Bollettino CIA Europa - Confederazione Italiana Agricoltori

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Bollettino CIA Europa - Confederazione Italiana Agricoltori
Bollettino CIA Europa
25 APRILE 2007
A cura della sede
CIA di Bruxelles
Rue Philippe Le Bon 46,
Bruxelles 1000
Tel 003222303012
Fax 003222800333
NUMERO 20
Sommario
EDITORIALE: “Politi eletto Vice-presidente del COPA: alla CIA
un importante riconoscimento nel futuro dell’agricoltura
europea”
e-mail: [email protected]
Responsabile:
Giuseppe Alagia
e-mail [email protected]
PER RICEVERE DOCUMENTI
DI MAGGIOR DETTAGLIO
SUGLI ARGOMENTI TRATTATI
CONTATTARE DIRETTAMENTE
LA CIA BRUXELLES
LINK DI RIFERIMENTO
UNIONE EUROPEA
1. LE NUOVE STIME SUL REDDITO AGRICOLO PER IL 2006
SEGNALANO UN AUMENTO DEL 3,8% PER L’UE27. IN
ITALIA CONTINUA PERO’ LA DISCESA PER I PREZZI SUI
CAMPI
[Bruxelles, 29 marzo 2007]
2. I CONSUMATORI EUROPEI SONO DISPOSTI A PAGARE
PER
IL
BENESSERE
DEGLI
ANIMALI
[Bruxelles, 22 marzo 2007]
3. IL PARLAMENTO EUROPEO PROPONE DI RIVEDERE IL
MODELLO
AGRICOLO
DELL’EUROPA
AMPLIATA
[Bruxelles, 29 marzo 2007]
COMMISSIONE AGRICOLTURA
PARLAMENTO EUROPEO
EURO LEGISLAZIONE
4. COMUNICATO COPA-COGECA:
PRESIDENZA
[Bruxelles, 19 aprile 2007]
ELETTA
LA
NUOVA
COPA
COPA - COGECA
COMITATO ECONOMICO E
SOCIALE EUROPEO
5. QUALE SARA’ IL FUTURO RISERVATO ALL’AGRICOLTURA
EUROPEA? PRIMO CONTRIBUTO DEL COPA-COGECA AL
DIBATTITO
[Bruxelles, 21 marzo 2007]
6. LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA UN SERVIZIO DI
REGISTRAZIONE ON LINE PER LE ASSOCIAZIONI CHE
OPERANO
PER
LO
SVILUPPO
[Bruxelles, 18 aprile 2007]
Editoriale: “Politi eletto Vice-presidente del COPA: alla CIA un
importante
riconoscimento
nel
futuro
dell’agricoltura
europea”
Il Presidente nazionale, Giuseppe Politi, è stato eletto vicepresidente
del
COPA
(Comitato
delle
Organizzazioni
Professionali Agricole dell’Unione Europea) con il voto
unanime di tutte le 55 organizzazioni agricole europee
aderenti e con il sostegno determinante della organizzazioni
italiane, Coldiretti e Confagricoltura.
La Presidenza è stata attribuita al francese Lemetayer e le
vicepresidenze a Michael Hornborg (Presidente della
Confederazione finlandese degli agricoltori e dei proprietari
forestali – MTK), Gerd Sonnleitner (Presidente del Sindacato
degli agricoltori tedeschi – DBV), Peter Kendall (Presidente
della Federazione nazionale degli agricoltori britannici –
NFU), Jan Veleba (Presidente delle Camere dell’agricoltura
ceche)
e
Kyriakos
Kyriakou
(Segretario
generale
dell’Associazione degli agricoltori ciprioti – Panagrotikos). Tra
questi, il Presidente Politi è la principale figura di
rappresentanza
dell’agricoltura
dei
paesi
dell’Europa
mediterranea.
L’incarico di Politi alla vicepresidenza rappresenta la prima
elezione di un membro della CIA alla Presidenza del COPA, 24
anni dopo l’adesione dell’organizzazione e 50 anni dopo la
creazione del COPA -COGECA.
Per la CIA e per tutta l’agricoltura italiana si tratta di
un’importante sfida, come lo ha sostenuto lo stesso Politi, che
ha definito il suo compito molto impegnativo. Si è infatti in un
periodo di grandi cambiamenti per l’agricoltura, con le riforme
delle OCM Vino e Ortofrutta in corso, le trattative commerciali
nell’ambito WTO, la creazione di un’area di libero scambio
Euro-Mediterranea nel quadro del processo di Barcellona e il
serrato dibattito sul futuro della PAC.
Il vino e l’ortofrutta sono però i punti maggiormente
strategici del momento, di grande rilevanza economica e
sociale, per i quali è necessario tutelare gli interessi degli
agricoltori e puntare su un rilancio della competitività delle
imprese, nel quadro del raggiungimento degli obiettivi della
strategia di Lisbona.
L’agricoltura e le politiche per l’agricoltura possono infatti,
secondo Politi, favorire e appoggiare questa strategia, che
vuole rendere l’Europa la principale economia basata
sull’innovazione e sulla conoscenza. In questo campo, il ruolo
del COPA sarà centrale come luogo dove gli agricoltori
possono esprimere le loro opinioni e difendere i propri
interessi.
Anche la PAC dovrà quindi adeguarsi: è necessario un
2
COMMISSIONE EUROPEA:
PENALITA’ PER I NUOVI STATI
MEMBRI PER LA
COSTITUZIONE DI SCORTE
ECCEDENTARIE DI PRODOTTI
AGRICOLI
Bruxelles, 04/04/2007
La Commissione europea ha
adottato una comunicazione
che stabilisce delle penalità nei
confronti dei nuovi stati membri
che hanno aderito all’U.E. nel
2004, per aver costituito le
scorte eccedenti di differenti
prodotti agricoli prima della
loro adesione. Questi paesi
avranno a disposizione un
periodo di quattro anni per
versare sul budget comunitario
un importo totale di 41,1 milioni
di euro. Conformemente al
trattato di adesione, i nuovi
stati membri sono tenuti a fare
in modo che nessuno stock di
prodotti agricoli sia costituito
durante il periodo che precede
l'adesione. Tuttavia è sembrato
che stock di prodotti agricoli di
un livello superiore al normale,
in particolare stocks di carne,
di prodotti lattiero- caseari e di
ortofrutta, siano stati costituiti.
La determinazione di questi
stocks
eccedenti
è
la
conclusione di due anni di
dialogo aperto e stretto con gli
Stati membri, durante il quale la
Commissione ha adattato il suo
metodo di calcolo prendendo in
considerazione argomentazioni
d'ordine tanto generale quanto
specifico avanzate dagli Stati
membri.
Ne
deriva
una
diminuzione sensibile della
penale rispetto ai calcoli iniziali.
La determinazione degli stocks
eccedenti e delle penalità
afferenti interviene prima di
ogni allargamento. Nel 2006, la
Commissione ha adottato una
decisione relativa agli stocks
eccedenti di zucchero.
Secondo Mariann Fischer Boel,
membro della Commissione
agricoltura e dello sviluppo
rurale: “le misure destinate ad
evitare la costituzione di stocks
eccedenti sono all’ordine del
giorno ogni volta che l'Unione
si allarga. È nostro dovere
vegliare sull'applicazione di
queste
norme,
poiché
proteggono le società aventi
alleggerimento della burocrazia, realizzato attraverso una
semplificazione tecnica della Politica Agricola Comune.
Inoltre, la PAC deve rinforzare lo sviluppo e l’innovazione, per
ottenere una maggiore equità.
Il presidente ha poi voluto riaffermare l’importanza di avere
rapporti più stretti con le istituzioni, per un dialogo continuo e
costruttivo
fra
attori
istituzionali
e
sociali.
Oltre
all’importanza dei rapporti all’interno del territorio europeo,
Politi ha ribadito la necessità di guardare con maggiore
attenzione ai rapporti con le agricolture dei paesi del bacino
del Mediterraneo, nell’ottica della creazione di una zona di
libero scambio Euro-Mediterranea.
L’elezione di Politi è quindi il segnale dell’inizio di una nuova
fase, che necessiterà di grande impegno ma che rappresenta
una tappa determinante per le sorti dell’agricoltura italiana e
europea.
3
sede nell'Unione contro il
magazzinaggio
eccessivo.
Sono
consapevole
naturalmente
delle
preoccupazioni che ciò suscita
nei paesi interessati. È per
questo che ci siamo messi
all’opera per trovare una
soluzione equa.”
Come successe in occasione
degli allargamenti precedenti, i
nuovi Stati membri, prima
dell'allargamento del maggio
2004, hanno dovuto adottare
misure
per
impedire
la
costituzione
di
scorte
d'intervento privato o pubblico
di prodotti agricoli. La ragione
per cui vengono costituiti gli
stocks dipende soprattutto
dalla differenza tra i prezzi
dell'Unione europea e quelli
praticati nei paesi interessati
prima della loro adesione
all'Ue. La definizione degli
stocks eccedenti è il frutto di
un lungo processo durante il
quale lo stato degli stocks
dell'anno
che
precede
l'adesione è comparato a quello
dei tre anni precedenti. Il livello
degli stock è stato valutato
sulla base dei dati relativi alle
importazioni, alle esportazioni
ed alla produzione estratti dalle
banche
dati
di
Eurostat.
Quando questi dati facevano
difetto, la Commissione si è
basata
sulle
informazioni
comunicate dagli Stati membri
e certificate dagli organismi
nazionali di statistiche. La
Commissione ha effettuato un
primo calcolo degli stocks
eccedenti del 2005. Tutte le
cifre e metodi di calcoli sono
stati in seguito sottoposti
all'esame degli Stati membri
interessati. Quest'ultimi sono
stati invitati più volte durante
questo periodo ad assicurarsi
della buona trasmissione dei
dati necessari ad Eurostat.
