dall`europa - Comune di Lecce
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notiziario n. 137 l e c c e ventuno giugno 2012 in questo numero dall'europa • • • Agenda digitale: Italia penultima in Ue su servizi e-government Capitale verde europea 2015: al via le candidature Ue: verso il rafforzamento del ruolo degli enti locali d i dall'italia • • • c o m u n e • • • • Gu 138 del 15.6: riprogrammazione risorse regionali 20002006 e 2007-2013 Dismissioni: Governo va avanti col programma, ok dell’Anci Corte dei Conti su assunzioni a tempo indeterminato nei piccoli Enti Ragioneria Stato: informazioni Patto orizzontale nazionale entro il 30 giugno Imu alla cassa con l'ombra del gettito Esclusione dalle gare d'appalto in caso di dolo o colpa grave Firmata intesa Anci-Ministero per programma di inserimento lavorativo dei detenuti dalla puglia • • • • • Burp 88 del 20.6: Avviso Pubblico presentazione progetti per la qualità dell’architettura Burp 87 del 19.6: piano regionale alimenti geneticamente modificati Riapprovate le tariffe per i servizi residenziali per anziani Abusivismo edilizio: Legge regionale Collegio dei sindaci degli Istituti autonomi case popolari giurisprudenza • • • • Corte Costituzionale 139/2012: ai sindaci scelta dei tagli di spesa CdS 3469/2012 su limitazione partecipazione gara CdS 3463/2012 su ricavo esecuzione appalto Tar Calabria 588/2012 su prestazioni eccedenti l’orario d’obbligo fuorisacco • Biennale del Salento dall'europa Agenda digitale: Italia penultima in Ue su servizi e-government È uno scenario sconfortante per il nostro paese quello che emerge dalla mappa sullo stato di "salute digitale" dell'Europa a 27 pubblicato dalla Commissione europea, in attesa del decreto Digitalia, di cui il governo ha dato un antipasto nel pacchetto sviluppo del 15 giugno, accorpando gli organismi governativi esistenti in un'unica agenzia per l'Italia Digitale. Tra i dati più preoccupanti c'è quello relativo ai servizi online messi a disposizione dalla PA, il cosiddetto e-government: l'Italia è al penultimo posto, prima solo della Romania. Appena il 22% dei cittadini ne fa uso; in Danimarca, invece, vi ricorre l'80% della popolazione. È allarmante anche il dato relativo al commercio elettronico, per il quale la Commissione parla di "stallo", soprattutto se si prendono in considerazione gli acquisti online dei cittadini a livello transnazionale, cioè tra un paese e un altro, pur nel recinto dell'Unione europea. In questo caso peggio dell'Italia (con solo il 15% della popolazione che fa shopping online) fanno - nell'ordine Bulgaria e Romania, che si posizionano agli ultimi posti di una classifica dominata dalla Gran Bretagna e dalla Svezia. La situazione migliora se sono le imprese a vendere o acquistare in rete: in tal caso l'Italia recupera qualche posizione, collocandosi davanti a Bulgaria, Cipro, Grecia e Romania. Le Pmi nazionali che acquistano online sono poco più del 10%, mentre quelle che vendono online rappresentano solo il 5% del totale: cose da poco. La performance italica cambia in meglio sul fronte della penetrazione della banda larga, dove l'Italia si colloca al 20° posto (su 27). Sul podio i Paesi Bassi, mentre ultima ruota del carro – anche stavolta – c'è la solita Romania. A gennaio di quest'anno il tasso di penetrazione della banda larga (da rete fissa) in Italia era del 22,2%, al di sotto della media europea del 27,7%. La nostra però è una banda larga "di base", non ultra veloce: solo l'8% dei collegamenti da rete fissa infatti ha una velocità superiore ai 10 Mbps. Va meglio sul fronte "mobile", cui siamo tradizionalmente affezionati: i collegamenti veloci sono il 31,2%, ma anche in questo frangente dalla media Ue ci separano ben 11 punti percentuali. La banda larga è presente quasi ovunque in Europa: ne dispone il 95% dei cittadini europei. Gli utenti e le imprese stanno rapidamente passando all'internet mobile, la cui adozione è cresciuta del 62%: si contano in tutta l'Ue 217 milioni di abbonamenti. L'indagine mette in luce che nel 2011 ben 15 milioni di europei si sono collegati per la prima volta ad Internet e che ora il 68% dei cittadini europei frequenta la rete regolarmente, contro la media italiana del 51%, cresciuta di 3 punti rispetto al 2010. Infine, la più grande disfatta a livello europeo riguarda la distanza che separa le