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Pagine Gialle EDITORIALE NOTIZIE DALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PROFUMIERI FENAPRO Mentre la stessa Unipro nell’ultima sua indagine congiunturale relativa al primo semestre dell’anno riconosce la battuta d’arresto del settore, profilando un secondo semestre altrettanto complesso, la Fenapro continua a lavorare con le singole aziende al raggiungimento degli obiettivi più impellenti. Su tutti, la necessità di una profonda riqualificazione dell’offerta, attraverso la riduzione delle quantità di prodotti immessi sul mercato dalle case cosmetiche. Fermo restando, come ribadito anche nel corso dell’ultimo incontro con il Gruppo vendite in profumeria di Unipro, che anche i profumieri devono lavorare a una riqualificazione del rapporto con la clientela, investendo nella formazione. È su questi asset che bisogna lavorare per ridare ossigeno al settore e per risanare i bilanci economici delle imprese di profumeria. Anche le più recenti misure governative – su tutte quelle di non tassare gli utili reinvestiti – a che possono servire se, nella sostanza, non esistono utili da reinvestire perché le aziende sono pesantemente in crisi? La questione del selettivo va dunque risolta a monte e le soluzioni vanno individuate nel rifiuto di richieste superate e obsolete, che non hanno più una loro ragion d’essere. Filo Diretto Per far sentire la vostra voce scrivete a: FENAPRO C.so Venezia, 49 20121 Milano www.fenapro.it 105 PAGINE GIALLE EDITORIALE.indd 105 30-07-2009 17:09:37 pagine gialle FENAPRO di Giovanna Maffina Unipro conferma performance negativa battUta d’arresto del mercato La stessa Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche non ha potuto negare la realtà dei fatti. Presentando i dati congiunturali durante la consueta conferenza stampa a Palazzo Affari ai Giureconsulti a Milano, si è infatti parlato di battuta d’arresto. Controllate puntualmente il vostro account di posta? Se n’è già dibattuto a più riprese in questa nostra sezione: per potervi aggiornare puntualmente sul mondo della Federazione abbiamo bisogno della vostra collaborazione. La richiesta è una soltanto, ma fondamentale: controllate e ‘ripulite’ con regolarità il vostro account di posta elettronica. Capita infatti frequentemente che le nostre comunicazioni non arrivino a destinazione perché le caselle di posta sono intasate da messaggi spam che impediscono la ricezione di nuove email! A questo punto diventa davvero impossibile per noi aggiornarvi su tutte le iniziative ‘in corso d’opera’ e le varie news sul selettivo in tempo reale. Dunque, se siete iscritti al portale istituzionale www. fenapro.it e volete ricevere in via continuativa le nostre newsletter é indispensabile che disponiate di un account di posta elettronica attivo e funzionale e che appunto consultiate puntualmente la casella di posta in entrata. Ancora: gli iscritti al portale che per una ragione o per l’altra avessero sostituito l’account di posta elettronica devono comunicarlo subito alla Segreteria Generale via fax al numero 02.7750.425 oppure via e-mail all’indirizzo [email protected] riportando la ragione sociale, l’indirizzo, cap località, telefono, nuova e-mail, cognome e nome. Entro le successive 8 ore dalla ricezione della comunicazione, Fenapro aggiornerà il data base e invierà al nuovo account un messaggio di prova con conferma di ricezione. Contiamo su di voi! 106 PAGINE GIALLE FENAPRO.indd 106-107 Fabio Franchina, riconfermato alla presidenza di Unipro, presentando i dati dell’indagine congiunturale del Centro Studi e Cultura d’Impresa di Unipro sul primo semestre del 2009 e sulle previsioni del secondo semestre, non ha potuto non evidenziare uno scenario industriale alquanto difficile. La contrazione del 2,5% del fatturato del comparto cosmetico, prossimo agli 8.100 milioni di euro, s’è detto, è stata determinata dal rallentamento del mercato interno (-1,9%) e soprattutto delle esportazioni, con un calo del 4,5%. Le economie mondiali ancora in crisi Sicuramente, a livello internazionale, pesano i forti condizionamenti sui consumi per effetto della crisi finanziaria che non ha ancora abbandonato la maggior parte delle economie mondiali. A livello nazionale i consumi di cosmetici sono influenzati da una propensione al consumo più cauta, sicuramente incapace di rinunciare