Grazie
ad
aggiornamenti
regolari, solo le informazioni
più recenti sono state utilizzate
ai fini dei calcoli. Inoltre, al
momento di stabilire i livelli
definitivi
degli
stocks
eccedenti, la Commissione ha
preso in considerazione una
serie di elementi. I calcoli sono
stati adattati in modo che sia
tenuto conto delle eventuali
tendenze e riflettere così in
1. LE NUOVE STIME SUL REDDITO AGRICOLO PER IL 2006
SEGNALANO UN AUMENTO DEL 3,8% PER L’UE27. IN ITALIA
CONTINUA PERO’ LA DISCESA PER I PREZZI SUI CAMPI
[Bruxelles, 29 marzo 2007]
Le stime del reddito agricolo reale per l’UE a 27 è aumentato del
3,8% nel 2006, dopo aver perso il 7,2% nel 2005. Questo aumento è
dovuto a una riduzione dell’input lavorativo in agricoltura (-2.6%) e a
un
aumento
nel
reddito
reale
agricolo
(+1.1%).
Questo aumento del reddito reale agricolo nel 2006 dipende da:
- la produzione agricola al prezzo fissato dai produttori in termini
reali è rimasta stabile (+0.1%);
- i costi di produzione sono leggermente diminuiti (-0.3%);
- un aumento in termini reali del valore dei sussidi al netto delle
tasse (+0.8%).
Queste stime per l’UE a 27 sono state pubblicate da Eurostat e
dall’Ufficio delle pubblicazioni della Comunità europea e si basano sui
dati forniti dalle autorità nazionali competenti degli Stati membri. Il
reddito agricolo per lavoratore nel 2006 è rimasto all’incirca ai livelli
del 2005 in venti Stati membri. I maggiori aumenti si sono registrati
in Olanda (+15.1%), Polonia (+10.6%) e Belgio (+9.2%), mentre le
maggiori diminuzioni maggiori si sono registrate in Irlanda (-13.3%),
Finlandia (-7.8%) e Estonia (-5.2%).
UE27
Olanda
Polonia
%
cambia
mento
2006/
2005
+3,8
+15,1
+10,6
Indici
nel
2006
(2000=
100)
112,1
96,9
180,7
Belgio
+9,2
94,1
Francia
Danimarca
Romania
Bulgaria
Regno
Unito
Repubblica
Ceca
Austria
Lettonia
Germania
Ungheria
+8,5
+7,7
94,9
103.2
+7,7
165,8
+6,4
+6,4
104.3
133,9
+6,3
152,3
+6,2
+5,6
+5,1
114,3
224,2
119,7
+4,3
160,5
%
cambia
mento
2006/
2005
+4,3
+2,0
+1,8
Indici
nel
2006
(2000=
100)
199
96,8
123,0
+1,8
131,5
+1,2
+0,8
86,2
90,9
+0,8
97,4
Svezia
Slovenia
Malta
+0,5
-1,9
99,6
141,2
-2,5
109,4
Italia
Estonia
Finlandia
Irlanda
-3,4
-5,2
-7,8
90,9
224,7
100,0
-13,3
90,3
Lituania
Cipro
Slovacchia
Portogallo
Grecia
Lussemburgo
Spagna
La produzione agricola dell’UE a 27 nel 2006 è rimasta più o meno
stabile, grazie a un piccolo aumento della produzione agricola
(+0.2%) e una piccola diminuzione nella produzione animale(-0.1%).
In ambito agricolo, la diminuzione del volume della produzione
(-2.7%) è stata compensata dall’aumento del prezzo alla produzione
(+3.0%). La maggiore riduzione nel volume della produzione agricola
è stata registrata per la barbabietola da zucchero (-17.8%) e per
4
modo più fedele l'evoluzione
economica generale dei paesi
candidati prima dell'adesione.
Un certo numero di prodotti
intercambiabili, come il burro
ed il "butter oil", varie qualità e
tipi di riso, di luppolo, di
sementi, di vino, d'alcool, di
tabacco e di cereali, sono stati
considerati come appartenenti
a gruppi distinti, cosa che ha
permesso di compensare gli
stocks eccedenti di un prodotto
dato dagli stocks negativi dei
prodotti associati ed evitare
l'applicazione di penalità. Infine
è stato stabilita una soglia pari
al 10% di ciò che si considera
come uno stock normale di
riporto. Non è stata inflitta
nessuna penalità agli Stati
membri per gli stocks eccedenti
inferiori a questa soglia. Questi
principi generali sono stati
uniformemente
applicati
all'insieme degli Stati membri
interessati. Oltre a queste
considerazioni
d'ordine
generale, sono state prese in
considerazione in occasione
dello stabilimento degli stocks
eccedenti
una
serie
di
argomentazioni
specifiche
avanzate dagli Stati membri. Il
calcolo della penalità applicata
a ciascun Stato membro è
basato sulla moltiplicazione
degli stocks eccedenti con la
differenza tra i livelli di prezzo
interno ed esterno, cioè la
restituzione
media
all'esportazione
durante
il
primo
anno
successivo
all'adesione o, per i prodotti
che non avranno diritto a
restituzioni
all'esportazione,
come i funghi in conserva,
l'aglio ed i succhi di frutta, con
la differenza tra i prezzi medi
esterni ed interni. Gli Stati
membri dispongono di un
termine di quattro anni per
adempiere alla penalità. Il primo
pagamento è effettuato al più
tardi
l'ultimo
giorno
del
secondo mese successivo alla
notifica della decisione agli
Stati
membri.
Gli
altri
pagamenti avvengono il 31
maggio 2008, il 31 maggio 2009
ed il 31 maggio 2010.
l’olio d’oliva (-12.7%). I prezzi alla produzione di patate (+35.7%),
cereali (+11.2%), olio di oliva (+10.4%) e olio di semi (+8.2%) sono
aumentati significativamente. Malgrado la perdita in volume della
produzione, il prezzo della barbabietola da zucchero è diminuito del
17.4%. La leggera diminuzione nel valore della produzione animale
nel 2006 è il risultato di una diminuzione del volume della produzione
(-0.6%) e di un aumento del prezzo alla produzione (+0.5%).
L’aumento del volume del bestiame (+0.7%) è stato accompagnato
da un aumento dei prezzi alla produzione (+5.8%). Nel caso del
pollame, il volume della produzione (-4.3%) e il prezzo alla
produzione (-2.1%) sono diminuiti significativamente. Il valore reale
della produzione di suini è aumentato, anche grazie all’aumento del
prezzo alla produzione (+2.6%).
Il volume dei costi di produzione è sceso dell’1.8%. La maggiore
diminuzione è stata registrata per i fertilizzanti (-3.9%). Il prezzo
reale dei fattori di produzione è cresciuto dell’1.5%, dovuto ad un
solido aumento del prezzo dell’energia (+7.4%).
Le attuali stime sono state compilate grazie alle informazioni inviate
dalle autorità nazionali negli Stati membri dell’Unione europea
secondo la metodologia dei Conti Economici per l’Agricoltura.
La situazione italiana è un po’ diversa, infatti i prezzi sui campi sono
in continua discesa (-3,8% nei primi tre mesi di quest’anno), i redditi
degli agricoltori “tagliati” (-3,4% nel 2006) e i costi per le imprese in
costante crescita (+1,6% lo scorso anno). Un vero crollo si è avuto
per gli ortaggi (meno 18 per cento nel primo trimestre) e per la
frutta (-6,8%), questo dovuto soprattutto all’anomalo andamento
climatico.
Per l’ortofrutta è stata, infatti, una debacle. Tutto il Mezzogiorno del
nostro Paese, ha perso più del 25% della produzione, in particolare
ortaggi a campo aperto. Con le temperature elevate dell’autunno e
dell’inverno, la maturazione delle produzioni si è concentrata ed
accavallata, senza la naturale scalarità che si verifica normalmente.
E’ così rimasta invenduta molta produzione orticola (lattuga, finocchi,
carciofi, spinaci e cavoli), mentre anche diversa frutta (in particolar
modo arance, mandarini e clementine) non ha trovato sbocco sul
mercato. Gli agricoltori sono stati costretti a distruggere la
produzione. I prezzi all’origine sono crollati, anche se quelli al
consumo
hanno
subito
inspiegabili
rincari.
Un trend negativo che ormai si protrae da tempo e questo ha
inevitabilmente inciso sui redditi degli agricoltori che per il terzo anno
di seguito hanno subito un pesante taglio. Il meno 3,4% registrato lo
scorso anno pone il nostro Paese tra gli ultimi posti nella graduatoria
comunitaria. Peggio è andata soltanto agli agricoltori di Estonia (5,3%),
di
Finlandia
(-7,8%)
e
di
Irlanda
(-13,3%).
Per gli agricoltori italiani sulla base delle stime Eurostat, il dato di
medio periodo è ancora più preoccupante. Fatto 100 il reddito
agricolo 2000, nel 2006 l’Italia è scesa al 90,9, registrando così una
perdita
superiore
al
9%
nel
giro
di
sei
anni.
A rendere ancora più difficile la situazione dei nostri produttori sono
intervenuti gli aumenti dei costi produttivi e contributivi. Costi che
nel 2006 hanno avuto effetti dirompenti sulle imprese. In particolare,
i rincari dei carburanti hanno appesantito notevolmente la gestione
aziendale. Una tendenza che, purtroppo, si riscontra anche nei primi
mesi del 2007.
