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EDITORIALE
NOTIZIE DALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PROFUMIERI
FENAPRO
Mentre la stessa Unipro nell’ultima sua indagine
congiunturale relativa al primo semestre dell’anno
riconosce la battuta d’arresto del settore,
profilando un secondo semestre altrettanto
complesso, la Fenapro continua a lavorare con le
singole aziende al raggiungimento degli obiettivi
più impellenti. Su tutti, la necessità di una
profonda riqualificazione dell’offerta, attraverso la
riduzione delle quantità di prodotti immessi sul
mercato dalle case cosmetiche. Fermo restando,
come ribadito anche nel corso dell’ultimo incontro
con il Gruppo vendite in profumeria di Unipro, che
anche i profumieri devono lavorare a una
riqualificazione del rapporto con la clientela,
investendo nella formazione. È su questi asset che
bisogna lavorare per ridare ossigeno al settore e
per risanare i bilanci economici delle imprese di
profumeria. Anche le più recenti misure
governative – su tutte quelle di non tassare gli utili
reinvestiti – a che possono servire se, nella
sostanza, non esistono utili da reinvestire perché
le aziende sono pesantemente in crisi?
La questione del selettivo va dunque risolta a
monte e le soluzioni vanno individuate nel rifiuto
di richieste superate e obsolete, che non hanno
più una loro ragion d’essere.
Filo Diretto
Per far sentire la
vostra voce scrivete a:
FENAPRO
C.so Venezia, 49
20121 Milano
www.fenapro.it
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di Giovanna Maffina
Unipro conferma performance negativa
battUta d’arresto del mercato
La stessa Associazione Italiana
delle Imprese Cosmetiche
non ha potuto negare la realtà
dei fatti. Presentando i dati
congiunturali durante la consueta
conferenza stampa a Palazzo
Affari ai Giureconsulti a Milano,
si è infatti parlato di battuta
d’arresto.
Controllate puntualmente il vostro account
di posta?
Se n’è già dibattuto a più riprese in questa nostra sezione:
per potervi aggiornare puntualmente sul mondo della
Federazione abbiamo bisogno della vostra collaborazione.
La richiesta è una soltanto, ma fondamentale: controllate e
‘ripulite’ con regolarità il vostro account di posta
elettronica. Capita infatti frequentemente che le nostre
comunicazioni non arrivino a destinazione perché le caselle
di posta sono intasate da messaggi spam che impediscono
la ricezione di nuove email! A questo punto diventa davvero
impossibile per noi aggiornarvi su tutte le iniziative ‘in
corso d’opera’ e le varie news sul selettivo in tempo reale.
Dunque, se siete iscritti al portale istituzionale
www. fenapro.it e volete ricevere in via continuativa le
nostre newsletter é indispensabile che disponiate di un
account di posta elettronica attivo e funzionale e che
appunto consultiate puntualmente la casella di posta in
entrata. Ancora: gli iscritti al portale che per una ragione
o per l’altra avessero sostituito l’account di posta
elettronica devono comunicarlo subito alla Segreteria
Generale via fax al numero 02.7750.425 oppure via
e-mail all’indirizzo [email protected] riportando
la ragione sociale, l’indirizzo, cap località, telefono,
nuova e-mail, cognome e nome.
Entro le successive 8 ore dalla ricezione della
comunicazione, Fenapro aggiornerà il data base e invierà
al nuovo account un messaggio di prova con conferma di
ricezione. Contiamo su di voi!
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Fabio Franchina, riconfermato alla
presidenza di Unipro, presentando i dati
dell’indagine congiunturale del Centro
Studi e Cultura d’Impresa di Unipro sul
primo semestre del 2009 e sulle previsioni
del secondo semestre, non ha potuto non
evidenziare uno scenario industriale
alquanto difficile. La contrazione del 2,5%
del fatturato del comparto cosmetico,
prossimo agli 8.100 milioni di euro, s’è detto,
è stata determinata dal rallentamento del
mercato interno (-1,9%) e soprattutto delle
esportazioni, con un calo del 4,5%.
