Bollettino CIA Europa - Confederazione Italiana Agricoltori
Transcript
Bollettino CIA Europa - Confederazione Italiana Agricoltori
Bollettino CIA Europa 25 APRILE 2007 A cura della sede CIA di Bruxelles Rue Philippe Le Bon 46, Bruxelles 1000 Tel 003222303012 Fax 003222800333 NUMERO 20 Sommario EDITORIALE: “Politi eletto Vice-presidente del COPA: alla CIA un importante riconoscimento nel futuro dell’agricoltura europea” e-mail: [email protected] Responsabile: Giuseppe Alagia e-mail [email protected] PER RICEVERE DOCUMENTI DI MAGGIOR DETTAGLIO SUGLI ARGOMENTI TRATTATI CONTATTARE DIRETTAMENTE LA CIA BRUXELLES LINK DI RIFERIMENTO UNIONE EUROPEA 1. LE NUOVE STIME SUL REDDITO AGRICOLO PER IL 2006 SEGNALANO UN AUMENTO DEL 3,8% PER L’UE27. IN ITALIA CONTINUA PERO’ LA DISCESA PER I PREZZI SUI CAMPI [Bruxelles, 29 marzo 2007] 2. I CONSUMATORI EUROPEI SONO DISPOSTI A PAGARE PER IL BENESSERE DEGLI ANIMALI [Bruxelles, 22 marzo 2007] 3. IL PARLAMENTO EUROPEO PROPONE DI RIVEDERE IL MODELLO AGRICOLO DELL’EUROPA AMPLIATA [Bruxelles, 29 marzo 2007] COMMISSIONE AGRICOLTURA PARLAMENTO EUROPEO EURO LEGISLAZIONE 4. COMUNICATO COPA-COGECA: PRESIDENZA [Bruxelles, 19 aprile 2007] ELETTA LA NUOVA COPA COPA - COGECA COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO 5. QUALE SARA’ IL FUTURO RISERVATO ALL’AGRICOLTURA EUROPEA? PRIMO CONTRIBUTO DEL COPA-COGECA AL DIBATTITO [Bruxelles, 21 marzo 2007] 6. LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA UN SERVIZIO DI REGISTRAZIONE ON LINE PER LE ASSOCIAZIONI CHE OPERANO PER LO SVILUPPO [Bruxelles, 18 aprile 2007] Editoriale: “Politi eletto Vice-presidente del COPA: alla CIA un importante riconoscimento nel futuro dell’agricoltura europea” Il Presidente nazionale, Giuseppe Politi, è stato eletto vicepresidente del COPA (Comitato delle Organizzazioni Professionali Agricole dell’Unione Europea) con il voto unanime di tutte le 55 organizzazioni agricole europee aderenti e con il sostegno determinante della organizzazioni italiane, Coldiretti e Confagricoltura. La Presidenza è stata attribuita al francese Lemetayer e le vicepresidenze a Michael Hornborg (Presidente della Confederazione finlandese degli agricoltori e dei proprietari forestali – MTK), Gerd Sonnleitner (Presidente del Sindacato degli agricoltori tedeschi – DBV), Peter Kendall (Presidente della Federazione nazionale degli agricoltori britannici – NFU), Jan Veleba (Presidente delle Camere dell’agricoltura ceche) e Kyriakos Kyriakou (Segretario generale dell’Associazione degli agricoltori ciprioti – Panagrotikos). Tra questi, il Presidente Politi è la principale figura di rappresentanza dell’agricoltura dei paesi dell’Europa mediterranea. L’incarico di Politi alla vicepresidenza rappresenta la prima elezione di un membro della CIA alla Presidenza del COPA, 24 anni dopo l’adesione dell’organizzazione e 50 anni dopo la creazione del COPA -COGECA. Per la CIA e per tutta l’agricoltura italiana si tratta di un’importante sfida, come lo ha sostenuto lo stesso Politi, che ha definito il suo compito molto impegnativo. Si è infatti in un periodo di grandi cambiamenti per l’agricoltura, con le riforme delle OCM Vino e Ortofrutta in corso, le trattative commerciali nell’ambito WTO, la creazione di un’area di libero scambio Euro-Mediterranea nel quadro del processo di Barcellona e il serrato dibattito sul futuro della PAC. Il vino e l’ortofrutta sono però i punti maggiormente strategici del momento, di grande rilevanza economica e sociale, per i quali è necessario tutelare gli interessi degli agricoltori e puntare su un rilancio della competitività delle imprese, nel quadro del raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona. L’agricoltura e le politiche per l’agricoltura possono infatti, secondo Politi, favorire e appoggiare questa strategia, che vuole rendere l’Europa la principale economia basata sull’innovazione e sulla conoscenza. In questo campo, il ruolo del COPA sarà centrale come luogo dove gli agricoltori possono esprimere le loro opinioni e difendere i propri interessi. Anche la PAC dovrà quindi adeguarsi: è necessario un 2 COMMISSIONE EUROPEA: PENALITA’ PER I NUOVI STATI MEMBRI PER LA COSTITUZIONE DI SCORTE ECCEDENTARIE DI PRODOTTI AGRICOLI Bruxelles, 04/04/2007 La Commissione europea ha adottato una comunicazione che stabilisce delle penalità nei confronti dei nuovi stati membri che hanno aderito all’U.E. nel 2004, per aver costituito le scorte eccedenti di differenti prodotti agricoli prima della loro adesione. Questi paesi avranno a disposizione un periodo di quattro anni per versare sul budget comunitario un importo totale di 41,1 milioni di euro. Conformemente al trattato di adesione, i nuovi stati membri sono tenuti a fare in modo che nessuno stock di prodotti agricoli sia costituito durante il periodo che precede l'adesione. Tuttavia è sembrato che stock di prodotti agricoli di un livello superiore al normale, in particolare stocks di carne, di prodotti lattiero- caseari e di ortofrutta, siano stati costituiti. La determinazione di questi stocks eccedenti è la conclusione di due anni di dialogo aperto e stretto con gli Stati membri, durante il quale la Commissione ha adattato il suo metodo di calcolo prendendo in considerazione argomentazioni d'ordine tanto generale quanto specifico avanzate dagli Stati membri. Ne deriva una diminuzione sensibile della penale rispetto ai calcoli iniziali. La determinazione degli stocks eccedenti e delle penalità afferenti interviene prima di ogni allargamento. Nel 2006, la Commissione ha adottato una decisione relativa agli stocks eccedenti di zucchero. Secondo Mariann Fischer Boel, membro della Commissione agricoltura e dello sviluppo rurale: “le misure destinate ad evitare la costituzione di stocks eccedenti sono all’ordine del giorno ogni volta che l'Unione si allarga. È nostro dovere vegliare sull'applicazione di queste norme, poiché proteggono le società aventi alleggerimento della burocrazia, realizzato attraverso una semplificazione tecnica della Politica Agricola Comune. Inoltre, la PAC deve rinforzare lo sviluppo e l’innovazione, per ottenere una maggiore equità. Il presidente ha poi voluto riaffermare l’importanza di avere rapporti più stretti con le istituzioni, per un dialogo continuo e costruttivo fra attori istituzionali e sociali. Oltre all’importanza dei rapporti all’interno del territorio europeo, Politi ha ribadito la necessità di guardare con maggiore attenzione ai rapporti con le agricolture dei paesi del bacino del Mediterraneo, nell’ottica della creazione di una zona di libero scambio Euro-Mediterranea. L’elezione di Politi è quindi il segnale dell’inizio di una nuova fase, che necessiterà di grande impegno ma che rappresenta una tappa determinante per le sorti dell’agricoltura italiana e europea. 3 sede nell'Unione contro il magazzinaggio eccessivo. Sono consapevole naturalmente delle preoccupazioni che ciò suscita nei paesi interessati. È per questo che ci siamo messi all’opera per trovare una soluzione equa.” Come successe in occasione degli allargamenti precedenti, i nuovi Stati membri, prima dell'allargamento del maggio 2004, hanno dovuto adottare misure per impedire la costituzione di scorte d'intervento privato o pubblico di prodotti agricoli. La ragione per cui vengono costituiti gli stocks dipende soprattutto dalla differenza tra i prezzi dell'Unione europea e quelli praticati nei paesi interessati prima della loro adesione all'Ue. La definizione degli stocks eccedenti è il frutto di un lungo processo durante il quale lo stato degli stocks dell'anno che precede l'adesione è comparato a quello dei tre anni precedenti. Il livello degli stock è stato valutato sulla base dei dati relativi alle importazioni, alle esportazioni ed alla produzione estratti dalle banche dati di Eurostat. Quando questi dati facevano difetto, la Commissione si è basata sulle informazioni comunicate dagli Stati membri e certificate dagli organismi nazionali di statistiche. La Commissione ha effettuato un primo calcolo degli stocks eccedenti del 2005. Tutte le cifre e metodi di calcoli sono stati in seguito sottoposti all'esame degli Stati membri interessati. Quest'ultimi sono stati invitati più volte durante questo periodo ad assicurarsi della buona trasmissione dei dati necessari ad Eurostat. Grazie ad aggiornamenti regolari, solo le informazioni più recenti sono state utilizzate ai fini dei calcoli. Inoltre, al momento di stabilire i livelli definitivi degli stocks eccedenti, la Commissione ha preso in considerazione una serie di elementi. I calcoli sono stati adattati in modo che sia tenuto conto delle eventuali tendenze e riflettere così in 1. LE NUOVE STIME SUL REDDITO AGRICOLO PER IL 2006 SEGNALANO UN AUMENTO DEL 3,8% PER L’UE27. IN ITALIA CONTINUA PERO’ LA DISCESA PER I PREZZI SUI CAMPI [Bruxelles, 29 marzo 2007] Le stime