MN 3_2011

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MN 3_2011
FEBBRAIO 2012
Dr.ssa Rosa Aurelia
Amodio
Vestibolar Jet
Dr. Remo Benedetti
Alexander Discipline
Il trattamento del morso
profondo
Professione . . .
ortodonzia
or tod
onzia
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GRUPPO
MICERIUM
Micerium News
Index
Introduzione
2
Articolo Dr.ssa Amodio
e Odt. Babbo
3
Jet Family
7
Sistema linguale Harmony
8
Articolo Dr. Benedetti
10
Corsi di certificazione ALL IN
14
Corsi Micerium
15
Acceledent
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file: Micerium News 03-2012
Le auguriamo buona lettura e arrivederci alle prossime news.
M.B.
Micerium S.p.A.
comprenderà scheda prodotto, Istruzioni, depliant,
articoli e Catalogo)
or tod
Gentile Cliente,
benvenuto al primo appuntamento del 2012 con
“Micerium News”. In questa occasione presentiamo
due interessanti articoli: “Vestibolar Jet” della Dottoressa Amodio e dell’Odt. Babbo, documenta una
nuova applicazione della Jet Family e “Il trattamento
del morso profondo” firmato dal Dr. Remo Benedetti,
da sempre Leader dell’Alexander Discipline.
A seguire, informazioni sul nuovo sistema linguale
Harmony, gli Allineatori trasparenti ALL IN con i relativi Corsi di Certificazione e l’apparecchio Acceledent novità assoluta in campo Ortodontico.
Come sempre troverà la pagina dedicata a Corsi e
Convegni per il primo periodo 2012.
Il nuovo sito è strutturato in 3 grandi aree:
DENTAL, ORTHO, IMPLANT.
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Tra le principali novità vogliamo segnalare:
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Vestibolar Jet
Dott. Rosa Aurelia Amodio, Odt. Giuseppe Babbo
Raggiungere il miglior risultato, nel
minor tempo possibile e con il maggior comfort per il paziente. E' questo
ciò che ci ha spinto a realizzare questo manufatto con i presidi della JET
FAMILY, permettendomi di rendere
omaggio al mio primo maestro, il
dott. Francesco Perrini, direttore negli
anni '80 dell'Istituto Stomatologico Toscano di Pistoia. Infatti, è sempre viva
nei miei ricordi questa sua espressione: “Ricorda, quando incontri un
paziente con un cross-bite dentale,
qualunque età abbia, libera sempre i
denti, così da permettere una crescita
corretta dei mascellari”.
Nella mia professione, ormai trentennale, ho sempre seguito questo dictat,
utilizzando le più svariate metodiche,
dalle classiche placchette rimovibili
con viti anteriori, viti trasversali, serpentine; bottoni per l'uso di elastici di
criss-cross; ferule con maschera di
Delaire nei casi di cross-bite anteriori. Certo i risultati non sono mancati, però spesso con quanta fatica si
sono raggiunti, considerando la
scarsa voglia di collaborazione da
parte dei pazienti, specie quelli nell'età compresa tra i 5 e i 10 anni.
Valutando pertanto le opportunità offerte dai moduli della Jet Family,
l'odontotecnico ed io abbiamo dato
vita al vestibolar- jet, con un obiettivo
innovativo:
1. Correggere i cross-bite anteriori
nelle III classi dentali, in dentizione
decidua o mista, agevolando anche
una crescita scheletrica fisiologica;
2. Correggere il cross-bite di un
Professione . . . ortodonzia
singolo dente, eliminando le interferenze con l'antagonista, riducendo i
danni parodontali realizzatisi (recessioni gengivali).
3. L'utilizzo del vestibolar-jet è
stato associato ad un bite block inferiore in resina o meglio in silicone,
con il compito di favorire la disclusione e agevolare lo spostamento corono -dentale.
Vogliamo mostrarvi alcuni casi trattati con questo dispositivo, sottolineando i tempi e il comfort per il
paziente.
