Corriere del Ticino 17 ott 2015

Transcript

Corriere del Ticino 17 ott 2015
lettere&opinioni
Corriere del ticino
Sabato 17 ottobre 2015
l’opinione zxy GIorGIo GHIrInGHeLLI*
Veli e barbe contro l’integrazione
zxy Alcune settimane fa le autorità
comunali di Winterthur, preoccupate per la sparizione di 5 adolescenti che avrebbero lasciato le loro
famiglie per unirsi
alle milizie dell’ISIS, avevano deciso di contrastare questo nuovo fenomeno sociale facendo capo a specialisti esterni incaricati di formare gli insegnanti a cogliere i primi segnali di
radicalizzazione religiosa. Questi specialisti, a titolo di esempio, hanno detto che quando una giovane si presenta
a scuola con il velo, ciò costituisce già
un indizio. Ma chi l’avrebbe mai detto...
In Francia è già da un pezzo che l’avevano capito, tant’è vero che – nell’intento di colpire principalmente il velo
– è dal 2004 che l’ostentazione di simboli religiosi nelle scuole è vietata. Cinque anni fa avevo presentato al Gran
Consiglio una petizione con la quale si
chiedeva di vietare questo copricapo
dal sapore più politico che religioso
nelle scuole dell’obbligo. Ma il 10 novembre 2010 il Gran Consiglio, dimostrando scarsa lungimiranza (allora
non c’era ancora l’ISIS) la bocciò, con
la motivazione che solo una ventina di
scolare lo indossavano. Per me erano
una ventina di troppo.
Molta gente pensa, a torto, che il semplice velo utilizzato da un crescente
numero di donne musulmane per coprirsi i capelli e in certi casi anche le
orecchie e il collo sia solo un innocuo
copricapo. In realtà esso è un segno di
radicalizzazione religiosa, che ha dichiaratamente due scopi dal vago sapore razzista e sessista: quello di distinguere le musulmane dalle non musulmane (o dalle musulmane non praticanti) e quello di impedire che le donne inducano in tentazione gli uomini.
Agli islamisti che, anche in Ticino, predicano l’obbligo religioso di indossare
il velo, non interessa insomma inte-
grarsi nella nostra società: al contrario
essi si battono contro l’integrazione,
ostentando pubblicamente la loro diversità anche a scopo di proselitismo.
Ma il velo non è l’unico segno di radicalizzazione e di riconoscimento nel
mondo islamico. Anche le barbe degli
uomini sono un importante indizio da
non trascurare, come ben sa chi opera
nel settore della sicurezza. Avete notato, ad esempio, che quasi tutti i terroristi hanno delle barbe più o meno folte,
come pure i militanti dell’ISIS? Ciò
non significa ovviamente che tutti i
musulmani che hanno la barba siano
dei terroristi o dei militanti dell’ISIS,
ma con molta probabilità i barbuti
sono già avviati sulla strada che porta
al fanatismo religioso.
L’obbligo religioso di portare la barba
deriverebbe, secondo Al-Boukhari
(810-870 ) – uno studioso persiano
sunnita autore di un’imponente opera
dedicata agli «hadit», ossia ai detti di
Maometto – da un ordine impartito da
Maometto ai musulmani, e cioè: «Siate
diversi dai politeisti, lasciatevi crescere
la barba e tagliate i baffi». Anche in
questo caso, come per il velo, lo scopo
era distinguere i credenti dai non credenti, evitando di imitare le loro mode
perché, diceva il profeta, «chiunque
imita i membri di una comunità ne fa
parte».
Nel suo libro Le licite et l’illicite en
Islam, Youssef al-Qaradhawi, classe
1926, presidente del Consiglio europeo
della fatwa e della ricerca nonché uno
dei principali padri spirituali dei Fratelli musulmani, ha dedicato un intero
capitolo a questo tema, riportando
una lunga citazione dell’esegeta musulmano Ibn Tamiyya (1263-1328) che
andava nella stessa direzione da lui
sostenuta. Nel libro si legge che secondo parecchi esperti di giurisprudenza
(non tutti) l’ordine di Maometto di lasciarsi crescere la barba equivarrebbe
a un obbligo, il cui scopo sarebbe fare
il contrario di quello che fanno i miscredenti, e ciò perché, secondo Ibn Tamiyya, «l’imitazione esteriore degli altri conduce ad amarli e ad accettare la
loro protezione (…) Quando li si imita
esteriormente, ciò porta a imitarli poi
nei loro costumi e nei loro atti riprovevoli, oltre che nelle loro credenze (…).