tariffe mobile nazionali da quelle in roaming. Chiamare e collegarsi alla rete dall'estero con un cellulare o un palmare costa ancora troppo, ovunque. Salvatore Dettori, ancitel 190612 Capitale verde europea 2015: al via le candidature La Commissione europea ha avviato la ricerca per trovare la città che vincerà il titolo di "Capitale verde europea" per il 2015. Il premio "Capitale verde europea" distingue le città all'avanguardia nel proporre uno stile di vita urbano rispettoso dell'ambiente e in grado di proporsi come un modello di ispirazione per altre città. Questo premio annuo è stato istituito con l'intento di stimolare le città europee a diventare luoghi più gradevoli e salubri, in altri termini, città vivibili. I tre obiettivi principali del premio mirano a: • ricompensare le città che hanno già conseguito obiettivi ambientali di rilievo, • stimolare le città a impegnarsi in iniziative ambiziose per il miglioramento ambientale e lo sviluppo sostenibile; e • creare un modello in grado di ispirare altre città e promuovere le migliori prassi ed esperienze in tutte le altre città europee. Tutte le città europee di oltre 200 000 abitanti possono candidarsi al titolo per il 2015. ll premio è aperto ai 27 Stati membri dell'UE, ai paesi aderenti (Croazia), ai paesi candidati (Turchia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro, Islanda e Serbia), e agli altri paesi dello Spazio economico europeo (Norvegia e Liechtenstein). I paesi dove non vi sono città di oltre 200 000 abitanti possono candidare la città più grande. Le candidature saranno valutate in base a 12 parametri: • contributo locale al cambiamento climatico globale, • trasporti sostenibili, • uso sostenibile del suolo nelle aree verdi urbane, • promozione della natura e della biodiversità, • qualità dell'aria, • livelli di inquinamento acustico, • gestione dei rifiuti, • consumo di acqua, • trattamento delle acque reflue, • ecoinnovazione e occupazione sostenibile, • gestione ambientale delle autorità locali e prestazione energetica. Le città possono inviare le proprie candidature online all'indirizzo www.europeangreencapital.eu entro e non oltre il 15 Ottobre 2012. Il premio è assegnato da una giuria internazionale affiancata da un gruppo di esperti di fama mondiale appartenenti a diversi settori ambientali. La città vincitrice sarà proclamata nel mese di giugno 2013. Contesto Il premio "Capitale verde europea" www.europeangreencapital.eu è il risultato di una proposta avanzata da città con una grande sensibilità ecologica. Tale proposta è stata inizialmente formulata in occasione di un incontro svoltosi a Tallinn (Estonia) il 15 maggio 2006, su iniziativa dell'exsindaco della città Jüri Ratas, quando 15 città europee e l'Associazione delle città estoni hanno firmato un memorandum di intesa sull'istituzione del premio. Fra il 2010 e il 2013 sono state finora quattro le città vincitrici di questo titolo prestigioso, nell'ordine Stoccolma, Amburgo, Victoria-Gasteiz e Nantes. La capitale verde per il 2014 sarà annunciata il 29 giugno. pore 180612 Ue: verso il rafforzamento del ruolo degli enti locali L’Eurozona vive un momento difficile e di incerto esito, tuttavia l’Europa non cessa di interrogarsi e di ragionare sul proprio sistema di governance, su come migliorarlo, specialmente potenziando il ruolo degli enti locali e regionali. Il 1° giugno scorso è stata infatti adottata una dichiarazione a favore del decentramento regionale comunitario come risultato della Conferenza internazionale su “Il ruolo delle Regioni e potere legislativo nel Consiglio d’Europa e negli Stati membri”, tenutasi a Innsbruck (Austria). Punto chiave di questo documento consiste nel privilegiare una governance su più livelli, avente come corollario da un lato il principio di sussidiarietà e il decentramento delle politiche umanitarie e dall’altro la cooperazione transfrontaliera. Ad eccezione di alcuni Paesi, le autonomie regionali hanno fatto piccoli passi in Europa. Intervenendo a una tavola rotonda sul tema, il prof. Palermo dell’omonima Università siciliana ha sottolineato che: “Se le leggi sono cambiate, questo va a discapito della regionalizzazione. Le regioni europee, e in particolare quelle con un forte potere legislativo, sono situate dove nuove forme di governo possono essere sperimentate, per esempio, mediante l’estensione