Jazz and Celebration, Junior Mance Trio

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Jazz and Celebration, Junior Mance Trio
Jazz and Celebration, Junior Mance Trio
Milano – Junior Mance Trio , sinuosa sinergia jazzistica che conquista il Teatro
Manzoni di Milano, prima italiana. Il sesto appuntamento di “Aperitivo in Concerto” ha
avuto come protagonista uno dei grandi protagonisti storici della musica improvvisata
africano-americana, il pianista Junior Mance accompagnato al violino da Michi Fuji, sua
allieva, e al contrabbasso da Hide Tanaka… Raffinato e accattivante Mance vira con
la sua versatile intelligenza verso limpide architetture di assoli che sfumano i
ricordi, sono nuaceses in memoria di vocalist come Dinah Washington, Joe
Williams e Johnny Hartman.
di Antonella Iozzo
Milano – Junior Mance Trio , sinuosa sinergia jazzistica che conquista il Teatro
Manzoni di Milano, prima italiana. Il sesto appuntamento di “Aperitivo in Concerto”
ha avuto come protagonista uno dei grandi protagonisti storici della musica improvvisata
africano-americana, il pianista Junior Mance accompagnato al violino da Michi Fuji, sua
allieva, e al contrabbasso da Hide Tanaka. Un concerto superlativo per festeggiare un
compleanno speciale, 85 anni di età e 75 anni di carriera. Improvvisazione ed eclettismo
sono state le coordinate di questo straordinario ritratto sonoro, un omaggio alla
tradizione che affiora come miraggi per poi scomparire trasformate in liquide figurazioni
astratte. La sua musica è travolgente, il suo virtuosismo mai fine a se stesso, la sua abilità
nel fondere le decine d’influenze diverse, mirabile. Mance possiede un tocco di assoluta
morbidezza e un suono bellissimo che catturano il pubblico già dai primi brani in
programma composti dallo Stesso Mance. Jazz dalla potenzialità espressiva magnetica.
Sono emozioni che ci rimandano a segmenti della sua lunghissima carriera come il 1953
quando si esibisce al Bee Hive Club di Chicago, collaborando con artisti quali Charlie
Parker, Coleman Hawkins, Eddie “Lockjaw” Davis, Sonny Stitt, Joe Williams.
Un compleanno decisamente ricco d’inventiva, di verve, di energia, di passione declinata
in professionalità e abilità tecnica capace di aprirsi a un sorprendente lirismo sia per
piano solo che insieme al contrabbasso di Hide Tanaka. Tanaka fornisce un sostegno
mobilissimo, armonicamente ferreo eppure di grande sensibilità dinamica, la sua bravura
tecnica distilla improvvisazioni perfette che scivolano sull’archetto di Michi Fuji,
violinista che incide il tempo e contemporaneamente leggera nel tocco, sapendo
trasformarsi, al momento giusto, in un buon supporto ritmico in grado di sostenere le
evoluzioni pianistiche di Mance. Raffinato e accattivante Mance vira con la sua versatile
intelligenza verso limpide architetture di assoli che sfumano i ricordi, sono nuaceses in
memoria di vocalist come Dinah Washington, Joe Williams e Johnny Hartman. Perle
musicali che si lascino seguire fino in fondo, scintille di pura passione che trascinano il
pubblico tra le corde jazzistiche del Trio.
La carriera da solista di Mance inizia nel 1961 ed è inframmezzata da registrazioni
discografiche che vedono grandi nomi come Leo Parker, Lester Young, Sonny Stitt, Gene
Ammons, Dinah Washington, Joe Gordon, Johnny Griffin, Cannonball Adderley, Nat
Adderley, Carmen McRae, Art Blakey, Wilbur Ware, James Moody, Jimmy Cleveland,
Dizzy Gillespie, Leo Wright, Eddie “Lockjaw” Davis, Wild Bill Moore, Ray Crawford e
tantissimi altri. Un elenco lunghissimo che ci regala una discografia prestigiosa degna
della migliore musica.
Dettagli di tocco e sensibilità attraversano l’intero concerto, è una continua riflessione
compositiva suggellata dalla spontaneità esecutiva, come gli omaggi a Monk, istanti
prolungati in vibrante fluidità da Blue Monk a Round Midnight. Originali linee melodiche
evocano la fascinazione del brano, l’innovazione e i legami con la tradizione americana
che contraddistinguevano Monk qui cesellano l’interpretazione. È un viaggio che porta in
sé i segni della grandezza, del passato che rinasce futuro, è musica che risuona di
accurata capacità creativa.
Tutte le anime del jazz pulsano all’unisono “In memory of the many jazz legends who
were my frieds” che amplificano l’orizzonte jazzistico, da Neil Hefti a Barry Mann, da
Duke Ellingotn a Count Basie e tantissimi altri, implodono sotto il segno di Mance ed il
pubblico ne è letteralmente estasiato, rapito.
Junior Mance suona con leggerezza aerea, sempre sospeso sul filo del silenzio trasforma
il suono del pianoforte ora in essenzialità melodica, ora in struggente dolcezza, ora in
pura improvvisazione, una elegante metamorfosi ed è come se sotto le sue dita la musica
si elevasse in un disegno sempre diverso capace di amplificare la prospettiva dell’ascolto.
Trascinante vibrazione che coinvolge il pubblico anche dopo l’esibizione quando il Junior
Mance Trio incontra il pubblico nel foyer del teatro.
Versatile, trascinante, eclettico, magnetico, comunicativo, tutte le attitudini del jazz in un
emozionante concerto che pulsa di storia jazzistica e sentimento. Una vita fattasi musica,
una musica rinata vita. Buon compleanno Mance!
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(03/12/2013)
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