Analisi del Territorio Rurale sitema ambientale e

Transcript

Analisi del Territorio Rurale sitema ambientale e
COMUNE DI PONSACCO
(Provincia di Pisa)
PIANO STRUTTURALE
Quadro Conoscitivo
(ai sensi della L.R. 5/95 e L.R. 64/95)
- ANALISI DEL TERRITORIO RURALE –
Sistemi Ambientali e Norme
Via S. Bibbiana n. 5, 56127 Pisa
COLLABORATORI
ARCH. CHIARA CIAMPA
DOTT. AGR. ROBERTA SERINI
DOTT. AGR. SERGIO CANTINI
Pisa, novembre 2003
1. RELAZIONE STORICA........................................................................................................3
1.1 Storia del territorio e progetto di sviluppo rurale..............................................................3
2. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO...........................................................................7
2.1 Introduzione...................................................................................................................... 7
2.2 Cenni storici...................................................................................................................... 7
2.3 Clima.................................................................................................................................9
2.4 Geologia ed Idrografia...................................................................................................... 9
3. FAUNA.................................................................................................................................11
3.1 Istituti faunistico – venatori............................................................................................ 15
3.1.1 ZRC Lucagnana La Meridiana.................................................................................16
3.1.2 AFV Camugliano..................................................................................................... 16
3.1.3 AAV La Cava...........................................................................................................17
4. FLORA E VEGETAZIONE.................................................................................................18
4.1 Aree boscate....................................................................................................................18
4.2 Vegetazione ripariale...................................................................................................... 18
4.3 Rischio d’incendi............................................................................................................ 19
5. ATTIVITA’ AGRICOLE..................................................................................................... 19
5.1 analisi dei principali aspetti socio-economici relativi al settore agricolo attraverso
l'elaborazione dei dati istat e dei dati a.n.c.i.t.e.l...................................................................20
Note generali.....................................................................................................................20
5.1.1 Indagine sugli aspetti socio-economici....................................................................21
5.1.2 Trend evolutivo della popolazione residente.......................................................... 22
5.1.3 Trend evolutivo della popolazione residente per classe di età................................23
5.1.4 Popolazione residente attiva e non attiva.................................................................26
5.1.5 Popolazione attiva per settore di attività economica................................................28
5.1.6 Indici demografici...................................................................................................29
5.1.7 Variabili macro-economiche...................................................................................29
5.1.8Dimensioni aziendali e forme di conduzione................................................................30
5.1.9 Giornate di lavoro e categorie di manodopera.........................................................33
5.1.10 Utilizzazione della superficie agricola...................................................................34
5.1.11 Destinazione delle superfici aziendali....................................................................36
5.1.12 Aziende con allevamenti........................................................................................37
5.1 13 Utilizzazione dei mezzi agricoli.............................................................................39
5.1.14 Utilizzazione dell’irrigazione nelle aziende agricole.............................................40
5.2 Agriturismo..................................................................................................................... 41
Fonte: http://www.agriturismo.regione.toscana.it/cgi-bin/agriturismo/dbsearch3?code=2694 41
6. AGRICOLTURA E TERRITORIO......................................................................................42
6.1 Sistema di pianura...........................................................................................................42
6.2 Sistema di collina............................................................................................................43
7. SISTEMA AMBIENTALE...................................................................................................44
7.1 Sistema di pianura...........................................................................................................45
7.2 Sistema di collina............................................................................................................46
8. NORME................................................................................................................................ 47
8.1 Criteri ed indirizzi per il R.U. validi per l’intero territorio rurale...................................48
8.1.1 Criteri ed indirizzi per il R.U. validi per il sistema della pianura................................50
8.1.2 Criteri ed indirizzi per il R.U. validi per il sistema di collina......................................51
2
1. RELAZIONE STORICA
1.1 Storia del territorio e progetto di sviluppo rurale
Occorre esaminare la storia del nostro territorio dagli inizi del ‘900 per concepire,
promuovere e realizzare futuri progetti di sviluppo, poichè tali progetti trovano base sul
recupero e sulla valorizzazione del paesaggio agrario, dell’architettura rurale ed in generale
della cultura e delle tradizioni locali.
I primi 40 anni del secolo sono stati caratterizzati dalla mancanza di investimenti, sia nel
settore dell’industria, sia nell’agricoltura, dove la forma di conduzione più diffusa rimaneva la
mezzadria.
Successivamente alla seconda guerra mondiale, e fino agli anni ottanta, si è assistito ad una
modernizzazione ed industrializzazione del settore agricolo, soprattutto dal punto di vista
della meccanizzazione e dell’utilizzo dei mezzi tecnici, che hanno portato a progressivi
aumenti delle rese unitarie delle colture. La coltivazione promiscua è andata scomparendo, a
scapito della coltura specializzata. I risultati, da un punto di vista produttivo, non potevano
essere eccezionali in Italia, se non in poche aree veramente dotate; questo ha portato
all’abbandono delle attività agricole in gran parte del territorio italiano, ed in particolare delle
nostre colline. La popolazione ha lasciato la campagna ed è andata a lavorare nelle industrie
in città alla ricerca soprattutto di quelle certezze che il settore agricolo non era più in grado di
fornire. Ci sono state due principali forme di esodo, uno di tipo rurale, che ha portato i
contadini a vivere in città, ed uno di tipo agricolo, in conseguenza del quale la popolazione ha
abbandonato l’attività agricola, ma è rimasta a vivere in campagna. Proprio a quest’ultima
forma di esodo è stato soggetto il Comune di Ponsacco, anche in conseguenza della sua
vicinanza a centri industriali, attrattivi dal punto di vista lavorativo, l’industria del mobile e la
Piaggio di Pontedera. Anzi, Ponsacco ha raccolto parte della popolazione che viveva nei
Comuni posti in aree più disagiate soggette ad esodo rurale. La maggior parte de piccoli
proprietari (ex mezzadri) sono andati a lavorare nelle industrie ma hanno magari continuato a
lavorare la propria terra part-time.
La successiva espansione dell’industria leggera ha nuovamente mutato la composizione
settoriale della popolazione; infatti soprattutto a Ponsacco il proliferare delle attività
manifatturiere e commerciali ha ulteriormente favorito la diffusione dell’occupazione nei
settori extraagricoli.
3
La meccanizzazione, l’esodo agricolo, la conseguente semplificazione dei campi per facilitare
le lavorazioni, l’ assenza di manutenzione nelle reti scolanti etc). gli ordinamenti produttivi
volti solo all’ottenimento dei contributi comunitari, l’aumento di superfici artigianali e
industriali realizzate a volte disordinatamente nel territorio rurale, hanno contribuito a far
assumere alla campagna un’aria di abbandono e di degrado.
Dalla metà degli anni ottanta è stato impossibile non prendere coscienza di questi fenomeni,
delle sempre più pressanti problematiche ambientali, dell’inquinamento, della tendenza alla
desertificazione del paesaggio e del disordine urbanistico che ha cominciato a caratterizzare la
campagna.
In conseguenza di ciò l’ U.E. che ha iniziato a dare aiuti per ambiti territoriali ed a prendere
coscienza dell’importanza della diversificazione territoriale. Del resto la popolazione stessa ha
ormai da tempo realizzato la propria necessità di un maggior contatto con la natura che, con il
tempo, si è trasformata in un diritto a disporre di alimenti più sani, ad avere a disposizione
spazi verdi per il tempo libero, etc…
Oggi non si parla più semplicemente di agricoltura ma di “mondo rurale”, inteso come
opportunità per le generazioni presenti e future di poter avere a disposizione alimenti più sani,
di condurre una vita diversa e di esercitare mestieri di cui si è persa memoria .L’ambiente
rurale e le risorse del territorio rappresentano sicuramente le basi su cui si dovranno costruire
le nuove politiche di sviluppo sostenibile.
Queste consapevolezze e questi obiettivi si leggono anche nelle nuove leggi che regolano la
pianificazione urbanistica: le aree rurali, da serbatoio in attesa di essere edificato, passano ad
essere considerate parte integrante del territorio.
Gli obiettivi delle leggi che regolano le attività agricole sono orientati a favorirne
l’adattamento all’evoluzione dei mercati e ad incentivare la sostenibilità ambientale delle
azioni da intraprendere.
L’Unione Europea, da parte sua, ha riconosciuto al mondo rurale un importante ruolo
nell’assolvere funzioni quali la produzione di alimenti di qualità e con tecniche a basso
impatto ambientale e l’avvicinamento dell’uomo alla natura. Tali obiettivi possono essere
conseguiti solo attraverso una gestione globale del territorio.
In quest’ottica risulta importante l’emanazione del Regolamento (CE) n. 1275/1999 sul
sostegno allo sviluppo rurale della Toscana che stimola le istituzioni pubbliche a evidenziare
le connessioni dell’agricoltura con il territorio. Questo regolamento rappresenta l’occasione
per rafforzare l’emergente modello di sviluppo rurale, stimolando attraverso incentivi e norme
tecniche comportamenti e soluzioni creative da parte degli agricoltori e dei soggetti rurali, atti
a salvaguardare gli elementi di ruralità in tutto il territorio per contribuire al miglioramento
4
complessivo della qualità della vita. Infatti la finalità del Piano di Sviluppo Rurale è il
“Sostegno alla qualità della vita”, che può essere ottenuto perseguendo tre obiettivi specifici:
-
Sostegno al miglioramento della competitività aziendale, al reddito agricolo e alle
produzioni di qualità
-
Sostegno al mantenimento e miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica
delle zone rurali
-
Sostegno alla fruizione delle opportunità offerte dalle zone rurali.
A quest’ultimo obiettivo fanno capo tutte le forme di aiuto destinate a consolidare un tessuto
infrastrutturale, sociale e produttivo, in grado di sostenere le attività economiche in aree
rurali.
Lo scopo è quello di rafforzare il legame tra città e campagna, tra soggetti agricoli e soggetti
urbani.
La qualità dei prodotti agricoli, il rapporto diretto con i consumatori, il valore del paesaggio
agrario e rurale sono da tempo considerati elementi centrali della politica, caratterizzando
fortemente in questo senso l’applicazione dei programmi relativi ai fondi strutturali
comunitari e delle misure di accompagnamento. Le leggi regionali sul governo del territorio,
sulla salvaguardia dei mestieri in via di estinzione, sulla valorizzazione della biodiversità,
sulle strade del vino, sull’agriturismo, hanno già da diversi anni cercato di dare ai soggetti
agricoli e rurali un indirizzo in questo senso, e le leggi sui marchi della produzione integrata
sulla forestazione rafforzano questo orientamento. Con il nuovo regolamento comunitario
sullo sviluppo rurale, che unifica gran parte dei provvedimenti di accompagnamento e
strutturali in un unico regolamento e li subordina alla redazione di un Piano di sviluppo a
carattere regionale, si presenta l’occasione per dare nuovo vigore al processo avviato.
In questo quadro, quindi, diventa fondamentale, specie nella redazione di un Piano Strutturale,
mettere in campo progettualità legate allo sviluppo sostenibile, tese alla razionalizzazione ed
all’ottimizzazione delle risorse ambientali esistenti nel territorio, e a favorire una maggiore
diversificazione dell’ambiente e del paesaggio.
In considerazione della continua crescita demografica di Ponsacco (unico comune della
provincia con segno positivo), conseguenza anche della favorevole posizione geografica del
territorio comunale rispetto alle principali arterie di comunicazione della Provincia e della
discreta attrazione di forza lavoro, uno degli obiettivi da perseguire sarà connesso alla qualità
dell’offerta residenziale da affrontare sul piano edilizio, in parte sul patrimonio esistente, con
progetti di riqualificazione e sviluppo, in parte con un oculato posizionamento delle aree di
espansione.
5
Pur sostenendo la vocazione prettamente industriale del Comune di Ponsacco, i progetti da
realizzare dovranno rispondere a inderogabili requisiti di qualità, sia dal punto di vista della
qualità ambientale che paesaggistica.
Nonostante il ruolo marginale che riveste il settore agricolo a Ponsacco si ritengono obiettivi
importanti del Piano Strutturale la tutela di tutti gli aspetti rurali del territorio ed il sostegno
alle attività esistenti affinché rimangano come segni testimoniali delle caratteristiche storiche,
perché costituiscono un elemento di qualità del territorio e perché vanno a rispondere al
bisogno di natura dei cittadini.
Tutto ciò sarà perseguito attraverso forme di sviluppo del settore agricolo, di riqualificazione
del territorio rurale, di incentivazione di vari tipi di turismo.
Lo sviluppo dell’industria, e di conseguenza dei nuovi insediamenti, deve essere concepito
insieme al rafforzamento ed al miglioramento delle attività agricole e del settore rurale in
genere.
Nel Comune di Ponsacco rivestono un ruolo di valore tutte quelle forme di agricoltura parttime e di autoconsumo, che possono costituire un importante elemento di mantenimento e
recupero per la stessa qualità della vita urbana, anche in termini di miglioramento della qualità
ambientale e di riassetto degli ecosistemi.
L’agricoltura infatti può essere svolta anche da una piccola percentuale degli attivi, ma senza
il quale il sistema locale subirebbe una turbativa che ne modificherebbe i meccanismi di
regolazione con evidente ripercussione sugli aspetti ambientali e colturali, oltre che
economici.
