Sardegna
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Sardegna
15 e g g a v l e strade se sontuoigsleie merav si rivela Sardegna la a n g ta rese, alla mon dal mare terra ricca di sorp ioni e di grandi e tradiz re, di sald li di avventu scenari natura lvagge e strade se se meraviglie sontuo in bianco, per ragioni ignote, ti trovi in direzione opposta a dove eri diretto. Strade sterrate dove non avrebbero dovuto esserci, indicazioni d’ingombri in realtà inesistenti, incroci privi di segnalazioni sono la norma. Ciononostante continua a “Di qui non mi muovo”. Dinanzi all’incredibile turchese della Pelosa di Stintino divento irremovibile. Spiaggia vergine, acqua tropicale, una torre spagnola fa da sfondo. Sogno di far un bagno, stendermi al sole, mangiar pesce alla brace al tramonto. E, dopo, uscir in mare con i pescatori. Paolo Curto, il fotografo, mi scrolla: “Muoviti! A sera dobbiamo esser a Bosa!” La magia finisce. Questa è la vita del giornalista di turismo: buttar l’occhio e lasciar il succo agli altri. Sospiro. “Tornerò” ripeto. Lo ripeto ancora. Invano. E’ terra di contrasti, la Sardegna: in un attimo par selvaggia e trasandata e subito dopo si presenta elegante e agghindata nei minimi dettagli. Per ore e chilometri viaggi su strade perfette, poi, di punto piacere e a attirare, forse perchè tutto pare spontaneo, forse perchè, alla fine, è tutto così bello da farsi perdonare. La partenza è da brivido: oltre all’inevitabile ritardo per code da lavori in corso, a causa d’indicazioni poco chiare vaghiamo nel porto di Livorno almeno mezz’ora con altri 3-4 automobilisti in cerca dell’imbarco della Moby Lines il cui traghetto parte puntuale alle 22. A bordo tutto è perfetto, dalle camere al self-service, dalla sala giochi per bimbi alla sala fitness. Il personale è simpatico e disponibile. Dato che sui mezzi non si dorme, si potrebbe studiare un agile e attrezzato dormitorio collettivo. Alle 7 del mattino di dormire però nessuno vuol saperne: il ponte scoppia di gente inten- Nella pagina precedente: i mille colori di Torre dei Corsari La strisca di terra del Golfo delle Saline 16 La strada verso Castelsardo fotografie di Paolo Curto ta a guardar farsi vicino il gigantesco profilo addormentato della Sardegna. Come sempre lo sbarco è collettiva liberazione d’adrenalina. La folla freme, affamata di vacanza e di conquista. Noi saliamo a nord scorrendo via via Golfo degli Aranci e Costa Smeralda. Urge gasolio ma le pompe non abbondano. Le automobili stizziscono dietro il camper: spesso mi faccio da parte. Scorrono località dal celebre nome: Portorotondo, Cala di Volpe, Capriccioli, Romazzino, Pevero, Porto Cervo, Liscia di Vacca, Baia Sardinia, Cannigione. E’ tutto molto bello anche se forse un po’ finto. Splendido pure il mare, inutile dirlo. ERALDA LLA COSTA SM Smeralda sia IL SOGNO DE che la Costa Khan so si può dire ra Karim Aga allo In un certo sen da tire tti a par Infa di Sardegna 2. lo 196 ngo nata nel e quest’a gin ver eriatt chè car sso a più acquisisce pre ghi di vacanz in uno dei luo Con forme e lo trasforma internazionale. set jetun a dal vita ti nta danno stici e freque o, gli architetti e tinte pastell neo, capace di tondeggianti neomediterra il o, lto nic mo tto e hite par nuovo stile arc la natura. Tutto del contatto con evole, soprattutto dove dar l’illusione o not ver ca. dav Vac é o di Volpe o a Liscia snob ma l’effett come a Cala di pare più riuscito è il sole. Infine Capo Testa offre il fascino del limite: sotto il faro capre e mufloni vagano in apparente libertà, ciclopiche rocce s’ergono nel mare delle Bocche di Bonifacio mirabilmente erose da acqua e vento, la natura regna selvaggia e estrema. I pensieri si perdono lontano ... Primo autentico paese è S. Teresa di Gallura. E’ domenica: la gente è in strada, affolla la piazza e lascia quieta la bella torre Longonsardo. In un bar di Trinità d’Agultu ci spingono a visitare la Valle della Luna. Lo stupore è enorme: una serie di massi paiono piovuti a caso, come tempesta di meteoriti, creando atmosfere e paesaggi davvero surreali, da fine del mondo. Naturalmente nessuno in giro ... All’alba ci rimettiamo in marcia: un pescatore é a mollo alla foce del Coghinas, guardato a vista da anatre e aironi. Luigi Dettori gira con l’asinello attorno alla curiosa pietra della Roccia dell’Elefante in cerca di turisti a caccia di fotografie curiose. Castelsardo, dinanzi, staglia la sua elegante rocca nell’azzurro di cielo e mare. Affacciate su stradine