della democrazia partecipativa”. Ne è emerso pertanto un rafforzamento del Protocollo addizionale della Carta degli enti locali sul diritto a partecipare agli affari locali sottoscritto da diversi Stati del Consiglio d’Europa: Estonia, Finlandia, Ungheria, Montenegro, Paesi Bassi, Norvegia, Slovenia e Svezia. Aperto alle iscrizioni sin dal Novembre 2009, il Protocollo segna un passo decisivo nell’affermazione del diritto a partecipare agli affari locali e nel riconoscimento ai cittadini dei principi democratici comunitari. Il Segretario Generale del CPRLE, Andreas Kiefer, è intervenuto informando i membri del Comitato sul cambiamento di alcune procedure in seno al Congresso, proprio al fine di rafforzare il ruolo dei Relatori e la durata del mandato, che passerà da due a quattro anni così come per la Sessione plenaria. Un segnale importante è venuto dall’attenzione espressa dal consesso verso le regioni arabe, in particolare per il contributo che il CPRLE può fornire alle strategie di decentramento amministrativo in quelle nazioni, allo scopo di favorire partecipazione e adesione alle istituzioni locali da parte dei cittadini. (alm) ancitel 140612 dall'italia Gu 138 del 15.6: riprogrammazione risorse regionali 2000-2006 e 2007-2013 COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA DELIBERAZIONE del 23 marzo 2012 - Fondo per lo sviluppo e la coesione. Modalità di riprogrammazione delle risorse regionali 2000-2006 e 2007-2013. Dismissioni: Governo va avanti col programma, ok dell’Anci L’Italia prepara la dismissione del patrimonio pubblico ma i mercati rimarranno scettici finché non vedranno segnali concreti. «Abbiamo varato, in ritardo rispetto a ciò che alcuni opinionisti ci chiedevano di fare, un programma di dismissioni di asset pubblici coinvolgendo anche i Comuni», l’annuncio è stato dato venerdì dal consiglio Mario Monti, spiegando il motivo per cui non è stato fatto prima. Secondo il Premier, infatti «l'Italia aveva bisogno di dimostrare all'Europa e al mondo di mettersi sulla carreggiata dal punto di vista dell'economia corrente, non da quello degli slot». Il presidente del consiglio ha rivendicato i risultati raggiunti, a partire dal fatto che quest'anno il disavanzo è mezzo punto percentuale di pil inferiore rispetto alla media dell'Unione. Adesso quindi si parte anche con le dismissioni. Sulla tempistica anche l’Anci si è mostrata soddisfatta. «Come Associazione dei Comuni siamo soddisfatti per la rapida approvazione del decreto sulle dismissioni immobiliari» da parte del Consiglio dei ministri: lo afferma il presidente dell'Anci Graziano Delrio, aggiungendo che «già due anni fa l'Anci propose la costituzione di due fondi, uno immobiliare e l'altro mobiliare». Ma ora avverte, Delrio, «aspettiamo di vedere il testo del decreto con la consapevolezza che i Comuni possono giocare una partita importante, cominciando un'operazione di abbattimento del debito pubblico locale. Naturalmente per ‘giocare’ questa partita al meglio è essenziale - conclude Delrio la collaborazione e il coinvolgimento di tutte le istituzioni, a cominciare dall'Agenzia del Demanio e dalla Cassa Depositi e Prestiti. Di avviso diverso è la Federutility, ossia la federazione che riunisce le aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori Energia Elettrica, Gas e Acqua. Secondo Adolfo Spaziani, direttore generale della federazione, sarebbero due i problemi che ci sarebbero da un'eventuale cessione delle utilities a un fondo della Cassa depositi e prestiti: uno legato alle dimensioni delle imprese e l'altro in capo ai comuni. Questo il pensiero di Spaziani espresso a margine di un incontro al Festival dell'energia a Perugia a proposito di una delle misure messe in campo nell'ambito delle dismissioni. Secondo Spaziani, che offre una «prima valutazione» della misura, «dare dimensioni diverse alle imprese incide significativamente»; inoltre, c'è un problema di «finanza locale rispetto al ruolo dei comuni nelle utilities in un momento di difficoltà economica». Ma, spiega il direttore generale di Federutility, «se l'obiettivo è dare all'Italia un disegno di utility che poi sappiano crescere, quello che il governo sta promuovendo potrebbe essere un percorso soltanto se però dietro c'è un disegno industriale». Il modello delle aggregazioni, ha poi osservato, «non va bene per il