Fondamentale risulta la valorizzazione e il rafforzamento di due grandi aree verdi quali la
Tenuta di Camugliano e quella dei Poggini, le quali devono essere preservate e tenute in
particolare considerazione all’interno dei progetti di gestione del territorio.
In concreto, i progetti di sviluppo dovranno prevedere: nelle aree rurali sottoposte a pressione
urbanistiche maggiori l’adozione di misure di protezione delle risorse naturali e paesistiche,
mentre nelle aree rurali in abbandono si dovranno cercare forme di integrazione e
incentivazione delle attività produttive.
6
2. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO
2.1 Introduzione
Il territorio comunale di Ponsacco è situato nella parte interna della provincia di Pisa, in una
zona prevalentemente pianeggiante, percorsa dai fiumi Cascina ed Era; confina a nord con il
Comune di Pontedera, a sud-est con il Comune di Capannoli ed a sud-ovest con il Comune di
Lari.
Dai dati ISTAT del 2001 si rileva una superficie di 19.9 Kmq con una densità di abitanti pari
a 632 per Kmq.
L’esodo rurale verso i centri più industrializzati, che ha interessato diversi Comuni dell’alta
Valdera intorno agli anni ’60 –’70, non ha riguardato Ponsacco dove il numero degli abitanti è
costantemente aumentato nel corso degli ultimi decenni.
Le motivazioni sono senz’altro da ricercare sia nella posizione geografica, che pone questo
Comune in uno dei luoghi più strategici dell’intera Valdera, sia nella forte industrializzazione
che il Comune ha subito dal 1950 in poi.
Ponsacco è un Comune a vocazione industriale, con forte caratterizzazione produttiva legata
al settore del mobile e dell’arredamento, mentre l’agricoltura riveste un ruolo di secondo
piano. La collocazione territoriale e in particolare la possibilità, grazie al passaggio della
superstrada FI-PI-LI, di raggiungere facilmente i centri di Pisa, Firenze e Livorno, ha già
creato le condizioni per una ulteriore espansione industriale.
2.2 Cenni storici
Fin dalla sua origine l’antica “Pons Sacci” ebbe una rilevante importanza strategica tanto che,
grazie a questa felice posizione di confine fra la Repubblica pisana e quella fiorentina,
divenne ben presto un castello fortificato.
Il territorio comunale si estende per 19.90 kmq nel Valdarno di Sotto, allo sbocco in pianura
della valle del fiume Cascina, affluente dell’Era, su terreno prevalentemente pianeggiante e
sulle pendici delle vicine colline.
7
La prima notizia documentaria di Ponsacco risale al 1197; ma ancora per molto tempo
l’insediamento dovette avere modesto sviluppo, configurandosi soprattutto come “mercatale”
dei vicini e antichi castelli di Appiano e di Camugliano.
Nel 1341 la Repubblica di Firenze, per distogliere Pisa dall’assedio di Lucca, occupò
Pontedera, Cascina, Appiano e Petriolo: solo il castello Ponte di Sacco resistette agli
assedianti. Dopo la distruzione dei borghi di Appiano e Petriolo gli abitanti trovarono rifugio
nel castello di Ponsacco che, nel 1365 modificò il suo aspetto urbanistico costruendo bastioni
intorno alla cinta muraria e canalizzando l’acqua del fiume Cascina nei cosiddetti “fossi” che
circondavano il perimetro del centro storico.
Su tutta la zona estendeva da secoli la propria giurisdizione la repubblica di Pisa e quando
Firenze, nel 1406, ne inglobò i territori, anche Ponsacco entrò a far parte dello Stato fiorentino
(rimanendovi quasi fino alla fine del Quattrocento). Due episodi di ribellione verso i nuovi
dominatori ne segnarono la storia nel Quattrocento: uno nel 1431, provocato da Niccolò
Piccinino, e uno nel 1495, conseguente alla rivolta di Pisa, ma furono in breve domati.
Nel 1509, i fiorentini, per impedire la riconquista del castello fortificato, ne abbatterono le
mura e le torri.
Nel 1637 il granduca Ferdinando II concesse la comunità in feudo, con il titolo di marchesato,
al nobile Filippo Piccolini, alla cui famiglia rimase fino verso la fine del Settecento; soppressa
quindi la giurisdizione feudale,rientrò sotto il diretto dominio del granducato, di cui condivise
le sorti fino all’unità d’Italia.
Nel passato l’economia di Ponsacco si basava prevalentemente sull’agricoltura e sul
commercio dei suoi prodotti. La pianura forniva cereali, frumento, gelso, lino e canapa,
mentre sulle pendici collinari era sviluppata la coltura delle viti, olivi, alberi da frutto e da
legname; estese superfici a prato artificiale permettevano un esteso allevamento di bestiame.
Nella prima metà dell’Ottocento vi furono impiantate due tintorie e due fabbriche di tessuti di
cotone, lino e canapa.
Da allora si è assistito ad un rapido ridimensionamento delle attività agricole, oggi
decisamente molto ridotte, mentre il settore industriale ha continuato a svilupparsi, sebbene
l’ultimo decennio abbia visto l’inversione di questa tendenza alla crescita. Oggi Ponsacco si
presenta come un importante centro produttivo il cui punto di forza è rappresentato da una
miriade di aziende medio-piccole e artigiane dedite alla lavorazione del mobile. Ad esse si
affiancano calzaturifici, laboratori per la produzione di abbigliamento in pelle e la lavorazione
del marmo e alabastro, nonché due liquorifici.
Fin dai primi censimenti noti Ponsacco ha manifestato una costante tendenza all’incremento
demografico, che si è fatta particolarmente marcata a partire dagli anni cinquanta del secolo
8
presente: da 730 abitanti nel 1551 si è passati a 1.536 nel 1745, a 2.461 nel 1830 e a 4.150 nel
1881, per salire a 5.973 nel 1936, 6.894 nel 1951, 8.237 nel 1961, 10.650 nel 1971 e 11.701
nel 1981. Nel 1991 la popolazione di Ponsacco ammontava a 12.131 unità, con una densità di
610 abitanti per kmq.
2.3 Clima
Il clima è temperato, con piovosità limitata. Le precipitazioni annue sono intorno agli 800
mm; il mese in cui piove di più risulta ottobre, mentre novembre è quello con il maggior
numero di giorni piovosi. La temperatura media annua è di circa 14° C; le temperature
minime risultano in media superiori allo zero, i mesi più caldi risultano essere luglio e agosto,
mentre quello più freddo febbraio. L’escursione termica (Tmax-Tmin) si mantiene intorno ai
16-17 °C. L’umidità media relativa (su base mensile) si attesta su valori compresi tra il 71 e
l’86%.
Ulteriori e più dettagliate informazioni a riguardo del clima sono contenute nello Stato
dell’Ambiente del Comune di Ponsacco redatto per la Valutazione degli Effetti Ambientali.
2.4 Geologia ed Idrografia
Per una trattazione più approfondita dell’argomento si rimanda all’Indagine geologico-tecnica di
supporto alla pianificazione del territorio comunale, redatta dagli studi professionali Geoprogetti e
Technogeo di Pontedera.
Nel Comune di Ponsacco, sono sottoposte a vincolo idrogeologico in base al D.Lgs 490/99 le
zone limitrofe ai fiumi Era e Cascina e quelle di pertinenza fluviale sono tutelate ai sensi della
vigente normativa sul rischio idraulico.
L’intero territorio risulta prevalentemente pianeggiante, ad esclusione delle due aree a sud e
sud-est dei Poggini e di Camugliano. Per quanto concerne la granulometria dei terreni del
Comune di Ponsacco prevale la natura argillo-limosa, caratteristica soprattutto della parte
pianeggiante, mentre le piccole zone collinari presenti nella parte a sud territorio comunale
sono di matrice sabbiosa.
Per avere una visione più particolare della natura del terreno del Comune si può osservare la
carta geologica redatta dagli Studi Geoprogetti e Technogeo di Pontedera incaricati
dell’indagine geologica di supporto al Piano Strutturale.
9
Figura 1: carta geologica del territorio comunale di Ponsacco
Fonte: geologi incaricati
Le alluvioni recenti argillo-limose (a) occupano gli interi settori pianeggianti posti a NordOvest del territorio comunale oltre che i fondo-valle della zona collinare. La prevalenza di una
componente sabbiosa caratterizza le aree nelle quali elementi sia morfologici che strutturali
del territorio (insediamenti, ripartizione ed andamento delle aree a coltura, di vecchia
viabilità, rete idrografica minore) attestano l’esistenza di meandri e/o alvei abbandonati sia dal
Cascina che dall’Era.
Il livello q6 è costituito in prevalenza da piccoli ciottoli di quarziti bianche, rosa, violette e
verdi, di conglomerati quarziferi, di calcari cristallini e di altri tipi litologici provenienti dal
Monte Pisano.La matrice di queste ghiaie è in prevalenza sabbiosa.
10
Per quanto riguarda la parte p3 si ha prevalenza di sabbie piuttosto fini suddivise in grossi
banchi cui si intercalano strati e gruppi di strati a granulometria più grossolana e con cemento
calcareo-arenaceo, spesso ricchi di macrofossili (Pettinidi, Ostreidi e Balanidi) talora con
stratificazione inclinata.
La zona q2 è costituito in prevalenza da sedimenti argilloso-sabbiosi dello spessore medio di
15 metri, che negli strati di base presenta spesso un conglomerato ad elementi minuti, mentre
nelle parti superiori compaiono intercalazioni di strati arenaceo-calcarei, talvolta presenti su
tutto lo spessore del livello. Frequenti i macrofossili (Lamellibranchi e Gasteropodi) tra i quali
l’Arctica Islandica, specie di mari freddi, che da il nome alla formazione.
Le sabbie e limi del livello q11 sono, come già detto, di deposito eolico-palustre ed affiorano
per ampi tratti lungo l’orlo meridionale della Pianura di Pisa.
L’idrografia superficiale del Comune di Ponsacco è caratterizzata principalmente dalla
presenza del fiume Cascina, che attraversa tutto il territorio in senso longitudinale, e del fiume
Era.
Secondo il PTC della provincia di Pisa, il territorio comunale non presenta particolari rischi
da un punto di vista idraulico ed idrogeologico, ad eccezione delle zone vicine ai fiumi Era e
Cascina.
Considerando i fattori predisponenti l’erosione (pendenze, caratteristiche podologiche,
piogge), nel Comune di Ponsacco il rischio per questo fenomeno può considerarsi limitato, in
conseguenza soprattutto della natura prevalentemente pianeggiante del territorio
3. FAUNA
Non si hanno notizie specifiche sulla fauna del Comune di Ponsacco, tuttavia si ritiene di
poter fare riferimento alle ricerche ed agli studi compiuti per la Provincia di Pisa, con
particolare riferimento al Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2000-2005 (L.R. 3/94,
art.8).
Il cinghiale (Sus scrofa) è segnalato in aumento in tutto il territorio provinciale, soprattutto in
conseguenza del progressivo abbandono delle attività agro-silvo-pastorali a partire dagli anni
’50 e della trasformazione di molti coltivi e pascoli in fitocenosi forestali o cespuglieti. Si ciba
per i ¾ della dieta di sostanze vegetali e per la rimanente quota attinge al mondo animale:
invertebrati, anfibi, rettili, uova e nidiacei di uccelli, fino a piccoli mammiferi come i leprotti.
Le popolazioni di cinghiali sono aumentate negli ultimi anni a seguito di incroci con razze di
11
maggiori dimensioni e più prolifiche, provenienti dall’est, di una maggior abbondanza di cibo
disponibile. I cinghiali sono, quindi, responsabili di gravi danni per l’agricoltura.
La lepre (Lepus europaeus) è ancora presente con nuclei consistenti nelle aree protette,
mentre del territorio libero è andata riducendosi a causa di un progressivo decadimento delle
condizioni ambientali e della forte pressione venatoria.
Questo lagomorfo utilizza, nei diversi periodi dell’anno, i tipi di colture disponibili e poiché
nessuna coltura garantisce un’offerta costante, questo animale ha una forte variabilità
alimentare. Le aree con una buona vocazione per la lepre devono presentare, quindi, tipi
colturali diversi, distribuiti in corpi di piccola superficie alternati fra loro.
Il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), un tempo molto abbondante, è ora una specie
estinta sulla maggior parte del territorio della Provincia: cause di questa scomparsa sono
presumibilmente riconducibili alla mixomatosi, patologia responsabile di una grande mortalità
soprattutto a densità elevate e alla caccia indiscriminata praticata soprattutto in certe zone.
Una sua reintroduzione pone potenziali problemi di tipo agronomico (possibilità di danni) sia
faunistico (competizione con altre specie, in particolare la lepre).
Il Silvilago (Sylvilagus sp.) è una specie nordamericana, immessa nel nord della Provincia,
dove è abbondante e probabilmente in espansione. La competizione con la lepre e il coniglio
sembra importante. Inoltre è una specie portatrice di patologie che interessano anche l’uomo:
per questo motivo la Comunità Europea ne ha raccomandato l’eradicazione completa.
L’istrice (Hystrix cristata) è dal 1974 specie protetta. Per questo e per l’assenza quasi totale
di predatori le popolazioni di istrici sono divenute, negli ultimi anni, sempre più numerose.
Parallelamente si è assistito ad una espansione dell’areale della specie, con conseguenti
preoccupazioni per danni causati alle colture.