Potrebbe essere difficile, se non impossibile, far sparire la corruzione che deriva dall’imitazione: e la legislazione
islamica proibisce tutto ciò che potrebbe essere causa di corruzione».
Quindi anche la barba serve a segnalare esteriormente il rifiuto di volersi
integrare con i miscredenti, cioè con
tutti i non musulmani, considerati esseri corrotti. Nel suo libro, Qaradhawi
(che nella sua opera Priorities of the
Islamic Movement incita i suoi seguaci a creare dei ghetti musulmani in
Occidente allo scopo di sviluppare delle società parallele), osserva sconsolato che la grande maggioranza dei musulmani si è messa a radere la barba
«per imitazione dei loro nemici (ndr,
cioè noi) e dei colonizzatori cristiani
ed ebrei dei loro Paesi».
Mi sembra dunque evidente che quando i Fratelli musulmani dicono di adoperarsi per l’integrazione dei musulmani nella nostra società, mentono
sapendo di mentire: in realtà lavorano
dietro le quinte per trasformare la nostra società e adattarla alle regole
dell’Islam più radicale. Per questo rappresentano un pericolo per la nostra
democrazia. Se non reagiamo saremo
infatti noi a doverci integrare nell’Islam!
In tal senso le immagini televisive concernenti le migliaia di migranti diretti
da vari Paesi islamici verso l’Europa
non sono molto tranquillizzanti. Fateci caso: la stragrande maggioranza
degli uomini ha la barba e la stragrande maggioranza delle donne ha il
capo – e a volte anche il viso – coperto
da veli. Quindi stiamo importando
centinaia di migliaia di musulmani,
forse già irreversibilmente radicalizzati, che chiedono ed anzi pretendono
asilo e ospitalità, ma che probabilmente in gran parte rifiuteranno l’integrazione nella nostra società di «miscredenti».
La svolta
energetica
co Swiss made con tecnologia Swiss made esportabile in tutto il mondo perché
protagonista.
Daniel lepori, San Vittore
una gestione rispettosa della vita dei
suoi differenti insediamenti, è fondato
su componenti storiche e territoriali
analoghe, permette e rafforza le singole
identità locali, peraltro ben rappresentate dai forti comuni patriziali. D’altro canto è anche un progetto innovativo: non a
caso il Laboratorio Ticino dell’Accademia di architettura della Svizzera italiana è stato chiamato ad elaborare un
progetto che permettesse una lettura
complessiva del territorio del nuovo Comune, identificando nel contempo gli
aspetti da valorizzare e le componenti di
maggior pregio. È così stato sviluppato
un documento che sottolinea l’importanza urbanistica e paesaggistica dell’aeroporto di Lodrino (il futuro polo tecnologico), delle cave di granito della regione (l’area estrattiva più importante della
Svizzera), del fiume Ticino (il parco fluviale), della zona agricola (la campagna,
da preservare nella sua integrità). È grazie a queste componenti che il nuovo
Comune di Riviera, con 4000 abitanti e
un’estensione pari al 3% del territorio
cantonale, si presenta con valide credenziali nell’ambito della città-Ticino
preconizzata dal Piano direttore cantonale. Ed è grazie e in nome di questi valori territoriali che il nuovo Comune potrà e dovrà difendersi dalle spinte disgreganti e inquinanti che intaccano la qualità di vita dei nostri insediamenti: si
pensi ai rumori e alle vibrazioni che
provocherà l’AlpTransit, alle radiazioni
ionizzanti degli elettrodotti, alle emissioni gassose autostradali. Solo un Comune forte e compatto potrà rivendicare
e ottenere i giusti risarcimenti per il sacrificio che comporta la presenza di
queste infrastrutture d’interesse nazionale e internazionale.