Le economie mondiali
ancora in crisi
Sicuramente, a livello internazionale,
pesano i forti condizionamenti sui
consumi per effetto della crisi finanziaria
che non ha ancora abbandonato la
maggior parte delle economie mondiali. A
livello nazionale i consumi di cosmetici
sono influenzati da una propensione al
consumo più cauta, sicuramente
incapace di rinunciare del tutto all’uso di
prodotti per l’igiene e la bellezza
personale, divenuto ormai quotidiano. Se
da un lato proseguono i trend positivi del
consumo nei primi sei mesi dell’anno del
canale farmacia, +3%, e dell’erboristeria,
+2%, si avvertono in maniera evidenti le
diminuzioni delle frequentazioni dei
saloni professionali, acconciatura (-7,1%)
e estetica (-4%). Tiene la grande
distribuzione organizzata, con un valore
di mercato atteso a fine anno attorno ai
3.600 milioni di euro; cala la domanda
nelle profumerie, -3% nel periodo
gennaio-giugno, -2% nella seconda parte
dell’anno con un valore di poco superiore
ai 2.300 milioni di euro previsti per la fine
del 2009. Segnali meno confortanti
vengono dai produttori ‘conto terzi’ che
solitamente anticipano le tendenze di
mercato e che prevedono una chiusura
d’esercizio negativa per più di 4 punti
percentuali. Le previsioni per la seconda
parte dell’anno, in generale, sono
caratterizzate dalle incertezze
congiunturali e da condizioni poco
dinamiche sul versante del retail.
partnership a tre
Comparto cosmetico
in contrazione
A livello nazionale la
vendita dei cosmetici è
influenzata da una
propensione al
consumo più cauta.
Trend positivi per
farmacia ed
erboristeria. In
sofferenza la domanda
in profumeria, stabile
in gdo.
per stUdiare l’Universo beaUty
Il business multicanale dei
segmenti fragranze, make-up e
skincare nel 2008 ha raggiunto i
5,8 miliardi di euro. Si riduce lo
scarto tra gdo e profumerie.
Ims Health, Iri e Npd Group annunciano il
lancio del primo studio di Congiuntura
Beauty Multicanale con i risultati
aggiornati a fine dicembre 2008.
Forti delle loro rispettive expertises, i tre
istituti hanno messo a fuoco l’andamento
dei mercati del beauty (fragranze,
makeup, skincare) incrociando i dati
derivanti dai vari canali distributivi: oltre
alle profumerie, gli ipermercati e
supermercati, le farmacie e parafarmacie.
La gdo è in lieve ripresa
La ripartizione per canale di vendita
dell’universo beauty riconferma al primo
posto le profumerie selettive, con una
quota a valore del 34,5%, in leggero calo
(-1,3%) sul 2007, seguite però a breve
distanza da iper e super con una quota del
31,2% in leggero incremento (+0,4%) e
quindi dal canale farmacia con il 23,2%
(+3,6%). La restante parte è data dal
canale specialisti drug, che grazie al forte
incremento registrato (+13,6% sul 2007)
totalizzano il 9,1% di quota, seguito da
quello emergente delle parafarmacie con il
restante 1,9%. In un contesto di difficoltà
economiche e di crescente attenzione
all’acquisto da parte dei consumatori, il
Il trend del benessere si rivela sempre più promettente
Il bisogno di benessere – da ricercarsi attraverso opportuni
trattamenti estetici, in profumerie o spa – sembra essere diventato
prioritario per le classi più abbienti al di là e al di qua dell’Oceano.