I carnivori sono un gruppo di mammiferi importanti per l’equilibrio dell’ecosistema in cui
vivono. Purtroppo la presenza di risorse secondarie (ad esempio rifiuti) può aumentare a
dismisura le loro popolazioni, con minaccia di estinzione per la specie o le specie predate. Tra
i carnivori presenti nel territorio comunale di Ponsacco vanno ricordati la donnola, la faina e
la volpe. La donnola (Mustela erminea) è prevalentemente un predatore di arvicole e piccoli
uccelli (prede di peso in genere inferiore ai 100g). La faina (Martes foina) presenta
dimensioni maggiori rispetto alla donnola e questo le consente di ambire a prede più grosse.
Tuttavia predilige arvicole, topi e frutti.
La volpe (Vulpes vulpes) è un carnivoro molto eclettico, sia dal punto di vista alimentare
(mangia praticamente di tutto) che da quello sociale, territoriale e riproduttivo. Questa
adattabilità è la chiave del suo successo ecologico, infatti si può ritenere il predatore più
importante nel territorio della provincia di Pisa. La maggior parte dell’alimentazione della
12
volpe ha origine umana (rifiuti, mammiferi e uccelli domestici, frutti di piante coltivate),
mentre i mammiferi (soprattutto topi e arvicole) e gli uccelli selvatici costituiscono insieme
circa un terzo della sua dieta.
Gli alimenti di origine umana, disponibili tutto l’anno, consentono alle volpi di aumentare il
numero, cosicché la predazione sulla fauna selvatica può influire negativamente su alcune
popolazioni di vertebrati. La riproduttività della volpe nella nostra provincia è fra le più basse
del mondo (fertilità inferiore a 4 cuccioli per femmina all’anno, produttività circa 2.6
cuccioli).
Riguardo all’avifauna stanziale si ritrovano le seguenti specie.
Il fagiano (Phasianus colchicus) è ampiamente diffuso nelle zone di ripopolamento e cattura
e nelle aziende faunistico-venatorie. In alcuni casi è presente, con nuclei limitati, anche sul
territorio libero. Queste ultime popolazioni sono in genere temporanee, legate a ripopolamenti
annuali, che spesso si estinguono durante l’annata venatoria.
Molto diffusa nel territorio comunale, come del resto in quello provinciale, è la presenza di
corvidi: la ghiandaia (Garrulus glandarius), la gazza ( Pica pica), la taccola (Corvus
monedula) e la cornacchia grigia (Corvus corone cornix). Le popolazioni di queste due
specie (gazza e cornacchia grigia) sono in forte aumento grazie alla loro capacità di adattarsi a
vivere in territori sottoposti a colture intensive e all’assenza di specie competitrici. Poiché la
gazza e la cornacchia grigia possono creare seri problemi alla selvaggina stanziale, per la
predazione di uova e nidiacei, nonché causare danni localmente rilevanti all’agricoltura,
sarebbe opportuno adottare idonei piani di controllo di queste popolazioni.
Tra gli uccelli stanziali nidificanti sono notevolmente diffusi il passero (Passer italiae) e la
passera mattugia (Passer montanus). Nei boschi, nei coltivi e lungo i corsi d’acqua sono ben
rappresentati la capinera (Sylvia atricapilla), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), lo
scricciolo (Troglodytes troglodytes), la cincia bigia (Parus palustris), la cincia mora (Parus
ater), la cinciarella (Parus caeruleus), la cinciallegra (Parus major), il pendolino (Remiz
pendulinus), il regolo (Regulus regulus), il fiorancino (Regulus ignicapillus), il codibugnolo
(Aegithalos caudatus), il beccamoschino (Cisticola juncidis) e l’usignolo di fiume (Cettia
cetti) frequente lungo i corsi d’acqua. Altri uccelli stanziali frequenti sono il picchio
muratore (Sitta europea) ed il rampichino (Certhia brachydactyla). Il picchio rosso
maggiore (Picoides major), il picchio rosso minore (Picoides minor), il picchio verde
(Picus viridis) ed il torcicollo (Jynx torquilla) sono i piriformi più comuni.
Tra i rapaci diurni stanziali è comune la poiana (Buteo buteo), meno comune il gheppio
(Falco tinnunculus), e tra i notturni sono presenti l’allocco (Strix aluco), il barbagianni (Tyto
13
alba), il gufo comune (Asio otus) e la civetta (Athene noctua), la specie più diurna di questo
gruppo.
L’avifauna migratoria è composta dalle seguenti specie.
Tra i columbiferi sono molto frequenti il colombaccio (Colomba palumbus), la colombella
(Columba oenas) e la tortora (Streptopelia turtur), notevolmente diffusa ed estivanidificante. Tra i passeriformi abbiamo l’allodola (Alauda arvensis), la cappellaccia
(Galerida cristata), la calandrella (Calandrella brachydactyla), la pispola (Anthus
pratensis), il pispolone (Anthus trivialis), la ballerina bianca (Motacilla alba) e la cutrettola
(Motacilla flava). Tra i turgidi sono presenti il pettirosso (Erithacus rubecula), il merlo
(Turdus merula), il tordo bottaccio (Turdus philomelos), il tordo sassello (Turdus iliacus), la
cesena (Turdus pilaris), la tordela (Turdus viscivorus), il codirosso (Phoenicurus
phoenicurus), l’usignolo (Luscinia megarhynchos), lo stiaccino (Saxicola rubetra) ed il
culbianco (Oenanthe oenanthe). Altri migratori sempre dell’ordine passeriformi sono i
fringillidi: il fringuello (Fringilla coelebs), la peppola (Fringilla montifringilla), il
cardellino (Carduelis carduelis), il frosone (Coccothraustes coccothraustes), il lucherino
(Carduelis spinus), il verdone (Carduelis chloris) ed il verzellino (Serinus serinus). Altri
passeriformi sono la rondine (Hirundo rustica), il balestruccio (Delichon urbica), il topino
(Riparia riparia), il rondone ( Apus apus), la cannaiola (Acrocephalus scirpacens), il
cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), il forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus), i
canapini (Hippolais icterina e poliglotta), il beccafico (Sylvia borin), la sterpazzola (Sylvia
communis), i luì (Phylloscopus bonelli, sibilatrix e trochilus), il pigliamosche (Muscicapa
striata), lo storno (Sturnus vulgaris), il rigogolo (Oriolus canorus) e le averle (Lanius
collurio, minor e senator). Infine sempre tra i passeriformi, frequenti sono gli zigoli
(Emberiza citrinella, cirlus e hortulana), il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus) e lo
strillozzo (Miliaria calandra). Tra i rapaci da segnalare il falco lodaiolo (Falco subbuteo).
Altri migratori comuni sono il succiacapre (Caprimulgus euroaeus), il martin pescatore
(Alcedo atthis), il gruccione (Merops apiaster), l’upupa (Upupa epops), il cuculo (Cuculus
canorus) e la quaglia (Coturnix coturnix), unico fasianidi migratore, estivo-nidificante ma in
forte calo su tutto il territorio provinciale.
14
3.1 Istituti faunistico – venatori
Figura 3: localizzazione degli Istituti faunistico-venatori
LEGENDA
Fonte: PTC della Prov. di Pisa approvato con Delibera C.P. n°349 del 18 dicembre 1998
Le seguenti informazioni sono state tratte dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale 20002005 (L.R. 3/94, art.8).
Nel Comune di Ponsacco sono presenti:
n° 1 ZRC (Zona di Ripopolamento e Cattura) denominata Lucagnana La Meridiana
localizzata a sud-ovest del territorio comunale e in parte compresa anche in quello di Lari;
n°1 AFV (Azienda Faunistico Venatoria) chiamata Camugliano dal nome del comprensorio in
cui è localizzata, ovvero a sud-est del territorio comunale di Ponsacco, in parte compresa
anche in quello di Capannoli;
n°1 AAV (Azienda Agrituristico Venatoria) denominata La Cava, localizzata a nord-est del
territorio comunale ed in parte compresa anche in quello di Pontedera.
15
3.1.1 ZRC Lucagnana La Meridiana
Morfologia dei confini
La ZRC Lucagnano è stata costituita per la prima volta nel 1979 e successivamente è stata
ricostituita nel 1990. Si estende per 554 ettari ed ha una conformazione abbastanza regolare,
grazie a dei confini piuttosto lineari, fatta eccezione per la sua parte ovest.
Patrimonio faunistico e produttività
I censimenti, per determinare la densità di popolazione della lepre, sono stati eseguiti
esplorando il 12% della superficie totale e ben il 23% dell’esplorabile. I risultati hanno
permesso di rilevare una densità di popolazione di 6 lepri/100 ha, con una flessione continua a
partire dal 1997-98. Per quanto riguarda il fagiano è stata osservata una densità di popolazione
pari a 18,7 individui/100ha, valore in crescita rispetto a quello rilevato nel 1997-98.
Nel 1999, per problemi legati alla gestione del ripopolamento, non sono state effettuate
catture.
Per quanto riguarda i danni accertati per questa ZRC, c’è stato un brusco incremento negli
ultimi due anni, causato dalla recente colonizzazione dell’area da parte del cinghiale.
Per rilanciare questa ZRC, che per altro presenta delle discrete caratteristiche ambientali, è
importante: risolvere rapidamente i problemi legati alla gestione della ZRC; attuare un
adeguato controllo della popolazione di cinghiali che negli ultimi due anni ha causato gravi
danni alla struttura e definire i nuovi confini in maniera che siano facilmente identificabili.
Nei prossimi due anni si potranno valutare i risultati delle modifiche apportate, anche se è
essenziale attuare idonei piani di miglioramento.
INDICAZIONI DI PIANO
Mantenimento della ZRC, modifica dei confini, potenziamento della produttività mediante un
piano di miglioramenti ambientali e adeguato supporto alla Commissione di Verifica e
Controllo. Eradicazione del cinghiale.
3.1.2 AFV Camugliano
SPECIE DI INDIRIZZO: LEPRE
Ha una superficie catastale di 586 ettari. I terreni coltivati o pascolati sono il 71% della
superficie totale. Il territorio presenta una sufficiente variabilità ambientale con buona
presenza di zone di rifugio ed alimentazione. Un problema gestionale è costituito dalla S.S.
439, che divide l’azienda in due corpi distinti. L’indice di boscosità è del 26% e le superfici
boschive maggiori appaiono situate nell’area centrale dell’azienda, dove alcune porzioni
risultano recintate.
16
La distanza dalla ZRC Capannoli Terricciola è insufficiente.
I censimenti sono stati effettuati perlustrando il 15% della superficie totale del territorio
aziendale, corrispondente al 21% della superficie esplorabile. Le indagini hanno permesso di
valutare la presenza, nel 1998-99, di una scarsa densità di popolazione quantificata in 1,70
lepri/100 ha, che conferma la riduzione osservata negli anni precedenti. Si è quindi avuto un
progressivo calo della presenza della lepre in questa azienda, presumibilmente per difficoltà di
gestione. I censimenti condotti nel 2000 hanno rilevato un incremento di popolazione, che
però si mantiene sotto i limiti di legge. L’azienda è in scadenza col presente piano.
INDICAZIONI DI PIANO
L’istituto non ha conseguito i risultati minimi di gestione.
3.1.3 AAV La Cava
Le AAV sono aziende agricole site in zone svantaggiate a cui la legge permette d’integrare il
proprio reddito ricorrendo all’immissione continua di animali di allevamento e consentendo
quindi un’alta pressione venatoria a scapito del valore faunistico dei territori in cui queste
sono comprese. Per questo motivo la stessa legge prevede di situare tali istituti in territori di
scarso rilievo faunistico.
Nella seguente tabella sono riportate le superfici in ettari dell’azienda agrituristica venatoria
La Cava così come risultano dalle delibere istitutive (Sup. Catastale) e dall’analisi del sistema
informatico territoriale (Sup. GIS).
Tabella 1: superficie in Ha dell’AAV La Cava
Comune
Ponsacco-Pontedera
Superficie
Superficie
Compr.
Compr.
Catastale
368
GIS
377
Occid
154
Orient.
223
Di seguito sono riportate le immissioni medie autorizzate all’interno dell’AAV La Cava,
divise per specie.
Tabella 2: specie immesse
n. medio animali/anno
1997-99
fagiano
pernice
starna
1.500
50
50
17
4. FLORA E VEGETAZIONE
4.1 Aree boscate
Dai dati forniti dal Coordinamento provinciale del Corpo Forestale dello Stato l’area boscata
del Comune di Ponsacco risulta di circa 186 Ha, di cui 94 Ha costituiti da resinose (Pino
marittimo ecc.), circa 12 Ha da fustaie di latifoglie (specie quercine con esclusione delle
pioppete artificiali) e circa 80 Ha da bosco ceduo (specie quercine ed altre essenze tipiche
della zona).
Da sopralluoghi effettuati in loco in data 13/02/2003, è risultato quanto segue:
Bosco di Camugliano:
il bosco di Camugliano è costituito da un querceto a prevalenza di caducifoglie (Quercus
robur L., Quercus Cerris L., Quercus pubescens Willd.) con presenza di leccio sottochioma
(Quercus ilex L.), orniello
(Fraxinus ornus L.), acero campestre (Acer campestre L.),
biancospino (Crataegus oxyacantha L.) e raggruppamenti
di pino (Pinus pinea L.). Il
sottobosco mostra segni di acidofilia essendo costituito in larga misura da erica (Erica
arborea L.), ginepro (Juniperus communis L.), pungitopo (Ruscus aculeatus L.) e edera
(Hedera helix L.).