del reddito agricolo reale per l’UE a 27 è aumentato del 3,8% nel 2006, dopo aver perso il 7,2% nel 2005. Questo aumento è dovuto a una riduzione dell’input lavorativo in agricoltura (-2.6%) e a un aumento nel reddito reale agricolo (+1.1%). Questo aumento del reddito reale agricolo nel 2006 dipende da: - la produzione agricola al prezzo fissato dai produttori in termini reali è rimasta stabile (+0.1%); - i costi di produzione sono leggermente diminuiti (-0.3%); - un aumento in termini reali del valore dei sussidi al netto delle tasse (+0.8%). Queste stime per l’UE a 27 sono state pubblicate da Eurostat e dall’Ufficio delle pubblicazioni della Comunità europea e si basano sui dati forniti dalle autorità nazionali competenti degli Stati membri. Il reddito agricolo per lavoratore nel 2006 è rimasto all’incirca ai livelli del 2005 in venti Stati membri. I maggiori aumenti si sono registrati in Olanda (+15.1%), Polonia (+10.6%) e Belgio (+9.2%), mentre le maggiori diminuzioni maggiori si sono registrate in Irlanda (-13.3%), Finlandia (-7.8%) e Estonia (-5.2%). UE27 Olanda Polonia % cambia mento 2006/ 2005 +3,8 +15,1 +10,6 Indici nel 2006 (2000= 100) 112,1 96,9 180,7 Belgio +9,2 94,1 Francia Danimarca Romania Bulgaria Regno Unito Repubblica Ceca Austria Lettonia Germania Ungheria +8,5 +7,7 94,9 103.2 +7,7 165,8 +6,4 +6,4 104.3 133,9 +6,3 152,3 +6,2 +5,6 +5,1 114,3 224,2 119,7 +4,3 160,5 % cambia mento 2006/ 2005 +4,3 +2,0 +1,8 Indici nel 2006 (2000= 100) 199 96,8 123,0 +1,8 131,5 +1,2 +0,8 86,2 90,9 +0,8 97,4 Svezia Slovenia Malta +0,5 -1,9 99,6 141,2 -2,5 109,4 Italia Estonia Finlandia Irlanda -3,4 -5,2 -7,8 90,9 224,7 100,0 -13,3 90,3 Lituania Cipro Slovacchia Portogallo Grecia Lussemburgo Spagna La produzione agricola dell’UE a 27 nel 2006 è rimasta più o meno stabile, grazie a un piccolo aumento della produzione agricola (+0.2%) e una piccola diminuzione nella produzione animale(-0.1%). In ambito agricolo, la diminuzione del volume della produzione (-2.7%) è stata compensata dall’aumento del prezzo alla produzione (+3.0%). La maggiore riduzione nel volume della produzione agricola è stata registrata per la barbabietola da zucchero (-17.8%) e per 4 modo più fedele l'evoluzione economica generale dei paesi candidati prima dell'adesione. Un certo numero di prodotti intercambiabili, come il burro ed il "butter oil", varie qualità e tipi di riso, di luppolo, di sementi, di vino, d'alcool, di tabacco e di cereali, sono stati considerati come appartenenti a gruppi distinti, cosa che ha permesso di compensare gli stocks eccedenti di un prodotto dato dagli stocks negativi dei prodotti associati ed evitare l'applicazione di penalità. Infine è stato stabilita una soglia pari al 10% di ciò che si considera come uno stock normale di riporto. Non è stata inflitta nessuna penalità agli Stati membri per gli stocks eccedenti inferiori a questa soglia. Questi principi generali sono stati uniformemente applicati all'insieme degli Stati membri interessati. Oltre a queste considerazioni d'ordine generale, sono state prese in considerazione in occasione dello stabilimento degli stocks eccedenti una serie di argomentazioni specifiche avanzate dagli Stati membri. Il calcolo della penalità applicata a ciascun Stato membro è basato sulla moltiplicazione degli stocks eccedenti con la differenza tra i livelli di prezzo interno ed esterno, cioè la restituzione media all'esportazione durante il primo anno successivo all'adesione o, per i prodotti che non avranno diritto a restituzioni all'esportazione, come i funghi in conserva, l'aglio ed i succhi di frutta, con la differenza tra i prezzi medi esterni ed interni. Gli Stati membri dispongono di un termine di quattro anni per adempiere alla penalità. Il primo pagamento è effettuato al più tardi l'ultimo giorno del secondo mese successivo alla notifica della decisione agli Stati membri. Gli altri pagamenti avvengono il 31 maggio 2008, il 31 maggio 2009 ed il 31 maggio 2010. l’olio d’oliva (-12.7%). I prezzi alla produzione di patate (+35.7%), cereali (+11.2%), olio di oliva (+10.4%) e olio di semi (+8.2%) sono aumentati significativamente. Malgrado la perdita in volume della produzione, il prezzo della barbabietola da zucchero è diminuito del 17.4%. La leggera diminuzione nel valore della produzione animale nel 2006 è il risultato di una diminuzione del volume della produzione (-0.6%) e di un aumento del prezzo alla produzione (+0.5%). L’aumento del volume del bestiame (+0.7%) è stato accompagnato da un aumento dei prezzi alla produzione (+5.8%). Nel caso del pollame, il volume della produzione (-4.3%) e il prezzo alla produzione (-2.1%) sono diminuiti significativamente. Il valore reale della produzione di suini è aumentato, anche grazie all’aumento del prezzo alla produzione (+2.6%). Il volume dei costi di produzione è sceso dell’1.8%. La maggiore diminuzione è stata registrata per i fertilizzanti (-3.9%). Il prezzo reale dei fattori di produzione è cresciuto dell’1.5%, dovuto ad un solido aumento del prezzo dell’energia (+7.4%). Le attuali stime sono state compilate grazie alle informazioni inviate dalle autorità nazionali negli Stati membri dell’Unione europea secondo la metodologia dei Conti Economici per l’Agricoltura. La situazione italiana è un po’ diversa, infatti i prezzi sui campi sono in continua discesa (-3,8% nei primi tre mesi di quest’anno), i redditi degli agricoltori “tagliati” (-3,4% nel 2006) e i costi per le imprese in costante crescita (+1,6% lo scorso anno). Un vero crollo si è avuto per gli ortaggi (meno 18 per cento nel primo trimestre) e per la frutta (-6,8%), questo dovuto soprattutto all’anomalo andamento climatico. Per l’ortofrutta è stata, infatti, una debacle. Tutto il Mezzogiorno del nostro Paese, ha perso più del 25% della produzione, in particolare ortaggi a campo aperto. Con le temperature elevate dell’autunno e dell’inverno, la maturazione delle produzioni si è concentrata ed accavallata, senza la naturale scalarità che si verifica normalmente. E’ così rimasta invenduta molta produzione orticola (lattuga, finocchi, carciofi, spinaci e cavoli), mentre anche diversa frutta (in particolar modo arance, mandarini e clementine) non ha trovato sbocco sul mercato. Gli agricoltori sono stati costretti a distruggere la produzione. I prezzi all’origine sono crollati, anche se quelli al consumo hanno subito inspiegabili rincari. Un trend negativo che ormai si protrae da tempo e questo ha inevitabilmente inciso sui redditi degli agricoltori che per il terzo anno di seguito hanno subito un pesante taglio. Il meno 3,4% registrato lo scorso anno pone il nostro Paese tra gli ultimi posti nella graduatoria comunitaria. Peggio è andata soltanto agli agricoltori di Estonia (5,3%), di Finlandia (-7,8%) e di Irlanda (-13,3%). Per gli agricoltori italiani sulla base delle stime Eurostat, il dato di medio periodo è ancora più preoccupante. Fatto 100 il reddito agricolo 2000, nel 2006 l’Italia è scesa al 90,9, registrando così una perdita superiore al 9% nel giro di sei anni. A rendere ancora più difficile la situazione dei nostri produttori sono intervenuti gli aumenti dei costi produttivi e contributivi. Costi che nel 2006 hanno avuto effetti dirompenti sulle imprese. In particolare, i rincari dei carburanti hanno appesantito notevolmente la gestione aziendale. Una tendenza che, purtroppo, si riscontra anche nei primi mesi del 2007. 5 COMMISSIONE EUROPEA: PRESENTATO RICORSO CONTRO LA GRECIA PER INFRAZIONE DELLA LEGISLAZIONE RELATIVA AL BENESSERE DEGLI ANIMALI Bruxelles, 21/03/ 2007 La Commissione ha deciso di portare la Grecia davanti la Corte di Giustizia europea per non aver applicato correttamente e fatto rispettare la normativa comunitaria relativa al benessere degli animali in corso di trasporto ed al momento della macellazione. La decisione di intentare quest’azione contro la Grecia fa seguito alle persistenti debolezze constatate da molti anni nel settore del benessere degli animali. Il livello di benessere degli animali in questo paese rimane insufficiente e la legislazione richiesta non è stata messa in atto come conviene. La Commissione non ha dunque altre scelte che adire la Corte di Giustizia. Le autorità degli stati membri sono incaricate di controllare che le regole comunitarie vengano correttamente applicate e rispettate sul loro territorio. Ma, un certo numero di ispezioni effettuate dall'Ufficio alimentare e veterinario (OAV) tra il 1998 ed il 2006 hanno messo in evidenza insufficienze gravi e regolari nel settore del benessere degli animali in Grecia. La Commissione rimprovera alle autorità greche di non aver applicato e fatto rispettare adeguatamente le direttive comunitarie relative al benessere degli animali durante il trasporto e alle misure di protezione di questi al momento dell’abbattimento. Per quel che concerne