5
COMMISSIONE EUROPEA:
PRESENTATO RICORSO
CONTRO LA GRECIA PER
INFRAZIONE DELLA
LEGISLAZIONE RELATIVA AL
BENESSERE DEGLI ANIMALI
Bruxelles, 21/03/ 2007
La Commissione ha deciso di
portare la Grecia davanti la
Corte di Giustizia europea per
non
aver
applicato
correttamente e fatto rispettare
la
normativa
comunitaria
relativa al benessere degli
animali in corso di trasporto ed
al momento della macellazione.
La decisione di intentare
quest’azione contro la Grecia fa
seguito
alle
persistenti
debolezze constatate da molti
anni nel settore del benessere
degli animali. Il livello di
benessere degli animali in
questo
paese
rimane
insufficiente e la legislazione
richiesta non è stata messa in
atto
come
conviene.
La
Commissione non ha dunque
altre scelte che adire la Corte di
Giustizia.
Le autorità degli stati membri
sono incaricate di controllare
che le regole comunitarie
vengano
correttamente
applicate e rispettate sul loro
territorio. Ma, un certo numero
di
ispezioni
effettuate
dall'Ufficio
alimentare
e
veterinario (OAV) tra il 1998 ed
il 2006 hanno messo in
evidenza insufficienze gravi e
regolari
nel
settore
del
benessere degli animali in
Grecia.
La Commissione rimprovera
alle autorità greche di non aver
applicato e fatto rispettare
adeguatamente
le
direttive
comunitarie
relative
al
benessere degli animali durante
il trasporto e alle misure di
protezione
di
questi
al
momento dell’abbattimento. Per
quel che concerne il trasporto
di animali, la Grecia ancora
oggi non applica le regole di
identificazione
e
di
autorizzazione dei trasportatori,
contravvenendo
così
alla
legislazione
comunitaria.
I
trasportatori
non
sono
sottoposti
ai
controlli
di
routine, i loro percorsi non
vengono
verificati
e
non
2. I CONSUMATORI EUROPEI SONO DISPOSTI A PAGARE PER
IL BENESSERE DEGLI ANIMALI
[Bruxelles, 22 marzo 2007]
Secondo un sondaggio realizzato da Eurobarometro sull’attitudine dei
consumatori riguardo al benessere animale, i consumatori europei
sono disposti a fare degli sforzi supplementari per acquistare prodotti
rispettosi del benessere degli animali, anche se questo significa
cambiare supermercato o pagare di più. Inoltre, i cittadini ritengono
di non disporre delle informazioni necessarie per poter operare una
scelta fondata sul benessere degli animali. In questo studio, che
riguarda per la prima volta tutti e 27 gli Stati membri dell’UE oltre
alla Turchia e alla Croazia, il 62% delle persone interrogate si dicono
pronte a cambiare le loro abitudini in termini di acquisti per scegliere
dei prodotti maggiormente rispettosi del benessere animale. Il
sondaggio rivela anche che i cittadini non ritengono ancora di essere
capaci di fare una scelta a causa delle poche informazioni che hanno
a disposizione sul benessere animale durante il procedimento di
produzione delle derrate alimentari. Una grande maggioranza delle
persone interrogate si sono definite favorevoli all’idea di un’etichetta
o di un logo specifico che indichi le norme riguardanti il benessere
animale che sono state applicate al momento della produzione degli
alimenti acquistati. Lo studio afferma che il principio di una
ricompensa finanziaria per gli allevatori che, nell’UE, fanno uso di
pratiche che rispettano il benessere animali, beneficia di un sostegno
generale.
“Il messaggio dei cittadini europei è senza dubbio quello per il quale
il benessere animali è prioritario ai loro occhi e sono disposti a
pagare di più per garantirlo” ha dichiarato Markos Kyprianou,
Commissario per la salute. “ I risultati di questo sondaggio si
allineano alle ambizioni della Commissione per quanto riguarda il
benessere animale e confermano che l’azione comunitaria risponde
effettivamente alle aspettative dei cittadini in questo campo. La
Commissione conferisce una grande importanza al miglioramento del
benessere animale, sia a livello di UE sia a livello internazionale ».
L’Eurobarometro dimostra che il benessere animali è una questione
considerata essenziale dai cittadini dell’Unione europea, che le
attribuiscono un grado di importanza di 8 su 10. La maggior parte
dei cittadini europei ritengono che il benessere animale ha conosciuto
un miglioramento nel corso degli ultimi 10 anni, ma il 77 % ritiene
che sia necessario continuare a migliorare le condizioni attuali. I
greci (96 %), i ciprioti (91 %) e i portoghesi (90 %) in particolare
vorrebbero che il benessere animale sia maggiormente al centro
dell’attenzione nei loro rispettivi paesi. L’Eurobarometro mostra
anche che i cittadini sono favorevoli all’estensione delle misure di
incitamento per il miglioramento del benessere animale nell’UE.
Più del 70 % delle persone interrogate si sono pronunciate a favore
delle ricompense finanziarie per i produttori che applicano standard
elevati in materia di benessere animale. Un forte consenso (89 %
delle persone interrogate) è stato espresso anche riguardo la
necessità di imporre le stesse condizioni di benessere animale ai
prodotti importati.
Oltre alle considerazioni etiche su cui si basa generalmente il
sostegno alla protezione animale, il benessere degli animali nel
processo di produzione delle derrate alimentari sembra ormai essere
automaticamente associato alla sicurezza e alla qualità dei prodotti
alimentari. Più della metà delle persone interrogate percepisce le
derrate alimentare prodotte secondo le norme elevate del benessere
animale come più sane rispetto alle altre derrate alimentari ed il
48 % le ritengono essere di migliore qualità.
Questo avvicinamento nella mente dei cittadini fra il benessere degli
6
esistono, nelle aree portuali
greche o in prossimità di
queste, impianti adeguati per
gli animali che hanno fatto un
lungo viaggio. Per quanto
riguarda il benessere degli
animali al momento della
macellazione, i controlli greci
sono stati giudicati insufficienti
per
garantire
la
corretta
applicazione
delle
norme
comunitarie, come accade ad
esempio per lo stordimento
degli animali.
La
Commissione
ha
già
intrapreso una procedura di
infrazione contro la Grecia per
l’inosservanza
delle
disposizioni
relative
al
benessere degli animali nel
1998
successivamente
interrotta dopo che le autorità
greche si sono impegnate ad
adeguarsi
agli
standard
comunitari. Tuttavia, gli ulteriori
controlli effettuati dall’OAV tra
il 2003 e il 2006 non hanno
rilevato
un
sufficiente
miglioramento della situazione
generale
in
materia
del
benessere degli animali; la
legislazione comunitaria sul
benessere degli animali durante
il trasporto e l’abbattimento, a
tutt’oggi,
non
viene
correttamente applicata.
Nel maggio 2005, le autorità
greche hanno trasmesso alla
Commissione
un
piano
d’azione per dare applicazione
alla legislazione in materia di
benessere
degli
animali.
Questo piano contiene un
calendario per la messa in
pratica di raccomandazioni
formulate riguardo all’OAV.
Tuttavia un’ispezione realizzata
dall’OAV
nel
2006
ha
dimostrato che il piano d’azione
non
era
stato
ancora
pienamente applicato e che un
sistema adeguato di protezione
degli animali funzionava male.
Di
conseguenza,
la
Commissione ha presentato
una
raccomandazione
alla
Grecia il 4 luglio 2006,
invitandola a conformarsi alla
legislazione comunitaria. La
risposta delle autorità greche
alla raccomandazione non ha
dato i risultati sperati. I
progressi
in
materia
di
benessere animale, in Grecia,
sono inesistenti o limitati e il
animali e la qualità e la sicurezza degli alimenti spiega che i
consumatori sono sempre più portati a tenere in conto nei loro
acquisti i prodotti che rispettano il benessere degli animali. L’attuale
sondaggio di Eurobarometro arriva a affermare che i consumatori
sarebbero anche disposti a cambiare le loro abitudini di acquisto,
tuttavia, più della metà delle persone intervistate dichiarano di non
disporre di informazioni sufficienti sulle condizioni di allevamento nei
loro paesi nè delle informazioni necessarie per distinguere gli
alimenti prodotti secondo le norme di rispetto del benessere animale
rispetto agli altri alimenti.
7
sistema globale di applicazione
e di controllo del rispetto della
legislazione comunitaria
in
questo ambito rimane poco
soddisfacente.
Per
questa
ragione la Commissione ha
presentato la situazione della
Grecia alla Corte di Giustizia
Europea.
COMUNICATO STAMPA COPACOGECA: NO AD ULTERIORI
CONCESSIONI NEL WTO – GLI
IMPEGNI DEGLI AGRICOLTORI
EUROPEI VANNO RISPETTATI
Bruxelles, 13/04/2007
Il presidente del COPA
Mr.
Rudolf Schwarzbock e della
COGECA, Mr. Donal CASHMAN
hanno incontrato il segretario
di stato tedesco Bernard
Pfaffenbach, il 12 aprile 2007
per discutere le politiche
dell’UE sul mercato.
I presidenti sono stati invitati
dal cancelliere tedesco per
assicurare un risultato giusto e
bilanciato nel quadro delle
negoziazioni del WTO.
L’UE
ha
già
proposto
un’importante
offerta
che
causerà considerevoli perdite
per
l’agricoltura
europea.
Tuttavia
ancora
non
riscontriamo,
a
detta
del
Presidente, mosse uguali dai
nostri partner commerciali. Gli
USA, per esempio, stanno
attualmente preparando un
rafforzamento delle misure di
supporto per l’agricoltura, che
tendono a distorcere il mercato.
E’ estremamente importante
che l’UE faccia sentire la sua
voce. L’UE si è gia mossa
significativamente
verso
la
richiesta di tutto il G-20,
guidato dal Brasile. Ma la
Commissione ha ammesso che
l’accettazione
di
tutte
le
richieste del G20 significherà
una perdita di circa € 37 miliardi
per l’agricoltura europea, con i
redditi agricoli che perderanno
più del 25%, mentre la
produzione di carne rischia il
collasso.