1° CASO:
paziente di sesso femminile di anni 6,
con sorriso vecchieggiante, che nasconde un cross-bite dentale anteriore
di marcata entità. Considerando che
tale situazione occlusale è presente
anche nella dentatura materna e che
da parte paterna esiste una mandibola importante, ritengo opportuno
intervenire precocemente, per favorire
una crescita più fisiologica.
Applichiamo, previa misurazione
bande e impronta, un bite block inferiore, che mira a liberare il contatto
1° Caso
Fig. 1 Check-up iniziale (maggio 2009)
Fig. 2-3-4 Check-up iniziale
Fig. 5 Disclusione in presenza del bite block
Fig. 6 Vestibolar jet (2 luglio 2009)
Fig. 7 Particolare del blocco retroincisivo
Fig. 8 20 giorni dopo l'applicazione
Fig. 9 (28 luglio 2009)
Fig. 10 Data di rimozione (maggio 2010).
Continua con altro presidio
3
2° Caso
Fig. 1-2
Check-up iniziale
occlusale, e superiormente il vestibolar-jet, bloccando l'arco con composito sulla faccia palatale degli incisivi.
Il bite-block viene rimosso solo durante i pasti. La correzione si realizza
in tempi brevi, come si rileva dalle
date delle foto, ma rimane in loco, per
tenere sotto controllo l'eruzione dei laterali (per un tempo complessivo pari
circa ad 1 anno). Il trattamento proseguirà con l'utilizzo di altri presidi.
4
2° CASO
Paziente di sesso femminile di anni
10, seguita presso altro studio odontoiatrico; definito caso chirurgico, che
non richiedeva terapia intercettiva,
bensì chirurgica, a sviluppo completato. A valutazione presso nostro studio (check-up fotografico, OPT,
Teleradiografia e tracciato cefalometrico) si è deciso di procedere alle
avulsioni dei decidui 52-62-72-82,
all'applicazione del bite-block inferiore e, dopo 1 mese, all'applicazione
del vestibolar-jet. Corretto il cross-bite
degli incisivi centrali dopo 1 mese, il
V.J. Veniva mantenuto in sede per
controllo dei laterali superiori. Ad
aprile veniva rimosso per procedere
con altro presidio (Nitanium Molar
Rotator e Occluso Guide serie G).
Professione . . . ortodonzia
3° Caso
Fig. 1-2-3 Check-up iniziale
Fig. 4-6-7
Fig. 7 Ottobre 2009
Fig. 8 Luglio 2009
Fig. 9 Marzo 2010
4° Caso
Fig. 1-2
Check-up iniziale
3° CASO
Paziente di sesso maschile di anni 6,5
con cross-bite anteriore dei decidui.
Applicato il bite-block e il V.J. nell'ottobre 2009, si apprezzava la correzione del cross-bite nel febbraio
2010. Il V.J. è stato mantenuto per
tener sotto controllo i permanenti,
come si può osservare dalle foto Fig.
8 e Fig. 9.
Professione . . . ortodonzia
4° CASO
Paziente di sesso maschile di 9 anni
con cross-bite di un incisivo permanente e conseguente danno parodontale a carico dell'incisivo inferiore
corrispondente. Stesso procedimento;
le foto che mostrano il salto sono state
scattate dopo 20 giorni dall'applicazione. Dopo 4 mesi si nota miglioramento, anche a carico del parodonto
dell'incisivo inferiore.
Indirizzo per la corrispondenza:
Studio odontoiatrico
Dott. Giovanni Danese e Dott.ssa Rosa
Aurelia Amodio
Via O. Respighi, 6
70014 Conversano (BA)
Tel/Fax 080 4953269
E-mail: [email protected]
5
Fig. 1-5
Costruzione del dispositivo
COSTRUZIONE DISPOSITIVO
Per costruire tale dispositivo occorrono
le impronte superiori ed inferiori, con
una registrazione occlusale in abituale. I casi proposti presentano dentizione sia decidua che permanente.
