INDICE - Camera di Commercio Varese

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INDICE - Camera di Commercio Varese
INDICE
CATEGORIA
DATA ARTICOLO
TITOLO
PAGINA
Malpensa
La Provincia ed. Varese
31/01/2015
Ispettori del lavoro alla Sara
Service: sette in nero
1
La Prealpina
31/01/2015
Sfidano Malpensa dicendo un
"no"
2
La Provincia ed. Varese
31/01/2015
L'arte di Ortelli: business in
brughiera
3
La Prealpina
31/01/2015
MALPENSA EXPRESS
«Rimettete la fermata o faremo
azioni forti
4
La Provincia ed. Varese
31/01/2015
Centrodestra coi pendolari «Ci
faremo sentire»
5
La Prealpina
31/01/2015
Torna la prima low cost
6
La Provincia ed. Varese
30/01/2015
Malpensa Express, ci siamo
Ecco la prima fumata grigia
7
Il Giorno ed. Varese
29/01/2015
Malpensa Sale vip nel segno
dell'arte
8
La Prealpina
29/01/2015
Regione e Trenord «Chiediamo
scusa ai nostri pendolari»
9
La Prealpina
29/01/2015
Lunedì si prova a fare lobby
10
La Provincia ed. Varese
28/01/2015
Malpensa va a lungo raggio
L'extra Ue porta il segno più
11
La Provincia ed. Varese
28/01/2015
«Lavorano in nero» Il sindacato
attacca L'azienda: «Falsità»
12
Il Giorno ed. Varese
28/01/2015
«Vicini ai cittadini per la legalità
e la sicurezza»
13
La Provincia ed. Varese
28/01/2015
Chi proviene dalla
Pedemontana rischia di non
trovare Malpensa
14
La Prealpina
28/01/2015
Schiaffo a Malpensa Ryan Air
dice «no»
15
La Provincia ed. Varese
28/01/2015
Il peduncolo che non c'è «Fate
presto o sarà il caos»
16
La Prealpina
27/01/2015
Il paradossale grazie agli
sciacalli «Hanno fatto già metà
del lavoro
17
La Provincia ed. Varese
27/01/2015
Case delocalizzate, inizia la fine
È tutto pronto per le demolizioni
18
La Prealpina
27/01/2015
Fermata del Malpensa Express
Si lavora a una "fascia protetta
19
La Provincia ed. Varese
27/01/2015
Malpensa Express, parola al
Pirellone Il sindaco: «Fiducioso
sulla soluzione»
20
Il Giorno ed. Varese
27/01/2015
Fermata di Busto Si muove la
Regione
22
La Provincia ed. Varese
27/01/2015
«Da Roma è un'ora di volo
Bastava un sottosegretario»
23
La Prealpina
27/01/2015
Alitalia, Malpensa sempre più
lontana
25
La Provincia ed. Varese
27/01/2015
I sindaci con l'amaro in bocca
Non per il ministro. Per l'ex hub
26
La Prealpina
26/01/2015
Più di 2.500 contro Trenord
Oggi Farioli parla con Lupi
27
La Provincia ed. Varese
26/01/2015
Il pericolo corre lungo viale
Milano
28
La Prealpina
26/01/2015
Case delocalizzate, è tempo di
abbattimenti: oggi la firma
29
La Provincia ed. Varese
26/01/2015
Malpensa Express, sdegno
senza fine «Ci sentiamo presi
per i fondelli»
30
La Provincia ed. Varese
26/01/2015
Ecco come arrivarci E dove si
va
31
La Provincia ed. Varese
26/01/2015
Il sogno della città infinita
diventato tangenziale esterna
32
La Provincia ed. Varese
25/01/2015
Inquinamento di Malpensa I
Comuni alzano la guardia
33
Il Giorno ed. Varese
25/01/2015
Meridiana, operazione rilancio
34
La Prealpina
24/01/2015
Sviluppare l'aeroporto? Sì, ma
prima serve la Vis
35
Il Giorno ed. Varese
24/01/2015
Malpensa Express, treno da
salvare Cattaneo ottimista: «Si
può fare»
36
La Provincia ed. Varese
24/01/2015
E da giugno partono i voli per le
mete di villeggiatura
37
La Provincia ed. Varese
24/01/2015
Nuvole nere per i 560 di
Meridiana A Malpensa si rischia
di restare a terra
38
La Prealpina
23/01/2015
L'estate di Meridiana, via da
Malpensa
39
La Prealpina
23/01/2015
Anche Etihad regional sceglie
Linate
40
La Provincia ed. Varese
22/01/2015
Alitalia ci ha lasciato solo le
briciole
41
La Prealpina
22/01/2015
Meridiana via da Malpensa. A
rischio 450 posti
42
La Prealpina
22/01/2015
Brughiera, aeroporto in cinese
43
La Provincia ed. Varese
22/01/2015
Ci vogliono trasformare in hub
cargo Ma dal 2008 gli aerei
sono a terra
44
Il Giorno ed. Varese
22/01/2015
Sito dello scalo on line in cinese
45
La Provincia ed. Varese
21/01/2015
Sea sul podio con i like di
Facebook Ma i social ci aiutano
a decollare?
46
La Prealpina
21/01/2015
Nel Terminal 1 da tempo si
prega rivolti alla Mecca
47
La Prealpina
20/01/2015
Malpensa, Cargo City piace agli
arabi
48
La Provincia ed. Varese
20/01/2015
Alitalia-Ryanair: doppietta di
dubbi
49
Il Giorno ed. Varese
20/01/2015
Malpensa Express da salvare Al
via la raccolta firme online
50
La Prealpina
19/01/2015
Passeggeri pochi, aerei meno
«Ora il Terminal 1 è come Orio»
51
Il Giorno ed. Varese
19/01/2015
Malpensa Express, parte la
petizione
52
La Provincia ed. Varese
19/01/2015
Ryanair punta su Malpensa
Sono in arrivo quattro aerei
53
La Prealpina
18/01/2015
Ryanair, sbarco a Malpensa?
Probabile
54
La Provincia ed. Varese
16/01/2015
I sindaci dicono di no «Fantasia
futuristica che non serve a
nulla»
55
La Prealpina
16/01/2015
L'aeroporto frutta Assunti 4
ausiliari
56
La Provincia ed. Varese
16/01/2015
Terza pista a Malpensa, ci
risiamo
57
La Provincia ed. Varese
15/01/2015
Addio Malpensa Express?
Busto si ribella
58
La Prealpina
14/01/2015
Malpensa Express, corse
ridotte? Il sindaco chiama in
causa Maroni
60
La Provincia ed. Varese
13/01/2015
«Servono riflessioni chiare E
non sia un Da Vinci bis»
61
La Prealpina
13/01/2015
Soldi promessi, mai arrivati Non
resta che volare a vista
62
La Provincia ed. Varese
13/01/2015
F2i vola su Sea: resta a terra
Milano?
63
La Prealpina
13/01/2015
I turchi raddoppiano, atterra
anche Pegasus
64
La Prealpina
13/01/2015
É risparita l'addizionale di
imbarco
65
La Provincia ed. Varese
10/01/2015
Malpensa ha perso passeggeri
e aerei E ora il futuro in
brughiera vola basso
66
La Prealpina
10/01/2015
Il Vietnam chiede di volare a
Malpensa
67
La Prealpina
09/01/2015
Malpensa abbandonata Alitalia
va a New York ma poi fugge a
Roma
68
La Prealpina
08/01/2015
Air Berlin, schiaffo a Malpensa.
A Stoccarda da Linate
69
La Provincia ed. Varese
08/01/2015
Malpensa tra easyJet e
Meridiana Decolla il low cost,
rischi per 560
70
Il Giorno ed. Varese
07/01/2015
Ripresa della trattativa su
Meridiana Sul tavolo c'è il
rilancio dell'azienda
71
La Prealpina
06/01/2015
«Erano cassintegrati ora sono
assenteisti»
72
Il Giorno ed. Varese
04/01/2015
Pedemontana e Tangenziale
Via libera tra venti giorni: una
rivoluzione viabilistica
73
Il Giorno ed. Varese
03/01/2015
Alitalia, sindaci e sindacati in
attesa
74
La Prealpina
02/01/2015
Alitalia-Etihad, il primo volo
atterra a Malpensa
75
La Provincia ed. Varese
02/01/2015
Alitalia punta su Linate. Ma la
"battezza" Malpensa
76
Il Giorno ed. Varese
02/01/2015
Alitalia debutta in brughiera
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PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
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31/01/2015
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Malpensa
Ispettori del lavoro alla Sara Service: sette in nero
MALPENSA
«Falsità», ha dichiarato
qualche giorno fa il titolare dell’impresa individuale Sara Service, Andrea Rugeri, quando la Cub Trasporti ha denunciato lavoratori in nero in quell’impresa
di pulizia e navettameno delle autovetture per i clienti di Europcar a Malpensa.
E invece il “nero” c’era. Sette i
lavoratori trovati a lavorare in
nero in viale Lombardia, a Lonate Pozzolo, dall’Ispettorato del
lavoro di Varese.
Sul posto, l’altro ieri, sono arrivati gli ispettori della direzione
territoriale di Varese e il nucleo
dei carabinieri dell’Ispettorato
del lavoro che hanno accertato
il fatto e sospeso immediatamente l’attività imprenditoriale.
Contattato ieri, Rugeri si è limitato a parlare di «richiesta di
documenti» da parte dell’Ispettorato. «Stiamo provvedendo»,
ci ha detto. «Lunedì sarò a Malpensa con i miei consulenti del
lavoro per questioni aziendali».
Ma dai carabinieri dell’Ispetto-
rato del lavoro il racconto dei
fatti è ben altro e parla di “lavoro
nero”. Si tratta di un fatto «grave», come riportano gli ispettori.
Nella grande Malpensa continuano, purtroppo, ad esserci irregolarità che non dovrebbero
neanche più far parte di questo
secolo. Invece così è.
La Sara Service è stata condannata a una sanzione una tantum di 1.950 euro, ma ci saranno
altre parecchie decine di migliaia
di euro da pagare per il comportamento omissivo tenuto, così
come previsto dalla legge.
Ieri, intanto, i sette “dipendenti” trovati a lavorare in nero,
sono stati messi in regola con un
contratto di lavoro a tempo indeterminato.
«La sospensione dell’attività
imprenditoriale è stata revocata
proprio perché i lavoratori sono
stati regolarizzati», ricordano
dal nucleo carabinieri dell’Ispettorato del lavoro. Per il titolare
della Sara Service, scatteranno
PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
adesso i controlli anche sul fronte dei contributi versati e di
eventuali premi o straordinari
dovuti.
«Chiederemo la regolarizzazione di tutti i lavoratori», dichiara Renzo Canavesi, segretario della Confederazione unitaria di base che ha sollevato la
questione non appena saputo
delle condizioni di lavoro di una
decina di addetti alla pulizia e
preparazione delle autovetture
per Europcar da girare ai passeggeri dei due terminal di Malpensa. Potrebbe, dunque, non essere
finita qui per la Sara Service dove, almeno fino all’altro giorno,
non erano soltanto sette i lavoratori occupati.
Sembra impossibile. «Non abbiamo neanche più parole»,
commenta Canavesi. «Da tempo
denunciamo situazioni simili intorno a Malpensa, in diverse attività di servizio all’aeroporto. Situazioni che andrebbero cancellate per sempre». 1 A. Ped.
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31/01/2015
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Malpensa
Sfidano Malpensa dicendo un "no"
(...)Situazione analoga ad
altre aree del Varesotto,
costrette
a
subire
trasformazioni profonde per
fare spazio a strade, ferrovie
e infrastrutture, peraltro
necessarie e irrinunciabili,
quanto fonte di disagi.
L’ultimo esempio rimanda
alla Pedemontana, per dire
del più clamoroso. In tutti i
casi c’è chi si lamenta,
pretende il pagamento di
danni veri o presunti,
racconta di inquinamenti
acustici e ambientali che
prima non c’erano, magari
sfrutta l’occasione e pone
all’attenzione delle autorità e
dell’opinione pubblica la
precaria convivenza con
interventi comunque destinati
alla
collettività,
che
colpiscono però i singoli.
Potremmo elencare mille
situazioni
del
genere,
riempiendo
pagine
di
giornale. Ma ci fermiamo a
Malpensa. Ci fermiamo lì per
un altro motivo. Anzi, per
un’altra notizia che ci induce
a riflettere sulle conseguenze
affettive di ciò che un certo
progresso comporta: non tutti
gli abitanti delle zone
delocalizzate hanno accettato
gli indennizzi. La loro storia,
la loro identità, il loro senso
di appartenenza a un luogo
impediscono di scendere a
compromessi di sorta: meglio
il rumore e l’aria inquinata
che sradicarsi dall’ambiente
in cui sono nati, cresciuti e
invecchiati. E non c’è denaro
che possa ripagarli. A loro
modo sono un baluardo
anche
alle
devastazioni
psicologiche che subiamo,
magari
senza
neanche
rendercene conto, per fare
posto
al
cemento
e
all’asfalto. In maggioranza si
tratta di persone anziane, che
non sentono ragioni rispetto
all’opportunità di lasciare le
loro case. Sbagliano? Se la
prendiamo dal lato materiale,
la risposta è sì. Se
affrontiamo la questione da
un altro versante, ci riesce
impossibile dare loro torto.
Viviamo in una società che
travolge e tritura tutto,
persino
i
sentimenti.
Un’autostrada o, nel nostro
caso, un aeroporto sono più
importanti di qualunque
diritto acquisito di coloro che
sono costretti a subirli. Non
vogliono sloggiare? Peggio
per loro: avanti le ruspe.
Rimarranno isolati nelle loro
abitazioni, dentro un contesto
che prenderà altre forme, che
non sarà più quello originario
e ne risponderanno in prima
persona. Una tristezza, ci
verrebbe da dire. Se non
fosse che proprio questo tipo
di resistenza, questa sfida al
mostro
aeroportuale,
ci
induce a pensare che non
siamo tutti ripiegati al
richiamo delle sirene della
modernità. Che una via
d’uscita, quanto meno ideale,
ancora c’è. E che queste
persone, questi "combattenti"
che ci paiono fuori dal
tempo, rappresentano invece
un motivo di speranza a
fronte di non meglio definiti
"poteri superiori" che ci
avvelenano la vita col
pretesto di rendercela più
comoda. Vincenzo Coronetti
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Malpensa
L’arte di Ortelli: business in brughiera
In mostra a Malpensa le opere del genio di Viggiù. Obiettivo: «La gente dovrà aver voglia di venire qui»
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Ma*Ga, Amici di Piero Chiara e Sea: «Risultati già ottimi»
l’arte”, nato dalla volontà del gestore degli scali di Malpensa e
Anche l’arte fa business Linate, e del museo Ma*Ga di
e le sale vip del Club Sea si tra- Gallarate di trasformare le aree
sformano in spazi espositivi.
d’attesa del Terminal 1 in un luoIn mostra le opere di Gottardo go dove l’arte si esprime e si racOrtelli, artista di valenza nazio- conta.
nale e internazionale, nato a VigUna collaborazione proficua,
giù e vissuto a Varese e Milano. nata cinque anni fa come una
All’estro delle sue tele il com- sorta di test «che ha già dato risulpito di attirare l’attenzione anche tati ottimi», indica Serafino. Daldel viaggiatore più distratto per- la didattica, alle esposizioni, alla
ché Malpensa vuole essere un collaborazione con i ragazzi delaeroporto “da ricordare”.
l’istituto “Puccini” di Gallarate
Serafino Perego, direttore Re- per le loro esibizioni musicali ai
al Estate di Sea, lo dice e lo ripete: passeggeri in attesa di prendere
«Malpensa deve essere un aero- un volo, esiste un rapporto tra
porto che attiri l’attenzione di aeroporto e realtà territoriali.
tutti, curiosi compresi. Chi avrà
«Per noi è una grande soddiun’ora di tempo libero, dovrà aver sfazione e ci sono margini per
voglia di spendere qui il proprio ampliare ancora la collaboraziotempo perché qui può
ne», rimarca il vicesintrovare qualcosa di
daco e assessore alla
diverso, non solo banLa sinergia Cultura del Comune di
chi check-in».
Sebastiano
del museo Gallarate
Nicosia.
MALPENSA
ALESSANDRA PEDRONI
Esprimere e raccontare
con la società
Passeggeri da coccoall’esterno
è iniziata Aprirsi
lare e far sentire a caVoglia di guardare
5 anni fa avanti anche da parte
sa, ma anche cittadini
del mondo e dei dinMa*Ga. «La nostra
come
test del
torni che dovranno
strategia è aprirsi alaver voglia di frel’esterno e riprenderequentare l’aeroporto e tornarci. mo a spron battuto», assicura il
Anche, anzi soprattutto, grazie presidente del museo gallaratese
all’arte.
Giacomo Buonanno.
“L’arte è un viaggio” diceva
«Dopo Vittore Frattini, ora la
Fausto Melotti (esposti a Mal- mostra dedicata a Gottardo Orpensa i suoi “Sette Savi”) e questo telli in una logica di continuità:
è il mantra che Sea utilizza, certa da un lato prosegue il dialogo con
che a Malpensa si possa incontra- il pubblico che trascende i confini
re la sintesi migliore di questo della città di Gallarate e, dall’alstesso mantra.
tro, procede il percorso di rasseEcco allora l’importanza del- gna e analisi critica delle eccell’esposizione delle opere di Ortel- lenze artistiche che si sono svili, in un luogo - le vip lounges di luppate intorno a questo territoSea - non accessibile a tutti, ma rio».
in ogni caso con 310mila passaggi
Annota decisa la direttrice del
all’anno che non sono affatto po- museo Emma Zanella: «Il rapca cosa.
porto con l’aeroporto è una scomIeri il via all’iniziativa, orga- messa». Sea e Ma*Ga sono della
nizzata in collaborazione con stessa squadra e intendono vinl’Associazione Amici di Piero cere la partita che non è un azzarChiara, secondo appuntamento do ma un percorso ormai tracciadel progetto “Sea e Ma*Ga per to da continuare a seguire. 1
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Malpensa
MALPENSA EXPRESS «Rimettete la fermata o faremo azioni forti
BUSTO ARSIZIO - Le firme capoluogo, aeroporto e fiera
dei pendolari inferociti sono internazionale.
Ma.Li.
cresciute superando quota
tremila, il pressing delle
figure istituzionali non cala e
la missione del sindaco Gigi
Farioli l’altro giorno a
Milano,
al
cospetto
dell’assessore ai trasporti
Alessandro Sorte, ha messo
un altro tassello utile a
formulare
una
credibile
proposta di ripristino delle
soste del Malpensa Express
per Milano Cadorna alla
stazione Nord. Ora a
schierarsi affinché ci sia il
passo indietro è anche tutto il
centrodestra bustese. Una
nota congiunta di Forza
Italia, Udc, Fratelli d’Italia e
Pdl chiede infatti a gran voce
che Trenord sia costretta a
rivedere quella decisione che
da fine aprile taglierebbe
fuori la città dai collegamenti
con il centro di Milano e
quindi manderebbe in crisi
molti cittadini che utilizzano
il treno super-veloce (e
super-caro). «Chiediamo che
si ripristini la fermata spiegano i promotori - e, se
così non avverrà, siamo
pronti anche ad effettuare
delle azioni eclatanti per
sollecitare
l’azienda
ferroviaria a ristrutturare le
corse in vista di Expo,
riadeguando il servizio a
quello che c’era prima».
Un’iniziativa, insomma, che
ha avuto il potere di mettere
assieme di nuovo le forze
politiche di centrodestra che
stanno dialogando certo in
vista delle elezioni 2016, ma
anche per incidere in maniera
compatta fin da subito sulle
questioni
strategiche
di
maggior impatto. Intanto
cresce
l’attesa
per
l’appuntamento di lunedì sera
in sala consigliare, quando
Farioli parlerà a tutti coloro
che vogliono stimolare un
ravvedimento organizzativo
sulle
corse
ferroviarie,
rimettendo Busto al centro
dei
collegamenti
fra
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Malpensa
Centrodestra
coi pendolari
«Ci faremo
sentire»
Il Malpensa Express a Busto
Busto Arsizio
Caso Malpensa Express, il centrodestra
fa fronte compatto per il ripristino delle
fermate: «Pronti a far sentire la voce dei
pendolari anche in modo forte».
Sembra il primo passo della nuova
alleanza elettorale per il 2016:
Forza Italia, Udc, Fratelli d’Italia
e il consigliere del Pdl Checco
Lattuada si schierano in modo
compatto a fianco dei pendolari,
mentre i tavoli di confronto con
Regione e Trenord proseguono.
«La vicenda che in questi giorni ha
messo in agitazione un numero
importante di pendolari che quotidianamente prendono il Malpensa Express per recarsi a Milano per lavoro o per studio, ci trova
non solo solidali con loro, ma assolutamente contrari a questa scelta
ingiustificata da parte di Trenord
- scrivono in una nota congiunta
gli esponenti del centrodestra bustocco - speriamo che la mobilitazione trasversale che ha visto la
politica impegnata per riportare
quanto annunciato voler togliere
dia i risultati sperati, con il ripristino del servizio senza la soppressione annunciata per il 26 aprile.
Non vogliamo ripetere che Busto
è sempre stata indicata come strategica per la prossima manifestazione dell’Expo, addirittura definita la porta di ingresso da Malpensa per l’iniziativa unica e straordinaria per il nostro territorio,
invece adesso ci troviamo esclusi
a poche settimane senza un reale
perché». 1 A. Ali.
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Malpensa
Torna la prima low cost
MALPENSA - In attesa di
Ryanair, che ha posticipato al
2016 il suo sbarco a
Malpensa, torna a investire
chi,
nella
storia
dell’aeroporto, rimarrà la
prima compagnia ad aver
portato la mentalità low cost
all’interno del Terminal 1.
Quando Malpensa era ancora
l’hub di Alitalia e l’arrivo di
easyJet
(oggi
padrone
assoluto del T2, diventata la
sua seconda base europea con
oltre 6 milioni di passeggeri
trasportati all’anno) non era
nemmeno immaginabile, una
piccola e semisconosciuta
compagnia
spagnola,
la
Vueling,
aprì
due
collegamenti per Madrid e
Barcellona con tariffe a basso
prezzo. Era il 2005. A
distanza di 10 anni, con una
dura crisi finanziaria ormai
alle spalle e un rilancio che
negli ultimi anni l’ha fatta
diventare
la
seconda
compagnia spagnola dopo
Iberia, Vueling scommette
ancora una volta su Malpensa
con la speranza di intercettare
la domanda in crescita
promessa da Expo. Oggi è
una realtà che vanta 21 basi
operative, 38 Paesi serviti,
oltre 300 rotte e quasi 18
milioni
di
passeggeri
all’anno. Con questi numeri
annuncia che, dall’1 giugno,
lancerà un collegamento
diretto con Parigi Orly,
andando così a coprire quel
buco provocato dal trasloco
di Air France a Linate che in
brughiera non hanno ancora
digerito. Saranno 10 i voli a
settimana operati con un
Airbus 320 da 180 posti che
il vettore punta di riempire
con migliaia di turisti
francesi che vorranno visitare
Milano durante l’apertura
dell’Esposizione universale.
Nello specifico sono previste
due frequenze il lunedì, il
giovedì, il venerdì e la
domenica, mentre il martedì
e il mercoledì ci sarà un solo
volo. Nel piano di Vueling su
Malpensa c’è anche il
rafforzamento della rotta
esistente verso Barcellona
con 4 voli il lunedì e il
venerdì, 3 il martedì, il
mercoledì, il giovedì e la
domenica e 2 il sabato. Dal 3
aprile sarà attivo anche un
collegamento bisettimanale
con Bilbao, mentre dal 19
giugno si comincerà a volare
su Ibiza con un collegamento
giornaliero che diventeranno
due ad agosto, durante il
picco di stagione. Per
Ryanair, invece, ci sarà
ancora da aspettare. A
spegnere i rumors che davano
per imminente l’apertura di 4
tratte da Malpensa ci ha
pensato direttamente il ceo
del vettore irlandese, Michael
O'Leary, in visita a Bergamo
4 giorni fa per siglare
insieme
a
Sacbo
il
potenziamento dell’offerta da
Orio al Serio. Alle domande
su Malpensa ha risposto così.
«Mirano a noi e li capisco,
portiamo più traffico di
qualunque altra compagnia
aerea. Stiamo trattando: nel
corso di quest’anno ci
saranno novità. Avremo due
aeroporti a Milano», ha detto
O'Leary, aggiungendo subito
dopo che «ci saranno voli dal
prossimo
inverno».
In
principio era Vueling, poi è
arrivata easyJet, ora tornano
pesantemente gli spagnoli e
presto arriverà Ryanair.
Senza nemmeno accorgersi,
Malpensa sta diventando
sempre più un aeroporto per
low cost. Gabriele Ceresa
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Malpensa
Malpensa Express, ci siamo
Ecco la prima fumata grigia
Segnali positivi dopo la missione del sindaco Farioli al Pirellone
Regione e Trenord disponibili a correggere gli orari contestati
Busto Arsizio
ANDREA ALIVERTI
Malpensa Express e Accam, Farioli torna fiducioso dal vertice
in Regione Lombardia: «Ci sono
sul tavolo alcune ipotesi di soluzione». I pendolari non mollano
e aprono un nuovo fronte di
mobilitazione: «Penalizzato anche chi è diretto all’aeroporto di
Malpensa». E ci sono 800 firme
in più alla petizione.
Ieri il sindaco Gigi Farioli ha
fatto il “giro delle sette chiese”
in Regione Lombardia, per discutere di tutta una serie di problematiche che riguardano la
città. Un lungo tour, iniziato alle
11 del mattino e concluso con il
ritorno a Busto Arsizio attorno
alle 19.30, giusto in tempo per
dare il “via” alla distribuzione
del “risotu e lüganiga” in piazza
San Giovanni per la festa della
Gioeubia.
Soluzione cercasi
In cima alle discussioni, il caso
del Malpensa Express e il futuro
dell’inceneritore Accam, per il
quale si avvicina l’assemblea decisiva. Per quel che concerne il
caso più dibattuto del momento, la soppressione delle fermate di Busto Nord del “diretto”
per Milano Cadorna, il sindaco
ne ha discusso per un’ora, spiegando le ragioni del malcontento della città nei confronti della
scelta di Trenord. «Si è discusso
dei motivi che hanno portato a
compiere questa scelta e si sono
avanzate alcune ipotesi di soluzione» afferma Farioli. «Nei
prossimi giorni le verificheremo e le renderemo note». Ancora una soluzione vera e propria
non c’è, ma è arrivata una conferma della disponibilità di Regione Lombardia e Trenord a
Continua la battaglia di Busto contro la soppressione delle fermate del Malpensa Express in stazione
L’ipotesi è quella
di ripristinare
le fermate
più frequentate
Intanto continua
la mobilitazione
Siamo a quota
3.300 firme
correggere gli orari (si parla di
ripristinare le fermate almeno
negli orari più frequentati dai
pendolari) per restituire agli
utenti bustesi un servizio al livello delle loro esigenze. Lunedì
sera a Palazzo Gilardoni tutti gli
attori che si sono mobilitati per
la vicenda si incontreranno per
trovare una via d’uscita, e potrebbe presentarsi anche l’assessore regionale alle infrastrutture Alessandro Sorte,
che è impegnato da giorni sulla
vicenda.
Pendolari sempre alla carica
Intanto i pendolari continuano
a firmare: altre 800 firme si sono aggiunte alle 2500 della prima settimana di petizione per
il ripristino dei “diretti” per CaPAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
dorna. E si apre un nuovo fronte, quello di chi lavora a Malpensa e rischia di rimanere senza il treno dopo il 26 aprile. Come fa notare Quintino Sica,
«nelle prime ore del mattino, il
collegamento da Busto inizierà
alle 6:07, mentre attualmente
inizia alle 4:56, e l’ultimo treno
serale sarà alle 22:43, mentre
attualmente è alle 00:26».
La battaglia per il ripristino
delle fermate di Busto Nord andrebbe quindi portata avanti
anche per tutelare «questa fascia molto utilizzata da chi va a
lavorare a Malpensa, dove si lavora su turni. Dal 26 aprile non
si potrà più andare a lavorare in
treno e qualcuno non possiede
l’automobile! Si tratta di un grave danno». 1
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Malpensa
Malpensa Sale vip nel segno dell'arte
APPUNTAMENTO con la cultura
fra aeroplani e terminal. Sea e MaGa
hanno organizzato la mostra di
Gottardo Ortelli, pittore varesino
scomparso nel 2003 che fu fra i
protagonisti
dell’avanguardia
milanese.
