Diapositiva 1 - Biplab (Unisa)

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Diapositiva 1 - Biplab (Unisa)
Fingerprint
Docente: Michele Nappi
[email protected]
biplab.unisa.it
089-963334
FBI e Impronte Digitali
Già nel 1924 l’FBI disponeva di un database capace di circa 810.000
impronte digitali complete (10 dita) trasferite su carta a mezzo inchiostro,
da allora il ritmo di aggiornamento in rapida crescita ha portato il totale a
superare abbondantemente i 200 milioni di profili registrati, rendendo
praticamente impossibile l’identificazione di un set di impronte con metodi
manuali.
Ecco perché fin dagli anni ’60 alcune delle più importanti polizie mondiali
cominciarono ad investire risorse economiche ed umane nello sviluppo di
sistemi automatici per il riconoscimento delle impronte digitali (AFIS).
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Gli AFIS (Automated Fingerprint
Identification System)
Basandosi sulla osservazione del lavoro svolto dagli esperti di
riconoscimento delle impronte i progettisti dei primi sistemi AFIS dovettero
identificare e affrontare problematiche quali:
•l’acquisizione delle impronte con tecniche digitali,
•l’estrazione delle caratteristiche locali delle creste e di solchi,
•il confronto tra queste ed i profili registrati.
Oggi gli AFIS sono utilizzati presso le polizie di tutto il mondo, con
conseguenti elevati vantaggi di efficienza nella identificazione dei criminali
e di risparmi di personale altamente specializzato.
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Unicità delle Impronte Digitali (1)
• Ogni piccola differenza microambientale viene amplificata dal processo di
differenziazione cellulare e ci sono così tante variazioni durante la formazione delle
impronte digitali da rendere ciascuna di esse praticamente unica, ma questa
proprietà non è un fatto acclarato , è solo il risultato di osservazioni empiriche.
• Poiché il punto di partenza del processo di differenziazione è lo stesso per ogni
impronta in quanto determinato dagli stessi geni, i pattern risultanti non sono
totalmente casuali.
• Nel caso di gemelli omozigoti, i dettagli minuti delle impronte digitali sono
differenti, ma la maggior parte degli studi ha mostrato significative similitudini
nella classificazione delle configurazioni relative agli altri attributi generali (numero,
larghezza, separazione e profondità delle creste).
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Diversità delle Impronte Digitali (2)
La massima diversità fra le impronte digitali è quella riscontrabile tra
individui appartenenti a razze diverse.
Seguono in ordine decrescente di diversità le impronte di :
• soggetti della stessa razza ma senza alcuna parentela,
• padre e figlio (che hanno in comune metà dei geni),
•fratelli e/o sorelle,
•gemelli omozigoti.
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Acquisizione delle Impronte Digitali
Esistono due modalità fondamentali di acquisizione delle impronte digitali
note come off-line e live-scan.
L’acquisizione off-line avviene in due fasi, i polpastrelli vengono prima
passati su un tampone inchiostrato e poi trasferiscono l’immagine delle
impronte digitali tramite pressione su carta. Una successiva digitalizzazione
dell’impronta su carta tramite scansione ottica o telecamera ad alta
risoluzione conclude il processo di acquisizione.
Nella modalità live-scan, invece, l’immagine digitale dell’impronta digitale è
acquisita direttamente tramite contatto del polpastrello con un apposito
sensore.
Le cosiddette impronte digitali latenti, usualmente rinvenute sulla scena del
crimine, appartengono alla categoria off-line e sono prodotte a causa della
natura oleosa della pelle che lascia sulle superficie toccate dalle dita una
traccia evidenziabile successivamente con speciali reagenti chimici.
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Digitalizzazione delle Impronte Digitali
I principali parametri che caratterizzano l’immagine digitale delle impronte sono:
• la risoluzione,
• l’area di acquisizione,
• il numero di pixels,
• l’accuratezza geometrica,
• il contrasto,
• la distorsione geometrica.
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Tecnologie per la Digitalizzazione delle
Impronte Digitali (1)
Immagini di impronte digitali prodotte da: a) scanner ottico live-scan; b) scanner
capacitivo live-scan; c) scanner piezoelettrico live-scan; d) scanner termico live-scan;
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e) impressione tramite inchiostro off-line;
f) impronta digitale latente.
