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POLIS@TV
MENSILE DI INFORMAZIONE,
ATTUALITÀ E CULTURA
Anno 1 n°1
in attesa di registrazione
Editore:
Cyrano Golosità Srl
Direttore Editoriale:
Gennaro Pascali
Direttore Responsabile:
Marina Bertucci
Responsabile di progetto:
Daniele D’Ippolito
Coordinatore Editoriale:
Valentina Marone
Capo Ufficio Stampa:
Giovanni Proietti
Comitato di redazione:
Daniele D’Ippolito,
Giovanni Proietti, Marina Bertucci,
Mario Presta, Patrizia Fersurella,
Valentina Marone
Collaboratori:
Alice Giape- Ambra Zuccarini
Prof. Antonio Lombardo
David Varone - Edoardo Massimi
Francesca Neroni - Ilaria Pascali
Luca De Matteis - Malvina Diletti
Marzia Fabiano - Roberta de Martino
Simone Malfagia - Tommaso Modesti
Vincenzo Varchetta
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progetto grafico e impaginazione:
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Stampa:
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Vigna Girelli, 81 - 00148 Roma
Un caro saluto di benvenuto a tutti i nostri
lettori!
Spero che nei prossimi mesi possiate diventare sempre più numerosi. Abbiamo scelto
POLIS@TV come nome della testata per dare
già dal titolo il taglio trasversale del nostro
mensile, nell’accezione di una nuova “comunità” mediatica nata all’interno dell’Ateneo.
Parleremo di sport a livello dilettantistico,
dando notizie ed aggiornamenti sulle attività promosse dalla ASD Polisportiva Università Tor Vergata, costituita all’interno del
Corso di laurea in Scienze Motorie - Facoltà
di Medicina e Chirurgia - presieduto dal Prof.
Antonio Lombardo. Temi di attualità, interviste, recensioni cinematografiche e teatrali,
le novità musicali, le tendenze della moda
e tanto altro ancora faranno da corredo ad
un palinsesto che avrà sempre un occhio di
riguardo per le tante realtà coesistenti nella
nostra Università. Ringrazio tutti i miei collaboratori della redazione che si sono prestati
affinché Polis@TV non rimanesse un sogno.
Porgiamo le nostre più vivissime Congratulazioni al Prof. Renato Lauro, Preside della
Facoltà di Medicina, eletto nel mese di Ottobre 2008, nuovo Rettore dell’Università degli
Studi di Roma Tor Vergata. Auguriamo a Lui
ed a tutti i Presidi di Facoltà, vecchi e nuovi,
di svolgere la loro attività professionale con
serenità e dedizione, consapevoli dell’importanza della formazione universitaria per lo
sviluppo umanistico, scientifico ed economico del nostro “sistema” Paese. Salutiamo
anche il Rettore uscente, il Prof. Alessandro
Finazzi Agrò, che per tanti anni ha svolto il
ruolo guida di uno dei più importanti e prestigiosi Atenei italiani. Grazie di avere scelto
Polis@TV e di condividere il nostro progetto
che ci auguriamo possa diventare presto un
ulteriore luogo di incontro della comunità
universitaria.
A presto! Marina Bertucci
DIRETTORE RESPONSABILE POLIS@TV
La collaborazione è da ritenersi gratuita e non retribuita salvo diversi accordi contrattuali. La direzione si
riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Gli
articoli firmati esprimono le opinioni degli autori e non della direzione.
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6 cover@Andrew Howe
10 focuson@Wall-e la questione ambientale
6
12 l’intervista@Al Pacino
14 polisportiva@Nasce Polis
17 style@Moda Autunno-Inverno ‘08/’09
18 l’opinione@Intervista al Magnifico Rettore
12
20 cinema@Roma Film Festival 2008
22 le facoltà@I corsi di formazione universitaria
24 [email protected] teatro
28 work in progress@Una “rete” di opportunità
30 tubo catodico@Non ci resta che piangere
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32 sport@Homo Ludens e l’invenzione del modello
34 university contest@Università romane
36 eventi@Emozioni da vivere
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38 world wild web@Ci vediamo su Facebook
40 gallery@Le vostre foto
41 parole&musica@Belle and Sebastian...
43 in libreria@Estasi Culinarie
44
44 arte@Biennale di Architettura 2008
47 viaggi@Alla scoperta di Amsterdam
48 allenamente@Svago&Tempo libero
49 movida@Campus Event
50 vedoprevedo@Oroscopo di Dicembre
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ANDREW HOWE
UN SALTO LUNGO UN SOGNO:
di Valentina Marone
faccia a faccia con il predestinato
Andrew Howe Besozzi, classe 1985, born in the USA, ma cresciuto a pane e “strangozzi” nella quiete di Rieti, ha appena finito di allenarsi quando, con cortesia e
garbo, ci risponde al telefono per parlarci un pò di sé. Per atterrare più lontano
di tutti serve lo stacco buono e, magari, un po’ di vento a favore, ma soprattutto
la testa giusta e lui, che da piccolo fu preso in braccio da Carl Lewis il quale disse
ai presenti che il piccolo Howe sarebbe stato il primo a saltare oltre i 9 metri nel
salto in lungo, sembra proprio averla.
L’esperienza a Pechino, per vari motivi non è stata esaltante
da un punto di vista sportivo, ma crediamo che tu abbia
sicuramente vissuto un’esperienza unica. Ce ne vuoi
parlare?
I giochi olimpici mi hanno catapultato in una dimensione
completamente nuova ed emozionante. Pechino mi ha fatto crescere e mi ha fatto capire che è proprio nel momento
in cui le cose vanno male che bisogna rialzarsi e lavorare
duro per perseguire gli obiettivi importanti nella vita di
un’atleta. L’esperienza vissuta in Cina mi ha fatto, poi,
apprezzare ancora di più il paese che rappresento e nel
quale vivo. Per quanto ho visto e sperimentato lì, posso
affermare che l’Italia è un paese bellissimo che amo ogni
giorno di più.
Sei uno studente iscritto al Corso di laurea in Scienze
motorie della Facoltà di Medicina e Chirurgia, ma
sappiamo anche della tua voglia di cimentarti con
gli studi filosofici. Quale è il tuo rapporto con la
cultura?
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Quando ero piccolo avevo un rapporto contrastante con lo studio, vedevo la scuola come
una forzatura che toglieva tempo ai miei divertimenti. Maturando ho, invece, sentito crescere la voglia di approfondire le
mie conoscenze, di capire meglio come gira il mondo e perché
vivi in questo modo. Mia madre, che si è laureata in psicologia, mi ha trasmesso la passione verso gli studi più introspettivi della natura umana che mi aiutano nella vita, come nello
sport a conoscere e rispettare meglio il mio corpo, presupposto fondamentale soprattutto in uno sport individuale come
l’atletica leggera.
Sei nato a Los Angeles ed anche grazie alla pratica dell’attività sportiva hai avuto modo di viaggiare molto e
venire a stretto contatto con le culture dei diversi paesi
che hai visitato. Qual è il tuo punto di vista su una delle
tematiche più urgenti del momento, quale l’integrazione?
L’urgenza di una tematica così importante è data in particolar
modo dal fatto che spesso il concetto di integrazione ingenera
intolleranza razziale. Fortunatamente vivendo a Rieti, in una
realtà certamente più ridimensionata rispetto a quella delle
grandi metropoli, non ho mai dovuto scontrarmi con episodi
di intolleranza. Io credo che in primo luogo integrarsi significhi
adattarsi alle leggi, alle regole ed alle usanze del posto in cui
ci si trova. Quando mi chiedono se mi senta italiano rispondo
con una domanda: “come fa un italiano a sentirsi italiano?” Io
mi sono reso conto di sentirmi italiano e fiero di esserlo quando mi sono trovato a difendere il mio paese da insulti gratuiti
ed ingiusti. Mi sento italiano ogni volta che piango mentre
canto l’inno nazionale e reputo che conoscerlo sia una dimostrazione di rispetto verso l’Italia e gli italiani.
Poliedrico è forse, l’aggettivo che meglio ti rappresenta:
hai praticato diversi sport prima di avvicinarti concretamente all’atletica, disciplina, peraltro, nella quale ti cimenti in più specialità; sei protagonista spigliato di vari
spot televisivi; sei batterista in una rock band, regista di
cortometraggi…. Insomma, cosa farà Andrew da grande?
Non ne ho idea. Di certo so, però, che vorrò essere un buon pa-
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dre per i miei figli. Mi aspetto una vita semplice. La passione
per la musica è nata un po’ per caso. Nella mia famiglia nessuno ha mai suonato uno strumento musicale, eppure già
all’età di 7 anni mi improvvisavo batterista armeggiando
con i cucchiai di legno nella cucina di casa. Poi ad 11 anni
la mia prima batteria, fino all’incontro, nel 2001, con un
mio amico bassista con il quale abbiamo messo su una
piccola rock band chiamata Craiving. Suoniamo un genere alternative rock e, come amiamo dire noi nel nostro
gergo, siamo una band “ignorri”. Al momento stiamo lavorando ad un LP con 12 brani che incideremo a gennaio con
l’intento di fare uscire l’album per il mese di giugno.
Rimaniamo al prossimo futuro: quando e dove ti rivedremo gareggiare?
Il prossimo marzo, ai Campionati Europei
Indoor di Torino. Ora sto lavorando duramente per prepararmi al meglio
a questo appuntamento che non
voglio fallire, perché sono molto
inca**ato con me stesso e sono
convinto che ci arriverò molto
più determinato e convinto
dei miei mezzi.
