Digital Video HT - Marzo 2011
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Digital Video HT - Marzo 2011
video club Cinversum BlackWing Three incipit del titolo non vi sorprenda: a quanto so questo proiettore CineVersum è su base JVC, ovvero dovremmo parlare di D-ILA e non di LCoS, così come per la serie precedente della casa francese. Invece, e ne ignoro il motivo, dopo un excursus con una effettiva macchina LCoS, il produttore definisce questi nuovi BlackWing dotati appunto di tecnologia Liquid Crystal on Silicon. Dall’aspetto esterno, che questa volta non è mutato tanto rispetto all’originale della JVC dal quale deriva (a parte la ovvia personalizzazione effettuata dalla casa francese, come al solito gradevole), alla tecnologia con cui è realizzato, ai menu, che sono quelli del produttore giapponese: sembra tutto abbastanza simile. Ci sono poi delle implementazioni, tipo la possibilità di montare una lente anamorfica per la realizzazione di schermi 2.35:1. CineVersum dichiara un rapporto di contrasto di L’ dv l’angolo di Andrea Manuti 92 dv LCoS o D-ILA? Poco importa: quello che conta è che questo proiettore funziona molto bene. La tecnologia è quella dei cristalli liquidi riflessivi, ed il risultato è di assoluta eccellenza. Vediamo come e perché. 50.000:1, lente con zoom, messa a fuoco e shift completamente motorizzati, e la presenza del Crystal Motion, ossia il dispositivo di frame interpolation di cui vedremo il funzionamento nella prova. La finitura di questa macchina che, ripeto, trovo personalmente del tutto gradevole, è disponibile nei classici bianco e nero ed in una esclusiva che prende il nome di Four: in questo caso il rivestimento è in una plastica che imita il carbonio, dandole un look del tutto professionale e molto high-tech. Il contrasto dichiarato sale a 70.000:1 a motivo di una componentistica selezionata a mano. Ma andiamo a vedere cosa si nasconde dietro l’estetica, ovvero le prestazioni di cui questo proiettore è capace. Come lo vediamo noi: l’esterno e l’interno del proiettore Abbiamo parlato di una linea personale e che a mio parere è decisamente gradevole: il materiale plastico di cui è fatto il BlackWing è ovviamente robusto e dotato di un notevole feedback tattile, cosa che si evince anche dal peso non indifferente: n.131 Marzo 2011 club video Ecco la linea di questo CineVersum BlackWing Three, dal profilo arrotondato e dalle finiture in ABS. Bello, senza dubbio. Ecco la sezione frontale, dove spicca un’ottica a controllo totalmente motorizzato dalle prestazioni eccellenti. dv Il profilo nella parte posteriore riflette il concetto di “ala” che dà il nome alla serie. al giorno d’oggi 13 kg sono quasi un record, e garantiscono comunque sull’appartenenza ad un settore dove la qualità costruttiva esiste. La vernice, che è la stessa usata per le automobili, è spessa e viene quasi a far parte del materiale in sé (capisco che questa affermazione sia difficile da comprendere, così come non possa risultare evidente dalle foto: per averne la contezza, bisogna vedere il BlackWing dal vivo). Il profilo “ad ala” ricalca la linea della serie precedente, diciamo così con una minor “apertura alare”, dato che negli altri modelli si andava direttamente verso una sorta di vela spiegata, mentre qui l’effetto è appena accennato. Forse meglio, per quanto mi riguarda, insieme ad un design che permette una migliore collocazione in ambiente, dato che risulta meno ingombrante rispetto all’unità capostipite I FATTI Diagonale di visione ottimale: da 60" a 200" Larghezza ottimale dello schermo: da 130 a 440 cm Tecnologia: Three chip engine, 0.7"" LCoS Risoluzione: 1920 x 1080 Obiettivo: 1.4:1 - 2.8:1 (Standard) Formato del chip: 16.09 Lampada: 150 W UHP n.131 Marzo 2011 Sul lato destro sono presenti solo le feritore di uscita dell’aria. della serie. Come al solito, girando intorno al Three partiamo dalla zona frontale, dove l’obiettivo non è messo al centro, ma leggermente disassato. Poco male, perché lo shift motorizzato (come del resto i comandi di zoom e messa a fuoco) permette la correzione con un semplice tocco del telecomando. Delle prestazioni della lente diremo, ma vi posso anticipare che le incertezze dei primi JVC sono ampiamente superate da questo vetro, che se la cava egregiamente. Lo châssis del proiettore è quasi un monoblocco, dato che non troviamo praticamente interruzioni nella linea: sul frontale, oltre al citato obiettivo, si vede solo una feritoia, così come sul lato destro (ovviamente si tratta degli ingressi e degli scarichi dell’aria). Sulla parte posteriore, la usuale sequenza di LED di segna- lazione dello stato dell’apparecchio ed i tasti per operare senza il telecomando in fase di installazione della macchina, oltre allo sportello che permette l’accesso al vano della lampada. A sinistra troviamo invece la sezione delle connessioni, che appare ormai una entità standardizzata in quasi tutti i proiettori, e di cui parleremo nel box relativo. Il lato sinistro è quasi completamente occupato, quindi non c’è spazio per altro che per il connettore del cavo di alimentazione. Da notare come il nuovo design abbia contribuito alla diminuzione del rumore, passato ora da 21 a 19 dB: al di là del dato dichiarato, a mio parere si tratta effettivamente di una macchina decisamente silenziosa, e la costruzione ne testimonia l’efficacia. Complimenti. I pannelli che costituiscono il motore di LE CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE ED IL PREZZO Durata: >3000 ore (in media) Light Output: Tipica 900 ANSI