Mezzogiorno perché imprese non ce ne sono, e si rischierebbe di creare maggior divario. Forse al sud serve un progetto più strutturato». Sul progetto varato venerdì, il governo è atteso al varco dai mercati internazionali. Le tensioni sul debito pubblico, cresciute nelle ultime settimane, non sembrano allentarsi. Venerdì il differenziale tra i btp italiani e i bund tedeschi ha chiuso a 449 punti. E stamattina lo spread ha toccato quota 461, anche se il rialzo è legato in buona parte alla situazione in Grecia. (Roberta Scammacca) ancitel180612 Corte dei Conti su assunzioni a tempo indeterminato nei piccoli Enti Si rende noto agli Enti che la Corte dei Conti, sez. Riunite, ha pubblicato la nuova edizione dellaDelibera n. 11/2002 rettificata dal D.P. n. 7, del 6 giugno 2012. In particolare, concordando con quanto l’ANCI aveva già sostenuto, la Corte ha chiarito che le limitazioni al turn over introdotte dall’articolo 76, comma 7, riguardano solo gli enti sottoposti al patto, per i quali, secondo le ultime modifiche apportate dal DL n. 16/2012 sono consentite assunzioni a tempo indeterminato nei limiti del 40% del costo delle cessazioni verificatesi nel precedente anno. Per gli Enti non sottoposti al Patto, invece, la normativa tuttora vigente è quella di cui all’articolo 1, comma 562, della Legge 27 dicembre 2006, n.296; dunque gli stessi possono effettuare assunzioni a tempo indeterminato a copertura totale del turn over del precedente anno. anci 150612 Ragioneria Stato: informazioni Patto orizzontale nazionale entro il 30 giugno La Ragioneria Generale dello Stato fa sapere che è stata predisposta l’applicazione per l’acquisizione delle informazioni concernenti il Patto di stabilità interno “orizzontale nazionale”. I Comuni che prevedono di conseguire nel 2012 un differenziale positivo (o negativo) rispetto all’obiettivo del Patto di stabilità interno possono comunicare entro il 30 giugno 2012 l’entità dello spazio finanziario che sono disposti a cedere (o a richiedere). Le comunicazioni devono pervenire alla Ragioneria sia mediante il sistema web sia a mezzo raccomandata. (alm) ancitel 190612 Imu alla cassa con l'ombra del gettito Oggi scade il termine per pagare la prima rata dell'Imu. Si attende un introito di circa 10 miliardi, anche se per conoscere la cifra esatta bisognerà attendere ancora un pò di tempo, visto che il gettito è condizionato da diverse incognite. Prima di tutto lo Stato ha tempo fino al 10 dicembre per poter ritoccare le proprie aliquote così da garantirsi l'entrata di quei 21 miliardi individuati dal decreto Salva-Italia. Ma anche i Comuni possono entro il 30 settembre ritoccare le proprie aliquote qualora i soldi entrati in cassa dovessero essere meno del previsto. Inoltre, se ai tempi dell'Ici le abitazioni erano 19,7 milioni su un totale di 32 milioni, ora con l'Imu il perimetro si è ristretto e vengono considerate prime case solo quelle in cui il contribuente ha la residenza e il domicilio abituale. Sono considerate seconde case quelle date in locazione gratuita ai parenti e quelle di proprietà dell'altro coniuge (se sono nello stesso Comune). Altra incognita riguarda la possibilità di dividere il pagamento in due o tre rate. Questo fa sì che è difficile capire se quanto versato da ogni contribuente sia la metà o un terzo del dovuto totale. Anche sulla quota erariale allo Stato, però, ci sono dei dubbi sul gettito. La percentuale all'Erario consiste nello 0,38% di quanto versato per le seconde case e gli altri tipi di immobili, ma bisogna considerare anche gli sconti decisi dal Parlamento: l'alleggerimento sugli immobili posseduti dai Comuni nel proprio territorio, la riduzione del 50% sui fabbricati inagibili o di interesse storicoartistico, le agevolazioni sui terreni agricoli, ecc. Ed è proprio sui fabbricati agricoli che si concentrano le maggiori incertezze, visto che la maggior parte delle nuove norme sono state pensate "a costo zero", ma in realtà non sono state verificate ai sensi della legge di contabilità, ossia non ci sono dati adeguati per avere la sicurezza di quanto gettito tali norme riescano a garantire. C'è poi da considerare che molti fabbricati rurali sono ancora censiti come terreni e per questo non hanno mai avuto una rendita autonoma. Fabbricati che dovranno essere iscritti al catasto urbano entro il 30 novembre. Si