Un difetto ed un pregio che
Andrew riconosce ad Andrew
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Confesso, senza dubbio, di
essere un tipo piuttosto lunatico che, ogni tanto, come
mi dicono i miei amici, “scapoccia” con troppa facilità.
Nella lista dei pregi metterei
al primo posto l’umiltà che
mi ha saputo infondere
mia madre.
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Wall-e la questione
ambientale
di Marzia Fabiano
Ambiente e Cultura
Il protocollo di Kyoto è un film erotico
giapponese?
Esplosa l’emergenza rifiuti, la cultura
sublima i nostri sensi di colpa. Facendoci estinguere.
Sicurezza e rifiuti sono stati i temi mediatici più dibattuti dell’ultimo periodo.
Napoli è apparsa la capitale mondiale
della spazzatura errante, ma i turisti –
comprensivi o avvezzi? – non per questo hanno boicottato la meta, anzi.
Il tema dei rifiuti infatti e più in generale il dibattito ambientalista coinvolgono un po’ tutti a livello planetario e
scegliere “la differenziata” – malgrado
l’indubbia scomodità – sembra una
delle poche soluzioni contro l’inquinamento. Altre le promuove il Protocollo
di Kyoto, il trattato che prevede modelli
di “sviuluppo pulito”, al quale però Usa,
India e Cina, paradossalmente, non
hanno aderito.
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Caparezza ironizza su chi sottovaluta il
problema ma non è forse un male che
l’allarmismo sui temi dell’ambiente
abbia ripreso vigore dopo il caso Cernobyl. Se le ipotesi di disastro ecologico e scenari catastrofici sono all’ordine
del giorno, non tutti infatti sembrano
prendere sul serio il problema. E allora
il cinema e la cultura lanciano una provocazione davanti alla quale non si può
restare indifferenti: mostrano “il mondo
dopo l’uomo”, cioè dopo la nostra estinzione. E lo spettacolo è disarmante.
Ziggurat di balle di rifiuti, luce aliena
e tempeste di polvere che sferzano
piane brulle sono il paesaggio che
Andrew Stanton ha immaginato per
l’ultimo film di animazione della Pixar,
Wall-e. Un obsoleto robottino-spazzino
da settecento anni comprime balla di
rifiuti; è l’ultimo di una squadra di pulitori, tutti ormai guasti. Le panoramiche
aeree della metropoli suscitano malinconie luttuose: non corse di cervi, come
nel film Io sono leggenda, ma immobile sporcizia e cumuli di rifiuti, unico
lascito degli uomini emigrati lontano
dal pianeta.
Lo sconforto che prova lo spettatore
davanti alla pellicola è lo stesso che deve aver
coinvolto un gruppo di scienziati, che stanchi
dell’indifferenza degli uomini (che non sembrano voler agire subito per difendere l’ambiente),
hanno iniziato a studiare il mondo a partire dalla
scomparsa – autoinflitta dell’uomo.
Un pioniere nel genere è Alan Weisman, un giornalista che si occupa di divulgazione scientifica. Nel 2008 Einaudi ha pubblicato
in Italia il suo saggio, Il mondo senza di noi, che mostra cosa accadrebbe alla Terra se da un
momento all’altro l’uomo
sparisse. Metropolitane
allagate e rapida distruzione delle città sono il
destino che attenderebbe i
manufatti (eccetto i polimeri
– le plastiche – che sembrano essere un “dono” dell’uomo alla Terra quasi
eterno). Si è occupato del tema anche il National Geographic, che ha prodotto un fanta
- documentario:
Aftermath, population zero. The world after humans.
Il lungometraggio naturalistico sfrutta tecniche
di animazione digitale ma le riprese sono del
tutto verosimili. Londra, senza i suoi abitanti è
ritratta come una palude e Manhattan è una foresta rigogliosa.
La serie di esempi simili, frutto della creatività
contemporanea, sarebbe lunga e forse l’estinzione potrebbe essere davvero l’unica soluzione per non minare troppo nel profondo l’ambiente e restituire alla Natura i suoi spazi. Nel
frattempo, sublimati i sensi di colpa nel “non
essere più” possiamo limitarci a piccole scelte
ecologiste contenendo gli sprechi: in fondo,
queste, sono solo fantasie. (M.F.)
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Dopo un Oscar, tre Golden Globe ed
un Leone d’Oro, Mister Al Pacino sbarca a Roma per ricevere il Marc’Aurelio
d’oro alla carriera, inaugurare la terza
edizione del Festival Internazionale
del Film di Roma e calpestare per primo il rosso tappeto vergine che apre
le porte della Città della Musica, prestata per, le grandi occasioni, alla settima arte: il Cinema.
Nei tre grandi “scarabei” dell’Auditorium capitolino stampa e pubblico
hanno incoronato il presidente dell’Actors Studio come padre “dell’antidivismo hollywoodiano”. Lui, il Micheal
Corleone del Brando - “Padrino”, lui,
il fiero Serpico, lui, l’ambizioso Tony
Montana, lui, che pure potrebbe permettersi un sano bagno di fanatismo,
passeggia sul red carpet con scanzonata autoironia e disincantata “normalità”.
AL PACINO
di Valentina Marone
Alfredo James Pacino non lesina autografi, fotografie, né strette di mano, sembra a suo agio,
allegro e per nulla infastidito dalla morbosa accoglienza di Roma che, si sa, è popolata di “gente
de core”. Comodamente seduto nel suo completo grigio, sorriso “casual”, occhiali tra i capelli ed
un nodo alla cravatta allentato come quando ci
si rilassa, Pacino da’ spettacolo regalando ai cronisti un repertorio di risposte divertenti e divertite, brillanti e mai banali. Sul palcoscenico della
Sala Petrassi Al ritrova l’eclettismo dell’attore di
teatro e, lontano dalla saccenza di tanti “maestri per un giorno”, ci offre un assaggio delle sue
sconfinate doti recitative.
“È un piacere essere qui.
Adoro venire in Italia e non solo per lavoro, vengo
spesso a trovare i tanti amici che ho qui, ma oggi
mi sono chiesto perché abbiano organizzato una
festa così speciale tutta per me… mi fa chiedere
per quale motivo io abbia meritato un’accoglienza simile!”
Promette di tornare e, magari, l’anno prossimo
per presentare proprio a Roma il suo ultimo lavoro Salomaybe, tratto da Oscar Wilde ed ispirato ad una piéce teatrale vista a Londra.
Racconta che la nuova generazione di attori
moderni mostra più fiducia nei propri mezzi di
quanta non ne avesse lui stesso e confida di
cercare spesso di rompere il ghiaccio per
primo con i giovani attori che sembrano
intimiditi dall’idea di lavorare con lui.
“Conoscersi e comunicare fa la differenza nella riuscita di un buon film”.
Quando gli viene chiesto quale sia la situazione attuale del Cinema lui si scrolla dalle spalle
la risposta risolutiva e semplicemente dice: “Io
non so leggere nel futuro del cinema, conosco solo
le sue infinite capacità di espressione e questo mi
basta, perché mi entusiasma”.
Dichiara candidamente il suo amore per il Cinema, ma confessa la sua grande passione per
il teatro che è stata la sua prima casa e che gli
regala una dimensione artistica più confacente
al suo eclettismo. “Io sono un performer. Il palcoscenico è la mia famiglia, lì sopra mi sento più
stimolato”.
Sarà forse un retaggio della sua pigrizia
(Francis Ford Coppola ha dichiarato che Al
avrebbe accettato di recitare Apocalypse Now se
solo lo avessero girato nel suo appartamento),
ma le estenuanti riprese sui set cinematografici non sono paragonabili alle sensazioni che gli
suscita “entrare ed uscire voluttuosamente da un
personaggio teatrale”, soprattutto se ispirato alle
piéce di Shakespeare. Interpretare un ruolo sta
all’attore come una tela bianca sta ad un pittore. Di fronte ad un nuovo personaggio si sente
come Jackson Pollock che libera il suo inconscio
fino a farlo emergere… dall’Action Painting
alla Action Acting. Sta di fatto che, con geniale
sarcasmo, quando gli chiedono cosa sia la cosa
migliore che abbia imparato dal Cinema lui risponde: “È la bevuta dopo le riprese”.
In Scarface Tony Montana dice che il miglior
attore è il miglior bugiardo, ma il suo alter-ego
Pacino dice: “Nella vita recitiamo, ma nell’arte
perseguiamo la verità”…
E se lo dice lui c’è da credergli.
