I ricavi 2013 di Recordati in crescita a 900 milioni con margini vicini
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I ricavi 2013 di Recordati in crescita a 900 milioni con margini vicini
I ricavi 2013 di Recordati in crescita a 900 milioni con margini vicini al 25% Recordati conferma la capacità di crescere sui mercati internazionali più promettenti e si appresta a varcare la soglia dei 900 milioni di ricavi entro il 2013 salvaguardando una redditività vicina al 25% in termini di Ebitda margin; dimensione considerata più che soddisfacente dalla maggioranza degli analisti. Obiettivi di grande valenza poiché saranno conseguiti pur in presenza del permanere delle difficoltà in alcuni fra i principali mercati storici della multinazionale milanese. E tutto ciò sarà possibile se non subentreranno fattori straordinari ad oggi non ipotizzabili e se il gruppo riuscirà a perseguire quella politica di sviluppo esogeno al servizio della quale potrebbe apportare sino ad oltre 300 milioni pur mantenendo il rapporto debiti/Ebitda inferiore all’unità; dimensione considerata più che compatibile sia economicamente che strutturalmente, pur considerando stabile l’apprezzata politica sui dividendi. Sperlatura Riempimento tubi Riempimento liquidi Impianto preparazione pomate e liquidi Filmatura Confezionamento fiale Confezionamento Giovanni Recordati, racconta gli obiettivi del gruppo Recordati Una scelta resa possibile grazie una generazione di cassa netta anti dividendo compresa fra i 100 e i 120 milioni medi annui e che si innesta nella storica politica di crescita esogena perseguita con determinazione da un management che ha saputo contrastare il permanere delle difficoltà sui mercati più maturi ricercando nuovi medicinali da commercializzare anche sui nuovi mercati scelti con una logica di entrare nelle aree limitrofe più promettenti. Un percorso che ha visto Recordati espandersi progressivamente ai principali mercati dell’Est Europa, oltreché in Russia e Turchia, mentre nel contempo lavorava sull’efficienza e sull’attento controllo dei costi. Una strategia ribadita oggi con forza in quanto, come puntualizza Giovanni Recordati, presidente, amministratore delegato e direttore generale dell’omonimo gruppo, “la strategia di sviluppo nelle aree più promettenti è una scelta obbligata per poter continuare a crescere, mentre la scelta di rafforzare il ruolo nei farmaci per la cura delle malattie rare è dettata anche dalle potenzialità reddituali che questo business presenta”. Ed è anche per questo che noi, prosegue il capo azienda, “continueremo a lavorare per consolidare il nostro ruolo nelle aree storiche, aumentare il peso nei Paesi di più recente insediamento, con focus su Centro ed Est Europa oltreché Turchia, espandere l’attività nei farmaci per la cura delle malattie rare a partire dagli Stati Uniti, che è il primo mercato mondiale anche per queste attività e rafforzare il parco prodotti sia acquisendo portafogli sia sviluppando in modo organico le nostre attività storiche quali i farmaci per la cura dell’ipertensione, del colesterolo e dell’ipertrofia prostatica benigna”. Una strategia di crescita che ha visto un’accelerazione nei passati trimestri considerando che nel corso del 2012 sono state formalizzate numerose operazioni: l’acquisto di Farma-Projekt, società attiva dal 2003 nella commercializzazione di farmaci in Polonia, il secondo mercato farmaceutico dell’Europa centro orientale; l’acquisto di un portafoglio prodotti in Russia composto da cinque linee commercializzate anche negli altri Paesi della CSI, aree ad alto potenziale di crescita; l’acquisto di sei prodotti di automedicazione (OTC) in Germania con elevato potenziale di commercializzazione. Il tutto, ricordano alla Recordati, mentre prosegue lo sviluppo organico come testimonia anche l’annuncio dell’inizio dello studio clinico di fase III per NX-1207 in Europa con Nymox pharmaceutical corporation, società americana con la quale Recordati ha siglato nel 2010 un accordo di licenza europea per lo sviluppo e la commercializzazione in Europa, Russia, CSI, Medio Oriente, Nord Africa e Sud Africa di NX-1207, un farmaco per la cura dell'iperplasia prostatica benigna. Ma c’è pure altro poiché, come ricorda il capo azienda, “la nostra storica politica di sviluppo vedrà