Tecnologie per la Digitalizzazione delle
Impronte Digitali (2)
I sensori di impronte digitali possono utilizzare le seguenti tecnologie:
• FTIR Frustrated Total Internal Reflection (Ottica), in grado di rilevare le
immagini di creste e vallate con due diversi livelli di messa a fuoco;
• Capacitiva, basata sul rilevamento delle microvariazioni di capacità
(accumulo di carica elettrica) originate dalla struttura tridimensionale del
polpastrello;
• Piezoelettrica, basata sul rilevamento dell’impronta tramite materiali in
grado di convertire la variazione di pressione locale in una differenza di
potenziale elettrico;
• Termica, basata sull’utilizzo di sensori termici in grado di rilevare
l’immagine del polpastrello non in lunghezze d’onda visibili ma nella
gamma dell’infrarosso.
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Caratteristiche di uno Scanner di
Impronte Digitali (1)
Le principali caratteristiche di uno scanner di impronte digitali dipendono
dallo specifico sensore utilizzato che a sua volta determina le
caratteristiche dell’immagine risultante quali:
• Dpi (Dot per inch ovvero punti per pollice) ovvero una misura del
risoluzione di scansione espressa come densità di punti per unità di misura;
•Area utile di acquisizione, ovvero le dimensioni della superficie sensibile
che influenzano il numero di caratteristiche distintive acquisite, ma anche
l’accuratezza: sensori con aree più piccole hanno costi inferiori ma anche
precisione inferiore in termini di riconoscimento che può essere
parzialmente compensata con appositi algoritmi di mosaicking per la
ricomposizione dell’impronta da un set di immagini più piccole e
parzialmente sovrapposte;
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Caratteristiche di uno Scanner di
Impronte Digitali (2)
• Gamma dinamica, ovvero il numero di livelli di grigio quantizzati dallo
scanner che si traduce in una maggiore o minore precisione nella
rappresentazione dei dettagli.
Il tipo di sensore condiziona anche le dimensioni, il costo e la durata del
dispositivo. Ulteriori importanti caratteristiche vanno considerate nella
scelta dello scanner ideale per un certo tipo di applicazione:
• Fps (frames per second): questo valore indica il numero di immagini che
lo scanner può acquisire ed inviare all’host in un secondo. Frame rate
elevati consentono una maggiore tolleranza verso movimenti involontari del
dito rispetto al sensore, rendendo così meno problematica l’interazione con
lo scanner e consentendo in alcuni casi anche un preview del risultato
dell’acquisizione.
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Caratteristiche di uno Scanner di
Impronte Digitali (3)
• Rilevamento automatico della presenza del dito: Alcuni scanners sono in
grado di determinare automaticamente la presenza del dito sul sensore,
liberando l’host da un continuo polling del dispositivo e consentendo di
attivare la procedura di acquisizione non appena c’e’ un contatto fisico con
l’utente;
• Crittografia: alcuni dispositivi di scansione delle impronte digitali sono
dotati di algoritmi crittografici avanzati allo scopo di ridurre le probabilità di
un attacco al canale di comunicazione con l’host;
• Sistemi operativi supportati: la compatibilità con più sistemi operativi
compresi quelli di tipo open-source può essere un importante aspetto nella
selezione di uno scanner in funzione del tipo di applicazione e
dell’infrastruttura informatica a cui esso deve essere connesso.
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Fingerprint Scanner a Confronto
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Risultati Acquisizione a Confronto
Immagini dell’impronta digitale
appartenente allo stesso dito
acquisito in condizioni ideali con i
seguenti scanner commerciali
visualizzate con proporzioni reali:
a) Biometrika FX2000,
b) Digital Persona UareU2000,
c) Identix DFR200,
d) Ethentica TactilSense T-FPM,
e)
ST
TouchChip,
Microelectronics
f) Veridicom FPS110,
g)
Atmel
AT77C101B,
FingerChip
h) Authentec AES4000.
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Memorizzazione delle Impronte Digitali
Già nel 1995 l’archivio generale delle impronte digitali conteneva più di 200 milioni
di profili su carta con un ritmo di crescita dell’ordine dei 30.000-50.000 nuovi
profili al giorno.
Anche il passaggio ad una rappresentazione digitale non risolve totalmente il
problema, in quanto ogni serie di impronte digitalizzato a 500 dpi richiede
approssimativamente 10 MB di spazio su disco con un totale di 2000 Terabytes per
la memorizzazione di 200 milioni di immagini, un valore molto elevata anche per le
moderne memorie di massa.
