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Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scientifico Teorema di Pitagora: dal pavimento alle scatole Classe II Scuola secondaria I grado B. Sestini-Agliana 2015-2016 Il percorso si colloca al termine della classe II, secondo la seguente progettazione: Numeri razionali Rapporti e proporzionalità Isoperimetria ed equiestensione Equazioni e loro applicazioni in problemi geometrici Teorema di Pitagora e numeri irrazionali La sua collocazione è motivata dalla necessità di introdurre nuovi contenuti quali il teorema di Pitagora e i numeri irrazionali, proponendo attività che consentano di recuperare e ulteriormente consolidare contenuti quali equiscomposizione, equiestensione e isoperimetria, relazioni tra grandezze, proporzionalità diretta, confronto tra numeri e loro rappresentazione sulla retta, funzioni sul grafico cartesiano. Il Teorema di Pitagora e i numeri irrazionali vengono trattati parallelamente, evidenziando continuamente le connessioni esistenti, al fine di demolire l’idea che gli alunni spesso possiedono della matematica, come una materia costituita da due compartimenti a sè stanti, quali aritmetica e geometria. L’attività dei solidi svolta nell’ultima parte del percorso ha principalmente due scopi: mostrare agli studenti che le proprietà delle figure piane sono perfettamente applicabili alle facce delle figure solide, educandoli così a vedere lo spazio anche da un pressoché nuovo punto di vista; introdurre gli stessi solidi che saranno ripresi all’inizio della classe III per applicare il calcolo letterale alla geometria solida. Obiettivi salienti di apprendimento Sviluppare capacità di osservazione Argomentare e formulare ipotesi Giustificare in modo adeguato enunciazioni, distinguendo tra affermazioni indotte dall’osservazione, intuite ed ipotizzate, argomentate e dimostrate Documentare i procedimenti scelti e applicati nella risoluzione dei problemi Riflettere sul procedimento risolutivo e confrontarlo con altre soluzioni possibili Individuare relazioni tra figure geometriche piane e solide Rappresentare figure geometriche utilizzando riga, squadre e compasso Comprendere e applicare il Teorema di Pitagora dal punto di vista geometrico e aritmetico Riconoscere, utilizzare e rappresentare sulla retta numeri razionali e irrazionali Recuperare il concetto di quadrato perfetto Conoscere e utilizzare l’estrazione di radice quadrata come operazione inversa dell’elevamento alla seconda Applicare il Teorema di Pitagora in situazioni reali, al di fuori del contesto tipico di un problema di geometria piana Educare alla visualizzazione spaziale, individuando nei solidi figure piane e loro relative proprietà Riconoscere e rappresentare graficamente relazioni matematiche Il percorso è stato svolto prevalentemente adoperando una metodologia didattica laboratoriale, secondo il modello costruttivista. Gli studenti sono posti al centro della lezione come veri scienziati alla scoperta di regolarità e definizioni, accompagnati dal docente che li guida secondo i propri obiettivi. Momenti di lavoro individuale si alternano ad attività di cooperative learning in gruppi misti, tra pari –peer to peer- o nel gruppo classe con la guida del docente. Per ogni situazione problematica presentata –problem solving- le osservazioni e le relative motivazioni devono essere descritte individualmente sul quaderno e solo successivamente condivise con il resto dei compagni per la strutturazione definitiva della soluzione individuata. Per favorire la memorizzazione e il consolidamento di regole e proprietà elaborate durante le attività laboratoriali, sono state condotte anche lezioni di esercitazione secondo il modello comportamentista, al fine di garantire almeno un sufficiente livello di apprendimento dei meccanicismi base anche negli studenti con maggiori difficoltà. Ciò è condotto al fine di evitare che le attività dinamiche per alcuni alunni si limitino ad essere momenti di gioco, piuttosto che di stimolo, ragionamento, riflessione per un apprendimento costruttivo, senza condurre ad alcuna conoscenza