Bosco del Poggino:
il bosco del poggino è costituito da un querceto di caducifoglie a prevalenza di roverella
(Quercus pubescens Willd.) ed in minor misura da cerri (Quercus cerris L.), con presenza di
ornelli (Fraxinus ornus L.), aceri (Acer campestre L.), leccio (Quercus ilex L.). Il sottobosco
è costituito da cisto (Cistus Salvifolius L.), edera (Hedera helix L.), pungitopo (Ruscus
aculeatus L.), felce (Pteridium aquilinum L.) ed erica (Erica arborea L.). Da segnalare la
presenza di piante di pino sia in forma diffusa che in gruppi, sia di Pinus pinea L. che di
Pinus pinaster Aiton.
4.2 Vegetazione ripariale
Le zone riparali dei fiumi Era e Cascina sono caratterizzate da una vegetazione igrofila
classica: pioppo nero (Populus nigra L.), salice bianco (Salix alba L.), salice rosso (Salix
purpurea L.), canna (Arundo donax L.), cannuccia di palude (Phragmites australis (Cav.)
Trin.), corniolo (Cornus mas L.), sanguinello (Cornus sanguinea L.), etc.
18
4.3 Rischio d’incendi
In base a quanto affermato dal Coordinamento provinciale del Corpo Forestale dello Stato, nel
territorio comunale di Ponsacco non risultano casi di incendio negli ultimi 10 anni.
Di conseguenza si può ritenere che il fenomeno non costituisce un fattore di rischio
significativo nel territorio comunale di Ponsacco.
5. ATTIVITA’ AGRICOLE
Nel Comune di Ponsacco, l’attività economica principale è rappresentata dall’industria
dell’arredamento e dei suoi complementi, mentre l’agricoltura riveste un ruolo di secondo
piano. A fronte di una superficie totale aziendale di 1375,02 ha, rilevata nel V Censimento
Generale dell’Agricoltura 2000, la SAU è circa il 75% (1032,39 ha), destinata per la maggior
parte a seminativi ( 797,32) e a coltivazioni legnose agrarie (144,23). Da rilevare anche la
presenza di circa 150 ha di boschi.
Sempre dai dati dell’ultimo censimento dell’agricoltura del 2000 risultano censite 213
aziende, delle quali più dei ¾ dispongono di una superficie inferiore a 5 ha a causa
dell’eccessiva frammentazione fondiaria della superficie agricola. Una buona parte delle aree
destinate a seminativi è occupata da cereali (312,40 ha), soprattutto frumento (227,28 ha),
mentre le zone destinate alle colture ortive sono assai scarse (circa 10 ha). Inoltre, vi sono
circa 90,84 ha di superficie destinata a prati permanenti e pascoli e circa 156,87 ha di
superficie a coltivazioni foraggere avvicendate.
Tra le coltivazioni a carattere legnoso, la vite riveste un ruolo di spicco, dato che è presente
in 134 delle 213 aziende totali. La superficie totale occupata da questa coltura permanente è di
79,36 ha, destinata tutta alla produzione di vino da tavola. Non esistono al momento aziende
che producono vini di qualità DOC e DOCG. Poco presenti sul territorio sono le colture
dell’olivo, essendo più tipiche delle zone collinari.
Infatti, questi dati non concordano con quelli relativi alla Valdera ed all’intera Provincia, dove
invece l’olivo risulta la coltura leader, seguita dalla vite. Queste due colture infatti si adattano
meglio a terreni con giacitura prevalentemente collinare, che caratterizzano la Valdera e la
Provincia, mentre il territorio di Ponsacco, prevalentemente pianeggiante, si adatta meglio ad
altri tipi di coltivazione.
L’attività zootecnica del Comune di Ponsacco è rappresentata soprattutto dall’avicoltura, cui
seguono allevamenti di bovini e suini.
19
Rispetto ai dati del precedente Censimento dell’agricoltura (1990), il Comune di Ponsacco ha
aumentato di poco il numero delle aziende agricole, passate da 210 a 213, mentre la superficie
coltivata è incrementata del 2 % (circa 21 ha in più).
5.1 analisi dei principali aspetti socio-economici relativi al settore agricolo
attraverso l'elaborazione dei dati istat e dei dati a.n.c.i.t.e.l.
Note generali
Sulla base delle fonti ISTAT (Istituto Centrale di Statistica) ed ANCITEL (Associazione
Nazionale dei Comuni Italiani Telematica) è stato possibile effettuare una rielaborazione dei
dati prelevati dai diversi censimenti, in modo da poter confrontare la situazione socioeconomica del Comune di Ponsacco, della Valdera e di una zona ritenuta omogenea, da un
punto di vista geografico ed agricolo, denominata “Pianura Pisana Orientale”.
Quest’ultima è stata presa in considerazione sulla base degli studi effettuati da Campus et al.
(1981)* e comprende i Comuni di Bientina, Calcinaia, Capannoli, Ponsacco e Pontedera.
La Valdera è costituita da 11 Comuni (Capannoli, Cascina Terme, Chianni, Lajatico, Lari,
Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, Terricciola e Volterra) mentre l’intera Provincia di Pisa
è formata da 39 Comuni.
Di seguito riportiamo alcune utili indicazioni per la consultazione dei dati elaborati nel
presente lavoro di analisi:
1) nelle tabelle è riportato il valore del Comune oggetto di indagine e, ove ritenuto utile,
la posizione dello stesso nell’ambito di ciascun gruppo, partendo dal valore minore;
2) sono proposti alcuni indici riferiti a ciascun raggruppamento: la media, la mediana
(indicata con un doppio asterisco, divide la serie in due parti aventi uno stesso numero
di dati ed è utilizzata al posto della media quando vi è una notevole variabilità tra i dati
ed è quindi preferibile affidarsi ad un indice statistico non influenzato dai valori
estremi) e l’intervallo di variazione (riporta i valori estremi della serie);
3) i grafici sono riportati quando nelle tabelle si indica la posizione del comune oppure
per evidenziare il dato comunale all’interno di una certa distribuzione;
4) in alcuni casi non vengono riportati tutti i censimenti o tutti i gruppi, per mancanza di
dati o perché il confronto non è stato ritenuto necessario;
5) la maggior parte dei dati riportati nelle tabelle sono stati espressi in percentuale in
modo da agevolarne il confronto ed avere così una situazione più chiara;
6) all’interno delle tabelle, i dati evidenziati di colore blu sono commentati nel testo;
7) altre spiegazioni, se necessarie, sono riportate nelle note alla fine delle tabelle.
20
5.1.1 Indagine sugli aspetti socio-economici
Il territorio del Comune di Ponsacco è costituito per la quasi totalità da pianura e la restante
parte, nella zona di Camugliano e di Poggini, presenta un’altezza massima di appena 79 metri
s.l.m. La superficie occupata dal Comune è di 19.90 Kmq, assai bassa se confrontata con la
zona omogenea e soprattutto con la Valdera, dove il valore mediano del gruppo risulta
maggiore di quasi 3 volte.
(*) Dai dati ISTAT del 2000.
SUPERFICIE TERRITORIALE (Km2) (*)
Comune di Ponsacco
19,90
Media o Mediana
Intervallo di variazione
Posizione del Comune
di Ponsacco
Zona Omogenea
26,58
15,00-46,03
2
Valdera
Provincia
di Pisa
54,06 (**)
19,90-252,85
4
45,42 (**)
11,64-252,85
19
(**) Mediana.
Spicca, al contrario, il valore di densità di popolazione del Comune di Ponsacco (632,2
Ab/Kmq), uno dei più elevati dell’intera provincia se confrontato con il valore mediano del
gruppo “zona omogenea” (503.1 Ab/Kmq) e soprattutto con quello dei Comuni appartenenti
alla Valdera (107,9 Ab/Kmq): ben 83 % in più. Un valore così elevato può essere attribuito
sia alla favorevole collocazione geografica della zona (il territorio risulta quasi tutto
pianeggiante), sia alla semplicità di accesso (Ponsacco è raggiungibile facilmente da tutte le
città della Toscana per mezzo della S.G.C. FI-PI-LI), che determina maggiori possibilità di
sviluppo e di mobilità verso altri luoghi.
COMUNI
ZONA OMOGENEA
BIENTINA
CALCINAIA
SUPERFICIE
(Kmq)
ABITANTI
2001
DENSITA'
(Ab/Kmq)
29,2
15,0
22,71
19,9
46,03
6.115
8.608
5105
12580
26012
209,1
574,3
224,8
632,2
565,1
132,9
58.420,0
CAPANNOLI
PONSACCO
PONTEDERA
TOTALE
503,1 (**)
Fonte: dati ISTAT del 2001.
(**) mediana
COMUNI DELLA
SUPERFICIE
VALDERA
(Kmq)
ABITANTI
DENSITA'
21
2001
(Ab/Kmq)
CAPANNOLI
22,71
5105
224,8
CASCIANA TERME
36,42
3538
97,1
CHIANNI
62,09
1563
25,2
LAJATICO
72,51
1389
19,2
LARI
45,13
8084
179,1
PALAIA
73,82
4522
61,3
PECCIOLI
92,63
4831
52,2
PONSACCO
19,9
12580
632,2
PONTEDERA
46,03
26012
565,1
TERRICCIOLA
43,45
3925
90,3
VOLTERRA
252,85
11267
44,6
TOTALE
767,54
82816
107,9
TOT
PROVINCIA
2.445,3
381119
155,9
Fonte: dati ISTAT del 2001
5.1.2 Trend evolutivo della popolazione residente
La situazione dei gruppi comunali analizzati risulta essere abbastanza diversificata: nella zona
omogenea non ci sono state variazioni negli ultimi venti anni, mentre nella Provincia si è
verificato un leggero calo di abitanti nell’ultimo decennio. L’andamento demografico del
Comune di Ponsacco risulta in continuo aumento mentre la condizione della Valdera appare la
più complessa; intorno agli anni Settanta si è assistito ad un calo importante del numero di
persone (-10.000) causato probabilmente dall’esodo rurale verso i centri più industrializzati.
Nel decennio ’81-’91, sempre in Valdera, c’è stata un’inversione di tendenza, con un aumento
della popolazione residente, il quale però non è stato riconfermato dai dati del Censimento
della Popolazione del 2001, che ha nuovamente rivelato una lieve flessione con segno
negativo. In termini percentuali, espressi rispetto al totale della provincia di Pisa e riportati
nella tabella seguente, Ponsacco si ferma al 3% circa, mentre la zona omogenea e la Valdera
ospitano rispettivamente il 15% ed il 22% di tutto il totale.
22
POPOLAZIONE RESIDENTE IN PONSACCO (*) E RELATIVA PERCENTUALE RISPETTO AL
TOTALE DELLA PROVINCIA
COMUNI
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
1921
5914
1,7%
32702
9,6%
85313
25,0%
341592
100
1931
6012
1,8%
34073
10,2%
86933
25,9%
335049
100
1951
6894
2,0%
38362
11,0%
87751
25,1%
350002
100
1961
8237
2,3%
45146
12,5%
88470
24,4%
362396
100
1971
10650
2,8%
51635
13,7%
86248
22,9%
375933
100
1981
11701
3,0%
56617
14,6%
76261
19,6%
388800
100
1991
12131
3,1%
56861
14,8%
83739
21,7%
385285
100
2001
12580
3,3%
58420
15,3%
82816
21,7%
381119
100
(*) Dati prelevati dai Censimenti della popolazione a partire dal 1921
abitanti
POPOLAZIONE RESIDENTE IN PONSACCO
400.000
375.000
350.000
325.000
300.000
275.000
250.000
225.000
200.000
175.000
150.000
125.000
100.000
75.000
50.000
25.000
0
1921
1931
1951
1961
1971
1981
1991
2001
anni
PONSACCO
ZONA OMOGENEA
VALDERA
TOTALE PROVINCIA
5.1.3 Trend evolutivo della popolazione residente per classe di età 1
Le tre fasce di età prese in esame hanno permesso di fotografare una realtà comune a tutta la
Provincia; negli ultimi 50 anni si è verificato un sostanziale aumento in percentuale della
popolazione più anziana in confronto ad un marcato calo delle nascite, specie nell’ultimo
decennio (si è passati dal 20% al 15% nel Comune di Ponsacco). La fascia di età compresa tra
15 e 65 anni risulta la più numerosa, con punte di quasi il 70% rispetto al totale.
% DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE CON ETA' < DI 14 ANNI (*)
1
Non sono ancora disponibili a tal proposito i dati del 14° censimento della Popolazione e delle Abitazioni del
2001
23
FASCIA DI ETA'
ANNI
1951
1961
MENO DI 14
ANNI
1971
1981
1991
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
1582
8097
17586
68385
23,64%
21,10%
20,03%
19,54%
1653
8542
15664
62310
20,07%
18,92%
17,71%
17,19%
2397
10808
16789
71956
22,51%
20,93%
19,47%
19,14%
2346
10910
15443
69400
20,05%
19,27%
17,77%
17,85%
1787
7816
10788
49277
14,73%
13,75%
13,00%
12,79%
(*) Da dati ISTAT del 1991.
% DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE COMPRESA TRA 15 E 64 ANNI (*)
FASCIA DI ETA'
ANNI
1951
1961
TRA 15 E 64
ANNI
1971
1981
1991
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
4473
26426
61117
243577
66,84%
68,87%
69,60%
69,59%
5749
31577
62127
254823
69,79%
69,94%
70,22%
70,32%
1282
34080
56599
248476
65,46%
66,00%
65,63%
66,10%
7678
37027
55536
253611
65,62%
65,40%
63,92%
65,23%
8434
38971
55469
262707
69,52%
68,54%
66,86%
68,19%
(*) Da dati ISTAT del 1991
24
% DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE CON ETA' SUPERIORE A 65 ANNI (*)
FASCIA DI ETA'
ANNI
OLTRE I
65 ANNI
1951
1961
1971
1981
1991
PONSACCO
ZONA
637
OMOGENEA
3849
9,52%
VALDERA
TOTALE
9107
PROVINCIA
38040
10,03%
10,37%
10,87%
835
5027
10679
45263
10,14%
11,13%
12,07%
12,49%
6971
6749
12855
55501
12,04%
13,07%
14,91%
14,76%
1677
8680
15902
65789
14,33%
15,33%
18,30%
16,92%
1910
10074
16709
73301
15,74%
17,72%
20,14%
19,03%
(*) Da dati ISTAT del 1991
% DELLA POPOLAZIONE TOTALE RESIDENTE (*)
FASCIA DI ETA'
ANNI
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
6692
38372
87810
350002
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
8237
45146
88470
362396
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
10650
51637
86243
375933
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
11701
56617
86881
388800
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
12131
56861
82966
385285
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
1951
1961
TUTTE LE
FASCE DI ETA'
1971
1981
1991
(*) Da dati ISTAT del 1991
25
5.1.4 Popolazione residente attiva e non attiva2
Il 45% della popolazione di Ponsacco è attiva e di questa circa il 90% è occupata. Negli ultimi
trent'anni, comunque, si è verificata una flessione del numero di occupati ( -7%), sia a favore
dei disoccupati (+ 4% circa), sia a favore della popolazione non attiva (+ 3%). Questi dati
sono in linea con quelli di tutta la Provincia di Pisa. La classe di popolazione maggiormente
rappresentata è quella che raggruppa le persone con età compresa tra 30 e 54 anni, ossia la
fascia in cui si concentra la quasi totalità della forza-lavoro.
(*) Da dati ISTAT del 1991
% DELLA POPOLAZIONE ATTIVA SUDDIVISA PER CLASSI DI ETA' (*)
ZONA
PONSACCO
14-19 ANNI
2,62%
2,95%
2,58%
2,51%
20-29 ANNI
23,09%
22,67%
20,62%
21,47%
30-54 ANNI
57,83%
59,43%
53,08%
58,54%
OLTRE 55 ANNI
10,57%
9,36%
10,06%
10,82%
TOTALE
100%
100%
100%
100%
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
ETÀ
PROVINCIA
POPOLAZIONE
60 ,0 0%
50,00 %
40,00%
30,00 %
20,00 %
1 0,00 %
0,00 %
Valdera
Ponsacco
Ponsacco
2
Zona omogenea
Valdera
Totale Provincia
Non sono ancora disponibili a tal proposito i dati del 14° censimento della Popolazione e delle Abitazioni del
2001
26
% DELLA POPOLAZIONE ATTIVA RESIDENTE (*)
SITUAZIONE
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
3977
19623
32763
137241
47,41%
47,34%
41,77%
44,54%
4731
23065
34188
149422
40,43%
40,74%
39,65%
38,43%
4954
22448
35401
148392
40,84%
39,47%
38,68%
38,51%
115
665
1002
5396
1,37%
1,60%
1,28%
1,75%
462
2024
3118
14533
3,95%
3,57%
3,62%
3,74%
612
2736
4377
19080
5,04%
4,81%
4,78%
4,95%
4092
20288
37697
142637
48,78%
48,94%
48,06%
46,29%
5193
25089
37303
163955
44,38%
44,31%
43,27%
42,17%
5466
25184
39778
167472
45,06%
44,28%
43,47%
43,47%
OCCUPATI
DISOCCUPATI
TOTALE ATTIVI
(*) Da dati ISTAT del 1991
% POPOLAZIONE NON ATTIVA RESIDENTE (*)
ANNI
1971
1981
1991
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
4297
21163
36681
165472
51,22%
51,06%
46,76%
53,71%
6508
31528
48914
224845
55,62%
55,69%
56,73%
57,83%
6665
31677
51738
217813
54,9%
55,70%
56,53%
56,53%
(*) Da dati ISTAT del 1991
27
% POPOLAZIONE TOTALE RESIDENTE (*)
ANNI
1971
1981
1991
PONSACCO
ZONA OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
8389
41451
78437
308109
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
11701
56617
86217
388800
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
12131
56871
91516
385285
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
(*) Da dati ISTAT del 1991
5.1.5 Popolazione attiva per settore di attività economica 3
La popolazione attiva del Comune di Ponsacco è impegnata in maggioranza nel settore
industriale rispetto al terziario per la presenza sul territorio di industrie collegate alla
produzione del mobile. Questa tendenza non si riscontra negli altri gruppi di Comuni presi in
esame, dove il settore trainante risulta il terziario. Il comparto agricolo esce comunque
penalizzato da questo confronto: soltanto il 2% dei cittadini di Ponsacco pratica attivamente
l'agricoltura.
POPOLAZIONE ATTIVA IN CONDIZIONE PROFESSIONALE PER SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA
(*)
Pop. Attiva in
in
%
condizione
agricoltura agricoltura
professionale
in
industria
%
industria
nel
terziario
%
terziario
PONSACCO
5.195
107
2,06%
2.755
53,03%
2.333
44,91%
ZONA
OMOGENEA
20.896
443
2,12%
8.757
41,91%
11.696
55,97%
VALDERA
34.345
1.948
5,67%
15.440
44,96%
16.982
49,45%
TOTALE
PROVINCIA
156.326
6.274
4,01%
63.064
40,34%
86.988
55,65%
(*) Da dati ISTAT del 1991
3
Non sono ancora disponibili a tal proposito i dati del 14° censimento della Popolazione e delle Abitazioni del
2001
28
POPOLAZIONE ATTIVA IN CONDIZIONE PROFESSIONALE PER SETTORE
DI ATTIVITA' ECONOMICA (valori espressi in %)
TOTALE PROVINCIA
VALDERA
ZONA OMOGENEA
PONSACCO
0%
10%
20%
30%
% agricoltura
40%
50%
% industria
60%
70%
80%
90%
100%
% terziario
5.1.6 Indici demografici4
I dati della seguente tabella mostrano una situazione simile a quella nazionale.
L'indice di senilità, ovvero il rapporto tra popolazione con età superiore a 65 anni e
popolazione inferiore a 14 anni, dimostra che nell'area di Ponsacco l'invecchiamento della
popolazione è abbastanza contenuto (il valore risulta poco superiore all'unità), mentre nel
resto della Provincia l'invecchiamento appare come un fenomeno più evidente. L'indice di
ricambio generazionale assume quindi un valore negativo proporzionale al precedente indice.
L'ultimo fattore analizzato, ossia l'indice di dipendenza (rapporto tra popolazione non
occupata e popolazione occupata), è favorevole in tutte le zone (valori compresi tra 0 e 1).
PRINCIPALI INDICATORI COLLEGATI ALLA STRUTTURA PER CLASSI DI ETA' DELLA
POPOLAZIONE (*)
COMUNI
Indice di senilità
(V/G)
Indice di dipendenza
(V+G)/M
Indice di ricambio
generazionale
(G-V)/M
PONSACCO
1,07
0,44
-0,01
ZONA OMOGENEA
1,29
0,46
-0,06
VALDERA
1,55
0,50
-0,11
TOTALE PROVINCIA
1,49
0,47
-0,09
(*) Da dati ANCITEL del 1991
5.1.7 Variabili macro-economiche5
4
5
Non sono disponibili a tal proposito dati ANCITEL più aggiornati rispetto agli anni esaminati.
e 6 Non sono disponibili a tal proposito dati ANCITEL più aggiornati rispetto agli anni esaminati.
29
Il Comune di Ponsacco presenta un’alta percentuale di contribuenti che hanno un imponibile
compreso tra 10 e 40 milioni (circa 2/3 del totale), mentre rispetto alla Provincia di Pisa, la
percentuale dei contribuenti con imponibile > di 40 milioni è quasi la metà.
CLASSIFICAZIONE DEI CONTRIBUENTI IN BASE ALL’IMPONIBILE (*)
COMUNI
% contribuenti
con imponibile
< 10 milioni
% contribuenti
con imponibile
tra 10 e 20
milioni
% contribuenti con
imponibile tra 20 e
40 milioni
% contribuenti
con imponibile
> 40 milioni
contribuenti
totali
PONSACCO
29,69%
30,73%
33,05%
6,53%
100,00%
ZONA
OMOGENEA
26,12%
28,02%
37,28%
8,58%
100,00%
VALDERA
28,77%
27,61%
36,03%
7,60%
100,00%
TOTALE
PROVINCIA
27,09%
24,29%
37,31%
11,32%
100,00%
(*) Da dati ANCITEL del 1993
5.1.8 Dimensioni aziendali e forme di conduzione
Le tabelle mostrano una situazione simile in tutte le zone esaminate. Da notare comunque che
nel Comune di Ponsacco circa il 90% delle aziende possiedono una superficie minore di 5 ha,
una realtà dovuta principalmente alla frammentazione fondiaria della superficie agricola
avvenuta intorno agli anni ’50. Questo è comunque in linea con i valori della zona omogenea;
invece per quanto riguarda la Valdera e la Provincia le aziende con meno di 5 ha risultano
essere il 75%. Quindi a Ponsacco l’effetto della frammentazione fondiaria risulta molto più
marcata. Da rilevare la presenza sul territorio comunale di Ponsacco di solo 2 aziende di
Aziende per classe di superficie totale e per comune
dimensioni medio-grandi, con superficie agricola > di 100 ha.
Classi di superficie totale (superficie in ettari)
La piccola estensione delle aziende del Comune influisce naturalmente anche sulla forma di
Comuni
senza
meno di
1-2
2-5
5-10
10-20
20-50
50-100
100 e
Totale
1 infatti la quasi totalità di queste è gestita dal coltivatore
oltre diretto,
conduzione dellesup.
medesime;
0
102
39
48
7
9
4
2
0,00%
47,89%
18,31%
22,54%
3,29%
4,23%
1,88%
0,94%
0
758
285
293
80
52
51
21
0,00%
48,71%
18,32%
18,83%
5,14%
3,34%
3,28%
1,35%
0
1850
870
928
409
259
247
144
0,00%
38,36%
18,04%
19,24%
8,48%
5,37%
5,12%
2,99%
1
6597
2848
2833
1328
850
792
373
2
213
con
l’aiuto della sola manodopera familiare. In particolare nel Comune di Ponsacco e nella
PONSACCO
0,94% 100,00%
zona omogenea il coltivatore diretto risulta l’unica forma di conduzione aziendale.
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
PROVINCIA
0,01%
Da dati ISTAT 2000
41,37%
17,86%
17,77%
8,33%
5,33%
4,97%
2,34%
16
1556
1,03% 100,00%
116
4823
2,41% 100,00%
324
15946
30
2,03% 100,00%
50
45
40
35
30
% 25
20
15
10
5
0
Azie nde pe r clas s e
di s up. tot.
Ponsacco
Zona Omogenea
Provincia
P onsacco
> 100
Classi di sup. tot. (ha)
50-100
20-50
10-20
Valdera
5-10
2-5
1-2
m eno di 1
senza sup.
Valdera
31
Aziende per forma di conduzione e per Comune
Conduzione diretta del coltivatore
Comuni
Solo
manodop.
familiare
Manodop. Manodop.
con
familiare extra-fam
salariati
prevalente prevalente
a colonia
parziaria
appoderata
altra forma
di
conduzione
Totale
207
0
0
4
2
0
213
97,2 %
0,0 %
0,0 %
1,9 %
0,9 %
0,0 %
100 %
207
0
0
4
2
0
213
97,2 %
0,0 %
0,0 %
1,9 %
0,9 %
0,0 %
100 %
4449
149
57
150
16
2
4821
92,3 %
3,1 %
1,2 %
3,1 %
0,3 %
0,0 %
100 %
14724
418
218
552
29
6
15946
92,34 %
2,62 %
1,37 %
3,46 %
0,18 %
0,04 %
100 %
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
PROVINCIA
Dai dati ISTAT 2000
Aziende per forma
di conduzione
100
90
80
70
60
% 50
40
30
20
10
0
.
fa m v a l.
l.
p.
o
ti
d
p r e re v a
.
ria
no a m .
p
a
od
a la
m
f
s
m
.
a
ma
p
f
ap p
n
o
l
o
o
.
a
fo r
o
d
c
r
z
s
t
r
o
a
x
a
r
n
p
a lt
m a d op . e
ni a
olo
no
a
c
m
Ponsacco
Zona Omogenea
Valdera
Provincia.
Valdera
P onsacco
32
5.1.9 Giornate di lavoro e categorie di manodopera 6
A causa dell’eccessiva frammentazione delle aree fondiarie comunali e quindi delle ridotte
dimensioni aziendali, le giornate di lavoro necessarie per la gestione dell’azienda agricola
sono quasi tutte a carico del conduttore, coadiuvato dal solo nucleo familiare: il ricorso a
manodopera esterno è perciò molto ridotto. Nelle altre zone ed in tutta la Provincia di Pisa la
situazione è la medesima.