tratta di circa 2-3 milioni di edifici, anche se molti saranno ormai ridotti a dei ruderi. Cristiano Dell'Oste, Gianni Trovati ilsole24ore 180612 Esclusione dalle gare d'appalto in caso di dolo o colpa grave L'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (Avcp), nella sua determinazione n. 1/2012, fornisce numerosi chiarimenti circa le disposizioni date dall'articolo 38 del Dlgs 163/2006 relative alle false dichiarazioni delle imprese in fase di partecipazioni a gare d'appalto pubbliche. Uno dei chiarimenti più rilevanti è che, in caso di false dichiarazioni rese dall'operatore economico concorrente in una gara, è previsto un procedimento a doppio binario: la stazione appaltante può escludere il concorrente che ha dichiarato il falso dalla singola gara, mentre l'esclusione da tutte le gare, per una durata che può essere anche di un intero anno, spetta all'Avcp al termine di un procedimento di accertamento dal quale alla fine risulti che la falsa dichiarazione sia stata resa con dolo o colpa grave. Al riguardo, l'Avcp sottolinea come la sanzione dell'iscrizione nel casellario informatico delle imprese che abbiano rilasciato false dichiarazioni non è automatica e l'iscrizione può avvenire solo a seguito di un'indagine che provi appunto, caso per caso, il dolo o la colpa grave circa le false dichiarazioni. L'autorità sottolinea anche che l'esclusione dalla singola gara non presuppone inevitabilmente l'iscrizione nel casellario informatico e la relativa esclusione dalle altre gare. Nella determinazione 1/29012 viene anche chiarito che non sono rilevanti, ai fini dell'esclusione dalle gare, i reati per i quali siano intervenute la riabilitazione, l'estinzione, la depenalizzazione o la revoca della condanna. Però, per la riabilitazione deve essere intervenuta la pronuncia del giudice di sorveglianza; per l'estinzione del reato deve esserci il riconoscimento del tribunale; per la revoca della sentenza o del decreto penale deve esserci la pronuncia del giudice dell'esecuzione. Se ricorrono tutti questi elementi, il concorrente non deve più menzionare le condanne decadute, così che la stazione appaltante non sia portata a fare una valutazione negativa ai fini dell'ammissione alla specifica gara. Alberto Barbiero, ilsole24ore 150612 Firmata intesa Anci-Ministero per programma di inserimento lavorativo dei detenuti “Scontare la pena, impegnandosi fuori dal carcere in lavori utili alla società, è il modo migliore per pagare il proprio debito con la giustizia. Il detenuto non solo torna ad essere un cittadino a tempo pieno, ma si impegna a dare un contributo concreto alla crescita della propria comunità”. Così il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, ha presentato il senso dell’accordo di collaborazione che Anci, Ministero della Giustizia e Dipartimento Amministrazione penitenziaria hanno siglato oggi per dare avvio ad un programma sperimentale di attività, promosse dai Comuni, per coinvolgere i detenuti, con i requisiti di legge, nel lavoro esterno al carcere (foto). L’iniziativa è stata illustrata in una conferenza stampa cui sono intervenuti il ministro della Giustizia, Paola Severino, lo stesso Delrio, il capo dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino, e il delegato Anci alla sicurezza, Flavio Zanonato. “Siamo onorati di dare avvio a questa collaborazione che tende ad indicare un percorso di avanzamento della Repubblica verso una maggiore sicurezza, giustizia ed applicazione concreta dei principi costituzionali”, ha aggiunto Delrio riferendosi alla finalità rieducativa della pena sancita dall’articolo 27 della Carta. Il presidente Anci ha poi sottolineato il valore dell’azione svolta dai Comuni sul fronte del reinserimento sociale dei detenuti. “In questi anni molte amministrazioni hanno avviato progetti e rapporti con il ministero della Giustizia, ci sembrava opportuno delineare una cornice complessiva per questa attività. Il fatto che il ministro abbia voluto siglare questo protocollo è importante perché - ha evidenziato Delrio - indirizza l’attività del ministero e del dipartimento nel senso di non lasciare soli i Comuni che stanno già avviando le sperimentazioni”. Soddisfazione da parte del ministro Severino, secondo cui “se ogni Comune decidesse di coinvolgere in lavori esterni dieci detenuti, avremmo di colpo 2 mila reclusi occupati