Gli agricoltori europei e le loro
cooperative
hanno
piena
coscienza della necessità di
ridurre le disparità tra i paesi
ricchi e quelli poveri del mondo
e di contribuire facendo una
sostanziale riforma al mercato
3. IL PARLAMENTO EUROPEO PROPONE DI RIVEDERE IL
MODELLO AGRICOLO DELL’EUROPA AMPLIATA
[Bruxelles, 29 marzo 2007]
L'allargamento del 2004 ha aumentato in misura considerevole la
superficie agricola (di circa il 27%), il numero delle aziende (di circa
il 60%) e il numero dei lavoratori agricoli (di circa il 57%) nell'UE.
Adottando la relazione di Csaba Sándor TABAJDI (PSE, HU), il
Parlamento, sostiene che l'attuale PAC non è in grado di risolvere
una parte considerevole dei problemi agricoli o connessi
all'agricoltura nell'UE allargata. Più in particolare, pur riconoscendo
che il disaccoppiamento accentui in generale l'orientamento al
mercato dell'agricoltura dell'UE, rileva che i pagamenti diretti
disaccoppiati «non contribuiscono efficacemente alla creazione di un
settore agricolo e di una società rurale sostenibili», né nei nuovi Stati
membri né in gran parte dell'UE-15. Sottolinea pertanto che sono
necessari ulteriori provvedimenti o «un'applicazione su misura» del
regime dei pagamenti diretti.
Per i deputati, inoltre, soprattutto negli Stati membri e nelle regioni
in cui le aziende agricole specializzate svolgono un ruolo decisivo
nell'agricoltura, l'attuale sistema dei pagamenti diretti promuove in
misura eccessiva le colture a seminativo, non contribuisce in modo
adeguato ad un allevamento sostenibile e non promuove né facilita i
necessari cambiamenti strutturali». Sottolineano poi che la PAC deve
essere mantenuta a livello comunitario e che si dovrebbe evitare
qualsiasi rinazionalizzazione di tale politica, ma osservano tuttavia
che occorre applicare misure specifiche basate sul principio di
sussidiarietà.
Il Parlamento, più in generale ritiene che sia necessario rivedere
l'ambito, gli obiettivi, le finalità e i principi della PAC, compreso il
modello agricolo europeo. In questo esercizio, insistono i deputati, si
dovrà tenere conto degli obiettivi e delle esigenze dell'agricoltura,
delle zone rurali, degli agricoltori, dei consumatori e di tutta la
società dell'UE allargata a 27 paesi, «in modo da definire le risorse
finanziarie necessarie e garantire che la loro ripartizione sia
adeguata, equa e pienamente giustificata». Sottolineano inoltre che è
essenziale evitare decisioni «dettate unicamente dall'esigenza di
ridurre il livello del finanziamento comunitario o di mantenere lo
status quo finanziario tra gli Stati membri».
Più in particolare, le esigenze specifiche degli Stati membri e delle
regioni, compresa la soluzione dei problemi e delle difficoltà nei nuovi
Stati membri, dovrebbero continuare ad essere soddisfatte sulla base
della sussidiarietà e applicando una serie di strumenti ad hoc. Il
Parlamento chiede quindi l'introduzione di un sistema rivisto dei
pagamenti diretti, che preveda anche nuove misure quali opzioni di
riaccoppiamento volontarie ad uso esclusivo degli Stati membri che
le considerano necessarie per realizzare i loro obiettivi sociali,
occupazionali e di sostenibilità. Ma sollecita anche l'estensione dei
pagamenti a nuovi settori e nuovi beneficiari, ad esempio frutti in
bacche destinati alla trasformazione, nel quadro del sistema rivisto di
dotazioni finanziarie nazionali e finanziamento comunitario integrale.
Inoltre, il Parlamento chiede l'introduzione di misure di mercato
aggiuntive, facoltative, regionali o temporanee con finanziamento
comunitario e l'applicazione del sistema di dotazioni finanziarie
nazionali a titolo del bilancio dell'UE nei settori da riformare (vino e
prodotti ortofrutticoli). Sollecita poi un migliore sostegno e forti
incentivi alle organizzazioni dei produttori e l'abrogazione delle
normative nazionali che ostacolano tali iniziative, nonché la
promozione della cooperazione transfrontaliera tra organizzazioni dei
produttori e l'introduzione di un efficace sistema di gestione dei rischi
e delle crisi in agricoltura, che preveda l'assistenza finanziaria della
8
dello zucchero. Ma è totalmente
inaccettabile
che
la
Commissione faccia proposte
che metteranno in pericolo il
futuro dell’agricoltura europea
COMMISSIONE EUROPEA: GLI
STATI MEMBRI DEVONO
RIMBORSARE 285,3 MILIONI DI
EURO NELL’AMBITO DELLE
SPESE PAC
Bruxelles, 19/04/2007
La Commissione chiede agli
Stati membri il rimborso di
285,3 milioni di euro nell’ambito
delle spese della PAC
In virtù di una decisione
adottata
oggi
dalla
Commissione europea, gli Stati
membri dovranno rimborsare
un totale di 285,3 milioni di
euro, corrispondente a importi
indebitamente
versati
nell’ambito del bilancio agricolo
UE. Il reintegro di questo
importo
nel
bilancio
comunitario
è
dovuto
a
procedure
di
controllo
inadeguate o al mancato
rispetto
delle
norme
comunitarie in materia di spese
agricole. Gli Stati membri sono
responsabili del pagamento e
della verifica delle spese
effettuate
nell’ambito
della
politica agricola comune (PAC),
mentre la Commissione deve
garantire che essi abbiano fatto
un uso corretto dei fondi.
Commentando la decisione, il
commissario per l'agricoltura e
lo sviluppo rurale Mariann
Fischer Boel ha dichiarato:
"Abbiamo
lavorato
intensamente per garantire il
miglior controllo possibile sulle
spese agricole. La procedura di
liquidazione
dei
conti
è
essenziale per fare sì che il
denaro dei contribuenti sia
usato correttamente e che gli
importi indebitamente versati
siano recuperati. Negli ultimi
anni sono stati compiuti enormi
progressi per migliorare i
controlli e intendo adoperarmi
affinché tali sforzi proseguano
in futuro.”
La
decisione
odierna,
la
ventiquattresima
dopo
la
riforma del sistema per il
recupero
degli
importi
indebitamente
versati
nell’ambito della PAC (1995),
Comunità e sia pagato dalle dotazioni nazionali.
Per i deputati, infine, sono necessari il rafforzamento del mercato
interno con norme comuni in materia di qualità, commercializzazione,
concorrenza, sicurezza alimentare, tutela ambientale e benessere
degli animali, il rafforzamento dello sviluppo rurale e del relativo
finanziamento, e una maggiore flessibilità delle norme sugli aiuti
statali (in particolare estendendo l'ambito delle esenzioni per
categoria e aumentando il livello minimo).
D'altra parte, il Parlamento sottolinea che la produzione di biomassa
e di bioenergia «svolgerà un ruolo strategico nel futuro del settore
agricolo dell'UE». Chiede pertanto che vengano assegnati adeguati
finanziamenti dell'UE per promuovere la produzione di biomassa su
terreni non più utilizzati per la produzione di alimenti destinati
all'alimentazione umana e animale. Esprime poi l'auspicio che la
futura PAC «diventi anche più facile da gestire», riducendo l'onere
amministrativo gravante sugli agricoltori e sulle autorità nazionali,
promuovendo prodotti sani, orientandosi al mercato e migliorando la
sua compatibilità ambientale, per assicurare il futuro di un'agricoltura
sostenibile.
L'agricoltura della maggior parte dei nuovi Stati membri si differenzia
notevolmente da quella dei paesi dell'UE-15 per quanto concerne il
livello e la struttura della produzione nonché le dimensioni delle
aziende agricole e, per i deputati, risulta essere «meno efficiente,
tecnicamente meno sviluppata e meno integrata in senso verticale ed
orizzontale rispetto all'agricoltura dei vecchi Stati membri». Inoltre,
nella maggior parte dei nuovi Stati membri l'agricoltura svolge un
ruolo economico e sociale più importante che nell'UE-15, dal
momento che il suo contributo al RNL e la quota di lavoratori
occupati nel settore superano la media UE.
Il Parlamento sottolinea poi che i nuovi Stati membri hanno dovuto
sostenere «elevati costi sociali ed economici per adattarsi alle regole
della politica agricola comune», mentre i fondi di preadesione hanno
coperto solo in parte i costi del processo di adattamento e
d'integrazione prima dell'adesione. D'altra parte, ricorda che l'Atto di
adesione prevede un lungo periodo d'introduzione graduale (9 anni)
con un basso livello iniziale (25% del livello applicabile nell'UE) per i
pagamenti diretti nei nuovi Stati membri, «mentre le regole
concernenti il mercato interno e i contributi al bilancio si applicano
pienamente ad essi». Il livello dei costi e dei redditi nei nuovi Stati
membri, pertanto, «non giustifica questo grado di differenziazione
che crea disparità nelle condizioni concorrenziali degli agricoltori dei
nuovi Stati membri».
Più in particolare, il Parlamento rileva che le differenze nel livello dei
pagamenti diretti tra l'UE-10 e l'UE-15 «non hanno garantito parità di
condizioni», per cui in diversi nuovi Stati membri i produttori «hanno
perduto terreno persino sui loro mercati interni». Osserva poi che nel
caso di alcuni nuovi Stati membri, per taluni settori, i bassi livelli
delle quote assegnate «hanno comportato il congelamento o
addirittura il declino della produzione agricola». Ritiene inoltre che la
realizzazione degli obiettivi della PAC in quei paesi sia anche
ostacolata «dal livello insufficiente di finanziamenti per lo sviluppo
rurale, dalla mancanza di un efficace sistema di gestione dei rischi e
delle crisi, nonché dall'eccessiva rigidità delle norme comunitarie
sugli aiuti statali».