Fino a due anni fa infatti era la terza voce di spesa del lifestyle degli
High net worth individuals, vale a dire i possessori di un patrimonio
di almeno un milione di dollari (immobili esclusi) nel mondo. L’anno
scorso è balzata al primo posto, secondo l’annuale classifica di
Capgemini e Merrill Lynch Wealth Management. Per salute e
benessere il 54% degli 8,6 milioni di persone raggruppate in
questa categoria di happy few ha incrementato la propria spesa,
rispetto a un modesto 5% che l’ha diminuita. Per capire meglio
l’importanza del dato, basti pensare che per viaggi e beni di
consumo le classi più abbienti hanno tagliato le spese
rispettivamente del 39 e del 43%. Ecco dunque l’importanza di
curare sempre di più tutto ciò che riguarda il cocooning delle
persone: dalle diete detox all’attività fisica nelle sue molteplici
sfumature, dalle terapie estetiche e mediche alle piscine termali,
dalla cura della spiritualità alla felicità nell’aprire la finestra e
godere di una spettacolare vista. Un’opportunità questa di cui tutti
gli operatori della profumeria devono tenere in gran conto!
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servizio congiunto fornito dai tre
partner permetterà di comprendere
meglio le tendenze dei consumatori
nei diversi canali di vendita, con
dettagli per categorie e segmenti del
mercato.
ai 15-20 partecipanti - sarà premessa
indispensabile al suo svolgimento.
Ripubblichiamo a seguire il piano
didattico del corso.
corsI DI FormazIonE FEnaPro-sIcc
sI PartE a ottobrE
Piano di formazione Fenapro-Sicc,
il primo incontro dedicato al
profumo nei primi mesi autunnali.
Il rinvio necessario per dare modo
ai tanti profumieri interessati
di programmare meglio l’incontro.
Difficoltà di accesso al credito per le Pmi
Il 21% delle imprese italiane ha avuto difficoltà di accesso al
credito negli ultimi 6 mesi. È quanto emerge da un’indagine
recentemente condotta dal centro studi di Unioncamere. In
particolare, il 43,3% delle imprese non ha segnalato alcun
aggravio, mentre il 35,9% non ha richiesto prestiti o
finanziamenti alle banche. Invece, quel 21% delle aziende che si
sono rivolte agli istituti di credito ‘’per sostenere investimenti o
per tener testa a necessità’ gestionali’’ hanno dovuto fronteggiare
problemi legati alla limitazione nell’ammontare del credito
erogabile, all’incremento degli spread, alla richiesta di maggiori
garanzie reali o, addirittura - si legge sempre nell’indagine di
Unioncamere - si sono viste respingere la richiesta di
finanziamento. Inoltre, lo studio rivela che quasi un terzo delle
imprese che ha richiesto finanziamenti ha cercato in questi mesi
di ottenerli da istituti di credito diversi da quelli utilizzati nel
passato. Ma con risultati molto differenti. Secondo le imprese,
infatti, i grandi gruppi bancari si sono dimostrati meno disponibili
a concedere credito rispetto alle piccole banche locali e a quelle di
credito cooperativo. Le imprese del sud, infine, hanno mostrato di
essersi rivolte meno al credito bancario, rispetto a quelle del
centro-nord (61,8% contro 65%) anche a causa di condizioni
creditizie meno vantaggiose rispetto alle altre aree del Paese (il
36,3% delle imprese meridionali che si rivolgono alle banche
segnala difficolta’, contro il 30,9% di quelle centro settentrionali).
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Il timing originario del piano di
formazione Fenapro-Sicc, che prevedeva
una prima sessione a giugno/luglio, è
slittato ad ottobre. Le ragioni?
Sostanzialmente una: a fronte del grande
interesse suscitato dal corso, Fenapro
ha pensato di venire incontro agli
interessati posticipando le date del primo
incontro, per dare modo a chi lo
desiderasse di programmare meglio
l’agenda dei propri impegni per non
perdere la partecipazione al corso.