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NASCE POLIS@TV
la città del pensiero
in movimento
di Daniele D’Ippolito
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È evidente che la creazione di una Polisportiva Universitaria sia dettata originariamente da
motivazioni legate alla diffusione ed alla pratica di discipline sportive ad uso degli studenti
universitari, come appare chiaro che sia nata
come estensione diretta del Corso di laurea
in Scienze Motorie della Facoltà di Medicina e
Chirurgia. Sarebbe stato quindi naturale, proseguire su questo percorso, peraltro non facile,
in quanto intrapreso senza un budget economico predefinito ed in assenza di strutture
sportive di proprietà, in attesa della realizzazione della “Città dello Sport”. La peculiarità di
essere, comunque, una Polisportiva Universitaria ci ha fatto riflettere sulla “mission” di questa
struttura anche alla luce di diverse considerazioni: l’Università, come spesso accade per altri
luoghi di aggregazione sociale, è costituita da
compartimenti stagni, dove la gente si sfiora,
ma non si incontra e dove sovente le diversità e le diffidenze sono pre-concettuali e non
legate a fatti concreti. La soluzione e al tempo
stesso il mezzo è senz’altro lo Sport ed i valori
ad esso collegati: nelle nostre squadre si uniscono, infatti, studenti provenienti da differen-
ti facoltà, di diverso stato sociale e di diverse
idee politiche. Ragazzi e ragazze che forse non
si sarebbero mai incontrati nel loro percorso
universitario, ma che hanno saputo creare
gruppi eterogenei, ma solidi, in una società
dominata da omologazione ed assenza di valori. Questa funzione di aggregazione sociale
si rivolge naturalmente anche all’esterno, in
quanto la partecipazione ai vari tornei universitari permette il confronto sportivo e la
conoscenza di studenti di altre università
statali, private e straniere. Per ultimo, ma
non meno importante, l’apertura verso
il territorio contiguo dei municipi e della
città, con la programmazione di attività
sportive realizzate in collaborazione con
operatori sociali ed istituzioni operanti
per la tutela e l’integrazione di detenuti, diversamente abili o affetti da disturbi
psichici, per i quali lo sport può rappresentare
un raggio di luce, un sorriso, una speranza.
Quanto realizzato in questo primo anno di attività sarebbe andato in qualche modo perso
se non fosse stato conosciuto e condiviso dal
maggior numero di persone; per questo motivo abbiamo deciso di intraprendere un’ulteriore
avventura: il Magazine della Polisportiva. Uno
strumento che vuole dare conto non solo dello svolgimento delle varie attività sportive, ma
anche dare voce alle iniziative istituzionali dell’Ateneo e delle varie Facoltà, oltre che al mondo
studentesco, dal singolo studente fino al microcosmo delle varie associazioni.
Il progetto della Polisportiva Università Tor Ver-
gata si presenta, quindi, come un’esperienza
innovativa, che spazia dallo svolgimento di attività sportive, al supporto alla didattica del Corso
di laurea in Scienze Motorie, dal management
e found rising alla comunicazione integrata ed
alla realizzazione di eventi. Un patrimonio che
vogliamo condividere e mettere a disposizione
dell’Ateneo, convinti delle potenzialità enormi
di questa struttura e delle possibili sinergie positive con altre realtà presenti nell’Università Tor
Vergata.
Noi abbiamo lanciato il sasso nel mare… adesso
aspettiamo di cavalcare insieme l’onda più alta!
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MODA COME FENOMENO CULTURALE
di Daniela Blasi
La “moda” si mostra senza più confini. La vediamo stringere alleanze
con le arti visive, con i media, con le
nuove dimensioni estetiche. Prende
respiro dal mero aspetto sartoriale
per proiettarsi in una ricerca continua
di legame e interazione con i molteplici linguaggi espressivi. Si confronta ed
esplora. Diventa forma d’arte, elemento di flussi comunicativi, strategia di
mercato. Questo significa che la Moda,
vivendo pienamente la stagione di “fenomeno culturale”, si afferma sempre più
come punto di forza del sistema industriale, risorsa e valore aggiunto straordinario. Ormai sarebbe riduttivo confinarla alla sola dimensione
di cultura vestimentaria. Questo l’hanno capito
bene alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” dove è
stato istituito il corso di formazione Cultura
della Moda giunto alla sua quarta edizione.
Un percorso dedicato interamente al fenomeno MODA che scomposto in tante parti diventa storia, attualità e futuro. Un excursus che va
dalla tradizione all’innovazione fino ad arrivare
alle tendenze più attuali, dall’artigianato e dalla creatività delle grandi firme e delle piccole
sartorie all’underground in passerella, alle sfide
del Made in Italy, all’internazionalizzazione, alla
contraffazione, all’Oriente: minaccia o risorsa?
Chi desidera entrare nel mondo della Moda
non può trascurare l’apporto completo che il
corso offre; una tendenza innata o un sogno
possono avere maggiori probabilità di successo se rafforzati da un solido bagaglio culturale.
Per informazioni ed iscrizioni contattare il sito internet www.lettere.uniroma2.it/culturadellamoda
Dott.ssa Daniela Blasi Coordinatrice del corso
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MODA CHE PASSIONE
di Ilaria Pascali
Abbiamo avuto un’estate calda e come principio di autunno non ci possiamo lamentare, ma ora da pochi
giorni si è risvegliato da un lungo letargo il cattivo
tempo, portando con sé le piogge e i primi freddi.
Ma quest’anno saremo ben riparate, la tendenza moda per l’Autunno-Inverno 2008-2009, ha
riscoperto la pelliccia (rigorosamente ecologica!) che guarnisce giacche, cappotti e mantelle.
Gli abiti sono ispirati al folk gitano, o all’hippy degli anni ‘80, mentre tornano
prepotentemente anche i ruggenti anni
Trenta, con le frange del charleston che
hanno riempito le passerelle dell’Alta Moda
romana sui vestiti, sulle scarpe e sugli stivali.
Must di questo inverno il gilet in tutti i colori,
anche ricoperto di paillettes, e lo scozzese applicato su vestiti, scarpe, borse e guarnizioni in puro
stile tartan, preferibilmente in rosso!
Novità: il cappotto a cappa, caro ad Audrey Hepburn
e lanciato nel film “Colazione da Tiffany” interpretato
dall’attrice; la riscoperta della mantella, in lana di alpaca
o cashmire, oppure in lana cotta, per allontanare i primi
freddi dell’autunno.
Riesumato dall’armadio il caro e classico tubino nero, che fa
tanto signorina bon-ton, corredato dall’immancabile filo di perle e da un golfino giro collo, così come l’intramontabile foulard
griffato.
Le borse, anche qui un ritorno: oltre ai classici rispuntano le borsettine della nonna con chiusura a scatto e la intramontabile tracolla
tutta catene e impunture.
Per le scarpe non c’è che l’imbarazzo della scelta: tacchi vertiginosi
per gli stivali; punta arrotondata e doppio fondo le scarpe o le classiche ballerine in velluto, pelle o in morbido camoscio.
I colori: sempre il nero, viola nelle sue varie sfumature, un’idea di
verde, tanto grigio, e l’intramontabile rosso.
Importante: da non dimenticare i guanti, lunghi fino al gomito, di
morbida pelle, di raso o ricamati, che fanno tanto Gilda.
La moda nel cinema, il cinema nella moda: tutto fa spettacolo, aspettando le nuove idee…
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INTERVISTA
AL MAGNIFICO
RETTORE
Prof. Renato Lauro
dell’Università
degli Studi
di Roma
“Tor Vergata”
di Valentina Marone
Lei è stato eletto in un momento di
grande agitazione e concitazione
per l’intero sistema scolastico italiano. In un tale contesto come si pone
nei confronti dei provvedimenti previsti nella finanziaria 2009?
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Evidentemente i tagli ai fondi destinati alle Università sono onerosi e
preoccupanti, in quanto bloccano
lo sviluppo degli Atenei italiani. Le
nostre Università non sono perfette
e l’intero sistema scolastico è sicuramente migliorabile, ma i tagli devono
essere mirati e ben calibrati, altrimenti si rischia di penalizzare le condizioni
virtuose che sorreggono i nostri Istituti. Le modifiche vanno ponderate
con coerenza e lungimiranza al fine di
cooperare per lo sviluppo comune di
una società della conoscenza.
I tagli ai finanziamenti per la formazione e la ricerca negli atenei italiani implicano necessariamente la diminuzione
dei fondi destinati ad attività parallele
rispetto alla didattica frontale, tra le
quali le iniziative culturali e sportive di
grande valenza sociale per i giovani.
Qual è la sua posizione rispetto alla
pratica sportiva universitaria e come
pensa di affrontare e gestire le diffi-
coltà aggravate da una situazione simile?
Indubbiamente sarebbe importante ed urgente
riuscire a mettere in atto iniziative attraverso le
quali poter reperire fondi al di là di quelli provenienti dal finanziamento ordinario. Realizzare o
supportare iniziative culturali e sportive equivale a favorire la socializzazione in ambito studentesco e a trasmettere ai giovani un’attenzione
benevola e positiva ai valori da privilegiare.
Nuovo Sindaco e nuovo Rettore: quale sarà il
futuro per la Città dello Sport in funzione di
questa nuova sinergia?
Il tema è complesso ed estremamente delicato.
Nel corso di un incontro con il Sindaco Gianni
Alemanno abbiamo affrontato la questione con
la promessa di valutare attentamente gli eventuali sviluppi futuri. Attualmente, quindi, non so
quale possa essere il futuro prossimo della Città
dello Sport, ma auspico un suo positivo completamento nell’interesse sia dell’Ateneo, che del
quadrante cittadino limitrofo. Non trattandosi
esclusivamente dell’insediamento di impianti
sportivi, la Città dello Sport rappresenterebbe
un polo utile per lo svolgimento di grandi eventi
e manifestazioni a carattere socio-culturale.
La presenza di una Polisportiva Universitaria
a Tor Vergata rappresenta un valore aggiunto alla qualità del nostro Ateneo, soprattutto
in termini di esaltazione di quei valori etici di
cui lo Sport sano è portatore. Come pensa di
incentivare la pratica sportiva presso i nostri
studenti?
In primo luogo è fondamentale ed indispensabile individuare e potenziare le infrastrutture. L’istituzione nel nostro Ateneo di un Corso di laurea
in Scienze motorie, all’interno della Facoltà di Medicina e Chirurgia, ha delineato un primo, importante impulso per lo sviluppo di attività di ricerca
legate allo sport. La creazione della Polisportiva
Università Tor Vergata vuole rappresentare uno
strumento di incentivazione alla pratica sportiva a disposizione del corpo studentesco, anche
attraverso l’ausilio delle competenze dei docenti
afferenti al Corso di laurea in Scienze motorie.