In conclusione, il nuovo Comune su cui
siamo chiamati a pronunciarci è l’entità
politica e amministrativa ideale per valorizzare e sviluppare le potenzialità di
un territorio di fondovalle oramai raro in
Ticino, potenzialità che l’assetto istituzionale odierno non riuscirà mai a cogliere. Votiamo e appoggiamo con convinzione il nuovo comune Riviera.
Massimo Ferrari, Lodrino
presidente della Sezione PPD
zxy La Svizzera sarà protagonista o solo,
un’altra volta, pubblico pagante? Quello
che sta succedendo oggi con l’energia è
per molti versi paragonabile a quello che
è già accaduto con l’informazione: internet ha decentrato il potere dell’informazione, però senza distruggere i classici
centralizzatori (stampa, radio e televisione) e creando opportunità mai viste per il
singolo individuo. Quello che ci dovrebbe far riflettere è perché il comando di
tale processo di trasformazione, come
per l’informazione hanno fatto i vari Google e Facebook, pare lo stia assumendo
di nuovo un gruppo ristretto di imprenditori californiani. Ad esempio Elon
Musk con le sue aziende sta chiudendo il
cerchio della produzione e dell’immagazzinamento dell’energia ad uso statico
e dinamico.
Per arrivare ad un cambiamento epocale
di queste proporzioni in settori come
l’informazione o l’energia servono decenni, nel qual caso oltre che alla tenacia
sono necessari importanti investimenti
che richiedono capitali ingentissimi forniti da tre fonti principali: le aziende e gli
investitori guru legati alla Valley che sono virtuosamente seduti su centinaia di
miliardi, i governi federale e statali e
partnership tra family offices. La somma
di questi tre fattori porta ad aumentare
fino ad alcuni miliardi la soglia minima
d’investimento in aziende ad alto potenziale di crescita. Se noi svizzeri quindi
non avremo il coraggio di finanziare il
nostro destino energetico, come già facemmo a scatola chiusa nei trasporti
all’epoca di Escher col Gottardo o negli
ultimi anni con l’Alptransit, lo faranno di
nuovo i guru della Silicon Valley e quindi
saremo di nuovo spettatori paganti che
sognano ad occhi aperti come un bambino.
Perciò, quale che sia l’orientamento politico, invito tutti gli elettori a sostenere da
destra a sinistra i candidati che supportano la strategia energetica 2050 del Governo. Per un approvigionamento energeti-
Anche in Riviera
più uniti, più forti
zxy In questi giorni i cittadini si stanno
pronunciando su due riforme che incideranno non poco sulla storia sull’avvenire politico e amministrativo del Ticino:
nel Bellinzonese e in Riviera si deciderà
se continuare con una struttura amministrativa e politica risalente all’inizio
dell’Ottocento, oppure se costituire un
Comune politico nuovo, in grado di rispondere con forza e incisività alle molte
sfide della società contemporanea.
La Sezione del Partito popolare democratico di Lodrino-Prosito ha sempre
promosso la necessità di avviare un processo aggregativo in Riviera, rispettoso
della volontà popolare e adeguato alle
peculiarità territoriali e sociali delle nostre comunità. Questa posizione è stata
ribadita nel corso degli anni, dal 2006
quando venne presentato il progetto Riviera+ (il distretto di Riviera con l’aggiunta di Moleno, Preonzo, Pollegio e
Personico) fino all’epoca recente, quando il progetto oggi in votazione, che prevede l’aggregazione dei Comuni di Cresciano, Iragna, Lodrino e Osogna, è stato
discusso e preavvisato positivamente
dai differenti Consigli comunali.
Questo progetto, elaborato e voluto dalle
autorità politiche a partire dal 2013, ha
solide radici nel passato e nel presente:
la Riviera dei piccoli Comuni ha una
storia secolare comune, gli stessi consorzi, le stesse associazioni sportive e
culturali, un istituto scolastico frequentato da tutti (la Scuola media di Lodrino), un territorio omogeneo contrassegnato dalla presenza del fiume Ticino e
da ripidi versanti rocciosi, identiche
sensibilità politiche e sociali.