fruibile in situazioni problematiche note. Materiali Strumenti per disegno geometrico: riga, squadra, compasso Forbici, colla, scotch, cartoncino Il percorso è stato sviluppato in classe, con diversa disposizione dei banchi in funzione dell’attività proposta: disposizione normale per attività individuali o del gruppo classe disposizione a isole per attività di gruppo disposizione con banchi singoli separati per verifica scritta finale Tempo impiegato indicativamente 2 ore e mezzo di formazione nel gruppo LSS 8 ore per la progettazione specifica e dettagliata 28 ore circa per lo svolgimento in classe 18 ore circa ore per la documentazione Fase 1 Leggenda “Pitagora osserva le piastrelle” Ogni alunno deve immaginare di essere Pitagora che osserva un pavimento quadrettato, rappresentato su una fotocopia individuale. Il docente per indirizzare il lavoro ha evidenziato un quadrato centrale formato da quattro triangoli rettangoli isosceli, ciascuno metà della mattonella quadrata. Gli studenti sono invitati a osservare e descrivere ciò che vedono sull’immagine, cercando di scoprire le relazione esistenti tra quadrati, triangoli e loro parti. Quando il docente ha verificato personalmente, girando tra i banchi, che tutti gli alunni abbiano scritto qualcosa, vengono condivise le osservazioni, scrivendo alla lavagna quelle principali, necessarie per arrivare ad una prima conclusione. Ogni alunno deve scrivere infatti sul quaderno un proprio enunciato del Teorema di Pitagora, che viene successivamente confrontato con quello dei compagni………. ……….per scrivere al termine l’enunciato tipico!!!! Per consolidare la proprietà scoperta sul triangolo rettangolo isoscele e tentare di avviarli ad un suo utilizzo, viene proposto il problema dello stagno, tratto dal libro Rozsa Peter, Giocando con l’infinito, Matematica per tutti, a cura di Corrado Mangione, Feltrinelli, 1973. Tale problema è presente anche sul libro di testo adottato CONTACI Bertinetto et al. Zanichelli, dove anziché di stagno si parla di fontana: in un parco deve essere raddoppiata la superficie della fontana quadrata ai cui vertici sono posti 4 alberi, che non possono essere spostati; la fontana deve restare quadrata. Come fare? Gli studenti, lavorando a gruppi, sono lasciati liberi di pensare e proporre diversi metodi risolutivi, scrivendoli sul quaderno: - raddoppiare il lato del quadrato e costruire il quadrato corrispondente, sempre posizionato “a rombo”….. ma raddoppiando il lato, il quadrato è il doppio??!!! - costruire un quadrato identico a quello di partenza accanto ad esso..… ma si ottiene un rettangolo, non un quadrato; -dividere il quadrato in 4 rettangoli identici e aggiungerne uno ad ogni lato del quadrato iniziale, avente una base coincidente con il lato del quadrato…. ma non si ottiene un quadrato! Ed ecco Camilla ..che dopo 5 minuti aveva già risolto il problema… ”Ma è come l’attività del pavimento!!!!”. Fase 2 Dimostrazione di Perigall: scoprire che il teorema di Pitagora vale anche per i triangoli rettangoli scaleni. Ad ogni alunno è consegnata una fotocopia con un triangolo rettangolo e due quadrati costruiti sui cateti. Dopo aver descritto l’immagine e averla ricalcata sul quaderno, ognuno deve ritagliare i due quadrati per costruirne uno più grande. Terminato il lavoro, si pone il problema “Esiste una relazione tra il quadrato ottenuto e il triangolo di partenza?” Prova e riprova…… Fase 3 Dimostrazione che il teorema di Pitagora è valido solo per triangoli rettangoli, lavorando a coppie. In questo contesto si svolgono esercizi proposti dal libro di testo in cui verificare il Teorema di Pitagora è necessario per verificare la presenza di un angolo retto in una figura geometrica, dove sia possibile individuare un triangolo. Fase 4 Introduzione estrazione di radice quadrata come operazione inversa dell’elevamento alla seconda, radice di quadrati perfetti e non perfetti. Inizialmente sono stati eseguiti una serie di esercizi dove, data un’immagine tipica del teorema d Pitagora, era necessario determinare area del quadrato costruito sull’ipotenusa date le aree dei due quadrati