del tutto all’uso di prodotti per l’igiene e la bellezza personale, divenuto ormai quotidiano. Se da un lato proseguono i trend positivi del consumo nei primi sei mesi dell’anno del canale farmacia, +3%, e dell’erboristeria, +2%, si avvertono in maniera evidenti le diminuzioni delle frequentazioni dei saloni professionali, acconciatura (-7,1%) e estetica (-4%). Tiene la grande distribuzione organizzata, con un valore di mercato atteso a fine anno attorno ai 3.600 milioni di euro; cala la domanda nelle profumerie, -3% nel periodo gennaio-giugno, -2% nella seconda parte dell’anno con un valore di poco superiore ai 2.300 milioni di euro previsti per la fine del 2009. Segnali meno confortanti vengono dai produttori ‘conto terzi’ che solitamente anticipano le tendenze di mercato e che prevedono una chiusura d’esercizio negativa per più di 4 punti percentuali. Le previsioni per la seconda parte dell’anno, in generale, sono caratterizzate dalle incertezze congiunturali e da condizioni poco dinamiche sul versante del retail. partnership a tre Comparto cosmetico in contrazione A livello nazionale la vendita dei cosmetici è influenzata da una propensione al consumo più cauta. Trend positivi per farmacia ed erboristeria. In sofferenza la domanda in profumeria, stabile in gdo. per stUdiare l’Universo beaUty Il business multicanale dei segmenti fragranze, make-up e skincare nel 2008 ha raggiunto i 5,8 miliardi di euro. Si riduce lo scarto tra gdo e profumerie. Ims Health, Iri e Npd Group annunciano il lancio del primo studio di Congiuntura Beauty Multicanale con i risultati aggiornati a fine dicembre 2008. Forti delle loro rispettive expertises, i tre istituti hanno messo a fuoco l’andamento dei mercati del beauty (fragranze, makeup, skincare) incrociando i dati derivanti dai vari canali distributivi: oltre alle profumerie, gli ipermercati e supermercati, le farmacie e parafarmacie. La gdo è in lieve ripresa La ripartizione per canale di vendita dell’universo beauty riconferma al primo posto le profumerie selettive, con una quota a valore del 34,5%, in leggero calo (-1,3%) sul 2007, seguite però a breve distanza da iper e super con una quota del 31,2% in leggero incremento (+0,4%) e quindi dal canale farmacia con il 23,2% (+3,6%). La restante parte è data dal canale specialisti drug, che grazie al forte incremento registrato (+13,6% sul 2007) totalizzano il 9,1% di quota, seguito da quello emergente delle parafarmacie con il restante 1,9%. In un contesto di difficoltà economiche e di crescente attenzione all’acquisto da parte dei consumatori, il Il trend del benessere si rivela sempre più promettente Il bisogno di benessere – da ricercarsi attraverso opportuni trattamenti estetici, in profumerie o spa – sembra essere diventato prioritario per le classi più abbienti al di là e al di qua dell’Oceano. Fino a due anni fa infatti era la terza voce di spesa del lifestyle degli High net worth individuals, vale a dire i possessori di un patrimonio di almeno un milione di dollari (immobili esclusi) nel mondo. L’anno scorso è balzata al primo posto, secondo l’annuale classifica di Capgemini e Merrill Lynch Wealth Management. Per salute e benessere il 54% degli 8,6 milioni di persone raggruppate in questa categoria di happy few ha incrementato la propria spesa, rispetto a un modesto 5% che l’ha diminuita. Per capire meglio l’importanza del dato, basti pensare che per viaggi e beni di consumo le classi più abbienti hanno tagliato le spese rispettivamente del 39 e del 43%. Ecco dunque l’importanza di curare sempre di più tutto ciò che riguarda il cocooning delle persone: dalle diete detox all’attività fisica nelle sue molteplici sfumature, dalle terapie estetiche e mediche alle piscine termali, dalla cura della spiritualità alla felicità nell’aprire la finestra e godere di una spettacolare vista. Un’opportunità questa di cui tutti gli operatori della profumeria devono tenere in gran conto! 