il trasporto di animali, la Grecia ancora oggi non applica le regole di identificazione e di autorizzazione dei trasportatori, contravvenendo così alla legislazione comunitaria. I trasportatori non sono sottoposti ai controlli di routine, i loro percorsi non vengono verificati e non 2. I CONSUMATORI EUROPEI SONO DISPOSTI A PAGARE PER IL BENESSERE DEGLI ANIMALI [Bruxelles, 22 marzo 2007] Secondo un sondaggio realizzato da Eurobarometro sull’attitudine dei consumatori riguardo al benessere animale, i consumatori europei sono disposti a fare degli sforzi supplementari per acquistare prodotti rispettosi del benessere degli animali, anche se questo significa cambiare supermercato o pagare di più. Inoltre, i cittadini ritengono di non disporre delle informazioni necessarie per poter operare una scelta fondata sul benessere degli animali. In questo studio, che riguarda per la prima volta tutti e 27 gli Stati membri dell’UE oltre alla Turchia e alla Croazia, il 62% delle persone interrogate si dicono pronte a cambiare le loro abitudini in termini di acquisti per scegliere dei prodotti maggiormente rispettosi del benessere animale. Il sondaggio rivela anche che i cittadini non ritengono ancora di essere capaci di fare una scelta a causa delle poche informazioni che hanno a disposizione sul benessere animale durante il procedimento di produzione delle derrate alimentari. Una grande maggioranza delle persone interrogate si sono definite favorevoli all’idea di un’etichetta o di un logo specifico che indichi le norme riguardanti il benessere animale che sono state applicate al momento della produzione degli alimenti acquistati. Lo studio afferma che il principio di una ricompensa finanziaria per gli allevatori che, nell’UE, fanno uso di pratiche che rispettano il benessere animali, beneficia di un sostegno generale. “Il messaggio dei cittadini europei è senza dubbio quello per il quale il benessere animali è prioritario ai loro occhi e sono disposti a pagare di più per garantirlo” ha dichiarato Markos Kyprianou, Commissario per la salute. “ I risultati di questo sondaggio si allineano alle ambizioni della Commissione per quanto riguarda il benessere animale e confermano che l’azione comunitaria risponde effettivamente alle aspettative dei cittadini in questo campo. La Commissione conferisce una grande importanza al miglioramento del benessere animale, sia a livello di UE sia a livello internazionale ». L’Eurobarometro dimostra che il benessere animali è una questione considerata essenziale dai cittadini dell’Unione europea, che le attribuiscono un grado di importanza di 8 su 10. La maggior parte dei cittadini europei ritengono che il benessere animale ha conosciuto un miglioramento nel corso degli ultimi 10 anni, ma il 77 % ritiene che sia necessario continuare a migliorare le condizioni attuali. I greci (96 %), i ciprioti (91 %) e i portoghesi (90 %) in particolare vorrebbero che il benessere animale sia maggiormente al centro dell’attenzione nei loro rispettivi paesi. L’Eurobarometro mostra anche che i cittadini sono favorevoli all’estensione delle misure di incitamento per il miglioramento del benessere animale nell’UE. Più del 70 % delle persone interrogate si sono pronunciate a favore delle ricompense finanziarie per i produttori che applicano standard elevati in materia di benessere animale. Un forte consenso (89 % delle persone interrogate) è stato espresso anche riguardo la necessità di imporre le stesse condizioni di benessere animale ai prodotti importati. Oltre alle considerazioni etiche su cui si basa generalmente il sostegno alla protezione animale, il benessere degli animali nel processo di produzione delle derrate alimentari sembra ormai essere automaticamente associato alla sicurezza e alla qualità dei prodotti alimentari. Più della metà delle persone interrogate percepisce le derrate alimentare prodotte secondo le norme elevate del benessere animale come più sane rispetto alle altre derrate alimentari ed il 48 % le ritengono essere di migliore qualità. Questo avvicinamento nella mente dei cittadini fra il benessere degli 6 esistono, nelle aree portuali greche o in prossimità di queste, impianti adeguati per gli animali che hanno fatto un lungo viaggio. Per quanto riguarda il benessere degli animali al momento della macellazione, i controlli greci sono stati giudicati insufficienti per garantire la corretta applicazione delle norme comunitarie, come accade ad esempio per lo stordimento degli animali. La Commissione ha già intrapreso una procedura di infrazione contro la Grecia per l’inosservanza delle disposizioni relative al benessere degli animali nel 1998 successivamente interrotta dopo che le autorità greche si sono impegnate ad adeguarsi agli standard comunitari. Tuttavia, gli ulteriori controlli effettuati dall’OAV tra il 2003 e il 2006 non hanno rilevato un sufficiente miglioramento della situazione generale in materia del benessere degli animali; la legislazione comunitaria sul benessere degli animali durante il trasporto e l’abbattimento, a tutt’oggi, non viene correttamente applicata. Nel maggio 2005, le autorità greche hanno trasmesso alla Commissione un piano d’azione per dare applicazione alla legislazione in materia di benessere degli animali. Questo piano contiene un calendario per la messa in pratica di raccomandazioni formulate riguardo all’OAV. Tuttavia un’ispezione realizzata dall’OAV nel 2006 ha dimostrato che il piano d’azione non era stato ancora pienamente applicato e che un sistema adeguato di protezione degli animali funzionava male. Di conseguenza, la Commissione ha presentato una raccomandazione alla Grecia il 4 luglio 2006, invitandola a conformarsi alla legislazione comunitaria. La risposta delle autorità greche alla raccomandazione non ha dato i risultati sperati. I progressi in materia di benessere animale, in Grecia, sono inesistenti o limitati e il animali e la qualità e la sicurezza degli alimenti spiega che i consumatori sono sempre più portati a tenere in conto nei loro acquisti i prodotti che rispettano il benessere degli animali. L’attuale sondaggio di Eurobarometro arriva a affermare che i consumatori sarebbero anche disposti a cambiare le loro abitudini di acquisto, tuttavia, più della metà delle persone intervistate dichiarano di non disporre di informazioni sufficienti sulle condizioni di allevamento nei loro paesi nè delle informazioni necessarie per distinguere gli alimenti prodotti secondo le norme di rispetto del benessere animale rispetto agli altri alimenti. 7 sistema globale di applicazione e di controllo del rispetto della legislazione comunitaria in questo ambito rimane poco soddisfacente. Per questa ragione la Commissione ha presentato la situazione della Grecia alla Corte di Giustizia Europea. COMUNICATO STAMPA COPACOGECA: NO AD ULTERIORI CONCESSIONI NEL WTO – GLI IMPEGNI DEGLI AGRICOLTORI EUROPEI VANNO RISPETTATI Bruxelles, 13/04/2007 Il presidente del COPA Mr. Rudolf Schwarzbock e della COGECA, Mr. Donal CASHMAN hanno incontrato il segretario di stato tedesco Bernard Pfaffenbach, il 12 aprile 2007 per discutere le politiche dell’UE sul mercato. I presidenti sono stati invitati dal cancelliere tedesco per assicurare un risultato giusto e bilanciato nel quadro delle negoziazioni del WTO. L’UE ha già proposto un’importante offerta che causerà considerevoli perdite per l’agricoltura europea. Tuttavia ancora non riscontriamo, a detta del Presidente, mosse uguali dai nostri partner commerciali. Gli USA, per esempio, stanno attualmente preparando un rafforzamento delle misure di supporto per l’agricoltura, che tendono a distorcere il mercato. E’ estremamente importante che l’UE faccia sentire la sua voce. L’UE si è gia mossa significativamente verso la richiesta di tutto il G-20, guidato dal Brasile. Ma la Commissione ha ammesso che l’accettazione di tutte le richieste del G20 significherà una perdita di circa € 37 miliardi per l’agricoltura europea, con i redditi agricoli che perderanno più del 25%, mentre la produzione di carne rischia il collasso. Gli agricoltori europei e le loro cooperative hanno piena coscienza della necessità di ridurre le disparità tra i paesi ricchi e quelli poveri del mondo e di contribuire facendo una sostanziale riforma al mercato 3. IL PARLAMENTO EUROPEO PROPONE DI RIVEDERE IL MODELLO AGRICOLO DELL’EUROPA AMPLIATA [Bruxelles, 29 marzo 2007] L'allargamento del 2004 ha aumentato in misura considerevole la superficie agricola (di circa il 27%), il numero delle aziende (di circa il 60%) e il numero dei lavoratori agricoli (di circa il 57%) nell'UE. Adottando la relazione di Csaba Sándor TABAJDI (PSE, HU), il Parlamento, sostiene che l'attuale PAC non è in grado di risolvere una parte considerevole dei problemi agricoli o connessi all'agricoltura nell'UE allargata. Più in particolare, pur