presto importanti novità a partire dalla volontà di portare a termine una operazione importante per rafforzare il nostro ruolo nei farmaci orfani destinati alla cura delle malattie rare negli Stati Uniti; il mercato più importante al mondo anche per questi farmaci”. Novità dovrebbero presto emergere anche in Turchia, “ove investiremo circa 50 milioni di euro per realizzare un nuovo stabilimento per soddisfare lo sviluppo atteso sul mercato interno e quello previsto nei Paesi emergenti ove noi siamo presenti e vogliamo pure crescere”. Una strategia che sarà perseguita grazie anche alle nuove risorse che saranno dedicate alle acquisizioni: fino a 300 milioni pur nel rispetto di un rapporto debiti/Ebitda mantenuto al di sotto dell’unità, anche se la leva risulterà decisamente superiore all’attuale che vede per fine anno un debito vicino ai 50 milioni con Ebitda nell’ordine dei 200 milioni salvo sorprese. Il tutto, comunque, “nel pieno rispetto della solidità patrimoniale e della compatibilità economica che storicamente ci caratterizza, salvaguardando nel contempo una politica di dividendi che vede l’assegnazione ai soci del 50% dell’utile”. Iniziative i cui effetti emergeranno appieno nei prossimi anni, ma presenti nei conti in esame come emerge dai dati dei primi nove mesi. Un periodo caratterizzato da un progresso del 6,8% a 620 milioni dei ricavi nonostante la flessine del 3,2% in Italia e merito lo sviluppo dell’11% di quelle attività internazionali che nel 2012 hanno beneficiato della politica di crescita esogena sopra richiamata fra cui il consolidamento dell’acquisizione conclusa a fine 2011 in Turchia. Buone notizie anche sul fronte reddituale poiché l’ebitda si è collocato poco al di sopra dei 150 milioni con margini in lieve flessine al 24,3% nonostante l’impatto della richiamata riduzione delle spese sanitarie in molti Paesi del Europa occidentale, Italia inclusa. E se non subentreranno fattori straordinari il 2012 dovrebbe chiudersi con un fatturato in crescita di quasi l’8% al di sopra degli 820 milioni mentre l’Ebitda dovrebbe collocarsi nell’intorno dei 200 milioni con margini nell’ordine del 24,5% e cioè sostanzialmente stabili rispetto al 24,6% del 2011 merito anche al lancio dei nuovi prodotti e ad una attenta politica di contenimento dei costi. Risultati grazie ai quali l’utile netto dovrebbe fissarsi a circa 120 milioni con margini costanti al 15% circa. Uno scenario che dovrebbe riproporsi pure nel 2013. Il prossimo anno, se non subentreranno fattori straordinari ad oggi non ipotizzabili, dovrebbe infatti chiudersi con ricavi in ulteriore crescita e ipotizzabili al di sopra dei 900 milioni pur salvaguardando margini al di sopra del 24 per cento. Struttura vertici Organigramma gruppo Stato Patrimoniale e grado di copertura Conto economico e indici di bilancio Torte Dati storici Analisti - Il buy è dominante e solo Exane consiglia di vendere Intermonte conferma l’outperform su Recordati con target a 9,3 euro perché “la stabilizzazione delle vendite di lercanidipina e lo sviluppo commerciale della matrice nuovi prodotti/nuovi mercati supportano la visibilità sulla crescita attesa degli utili e sulla generazione di cassa, evidenziando la sottovalutazione del titolo”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “valutiamo positivamente i risultati conseguiti dal management oltreché il rigore e la coerenza nell’esecuzione della strategia predisposta per lo sviluppo del Gruppo”. Equita mantiene l’hold con prezzo obiettivo a 7,1 euro poiché “in questo momento i multipli restano interessanti, ma dopo il recente rimbalzo l’upside si è ridotto e non vediamo catalisi particolari per sovraperformare, anche se apprezziamo le strategie messe a punto da un management che negli ultimi trimestri è riuscito ad accelerare sul versante della crescita esogena centrando alcune acquisizioni interessanti”. Banca Akros mantiene l’accumulate e alza il target da 7 a 7,3 euro poiché “Recordati è sottovalutata sia rispetto ai principali peers europei del farmaceutico sia per la forte capacità di generazione di cassa. Questo anche perché apprezziamo la penetrazione dei mercati ad alti tassi di crescita dell’Est Europa e lo sviluppo del portafoglio prodotti”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “l’azienda