Lumen Contrast Ratio: >50 000:1 Zoom e fuoco: Motorizzato Lens Shift: Motorizzato Vertical Shift: da -80% a +80% Horizontal Shift: da -34% a +34% Ingressi: 2 HDMI version 1.3 con HDCP e CEC; 1 Component Video (3 x RCA); 1 Composite Video (RCA); 1 S-Video (4 pin mini DIN); 1 VGA (sub-D15 ) Controlli: RS232 Control 12 V Trigger: Sì Rumorosità: <19 dBA Tensione di ingresso: 100-240 V AC/50-60 Hz Larghezza: 386 mm / 15.2" Altezza: 202 mm / 8.0" Profondità: 522 mm / 20.6" Peso: 13 kg (28.7 lbs) Prezzo di listino: ¤ 8520,00 IVA compresa Costruttore e distributore per l’Italia: Audiogamma S.p.A., V. Pietro Calvi 16, Milano; tel. 02.55181610, fax 02.55181961 Sito web: www.audiogamma.it dv 93 video club La sezione di pixel adjust non è poi così utile, in pratica: ma è presente… dv Vi sembrerà un peccato, ma non ho toccato questa sezione: semplicemente, non ce n’era bisogno, visto che i colori sono a posto per gli affari loro! questa macchina sono dei D-ILA (ripeto, la base è JVC e quindi non è corretto parlare di LCoS e non chiedetemi per quale ragione, forse solo commerciale, il costruttore lo faccia), ovviamente tre ed in risoluzione 1920 x 1080 (questa, diciamolo chiaramente, è una non-informazione, dato che di 4K non se ne vedono ed anche le macchine economiche sono a risoluzione piena). Il processore video che equipaggia la serie Black Wing è un HQV Reon-VX, che fornisce quindi le più ampie garanzie di un trattamento al di sopra di ogni sospetto: peccato solo che i suoi controlli interni siano abbastanza limitati, come accade sempre in questi casi, ed in alcuni casi disponibili solo per segnali SD (con il che ovviamente ci tagliamo fuori da parecchi elementi di discussione, visto che l’uso preponderante di questi proiettori deve, e lo sottolineo, avvenire con materiale HD!). Ma d’altro canto se volessimo qualcosa di diverso, dovremmo passare per un processore esterno, e questo non penso sia giustificato nella stragrande maggioranza dei casi. Un particolare: al di là del fatto che i menu siano JVC, se andate sul sito HQV vedrete che le macchine che vengono citate come licenziatarie del processore sono i JVC RS25 e 35: e quindi… Il Black Wing Three usa un sistema di Iris elettronico ad apertura variabile. Ciò significa che non c’è Iris dinamico, dato che il valore molto basso di nero che si ottiene non lo rende affatto indispensabile, ma 94 dv possiamo scendere con un’apertura fissa che opera molto bene sul controllo del livello del nero. Promosso a pieni voti, direi. È presente anche il famoso CMS, Color Management System, ossia quel controllo che non uso mai, per ragioni che non starò a ripetere per la cinquantottesima volta. Anche in questa occasione non ho potuto fare a meno di lasciarlo lì sconsolato, a sentirsi inutile: che bisogno c’era di lui, visto che i colori sono quelli che sono? Anche il comando del pixel adjust rispetta ciò che da sempre caratterizza le macchine JVC: c’è, ma in pratica qualunque deviazione rispetto alla posizione iniziale è praticamente inutile. Sotto questo aspetto, non ci sono novità di rilievo da segnalare, purtroppo. I menu software – Come usarli per la calibrazione Non si può dire che la progettazione originale di questo proiettore sia avvenuta non tenendo conto delle esigenze di chi debba metterlo puntigliosamente in assetto. Le voci di controllo sono tante, e permettono una buona capacità di personalizzazione. A volte succede infatti che la escursione reale della macchina sia più limitata di quella che viene messa a disposizione, nel senso che i controlli effettivi operano su un range nettamente più limitato che nel caso teorico: se vi spostate più di tanto, non ottenete altro che… errori! Qui invece il menu è costruito bene, nel senso che si riesce ad arrivare ad un assetto stabile anche attraverso varie posizioni dei controlli. Per fare un esempio, ho valutato a lungo se fosse il caso di tenere la lampada su high o su normal, perché comunque l’equilibrio non era malvagio. Alla fine poi è prevalsa l’impostazione “tradizionale”, ma di fatto si poteva anche pensare, in condizioni diverse, di scegliere l’altra strada senza che ci fossero delle mancanze di equilibrio pesanti. Questo aspetto è quello che a volte limita un po’ la versatilità di una macchina, che, nonostante dei software particolarmente ampi dal punto di vista delle scelte, si ritrovano ad equivalere… ad un televisore, vista l’impossibilità di arrivare a valori di calibrazione simili da strade diverse. Spero che il discorso non vi risulti ostico: se avete avuto occasione di calibrare qualche macchina penso che la cosa dovrebbe filare abbastanza, dato che uno stesso risultato finale si può ottenere partendo da settaggi iniziali (e finali) completamente diversi tra loro. Partiamo nelle nostre considerazioni dal controllo del gamma, che da sempre è uno dei più importanti, soprattutto su un proiettore come questo dove il livello del nero è molto basso e quindi questo parametro assume un’importanza determinante. Non possiamo pretendere, e credo che non mi sia mai successo, che ad un valore di 2.2 corrisponda un analogo nell’ambiente nel quale state facendo la misura. È chiaramente irrealistico, anche perché nella maggioranza dei casi questi parametri vengono impostati facendo misure di illuminanza e non di luminanza, quindi con la sonda girata verso il proiettore e tendenzialmente in ambienti trattati in modo completo (stanze nere con riflessioni pari quasi a zero, che sono l’equivalente video n.131 Marzo 2011 club video La struttura dei menu è tradizionale (ossia già vista su macchine JVC), ma funzionale. Le possibilità di personalizzazione sono parecchie e la versatilità operativa molto buona. di una misura audio in una camera anecoica). Se doveste pensare di “scrivere” 2.2 sul proiettore, avere lo stesso risultato una volta misurato e che questo debba per giunta andare anche bene nel vostro ambiente… beh, a mio parere avreste delle disillusioni non da poco! A parte questo, che è una considerazione generale ed abbastanza ovvia per chiunque abbia un minimo di esperienza in materia, i valori sono piuttosto lineari nella loro escursione. Come se non bastasse, è anche possibile agire sui singoli colori oltre che sul bianco, rendendo la curva ancora più personalizzata. Qui va fatto un attimo di fermata, il momento in cui vediamo che è anche possibile variare la curva per step successivi. Devo confessare che qui ho sempre un momento di perplessità: in alcune situazioni questo controllo è un aiuto non indifferente, ma in altre risulta oggettivamente difficile riuscire ad assumere perfettamente il dominio di questa metodologia operativa. Cercherò di spiegarmi: i problemi che si incontrano a volte (mi è successo anche di recente) sono localizzati nel non riuscire a “spostare” il valore, e non la forma, della curva del gamma. Se ci sono macchine che presentano sì delle “gobbe” che inducono a valori non perfetti, il problema più comune è quello di non riuscire a scendere o salire nel valore che è il nostro obiettivo, che a volte si pone come un limite irraggiungibile. Dico questo perché mi è capitato più volte con D-ILA come questo, ed ho trovato una sorta di barriera alla quale mi sono dovuto arrendere (non è questo il caso, come vedremo, ma solo il punto di partenza). Questo grafico, che vedete nella foto, potrebbe apparire come la soluzione perfetta: in realtà non lo è, perché purtroppo è sempre molto complicato andare a traslare in modo uniforme una curva che è stata progettata da una persona che non può aver preso come riferimento un valore as- n.131 Marzo 2011 dv Ecco come è possibile variare punto per punto, o meglio, zona per zona, la curva del gamma. soluto, ma ha “deciso” che quella pendenza corrispondesse a qualche variazione da lui stabilita. Ecco perciò che modificare l’intervallo 30-40% diventa un azzardo, perché non sappiamo come si modifichi di conseguenza il valore assoluto: e si può andare incontro a sorprese poco piacevoli che costringono magari a buttare ore ed ore di lavoro intenso e disperato. Pertanto cercate di operare su questo controllo con la massima cautela, e di muovere le pedine con circospezione; anche se a mio avviso non dovrebbe nemmeno essere così necessario, vista la buona indole del Black Wing Three. Vediamo qualcosa di pratico per far capire quali sono i limiti di ciò che ho detto, analizzando, oltre a quanto leggete nel riquadro delle misure, la situazione nelle varie condizioni di partenza, prendendo come riferimento soltanto la curva del gamma ed i livelli RGB. dv 95 video club l’angolo di Andrea Manuti Cinema 1 Credo che la cosa più naturale da fare sia quella, per un appassionato di cinema, di partire dal settaggio definito “Cinema 1”. Ecco i risultati che otteniamo. Beh, onestamente vedere una curva del gamma così grottoluta e con compressioni alle basse luci ed espansioni alle alte non può dare conforto; ed oltre tutto il valore è di 1.38! Questo significa avere una scarsa sfruttabilità del livello del nero, che con un gamma del genere viene sollevato in modo inaccettabile (tanto più il valore si avvicina ad 1, tanto più andiamo verso una retta a 45° e quindi alziamo la parte iniziale della curva, sollevando quindi la riproduzione della zona vicina al nero), che viene solo, e non correttamente, compensata dalla compressione sulla prima zona del grafico che vedete evidenziata. Quando parlo di “buona indole”, faccio riferimento ai colori: se osservate i livelli RGB, è comprensibile che con una partenza del genere la calibrazione sia estremamente facilitata e si arrivi senza difficoltà ad avere un’ottima resa cromatica. Se però pensate, senza strumenti, di usare questo banco come punto di partenza… avrete dei cattivi risultati! Il mio consiglio è quindi, a meno di non avere particolari ambienti dove una situazione del genere sia replicabile, di passare ad altro. dv Cinema 2 Passiamo ad una interpretazione del cinema che apparentemente dovrebbe essere simile alla precedente ma che in realtà se ne discosta parecchio. Questo grafico (parlo del gamma, ovviamente: i commenti relativi ai livelli RGB sono del tutto analoghi a quelli già fatti prima e completamente lusinghieri, basta guardarlo per rendersene conto) è decisamente più lineare ed allineato al riferimento. Pur risultando troppo basso (perché 1.85 fa correre il rischio di non riuscire, come dicevo prima, a portalo ad un valore superiore che è quasi sempre necessario) ci presenta una aderenza notevole che fa operare in maniera lineare sui controlli. In questo modo abbiamo una resa finale più stabile e consona ad una riproduzione corretta dei livelli di grigio. Cinema 3 Sembra essere tornati al Cinema 1, anche se stavolta il gamma arriva ad 1.61, ma la curva è decisamente ad “S”, il che porta con sé compressioni ed espansioni che non sono di certo sane. Unite questo ad un valore troppo basso, e capiamo da subito che nemmeno questa soluzione, a meno di notevoli sforzi ambientali, rappresenta un punto ideale di partenza. Dynamic Paradossale, la curva riportata nel grafico della pagina seguente! Vi assicuro che ho valutato se valesse la pena prenderla in considerazione come prima scelta, dato che si parte da 1.67 di valore ma con un andamento estremamente lineare. Curioso il fatto che non siamo davanti a ciò che accade abitualmente, ovvero la classica esaltazione delle alte luci, che vengono messe in una totale evidenza. 