LA MIA ESPERIENZA COME DELEGATA CAE Io lavoro in un

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LA MIA ESPERIENZA COME DELEGATA CAE Io lavoro in un
LA MIA ESPERIENZA COME DELEGATA CAE
Io lavoro in un'azienda tedesca che produce, vende e fa assistenza sui carrelli elevatori e che
si chiama JUNGHEINRICH ITALIANA S.r.l. La casa madre JUNGHEINRICH, costituita dagli
stabilimenti di produzione, si trova in Germania, mentre le filiali che si occupano della
commercializzazione del prodotto sono dislocate in vari paesi europei. In Italia, vi è la sede
centrale a Milano e poi varie sedi operative in più località, tra cui quella ubicata in provincia di
Padova, nella quale io lavoro dal 2004.
Nel 2008 sono stata
eletta RSA (rappresentante sindacale aziendale) nella mia sede e nel 2010 sono stata
nominata delegata CAE assieme ad un altro rappresentante sindacale tramite votazione
effettuata dai rappresentanti sindacali (RSA/RSU) delle altre sedi ubicate in Italia.
Come previsto dall'accordo del CAE stipulato tra la Direzione Centrale del Gruppo d'imprese
Jungheinrich e il CAE in carica, in tale Comitato sono rappresentati con un membro quei
paesi in cui il Gruppo Jungheinrich conta più di 50 dipendenti e con due membri, quelli con
più di 700 dipendenti (poiché in Italia lavorano circa 900 dipendenti, siamo in due delegati).
La durata del mandato come membro CAE ammonta a quattro anni; io sono ancora in carica
perché allo scadere del mandato (nel 2014) sono stata rieletta per altri quattro anni.
Il CAE si riunisce una volta all’anno presso la sede della Direzione centrale del Gruppo e più
precisamente ad Amburgo, mentre il Comitato ristretto del CAE costituito da 5 membri
(presidente, vicepresidente e 3 membri eletti all’interno del CAE) si riunisce tre volte all’anno.
Prima dell’incontro periodico annuale, la Direzione centrale fornisce al CAE una serie di
documenti atti ad informare circa lo sviluppo commerciale e le prospettive dell’impresa. In
dettaglio, gli argomenti trattati sono la situazione economica e finanziaria, l’evoluzione
probabile delle attività, produzione e vendite, la situazione ed evoluzione dell’occupazione,
investimenti, introduzione di nuovi processi produttivi e di lavoro, trasferimenti delle imprese,
degli stabilimenti ecc. A volte, la quantità di dati forniti è notevole e non sempre tali dati
vengono inviati con grande anticipo, non permettendo così un’analisi accurata.
L’incontro è di due giornate e si articola in questo modo: prima riunione preparatoria tra i soli
membri del CAE, in cui si discutono vari argomenti e ci si prepara per la consultazione con la
Direzione centrale, segue la riunione congiunta d’informazione e consultazione con la
Direzione centrale e si termina con la riunione conclusiva nuovamente tra i soli membri del
CAE per trarre le conclusioni sull’esito dell’incontro.
Per
me, tali incontri sono fonte di conoscenza e quindi di arricchimento perché sono un’occasione
per confrontarmi con realtà diverse e modi differenti di porsi di fronte alle problematiche
presenti nello stesso mondo lavorativo e danno l’opportunità di partecipare ad un tavolo di
discussione in cui si instaura un dialogo con la controparte, cercando di far valere gli interessi
dei lavoratori.
L’esperienza come delegata CAE mi ha anche permesso di crescere
come rappresentante sindacale a livello nazionale, soprattutto nel modo di affrontare il
confronto.
Una critica da avanzare c’è ed è legata alla composizione del CAE: non vi è una
rappresentanza equilibrata dei lavoratori, la maggior parte sono tecnici assistenza, invece la
parte impiegatizia è costituita solo da tre persone (tra cui vi sono anch’io) e mancano altre
categorie come ad esempio la categoria dei venditori e di conseguenza molto spesso gli
argomenti trattati riguardano solamente la categoria predominante.
Vorrei concludere citando un episodio che dimostra l’importanza e la “forza” che un Comitato
aziendale europeo può avere.
Circa quattro anni fa, la
Direzione centrale ha dato un premio ai dipendenti tedeschi a seguito di un utile
dall’ammontare elevato ed essi hanno deciso di informare di ciò il CAE perché hanno ritenuto
che fosse giusto distribuire tale premio a tutti i dipendenti del Gruppo in quanto tutti avevano
contribuito a raggiungere un tale risultato. Quindi, il CAE ha preparato una lettera da
presentare alla Direzione centrale in cui si chiedeva il riconoscimento di tale premio a tutti i
dipendenti e ogni membro armato di una copia di tale documento in lingua nazionale si è
attivato nel proprio paese per raccogliere le firme dei lavoratori. Le varie copie poi sono state
presentate alla Direzione centrale e alla fine il premio è stato elargito a tutti.
Laura Galiazzo
Delegata CAE