Da qui la necessità di utilizzare efficaci tecniche di indicizzazione dei database e di
compressione delle rappresentazioni per risolvere il problema che, tipicamente,
richiede algoritmi migliori dei tradizionali lossless (senza perdita di informazioni) o
JPEG nati per altri scopi.
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Rappresentazione delle Impronte Digitali
(1)
La rappresentazione delle impronte digitali rappresenta l’essenza della
progettazione di un sistema di riconoscimento delle stesse e condiziona fortemente
anche la definizione degli altri aspetti del sistema. Il tono di grigio di un dato pixel
appartenente all’immagine dell’impronta non è costante durante il periodo di
acquisizione da qui la necessità di determinare delle caratteristiche salienti
nell’impronta che possano essere sufficientemente discriminanti da identificare un
individuo ma al tempo stesso rimangano invarianti per quel soggetto.
Ne risulta che il problema della rappresentazione richiede la determinazione di uno
spazio delle caratteristiche in cui differenti immagini delle impronte digitali di un dato
individuo formino un gruppo compatto in cui immagini relative a dita differenti
occupino differenti porzione dello spazio, ovvero ci siano piccole variazione intraclasse e grandi variazione inter-classe.
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Rappresentazione delle Impronte Digitali
(2)
Una rappresentazione ottimale delle impronte digitali dovrebbe possedere
due proprietà fondamentali: la salienza e la convenienza.
Una rappresentazione è detta saliente se essa contiene informazioni
distintive circa le impronte digitali; è detta conveniente se può essere
facilmente estratta, memorizzata in forma compatta e se può essere utile
per il confronto.
Queste due proprietà non sono solitamente correlate, infatti una
rappresentazione saliente non è necessariamente conveniente, ad
esempio in alcuni applicazioni biometriche (smart-card) la ridotta
disponibilità di memoria rende critico l’aspetto della convenienza, forzando
il progettista a compromessi sulla salienza della rappresentazione.
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Rappresentazione delle Impronte Digitali
(3)
Rappresentazioni basate su immagine, costituite semplicemente dal valore di grigio
di ciascun pixel sono comuni tra i sistemi di riconoscimento che lavorano per
confronto ottico o per correlazione.
Fattori quali la variazione della luminosità, variazioni nella qualità dell’immagine,
presenza di cicatrici e ampie distorsioni globali nell’immagine acquisita, possono
limitare notevolmente l’utilità di questo schema elementare di rappresentazione che
peraltro richiede anche una considerevole quantità di spazio in memoria.
Aspetti positivi della rappresentazione basta su immagine sono la preservazione del
massimo quantitativo di informazioni e la indipendenza dal dominio applicativo che
si traduce in una maggiore potenziale robustezza ad una ampia varietà di immagini
di impronte digitali, come nel caso di immagini provenienti da dita anomale prive di
creste.
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I Patterns delle Impronte Digitali (1)
Un campione di impronte digitali mostra differenti tipologie di caratteristiche
in funzione del livello di ingrandimento a cui è analizzato, più precisamente
si possono ridurre a tre i livelli rilevanti di osservazione che esibiscono
strutture distintive utili per il riconoscimento: il livello globale, il livello
locale e quello ultra-fine.
• Al livello globale, il flusso delle linee di cresta delinea varie possibili
configurazioni. I cosiddetti punti singolari, che possono essere del tipo a
delta o ad anello, fungono da punti di controllo attorno ai quali le linee
crestali possono avvolgersi. I punti singolari e la forma grossolana delle
linee crestali hanno una notevole importanza ai fini della classificazione e
della indicizzazione delle impronte digitali, ma non sono sufficientemente
distintivi per un riconoscimento accurato. Ulteriori caratteristiche rilevabili a
questo livello sono la forma dell’impronta, l’orientamento e la frequenza
dell’immagine.
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I Patterns delle Impronte Digitali (2)
• Al livello locale è possibile identificare fino a circa 150 diverse caratteristiche locali
delle creste, i cosiddetti dettagli minuti. Tali caratteristiche non sono
uniformemente distribuite, dipendendo principalmente dalla qualità delle impronte
digitali acquisite e sono raramente osservate. Le due principali caratteristiche delle
creste chiamate minutiae sono costituite dalla terminazione e dalla biforcazione
delle creste.
• Al livello di osservazione ultra-fine è possibile individuare anche dettagli intracreste, quali essenzialmente i pori per la sudorazione, la cui posizione e forma
sono considerate estremamente distintive. Purtroppo l’estrazione dei pori è
possibile solo partendo da immagini delle impronte digitali acquisite ad altissima
risoluzione, dell’ordine dei 1000 dpi, ed in condizioni ideali, per cui questa
particolare rappresentazione non è pratica per la maggioranza dei contesti
applicativi.