in lavori utili, facendo aumentare così del 20% l'attuale quota di detenuti che usufruiscono di permessi di lavoro”. Quella di oggi, ha proseguito il ministro, “e' una iniziativa istituzionale realizzata su basi concrete, che si contrappone ai numerosi progetti a macchia di leopardo attivi in questo momento nel nostro paese”. “Questa intesa potrà quindi - ha evidenziato Severino - migliorare in generale il livello di detenuti al lavoro, infatti al 31 dicembre 2011 la quota degli occupati era di poco superiore al 10%, contro un 34-46 relativo al 1991”. Da parte sua Flavio Zanonato ha evidenziato come con la sperimentazione si “dà finalmente attuazione piena all’articolo 27 della Costituzione, secondo cui la pena deve ispirarsi a criteri di umanità e tendere al recupero sociale dei detenuti”. Lo stesso sindaco di Padova ha annunciato che l’attuazione dell’intesa sarà sottoposta ad un monitoraggio continuo: “Fra sei mesi contiamo di presentare un primo report sul suo avanzamento”. Infine, il capo del Dap Giovanni Tamburino ha ricordato che il progetto “non e' solo riservato ai detenuti ma interesserà tutta la collettività e l'intervento dei Comuni sarà in prima persona”. Il programma sperimentale previsto dal protocollo si realizzerà lungo due direttrici principali. Da un lato i Comuni concluderanno accordi specifici (vedi protocollo tipo) con i Provveditorati regionali e gli istituti penitenziari per l’inserimento lavorativo dei detenuti e degli internati. Dall’altro le amministrazioni comunali promuoveranno intese con i locali Tribunali (vedi protocollo tipo) per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità e di altre attività da svolgersi presso la comunità locale. Inoltre, i Comuni si impegneranno ad individuare specifici progetti integrati per creare occasioni di sviluppo per nuove attività lavorative, così da garantire servizi aggiuntivi in favore dei cittadini in diversi settori: dalla manutenzione del verde pubblico, di particolari porzioni cittadine, e di edifici luoghi di attrazione culturale, a lavori di pubblica utilità, ad attività di protezione civile. Prevista, infine, l’attivazione di un help desk dedicato ai Comuni, che servirà da ideale asse di collegamento tra il carcere e gli interlocutori esterni per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. (gp) anci 200612 dalla puglia Burp 88 del 20.6: Avviso Pubblico presentazione progetti per la qualità dell’architettura DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 30 maggio 2012, n. 1056 L.R. n. 14/2008 - Approvazione di “Avviso pubblico rivolto ad Amministrazioni pubbliche per la presentazione di candidature per l’assegnazione di incentivi per l’espletamento di un concorso di idee o di progettazione - Progetti per la qualità dell’architettura. Burp 87 del 19.6: piano regionale alimenti geneticamente modificati DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 25 maggio 2012, n. 1009 Piano Regionale di controllo ufficiale sulla presenza di organismi geneticamente modificati negli alimenti. Triennio 2012-2013-2014. Riapprovate le tariffe per i servizi residenziali per anziani Con delibera n.1037 del 25 maggio 2012 la giunta ha nuovamente approvato le tariffe per persona al giorno stabilite dalla Regione per le Strutture per anziani indicate nel Regolamento Regionale n. 4/2007 sui servizi sociali, agli articoli dal 62 al 67. Le tariffe di cui trattasi sono riportate nell’Allegato A al provvedimento, mentre nell’Allegato B sono riportate le modalità di calcolo delle tariffe per ciascuna tipologia di struttura. Delibera ed allegati sono pubblicati nel Bollettino ufficiale regionale n.87 del 19 giugno 2012. regionepuglia 200612 Abusivismo edilizio: Legge regionale In vigore dal 15 giugno 2012 la Legge regionale “Norme in materia di funzioni regionali di prevenzione e repressione dell’abusivismo edilizio”, finalizzata ad assicurare su tutto il territorio regionale un’efficace azione di lotta al fenomeno abusivistico in edilizia, di supporto ai comuni pugliesi per la salvaguardia dei beni ambientali e paesaggistici e dell'intero patrimonio culturale. La legge regionale n.15/2012 è pubblicata, con dichiarazione di urgenza, nel Bollettino Ufficiale della Regione n.86 supplemento del 15 giugno 2012. regionepuglia 150612 Collegio dei sindaci degli Istituti autonomi case popolari Pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione n.86 supplemento del 15 giugno 2012 la Legge regionale n.16/2012 "Collegio dei sindaci degli Istituti autonomi case popolari”. I componenti del Collegio dei sindaci sono sorteggiati da un elenco, stilato all’esito di avviso pubblicato nel bollettino regionale, fra i soggetti iscritti all’Albo dei revisori legali, di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 e restano in carica cinque anni a decorrere dalla data del provvedimento di nomina. regionepuglia 150612 giurisprudenza Corte Costituzionale 139/2012: ai sindaci scelta dei tagli di spesa Gli Enti locali hanno libertà di scelta riguardo ai settori sui quali operare tagli, purché rispettino i tetti di spesa fissati dal Dl 78/2010. Così ha stabilito la Corte Costituzionale nella sentenza 139/2012 del 4 giugno scorso. I giudici delle leggi hanno rigettato in questa circostanza le questioni di legittimità poste da alcune regioni sull’articolo 6 del Dl 78/2010. Ricordiamo che la disposizione contestata detta misure di contenimento dei costi degli apparati amministrativi, ponendo i seguenti vincoli: rendere onorifica la partecipazione a organi collegiali degli enti che ricevono finanziamenti pubblici e limitare a 30 euro l’importo dei gettoni di presenza; ridurre del 10 per cento, rispetto al 2010, indennità, compensi, gettoni, retribuzioni e altre utilità corrisposte ai componenti di organi; limitare il numero dei componenti degli organi di amministrazione e di controllo degli enti e organismi pubblici, rispettivamente, a cinque e a tre; ridurre del 10 per cento il compenso dei componenti degli organi di amministrazione e di controllo di società a totale partecipazione pubblica o inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione; contenere entro il 20 per cento del tetto raggiunto nel 2009 sia le spese per studi ed incarichi di consulenza, sia le spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza; rinunciare integralmente alle spese per sponsorizzazioni; applicare alle società inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione le misure previste dai commi 7, 8 e 9; non corrispondere le indennità chilometriche per missioni di servizio effettuate dal personale contrattualizzato con mezzo proprio, nonché ridurre del 50 per cento rispetto al tetto raggiunto nel 2009 le spese per le missioni e per la formazione; ridurre dell’80 per cento rispetto al 2009 le spese per la gestione delle autovetture, compresi i buoni taxi; non effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari o aperture di credito, né rilasciare garanzie a favore di società partecipate in perdita. Secondo i giudici della Consulta il legislatore statale può, con una disciplina di principio, legittimamente «imporre agli enti autonomi, per ragioni di coordinamento finanziario connesse ad obiettivi nazionali, condizionati anche dagli obblighi comunitari, vincoli alle politiche di bilancio, anche se questi si traducono, inevitabilmente, in limitazioni indirette all’autonomia di spesa degli enti». Questi vincoli possono considerarsi rispettosi dell’autonomia delle Regioni e degli enti locali quando stabiliscono un «limite complessivo, che lascia agli enti stessi ampia libertà di allocazione delle risorse fra i diversi ambiti e obiettivi di spesa». Tali disposizioni, spiegano gli stessi giudici, prevedono puntuali misure di riduzione parziale o totale di singole voci di spesa, ma ciò non esclude che da esse possa desumersi un limite complessivo, nell’ambito del quale le Regioni restano libere di allocare le risorse tra i diversi ambiti e obiettivi di spesa. Questa possibilità è prevista dal comma 20 dell’art. 6, che precisa che le disposizioni di tale articolo «non si applicano in via diretta alle regioni, alle province autonome e agli enti del Servizio sanitario nazionale, per i quali costituiscono disposizioni di principio ai fini del coordinamento della finanza pubblica». L’art. 6 citato «consente un processo di induzione che conduce all’isolamento di un principio comune» in base al quale le Regioni devono ridurre le spese di funzionamento amministrativo di un ammontare complessivo non inferiore a quello disposto dall’art. 6 per lo Stato. Ne deriva che il medesimo articolo «non intende imporre alle Regioni l’osservanza puntuale ed incondizionata dei singoli precetti