costruiti sui cateti o determinare l’area del quadrato costruito su un cateto date le aree dei quadrati costruiti sugli altri due lati. Successivamente si propone un problema del libro di testo, dove è necessario scoprire il lato del quadrato ignoto. Come fare? La maggior parte degli alunni propone di dividere per due l’area del quadrato una volta applicato il teorema di Pitagora. Solo dopo qualche minuto, alcuni ricordano i quadrati perfetti affrontati nella classe prima: “Quando il quadrato perfetto era 16, il suo lato era 4; quando era 9, il suo lato era 3…andavamo a vedere sulle tavole numeriche”. Tutti le prendono, si osservano, si fanno alcune prove di utilizzo …. ma dividere per due non funziona per passare da n2 a n…… Ecco che il docente chiama con il suo nome questa operazione inversa dell’elevamento alla seconda: estrazione di radice quadrata. Si eseguono dunque una serie di esercizi meccanici sull’estrazione di radice, usando le tavole; a questo punto è possibile risolvere il problema di partenza. Continuando a svolgere esercizi con radici quadrate, si lascia che gli alunni scoprano le proprietà del prodotto e del quoziente delle radici quadrate, lavorando a coppie. Vengono dunque formalizzate e si continua ad esercitarsi. Nel frattempo, senza dimenticare ovviamente il teorema di Pitagora, ad ogni alunno è assegnata la costruzione di un quadrato con un triangolo rettangolo su un lato. Adesso devono proseguire costruendo su ogni altro lato del triangolo rettangolo un quadrato! Ma è il teorema di Pitagora!!!! Si prosegue quindi, ripetendo l’operazione svolta su ogni nuovo quadrato ….. fino a realizzare l’albero di Pitagora! Prima su fogli quadrettati e poi su fogli bianchi ….. Fase 5 Applicazione del Teorema di Pitagora dal punto di vista aritmetico a vari tipi di problemi per lo più reali. Ma se i quadrati non sono perfetti? A questo punto si lavora con calcolatrice e non, confrontando i diversi risultati; si ripassano le regole dell’approssimazione dei numeri decimali e si svolgono problemi sul teorema di Pitagora tratti dal libro di testo legati alla realtà. In particolare nelle immagini è possibile leggere il procedimento risolutivo del seguente esercizio, tratto dal libro di testo in uso: Chiara ha costruito una cuccia per il cane. Prima ha piantato i pali d’angolo. Quale distanza devono avere i pali A e C della figura affinchè gli angoli alla base della cuccia siano retti? D C A B Fase 6 Terne pitagoriche e triangoli simili. Per ripassare il concetto di proporzionalità diretta e introdurre le terne pitagoriche, gli studenti individualmente devono costruire un triangolo rettangolo con cateti 3-4, determinando misura ipotenusa. Successivamente devono raddoppiare i lati e dimezzarli, costruendo i rispettivi triangoli rettangoli. I dati vengono riportati in tabella e sul grafico cartesiano in modo da ottenere una retta di proporzionalità diretta, nota alla classe, evidenziando così i rapporti tra lati nella tabella. Vengono dunque presentate le terne pitagoriche, invitando gli alunni ad usarle. Sono svolti poi esercizi del libro di testo, dove sia necessario ragionare con la proporzionalità tra triangoli rettangoli simili. Fase 7 Dimostrazione reale del Teorema di Pitagora per differenza di superfici congruenti da figure equivalenti. Realizzate le figure in cartoncino colorato, gli studenti devono costruire due quadrati secondo le indicazioni del proprio libro di testo. Segue descrizione immagini ottenute e scoperta di una relazione tra quadrati dei due quadrati di partenza. Ogni alunno lavora individualmente sul proprio quaderno, scrivendo proprie considerazioni. Fase 8 Rappresentazione di numeri irrazionali sulla retta. Lavorando con le radici di quadrati non perfetti, un alunno interviene …. “Ma allora la radice di un quadrato non perfetto non è mai precisa, mai esatta!?” Ecco che si introduce il termine numeri irrazionali, iniziando a rappresentarli sulla retta: approssimazione tra quadrati perfetti, tavole numeriche, disegno geometrico con applicazione del teorema di Pitagora. I metodo: tra quali quadrati perfetti è compreso il