Si procede al controllo dei modelli per
eliminare eventuali imperfezioni. L’ortodontista ha richiesto un apparecchio
fisso su bande per la vestibolarizzazione del gruppo incisivo superiore.
Quindi utilizzando i dispositivi Jet Family abbiamo applicato tale tecnica
per vestibolarizzare il gruppo anteriore, tecnica al quanto nuova con
l’ausilio dei Jet Family. I modelli vanno
montati su occlusori, rialzando il
morso secondo le indicazione dell’ortodontista, e comunque discludendo
anteriormente, per costruire un Bite
Block inferiore in resina o silicone.
Utilizzando il kit di costruzione Jet Family composto da 2 cannule, 2 chiavistelli, 2 cilindretti di stop per
bloccare le molle, 2 molle e 1 chiavetta per l’attivazione. (Fig.1)
La prima fase di costruzione, consiste
nell’adattare l’arco retro incisivo, in
modo tale che sia aderente ai colletti
dei 4 incisivi; successivamente creare
una 1° piega a 30° mesialmente ai
canini, ed una seconda piega a circa
1,5 mm dalla 1° di 45° (Fig. 2) , la-
6
sciando intercorrere il suddetto filo,
fino all’altezza del molare dove sarà
precedentemente alloggiata la banda
che supporterà in maniera fissa o sfilabile il nostri vestibolar-jet.
Infine adattare entrambe le cannule
alle due estremità dell’arco retro inciso, piegandole a 45°. (Fig.3)
Successivamente bloccarle con cera
adesiva nella zona palatale delle
bande molari, eliminando l’eccesso di
filo e realizzando gli elementi telescopici del vestibolar-jet, controllando la
giusta simmetria su entrambi i lati dei
due telescopi, accertandosi che lo
scorrimento dei suddetti siano privi di
attrito, requisito fondamentale per il
corretto funzionamento del vestibolarjet. Importante è la distanza tra filo telescopico e mucosa che sarà di circa
3mm. (Fig.4)
Dopo aver controllato il tutto scrupolosamente, passiamo alla saldatura
dei bracci telescopici sulle bande. Una
volta rifinite entrambe le saldature, si
assembla il vestibolar-jet seguendo
l’ordine dei Jet Family: cilindretti di
stop, molle, cannule ed infine chiavistelli, lasciando passive le molle. Bloccare il tutto con legatura metallica (Fig.
5) per consentire agevolmente il posizionamento del vestibolar-jet nel cavo
orale da parte dell’ortodontista. Dopo
la cementazione delle bande eliminare la legatura metallica e attivare o
comprimere le molle bloccando i chiavistelli, inoltre con del composito bloccare anche l’arco retro incisivo, per
evitare che durante l’attivazione lo
stesso fuoriesca dalla sua sede. Infine,
applicare il Bite Block inferiore, il
quale sarà rimosso dal paziente solo
durante i pasti.
CONCLUSIONE
La nostra esperienza ed intuizione ci
hanno portato alla costruzione del vestibolar jet: un apparecchio d'indubbio successo, vista la rapida ed
innovativa soluzione di molteplici casi
clinici. Successo sia per i pazienti e i
suoi genitori, che nell'arco di alcuni
mesi vedono migliorare nettamente
l'estetica del sorriso e del viso, sia per
l'ortodonzista, che vede notevolmente
agevolata l'impostazione del trattamento. Un successo che vogliamo
condividere con i colleghi per il benessere del paziente.
Indirizzo per la corrispondenza
Sig. Giuseppe Babbo
Laboratorio ortodontico
Via Rossini, 6 - 70014 Conversano (BA)
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Alexander Discipline
Il trattamento del morso profondo
Dr. Remo Benedetti
Introduzione
I deficit verticali del terzo inferiore
della faccia sono spesso accompagnati da un’ipoeruzione dei denti posteriori e da un’ipereruzione di quelli
anteriori. Il risultato è una Curva di
Spee eccessivamente marcata sull’arcata inferiore ed invertita su quella superiore. Questa condizione si
manifesta complessivamente con un
quadro clinico di morso profondo.
