Studio sulla fidelizzazione delle infermiere: primi risultati

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Studio sulla fidelizzazione delle infermiere: primi risultati
Professione
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K r a n k e n p f l e g e I S o i n s i n f i r m i e r s I C u r e i n f e r m i e r i s t i c h e 5/2016
Nurses at work
Studio sulla fidelizzazione
delle infermiere: primi risultati
In un contesto di penuria di infermiere, lo studio nurses at work ha lo scopo di
fornire informazioni sulle scelte di carriera delle infermiere in Svizzera e i loro
motivi per rimanere nel settore sanitario o di abbandonarlo. Allo studio hanno
partecipato circa 15 000 infermiere, per la maggior parte diplomate in Svizzera.
Testo: René Schwendimann, Dalit Jäckel, Adeline Paignon, Jacques-Antoine Gauthier, Boris Wernli, Véronique Addor
Foto: Werner Krüper
Le risorse umane in buona salute sono
un fattore determinante del sistema sanitario svizzero e le infermiere contribuiscono in modo importante nel proporre cure di qualità. Si osserva una
sempre maggiore richiesta di prestazioni infermieristiche dovuta alla dipendenza, all’invecchiamento della popolazione, ma anche a quello del corpo
infermieristico e allo sfoltimento degli
effettivi fra i professionisti della salute.
L’obiettivo dello studio nurses at work
(vedi riquadro) era di capire meglio
le scelte professionali delle infermiere,
in particolare l’abbandono prematuro
della professione. Questo studio deve
Gli autori
René Schwendimann, Istituto delle
scienze infermieristiche, Facoltà di
medicina, Università di Basilea
Dalit Jäckel, Istituto delle scienze
infermieristiche, Facoltà di medicina,
Università di Basilea
Adeline Paignon, Scuola universitaria
professionale di Ginevra
Jacques-Antoine Gauthier, Facoltà
delle scienze sociali e politiche, Università di Losanna
Boris Wernli, FORS, Centro di competenze svizzero in scienze sociali,
Losanna
Véronique Addor (direttrice dello
studio), Scuola universitaria professionale, settore salute (HEdS) Ginevra
aiutare a capire le situazioni professionali e l’evoluzione del personale infermieristico in Svizzera per promuovere
l’attuazione di misure destinate a fidelizzare le infermiere nel settore della
salute. A tale scopo è stato creato un
questionario disponibile online dal 15
settembre 2014 al 28 febbraio 2015 (in
tedesco, francese e italiano), per raccogliere dati sui percorsi professionali
delle infermiere negli ultimi 40 anni.
Procedura e risultati
L’invito a partecipare allo studio, da parte delle associazioni, i datori di lavoro e
la stampa, ha permesso di raccogliere
15 301 questionari, di cui 11 644 compilati da titolari di un diploma svizzero (pari
al 12% dei diplomi rilasciati1 tra il 1970
e il 2014). Fra gli intervistati si contano
l’89.5% di donne e l’età media è di 41
anni. Al momento dell’inchiesta, il 72%
delle persone interpellate vivevano nella
Svizzera tedesca, il 23% nella Svizzera
romanda e il 4% nella Svizzera italiana,
l’1% nelle regioni frontaliere. Fra queste,
il 94% lavorava nel settore sanitario, il
3% esercitava un’altra professione e il
3% era senza attività rimunerata.
Fra i partecipanti ancora attivi nel settore sanitario, il 65%2 lavorano negli ospedali, cliniche psichiatriche e istituti di
riabilitazione, il 14% nelle CPA e l’11%
nelle cure a domicilio. Poco più del 2%
lavorano in un istituto di formazione e il
10% nei vari campi del settore sanitario
(ad es. amministrazione pubblica, industria e commercio). A proposito del loro
impiego attuale, l’88% si dichiara generalmente soddisfatto del proprio lavoro,
tuttavia solo la metà è soddisfatta del
salario. Si osserva che il 16% cerca attivamente un posto in un’altra istituzione
e il 20% pensa di abbandonare definitivamente la propria attività nelle cure.
Per quanto riguarda i motivi per rimanere nel posto attualmente occupato, il
95% afferma di gradire il tipo di attività
svolta. Gli intervistati hanno pure indicato che la possibilità di lavorare in modo autonomo (93%), la libertà di utilizzare le proprie conoscenze ed esperienze, la buona collaborazione nell’equipe
(93%) e la qualità dell’ambiente in
generale (87%) sono a loro volta motivi
per rimanere fedeli al proprio posto di
lavoro. Inoltre, interrogato sui motivi
che le hanno portate ad abbandonare il
loro precedente impiego per quello attuale, il 75% indica il bisogno di svilupparsi professionalmente, che l’offerta di
impiego era più interessante (52%) o
che c’era una mancanza di sostegno da
parte dei superiori (42%). Infine, il 35%
afferma di aver abbandonato l’impiego
Secondo la statistica realizzata per la prima volta
dall’equipe nurses at work, sulla base degli archivi
della Croce-Rossa svizzera, in Svizzera, tra il 1970
e il 2014 sono stati rilasciati 99 778 diplomi in
cure infermieristiche.