radicando? III metodo: uso il Teorema di Pitagora per la posizione esatta II metodo: approssimo il numero irrazionale, usando le tavole E si prova con altri numeri …. radice di 10 Fase 9 Modelli statici di figure dinamiche (rettangolo nel quadrato e quadrato nel quadrato: “Geometria con i cartoni animati” da Mathesis Pesaro) con applicazione del Teorema di Pitagora e utilizzo di numeri irrazionali Verificato con osservazione ed esercitazioni che la maggior parte degli alunni: fosse in grado di applicare il teorema di Pitagora almeno nelle situazione più semplici, riuscisse ad estrarre la radice di diversi tipi di numeri collocandoli correttamente sulla retta almeno con l’aiuto delle tavole numeriche, si procede proponendo due attività -riprese da materiale Mathesis di Pesaro- che comunemente in classe chiamiamo “filmini”. Si tratta della creazione di modelli statici di figure in movimento, che il docente di classe ha conosciuto per la prima volta durante l’esperienza di formazione a Cenci 2006: “L’officina matematica di Emma Castelnuovo”. Tali attività consentono di trattare: osservazione ed individuazione di relazioni tra figure; misura; isoperimetria, equiestensione, funzioni anche su grafico cartesiano. Gli studenti sono abituati a lavorare con i filmini: una volta costruite le figure di partenza, si procede sempre allo stesso modo: osservazione, descrizione figure, individuazione relazioni tra figure, tabelle con perimetro e aree, grafici, seguendo le richieste specifiche che il docente presenta. Vengono scelti in particolare due “filmini”, che permettono di riflettere ulteriormente sulle applicazioni del teorema di Pitagora e di utilizzare i numeri irrazionali, evidenziando soprattutto la radice di due e l’applicazione del “portar fuori dalla radice”. La classe è organizzata in gruppi alla pari. Rettangolo nel quadrato Un quadrato 10 u x 10 u costituisce la cornice. Nel caso 0 al vertice in alto a sinistra due punti A e D coincidono e sono diagonalmente opposti ai due punti B e C coincidenti sul vertice in basso a destra. Dal caso 1 i punti A e B si muovono verticalmente di passo 1u in verso opposto; contemporaneamente i punti C e D si muovono orizzontalmente di passo 1u in verso opposto. Unendo i punti A D B C si ottiene in ogni caso un rettangolo. In particolare il caso 0 e il caso 10 rappresentano due casi limite: un rettangolo che diventa diagonale quando due punti si sovrappongono. Osservando il filmino completo, rapidamente gli alunni individuano una simmetria tra le figure dei casi, stabilendo che il rettangolo interno raggiunge la sua massima estensione nel caso 5, che rappresenta un ulteriore caso limite: un rettangolo quadrato. Per verificare ciò, basta determinare area di ciascun rettangolo per differenza tra area del quadrato cornice e area dei triangoli rettangoli disposti ai lati del rettangolo. Ma la riflessione che il docente vuol condurre non è tanto sull’area, quanto sulla lunghezza dei lati del rettangolo. Per determinare la misura del lato del rettangolo come si può procedere? “Misurando i lati con il righello”…. ma in tal modo lavoreremmo con i cm, non con le unità. Unico metodo è allora applicare il Teorema di Pitagora sui triangoli rettangoli, fermandosi al caso limite 5, perché da lì in poi i casi si ripetono. I ragazzi lavorano individualmente, mentre l’insegnante gira tra i banchi per aiutare coloro che sono più in difficoltà. Nella foto l’alunna ha scritto sempre cm, poiché ha scelto come unità il cm, ma trattandosi di una scelta personale in classe si parla sempre di unità. Una volta verificata la correttezza del lavoro svolto fino al momento, la professoressa guida la classe ad osservare come è possibile utilizzare i numeri irrazionali come tali per essere precisi. Gli alunni devono dunque ripetere tutti i calcoli con la radice di due, portando fuori dalla radice. Mentre la classe lavora e facendo osservare la tabella completa, l’insegnante guida i propri alunni alla scoperta della relazione che esiste tra diagonale e lato del quadrato. Quadrato nel quadrato Un quadrato 10 u x 10 u costituisce la cornice. Nel