107 4-08-2009 17:47:55 pagine gialle FENAPRO servizio congiunto fornito dai tre partner permetterà di comprendere meglio le tendenze dei consumatori nei diversi canali di vendita, con dettagli per categorie e segmenti del mercato. ai 15-20 partecipanti - sarà premessa indispensabile al suo svolgimento. Ripubblichiamo a seguire il piano didattico del corso. corsI DI FormazIonE FEnaPro-sIcc sI PartE a ottobrE Piano di formazione Fenapro-Sicc, il primo incontro dedicato al profumo nei primi mesi autunnali. Il rinvio necessario per dare modo ai tanti profumieri interessati di programmare meglio l’incontro. Difficoltà di accesso al credito per le Pmi Il 21% delle imprese italiane ha avuto difficoltà di accesso al credito negli ultimi 6 mesi. È quanto emerge da un’indagine recentemente condotta dal centro studi di Unioncamere. In particolare, il 43,3% delle imprese non ha segnalato alcun aggravio, mentre il 35,9% non ha richiesto prestiti o finanziamenti alle banche. Invece, quel 21% delle aziende che si sono rivolte agli istituti di credito ‘’per sostenere investimenti o per tener testa a necessità’ gestionali’’ hanno dovuto fronteggiare problemi legati alla limitazione nell’ammontare del credito erogabile, all’incremento degli spread, alla richiesta di maggiori garanzie reali o, addirittura - si legge sempre nell’indagine di Unioncamere - si sono viste respingere la richiesta di finanziamento. Inoltre, lo studio rivela che quasi un terzo delle imprese che ha richiesto finanziamenti ha cercato in questi mesi di ottenerli da istituti di credito diversi da quelli utilizzati nel passato. Ma con risultati molto differenti. Secondo le imprese, infatti, i grandi gruppi bancari si sono dimostrati meno disponibili a concedere credito rispetto alle piccole banche locali e a quelle di credito cooperativo. Le imprese del sud, infine, hanno mostrato di essersi rivolte meno al credito bancario, rispetto a quelle del centro-nord (61,8% contro 65%) anche a causa di condizioni creditizie meno vantaggiose rispetto alle altre aree del Paese (il 36,3% delle imprese meridionali che si rivolgono alle banche segnala difficolta’, contro il 30,9% di quelle centro settentrionali). 108 PAGINE GIALLE FENAPRO.indd 108-109 Il timing originario del piano di formazione Fenapro-Sicc, che prevedeva una prima sessione a giugno/luglio, è slittato ad ottobre. Le ragioni? Sostanzialmente una: a fronte del grande interesse suscitato dal corso, Fenapro ha pensato di venire incontro agli interessati posticipando le date del primo incontro, per dare modo a chi lo desiderasse di programmare meglio l’agenda dei propri impegni per non perdere la partecipazione al corso. L’abbiamo già detto molte volte: il momento non è dei migliori, ma non bisogna cedere alla tentazione di contrarre gli investimenti, specie quelli in ricerca e formazione, le uniche vere armi in grado di rendere un’impresa e un imprenditore realmente competitivi. Ecco perché vi invitiamo, qualora non lo aveste ancora fatto, a iscrivervi a The Fragrance Experience, riservato alle fragranze e condotto da docenti SICC altamente qualificati. Si svolgerà nell’arco di 3 giorni, a Milano e Roma, il costo complessivo sarà di 350 euro circa. Contattate la segreteria Fenapro per avere tutti i dettagli del caso. Collegandovi al sito Fenapro (www.fenapro.it) troverete anche il piano didattico completo, in programma nel mese di giugno. Come già anticipato la volta scorsa il raggiungimento di un certo quorum – fissato intorno • SeSSione 1: marketing e comunicazione olfattiva. Argomenti: l’organo di senso dell’olfatto; il vocabolario olfattivo; le famiglie olfattive; le materie prime e la loro classificazione olfattiva; il profumo: fattori di influenza sul valore attribuito dal consumatore; la fisiologia del profumo; la memoria olfattiva; la psicologia del profumo; attribuzione del valore e comunicazione esplicita e implicita; sensorialità e percezione; la storia del profumo; i grandi classici e la loro collocazione genealogica. • SeSSione 2: tecnologia e legislazione. Argomenti: oli essenziali naturali: tipologia e metodi di estrazione; oli essenziali di sintesi: principali categorie chimiche; compounds: metodi di preparazione principi di stabilità; prodotti finiti: metodi di preparazione e principi di stabilità; compatibilità e incompatibilità con le basi cosmetiche; packaging e forme applicative; le tipologie merceologiche e i consigli per l’utilizzo efficace; principi di legislazione cosmetica; l’etichettatura e gli allergeni; le norme di autoregolamentazione IFRA e RIFM. Risparmiare sullo sviluppo: una scelta obbligata nel 2008 le aziende più innovative hanno creato maggior valore aggiunto rispetto alle altre, anche se la recessione costringe tutte ad avere una forte attenzione ai bilanci. il 14% delle aziende mondiali