a gradini, le donne intrecciano cesta di millenaria abilità: ma alla macchina fotografica molte si celano. Oltre la chiesa, nel mare aperto, 17 Più autentici risultano, poco oltre, Golfo delle Saline e Capo d’Orso, primi di tanti fenomeni naturali che a iosa incontreremo lungo il viaggio. Immerso in una rigogliosa vegetazione, il camper scorre su un’esile striscia di sabbia così vicina al mare che par di toccarlo. Dalle targhe intuisco che la roccia a forma d’orso è ovunque conosciuta: era già nota agli antichi geografi. Un’altra lunga striscia di sabbia unisce Porto Pollo all’Isola dei Gabbiani, paradiso del surf: se non c’è vento, sport preferito un cabinato incrocia un peschereccio. Il paesaggio Oltre la pineta di Platamona e Porto Torres, l’oriz- surreale della zonte s’anima delle pale eoliche di Fiumesanto, Valle della Luna dietro cui si cela la meraviglia della Pelosa di Stintino. Il tempo si ferma, s’allarga il respiro. In agosto sarà forse caotica ma fuori stagione è spiaggia di suprema bellezza. Strepita l’amico Paolo per esser a Bosa a sera e allora di corsa verso Capo Caccia a guardar a strapiombo dalle scogliere rinunciando, perchè è tardi, alla Grotta di lvagge e strade se se meraviglie n so tuo Nettuno. Corriamo a sud su lunghe solitarie e spettacolari litoranee finché Bosa ci accoglie con i colori del tramonto, tinte che languono e ombre che tiran lungo. In riva al Temo sostiamo ammutoliti a guardar il giorno andarsene via. A S. Giovanni di Sinis troviamo una trentina di costruzioni di canne erette su dune sabbiose. Tempo fa molti pescatori vivevano in 200 di queste fresche e spaziose abitazioni chiamate falaschi, illuminate da lampade a gas e rette da robusti travi in legno. Per anni il comune ha cercato d’abbatterle. Ora invece pare vogliano ricostruirle, farne forse un villaggio turistico. Poco distante, la città punico-romana di Tharros, con due belle colonne slanciate sul mare, si rivela uno dei più suggestivi siti archeologici del Mediterraneo. RDE IN COSTA VE ai mezzi non AVVENTURE vieta il transito ddì un cartello rce Ma tolto il cartello” di ha te o Al pon nessun ma ieto div c’è n cancellata è autorizzati. “No è finita. Mezza obilista. E non chiudendo spiega un autom lucchetto: passiamo al pelo Ma poco di car spiegazioni! chiusa da tanto ietti. Inutile cer corsi concch per spe e gli te bi pis ì: entram sto cos giu E’ no. di e di sco gua fini o di dopo le strade incredibile fatt odere in un mondo pazienza e aut sentono d’acce vuol coraggio, ci e inas, dov Pisc ti di trat pa carrarecce, di alte dune d’Euro fine d’una mio sono le più la e pre Il par llo. ine tro con Il term a di Ingurtosu. ente conquile miniere fantasm sione. Sull’asfalto faticosam illu far a ritroavventura. E’ un ita l’altezza a m. 2.60. Vuol dire strano. lim la di o rta non c’è nul stato un cartell so. In avanscope a di passaggio mi giura cor per tero so l’in obilist impreco. o, l’unico autom 20 minuti dop piro. Ma intanto n problema. Sos che non c’è alcu Problemi d’accesso, basi Nato e speculazione edilizia a parte, la Costa Verde è fantastica: mare dagli splendidi riflessi, spiaggia enorme, vegetazione multicolore e dune sabbiose da deserto sahariano. E, per i più audaci, costituisce la porta agli universi selvaggi di Piscinas e Ingurtosu. Attraversare il Campidano, dopo, sembra una pacchia. Visitiamo Villamar, uno dei tanti simpatici paesi in cui s’è sviluppata l’arte del murales. A Barumini vi è il resto più importante della civiltà Le due colonne di Tharros aperte sul mare nuragica, un complesso di 1000 mq abitato fino in età augustea. I pini sotto il monte Arci offrono una I colori languidi del tramonto fresca e riposante notte. Ritrovato il mare a Buggerru, caratteristico portic- di Bosa ciolo ricavato tra alte scogliere, é Cala Domestica a stupirci con una fantastica spiaggetta isolata scoperta dopo un tunnel percorso a piedi: la pausa pranzo con bagno é ottima idea. Il Pan di Zucchero, spettacolare faraglione calcareo di 133 m., simbolo di questo tratto di mare, ci si para dinanzi lungo la strada: ce l’illustrano estasiati i ragazzi del “906 operaio”, un bar ricavato in un’antica polveriera di Nebida. Fiancheggiando le isole di S. Pietro e S. Antioco, discendiamo il Sulcis fino a Capo Teulada, superando poligoni militari in piena attività e, dopo Capo Malfitano e Capo Spartivento, 18 giungiamo al solinLa splendida go stagno di Chia spiaggetta di dove un assordante Cala Domestica elicottero impegnato in