96 dv n.131 Marzo 2011 club video Qui invece abbiamo un equilibrio davvero rimarchevole, con solo una leggera tendenza ad “S”, ma nettamente inferiore a quanto invece visto nei casi precedenti. L’unico problema, e si vede subito, si rileva nella curva dei livelli RGB, che sono chiaramente spostati verso il blu. Stavolta abbiamo il tipico comportamento dei settaggi “dinamici”, che esaltano appunto la riproduzione di questo colore a scapito del rosso (cosa che vedete puntualmente verificarsi), e che alla fine mi ha reso questa strada meno immediata da percorrere. Stage Questo parametro, il cui nome non mi suggerisce altro che il palcoscenico di un teatro (e quindi mi rende la cosa un po’ difficile da comprendere), si colloca a metà tra Dynamic e gli altri. In che senso? Partendo sempre da un gamma troppo basso, perché 1.77 rimane tale, la linearità è molto buona, e tutto sommato anche questo potrebbe portare ad una discreta soluzione. Non fosse per questo equilibrio cromatico un po’ troppo spostato verso il blu a scapito del rosso, ci si potrebbe pensare seriamente, e non è detto che questa soluzione non possa andare bene in qualche ambiente. dv TH-PRO Molto buono questo punto di partenza, che vede una curva decisamente regolare ed un valore tra i più alti proposti: 1.87 non è ancora ottimale per la maggioranza degli ambienti, ma rappresenta un considerevole vantaggio se consideriamo anche l’equilibrio cromatico praticamente perfetto che questo TH-PRO ci mostra. Direi che partendo da qui è possibile arrivare ad un risultato molto valido di calibrazione, a condizione di riuscire a sollevare il gamma lasciando inalterata la linearità che qui vediamo. User 1 e 2 Riporto ovviamente solo uno dei due settaggi di partenza, dato che sono uguali. Le considerazioni che possiamo fare sono analoghe a quelle del TH-PRO, visto che la linearità è molto spinta, i colori sono eccellenti (osservate le curve che sono praticamente coincidenti, oltre quello che normalmente può essere rilevato da un occhio anche esperto) e che, oltre alla consueta considerazione di un valore troppo basso di partenza, direi che ci siamo: tra questi si può scegliere per partire per il nostro compito! n.131 Marzo 2011 dv 97 video club l’angolo di Andrea Manuti Parliamo ora un momento del Crystal Motion Drive, ovvero del sistema che, operando a 120 Hz, a detta del costruttore dovrebbe rendere fluide e chiare le immagini provenienti da materiale a 24p oppure da film girati in HD a 60 Hz. C’è. Esiste. Ha un bel nome. Tutto qui. Ho provato ad usarlo. L’ho tenuto acceso cinque minuti, pensando che non si creassero artefatti. Dopo tre avevo già cambiato idea, pur essendo un fanatico sostenitore di questo tipo di elettronica. Traete voi le conclusioni in merito… Qui a fianco vedete un esempio “dinamico” della demo che si trova accedendo al menu di servizio. Parliamo allora un momento di questo aspetto, ovvero il menu che, come tutti i JVC, è accessibile da una ben nota sequenza di tasti che si premono da telecomando. Di solito Ecco la demo del Crystal Motion Drive che si trova nel menu di servizio. Certo non per farvi apprezzare le differenze, ma solo per capire che esiste. I commenti li leggete nell’articolo… dv Le voci del menu di servizio non sono nulla di particolarmente trascendentale, dato che replicano quelle esterne. Si possono impostare i parametri di partenza, nulla di più. Il settore delle connessioni ed il telecomando La parte sinistra del BlackWing Three è interamente occupata dai connettori di ingresso: la regola è ormai quasi uno standard, con la presenza di due HDMI, ai quali si accompagnano un VGA, un component, un S-Video, un videocomposito e la seriale di servizio. Non c’è nulla di diverso dal solito, ed al tempo stesso è presente tutto quello che serve, senza arrivare a chiedere un terzo HDMI di back-up. Non ci sono ingressi su BNC, ma la domanda, al giorno d’oggi, me la faccio da me: visto che nemmeno io li uso più, a chi capiterà più di incontrarne uno al di fuori del mondo professionale? Il telecomando è stato sicuramente progettato per un uso Home Theater, dato che presenta parecchi tasti a chiamata diretta (picture mode, gamma, lens aperture, color temperature e così via): gli elementi che distinguono una unità da un’altra sono oramai solo questi, dato che, come ho detto tante volte, si finisce per abituarsi alla disposizione che trovate su quella del proiettore che acquistate. L’organizzazione ed il layout dei tasti è qui curata, anche se non si tratta di un telecomando high-end, dato che l’apparenza è sicuramente “plasticosa”. Ciò che conta, però, è l’efficacia nell’uso, e qui direi che ci siamo. 