Il Parlamento sottolinea, poi, che i nuovi Stati membri sono stati
costretti ad applicare il sistema dei pagamenti diretti nazionali
complementari (PDNC, "topping up"), «che possono essere
considerati una forma di cofinanziamento e una quasirinazionalizzazione dei pagamenti diretti comunitari». Questi
pagamenti nazionali, a suo parere, hanno peraltro causato «gravi
difficoltà politiche ed economiche in diversi nuovi Stati membri,
imponendo un pesante onere sui loro bilanci nazionali e limitando la
9
prevede il recupero di fondi dai
seguenti Stati membri: Austria,
Belgio, Germania, Danimarca,
Spagna,
Francia,
Grecia,
Irlanda, Italia, Lussemburgo,
Paesi Bassi, Finlandia, Regno
Unito e Portogallo. Le principali
rettifiche
comprendono
in
particolare:
60,6 milioni di euro chiesti alla
Spagna per inosservanza dei
termini di pagamento nel
regime dei pagamenti per la
frutta a guscio;
53,7 milioni di euro chiesti al
Regno Unito per inosservanza
dei termini di pagamento;
48,5 milioni di euro chiesti
all'Italia per inosservanza dei
termini di pagamento;
35,8 milioni di euro chiesti alla
Grecia in quanto il sistema di
identificazione delle particelle
agricole computerizzato (LPIS)
attuato per gestire i regimi dei
pagamenti diretti è risultato non
del tutto operativo ai livelli
richiesti e i controlli in loco
sono stati effettuati troppo tardi
per essere pienamente efficaci;
26,7 milioni di euro chiesti ai
Paesi Bassi a causa del numero
insufficiente
di
controlli
sostitutivi nel regime delle
restituzioni all'esportazione;
17 milioni di euro chiesti alla
Spagna per inosservanza dei
termini di pagamento;
8,7 milioni di euro chiesti alla
Francia
in
relazione
al
programma di macellazione dei
bovini di più di trenta mesi di
età (OTMS), per il quale i
controlli di tipo tecnico e
contabile
sono
risultati
insufficienti;
7,5 milioni di euro chiesti alla
Francia
per
le
lacune
riscontrate nel sistema di
controllo per i prestiti agevolati
e nei controlli secondari sulla
spesa
dei
programmi
di
sviluppo rurale.
possibilità di applicare regimi di aiuto statale». Pertanto, chiede alla
Commissione - nell'ambito della semplificazione e razionalizzazione
dell'applicazione della PAC, dei regimi di pagamenti diretti e dei
programmi di sviluppo agricolo - di tener conto dei problemi cui
devono far fronte soprattutto i nuovi Stati membri e di proporre le
opportune soluzioni, senza tuttavia discostarsi dalle norme che
disciplinano l'applicazione della PAC.
I deputati, infine, ritengono che nella produzione agricola e nel
tessuto rurale dei nuovi Stati membri siano necessari ulteriori
cambiamenti. In proposito ribadiscono che le regole della PAC e
l'aiuto comunitario devono favorire tale processo e ritengono
pertanto essenziale effettuare con gradualità le necessarie modifiche,
«dal momento che la società rurale legata all'agricoltura e l'economia
dei nuovi Stati membri non potrebbero tollerare cambiamenti troppo
repentini e drastici nella loro struttura produttiva e occupazionale».
IL MARCHIO “DOP” AL RISO
DELLE PROVINCE DI BIELLA E
VERCELLI
Bruxelles, 17/04/07
Si concluderà a luglio, l’iter per
l’assegnazione
da
parte
dell’Unione
europea
del
marchio di denominazione di
origine protetta al riso prodotto
nella Baraggia biellese e
10
vercellese.
Secondo
le
associazioni
agricole
di
categoria
è
un
risultato
importante per fronteggiare la
crescente concorrenza dei risi
asiatici. La scadenza attesa dai
produttori di riso della piana tra
Biella e Vercelli è quella di
luglio 2007. Tra pochi mesi,
infatti, si concluderà l’iter per
l’assegnazione,
da
parte
dell’Unione
europea,
del
marchio
di
denominazione
d’origine protetta del riso della
Baraggia biellese e vercellese.
“Il
marchio
Dop”,
hanno
dichiarato i rappresentanti delle
associazioni
agricole
di
categoria
“rappresenta
un
riconoscimento importante per
decine di aziende che hanno
scelto la strada difficile della
produzione di qualità e che
oggi
sono
fortemente
preoccupate dall’ingresso sul
mercato europeo e italiano dei
risi asiatici”. La produzione di
riso a denominazione di origine
protetta interesserà i territori di
ventotto comuni tra le province
di Biella e di Vercelli; una
porzione significativa di quella
grande area risicola che si
estende per circa 200.000 ettari
tra il Piemonte e la Lombardia e
che fa dell’Italia il primo
produttore europeo di riso (50%
della produzione dell’Unione
europea secondo i dati del
censimento Istat 2001). Le
varietà di riso di Baraggia
biellese e vercellese che
potranno fregiarsi del marchio
Dop sono sette, alcune delle
quali già note ai consumatori
italiani:
Sant’Andrea,
Loto,
Gladio, Carnaroli, Barilla, Baldo
e
Arborio.
Il
Comitato
scientifico
della
Comunità
europea si è espresso sul riso
di Baraggia sottolineandone
“l’eccezionale specificità della
zona
di
produzione
con
riferimento alle peculiarità del
territorio”. Un territorio dove la
coltivazione del riso ha lasciato
tracce profonde nel paesaggio
e nel vissuto delle comunità
locali, ma che ha sempre
sofferto di una certa marginalità
dal punto di vista economico.
La richiesta del marchio Dop è
stata
supportata
da
un’associazione di produttori
risicoli che si è costituita
4. COMUNICATO COPA-COGECA: ELEZIONE DELLA NUOVA
PRESIDENZA COPA
[Bruxelles, 19 aprile 2007]
Il Praesidium del Comitato delle organizzazioni professionali agricole
dell’Unione europea (COPA) ha eletto oggi all’unanimità Jean-Michel
Lemetayer nuovo Presidente per Il periodo 2007/2009, che succede
quindi a Rudolf Schwarzbock il cui mandato di due anni giunge a
scadenza. Sono stati eletti Vicepresidenti: Michael Hornborg
(Finlandia), Peter Kendall (Gran Bretagna), Kyriakos Kyriakou
(Cipro), Giuseppe Politi (Italia), Gerd Sonnleitner (Germania) e Jan
Veleba (Repubblica Ceca).
Dal mese di maggio 2001, Jean-Michel Lemetayer è Presidente della
Federazione azionale dei sindacati di imprenditori agricoli (FNSEA).
Dal 1995 al 2002, è stato Presidente ella Federazione nazionale dei
produttori di latte (FNPL). Dal 1995, ricopre l’incarico di residente del
Salone delle produzioni animali in Francia (SPACE). Jean-Michel
Lemetayer gestisce un’azienda a conduzione familiare situata in
Bretagna, che si dedica principalmente alla produzione di latte e di
cereali.
Dal 2006 Peter Kendall è Presidente della Federazione nazionale degli
agricoltori britannici (NFU). Nel 2003 ha esercitato la funzione di
Presidente dei cerealicoltori della NFU. Partecipa ai lavori di vari
organi come il “Forum del governo sul cambiamento climatico in
ambiente rurale” e il “Gruppo guida sulla produzione agricola e
alimentare sostenibile”. Peter Kendall dirige un’azienda di 620 ettari
nel settore dei seminativi.
Dal 2005 Michael Edvard Hornborg è Presidente della Confederazione
finlandese degli agricoltori e dei proprietari forestali (MTK). Dal 2006
svolge le funzioni di tesoriere del COPACOGECA. Dal 2003 al 2005 ha
assunto l’incarico di Direttore dell’Associazione finlandese degli
allevatori di animali da pelliccia. Dal 1998 al 1999 è stato anche
membro del gabinetto del Commissario Liikanen.
Kyriakos Kyriakou è Segretario generale dell’Associazione degli
agricoltori ciprioti (Panagrotikos) e Direttore dell’Istituto cipriota per
lo sviluppo rurale. Gestisce a Cipro un’azienda agricola che produce
principalmente olive, agrumi e cereali.
Dal 2004 Giuseppe Politi è Presidente della Confederazione Italiana
Agricoltori (CIA). Ricopre l’incarico, presso la FIPA, di Vicepresidente
del Comitato mediterraneo ed è membro del Comitato esecutivo dal
2006. Presiede anche l’«Associazione solidarietà e sviluppo» per lo
sviluppo di progetti di cooperazione internazionale in America latina e
Africa centrale. Dirige un’azienda a conduzione familiare nel settore
dell’ortofrutta.
Dal 1997 Gerd Sonnleitner è Presidente del Sindacato degli
agricoltori tedeschi (DBV) e dal 1991 svolge anche le funzioni di
Presidente del Sindacato degli agricoltori bavaresi. Dal 2001 al 2003
è stato Presidente del COPA. Gerd Sonnleitner dirige nella regione di
Passau un’azienda a conduzione familiare dedicata principalmente
all’allevamento di animali nutriti con la propria produzione
cerealicola.
Dal 2006 Jan Veleba è Presidente delle Camere dell’agricoltura ceche
(AK CR) e dal 2003 presiede anche l’Associazione degli imprenditori
agricoli di Cechia e Moravia. È comproprietario di un’impresa di
selezione suinicola. La sua carriera in agricoltura è iniziata nel 1972
con la gestione di una fattoria statale a Křižanov.