riconoscendo che il disaccoppiamento accentui in generale l'orientamento al mercato dell'agricoltura dell'UE, rileva che i pagamenti diretti disaccoppiati «non contribuiscono efficacemente alla creazione di un settore agricolo e di una società rurale sostenibili», né nei nuovi Stati membri né in gran parte dell'UE-15. Sottolinea pertanto che sono necessari ulteriori provvedimenti o «un'applicazione su misura» del regime dei pagamenti diretti. Per i deputati, inoltre, soprattutto negli Stati membri e nelle regioni in cui le aziende agricole specializzate svolgono un ruolo decisivo nell'agricoltura, l'attuale sistema dei pagamenti diretti promuove in misura eccessiva le colture a seminativo, non contribuisce in modo adeguato ad un allevamento sostenibile e non promuove né facilita i necessari cambiamenti strutturali». Sottolineano poi che la PAC deve essere mantenuta a livello comunitario e che si dovrebbe evitare qualsiasi rinazionalizzazione di tale politica, ma osservano tuttavia che occorre applicare misure specifiche basate sul principio di sussidiarietà. Il Parlamento, più in generale ritiene che sia necessario rivedere l'ambito, gli obiettivi, le finalità e i principi della PAC, compreso il modello agricolo europeo. In questo esercizio, insistono i deputati, si dovrà tenere conto degli obiettivi e delle esigenze dell'agricoltura, delle zone rurali, degli agricoltori, dei consumatori e di tutta la società dell'UE allargata a 27 paesi, «in modo da definire le risorse finanziarie necessarie e garantire che la loro ripartizione sia adeguata, equa e pienamente giustificata». Sottolineano inoltre che è essenziale evitare decisioni «dettate unicamente dall'esigenza di ridurre il livello del finanziamento comunitario o di mantenere lo status quo finanziario tra gli Stati membri». Più in particolare, le esigenze specifiche degli Stati membri e delle regioni, compresa la soluzione dei problemi e delle difficoltà nei nuovi Stati membri, dovrebbero continuare ad essere soddisfatte sulla base della sussidiarietà e applicando una serie di strumenti ad hoc. Il Parlamento chiede quindi l'introduzione di un sistema rivisto dei pagamenti diretti, che preveda anche nuove misure quali opzioni di riaccoppiamento volontarie ad uso esclusivo degli Stati membri che le considerano necessarie per realizzare i loro obiettivi sociali, occupazionali e di sostenibilità. Ma sollecita anche l'estensione dei pagamenti a nuovi settori e nuovi beneficiari, ad esempio frutti in bacche destinati alla trasformazione, nel quadro del sistema rivisto di dotazioni finanziarie nazionali e finanziamento comunitario integrale. Inoltre, il Parlamento chiede l'introduzione di misure di mercato aggiuntive, facoltative, regionali o temporanee con finanziamento comunitario e l'applicazione del sistema di dotazioni finanziarie nazionali a titolo del bilancio dell'UE nei settori da riformare (vino e prodotti ortofrutticoli). Sollecita poi un migliore sostegno e forti incentivi alle organizzazioni dei produttori e l'abrogazione delle normative nazionali che ostacolano tali iniziative, nonché la promozione della cooperazione transfrontaliera tra organizzazioni dei produttori e l'introduzione di un efficace sistema di gestione dei rischi e delle crisi in agricoltura, che preveda l'assistenza finanziaria della 8 dello zucchero. Ma è totalmente inaccettabile che la Commissione faccia proposte che metteranno in pericolo il futuro dell’agricoltura europea COMMISSIONE EUROPEA: GLI STATI MEMBRI DEVONO RIMBORSARE 285,3 MILIONI DI EURO NELL’AMBITO DELLE SPESE PAC Bruxelles, 19/04/2007 La Commissione chiede agli Stati membri il rimborso di 285,3 milioni di euro nell’ambito delle spese della PAC In virtù di una decisione adottata oggi dalla Commissione europea, gli Stati membri dovranno rimborsare un totale di 285,3 milioni di euro, corrispondente a importi indebitamente versati nell’ambito del bilancio agricolo UE. Il reintegro di questo importo nel bilancio comunitario è dovuto a procedure di controllo inadeguate o al mancato rispetto delle norme comunitarie in materia di spese agricole. Gli Stati membri sono responsabili del pagamento e della verifica delle spese effettuate nell’ambito della politica agricola comune (PAC), mentre la Commissione deve garantire che essi abbiano fatto un uso corretto dei fondi. Commentando la decisione, il commissario per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Mariann Fischer Boel ha dichiarato: "Abbiamo lavorato intensamente per garantire il miglior controllo possibile sulle spese agricole. La procedura di liquidazione dei conti è essenziale per fare sì che il denaro dei contribuenti sia usato correttamente e che gli importi indebitamente versati siano recuperati. Negli ultimi anni sono stati compiuti enormi progressi per migliorare i controlli e intendo adoperarmi affinché tali sforzi proseguano in futuro.” La decisione odierna, la ventiquattresima dopo la riforma del sistema per il recupero degli importi indebitamente versati nell’ambito della PAC (1995), Comunità e sia pagato dalle dotazioni nazionali. Per i deputati, infine, sono necessari il rafforzamento del mercato interno con norme comuni in materia di qualità, commercializzazione, concorrenza, sicurezza alimentare, tutela ambientale e benessere degli animali, il rafforzamento dello sviluppo rurale e del relativo finanziamento, e una maggiore flessibilità delle norme sugli aiuti statali (in particolare estendendo l'ambito delle esenzioni per categoria e aumentando il livello minimo). D'altra parte, il Parlamento sottolinea che la produzione di biomassa e di bioenergia «svolgerà un ruolo strategico nel futuro del settore agricolo dell'UE». Chiede pertanto che vengano assegnati adeguati finanziamenti dell'UE per promuovere la produzione di biomassa su terreni non più utilizzati per la produzione di alimenti destinati all'alimentazione umana e animale. Esprime poi l'auspicio che la futura PAC «diventi anche più facile da gestire», riducendo l'onere amministrativo gravante sugli agricoltori e sulle autorità nazionali, promuovendo prodotti sani, orientandosi al mercato e migliorando la sua compatibilità ambientale, per assicurare il futuro di un'agricoltura sostenibile. L'agricoltura della maggior parte dei nuovi Stati membri si differenzia notevolmente da quella dei paesi dell'UE-15 per quanto concerne il livello e la struttura della produzione nonché le dimensioni delle aziende agricole e, per i deputati, risulta essere «meno efficiente, tecnicamente meno sviluppata e meno integrata in senso verticale ed orizzontale rispetto all'agricoltura dei vecchi Stati membri». Inoltre, nella maggior parte dei nuovi Stati membri l'agricoltura svolge un ruolo economico e sociale più importante che nell'UE-15, dal momento che il suo contributo al RNL e la quota di lavoratori occupati nel settore superano la media UE. Il Parlamento sottolinea poi che i nuovi Stati membri hanno dovuto sostenere «elevati costi sociali ed economici per adattarsi alle regole della politica agricola comune», mentre i fondi di preadesione hanno coperto solo in parte i costi del processo di adattamento e d'integrazione prima dell'adesione. D'altra parte, ricorda che l'Atto di adesione prevede un lungo periodo d'introduzione graduale (9 anni) con un basso livello iniziale (25% del livello applicabile nell'UE) per i pagamenti diretti nei nuovi Stati membri, «mentre le regole concernenti il mercato interno e i contributi al bilancio si applicano pienamente ad essi». Il livello dei costi e dei redditi nei nuovi Stati membri, pertanto, «non giustifica questo grado di differenziazione che crea disparità nelle condizioni concorrenziali degli agricoltori dei nuovi Stati membri». Più in particolare, il Parlamento rileva che le differenze nel livello dei pagamenti diretti tra l'UE-10 e l'UE-15 «non hanno garantito parità di condizioni», per cui in diversi nuovi Stati membri i produttori «hanno perduto terreno persino sui loro mercati interni». Osserva poi che nel caso di alcuni nuovi Stati membri, per taluni settori, i bassi livelli delle quote assegnate «hanno comportato il congelamento o addirittura il declino della produzione agricola». Ritiene inoltre che la realizzazione degli obiettivi della PAC in quei paesi sia anche ostacolata «dal livello insufficiente di finanziamenti per lo sviluppo rurale, dalla mancanza di un efficace sistema di gestione dei rischi e delle crisi, nonché dall'eccessiva rigidità delle norme comunitarie sugli aiuti statali». Il Parlamento sottolinea, poi, che i nuovi Stati membri sono stati costretti ad applicare il sistema dei pagamenti diretti nazionali complementari (PDNC, "topping up"), «che possono essere considerati una forma di cofinanziamento e una quasirinazionalizzazione dei pagamenti diretti comunitari». Questi pagamenti nazionali, a