In sede di campagna elettorale Lei ha affermato che sarebbe stato un Rettore attento e vicino
alle problematiche del personale docente, amministrativo e dell’intero corpo studentesco.
Come crede di far fede a questa sua promessa?
Nonostante le attuali difficoltà economiche mi
impegnerò affinché il nuovo corso del nostro
Ateneo possa dare voce e spazio a tutte le sue
componenti. Formazione continua, incentivazioni e situazione ambientale: sono queste le
linee guida necessarie alla trasformazione di Tor
Vergata da Ateneo a “Comunità”, i cui protagonisti possano condividere e perseguire gli stessi
obiettivi, con la stessa passione.
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ROMA FILM
FESTIVAL 2 0 0 8
di Vincenzo Varchetta
C’era molta attesa per questo Festival. Forse a causa delle polemiche innescatesi dopo il passaggio di consegne al Campidoglio tra Veltroni e Alemanno, o forse a causa degli stravolgimenti annunciati (a partire dal nome) dai nuovi vertici
della Fondazione Cinema per Roma, organizzatrice dell’evento. Tutto sommato, almeno per quest’anno, non si può parlare
di rivoluzione ma di semplice “rivisitazione”.
Festa del Cinema, Festival del Film, o in qualunque modo la
si voglia chiamare, l’edizione 2008 della kermesse romana dedicata alla settima arte ha mantenuto gli altissimi standard di
gradimento delle due precedenti edizioni: 7500 accreditati,
115.000 biglietti venduti, con una media di 12.000 al giorno.
Sono numeri che non hanno bisogno di commenti e consolidano il grande successo che questa manifestazione è riuscita
a riscuotere dopo sole tre edizioni.
Della vecchia ricetta sono rimasti molti ingredienti: la location (l’Auditorium Parco della Musica di Roma), la durata dell’evento, il red carpet, le cinque principali sezioni del festival.
Poche le novità degne di nota, eccezion fatta per l’istituzione
di un premio della critica e per un criterio di selezione orientato verso le pellicole “nostrane”.
La tendenza a privilegiare il cinema italiano non ha precluso
la partecipazione di alcuni tra i più grandi nomi del cinema
20
mondiale. La serata inaugurale ha avuto come protagonista
uno dei più grandi attori viventi, Al Pacino, che ha ritirato il Marc’Aurelio Acting Awards, accolto calorosamente dal pubblico romano.
Molti i nomi illustri presenti all’Auditorium nei giorni successivi: Wim
Wenders, Michael Cimino, David Cronenberg, Viggo Mortensen, Guy
Ritchie, Zac Efron, Gina Lollobrigida, Monica Bellucci, Carlo Verdone,
Toni Servillo sono solo alcune delle star che hanno sfilato sul red carpet, il tappeto rosso che
accoglie i vip.
Ma se il lato più mondano del festival ha
puntato i riflettori sui divi del cinema internazionale, i premi assegnati quest’anno, al
contrario, parlano italiano: Il Marc’Aurelio
d’Oro per il miglior film (assegnato dal
pubblico) è andato a Resolution 819 di
Giacomo Battiato, mentre il premio per
la migliore interpretazione femminile è
stato vinto da Donatella Finocchiaro per
Galantuomini, di Edoardo Winspeare. Il
premio della critica è stato assegnato a
Opium War di Siddiq Barman e Bohdan
Stupka è stato giudicato miglior interprete maschile per Serce na dloni
(With a Warm Heart /Il cuore in mano) di
Krysztof Zanussi.
Il Festival del Film di Roma si è chiuso
con una splendida coreografia di fuochi d’artificio che hanno illuminato il
cielo grigio sopra l’Auditorium, sulle
note di alcune celebri colonne sonore del passato. Uno spettacolo unico a
coronamento di un evento che, dopo
Cannes, ha confermato la rinascita del
cinema italiano.
21
i CORSI
di FORMAZIONE
UNIVERSITARIA
di Francesca Neroni
La situazione economica non solo a
livello nazionale, desta evidentemente preoccupazioni a diversi livelli su
differenti piani: l’economista e la casalinga hanno priorità diverse, ma la
sostanza rimane la stessa.
Questo quadro, spesso dipinto a tinte fosche sulla stampa e dai media,
si riflette purtroppo su un mercato
del lavoro già drammaticamente stagnante da diversi anni. Le prospettive
offerte ai giovani sembrano assottigliarsi fino a naufragare in call center
e precariati senza prospettive. In realtà la situazione per fortuna non è così
nera. Esistono settori in discesa e set-
tori in sviluppo, esistono professioni
più consolidate e nuovi mestieri, ma
su tutto emerge un dato inconfutabile: la formazione è alla base di
qualsiasi percorso lavorativo. E’ lo
strumento principale per accedervi,
è l’elemento imprescindibile attraverso il quale mantenere l’adeguato
aggiornamento e le necessarie competenze per garantire livelli di qualità
elevati e competitivi.
In Italia siamo purtroppo in ritardo
per ciò che concerne le competenze
professionali possedute dagli adulti
occupati.
Siamo in svantaggio sia rispetto alla
quota di occupati in possesso di titolo di studio superiore, sia rispetto alla
partecipazione ad iniziative di
istruzione e formazione.
Tralasciando le ragioni economiche o culturali che possono
sottendere a questa situazione, il dato deve comunque far
riflettere.
Dall’avvio del Processo di
Bologna, le Università sono
chiamate ad attivare specifiche iniziative di formazione ed
orientamento volte alla piena e buona occupazione dei propri laureati.
Questa sfida è stata raccolta anche dal Corso
di Laurea in Scienze Motorie della Facoltà di
Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma
“Tor Vergata” che, in coordinamento con le azioni già avviate anche in sinergia con gli altri Atenei romani (Job-Linker, Soul, FIxO), ha strutturato
al proprio interno un Ufficio per la Formazione
ed il Job Placement dei propri studenti per attivare un circuito virtuoso che aiuti i ragazzi all’inserimento nel mercato del lavoro fornendoli
delle necessarie atout richieste dalle aziende e
strutture del settore.Per questa ragione, l’Ufficio promuoverà Corsi di Formazione “a catalogo” che ogni anno saranno riproposti, elaborati
sulla base dell’esperienza e delle valutazioni dei
suoi docenti (Giornalismo Sportivo, Manager di
Centri Fitness e Sportivi, Match Analista), e Corsi “su commissione” sviluppati in sinergia con le
aziende, le Federazioni sportive, le associazioni di settore, sulla base di precise esigenze di
mercato per le quali non siano presenti figure
adeguatamente formate. L’obiettivo è quello di
contribuire ad arricchire e completare il curriculum degli studenti e dei neo laureati in diretto
collegamento con le reali prospettive e richieste
del mondo del lavoro, affiancando la didattica e
lo studio individuale con un’offerta complementare di qualità. A questo si affiancherà un percorso di aggiornamento e formazione continua che
sostenga e accompagni il lavoratore laureato in
Scienze Motorie in tutto il corso della sua vita lavorativa per consentirgli la riqualificazione e la
specializzazione necessaria.
I corsi di formazione devono diventare uno
strumento dell’Università per permettere agli
studenti di ampliare le proprie esperienze pratiche, conoscere il mondo del lavoro dall’interno,
anche attraverso stage e tirocini, per approfondire la preparazione in particolari settori, acquisendo specifiche professionalità sempre più richieste dalle aziende per facilitarne concretamente
l’inserimento
www.scienzemotorie.uniroma2.it
Area Didattica – Corsi di Formazione
SINGLES...
A TEATRO
di Valentina Marone
Dalle ceneri degli scapoli impenitenti e scapestrati e delle zitelle tristi e inconsolabili che imperversavano negli anni ’60,
è nata una nuova declinazione di status quo, quello dei “singles”.
Irrompono sulla scena (e sul palcoscenico) come la negazione
fiera e sfrontata della donna sugli “enta”, non ancora maritata,
bollita e bollata come “acida zitella”; permeano i costumi e le
tendenze come l’alter ego fascinoso e indomito del maschio
celibe, commiserato e biasimato perché privo del suo angelo
del focolare.
L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) li definisce come “famiglia con persona sola”, un nuovo popolo di orfani dell’anima gemella in continua e progressiva migrazione dalla famiglia al monolocale.
Attorno a questa nuova realtà da “porzione singola”, il mercato si è subito adeguato: dalle modifiche al regime fiscale che
penalizza chi vive da solo alle adozioni da parte di single, fino
ad arrivare a locali “su misura”, confezioni alimentari monodose e nuovi Santi per la par condicio dei patroni degli affari di
cuore.
“Single per scelta”…che sia la propria o quella altrui poco importa! Ciò che conta è che esserlo non è una condanna, ma
una sfida ad inventarsi e a re-inventarsi dentro nuove avventure, sempre alla ricerca del grande amore.
Single è un lavoro, un investimento, un credo, una scommessa, un duello a singolar tenzone con le frecce di Eros.
“Singles” è anche un delizioso ed esilarante spettacolo che,
24
dopo aver debuttato nei teatri della periferia di
Nantes - con il titolo originale di “Célibataire” - è
stato capace di diventare in pochi anni un piccolo “cult” apprezzato in tutto il mondo. Nato da
un’idea di Rodolphe Sand e David Talbot, due
giovani autori e attori francesi di cinema e teatro,
questa gradevole commedia (andata in scena a
Roma nel Teatro Sala Umberto dal 30 settembre
al 12 ottobre) racconta la “singletudine” coatta di
Giuliana, Antonio e Bruno, ex compagni di liceo,
single da anni, che si ritrovano regolarmente ai
matrimoni dei loro amici.