L’esposizione
verrà
presentata domani al Malpensa
Center (la struttura al piano arrivi del
terminal 1) alle 11.30. Alla
conferenza interverranno Serafino
Perego, direttore Real estate e
corporate projects della società di
gestione degli aeroporti milanesi;
Sebastiano
Nicosia,
assessore
comunale alla Cultura di Gallarate;
Giacomo Buonanno, presidente del
MaGa ed Emma Zanella, direttore
del museo. Al termine della
presentazione si potrà visitare in
anteprima l’esposizione che durerà
da domani al 2 novembre 2015,
accompagnando i visitatori delle Vip
lounges di Malpensa per tutta la
durata dell’Expo. ALL’INTERNO
dei locali, curati in ogni dettaglio,
verranno ospitate le opere di
Gottardo Ortelli, pittore che ha
attraversato oltre quattro decenni di
storia dell’arte italiana, dagli anni
sessanta fino ai primi del nuovo
secolo,
esponendo
anche
al
Padiglione d’arte contemporanea di
Milano e al museo Ikeda di Nagano,
in Giappone, oltre a portare un suo
contributo alla vita sociale e culturale
del territorio (fu assessore a Viggiù e
Varese). L’iniziativa, organizzata in
collaborazione con l’Associazione
Amici di Piero Chiara, è il secondo
appuntamento del progetto «Sea e
MaGa per l’arte», nato dalla volontà
di Sea e del museo dell’arte
contemporanea
gallaratese
di
trasformare le aree d’attesa dello
scalo milanese in un luogo dove
l’arte si esprime e si racconta. R.V.
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Malpensa
Regione e Trenord «Chiediamo scusa ai nostri pendolari»
«La soppressione della fermata
di Busto Arsizio del Malpensa
Express? Domani pomeriggio
(oggi, ndr) riceverò la visita nel
mio ufficio in Regione del
sindaco di Busto Gigi Farioli.
Sono fiducioso che al termine di
questo confronto riusciremo a
trovare una exit strategy
condivisa». Fa professione di
ottimismo il neo assessore
regionale alle Infrastrutture
Alessandro Sorte (nella foto
Blitz) rispetto all’ultima grana
bustocca. Salgono così (e di
molto) le possibilità che si
possa
giungere
a
una
soluzione-compromesso,
in
linea con le esigenze del
migliaio di pendolari di Busto
rimasti orfani delle 11 corse del
Malpensa
Express.
«No
comment» di rito sulla spinosa
questione, invece, da parte di
Cinzia Farisè, da due mesi
nuovo amministratore delegato
di Trenord. E non potrebbe
essere diversamente: «Per quel
che ci riguarda c’è la massima
disponibilità nel venire incontro
alla clientela, ma spetta sempre
e solo all’istituzione e, dunque,
a Regione Lombardia decidere
quali
servizi
ferroviari
garantire», ha spiegato la
battagliera manager che, ieri,
alla sua prima uscita pubblica
ufficiale in Regione, ha subito
dichiarato di essersi trovata
davanti «una montagna di
problemi» e che è necessario
«dare una scossa al sistema
ferroviario lombardo». Così, per
contrastare
quella
che
l’assessore regionale Sorte non
ha esitato a definire «una
situazione d’emergenza », l’ad
di Trenord ha presentato il suo
Piano d’Azione che ha obiettivo
principale di venire incontro ai
pendolari e alle loro esigenze di
arrivare puntuali: «Chiedo scusa
ai nostri clienti. Dopo averli
delusi per troppo tempo,
dobbiamo tornare a rispettare
una promessa che è molto
semplice: l'orario ferroviario
che è affisso nelle stazioni, che
prevede 2300 treni al giorno».
La manager col suo piano di
puntualità si è posta subito
alcuni obiettivi a breve termine:
«Allo stato l’indice di puntualità
(percentuale di tutti i treni
arrivati a destinazione con un
ritardo massimo di 5 minuti,
ndr) è del 72 per cento. Ecco,
vorremmo essere in grado di
offrire già entro la fine di
quest’anno un indice di
puntualità dell’82 per cento, per
poi raggiungere il 90% di
puntualità tra tre anni». La
Milano-Gallarate-Domodossola
è invece una delle cinque
direttrici osservate speciali in
cui si focalizzeranno i primi
sforzi del nuovo management
da qui al via di Expo. Su queste
linee (le altre sono la
Novara-Treviglio,
la
Milano-Mantova,
la
Verona-Treviglio- Milano e la
Milano-Bergamo), scelte sia per
la forte affluenza di utenza, sia
per il basso indice di puntualità
dei treni (e sulle quali l’azienda
si impegna ad operare per
ottenere maggiori indici di
puntualità con una sfida
particolare
sulla
Bergamo-Milano sulla quale
l’obiettivo è di avere indici di
puntualità al 90% entro 6 mesi),
entrerà in azione un coach che
seguirà la linea, valutando in
particolare i treni nelle fasce di
punta, e sarà inoltre istituito un
panel clienti, per dare voce alle
istanze dei pendolari. Per
realizzare il piano sono stati
attivati una task force e due
gruppi di lavoro, con un grosso
coinvolgimento da parte del
personale di Trenord. Previste,
inoltre, un’unica sala operativa
(le due di Milano Greco e
Saronno saranno concentrate
presso la direzione operativa di
Milano Fiorenza in quel di Rho)
e un nuovo modello di
comunicazione a bordo treno.
Non finisce qui: l’ad Farisè ha
promesso che a partire da lunedì
prossimo sarà istituito anche un
premio puntualità per i convogli
e per gli equipaggi a ritardo
zero. E ancora: dato che la
carenza dei treni è tra le cause
principali dell’inefficienza, ecco
una buona notizia: la messa sui
binari di 28 nuovi treni entro la
fine dell’anno. «È un piano
concreto,
ambizioso,
ma
ineludibile », ha commentato il
presidente regionale Roberto
Maroni, prima di imbarcarsi per
Roma,
dove
parteciperà
all’elezione
del
nuovo
Presidente dalla Repubblica.
Difficile dargli torto. Luca
Testoni
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Malpensa
Lunedì si prova a fare lobby
La parola lobby ha un suono
sinistro, ma stavolta può
avere un senso (e un effetto)
positivo. Lobby è infatti ciò
che lunedì sera dalle 21, nella
sala del consiglio comunale,
il sindaco Gigi Farioli
proverà a fare con tutti i
protagonisti della vicenda
bustocca legata ai trasporti
ferroviari, in modo da
difendere gli interessi dei
pendolari e del territorio. In
pratica il primo cittadino,
oltre a concordare con
Regione una strategia di
riscrittura degli orari in
favore
degli
abbonati
Trenord diretti a Cadorna,
vuole che tutte le forze si
schierino in quello che
definisce
«un
progetto
complessivo di rilancio della
mobilità
nel
territorio,
aggiustando sì la questione
della fermata, ma anche
elaborando una proposta che
ribadisca come Busto sia per
natura, per snodi e per
investimenti fatti la porta di
Malpensa e quindi il punto di
ingresso ad Expo». E allora,
oltre
a
chiamare
alla
discussione i referenti della
maxi-petizione
che
ha
raccolto oltre 2mila 500
adesioni contro le scelte di
cancellazione del Malpensa
Express, il sindaco spera di
avere appoggi e suggerimenti
anche dalle forze politiche
bipartisan che si sono
schierate nei giorni scorsi a
fianco della protesta. Così
l’invito alla partecipazione è
esteso ai senatori Laura
Bignami (Movimento X),
Stefano Candiani (Lega),
Erica D’Adda (Pd) e Bruno
Marton (5 Stelle), agli
onorevoli
Maria
Chiara
Gadda,
Angelo
Senaldi
(entrambi del Pd) e Ivan
Catalano (gruppo misto-Pri),
nonché
ai
consiglieri
regionali Paola Macchi (5
Stelle), Alessandro Alfieri
(Pd) e Luca Marsico (Forza
Italia). Ovviamente alla
schiera degli ospiti attesi si
aggiungono quelli rivolti ai
componenti delle formazioni
politiche bustesi e a tutti
coloro che vogliono portare
un contributo alla causa. Non
è da escludere che all’evento
possa prendere parte qualche
esponente di Trenord, se non
addirittura
l’assessore
Alessandro Sorte. E, se
l’operazione lobby correrà
già in queste ore, non è detto
che l’incontro di lunedì si
trasformi
da
tavolo
programmatico
a
palcoscenico per qualche
annuncio. Marco Linari
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Malpensa
Malpensa va a lungo raggio
L’extra Ue porta il segno più
Presto per valutare gli effetti del decreto Linate: ci vorranno sei mesi
Ryanair fa il pieno di aerei: arriverà? Dialogo aperto con Vueling
MALPENSA
ALESSANDRA PEDRONI
Èancoraprestoperdelle
valutazioni sugli effetti del Decreto Lupi: avrebbe parlato in questo
modo, Sea, l’altroieri sera, davanti
al ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti che ha mancato, però, l’appuntamento con Varese.
Le analisi di traffico nei due aeroporti gestiti da Sea rispondono
a quanto il gestore si aspettava e a
quello che il presidente Pietro
Modiano aveva già anche anticipato: la perdita dei passeggeri di
aiberlinperloscalonostranodopo
il trasloco della seconda compagnia aerea tedesca da Malpensa a
Linate (a consuntivo circa 700 mila passeggeri passati al Forlanini).
Ma altri conti dovranno ancora
farsi. «Ci vorranno cinque, sei mesi, dall’entrata in vigore del Decreto Lupi per un’analisi più accurata», dicono da Sea. Dunque, aprile
o maggio. E intanto?
L’impresa è riempirli
Intanto Malpensa si fregia di un
quasi +12 % di passeggeri extra
Schengen: su circa 18 milioni di
passeggeri a chiusura 2014 nello
scalo della brughiera, sei milioni
e mezzo sono viaggiatori extra
Unione Europea. Il che rallegra
management e presidente Sea
Modiano. La strada dei voli intercontinentali è del resto quella che
si vuole perseguire a Malpensa.
E se riempire gli aerei a lungo
raggio rimane l’impresa da assolvere, la scommessa del futuro, gli
80 aerei ordinati da Ryanair alla
Boeing che arriveranno alla low
cost irlandese nel corso del tempo,
fannopensarealpossibileposizionamento di qualche macchina anche a Malpensa. Dove saranno
messi tutti quanti, altrimenti?
Non si tratta di un duello Malpensa – Orio al Serio, la pace negli
I sindaci dei comuni di Varese, Busto, Gallarate, Legnano, Magenta e Novara incontreranno i vertici Sea
La pace tra scali
in Lombardia
resta uno status
da mantenere
scalilombardirimaneunstatusda
poter mantenere. Ma a Ryanair
potrebbe servire un nuovo approdo e a Malpensa farebbe comodo
un vettore aereo che le traghetti
passeggeri da poter imbarcare anche su altri voli, quelli appunto di
lungo raggio.
Tariffe da rialzare a Linate
Le compagnie
non sono pagate
per sbarcare
in brughiera
Sea ha già reso noto che il proprio
Commerciale parla con tutti. Anche con Vueling, ad esempio. E c’è
un’altra certezza: «Non paghiamo
nessuno». Le compagnie aeree
cheusanolepistediMalpensanon
sono foraggiate per venire da queste parti. Dovranno essere il servizio e lo scalo a convincere.
Nient’altro. Forse le future tariffe aeroportuali potranno fare la
differenza se, come indicato dallo
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stesso presidente Modiano a inizio anno, Sea riuscirà a convincere
Enac ad alzare le tariffe a Linate e
ad abbassarle a Malpensa. Dopotutto al city airport di Londra si
pagano 4.500 euro per atterrare,
mentre a Milano 1.750 euro.
«La soluzione ideale per favorire Malpensa, sarebbe alzare i
prezzi a Linate e abbassarli a Malpensa », ha detto chiaro e tondo il
presidente Sea.
Proprio su questo stesso tema,
hanno chiesto un incontro a Sea
i sindaci di Varese, Busto Arsizio,
Gallarate, Legnano, Magenta e
Novara. Ma nelle prossime settimane saranno incontrati anche i
primicittadinideiComunidisedime, quelli più interessati al nuovo
piano di sviluppo, ossia al master
plan di Sea. 1
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Malpensa
«Lavorano in nero»
Il sindacato attacca
L’azienda: «Falsità»
MALPENSA
Lavoro nero presso Europcar
da parte della Sara Service, impresa individuale di Andrea Rugeri. Il sindacato di
base Cub Trasporti punta il dito contro lo
sfruttamento dei lavoratori e sventola
la notizia di una decina di lavoratori dal
1 dicembre 2014 in forze a Sara Service
«pagati in nero a cinque euro l’ora», denuncia Renzo Canavesi.
Il segretario della Confederazione
unitaria di base grida l’allarme dopo aver inoltrato denuncia all’Ispettorato del lavoro.
Si tratta della pulizia e del navettameno delle autovetture per
i clienti di Malpensa, del terminal
1 e del terminal 2. A fine novembre
dell’anno scorso, Europcar ha re- Renzo Canavesi (Cub)
vocato l’appalto di pulizia, preparazione e consegna delle vetture pensa e dintorni, in queste attività
alla MGS srl, che, a sua volta, sub- di servizio all’aeroporto che sembappaltava il lavoro a Mxp Lavoro brano un meandro di appalti morcooperativa, e l’ha affidato all’im- di e fuggi capaci soltanto di creare
presa individuale Sara Service.
lavoro precario, a volte anche oltre
Dalla Sara Service è lo stesso i limiti della legalità. «Expo deve
titolare Andrea Rugeri a parlare essere un’occasione da non perdedi «falsità». Dice Rugeri: «È stata re anche per i lavoratori», comuna prestazione occasionale quel- menta Canavesi.
la dei lavoratori. A seconda di
quanto hanno lavorato, hanno Stipendi ancora in sospeso
percepito il relativo compenso «Non sappiamo più cosa dire e
senza una busta paga
come commentare sidefinita ma, appunto,
tuazioni ben lontane
basata sulla prestazio«È stata da un’occupazione di
ne occasionale di lavoo perlomeno
prestazione qualità
ro».
dai contorni sereni e
occasionale giusti».
Questione di date
In questo caso si
Il compenso parla
Ma Canavesi ribatte:
di lavoratori «che
in base hannoancorainsospe«Oggi (ieri, ndr) hanno
fatto firmare ai lavoradalla precedente
al lavoro» so,
tori di Sara Service una
cooperativa per la qualettera retrodatata con
le lavoravano, stipendi
la quale dichiarano di aver svolto di tre mesi del 2013, mai percepiti,
lavoro saltuario dal 1 gennaio la tredicesima mensilità e il tfr».
2015. Peccato che la firma sia di
Lamenta con amarezza il sinoggi e le ore lavorate da alcuni di dacalista: «Il meccanismo è semloro dimostrino che non si tratta pre lo stesso: le committenti, dopo
affatto di lavoro saltuario».
il cambio di appalto, con varie scuDi nuovo Rugeri: « Dal 1 febbra- se, ritardano e riducono economiio ci saranno contratti regolariz- camente i pagamenti e, di consezati nel modo più opportuno, che guenza, le varie cooperative non
conviene all’azienda, in modo da provvedono più a regolarizzare la
garantire il regolare pagamento situazione dei soci che lavorano
degli stipendi». Intanto lo sguardo per loro». E siamo nella “grande”
torna a posarsi sul lavoro a Mal- Malpensa in Lombardia. 1 A.Ped.
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Malpensa
«Vicini ai cittadini per la legalità e la sicurezza»
QUESTIONE islamica, furti
in appartamento, Malpensa.
Il nuovo questore di Varese,
Attilio Ingrassia, ha già
individuato le priorità del
territorio in termini di
sicurezza.
«Il
tema
dell’islamismo
e
dell’integrazione
è
particolarmente sentito in
questo momento - spiega - e
tengo subito a fare una
distinzione importante: essere
musulmani non significa
essere terroristi». Sul fronte
microcriminalità, Ingrassia
pone l’accento in particolare
sui furti in appartamento,
«una piaga che bisogna
prevenire arrestando gli
autori e facendo in modo che
restino in galera per un pò».
Particolare
attenzione
riceverà
l’aeroporto
di
Malpensa, dove già sono
state intensificate le attività
di presidio e d’intelligence in
vista di Expo. «Speriamo e ci
auguriamo di risolvere buona
parte dei problemi della città
e della provincia», confida
Ingrassia, il quale si aspetta
«un
lieve
ritocco»
dell’organico
a
sua
disposizione. Uomini e mezzi
servono sempre anche se,
ragiona il nuovo questore, «si
tratta più che altro di
razionalizzare i servizi e le
funzioni nell’ambito delle
priorità ». Priorità che il
dottor Ingrassia, appunto, ha
in parte già individuato.
«Sono arrivato a Varese
molto volentieri - dice - con
lo spirito di servizio che mi
ha sempre accompagnato.
Polizia al servizio del
cittadino è il mio motto, lo
applicherò anche qui dove ho
trovato una struttura ben
organizzata
e
un’ottima
squadra
di
funzionari».
INGRASSIA insiste molto
sul concetto di legalità, sia
che si alluda ai centri sociali
(ieri c’è stata l’ennesima
manifestazione del Telos a
Saronno) sia che si parli di
tifo violento: l’ultimo suo
provvedimento da questore di
Belluno, incarico ricoperto
prima di venire a Varese, è
stata la firma di cinque
Daspo a carico di altrettanti
ultrà della Lazio che si erano
resi protagonisti di tafferugli
durante le amichevoli estive
nel Bellunese della squadra
biancoceleste. Il curriculum
di
Attilio
Ingrassia
palermitano classe 1955,
sposato con due figlie - è
quello di un poliziotto di
lungo corso. Il primo incarico
nella Ps risale al 1978, alla
Mobile di Catania; nel 1985
il passaggio alla Questura
della sua città natale, dove
fino al 1994 dirige una
sezione
della
Mobile,
«un’esperienza
molto
formativa in anni difficili».
Seguono altri incarichi con
responsabilità e gradi sempre
maggiori e dal 2003 al 2011 è
vicequestore vicario a Como;
nel 2011 la promozione a
dirigente superiore con la
nomina a questore di Belluno
e, adesso, il passaggio alla
questura
varesina.
michele.mezzanzanica@ilgio
rno.net
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Malpensa
Chi proviene dalla Pedemontana
rischia di non trovare Malpensa
Cartellonistica carente all’intersezione con l’Autolaghi: la 336 non è segnalata
E viceversa: nella rete viaria circostante mancano le indicazioni per la nuova A36
Busto Arsizio
ANDREA ALIVERTI
Il nostro viaggio sulla tratta A di
Pedemontana:un’operaspettacolare, ma quante piccole magagne
da sistemare. La più clamorosa?
All’interconnessione con la Milano-Varese manca l’indicazione
per l’aeroporto di Malpensa.
Il tratto “comasco” della Pedemontana, tra Mozzate e Lomazzo
(anche se a Cislago rientra in parte
in provincia di Varese), è il più lineare: in gran parte in trincea, ricorda per certi versi un’altra infrastruttura recente, la superstrada
Malpensa-Boffalora.
E a pochi minuti dall’apertura al
traffico, lunedì appena dopo il tramonto, il numero di automobili
era già notevole.
Ci sono però anche le magagne,
soprattutto sulla cartellonistica.
A partire da quelle indicazioni per
Bergamo che, al di là della speranza di completare l’opera, attualmente sanno più di beffa, per non
dire che sono un po’ ingannevoli.
Il primo a segnalarcene una è il
bustocco Orazio Tallarida, che
dopo la cerimonia di apertura testacomenoilaA36finoaLomazzo
e, per tornare indietro, imbocca
l’uscita della A9 a Turate.
Cattedrale nel deserto?
«Fuori dall’autostrada
Si viaggia in modo molQuelle Milano-Como non c’è
indicazione
to pulito e con un granscritte nessuna
per Pedemontana, né
de senso di sicurezza. E
quando si arriva all’in“Bergamo” per Varese o Malpenfa notare. Lo stesso
terconnessione con la
tra beffa sa»
problemasinotaanche
A9 a Lomazzo, dove si
e speranza a Busto Arsizio: al di là
intravede il cantiere
della prosecuzione per il futuro di quelli dello svincolo
in A8, fuori dall’autoverso la Brianza, le
strada non c’è un caropere sono imponenti,
tello che segnali l’esistenza di Petra ponti e svincoli.
Il tratto “varesino” invece - l’ab- demontana.
Così la nuova A36 rischia di esbiamo percorso da Mozzate fino
alla A8 - colpisce per le gallerie, sere una “cattedrale nel deserto”
illuminatissime e molto attrezza- finché non la si pubblicizzerà adete per le misure di sicurezza, con guatamente:epensarecheèpratiuna fila di piazzole, vie di fuga, camente pronta da mesi. Ma la
estintori e postazioni Sos: più alta svista più clamorosa è nella carteldelle solite gallerie autostradali lonistica dello svincolo Pedemonquella di Gorla Minore, più “ro- tana-Autolaghi: agli automobilisti
tonda” e classica quella di Solbiate vengono indicate unicamente le
Olona, che l’amministratore dele- due direzioni Milano e Varese,
gato di Pedelombarda Nicola mentre non si fa nemmeno cenno
Meistro considera l’opera più a Malpensa. Con il rischio che l’aucomplessa realizzata dalle impre- tomobilista meno informato imse costruttrici. «Ardita, per via del bocchi la Milano-Varese in diresottoattraversamento di un abita- zione Gallarate (dove per uscire e
to con una copertura molto ridot- poi rientrare si paga il pedaggio al
ta e con la presenza di case - dice casello) invece che in direzione
-mariuscitaperfettamente,senza Busto Arsizio, dove c’è l’ingresso
problemienelrispettodeitempi». nella 336 per Malpensa. 1
Sicurezza al top
L’imbocco della Pedemontana a Mozzate: di Malpensa non si parla e Bergamo è ancora lontana VARESEPRESS
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Malpensa
Schiaffo a Malpensa Ryan Air dice «no»
MALPENSA - Enigmatico e
contraddittorio, è Michael
O'Leary in persona, istrionico
Ceo
di
Ryanair,
ad
allontanare lo sbarco del
vettore low cost più noto al
mondo a Malpensa. Da
tempo i contatti tra i vertici
del vettore e Sea, società di
gestione degli scali milanesi,
si sono intensificati e gli
ultimi rumors davano ormai
per certa l’attivazione delle
prime 4 rotte da e per
Malpensa
addirittura
in
concomitanza
di
Expo.
O'Leary invece, presente ieri
a Bergamo per firmare il
nuovo accordo quinquennale
con Orio al Serio (la base di
riferimento in Italia) ha
smorzato gli entusiasmi e ha
smentito
categoricamente
l’arrivo di Ryanair al T1 nel
breve periodo. «Non ci
spostiamo
da
Orio,
rispettiamo l'accordo appena
siglato.
Per
il
futuro
valutiamo ogni possibile
novità, ma per ora ci
fermiamo qui». Al momento,
dunque, le porte sono chiuse.
Ma ciò non significa che in
un futuro non troppo lontano
i destini della compagnia
irlandese e di Malpensa non
tornino a incrociarsi. Anzi.
E’proprio
O'Leary
a
confermare che il dialogo con
i gestori di Malpensa e Linate
è aperto e che presto potrebbe
concretizzarsi in qualche cosa
di più. «Sono loro che mirano
a noi e li capisco: portiamo
più traffico di qualunque altra
compagnia aerea. Stiamo
trattando; nel corso di
quest’anno ci saranno novità.
Avremo due aeroporti a
Milano». Qualche cosa in più
si è lasciato scappare il sales
marketing manager, John
Alborante, senza però dare
quella conferma che si cerca
da
tempo:
«Ci
sono
discussioni in corso con altri
aeroporti nel Nord Italia, tra
cui Malpensa e Linate, ma
non
abbiamo
ancora
concluso. Qualora ci fosse un
accordo sarà per un numero
contenuto
di
rotte
e
aeromobili. Bergamo rimarrà
la nostra terza più importante
base d’Europa». I piani di
Ryanair su Orio annunciati
ieri, del resto, sono molto
ambiziosi: 3 nuove rotte per
la
Summer
2015
(Copenaghen, Lisbona e
Crotone), il raggiungimento
degli 8 milioni di passeggeri
nel 2016 che diventeranno 9
entro il 2020 e, ha affermato
O’Leary
«un
sostegno
all’economia locale per 8mila
posti di lavoro a Milano
Bergamo e dintorni». Per
quanto riguarda Malpensa,
invece, per ora ci sono
soltanto tavoli, trattative e
discussioni. La sensazione è
che il matrimonio, prima o
poi, si farà, ma al momento è
arrivata soltanto una doccia
fredda per chi già sognava di
vedere l’Arpa di Irlanda
(simbolo non solo della
Guinness ma anche di
Ryanair) sulle piste di Ferno
già dalla prossima primavera.
Gabriele
Ceresa
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Malpensa
Il peduncolo che non c’è
«Fate presto o sarà il caos»
Un’altra magagna,
questa invece strutturale, la fa
notare Roger Zanesco, il presidente dell’associazione Aeroporti Lombardi: «Quei cinque
chilometri tra Pedemontana e
la superstrada 336 rischiano di
diventare un inferno, se non si
realizza il peduncolo di collegamento previsto».
Si riferisce al primo tratto
della variante della statale 341,
una delle opere accessorie che
non si sa che fine abbiano fatto.
Oggi infatti, al di là della clamorosa assenza delle indicazioni per Malpensa, chi da Como vuol dirigersi all’aeroporto
deve uscire a Busto Arsizio e da
lì imboccare la 336.
Invece nel progetto di Pedemontana è previsto un peduncolo che collegherebbe direttamente la A36 con la superstrada, innestandosi all’altezza
dello svincolo Gallarate-Busto
Nord-Sempione, per poi proseguire verso Samarate e ricongiungersi a Vanzaghello
con la Malpensa-Boffalora.
Un’opera da 200 milioni
osteggiata dai Comuni di Gallarate e Samarate per l’impatto
ambientale notevole.
Un altro timore riguarda
l’uscita autostradale di Busto
Arsizio: la via Fagnano è ancora
incompleta, ad una sola corsia
e perennemente intasata negli
orari di punta nel primo tratto
e a due corsie in quelli successivi, fino all’Esselunga di Olgiate Olona. Anche questo potenziale imbuto preoccupa
nelle ore di maggior traffico. 1 A. Ali.
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Malpensa
Il paradossale grazie agli sciacalli «Hanno fatto già metà del lavoro
MALPENSA – Sessanta giorni
da ieri per demolire le prime 25
abitazioni, che diventeranno 45
alla
scadenza
del
centoventesimo giorno. Tra
quattro mesi, dunque entro la
fine di maggio, a Case Nuove
verrà rasa al suolo oltre la metà
di quelle case fantasma che da
oltre sedici anni, ovvero
dall’inaugurazione di Malpensa
2000,
significano
soltanto
problemi,
disagi,
microcriminalità e abusivismo.
Due esempi sono emersi ancora
ieri durante la cerimonia di
consegna ufficiale dei lavori
alla presenza dei vertici Aler,
incaricati
dalla
Regione
Lombardia di gestire l’intera
operazione, del sindaco di
Somma Guido Colombo e dei
tecnici della impresa di Perugia
che ha vinto l’appalto e che
entro una settimana arriverà con
le sue ruspe. Il primo è la
velocità
delle
operazioni
preliminari: prima di procedere,
solitamente le case devono
essere svuotate del materiale
contenuto all’interno e spogliate
all’esterno da tutto ciò che non
sia
muratura
(serramenti,
condutture, accessori). «Qui
non è praticamente necessario
perché si sono già portati via
tutto, persino i sanitari», diceva
ieri con sarcasmo uno dei
responsabili del cantiere durante
l’ennesimo
sopralluogo.
I
preziosi pluviali in rame sono
stati i primi a essere spariti, ma
le case delocalizzate sono state
oggetto di continue razzie e non
sono mancate nel corso degli
anni denunce agli sciacalli
sorpresi in flagrante dalle forze
dell’ordine. Perlomeno quel
repulisti illecito oggi torna utile.