2
L’insieme delle statistiche descrittive presentate
sono calcolate in base alle risposte disponibili.
1
www.sbk-asi.ch >Soddisfazione sul lavoro >Fidelizzazione >Carriera
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Lavoro autonomo
e buona atmosfera
all’interno dell’equipe sono fattori
determinanti per
rimanere fedeli alla
professione.
precedente a causa dell’impossibilità di
partecipare alle decisioni.
Motivi di abbandono
Fra le intervistate che non esercitano
più nel settore delle cure, per oltre il
50% hanno svolto professioni del settore sanitario e della socialità, dell’educazione, dell’insegnamento e dell’amministrazione pubblica, ma senza che il
loro diploma di infermiera fosse richiesto. Alcuni dei motivi evocati per spiegare il loro abbandono del settore sanitario sono intrinsechi alla professione di
infermiera, come la durezza del lavoro
nelle cure e l’incidenza dello stress fisico e/o psichico (36%). Un terzo afferma che gli orari erano troppo difficili
da gestire, il 36% ritiene insufficiente il
sostegno dei superiori, il 38% indica
l’impossibilità di partecipare alle decisioni, e il 33% che il lavoro svolto non
era riconosciuto. Fra gli altri motivi
menzionati, il 73% indica il desiderio di
voler progredire nella carriera, l’interesse per un’altra professione (52%), o la
proposta di un posto di lavoro più interessante (40%).
Fra le infermiere momentaneamente
senza attività remunerata, la metà sono
casalinghe, il 7% segue una formazione,
l’8% è in congedo per malattia, il 5% è
in disoccupazione e il 4% è in viaggio. I
motivi indicati per l’abbandono della
vita professionale sono spesso legati a
una scelta personale, il 40% intendeva
riprendere una formazione, il 34% dedicarsi alla famiglia. Per contro, fra gli altri motivi indicati, il 57% ha evocato la
mancanza di sostegno da parte dei superiori, lo stress fisico e/o psichico (46%),
la scarsa qualità delle cure erogate nel
loro istituto (41%), la mancanza di riconoscimento del loro lavoro (40%), l’impossibilità di progredire nella carriera
(34%) e l’impossibilità di partecipare
alle decisioni (34%).
Riassunto e prospettive
Per le infermiere attive nel settore sanitario, il piacere di svolgere i compiti richiesti, il lavoro autonomo e una buona
atmosfera all’interno dell’equipe svolgono un ruolo determinante per rimanere
in questo settore. Per quanto riguarda
l’abbandono dell’attività nelle cure, nel
caso di una svolta nell’orientamento
professionale, la scelta è essenzialmente
basata su un marcato interesse per un’altra professione e il bisogno di sviluppo
professionale. Per chi ha momentaneamente abbandonato il settore professionale, i motivi più ricorrenti sono legati
alla vita di famiglia o al desiderio di
formazione. Tuttavia, sia che abbiano
cambiato istituto, professione o siano
inattive, tutte evocano motivi legati alla
mancanza di risorse a disposizione: l’impossibilità di partecipare alle decisioni
da un lato e la mancanza di sostegno
da parte dei superiori nello svolgimento
della loro attività dall’altro.
Lo studio
Sondaggio su
larga scala
Lo studio nurses at work è stato svolto
sotto la direzione della Scuola universitaria professionale, settore salute, di
Ginevra, in collaborazione con l’Istituto delle scienze infermieristiche dell’Università di Basilea e la Facoltà delle
scienze sociali e politiche dell’Università di Losanna. È stato finanziato
dal Fondo nazionale svizzero (FNS),
l’Osservatorio svizzero della salute
(Obsan), la Segreteria di Stato per la
formazione, la ricerca e l’innovazione
(SEFRI), l’Ufficio federale della sanità
pubblica (UFSP) e la Scuola universitaria professionale della Svizzera occidentale (SUP-SO), e sostenuto da numerosi partner scientifici e professionisti
(www.nurses-at-work.com).
Per il futuro si prevedono altre analisi,
ad esempio sui fattori che determinano
la durata dell’esercizio della professione
e la qualità delle condizioni di lavoro.
Sul sito del progetto saranno pubblicate
informazioni in merito.
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