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Il Livello Locale e Ultra-Fine
Minutiae (cerchi neri riempiti) evidenziate su una porzione di immagine di impronta
digitale,
Posizione dei pori per la sudorazione (cerchi neri non riempiti) lungo una singola linea
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crestale.
Variabilità Intra-Classe
Esempio di impronte digitali difficili da confrontare: Le impronte in a) e b) possono
sembrare differenti ad un occhio inesperto ma sono invece impressioni dello stesso
dito. Le impronte in c) e d) possono sembrare simili ad un occhio inesperto ma in realtà
provengono da dita differenti.
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Fattori fondamentali nel Confronto di
Impronte Digitali
Gli esperti nell’analisi delle impronte digitali tengono conto di svariati fattori
prima di affermare che due impronte appartengono allo stesso individuo.
Questi fattori sono:
• concordanza
nella configurazione del pattern globale, che implica una
tipologia comune per le due impronte confrontate;
• concordanza qualitativa, che implica che i dettagli minuti corrispondenti
siano identici;
• fattore quantitativo che specifica il numero minimo di dettagli minuti che
devono corrispondere tra le due impronte (almeno 12 secondo le direttive
forensi statunitensi);
• corrispondenza dei dettagli minuti che devono risultare identicamente
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inter-correlati.
Principali approcci metodologici
al confronto di impronte digitali
Una categorizzazione classica degli approcci al confronto delle impronte
digitali prevede tre principali classi di appartenenza:
• confronto basato su correlazione: le due immagini di impronte vengono sovrapposte e un
procedimento di correlazione fra pixels corrispondenti è iterato per differenti allineamenti
ottenuti tramite roto-traslazioni fino a determinare in misura di similarità tra i campioni;
• confronto basato su minutiae: le minutiae vengono prima estratte dalle due impronte e
memorizzate come due insiemi di punti in uno spazio bidimensionale, quindi viene ricercato
l’allineamento tra i due insiemi che massimizza il numero di coppie corrispondenti di minutiae
e che misura la similarità tra le impronte;
• confronto basato su caratteristiche delle creste: poiché l’estrazione delle minutiae in
immagini di impronte a bassa qualità è problematico si preferisce utilizzare altre caratteristiche
delle creste quali orientamento e frequenza locali, forma delle creste e tessitura in quanto più
facili e affidabili da estrarre, ma anche meno distintive. Gli approcci al confronto appartenenti a
questa categoria comparano le impronte digitali in termini delle caratteristiche estratte dal
pattern formato dalle creste;
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Riconoscimento delle impronte digitali
Ibrido basato su confronto di Minutiae e
Texture
Il presupposto alla base del metodo è che l’avvento dei sensori di impronte
digitali a stato solido che, peraltro, sta favorendo una sempre più vasta
diffusone di questa biometrica, consente un’area di contatto con il
polpastrello molto limitata e di conseguenza un’acquisizione di una quantità
ridotta di informazioni discriminanti (tipicamente per un superficie sensibile
di 1.5x1.5 cm si ottengono 300x300 pixels a 500 dpi).
Un sensore ottico, d’altra parte, presenta un’area di contatto molto
maggiore ed una immagine risulatante del polpastrello molto più dettagliata
(per 2.5x2.5 cm di superficie sensibile si ottengono 500x500 pixels a 500
dpi) che implica la possibilità di estrarre un maggior numero di minutiae utili
rispetto ad un sensore a stato solido.
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Riconoscimento delle impronte digitali
Ibrido basato su confronto di Minutiae e
Texture (cont.)
Inoltre, acquisizioni ripetute dello stesso polpastrello possono presentare
solo piccole regioni in comune a causa delle immancabili roto-traslazioni
del polpastrello durante l’acquisizione.
In questi casi, gli algoritmi di riconoscimento basati su minutiae non
producono performance ottimali a causa della mancanza di un sufficiente
numero di punti singolari comuni tra le due impressioni.
L’approccio ibrido al confronto di impronte digitali che viene utilizzato nel
sistema proposto combina una rappresentazione delle impronte basata su
minutiae con una rappresentazione basata su filtro di Gabor che sfrutta le
informazioni della tessitura locale allo scopo di migliorare le prestazioni di
riconoscimento con sensori a stato solido.