Il secondo elemento evidente è
l’occupazione. Aler si è
raccomandata con il sindaco
affinché la polizia locale sia
sempre presente e compia
un’accurata ispezione di ciascun
immobile un attimo prima
dell’abbattimento. Il motivo è
semplice: in alcune villette
murate di via Capasso e del
centro storico «c’è gente a
dormire ». A volte vengono
scoperti, cacciati, ma poi
ritornano, cambiando ogni volta
dimora. Con ogni probabilità,
alcuni di loro fanno parte dei 35
profughi ospitati per due anni
all’hotel Cervo e tuttora
“residenti” a Case Nuove. In
pratica non se ne sono mai
andati, ma con un numero così
elevato di nascondigli, tenerli
sott’occhio oggi è impossibile,
ed è una delle ragioni per cui
l’assessore
regionale
al
Territorio Viviana Beccalossi si
è decisa a stanziare 4 milioni di
euro per ridare dignità alle aree
di sedime. Secondo Roberto
Tadiello,
responsabile
del
procedimento, un milione e
324mila euro serviranno per
abbattere 45 edifici nella
frazione di Somma Lombardo e
14 a Ferno. I detriti, ha spiegato
ieri alla stampa, verranno
frantumati in un frantoio che
verrà allestito in via Bailo e il
materiale riusato per colmare i
buchi sul terreno che si
verranno
a
creare
con
l’eliminazione delle fondamenta
e delle taverne delle case da
abbattere. Il tutto verrà coperto
da uno strato di terra da coltura
di 30 centimetri riseminato a
verde. Il risultato finale,
dunque, saranno lotti interi di
prato verde. A Case Nuove
sparirà il degrado attorno
all’Holiday Inn, alla ex scuola
elementare (oggi istituto tecnico
superiore
a
indirizzo
aeronautico) e alla porzione di
centro storico adiacente alla sala
civica. E la metà restante? «La
Regione ha preannunciato lo
stanziamento di altri 4 milioni
per il 2016, ma ancora non ci
sono conferme », ha svelato
Tadiello. Se l’indiscrezione
venisse confermata, delle case
abbandonate dai residenti di
Case Nuove, Lonate e Ferno
quando venne costruito il
Terminal 1, non rimarrà più
traccia entro due anni. Solo
prati verdi, il cui futuro resta
ancora tutto da immaginare.
Gabriele
Ceresa
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Malpensa
Case delocalizzate, inizia la fine
È tutto pronto per le demolizioni
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Partito lo storico conto alla rovescia: in tre mesi saranno rasi al suolo 48 edifici
Il sindaco Colombo esulta: «Finalmente partiamo». Al loro posto tornerà l’erba
Somma Lombardo
ALESSANDRA PEDRONI
Una data storica. Le ruspe arriveranno a Case Nuove tra sette –
dieci giorni, ma ieri il sindaco di
Somma Lombardo Guido Colombo ha sottoscritto in loco la
consegna ufficiale dei lavori di demolizione delle case delocalizzate
con i referenti di Aler Varese, stazione appaltante, e l’impresa Varian srl di Perugia che si occuperà
di fatto degli abbattimenti. Un
momento storico.
Sono passati quindici anni da
quando si è aperta la “partita” delocalizzazione, soluzione trovata
dalle istituzioni locali, regionali e
nazionali per dare risposta a chi
abitava a due passi dalle piste di
decollo (e di atterraggio) di Malpensa e non riusciva più a convivere con un aeroporto, allora, in
espansione.
Abitazioni fantasma
Dopo due bandi di delocalizzazione e una frazione che si è spopolata, si tira una riga sugli edifici rimasti abbandonati, murati, eppure tuttora rifugio di senza tetto
che ci vanno a dormire. Entrare
in una delle case rimaste disabitate, sarebbe un gioco da ragazzi.
Basta guardare i panni stesi per
sapere se qualcuno ci ha dormito
la notte. Per questo Aler e Varian
si appoggeranno alla Polizia locale, nel caso ci fosse bisogno di far
sloggiare qualcuno.
«Finalmente partiamo», dice
il sindaco Colombo. «Si è concretizzato un lavoro portato avanti
con caparbietà dall’assessore regionale Viviana Beccalossi». La
prima casa ad essere demolita sarà quella in via De Pinedo, un tempo abitata dalla famiglia Parati. Il
primo stralcio dei lavori toccherà
22 edifici e durerà 60 giorni, men-
tre in 120 giorni, a partire da ieri,
saranno 48 gli edifici rasi al suolo.
Le case saranno sottoposte a
streep out, ossia «spogliate da infissi, arredi e strutture secondarie», spiega l’ingegner Gianfranco Giancarlini di Varian srl, «dopodiché un frantumatore morderà la muratura a piccoli tratti fino
alla demolizione totale. Per l’abbattimento delle polveri si provvederà alla bagnatura del materiale sul punto di attacco e sui cumuli
a terra». In via Bailo, il posizionamento di un frantoio mobile che
restituirà il materiale da demolizione frantumato, utile a riempire
i vuoti. La separazione dei materiali avverrà già dallo streep out.
I certi casi ci sarà da provvedere
allo smaltimento delle coperture
in amianto e alla rimozione di
pannelli solari che qualche famiglia aveva deciso di installare.
«Conserveremo gli alberi»
Da ultimo, «sarà ripristinato lo
stato dei luoghi con un terreno
vegetale che permetterà l’inerbimento dell’area». Dove ora ci sono
case, tornerà, dunque, terra nuda
e prato. «Conserveremo gli alberi
e ogni essenza che non sarà di
intralcio all’opera di demolizione», ricorda l’architetto Roberto
Tadiello di Aler, responsabile del
procedimento unico. Ci sono magnolie, abeti e pini davvero notevoli in certi giardini di Case Nuove. «Dopo 15 anni si chiude una
fase e se ne apre un’altra», annota
il primo cittadino di Somma Lombardo. Ma quale sia la nuova fase
ancora non si sa. 1
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Malpensa
Fermata del Malpensa Express Si lavora a una "fascia protetta
Il Malpensa Express che dal
prossimo 26 aprile non
fermerà più a Busto Arsizio è
sicuramente
una
delle
questioni più urgenti che
stanno
sulla
scrivania
dell’assessore regionale alle
Infrastrutture
Alessandro
Sorte. E lo è al tal punto che
in queste settimane, viste
anche le quasi 2600 firme
raccolte tra i pendolari, è
diventata una priorità. Lo ha
confermato lui stesso ieri, a
margine dell’inaugurazione
del
primo
tratto
dell’autostrada Pedemontana,
aggiungendo
anche
un
elemento in più. L’ipotesi di
poter lasciare la sosta
cittadina del treno nella
classica fascia protetta (le
prime ore del mattino e il pre
serale ndr.) potrebbe essere
una dele soluzioni possibili.
A suggerirla, nei giorni
scorsi,
era
stato
l’ex
assessore alle Infrastrutture
Raffaele Cattaneo. E ora ci si
sta lavorando. «Noi stiamo
lavorando a un riordino delle
rotte programmate, anche
sulla base del nostro piano di
traffico che già era meno
penalizzante sulle zone più
critiche - ha detto ieri Sorte Noi stiamo ragionando su
diverse ipotesi, tra cui c’è
anche quella delle fermate
nelle ore più frequentate dai
pendolari. Teniamo anche
presente che il nuovo piano
delle
rotte
dovrebbe
prevedere una maggiore
offerta su Milano Centrale».
Insomma, la partita è aperta e
si capisce chiaramente che, se
a Palazzo Lombardia ci si è
rimboccati
le
maniche,
probabilmente ora si attende
anche un riscontro e un
confronto con il Ministero
delle Infrastrutture. «Da parte
nostra - ribadisce Sorte - c’è
la determinazione a voler
risolvere questa criticità che,
abbiamo calcolato, coinvolge
circa 900 pendolari. Il primo
passo è un piano del traffico
dettagliato». La macchina si
muove, insomma, mentre la
raccolta di firme prosegue a
spron battuto e anche il
sindaco Gigi Farioli lavora
alla
partita.
E:Spa.
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Malpensa
Malpensa Express, parola al Pirellone
Il sindaco: «Fiducioso sulla soluzione»
Busto Arsizio
Caso Malpensa Express, si lavora per una
soluzione positiva per la città.
Ieri il sindaco Gigi Farioli a confronto con l’assessore regionale
Alessandro Sorte. «Qualche
margine per migliorare la situazione c’è» apre uno spiraglio l’assessore alle infrastrutture e ai trasporti di Regione Lombardia. Ieri
mattina un lungo colloquio telefonico tra il sindaco e l’assessore,
ieri pomeriggio un faccia a faccia
a margine dell’inaugurazione di
Pedemontana a Mozzate, alla presenza dell’ex assessore (e attuale
presidente del Consiglio regionale) Raffaele Cattaneo e dell’assessore bustocco ai trasporti
Claudio Fantinati. «Stiamo studiando la questione delle fermate
del Malpensa Express a Busto
Nord - fa sapere l’assessore Alessandro Sorte, che settimana scorsa ha ascoltato anche i rappresentanti del Comitato Pendolari Trenord di Busto - in questa fase stiamo innanzitutto cercando di capire se c’è un margine per migliorare la situazione, come richiesto
dai pendolari e dagli amministratori di Busto. Ancora è presto per
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esprimersi sulla vicenda, ma posso dire che qualche margine di
intervento ci può essere».
Lunedì il caso a Palazzo
Ancora niente di concreto, come
peraltro aveva già amaramente
constatato settimana scorsa la delegazione del Comitato Pendolari.
Ma al termine della giornata il
sindaco Gigi Farioli mostra di es-
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Malpensa
sere moderatamente ottimista
sull’esito delle trattative, in attesa
del tavolo convocato per lunedì
prossimo in sala consiliare a Palazzo Gilardoni: «Ho fiducia che
possano esserci spazi per individuare una soluzione - afferma il
sindaco - per ora è stata portata la
prova dell’incompetenza e della
superficialità di chi ha assunto la
scelta di sopprimere le fermate
del Malpensa Express per Milano
Cadorna. Ora siamo al lavoro per
individuare una proposta complessiva di soluzione. Non si tratta
di negoziare qualche fermata in
più o una fermata sì e una no».
Farioli annuncia che «prima di
venerdì» si incontrerà nuovamente con l’assessore Sorte per
mettere sul tavolo una prima proposta da sottoporre lunedì in sala
consiliare.
«Una proposta ragionevole»
Intanto Cattaneo risponde alle
polemiche generate dalla sua proposta di soluzione, con il ripristino di alcune fermate negli orari
destinati ai pendolari: «Mi spiace
- afferma l’esponente di Ncd - ma
se non ci mettiamo d’accordo
nemmeno sui numeri dei treni
che verranno soppressi, visto che
quelli che ho portato io nel dibattito sono stati contestati dai rappresentanti dei pendolari, è difficile discutere. Valuteremo una
proposta ragionevole e realistica
per risolvere il problema». 1 A.Ali.
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Malpensa
Fermata di Busto Si muove la Regione
FILO DIRETTO con la Regione per
ottenere una marcia indietro sulla
soppressione della fermata Busto
Arsizio del Malpensa Express,
annunciata per il 26 aprile prossimo.
Il consigliere regionale Luca Marsico
(Forza Italia) si è mobilitato,
stabilendo un contatto con l’assessore
a Mobilità e Infrastrutture Alessandro
Forte.
«La
questione
della
soppressione del Malpensa Express
per la tratta Busto Arsizio-Milano
Cadorna - ha detto l’esponente
azzurro - ha visto sin da subito la mia
attenzione rispetto ad un problema
che investe, giornalmente, i pendolari
della città di Busto e delle realtà
limitrofe. Ho trovato nell’assessore
Sorte un interlocutore attento alle
esigenze e istanze del Comitato
Pendolari Trenord Busto Arsizio, una
cui delegazione è stata ricevuta la
scorsa settimana in Consiglio
regionale». L’obiettivo è cercare di
rispondere positivamente alle loro
sollecitazioni. «Sono in stretto
contatto con l’assessorato - prosegue
Marsico nella nota stampa con cui ha
reso nota la sua azione - con
l’obiettivo di addivenire, al più
presto, a una soluzione che sia
funzionale e utile anzitutto per i
cittadini che sono, al momento gli
unici
penalizzati
rispetto
all’annunciata
scelta
della
soppressione della fermata che
dovrebbe scattare alla fine di aprile,
proprio alla vigilia di Expo 2015».
La mobilitazione dei pendolari,
quindi, trova una sponda politica
dopo che sulla petizione organizzata
dai viaggiatori, autorganizzati in un
comitato spontaneo, sono state
raccolte in meno di una settimana
oltre
2.500
firme.
R.V.
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Malpensa
«Da Roma è un’ora di volo
Bastava un sottosegretario»
I più arrabbiati per il forfait dell’ultimo minuto del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi sono i sindacati. «Il ministro dovrebbe sapere che
da Malpensa a Roma c’è un’ora d’aereosoltanto-ironizzaGerardoLarghi,
segretario della Cisl dei Laghi - avrebbe potuto mandare un sottosegretario che potesse prendere degli impegni al suo posto».
La preoccupazione più grande dei
sindacati è Malpensa. «Per risolvere
il problema Malpensa ci vuole un pat-
tod’areaperchéildualismoconLinate
è inventato. Bisogna riqualificare
l’area perché non basta sostituire i
passeggeri con le merci» prosegue
Larghi.
Occasione persa anche per la Cgil varesina che sarebbe dovuta intervenire al Tavolo a nome anche di Cisl e Uil.
«Il tavolo era convocato da tempo e
auspico che se ne fissi un altro a breve
-affermaUmbertoColombo,segretario Cgil Varese - Non serve più fare il
punto della situazione ma avere ri-
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Malpensa
sposte concrete dopo un anno di attesa ed è questo che ci aspettiamo dal
ministroapartiredaMalpensa,cheha
tutte le carte in regola per svilupparsi.
Bastaparole;siamomoltopreoccupati per le ricadute occupazionali sui lavoratori dello scalo e dell’indotto».
Severo anche il giudizio della Uil.
«Se Malpensa è al centro dei pensieri
del ministro lo si capirà dalla rapidità
della disponibilità di Lupi di partecipare ad un nuovo Tavolo - sottolinea
il segretario provinciale Antonio Albrizio-Alministrovorremmochiedere conto della sue dichiarazioni a seguitodell’accordotraAlitaliaeEtihad;
non abbiamo capito quali sarebbero
i vantaggi per Malpensa e poi manca
un piano aeroporti». M. FON.
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Malpensa
Alitalia, Malpensa sempre più lontana
MALPENSA - Complice la
liberalizzazione su Linate dei
voli verso le città europee
(anche
non
capitali)
introdotta con il decreto
Lupi, il centro di gravità
milanese di Alitalia sarà
sempre più lontano da
Malpensa e più vicino al city
airport. Lì, infatti, ci saranno
aerei di corto e medio raggio
pronti
a
trasportare
i
passeggeri italiani verso gli
hub europei di riferimento
Etihad per poi ripartire e
raggiungere tutto il mondo.
Ne è convinto il sindaco di
Somma Lombardo Guido
Colombo,
sempre
più
preoccupato sul futuro dello
scalo - che ospita in “casa”
propria e che dà lavoro a
centinaia di suoi concittadini
- dopo la presentazione del
nuovo piano industriale di
Alitalia. «Ho ascoltato con
attenzione la conferenza
stampa dell’a.d. Silvano
Cassano e ciò che mi ha
colpito è la sincera ingenuità
espressa nelle sue parole.
Aumenteranno da Linate i
collegamenti con gli hub
delle compagnie partner e, se
non
ho
capito
male,
rilasceranno il biglietto unico
di percorrenza. Ma il decreto
Lupi non prevede solo il
point to point da Milano
Linate?». Secondo il primo
cittadino sommese, si tratta
di un lapsus in buona fede
che mostra però i reali
obiettivi della ex compagnia
di bandiera sul sistema
aeroportuale
milanese.
Obiettivi,
dice,
che
provocheranno conseguenze
negative sia per Malpensa
che per Linate: «Le parole di
Cassano mi convincono
sempre di più che il decreto
Lupi è controproducente per
il sistema Italia, perché il
parametro fondamentale al
quale noi dobbiamo guardare
come nazione è quello della
connettività diretta che, in sé,
rappresenta il vero bene
pubblico da preservare e da
sviluppare quando ci si
occupa di trasporto aereo dal
punto di vista istituzionale e
politico. Se Malpensa offre
due collegamenti giornalieri
con
la
Cina
mentre
Francoforte, che è aeroporto
cruciale inserito in una
regione manifatturiera che
equivale grossomodo alla
Lombardia, ha 8 destinazioni
giornaliere, chi credete sia
più competitivo sul mercato
orientale?
I
nostri
imprenditori
o
quelli
tedeschi? E se Malpensa
offre
3
collegamenti
giornalieri con il Nord
America e Monaco ha 12
destinazioni, chi credete sia
più competitivo sul mercato
americano?
i
nostri
imprenditori
o
quelli
tedeschi? L'Alitalia in tutto
questo non ci aiuta, ma
penalizza il sistema Italia».
Gli obiettivi dei nuovi vertici
di Az, del resto, sono
chiarissimi: un incremento
dei servizi di lungo raggio su
Malpensa, mentre da Linate
aumenteranno i collegamenti
verso
gli
scali
delle
compagnie partner (per ora
Dusseldorf e Berlino di Air
Berlin). Ma James Hogan,
presidente di Etihad, è stato
ancora più chiaro: «Oggi
Alitalia va male perché finora
è stata gestita come una
società pubblica. Questa è
l’ultima
possibilità
di
salvarla». Gabriele Ceresa
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Malpensa
I sindaci con l’amaro in bocca
Non per il ministro. Per l’ex hub
Li abbiamo contattati al telefono e qualcuno non sapeva del rinvio
Tutti, però, concordano: «Non si può certo buttarlo dalla finestra»
VARESE
GIULIA CAZZANIGA
C’èchiraggiungiamotelefonicamente che ancora non sa
dell’assenza del ministro Lupi al
confronto previsto - e tanto atteso
-perieri.Chisaechinonsaancora,
a tutti rimane in bocca “Malpensa”. Avrebbero voluto dirla e ridirla, ieri, questa parola al ministro.
«Senza preconcetti e con grande realismo», ci spiega Edoardo
Guenzani, primo cittadino di
Gallarate: «I sindaci sono uniti, da
qui a Novara, sull’allarme che una
contrazione dello sviluppo
dell'aeroporto porterà su tutto il
territorio, soprattutto in termini
di occupazione».
«Ma usiamo la testa, ragioniamo e ci rendiamo conto dell’importanza di Linate per Milano.
Proponiamo e abbiamo suggerito
al presidente di Sea la differenziazione delle tariffe: chi vorrà sbarcare a un passo dalla città potrebbe pagare di più di chi invece desidera prima di tutto risparmiare e
non ritiene un problema atterrare
a 30 chilometri dal centro, così
come avviene nelle più grandi città europee, potrà farlo».
Sia il mercato a decidere
«Deve essere il libero mercato a
determinare il successo definitivo
dell’aeroporto, occorre una volontà politica perché questo avvenga.
Purtroppointemaditariffeil2015
sembra essere ormai perso, ma le
condizioni poste da Ethiad per il
salvataggio di Alitalia non possono determinare l’abbandono di
Malpensa dopo tutti gli investimenti fatti». «Che si debbano scegliere gli aeroporti di Zurigo o
Francoforte per venire qui è assurdo», rincara colui che avrebbe
fatto un po’ gli onori di casa ieri:
Attilio Fontana. Il sindaco di Varese non riesce a pensare che «si
butti dalla finestra quel patrimonio enorme che è Malpensa, unico
grande investimento al Nord negli
ultimi 30 anni».
«Sarebbe devastante», dice, «e
se anche non sono un tecnico penso che liberare slot affinché le
compagnie possano organizzare
voli internazionali sia una proposta accettabile, così come migliorare l’accessibilità del luogo ultimando la Arcisate Stabio, con un
verocronoprogrammacheancora
sto attendendo». «L’ultimo decreto che riguarda l'aeroporto è un
rischio forte di affossamento e se
abbiamopersol’occasionediExpo
dobbiamoaverelaforzadiguardare adesso al futuro».
L’ottimismo di Farioli
Certo che quello di ieri «sia solo un
rimando, Lupi tornerà presto a
Varese», è Gigi Farioli, fascia tricolore di Busto Arsizio, che rilancia: «È chiaro a tutti che il salvataggio di Alitalia abbia comportato
qualche dazio da pagare, la Lombardia sta versando più di altri,
occorre quindi governare meglio
il problema».
Rispetto al ripristino della fermata di Busto del Malpensa Express Farioli ci racconta che è fiducioso, «ci sono i margini per recuperare fermate e ridefinire i collegamentinonsoloaserviziodiItalo
e Frecciarossa, ma soprattutto dei
nostri pendolari. I binari, per rimanere in tema, mi sembra stiano
cominciando a stridere e le ruote
dei treni a muoversi, spero nella
nostra direzione». Oltre a Malpensa e ferrovia, il tema di ieri sarebbe stato necessariamente
Il primo tavolo organizzato nel febbraio scorso a MalpensaFiere
quello di Pedemontana e dei suoi
costi. Afferma Fontana: «Sarebbe
vergognoso che per tre chilometri
anche solo si pensasse a un pedaggioquandocentinaiadichilometri
nel nostro Paese sono percorribili
gratuitamente».
Di pedaggi ad opera ultimata
Fontana è disponibile a parlarne,
«l’importante è che non tirino un
ceffone in faccia al Nord e a Varese
già oggi». «Forse non è l’opera perfetta, sarebbe stata magari più utile se fatta in altro modo, ma oggi
dico finiamola, siamo già troppo
in ritardo e in ogni caso miglioriamo i tempi per raggiungere Como
e Lecco, bene - per ora - così».
Chiediamo infine al presidente
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dellaProvinciaGunnarVincenzi
se ci siano altri nodi taciuti e da
portare all’attenzione delle istituzioni per quanto riguarda infrastrutture e trasporti.
«Manca ancora un confronto
sulla Varesina bis», ci dice, «e sarà
una questione che andrà affrontata presto. Rimane sul tavolo anche
quella del transito merci su tutto
il territorio della zona del Lago
Maggiore, perché se chiaramente
è un passaggio che ci rende attrattivi e competitvi, di fatto si rischia
di tagliare in due Comuni come
Ispra, Caravate, Sangiano, ad
esempio, i cui cittadini già oggi
stanno fermi mezz’ore al passaggio a livello». 1
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Malpensa
Più di 2.500 contro Trenord Oggi Farioli parla con Lupi
BUSTO ARSIZIO - Una settimana
per riprogettare le fermate ferroviarie
e, di conseguenza, la qualità della
vita di tutti quei pendolari che fra tre
mesi non potranno più salire alla
stazione Nord sul Malpensa Express
che porta a Milano Cadorna. Il
comitato pendolari Busto Nord ce
l’ha messa tutta per far sentire la
propria voce a ogni livello
decisionale. Oggi, al tavolo sulla
competitività territoriale indetto a
Ville Ponti di Varese, il sindaco Gigi
Farioli dovrebbe avere l’opportunità
di spiegare al ministro dei Trasporti
Maurizio Lupi che dei correttivi
vanno fatti. Per il presidente
regionale Raffaele Cattaneo qualche
corsa che s’arresti anche in città negli
orari di punta si potrebbe ripristinare:
lui parla di 800 persone interessate,
anche se il gruppo spontaneo di
viaggiatori - che si è subito attivato
per evitare la sopressione - in realtà
su quelle carrozze ha raccolto più di
2.500 firme di persone (non solo
abbonati, ma anche professionisti che
prendono
settimanalmente
il
convoglio)
contrarie
al
provvedimento. Oltretutto lunedì
prossimo, nella sala del consiglio
comunale, il primo cittadino Farioli
ha chiamato a raccolta tutte le parti in
causa, così come i politici che hanno
sollecitato revisioni. Ci saranno
anche i pendolari che, in una nota,
descrivono il frutto della loro analisi:
«Con il nuovo piano regionale dei
trasporti, deciso in assenza di
rappresentanti della provincia di
Varese, Busto perderà al giorno 42
fermate del Malpensa Express, tra
andata e ritorno, anche considerando
le 23 corse del potenziamento verso
Garibaldi e Centrale, che tra l'altro
non coprono le fasce pendolari».
Ma.Li.
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Malpensa
Il pericolo corre lungo viale Milano
Gallarate
RICCARDO
SAPORITI
Incidenti
a
Gallarate, ecco la mappa.
Grazie ai dati della Prefettura
di
Varese,
messi
a
disposizione dalla polizia
locale, la Provincia di Varese
ha ricostruito i punti della
città in cui si sono verificati
sinistri nel corso del 2014.
Facile da intuire, le più
colpite sono anche le vie più
trafficate. In totale sono 563
gli incidenti che si sono
verificati lo scorso anno
lungo
le
strade
che
attraversano la città dei Due
Galli. In particolare, 463
sono avvenuti nelle vie della
città, mentre 100 sono
capitati alle automobili che
percorrevano i tratti urbani
dell’autostrada A8 e della
superstrada 336 di Malpensa.
Dove regna il rischio
Cominciando dalle strade
cittadine, è viale Milano
quella più colpita. Ben 25 i
sinistri che hanno impegnato
le forze dell’ordine lungo
questa strada che dal centro
della città arriva fino alla
zona dei centri commerciali.
E dove almeno due volte al
mese si registra un incidente.
Ci sono poi 20 episodi lungo
via Pegoraro, arteria che che
collega il centro cittadino al
quartiere della Cascinetta e
che accoglie il traffico in
arrivo da nord. Quindi 18 in
via Torino, lungo tratto che
dall’incrocio
con
viale
Milano muove in direzione
sud fino al confine con
Samarate. Chi sale e chi
scende In doppia cifra con 15
scontri
anche
corso
Sempione, la strada che porta
in direzione di Somma
Lombardo, e via Buonarroti.
Quindi
via
Varese,
prolungamento verso nord di
via Pegoraro, dove ne sono
capitati 12. Sono invece 10 i
sinistri avvenuti lo scorso
anno intorno alla rotatoria di
Piazza
Risorgimento,
altrettanti quelli capitati in
via Buonarroti. Nei primi
posti
della
classifica,
insomma, non ci sono né la
tangenzialina, né vie Carlo
Noè. E nemmeno via
Vespucci e viale Lombardia.
Ovvero quelle strade a due
corsie per senso di marcia,
che invitano alla velocità. E
sulle quali per prime
l’amministrazione ha voluto
installare
i
VeloOk,
bussolotti arancioni che, con
la “minaccia” di contenere un
autovelox,
dovrebbero
convincere gli automobilisti a
non correre. Non che qui non
capitino sinistri: undici in via
Carlo Noé, dieci in via
Sanzio,
otto
in
viale
Lombardia e in via Schuster.
Da notare che cinque di
questi sono avvenuti in largo
degli
Alpini,
rotonda
all’incrocio
con
via
Rongione. Il database conta
poi sei sinistri in via
Vespucci e via Venegoni,
cinque in via Forze Armate,
via Pietro da Gallarate, via
Arconti e via Cavallotti. Le
grandi arterie Fin qui i tratti
urbani.
Nel
territorio
gallaratese, però, passano
anche alcune grandi arterie
come l’autostrada A8, il
raccordo A8/A26 e la
superstrada 336 di Malpensa.
Strade extraurbane lungo le
quali si sono verificati lo
scorso
anno
ben
100
incidenti. La più colpita è la
Milano-Varese, dove sono
avvenuti 44 sinistri. Poi c’è il
raccordo tra quest’ultima e la
Genova-Gravellona
Toce,
lungo la quale per 32 volte è
stato necessario intervenire
dopo un incidente. Quindi la
superstrada che conduce
verso
l’aeroporto,
dove
l’anno passato sono avvenuti
24 scontri. Fuori dal conto,
ovviamente, ci sono tutti quei
casi in cui è bastata la
constatazione
amichevole,
senza
cioè
che
fosse
necessario l’intervento delle
forze
dell’ordine.
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Malpensa
Case delocalizzate, è tempo di abbattimenti: oggi la firma
SOMMA LOMBARDO - Case
delocalizzate: al via le prime
demolizioni.
Stamattina
si
concretizza l’iter burocratico
per abbattere diverse villette
rimaste vuote dopo i bandi di
delocalizzazione. «Oggi alle 10
avverrà la firma per la consegna
dei lavori» conferma il sindaco
Guido Colombo: «Ci si trova a
Case Nuove con la ditta
appaltatrice per la firma e la
consegna ufficiale del verbale.
Impresa
e
appaltante
sottoscrivono il documento che
deve essere appunto firmato in
loco». Seguiranno verifiche e
allestimento dei cantieri, per
cominciare con le demolizioni
vere e proprie tra qualche
giorno.
«Le
operazioni
dovrebbero iniziare dopo tre o
quatto giorni e dovrebbero
protrarsi fino a fine aprile»
spiega Colombo. A Somma
Lombardo in totale saranno rasi
al suolo 45 dei 49 edifici
previsti. Le prime abitazioni ad
essere abbattute saranno quelle
vicine
all’istituto
tecnico
superiore
aeronautico,
nel
comparto tra via Leonardo da
Vinci, dove la scorsa settimana
si è realizzata una performance
artistica, e via de Pinedo, per un
totale di 12 immobili in una
prima fase, per poi proseguire
come
stabilito
dall’elenco
approvato
dal
consiglio
comunale.