98 dv n.131 Marzo 2011 LE MISURE TRIANGOLO DI GAMUT LIVELLI DI NERO, GRIGIO E BIANCO Il solito comportamento dei recenti JVC a partire dall’HD1 in poi, con un triangolo del gamut molto ampio e sovrasaturo. Non ho mai ritenuto necessario ridurne l’ampiezza per una corretta riproduzione cromatica, anche passando attraverso il CMS, dato che la risposta della macchina è sana e fornisce dei colori molto validi, personali ma direi apprezzati da tutti. Una tranquillità, insomma. Vorrei farvi notare come il comportamento del gamma di default (un valore troppo basso e che tende a sollevare i livelli) non possa che condurre ad una situazione come quella che vedete nel grafico dei Lumen rilevati nelle condizioni di default: il valore al 40% è sicuramente troppo alto, tant’è che nelle condizioni di calibrazione, per riportare ad una riproduzione lineare e corretta della scala dei grigi, questo numero è dimezzato. Un prezzo da pagare che però era necessario mettere in conto, dato che passa per una luminosità massima che si mantiene sempre a livelli molto, ma molto elevati (500 Lumen per una macchina da Home Theater sono sempre un’enormità) ed un livello del nero stratosferico. Ci siamo arrivati: se osservate il dato in condizioni di calibrazione, vedete che arrivare a 0.013 Lumen è un’impresa che riesce a pochi. Non sarà il fatto di avere recentemente stabilito un record a 0.008 Lumen a fare una differenza straordinaria: questo proiettore produce un nero così profondo da poterlo considerare la sua migliore caratteristica! Complimenti davvero per una realizzazione così valida. club video In analogia a quanto detto per il valore del nero, il contrasto al 100% è siderale: quasi 40.000:1 era un rapporto che non avrei pensato di misurare fino a qualche anno fa. Non inganni la riduzione del CR40, per i motivi detti prima commentando il livello del grigio: 4500:1 denota una prestazione formidabile che rende la macchina un portento di operatività e rappresenta in ogni caso una prestazione di livello assoluto. Ancora complimenti. I LIVELLI RGB E LA CURVA DEL GAMMA Default conditions Calibrated conditions Gamma default = 1.88 Gamma calibrated= 2.21 Pochi i commenti relativi ai livelli RGB, dato che segnano un comportamento molto lineare e decisamente apprezzabile, che vi assicuro ad occhio nudo non è distinguibile dalla perfezione. Apprezzare il 5% di scostamento rispetto alla linearità del 100%, credetemi, è davvero impossibile. Diverso il commento da fare sulla curva del gamma, che parte da un valore decisamente basso e non centrato rispetto al riferimento. Se questo può essere accettato in ambienti particolari, 1.88 è un numero che mette in crisi la calibrazione in molti casi (la maggioranza, direi), anche se la curva dimostra di ricopiare perfettamente l’andamento ideale di quel valore. Ma quando parlo di buona indole del proiettore ed osserviamo la curva del gamma penso sia facile capire cosa intendo: portare la macchina a questo risultato non è stato nemmeno particolarmente difficile, dato che il tempo necessario si è mantenuto all’interno del possibile (intendo qualche ora di lavoro). Rimane solo qualche piccola compressione in basso, che sacrifica, nella visione reale, una piccola percentuale di dettagli che vengono affogati nelle basse luci. In ogni caso il risultato finale, che è quello che conta, parla a favore di un comportamento che, unito alla prestazione del livello del nero, non può che farci emettere un plauso incondizionato per questo CineVersum. n.131 Marzo 2011 dv 99 dv video club questo scatena i pruriti di tutti gli smanettoni, me compreso, in quanto vedo in questo delle possibilità straordinarie di calibrazione extra. Qui non avviene questo, dato che le voci che trovate all’interno di questa area sono le stesse che sono allocate nel menu utente! L’unica cosa che potete fare è impostare un parametro di base come impostazione della macchina, ovvero personalizzare i menu esterni con dei valori che decidete. Si tratta in pratica di una ulteriore customizzazione della macchina, che in questo caso non ha un valore particolarmente rilevante se non per un fatto di comodità: avere una base di partenza più flessibile è senz’altro utile dal punto di vista dell’adattamento della macchina al nostro ambiente qualora sia necessario creare più banchi di memoria oltre i tre personalizzabili che abbiamo già a disposizione. Ma in questa occasione non si scoprono segreti del Santo Graal, per intenderci… Largo alle immagini! La prova pratica dv Cerchiamo di capire, allora, come si comporta una macchina del genere una volta accesa, calibrata e compreso quali siano le sue caratteristiche di funzionamento principali. Diamo per scontato di partire da qui, accendere il proiettore e goderci un film, che sarà poi l’obiettivo che ognuno di noi ha, al di là della tecnologia, dell’investimento effettuato, del luogo di visione e del numero degli spettatori che inviteremo. Diciamo subito una cosa: questo proiettore rappresenta un esempio del come e del perché, a mio parere, sia del tutto inutile ricorrere al 3-D per avere una visione gratificante. Il perché mi sembra ovvio da quanto finora abbiamo detto in termini del pregio principale di questo D-ILA. Quando abbiamo davanti un livello del nero di questa portata, oltretutto accompagnato da una linearità della curva del gamma come quella esibita dal BlackWing Three in condizioni di calibrazione, ci sono poche scuse: la fedeltà della riproduzione è quasi certamente assicurata. Dico “quasi” perché manca sempre una riproduzione cromatica valida e corretta, senza la quale tutto questo non ha molto senso: se fate riferimento alla recensione del SIM2 MICO 50 del mese scorso penso sia semplice capire cosa intendo. È da queste tre grandezze che nasce, a mio avviso, una eccellente godibilità delle immagini che escono da un Blu-ray o da una trasmissione televisiva in HD. Stabilito che da quanto visto nel corso dell’analisi tecnica di questa macchina si deduce abbastanza facilmente che questi elementi ci sono tutti, vediamo come indirizzarli per caratterizzare fisicamente