I tre, interpretati dai talentuosi Alexia Murray
(Giuliana), Nick Nicolosi (Antonio) e Gabriele
Pignotta (Bruno), scelgono di vivere la loro condizione di “scoppiati” con ardimentosa, energica
ed inarrendevole intraprendenza, districando
il bandolo della matassa tra partite di squash
contro il muro, serate di rebus alla casa di riposo,
frenetici e sconclusionati copioni notturni e mirati cambi di stile affidati alle sapienti mani di un
lookista esperto. I tre moschettieri della moderna solitudine trovano spunti originali e slanci vivaci per alienarsi dalla monotonia di una vita ora
incastrata sugli scaffali di una biblioteca municipale intitolata a Frank Sinatra, ora arrotolata tra i
veli soffici, ma poco nobili, di una marca di carta
igienica, ora intrappolata tra le pagine di una tesi
di laurea sulle strategie amorose delle scimmie
dell’Africa centrale. In un ritratto ironico e leggero il paradosso della “singletudine” offre ai giovani personaggi in cerca d’amore un palcoscenico
insperato dove riscattare sé stessi, rispettando il
primo comandamento dell’Amore, perché si sa,
la prima regola per piacere è piacersi!
25
UNA “RETE”
DI OPPORTUNITÀ
di Mario Presta
Sebbene presenti forse più pericoli che
opportunità, la rete internet offre ormai un
ventaglio di servizi online, social network e
portali comunicativi e collaborativi che per
studenti, professionisti e manager permette
l’apertura di nuove prospettive. Anche se
cosparsa di “spazzatura” come i vicoli di Napoli sino a qualche mese fa, tra virus, spam,
phishing, spyware e chi più ne ha più ne
metta, la rete offre, spesso anche gratuitamente, la possibilità di utilizzare servizi web
di ultima generazione che spesso nemmeno
ne si sospetta l’esistenza.
Quanti di voi ad esempio si sono scontrati
con il problema di inviare files “mastodontici” attraverso la posta elettronica? Da oggi problema
risolto … basta andare sul sito www.pando.com
e potrete utilizzare il software gratuito Pando che
vi permetterà di inviare facilmente files sino alla
ragguardevole dimensione di 1GB !! Altra risorsa
on line molto utile sia per i docenti che per gli
studenti è sicuramente www.tecnologieeducative.it che rappresenta un esperimento molto
interessante per la condivisione di know-how,
arricchito peraltro da contributi di professori di
tutta Italia.
Per chi ha il desiderio di costituire un social
network universitario, può sicuramente affidarsi al servizio gratuito www.ning.com, dove in
maniera molto semplice e intuitiva si possono
realizzare “classi riservate” a studenti dello stesso
corso e molto altro ancora. Un altro must è sicuramente rappresentato da it.answers.yahoo.
com, in cui è possibile trovare risposte a praticamente ogni domanda vogliate porre. Un esperto
o comunque qualcuno con la giusta cognizione
e competenza vi risponderà in tempi normalmente molto brevi.
Per tutti coloro che hanno necessità di trovare/cambiare casa, da circa 1 anno è operativa a
Roma “l’Agenzia degli affitti”, nata per iniziativa
congiunta di Comune e Regione, che ha sede in
Via Ostilia 39 (Zona S. Giovanni).
Un servizio assolutamente necessario per muoversi agevolmente in questo mare di offerte, in
cui spesso un giovane studente non ha i mezzi,
le informazioni e la competenza per difendersi
adeguatamente.
NON CI RESTA
CHE PIANGERE
di Patrizia Fersurella
Renato Zero in un motivetto di qualche anno fa cantava “Viva la Rai,
quanti geni lavorano solo per noi…’” Altro che la Rai. Il malcostume
ha preso sopravvento all’interno del tubo catodico italiano, che mai,
come in questa stagione, ha dato il peggio di se stesso. Tra reality, risse
in diretta e il teatrino dei politici, il povero utente italiano non si è fatto
mancare nulla ed ha assistito al lento, ma inesorabile declino della televisione italiana. Archiviato il fantomatico reality musicale “X Factor”
con il lancio, e chi lo avrebbe mai detto, dell’esplosiva Giusy Ferreri che,
oltre ad in..cantare lo spettatore serale, ha conquistato un contratto discografico con la Sony/Bmg dal valore di 300.000 euro; La palermitana
non ci ha risparmiato un pezzo, “Non ti scordar mai di me”, che è già disco
di platino.
E poi? È lecito domandarsi che sarà di lei e, se sarà,
come quasi sempre accade, una meteora di stagione
che sparirà in poco tempo. Insomma il cantante “Usa
e getta”, che il mondo musicale in questi anni ci ha
miseramente propinato. Ma in fatto di reality siamo in
piena emergenza con “l’Isola dei Famosi e non”,che, oltre a far perdere di peso i beati concorrenti, ha messo
di fronte, come in una splendida telenovela, la bella
argentina, Belen Rodriguez, fidanzata, e come ti sbagli,
con l’ennesimo calciatore sfornato dal mondo pallonaro: Marco Boriello. L’altro contendente della sfida è
il toro scatenato dell’Isola dell’Honduras, che ha conquistato, con il sacrificio dell’emigrante, il jet set statunitense, attraverso la miliardaria: Ivana Trump.
Ed ora cosa succederà? Come terminerà l’ennesima
telenovela, che affolla le reti televisive.
Dopo questo bailamme, come dimenticarci dei belloni della talpa che affollano il video alla scoperta di un
qualcosa ancora tutto da scoprire. Tra finti corteggiatori e pianti disperati dei concorrenti, siamo in attesa
dell’ennesimo e atteso reality “Grande Fratello”, che a
Natale ci riserverà nuovi personaggi tutti da scoprire
e gustare. Ma non finisce qui. Otre ai reality, e alle finte
commozioni, è entrato in modo prepotente nel tubo
catodico il teatrino dei politici che invece di occupare
gli spazi, alcune volte vuoti del Parlamento o del Senato, affollano i palinsesti televisivi dando il peggio di
se stessi. Insomma non ci resta che piangere.
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L’ HOMO LUDENS
e l’in ve n z io n e
d ell m o de llo sp o r tivo
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Prof. Antonio Lombardo
32
“Il gioco è più antico della cultura, perché il concetto di cultura, per quanto
possa essere definito insufficientemente,
presuppone in ogni modo convivenza
umana”. Queste parole scritte da Johan
Huizinga nel 1938 ad introduzione del
suo Homo ludens servivano a richiamare
alla mente del lettore i principi alla base
del gioco e dello sport, ovvero non un’attività “puramente biologica”, bensì una
delle manifestazioni più alte della vita.
Lo sport, dunque, con i suoi riti sarebbe
una cosa terribilmente seria, essendo legato indissolubilmente alla cultura e alla
giustizia.
E’ da questa premessa che dobbiamo
partire quando riflettiamo sullo sport. I
fatti di cronaca legati al doping, la violenza negli stadi, la crisi dei valori propri
tradizionalmente dello sport ci devono
porre la domanda se lo sport negli ultimi
anni abbia perso i suoi connotati originari sviluppatisi in stretta correlazione
con i processi di civilizzazione.
Eppure lo sport è ancora, se ben inter-
pretato e praticato, un valido modello educativo basato sulla valorizzazione e l’autocontrollo del corpo,
sulla socializzazione e sull’integrazione, sull’incontro
tra diversi Stati, nazioni, culture, religioni, razze, etnie.
Spesso si tende a confondere lo sport visto in televisione o praticato ai videogiochi e lo sport praticato
anche a livello amatoriale.
Un esempio su tutti ci è offerto dal business che è in
grado di introitare il calcio, seppure con gli sproloqui, le moviole, i processi, le violenze verbali e non.
Una cosa è lo sport praticato come attività ludica o
agonistica che non minaccia l’uomo e un’altra cosa è
la rappresentazione della realtà calcistica che appare sui media. Il pericolo sempre incombente è che i
miti dello sport spettacolo annullino i valori positivi
dello sport, fair play su tutti.
Da sportivi anche noi ci poniamo l’obiettivo della vittoria, quella che è fondata sul confronto leale e pacifico, che risponde al bisogno di svagarsi e di provare
sensazioni forti, la voglia di protagonismo di fronte
all’anomia della vita quotidiana, la ricerca di socialità,
tutte esigenze reali della nostra società moderna.
“Il gioco
è più antico della cultura,
perché il concetto di cultura,
per quanto possa
essere definito
insufficientemente,
presuppone in ogni modo
convivenza umana”
33
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è caccia alla L u i s s
di Edoardo Massimi
Campionato di Calcio delle Università di
Roma: al via la quarta edizione, con 10 atenei iscritti, 300 studenti impegnati, quasi
100 incontri da disputare in 6 mesi di competizione
Dopo lo stop estivo, servito agli organizzatori per mettere a punto le novità della
stagione, ricomincia l’evento sportivo più
seguito dagli studenti romani: il Campionato di Calcio a 11 maschile delle Università di Roma. Giunta alla quarta edizione,
la manifestazione è diventata ormai un
punto fermo per tutti quei giovani che
allo studio sui libri amano accostare l’attività sportiva, in particolare il pallone.