suo parere, hanno peraltro causato «gravi difficoltà politiche ed economiche in diversi nuovi Stati membri, imponendo un pesante onere sui loro bilanci nazionali e limitando la 9 prevede il recupero di fondi dai seguenti Stati membri: Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Spagna, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Finlandia, Regno Unito e Portogallo. Le principali rettifiche comprendono in particolare: 60,6 milioni di euro chiesti alla Spagna per inosservanza dei termini di pagamento nel regime dei pagamenti per la frutta a guscio; 53,7 milioni di euro chiesti al Regno Unito per inosservanza dei termini di pagamento; 48,5 milioni di euro chiesti all'Italia per inosservanza dei termini di pagamento; 35,8 milioni di euro chiesti alla Grecia in quanto il sistema di identificazione delle particelle agricole computerizzato (LPIS) attuato per gestire i regimi dei pagamenti diretti è risultato non del tutto operativo ai livelli richiesti e i controlli in loco sono stati effettuati troppo tardi per essere pienamente efficaci; 26,7 milioni di euro chiesti ai Paesi Bassi a causa del numero insufficiente di controlli sostitutivi nel regime delle restituzioni all'esportazione; 17 milioni di euro chiesti alla Spagna per inosservanza dei termini di pagamento; 8,7 milioni di euro chiesti alla Francia in relazione al programma di macellazione dei bovini di più di trenta mesi di età (OTMS), per il quale i controlli di tipo tecnico e contabile sono risultati insufficienti; 7,5 milioni di euro chiesti alla Francia per le lacune riscontrate nel sistema di controllo per i prestiti agevolati e nei controlli secondari sulla spesa dei programmi di sviluppo rurale. possibilità di applicare regimi di aiuto statale». Pertanto, chiede alla Commissione - nell'ambito della semplificazione e razionalizzazione dell'applicazione della PAC, dei regimi di pagamenti diretti e dei programmi di sviluppo agricolo - di tener conto dei problemi cui devono far fronte soprattutto i nuovi Stati membri e di proporre le opportune soluzioni, senza tuttavia discostarsi dalle norme che disciplinano l'applicazione della PAC. I deputati, infine, ritengono che nella produzione agricola e nel tessuto rurale dei nuovi Stati membri siano necessari ulteriori cambiamenti. In proposito ribadiscono che le regole della PAC e l'aiuto comunitario devono favorire tale processo e ritengono pertanto essenziale effettuare con gradualità le necessarie modifiche, «dal momento che la società rurale legata all'agricoltura e l'economia dei nuovi Stati membri non potrebbero tollerare cambiamenti troppo repentini e drastici nella loro struttura produttiva e occupazionale». IL MARCHIO “DOP” AL RISO DELLE PROVINCE DI BIELLA E VERCELLI Bruxelles, 17/04/07 Si concluderà a luglio, l’iter per l’assegnazione da parte dell’Unione europea del marchio di denominazione di origine protetta al riso prodotto nella Baraggia biellese e 10 vercellese. Secondo le associazioni agricole di categoria è un risultato importante per fronteggiare la crescente concorrenza dei risi asiatici. La scadenza attesa dai produttori di riso della piana tra Biella e Vercelli è quella di luglio 2007. Tra pochi mesi, infatti, si concluderà l’iter per l’assegnazione, da parte dell’Unione europea, del marchio di denominazione d’origine protetta del riso della Baraggia biellese e vercellese. “Il marchio Dop”, hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni agricole di categoria “rappresenta un riconoscimento importante per decine di aziende che hanno scelto la strada difficile della produzione di qualità e che oggi sono fortemente preoccupate dall’ingresso sul mercato europeo e italiano dei risi asiatici”. La produzione di riso a denominazione di origine protetta interesserà i territori di ventotto comuni tra le province di Biella e di Vercelli; una porzione significativa di quella grande area risicola che si estende per circa 200.000 ettari tra il Piemonte e la Lombardia e che fa dell’Italia il primo produttore europeo di riso (50% della produzione dell’Unione europea secondo i dati del censimento Istat 2001). Le varietà di riso di Baraggia biellese e vercellese che potranno fregiarsi del marchio Dop sono sette, alcune delle quali già note ai consumatori italiani: Sant’Andrea, Loto, Gladio, Carnaroli, Barilla, Baldo e Arborio. Il Comitato scientifico della Comunità europea si è espresso sul riso di Baraggia sottolineandone “l’eccezionale specificità della zona di produzione con riferimento alle peculiarità del territorio”. Un territorio dove la coltivazione del riso ha lasciato tracce profonde nel paesaggio e nel vissuto delle comunità locali, ma che ha sempre sofferto di una certa marginalità dal punto di vista economico. La richiesta del marchio Dop è stata supportata da un’associazione di produttori risicoli che si è costituita 4. COMUNICATO COPA-COGECA: ELEZIONE DELLA NUOVA PRESIDENZA COPA [Bruxelles, 19 aprile 2007] Il Praesidium del Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell’Unione europea (COPA) ha eletto oggi all’unanimità Jean-Michel Lemetayer nuovo Presidente per Il periodo 2007/2009, che succede quindi a Rudolf Schwarzbock il cui mandato di due anni giunge a scadenza. Sono stati eletti Vicepresidenti: Michael Hornborg (Finlandia), Peter Kendall (Gran Bretagna), Kyriakos Kyriakou (Cipro), Giuseppe Politi (Italia), Gerd Sonnleitner (Germania) e Jan Veleba (Repubblica Ceca). Dal mese di maggio 2001, Jean-Michel Lemetayer è Presidente della Federazione azionale dei sindacati di imprenditori agricoli (FNSEA). Dal 1995 al 2002, è stato Presidente ella Federazione nazionale dei produttori di latte (FNPL). Dal 1995, ricopre l’incarico di residente del Salone delle produzioni animali in Francia (SPACE). Jean-Michel Lemetayer gestisce un’azienda a conduzione familiare situata in Bretagna, che si dedica principalmente alla produzione di latte e di cereali. Dal 2006 Peter Kendall è Presidente della Federazione nazionale degli agricoltori britannici (NFU). Nel 2003 ha esercitato la funzione di Presidente dei cerealicoltori della NFU. Partecipa ai lavori di vari organi come il “Forum del governo sul cambiamento climatico in ambiente rurale” e il “Gruppo guida sulla produzione agricola e alimentare sostenibile”. Peter Kendall dirige un’azienda di 620 ettari nel settore dei seminativi. Dal 2005 Michael Edvard Hornborg è Presidente della Confederazione finlandese degli agricoltori e dei proprietari forestali (MTK). Dal 2006 svolge le funzioni di tesoriere del COPACOGECA. Dal 2003 al 2005 ha assunto l’incarico di Direttore dell’Associazione finlandese degli allevatori di animali da pelliccia. Dal 1998 al 1999 è stato anche membro del gabinetto del Commissario Liikanen. Kyriakos Kyriakou è Segretario generale dell’Associazione degli agricoltori ciprioti (Panagrotikos) e Direttore dell’Istituto cipriota per lo sviluppo rurale. Gestisce a Cipro un’azienda agricola che produce principalmente olive, agrumi e cereali. Dal 2004 Giuseppe Politi è Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA). Ricopre l’incarico, presso la FIPA, di Vicepresidente del Comitato mediterraneo ed è membro del Comitato esecutivo dal 2006. Presiede anche l’«Associazione solidarietà e sviluppo» per lo sviluppo di progetti di cooperazione internazionale in America latina e Africa centrale. Dirige un’azienda a conduzione familiare nel settore dell’ortofrutta. Dal 1997 Gerd Sonnleitner è Presidente del Sindacato degli agricoltori tedeschi (DBV) e dal 1991 svolge anche le funzioni di Presidente del Sindacato degli agricoltori bavaresi. Dal 2001 al 2003 è stato Presidente del COPA. Gerd Sonnleitner dirige nella regione di Passau un’azienda a conduzione familiare dedicata principalmente all’allevamento di animali nutriti con la propria produzione cerealicola. Dal 2006 Jan Veleba è Presidente delle Camere dell’agricoltura ceche (AK CR) e dal 2003 presiede anche l’Associazione degli imprenditori agricoli di Cechia e Moravia. È comproprietario di un’impresa di selezione suinicola. La sua carriera in agricoltura è iniziata nel 1972 con la gestione di una fattoria statale a Křižanov. 