Discrepanze scheletriche sagittali possono accompagnare i deficit verticali.
Nei pazienti in crescita la struttura
scheletrica di Classe 2 può essere trattata ortopedicamente con la trazione
extraorale, mentre i problemi dentali
sono corretti ortodonticamente.
Poiché la maggior parte di pazienti
con morso profondo ha una dimensione verticale diminuita, la trazione
cervicale è l’apparecchiatura di scelta
nei casi di classe 2. Nelle seconde
classi, il morso profondo ostacola il
normale sviluppo mandibolare ed interferisce con l’azione correttiva della
trazione extraorale. Questa malocclusione deve, pertanto, essere preventivamente corretta per procedere alla
correzione di classe.
L’obiettivo principale dell’Alexander
Discipline è di applicare una tecnica
efficiente ed efficace che provochi il
minor numero possibile di effetti collaterali negativi.
Ci sono, di base, tre modi per correggere ortodonticamente questa malocclusione:
1. L’intrusione degli incisivi superiori
ed inferiori.
10
2. L’estrusione dei denti posteriori.
3. Una combinazione delle due
precedenti.
Essenzialmente gli ortodontisti che utilizzano tecniche ad arco segmentato
procedono alla correzione mediante
l’intrusione degli incisivi, mentre quelli
che utilizzano archi continui modificano la situazione ricorrendo all’estrusione dei denti posteriori.
Sono stati sviluppati diversi studi per
comparare questi due metodi.(2, 3, 4, 8)
Carcara nella sua tesi rileva che:
“E’ asserito che livellando l’arcata inferiore con una metodica ad arco
continuo, si provoca una vestibolarizzazione degli incisivi ed un incremento dell’altezza facciale inferiore
del paziente. E’ stato inoltre ipotizzato che nella maggior parte dei
morsi profondi, il livellamento dell’arcata ottenuto con l’estrusione dei premolari e dei molari può recidivare a
causa della forza esercitata dai muscoli masticatori.” (4)
I fautori delle tecniche segmentate, infatti, affermano che livellare l’arcata
inferiore con un arco continuo abbia
due effetti collaterali:
1. L’incremento dell’altezza facciale
inferiore.
Questa modificazione tenderebbe in
seguito a recidivare con peggioramento dell’overbite.
2. La vestibolarizzazione degli incisivi inferiori.
Anche questo sarebbe un fattore di
recidiva poiché i denti tendono, terminato il trattamento, a ritornare alla
posizione originaria.
Principi del trattamento del
morso profondo nellʼAlexander
Discipline
L’Alexander Discipline affronta la correzione dei morsi profondi utilizzando
una tecnica ad arco continuo. Partendo
dalle idee originali di Charles Tweed e
Fred Shudy ne ha migliorato l’applicazione controllando gli effetti collaterali.
La Disciplina utilizza una “magica ”
commistione di alta tecnologia e solidi
principi, derivati dall’osservazione
delle conseguenze del trattamento.
Non sono mai stati evidenziati tutti i fenomeni secondari, prima menzionati,
che sono attribuiti alle tecniche ”non
segmentate ”. Questa non è una mera
ipotesi ma si tratta di un fatto convalidato
dall’evidenza clinica. Se prendiamo in
considerazione i due principali elementi negativi attribuiti alle tecniche
straight-wire, per quanto riguarda Alexander Discipline possiamo raggiungere le seguenti conclusioni:
Incremento dellʼaltezza facciale
Una delle più comuni obbiezioni rivolte alle tecniche ad arco continuo è
che causano una rotazione posteriore
con un incremento della dimensione
verticale.(8) Questo sarebbe provocato
dal livellamento dell’arcata inferiore,
per estrusione dei settori posteriori.