% DELLE GIORNATE DI LAVORO
IN FUNZIONE DELLE DIVERSE CATEGORIE DI MANODOPERA (*)
Conduttore Coniuge
Altri
familiari
Parenti
Operai
Operai
Coloni
a tempo
a tempo
ed
TOT.
indeterminato determinato assimilati
PONSACCO
63,06%
19,16%
8,66%
4,65%
2,51%
1,96%
0,00%
100%
ZONA
OMOGENEA
60,25%
17,17%
8,01%
5,86%
5,90%
5,56%
0,28%
100%
VALDERA
49,17%
17,69%
13,99%
5,99%
6,70%
5,53%
0,94%
100%
TOTALE
PROVINCIA
49,86%
17,43%
13,51%
4,50%
8,75%
5,40%
0,55%
100%
(*) Da dati ISTAT del 1991.
% di giornate lavorative
0 ,7
PONSACCO
0 ,6
0 ,5
ZONA OMOGENEA
0 ,4
0 ,3
VALDERA
0 ,2
0 ,1
TOTALE PROVINCIA
0
Categorie di manodopera
6
Non sono disponibili a tal proposito i dati del V Censimento Generale dell’Agricoltura 2000
33
5.1.10 Utilizzazione della superficie agricola
I valori percentuali della SAU (superficie agraria utilizzata) rispetto alla SUPERFICIE
TOTALE di Ponsacco mostrano un buon utilizzo del territorio agrario, soprattutto se
confrontiamo il dato in oggetto con quello della Valdera e dell'intera Provincia di Pisa.
Da evidenziare nel Comune di Ponsacco l’elevata superficie destinata a seminativi (58% circa
della SAU), superiore rispetto ai valori della Valdera e della Provincia. Questo dato può
essere facilmente spiegabile in conseguenza della natura prevalentemente pianeggiante del
Comune, condizione ideale per la coltivazione dei seminativi; il resto della Provincia invece
presenta una maggiore presenza di terreni collinari, adatti anche a coltivazioni di altra natura
quali olivo e vite. La rimanente parte è suddivisa in prati, pascoli, colture permanenti e boschi.
Quest'ultima categoria è poco presente sul territorio (il valore percentuale è abbastanza basso
se confrontato con quello di tutta la Provincia) poiché il forte processo di urbanizzazione ha
sottratto superfici destinate a boschi.
Il Comune di Ponsacco presenta inoltre,rispetto soprattutto al totale della provincia, una
maggiore superficie destinata all’arboricoltura da legno (soprattutto pioppete).
SUPERFICIE AZIENDALE SECONDO L'UTILIZZAZIONE DEI TERRENI PER COMUNE
(SUPERFICIE IN ETTARI)(*)
Superficie agricole utilizzata
COMUNI
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
Coltivazioni
Prati
Seminativi
legnose
permanenti Totale
agrarie
e pascoli
797,32
144,23
90,84
1032,39
57,91%
10,48%
6,60%
74,99%
5243,49
798,45
410,04
6451,98
Arboricoltura
da legno
Boschi
Altra
sup.
Totale
97,44
7,08%
464,73
148,23
10,77%
1367,16
98,67
7,17%
788,11
1376,73
100%
9071,98
8,69%
100%
57,80%
8,80%
4,52%
71,12%
5,12%
15,07%
28079,82
49,70%
82093,04
5833,19
10,33%
14855,52
3289,47
5,82%
11871,71
37184,5
65,82%
108820
1162,99
2,06%
2300,49
13272
23,49%
61182,1
44,29%
8,01%
6,40%
58,71%
1,24%
33,01%
4875,86 56495,35
8,63%
100%
13055,41 185358
7,04%
100%
(*) Da dati ISTAT del 2001.
34
Ponsacco
58%
7%
11%
7%
7%
10%
Seminativi
Prati permanenti e pascoli
Boschi
Coltivazioni legnose agrarie
Arboricoltura da legno
Altra superficie
Zona Omogenea
57%
9%
15%
5%
5%
Seminativi
Prati permanenti e pascoli
Boschi
9%
Coltivazioni legnose agrarie
Arboricoltura da legno
Altra superficie
Valdera
50%
9%
10%
23%
2%
Seminativi
Prati permanenti e pascoli
Boschi
6%
Coltivazioni legnose agrarie
Arboricoltura da legno
Altra superficie
35
Totale provincia
7%
45%
33%
1%
6%
8%
Seminativi
Prati permanenti e pascoli
Boschi
Coltivazioni legnose agrarie
Arboricoltura da legno
Altra superficie
5.1.11 Destinazione delle superfici aziendali
Una buona parte delle aree destinate a seminativi è occupata da cereali (circa il 39%), come in
tutti i gruppi comunali esaminati; tra questi, il frumento rappresenta la scelta più praticata
(73% sul totale dei seminativi). Risultano invece assai scarse le aree assegnate alle
coltivazioni ortive (circa 1% della SAU), in linea comunque con i valori delle altre zone
oggetto di analisi. Tra le coltivazioni legnose, i cui unici dati disponibili sono relativi al
censimento dell’agricoltura del 1991 ed espressi in percentuale nella tabella di cui sotto, la
vite riveste un ruolo di spicco all’interno dell’area di Ponsacco. Infatti più di ¾ delle superfici
occupate dalle colture legnose sono destinate alla viticoltura, mentre nella Valdera e anche
nella Provincia questo valore non arriva al 50%. Tale dato non deve trarre in inganno facendo
pensare ad una territorio di Ponsacco vocato alla viticoltura; infatti nel Comune non si
riscontrano grandi aziende viti-vinicole, ma bensì numerose superfici vitate frammentate, che
data la loro piccola estensione si suppongono gestite a livello familiare. La produzione è
finalizzata esclusivamente al vino da tavola e non si riscontrano nel territorio zone DOC e
DOCG.
Poco presenti sul territorio sono invece le colture dell’olivo e dei fruttiferi. Questi ultimi dati
non concordano con quelli rilevati nella Valdera e nell’intera Provincia, dove l’olivo è la
coltura leader, seguita dalla vite; questo spiegabile in conseguenza della predilezione di queste
due colture verso i terreni collinari, assenti nel Comune di Ponsacco al contrario del resto
della Provincia.
36
Inoltre, circa il 20% della SAU comunale è occupata da coltivazioni foraggere, percentuale
che risulta doppia rispetto alla zona omogenea e comunque superiore sia alla Valdera che al
totale della Provincia.
AZIENDE CON SEMINATIVI, COLTIVAZIONI ORTIVE E RELATIVA SUPERFICIE PER LE
PRINCIPALI COLTIVAZIONI PRATICATE – superficie in ettari - (*)
COLTIVAZIONI
CEREALI
COLTIVAZIONI
FORAGGERE
ORTIVE
TOTALE
FRUMENTO
AVVICENDATE
Totale Sup. tot.
Comuni
aziende Sup. aziende Sup. aziende
Sup.
aziende
Sup.
aziende Seminativi
PONSACCO
190
797,32
73
312,4
34
227,28
56
9,91
48
156,87
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
1218
5243,49
429
2209,47
227
1649,82
126
27,26
321
529,49
3205
28079,82
1035
14924,3
755
12305,5
367
176,29
725
3971,63
11217
82093,04
4310
43641,6
2351
31463,2
1933
1261,45
2836
11466,4
(*) Da dati ISTAT del 2001.
% DELLE SUPERFICI DESTINATE A COLTURE LEGNOSE E RELATIVE AZIENDE (*)
VITE
OLIVO
FRUTTIFERI
79,58%
85,38%
9,42%
Sup. ad
olivo
9,60%
69,24%
70,94%
20,65%
24,60%
0,00%
0,00%
10,11%
41,56%
42,18%
38,07%
45,32%
0,00%
0,00%
20,37% 12,50%
48,58%
43,18%
36,70%
47,83%
0,00%
0,00%
14,73%
aziende Sup. a vite aziende
PONSACCO
ZONA
OMOGENEA
VALDERA
TOTALE
PROVINCIA
AGRUMI
Sup. ad
Sup. a
aziende
agrumi
fruttiferi
0,00% 10,99% 5,02%
aziende
0,00%
4,46%
8,99%
(*) Da dati ISTAT del 1991.
5.1.12 Aziende con allevamenti
ALLEVAMENTI (*)
Bovini e
bufalini
Ovini e caprini
Suini
Aziende Capi Aziende Capi
Aziende
Totale
con altri
aziende
allevamenti
Aziende
Capi
PONSACCO
6
263
2
27
2
3
11
35
110
110
ZONA
OMOGENEA
29
1509
14
1005
14
33
38
108
602
615
VALDERA
104
2263
135
15170
111
415
182
7168
1440
1564
10402
472
45117
422
2072
552
22691
5213
5665
PROVINCIA
380
DI PISA
(*) Da dati ISTAT 2001.
Aziende Capi
Equini
37
La netta predominanza degli allevamenti avicoli, cui presumibilmente si riferisce la voce
ISTAT “altri allevamenti”, presenti in tutta l'area provinciale, si riflette, ovviamente, anche su
Ponsacco. Dalla tabella precedente risulta che le aziende, in media, possiedono almeno una
linea produttiva di avicoli (circa l’84% del totale delle aziende). Sono presenti sul territorio
aziende con allevamenti bovini ed allevamenti suini, soprattutto destinati al fabbisogno
familiare (in media 4 suini per azienda).
Da evidenziare la quasi assenza di allevamenti ovini ed equini nel territorio comunale di
Ponsacco.
% aziende zootecniche
90,0
80,0
Bovini e bufalini
70,0
Ovini e caprini
60,0
%
50,0
Equini
40,0
Suini
30,0
Aziende con altri
allevamenti
20,0
10,0
0,0
Ponsacco
Zona
Omogenea
Valdera
Provincia
di Pisa
38
5.1 13 Utilizzazione dei mezzi agricoli7
AZIENDE CHE UTILIZZANO I PRINCIPALI MEZZI DI USO AGRICOLO IN PROPRIETA' (*)
TRATTRICI
APPARECCHI PER
L’IRRORAZIONE
RACCOGLITRICIE LA LOTTA
TRINCIATRICI
ANTIPARASSITARIA
MOTOCOLTIVATORI
PONSACCO
68
95
43
45
30
30
3
3
ZONA
OMOGENEA(**)
91,40
131,60
68,80
73,40
33,60
36,80
3
3
VALDERA(**)
153,27
248
93,27
100,82
56
60
1,73
1,73
39,79
1,69
1,79
TOTALE
119,46
185,62
123
134,59
36,54
PROVINCIA(**)
(*) Da dati ISTAT del 1991; (**) I dati fanno riferimento alla media del gruppo.
AZIENDE CHE UTILIZZANO I PRINCIPALI MEZZI
DI USO AGRICOLO IN PROPRIETA' (Aziende)
175
Num. di mezzi
150
125
100
75
50
25
0
T R A T T R IC I
M O T O C O L T IV A T O R I
A P P A RECC HIP ER
L A IR R O R A Z IO N E E
LA LO T T A
A N T IP A R A S S IT A R IA
R A C C O G L IT R IC IT R IN C IA T R IC I
M e zzi agricoli
P ON SA C C O
Z O N A O M O G E N E A (**)
V A L D E R A ( **)
T O T A L E P R O V IN C IA ( **)
AZIENDE CHE UTILIZZANO I PRINCIPALI M EZZI
DI USO AGRICOLO IN PROPRIETA' (Num . Di m ezzi)
275
250
225
200
175
150
125
100
75
50
25
0
T R A T T R IC I
M O T O C O L T IV A T O R I
A PPA R EC C HI PER
L A IR R O R A Z IO N E E
LA LO T T A
A N T IP A R A S S IT A R IA
R A C C O G L IT R IC IT R IN C IA T R IC I
Mezzi agricoli
PON SA C C O
7
Z O N A O M O G E N E A (**)
V A LD E R A (**)
T O T A L E P R O V IN C IA ( * * )
Non sono disponibili a tal proposito i dati del V Censimento Generale dell’Agricoltura 2000
39
5.1.14 Utilizzazione dell’irrigazione nelle aziende agricole8
Dai dati tabulati emerge che il numero di aziende agricole che usufruiscono dell’irrigazione è
abbastanza limitato, infatti soltanto il 20% della superficie potenzialmente irrigabile viene
irrigata. Dato questo sensibilmente inferiore rispetto alle altre zone analizzate, dove tale
valore si attesta intorno al 50%. Il sistema più diffuso è lo scorrimento superficiale. Rispetto
alla zona omogenea, alla Valdera ed a tutta la Provincia, tutti i valori relativi al Comune di
Ponsacco risultano assai inferiori.
L'IRRIGAZIONE NELLE AZIENDE (*)
Totale
aziende
aziende
con
irrigazione
Superficie
Irrigabile Irrigata
Forma di
approvvigionamento
Indip.
Dip.
Sistema di irrigazione
Aspers. Sommers Scorr. Altro
PONSACCO
213
8
136
32
7
0
3
0
6
0
ZONA
OMOGENEA (**)
1556
22
165
98
21
1
10
0
9
3
VALDERA (**)
4823
45
23
122
44
1
19
0
20
8
TOTALE
PROVINCIA (**)
15946
54
256
109
53
1
26
1
26
4
(*) Da dati ISTAT del 1991.