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Riconoscimento delle impronte digitali
Ibrido basato su confronto di Minutiae e
Texture (cont.)
Impronte digitali con minutiae evidenziate relative a: (a,b) scanner a stato solido; (c) scanner ottico
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Schema di Funzionamento
Fingerprint Sensing
Fingerprint Image
Alignment
Minutiae Extraction
Gabor Filtering
Fingerprint
Matching
Match Found
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Match Not Found
Allineamento Immagine (1)
La fase di allineamento comincia con l’estrazione delle minutiae sia
dall’immagine in input che dal template con il quale si vuole effettuare il
confronto. I due insiemi di minutiae sono confrontati attraverso un
algoritmo di point matching che in prima istanza seleziona una coppia
di minutiae di riferimento (una da ciascuna immagine) e quindi
determina il numero di coppie di minutiae corrispondenti utilizzando il
restante set di punti. La coppia di riferimento che presenta il massimo
numero di coppie corrispondenti, determina il miglior allineamento.
Allineamento dell’immagine di input (linee blu) con il template (linee rosse). (a)
29 dito, (b) allineamento di due impressioni
allineamento di due impressione dello stesso
di dita diverse.
Allineamento Immagine (2)
Grazie alla disponibilità di informazioni relative ai solchi locali per ogni
minutia non è necessario effettuare una valutazione esaustiva di tutte
le corrispondenze tra punti.
Una volta che le minutiae sono state allineate con questo metodo
anche i parametri di rotazione e traslazione sono noti. Infatti, il
parametro di rotazione stimato è la media dei valori di rotazione
individuali di tutte le coppie di minutiae corrispondenti, mentre i
parametri di traslazione sono calcolabili utilizzando le coordinate
spaziali della coppia di minutiae di riferimento che ha prodotto il
migliore allineamento.
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Sicurezza degli AFIS (1)
Preservare l’integrità di un sistema di riconoscimento delle impronte
digitali è estremamente difficile ed richiede di combattere
comportamenti fraudolenti quali la negazione (es. utenti che negano di
aver acceduto al sistema), la coercizione (es. utenti che affermano di
essere stati costretti all’uso del sistema), la contaminazione (es. una
erronea acquisizione di un impronta non appartenente all’utente) e la
circumvenzione (es. utenti non autorizzati che ottengono illegalmente
accesso al sistema).
L’aspetto sicurezza del sistema assicura che gli intrusi non saranno
mai in grado di accedere le informazioni e misurazioni personali (es.
ottenere informazioni sulle impronte digitali di un dato utente dal
database o inserire nuove impronte spurie nel database) ne saranno in
grado di fingersi un altro individuo inserendo elettronicamente nel
sistema misure biometriche obsolete od ottenute illegittimamente (es.
impronte rilevate su superfici precedentemente toccate da un utente
autorizzato, o intercettate sul canale di comunicazione fra sensore e
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host).
Sicurezza degli AFIS (2)
La protezione all’accesso può richiedere a volte una protezione fisica dei dati o
il rilevamento del tentativo fraudolento di accedere ai dati. Quando, invece, il
sistema e/o i suoi canali di comunicazione sono fisicamente vulnerabili,
bisognerebbe ricorrere a tecniche di crittografia per proteggere i dati sensibili.
Un approccio tipico alla protezione delle informazioni biometriche utilizza i
risultati della principali ricerche sulla sicurezza informatica che consentono di
criptare le impronte digitali attraverso numerosi meccanismi crittografici
standard [18]. Nonostante molte tecnologie di crittografia possono essere
applicate indipendentemente dalla biometrica usata, sono satate sviluppate
tecniche specifiche per le impronte digitali.
Tecniche di marcatura invisibile delle immagini di impronte digitali possono
garantire agli amministratori di database biometrici che i dati in essi contenuti
sono autentici e non manomessi da un intruso allorquando non sia possibile
criptare i dati per consentire una rapida ispezione visiva degli stessi.
Naturalmente la tecnica di marcatura non deve interferire con il processo di
estrazione e/o confronto delle caratteristiche.
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Sicurezza degli AFIS (3)
Al fine di contrastare i tentativi di introduzione nel sistema attraverso
misure biometriche obsolete sono state utilizzate con successo
tecniche crittografiche caratterizzate da un meccanismo di risposta
sensibile al tempo e alla sessione di accesso.
Alcuni sistemi biometrici aggiornano la rappresentazione dei profili
registrati per adattarla alla natura temporalmente variabile
dell’identificatore biometrico (es. dito graffiato o ferito).