11
apposta alla fine degli anni
Novanta.
SEMINARIO DEL COPACOGECA
”RISTABILIRE L’EQUILIBRIO
NELLA CATENA ALIMENTARE”
Bruxelles 3-4/05/2007
Gli sviluppi verificatisi negli
ultimi anni in seno alla catena
alimentare e soprattutto la
crescita delle quote di mercato
detenute
dai
principali
supermercati sono fonte di
seria preoccupazione per molti
degli agricoltori europei e delle
loro cooperative. Nell’ambito
della
catena
dell’approvvigionamento esiste
un forte squilibrio di potere e di
tale potere si sta abusando
attraverso
pratiche
e/o
comportamenti
gravemente
iniqui.
Questo
dibattito
assume
un’importanza ancora maggiore
alla luce delle riforme recenti e
delle probabili riforme future
della PAC, in virtù delle quali gli
agricoltori dovranno orientarsi
maggiormente verso il mercato
per ricavarne il migliore reddito
possibile.
Si fa sentire pertanto con
urgenza la necessità di creare
condizioni di concorrenza eque
in cui tutte le imprese della
catena alimentare, grandi e
piccole, possano prosperare.
Occorre capire quali siano le
soluzioni migliori per creare un
quadro attorno al quale i
fornitori e i loro clienti possano
costruire rapporti di lavoro
proficui,
reciprocamente
vantaggiosi e che rispondano
alle condizioni del mercato
nonché alle istanze e alle
esigenze
dei
clienti.
Il seminario del 3-4 maggio,
organizzato dal Copa-Cogeca
cercherà di definire l’entità del
problema e di individuare gli
ambiti di iniziativa mediante un
approccio
giuridico
e
regolamentare e un quadro
d’azione volontario volto a
migliorare la situazione degli
agricoltori
e
delle
loro
cooperative e a ristabilire, nel
contempo, l’equilibrio di potere
nella
catena
alimentare.
1
5. QUALE SARA’ IL FUTURO RISERVATO ALL’AGRICOLTURA
EUROPEA? PRIMO CONTRIBUTO DEL COPA-COGECA AL
DIBATTITO
[Bruxelles, 21 marzo 2007]
Lo scopo di questa conferenza è quello di concentrarsi sul futuro
dell’agricoltura europea e della PAC. Secondo le intenzioni della
Commissione, questo riesame sarà realizzato in due tappe. Innanzi
tutto, l’"health check", o controllo dello stato di salute, per valutare
se la nuova PAC funziona come dovrebbe o se occorra apportarvi
degli aggiustamenti. In secondo luogo, lo studio di come dovrebbe
essere articolata la PAC dopo il 2013 al fine di preparare il riesame
del budget 2008/2009 dell’Unione europea.
Il COPA-COGECA tiene ad assicurare che la riforma del 2003 funzioni
correttamente e, soprattutto, sollecita la semplificazione tecnica di
quella che si è rivelata essere una riforma molto complessa e
burocratica1. Non va tuttavia dimenticato che la riforma del 2003 è
tuttora in fase di attuazione e di completamento. Gli agricoltori e le
loro cooperative avranno bisogno di parecchi anni per poter
introdurre gli aggiustamenti necessari delle loro attività. La priorità
immediata consiste dunque nel garantire agli agricoltori un periodo di
stabilità.
Capiamo tuttavia l’esigenza di valutare quello che sarà il futuro della
PAC a partire dal 2013 prima che i ministri delle Finanze stabiliscano
i parametri di bilancio (il loro dibattito dovrebbe essere avviato
all’inizio del 2009).
Dovremo poter contare su una strategia globale di lungo periodo per
l’agricoltura e non considerare ciascuna misura separatamente.
Inoltre il nostro principale obiettivo deve essere di assicurare che gli
agricoltori e le loro cooperative siano in grado di soddisfare le
esigenze della società europea e di svolgere pienamente il loro ruolo
in relazione alle sfide mondiali che dovranno affrontare.
Pertanto, come hanno concluso gli organizzatori di questa
conferenza, la prima cosa da fare è chiedersi "Che tipo di futuro?".
Quali sono le eventuali sfide e opportunità che dovremo raccogliere
sul piano europeo e a livello mondiale?
Che tipo di futuro? Sfide e opportunità
Prospettive per la produzione alimentare e non alimentare sul
mercato mondiale
Riteniamo che le prospettive offerte dal mercato mondiale
costituiscano un’opportunità per gli agricoltori e le loro cooperative.
La crescita del reddito in molti paesi quali la Cina, l’India e il Sud
America potrebbe non determinare un forte aumento della domanda
mondiale di prodotti alimentari, ma causerà sicuramente importanti
variazioni del genere di prodotti alimentari consumati, soprattutto un
maggiore consumo di carni, ma forse anche un rilancio in Europa
della domanda di prodotti alimentari di qualità superiore quali, ad
esempio, vini e formaggi.
La produttività continuerà a crescere per soddisfare l’incremento
della domanda mondiale. Contestualmente però aumenteranno
anche i vincoli. Gli stessi terreni saranno probabilmente esposti ad
una pressione ambientale crescente se si aggraverà la
preoccupazione riguardo ai cambiamenti climatici. Oltre a tutto
questo, si prospetta il rischio crescente del diffondersi delle malattie
da un capo all’altro del pianeta. L’agricoltura europea offre numerosi
vantaggi a questo riguardo in quanto la nostra produzione già
soddisfa norme ambientali e di sicurezza alimentare molto rigide. Di
conseguenza, sarà importante mantenere la nostra capacità di
Vedasi posizione del COPA-COGECA sulla semplificazione tecnica (doc. PAC(07)17).
12
Tale evento è rivolto alle
organizzazioni
membri
del
COPA e della COGECA nonché
ad alcuni loro gruppi di lavoro
specializzati.
“PERSPECTIVES FOR FOOD
2003”
Bruxelles, 17-18/04/2007
Nel 2030, cosa vorranno i
consumatori nel loro piatto?
Come saranno i supermarket
del futuro? Quali tecnologie
emergeranno?
Con
queste
importanti domande ha preso il
via la conferenza “Perspectives
for Food 2030” nei giorni 17 e
18 aprile a Bruxelles. Alla
conferenza si è dibattuto di
politica alimentare, sviluppo
industriale e di possibili temi di
ricerca futuri, gettando le basi
di quelli che dovranno essere i
diversi e grandi cambiamenti a
cui
l’industria
alimentare
europea dovrà far fronte per
soddisfare le esigenze dei
consumatori.
Vista la vastità dell’argomento
la conferenza è stata divisa in
quattro sessioni:
-Sessione A: Tendenze e
prospettive
nel
mondo
economico, cultura e cibo;
-Sessione B: Piloti del cibo
domanda e mercato oggi e
domani;
-Sessione C: Nuove tecnologie
per la produzione di cibo;
-Sessione D: Percezioni future
del cibo;
La conferenza ha avuto come
oratori i maggiori attori europei
e mondiali in
campo di
tecnologie dell’alimentazione,
scienze
del
consumo,
economia, sociologia e ha visto
la
partecipazione
del
Commissario per la scienza e la
ricerca Mr. J. Potočnik e del
Commissario per l’agricoltura e
lo sviluppo rurale Ms. M.
Fischer Boel. La discussione ha
delineato un futuro dove più
che le tecnologie verranno
cambiate
le
tecniche
di
produzione, come ad esempio
la conservazione delle vitamine,
la salvaguardia ambientale, il
controllo dei valori nutritivi etc.
Il mercato del cibo vedrà un
nuovo pilota: il consumatore!
produzione ottimale.
L’opportunità più stimolante è offerta comunque dal potenziale di
produzione ad uso non alimentare. Solo di recente i ministri europei
si sono accordati su un nuovo obiettivo ambizioso, che consiste nel
raggiungere il 10% di incorporazione di biocarburanti entro il 2020.
Non siamo gli unici a procedure in questa direzione: lo stanno
facendo anche gli Stati Uniti. Ciò dovrebbe quindi avere un impatto
positivo sui prezzi mondiali dei prodotti di base.
Politica commerciale, apertura dei mercati, pressione al ribasso sui
prezzi europei
Se entro quest’anno verrà raggiunto un accordo al WTO, secondo le
stime della Commissione stessa, la conseguenza sarà una forte
perdita per il settore agricolo dell’UE. I prodotti importati arriveranno
sul mercato europeo con dazi doganali molto più bassi, mettendo
sotto pressione i prezzi dell’UE ed accaparrandosi quote crescenti del
mercato comunitario.
L’offerta europea presentata nell’ottobre del 2005 implicherebbe una
perdita
di
17 miliardi di euro, ma il riconoscimento dell’insieme delle proposte
del G20 corrisponderebbe ad una perdita di 37 miliardi di euro. Da
ciò si evince l’importanza che l’Unione europea si attenga
strettamente all’offerta di ottobre.
Tuttavia, anche in assenza di un accordo, la Commissione intende
proseguire con l’apertura dei mercati attraverso accordi bilaterali o
regionali come quelli in ambito Euro-Med e Mercosur.
Politica di bilancio e minacce di nuovi tagli
Dal 1992 l’UE ha adottato una politica di trasferimento dal sostegno
dei prezzi al sostegno di bilancio, soprattutto per reagire alla
pressione esercitata dai partner commerciali.
Attualmente gli agricoltori devono far fronte ad ulteriori tagli dei
prezzi, attraverso le riduzioni tariffarie, non accompagnati da alcuna
compensazione. Contemporaneamente, alcuni governi chiedono
anche che sia ridotto il sostegno di bilancio.