Anche quest’anno partono con i favori
del pronostico Luiss e Iusm, le uniche formazioni che fin qui hanno iscritto il loro
nome nell’albo d’oro: i ragazzi di mister
Riccardo Maurizi hanno vinto infatti la
prima (2005-2006) e l’ultima (2007-2008)
edizione, mentre quelli allenati da Antonio Tessitore
hanno trionfato nel 2006-2007. Ma non solo: la Luiss
è sempre arrivata in finale e negli ultimi due anni la
vincitrice del torneo ha alzato la coppa senza aver
mai perso sul campo nell’arco dell’intera stagione.
Numeri importanti, ma che non scoraggeranno le
altre compagini che proveranno in tutti i modi a contendere alle due corazzate la vittoria finale. Tra queste
figurano sicuramente Roma Tre e la Cattolica.
Gli arancioni di mister De Lellis cercano conferme
dopo il quarto posto ottenuto lo scorso anno, a seguito di un girone di ritorno esemplare e un’ottima
condizione fisica dimostrata anche nella fase dei
play-off. La squadra di capitan Filippo Lococo, invece,
dovrà mostrare più continuità per arrivare in fondo: in
questi anni, infatti, non sono serviti gli oltre 30 gol del
bomber Simone Gurrieri per portare a casa risultati
importanti. Scorrendo la lista delle partecipanti salta
all’occhio l’assenza della Sapienza dopo tre anni disputati ad altissimi livelli. Claudio Arcieri, responsabile
della squadra, tiene però a precisare che “nonostante ci siano stati dei problemi in fase organizzativa, il
prossimo anno la nostra presenza sarà garantita”. Anche il Campus Biomedico ha dato forfait. “Per molteplici motivi interni ed esterni al nostro ateneo – svela
Giordano Otalli, responsabile delle attività sportive al
Campus Biomedico – e dopo aver ponderato molto
la questione, abbiamo deciso di dedicarci esclusivamente al campionato di calcio a 5 femminile”. Graditi
rientri quelli di Tor Vergata e Lumsa.
L’undici di Luigi Terzino, dopo la meritevole apparizione del 2006-2007 culminata con la vittoria della Coppa Uefa, ha allestito un gruppo che potrà far molto
bene e impensierire le “grandi”. Dalla Lumsa, invece, ci
si aspetta una crescita soprattutto dal punto di vista
disciplinare, dopo i ripetuti e quanto mai spiacevoli
fatti accaduti nell’unica edizione a cui ha preso parte
il gruppo coordinato da Aldo Zagarese. Sarà un’incognita la nuova squadra degli Erasmus, ed è tutto da
scoprire anche l’entusiasmo delle tre squadre “storiche” del torneo, ovvero le straniere John Cabot University (JCU), The American University of Rome (AUR),
Link Campus University of Malta. Da non perdere sarà
proprio il derby tra i Gladiators (JCU) e i Wolves (AUR),
da sempre incontro molto “sentito”, capace di attirare
un centinaio di sostenitori e un ospite d’eccezione a
bordo campo: il simpatico lupo verde, mascotte dell’AUR. Vista la felice esperienza della passata stagione,
la trasmissione Pianeta Calcio in onda sull’emittente
regionale Europa Tv seguirà anche quest’anno il Campionato. L’appuntamento per tutti gli aggiornamenti
e le notizie sul torneo è ogni lunedì sera in diretta a
partire dalle ore 22.00.
Con Paolo Anedda, presidente della Time Sport (organizzazione tecnica del Campionato) e conduttore
del programma, ci saranno ospiti in studio per commenti e analisi della settimana calcistica.
35
EMOZIONI
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CI VEDIAMO SU
di Malvina Diletti
Come me molti altri hanno la finestra
sul mondo sempre accesa: tizio è on
line, dice lampeggiando l’amico tondo e verdognolo di Messenger; Skype
emette un suono simile ad una bolla
d’aria per dirti che ora puoi parlare
gratis con l’amica in erasmus in Argentina; su My Space scrivi ciò che pensi e
anche se nessuno ti risponderà mai ti
senti soddisfatto di avere detto la tua.
Sei on line, ci sei, esisti. Infine è arrivato
Facebook, un modo totalmente nuovo
di comunicare con gli altri e al contempo una soddisfazione voyeuristica
per coloro immuni dai reality in tv. Dei
suoi 132 milioni di utenti nel mondo
1,369 milioni sono italiani e, secondo
un articolo del Corriere della Sera, in
maggior parte si tratta persone tra
i trenta e i quarant’anni. Sarà vero? Il
suddetto articolo ha anche fatto una
catalogazione degli utenti, dividen-
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doli in: nostalgici, latin lover virtuali,
cuori infranti, insoddisfatti, promotori
di se stessi e alter ego, ovvero impostori. In poche parole siamo tutti sfigati. Tutti, io, i duecento amici che ho su
Facebook e anche gli oltre tremila che
hanno partecipato al primo Facebook
Party della capitale, qualche settimana
fa. Eppure qualcosa non torna. I partecipanti alla festa appartenevano a
tutte le tipologie presenti in città, variavano dai venti ai trenta e passa anni
e non avevano l’aria di nerd solitari pcdipedenti. Erano tutti gruppi piuttosto
numerosi, amici che si conoscono da
tempo e che vanno a ballare insieme.
D’altronde dei miei duecento amicifacebook quanti ne frequento? Venti?
Trenta? Cosa importa, anche i restanti
sono parte della mia vita, con loro ho
condiviso le scuole, l’università, il lavoro, lo stadio o i viaggi. Per lo più sono
persone che non vedo mai, con cui ho in comune solo ricordi di epoche passate, ma non sono
sfigati, non si spacciano per Francesco Totti, né
piangono alla vista delle foto “come eravamo”. E
perchè ci tengo ad avere il loro account? Perchè
mi piace sapere come stanno, vedere le foto dei
loro figli, dei lavori, o leggere i loro pensieri? E soprattutto, perchè i fratelli minori di questi amici,
i giovani universitari o i liceali non trovano alcun
interesse in Facebook? Credo che la risposta sia
una sola: hanno più tempo di noi. Ecco chi sono
i Facebookiani, siamo noi, siamo trentenni cresciuti nel mito dei “Ragazzi del muretto” che avevamo la comitiva sotto casa o sotto scuola, che
ogni giorno alle cinque ci incontravamo senza
dovercelo dire prima nella villa dietro casa, che
la pausa caffé all’università era per tutti alla stes-
sa ora, che abbiamo cambiato giro di amici nel
corso degli anni, ma che abbiamo mantenuto la
voglia di sapere come stanno gli altri dopo una
giornata nella giungla della città. E allora se non
puoi più scendere in piazzetta a prendere il caffé
con tutti, se non hai più tempo, tra lavoro, bollette, traffico e pannolini, se non puoi citofonare a
tutti e chiedere “come va?”, allora la sera ti connetti alla grande Etere, apri il sito bianco e blu e
ritrovi tutto il tuo presente e il tuo passato, senza
bisogno di darti appuntamento o di lasciare ciò
che stai facendo. Sei di nuovo con loro, spettegoli, fai vedere le foto del tuo weekend, controlli
che stiano bene, segui la loro vita con o senza discrezione e vai a dormire dicendo “buonanotte
a tutti, ci vediamo domani”. Dove? Su Facebook.
Perchè no?
39
Vuoi vedere le tue foto pubblicate?
Inviale all’indirizzo: [email protected]
1
4
2
5
3
La Direzione si riserva
nel pubblicare foto
che possono offendere
o essere lesive.
L’invio di foto con persone fisiche equivale
all’accettazione della
pubblicazione.
La Direzione non risponde di eventuali
disguidi.
40
1 Campanile sommerso
Simona Mante
2 Chiavenna
Laura Rogantini
3 Agrigento
Stefany Mantez
4 Ritratti dal passato
Oscar Succetti
5 Dasile
Dario Scarpelli
6 Savogno
Stefania Mantegazza
6
BELLE and
SEBASTIAN
di Luca De Matteis
...UN RITORNO AL PASSATO
La cattiva notizia: i fans dei Belle and Sebastian che stavano aspettando un nuovo studio album dopo “The Life Pursuit”,
uscito oltre due anni fa, dovranno aspettare ancora. La buona notizia: forse non
basterà a colmare il vuoto che la band
ha consapevolmente deciso di lasciare,
ma è comunque in uscita un nuovo disco, sebbene si tratti di una compilation
che la Jeepster ha deciso di pubblicare
con il titolo “The BBC Sessions”. In uscita
in Italia nel mese di Novembre, non è comunque difficile pronosticare per questo tuffo nel passato l’apprezzamento
dei sostenitori del gruppo che, non molto tempo fa, è stato premiato come Migliore Band scozzese della storia davanti a gente come Franz Ferdinand, Simple
Minds, Travis e Primal Scream.
ll materiale risale al quinquennio 19962001, il periodo artisticamente migliore
della la band scozzese, quando incideva
per l’etichetta Jeepster Records e quando Isobel Campbell, ormai avviata ad
una splendida carriera da solista (ora in
verità in coppia con l’ex Screaming Trees
Mark Lanegan),faceva ancora parte del
gruppo. Gli estratti provengono da
‘sessions’ registrate per le trasmissioni
di Mark Radcliffe, Steve Lamacq, Josh
Holland e per il compianto John Peel.