Le
demolizioni
interesseranno diverse residenze
fantasma anche nei comuni
vicini di Ferno e Lonate. Prima
di procedere all’atto pratico, gli
operai hanno già effettuato una
prima fase di lavori e verifiche,
con la chiusura delle condutture
di acqua e gas e le segnalazioni
a spray delle aree. «I controlli
seguiranno anche nei prossimi
giorni» aggiunge Colombo.
All’interno di alcune case vuote
infatti dormono alcune persone
ancora oggi, come testimoniato
da residenti nelle vicinanze e
anche da resti di piccoli fuochi e
segni di passaggio che si
trovano nelle ex villette. In zona
circolano anche diversi gatti
randagi, come si vede da ciotole
di croccantini che qualche
volontario lascia nei giardini
ormai disabitati. Le demolizioni
libereranno
volumetrie
e
risolveranno, almeno in parte,
un problema di degrado ormai
in stadio avanzato. Restano però
ancora tante incognite a 15 anni
di distanza dall’inizio del
procedimento
di
delocalizzazione,
che
ha
"svuotato" 549 edifici ( 56 nel
comune di Ferno, 355 a Lonate
Pozzolo e 138 a Somma
Lombardo). Il progetto di
espansione Malpensa 2000
aveva di fatto portato i livelli di
decibel superiori ai limiti in
alcune
zone
prossime
all’aeroporto. Così cominciò
un’operazione per far traslocare
i residenti a fronte di un
rimborso
economico.
Chi
decideva di rimanere, avrebbe
dovuto essere "compensato" con
opere
di
mitigazione
e
insonorizzazione, rese possibili
dagli introiti dell’Iresa, una
tassa sul rumore applicata alle
compagnie
aeree
più
"chiassose". Di fatto non è
andata così, come più volte ha
segnalato il sindaco Colombo:
la tassa non è stata applicata, e
le opere mai realizzate. Nel
frattempo le case rimaste vuote
invecchiavano,
diventavano
prede di vandalismi e degrado,
discariche abusive anche di
rifiuti
pericolosi,
come
l’amianto, richiedendo spese di
manutenzione continue. L’unica
soluzione
è
divenuta
l’abbattimento. Le aree, dopo le
demolizioni, dovranno essere
sottoposte ad a un progetto di
completa riqualificazione. In
una prima fase dovrebbero
essere convertite in modo
provvisorio ad aree verdi. Poi si
aprirà il capitolo del riutilizzo.
Alessandra
Favaro
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Malpensa
Malpensa Express, sdegno senza fine «Ci sentiamo presi per i fondelli»
Busto
Arsizio
Caso-Malpensa Express, è
levata di scudi: Busto Arsizio
rivuole tutte le fermate.
Pendolari e politici si
ritrovano così uniti nel
respingere la proposta dell’ex
assessore regionale Raffaele
Cattaneo,
attualmente
presidente del Consiglio
regionale, di «ripristinare le
fermate
del
Malpensa
Express per Milano Cadorna
solo negli orari dei pendolari
». Una proposta che più un
compromesso sembra un
“contentino”, se non una vera
e propria «presa per i
fondelli», come si legge sulle
bacheche dei social network,
bollenti da quando si è
diffusa la notizia della
soppressione dei “diretti” da
Busto Nord a Cadorna. Per il
capogruppo
di
ti
per
Malpensa hub, Regione
Lombardia,
Comune
di
Busto, Provincia di Varese e
Ferrovie Nord si accollarono
gli investimenti per il
quadruplicamento della linea
ferroviaria Milano- Busto». E
ancora, che «con una scelta
lungimirante, coraggiosa e
responsabile a partire dal
1985, Ferrovie Nord Milano
e l’Amministrazione di Busto
si accollarono 40 miliardi di
lire per interrare le linee,
eliminare passaggi a livello,
rendere fluido e veloce il
collegamento
Milano-Malpensa-Novara »,
che tale investimento «aveva
come
presupposto
la
realizzazione,
sull’area
liberata
di
un
centro
direzionale
e
una
riqualificazione
urbana
funzionale agli investimenti
connessi all’aeroporto di
Malpensa», e che il Malpensa
Express «venne ampiamente
sostenuto economicamente
all’interno del contratto di
servizio
del
trasporto
pubblico locale». Inoltre
Farioli rivendica anche i
sacrifici fatti da Busto
Arsizio che «nell’ultimo
decennio si è fatta sventrare
interi quartieri, con il rischio
di segregazione di molti
cittadini e qualche impresa,
con i famosi raccordi X e Y»,
con
la
prospettiva
di
diventare
quello
snodo
«baricentrico» del traffico
ferroviario
che
la
soppressione della fermata
per Cadorna rischia a questo
punto in gran parte di
vanificare. Andrea Aliverti
Forza Italia Enrico Salomi «è
un
pessimo
punto
di
partenza»,
sia
perché
costringe i pendolari ad
esserlo «solo in determinati
orari », sia perché «toglie a
Busto un diritto acquisito
senza neanche avvisare il
sindaco»,
oltre
a
«disconoscere il lavoro del
distretto del commercio in
vista di Expo». Netta anche
la posizione del sindaco Gigi
Farioli: «Chi oggi parla
superficialmente
delle
fermate a Busto come di un
fastidio, di una scocciatura, o
di una pretesa di una
comunità a difesa del suo
prestigio, o ignora o mente
sapendo di mentire». Il primo
cittadino si rivolge anche allo
stesso
Cattaneo,
ricordandogli
che
«dai
lontani
Anni
80
per
consentire all’Italia di godere
in
sede
europea
dei
finanziamen-
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Malpensa
Ecco come arrivarci E dove si va
Via le transenne: da oggi si circola
sulla tratta A di Pedemontana. Il
primo lotto della autostrada A36 per
Dalmine congiunge la A8, dopo
Gallarate e poco prima dello svincolo di Busto Arsizio/Malpensa, con la
A9 all’altezza di Lomazzo, tra gli
svincoli di Turate e Lomazzo Sud: in
tutto 15 chilometri. Per chi arriva da
Varese, l’ingresso è dopo i caselli a
pedaggio di Cavaria (un euro e 50) o
Gallarate (80 cent). Da sud si può
accedere dallo svinco- lo di Busto
Arsizio (ma attenzione agli ingorghi
negli orari di punta, sia in via
Busto-Fagnano che all’altezza del
carcere). Prima di arrivare a Lomazzo, ci si imbatte in tre svincoli:
quello di Solbiate Olona (con doppia
uscita verso la rotatoria della Sp2 su
via Combattenti e verso la zona
industriale di Fagnano Olona) e
quelli di Mozzate e Cislago. A. ALI.
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Malpensa
Il sogno della città infinita diventato tangenziale esterna
Ma la prima Pedemontana
non era quella che vediamo
oggi: avrebbe dovuto dare
alla fascia nord della
Lombardia quell’identità non
“milanocentrica” che non ha
mai avuto. Era infatti molto
diverso il progetto originario,
che ancora alla fine degli
anni ’80 era stato portato nei
consigli comunali dei paesi
interessati e che per decenni
ha
vincolato
terreni,
lasciandoli sotto la spada di
Damocle di possibili futuri
espropri, e bloccato i piani
regolatori e le occasioni di
sviluppo di intere comunità.
Il
primo
tratto
della
Pedemontana originaria era
quello che è stato inaugurato
sabato e coincideva con il
primo
tratto
della
Tangenziale di Varese, dallo
svincolo della A8 a Gazzada
fino al Ponte di Vedano. Da
lì si sarebbe diramata verso
Vedano Olona, salendo verso
i prati di San Salvatore e
passando in trincea tra
Albiolo, Solbiate e Olgiate
Comasco, per poi dirigersi
verso Como, zona Grandate,
dove avrebbe intercettato la
A9. Valorizzare la fascia
Nord A quel punto, interrata,
avrebbe
oltrepassato
il
capoluogo lariano e si
sarebbe spinta verso Lecco e
da qui a Bergamo. Solo in
parte le tangenziali di Varese
e Como hanno recuperato
quel tracciato, in parte è stato
rivisitato nel progetto della
Varese-Como-Lecco.
La
logica che aveva spinto le
Camere di Commercio delle
province pedemontane a
mettere in piedi questa
ipotesi, già dalla fine degli
anni ’50, era quella di
valorizzare la fascia nord
della Lombardia sull’asse
est-ovest, sganciandola dal
complicato
rapporto
centrifugo con Milano. Fino
all’inizio degli anni ’90,
quando il progetto fu ripreso
in mano, l’idea era ancora
valida, visto che le province
industriali e nanetti davanti a
casa».
Un
unicum
urbanizzato senza soluzione
di continuità, privo di identità
proprio perché privo di
connessioni efficaci per
mettere in comunicazione
persone e imprese, quindi
sottoposto al rischio di finire
per essere una sorta di “zona
grigia” tra Milano e il Nord
Europa
quando
i
collegamenti veloci saranno
attivi. Poi però la politica
milanese, che dal Pirellone
ha sempre indirizzato le
scelte anche infrastrutturali
con la logica della raggiera
centrata sul capoluogo, è
riuscita a trasformare il
progetto originario in una
sorta di “tangenziale esterna”
di Milano, come alternativa
per liberare la congestionata
A4 più ancora che per
collegare Malpensa con il
Solo la tangenziale è
“originale” Nord-Est.
A.
Ali. e i distretti produttivi
della
fascia
prealpina
sentivano il bisogno di
costruirsi un’identità, anche
politica, che fosse meno
“milanocentrica”. Un unicum
urbanizzato Era quella fascia
pedemontana che il sociologo
Aldo Bonomi, a più riprese
consulente della società,
chiamava «la città infinita di
paesi
denominati
da
segnaletiche per segnare le
differenze di luogo, a volte
scritte in dialetto, che non
risolvono
il
senso
di
spaesamento che prende
viaggiando in quel continuare
di capannoni, megastore e
villette
con
giardin
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Malpensa
Inquinamento
di Malpensa
I Comuni alzano
la guardia
Malpensa
Controllo dell’inquinamento provocato
da Malpensa e suoi effetti sulla salute. A
pensarci non sono soltanto i Comuni a
ridosso dell’aeroporto, ma anche i Comuni di seconda fascia, ugualmente coinvolti dal sorvolo degli aerei e dal traffico
veicolare procurato da Malpensa.
1
All’incontro organizzato dal “Coordinamento dei sindaci dei Comuni di seconda fascia sulle problematiche relative all’aeroporto
di Malpensa”, nella sala consiliare
del Comune di Daverio, capofila
dell’iniziativa, a cui, oltre ai ComunidelCoordinamento(Azzate,
Daverio, Inarzo, Mornago, Vergiate e Sumirago) hanno partecipato
Bodio Lomnago, Cazzago Brabbia, Crosio Della Valle, Jerago con
Orago, Mercallo, Arsago Seprio,
Casorate Sempione, Golasecca.
Presenti, inoltre, il presidente della Provincia Gunnar Vincenzi e
il vice presidente Giorgio Ginelli.
Obiettivo del Coordinamento
è mettere intorno a un tavolo medici, esperti e amministratori locali e avviare una discussione sulla
complessa relazione tra esigenza
di sviluppo di Malpensa e la salvaguardia della salute delle popolazioni residenti, sostenuta sia dalle
amministrazioni locali che dagli
operatori socio-sanitari.
Il nuovo indicatore per la valutazione degli effetti sulla salute di
azioni e progetti è la Valutazione
di Impatto sulla Salute (VIS).
«L’incontro è stata una buona occasione di confronto sul nostro
aeroporto - hanno dichiarato il
presidente della Provincia Vincenzi e il vice presidente Ginelli Malpensa continua a rappresentare per tutta la provincia una risorsa in grado di offrire opportunità sotto il profilo lavorativo, economico, turistico e promozionale.
E questo non va mai dimenticato.
Come non vanno dimenticati i temi messi sul tavolo dal Coordinamento, da approfondire senza sollevare allarmismi. Rientrano tra
le questioni che tutte le grandi
opere “si portano dietro” e che, se
ben pianificate, si riescono a gestire». 1 A. Ped.
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Malpensa
Meridiana, operazione rilancio
FUTURO
di
Meridiana
ancora da scrivere con un
nuovo piano industriale. A
breve
dovrebbe
essere
convocato
un
secondo
incontro, dopo il primo che si
è tenuto nella sede del
ministero per lo Sviluppo
economico il 21 gennaio, un
nuovo confronto sul rilancio
della compagnia che nello
scorso mese di ottobre aveva
aperto la procedura di
mobilità
per
1.634
dipendenti, 561 dei quali di
base a Malpensa. La «fase
2», com’è stata definita, deve
discutere il futuro del vettore,
con il piano industriale e il
destino dei 1.340 dipendenti
rimasti, per i quali potrebbe
riaprirsi la mobilità. Dopo il
primo confronto, nulla è
trapelato circa il contenuto
del piano, in attesa del
prossimo
incontro.
Il
documento prevederebbe una
nuova flotta ma anche
licenziamenti, ancora da
quantificare.
Momento
dunque delicato nel quale
saranno valutate varie ipotesi
di intervento per rilanciare la
compagnia che nel frattempo
l’altro giorno ha lanciato la
sua campagna di voli
«primavera- estate» con
sconti del 25% se si prenota
entro il 28 gennaio. Da
Malpensa sono annunciati
per l’estate collegamenti con
Santorini, Rodi, Mykonos,
Ibiza, Minorca e Palma;
confermati i collegamenti
con Canarie, Mombasa,
Zanzibar, Sharm el Sheik,
Dakar
e
Fortaleza.
L’ATTESA ora è rivolta al
piano industriale: la speranza
dei lavoratori che hanno
scelto di rimanere nella
compagnia è che i vertici del
vettore
confermino
l’impegno a sostenere il
rilancio dell’attività. È la
speranza
dei
dipendenti
Meridiana operativi nello
scalo di Malpensa: un
centinaio, dei 561 per i quali
in un primo tempo era stata
aperta la procedura di
mobilità,
hanno
scelto
l’esodo volontario, gli altri
sono rimasti con l’auspicio di
poter continuare a lavorare.
Destino al momento ancora
incerto e appeso al piano
industriale dal quale dipende
il futuro della compagnia.
Una situazione che continua
a preoccupare il territorio
perché si tratta di centinaia di
posti
di
lavoro
che
potrebbero essere tagliati dal
vettore, sacrificati al rilancio.
«Guardiamo con attenzione
alla vertenza Meridiana –
dice Umberto Colombo,
segretario generale della Cgil
di Varese – ci sono posti di
lavoro
da
tutelare
a
Malpensa. La compagnia ha
bisogno
di
un
piano
industriale che ne consenta il
rilancio». Ma nel territorio
varesino si continuino ad
attendere segnali di cambio
di rotta anche per quanto
riguarda il Decreto Lupi che
ha liberalizzato i voli su
Linate,
penalizzando
Malpensa. Lunedì il ministro
sarà
a
Varese
per
l’inaugurazione
di
Pedemontana, occasione per
chiedere cosa ne sarà dello
scalo della brughiera
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24/01/2015
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Malpensa
Sviluppare l'aeroporto? Sì, ma prima serve la Vis
MALPENSA - Il vecchio
Masterplan è stato ritirato, però
Sea ha avviato la fase di studio
per realizzarne uno nuovo.
Perché, al di là di quel poco che
accade ora in termini di
passeggeri e movimenti, è
comunque necessario mettere
nero su bianco lo sviluppo di
Malpensa per i prossimi
decenni. Siano essi di gloria o a
scartamento ridotto rispetto alle
previsioni del passato recente.
Tra l’altro il presidente della
società di gestione aeroportuale,
Pietro Modiano, ha tenuto ad
aprire al confronto con il
territorio per condividere la
crescita nel rispetto reciproco di
ruoli ed esigenze. Ebbene, ecco
la prima richiesta: procedere
con una Vis, cioè la Valutazione
di impatto sulla salute messa in
evidenza quale valido indicatore
da recenti studi. A proporla
sono il Coordinamento dei
sindaci dei Comuni di seconda
fascia
sulle
problematiche
relative
all’aeroporto
di
Malpensa e la Provincia di
Varese. È quanto emerso
nell’ultimo
incontro
dell’organismo sovracomunale,
che si è svolto a Daverio (zona
centrale del Varesotto), al quale
hanno preso parte anche il
presidente provinciale Gunnar
Vincenzi e il suo vice Giorgio
Ginelli. Oltre ai sindaci dei
Comuni
del
medesimo
coordinamento
di
seconda
fascia (appunto Daverio, quindi
Azzate,
Inarzo,
Mornago,
Vergiate e Sumirago) e a quelli
di Bodio Lomnago, Cazzago
Brabbia, Crosio Della Valle,
Jerago con Orago, Mercallo,
Arsago
Seprio,
Casorate
Sempione e Golasecca. Queste
ultime tre municipalità, tutte
componenti del Consorzio
urbanistico volontario, erano
dunque le uniche presenti tra le
nove strettamente aeroportuali.
Comunque, il summit è segno
che, a parte lo scontato e
provato influsso sull’economia
dell’intera provincia, i due
terminal
della
brughiera
suscitano interesse ambientale
al di là del loro stretto raggio
d’azione. Che dal punto di vista
del trasporto aereo, ovviamente,
ha estensione nazionale: lo
scalo
è
considerato
ufficialmente strategico per il
Nord-Ovest d’Italia ed è il più
importante nel settore cargo.
Quindi, anche alle latitudini del
capoluogo si teme uno sviluppo
incontrollato
dell’ex
hub.
Sebbene oggi questa appaia
come un’ipotesi poco probabile.
In qualsiasi caso Alberto
Tognola, sindaco di Daverio,
rimarca in una nota: «C’è la
comune
percezione
che
l’impatto di Malpensa e del
traffico correlato si estenda
ormai ben oltre i confini
dell’area
di
sedime
aeroportuale. Come anche gli
effetti di rumore e inquinamento
che
possiamo
verificare
direttamente ogni giorno». La
richiesta è allora di inserire la
Vis nei piani di valutazione ed è
rivolta al legislatore, con
l’obiettivo di avviare un
processo di armonizzazione fra
le esigenze industriali di Sea e il
territorio. A questo punto da
intendere come molto esteso.
Ma prima di tutto l’organismo
di seconda fascia vuole mettere
intorno a un tavolo medici,
esperti e amministratori locali
per
avviare
la
relativa
discussione.
«L’incontro
dell’altra sera è stata una buona
occasione di confronto sul
nostro aeroporto», aggiungono
in modo corale Vincenzi e
Ginelli nello stesso comunicato.
«In qualità di amministratori
provinciali siamo stati invitati a
partecipare al tavolo e abbiamo
avuto la possibilità di ascoltare
le indicazioni dei sindaci. È
innegabile
che
Malpensa
continua a rappresentare per
tutta la provincia una risorsa in
grado di offrire opportunità
sotto il profilo lavorativo,
economico,
turistico
e
promozionale. E questo non va
mai dimenticato. Come non
vanno dimenticati i temi messi
sul tavolo dal Coordinamento.
Argomenti
che
vanno
approfonditi senza sollevare
allarmismi e che rientrano tra le
questioni che tutte le grandi
opere si portano dietro e che, se
ben pianificate, si riescono a
gestire». Angelo Perna
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Malpensa
Malpensa Express, treno da salvare Cattaneo ottimista: «Si può fare»
SI PUÒ FARE qualcosa per
riavere la fermata del
Malpensa Express diretto a
Cadorna? Di fronte la levata
di scudi del territorio, appare
possibilista
Raffaele
Cattaneo, presidente del
Consiglio regionale che
l’altra sera ad un incontro su
Expo ha detto: «Oggi si
contano undici fermate in
meno, magari non tutte
ugualmente importanti, forse
se ne possono preservare 4 o
5, magari questo potremmo
ottenerlo.
I
bustocchi
verifichino
quali
corse
abbiano
una
maggiore
necessità». Insomma le porte
non sarebbero chiuse del
tutto, uno spiraglio, secondo
le parole di Cattaneo, ci
sarebbe. Intanto il sindaco di
Busto Arsizio Gigi Farioli ha
convocato un vertice in
comune il prossimo 2
febbraio per affrontare la
questione della soppressione
della fermata bustese del
Malpensa Express diretto a
Cadorna.
LA
MOBILITAZIONE
per
riavere la fermata - che
secondo la riorganizzazione
delle corse da parte di
Trenord scomparirebbe a
partire dal 26 aprile alla
stazione in via Monti - è stata
bipartisan:
consiglieri
regionali,
comunali,
rappresentanti di associazioni
e il neonato comitato
pendolari delle Nord hanno
immediatamente reagito a
quella decisione che sembra
uno schiaffo alla città e al suo
ruolo proprio in vista di
Expo. I pendolari arrabbiati
hanno subito avviato una
raccolta di firme, i politici da
destra a sinistra si sono
espressi
reclamando
il
ripristino
della
fermata,
l’altro giorno il sindaco
Farioli ha preso di nuovo
carta e penna per annunciare
la convocazione di un vertice
in comune a Busto Arsizio.
«NON DOBBIAMO finire
nella gazzarra e in un
imbarazzante
scaricabarile
–ha scritto il primo cittadino
bustocco – ma formulare
ipotesi di migliorie che
vadano oltre alla semplice
questione della fermata e
guardino in maniera più
complessiva alle esigenze del
territorio e dei suoi cittadini
che tanto hanno dato anche
per far crescere la rete dei
collegamenti». Il 2 febbraio il
confronto sull’argomento in
comune, «solo così – scrive
ancora Farioli – potremo
ottenere
qualcosa
di
condiviso e positivo che vada
oltre la pur giustificata
polemica sulla soppressione
della fermata». INTANTO la
questione
sarà
portata
all’attenzione del ministro
dei Trasporti Maurizio Lupi
che interverrà lunedì 26
gennaio a Varese al tavolo
della competitività, occasione
dunque
per
ricordare
l’importanza del territorio e
la necessità proprio in vista
di Expo di non perdere la
fermata.
Legambiente
Lombardia
con
Dario
Balotta, responsabile dei
Trasporti per l’associazione,
rilancia la sua proposta: «Per
migliorare i collegamenti per
Rho-Expo,
utilizzare
al
meglio la linea delle Fs dalla
stazione di Busto Arsizio, da
raggiungere con una navetta
da Malpensa. Il servizio
sarebbe più veloce ed
economico
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Malpensa
Orari e destinazioni
E da giugno
partono i voli
per le mete
di villeggiatura
Meridiana è stata l’unica compagnia
che ha presentato la formale accettazione dell’avviso pubblico per
operare in esclusiva (e con oneri di
servizio pubblico secondo il decreto
ministeriale del 2005), i collegamenti diretti Cagliari-Bologna, Cagliari-Torino, Cagliari-Verona, Cagliari-Napoli, Olbia-Bologna, OlbiaVerona e viceversa. Soltanto in autunno, invece, si sapranno le sorti
dei voli con l’Europa e il resto del
mondo: è previsto per il 27 ottobre,
infatti, il nuovo sistema di collegamenti internazionali.
E’ la cosiddetta continuità territoriale che salverebbe la “parte” sarda della compagnia, ma non la forza
lavoro presente negli altri scali
d’Italia, Malpensa compresa dove,
a suon di unione con Meridiana, si
è piazzata Air Italy i cui dipendenti
comportano un costo del lavoro inferiore ai colleghi di Meridiana.
Riguardo il network del vettore aereo dell’Aga Khan, sono stati, nel
frattempo, resi noti i collegamenti
da Malpensa a partire dal prossimo
mese di giugno.
Queste le mete: Santorini (tre giorni
a settimana), Rodi (due frequenze
settimanali), Mykonos (tre voli a
settimana), Ibiza e Palma di Maiorca
una volta a settimana, mentre Minorca sarà raggiunta da Malpensa
con due voli a settimana.
Destinazioni tipicamente estive
ma che tirano in brughiera.
Inoltre la conferma dei voli che già
ora vengono effettuati da Fiumicino
e da Malpensa per le Canarie, Zanzibar, Mombasa, La Romana, Sharm
El Sheik, Dakar, Fortaleza, operati
però essenzialmente da Air Italy
nello scalo nostrano. A.PED.
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Malpensa
Nuvole nere per i 560 di Meridiana
A Malpensa si rischia di restare a terra
Oggi i lavoratori sono in cassa integrazione. La speranza non muore ma va coltivata
Sarebbero confermate le basi di Olbia e Cagliari, alla brughiera arriva Air Italy?
MALPENSA
ALESSANDRA PEDRONI
L’attesa, ora, è per l’incontro con le organizzazioni
sindacali, molto probabilmente
già la settimana entrante. Non
è ancora stata definita la data,
ma sarà allora che i rappresentanti dei lavoratori di Meridiana
vedranno il nuovo piano industriale e potranno trarre tutte le
considerazioni del caso.
La speranza è l’ultima a morire. I 560 dipendenti di Meridiana fly in forze a Malpensa, al
momento in cassa integrazione
(fino a giugno), non vogliono
credere all’ipotesi che la base di
Malpensa sarà chiusa.
«Io sono un esubero»
Il tavolo politico del 21 gennaio
a Roma sul nuovo piano industriale – presenti il ministro dei
Trasporti e delle Infrastrutture
Maurizio Lupi, il ministro per lo
Sviluppo economico Federica
Guidi, il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, l’assessore
regionale ai Trasporti della Sardegna Massimo Deiana e il presidente della compagnia Marco
Rigotti con l’amministratore delegato Richard Creagh – avrebbe
portato a due ore di confronto
serrato per un documento che
confermerebbe le basi di Olbia
e Cagliari per Meridiana fly,
mentre lascerebbe ad Air Italy
Malpensa e lo scalo di Napoli.
Nel qual caso, i 561 dipendenti
Meridiana non sarebbero riassorbiti dal vettore inglobato in
Meridiana che resterebbe sulla
piazza dello scalo della brughiera.
Un tonfo per i lavoratori che
protestano da tempo dichiarandosi semplicemente e drammaticamente “sono un esubero
Meridiana” indossando una maglietta rossa uguale per tutti.
La ex Air Italy del comandante Giuseppe Gentile si terrebbe,
dunque, il mercato anche di lungo raggio dei voli charter sempre
operati da Meridiana a Malpensa lasciando a terra 561 persone?
«Non è detto che la base di Malpensa chiuda», dicono però i lavoratori di Malpensa di Meridiana fly.
Questione di anzianità
«Gli scenari sono vari. Verona,
per esempio, sta lavorando». A
rischio chiusura con Malpensa
ci sarebbero, infatti, anche Verona e Firenze che smetterebbero
di essere aeroporti di riferimento per Meridiana Fly. Ma chi da
anni è occupato sullo scalo nostrano vuole poter sperare.
«Bisognerà vedere in che modo sarà aperta la procedura di
mobilità e chi riguarderà. Sarà
una mobilità di Gruppo e solo
per Meridiana?» domandano i
dipendenti dello scalo nostrano.
Se infatti dovesse trattarsi di una
Sono giorni di tensioni ma anche di speranze per i dipendenti di Meridiana che non si danno per vinti
Timori anche
a Verona e Firenze
Ma chi ci lavora
spera ancora
procedura di mobilità di Gruppo, sarebbero i dipendenti di Air
Italy a doversi preoccupare di
diventare un esubero.
L’anzianità dei dipendenti
della compagnia fino a qualche
tempo con gli uffici sulla statale
del Sempione, a Gallarate, è infatti sicuramente inferiore a
quella che hanno invece maturato i lavoratori di Meridiana Fly.
I riflettori rimangono puntati
sulla vicenda del vettore aereo
dell’Aga Khan. I 289 lavoratori
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che hanno accettato l’esodo volontario non sono un numero
sufficiente a far ritenere chiusa
la partita esuberi.
Ma anche l’opportunità in più
data dalla continuità territoriale
2 e 3, l’una tra la Sardegna e gli
scali minori in Italia e l’altra tra
l’isola e l’Europa, se venisse concessa a Meridiana, garantirebbe
sei, sette aerei da fa ruotare solo
queste rotte.
Ma lascerebbe aperto il nodo
esuberi a Malpensa. 1
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Malpensa
L'estate di Meridiana, via da Malpensa
MALPENSA
–
(g.c.)
Meridiana fly e Malpensa,
destini sempre più lontani?
La presentazione dei voli per
la
prossima
stagione
primaveraestate, ieri mattina,
sembra confermare nei fatti
le indiscrezioni sul piano di
ristrutturazione
trapelate
mercoledì
a
margine
dell’incontro che si è tenuto
al Ministero per lo sviluppo
economico. Ovvero, che i
vertici appaiono orientati a
confermare le basi di Cagliari
e Olbia come sedi di
Meridiana Fly, mentre Napoli
e Malpensa rimarrebbero ad
Air
Italy,
la
seconda
compagnia
del
Gruppo
Alisarda di proprietà del
principe ismaelita Aga Khan.