l’acquirente tipo di un proiettore del genere, e chi si potrebbe riconoscere e rimanere soddisfatto da un ipotetico profilo di proprietario di un D-ILA così posizionato. Ovviamente lo straordinario livello del nero, che è modulabile attraverso l’uso dell’Iris e 100 dv LE MISURE RISPOSTA SPETTRALE Default conditions Calibrated conditions 40 IRE 40 IRE 60 IRE 60 IRE 80 IRE 80 IRE 100 IRE 100 IRE Le caratteristiche di questa macchina sono comunque riflesse da una risposta spettrale valida e ben delineata: il confronto tra il prima ed il dopo ci evidenzia una maggior presenza della componente del rosso, come era da aspettarsi cercando di ottimizzarne la caratteristiche in ottica Home Theater. Di certo si tratta di colori supportati da una presenza del blu piuttosto forte, il che determina dei colori piuttosto accesi e decisi, e ciò è normalmente segno di una buona accettazione da parte del gusto medio degli appassionati. che sarà adeguato all’ambiente di visione ed alle condizioni (eventualmente variabili) nelle quali ci si trovi ad operare, è un punto di partenza che porta questo CineVersum nell’ambito dei fanatici del vero cinema in casa. Non chi guarda un film con le luci accese, ma chi spegne tutto se non il proiettore e si appresta a godersi lo spettacolo. Se quindi il vostro target sono le partite del fine settimana, lascerei perdere: questa macchina sarebbe sprecata. Detto quindi che il poter raggiungere livelli così bassi senza perdita di dettagli è foriero di un conseguimento di eccellenti livelli di dettaglio, diciamo anche, per onestà, che qualche piccola ed inevitabile compressione sulle basse luci si genera sempre (stiamo parlando di unità reali, non di astrazioni da laboratorio!). Ciò non toglie praticamente nulla, se non qualche piccolo elemento di contorno, ad una eccellente riproduzione. Vi devo anche dire che, dopo la rilevazione strumentale, mi sono reso conto che nella visione pratica per ovviare a questi piccoli problemi ho dovuto alzare leggermente il brightness, perché l’ottenimento di un nero così fondo andava a scapito della lettura di qualche particolare. Nulla di trascendentale, intendiamoci, ma visto che si è verificato almeno con un paio di film, forse mi sono lasciato prendere la mano dalle possibilità di queste matrici e ho dato giù di Iris per arrivare più in basso che si potesse. È comunque un fatto di scelte, che posiziona il Three verso il settore realmente high-end, ossia delle prestazioni assolute, che vanno naturalmenn.131 Marzo 2011 club video LE MISURE RILEVAZIONE DELLE PRESTAZIONI DELL’OTTICA Pattern totale Centro Centro destra Basso destra dv Continuo a rimandarvi agli articoli su questo tema presentati poco tempo fa sia su Digital Video che su HTProjectors, per avere un’idea più precisa del metodo di rilevazione seguito. Devo dire di essere rimasto impressionato. Le perplessità che a suo tempo mostrarono i primi JVC e le macchine da questi derivate sono svanite e si sono sciolte come neve al sole. L’osservazione del pattern complessivo è illuminante, perché ci mostra una grande uniformità complessiva ed una pulizia d’assieme notevole. Andando quindi ad osservare il particolare del centro, troviamo scansione quasi perfetta dell’alternanza tra le righe bianche e nere, segno che il potere risolutivo dell’ottica è eccellente. te di pari passo con la resa cromatica. Vediamo questo aspetto, che è spesso determinante nella scelta di una soluzione tecnologica piuttosto che un’altra. I colori del BlackWing sono molto belli: come detto, non li trovo sovrasaturi, ma decisi sì: questo quindi fa capire come la rilevanza della componente blu tenda ad “accenderli” in maniera quasi compensativa rispetto alla loro neutralità di base. A mio avviso questo spiega il perché abbiano generalmente molto successo: non essendo taglienti come quelli di un DLP, conservano però un loro appeal notevole, perché non sono pastello, ma vivaci. Ed in questo capisco anche come abbia, alla fin fine, preferito il SIM2 a LED rispetto a questa soluzione, anche se lì il livello del nero era più alto: oggi le soluzioni con quella tecnologia presentano colori che possono essere modulati nella direzione del calore, ossia… verso i CRT dai quali provengo! Dico questo per cercare di posizionare questa macchina, n.131 Marzo 2011 Ma se vogliamo osservare la prestazione più eclatante direi di soffermarci per un attimo sulle zone in basso ed al centro a destra, dove appare piuttosto evidente come le transizioni cromatiche, sia in verticale che in orizzontale, siano caratterizzate da un nitore ed una pulizia che colpiscono. Il BlackWing sembra non avere alcuna incertezza, appare muoversi a suo agio anche nelle minime variazioni di colore che possiamo osservare, dando luogo ad una prestazione davvero da primo della classe. Complimenti per la realizzazione di un componente, l’obiettivo, sul quale spesso si risparmia: qui invece possiamo dire di avere davanti un esemplare di livello eccellente. che per me rappresenta la scelta ideale di chi venga da un altro proiettore digitale di generazione precedente, oppure sia alla prima esperienza e voglia fare un esordio alla grande, oppure vada alla ricerca di un livello del nero da primato. Se invece la priorità è quella di una riproduzione il più possibile morbida ma “analogica”, allora una macchina a LED come il SIM2 (e non come il Vivitek, che ha colori più robusti) è più indicata. Dovete sempre inquadrare il livello delle differenze che oggi distinguono i proiettori, che hanno raggiunto un livello medio molto alto: si tratta spesso di sfumature, di dettagli e particolari, che emergono spesso dall’analisi affiancata e ravvicinata, nello spazio e nel tempo. Questo per dire che se uno fa una scelta in questa direzione, dopo tre mesi di visione si sarà talmente assuefatto che, a meno di confronti quotidiani, gli sarà molto difficile notare le stesse differenze che magari avrà visto poco tempo prima. Diciamo ancora una cosa, che rientra nel campo delle preferenze personali ma che oggi non possono essere taciute. Il Crystal Motion Drive, ovvero il sistema di frame interpolation presentato da JVC. Come vi ho detto, l’ho disinserito, ma vi voglio circostanziare un po’ il concetto. Sono un estimatore di questi congegni, e per me rappresentano oggi un possibile criterio di scelta nel differenziare i prodotti. Naturalmente devono funzionare, come fanno quelli di Epson e Sony, che pur perfetti non sono. Quando ho visto che il CineVersum ne era dotato, ovviamente l’ho messo su High, per capire dove arrivava. Nei primi due minuti ho pensato “Ammazza’o’, anvedi…”, che, per i non romani, è espressione di sorpresa e compiacimento allo stesso tempo. Poi ho capito che si generavano comunque degli artefatti che non mi rendevano assolutamente naturale il fluire delle immagini. A questo punto sono andato su Low: ci sono rimasto un minuto, ed dv 101 video club ho compreso che non tutti i sistemi sono a punto. Se la potenza elaborativa e gli algoritmi sottostanti non sono adeguati e non si riesce a rendere fluido un movimento che nasce a scatti (i 24 fps del cinema non sono oggettivamente abbastanza per rendere in modo naturale un qualunque spostamento che avvenga nei normali tempi reali di un essere umano e non di un bradipo azzoppato), tanto vale lasciare perdere. Detta in altro modo: per me è come se questo dispositivo non fosse proprio presente. Se nel caso di Epson e Sony qualche errore ci può stare, perché siamo tutto sommato ancora alle pri- me versioni, qui l’esclusione è automatica, se non vogliamo vedere un fiorire di errori che fanno della proiezione una sofferenza. Tutto qui, non si può essere perfetti, e magari qualcuno di voi troverà accettabile od utile questa feature: non abbiamo tutti gli stessi occhi, ed in questo campo la soggettività è Quando parlo di colori decisi e personali, ecco un esempio: non sono accesi o violenti, ma di certo hanno una caratura brillante. Si tratta di una scena molto facile, è chiaro, ma che ho scelto per far comprendere come non siamo in presenza di una riproduzione pastello, ma di una abbastanza sostenuta. Mai innaturale od eccessiva, comunque, e questo è un gran pregio. dv Direi che in questo fotogramma, anche se in uno spazio molto ristretto e fermo restando che davvero non so cosa si potrà vedere nella riproduzione su carta, abbiamo pregi e l’unico difetto rilevante di questo CineVersum. La linearità della macchina sulle basse ed anche sulle alte è riprodotta molto bene nelle due zone della camicetta e della gonna che si trovano una sopra l’altra. Viceversa, abbiamo qualche compressione in quella a sinistra, che è poco visibile. Nella foto si scorge ancora qualche particolare anche a sinistra, ma si ha la percezione di perdere qualcosa. E direi che in questo modo abbiamo “dipinto” le prestazioni reali del BlackWing. Bei colori. Ecco cosa intendo con questa affermazione, dove qui va intesa nel senso di naturale e non forzato. In particolare, il verde della maglia ed il rosso del parchimetro sulla destra penso possano rappresentare bene l’affermazione. Vedete che non si tratta di colori finti o di interpretazioni, ma di una proposizione naturale di una scena di vita quotidiana. La sensazione di cui parlo è ovviamente accentuata nella visione reale del film, dove il fluire delle immagini contribuisce a dare un suggerimento di realtà. Ancora una riproduzione senza coloriture specifiche delle parti più complicate, ossia il viso. Qui siamo in luce artificiale e con una scarsa illuminazione, ma spero siano visibili tutti i dettagli del volto, che compongono una “pittura” decisamente tridimensionale della realtà. Il volto di Jennifer Aniston viene rappresentato con le scolpiture tipiche di quando siamo presenti sull’evento, con la persona davanti a noi: questa simulazione della realtà è a mio parere decisamente più credibile che un 3D simulato male… 102 dv n.131 Marzo 2011 video Conclusioni Una scelta sicura, su un prodotto che può dire la sua come macchina di riferimento per splendide serate Home Theater. Livello del nero stratosferico, ottima e ben bilanciata resa cromatica, possibilità di messa a punto notevole, tale da creare delle condizioni d’uso flessibili ed adatte a moltissimi ambienti, una bella linea ed una costruzione ineccepibile, un’ottica che sembra un rasoio. Cosa volete di più? Il sistema di frame interpolation non funziona benissimo in parecchie situazioni? Ma cosa ve ne importa, fate finta che non ci sia: i pregi sono talmente tanti che potete tranquillamente farne a meno. La validità di questa macchina è tale da metterla nella lista di quelle che si possono tenere a lungo, per svariati anni, sicuro che le prestazioni che forniranno saranno sempre adeguate. Complimenti, davvero. dv in sintesi dv i PRO e i CONTRO PRO CONTRO • Livello del nero • Sistemi di frame interpolation davvero • Fedeltà cromatica e caratura dei colori poco a punto, tanto da doverlo • Prestazioni dell’ottica disinserire • Software di controllo versatile • Qualche compressione ai bassi livelli Costruzione originale e robusta glossario dv