L’abbiamo già detto molte volte: il
momento non è dei migliori, ma non
bisogna cedere alla tentazione di
contrarre gli investimenti, specie quelli
in ricerca e formazione, le uniche vere
armi in grado di rendere un’impresa e un
imprenditore realmente competitivi. Ecco
perché vi invitiamo, qualora non lo aveste
ancora fatto, a iscrivervi a The Fragrance
Experience, riservato alle fragranze e
condotto da docenti SICC altamente
qualificati. Si svolgerà nell’arco di 3
giorni, a Milano e Roma, il costo
complessivo sarà di 350 euro circa.
Contattate la segreteria Fenapro per
avere tutti i dettagli del caso.
Collegandovi al sito Fenapro
(www.fenapro.it) troverete anche il piano
didattico completo, in programma
nel mese di giugno. Come già anticipato
la volta scorsa il raggiungimento
di un certo quorum – fissato intorno
• SeSSione 1: marketing e comunicazione
olfattiva.
Argomenti: l’organo di senso dell’olfatto;
il vocabolario olfattivo; le famiglie olfattive;
le materie prime e la loro classificazione
olfattiva; il profumo: fattori di influenza
sul valore attribuito dal consumatore;
la fisiologia del profumo; la memoria
olfattiva; la psicologia del profumo;
attribuzione del valore e comunicazione
esplicita e implicita; sensorialità
e percezione; la storia del profumo;
i grandi classici e la loro collocazione
genealogica.
• SeSSione 2: tecnologia e legislazione.
Argomenti: oli essenziali naturali: tipologia
e metodi di estrazione; oli essenziali di
sintesi: principali categorie chimiche;
compounds: metodi di preparazione principi
di stabilità; prodotti finiti: metodi di
preparazione e principi di stabilità;
compatibilità e incompatibilità con le basi
cosmetiche; packaging e forme applicative;
le tipologie merceologiche e i consigli per
l’utilizzo efficace; principi di legislazione
cosmetica; l’etichettatura e gli allergeni; le
norme di autoregolamentazione IFRA
e RIFM.
Risparmiare sullo
sviluppo: una scelta
obbligata
nel 2008 le aziende
più innovative hanno
creato maggior valore
aggiunto rispetto alle
altre, anche se la
recessione costringe
tutte ad avere una
forte attenzione ai
bilanci. il 14% delle
aziende mondiali
quest’anno ha infatti
ridotto gli investimenti
in ricerca e sviluppo.
• SeSSione 3: esperienze pratiche.
Argomenti: modalità di olfazione;
esperienze olfattive delle principali
categorie di materie prime; esperienze
olfattive delle principali classi di prodotti
finiti.
Incontro FEDP E commIssarI UE
conto alla rovEscIa
Si svolgerà a breve il faccia a
faccia tra i rappresentanti FEDP
– guidati dal presidente Andrea
Malinverno – e i commissari della
UE per discutere dei contenuti
del Regolamento d’Esenzione
sugli accordi verticali, che scadrà
il prossimo anno.
Presentato all’apposita Commissione UE
il documento contenente le opportune
modifiche individuate dalla distribuzione
relativamente ai contenuti del
Regolamento d’Esenzione sugli accordi
verticali, che scadrà il prossimo anno, si
entra ora nel vivo del confronto tra la
FEDP e i Commissari. È arrivato dunque il
momento di discutere le proposte per
individuare un modello giuridico che
riesca di nuovo a difendere il ruolo del
canale, ritenuto sostanziale alla creazione
di valore del prodotto cosmetico (cura,
trucco, fragranze). Nel documento
redatto dalla FEDP, lo ricordiamo, si
ribadisce la necessità di rivedere alcuni
punti degli esistenti documenti
contrattuali, non più aderenti ai tempi.
