino.
19 Ven. S. Pietro Celestino P. e t; e com.
di S. Pudenziana. V.
20 Sab. S. Guido della Gherardesca C. pisano. Festa al Duomo dove si venerano le di
lui sacre Reliquie, ivi solennemente trasferite
da Donoratico nel 1451.
.
Togliamo dalla Voce della' Verità del 28
aprile:
Notizie diverse
iTAL2A.
Roma — La Camera ha approvato il
trattato di Commercio colla Francia con
172 voti contro 86. Ora ha ripreso la discussione della legge sull'ordinamento dell'esercito.
— L'istruttoria del processo a carico
del prof. Sbarbaro può dirsi compiuta. Egli
è chiamato a rispondere del reato previsto
dall'articolo 259 del codice penale, oltraggio
fatto ad un pubblico funzionario amministrativo nell'esercizio delle sue funzioni.
La causa sarà discussa innanzi al trihunale correzionale; il prof. Sbarbaro sarà di
feso dall'avvocato Lopez.
Chieri — Domenica veniva inaugurato il monumento al ven. canonico Cattolengo, morto in quella città nel 1842.
Tutte le autorità locali ecclesiastiche e
civili presero parte alla funzione.
Lucca — Troviamo nei giornali i seguenti particolari sul fatto del soldato che
ferì di coltello un ufficiale:
Un atroce fatto ha rattristato in questi
giorni la nostra città. Un soldato del 18.°
reggimento cavalleria Piacenza qui stanzia-
ANCORA DEL FARMACISTA M AllOLINI. TaInni nostri abbonati ci scrivono per sapere
se realmente siert() vere le virtù dello sciroppo di Pariglina del Cav. O. Mazzolini di
Roma, tante volte annunziate nel nostro
giornale. Per verità noi noli ci crediamo
competenti a giudicare le virtù dei rimedi.
ma crediamo, che a provare la sua efficacia
basti l' uso generale che se ne fa. Nella visita
che facemmo al magnifico stabilimento Mazzolini ci fecero fede della importanza di tal
rimedio, i numerosi attestati che ci spiegò
innanzi lo stesso Mazzolini. Noi gli chiedemmo perché non li pubblicava, egli ci rispose:
voglio che si creda alle mie parole, non ho
bisogno di puntelli! Se non fosse sufficiente
tutto questo basti rammentare la sac. me.
di Pio IX che usò per otto anni di quel rimedio ordinatogli dal eh medico Viale Prelà,
dal qual medicamento ne trasse non poco
sollievo; ed anche l'attuale Sommo Pontefice ne fa uso e lo ha insignito di una corn-
menda.
Una tale onoranza aggiunta ai molti at-
testati che possiede. non mettono davvero
in dubbio la valentia di questo bravo chimico . il quale indefassarnente si edopera
pel bene dell'umanità sofferente.
Qnesto depurativo non ha nulla di simile
con l'altro orionimo che si chiama liquore.
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et sanctae hujus Apostolicae sedis.(Pio P. P. IX alla stampa cattolica).
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testo, possa liberamente entrare nelle morigerate famiglie, senza offendere il pudore e il costume, di maniera che la più parte delle effemeridi illustrate viene da esse bandite, onde non soffrirne le tristi conseguenze. A Supplire a tale, ohimè! troppo deplorevole inconveniente,
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fiato, della voce, dei brotichi , del respiro,
male alla vescica, al fegato, alle reni, agli
intestiai, mucosa, cervello, il vizio del sangue ; ogni irritazione ed ogni sensazione febrile allo svegliarsi.
Estratto di 100,000 cure, compresevi
quelle di molti medici. del Duca di Pluskow
e della marchesa di Bréhan, ecc.
Cura N. 49,842. — Maria Joly di 50 anni da costipazione, indigestione, nevralgia,
insonnia, asma e nausee.
Cura N. 46 260. — Signor Roberts, da
consunzione polmonare, con tosse, vomiti,
costipazione e sordità di 25 anni.
Cura N. 65.184. — Pruneto, 24 ottobre
1866. — Le posso assicurare che da due anni, usando questa tneravigliosa Revalenta,
non sento più alcun incomodo della vecchiaia, nè il peso dei miei 84 anni. Le lnie gamba diventarono forti, la mia vista non chiede
più occhiali, il mio stomaco è robusto come
a 30 anni. Io mi sento insomma ringiovanito, e predico, confesso, visito ammalati. faccio viaggi a piedi, anche lunghi, o sentotni
chiara la mente e fresca la memoria.
D. '. Castelli, Baccel. in Teol. ed Arcipr.
di Pruneto.
Cura N. 98,614. — Da anni soffrivo di
mancanza d'appettito, cattiva digestione,
malattie di cuore, delle reni o vescica, irritazione nervose o melanconia; tutti questi
mali sparvero sotto l'influenza benigna della
2 ""ishe.s_
1
dihr
—
vostra divina Revalenta Arabica. — Leone
Peyclet, istitutore a Enanc,as (Alta Vienna)
Francia.
N. 63,476. — Signor Curato Comparet,
da diciott'anni di dispepsia. gastralgia. male di stomaco, dei nervi, debolezze e suodre
notturni.
N. O9,625. — Avignone (Francia), 18 aprile 1876. La Revalenta Du Barry mi ha
risanata all'età di 61 anni di spaventosi dolori durante vent'anni. Soffrivo d'oppressioni le più terribili e di debolezza tale da non
poter far nessun movimento, tiè poter vestirmi, nè svestire, con male di stomaco
giorno e notte, ed insonnie orribili. Ogni altro rimedio contro tale angoscia rimase vano, la Revalenta invece mi guarì compleiamente_ — Borrel, nata Carbonety, rue pu
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FARILTA LATTEA E. NESTLÉ
ALIMENTO COMPLET0 PEI BAMBINI G-RA.N. DIPLOMA_ D' ONORE
Medaglia
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d' Oro Parigi
1878.
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all'ilistifiìi: Alza ed alla mancanza ilel latte l'interno e facilita lo slattare.0
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porti la firma ,
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edell' INVENTORE HENRI NESTLE VEVEY (Svizzera).
Si vende in tutte le primarie farmacie e drogh,fle del Regno, che tengono a disposizione *
che raccoglie i più recenti certificati tilasciati dalle autori/ti
0 del pubblico un libretto
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Per evitare le
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