esiste ancora club enorme. Provate da soli, poi fatemi sapere. In conclusione, prima di proporvi qualche immagine come di consueto, devo dire che l’esperienza di questo proiettore è stata davvero piacevole, tanto da tenerlo per un tempo decisamente ampio: rappresenta una sicurezza, dato che permette di arrivare ai limiti oggettivi del contenuto riprodotto dal supporto. Se l’immagine c’è, siete praticamente certi che con questo BlackWing sarà riprodotta al meglio. E non mi pare poco! I possibili concorrenti • Epson EH-R4000 • Sony VPL-VW90 • JVC DLA-HD990 • SIM2 MICO 50 • Vivitek H9080FD per chi vuole sapere cosa sia... Il triangolo di gamut Fornisce l’informazione sulla resa dei colori primari RGB. Più ampio il triangolo, tanto più elevata la capacità del proiettore di riprodurre sfumature cromatiche. Dato che questa misura viene fatta a 100 IRE (ossia con un segnale al 100% della propria intensità, cioè rosso, verde e blu alla massima potenza), il triangolo di gamut serve solo a dare un’indicazione del comportamento di una macchina da riproduzione al massimo della sua emissione luminosa e non una valutazione della accuratezza della sua riproduzione filmica. I livelli RGB e la curva del gamma Rappresentano le informazioni più importanti per comprendere come si comporti un proiettore da Home Theater, insieme al livello del nero. La curva dei livelli RGB esprime in ascissa una “sweeppata” da 0 a 100 IRE, con un andamento riferito, in ordinata, al valore corretto teorico del valore a D65 (il riferimento della specifica). Lo scostamento percentuale rispetto al punto centrale rappresenta la “distanza” dalla linearità ottimale (un proiettore cromaticamente perfetto avrà come risposta una linea bianca, dove le curve RGB sono sovrapposte al centro). Nella pratica, scostamenti dell’ordine del 10% (massimo) sono scarsamente avvertibili dall’occhio umano, mentre è da considerare un difetto vedere dei grafici con le curve che si intersecano ai vari livelli: questo perché un proiettore in queste condizioni sarà più difficile da portare ad una buona linearità. La curva del gamma, ovvero la “funzione di trasferimento” che, dato uno stimolo in ingresso, ci restituisce il comportamento del proiettore in uscita, è fondamentale per caratterizzare la capacità di riprodurre in modo accurato le basse, medie ed alte luci. Il valore di riferimento della specifica è di 2.2, ma nella pratica è funzione dell’ambiente e delle condizioni di installazione. Tanto più sarà regolare la curva (indipendentemente dal valore numerico assoluto) tanto più il nostro proiettore sarà in grado di riprodurre i dettagli. Si tratta di una grandezza fondamentale per la calibrazione, ma sulla quale bisogna agire con estrema attenzione per non distruggere, con pochi colpi di telecomando, qualunque proiettore. Black, gray e white level; contrast ratio Il valore dei livelli di nero, grigio e bianco è estremamente importante per la caratterizzazione di una macchina da Home Theater, soprattutto n.131 Marzo 2011 il primo, che definisce quanto riesca a restituire delle immagini pienamente contrastate e tridimensionali. Le grandezze sono espresse in Lumen. Qual è la differenza? La sonda (DeltaOhm) viene girata verso il proiettore, effettuando una misura di illuminanza (lux), che esprime quanto arriva sullo schermo (nel caso di specie, 244 cm di base in 16:9) in termini di intensità luminosa. Questo numero dipende ovviamente dall’area di misura. Moltiplicandolo per l’area dello schermo stesso, si ottiene una grandezza indipendente da questo, che prende il nome di Lumen, più adatto a caratterizzare in modo assoluto un proiettore, senza dover tenere conto delle dimensioni di proiezione. Ovviamente, tanto più sarà basso, tanto meglio sarà… Per le alte e medie luci, invece, non vale lo stesso concetto: un proiettore da Home Theater può essere molto valido anche con 200 Lumen: basta che siano “buoni” e regolari… Il rapporto di contrasto, misura ritenuta da molti fondamentale, è invece riportata per fare capire quanto sia… inutile! Non rappresenta una indicazione assoluta della bontà di un proiettore, per il semplice fatto che è un rapporto tra una grandezza che non serve (il bianco assoluto al 100%) ed una che invece è determinante (il nero): per aumentare questo rapporto, basta aumentare il numeratore (ossia il livello del bianco). Facendo così si ottengono solo delle alte luci totalmente inguardabili e delle condizioni irrealistiche! Nelle prove vedrete spesso che le condizioni di calibrazione, che tengono conto di svariati parametri e non solo di questo, avranno un rapporto di contrasto INFERIORE al default. Ciò ne prova l’inutilità come valore assoluto di riferimento! Riportiamo, ed è sicuramente più rilevante, lo stesso rapporto misurato a 40 IRE, una condizione di osservazione di un proiettore molto più vicina alla realtà. dv La risposta spettrale La spiegazione del “carattere” di un proiettore, ripreso da 40 a 100 IRE. La curva ideale, fatta a “panettone” (che emula la risposta dello spettro solare), rappresenta il valore al quale tendere: tanto più ravvicinati e costanti saranno i valori, tanto meglio si vedrà il proiettore. Teniamo presente che il livello del blu deve essere inferiore al verde, e che la zona e l’estensione del rosso contribuiscono molto a rendere l’immagine calda e pastosa. Dall’analisi di questi grafici si riescono a trarre quantità di informazioni su come si comporti in realtà, ed una risposta spettrale corretta ed ampia è SEMPRE sintomo di un eccellente proiettore. dv 103