di cui si compone e può considerarsi espressione di un principio fondamentale della finanza pubblica». Il comma 20 dell’art. 6 «autorizza le Regioni, le Province autonome e gli enti del Servizio sanitario nazionale, anzitutto, a determinare, sulla base di una valutazione globale dei limiti di spesa puntuali dettati dall’art. 6, l’ammontare complessivo dei risparmi da conseguire e, quindi, a modulare in modo discrezionale, tenendo fermo quel vincolo, le percentuali di riduzione delle singole voci di spesa contemplate nell’art. 6». Ciò vuol dire che i Comuni dovranno, innanzitutto, calcolare la ricaduta complessiva degli effetti dell’art. 6, quantificando il totale delle diverse voci sottoposte al taglio. Facendo riferimento all’elencazione sopra riportata i tagli posso cadere ad esempio sull’organizzazione di mostre o convegni, come sulle spese di rappresentanza; senza dimenticare la formazione del personale, le consulenze e gli incarichi. Ebbene, deciso il volume complessivo delle riduzioni, gli Enti locali potranno decidere liberamente su quali settori far cadere la scure, senza dover rispettare i vincoli specifici stabiliti dall’articolo 6. Salvatore Dettori, ancitel 180612 CdS 3469/2012 su limitazione partecipazione gara Il Comune non può limitare la partecipazione a una gara per la direzione dei lavori ai soli professionisti operanti sul territorio comunale. E' illegittimo il criterio seguito da un comune di limitare la partecipazione alla procedura negoziata per l'affidamento di un incarico di progettazione e direzione lavori soltanto ai professionisti che operano nel territorio comunale. ancitel 180612 CdS 3463/2012 su ricavo esecuzione appalto Il ricavo dell'esecuzione dell'appalto è di spettanza del soggetto che se lo è aggiudicato, pertanto è illegittima la pretesa secondo la quale il danno per mancato guadagno debba essere commisurato al trattamento minimo retributivo dei dipendenti. Il ricavo dell'esecuzione dell'appalto è di spettanza del soggetto che se lo è aggiudicato pertanto in caso di impresa societaria il danno per mancato guadagno compete alla società, e non può essere commisurato a parametro diverso da quello relativo alla misura del corrispettivo non erogato. ancitel 180612 Tar Calabria 588/2012 su prestazioni eccedenti l’orario d’obbligo In ordine al rapporto di pubblico impiego, la circostanza che il dipendente abbia effettuato prestazioni eccedenti l'orario d'obbligo non è, di per sé sola, sufficiente a radicare il diritto alla relativa retribuzione (e il corrispondente obbligo dell'Amministrazione di corrisponderla), atteso che, altrimenti, si determinerebbe l'equiparazione del lavoro straordinario autorizzato rispetto a quello per il quale non è intervenuto alcun provvedimento autorizzativo, compensando attività lavorative svolte in via di fatto non rispondenti ad alcuna riconosciuta necessità. L'autorizzazione in parola che, di regola deve essere preventiva, ma che tuttavia può assumere eccezionalmente anche la forma del provvedimento in sanatoria ex post, implica la verifica in concreto della sussistenza delle ragioni di pubblico interesse che rendono necessario il ricorso a prestazioni lavorative eccedenti l'orario normale di lavoro, rappresentando altresì lo strumento più adeguato per evitare incontrollate erogazioni di somme per prestazioni di lavoro straordinario, con concreta possibilità di superare i limiti di spesa fissati dalle previsioni di bilancio. Il Sole 24 Ore, Mass. Repertorio Lex24 180612 fuorisacco Biennale del Salento Ricordiamo ai nostri lettori che presso il castello Carlo V è in corso la seconda edizione della “Biennale del Salento”. Apertura: 9.30 - 13.00 e 16.30 - 21.30. maggiori informazioni ∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞ La vita è troppo breve per bere vini mediocri Johann Wolfgang von Goethe (1739 – 1842), scrittore, poeta, saggista, teologo, filosofo, umanista, scienziato, ctitico d'arte e critico musiale tedesco. accadde oggi nel 1280 Torino viene ceduta, in cambio della libertà, dal marchese Guglielmo VII del Monferrato a Tommaso III di Savoia: da questa data la storia della città si legherà a quella dei Savoia. ∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞ a cura del Settore programmazione e gestione delle risorse comunitarie contatti / info 0832.682975-74 [email protected]