ha dimostrato di saper compensare l'impatto negativo delle misure di austerity oltreché quelle originate dalla penetrazione dei farmaci generici in Italia e in Francia”. Mediobanca ripropone il neutral con target a sei euro in quanto “tratta agli stessi multipli dei concorrenti e non ci aspettiamo sorprese sugli utili, che dovrebbero centrare gli obiettivi della società e le stime di consensus”. Questo anche se, conclude l’analista, “Recordati è ben gestita e il titolo è difensivo poiché il modello di business presenta un tasso di rischiosità molto basso”. Centrobanca rilancia il Buy con target a 7,2 euro perché “apprezziamo la solidità patrimoniale e la buona redditività oltreché la strategia di sviluppo per acquisizioni di società o linee di prodotti OTC nei paesi a maggiore potenziale di sviluppo (Est Europa, Russia e Turchia, ove verrà realizzato anche un nuovo stabilimento). Nel contempo ci piace lo sviluppo negli Usa nel business degli Orphane drugs per la cura delle malattie rare da cui ci attendiamo ritorni interessanti”. Siamo positivi anche perché, conclude l’analista, “il calo delle vendite di lercanidipina e la concorrenza dei generici sono più che compensate dal buon andamento nei nuovi prodotti commercializzati”. Merrill Lynch reitera il buy con prezzo obiettivo a 7 euro perché “i ricavi continuano a crescere nonostante la pressione sui prezzi e la concorrenza dei generici grazie anche al lancio di nuovi prodotti e alla politica di crescita esogena che ha permesso al gruppo di aumentare l’esposizione verso mercati in crescita come Russia, Est Europa e Turchia”. Jefferies ribadisce il buy e alza il target da 7,1 a 7,3 euro poiché “riteniamo positiva la recente acquisizione di integratori e marchi OTC e in Russia in quanto le consente di sfruttare la propria infrastruttura e aumentare la propria presenza nel segmento in più rapida crescita del mercato, mentre i margini beneficiano della capacità di mantenere un buon controllo dei costi”. Credit Suisse mantiene il neutral con target a 6,5 euro merito “la stabilità del dividendo e perché gli effetti negativi derivanti dal declino del vecchio portafoglio cardiovascolare sono bilanciati dalla crescita conseguita tramite la vendita di nuovi prodotti e la progressiva espansione sui mercati emergenti”. Le quotazioni salgono a 6,3 euro e si riduce il gap dal massimo 2012 Recordati consolida il positivo trend che ha caratterizzato il titolo in Borsa negli ultimi sei mesi e nei primi tre giorni della settimana si mantiene prossima ai 6,3 euro di mercoledì 7 novembre. Quotazione esattamente uguale a quella del venerdì precedente, il 2 novembre, quando la multinazionale farmaceutica milanese ha registrato il massimo del 2012. Valore, quest’ultimo, che riavvicina i prezzi attuali al massimo degli ultimi cinque anni e cioè a quegli 7,8 euro del primo giugno 2011. Un picco raggiunto dopo un percorso durato quasi un triennio e cominciato nell’ottobre del 2008, quando il 28 dello stesso mese il titolo ha toccato 3,68 euro, il minimo da fine 2007. Da allora, e grazie anche alle iniziative predisposte dall’azienda per allontanare le preoccupazioni sugli effetti della scadenza del brevetto di lercanidipina prevista per il 2010, il titolo ha ripreso forza e il trend si è via via consolidato merito pure alla capacità di esecuzione di un management che ha centrato i target indicati. Il sentiment positivo si è così rafforzato permettendo al titolo di raggiungere il massimo sopra ricordato. Un trend a cui ha però fatto seguito un brusco ridimensionamento poiché il titolo si è allineato al crollo dei mercati finanziari e nei primi 19 giorni di agosto è passato da 7,5 a 6,4 euro perdendo il 15% in quindici giorni Borsa; dinamica proseguita nei mesi successivi tanto che, salvo alcuni rimbalzi, il 14 maggio 2012 è stato segnato il minimo dell’anno al di sotto dei 5 euro. Da allora, e salvo i soliti saliscendi, Recordati ha imboccato un trend crescente che ha portato le quotazioni sino ai citati 6,3 euro di venerdì 2 novembre. Trend sostenuto dalle raccomandazioni degli analisti, che a larga maggioranza suggeriscono l’acquisto, mentre uno solo di loro consiglia di vendere. Andamento titolo Coverage and conensus Stime analisti Criticità - La riduzione delle spese farmaceutiche e la