Il network presentato ieri da
Andrea Andorno, Chief
commercial
officer
di
Meridiana, pone al centro del
progetto la Sardegna, con
oltre 1,2 milioni di posti
offerti per la primaveraestate 2015. E su Malpensa?
La nota ufficiale diramata dal
vettore elenca collegamenti
diretti a partire dal prossimo
giugno per le isole di
Santorini (martedì, giovedì e
venerdì), Rodi (giovedì e
sabato), Mykonos (martedì,
giovedì e venerdì), Ibiza
(domenica),
Minorca
(mercoledì e domenica) e
Palma
di
Maiorca
(mercoledì). Sono confermati
i voli diretti settimanali già
operati durante l’inverno sia
da Roma Fiumicino che da
Malpensa per le Canarie,
Mombasa, Zanzibar e la
Repubblica Dominicana (La
Romana) e da Malpensa per
Sharm El Sheik, Dakar e
Fortaleza (tutti i lunedì). Ma
chi li opera, Meridiana fly o
Air Italy? La stragrande
maggioranza, spiegano i
sindacati, sono conferme di
collegamenti effettuati già da
Air Italy. «Sono ormai due
anni che hanno azzerato
l’attività della base di
Malpensa di Meridiana fly e
al momento non c’è alcuna
indicazione su cambiamenti
futuri », dice Massimo
Pasqui della Usb. Il timore
dei sindacati è proprio
questo, ovvero che l’attività
in brughiera, restando ad Air
Italy, non venga contemplata
nel piano di ristrutturazione
di Meridiana fly. In questo
modo i 450 esuberi basati in
sarebbero
destinati
a
diventare 450 licenziamenti.
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Malpensa
Anche Etihad regional sceglie Linate
MALPENSA – E già tempo di
ristrutturazioni. A un anno esatto
dalla sua presentazione ufficiale,
Etihad regional – brand nato
dall’acquisizione, da parte del vettore
arabo, del 33,3 per cento della
compagnia
regionale
svizzera
Darwin Airlines – taglia una serie di
rotte improduttive e rivede i piani di
sviluppo. Dal prossimo mese
eliminerà quattro dei suoi voli di
linea: due da Zurigo (Lugano e Linz)
e due da Ginevra (Tolosa e Nizza).
La decisione, ha spiegato il direttore
generale
Maurizio
Merlo,
è
conseguenza
dell'atteggiamento
aggressivo della concorrente Swiss,
filiale della tedesca Lufthansa, e della
congiuntura economica difficile in
tutta Europa. La riorganizzazione del
network
potrebbe
riguardare
Malpensa, ma in negativo. Secondo
Travel quotidiano, infatti, insistenti
voci di mercato darebbero per certo
lo sbarco di Etihad Regional a Linate
con voli diretti su Zurigo e Ginevra,
in code share con Alitalia. In altre
parole, approfitterebbe della recente
liberalizzazione garantita dal decreto
Lupi, di cui ha già usufruito Air
Berlin (altra compagnia del gruppo
Etihad) trasferendo tutta la sua
attività dalla brughiera al city airport.
Se la notizia dovesse essere
confermata,
Etihad
regional
irromperebbe sul sistema aereo
milanese ponendosi in concorrenza
con le compagnie che oggi offrono
collegamenti sulla Svizzera da
Malpensa. In particolare Swiss air,
presente con un volo diretto su
Zurigo
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Malpensa
Alitalia ci ha lasciato solo le briciole
La compagnia scopre le carte del piano strategico: 14 collegamenti a lungo raggio in più alla settimana
Meglio Linate, che incassa il corto e medio raggio. Roma fa la parte del leone: da 87 si passa a 113 voli
MALPENSA
ALESSANDRA PEDRONI
Lungo raggio da Fiumicino,MalpensamaancheVenezia,
come già messo in conto e comunicato da Alitalia quando ancora
non era stata siglata l’intesa con
Ethiad. Ma in brughiera arrivano
le briciole da contare in 14 collegamenti di lungo raggio in più alla
settimana.
Il piano strategico della nuova
Alitalia, presentato l’altro ieri dal
nuovo executive team, insieme
agli investitori strategici, finalizzato al riposizionamento della
compagnia aerea, lo ribadisce. Ribadisce tre aeroporti clou in Italia,
chiamati da Alitalia addirittura
hub tutti e tre sebbene Malpensa
non lo sia più da anni e Venezia
non lo sia mai stato.
A presiedere la nuova Alitalia è
Luca Cordero di Montezemolo,
amministratore delegato Silvano
Cassano che dovranno ragionare
in una logica di gruppo.
Ad Abu Dhabi sette giorni su sette
E Malpensa? Malpensa vedrà un
incremento dei servizi di lungo
raggio, appunto, ma sarà Linate a
mostrare la crescita nell’offerta
delle destinazioni di voli a corto e
medio raggio, quelli che servirebbero a Malpensa per riempire gli
aerei che volano oltreoceano.
Alitalia aggiungerà a Malpensa
13 voli settimanali: un collegamento giornaliero sette giorni su
sette con Abu Dhabi dall’inizio
della stagione estiva (che nel volo
aereo significa da fine marzo, con
l’entrata in vigore dell’ora legale),
4 voli alla settimana per Shanghai
nel corso dell’anno (non si conosce ancora la data precisa) e, sempre nel 2015, per ora senza data, la
rotta su Tokyo passerà dalle attuali 5 frequenze a 7 alla settimana
diventando, in tal modo, un volo
giornaliero. Scompare l’idea di un
collegamento con Osaka che la
“vecchia” Alitalia aveva invece
previsto.Mentrerimaneinvariato
il giornaliero per New York. Da
Roma, i voli di lungo raggio passeranno da 87 a 113 voli settimanali
entro metà 2018; quelli da Malpensapasserannoda11a25conun
incremento previsto del numero
di i passeggeri che salirà del 130%,
da 240 mila a 550mila in tre anni.
Nulla da fare per un Malpensa
– Chicago, un tempo presente in
brughiera che sarà, invece, una
delle nuove rotte da Fiumicino
insieme a San Francisco, Mexico
City, Santiago del Cile, Rio de Janeiro, Pechino e Seul. Nel frattempo, da Linate aumenteranno i collegamenti con gli aeroporti delle
compagnie partner di Alitalia /
Etihad, operazione che aiuterà
Malpensa soltanto a perdere
clienti. Ma tant’è.
Nel 2017 il ritorno all’utile
Non sarà la nuova Alitalia la salvezza dello scalo del duemila. Come già dichiarato dalle organizzazioni sindacali territoriali prima
ancora di conoscere il piano strategico della nuova Alitalia.
«Abbiamofattouninvestimento commerciale che deve avere un
ritorno commerciale: su questo
non devono esserci dubbi», ha dichiarato James Hogan, amministratore delegato di Etihad nel
corso della presentazione della
nuova strategia. «I principali investitori di Alitalia hanno fissato il
2017 quale scadenza per il ritorno
all’utile della compagnia aerea.
Abbiamo investito nella nuova
Alitalia perché crediamo che possa tornare a prosperare ». Un vettore che tornerà ad essere premium, secondo Montezemolo,
«riconosciuto a livello globale».
Esplicito l’ad Cassano per il
quale la strategia commerciale
della nuova Alitalia fornisce
«l’unico modo in cui il progetto
può funzionare. Ogni singola persona di Alitalia deve avere un approccio mentale di tipo commerciale». È l’inizio della nuova era
Alitalia. 1
Secondo le previsioni i passeggeri di Alitalia a Malpensa dovrebbero aumentare del 130%, passando da 240mila a 550mila in tre anni
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Malpensa
Meridiana via da Malpensa. A rischio 450 posti
MALPENSA - Meridiana Fly
potrebbe lasciare Malpensa.
E i circa 450 esuberi basati in
brughiera (erano 561 prima
dell’accordo sulle uscite
volontarie incentivate firmato
durante le vacanze natalizie)
sarebbero
destinati
a
diventare 450 licenziamenti.
E’questo ciò che trapela dalle
due ore di confronto serrato
che si è tenuto ieri al
ministero dello Sviluppo
economico tra i vertici della
compagnia
aerea
e
i
rappresentanti del governo.
Sul tavolo della discussione
l’atteso piano industriale,
messo a punto dal nuovo
management, chiamato ad
affrontare due questioni
strettamente
correlate
e
urgenti: la ristrutturazione
aziendale e la gestione dei
restanti 1.340 esuberi (erano
1.635 quelli dichiarati lo
scorso ottobre) per i quali,
terminata la seconda fase di
trattativa
iniziata
ieri,
potrebbe venire riaperta la
procedura di mobilità. Una
prospettiva nefasta che per i
lavoratori
Meridiana
di
Malpensa diventerebbe una
certezza se le indiscrezioni
trapelate
ieri
venissero
confermate. Il piano di
ristrutturazione,
infatti,
vedrebbe confermate le basi
di Cagliari e Olbia come sedi
di Meridiana Fly, mentre
Napoli
e
Malpensa
rimarrebbero ad Air Italy, la
seconda
compagnia
del
gruppo Alisarda e rea,
secondo i sindacati, di aver
sottratto negli ultimi anni
traffico e passeggeri a
Meridiana fly, causando così
la gran parte degli esuberi
odierni
dichiarati
dalla
compagnia “sorella”. «Come
sapete i sindacati non erano
invitati alla riunione che si è
tenuta al Mise e all’uscita i
partecipanti sono tutti rimasti
molto sul vago - dice
Massimo
Pasqui,
rappresentante sindacale di
Usb a Malpensa -. Certo, se
così fosse il nostro futuro qui
a Malpensa e a Verona
sarebbe una grande incognita.
Vediamo. I colleghi presenti
a Roma fuori dal ministero ci
dicono che la partita è ancora
aperta e che la trattativa potrà
portare ai risultati da noi
auspicati.
E
poi
non
dimentichiamo che c’è tutto
il filone giudiziario su cui
noi, è inutile nasconderlo,
puntiamo molto. Da sempre
diciamo, e lo ribadiamo ora,
che il dualismo aziendale tra
Meridiana Fly e Air Italy
deve cessare di esistere.
Un’unica
compagnia
garantirebbe
quell’equità
sociale che rivendichiamo da
mesi». Il vertice di ieri - a cui
hanno
partecipato
il
presidente Marco Rigotti e
l’a.d. Richard Cregh per
Meridiana e i ministri
Maurizio Lupi (Trasporti) e
Federica Guidi (Sviluppo
economico)
è
stato
aggiornato alla prossima
settimana.
Nell’attesa
a
Malpensa si vive col fiato
sospeso: lo scalo varesino
sembra essere stato escluso
dai piani futuri di Meridiana
fly. Gabriele Ceresa
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Malpensa
Brughiera, aeroporto in cinese
MALPENSA - (g.c.) - Da ieri è on
line la versione cinese del sito di
Malpensa. Il perché lo spiegano i
numeri di un vero proprio boom del
traffico aereo tra Milano e la Cina. In
5 anni i passeggeri sono quasi
triplicati, passando da 269mila a
751mila, pari a un +22% annuo che
diventa un +179% complessivo.
Malpensa dunque, è al centro di un
flusso costante in entrambe le
direzioni che, sia per turismo che nel
settore business, crea un forte
sostegno all’economia lombarda.
Secondo Sea, società di gestione
degli
scali
milanesi,
rendere
Malpensa accessibile innanzitutto
sotto il profilo linguistico è un passo
in avanti che andava fatto
nell’ambito delle iniziative del
progetto “Chinese Friendly Airport”.
Grazie al sito con gli ideogrammi,
Malpensa diventa friendly ai
passeggeri provenienti dalla Cina sin
da prima della partenza. Fornisce
informazioni sui collegamenti e sugli
orari dei voli, nonché notizie utili alla
preparazione del proprio viaggio e
alla permanenza in aeroporto. Ampio
spazio è stato dedicato alla figura
degli “Shopping helpers” di lingua
cinese disponibili ad assistere i
passeggeri in ogni fase degli acquisti
nei negozi e nelle boutique presenti
in
aeroporto.
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Malpensa
Ci vogliono trasformare in hub cargo
Ma dal 2008 gli aerei sono a terra
LaMalpensadellemerci
guarda all’anno appena iniziato.
Ieri l’arrivo della nuova compagnia cargo Sw Italia fondata da
Francesco Rebaudo: un Boeing
747-400Fsubitopercollegamenti
con l’Oriente e un altro, il più moderno 747-8F con una capacità di
carico di 145 tonnellate, che si aggiungerà per estendere il network
all’Africa e alle Americhe.
Soltanto tre mesi fa, invece, la
partnership tra Etihad cargo e
Avianca cargo ha portato un nuovo servizio merci che dal 12 no-
vembre 2014 collega Malpensa a
Bogotà con due voli a settimana.
È una vera e propria collaborazione quella tra Etihad Airways e
la divisione cargo del vettore leader latino americano. Voli, questi,
che faciliteranno il trasporto di
merci verso altri mercati di tutto
il mondo dato che Avianca fornirà
servizi di trasporto merci verso la
maggior parte dei paesi dell’America Latina, tra cui Argentina, Brasile, Cile, Messico, Venezuela, Perù, Ecuador, Uruguay e Paraguay.
La nuova rotta ha iniziato le ope-
razioni con un Boeing 747-400
Freighter, che offre una capacità
massima di 105 tonnellate, con
una forte domanda prevista per il
trasporto di materie prime, prodotti deperibili, parti meccaniche,
attrezzature, beni di consumo industriali e beni legati al mondo
della moda.
Intanto, anche Etihad Cargo
opera con quattro voli cargo a settimana tra Abu Dhabi e Malpensa
alimentando il traffico dai mercati
in tutta l’Asia, il Medio Oriente e
l’Africa. E Alitalia? Nella presenta-
PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
zione della nuova strategia industriale si è parlato di una Malpensa
“hub cargo”. Significa che torneranno aerei all cargo dalla livrea
tricolore? «Dentro una logica di
Gruppo bisognerebbe ben capire
sesitrattadiun’indicazionemolto
generica o se c’è l’intenzione di
investireveramentenelcomparto
merci a Malpensa», annota Nino
Cortorillo, segretario nazionale
della Filt Cgil.
Tutti gli aerei all cargo di Alitalia sono stati messi a terra a gennaiodel2008erientrarenelmercato
dopo aver chiuso le porte in quel
modo, sarà impegnativo. Anche
l’altro ieri, a Roma, la nuova Alitalia Etihad ha ripetuto il concetto
diunaMalpensahubcargo,definizione però ancora tutta da riempire di contenuti e di aerei. 1 A. Ped.
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Malpensa
Sito dello scalo on line in cinese
NELL’AMBITO delle iniziative del
progetto «Chinese Friendly Airport»
di Sea è on line la versione in lingua
cinese del sito dell’aeroporto di
Malpensa accessibile direttamente in
Cina. Il nuovo sito offre l’opportunità
di far conoscere ai passeggeri
cinesi,l’aeroporto e i servizi ad essi
dedicati ancora prima del viaggio
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Malpensa
Sea sul podio con i like di Facebook
Ma i social ci aiutano a decollare?
Meglio di Linate e Malpensa, in Europa, fanno soltanto Francoforte e Heathrow
La società: «Numeri in crescita». L’esperto Liuc: «Contano le condivisioni positive»
MALPENSA
MATTEO FONTANA
Gli aeroporti di Malpensa e Linate al terzo posto assoluto europeo nella classifica
degli scali continentali come numero di fan su Facebook.
Solo Francoforte e Heathrow
precedono i due aeroporti gestiti
da Sea che può vantare ben 160
mila “mi piace”, distanziando in
questa speciale graduatoria gli
altri 287 scali europei presenti
con una pagina sul popolare social network, in alcuni casi di dimensioni più grandi rispetto a
Malpensa e Linate.
Lo rivelano i dati contenuti
nel Digital Report 2014/2015, redatto da Aci Europe, che analizza
periodicamente i trend delle attività social e mobile degli aeroporti europei.
Ti faccio sapere dove sono
«Un numero in continua crescita
che già ora supera i 160mila fan
su Facebook - afferma Sea in una
nota - un canale che permette
interazioni con i passeggeri a
molti livelli». Sulla pagina di
Malpensa e Linate del social
network più popolare tra gli italiani una delle pratiche popolari
è quella del check in, per far sapere ai propri amici dove ci si trova
in quel momento o anche per le
richieste di servizio dei clienti.
«Facebook - prosegue Sea - è
anche lo strumento più utilizzato
dagli aeroporti per pubblicare
tutti i tipi di contenuti su ciò che
accade nei propri spazi con articoli, fotografie, video, animazioni e campagna interattive».
La società che gestisce lo scalo
varesino e quello milanese ha
messo in campo una precisa strategia di marketing legata alla presenza sui social network. Se i dati
relativi a Facebook sono molto
positivi per Malpensa e Linate,
altrettanto non si può dire per gli
altri social network analizzati da
Aci Europe nel suo report, dove
i due scali non sono certo al vertice della graduatoria, come ad
esempio nel caso di Twitter.
«Per il Gruppo Sea - spiega la
società - questo è il risultato di un
lavoro e di un impegno volto a
migliorare la propria presenza su
tutti i più moderni canali di comunicazione; accanto a Facebook, l’apertura di un account
Twitter “corporate”, indirizzato
al mondo dei media e degli influencer del settore, per raccontare le novità degli scali di Malpensa e Linate».
Qualità meglio di quantità
La presenza ai vertici delle graduatorie sui social è sufficiente
a determinare l’importanza la
“grandezza” di un aeroporto,
quando a fare la differenza dovrebbero essere la qualità dei
servizi erogati ed il numero di
voli? Lo abbiamo chiesto ad un
esperto di marketing e di social
network. «Essere terzi in classifica su 289 concorrenti è certamente un dato positivo - premette il professor Andrea Farinet,
docente di Marketing relazionale e Crm della Scuola di economia
e management dell’università
Liuc di Castellanza - perché indice di vivacità e vitalità da parte
degli scali di Malpensa e Linate».
Avere tanti “mi piace” su Facebook è soltanto il primo passo,
considerando che su quel social
network ci sono trenta milioni di
italiani, con una media di sette
ore alla settimana e di una al giorno per ciascuno di loro; gli altri
social si devono accontentare di
appena 40 minuti alla settimana.
La strategia Sea di puntare su
Facebook prima di tutto è quindi
Decollano gli aeroporti, almeno sui social. E quelli gestiti da Sea (Malpensa e Linate) vanno forte
più che comprensibile; ma ai passeggeri interessano di più numero di voli e servizi erogati.
«È chiaro che debba contare
più la qualità rispetto alla quantità dei post - prosegue Farinet - un
modo per valutare la qualità dei
“mi piace” su Facebook è quella
di analizzare i post positivi, che
solitamente sono il 70% del totale, che generano a loro volta sei
condivisioni, soprattutto se contengono video o foto».
Seconda una ricerca americana, il 75% delle aziende va sui
social senza una strategia precisa
ma non così sembra essere per
Sea; alla Liuc si stanno studiando
proprio queste dinamiche.
«Puntare ed avere dei “mi piace” su Facebook è il primo passo»
conclude il docente. 1
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Malpensa
Nel Terminal 1 da tempo si prega rivolti alla Mecca
MALPENSA - Una moschea
sulle aree delocalizzate di Case
Nuove,
a
due
passi
dall’aeroporto? La proposta,
lanciata dal leghista gallaratese
Roberto Borgo, ha fatto gridare
allo scandalo i vertici del suo
partito, decisi a cavalcare il
sentimento
dell’opinione
pubblica che, a maggior ragione
dopo i tragici fatti di Parigi, non
sembra
disposta
a
fare
concessione alcuna per chi è di
fede islamica. In Italia, e nello
specifico attorno a Malpensa, il
segretario provinciale della
Lega Nord Matteo Bianchi è
stato chiarissimo: «Nessuna
concessione
urbanistica,
nessuna
possibilità
di
insediamenti di moschee».
Eppure a Ferno, è più
precisamente all’interno del
terzo satellite del Terminal 1,
esiste già da due anni un piccolo
luogo di culto dove i seguaci del
profeta Maometto possono
inginocchiarsi a pregare. Forse
non sarà una moschea in piena
regola, ma non le manca nulla:
una nicchia rivolta verso la
Mecca, i tappeti a terra dedicati
alle prosternazioni e i rubinetti
all’entrata
dedicati
alle
abluzioni, il rito di purificazione
che ogni musulmano è chiamato
a fare per prepararsi alla
preghiera, il momento in cui il
credente si avvicina a Dio.
Dov’è? Semplice: all’Emirates
lounge, 929 metri quadrati di
lusso inaugurati nel 2013 alla
presenza dei calciatori del
Milan (la compagnia di Dubai è
sponsor dei rossoneri). Se è la
moschea il problema principale
dei rapporti con l’Islam, perché
nessuno si è rivoltato due anni
fa? Forse perché la sicurezza,
tema sensibile in uno scalo
internazionale, non si misura sul
fatto che ci sia o no un posto in
cui pregare Allah. Proprio
Borgo, che crede a un Islam
moderato («considerato l’Islam
che ho conosciuto prima della
sua
radicalizzazione
con
l’avvento di Komeyni, dopo il
quale diversi miei amici
musulmani sono stati trucidati a
Teheran, non fatico a rilevare
che gli islamici moderati come
quelli incontrati all’epoca non
avrebbero problemi a inserirsi
nella società occidentale e a
essere
accettati»)
aveva
elencato la presenza di Emirates
a Malpensa come una delle
ragioni per cui valeva la pena
prendere in considerazione
l’idea di una moschea a Case
Nuove, al posto delle villette
fantasma
che
da
lunedì
prossimo cominceranno a essere
demolite
dalla
Regione
Lombardia. Secondo Borgo, «si
offrirebbe un servizio al mondo
islamico
che
gravita
su
Malpensa, vista la presenza di
vettori arabi importanti come
Emirates. E come Etihad che,
secondo quanto afferma il
ministro
Maurizio
Lupi,
dovrebbe
portare
al
T1
tantissimi voli». Non tutto il
mondo arabo spaventa, dunque,
anzi. Emirates è il classico
esempio di Medio Oriente che
piace all’Occidente. Ogni volta
che organizza il recruitment day
allo Sheraton, sono centinaia i
giovani
italiani
che
si
presentano alle selezioni nella
speranza di diventare assistente
di volo o pilota. Anche ai
passeggeri
italiani
sembra
piacere volare con il colosso
arabo: erano 20mila quando
Emirates arrivò a Malpensa nel
2001, sono diventati 450mila
nel 2012 e oggi si sono
moltiplicati ancora, grazie al
volo trigiornaliero su Dubai e,
usufruendo dei diritti di quinta
libertà,
al
transoceanico
proseguimento per New York.
Oltretutto è proprio di ieri
l’indiscrezio
secondo
cui
Emirates raddoppierà, nel 2015,
la presenza qui dell’Airbus
A380 (l’aereo a due piani). A
tutti, dunque, piace volare con
gli arabi, e a nessuno sembra
interessare che a Malpensa non
ci sia soltanto una cappella
cristiana, ma anche una piccola
"moschea".
L’aeroporto,
lontano dai riflettori, è già un
modello
di
integrazione.
Gabriele
Ceresa
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Malpensa
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Malpensa, Cargo City piace agli arabi
MALPENSA – Un nuovo
servizio di trasporto merci
aereo
con
frequenza
trisettimanale. E’questo il
nuovo
collegamento
inaugurato a Malpensa da
Saudi
Airlines
Cargo,
l’ultimo vettore in ordine di
tempo ad atterrare in
brughiera per scommettere
sulla ripresa dell’export
italiano. Stando a quanto reso
noto dai vertici della
compagnia aerea, un nuovo
Boeing 747 unirà tre volte
alla settimana la Cargo city
di Malpensa all'aeroporto di
Riyadh, punto nevralgico di
un network più ampio che
abbraccia tutto il Medio
Oriente allargandosi anche ad
altre destinazioni asiatiche.
«Offrendo un servizio aereo
diretto con Malpensa, siamo
in
grado
di
proporre
connessioni di prima classe
fra il mercato italiano e tutta
la nostra rete che comprende
anche Hong Kong, Cina,
Bangladesh e India », ha
detto Nabil Khojah, ceo di
Saudi
Airlines
Cargo,
svelando di fatto gli obiettivi
della sua compagnia che a
oggi può contare su una flotta
di 15 aerei cargo a cui si
aggiungono gli spazi in stiva
di altri 145 aeromobili
passeggeri impiegati in voli
di linea su altrettante
destinazioni. L’ultima novità
alla Cargo city risaliva allo
scorso 12 novembre, quando
Etihad e Avianca avevano
avviato un servizio congiunto
full freight nella rotazione
Malpensa,
Bogotà,
Amsterdam con frequenza
bisettimanale. Negli stessi
giorni Dhl – società di
proprietà del colosso tedesco
Deutsche Post – annunciava
l’apertura al Terminal 2 (alle
spalle del Moxy hotel) di un
ampio magazzino in cui far
confluire la merce in transito
grazie
all’attivazione
di
quattro voli giornalieri. Le tre
novità confermano l’ottimo
momento del settore cargo in
brughiera. In attesa dei dati
ufficiali di novembre, nei
primi undici mesi del 2014
sono transitate dallo scalo
varesino 429mila tonnellate
di colli e prodotti postali, per
un incremento pari al 9,2 per
cento rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente.
E i numeri positivi fanno da
volano all’intero settore
nazionale:
soltanto
da
Malpensa, infatti, passa il 50
per cento circa del totale
delle
merci
sia
in
importazione
sia
in
esportazione che viaggiano
via cielo in Italia. Gabriele
Ceresa
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Malpensa
Alitalia-Ryanair: doppietta di dubbi
Tra il colosso irlandese e Sea per ora nessun accordo per lo sbarco a Malpensa. Ma i contatti ci sono
Sindacati scettici anche sulla nuova “Ali-Etihad”: «Tra i voli l’unico colore che si vede è l’arancione...»
MALPENSA
ALESSANDRA PEDRONI
Ryanair sembra giocare
al gatto e il topo con Malpensa. E
se intanto vuole fare ingelosire
Orio al Serio, ci starà di certo riuscendo. Ma in brughiera, almeno
per il momento, non si muove foglia circa un impegno al Terminal
1 della low cost irlandese.
I contatti con Sea ci sono, già da
prima di maggio, da quando
Ryanair ha traslocato per tre settimane dallo scalo di Bergamo nell’aerostazione del T1 mettendo
personale dedicato ai passeggeri
low cost, così da non perdersi nei
meandri della grande Malpensa.
Si diceva che, proprio questa
ampiezza, avrebbe lasciato non
troppo contenti i passeggeri
Ryanair. Invece è stato il presidente Sea Pietro Modiano a togliere
ogni dubbio ricordando massima
soddisfazione da parte della compagnia aerea nei tempi di carico e
scarico dei bagagli e nell’operatività dello stesso scalo.
«Laguarigionenonsaràmeritosuo»
Come dire: Ryanair si è trovata
benissimo a Malpensa. Tanto da
poterci tornare? Chissà. La partita
è ampia e riguarda lo scacchiere
degli aeroporti, non solo Malpensa. Potrebbe sanare il vuoto lasciato da Alitalia? La guarigione di
Malpensa che Monica Avanzi della segreteria Filt Cgil di Varese definisce «malata» non sarà merito
di Ryanair.
«Le politiche aggressive di questa compagnia low cost possono
portare vantaggi ai passeggeri sul
costo del biglietto, ma ci preoccupano molto sul versante del lavoro
dato l’utilizzo di personale somministrato a cui è solita Ryanair.
Oppurequestalowcostfaràaccordi di feederaggio e garantirà un
certo tipo di occupazione?». Portare viaggiatori a Malpensa da far
imbarcare su voli intercontinentali sarebbe interessante per l’aeroporto che sta nella nostra pro-
vincia. Ma significherebbe un impegno preciso per Ryanair.
«Non sappiamo ancora cosa
proporrà Alitalia Etihad per la stagione estiva (in vigore da fine marzo)»,annotaAvanzi.«Commentare la presenza Alitalia è difficile,
anche perché basta scorrere i voli
in partenza dalla pagina ufficiale
della Sea per rendersi conto che
l’unico colore che prevale è quello
arancione di easyJet».
La low cost inglese, concorrente di Ryanair, oltre ad avere un
intero terminal dedicato, il T2, garantisce il 35% del traffico complessivo annuo di Malpensa. Di
easyJet quasi sei milioni e mezzo
di passeggeri a Malpensa su circa
18 milioni e mezzo totalizzati nel
2014, ma da spogliare del numero
dei clienti di maggio provenienti
da Orio al Serio.