caso 0 ad ogni vertice è posizionato ad un punto A B C e D. Dal caso 1 tali punti si muovono lungo lati consecutivi di passo 1u. Unendo i punti A D B C si ottiene in ogni caso un quadrato. In particolare il caso 0 e il caso 10 rappresentano due casi limiti: il quadrato che coincide con il quadrato cornice. Osservando il filmino completo, rapidamente gli alunni individuano anche in questo caso una simmetria, stabilendo che il quadrato raggiunge la sua massima estensione nel caso 5, che rappresenta un ulteriore caso limite: quadrato metà del quadrato cornice, a ricordare la leggenda del pavimento e il problema dello stagno. Per esercitarsi con il teorema di Pitagora e l’uso dei numeri irrazionali, si chiede di calcolare il lato del quadrato in ogni caso, esprimendolo in u. Anche questa volta, gli alunni tendono a non adoperare i numeri irrazionali, approssimando i valori del lato del quadrato. Solo due studenti alla richiesta di calcolare l’area del quadrato dichiarano che può essere determinata direttamente con il teorema di Pitagora, sommando le aree dei quadrati costruiti sui cateti, senza passare dalla estrazione di radice o, nel caso in cui si scriva la misura del lato come numero irrazionale, elevarlo alla seconda è semplicissimo: basta togliere il segno di radice. Sul grafico cartesiano l’area di ogni quadrato viene riportata sia in funzione del numero di caso sia in funzione del lato del quadrato, per: - introdurre la parabola che rappresenta la relazione A=l2 come y=x2; - esercitarsi con la rappresentazione dei numeri irrazionali su una retta. Fase 10 Osservazione sviluppi delle due scatole da costruire, con individuazione delle relazioni tra figure dello stesso solido e tra figure dei due diversi solidi. Gli studenti sono suddivisi in gruppi misti, che resteranno tali fino al termine dell’attività con i solidi. Ogni consegna è svolta dai vari gruppi in un tempo stabilito, che l’insegnante decide osservando la classe, evitando di lasciare indietro troppi alunni, ma anche che troppi si annoino ad aspettare. Le scoperte fatte vengono poi condivise e riassunte alla lavagna, in modo che tutti abbiano le corrette informazioni. Le fotocopie degli sviluppi consegnate alla classe non contenevano alcun dato numerico. Sapendo che, in ciascun solido, lo spigolo corrispondente al lato del quadrato è 6 cm …… I vari gruppi hanno lavorato in modo diverso, sfruttando diverse relazioni esaminate in precedenza per rispondere adeguatamente alla richiesta assegnata. La diagonale del quadrato nel solido piccolo è il lato del rettangolo nel solido grande. L’area del triangolo piccolo è un quarto del quadrato del solido grande. Nell’immagine è importante notare la diversa procedura seguita in base alla posizione del solido: La superficie totale resta sempre la stessa, ma la laterale cambia in base alla figura che rappresenta la base del solido esaminato! La richiesta della lunghezza degli spigoli è stata posta dopo quelle su superficie totale e laterale, allo scopo di obbligare i ragazzi a lavorare sfruttando le relazioni già individuate tra le aree. In realtà ad un certo punto è stato inevitabile determinarne almeno alcun per rispondere ai quesiti sulle superfici totali. Al termine dell’attività, il docente ha proiettato una scheda con alcuni dei possibili procedimenti risolutivi, che i ragazzi hanno confrontato con quelli del proprio quaderno ed eventualmente corretto. Durante il lavoro d condivisione è emerso una molteplicità di ragionamenti seguiti, tutti corretti. Fase 12 Dopo la verifica scritta, è stata proposta un’attività di approfondimento e recupero, che permettesse di riflettere soprattutto sull’uso dei numeri irrazionali, oltre che recuperare molti dei concetti trattati nel corso dell’anno. Gli alunni hanno disegnato individualmente su carta millimetrata il caso 5 del filmino “Il quadrato nel quadrato, ovvero un quadrato 10 cm X 10 cm, con al suo interno un quadrato metà, avente i vertici coincidenti con i punti medi dei lati del quadrato cornice. E’ stato interessante vedere come ogni alunno abbia adoperato una propria strategia per contare il numero dei quadretti, da cui il quadrato ABCD risulta formato. “Professoressa, ma non torna ….”