L’impatto che l’imposizione della cifra
d’affari minima ha sui distributori deve ad
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esempio essere rivisto e rivalutato,
suggerendo soluzioni quali
l’abbassamento di tale cifra, la
differenziazione per marca, la
rateizzazione. Questo affinché i criteri
qualitativi prevalgano su quelli
quantitativi. Nulla di nuovo dunque
rispetto alle questioni su cui da tempo la
Il team della Mip è sempre al vostro fianco
Coloro che hanno già avuto modo di mettere alla prova le enormi
potenzialità del programma Fenapro Windows, hanno visto
trasformare radicalmente la gestione del loro punto vendita,
traendone enormi benefici sia con riferimento al risparmio di tempo
che all’organizzazione metodica e puntuale di tutte le operazioni
gestionali. Ecco perché il programma continua a riscuotere
consensi crescenti da parte degli operatori della profumeria. Anche
e a maggior ragione in questo momento, vista la necessità di ‘oliare’
al massimo gli ingranaggi del proprio punto vendita, riducendo i
costi di gestione e, al tempo stesso, semplificando e rendendo più
veloci le funzioni gestionali legate al flusso di produzione di servizi
dell’azienda. Date le nuove logiche assortimentali non si può più
prescindere da un metodo di inserimento e di variazioni rapido dei
campi delle anagrafiche-prodotto che, oltre a velocizzare il lavoro di
codifica, mostra a video un ordinamento identico a quello dei ‘copia
commissione’ dei produttori e aggrega gli articoli per categoria
merceologica, classificazioni, reparto, fornitori, marchi, linee ecc.
Alla profumeria possono essere forniti sia il pacchetto informatico
sia le anagrafiche. Il costo del pacchetto, come abbiamo già avuto
occasione di ribadire più volte, è decisamente interessante. Si tenga
poi conto che le referenze gestite da MIP sono oltre 50.000 e che
dal sito internet www. fenapro.mip.it sono scaricabili tutti gli
aggiornamenti delle anagrafiche. Si possono poi aggiornare
velocemente tutti i campi dello ‘standard Fenapro’, compresi i
codici a barre e i listini di acquisto dei prodotti. Una volta raccolti
dal sistema, i dati di sell-out forniscono una preziosa banca dati per
elaborazioni di tipo statistico e per un eventuale uso a questi fini
MIP stipulerà una specifica convenzione. Il vantaggio economico è
senz’altro uno stimolo importante per spingere ad aderire al
programma Mip. Anche se la difficile congiuntura impone di ridurre
al minimo i costi vi invitiamo dunque a prendere in considerazione
questa opportunità e a non lasciarvela sfuggire. A beneficiarne
prima di tutto sarà il vostro conto economico. Contattate dunque
senza impegno il team della Mip per una dimostrazione gratuita.
Vi stanno aspettando!
stessa Fenapro si sta battendo con
riferimento al mercato italiano!
Le nuove forme di vendita
Si chiede inoltre che siano definite precise
forme di coesistenza tra la vendita al
dettaglio che utilizza la tecnica del libero
servizio e quella della vendita a distanza,
ritenendo incompatibile con la
commercializzazione dei beni di lusso le
vendite via internet e le vendite a libero
servizio, quando esse non rappresentino
forme integrate all’attività di vendita che si
esercita nel negozio ‘fisico’.
Il mercato parassitario
e i duty free
Anche per il travel retail si chiedono precise
restrizioni, come per esempio che i duty e
in generale il travel retail debba rispondere
delle stesse restrizioni giuridiche dei negozi
(assortimento, criteri qualitativi ecc.),
considerato che la maggiore o minor
fortuna di una marca all’interno del reseau
del travel retail dipendono dalla notorietà
che quella marca riuscirà a avere nel
mercato di riferimento, complice la
distribuzione locale.
Garanzia dell’integrità delle reti
Nel documento si legge infine come “i
produttori debbano essere liberi di
scegliere quale tipo di distribuzione porre
in essere. Fermo restando che se tale
scelta ricade su quella prevista dal
Regolamento, essi devono attenersi a
regole condivise che diano ai distributori
una garanzia generale sulla salvaguardia
dei loro investimenti. In sostanza, essi
devono essere costretti a rispettare le
regole che scaturiscono dagli accordi
verticali e dalle pratiche concordate.