concorrenza dei generici Recordati vuole salvaguardare margini reddituali soddisfacenti mentre si profila la possibilità di raggiungere la soglia del miliardo di ricavi nel 2013 grazie anche all’accorta politica di sviluppo esogeno rivolta prevalentemente alle aree a maggiore potenziale quali l’Est Europa, la Russia e la Turchia. Risultati di sicura valenza anche perché saranno conseguiti in presenza di unacongiuntura che è scivolata nella recessione in molte delle aree di operatività storica a partire dall’Italia. Uno scenario che preoccupa gli analisti in quanto Recordati dovrà confrontarsi con lacontinua erosione dei margini in Europa Occidentale a causa della riduzione delle spese farmaceutiche. Scelta obbligata e diretta conseguenza delle politiche di rigore imposte dalla ricerca del pareggio di bilancio richiesta dalle autorità comunitarie per salvaguardare un euro che resta ancora oggi sotto il tiro della speculazione. E tutto ciò si rifletterà inesorabilmente in ulteriori tagli sui prezzi dei medicinali, mentre lo sviluppo dei generici si riflette sulla redditività. Un fattore che potrebbe avere ripercussioni particolari in Francia, dove il Governo Holland ha imposto regole molto severe per favorire lo sviluppo dei farmaci generici. È doveroso infine ricordare che l’accelerazione della crescita nei Paesi emergenti come sopra indicato e nei farmaci “orfani” negli Usa apre pure il capitolo della maggiore esposizione al rischio cambi. Walter Bevilacqua,definisce le strategie di espansione del gruppo Recordati “Sviluppare le attività della farmaceutica classica nei mercati in espansione, espandere le attività dedicate ai trattamenti delle malattie rare in tutto il mondo e arricchire il portafoglio attraverso l’acquisizione e lo sviluppo di nuovi prodotti”. Sono queste le priorità strategiche a cui lavoriamo come sottolinea Walter Bevilacqua, direttore corporate development del gruppo Recordati. Più in particolare, prosegue il direttore, “per quanto riguarda la diversificazione geografica è opportuno fare delle distinzioni poiché nella farmaceutica classica si procede per gradi, con passi generalmente su scala nazionale. E ciò richiede organizzazioni relativamente articolate e portafogli prodotto abbastanza ampi”. Ed è anche per questo che noi, specifica Bevilacqua, “negli ultimi anni siamo stati particolarmente attivi nella ‘nuova Europa’, ossia i paesi dell’Europa centro-orientale, la Russia, le repubbliche ex-sovietiche europee e asiatiche, la Turchia. E ad oggi possiamo constatare di aver fatto molti passi positivi, anche se c’è ancora lavoro da fare in quest’area”. Una base di partenza che oggi ci permette di “guardare con grande interesse al Medio Oriente e all’Africa, soprattutto il Nord Africa, mentre per le restanti parti del mondo attendiamo un momento successivo, anche se non lontanissimo”. Diverse le opzioni per le attività dedicate ai trattamenti delle malattie rare e farmaci orfani, ove, seguita Bevilacqua, “i pazienti sono pochi, così come i centri che li sanno curare mentre pure la squadra necessaria è di piccole dimensioni, anche se di grande specializzazione”. Queste attività, è doveroso ricordarlo, “sono state in passato un mercato per i soli paesi ricchi, ma questo sta cambiando velocemente e riteniamo che con i prodotti giusti possiamo espanderci molto più rapidamente e con minori vincoli, idealmente nel mondo intero”. Vi è poi i capitolo delle metodologie di individuazione delle aziende target da acquisire ove noi, precisa il direttore, “abbiamo degli obiettivi specifici che seguiamo con regolarità e con i quali talvolta intratteniamo relazioni dirette, alcune delle quali poi si sviluppano in opportunità concrete. Però vale la regola che per acquisire a condizioni ragionevoli nella maggior parte dei casi bisogna avere una controparte che è già entrata nell’ordine di idee di vendere, o almeno di valutare la vendita”. Attività che abbiamo sviluppato con un certo successo poiché Recordati, puntualizza Bevilacqua, “ha concluso positivamente una discreta serie di operazioni e sviluppato una reputazione di acquirenti seri e affidabili e una rete di relazioni. Perciò è il mercato stesso che ci aiuta a sapere quello che succede e soprattutto quello che succederà e che ci porta una serie di opportunità, alcune