11 apposta alla fine degli anni Novanta. SEMINARIO DEL COPACOGECA ”RISTABILIRE L’EQUILIBRIO NELLA CATENA ALIMENTARE” Bruxelles 3-4/05/2007 Gli sviluppi verificatisi negli ultimi anni in seno alla catena alimentare e soprattutto la crescita delle quote di mercato detenute dai principali supermercati sono fonte di seria preoccupazione per molti degli agricoltori europei e delle loro cooperative. Nell’ambito della catena dell’approvvigionamento esiste un forte squilibrio di potere e di tale potere si sta abusando attraverso pratiche e/o comportamenti gravemente iniqui. Questo dibattito assume un’importanza ancora maggiore alla luce delle riforme recenti e delle probabili riforme future della PAC, in virtù delle quali gli agricoltori dovranno orientarsi maggiormente verso il mercato per ricavarne il migliore reddito possibile. Si fa sentire pertanto con urgenza la necessità di creare condizioni di concorrenza eque in cui tutte le imprese della catena alimentare, grandi e piccole, possano prosperare. Occorre capire quali siano le soluzioni migliori per creare un quadro attorno al quale i fornitori e i loro clienti possano costruire rapporti di lavoro proficui, reciprocamente vantaggiosi e che rispondano alle condizioni del mercato nonché alle istanze e alle esigenze dei clienti. Il seminario del 3-4 maggio, organizzato dal Copa-Cogeca cercherà di definire l’entità del problema e di individuare gli ambiti di iniziativa mediante un approccio giuridico e regolamentare e un quadro d’azione volontario volto a migliorare la situazione degli agricoltori e delle loro cooperative e a ristabilire, nel contempo, l’equilibrio di potere nella catena alimentare. 1 5. QUALE SARA’ IL FUTURO RISERVATO ALL’AGRICOLTURA EUROPEA? PRIMO CONTRIBUTO DEL COPA-COGECA AL DIBATTITO [Bruxelles, 21 marzo 2007] Lo scopo di questa conferenza è quello di concentrarsi sul futuro dell’agricoltura europea e della PAC. Secondo le intenzioni della Commissione, questo riesame sarà realizzato in due tappe. Innanzi tutto, l’"health check", o controllo dello stato di salute, per valutare se la nuova PAC funziona come dovrebbe o se occorra apportarvi degli aggiustamenti. In secondo luogo, lo studio di come dovrebbe essere articolata la PAC dopo il 2013 al fine di preparare il riesame del budget 2008/2009 dell’Unione europea. Il COPA-COGECA tiene ad assicurare che la riforma del 2003 funzioni correttamente e, soprattutto, sollecita la semplificazione tecnica di quella che si è rivelata essere una riforma molto complessa e burocratica1. Non va tuttavia dimenticato che la riforma del 2003 è tuttora in fase di attuazione e di completamento. Gli agricoltori e le loro cooperative avranno bisogno di parecchi anni per poter introdurre gli aggiustamenti necessari delle loro attività. La priorità immediata consiste dunque nel garantire agli agricoltori un periodo di stabilità. Capiamo tuttavia l’esigenza di valutare quello che sarà il futuro della PAC a partire dal 2013 prima che i ministri delle Finanze stabiliscano i parametri di bilancio (il loro dibattito dovrebbe essere avviato all’inizio del 2009). Dovremo poter contare su una strategia globale di lungo periodo per l’agricoltura e non considerare ciascuna misura separatamente. Inoltre il nostro principale obiettivo deve essere di assicurare che gli agricoltori e le loro cooperative siano in grado di soddisfare le esigenze della società europea e di svolgere pienamente il loro ruolo in relazione alle sfide mondiali che dovranno affrontare. Pertanto, come hanno concluso gli organizzatori di questa conferenza, la prima cosa da fare è chiedersi "Che tipo di futuro?". Quali sono le eventuali sfide e opportunità che dovremo raccogliere sul piano europeo e a livello mondiale? Che tipo di futuro? Sfide e opportunità Prospettive per la produzione alimentare e non alimentare sul mercato mondiale Riteniamo che le prospettive offerte dal mercato mondiale costituiscano un’opportunità per gli agricoltori e le loro cooperative. La crescita del reddito in molti paesi quali la Cina, l’India e il Sud America potrebbe non determinare un forte aumento della domanda mondiale di prodotti alimentari, ma causerà sicuramente importanti variazioni del genere di prodotti alimentari consumati, soprattutto un maggiore consumo di carni, ma forse anche un rilancio in Europa della domanda di prodotti alimentari di qualità superiore quali, ad esempio, vini e formaggi. La produttività continuerà a crescere per soddisfare l’incremento della domanda mondiale. Contestualmente però aumenteranno anche i vincoli. Gli stessi terreni saranno probabilmente esposti ad una pressione ambientale crescente se si aggraverà la preoccupazione riguardo ai cambiamenti climatici. Oltre a tutto questo, si prospetta il rischio crescente del diffondersi delle malattie da un capo all’altro del pianeta. L’agricoltura europea offre numerosi vantaggi a questo riguardo in quanto la nostra produzione già soddisfa norme ambientali e di sicurezza alimentare molto rigide. Di conseguenza, sarà importante mantenere la nostra capacità di Vedasi posizione del COPA-COGECA sulla semplificazione tecnica (doc. PAC(07)17). 12 Tale evento è rivolto alle organizzazioni membri del COPA e della COGECA nonché ad alcuni loro gruppi di lavoro specializzati. “PERSPECTIVES FOR FOOD 2003” Bruxelles, 17-18/04/2007 Nel 2030, cosa vorranno i consumatori nel loro piatto? Come saranno i supermarket del futuro? Quali tecnologie emergeranno? Con queste importanti domande ha preso il via la conferenza “Perspectives for Food 2030” nei giorni 17 e 18 aprile a Bruxelles. Alla conferenza si è dibattuto di politica alimentare, sviluppo industriale e di possibili temi di ricerca futuri, gettando le basi di quelli che dovranno essere i diversi e grandi cambiamenti a cui l’industria alimentare europea dovrà far fronte per soddisfare le esigenze dei consumatori. Vista la vastità dell’argomento la conferenza è stata divisa in quattro sessioni: -Sessione A: Tendenze e prospettive nel mondo economico, cultura e cibo; -Sessione B: Piloti del cibo domanda e mercato oggi e domani; -Sessione C: Nuove tecnologie per la produzione di cibo; -Sessione D: Percezioni future del cibo; La conferenza ha avuto come oratori i maggiori attori europei e mondiali in campo di tecnologie dell’alimentazione, scienze del consumo, economia, sociologia e ha visto la partecipazione del Commissario per la scienza e la ricerca Mr. J. Potočnik e del Commissario per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Ms. M. Fischer Boel. La discussione ha delineato un futuro dove più che le tecnologie verranno cambiate le tecniche di produzione, come ad esempio la conservazione delle vitamine, la salvaguardia ambientale, il controllo dei valori nutritivi etc. Il mercato del cibo vedrà un nuovo pilota: il consumatore! produzione ottimale. L’opportunità più stimolante è offerta comunque dal potenziale di produzione ad uso non alimentare. Solo di recente i ministri europei si sono accordati su un nuovo obiettivo ambizioso, che consiste nel raggiungere il 10% di incorporazione di biocarburanti entro il 2020. Non siamo gli unici a procedure in questa direzione: lo stanno facendo anche gli Stati Uniti. Ciò dovrebbe quindi avere un impatto positivo sui prezzi mondiali dei prodotti di base. Politica commerciale, apertura dei mercati, pressione al ribasso sui prezzi europei Se entro quest’anno verrà raggiunto un accordo al WTO, secondo le stime della Commissione stessa, la conseguenza sarà una forte perdita per il settore agricolo dell’UE. I prodotti importati arriveranno sul mercato europeo con dazi doganali molto più bassi, mettendo sotto pressione i prezzi dell’UE ed accaparrandosi quote crescenti del mercato comunitario. L’offerta europea presentata nell’ottobre del 2005 implicherebbe una perdita di 17 miliardi di euro, ma il riconoscimento dell’insieme delle proposte del G20 corrisponderebbe ad una perdita di 37 miliardi di euro. Da ciò si evince l’importanza che l’Unione europea si attenga strettamente all’offerta di ottobre. Tuttavia, anche in assenza di un accordo, la Commissione intende proseguire con l’apertura dei mercati attraverso accordi bilaterali o regionali come quelli in ambito Euro-Med e Mercosur. Politica di bilancio e minacce di nuovi tagli Dal 1992 l’UE ha adottato una politica di trasferimento dal sostegno dei prezzi al sostegno di bilancio, soprattutto per reagire alla pressione esercitata dai partner commerciali. Attualmente gli agricoltori devono far fronte ad ulteriori tagli dei prezzi, attraverso le riduzioni tariffarie, non accompagnati da alcuna compensazione. Contemporaneamente, alcuni governi chiedono anche che sia ridotto il sostegno di bilancio. Noi siamo d’avviso che il sostegno finanziario a titolo del primo pilastro rappresenti in media all’incirca il 40% del reddito netto degli agricoltori nell’UE. Nel caso delle carni bovine e del latte, la percentuale risulta molto più elevata, come accade in certe regioni. Se ne evince che moltissimi agricoltori non riuscirebbero a sopravvivere con queste riduzioni. Politica europea in materia di norme, pressione al rialzo sui costi dei prodotti agricoli e vincoli per la produttività Gli agricoltori inoltre si devono accollare costi maggiorati per poter osservare tutto un ventaglio di regolamenti su aspetti quali la sicurezza alimentare, l’ambiente, il benessere degli animali e gli OGM e questa situazione sta compromettendo la loro posizione competitiva. Inoltre si prevedono altri regolamenti con l’elaborazione di strategie europee in materia di acque, suolo, inquinamento atmosferico e rifiuti. Gli agricoltori non sono contrari a questi regolamenti e, come chiunque altro, vogliono poter produrre secondo metodi sostenibili. Va riconosciuto tuttavia che questa politica di norme sempre più rigide relega gli agricoltori europei in una situazione di svantaggio competitivo. In generale, quindi, siamo ottimisti riguardo alle prospettive offerte dal mercato mondiale. Ciononostante l’attuale politica comunitaria sta portando ad una forte pressione al ribasso sui prezzi, ad una pressione al ribasso sui pagamenti diretti e sulla produttività e ad una pressione al rialzo sui costi. Niente di tutto ciò risulta positivo per i redditi degli agricoltori. Tutto sommato, il rischio è che la politica dell’UE causi una forte contrazione della produzione europea di prodotti agricoli di base proprio nel momento in cui il mercato mondiale si trova in disavanzo. 