Quindi, niente mercati paralleli o mercati
grigi, niente pratiche discriminatorie se
non preannunciate con congruo preavviso,
al fine di consentire al retailer di
organizzare le proprie strategie”.
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Come usCire dalla Crisi della Profumeria sPeCializzata
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Carmelo Camilleri, profumiere
palermitano e membro del Consiglio Fenapro.
Cosa fare per restare sul
mercato? Bisogna reagire,
uscire dallo stato di
torpore che ci ha avvolto
negli ultimi anni e provare
a cambiare le cose e il
nostro modo di agire”.
Alcuni suggerimenti.
Carmelo Camilleri,
Profumerie Camilleri.
La difficile situazione economica, la crisi delle vendite al dettaglio, le difficoltà nei
rapporti con l’industria, il livello raggiunto dai prezzi nel nostro settore inducono a una
riflessione fra tutti gli attori del mondo profumato. Purtroppo, sinora la profumeria
tradizionale non ha saputo o potuto intraprendere azioni che le potessero restituire un
ruolo da protagonista. I difficili rapporti contrattuali con l’industria hanno squilibrato la
distribuzione del profitto lungo la catena del valore del nostro settore. La stessa filiera
della distribuzione ha visto (e in futuro ancora di più vedrà) crescere il peso delle catene,
grazie anche (e soprattutto) alla ‘generosità’ delle aziende nei loro confronti, anche se i
frutti di tali ‘regali’ non hanno avuto, a quanto pare, grandissimi riflessi sui conti economici
delle catene, se è vero com’è vero che anche tra tali realtà ci sono aziende in forti
difficoltà. Certo, a differenza della distribuzione tradizionale, le grandi catene hanno
spesso alle spalle gruppi finanziari che sinora hanno costantemente ricapitalizzato e
quando non lo hanno fatto hanno passato la mano ad altri gruppi più forti ed agguerriti.
Date tutte queste considerazioni, la domanda è: esiste ancora un ruolo per la profumeria
tradizionale? Se guardiamo ai comportamenti e all’interesse dell’industria nei confronti di
questa parte del canale, sembrerebbe di no. Ormai anche le farmacie stanno diventando
degli interlocutori, e quell’ibrido costituito dai negozi ‘igiene e bellezza’ cominciano a
essere un punto di riferimento per l’acquisizione di nuove porte. Cosa fare per restare sul
mercato? Bisogna reagire, uscire dallo stato di torpore che ci ha avvolto negli ultimi anni e
provare a cambiare le cose e il nostro modo di agire.
Alcune riflessioni su punti specifici:
• Non si possono più accettare lanci frequentissimi di pseudo ‘nuovi’ prodotti, che hanno
come unici risultati la crescita delle giacenze di magazzino ed a fine anno il reso (quando
consentito) con abbattimenti vertiginosi. Non siamo contrari alle novità, siamo contrari ai
meri restyling spacciati per novità. Ben venga l’innovazione, ma quella vera e non quella
generata per imporre quantità. Il profumiere deve essere libero di acquistare ciò che crede
e non obbligatoriamente e indiscriminatamente tutto il listino: il rischio d’impresa va
distribuito, non scaricato a valle sulla distribuzione. Inoltre è necessaria una pulizia dello
stock almeno tre volte l’anno senza alcun abbattimento per mantenere l’investimento sul
marchio a valore costante. Il sistema profumeria non ha più le risorse per poter investire
su prodotti d’improbabile vendita o su brand che vengono declinati quasi all’infinito per
risolvere i problemi di fatturato delle aziende.
• I costi al trade delle aziende multinazionali dovrebbero essere rimodulati affinché siano
uguali o simili nei vari mercati nazionali, per limitare l’ormai diffuso fenomeno del parallelo
selvaggio che ha raggiunto dimensioni inaccettabili, favorendo la distribuzione dei prodotti
di settore completamente fuori canale.