quest’anno ha infatti ridotto gli investimenti in ricerca e sviluppo. • SeSSione 3: esperienze pratiche. Argomenti: modalità di olfazione; esperienze olfattive delle principali categorie di materie prime; esperienze olfattive delle principali classi di prodotti finiti. Incontro FEDP E commIssarI UE conto alla rovEscIa Si svolgerà a breve il faccia a faccia tra i rappresentanti FEDP – guidati dal presidente Andrea Malinverno – e i commissari della UE per discutere dei contenuti del Regolamento d’Esenzione sugli accordi verticali, che scadrà il prossimo anno. Presentato all’apposita Commissione UE il documento contenente le opportune modifiche individuate dalla distribuzione relativamente ai contenuti del Regolamento d’Esenzione sugli accordi verticali, che scadrà il prossimo anno, si entra ora nel vivo del confronto tra la FEDP e i Commissari. È arrivato dunque il momento di discutere le proposte per individuare un modello giuridico che riesca di nuovo a difendere il ruolo del canale, ritenuto sostanziale alla creazione di valore del prodotto cosmetico (cura, trucco, fragranze). Nel documento redatto dalla FEDP, lo ricordiamo, si ribadisce la necessità di rivedere alcuni punti degli esistenti documenti contrattuali, non più aderenti ai tempi. L’impatto che l’imposizione della cifra d’affari minima ha sui distributori deve ad 109 4-08-2009 17:48:17 pagine gialle FENAPRO esempio essere rivisto e rivalutato, suggerendo soluzioni quali l’abbassamento di tale cifra, la differenziazione per marca, la rateizzazione. Questo affinché i criteri qualitativi prevalgano su quelli quantitativi. Nulla di nuovo dunque rispetto alle questioni su cui da tempo la Il team della Mip è sempre al vostro fianco Coloro che hanno già avuto modo di mettere alla prova le enormi potenzialità del programma Fenapro Windows, hanno visto trasformare radicalmente la gestione del loro punto vendita, traendone enormi benefici sia con riferimento al risparmio di tempo che all’organizzazione metodica e puntuale di tutte le operazioni gestionali. Ecco perché il programma continua a riscuotere consensi crescenti da parte degli operatori della profumeria. Anche e a maggior ragione in questo momento, vista la necessità di ‘oliare’ al massimo gli ingranaggi del proprio punto vendita, riducendo i costi di gestione e, al tempo stesso, semplificando e rendendo più veloci le funzioni gestionali legate al flusso di produzione di servizi dell’azienda. Date le nuove logiche assortimentali non si può più prescindere da un metodo di inserimento e di variazioni rapido dei campi delle anagrafiche-prodotto che, oltre a velocizzare il lavoro di codifica, mostra a video un ordinamento identico a quello dei ‘copia commissione’ dei produttori e aggrega gli articoli per categoria merceologica, classificazioni, reparto, fornitori, marchi, linee ecc. Alla profumeria possono essere forniti sia il pacchetto informatico sia le anagrafiche. Il costo del pacchetto, come abbiamo già avuto occasione di ribadire più volte, è decisamente interessante. Si tenga poi conto che le referenze gestite da MIP sono oltre 50.000 e che dal sito internet www. fenapro.mip.it sono scaricabili tutti gli aggiornamenti delle anagrafiche. Si possono poi aggiornare velocemente tutti i campi dello ‘standard Fenapro’, compresi i codici a barre e i listini di acquisto dei prodotti. Una volta raccolti dal sistema, i dati di sell-out forniscono una preziosa banca dati per elaborazioni di tipo statistico e per un eventuale uso a questi fini MIP stipulerà una specifica convenzione. Il vantaggio economico è senz’altro uno stimolo importante per spingere ad aderire al programma Mip. Anche se la difficile congiuntura impone di ridurre al minimo i costi vi invitiamo dunque a prendere in considerazione questa opportunità e a non lasciarvela sfuggire. A beneficiarne prima di tutto sarà il vostro conto economico. Contattate dunque senza impegno il team della Mip per una dimostrazione gratuita. Vi stanno aspettando! stessa Fenapro si sta battendo con riferimento al mercato italiano! Le nuove forme di vendita Si chiede inoltre che siano definite precise forme di coesistenza tra la vendita al dettaglio che utilizza la tecnica del libero servizio e quella della vendita a distanza, ritenendo incompatibile con la commercializzazione dei beni di lusso le vendite via internet e le vendite a libero