Noi siamo d’avviso che il sostegno finanziario a titolo del primo
pilastro rappresenti in media all’incirca il 40% del reddito netto degli
agricoltori nell’UE. Nel caso delle carni bovine e del latte, la
percentuale risulta molto più elevata, come accade in certe regioni.
Se ne evince che moltissimi agricoltori non riuscirebbero a
sopravvivere con queste riduzioni.
Politica europea in materia di norme, pressione al rialzo sui costi dei
prodotti agricoli e vincoli per la produttività
Gli agricoltori inoltre si devono accollare costi maggiorati per poter
osservare tutto un ventaglio di regolamenti su aspetti quali la
sicurezza alimentare, l’ambiente, il benessere degli animali e gli OGM
e questa situazione sta compromettendo la loro posizione
competitiva. Inoltre si prevedono altri regolamenti con l’elaborazione
di strategie europee in materia di acque, suolo, inquinamento
atmosferico e rifiuti.
Gli agricoltori non sono contrari a questi regolamenti e, come
chiunque altro, vogliono poter produrre secondo metodi sostenibili.
Va riconosciuto tuttavia che questa politica di norme sempre più
rigide relega gli agricoltori europei in una situazione di svantaggio
competitivo.
In generale, quindi, siamo ottimisti riguardo alle prospettive offerte
dal mercato mondiale. Ciononostante l’attuale politica comunitaria
sta portando ad una forte pressione al ribasso sui prezzi, ad una
pressione al ribasso sui pagamenti diretti e sulla produttività e ad
una pressione al rialzo sui costi. Niente di tutto ciò risulta positivo
per i redditi degli agricoltori.
Tutto sommato, il rischio è che la politica dell’UE causi una forte
contrazione della produzione europea di prodotti agricoli di base
proprio nel momento in cui il mercato mondiale si trova in disavanzo.
13
Infatti il cibo viene visto sempre
più come un piacere, ed il
consumatore è sempre più alla
ricerca di qualcosa di specifico,
da qui prodotti sempre più
diversi, nuovi tipi di packaging
monodosi per i singles, maxi
per le famiglie, e poi alcuni
prodotti quali le bevande oltre
ad avere gusti più ricercati
verranno arricchiti da vitamine
o enzimi utili alla salute. Il
futuro, per definizione, è
qualcosa di incerto, ma come
ha concluso la Commissaria M.
Fischer Boel, una cosa è
sicura: anche in futuro l’uomo
avrà bisogno di cibo e questa
conferenza sarà di monito
affinché un bisogno di tale
importanza,
venga
sempre
soddisfatto nel miglior modo
possibile.
GIORNATA EUROPEA DEI
GIOVANI AGRICOLTORI
Bruxelles, 17/04/2007
Si è tenuta a Bruxelles la
Giornata europea dedicata ai
giovani produttori dei 27 paesi
dell’Ue. Tra gli interventi che si
sono tenuti, spicca il contributo
del Commissario Fischer Boel
sul tema: “Un dialogo per dare
voce ai giovani agricoltori e
all’agricoltura
del
futuro
nell’Unione Europea”.
Fischer
Boel
ha
voluto
ricordare l’attuale scenario,
soffermandosi su un’analisi
della situazione di oggi, nella
quale si avverte la necessità di
nuove decisioni sul futuro della
PAC. Una parte importante di
queste è già stata presa nel
corso degli ultimi anni, in
particolare quelle sul ciclo di
riforme partite nel 2003. Ma con
queste, a tuttora, non sono
sufficienti
per
considerare
concluso
il
processo
decisionale.
“Dal 2003, stiamo raccogliendo
esperienze che ci permettano di
implementare queste riforme –
ha sottolineato il Commissario-.
Abbiamo
focalizzato
gli
elementi
che
stanno
funzionando bene e quelli che
invece non si sono dimostrati
efficaci. Abbiamo dovuto anche
rivedere il contesto della
riforma. L’Europa è cresciuta
passando da 15 membri, nel
Questa è la situazione da evitare a tutti i costi. Occorre mantenere la
capacità di produzione ottimale dell’UE. I responsabili politici devono
capire che l’insufficienza alimentare non è necessariamente un
fenomeno del passato.
Strategia di lungo periodo
La finalità ultima deve essere quella di assicurare che la nostra
agricoltura soddisfi le esigenze della società europea e svolga il ruolo
che le compete nel raccogliere le sfide del mercato mondiale.
Per realizzare questa finalità, a fronte delle sfide succitate, gli
obiettivi sono due.
a) Il nostro primo obiettivo è quello di mettere gli agricoltori in
condizione di ricavare un reddito giusto unicamente dal mercato al
fine di ridurre la loro dipendenza dal sostegno di bilancio, possibilità
che gli agricoltori preferirebbero di gran lunga.
Tuttavia, con un pagamento unico per azienda che rappresenta in
media il 40% del reddito netto degli agricoltori, non sarà possibile
garantire la loro indipendenza dall’oggi al domani. Lungi da ciò.
Non esistono soluzioni che permettano agli agricoltori di tenere testa
alle pressioni descritte, sui prezzi, sui costi e sulla produttività e
contemporaneamente di far fronte alla riduzione dei pagamenti
diretti.
b) Di conseguenza, fintanto che non sarà possibile per gli agricoltori
ricavare dal mercato un reddito giusto, il secondo obiettivo sarà
quello di assicurare il mantenimento del budget agricolo.
a) Permettere agli agricoltori di ricavare un reddito giusto dal
mercato
Per raggiungere questo obiettivo, occorre soddisfare quattro
condizioni:
ottimizzare i ricavi ottenuti dal mercato;
rafforzare la posizione competitiva degli agricoltori e delle loro
cooperative;
adoperarsi per garantire le medesime condizioni di concorrenza e un
commercio giusto sul piano mondiale;
proteggere gli agricoltori e le loro cooperative da un’instabilità in
aumento.
i)
Ottimizzare i ricavi ottenuti dal mercato
I consumatori devono essere meglio informati riguardo ai vantaggi
offerti dall’acquisto di prodotti europei, vale a dire che tutti gli
agricoltori osservano norme molto rigide di sicurezza e sostenibilità,
sancite dalla legislazione europea. Per portarli a conoscenza di
questa situazione, occorrono molte più iniziative pubblicitarie e
promozionali, ma per assicurare buoni risultati nei negozi abbiamo
bisogno dell’introduzione di un logo che attesti l’origine UE.
Dobbiamo fare in modo che il livello di qualità superiore rispetto a
quanto previsto dalla legislazione sia giustamente premiato dal
mercato. L’etichettatura è importante, ma il consumatore deve avere
fiducia nei marchi e nei programmi di qualità. Riteniamo che possa
servire a questo riguardo la fissazione di un quadro europeo per i
programmi di assicurazione della qualità cui gli agricoltori possano
aderire volontariamente. Occorre anche una maggiore protezione
internazionale per i marchi come le IG, che dovrebbe costituire una
condizione imprescindibile per la conclusione di accordi commerciali
bilaterali e regionali.
Dobbiamo inoltre consolidare la posizione degli agricoltori all’interno
della catena agroalimentare attraverso il rafforzamento delle
cooperative e dei codici di buone prassi e il miglioramento della
legislazione sulla concorrenza.
Infine, dobbiamo sfruttare al massimo le opportunità che si
prospettano per gli usi non alimentari. In considerazione dei nuovi
obiettivi fissati dall’UE, dobbiamo essere ambiziosi.
ii)
Rafforzare la posizione competitiva degli agricoltori e delle
loro cooperative
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2003, a 27 ed i mercati
internazionali sono in continua
evoluzioni. Questo ha resto
necessario
un’adeguamento
delle politiche”.
Per queste ragioni, è arrivato il
momento di fare un controllo
sullo stato di salute sulle
riforme fatte, perché la politica
agricola sia rispondente agli
obiettivi da raggiungere e
vengano fatti, se necessari,
aggiustamenti prima del 2013.
Quest’anno verrà lanciata una
vasta azione di consultazione,
finalizzata alla individuazioni di
proposte da mettere in atto nel
periodo 2009-2013. Oltre alla
verifica dello stato di salute
della
PAC,
è
necessario
cominciare a pensare agli
sviluppi e alle politiche che
dovranno essere adottate dopo
il 2013. Quando i capi di stato e
di governo hanno adottato le
attuali prospettive finanziarie,
nel dicembre 2005, hanno
anche acconsentito ad una
verifica di medio periodo sul
preventivo finanziario generale,
includendo un’analisi sul futuro
della PAC.
In questo senso, diventa
evidente
l’esigenza
di
cominciare a pensare in modo
costruttivo,
con
proposte
sostenute
da
valide
argomentazioni, al contributo
che il mondo agricolo può dare,
prima che le priorità ed il
budget per il periodo dopo il
2007 siano già definiti.
Formalmente, la fase di analisi
per la preparazione della
revisione del budget è già
cominciata anche se la maggior
parte degli studi verranno fatti
nel periodo 2008/2009
“L’incontro di oggi permetterà –
ha sostenuto Fischer Boel- di
raccogliere
un
contributo
essenziale, al processi di
consultazione, sullo stato di
salute e sulla revisione del
budget per la PAC.
Tutti concordiamo ormai che,
perché
le
produzione
domestiche possano stare su
un mercato sempre più aperto,
l’agricoltura
europea
deve
sapersi adeguare agli standard
richiesti, seguendo i segnali di
mercato, piuttosto che puntare
ad essere inserita in un
contesto
di
tutele
Occorre considerare anche i vincoli che impediscono agli agricoltori di
ottimizzare la propria produzione. Ad esempio, ha senso conservare
il set-aside, visto che i pagamenti agricoli non sono più legati alla
produzione?