. “Io mi avvicino, perché il lato mi torna 7,1 cm …. quindi l’area è maggiore”. Il righello, che a loro piace da morire, li ha traditi!!!! La maggior parte degli alunni ha calcolato la radice di 50, nonostante tutto il lavoro svolto sui numeri irrazionali usando “Il rettangolo nel quadrato” e “Il quadrato nel quadrato”. Solo il 10 percento degli studenti ha subito capito che, elevando alla seconda la radice di 50, si ottiene finalmente la misura esatta dell’area del quadrato esaminato. Terminato il percorso, è stata svolta una verifica scritta di due ore, formulata in tre diverse versioni: per alunni H e alunni DSA con gravi lacune disciplinari; intermedia, per alunni DSA e BES; per il resto della classe. Nella verifica per alunni H sono stati posti principalmente quesiti su: - calcolo radici di diversi tipi di numeri, con uso di tavole o calcolatrice; - significato geometrico del teorema di Pitagora - applicazione del teorema di Pitagora a situazione reale (nella verifica c’è anche un breve testo esplicativo); - Esercizio Invalsi guidato e modificato sulla base del lavoro svolto in classe con i solidi a. In figura il box e la tettoia formano un solido composto: da quali figure geometriche sono formate le facce del solido composto? b. La tettoia è larga 3,2 m. E’ inclinata, quindi forma un triangolo rettangolo: determina la lunghezza della tettoia, che corrisponde all’ipotenusa del triangolo rettangolo. c. Determina la superficie della tettoia, dove possono essere montati i pannelli solari. Nella verifica intermedia oltre agli esercizi previsti e mostrati per gli alunni H sono stati aggiunti esercizi sull’utilizzo dei numeri irrazionali e loro proprietà. 3. Rappresenta i seguenti numeri sulla semiretta dei numeri. 5 4. Cerca la radice quadrata sulle tavole. a) Approssima ai decimi . b) Approssima ai decimi . c) Approssima alle unità . 5. Completa inserendo i numeri mancanti, scrivendo il procedimento. 22 ........ ........ 6. Calcola ....... 65 ....... e motiva la tua risposta. 7. Calcola √ 3600 e motiva la tua risposta. 8. Calcola: a) b) c) Nella verifica per la classe non sono stati previsti semplici esercizi sul teorema di Pitagora partendo da immagini ma solo da testo, quali: 1. Un triangolo rettangolo ha l’ipotenusa di 32 cm e un cateto di 17 cm. Determina la lunghezza dell’altro cateto. 2. Un triangolo rettangolo ha il cateto minore di 11 cm e il cateto maggiore di 60 cm. Determina l’area e il perimetro. Esercizi con terne pitagoriche ed esercizi in cui era possibile adoperare radice di due, che tanto è ritornata nelle attività in classe: 3. Partendo dalla terna pitagorica 6, 8, 10 completa le seguenti terne: 12 ….. 20 …. 40 50 1, 5 …. 2,5 4. Un triangolo rettangolo ha un angolo di 45° e un cateto misura 12 cm. Calcola perimetro e area. E’ stato proposto anche lo stesso esercizio Invalsi delle altre due versioni della verifica, ma nella sua interezza, aggiungendo la richiesta di determinare la superficie totale da imbiancare prima del montaggio dei pannelli solari. Questo esercizio, tratto dalle prove Invalsi, è stato inserito per verificare gli apprendimenti in relazione all’attività Quadrato nel quadrato: oltre a rispondere alle domande, è stato richiesto anche di motivare le proprie risposte. Tra gli esercizi sui numeri irrazionali è stato richiesto : Esplicitamente di rappresentare nei tre metodi i numeri sulla retta; applicare proprietà delle radici per semplici calcoli; portar fuori dalla radice. Per verificare la capacità di applicare proprietà scoperte in classe in contesti simili ma diversi, sono stati inseriti anche i seguenti due esercizi: • Disegna un quadrato la cui area misura il doppio rispetto all’area del quadrato qui sotto. Motiva il disegno con il procedimento seguito. Complessivamente nella verifica su 28 alunni: - solo tre prove hanno ottenuto risultati gravemente insufficienti: una prova dove non è stato svolto alcun esercizio e due prove in cui sono stati svolti solo gli esercizi meccanici di estrazione della radice, ma