I dati raccolti dai casi trattati con
l’Alexander Discipline (2), dimostrano
che questa tecnica non determina
alcun aumento dell’altezza facciale
inferiore. Le variazioni che sono state
rilevate sono, in realtà, statisticamente
significative, ma hanno, in ogni modo
Professione . . . ortodonzia
un valore veramente basso, 1,05°,
che ha un importanza puramente statistica e può essere considerato irrilevante da un punto di vista clinico.
spazio disponibile e aiuta a livellare la
curva di Spee ed ad aprire il morso. (1)
Vestibolarizzazione degli incisivi
inferiori
1. E’ stato stabilito (3), che la vestibolarizzazione degli incisivi mandibolari è dovuta tanto all’incremento
della lunghezza dell’arcata quanto
alle meccaniche applicate.
2. Il confronto tra i casi trattati da
Ricketts e da Schudy (5), dimostra che:
- “entrambe le tecniche risolvono,
con successo, il morso profondo ”
- Nel gruppo di Ricketts gli incisivi
mandibolari avevano avuto un maggior grado d’inclinazione con un maggior ammontare di recidiva a causa
del raddrizzamento spontaneo post
trattamento. La metodica di Schudy per
livellare la curva di Spee e correggere
il deep bite era basata su una tecnica
di Tweed modificata, quindi una tipica
metodica ad arco continuo. In questo
gruppo erano stati usati elastici di
terza classe per prevenire la proinclinazione degli incisivi e per permettere
la completa espressione della curva inserita nell’arco inferiore.
L’Alexander Discipline ha modificato
e migliorato le procedure normalmente utilizzate dalle tecniche ad arco
continuo e straight-wire. La curva di
Spee viene livellata mantenendo il
pieno controllo dell’inclinazione degli
incisivi inferiori in modo molto semplice. (2) La prescrizione degli attacchi
prevede un valore di –5° di torque inserito nei brackets degli incisivi inferiori e - 6° di tip nei tubi dei primi
molari mandibolari. I brackets singoli
determinano un aumento della distanza interbrackets che consente
l’utilizzo d’archi rettangolari resilienti
a pieno spessore sino dalle prime fasi
di trattamento.
Questo sistema impedisce la vestibolarizzazione degli incisivi e contemporaneamente determina un leggero
uprighting dei molari che incrementa lo
Il metodo applicato dall’Alexander Discipline per la correzione dei morsi
profondi (1), ha una sua caratteristica
sequenza che consente di ottenere una
semplice, completa e stabile risoluzione di questo tipo di malocclusione.
La sequenza d’archi è in sostanza la
stessa utilizzata in tutti gli altri casi e
viene utilizzata una placca di rialzo
durante il livellamento dell’arcata inferiore.
1. Trattare lʼarcata superiore per
prima (Fig. 1 a, b,c - Fig. 2 a, b, c)
Questo principio dell’A.D. che è normalmente applicato in quasi tutti i trattamenti
ha
una
particolare
importanza nella correzione del
morso profondo. Iniziare il trattamento nell’arcata superiore senza applicare
apparecchiature
su
quell’inferiore offre svariati vantaggi:
- L’overbite viene migliorato con il
livellamento dell’arcata mascellare
- L’arcata inferiore tende a livellarsi
spontaneamente
Professione . . . ortodonzia
Sequenza di trattamento
- Non vi è alcun’interferenza con le
apparecchiature inferiori
2. Curva di Spee
Un’ampia curva di Spee viene abitualmente modellata sull’arco superiore.
Questo, unitamente al tie back, determina l’apertura del morso grazie ad
un’intrusione degli incisivi superiori. In
genere l’entità della curva è in funzione
dell’overbite, della quantità di gengiva
esposta quando il paziente sorride e
della rigidità dell’arco usato. A parità
degli altri fattori la curva è maggiore
sui fili più flessibili, come lo .016 in acciaio, meno marcata su quelli più rigidi, come lo .017 x .025 in acciaio.