Il nostro progetto aggregativo, contrariamente ad altri impostati a tavolino, ha
proprio questa peculiarità: garantisce
37
i giochi
1
2
3
4
5
6
11
7
12
8
9
10
13
15
14
16
17
19
18
21
20
22
23
24
25
26
27
28
29
31
30
33
32
34
35
37
36
38
39
orizzontali
1. Si spendevano a Madrid - 7. Un proiettore sul set - 11. Il tastierista tanica - 12.
Salita - 14. Un gas dell’aria - 15. Uccello dal grosso becco - 16. Si dice concedendo - 17. Quella bianca ha il marito emigrato - 19. Vi fu sconfitto Leonida - 21.
Mettono fine all’autostop - 22. Gioco detto palla basca - 23. Legge sulla Previdenza
Professionale - 24. offesi, umiliati - 26. In fondo a sinistra - 27. Ha la pancia di
coccio - 28. Stadi per corride - 31. I cortili delle cascine - 32. Iniziali di Missoni - 33.
Frazione di Monteceneri - 35. Scocca dopo mezzanotte - 36. Pesante soprabito 37. Lo Stato di Hassan rouhani - 38. Grido di dolore - 39. Lo è il ciuffo dell’ubara.
vertiCali
1. In fretta, rapidamente - 2. Le isole con Stromboli - 3. Si prende per la gola - 4.
risponde con le finali - 5. Fanno della carne... un cartone - 6. L’arabia con La Mecca - 7. Mettono in luce le antichità - 8. La suscita il tapino - 9. ovest Sud-ovest 10. Fondo di marmitta - 13. Condotto per lo smaltimento delle acque piovane - 15.
Gradito calduccio - 17. Unità di tensione elettrica - 18. Fa uso di alcaloidi estratti
dal papavero bianco - 20. La Griffith del cinema - 21. arricchisce... l’automobile 23. Lugano arte e Cultura - 24. La cantante e attrice Carey - 25. Un terzo di nove
- 26. Un arnese del fabbro - 29. Un soggetto di dà - 30. ripide salite - 31. Sportelli
di mobili - 34. Lo fondò Pio XII nel 1942 - 35. Vergini del paradiso islamico - 37. Il
centro di Svitto.
rebUS
(frase 5, 10)
* fondatore del movimento Il Guastafeste
SUDoKU
Facile
Facile
9
1 8 3
7
3 4
1
7
6
9
3
2
6
9
6
9
3
8
3
4
1
5
4
9
4
7 1
8
7 1 5
3
2 9
1 4
1
4
8
4 5 6
2
8 4
9
7
6
9
3
5
3 2
6
8 9
2
2 3 7
9
7
2
4 1
le soluzioni DeL nUMero PreCeDente
Cruciverba
1
C
11
A
2
A
S
5
Sudoku
6
O M A
7
12
A
A
N
E
S
E
D
R
I
N
A
T
A
T
E
E
S
19
R
E
34
E
30
B
M A
36
A
38
T
41
T
27
M
U
23
I
O
31
S
R
I
S
A
S
A
L
E
A
T
A
R
O M B
Z
T
24
T
I
R
L
E
22
A
4
I
P
16
R
3
M
13
20
O
32
O
S
14
28
A
L
A
A
39
K
A
L
A
I
G
A
37
8
9
U O
N
15
E
E
T
25
S
40
B
17
I
R
E
C
H
21
V
A
N
33
10
N
E
C O
18
I
N
26
C
29
D
A
T
I
S
A
V
I
T
R
I
A
A
S
S
I
I
A
35
O
U
D
A
R
C
2
1
7
3
4
8
5
6
9
5
4
8
1
6
9
2
3
7
3
6
9
2
5
7
1
8
4
6
2
1
4
7
3
9
5
8
rebus
(6, 6)
Ma riti fede LI = mariti fedeli
8
3
4
5
9
1
6
7
2
7
9
5
6
8
2
3
4
1
1
5
2
8
3
4
7
9
6
4
7
3
9
1
6
8
2
5
9
8
6
7
2
5
4
1
3
6
1
5
2
3
7
4
8
9
7
2
8
1
4
9
3
6
5
3
4
9
5
6
8
1
2
7
9
3
2
4
7
1
6
5
8
4
5
6
3
8
2
9
7
1
1
8
7
6
9
5
2
4
3
8
6
1
7
2
3
5
9
4
2
7
3
9
5
4
8
1
6
5
9
4
8
1
6
7
3
2