• La distribuzione dei contributi marketing, dei tester, dei campioni e dei gadget è divenuta
troppo squilibrata e soggettiva: sarebbe opportuno introdurre anche nel nostro paese,
come in altre nazioni europee, una regola che leghi queste componenti essenziali in
percentuale agli acquisti, secondo il costo di riferimento. I materiali promozionali
andrebbero distribuiti in funzione del fabbisogno e non secondo criteri soggettivi ed
astratti.
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• Le risorse finanziarie delle profumerie tradizionali sono sempre più limitate. Ciò a causa
delle imposizioni che si devono subire per l’acquisto di prodotti di difficile, se non
impossibile, vendita. A questo si aggiungono le restrizioni creditizie da parte di banche
e delle stesse imprese produttrici che non godono più delle coperture assicurative.
Tuttavia tale stretta, che porta in molti casi anche al blocco degli ordini, e quindi della
possibilità di incassi, ancora una volta scarica solo su di noi la responsabilità di scelte
produttive e di mercato sbagliate. In questo quadro a tinte fosche dobbiamo trovare, oggi
più che mai, la forza e la compattezza che ci possono consentire di far valere le nostre
ragioni. L’approccio non è quello della critica sterile e fine a se stessa, ma costruttivo e
fattivo. Bisogna trovare una fortissima unità che ci consenta di far valere con vigore le
ragioni del nostro canale con l’industria, si dovrà far capire che siamo pronti a ogni azione
che possa tutelare la nostra categoria, per evitare che il nostro settore e il nostro mestiere
scompaiano. Non siamo più in grado di sostenere all’infinito pratiche vessatorie, e non
possiamo più accettare supinamente tutto ciò che ci viene imposto; non si tratta di
ottenere 4 o 5 punti percentuali in più, è una battaglia per la sopravvivenza di un mondo al
quale abbiamo dedicato passione, impegno e dal quale non vogliamo essere estromessi
per colpe non nostre.
CarmeloCamilleri
Meno investimenti in R&D per le grandi aziende
Stando al rapporto BCG Innovation 2009, che ha interpellato circa 3000
dirigenti in tutti i settori sui programmi di ricerca e sviluppo, il 14% delle
aziende mondiali quest’anno ridurrà i suoi investimenti in innovazione,
mentre il 56% li aumenterà della percentuale più bassa mai stabilita prima. A
pesare sulla scelta sono le preoccupazioni economiche e l’incertezza per il
futuro delle produzioni. Risparmiare sullo sviluppo sembrerebbe essere
insomma una scelta obbligata, anche se si tratta di una decisione che
riguarda il breve-medio termine. Giunto alla sua sesta edizione, il rapporto
annuale ha interpellato dirigenti di dieci settori. Il 64% degli intervistati ha
dichiarato di considerare l’innovazione tra le priorità strategiche, un vero
fattore critico per la competitività a lungo termine. A tal riguardo va infatti
sottolineato come, per il quarto anno consecutivo, le aziende innovative
abbiano creato più valore aggiunto rispetto alle altre nel 2008, anche se la
recessione costringe tutte ad avere una forte attenzione ai bilanci. Solo le
attività fortemente tecnologiche, come le telecomunicazioni e l’information
technology, hanno cercato di non contrarre gli investimenti in R&D. Dalla
ricerca emergono inoltre le 50 aziende più innovative al mondo. Ai primi tre
posti, tre americane: Apple, Google e Toyota. Tra le europee figurano invece
Nokia, Volkswagen, Daimler; Nestlé, Banco Santander e Fiat. Tra i retailer, il
maggior balzo in avanti è quello di Wal Mart, passato dal ventitreesimo al
decimo posto per l’innovazione nella logistica e la coerenza nel rapporto
qualità-basso prezzo, anche se il margine operativo ne ha risentito, i risultati
sono superiori alla media del settore in cui opera.
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