servizio, quando esse non rappresentino forme integrate all’attività di vendita che si esercita nel negozio ‘fisico’. Il mercato parassitario e i duty free Anche per il travel retail si chiedono precise restrizioni, come per esempio che i duty e in generale il travel retail debba rispondere delle stesse restrizioni giuridiche dei negozi (assortimento, criteri qualitativi ecc.), considerato che la maggiore o minor fortuna di una marca all’interno del reseau del travel retail dipendono dalla notorietà che quella marca riuscirà a avere nel mercato di riferimento, complice la distribuzione locale. Garanzia dell’integrità delle reti Nel documento si legge infine come “i produttori debbano essere liberi di scegliere quale tipo di distribuzione porre in essere. Fermo restando che se tale scelta ricade su quella prevista dal Regolamento, essi devono attenersi a regole condivise che diano ai distributori una garanzia generale sulla salvaguardia dei loro investimenti. In sostanza, essi devono essere costretti a rispettare le regole che scaturiscono dagli accordi verticali e dalle pratiche concordate. Quindi, niente mercati paralleli o mercati grigi, niente pratiche discriminatorie se non preannunciate con congruo preavviso, al fine di consentire al retailer di organizzare le proprie strategie”. 110 PAGINE GIALLE FENAPRO.indd 110 30-07-2009 17:27:34 pagine gialle FENAPRO Come usCire dalla Crisi della Profumeria sPeCializzata Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Carmelo Camilleri, profumiere palermitano e membro del Consiglio Fenapro. Cosa fare per restare sul mercato? Bisogna reagire, uscire dallo stato di torpore che ci ha avvolto negli ultimi anni e provare a cambiare le cose e il nostro modo di agire”. Alcuni suggerimenti. Carmelo Camilleri, Profumerie Camilleri. La difficile situazione economica, la crisi delle vendite al dettaglio, le difficoltà nei rapporti con l’industria, il livello raggiunto dai prezzi nel nostro settore inducono a una riflessione fra tutti gli attori del mondo profumato. Purtroppo, sinora la profumeria tradizionale non ha saputo o potuto intraprendere azioni che le potessero restituire un ruolo da protagonista. I difficili rapporti contrattuali con l’industria hanno squilibrato la distribuzione del profitto lungo la catena del valore del nostro settore. La stessa filiera della distribuzione ha visto (e in futuro ancora di più vedrà) crescere il peso delle catene, grazie anche (e soprattutto) alla ‘generosità’ delle aziende nei loro confronti, anche se i frutti di tali ‘regali’ non hanno avuto, a quanto pare, grandissimi riflessi sui conti economici delle catene, se è vero com’è vero che anche tra tali realtà ci sono aziende in forti difficoltà. Certo, a differenza della distribuzione tradizionale, le grandi catene hanno spesso alle spalle gruppi finanziari che sinora hanno costantemente ricapitalizzato e quando non lo hanno fatto hanno passato la mano ad altri gruppi più forti ed agguerriti. Date tutte queste considerazioni, la domanda è: esiste ancora un ruolo per la profumeria tradizionale? Se guardiamo ai comportamenti e all’interesse dell’industria nei confronti di questa parte del canale, sembrerebbe di no. Ormai anche le farmacie stanno diventando degli interlocutori, e quell’ibrido costituito dai negozi ‘igiene e bellezza’ cominciano a essere un punto di riferimento per l’acquisizione di nuove porte. Cosa fare per restare sul mercato? Bisogna reagire, uscire dallo stato di torpore che ci ha avvolto negli ultimi anni e provare a cambiare le cose e il nostro modo di agire. Alcune riflessioni su punti specifici: • Non si possono più accettare lanci frequentissimi di pseudo ‘nuovi’ prodotti, che hanno come unici risultati la crescita delle giacenze di magazzino ed a fine anno il reso (quando consentito) con abbattimenti vertiginosi. Non siamo contrari alle novità, siamo contrari ai meri restyling spacciati per novità. Ben venga l’innovazione, ma quella vera e non quella generata per imporre quantità. Il profumiere deve essere libero di acquistare ciò che crede e non obbligatoriamente e indiscriminatamente tutto il listino: il rischio d’impresa va distribuito, non scaricato a valle sulla distribuzione. Inoltre è necessaria una pulizia dello stock almeno tre volte l’anno senza alcun abbattimento per mantenere l’investimento sul marchio a valore costante. Il sistema