Valutare quanto sia difficile individuare una certa impronta digitale con
la forza bruta dipende dal numero di informazioni invarianti presenti
nell’impronta stessa e dal numero di tentativi a disposizione dell’utente.
Va comunque considerato che le impronte digitali hanno un contenuto
di informazioni molto più grande delle semplici passwords scelte da un
utente ingenuo (es. data di nascita o del matrimonio).
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Sicurezza degli AFIS (4)
Molti sensori di impronte digitali del tipo live-scan incorporano
dispositivi ottici relativamente delicati e inclini al danneggiamento in
caso di uso intenzionale della forza da parte del soggetto aggressore.
Anche i sensori a stato solido possono facilmente essere danneggiati
con speciali scariche elettriche, e tutte le superfici trasparenti di
contatto presenti sui sensori ottici possono essere facilmente rovinate
con graffi e abrasioni.
Sviluppi della tecnologia di rilevamento senza contatto e sensori
ultrasonici fanno sperare in una prossima generazione di sensori più
robusti, ma occorre sempre ricordare che anche il tradizionale
riconoscimento tramite password presenta problemi di rifiuto di
funzionamento persino con utenti autorizzati se viene dimenticata la
password o in caso di digitazione errata.
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Test di Vitalità (1)
Una misura di sicurezza particolarmente interessante al fine di
contrastare eventuali tentativi di circumvenzione dei sistemi basati su
impronte digitali, consiste nel verificare se la sorgente del segnale di
input (il dito) è una biometrica vivente genuina piuttosto che un
simulacro proveniente da una attività fraudolenta (un guanto aderente
recante l’impressione dell’impronta digitale di un utente autorizzato).
La logica premessa di un test di vitalità è che se il dito è vivo, la sua
impressione rappresenta effettivamente la persona a cui esso
appartiene.
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Test di Vitalità (2)
• Uno degli approcci più comuni al test di vitalità consiste nell’usare uno
o più segni vitali comuni a tutta la popolazione di riferimento, quali ad
esempio pulsazioni e temperatura.
• Gli scanner ottici di tipo live-scan con tecnologia FTIR (Frustrated
Total Internal Reflection) utilizzano un meccanismo di acquisizione
differenziata per le creste ed i solchi delle impronte digitali, risultando in
questo modo intrinsecamente più resistenti ad attacchi portati con un
simulacro bidimensionale dell’impronta del dito.
• La scansione ad alta risoluzione delle impronte digitali rivela dettagli
caratteristici della struttura dei pori che risultano molto difficili da imitare
in un dito artificiale.
• La colorazione caratteristica della pelle del dito cambia per effetto
della pressione quando esso è premuto sulla superficie di scansione, e
questo effetto può essere rilevato per
individuare la genuinità del dito.
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Test di Vitalità (3)
• Anche il flusso sanguigno e al sua pulsazione possono essere rilevati
con un’attenta misurazione della luce riflessa o trasmessa attraverso il
dito.
• La differenza di potenziale tra due specifici punti della muscolatura
del dito possono essere utilizzati per distinguerlo da un dito morto.
• Le proprietà elettriche di un dito vivente possono essere facilmente
misurate in un sensore a stato-solido.
• La misurazione della complessa impedenza del dito può essere utile
per verificare la vitalità del dito.
• Infine, un dito vivente suda e in un sensore a stato solido la
caratteristica evoluzione temporale del signale può determinare la
vitalità del dito.
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Test di Vitalità (4)
Qualunque combinazione di frequenza cardiaca, segnali elettrocardiografici,
caratteristiche spettrali del tessuto umano, percentuale di ossigenazione del
sangue, flusso sanguigno, ematocrito, analisi biochimica del tessuto,
pletismografia elettrica, traspirazione gassosa, proprietà elettriche della pelle,
pressione sanguigna e volume differenziale del sangue può essere usata per
individuare un dito vivo.
La più importante obiezione all’uso degli identificatori biometrici dal punto di
vista della sicurezza è quella della sostituzione della chiave, ovvero cosa
accade quando un identificatore biometrico (es. un dito) è compromesso?
Nonostante nel caso delle impronte digitali dieci impronte uniche offrano
multiple possibilità di rimpiazzare la chiave, il numero finito di scelte è spesso
inaccettabile in molte situazioni. In un sistema biometrico ben progettato le
chiavi compromesse dovrebbero essere rese inutili ai fini del riconoscimento.
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