13 Infatti il cibo viene visto sempre più come un piacere, ed il consumatore è sempre più alla ricerca di qualcosa di specifico, da qui prodotti sempre più diversi, nuovi tipi di packaging monodosi per i singles, maxi per le famiglie, e poi alcuni prodotti quali le bevande oltre ad avere gusti più ricercati verranno arricchiti da vitamine o enzimi utili alla salute. Il futuro, per definizione, è qualcosa di incerto, ma come ha concluso la Commissaria M. Fischer Boel, una cosa è sicura: anche in futuro l’uomo avrà bisogno di cibo e questa conferenza sarà di monito affinché un bisogno di tale importanza, venga sempre soddisfatto nel miglior modo possibile. GIORNATA EUROPEA DEI GIOVANI AGRICOLTORI Bruxelles, 17/04/2007 Si è tenuta a Bruxelles la Giornata europea dedicata ai giovani produttori dei 27 paesi dell’Ue. Tra gli interventi che si sono tenuti, spicca il contributo del Commissario Fischer Boel sul tema: “Un dialogo per dare voce ai giovani agricoltori e all’agricoltura del futuro nell’Unione Europea”. Fischer Boel ha voluto ricordare l’attuale scenario, soffermandosi su un’analisi della situazione di oggi, nella quale si avverte la necessità di nuove decisioni sul futuro della PAC. Una parte importante di queste è già stata presa nel corso degli ultimi anni, in particolare quelle sul ciclo di riforme partite nel 2003. Ma con queste, a tuttora, non sono sufficienti per considerare concluso il processo decisionale. “Dal 2003, stiamo raccogliendo esperienze che ci permettano di implementare queste riforme – ha sottolineato il Commissario-. Abbiamo focalizzato gli elementi che stanno funzionando bene e quelli che invece non si sono dimostrati efficaci. Abbiamo dovuto anche rivedere il contesto della riforma. L’Europa è cresciuta passando da 15 membri, nel Questa è la situazione da evitare a tutti i costi. Occorre mantenere la capacità di produzione ottimale dell’UE. I responsabili politici devono capire che l’insufficienza alimentare non è necessariamente un fenomeno del passato. Strategia di lungo periodo La finalità ultima deve essere quella di assicurare che la nostra agricoltura soddisfi le esigenze della società europea e svolga il ruolo che le compete nel raccogliere le sfide del mercato mondiale. Per realizzare questa finalità, a fronte delle sfide succitate, gli obiettivi sono due. a) Il nostro primo obiettivo è quello di mettere gli agricoltori in condizione di ricavare un reddito giusto unicamente dal mercato al fine di ridurre la loro dipendenza dal sostegno di bilancio, possibilità che gli agricoltori preferirebbero di gran lunga. Tuttavia, con un pagamento unico per azienda che rappresenta in media il 40% del reddito netto degli agricoltori, non sarà possibile garantire la loro indipendenza dall’oggi al domani. Lungi da ciò. Non esistono soluzioni che permettano agli agricoltori di tenere testa alle pressioni descritte, sui prezzi, sui costi e sulla produttività e contemporaneamente di far fronte alla riduzione dei pagamenti diretti. b) Di conseguenza, fintanto che non sarà possibile per gli agricoltori ricavare dal mercato un reddito giusto, il secondo obiettivo sarà quello di assicurare il mantenimento del budget agricolo. a) Permettere agli agricoltori di ricavare un reddito giusto dal mercato Per raggiungere questo obiettivo, occorre soddisfare quattro condizioni: ottimizzare i ricavi ottenuti dal mercato; rafforzare la posizione competitiva degli agricoltori e delle loro cooperative; adoperarsi per garantire le medesime condizioni di concorrenza e un commercio giusto sul piano mondiale; proteggere gli agricoltori e le loro cooperative da un’instabilità in aumento. i) Ottimizzare i ricavi ottenuti dal mercato I consumatori devono essere meglio informati riguardo ai vantaggi offerti dall’acquisto di prodotti europei, vale a dire che tutti gli agricoltori osservano norme molto rigide di sicurezza e sostenibilità, sancite dalla legislazione europea. Per portarli a conoscenza di questa situazione, occorrono molte più iniziative pubblicitarie e promozionali, ma per assicurare buoni risultati nei negozi abbiamo bisogno dell’introduzione di un logo che attesti l’origine UE. Dobbiamo fare in modo che il livello di qualità superiore rispetto a quanto previsto dalla legislazione sia giustamente premiato dal mercato. L’etichettatura è importante, ma il consumatore deve avere fiducia nei marchi e nei programmi di qualità. Riteniamo che possa servire a questo riguardo la fissazione di un quadro europeo per i programmi di assicurazione della qualità cui gli agricoltori possano aderire volontariamente. Occorre anche una maggiore protezione internazionale per i marchi come le IG, che dovrebbe costituire una condizione imprescindibile per la conclusione di accordi commerciali bilaterali e regionali. Dobbiamo inoltre consolidare la posizione degli agricoltori all’interno della catena agroalimentare attraverso il rafforzamento delle cooperative e dei codici di buone prassi e il miglioramento della legislazione sulla concorrenza. Infine, dobbiamo sfruttare al massimo le opportunità che si prospettano per gli usi non alimentari. In considerazione dei nuovi obiettivi fissati dall’UE, dobbiamo essere ambiziosi. ii) Rafforzare la posizione competitiva degli agricoltori e delle loro cooperative 14 2003, a 27 ed i mercati internazionali sono in continua evoluzioni. Questo ha resto necessario un’adeguamento delle politiche”. Per queste ragioni, è arrivato il momento di fare un controllo sullo stato di salute sulle riforme fatte, perché la politica agricola sia rispondente agli obiettivi da raggiungere e vengano fatti, se necessari, aggiustamenti prima del 2013. Quest’anno verrà lanciata una vasta azione di consultazione, finalizzata alla individuazioni di proposte da mettere in atto nel periodo 2009-2013. Oltre alla verifica dello stato di salute della PAC, è necessario cominciare a pensare agli sviluppi e alle politiche che dovranno essere adottate dopo il 2013. Quando i capi di stato e di governo hanno adottato le attuali prospettive finanziarie, nel dicembre 2005, hanno anche acconsentito ad una verifica di medio periodo sul preventivo finanziario generale, includendo un’analisi sul futuro della PAC. In questo senso, diventa evidente l’esigenza di cominciare a pensare in modo costruttivo, con proposte sostenute da valide argomentazioni, al contributo che il mondo agricolo può dare, prima che le priorità ed il budget per il periodo dopo il 2007 siano già definiti. Formalmente, la fase di analisi per la preparazione della revisione del budget è già cominciata anche se la maggior parte degli studi verranno fatti nel periodo 2008/2009 “L’incontro di oggi permetterà – ha sostenuto Fischer Boel- di raccogliere un contributo essenziale, al processi di consultazione, sullo stato di salute e sulla revisione del budget per la PAC. Tutti concordiamo ormai che, perché le produzione domestiche possano stare su un mercato sempre più aperto, l’agricoltura europea deve sapersi adeguare agli standard richiesti, seguendo i segnali di mercato, piuttosto che puntare ad essere inserita in un contesto di tutele Occorre considerare anche i vincoli che impediscono agli agricoltori di ottimizzare la propria produzione. Ad esempio, ha senso conservare il set-aside, visto che i pagamenti agricoli non sono più legati alla produzione? Dobbiamo comunque essere molto prudenti. Alcuni dei vincoli, del tipo delle quote latte, sono stati introdotti per garantire agli agricoltori un prezzo equo. Oppure, nel caso dei pagamenti che restano ancora accoppiati, per evitare l’abbandono dei terreni. Dobbiamo riconsiderare queste misure, senza però smantellarle completamente. Abbiamo inoltre bisogno di una politica progressiva sul fronte della ricerca, dell’innovazione e dell’uso delle nuove tecnologie. Gli OGM a questo proposito rappresentano un caso complesso. Dobbiamo tenere conto delle preoccupazioni