(**) I dati fanno riferimento alla media del gruppo
8
Non sono disponibili a tal proposito i dati del V Censimento Generale dell’Agricoltura 2000
40
5.2 Agriturismo
Consultando l’elenco delle aziende agrituristiche disponibile sul sito internet 9 della Regione
Toscana, risultano presenti nel territorio comunale di Ponsacco, due aziende agrituristiche ed
esattamente:
1) Azienda agricola San Martino, intestata a Trinci Nila, sita in via del Poggino 15, Loc. San
Martino, Ponsacco; provvista di piscina con trampolino, degustazione di prodotti tipici
toscani, produzione olio e vino.
2) Tenuta di Camugliano, intestata al marchese Lorenzo Niccolini, sita in via Camugliano,
loc. Camugliano, Ponsacco. L’alloggio è offerto in casa di lusso con depandance in parco
secolare recintato da 100 ettari con presenza di fagiani, daini e caprioli.
Inoltre, da quanto comunicatoci dall’Ufficio Tecnico Ambiente del Comune di Ponsacco, dato
peraltro confermato consultando l’elenco delle aziende biologiche della Provincia di Pisa,
disponibile sul sito internet dell’ARSIA, risulta che nell’ambito della medesima azienda, il
titolare svolga anche attività d’allevamento biologico di bovini da carne.
Figura 4: mappa dell’az. San Martino
Figura 5:mappa della Tenuta di Camugliano
Fonte: http://www.agriturismo.regione.toscana.it/cgi-bin/agriturismo/dbsearch3?code=2694
9
http://www.agriturismo.regione.toscana.it/index-ita.htm
41
6. AGRICOLTURA E TERRITORIO
Nel territorio comunale di Ponsacco sono distinguibili, attraverso gli elementi di quadro
conoscitivo e la consultazione della cartografia a livello provinciale, due sistemi geograficoambientali, in realtà facenti parte di sistemi ambientali più estesi interessanti in massima parte
il territorio di altri Comuni; ciascun sistema risulta a sua volta costituito da subsistemi,
anch’essi facenti parte di entità territoriali più vaste.
Sintetizzando il territorio comunale di Ponsacco può essere scomposto in:
- sistema di pianura
- subsistema della pianura fluviale (parte)
- subsistema della pianura agricola (parte)
- sistema di collina
- subsistema pedocollinare (parte)
Per i motivi sopra esplicitati si è ritenuto opportuno indicare “parte” per precisare che sono
effettivamente parte di subsistemi più ampi, che naturalmente non rispondono a confini
comunali, perché gli elementi geomorfologici, ambientali e naturalistici che li caratterizzano
sono indipendenti dai limiti amministrativi.
Di seguito riportiamo una sintesi di quadro conoscitivo evidenziando le specificità emerse per
ciascun sistema e subsistema in modo da poter definire normative di Piano Strutturale ed
indirizzi di per il Regolamento Urbanistico differenziati e rispondenti.
6.1 Sistema di pianura
Il subsistema della pianura agricola (parte) occupa la porzione di territorio più estesa ed è
connotato dalle attività produttive agricole e non. Qui è presente la maggior parte delle aziende
agricole (vedi elaborazione dati del Censimento) delle quali circa il 90% ha limitata estensione
(superficie minore di cinque ettari), solo due hanno dimensioni medio-grandi (con superficie
agricola maggiore di cento ettari).
IL V Censimento Generale dell’Agricoltura risalente al 2000 evidenzia che la maggior parte
dei terreni viene destinata a seminativi e a coltivazioni legnose agrarie. In particolare, si
rileva che una buona parte delle aree destinate a seminativi è occupata da cereali, soprattutto
frumento, mentre scarse sono le superfici utilizzate per colture ortive. Inoltre sono presenti
anche prati permanenti, pascoli e coltivazioni foraggere avvicendate.
Tra le coltivazioni a carattere legnoso, la vite risulta più presente con una produzione
destinata tutta alla produzione di vino da tavola, mentre l’olivo risulta quasi assente, essendo
più vocate a tale coltivazione le zone collinari.
L’attività zootecnica del Comune di Ponsacco è rappresentata soprattutto dall’avicoltura.
42
Il subsistema della pianura fluviale (parte) ha estensione limitata perché corrisponde
all’ambito più strettamente correlato alla presenza dei due fiumi Era e Cascina, in parte
risulta coltivato, mentre nelle porzioni più prossime al fiume
è caratterizzato da una
vegetazione riparale abbastanza diversificata.
Le zone riparali dei fiumi Era e Cascina presentano una vegetazione igrofila classica costituita
da pioppo nero (Populus nigra L.), salice bianco (Salix alba L.), salice rosso (Salix purpurea
L.), canna (Arundo donax L.), cannuccia di palude (Phragmites australis (Cav.) Trin.),
corniolo (Cornus mas L.), sanguinello (Cornus sanguinea L.), etc.
6.2 Sistema di collina
IL subsistema pedecollinare (parte) corrisponde con le zone di Camugliano e dei Poggini e
costituisce le prime propaggini di più estesi sistemi collinari, ricadenti in altri Comuni.
Questo subsistema risulta di rilevante valore ambientale e paesaggistico anche perché in
buona misura coperto da bosco; quello di Camugliano risulta costituito prevalentemente da
un querceto a prevalenza di caducifoglie (Quercus robur L., Quercus Cerris L., Quercus
pubescens Willd.) con presenza di leccio sottochioma (Quercus ilex L.), orniello (Fraxinus
ornus L.), acero campestre (Acer campestre L.), biancospino (Crataegus oxyacantha L.) e
raggruppamenti di pino (Pinus pinea L.).
Il bosco dei Poggini è costituito da un querceto di caducifoglie a prevalenza di roverella
(Quercus pubescens Willd.) ed in minor misura da cerri (Quercus cerris L.), con presenza di
ornielli (Fraxinus ornus L.), aceri (Acer campestre L.), leccio (Quercus ilex L.).
Per quanto riguarda la fauna non si hanno notizie specifiche che ci permettono di distinguere
le varie specie in base all’area di distribuzione nel Comune, quindi si fa riferimento (per la
descrizione della fauna comunale) agli studi compiuti per la Provincia di Pisa per il Piano
Faunistico Venatorio Provinciale 2000-2005 (L.R. 3/94, art.8).
Da tale Piano possiamo anche desumere che in questo subsistema, a Camugliano è presente
un’azienda faunistica venatoria “Azienda Faunistica Venatoria Camugliano” che come specie
di indirizzo ha la lepre, con una superficie catastale di 586 ettari. La maggior parte dei terreni
dell’azienda risultano coltivati o pascolati. Il territorio presenta una sufficiente variabilità
ambientale.
43
7. SISTEMA AMBIENTALE
Il sistema ambientale viene definito dalla L.R. n° 5/95 art. 2, comma primo, come costituito
dall’insieme delle risorse naturali del territorio: aria, acqua, suolo, ecosistemi della fauna e
della flora, con particolare attenzione alle reciproche interazioni, nonché alle condizioni di
fragilità e di equilibrio dell’ecosistema territoriale a fronte degli usi e delle trasformazioni
antropiche.
Gli obiettivi per il sistema ambientale nel territorio comunale di Ponsacco vengono elencati di
seguito:
•
Valorizzazione, recupero e salvaguardia della rete idrica superficiale e degli
ecosistemi ad essa connessa.
•
Tutela delle risorse idriche del sottosuolo con particolare attenzione alle situazioni di
vulnerabilità idrogeologica e di potenziale contaminazione degli acquiferi.
•
Salvaguardia degli elementi di ruralità di tutto il territorio perseguibile attraverso:
a) il rafforzamento del ruolo dell’agricoltura sia come elemento di tutela del
paesaggio sia come fattore di stabilità degli equilibri ambientali;
b) la ricerca di usi del territorio che rispondano al bisogno di natura da parte
della popolazione comunale;
c) la valorizzazione della diversità degli ambienti e dei paesaggi.
•
Sostegno alle attività agricole esistenti attraverso:
a) La valorizzazione di due grandi realtà rurali quali la tenuta di Camugliano e
quella dei Poggini.
b) Il sostegno di tutte quelle forme di agricoltura part-time e per autoconsumo che
svolgono un ruolo fondamentale di presidio del territorio.
•
Riqualificazione del territorio comunale attraverso la realizzazione di parchi
ambientali, fluviali, agrari, ricreativi, in un quadro complessivo di connessione tra aree
rurali ed aree verdi fruibili da parte della popolazione.
•
Valorizzazione e recupero degli elementi che costituiscono memoria storica del
territorio.
•
Sviluppo dell’industria in un programma di coerenza e sinergia tra tutela del paesaggio
agrario e sviluppo industriale.
•
Recupero degli edifici esistenti nell’ottica della tutela del paesaggio
44
All’interno del sistema ambientale, il Piano Strutturale individua e perimetra le aree ad
esclusiva o prevalente funzione agricola, così come quelle di interesse paesaggistico, (art. 23
del P.I.T. e l’art.14 del P.T.C.), detta gli indirizzi normativi, sulla base della suddivisione in
sistemi e subsistemi ambientali operata in relazione agli elementi emersi dal quadro
conoscitivo.
7.1 Sistema di pianura
Il sistema di pianura risulta distinto in:
subsistema della pianura agricola (parte)
subsistema della pianura fluviale (parte)
1) Il subsistema definito “pianura agricola (parte)” ai fini della individuazione e delle aree
ad esclusiva o prevalente funzione agricola viene suddiviso in due porzioni: “A” e “B”.
La porzione “A” è a “prevalente funzione agricola”
in quanto caratterizzata
dalla
compresenza di attività agricole, industriali e residenziali. Nell’ottica del perseguimento degli
obiettivi sopra esposti, e quindi di qualificazione di tutto il territorio comunale, emerge la
necessità di salvaguardare e valorizzare gli elementi di ruralità e di pregio di questa porzione.
Contemporaneamente lo sviluppo dell’industria dovrà essere impostato parallelamente al
rafforzamento e al miglioramento delle attività agricole e rurali esistenti.
La porzione “B” risulta ad “esclusiva funzione agricola” poiché da questa caratterizzata,
infatti interessa le superfici intorno a Camugliano, vicine alla Fattoria della Cava, sotto le
colline di Lari e Terricciola.
La porzione “B” è anche definita zona di interesse paesaggistico così come all’art 14 del PTC
della Provincia di Pisa.
Per quest’ultima si considera prioritario il sostegno alle attività agricole esistenti. Si prevede
la riqualificazione ed il potenziamento dei centri aziendali esistenti, attraverso il recupero del
patrimonio edilizio esistente o, qualora si presenti la necessità di nuovi insediamenti,
attraverso la realizzazione di unità organiche dimensionalmente e tipologicamente definite in
rapporto al contesto edilizio ed ambientale esistente.
Si prevede la promozione di azioni finalizzate alla conservazione e alla manutenzione degli
elementi costitutivi del sistema ambientale e del paesaggio agrario, quali la viabilità vicinale e
poderale, la rete idraulica di drenaggio superficiale, i manufatti e gli elementi naturali di
pregio storico, architettonico o ambientale.
2) Il subsistema definito “pianura fluviale (parte)” riveste una funzione prevalentemente
ambientale, nella quale anche l’agricoltura ha carattere di marginalità per i pericoli ed i
45
vincoli cui è sottoposta per cui viene classificata “a prevalente funzione agricola”; per tale
subsistema si assume un atteggiamento di tutela e valorizzazione degli assetti territoriali
esistenti, con particolare riferimento al reticolo idraulico di bonifica ed alla vegetazione
ripariale esistente.
In considerazione della sua particolare fragilità, l’intera area è da considerarsi inedificabile.
Al fine di valorizzare questo particolare ambito territoriale nella sua qualità di specifico
sistema ambientale legato alla presenza dei fiumi potranno anche essere sviluppati studi ed
analisi tesi alla realizzazione di parchi tematici (parchi urbani, parchi fluviali, ricreativi, ecc.)
in un’ottica di sviluppo
turistico del territorio; tali interventi saranno rivolti
anche
all’allargamento della fruizione del paesaggio agrario da parte dei cittadini.
In tal senso il Piano Strutturale prevede un Parco fluviale con il ruolo di connessione di
relazione tra il sistema insediativo, sistema industriale e il resto del territorio rurale.
Sono possibili interventi di tutela e trasformazione guidata delle attività agricole, finalizzati
anche a favorire lo sviluppo del territorio rurale.
7.2 Sistema di collina
Il sistema si articola in un unico subsistema “pedecollinare-parte”, la cui maggior superficie è
costituita da bosco, e quindi risulta di interesse ambientale e non di sfruttamento selvicolturale.
Il Piano Strutturale, in aderenza alla disciplina espressa nell’articolo 23 del PIT e nell’articolo
14 del PTC, individua il sistema collinare come facente parte delle “zone a prevalente funzione
agricola “ anche se il valore di queste aree è strettamente connesso con il contesto rurale
circostante.
Inoltre il Piano Strutturale, in applicazione delle direttive e prescrizioni del PTC (art. 14),
definisce l’intero sistema collinare come zona agricola di interesse paesaggistico in
riferimento alle caratteristiche territoriali, ambientali e storiche presenti.