3. Bite Plate
Una volta corretta l’arcata superiore
ed applicato l’arco finale .017x.025
in acciaio possiamo utilizzare un bite
plate; lo scopo di quest’apparecchiatura è di aiutare ad aprire il morso.
La placca è completamente acrilica,
(Fig. 3), non sono necessari ganci
d’alcun genere per mantenerla in posizione. Se accuratamente costruita
può essere portata dal paziente senza
alcun problema di stabilita, fonazione, deglutizione. (Fig. 4)
Fig. 1 a - b - c
M.M - Foto intraorali iniziali
Fig. 2 a - b - c
M.M. - Il primo arco sull’arcata superiore .016 NiTi
Fig. 3
Visione occlusale del Bite plate, non vi
sono elementi ritentivi, è presente un
piano di rialzo anteriore (questa foto
non riguarda il caso illustrato)
Fig. 4
Visione frontale del Bite plate, è evidente
la stabilità dell’apparecchiatura (questa
foto non riguarda il caso illustrato)
11
Fig. 5 a - b - c
M.M. - Applicazione del bite plate, arco superiore .017x.025
acciaio inossidabile, 4°mese di trattamento
Fig. 6 a - b - c
M.M. – Elastici di intercuspidazione - 17°mese di trattamento
Nei morsi profondi l’applicazione
degli attacchi sull’arcata inferiore è,
ovviamente, resa difficile a causa
delle interferenze occlusali. Pertanto il
bite viene utilizzato prima dell’applicazione delle apparecchiature inferiori. Il paziente si deve abituare a
portare la placca per un certo tempo
prima dell’inserimento degli attacchi
sull’arcata mandibolare. Normalmente è sufficiente un periodo di circa
quattro settimane. Continuerà ad utilizzarlo in seguito per evitare il contatto tra i denti dell’arcata superiore e
le apparecchiature mandibolari. Normalmente il bite deve essere portato
per tutto il giorno e viene utilizzato
per un tempo che va dai due ai quattro mesi dopo il bandaggio inferiore.
Si tratta di un ausilio veramente utile
che presenta molti vantaggi:
- aiuta ad aprire il morso, (ovviamente)
- libera la mandibola, in tal modo
essa ha la possibilità di esprimere
tutto il proprio potenziale di crescita
- può determinare una lieve intrusione degli incisivi inferiori a causa
della pressione esercitata
- rende più veloce il livellamento
dell’arcata inferiore. (Fig. 5 a, b, c)
4. Livellamento dellʼarcata inferiore
A questo punto gli attacchi possono
essere applicati, senza alcuna difficoltà, sull’arcata inferiore. In questi
casi è essenziale bandare i secondi
molari per favorire il livellamento
della curva inferiore.
Il punto critico in questa fase è il con-
12
trollo della vestibolarizzazione degli
incisivi. La prescrizione tipica dell’Alexander Discipline e l’utilizzo d’archi
resilienti a pieno spessore rendono
possibile evitare l’inclinazione degli
incisivi, qualora questo sia richiesto
dal piano di trattamento, e nello
stesso tempo favoriscono l’appiattimento della curvatura.
5. Elastici
Una volta che gli archi finali sono stati
inseriti e sono rimasti in sito per almeno un mese, come in tutti i trattamenti, si possono utilizzare gli elastici
di seconda classe o quelli per la correzione della linea mediana. Questi
elastici sono molto importanti per una
buona finalizzazione del caso, ma
non hanno alcun’azione per quanto
riguarda la correzione del deep-bite.