della società, ma va anche riconosciuto che l’attuale politica europea sugli OGM sta relegando gli agricoltori in una condizione di svantaggio competitivo. iii) Adoperarsi per garantire le medesime condizioni di concorrenza e un commercio giusto sul piano mondiale L’agricoltura europea in futuro dovrà essere difesa molto più tenacemente dai negoziatori europei sia nel contesto degli accordi multilaterali che di quelli bilaterali, regionali e di associazione. Lo scopo deve essere quello di garantire condizioni di concorrenza eque in cui possano svolgersi gli scambi commerciali e non semplicemente di promuovere una concorrenza a basso prezzo a scapito di preoccupazioni agricole più generali, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. Tutti i futuri accordi bilaterali dovrebbero includere il riconoscimento reciproco delle indicazioni geografiche, delle pratiche enologiche, delle norme sanitarie, ambientali e di benessere degli animali. In futuro occorrerebbe insistere sulla conclusione di accordi di associazione, piuttosto che accordi bilaterali, in quanto attraverso i primi può essere più facile creare un legame tra le offerte dell’Unione europea di accesso al mercato e i requisiti fissati, ed in alcuni casi l’assistenza, per soddisfare le norme europee. iv) Proteggere gli agricoltori e le loro cooperative da un’instabilità in aumento L’apertura dei mercati determina una maggiore volatilità dei prezzi e riduce l’efficacia di alcuni strumenti di mercato tradizionali. Il rischio non soltanto di malattie ma anche di calamità naturali è aumentato. Dobbiamo quindi esplorare nuove piste innanzi tutto per prevenire le crisi e, in secondo luogo, per proteggere gli agricoltori nel caso in cui tali crisi esplodano. Sono queste le misure che riteniamo di dover esaminare per consentire agli agricoltori di ricavare un reddito giusto dal mercato e ridurre la loro dipendenza dal sostegno finanziario. Non ci illudiamo comunque di poter realizzare questo obiettivo in tempi brevi. b) Fintanto che non sarà possibile per gli agricoltori ricavare dal mercato un reddito giusto, dovrà essere mantenuto il budget agricolo Il grande pubblico in Europa reclama un’agricoltura sostenibile sollecitando che tutta la produzione sia realizzata in maniera da assicurare un ambiente sano e piacevole, che rispetti il benessere degli animali, offra un paesaggio armonioso ai suoi abitanti e ai visitatori, contribuisca a mantenere vive le comunità rurali e ad assicurare l’occupazione. Gli agricoltori tuttavia devono tener testa ad importazioni provenienti da paesi in cui l’unico obiettivo è di produrre al costo più basso possibile. Fintanto che non si riusciranno a creare le medesime condizioni, gli agricoltori europei non potranno coprire i costi di una produzione sostenibile attraverso il mercato. Pertanto, fino a quando non sarà raggiunto tale obiettivo, l’osservanza dei criteri che garantiscono una 15 regolamentari. La competitività non nasce dall’oggi al domani: solo se la politica e i parametri economici vengono attuati seguendo un piano di interventi che copra un ragionevole periodo di tempo, gli investimenti cresceranno, andando a rafforzare la competitività stessa”. Altri temi di rilievo sono stati portati all’attenzione dei giovani agricoltori europei come quello sul prodotto agricolo inteso come bene pubblico e come, pubblico e privato, possono lavorare insieme per uno sviluppo dell’agricoltura e del mondo rurale in termini di innovatività. Su questi temi cruciali è stato chiesto ai giovani agricoltori di intervenire e portare una prospettiva su cui la Commissione è pronta a misurarsi e riflettere. produzione "sostenibile" deve essere considerata un servizio pubblico remunerato mediante il bilancio. Inoltre, i pagamenti a titolo del primo pilastro non vanno confusi con lo sviluppo rurale rientrante nel secondo pilastro. Infatti, i pagamenti previsti dal primo pilastro servono a consentire a tutta la produzione di conformarsi alle norme di sostenibilità. Ciò significa che, in un mercato unico, è necessario poter contare sulla solidarietà finanziaria, vale a dire che il 100% deve essere versato dal bilancio dell’UE. Il sostegno stanziato mediante il secondo pilastro consiste in un aiuto mirato che dovrebbe fornire agli agricoltori un’assistenza temporanea per adeguarsi ai nuovi sviluppi, remunerarli per i servizi supplementari che forniscono al di là dei requisiti stabiliti dalla legislazione e contribuire al mantenimento dell’agricoltura nelle regioni svantaggiate. Potremmo accettare un ulteriore trasferimento di risorse dal primo al secondo pilastro, soltanto se verranno soddisfatte le seguenti condizioni: la modulazione andrà applicata con un unico tasso obbligatorio a livello europeo e dovrà essere abbinata ad un finanziamento obbligatorio equivalente da parte degli Stati membri; i fondi provenienti dalle risorse degli agricoltori non dovranno in alcun caso essere destinati a beneficiari non agricoli. 16 6. LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA UN SERVIZIO DI REGISTRAZIONE ON LINE PER LE ASSOCIAZIONI CHE OPERANO PER LO SVILUPPO [Bruxelles, 18 aprile 2007] L’Ufficio di cooperazione dell’Unione europea, EuropeAid, ha presentato, il 19 aprile, un nuovo sistema di servizi on line, PADOR, che verrà lanciato nel secondo semestre del 2007, per quanto riguarda gli inviti a presentare proposte. PADOR è un database che ha il fine di semplificare la procedura di presentazione di proposte, completamente gestito dalle organizzazioni stesse. Obiettivi PADOR vuole fornire un database di tutte le organizzazioni che lavorano e lavoreranno con Europaid nel quadro degli inviti a presentare proposte. Per far ciò, ogni organizzazione si deve registrare on-line, fornendo alcuni dati fondamentali, che vengono richiesti nel caso della compilazione delle domande relative agli inviti a presentare proposte. Il fine di tale sistema è quello di riunire un insieme di dati necessari per EuropeAid per meglio conoscere le organizzazioni e per semplificare l’attività burocratica. Contenuto All’interno del sistema PADOR, le organizzazioni dovranno inserire una serie di dati amministrativi: nome, indirizzo ufficiale, statuto legale, ecc (“Formulario di Entità Legale, FEL). Oltre ciò, dovranno anche indicare informazioni relative al loro profilo di organizzazioni per lo sviluppo (categoria, settori, con o senza fine lucrativo, ecc.), le esperienze per settore e aree geografiche, i dati finanziari, i dati relativi al personale e le informazioni relative ai rapporti con le altre organizzazioni. Principi PADOR permette quindi di separare i dati relativi all’organizzazione da quelli relativi alla proposta di un progetto. I primi saranno infatti sempre on line su PADOR (e potranno essere modificati in qualsiasi momento dall’organizzazione stessa), mentre le proposte di progetti dovranno continuare a essere presentate in forma cartacea. Nel sistema PADOR si possono registrare solo le organizzazioni dotate di un’entità legale (con un proprio statuto legale e in grado di fornire i propri conti finanziari). Gli individui non possono registrarsi (ma l’organizzazione può indicare in PADOR quali individui a lei legati possono avere accesso al sistema), né i consorzi senza statuto legale. Procedura Su richiesta on line dell’organizzazione, EuropeAid attribuisce un login individuale e una password. A questo punto, l’organizzazione inserisce i suoi dati nel sistema e li aggiorna regolarmente, in quanto l’accesso al sistema è garantito tutto l’anno. In caso di partecipazione dell’organizzazione a un invito a presentare proposte, EuropeAid prenderà in considerazione i dati forniti a PADOR, mentre i dati relativi al progetto dovranno continuare a essere indicati sul formulario cartaceo. Tempistica Nel mese di giungo, EuropeAid testerà il sistema insieme a trenta organizzazioni, scelte per la loro provenienza, categoria e grandezza, per assicurare la massima rappresentatività. A settembre 2007, PADOR verrà ufficialmente reso operativo. La registrazione sarà accessibile a tutti su internet, attraverso il portale di EuropeAid 17 (http://ec.europe.eu/europeaid/onlineservices/pador). La registrazione non sarà obbligatoria e lo sarà solo per un numero limitato di inviti a presentare proposte. A gennaio 2008, in base ai risultati ottenuti, la registrazione su PADOR verrà resa obbligatoria. Benefici Il sistema realizzato permetterà di semplificare la burocrazia e ridurrà anche i numerosi errori di inserimento dati, attualmente riscontrati. Inoltre, PADOR permetterà di presentare insieme i dati e i documenti relativi al capitolo II del formulario di richiesta di sovvenzioni. Sarà poi possibile seguire on line il processo di selezione e si rispetterà anche l’ambiente, avendo così ridotto l’utilizzo dei formulari cartacei. 18