«I dati del traffico arrancano»
«I dati di traffico di Malpensa arrancano. Neanche il traffico natalizio è riuscito a limitare i danni,
tenendo conto che il mese di dicembre partiva con un meno 6%»,
ricorda la sindacalista Filt.
«Gli effetti determinati dagli
accordi Alitalia Etihad penalizzano un aeroporto malato come
quello di Malpensa, fanno risorgere un aeroporto che non necessitava di aiuto per vivere come quello di Linate e si potrebbe iniziare
a supporre che producano effetti
indiretti molto positivi su Bergamo, in fortissima crescita. Malpensa cresce nel Cargo, ma al momento per l’arrivo di Dhl».
Consola il dato di un +11,6% di
passeggeri Non Schengen a chiusura anno, oltre 6 milioni e mezzo
sui 12 milioni e poco più del Terminal 1. Emirates aiuta, così come
la gettonata rotta su New York che
Alitalia si è guardata bene dal cancellare.
Mentre sul fronte merci per il
quale l’ex compagnia ha messo a
terra tutti gli aerei cargo da Malpensa c’è un assordante silenzio. 1
Michael O’Leary, ceo di Ryanair: dopo il trasloco temporaneo a Malpensa, in occasione della chiusura di Orio, la compagnia s’era detta soddisfatta
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Malpensa
Malpensa Express da salvare Al via la raccolta firme online
MOBILITAZIONE
bipartisan da parte della
politica
contro
la
cancellazione della fermata a
Busto Arsizio del Malpensa
Express diretto a Cadorna.
Una sorpresa spiacevole la
scoperta nei giorni scorsi che
la
riorganizzazione
dell’orario di Trenord ha
cancellato a partire dal 26
aprile la sosta bustese del
Malpensa
Express
per
Cadorna, servizio utilizzato
da 1.500 pendolari che da ieri
hanno avviato la raccolta di
firme
a
sostegno
del
ripristino della fermata (le
adesioni
si
raccolgono
all’indirizzo
pendolaribustonord@gmail.
com). Contro la decisione ha
preso posizione il sindaco
Gigi Farioli, che ha già
inviato una lettera con
richiesta di chiarimenti in
Regione e che ieri è tornato a
scrivere al Pirellone e ai
colleghi
della
zona
«sollecitando
incontri
possibilmente a breve, alla
luce delle notizie che,
smentendo, pur per il
momento solo parzialmente,
le
mie
personali
preoccupazioni, paiono dare
già per certa la soppressione
sulla tratta Malpensa-Milano
delle fermate del Malpensa
Express a Busto Arsizio».
Anche
il
consigliere
regionale Luca Marsico (FI)
in
un
comunicato
ha
spiegato:
«Mi
sono
immediatamente
attivato
presso l’assessore regionale
alla Mobilità Alessandro
Sorte affinché ascolti le voci
del territorio, dei sindaci e
dei molti cittadini fruitori di
questo storico servizio ». La
vicenda della soppressione
della fermata ieri è arrivata a
Roma dove la senatrice
bustese Erica d’Adda (Pd) ha
presentato un’interrogazione
urgente al Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti
Maurizio Lupi. SCRIVE la
senatrice: «L’avvio di Expo
avrà necessità che questo
territorio divenga parte attiva
nei
collegamenti
infrastrutturali con la città
metropolitana» pertanto si
interroga il Ministro per
sapere
«quali
soluzioni
intenda proporre per trovare
una soluzione adeguata ».
Sulla vicenda c’è la massima
attenzione da parte di
Legambiente Lombardia che
ribadisce la contrarietà alla
soppressione della fermata.
Non solo, l’associazione, con
Dario
Balotta,
suo
responsabile dei Trasporti,
avanza alcune proposte:
«Utilizzando il Malpensa
Express fino a Garibaldi e
poi da lì prendere il treno per
Rho avrebbe un costo
complessivo di 14,10 euro e
un tempo di percorrenza di
85 minuti. Con la nostra
proposta invece, utilizzando
ad esempio un treno che da
Malpensa arriva già a Busto
alle Fs e poi prendendo il
biglietto per Rho il costo
complessivo sarebbe di 4,90
euro, il tempo di percorrenza
52
minuti».
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Malpensa
Passeggeri pochi, aerei meno «Ora il Terminal 1 è come Orio»
MALPENSA - Hanno scelto
un giorno e un orario buoni
per le partenze internazionali:
venerdì 9 gennaio scorso alle
11. Hanno fatto un giro nelle
aree al di qua dei varchi di
sicurezza del Terminal 1:
corridoi,
zone
d’attesa,
negozi, gate. Hanno appurato
di persona la tristezza del
momento: Malpensa langue.
«È una grande diseconomia
per il territorio e per tutti»,
commenta sconfortato Dario
Terreni, che accompagnato
da Gianni Scapellato ha
appunto investito una mezza
mattinata nel sopralluogo.
«Ho voluto toccare con
mano. In modo da capire
come invertire la rotta».
Terreni,
consigliere
comunale gallaratese del Pd,
è il vertice del comitato
Malpensa
creato
dalla
commissione
Attività
produttive da lui presieduta.
Scapellato è un componente
fondamentale dello stesso
gruppo di lavoro, forte di un
passato
da
direttore
aeroportuale
anche
in
brughiera.
L’organismo
misto (è composto per metà
da consiglieri comunali e per
l’altra metà da esponenti
esterni scelti dai partiti in
aula) ha già prodotto una
proposta da veicolare a Sea e
al Governo: abbassare le
tariffe del T1 a carico delle
compagnie e alzare quelle di
Linate. Ora si sta muovendo
il sindaco Edoardo Guenzani
per riconvocare il tavolo dei
primi cittadini dell’area vasta
e dare sostanza istituzionale
alla richiesta. Ma l’attualità è
sconfortante. «Abbiamo visto
come il numero di passeggeri
che occupavano gli ampi
spazi dell’aerostazione era
veramente esiguo», traccia un
bilancio
della
visita
informale Scapellato. «Ma è
stato ancor più desolante
vedere dalle grandi vetrate il
piazzale.
Gli
aerei
parcheggiati non superavano
la decina. É la dimostrazione
che, nonostante i notevoli
investimenti compiuti per
aumentarne
la
capacità,
Malpensa non ha nemmeno
un’operativita accettabile in
rapporto
alle
sue
dimensioni». Un respiro,
quindi: «Basti pensare che la
sua saturazione è a 36 milioni
di passeggeri. Però ora ne fa
17 dei quali 9 al Terminal 2
con un solo vettore low cost.
Sicché, pur essendo sei volte
più grande, il T1 è al
medesimo livello di Orio al
Serio. Il punto è che la
politica nazionale e milanese
sta favorendo Linate per
Expo». Del resto, sin
dall’entrata in vigore in
autunno, il decreto Lupi ha
effetti negativi sull’ex hub. E
nel cassetto del ministero dei
Trasporti, secondo fonti
autorevoli, sarebbe pronto un
provvedimento
bis
per
portare da 18 a 24 i
movimenti
orari
e
liberalizzare le rotte extra Ue
al Forlanini. In pratica, il
colpo di grazia su Malpensa.
Angelo
Perna
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Malpensa
Malpensa Express, parte la petizione
NON SOPPRIMERE la fermata a
Busto Arsizio del Malpensa Express
diretto alla stazione di Cadorna: la
richiesta è del Comitato pendolari
Busto Nord che oggi avvierà la
raccolta firme a sostegno della
petizione
che
verrà
portata
all’attenzione del presidente della
Regione
Roberto
Maroni,
dell’assessore regionale ai Trasporti
Alessandro Sorte e del sindaco di
Busto Arsizio Gigi Farioli. Dal 26
aprile secondo la riorganizzazione
degli orati prevista in funzione di
Expo
il
Malpensa
Express
proveniente dall’aeroporto e diretto a
Cadorna non fermerà più a Busto
Arsizio ( fermata invece prevista a
Saronno e Bovisa), una modifica che
penalizza molti pendolari. Oggi si
parte con la raccolta firme con la
speranza che sia possibile riavere il
servizio. Anche il sindaco Gigi
Farioli ha già inviato una lettera al
Presidente
Maroni
per
avere
chiarimenti sulla questione. Il
Comitato annuncia battaglia. Per chi
vuole ricevere informazioni e aderire
alla petizione è attivo l’indirizzo
email comitato pendolaribustonord@
gmail.com A chiedere che la fermata
non venga soppressa è anche
Legambiente Lombardia con Dario
Balotta, responsabile dei Trasporti
per l’associazione, che dice «è
un’insensata ingiustizia nei confronti
di 1500 pendolari che fino ad oggi
hanno salvato il Malpensa Express».
R.F.
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Malpensa
Ryanair punta su Malpensa
Sono in arrivo quattro aerei
La compagnia irlandese sarebbe pronta allo sbarco già da giugno
Aperture a ottobre da O’Leary (Ceo): «Ci stanno corteggiando»
MALPENSA
ANDREA ALIVERTI
Ryanair punta Malpensa: in arrivo quattro aerei forse
già da giugno. «Non è l’ideale, ma
in questo momento va bene tutto» ammette Roger Zanesco,
presidente dell’associazione Aeroporti Lombardi.
In occasione del trentesimo
anniversario dal suo primo volo
da Waterford a Londra Gatwick,
Ryanair sembra pronta per lo
sbarco all’aeroporto di Malpensa. Nei piani della compagnia irlandese di Michael O’Leary ci
sarebbe finalmente la brughiera,
nel momento in cui Sea sta cercando di rivitalizzare uno scalo
ancora provato dal penalizzante
accordo Alitalia-Etihad.
I rumors corrono tra i gate di
Malpensa già da qualche giorno.
O’Leary lo scorso ottobre a Roma
aveva dichiarato, a proposito di
Sea, che «ci stanno corteggiando
e noi stiamo valutando».
Secondo gli esperti, Malpensa potrebbe diventare lo scalo giusto per i voli a lungo raggio sognati da O’Leary
Sea ha il 30,98% di Orio
Del resto la società di gestione
aeroportuale di Linate e Malpensa detiene anche una quota del
30,98% di Sacbo, il gestore di
Orio al Serio. La “prova generale”
del trasloco dei voli da Orio a
Malpensa in occasione della
chiusura dello scalo bergamasco
potrebbe essere stata la scintilla
che ha trasformato un’ipotesi in
un’idea da mettere in atto.
Forse già con il nuovo orario
estivo, quello che parte a marzo,
visto che l’occasione di Expo
2015 potrebbe fare gola anche
alla compagnia irlandese.
Le voci parlano di quattro aerei in arrivo a Malpensa, destinazione Terminal 1, per altrettante
mete europee da servire. D’altra
parte Easyjet, il principale competitor low cost, occupa il T2. In
passato Ryanair, ai tempi del primo dehubbing di Alitalia, aveva
presentato un’offerta giudicata
«eccessivamente bassa» da Sea
per poterla posizionare sul T1.
«Accettare - avevano dichiarato i vertici della società di gestione - avrebbe significato, oltre
che dare l’avvio a un progetto non
sufficientemente remunerativo,
anche discriminare altri clienti
importanti». Così non se ne fece
nulla. Oggi però la situazione è
cambiata.
E se Ryanair non è probabilmente la compagnia che può far
fare il salto di qualità a una Malpensa che ha perso smalto, «vista
la situazione, amaramente tocca
dire che tutto fa brodo», come fa
notare Roger Zanesco, “malpensologo” di Aeroporti Lombardi.
«Non è l’ideale e non è quello che
attendiamo per il rilancio, ma
potrebbe tamponare qualche falla – spiega - Se fosse davvero così
come si sente dire, di buono ci
sarebbe il fatto che con il posizionamento al Terminal 1, si potrebbe sfruttare la possibilità di connessioni con il sistema ViaMilano di Sea, che pur avendo numeri
ancora ristretti ha dimostrato di
funzionare bene».
Politica aggressiva
Un modo come un altro per rendere Malpensa una sorta di
“hub”, sfruttando la capacità di
attrazione dei consumatori di
Ryanair, con la sua politica aggressiva (ha appena lanciato l’ennesima campagna per piazzare
sul mercato 100mila posti a prez-
PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
zi stracciati sui propri voli). E in
prospettiva, Malpensa potrebbe
essere anche lo scalo giusto per
concretizzare i sogni di voli low
cost a lungo raggio che Michael
O’Leary coltiva da tempo.
«Sono solo supposizioni, ma
in questo caso potrebbero esserci sviluppi interessanti anche per
il nostro scalo» fa notare Roger
Zanesco. Sono infatti le destinazioni intercontinentali e i voli a
lungo raggio quelli che possono
riportare in orbita Malpensa. Ma
se qualcosa si muove, c’è da pensare positivo.
«Con l’Expo non si aspettano
miracoli, ma c’è un certo movimento» sottolinea l’esperto, riferendosi alla possibile apertura di
un volo su Shangai operato da
Southern China per Alitalia. 1
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Malpensa
Ryanair, sbarco a Malpensa? Probabile
MALPENSA
Ryanair
sarebbe pronta ad accasarsi al
Terminal 1 e a lanciare da
Malpensa le prime quattro
destinazioni già a partire
dalla
prossima
stagione
Summer, ovvero nel pieno
svolgimento di Expo. Sono
queste le indiscrezioni che
rimbalzano da Bergamo,
quartier generale italiano del
più noto brand low cost
d’Europa, sostenendo le voci
che da mesi si fanno sempre
più insistenti di un imminente
sbarco
in
brughiera.
Conferme ufficiali ancora
non ce ne sono ma le voci di
corridoio sono sempre più
insistenti e le smentite non
arrivano. Gli indizi non
mancano e nemmeno le
dichiarazioni
dei
diretti
interessati: fu proprio il
numero uno del colosso
irlandese, Michael O’ Leary,
l’uomo che ha inventato il
concetto del volo a basso
prezzo in Europa cambiando
per sempre il sistema del
trasporto aereo, a uscire allo
scoperto lo scorso 31 ottobre.
«Gli aeroporti di Linate e
Malpensa
ci
stanno
corteggiando e noi stiamo
valutando», disse. E ancora,
in
conferenza
stampa:
«Bergamo resta il nostro
principale scalo milanese
mentre
stiamo
parlando
anche con Malpensa e Linate,
ma
sempre
per
rotte
principalmente internazionali
». Qualche giorno prima
aveva già lanciato l’amo il
cco di Ryanair, David
O’Brien:
«Prevediamo
almeno tre nuove aperture nel
2015. E non saranno né
Londra Heathrow, né Parigi
Charles de Gaulle, né
Francoforte», dichiarò, senza
svelare il mistero. Secondo
gli analisti, potrebbe trattarsi
di Amsterdam o di Londra
Gatwick, forse di Parigi Orly
e molto probabilmente anche
di Malpensa. Del resto i
vertici di Sea, la società di
gestione degli scali milanesi,
e di Ryanar ebbero modo di
conoscersi e di interagire per
un mese intero lo scorso
maggio,
quando
la
compagnia aerea traslocò la
propria attività di Bergamo al
T1 per un mese interno a
causa del rifacimento della
pista di Orio al Serio.
Nonostante lo scetticismo
iniziale (Ryanair in terra
orobica è abituata a operare
in un aeroporto predisposto a
suo uso e consumo pressoché
esclusivo) gli ospiti della
scorsa primavera non si
trovarono per nulla male a
Malpensa. Inutile dire che
Sea li accoglierebbe a braccia
aperte: avere Ryanair in casa
significherebbe
aumentare
l’attività di feederaggio sul
corto e medio raggio,
andando così ad alimentare
con nuova e potenziale
clientela
i
voli
intercontinentali che ogni
giorno partono da Malpensa
verso il Nord America,
l’Estremo Oriente, l’Africa e
l’Oceania. Non resta che
attendere. E sperare. Gabriele
Ceresa
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Malpensa
I sindaci dicono di no
«Fantasia futuristica
che non serve a nulla»
La terza pista potrebbe
servire tra 20 anni? «Il presidente Sea ci telefoni tra 20 anni», ironizza da Casorate Sempione, Comune sotto le rotte di
decollo di Malpensa, il vicesindaco Tiziano Marson. Chi ha
detto “no” alla terza pista in-
viando pagine e pagine di osservazioni al ministero dell’Ambiente perché non passasse la
valutazione di impatto ambientale pro terza pista, non ha cambiato idea.
«È una follia», dice Marson.
«La terza pista continua ad es-
sere un qualcosa in più che non
serve, la si smetta con scenari
futuristici quando non si sanno
risolvere i problemi attuali».
Per Casorate sono le rotte di
decollo (ma gli aerei stanno ora
andando anche sopra Corgeno,
frazione di Vergiate), per altri
il dopo demolizione delle case
dei delocalizzati, operazione
che inizierà a fine mese.
Eppure qualche spiragli sembra aprirsi proprio dal fronte
che risulterebbe maggiormente
colpito da un’eventuale terza
pista: Lonate Pozzolo. «Vogliamo essere tutti coinvolti nelle
decisioni da prendere, le realtà
territoriali e il Parco del Ticino
attraverso un confronto serio e
senza nulla che calata dall’alto»,
dichiara il sindaco di Lonate
Pozzolo Danilo Rivolta. «Nessun “giochetto” dalla Regione».
Il primo cittadino sul cui territorio cadrebbe il nuovo manto
d’asfalto continua: «Io non posso fermare lo sviluppo aeroportuale, ma la terza pista è un’opera a lunga scadenza. Prima di
spingersi verso il futuro, bisogna sistemare le questioni ancora in sospeso. I problemi da
risolvere sono già sul tavolo da
tempo (delocalizzazione)». Circa lo sviluppo futuro di Malpensa «bisognerà vedere se è possibile e in che modo potrebbe essere possibile», chiude Danilo
Rivolta. 1 A.Ped.
Il vicesindaco di Casorate Sempione, Tiziano Marson
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Malpensa
L'aeroporto frutta Assunti 4 ausiliari
SOMMA LOMBARDO Tornano gli ausiliari della
sosta. Ad annunciarlo è
l’assessore alla Sicurezza,
Dario Pulli, inserendo le
nuove assunzioni – previste
per marzo – tra le priorità del
suo settore da portare a
termine entro la scadenza di
mandato della prossima
primavera.
Dice:
«Implementeremo
il
personale della nostra polizia
locale con quattro ausiliari da
posizionare su Malpensa». È
proprio di fronte al Terminal
2 (di competenza territoriale
di Somma Lombardo a
differenza del T1 che è sotto
Ferno), infatti, che il Comune
introita le maggiori entrate
derivanti dalle violazioni al
Codice della strada. Dal
primo
gennaio
al
25
novembre del 2013 – questo
dicono i dati ufficiali
diramati due mesi fa in
consiglio comunale durante
l’assestamento di bilancio –
le infrazioni totali sono state
6.963, di cui 4.743 rilevate di
fronte all’aeroporto. Inutile
dire che la presenza di un
aeroporto internazionale sia
una piccola miniera d’oro che
però il Comune, nel 2013, ha
sfruttato soltanto in parte.
Senza ausiliari, ma con solo
due
operai
comunali
riqualificati e dirottati in
pianta stabile dalla mattina
alla sera davanti al T2, lo
scorso anno le sanzioni sono
crollate a quota 290mila
euro, 204mila euro in meno
rispetto al 2012, quando il
dato totale a consuntivo si
assestò a 494mila. Sempre
sul fronte sicurezza e polizia
locale, così come aveva
annunciato
Pulli
nella
conferenza stampa di fine
anno, proprio in questi giorni
sono state montate le
telecamere con il sistema
Lince (nient’altro che quella
tecnologia in grado di leggere
le targhe delle auto in transito
e di confrontarle in tempo
reale con i dati del database
di
Ania
e
della
Motorizzazione) anche sul
rettilineo che collega l’area
industriale Pip e Maddalena.
In questo modo tutte e cinque
le strade di uscita dalla città
(verso Arsago da Mezzana,
verso Casorate e Vergiate sul
Sempione,
in
direzione
Malpensa su via Giusti e ora
a
Maddalena)
sono
videosorvegliate. Nella stessa
zona, e più precisamente
all’incrocio tra le vie
Processione, Briante e Per
Maddalena,
l’amministrazione
sta
studiando la realizzazione di
una rotonda per agevolare
l’ingresso al Pip e rallentare
la marcia delle auto in
transito. Già lo scorso ottobre
l’assessore
ai
Lavori
pubblici, Alberto Barcaro,
aveva dato l’ok a una
sperimentazione ma dopo tre
giorni quel primo tentativo
venne abbandonato perché
con la rotatoria da tre metri di
diametro i pullman non
riuscivano a passare. Ora gli
uffici stanno predisponendo
un secondo progetto per cui,
con ogni probabilità, sarà
necessario
andare
a
espropriare una piccola parte
delle aree adiacenti. Si tratta
davvero di un lenzuolo di
terreno e, proprio per questo
motivo, non ci dovrebbero
essere
intoppi.
Nelle
prossime settimane il nuovo
disegno dovrebbe essere
pronto per l’approvazione in
giunta. Gabriele Ceresa
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Malpensa
Terza pista a Malpensa, ci risiamo
Il Comitato degli utenti torna a parlare dell’ipotesi di aumentare la superficie dell’aeroporto
«Il progetto va reso più attuale». Modiano: «Programmare la struttura per i prossimi 20 anni»
Malpensa
ALESSANDRA PEDRONI
Master plan di Malpensa, torna
l’ipotesi terza pista. Nell’incontro con il Comitato degli utenti
(compagnie aeree, operatori, associazioni) di Malpensa che si è
tenuto a fine novembre dell’anno
appena concluso, il rappresentante di Sea, project manager del
progetto Master plan, ha parlato
della revisione del progetto di
sviluppo di Malpensa perché sia
reso più attuale.
I presupposti su cui si reggeva
il vecchio Master plan, bloccato
a luglio del 2014, non esistono
più. Alitalia ha lasciato l’aeroporto che sta in provincia di Varese
e la crisi del trasporto aereo, oltre a quella economico finanziaria, non è stata certo una boutade
per il traffico nei cieli. Ma l’ipotesi terza pista rimane in piedi. Sea
ha informato che entro l’estate
saranno sottoposte all’attenzione di Enac le varie tempistiche
del progetto della terza pista.
Nessun arretramento
Nessun arretramento. Approvato il progetto sarà dato il via libera alle pratiche per la richiesta di
Valutazione d’impatto ambientale e, solo dopo aver ottenuta la
Via, ovviamente, potrà iniziare
la realizzazione del progetto. Il
presidente Sea Pietro Modiano,
del resto, ha dichiarato anche di
recente che l’idea di una terza
pista a Malpensa non sarebbe
stata scartata.
«Prima di alzare bandiera
bianca e rinunciarvi, vogliamo
pensarci bene», ha affermato a
voce alta all’Infocenter del terminal 1 nel corso dell’audizione
a metà dicembre con la commissione regionale alle Attività produttive, i sindaci e gli operatori
(albergatori, parcheggiatori, noleggiatori con conducente) del
territorio. Fino a quando potrà
reggere Malpensa con due piste
è l’interrogativo di Sea. «In 20
anni l’aeroporto si satura se cresciamo del 4,5% l’anno e un’infrastruttura deve programmarsi
a 20 anni», la voce del presidente
Modiano.
«Il presidente Sea non è il ministro dei Trasporti, ma il gestore pro tempore dell’aeroporto»,
commenta deciso Dario Balotta, referente di Legambiente per
la regione Lombardia. «Si pensi
a come sviluppare traffico con le
due piste attuali visto che Malpensa lavora per il 40 - 50%.
L’obiettivo del gestore deve essere quello di portare prima a saturazione l’attuale Malpensa». Il
dato di -3,1% di passeggeri realizzato nell’ultimo mese del 2014 a
Malpensa (somma dei viaggiato-
ri dei due terminal), rende l’idea
del lavoro ancora da compiere.
Ma c’è anche il +5% di chiusura
dell’intero anno che fa ben sperare il gestore aeroportuale, nonostante un terzo dei 18 milioni
e quasi 700 mila passeggeri totalizzati siano clienti di easyJet.
Serve una nuova pista per la low
cost inglese basata al T2?
Impatto sul territorio
«Se Sea vuole fare investimenti
pensi piuttosto alle tecnologie,
alla qualità dei servizi e alla riduzione delle tariffe aeroportuali
così da invogliare un maggior
numero di vettori ad utilizzare
Malpensa, ora sotto sfruttata»,
indica Balotta. Anche il Comitato utenti lo pensa chiedendo investimenti mirati per i clienti di
Malpensa, cioè per le compagnie
aeree. E ricordando che Londra
Heathrow, con due piste, conta
circa 70 milioni di passeggeri
all’anno.
La realizzazione della terza
pista è un grande investimento
con un impatto importante sul
territorio e Sea lo sa bene. Non
a caso sta effettuando tutte le
analisi del caso, a partire dalle
valutazioni sulla crescita nei
prossimi anni: quando si creerà
un collo di bottiglia nella capacità delle due piste e ne sarà necessaria una terza? 1
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Malpensa
Addio Malpensa Express? Busto si ribella
I nuovi orari di Trenord hanno riservato una brutta sorpresa: la fermata dello “shuttle” sarà soppressa
Pendolari e politica sono già sul piede di guerra: «Si cancella un servizio fondamentale: ripensateci»
Busto Arsizio
ANDREA ALIVERTI
Il Malpensa Express abbandona
Busto? I pendolari si mobilitano
e la politica bussa in Regione
Lombardia. «Non vanificare gli
sforzi della città per la valorizzazione dell’area delle Nord» l’appello lanciato dal sindaco Gigi
Farioli in una lettera spedita al
governatore Roberto Maroni e
ai vertici di Trenord.
Solo un contentino
La scoperta dei nuovi orari di
Trenord in vista di Expo 2015,
che entreranno in vigore dal
prossimo 26 aprile, è stata fatta
dal gruppo bustese del Movimento Cinque Stelle: «Pare che il nuovo piano regionale dei trasporti
preveda la soppressione della
fermata di Busto Arsizio Nord
per tutti i treni Malpensa Express diretti a Milano Cadorna».
I nuovi orari infatti prevedono
sosta solo a Saronno e a Bovisa,
mentre oggi viene garantita una
frequenza ogni trenta minuti con
fermata a Busto Nord. «Avremo
il disagio di non avere più l’unico
treno che in meno di 30 minuti
collega Busto al centro di Milano» sottolineano i grillini. «in
cambio la Regione promette più
corse per Milano centrale, una
ogni 30 minuti, ma ci chiediamo
perché togliere un servizio così
importante per i pendolari che
lavorano in centro a Milano per
poi dare il contentino con treni
che impiegano più tempo e arrivano in stazioni più decentrate».
Gli orari che entreranno in vigore per Expo prevedono infatti
di “dirottare” i treni con fermata
locale sulla linea per GaribaldiCentrale, pur con un potenziamento (si perdono 17 corse per
Cadorna e se ne guadagnano 20
per Garibaldi). «Ma oggi migliaia
di pendolari provenienti dal
nord-ovest della Lombardia utilizzano il Malpensa Express in
Gigi Farioli
«Non si vanifichino
gli sforzi fatti
in questi anni»
«Così perderemmo
il nostro ruolo
di “porta”
dell’aeroporto»
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Malpensa
quanto più veloce dei treni regionali» scrive il Pd regionale in
un’interrogazione in commissione trasporti a prima firma Alessandro Alfieri, chiedendo lumi
.
Alzare la voce
A Busto Arsizio la preoccupazione è duplice: oltre ad un servizio
meno efficiente per i pendolari,
la città conta molto sullo sviluppo
urbanistico dell’area attorno alla
stazione Nord, come “porta
esterna di Malpensa”.
«Dal 23 gennaio prossimo - fa
notare il sindaco Gigi Farioli in
una lettera inviata ieri ai vertici
di Regione e Trenord - avrà inizio
il processo di negoziazione che
consentirà, dopo i consistenti investimenti operati negli ultimi
trent’anni, la realizzazione di
quella riqualificazione urbanistica del polo Busto Nord già a suo
tempo identificata come opera
prioritaria del piano d’area Malpensa». Senza il collegamento
diretto con il centro di Milano, le
ambizioni rischiano di naufragare. Così Farioli, protagonista
quando era consigliere regionale
del raddoppio delle fermate del
Malpensa Express a Busto, vuole
far sentire la sua voce in Regione,
chiedendo smentita degli «spiacevoli chiacchiericci». 1
Il Malpensa Express entra nella stazione di Busto Nord: un’immagine che farà parte del passato?
