Epicondilite laterale Gomito del tennista
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Epicondilite laterale Gomito del tennista
È una tendinopatia inserzionale, cioè una patologia dei tendini dei muscoli epicondilei che sono quelli che permettono l’estensione del polso e delle dita e che si innestano appunto sull’epicondilo, protuberanza ossea laterale dell’omero. La causa fondamentale di questa patologia è l’eccessiva sollecitazione del tendine dovuta a movimenti eccessivamente ripetuti o eseguiti con troppa intensità. L’epicondilite colpisce soprattutto, ma non solo, i giocatori di tennis, proprio per le continue sollecitazioni e vibrazioni a cui è sottoposto il tendine, ogni volta che la racchetta trasmette al braccio la forza dell’impatto con la pallina. Questa ripetuta “scossa” a lungo produce un carico infiammatorio che colpisce sia il tendine nel punto della sua giunzione ossea, sia ovviamente l’osso stesso. Lo stato infiammatorio di tutta l’area dell’epicondilo produce dolore, che non scompare neppure a riposo e perdita di funzionalità del braccio ma anche della mano. L’epicondilite non deve essere considerata una patologia esclusivamente tennistica in quanto anche chi utilizza molto i muscoli estensori della mano, come le casalinghe e i pianisti e chi utilizza a lungo la tastiera del computer, è un soggetto a rischio. Epicondilite laterale Gomito del tennista Diagnosi La diagnosi è normalmente facilitata dal tipo di attività svolta dalla persona. L’epicondilite è riconoscibile anche perché manifesta molto dolore se si sottopone a pressione l’epicondilo. Il dolore si irradia facilmente all’avambraccio e, come detto prima, anche alla mano. Terapia Il primo intervento e il riposo di almeno 15/20 giorni e la sospensione dell’attività muscolare. Impacchi con ghiaccio possono servire nelle fasi più acute. La terapia farmacologica a base di antinfiammatori e analgesici è molto efficace sia sul dolore che sull’infiammazione. Ci sono inoltre molti tipi di terapie fisiche: mesoterapia, ozonoterapia, laserterapia e una molto recente come la “crioultrasuonoterapia”. Nelle forme più resistenti è possibile provvedere con infiltrazioni di cortisone. Consigli Se la causa dell’epicondilite è il tennis e non si vuole interrompere la pratica si possono fare due cose: L’uso di un tutore di protezione che posto sull’avambraccio riduce la “vibrazione” del tendine, o meglio impedisce che arrivi inalterata fino all’osso. I tutori sono indicati anche nelle epicondiliti non tennistiche; Si può scegliere una racchetta che assorba meglio il colpo e non trasmetta impulsi eccessivi al braccio. Anche il peso e la durezza delle palline ha la sua importanza; Se si assumono antinfiammatori per lunghi periodi è opportuno prendere anche farmaci per la protezione dello stomaco; Se il disturbo è di tipo professionale è importante controllare la posizione che si assume durante il lavoro. Per esempio i gomiti non devono mai essere troppo bassi rispetto alle mani; Importanti sono anche le pause e le interruzioni, magari aiutate da esercizi di tonificazione muscolare.