Accanto a brani storici come “The State
I Am In”, “The Stars of Track and Field” e
“Lazy Line Painter Jane’ compariranno
per la prima volta quattro tracce mai
pubblicate in precedenza (“Shoot the
Sexual Athlete”, “The Magic of a Kind
Word”, “Nothing In Silence” e “My Girl’s
Got Miraculous Technique”). Al cd ne è
allegato un altro, nell’edizione limitata,
che ripropone un concerto tenuto a Belfast il 21 dicembre del 2001: chi pensa di
aver già ascoltato tutto di questa band
troverà qui alcune sorprese, non ultime
le cover di “Here Comes the Sun” dei Beatles e “The Boys Are Back in Town” dei
Thin Lizzy. In Italia è un errore piuttosto
comune, per non dire regolare, quello
di associare la band scozzese al cartone
animato del bambino che, in compagnia
del cagnone Belle e di un cucciolo che
di solito teneva dentro una tasca, attraversava a piedi i Pirenei in cerca della
mamma. Il nome Belle e Sebastian deriva, cosi come il cartone, da un fortunato
romanzo di Madame Cecile Aubry del
1967, non a caso ringraziata spesso nei
dischi per averne concesso l’uso. I Belle
and Sebastian provengono da Glasgow,
in Scozia, città che ultimamente ha visto
nascere alcune delle band più interessanti del Regno Unito, dai Mogwai agli
Arab Strap e che non a caso è stata di recente nominata “Centro mondiale della
musica” dall’Unesco, l’organizzazione
culturale facente capo alle Nazioni Unite. E se la musica è di casa a Glasgow, i
Belle and Sebastian ne hanno le chiavi.
“UN LIBRO TUTTO...DA GUSTARE”
ESTASI
CULINARIE
di Ambra Zuccarini
Prendete l’antieroe per eccellenza, un
personaggio arrogante ed egoista,
detestato anche dal più stretto dei parenti; immergete lui e la sua storia nella
cornice dell’ormai famosa palazzina di
Rue de Grenelle; impastate tante voci
diverse che, da differenti punti di vista,
modellano il contorno di questa figura
spigolosa quanto carismatica; mescolate i sapori più primitivi assieme a quelli
più raffinati alla ricerca del Sapore per
eccellenza; servite il tutto con una scrittura lieve ed ironica.
Avrete “Estasi Culinarie”, ultimo (anzi,
primo) romanzo della francese Muriel
Barbery, autrice del bestseller “L’eleganza del riccio”. I due romanzi, insieme,
formano una mini saga, di cui quest’opera rappresenta il primo capitolo.
Chiariamo subito che il linguaggio fin
qui utilizzato non è casuale: questo è un
libro ad alto contenuto calorico. Dalle
pagine si sprigionano aromi e pietanze
prelibate, dal piatto raffinato di “nouvelle cousine” al burbero pesce crudo: è
Monsieur Arthens, critico gastronomico
di grande fame e fama a dare una dignità estetica attraverso la sua penna
e le sue parole al bisogno primario di
nutrirsi. Qui lo troviamo però sul letto
di morte, a ripercorrere brevemente la
sua vita attraverso gli episodi più significativi, legati tutti da un unico filo conduttore: la ricerca di quel Sapore Perfetto, provato forse una volta durante
l’infanzia, ma ormai dimenticato e che
vorrebbe di nuovo degustare prima del
trapasso. Ma al suo racconto e alle sue
memorie si intrecciano le voci delle sue
“vittime”, tra i quali sono annoverati anche il gatto e la portinaia Renée (colei
che sarà protagonista de “L’Eleganza
del Riccio”) i quali lo dipingono come
un uomo dominato dagli eccessi, sia
in positivo, che in negativo, che si può
solamente amare o odiare così come si
fa con i pazzi o con i geni. “Che muoia
pure” quell’uomo sfrontato e inafferrabile, capace di innalzare agli onori delle cronache una malandata taverna ma
anche di distruggere con una semplice recensione un ristorante rinomato.
Con la consueta scrittura agile, sottile
ed elegante, la Barbery non racconta
una semplice storia, ma evidenzia le
profonde contraddizioni della vita, nella quale alla celebrità e alla gloria pubblica fa da contraltare una deprimente
e intima miseria privata.
43
XXII MOSTRA
MO S TRA
I NTERNA ZI
INTERNA
ZIONALE
O NAL E
della BIENNALE di VENEZIA
di Tommaso Modesti e David Varone
Intitolata “Out There: Architecture Beyond Building” ed in programma
dal 14 settembre al 23 novembre 2008, l’undicesima edizione della
Biennale si pone, con intento chiaro e preciso, in rottura con la tradizione delle passate edizioni. Una Mostra con pochi disegni
tecnici, pochi plastici e paradossalmente
persino pochi edifici, proprio in accordo
con il titolo dell’evento “Là fuori: architettura oltre l’edificio” ovvero “Architettura oltre
il costruire”. Aaron Betsky, direttore artistico
dell’evento, nonché affermato critico-saggista statunitense con pluriennale espe-
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rienza manageriale, propone un invito alla
riflessione sull’essenza e sul significato primo dell’architettura incoraggiando visioni immaginifiche e suggestioni; la sfida è
scoprire se l’architettura, completamente
estraniata dalla pratica costruttiva e dalle
“defunte carcasse degli edifici” possa offrire forme concrete ed immagini seduttive. “Oltre il costruire” c’è il non costruito, il
decostruito, la fantasia, l’installazione che
lascia spazio al sogno, l’invenzione ludica e
la sperimentazione; l’interazione tra l’architettura e l’uomo, l’ambiente, il cibo, gli oggetti, e tutto ciò con cui si interagisce nella
quotidianità. Un tema dunque di rilevante
interesse, ma che Betsky affronta in chiave esageratamente artistica incentrando
quasi tutta l’esposizione su installazioni,
videoproiezioni ed interazioni più idonee
alla Biennale d’Arte che ad una mostra di
architettura. Ed è proprio questa la critica
che maggiormente gli viene mossa dagli
addetti ai lavori, dal mondo di chi pratica
l’architettura, da chi come Vittorio Gregotti, architetto italiano tra i più importanti e
“temuti”, a riguardo vorrebbe: “…una archi-
tettura che interroghi la realtà”, senza incoraggiare “quelle visioni effimere che quasi sempre oggi
sono consolazioni puramente seduttive intorno
allo stato delle cose e riduzione delle pratiche della arti a pura comunicazione”.
Un approccio, quello di Betsky, sicuramente discutibile, ma che fortunatamente alcuni singoli
curatori dei padiglioni nazionali hanno saputo
riportare a livello della pratica archiettonica
rendendo il tema generale più interessante e
più congruo alle aspettative di chi non cerca a
tutti i costi un expo ad effetto e di chi ha una
visione dell’architettura meno anarchica, meno
romantica e poetica, ma più legata alla realtà. Ed
è in questo ambito che va analizzata l’esperienza del Padiglione Italiano alle Corderie dell’Arsenale, il quale, curato dall’architetto romano
Francesco Garofalo, propone il tema “L’Italia cerca casa/housing Italy” con l’obiettivo di fornire, a
istituzioni e committenti, modelli e strumenti
per la riflessione sull’importante problema della casa che investe già da anni il nostro Paese.
Interessanti anche i padiglioni spagnolo e finlandese, i quali con onestà esprimono i recenti risultati architettonici dei loro paesi. Leone
d’Oro come migliore partecipazione nazionale
alla Polonia, arguta e coerente miscela di arte e
manifesto di architettura costruita.m Da menzionare anche il padiglione francese e quello
russo, i quali risultano essere tra i più affollati dai
visitatori non tanto per la qualità dei progetti,
quanto per la coerenza espositiva dimostrata,
una qualità minima richiesta ad una mostra di
architettura… a meno che non ci sia l’intenzione di trasformare la manifestazione veneziana in
un trionfo dell’effimero teso al raggiungimento
di una maggiore partecipazione pubblica tale
da sanare le casse degli organizzatori.
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A
ALICE nei PAESI ...
di Alice Giape
delle MERAVIGLIE...
ALLA SCOPERTA DI
Tra le capitali europee Amsterdam ha sempre suscitato in me l’interesse per una città
affascinante, con le sue case costruite su
palafitte in legno, i suoi canali navigabili e le
chiuse che la proteggono dalle inondazioni,
considerando che gran parte del territorio
dell’Olanda è sotto il livello del mare. Non a
caso viene chiamata la “Venezia del Nord”. Arrivo all’aeroporto di Schipol prendo il treno
per la Centraal Station, un caratteristico ed
antico edificio all’esterno, ma con un “cuore”
modernissimo dove si intersecano le arterie
tecnologiche della città. Prendo un taxi per
andare in albergo, mi costa euro 25 ma poi
mi rendo conto che con il tram n° 16 avrei
potuto fare lo stesso tragitto con soli 1,60
euro. Il taxista è un turco che parla un po’
di italiano e ne fa “sfoggio” nella prima cosa
che dice: “Italiani? Tutti mafiosi!” Benvenuta
ad Amsterdam! Ci sono pochissime auto in
giro, ma come si muovono in questa città’?
I numerosi mezzi pubblici risolvono abbondantemente il problema: tram, bus, metro e
boat. Se non stai attento ad attraversare la
strada vieni investito da un miriade di biciclette che, dalle loro piste ciclabili, sfrecciano
da ogni parte. Il centro storico è un acquerello di colori, proprio come la dipingeva
Van Gogh; le caratteristiche facciate delle
case e i numerosissimi e coloratissimi negozi. Mi armo di buona lena e, munita di
un buon paio di scarpe comode, mi avvio
all’esplorazione. Dalla Centraal Station,
capolinea del tram 16, attraverso il Red
Light District e mi dirigo verso Waterloo Plein, dove c’è il Mercato delle
Pulci: una lunga distesa di bancarelle sulle quali si può trovare
di tutto, dagli abiti nuovi
e usati, alle cianfrusa-
MSTERDAM
glie varie, passando per piccoli oggetti
di antiquariato, quadri antichi e pittori
all’opera e...marjiuana in vendita libera.