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Malpensa
Malpensa Express, corse ridotte? Il sindaco chiama in causa Maroni
Chiacchiere? Mica tanto, se è
vero che lunedì prossimo ne
tratterà il ministro delle
Infrastrutture Maurizio Lupi
in una apposita riunione
convocata a Milano. Si tratta
del Malpensa Express, della
sua "ottimizzazione", come si
dice in termine tecnico, la
quale
prevederebbe
lo
spostamento del capolinea
dalla stazione di Cadorna a
quella di Garibaldi. Una
soluzione che, se attuata,
rischierebbe di cancellare
alcune delle fermate alla
stazione di Busto Arsizio,
così che i pendolari che
viaggiano sul convoglio da e
per l’aeroporto finiscano per
risultarne
penalizzati.
Accadrà davvero così? Il
sindaco Gigi Farioli ne ha
fatto
oggetto
di
comunicazione ieri sera in
apertura
del
consiglio
comunale,
informando
l’assemblea civica e l’intera
cittadinanza di una missiva
che ha spedito in proposito al
presidente della Regione,
Roberto
Maroni,
all’assessore regionale alle
Infrastrutture,
Alessandro
Sorte e all’amministratore
delegato
di
Trenord
Vincenzo Soprano. Farioli
sottolinea l’importanza del
Malpensa
Express
in
relazione al servizio che offre
alla
città
e,
più
specificatamente, in relazione
alla contigua Area delle Nord
«per la quale il 23 gennaio
prossimo avrà inizio il
processo di negoziazione che
consentirà
(...)
la
realizzazione
di
quella
riqualificazione urbanistica
del polo Busto Nord a suo
tempo identificata come
opera prioritaria del piano
d’area di Malpensa». Farioli
ritiene
indifferibile
coordinare
ogni
risorsa
economica,
finanziaria
infrastrutturale «per far sì che
gli
importanti
risultati
costituiti
dalla
ottimale
alternanza tra treni regionali
e Malpensa Express sulla
tratta
Malpensa-Busto
ArsizioSaronno-Milano,
anche in uno con le necessità
di maggior coordinamento
con le stazioni di Cadorna,
Garibaldi e l’utilizzo del
passante,
non
vengano
vanificate». In forza di tutto
questo, avverte il sindaco,
una diversa programmazione
dei Malpensa Express e dei
treni regionali «finirebbe per
penalizzare, dimenticando la
numerosa
clientela
sia
business
che
pendolare
interessata, la stessa Busto
Arsizio e costituirebbe, oltre
che un grave errore politico e
istituzionale, l’anticamera di
danni che certamente non
troverebbero
il
mondo
economico ed istituzionale
lombardo, inerti». Insomma,
le fermate bustesi del
Malpensa
Express
non
devono essere ridotte. Questo
afferma il primo cittadino
che, in coda alla sua missiva,
invita i destinatari a un
incontro per capire e definire
le
scelte.
Vin.Co.
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Malpensa
«Servono riflessioni chiare
E non sia un Da Vinci bis»
«Attendiamo ragionamenti chiari, non fantasie»: il
sindacato attende passi più precisi e prese di posizione da parte
del Comune di Milano.
«Se il Fondo F2i vuole prendere Sea, dovrà anche mostrare
un piano industriale preciso, dare garanzie» dichiara Enore Facchini, segretario regionale della
Uiltrasporti della Lombardia.
«Il Comune di Milano è indubbiamente libero di fare ciò
che ritiene, ma se intervenisse
Regione Lombardia a sostenere
Palazzo Marino in Sea, potrebbe
essere un passo degno di nota per
questa regione e questo territorio».
Facchini punta l’attenzione
sulla «strategicità di Sea e di Malpensa». Il timore è che un socio
non propriamente pubblico «farebbe di Sea quello che abbiamo
già visto capitare all’aeroporto di
Roma Leonardo da Vinci la cui
gestione è stata sbaraccata e
spacchettata in numerosi subappalti con lavoratori ridotti all’osso su una piazza a rischio tutti i
giorni», indica il segretario dei
Trasporti della Uil lombarda.
Comune di Milano e Regione
potrebbero diventare soci alla
pari. «Vedremo se la strategicità
della Lombardia rimarrà un valore di interesse per le nostre
istituzioni o meno», dice Facchini.
La vendita di Sea non viene
comunque data per scontata.
Siamo ancora nel campo delle
ipotesi e la Uiltrasporti interpellerà il consiglio di amministrazione di Sea. «Chiederemo al cda
di dirci se la vendita di quote Sea
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sia effettivamente in cantiere,
opzione in fase di valutazione o
no. Se così fosse, chiederemo
conto a Sea e al Comune del procedere». Nell’attesa, il pensiero
va al percorso compiuto due anni
fa sul versante della casa madre
Sea e della ex controllata Sea
Handling, ora Airport Handling,
newco di servizi aeroportuali a
terra che non ha ancora compiuto un anno di vita.
«Abbiamo fatto i tripli salti
mortali per salvare Sea ed evitare
di lasciare sul campo “morti e
feriti”», ricorda il sindacalista.
Chiaro il riferimento alla difesa dell’occupazione e al desiderio di non aver lavorato invano. 1 A. Ped.
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Malpensa
Soldi promessi, mai arrivati Non resta che volare a vista
MALPENSA - Forse ha ragione
Claudio Montagnoli a ricordare
a tutti in ogni occasione,
ennesimo tavolo ufficiale o
intervento singolo che sia, il
Bengodi mai visto eppur
promesso dal progetto e dalla
nascita di Malpensa 2000. Lui è
sindaco di Arsago Seprio e lo
era anche all’epoca: tra i primi
due mandati e i secondi una
pausa nella quale poco,
pochissimo si è concretizzata
quella speranza di crescita
economica e sociale del
territorio di pari passo con l’hub
voluto
giova
sempre
ricordarlo,
vista
la
smemoratezza tipica italiana dalla compagnia di bandiera
Alitalia già divenuta un
colabrodo finanziario. Così,
dopo
quindici
anni
dall’apertura, è tragicamente
attualissima la presa in giro
sesquipedale rammentata a ogni
piè sospinto da Montagnoli e in
sostanza subita dai Comuni
intorno a un ormai sempre più
svuotato Terminal 1. Oggi la
barzelletta più feroce, per il
territorio, è quell’addizionale
d’imbarco che i Comuni
aeroportuali
hanno
diritto
sancito a ricevere. Chi l’ha vista
in dieci anni? Qualche volta è
arrivata, altre volte no, di fatto
non è mai stata data in modo
completo, spesso è servita a
foraggiare scopi diversi, un
anno è stata dirottata al piccolo
scalo di Birgi colpito da non si
sa quali contraccolpi per le
operazioni militari in Libia, ora
è stata assicurata e come al
solito non è stata messa a
disposizione. Risultato: qualche
amministrazione di sedime
dovrà inventarsi il modo di
rispettare il patto di stabilità.
Eppure questo è l’unico
rimborso tangibile, da tradurre
in
interventi
locali,
all’incontrovertibile peso di
avere vicino casa aerei che
atterrano e decollano. Ma il
Governo, adesso quello di
Matteo Renzi, prima quelli di
Enrico Letta, Mario Monti,
Silvio Berlusconi, Romano
Prodi e ancora Berlusconi, su
questa imposizione fiscale a
carico delle compagnie e a
favore delle municipalità non ha
mai tenuto fede alla parola.
Addirittura - ironia della sorte parte di questo denaro è finito
nel calderone del caso Alitalia.
Non si tratta di molti soldi, in
realtà, rispetto alle grandi cifre
che giostra Palazzo Chigi. Ma
da Roma non arriva nemmeno il
contentino, nel nostro caso, a un
gruppo di sindaci (i nove del
Cuv) che a essere sinceri poco
hanno fatto per diventare massa
critica
compatta
e
farsi
rispettare. Salvo invidiare il
ruolo decisivo dei land tedeschi
che ospitano aeroporti nelle
questioni aeroportuali. Senza
contare che neppure da Milano
giunge ossigeno. Istituita in
Lombardia nel 2001, l’Iresa
(Imposta
regionale
sulle
emissioni
sonore
degli
aeromobili civili) non è
applicata: dovrebbero pagarla le
compagnie aeree e la dovrebbe
incassare la Regione per poi
trasformarla in azioni di
compensazione
sulle
aree
interessate.
Invocatane
l’applicazione di recente dal
sindaco
sommese
Guido
Colombo, dal Pirellone non è
arrivata risposta concreta a
riguardo. E tutto rimane fermo.
Ma il Bengodi mai avuto che
Montagnoli ricorda sempre? A
dire il vero nel 2007 fu reale o
quanto meno si manifestò in
potenza. Poi Alitalia se ne andò,
i lavoratori di Malpensa
cominciarono a diminuire e
nonostante gli sforzi di Sea il
Terminal 1 non si è risollevato
al livello che gli compete . E ora
si vola a vista, in barba al ruolo
strategico stabilito dal Piano
nazionale degli aeroporti: il
decreto Linate comincia ad
avere effetti, come dimostrano i
dati ufficiosi del dicembre
scorso con un -3 per cento di
passeggeri. Un calo che inverte
la tendenza del bilancio
ufficiale del +5,6 da gennaio a
novembre 2014, incoraggiante
per quanto gonfiato dal traffico
di Orio al Serio ospitato a
maggio. Insomma, c’è ancora
aria di declino. Infatti: una
banca presente dalla nascita del
T1 tra qualche giorno chiuderà
il suo presidio aeroportuale.
Però clochard e carrellisti
restano. Altro che rilancio dal
quale il territorio può trarre
grandi
benefici.
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Malpensa
F2i vola su Sea: resta a terra Milano?
L’ad del fondo, che oggi detiene il 44,3%, punterebbe a rilevare la quota di Palazzo Marino (54,8%)
Alfieri (Pd): «La riflessione sul fronte politico è in atto». Aperta anche l’ipotesi di quotazione in Borsa
Il fondo F2i pronto a rilevare la quota Sea di proprietà del
Comune di Milano?
L’amministratore delegato di
F2i Renato Ravanelli che ha preso
le redini al posto di Vito Gamberale, sarebbe all’arrembaggio della
società aeroportuale che gestisce
Malpensa e Linate di cui, peraltro,
lo stesso fondo possiede già il
44,3%. Accaparrarsi anche il
54,8% ora di Palazzo Marino, sarebbe come fare tombola sul versante aeroportuale.
Una proposta allettante per il
Comune guidato dal sindaco Giuliano Pisapia che avrebbe le risorse necessarie a condurre in porto
i lavori della nuova linea metropolitana M4, utile a collegare il centro cittadino con Linate
parte di essa. Secondo il segretario
e capogruppo in Regione Alfieri,
infatti, «ci sono le condizioni perché la partecipata Sea sia valorizzata in un’ottica strategica e sia un
valore aggiunto costante per il Comune di Milano».
Meno strategica, ad esempio,
indica sempre Alfieri, sarebbe la
Serravalle.
Dunque la riflessione politica,
non solo in casa Pd, resta aperta.
E aperta potrebbe restare anche
la chance di una quotazione in
Borsa di Sea, tentativo fallito miseramente sul nascere sotto la
presidenza Bonomi, ma operazione sempre sostenuta anche dalle
organizzazioni sindacali che, in tal
caso, non si metterebbero di traversoaunanuovaipotesidisbarco
in piazza Affari della società di gestione aeroportuale.
Pisapia ha problemi di “cassa”
Come reagirà il Pirellone?
Una recondita intenzione quella
di F2i? Non si direbbe. Piuttosto
un amo ad hoc per la Giunta Pisapia con le difficoltà del Comune
dovute ai tagli dei trasferimenti
del Governo, ai tagli indotti sul trasporto pubblico locale che, proprio di recente, ha visto Regione
Lombardia ridurre di diversi milioni di euro il contributo al Tpl e
vista anche la necessità della nuova linea del metrò.
Lo stesso Partito Democratico
di Milano ha già posto sul tavolo
il tema delle partecipate e della
possibile vendita. C’è dunque da
aspettarsi la cessione di quote Sea
ad F2i?
«La riflessione è in atto sul versante politico», annota senza alcun problema il segretario lombardo dei Dem Alessandro Alfieri.
«Si deve ragionare su quali siano
le partecipate strategiche, quali
possano portare risorse per la casa, l’edilizia popolare e anche per
la realizzazione della M4». Una
riflessione a tutto campo che non
significa però, per forza, la vendita
del 54,8% delle quote Sea o di una
Per il Pd non sarebbe un tabù neanche scendere sotto il 50% delle
quote Sea di Palazzo Marino, dunque venderne solo una parte, ma
per altri partiti la maggioranza deve restare in mano pubblica.
Si resta in attesa. Regione Lombardia potrebbe dire la sua. Il governatore Roberto Maroni, del resto, ha sempre espresso la volontà
di acquisire azioni Sea per poter
incidere nelle scelte del cda della
società. Questo potrebbe essere il
momento propizio per compiere
il passo più volte auspicato dal
presidente regionale.
Le scelte sul futuro di Malpensa, legata a filo doppio con Linate,
potrebbero dipendere da chi
prenderà il timone di Sea.
La missione industriale di F2i
sembra dichiarata. Starà ora a Palazzo Lombardia battere un tocco
e decidere se entrare davvero in
Sea, con il benestare del Comune
di Milano e del sindacato, desideroso di essere coinvolto in una
scelta che riguarda anche migliaia
di lavoratori, a Linate e a Malpensa. 1
MALPENSA
ALESSANDRA PEDRONI
Il presidente di Sea, Pietro Modiano, accanto a una vetrata che si affaccia sulle piste di Malpensa: quale sarà il futuro dello scalo?
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Malpensa
I turchi raddoppiano, atterra anche Pegasus
MALPENSA - Dopo le
indiscrezioni dello scorso
settembre
ora
arriva
l’ufficialità: dalla prossima
primavera la turca Pegasus
Airlines fa il suo esordio
sulle piste di Malpensa con il
diretto
Malpensa-Sabiha
Gökçen,
aeroporto
internazionale situato a 35
chilometri a sudest di
Istanbul
recentemente
rinnovato con un nuovo
terminal aperto nel 2009. Per
lo scalo varesino si tratta di
un
cliente
inedito:
la
compagnia low cost turca,
infatti, in Italia aveva volato
soltanto da Bologna, Roma
Fiumicino e Bergamo Orio al
Serio. Ora, complici senza
alcun dubbio i padiglioni
Expo a venti minuti di
distanza in automobile dal
Terminal 1, ha deciso di
puntare su Malpensa con un
collegamento trisettimanale.
La vera scommessa di
Pegasus sarà resistere anche
una
volta
terminata
l’esposizione
universale.
Sulla rotta Milano- Istanbul,
infatti,
opera
già
la
compagnia di bandiera, la
Turkish Airlines, con ben 28
frequenze settimanali, pari a
circa 400mila passeggeri
trasportati
all’anno.
La
concorrente low cost punta a
insinuarsi come alternativa a
prezzi più vantaggiosi nel
ruolo assunto da Turkish di
ponte tra Europa e Asia e di
mezzo
di
trasporto
privilegiato per soddisfare la
sempre crescente domanda
italiana business e leisure per
la Turchia. In ogni caso,
senza Expo è difficile credere
che
Pegasus
avrebbe
scommesso piantando la
propria bandiera al Terminal
1. E così come il vettore
turco, tanti altri operatori
aumenteranno la propria
presenza nei mesi in cui
l’esposizione sarà nel pieno
del suo svolgimento. I dati
aggiornati
alle
ultime
ufficializzazioni segnalano
l’apertura di qualche nuovo
collegamento
(il
trisettimanale di Jetairfly su
Anversa da fine marzo, il
bisettimale di Estonian air su
Tallin dal 21 aprile, il diretto
su Stoccarda di easyJet che
verrà inaugurato tre giorni
più tardi, il Malpensa-Izmir
di Sun Express dal primo
maggio e il Southampton di
Fly Be dal 16) e di numerosi
potenziamenti di rotte già
esistenti.
Tra
i
più
significativi
le
quattro
frequenze in più di British
verso Londra Heathrow, il
Tokyo di Alitalia che diventa
giornaliero
e
l’offerta
migliorata sia da parte di
United (verso New York) che
di Korean (direzione Seul).
Meglio di niente, certo, erano
in molti ad aspettarsi di più.
Il grande colpo, al momento,
con Expo non è arrivato. E
forse il limite temporale per
sognarlo
è
già
stato
oltrepassato. Gabriele Ceresa
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Malpensa
É risparita l'addizionale di imbarco
MALPENSA - Ci siamo. O
meglio: purtroppo ci risiamo.
Perché i soldi non ci sono, così
sale alta e forte la rabbia dei
Comuni aeroportuali. Ancora
una volta contro il Governo e
ancora
una
volta
per
l'addizionale sui diritti di
imbarco i cui fondi - da ripartire
tra le ottanta municipalità
italiane interessate - dovevano
arrivare entro il 31 dicembre
scorso ma non si sono visti.
ROMA- È denaro che i Comuni
hanno messo a bilancio e che
mancando - con qualche rischio
maggiore per alcuni enti e
minore
per
altri
inevitabilmente rende incerto il
rispetto del patto di stabilità.
«Non per colpe nostre, ma per
precise e nette responsabilità del
Governo ». Lo dice tuonando il
sindaco di Ferno e presidente
dell'Associazione
nazionale
comuni aeroportuali italiani,
Mauro Cerutti, che senza
escludere prospettiva azioni
legali promette dura battaglia in
vista dei tavoli a cui parteciperà
domani a Roma in occasione
della seconda riunione del
direttivo della stessa Ancai.
Anche perché - ciò a fa
aumentare la rabbia - Palazzo
Chigi ha stanziato i soldi della
tassa di imbarco con un decreto
di fine novembre pari a 4
milioni 180mila euro, dunque
con un incremento di 300mila
euro rispetto alle previsioni,
appunto tra le municipalità
aventi diritto. Però, complice il
solito balletto di responsabilità
tra i ministeri dell'Ambiente,
dell'Interno e dell'Economia,
sembrano
essersi
persi.
NUMERI - Difficile avere i dati
certi su quanti soldi dovevano
entrare a bilancio. Si può
comunque fare una stima
ufficiosa. Dice Cerutti: «Sono
circa 200mila euro per Ferno».
Aggiunge l'assessore al Bilancio
ed ex sindaco di Lonate,
Piergiulio Gelosa: «Per noi la
cifra supera di poco i 100 mila
euro ». Sottolinea il primo
cittadino di Somma Lombardo,
Guido Colombo: «Anche per
noi dovrebbero essere circa
100mila euro». E probabilmente
qualcosa meno per gli altri sei
Comuni aeroportuali facenti
parte del Consorzio urbanistico
volontario. Intanto Ferno e
Lonate ammettono che se questi
soldi non dovessero arrivare a
breve termine, qin qualsiasi
caso il prima possibile, sussiste
il rischio di sforare il patto e di
subire le dure conseguenze che
ne deriverebbero. Più serena la
situazione
a
Somma.
BOCCIOFILA
Testuale
Cerutti: «Batteremo i pugni,
chiederemo certezze, lo Stato
centrale non si rende conto che
ci mette in ginocchio ». Duro a
360 gradi Colombo: «Oggi
purtroppo
Ancai
è
una
bocciofila, rischia di non essere
più credibile, non ci sono più le
grandi città ». Quindi, il sindaco
sommese spara contro lo Stato:
«Rappresenta il decadimento.
Non corrispondere i soldi di
competenza comunale è una
scorrettezza giuridica e mostra
l'incapacità di un ente che non
mantiene la parola data. Basta
peregrinare.
Servono
fatti
urgenti». Chiude Gelosa con
amara
ironia:
«Oggi
di
comunale è rimasta la presa in
giro. Noi enti locali aeroportuali
eroghiamo servizi allo Stato e
questo è quanto abbiamo in
cambio. Siamo sbigottiti per
una situazione sempre più
insostenibile». ANALISI - C'è
un'altra partita che si giocherà
domani a Roma: conoscere
meglio e fare una più
approfondita analisi su altre
cifre. Dal 2004 sembra che le
compagnie aeroportuali non
abbiano versato circa 64 milioni
di euro e in dieci anni ai
Comuni non siano stati versati
ben 84 milioni. A fare due conti
- li ha fatti Cerutti - a Ferno
mancherebbero 4 milioni e
mezzo di euro. Altro che
risparmiare sui centesimi e
dilazionare gli interventi perché
mancano
risorse.
Matteo
Bertolli
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Malpensa
Malpensa ha perso passeggeri e aerei
E ora il futuro in brughiera vola basso
Soltanto segni meno nei mesi di novembre e dicembre. Montano i timori della Fit Cisl
«La Sea? Se gestisse solo questo scalo avrebbe già fatto la voce grossa con il Governo»
re Malpensa». Non c’è politica che
tenga né ci sono scelte industriali.
Malpensa chiude il 2014 Secondo Grilanda nemmeno l’inin perdita come movimenti aerei tenzione del management di Sea
di poter intervenire sulle tasse aee numero di passeggeri.
Il mese di dicembre mostra sol- roportuali, farà la differenza. Puntanto segni negativi: - 6% di movi- tare a un rincaro dei diritti di apmenti aerei, decolli e atterraggi e prodo e di utilizzo di Linate e a una
-3% di passeggeri. Ancora peggio riduzione, invece, dei costi di utidi novembre quando i passeggeri lizzo di Malpensa non incentiverà
sono stati il – 3% rispetto all’anno le compagnie aeree ad usufruire
precedente e i movimenti hanno dello scalo della brughiera a dispetto del Forlanini.
raggiunto un - 4,8 %.
«Servono decreti»,
Dati negativi che la
sostieneGrilanda.«Ma
stessa Sea si aspettava,
ma che non fanno cer«Avendo nondecreticomequela favore di Linate sito piacere né tantomeLinate
che loglato
dal ministro Lupi
no rincuorano. E ora la
Fit Cisl di Varese con- lavora bene (Trasporti e Infastruttrattacca.
può stare ture)».
Il trasloco di airberin attesa lindaMalpensaalFor«Il piede in due scarpe»
con la conse«Cosa vogliamo fare di
di svolte» lanini
guente perdita di
questo aeroporto?»
400mila passeggeri aldomanda il segretario
generale della Fit Cisl dei Laghi l’anno nello scalo che dovrebbe
Dario Grilanda. Una domanda essere intercontinentale, è uno
non certo nuova, «ma da ripete- dei primi effetti del Decreto.
«Mi auguro che la commissiore», incalza il sindacalista.
«Se Sea gestisse soltanto Mal- ne istituita dal ministro per valupensa si sarebbe già fatta sentire, tare le conseguenze del Decreto
avrebbegiàfattolavocegrossacon non sia solo di facciata ma possa
ilgoverno.Invece,avendocomun- prendere posizione».
Alitalia docet e per stringere
que Linate che lavora bene, può
permettersi di restare in attesa. l’accordo con Etihad è diventato
Tiene il piede in due scarpe e importante,senonfondamentale,
liberare gli slot di Linate consenaspetta. Ma che cosa aspetta?».
Grilanda è spietato: «Conti- tendo non un maggior numero di
nuiamo ad avere un assetto aero- voli, ma la possibilità di volare in
portuale non definito e ad affossa- tutte le città d’Europa dal ForlaniMALPENSA
ALESSANDRA PEDRONI
ni. In tal modo, però, si tarpano le
ali al feederaggio a Malpensa che
si ritrova con un numero ridotto
di voli domestici e soprattutto europei utili a portare passeggeri da
imbarcaresugliintercontinentali.
L’attività intensa di easyJet che
vale quasi un terzo dell’operatività
di Malpensa è a se stante rispetto
a un’azione di feederaggio.
«Non c’è alcun segnale di inversione di tendenza», denuncia Grilanda.«Possiamosoltantoelencare posti di lavoro persi, assenza di
assunzioni e un terminal 1 in certe
ore deserto, in cui si potrebbero
disputare delle partite di calcio».
«A che è servito il Primo Maggio?»
A cosa è servito il Primo Maggio a
Malpensa, indetto dalle segreterie
regionalidellaLombardia?«Èstato solo lettera morta», sbotta il segretario varesino della Fit.
«Quali azioni sindacali e politiche ci sono state dopo il Primo
Maggio dell’anno scorso? Nessuna. Il sindacato confederale è assente, Cgil, Cisl e Uil a livello nazionale non spendono una parola
per Malpensa. E chi porta la voce
dei lavoratori, come il sindacato di
questo territorio, non viene ascoltato». La chiosa è la solita.
«La questione Malpensa è dimenticata e l’aeroporto cerca di
sopravvivere quando dovrebbe,
invece, risplendere di luce propria
e godere di ottima salute», puntualizza Grilanda. 1
Sono numeri che preoccupano quelli relativi allo scalo di Malpensa
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10/01/2015
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Malpensa
Il Vietnam chiede di volare a Malpensa
MALPENSA - La Vietnam
Airlines sta negoziando con
le autorità italiane competenti
per attivare da Malpensa il
primo volo diretto verso la
repubblica socialista del
Sudest asiatico. A rivelarlo è
la Federturismo annunciando
per il 13 gennaio a Roma una
giornata di approfondimento
dal titolo "Vietnam- Italia:
nuove prospettive per lo
sviluppo
dell'industria
turistica". Sarà proprio in
quell’occasione che i vertici
del vettore asiatico - invitati
insieme
all’ambasciatore
Ngueyn Hoang Long, il
direttore
generale
di
Federturismo Confindustria
Antonio Barreca e il ministro
per i Beni culturali e il
Turismo Dario Franceschini potrebbero svelare qualcosa
in più in merito al loro
inedito
interessamento
sull’Italia. Al momento,
infatti, la compagnia di
bandiera
vietnamita,
in
Europa attera soltanto a
Francoforte, Parigi e Mosca.
Ciò significa naturalmente
che per raggiungere gli scali
di Hanoi (la capitale) o di Ho
Chi Minh city (la vecchia
Saigon) i viaggiatori italiani
sono costretti a fare scalo.
Vietnam Airlines, dal 2010
entrata
a
far
parte
dell’alleanza di compagnie
aeree Sky Team, ha avviato
le trattative per aprire una o
più rotte verso il Vietnam,
creando un collegamento
diretto da Malpensa ed
eventualmente anche da
Fiumicino. Sono tratte che
favorirebbero ulteriormente
l'espansione del traffico verso
una delle destinazioni che si
sta affermando come tra le
più gettonate per il settore
leisure nell'area asiatica. La
gentilezza
del
popolo
vietnamita,
le
bellezze
storico-naturalistiche
(le
rovine di Hue, il delta del
Mekong e la baia di Ha
Long) e le località balneari
affacciate sul Mar Cinese
meridionale stanno attirando
sempre più turisti, anche
dall’Italia. Per Malpensa, il
diretto verso il Vietnam
diventerebbe un nuovo e
redditizio
ponte
verso
l’Oriente. Gabriele Ceresa
PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
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09/01/2015 - PAG. 28
09/01/2015
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Malpensa
Malpensa abbandonata Alitalia va a New York ma poi fugge a Roma
MALPENSA - Quando Luca
Cordero di Montezemolo,
appena eletto alla guida di
Confindustria, fece la sua
prima
uscita
pubblica
all’assemblea annuale degli
imprenditori
varesini,
appoggiò in pieno la battaglia
del mondo economico locale
a favore dello sviluppo
dell’aeroporto di Malpensa e
dei
collegamenti
infrastrutturali con lo scalo.
Sembra cambiato il mondo
rispetto a quegli anni. Oggi
Montezemolo è alla guida
della nuova Alitalia-Etihad,
nata da un "matrimonio
riparatore" con gli arabi che
ha
consentito
alla
ex
compagnia
di
bandiera
italiana di salvarsi, ancora
una volta. E Malpensa? Lo
scalo della Brughiera è finito
nel dimenticatoio dell’ex
numero uno della Ferrari.
Così per lo meno dicono i
fatti. E non basta certo il volo
inaugurale
della
nuova
compagnia atterrato proprio a
Malpensa da New York a
cambiare
le
sorti
dell’aeroporto varesino, non
certo
rosee.
Ne
è
assolutamente
convinto
Stefano Bosisio, responsabile
trasporti
dello
Studio
Ambrosetti. «Il battesimo di
Alitalia a Malpensa - spiega non ha nulla a che vedere con
la volontà di rilancio dello
scalo da parte della stessa
compagnia. Questa volontà
non c’è. E’ evidente. Il New
York-Malpensa
è
semplicemente
uno
dei
pochissimi
voli
Alitalia
rimasti su Malpensa. Non è il
simbolo
di
alcun
cambiamento di rotta». Del
resto la realtà parla chiaro. A
Malpensa Alitalia ha voli per
Tokyo, Mosca, Tunisi ,
Tirana e Abu Dabi. Punto.