Dobbiamo comunque essere molto prudenti. Alcuni dei vincoli, del
tipo delle quote latte, sono stati introdotti per garantire agli
agricoltori un prezzo equo. Oppure, nel caso dei pagamenti che
restano ancora accoppiati, per evitare l’abbandono dei terreni.
Dobbiamo riconsiderare queste misure, senza però smantellarle
completamente.
Abbiamo inoltre bisogno di una politica progressiva sul fronte della
ricerca, dell’innovazione e dell’uso delle nuove tecnologie. Gli OGM a
questo proposito rappresentano un caso complesso. Dobbiamo
tenere conto delle preoccupazioni della società, ma va anche
riconosciuto che l’attuale politica europea sugli OGM sta relegando gli
agricoltori in una condizione di svantaggio competitivo.
iii)
Adoperarsi per garantire le medesime condizioni di
concorrenza e un commercio giusto sul piano mondiale
L’agricoltura europea in futuro dovrà essere difesa molto più
tenacemente dai negoziatori europei sia nel contesto degli accordi
multilaterali che di quelli bilaterali, regionali e di associazione. Lo
scopo deve essere quello di garantire condizioni di concorrenza eque
in cui possano svolgersi gli scambi commerciali e non semplicemente
di promuovere una concorrenza a basso prezzo a scapito di
preoccupazioni agricole più generali, sia nei paesi industrializzati che
in quelli in via di sviluppo.
Tutti i futuri accordi bilaterali dovrebbero includere il riconoscimento
reciproco delle indicazioni geografiche, delle pratiche enologiche,
delle norme sanitarie, ambientali e di benessere degli animali. In
futuro occorrerebbe insistere sulla conclusione di accordi di
associazione, piuttosto che accordi bilaterali, in quanto attraverso i
primi può essere più facile creare un legame tra le offerte dell’Unione
europea di accesso al mercato e i requisiti fissati, ed in alcuni casi
l’assistenza, per soddisfare le norme europee.
iv)
Proteggere gli agricoltori e le loro cooperative da un’instabilità
in aumento
L’apertura dei mercati determina una maggiore volatilità dei prezzi e
riduce l’efficacia di alcuni strumenti di mercato tradizionali. Il rischio
non soltanto di malattie ma anche di calamità naturali è aumentato.
Dobbiamo quindi esplorare nuove piste innanzi tutto per prevenire le
crisi e, in secondo luogo, per proteggere gli agricoltori nel caso in cui
tali crisi esplodano.
Sono queste le misure che riteniamo di dover esaminare per
consentire agli agricoltori di ricavare un reddito giusto dal mercato e
ridurre la loro dipendenza dal sostegno finanziario.
Non ci illudiamo comunque di poter realizzare questo obiettivo in
tempi brevi.
b) Fintanto che non sarà possibile per gli agricoltori ricavare dal
mercato un reddito giusto, dovrà essere mantenuto il budget agricolo
Il grande pubblico in Europa reclama un’agricoltura sostenibile
sollecitando che tutta la produzione sia realizzata in maniera da
assicurare un ambiente sano e piacevole, che rispetti il benessere
degli animali, offra un paesaggio armonioso ai suoi abitanti e ai
visitatori, contribuisca a mantenere vive le comunità rurali e ad
assicurare l’occupazione.
Gli agricoltori tuttavia devono tener testa ad importazioni provenienti
da paesi in cui l’unico obiettivo è di produrre al costo più basso
possibile.
Fintanto che non si riusciranno a creare le medesime condizioni, gli
agricoltori europei non potranno coprire i costi di una produzione
sostenibile attraverso il mercato. Pertanto, fino a quando non sarà
raggiunto tale obiettivo, l’osservanza dei criteri che garantiscono una
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regolamentari. La competitività
non nasce dall’oggi al domani:
solo se la politica e i parametri
economici
vengono
attuati
seguendo un piano di interventi
che copra un ragionevole
periodo
di
tempo,
gli
investimenti
cresceranno,
andando
a
rafforzare
la
competitività stessa”.
Altri temi di rilievo sono stati
portati all’attenzione dei giovani
agricoltori europei come quello
sul prodotto agricolo inteso
come bene pubblico e come,
pubblico e privato, possono
lavorare insieme per uno
sviluppo dell’agricoltura e del
mondo rurale in termini di
innovatività.
Su questi temi cruciali è stato
chiesto ai giovani agricoltori di
intervenire e portare una
prospettiva
su
cui
la
Commissione è pronta a
misurarsi e riflettere.
produzione "sostenibile" deve essere considerata un servizio pubblico
remunerato mediante il bilancio.
Inoltre, i pagamenti a titolo del primo pilastro non vanno confusi con
lo sviluppo rurale rientrante nel secondo pilastro.
Infatti, i pagamenti previsti dal primo pilastro servono a consentire a
tutta la produzione di conformarsi alle norme di sostenibilità. Ciò
significa che, in un mercato unico, è necessario poter contare sulla
solidarietà finanziaria, vale a dire che il 100% deve essere versato
dal bilancio dell’UE.
Il sostegno stanziato mediante il secondo pilastro consiste in un aiuto
mirato che dovrebbe fornire agli agricoltori un’assistenza temporanea
per adeguarsi ai nuovi sviluppi, remunerarli per i servizi
supplementari che forniscono al di là dei requisiti stabiliti dalla
legislazione e contribuire al mantenimento dell’agricoltura nelle
regioni svantaggiate.
Potremmo accettare un ulteriore trasferimento di risorse dal primo al
secondo pilastro, soltanto se verranno soddisfatte le seguenti
condizioni:
la modulazione andrà applicata con un unico tasso obbligatorio a
livello europeo e dovrà essere abbinata ad un finanziamento
obbligatorio equivalente da parte degli Stati membri;
i fondi provenienti dalle risorse degli agricoltori non dovranno in
alcun caso essere destinati a beneficiari non agricoli.
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6. LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA UN SERVIZIO DI
REGISTRAZIONE ON LINE PER LE ASSOCIAZIONI CHE
OPERANO PER LO SVILUPPO
[Bruxelles, 18 aprile 2007]
L’Ufficio di cooperazione dell’Unione europea, EuropeAid, ha
presentato, il 19 aprile, un nuovo sistema di servizi on line, PADOR,
che verrà lanciato nel secondo semestre del 2007, per quanto
riguarda gli inviti a presentare proposte. PADOR è un database che
ha il fine di semplificare la procedura di presentazione di proposte,
completamente gestito dalle organizzazioni stesse.
Obiettivi
PADOR vuole fornire un database di tutte le organizzazioni che
lavorano e lavoreranno con Europaid nel quadro degli inviti a
presentare proposte. Per far ciò, ogni organizzazione si deve
registrare on-line, fornendo alcuni dati fondamentali, che vengono
richiesti nel caso della compilazione delle domande relative agli inviti
a presentare proposte. Il fine di tale sistema è quello di riunire un
insieme di dati necessari per EuropeAid per meglio conoscere le
organizzazioni e per semplificare l’attività burocratica.
Contenuto
All’interno del sistema PADOR, le organizzazioni dovranno inserire
una serie di dati amministrativi: nome, indirizzo ufficiale, statuto
legale, ecc (“Formulario di Entità Legale, FEL). Oltre ciò, dovranno
anche indicare informazioni relative al loro profilo di organizzazioni
per lo sviluppo (categoria, settori, con o senza fine lucrativo, ecc.), le
esperienze per settore e aree geografiche, i dati finanziari, i dati
relativi al personale e le informazioni relative ai rapporti con le altre
organizzazioni.
Principi
PADOR permette quindi di separare i dati relativi all’organizzazione
da quelli relativi alla proposta di un progetto. I primi saranno infatti
sempre on line su PADOR (e potranno essere modificati in qualsiasi
momento dall’organizzazione stessa), mentre le proposte di progetti
dovranno continuare a essere presentate in forma cartacea.
Nel sistema PADOR si possono registrare solo le organizzazioni
dotate di un’entità legale (con un proprio statuto legale e in grado di
fornire i propri conti finanziari). Gli individui non possono registrarsi
(ma l’organizzazione può indicare in PADOR quali individui a lei legati
possono avere accesso al sistema), né i consorzi senza statuto
legale.
Procedura
Su richiesta on line dell’organizzazione, EuropeAid attribuisce un
login individuale e una password. A questo punto, l’organizzazione
inserisce i suoi dati nel sistema e li aggiorna regolarmente, in quanto
l’accesso al sistema è garantito tutto l’anno. In caso di partecipazione
dell’organizzazione a un invito a presentare proposte, EuropeAid
prenderà in considerazione i dati forniti a PADOR, mentre i dati
relativi al progetto dovranno continuare a essere indicati sul
formulario cartaceo.
Tempistica
Nel mese di giungo, EuropeAid testerà il sistema insieme a trenta
organizzazioni, scelte per la loro provenienza, categoria e grandezza,
per assicurare la massima rappresentatività. A settembre 2007,
PADOR verrà ufficialmente reso operativo. La registrazione sarà
accessibile a tutti su internet, attraverso il portale di EuropeAid
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(http://ec.europe.eu/europeaid/onlineservices/pador).
La
registrazione non sarà obbligatoria e lo sarà solo per un numero
limitato di inviti a presentare proposte. A gennaio 2008, in base ai
risultati ottenuti, la registrazione su PADOR verrà resa obbligatoria.
Benefici
Il sistema realizzato permetterà di semplificare la burocrazia e
ridurrà anche i numerosi errori di inserimento dati, attualmente
riscontrati. Inoltre, PADOR permetterà di presentare insieme i dati e i
documenti relativi al capitolo II del formulario di richiesta di
sovvenzioni. Sarà poi possibile seguire on line il processo di selezione
e si rispetterà anche l’ambiente, avendo così ridotto l’utilizzo dei
formulari cartacei.
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