Eh sì, qui si può acquistarla liberamente,
ma non puoi consumarla per strada. Mi
sposto sul lato opposto della città, arrivo
a Bloemenmarkt, il variopinto Mercato
dei Fiori dove primeggiano coloratissimi
tulipani, simbolo dell’Olanda, inevitabile
non acquistarne qualcuno! Pranzo al volo
in un bar-pub, poi a spasso tra le vie dello
shopping (che non poteva mancare) nella
elegante Spuistraat piena di negozi dal gusto prevalentemente made in Italy. Dopo lo
shopping, visitare il Museo Van Gogh, unico
nel suo genere, la casa di Anna Frank nel
vecchio caratteristico quartiere Jordaan, il
Rijskmuseum. E’ sabato sera, dopo aver cenato in un piccolo ristorante olandese che
mi propina vari piatti tipici, mi dirigo verso il
Red Light Distrct (Quartiere a Luci Rosse), seguendo un serpentone di turisti che si snoda tra le viuzze del quartiere fino ad arrivare
ad una strada percorsa da un canale, i cui lati
sono illuminati dalle numerose vetrine con
ragazze che sostituiscono i più convenzionali manichini come “mamma le ha fatte”!
Sono loro la vera attrazione della serata per
le migliaia di turisti e curiosi che affollano i
vicoli della Capitale…. Per un attimo torno
a casa con la mente e mi sembra di stare a
Trastevere alla Festa
de’ noantri!
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CAMPUS
EVENTS
di Simone Malfagia
Il 16 ottobre si è svolta una grande festa per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2008 -’09.
Sulle terrazze della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma Tor
Vergata l’associazione Campus Events ha raccolto matricole e studenti di
lungo corso in una serata dove musica, cocktail e intrattenimento hanno animato la notte al ritmo dei dj universitari che si sono alternati in consolle. Alle
tre del mattino tutti a nanna, per essere pronti a tuffarsi nel week-end delle
tante feste che animano il fine settimana della Capitale, nei quali la Campus
Events è sempre presente!
La Campus Events sta, inoltre, organizzando per Marzo 2009 (dall’ 8 al 15)
una settimana bianca a Madonna di Campiglio per gli studenti universitari a
prezzi concorrenziali e vantaggiosi dove il divertimento è assicurato.
Per ulteriori informazioni consultare il sito internet
www.campusevents.it
o telefonare al n° verde
gratuito 800.91.23.59
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Inizio mese trionfale. Grande carica erotica e sarete corteggiatissimi. Nella seconda metà del
mese, con Giove e Venere avversi, potreste essere in balia degli impulsi e rischiare di disperdervi
in avventure disordinate, oppure, se siete in coppia, potreste mettervi in competizione per la
gestione del mènage. Non mancheranno le soddisfazioni nel lavoro. Attenti però... “Fidarsi è
bene, non fidarsi è meglio”!
ariete
21 Marzo - 20 Aprile
Con Marte e Mercurio contrari per la prima metà del mese, attraverserete un periodo di incomprensioni e polemiche, oltre che gelosia per il partner. Dopo il 13, con Venere e Giove favorevoli,
tornerà il sereno e le gioie del sesso. Possibilità di fare progetti costruttivi con la persona amata.
Sarà un mese dinamico, in cui dovrete aprirvi senza timore alle nuove esperienze. Evitate polemiche e critiche . Occhio alle spese. Migliore la seconda metà del mese. Riguardatevi.
toro
21 Aprile - 20 Maggio
Le sensazioni variano da un leggero senso di inquietudine a insofferenza per l’altro con tendenza alle rotture affettive, a tradimenti o imprevedibili colpi di fulmine. Scarsi profitti all’orizzonte.
Gestite le cose con cautela, senza forzare le circostanze. Mese dispersivo per il bilancio. Tendenza
alle spese frivole e disordinate. In viaggio attenzione ai furti e agli smarrimenti. Forma non proprio al top: non abusate delle energie e proteggetevi dai malanni di stagione.
gemelli
21 Maggio - 21 Giugno
Marte, Urano, Sole e Mercurio, tutti favorevoli, esalterà la sensibilità affettiva e il potenziale
sensuale ed erotico. Insomma, potrete innamorarvi con la mente e col cuore. Se vorrete, potrete
liberarvi di legami vincolanti, mentre, per le coppie consolidate, Saturno favorevole ridarà
vigore al rapporto. Creatività e intuizione saranno favorite. Affronterete con successo, contatti,
prove di studio e di lavoro. La prima metà del mese sarà il periodo più ricco di occasioni per
fare guadagni extra. Una bella carica di energia aumenterà le vostre difese immunitarie.
cancro
22 Giugno - 22 Luglio
All’euforia sentimentale e a vivaci desideri erotici, si alternano momenti in cui sarete polemici,
egoisti, aggressivi. Per l’intimità di coppia o per approfondire una conoscenza, organizzate una
breve vacanza romantica nell’ultimo del mese. Ostacoli negli studi, nei lavori intellettuali, nei
contatti o nei viaggi. Attenzione ai malintesi nei rapporti di lavoro e di amicizia. Molte uscite ma
anche alcune entrate impreviste. Controllate i conti e rinviate a fine mese le spese importanti.
Nella prima metà del mese, flessione delle energie, vulnerabilità ai malesseri di stagione.
leone
23 Luglio - 22 Agosto
Alti e bassi in amore. Nella prima parte del mese, eventi inattesi potrebbero movimentare la vita
sentimentale. Toni più dolci nella seconda metà del mese. Tempo di decisioni. Tensioni, ribaltamenti improvvisi, ma anche soluzioni avvedute. Quante occasioni fortunate e quante spese!
Benessere e malesseri: si prevede che da una forma splendida , passerete a bruschi cali. Occhio
alla dieta e proteggete gli intestini. Siate prudenti sulle strade e nello sport.
vergine
bilancia
23 Sett. - 23 Ottobre
Espansività affettiva. Se siete soli preparatevi a cogliere al volo ogni occasione per divertirvi e 23 Agosto - 22 Settembre
fare nuove conoscenze. Periodo positivo anche per chi è in coppia: potrete riaccendere l’intimità
con slanci appassionati, o simpatiche sorprese. La grinta fa premio. Le occasioni più brillanti
arriveranno specialmente nella seconda metà del mese, con Marte in sestile: grinta e dinamismo
vi aiuteranno. L’ultima settimana, sarà favorevole per viaggi, studi, contatti, rapporti con l’estero.
Bilancio incerto: Venere e Giove in quadratura consigliano cautela negli acquisti, e nelle transazioni finanziarie e immobiliari. Vigore fisico e morale alto.
Quanta luce sulla vostra vita affettiva! Gli innamorati potranno realizzare progetti di vita
insieme e pensare al matrimonio. I single potranno dare e ricevere amore, dimenticando storie
passate. Nel secondo weekend si prevedono incontri piccanti, illuminati da un’intensa disponibilità sessuale. Ecco un mese produttivo e intenso, per l’incalzare di eventi e di successi. Super
favorite le attività creative e quelle legate al mondo della comunicazione, tv, web e turismo.
Aumento delle entrate, operazioni vantaggiose. E’ tempo di purificare l’organismo e rinforzare
le difese immunitarie con trattamenti naturali. 24 Ott. - 21 Novembre
scorpione
Venere nel vostro segno favorisce incontri e i flirt. Tuttavia, c’è il rischio che situazioni promettenti
si blocchino all’improvviso, oppure, per chi è in coppia, se il vostro rapporto è già in crisi, potrebbe giungere alla rottura. Nella seconda metà del mese, sarete grintosi. Venere favorirà bellezza e
buonumore, che però potrebbero essere appannati da eccessi , dal cibo o dall’eros. Sotto buoni
auspici i trattamenti estetici.
sagittario
50
di Roberta de Martino
22 Nov. - 21 Dicemb
Gli astri propizi annunciano una situazione straordinaria, non facilmente ripetibile, che vi
permetteranno di conquistare la felicità. L’intero mese si preannuncia ricco di gratificazioni.
Desiderate il top del successo? In novembre potrete raggiungerlo. Novembre offrirà molte occasioni per fare soldi e per investimenti immobiliari, anche all’estero. Godrete di una splendida
forma psicofisica. Ottimo periodo anche per interventi estetici importanti. Un avvertimento:
attenti al peso forma. 22 Dicemb. - 20 Genn.
capricorno
Clima agitato nella prima metà del mese, ma anche decisamente intrigante! Sarete animati da
una sincera voglia di amore, ma per attirare l’attenzione vi esibirete in bizzarri capricci e scatti
aggressivi. Ritmi frenetici nella prima metà del mese: pressati da impegni e contrattempi, farete
fatica ad organizzarvi. La seconda metà del mese si annuncia più scorrevole. Preparatevi a molte
spese extra nei primi venti giorni, a causa di guasti, necessità improvvise e contrattempi vari.
acquario
21 Genn. - 19 Febbraio
Al centro dell’attenzione, i rapporti logori potrebbero interrompersi. Le nuove storie rischiano
di disorientarvi. Sarete in grado di affrontare con grinta i cambiamenti. Favoriti i guadagni.
Superforma nella prima metà del mese: sarete energici. Non esagerate, nell’alimentazione.
pesci
20 Febb. - 20 Marzo