Nessun collegamento con
l’Europa, servita tutta la
Linate. Ed ora, con il decreto
che liberalizza i cieli proprio
sul city-airport milanese, si
crea una situazione che sfiora
il paradosso. «Da una parte
abbiamo uno scalo vecchio,
quello di Linate - spiega
ancora Bosisio - che non può
andare oltre i dodici milioni
di passeggeri. Dall’altro ne
abbiamo uno nuovo (anche
ristrutturato in vista di Expo
ndr), nato per diventare hub,
che ha tutte le caratteristiche
per reggere volumi di traffico
fino a 40 milioni di
passeggeri e ne ha 17 milioni.
Per altro destinati a diminuire
in conseguenza del decreto
Linate». Eppure, il ministro
dei Trasporti, Maurizio Lupi,
non perde occasione per
sbandierare la volontà di
sviluppo di Malpensa da
parte di Alitalia. Perchè?
«Bisognerebbe chiederlo a
lui - ironizza Bosisio - Sta di
fatto che questa volontà non
c’è. E, purtroppo, Malpensa
in queste condizioni non so
per quanto potrà andare
avanti. Non si può pensare
che venga salvata dal low
cost, perchè il low cost non è
redditizio per l’aeroporto. Il
ministro parla in questo
modo, ma tutto ciò che i
governi hanno fatto fino ad
ora, lui compreso, vanno
esattamente nella direzione
opposta rispetto allo sviluppo
del nostro aeroporto». Tra
l’altro, con gli ultimi
provvedimenti, di fatto si
scoraggiano anche eventuali
altre compagnie interessate a
basarsi
a
Malpensa.
«Nessuno più si azzarda a
venire
a
Malpensa
sottolinea Bosisio - con una
concorrenza spietata a 50
chilometri di distanza». E
non è ovviamente un caso
che già alcune compagnie
abbiano iniziato la fuga su
Linate. L’ultima, in ordine di
tempo, Air Berlin con il volo
per Stoccarda. La domanda
allora è una sola: c’è una via
d’uscita? «L’unica via di
uscita è ridefinire gli assetti
di traffico - afferma Bosisio e questo è un compito
esclusivamente governativo.
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Malpensa
Certo, da questo punto di
vista, servirebbe un netto
cambiamento
di
rotta».
Emanuela
Spagna
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08/01/2015
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Malpensa
Air Berlin, schiaffo a Malpensa. A Stoccarda da Linate
MALPENSA - «Quando
vedrò Linate crescere e
Malpensa cedere traffico,
sarò di cattivo umore. Siamo
in una fase di transizione, ci
sarà
nervosismo,
ma
cercheremo di compensare,
anzi
ci
stiamo
già
lavorando». Fu profetico
Pietro Modiano, presidente
Sea, parlando degli effetti del
decreto Lupi un mese fa in
audizione alla Commissione
Attività produttive della
Regione Lombardia. Perché
AirBerlin, compagnia tedesca
del gruppo Etihad in cui è
confluita anche Alitalia, ha
inferto un nuovo schiaffo a
Malpensa usufruendo ancora
una volta della finestra aperta
dal ministero dei Trasporti,
ovvero la liberalizzazione dei
voli su Linate con la
possibilità di raggiungere non
più soltanto le capitali
europee, ma qualsiasi città
continentale. Dopo aver
abbandonato le piste della
brughiera, trasferendo su
Linate i collegamenti ormai
consolidati su Berlino e
Dusseldorf , Air- Berlin dal
prossimo marzo aprirà dal
city airport una terza
destinazione, Stoccarda, in
aperta
concorrenza
con
l’ampia offerta presente allo
scalo varesino. Da Malpensa,
infatti, si può volare sul
Flughafen
Stuttgart-Echterdingen
sia
con
easyJet
(6
voli
settimanali, operativi dal
prossimo 24 aprile, una
settimana prima dell’apertura
di
Expo)
sia
con
Germanwings,
con
11
possibilità di scelta di orario
ogni 7 giorni. E’vero che
Stoccarda è la patria della
Mercedes e della Porsche,
nonché uno dei centri
economici più potenti del
centro Europa, ma la tratta è
ormai
molto
affollata.
Oltretutto,
AirBerlin
ha
deciso di puntare sul
Linate-Stoccarda mettendo
sul piatto ben 3 voli
giornalieri (da lunedì a
venerdì) che scendono uno
solo il sabato e la domenica.
Il rischio, naturalmente, è che
la domanda diventi superiore
alla richiesta. Se fosse così,
potrebbero soffrire proprio i
voli su Malpensa, molto più
distante dal centro di Milano
rispetto
all’aeroporto
“cugino” di città. Non a caso
proprio
Germanwings
(insieme ad Air Dolomiti,
entrambe
del
gruppo
Lufthansa) ha già preparato
un ricorso contro i primi
effetti concreti del decreto
Lupi, ovvero contro i voli di
Air Berlin in code sharing
con
Alitalia
trasferiti
immediatamente
da
Malpensa al Forlanini. «E’
un decreto discriminatorio
nei nostri confronti, perché
beneficia solo un attore»,
aveva dichiarato a dicembre
Thomas Eggert, general
manager di Lufthansa Italia.
Gabriele
Ceresa
PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
PAG 70
08/01/2015 - PAG. 17
08/01/2015
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Malpensa
Malpensa tra easyJet e Meridiana
Decolla il low cost, rischi per 560
MALPENSA
Il futuro di Meridiana è appeso a un filo di speranza e l’anno appena
chiuso di easyJet con dati soltanto positivi. Sono due facce della stessa Malpensa che resta un aeroporto in attesa di un
domani, immenso cantiere aperto al Terminal 1 con il restyling dell’aerostazione
che procede a passo spedito ma la realtà,
di contro, del Terminal 2 dove opera
easyJet lanciata a gonfie vele.
Soltanto nel mese di dicembre la
low cost inglese ha realizzato a
Malpensa 3.440 movimenti aerei:
significa circa 114 voli al giorno,
tra arrivi e partenze.
Un dato importante se si pensa, ad esempio, che il giorno di
Natale, festività in cui easyJet non
vola, il T1 ha avuto circa 120 movimenti aerei. Malpensa vive della
flotta arancione basata al T2 ma
non potrà, non dovrà essere un
aeroporto sostazialmente low
cost. Lo ha ricordato di recente lo
stesso presidente Sea Pietro Modiano parlando di una società aeroportuale che «crede in se stessa
e in Malpensa».
Si attende la scia positiva di
Expo 2015. E si guarda al dato
positivo dei primi undici mesi
dell’anno appena terminato in cui
c’è stato un aumento (+12,4%) dei
passeggeri intercontinentali al
T1. Ma non basta a dare certezze.
Un doppio segno meno
I dati di chiusura 2014 a Malpensa
e Linate non sono ancora stati resi
noti da Sea. Novembre parla di
11.619 movimenti aerei nei due
terminal a Malpensa e di 1.214.613
passeggeri, rispettivamente con
due segni meno, - 4,77 % e - 3,13%,
rispetto allo stesso mese del 2013.
Il dato positivo, invece, da gennaio a novembre, di 17milioni e
Le speranze per i 560 lavoratori Meridiana è legata al ministero
mezzo di passeggeri è viziato dalle
presenze di maggio di Orio al Serio che ha portato in brughiera
circa 500mila passeggeri, «serviti
nel migliore dei modi dall’aeroporto, con tempi di attesa di 2025 minuti nel carico e scarico bagagli», ha ricordato Modiano.
C’è da favorire gli approdi a
Malpensa con tariffe per le compagnie aeree meno care di Linate:
una via indicata dallo stesso presidente a cui Sea starebbe lavorando.
Il Forlanini è in piena salute
Nelle festività natalizie, dal 19 dicembre al 6 gennaio, è il Forlanini
ad aver realizzato un traffico del
+11,2% mentre Malpensa si è fermata al +0,76%.
Il lavoro per attrarre vettori,
dunque, non manca.
In parte è già riuscito sul versante orientale se si pensa al colosso Emirates e al suo impegno
a Malpensa. Serve, però, portare
in loco altri voli con passeggeri
che riempiano gli aerei delle rotte
intercontinentali e tengano in
piedi anche il lavoro aeroportuale
“collaterale”, a cominciare dal catering. Intanto sul fronte Meridiana, con i suoi 560 lavoratori a
PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
Malpensa su 1.200 complessivi,
le ultime speranze portano il nome del ministero dello Sviluppo
economico, dopo l’accordo tra le
parti per la mobilità volontaria di
quasi 300 dipendenti.
«Con l’accordo di dicembre si
è chiusa una fase della vertenza
e noi auspichiamo che la ripresa
al ministero dello Sviluppo Economico sia per parlare del futuro
dell’impresa e non dei tagli di organico», dichiara Nino Cortorillo,
segretario nazionale della Filt
Cgil.
Al momento «non ci sono novità» rende noto per verità di cronaca il sindacalista. Neanche
quella della Qatar Airways interessata ad acquisire Meridiana
così come è. Si attende un piano
industriale credibile, a fronte della disponibilità di impresa e governo e ovviamente sindacato a
discutere del futuro di Meridiana.
Una disponibilità che sta, appunto, nell’incontro atteso a breve al ministero che porta il nome
di Sviluppo economico. Il tempo
guadagnato finora in cui la Filt ha
sempre creduto, è già qualcosa.
Ma la speranza è che non si
riapra una nuova procedura di
mobilità. 1 Alessandra Pedroni
PAG 71
07/01/2015 - PAG. 7
07/01/2015
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Malpensa
Ripresa della trattativa su Meridiana Sul tavolo c'è il rilancio dell'azienda
IL 9 GENNAIO sul tavolo
del ministero per lo Sviluppo
economico torna la questione
Meridiana con la ripresa delle
trattative per conoscere il
destino di oltre 1300 persone.
C’è attesa per il piano
industriale da parte della
compagnia. Nei giorni scorsi
con la mediazione del
Governo si è chiusa una
prima fase di una partita
complessa
e
delicata
cominciata
nell’ottobre
scorso con l’apertura della
procedura di mobilità per
1634 dipendenti, dei quali
561 operativi all’aeroporto di
Malpensa. L’accordo, firmato
il 27 dicembre da sindacati e
azienda, ha dato la possibilità
ai lavoratori di decidere per
l’esodo volontario con un
incentivo di 15 mila euro (a
cui si aggiunge un carnet di
biglietti aerei), decisione
formalizzata entro il 30
dicembre per poter usufruire
delle regole sulla mobilità pre
legge Fornero, entrata in
vigore il Primo gennaio.
Sono 280, in tutto, i
lavoratori che hanno deciso
per
l’uscita
volontaria
dall’azienda.
MA
IL
FUTURO della compagnia
aerea, una delle maggiori in
Italia, è ancora tutto da
delineare: intanto la vertenza
Meridiana torna venerdì sul
tavolo del ministero per lo
Sviluppo economico. La
vicenda è seguita con grande
attenzione dal sindacato
varesino perché riguarda
anche centinaia di lavoratori
di Meridiana con base a
Malpensa.
«L’accordo
sull’uscita volontaria ha dato
una prima risposta – dice
Umberto
Colombo,
segretario generale della Cgil
di Varese – ma non risolve i
problemi della compagnia
che ha bisogno di un piano di
rilancio». Ora i riflettori si
spostano al tavolo convocato
al ministero. I sindacati
sollecitano
un
piano
industriale di sviluppo da
parte della compagnia verso
la
quale
ci
sarebbe
l’interessamento di Qatar
Airways
(si
parlava
dell’acquisto del 20% delle
azioni), al momento smentito
dai vertici del vettore con una
nota ufficiale firmata dal
presidente di Meridiana Fly
Marco Rigotti che, nel
comunicato, sottolinea la
necessità di una profonda
ristrutturazione
dell’intera
società. In gioco c’è il futuro
di oltre 1300 lavoratori che
con le loro magliette rosse e
la scritta «Io sono un esubero
Meridiana» hanno più volte
manifestato, arrivando anche
in piazza San Pietro e
raccogliendo il sostegno di
Papa Francesco. VENERDÌ
9, quindi, si riprende il
confronto. «Aver spostato la
trattativa al ministero per lo
Sviluppo economico è un
risultato importante – ha
detto
Nino
Cortorillo,
segretario nazionale della Filt
Cgil – Dobbiamo parlare di
rilancio della compagnia, e
infatti chiederemo all’azienda
investimenti seri, non solo
tagli». Un futuro che deve
partire dal piano industriale a
cui guardano i dipendenti che
hanno scelto di restare
nell’azienda. Tra questi ci
sono centinaia di lavoratori
operativi a Malpensa.
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06/01/2015
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Malpensa
«Erano cassintegrati ora sono assenteisti»
MALPENSA - Una cooperativa
bresciana "licenziata" da una
grande azienda perché ha
affidato il lavoro, fino a quel
momento esternalizzato, ai
propri dipendenti richiamati
dalla cassa integrazione. E
subito dopo la denuncia di
assenteismo lanciata dalla coop
esclusa nei confronti degli ex
cassintegrati («Dopo 4 giorni di
lavoro scopriamo che già 27
certificati medici, su circa 50
reintegrati, sono stati recapitati
all’azienda»,
scrive
la
cooperativa nella lettera che
riproduciamo
a
fianco).
L’ennesimo caso di malcostume
o una triste guerra tra poveri?
Difficile dare una risposta, Sta
di fatto che dopo 6 anni di cassa
integrazione e un mercato che
nel settore aereo, specialmente
attorno a Malpensa, non lascia
intravedere
segnali
di
espansione, Lsg Sky Chefs si è
trovata davanti a una scelta che
i sindacati non esitano a definire
«obbligata»: riportare in house
alcuni servizi per evitare i
licenziamenti,
reintegrando
parte del proprio personale
all’interno
del
perimetro
aziendale, impiegandolo in una
serie di attività che erano state
esternalizzate o affidate a
cooperative. Se i lavoratori di
Lsg si sono salvati, dunque, ci
hanno rimesso il posto i 45
addetti del consorzio 3B Log a
cui il colosso del catering aereo
aveva affidato, all’interno dello
stabilimento di Case Nuove a
Somma Lombardo, i servizi di
lavaggio dei vassoi utilizzati dai
passeggeri a bordo e quelli della
pulizia
del
capannone.
L’accordo tra i vertici aziendali
e le parti sociali è stato siglato
lo scorso dicembre ed è entrato
in vigore il primo gennaio. Dei
100 lavoratori dichiarati in
esubero
(circa
un
terzo
dell’intero
organico)
con
l’ultima procedura di mobilità,
41 hanno deciso di lasciare
l’azienda, usufruendo degli
incentivi all’esodo, mentre 59
sono stati riassorbiti proprio
attraverso la manovra di
insourcing.
I
sindacati
confederali spiegano che non ci
sono lavoratori di serie "A" o di
serie
"B",
ma
che
semplicemente - davanti a una
crisi che non accenna a dare
segnali di controtendenza - il
primo
obiettivo
è
stato
salvaguardare
i
lavoratori
interni. «Ci sono i verbali
sottoscritti a provarlo: i patti tra
l’azienda e le cooperative erano
chiari sin dall’affidamento del
servizio - ricorda Luigi Mancini
della
Fit-Cisl
-.
Erano
consapevoli che, una volta
terminata la cassa, senza una
ripresa del mercato, avrebbero
dovuto lasciare il posto ai
dipendenti Lsg. La speranza,
naturalmente, è che già con
Expo si registri un aumento di
lavoro tale da reinserire il
personale delle cooperative, che
oggi si sente espulso, e di
riportare il personale reintegrato
alla sue mansioni iniziali, oggi
in sofferenza perché ricollocato
in un reparto non appropriato».
Proprio questa potrebbe essere
una delle ragioni dell’alto tasso
di
assenteismo
dei
59
reintegrati,
così
come
denunciato dal presidente del
consiglio
direttivo
del
Consorzio 3B Log Laura Aggio
Mattone. Passare, per esempio,
da un ruolo di assistente prima
alla cassa integrazione e poi
riassorbito nel reparto pulizie,
potrebbe aver scatenato un
malessere
dilagante.
Ma
secondo i sindacati, i dati non
sono veritieri. «A noi risultano
soltanto 4 malattie, di cui una
iniziata lo scorso anno - ribatte
Mancini -. In ogni caso, a noi la
guerra tra poveri proprio non
piace. A mali estremi, si è
optato per il male minore. Ma
ripeto: non si può nemmeno
parlare di una scelta». Gabriele
Ceresa
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Malpensa
Pedemontana e Tangenziale Via libera tra venti giorni: una rivoluzione viabilistica
MENO 20 GIORNI al via.
Due nuove autostrade avviate
sul territorio varesino, primi
lotti di due arterie destinate a
creare
una
rivoluzione
viabilistica. Da un lato la
prima
tratta
della
Pedemontana, dall’altra la
tangenziale di Varese, con
inaugurazioni in calendario il
24 gennaio prossimo alle
oore 11, cerimonia principale
in
Valle
Olona.
Una
mini-rivoluzione viabilistica,
realizzata
senza
troppi
problemi,
almeno
dall’inaugurazione
del
cantiere fatto in pompa
magna cinque anni fa dai
vertici dell’allora Giunta
regionale guidata da Roberto
Formigoni. Un taglio del
nastro a cui hanno fatto
seguito anni di cantieri e di
lavori, di gallerie scavate e di
terreni espropriati, ma anche
di problemi di convivenza
con i “vicini“ che si sono
trovati il tracciato delle
nuove arterie sotto casa.
Problemi superati, ormai,
perché ora, dopo la posa della
prima pietra, è ormai tempoi
di taglio del nastro vero e
proprio. Il regalo per il 2015
l’ha
fatto
la
Regione
Lombardia, strappando la
possibilità di percorrere
gratuitamente
sia
la
Pedemontana
che
la
tangenziale est di Varese
gratuitamente per dodici
mesi. Una buona notizia già
in qualche modo anticipata
nei
mesi
scorsi
dall’amministratore delegato
di Pedemontana spa, Marzio
Agnoloni, che lo aveva
comunicato
durante
un
sopralluogo
al
cantiere
varesino. Agnoloni si era
detto
favorevole
«ad
inaugurare l’autostrada senza
che
sia
introdotto
un
pedaggio
perché
Pedemontana è una grande
opera anche da un punto di
vista
ingegneristico
e
cantieristico che i lombardi
devono
poter
vedere».
ANCHE PERCHÉ, è il non
detto, l’introduzione del
pedaggio
potrebbe
scoraggiare
molti
automobilisti a utilizzare
percorsi alternativi pur di non
dover sborsare il ticket, un
po’ quello che è accaduto
nelle prime settimane che
sono
seguite
all’inaugurazione
dell’autostrada Brebemi. Per
tutto il 2015 quindi sia
Tangenziale
che
Pedemontana
saranno
percorribili
gratuitamente.
Poi per percorrere il tratto tra
Cassano
Magnago
e
Lomazzo
si
dovranno
sborsare 2 euro e 20
centesimi per le auto, 3 euro
e 50 centesimi per i veicoli
pesanti, e di 0,70 centesimi
per le macchine sulla
tangenziale di Varese e di 1
euro e 10 centesimi per i
mezzi pesanti. Appuntamento
dunque il 24 gennaio per il
taglio del nastro, probabile la
presenza del ministro Lupi e
forse anche quella del
premier Renzi, un evento che
arriva dopo 5 anni, dal 6
febbraio 2010, in cui era stata
posata la prima pietra a
Cassano Magnago. Lungo la
nuova autostrada non ci
saranno caselli ma portali
elettronici sulle rampe di
accesso e di uscita regolati da
un
sofisticato
sistema
tecnologico già in funzione in
altri Paesi. Nel territorio,
però, si attendono intanto gli
interventi
di
impatto
ambientale
previsti
nel
progetto.
Interventi
di
mitigazione a oggi non
ancora del tutto realizzati.
R.V.
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03/01/2015 - PAG. 8
03/01/2015
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Malpensa
Alitalia, sindaci e sindacati in attesa
IL PRIMO VOLO della
nuova
Alitalia,
dopo
l’accordo con Etihad, che ha
acquistato il 49% delle azioni
della compagnia italiana, è
atterrato a Malpensa il primo
giorno dell’anno. Il 2015 è
stato salutato dalla nuova
compagnia con il volo
proveniente da New York.
Un primo passo che nel
territorio si spera possa
essere segnale di rinnovata
attenzione su Malpensa.
Intanto il «battesimo» della
nuova
società
frutto
dell’accordo con il colosso
degli Emirati Arabi è
avvenuto
a
Malpensa,
l’aeroporto che ha subìto nel
2008
gli
effetti
dell’abbandono
proprio
dell’ex
compagnia
di
bandiera, con quel dehubbing
che ne ha ridotto fortemente
il traffico. ORA, INVECE,
proprio
la
compagnia
italo-araba ha salutato l’avvio
della nuova attività con il
volo New York–Malpensa,
effettuato con un Airbus
A330, con livrea Expo 2015
e i marchi Alitalia ed Etihad.
Ottimismo e fiducia ha
espresso il numero uno di
Alitalia Sai Silvano Cassano.
«Aumenteremo
i
collegamenti con America
del Nord, America Latina ha detto - Svilupperemo
nuove destinazioni, nuovi
servizi e una flotta con più
aerei per il lungo raggio».
L’hub di riferimento resta
Fiumicino ma la compagnia
punta a raddoppiare i voli a
lungo raggio da Malpensa,
l’obiettivo è di raggiungere
25 voli a settimana entro il
2018 nello scalo della
brughiera. «Speriamo che
questo primo volo sia un
segnale ben augurante – dice
Mauro Cerutti, sindaco di
Ferno e attuale presidente di
Ancai
(Associazione
nazionale comuni sedi di
aeroporto) – Malpensa va
potenziato, all’aeroporto va
restituito il suo ruolo
strategico
con
i
voli
intercontinentali, un ruolo
strategico indicato nel piano
nazionale del trasporto aereo
che non deve rimanere sulla
carta. Malpensa non può
essere penalizzato. Speriamo
in una ventata nuova,
positiva per Malpensa nel
2015». SULLA NUOVA
Alitalia c’è l’attenzione del
sindacato.
«Sono
state
annunciate nuove rotte – dice
Antonio Ciraci ( segretario
Filt Cgil Varese) – al
momento
sono
solo
promesse, l’auspicio è che
non restino tali e che invece
sia attuato un potenziamento
dell’attività della compagnia
su Malpensa che nel piano
dell’azienda è comunque
penalizzato
rispetto
a
Fiumicino
e
Linate.
Malpensa
deve
essere
potenziato ». Intanto continua
a preoccupare il decreto Lupi
che favorisce Linate. E da più
parti
si
continua
a
sollecitarne la revisione per
non penalizzare Malpensa sul
quale Sea, la società di
gestione degli scali milanesi,
intende continuare a investire
in
futuro.
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02/01/2015
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Malpensa
Alitalia-Etihad, il primo volo atterra a Malpensa
MALPENSA- Con un volo
New York-Malpensa è partita
la
nuova
stagione
di
Alitalia-Etihad che punta nel
giro di 2 anni di tornare a
volare in cieli più alti con un
ritorno all'utile fissato dal
nuovo piano industriale al
2017.
Soddisfatto
l'amministratore
delegato
della compagnia, Silvano
Cassano, che assume un
impegno: «i clienti, che d'ora
in avanti chiameremo ospiti,
saranno la nostra bussola».
«A partire da oggi - informa
la compagnia - Alitalia,
insieme ad Etihad Airways,
offre 168 destinazioni, una
flotta di 227 aeromobili tra le
più avanzate al mondo e la
forza di chi trasporta più di
35 milioni di passeggeri
l'anno. E' partito oggi alle ore
01,35
zulu
(l'orario
convenzionalmente adottato
dal
trasporto
aereo,
corrispondenti alle 02,35
italiane) da New York JFK ha precisato la compagnia - il
primo volo della nuova
Alitalia, atterrato alle 10,40
locali a Milano Malpensa. Il
volo è stato operato con
l'Airbus A330 che veste la
livrea Expo Milano 2015 con
i marchi di Alitalia e di
Etihad Airways, Official
Global Carriers del più
importante evento italiano
dell'anno che vedrà, tra
maggio ed ottobre 2015, oltre
20 milioni di visitatori
giungere a Milano. Hanno
così preso avvio le operazioni
di Alitalia Sai, compagnia
aerea a maggioranza italiana
e partecipata al 49% da
Etihad Airways. A pilotare il
primo volo della nuova
Alitalia
il
comandante
Angelo Pracchi ». Parte così
la nuova Alitalia Sai, Società
aerea italiana, che avrà ai
comandi Silvano Cassano
come
amministratore
delegato e tra gli altri,
Giancarlo Schisano come
Chief Operations Officer e
Duncan
Naysmith
(da
Etihad) come Chief financial
officer. Luca Cordero di
Montezemolo
sarà
il
presidente.
La
nuova
avventura di Alitalia, rinata
una prima volta sotto il
vessillo
dei
"capitani
coraggiosi" ed ora sotto l'ala
protettiva del partner venuto
dalla lontana e ricca Abu
Dhabi, riparte. Il matrimonio
tra Alitalia ed Etihad «è stato
un
ottimo
affare
per
Alitalia», aveva affermato
l'amministratore delegato e
presidente
del
vettore
emiratino James Hogan nei
giorni scorsi. E se tutti gli
obiettivi del piano industriale
saranno centrati la sposa
italiana potrà dirsi un giorno
soddisfatta. Innanzitutto si
punta al ritorno all'utile nel
2017 (108 milioni di euro
con un fatturato di 3,7
miliardi di euro), dopo che
dal 2008 si sono accumulate
perdite per oltre 1,6 miliardi.
Per il 2023 è previsto un utile
di 212 milioni di euro e un
fatturato di quasi 4,5 miliardi
di euro. E gli esuberi? Le
persone che entrano in
mobilità si riducono a circa
500 rispetto ai 2.251 esuberi
previsti inizialmente. Per
queste persone che, per
almeno 3 anni, otterranno un
sussidio pari all'80% della
retribuzione,
verrà
poi
sperimentato per la prima
volta
il
contratto
di
ricollocamento previsto dalla
legge
di
Stabilità
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02/01/2015
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Malpensa
Alitalia punta su Linate. Ma la “battezza” Malpensa
Il primo volo della nuova Alitalia con la livrea di Expo 2015 atterra
a Malpensa. Forse l’ex compagnia di
bandiera si accorgerà che è lo scalo varesino quello su cui puntare per l’esposizione universale?
Sembra un paradosso, dopo mesi
di polemiche sul ridimensionamento di Malpensa.
Il “battesimo” ufficiale della
nuova compagnia aerea Alitalia
Sai, a maggioranza italiana e partecipata al 49% da Etihad Airways, avviene con un volo partito dall’aeroporto Kennedy di
New York e atterrato ieri mattina
alle 10.40 a Malpensa. Sì, proprio
lo scalo varesino che nei piani
della nuova compagnia sembrava
essere stato retrocesso per importanza, dedicato soprattutto al
cargo, rispetto allo hub intercontinentale di Roma Fiumicino e
alla stessa Linate.
L’Airbus A330 decollato alle
2.35 italiane da Jfk, pilotato dal
comandante Angelo Pracchi (coadiuvato dal primo ufficiale
Claudio Bencardino e dal responsabile dei servizi di bordo Luca
Baldo), veste la livrea Expo Milano 2015 con i marchi di Alitalia
e di Etihad Airways, che sono gli
“official global carriers” dell’evento che richiamerà a Milano
oltre 20 milioni di visitatori tra
maggio e ottobre di quest’anno.
«Quello che celebriamo è il
punto di partenza di un’Alitalia
nuova, e quindi diversa - le prime
dichiarazioni del Ceo di Alitalia
Silvano Cassano - Sappiamo di
avere tanto lavoro da fare ma le
prime novità non si faranno attendere molto. Già in primavera
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Malpensa
Il primo volo atterrato a Malpensa di Alitalia Sai in formato Expo
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Alitalia tornerà a volare in Cina
e nel 2015 aumenteranno i collegamenti con il Nord America e
l’America Latina. Svilupperemo
un’offerta di nuove destinazioni,
nuovi servizi e una flotta con più
aerei di lungo raggio, una nuova
livrea e nuovi allestimenti degli
interni. E i clienti, che d’ora in
avanti chiameremo ospiti, saranno la nostra bussola».
Malpensa attende fiduciosa: la
salvezza dello scalo dipende anche dall’impegno della nuova Alitalia. 1 A. Ali.
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Malpensa
Alitalia debutta in brughiera
È PARTITO ieri alle 2.35 da New
York JFK il primo volo della nuova
Alitalia, atterrato alle 10.40 a Milano
Malpensa. Il volo è stato operato con
l’Airbus A330 che veste la livrea
«Expo Milano 2015» con i marchi di
Alitalia e di Etihad Airways: un buon
auspicio per il grande evento
internazionale.
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