Quando si è conseguita la coincidenza delle linee interincisive e una
corretta intercuspidazione in relazione centrica possiamo concludere il
trattamento con gli elastici da intercuspidazione, ”up and down finishing
elastics” Questi elastici sono caratteristici dell’Alexander Discipline e vengono utilizzati in pressoché tutti i
trattamenti. Si utilizzano elastici da
3/4”, 2 1/2oz. (Hawaiian Hawk American Orthodontics). Dopo aver sezionato uno od entrambi gli archi,
abitualmente distalmente al canino, si
rimuove il segmento d’arco dai settori
posteriori così che i denti in questa
zona siano liberi. L’elastico viene teso,
con andamento “a zig zag” tra i denti
dell’arcata superiore ed inferiore. Lo
scopo di questi elastici è di migliorare
l’intercuspidazione dei settori posteriori con vantaggio per la stabilità
post trattamento.
Nei morsi profondi viene normalmente sezionato l’arco inferiore.
L’uso degli elastici da intercuspidazione, durante le fasi finali di trattamento, determina una forza estrusiva
sui denti mandibolari. Questo aiuta a
mantenere ed a migliorare il livellamento dell’arcata inferiore. (Fig. 6 a,
b, c) L’ingranaggio ottenuto con questi
elastici è, probabilmente, una delle
ragioni della minor recidiva post trattamento.
6. Contenzione e Stabilità a
lungo termine
Per la contenzione si utilizza normalmente una placca circonferenziale,
(“ wraparound retainer”), sull’arcata
superiore e una contenzione linguale, incollata da canino a canino
sull’arcata inferiore. Il disegno del retainer mascellare è molto importante.
La placca non deve avere alcun elemento in filo che incroci l’occlusione
Fig. 7, (la figura non è relativa al
caso illustrato).
Quando il paziente occlude non vi è
nulla che possa interferire con un’intercuspidazione ottimale. Questo tipo
di retainer è particolarmente utile nei
pazienti che sono stati trattati per un
morso profondo. In effetti eventuali
elementi in filo, come per esempio i
ganci di Adams, che “incrociano” il
piano occlusale da linguale a vestibolare interferiscono con una completa
occlusione e mantengono intrusi i
denti posteriori. La naturale conse-
Professione . . . ortodonzia
Fig. 7
“Wraparound Retainer”
Fig. 8 a - b - c
Foto intraorali del caso al termine del trattamento – 19 mesi
di trattamento
guenza di questo è un approfondimento del morso, in altre parole una
recidiva.
Sul retainer, nei casi di deep bite,
viene inoltre costruito un rialzo anteriore regolato in modo da determinare una disclusione posteriore di
circa 2 mm, avendo cura che non determini alcun’interferenza con la dinamica mandibolare.
Le ricerche effettuate sulla stabilità a
lungo termine (2,4 ), dimostrano che la
recidiva per quanto riguarda la curva
di Spee è minima e che in ogni caso i
valori di curvatura sono sempre nettamente inferiori a quelli originari.
Gli studi relativi alla stabilità a lungo
termine, condotti su pazienti trattati
con l’Alexander Discipline riferiscono
che:”overbite ed overjet sono stati ridotti notevolmente con il trattamento
e sono risultati stabili nel periodo successivo al trattamento.”(7)
Conclusioni
Il pieno controllo delle forze intra ed
extraorali rende questo metodo estremamente efficiente. Il sistema di attacchi usato consente di utilizzare
pochi archi raggiungendo precocemente l’inserimento di archi a pieno
spessore.
Il livellamento dell’arcata superiore,
come primo passo terapeutico ci permette, unitamente all’uso del bite
plate, una facile applicazione degli
attacchi sull’arcata mandibolare I –5°
di torque sugli incisivi inferiori e I –6°
di tip sui primi molari mandibolari
rendono semplice il controllo della po-
Professione . . . ortodonzia
sizione degli incisivi e permettono il livellamento dell’arcata, sino dalle
prime fasi di trattamento. I risultati
così ottenuti (Fig. 8 a,b, c) sono stabili
a lungo termine.
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Indirizzo per la corrispondenza:
Dr. Remo Benedetti
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