una non corretta applicazione del Teorema di Pitagora; - cinque prove sufficienti, con applicazione parzialmente corretta del teorema e svolgimento degli esercizi base sulla estrazione di radice; - sette prove più che sufficienti, con svolgimento corretto degli esercizi base e tentativo sensato di soluzione anche di quelli più articolati; - quattro prove soddisfacenti, soprattutto di studenti molto logici e intuitivi che hanno lavorato molto bene durante tutto il percorso, ma che non studiano sempre in modo attento nel lavoro pomeridiano; - sette prove molto buone, che mancano solo di alcune argomentazioni complete e dell’utilizzo degli irrazionali per semplificare il calcolo nella risoluzione di alcuni problemi. Punti di criticità della verifica in relazione agli apprendimenti degli alunni Inaspettatamente l’esercizio che ha presentato maggiori difficoltà, -in buona parte degli studenti- nelle versioni H e intermedia, è stato l’esercizio graduato iniziale: a partire da un’immagine, prevedeva prima la determinazione dell’area del quadrato costruito sul cateto di un triangolo rettangolo, conoscendo le aree dei quadrati costruiti sugli altri due lati; poi la determinazione della misura dei tre lati, perimetro e area del triangolo. Molto probabilmente è dovuto ad una non adeguata comprensione del significato geometrico della relazione tra i quadrati costruiti sui lati del triangolo rettangolo, nonostante tutto il lavoro svolto. Alcuni di quegli stessi studenti hanno svolto correttamente l’esercizio della scala. In effetti i lavori sulla equiestensione/equiscomponibilità sul teorema erano stati svolti quasi due mesi prima della verifica, quindi, laddove non c’è stato un adeguato ripensamento personale con studio accurato a casa, le carenze sono apparse evidenti; l’esercizio sul quadrato nel quadrato tratto delle prove Invalsi è stato risolto correttamente circa dal 50% degli studenti, poiché non è stato motivato adeguatamente, nonostante fin dalla classe prima siano abituati a dover commentare per giustificare le proprie scelte, sia a matematica che a scienze; gli esercizi che prevedevano l’utilizzo della radice di due per semplificare i calcoli sono stati svolti da tutti gli studenti in modo classico, correttamente, ma senza l’utilizzo degli irrazionali come tali; evidentemente i numeri irrazionali rappresentano un nodo concettuale non adeguato per il livello cognitivo degli alunni considerati; gli ultimi due esercizi che prevedevano l’applicazione delle considerazioni fatte con la leggenda del pavimento, il problema dello stagno e il quadrato nel quadrato sono state svolte solo da pochi alunni; richiedevano d’altronde la competenza di trasferire in contesti simili a quelli noti, ma diversi, osservazioni già trattate; va anche considerato comunque che la verifica era piuttosto lunga e articolata e che erano appunto gli ultimi due esercizi. Valutazione efficacia del percorso didattico Punti di criticità: troppi concetti nuovi ed importanti trattati in un breve periodo di due mesi: necessità di prevedere tre mesi di lavoro con verifica intermedia, oltre che quella finale; durante percorso e verifica è stata evidente la stanchezza degli studenti giunti a fine anno. Punti di forza: le attività proposte hanno mantenuto alti attenzione, curiosità ed entusiasmo della classe durante tutto il percorso; teorema di Pitagora, estrazione di radice e numeri irrazionali sono sempre stati trattati parallelamente, senza che apparissero argomenti scollegati; il teorema di Pitagora è stato utilizzato in numerosi contesti, mostrando le sue numerose applicazioni; la determinazione delle superfici nei solidi è stata condotta senza difficoltà, a dimostrazione che osservare un solido identificando le facce come figure piane note non rappresenta alcuna difficoltà cognitiva per studenti di questo livello scolare; le difficoltà evidentemente sono spesso legate all’utilizzo della classiche formule per superficie laterale e totale presenti in molti libri di testo; l’attività condotta dimostra che si può/deve lavorare con la geometria solida anche prima della classe terza.