Conseguentemente si ritiene opportuno considerare elemento prioritario il mantenimento e la
riqualificazione degli assetti paesaggistici ed ambientali esistenti. Dunque tale subsistema
viene sottoposto a tutela e a valorizzazione in quanto gli obiettivi di sviluppo sono in relazione
allo sviluppo della fruizione turistica, ricreativa e naturalistica della collina, ed indirettamente
anche alle attività agricole.
Per le aree boscate (boschi di resinose, ceduo e latifoglie), l’atteggiamento prevalente è quello
della salvaguardia e della protezione, favorendone la diversificazione verso stadi
vegetazionali più stabili.
46
Sarà predisposta una specifica normativa volta a tutelare elementi quali la viabilità minore, i
sentieri e i manufatti che caratterizzano i luoghi, nonché i processi di trasformazione fondiaria
che possono indurre alterazioni del paesaggio e del territorio.
L’indirizzo del Piano Strutturale, per la parte di territorio costituita dalla tenuta di
Camugliano, costituita prevalentemente da boschi, prati-pascoli e seminativi, è quello di
conservazione attiva e di tutela del paesaggio agrario, anche in considerazione degli usi legati
al tempo libero.
In considerazione del suo elevato pregio ambientale e paesaggistico, l’intero ambito
considerato si intende non edificabile; il Piano stabilisce la necessità di recuperare e
riqualificare il patrimonio edilizio esistente.
Per quanto riguarda le ex cave esistenti, la scelta del Piano è quella di consentire interventi
finalizzati al recupero ed alla riqualificazione dei fronti e delle aree limitrofe alla cava, nonché
degli edifici di servizio alle attività di escavazione, con eventuale riuso dei volumi esistenti
per residenza e servizi di interesse collettivo. Ogni intervento è subordinato alla formazione di
Piani Particolareggiati.
8. NORME
47
IL Sistema Ambientale comprende il territorio rurale, che quindi viene normato e disciplinato
all’interno di esso, sia attraverso norme che valgono per tutto il territorio rurale, sia attraverso
norme specifiche per sistemi o subsistemi ambientali, sulla base della suddivisione effettuata
nel quadro conoscitivo e quindi secondo il seguente schema:
- Sistema di pianura
- subsistema della pianura fluviale (parte)
- subsistema della pianura agricola (parte)
- Sistema di collina
- subsistema pecollinare (parte)
Il Piano Strutturale nel Quadro Conoscitivo ha individuato e perimetrato le aree ad esclusiva o
prevalente funzione agricola, così come quelle di interesse paesaggistico, (art. 23 del P.I.T. e
l’art.14 del P.T.C.), come evidenziato in cartografia.
Il Piano Strutturale, attraverso il confronto tra obiettivi politici e Quadro Conoscitivo ha
enucleato gli obiettivi programmatici per il territorio rurale sopra elencati, che rende
programmatici attraverso la predisposizione di criteri ed indirizzi vincolanti per lo strumento
attuativo rappresentato dal Regolamento Urbanistico.
8.1 Criteri ed indirizzi per il R.U. validi per l’intero territorio rurale
Il Regolamento Urbanistico, facendo propri gli obiettivi emersi dal Piano Strutturale, avrà tra i
principali obiettivi la disciplina degli aspetti principali per la tutela e la manutenzione degli
elementi costitutivi del sistema ambientale e del paesaggio agrario, quali l’assetto fondiario,
la viabilità vicinale e poderale, la rete idraulica di drenaggio superficiale, i manufatti e gli
elementi naturali di pregio storico, architettonico ed ambientale. Tale disciplina potrà essere
attuata direttamente o attraverso l’individuazione ed il rimando a specifici strumenti, volti ad
entrare nel dettaglio conoscitivo e normativo di ciascun aspetto.
Il Regolamento Urbanistico definirà la disciplina del patrimonio edilizio esistente nel
territorio rurale, con particolare attenzione alla conservazione ed al recupero dell’edilizia
rurale storica. Per i nuclei ed i fabbricati sparsi il Regolamento Urbanistico determinerà le
categorie di intervento ammissibili in applicazione della Legge Regionale 64/95 e successive
modifiche; per le aggregazioni edilizie esistenti, oltre al recupero dei singoli organismi
48
edilizi, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione urbanistica finalizzati al
riordino formale e funzionale del contesto.
Il Regolamento Urbanistico definirà, in coerenza con la disciplina regionale e con le
disposizioni del PTC provinciale, i criteri ed requisiti per la trasformazione degli insediamenti
agricoli esistenti, e per la realizzazione dei nuovi. Al fine di garantire un corretto inserimento
nel contesto rurale, il R.U. disciplinerà i criteri di localizzazione nonché le caratteristiche
tipologiche e dimensionali dei nuovi interventi edilizi, privilegiando la realizzazione di
complessi organici attraverso la formazione di Piani di Miglioramento Agricolo Ambientale
(o di Piani Particolareggiati qualora i nuovi insediamenti riguardino più aziende) che
definiscano i caratteri generali dell’intervento valutandone anche l’inserimento in relazione al
paesaggio agricolo circostante.
Il Regolamento Urbanistico indicherà le categorie di intervento per gli edifici presenti sempre
in un’ottica conservativa. Detto strumento potrà svolgere una schedatura specifica del
patrimonio esistente, in modo da acquisire una conoscenza di maggior dettaglio rispetto a
quella assunta dallo stesso Piano Strutturale, di conseguenza si potranno dettare precise
categorie di intervento per ciascu edificio.
Per i complessi in stato di abbandono o degradati,si procederà alla individuazione di zone di
Recupero, demandando ai relativi strumenti attuativi il superamento delle condizioni di
degrado.
Il Regolamento Urbanistico disciplinerà in dettaglio la tipologia e dimensioni per
realizzazione di manufatti destinati alle attività agricole a carattere amatoriale, finalizzati a
favorire
il mantenimento dell’assetto paesaggistico ed il tessuto agrario. Tali manufatti
saranno collegati a fondi di dimensioni non inferiori a 5000 mq destinati ad orto
o
coltivazioni legnose (vite, olivo, fruttiferi), ed avranno dimensione non superiore a mq 25. Per
le serre di tipo fisso, il Regolamento Urbanistico, in riferimento all’art. 3 comma 10 e 11 della
L.R. 64/95 e successive modifiche, specificherà indirizzi e parametri dimensionali e tipologici
per la riqualificazione delle aree di produzione, configurando per quelle orto-floro-vivaistiche
la possibilità di realizzare punti di esposizione e commercializzazione (garden), con eventuali
strutture di servizio, nel rispetto dei criteri di un corretto inserimento ambientale.
In coerenza con gli obiettivi di valorizzazione turistica e ambientale del territorio, non sono
ammesse attività di allevamento non classificabili come attività agricole ai sensi del D.P.R.
917/1986, ivi comprese attività di cinotecnica.
Verranno inoltre analizzate le specifiche caratteristiche del territorio e le diverse tipologie
aziendali presenti nell’area comunale; tutto questo potrà determinare l’adozione di parametri
in modifica dei parametri di cui all’art.3 comma 2 della L.R. 64/95 e successive modifiche.
49
Il Regolamento Urbanistico, in riferimento agli edifici che verranno deruralizzati, dotati di
superficie di pertinenza maggiore di 1 ha, indicherà gli interventi di sistemazione ambientale,
da effettuare ai sensi delle L.R. 64/95 e successive modifiche.
Per quanto riguarda la ricettività e l’ospitalità turistica il Regolamento Urbanistico dovrà
disciplinare specificatamente gli interventi sul patrimonio edilizio esistente e sulle relative
aree di pertinenza.
8.1.1 Criteri ed indirizzi per il R.U. validi per il sistema della pianura
Nel Subsistema della pianura sono ammesse azioni di trasformazione rivolte prioritariamente
alla tutela ed alla valorizzazione del territorio rurale, con particolare riferimento al
mantenimento dei caratteri del paesaggio agrario, al recupero ed alla valorizzazione del
patrimonio edilizio esistente, alla difesa degli equilibri ambientali e dell’assetto
idrogeologico del territorio, alla realizzazione di forme di sviluppo e di utilizzazione
compatibili.
Il Sistema Ambientale della pianura è composto dal “subsistema della pianura agricola
(parte)”, che occupa la porzione di territorio più estesa, e dal “subsistema della pianura
fluviale(parte)”, che è strettamente connesso ai corsi dei due fiumi Era e Cascina.
Subsistema della pianura agricola (parte)
In questo subsistema
il Piano Strutturale ha come obiettivo principale lo sviluppo
compatibile e coordinato tra le funzioni che vi coesistono: agricola, industriale, residenziale.
In tal senso il R.U. intraprenderà azioni volte al sostegno alle attività agricole esistenti,
incentivando e valorizzando il ruolo di tutte le forme di agricoltura presenti, dalle grandi
realtà aziendali a quelle svolte part-time e per autoconsumo in un ottica di conservazione
degli aspetti paesaggistici. Quindi il R.U. dovrà disciplinare lo sviluppo dell’ industria
attraverso modi e forme compatibili con il previsto rafforzamento e miglioramento delle
attività agricole e del settore rurale in genere.
Subsistema della pianura fluviale (parte)
Il Piano Strutturale assume un atteggiamento di tutela e valorizzazione degli assetti
ambientali esistenti, con particolare riferimento alla vegetazione presente ed al reticolo
idraulico di bonifica. In considerazione della sua particolare fragilità, l’intera zona è da
considerarsi inedificabile.
50
Il Piano Strutturale prevede un Parco fluviale nell’ottica del processo di valorizzazione
dell’area e con un ruolo di connessione territoriale tra il sistema insediativo, sistema
industriale ed il resto del territorio rurale.
Inoltre è stata individuata un’area per attrezzature sportive integrata con gli insediamenti
urbani, con i servizi esistenti e naturalmente connessa al parco stesso con lo scopo di
potenziare le relazioni fra il tessuto edificato e gli spazi aperti circostanti.
8.1.2 Criteri ed indirizzi per il R.U. validi per il sistema di collina
Subsistema pedecollinare (parte)
Questo subsistema è localizzato nella zona a sud del Comune, e più precisamente, nelle zone
di Camugliano e dei Poggini. Per quanto riguarda le aree sottoposte a tutela dalla legislazione
vigente, con particolare riferimento alle aree protette di tipo b), c), d) individuate dalla D.C.R.
296/88, il Piano Strutturale conferma i vincoli e le prescrizioni stabilite. Per quanto riguarda
le aree di tipo a), corrispondenti alla restante parte del subsistema, il Piano individua specifici
indirizzi per la disciplina, in coerenza con le direttive di tutela e valorizzazione di cui agli art.
13 e 14 della D.C.R. 296/88.
Tale subsistema appare in buona misura coperto da boschi di interesse più ambientale che
agricolo. Per tal subsistema il Piano Strutturale prevede la tutela degli aspetti paesaggistici, lo
sviluppo delle attività agricole e turistiche presenti.
1. Il Piano Strutturale tende alla valorizzazione di queste zone, considerando come
prioritario il mantenimento e la riqualificazione degli assetti paesaggistici ed ambientali
esistenti. Gli obiettivi di tutela e valorizzazione per questo subsistema sono legati sia allo
sviluppo della fruizione turistica, ricreativa e naturalistica del bosco, sia alle attività
produttive legate all’agricoltura. Gli interventi dovranno risultare comunque coerenti con
le esigenze della conservazione e della valorizzazione delle risorse culturali,
architettoniche ed ambientali.
2. Per le aree boscate (boschi di resinose e latifoglie), così come sono state indicate nel
quadro conoscitivo, il Piano Strutturale prevede tutela e valorizzazione attraverso
l’incentivazione di interventi che favoriscano l’evoluzione verso un miglioramento della
biodiversità e quindi verso stati vegetali più stabili, naturalmente in coerenza con la L.R.
39/99 e con il Regolamento di Attuazione predisposto dalla Provincia di Pisa (in fase di
approvazione).
51
3. Per la zone collinari particolare valore paesaggistico destinate ad attività agricole (pratipascoli e coltivazioni) l’indirizzo del Piano Strutturale è di conservazione attiva in
un’ottica di tutela del paesaggio agrario, incentivando anche gli usi legati al tempo libero.
IL R.U. potrà prevedere una specifica normativa, rimandare ad uno strumento settoriale la
disciplina d’uso pubblico del territorio rurale per uso collettivo nel tempo libero (es. Parco
Agrario).
L’intero ambito, in considerazione del suo elevato pregio ambientale e paesaggistico, è da
sottoporre a tutela; gli obiettivi di valorizzazione turistica ed ambientale dovranno quindi
essere perseguiti attraverso il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio
esistente, per il quale, in ogni caso, sarà adottato un atteggiamento prevalentemente
conservativo. Eventuali forme integrative qualora necessarie per la riqualificazione
funzionale dovranno essere programmate adottando i criteri della sostenibilità e della
coerenza tipologica.
4. Per quanto riguarda le ex cave esistenti, la scelta del Piano è quella di consentire
interventi finalizzati al recupero ed alla riqualificazione dei fronti e delle aree limitrofe
alla cava, nonché degli edifici di servizio alle attività di escavazione, con eventuale riuso
dei volumi esistenti per residenza e servizi di interesse collettivo. Ogni intervento è
subordinato alla formazione di Piani Particolareggiati.
52