delle quali seguiamo. La nostra regola è che valutiamo solo le operazioni che si sposano con le nostre logiche di sviluppo industriale. Quelle con giustificazione puramente finanziaria non ci interessano”. E per valutare al meglio il valore delle aziende da acquisire, specifica il direttore di Recordati, “usiamo le tecniche standard, sviluppando anche i vari profili di rischio delle operazioni. Guardiamo più al profilo dei flussi di cassa che a quello contabile”. Per noi, prosegue è fondamentale avere un piano chiaro di integrazione e su come aggiungere valore al nostro obiettivo in quanto “quasi sempre le acquisizioni si svolgono in condizioni competitive, e questo risulta in multipli elevati rispetto ai risultati storici. Perché l’acquisizione sia vantaggiosa per l’acquirente occorre quindi utilizzare le nuove possibilità offerte dall’operazione per sviluppare l’attività del gruppo e aggiungere valore. Di conseguenza l’obiettivo per noi è desiderabile solo se riteniamo che integrato nel nostro gruppo migliorerà rispetto alla sua situazione attuale”. I multipli, concludono alla sede romana, “sono molto variabili in funzione di quello che gli acquirenti ritengono sia tasso di crescita del mercato target e della specifica situazione competitiva, e meno sensibili di quanto si possa pensare alle oscillazioni di breve termine del mercato azionario. Nel nostro settore, comunque, i multipli sono quasi sempre più di 10 volte il risultato operativo”. Diego Provvedini racconta i nuovi progetti nelle aree terapeutiche “Attualmente ci stiamo dedicando alla ricerca e allo sviluppo di nuovi trattamenti in quattro aree terapeutiche. Siamo storicamente presenti nell’area cardio-vascolare, principalmente con il nostro calcioantagonista antiipertensivo originale lercanidipina, e continuiamo a lavorare in quest’area con l’obiettivo di sviluppare nuove combinazioni e dosaggi” illustra Diego Provvedini, direttore drug development del gruppo Recordati. Oltre a quest’area, prosegue il direttore drug development, “siamo sempre stati attivi anche nell’area urologica nella quale abbiamo sviluppato un trattamento originale per l’incontinenza urinaria, il flavossato, e recentemente la silodosina, ossia un nuovo farmaco per il trattamento sintomatologico dell’iperplasia prostatica benigna”. In questo momento, racconta Provvedini, “siamo concentrati su un trattamento molto innovativo, sempre per l’iperplasia prostatica benigna, che produce un beneficio di lunga durata, e siamo attivi anche nell’area relativa alla dislipidemia, area nella quale stiamo già commercializzando in alcuni paesi europei una nuova statina per il controllo dei livelli di colesterolo, la pitavastatina”. Per noi è anche prioritaria l’area delle malattie rare dove, aggiunge il direttore drug development, “siamo specializzati nei disturbi metabolici di origine genetica che si presentono prevalentemente nell’infanzia e che se non sono trattati possono essere mortali o portare a gravi danni del sistema nervoso centrale e altri organi”. Considerando le varie fasi di sviluppo clinico, specifica Provvedini, “che vanno dalla fase 1 alla fase 3, cioè dalla fase iniziale nella quale si determina l’efficacia e la sicurezza di un nuovo farmaco fino alla fase finale necessaria per richiedere l’approvazione per la sua commercializzazione e che coinvolge centinaia di pazienti, abbiamo complessivamente 15 progetti in sviluppo. I più importanti riguardano l’urologia, in particolare per quanto riguarda l’iperplasia prostatica benigna e la vescica iperattiva che porta all’incontinenza urinaria”. In merito ai costi e alle tempistiche di sviluppo di un farmaco per la sua approvazione commerciale, sottolineano alla Recordati, “la cifra può variare a seconda dello stadio di sviluppo dal quale si parte e dal tipo di prodotto. Per questo motivo non è facile generalizzare, ma si può approssimare una cifra vicina ai 300 - 500 milioni di euro che tiene conto di tutti i progetti non andati a buon fine. Per quanto riguarda le tempistiche, in media 10 anni è un lasso di tempo abbastanza vicina alla realtà. A questa durate bisogna poi aggiungere il tempo necessario per richiedere ed avere dagli enti regolatori l’autorizzazione per l’immissione in commercio del nuovo farmaco. La fase chiamata ‘regolatoria’ può durare anni”. Nel caso del nuovo prodotto, l’iperplasia prostatica benigna, annuncia Provvedini, “potrebbe arrivare sul mercato nel 2016. Visto il carattere molto innovativo del prodotto oltre al cambiamento costante delle condizioni di prezzo e di rimborso dei sistemi sanitari europei, è difficile oggi fare una stima dei ricavi che potrebbe generare questo prodotto”. Per i nuovi progetti invece, conclude il direttore drug development, “ricerchiamo prodotti nelle nostre aree di expertise ma anche nelle aree correlate (metabolismo, diabete uro-oncologia). Abbiamo creato tre comitati di analisi e valutazione dei nuovi prodotti e progetti e ci avvaliamo di un gruppo di esperti interni ed esterni che valutano la portata strategica di ogni prodotto. L’attività di questi comitati è più che triplicata negli ultimi tre anni, con un aumento considerevole del livello scientifico e terapeutico potenziale dei prodotti esaminati. Siamo ora considerati come un partner di riferimento in Europa”. Marco Liguori definisce il piano strategico di Orphan Europe del gruppo Recordati “Una delle priorità strategiche di Orphan Europe, la società del gruppo Recordati dedicata ai trattamenti delle malattie rare, è quella legata all’accrescimento della nostra presenza internazionale principalmente attraverso accordi di licenza per i nostri prodotti con aziende farmaceutiche locali, in particolare in Asia e in Sudamerica” dichiara Marco Liguori, direttore generale attività malattie rare. Nello specifico, prosegue Liguori, “una presenza diretta nei paesi a più alto potenziale di crescita e nei quali esiste una legislazione favorevole ai prodotti orfani é in corso di valutazione e l’espansione geografica mirata alla globalizzazione del portafoglio sarà un fattore determinante della crescita di Orphan Europe nei prossimi anni”. Alla diversificazione geografica, prosegue il direttore generale dell’attività malattie rare, “è affiancata anche un’espansione nel portafoglio prodotti nell’ambito delle malattie rare e ultra-rare, attraverso l’acquisizione di nuovi trattamenti, oltreché ad un maggior focus sullo sviluppo di nuovi prodotti e di ulteriori indicazioni dei prodotti esistenti. Il tutto con la nostra volontà di consolidare i rapporti privilegiati e di partenariato con gli specialisti nell’ambito delle malattie rare e le associazioni di pazienti al fine di rispondere nel miglior modo possibile alle loro esigenze tramite programmi di collaborazione scientifica e di educazione”. Una strategia questa, dichiara Liguori, “che ha visto già con l’acquisizione di Orphan Europe la volontà del gruppo di diversificare il proprio modello di business attraverso l’acquisizione di prodotti e competenze nell’ambito di un settore altamente innovativo, nel quale vi è una mancanza di opzioni terapeutiche. Le malattie rare rappresentano infatti un grande problema sanitario, essendo potenzialmente mortali e cronicamente invalidanti”. Inoltre, ricordano alla Recordati, “è un settore relativamente protetto dalla crisi dal momento: la Commissione Europea e la maggior parte delle autorità nazionali hanno identificato il settore delle malattie rare come prioritario nell’allocazione di fondi e di investimenti”. E per il prossimo futuro “contiamo di sviluppare l’attività sia attraverso l’acquisizione di nuovi prodotti, sia attraverso l’espansione geografica in paesi dove non siamo ancora presenti con i nostri prodotti”. Questo anche se è doveroso ricordare che, aggiungono alla Recordati, “lo sviluppo di farmaci per il trattamento di malattie rare è un processo molto costoso, come lo è lo sviluppo di ogni farmaco. E il risultato di questi sforzi deve essere tale da poter consentire il recupero dei costi oltreché la prosecuzione degli investimenti nel futuro. Ma poiché il numero di pazienti che presentano queste malattie è molto esiguo, il prezzo di vendita dei prodotti deve essere necessariamente alto”. È doveroso infine ricordare che, completa Liguori, “l’attività dedicata alle malattie rare è integrata nel gruppo Recordati e ciò permette di usufruire di sinergie che diversamente non si potrebbero avere. Condizione merito la quale, complessivamente, la redditività di questa attività si posiziona in linea con quella del resto del gruppo”. 12 novembre 2012 - 09:04:02