profumeria non ha più le risorse per poter investire su prodotti d’improbabile vendita o su brand che vengono declinati quasi all’infinito per risolvere i problemi di fatturato delle aziende. • I costi al trade delle aziende multinazionali dovrebbero essere rimodulati affinché siano uguali o simili nei vari mercati nazionali, per limitare l’ormai diffuso fenomeno del parallelo selvaggio che ha raggiunto dimensioni inaccettabili, favorendo la distribuzione dei prodotti di settore completamente fuori canale. • La distribuzione dei contributi marketing, dei tester, dei campioni e dei gadget è divenuta troppo squilibrata e soggettiva: sarebbe opportuno introdurre anche nel nostro paese, come in altre nazioni europee, una regola che leghi queste componenti essenziali in percentuale agli acquisti, secondo il costo di riferimento. I materiali promozionali andrebbero distribuiti in funzione del fabbisogno e non secondo criteri soggettivi ed astratti. 112 PAGINE GIALLE FENAPRO.indd 112-113 • Le risorse finanziarie delle profumerie tradizionali sono sempre più limitate. Ciò a causa delle imposizioni che si devono subire per l’acquisto di prodotti di difficile, se non impossibile, vendita. A questo si aggiungono le restrizioni creditizie da parte di banche e delle stesse imprese produttrici che non godono più delle coperture assicurative. Tuttavia tale stretta, che porta in molti casi anche al blocco degli ordini, e quindi della possibilità di incassi, ancora una volta scarica solo su di noi la responsabilità di scelte produttive e di mercato sbagliate. In questo quadro a tinte fosche dobbiamo trovare, oggi più che mai, la forza e la compattezza che ci possono consentire di far valere le nostre ragioni. L’approccio non è quello della critica sterile e fine a se stessa, ma costruttivo e fattivo. Bisogna trovare una fortissima unità che ci consenta di far valere con vigore le ragioni del nostro canale con l’industria, si dovrà far capire che siamo pronti a ogni azione che possa tutelare la nostra categoria, per evitare che il nostro settore e il nostro mestiere scompaiano. Non siamo più in grado di sostenere all’infinito pratiche vessatorie, e non possiamo più accettare supinamente tutto ciò che ci viene imposto; non si tratta di ottenere 4 o 5 punti percentuali in più, è una battaglia per la sopravvivenza di un mondo al quale abbiamo dedicato passione, impegno e dal quale non vogliamo essere estromessi per colpe non nostre. CarmeloCamilleri Meno investimenti in R&D per le grandi aziende Stando al rapporto BCG Innovation 2009, che ha interpellato circa 3000 dirigenti in tutti i settori sui programmi di ricerca e sviluppo, il 14% delle aziende mondiali quest’anno ridurrà i suoi investimenti in innovazione, mentre il 56% li aumenterà della percentuale più bassa mai stabilita prima. A pesare sulla scelta sono le preoccupazioni economiche e l’incertezza per il futuro delle produzioni. Risparmiare sullo sviluppo sembrerebbe essere insomma una scelta obbligata, anche se si tratta di una decisione che riguarda il breve-medio termine. Giunto alla sua sesta edizione, il rapporto annuale ha interpellato dirigenti di dieci settori. Il 64% degli intervistati ha dichiarato di considerare l’innovazione tra le priorità strategiche, un vero fattore critico per la competitività a lungo termine. A tal riguardo va infatti sottolineato come, per il quarto anno consecutivo, le aziende innovative abbiano creato più valore aggiunto rispetto alle altre nel 2008, anche se la recessione costringe tutte ad avere una forte attenzione ai bilanci. Solo le attività fortemente tecnologiche, come le telecomunicazioni e l’information technology, hanno cercato di non contrarre gli investimenti in R&D. Dalla ricerca emergono inoltre le 50 aziende più innovative al mondo. Ai primi tre posti, tre americane: Apple, Google e Toyota. Tra le europee figurano invece Nokia, Volkswagen, Daimler; Nestlé, Banco Santander e Fiat. Tra i retailer, il maggior balzo in avanti è quello di Wal Mart, passato dal ventitreesimo al decimo posto per l’innovazione nella logistica e la coerenza nel rapporto qualità-basso prezzo, anche se il margine operativo ne ha risentito, i risultati sono superiori alla media del settore in cui opera. Filo Diretto Per far sentire la vostra voce scrivete a: FENAPRO C.so Venezia, 49 20121 Milano www.fenapro.it 113 30-07-2009 17:27:52