un’esercitazione di soccorso ci guasta l’atmosfera di uno tra gli paesaggi più belli del viaggio. Al mattino gli antichi mosaici della fenicia Nora ricamano i silenzi di fine eleganza mentre diversa e ugualmente avvicente è l’atmosfera di paesi come Capoterra, Serramanna e S. Sperate, animatisi negli anni di Giuseppe ma fa latte per integrarla. Formaggio non più: troppe regole. Gli chiedo: “Ha mai viaggiato?” Indignato rimbrotta: “Perchè? Non sto bene qui?” L’indomani ci attende un duro compito: 350 km di strade di montagne! All’alba ci auguriamo solo che lo spettacolo ci ripaghi. Ierzu, patria del Cannonau, ci apre le cantine alla visita. Stranamente non offrono Murales a Villamar numerosi murales. Molte sorprese: un’anziana esce da una porta inserita in un disegno, un vecchio siede sulla panchina ai bordi d’un panorama fantastico, l’occhio ciclopico veglia su un motorino, una ragazzina posa in costume per la foto tra i megaliti di Pinuccio Sciola, uno dei padri del muralismo sardo. Il tempo si guasta. Superiamo in fretta luoghi assai cari ai cagliaritani: Capo Carbonara, Villasimius, Costa Rei. A S. Priamo ci scopriamo in anticipo: penetriamo allora nella maestosa gola del Rio Cannas, attratti dal parco dei Sette Fratelli. La strada é comoda, bella la vegetazione. Ci inoltriamo inerpicandoci fino a un nuraghe isolato, non segnalato sulla cartina, a ridosso del quale troviamo un guardingo pastore intento a munger pecore in un curioso ovile circolare. Le aquile gli rapiscono agnellini e a volte pure pecore, ci dice. E’ in pensione Uno dei guadi degustazioni: un cartone di vino comunque l’ac- nella regione quistiamo. A Gadoni voliamo altissimi sul viadotto di Piscinas lvagge e strade se se meraviglie sontuo sul Flumendosa tra pareti scoscese. Più la strada sale, più i paesi si fanno spettacolari. A volte tra scalinate e viottoli s’intravvedono suggestivi scorci con pendii da capogiro e abbacinanti panorami. Sale del viaggio sono le improvvise strettoie, gli automobilisti fermi in mezzo alla strada a contarsela quietamente, i tratti dove preghi che non arrivino camion e neppur camioncini. E’ vera Barbagia, profuma di nocciole e castagne, alita vera montagna tanto che fino agli anni 20 vi si commercializzò persino la neve. E’ Fonni la località più nota. Mamoiada vanta un posto di rilievo nel folklore iso- Nei pressi lano. Ruggero e Davide Mameli sono gli ultimi artidel Pan giani a costruire le autentiche celebri e misteriose di Zucchero maschere di mamuthones e issoccadores. Apparentemente il rito carnevalesco parla dell’eterno smacco del vinto sul vincitore. Ma il significato vero sfugge e si perde nella recita. Veri e esagerati, tanti luoghi comuni sono stati espressi su Orgosolo. Ma negli oltre 250 murales, in gran parte spontanei, vi si può ritrovare la voce, anzi l’urlo del paese: impossibile passar a fianco e non sentire. L’urlo si ricompone sul Supramonte, altopiano calcareo di 500 kmq di sensazionale bellezza, soprattutto nella parte d’origine dolomitica che sovrasta Oliena. Rocce, canyons, strapiombi, altipiani sassosi, boschi e folte foreste ne riempiono il territorio. Cala Ginepro infine ci accoglie: siamo sfiniti. L’ultimo giorno è una passeggiata. Superato il caratteristico paese di Posada con torre medievale, puntiamo verso Capo Coda Cavallo da cui per un po’ ci godiamo lo spettacolare panorama sulle isole di Molara e di Tavolara. Olbia già s’intravvede all’orizzonte. 20 In mezzo alle roccie della Gola dei 7 Fratelli Un suggestivo tramonto alla foce del Flumendosa Nell’altopiano del supramonte di Orgosolo 21 la scheda del viaggio SOSTE E RISTORANTI Il nostro itinerario è stato effettuato in collaborazione con la FAITA Sardegna (tel/fax 079/246.607) che ci ha ospitato nei campeggi Capo d’Orso a Palau (SS) tel.: 0789/702.007, La Foce a Valledoria (SS) tel.: 079/582.109, Europa a Torre del Pozzo di Cuglieri (OR) tel.: 0785/38.058, Sennisceddu a Pau (OR) tel.: 0783/939.281, Flumendosa a S. Margherita di Pula (CA) tel.: 070/920.8364, Porto Corallo a Muravera-Villaputzu (CA) tel.: 070/997.017, Cala Ginepro a Orosei (NU) tel.: 0784/91.017. Oltre ai ristoranti dei campeggi segnaliamo i ristoranti Lucio e Nunzia a Riola Sardo (OR), Bacchixeddu a S. Margherita di Pula (CA) e Palombaro a Orosei (NU), sede ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia). Da gustare la bottarga fatta di uova di pesce pestate, salate e essiccate, il sottile pane carasau, i gnocchetti malloreddus, l’inimitabile porceddu sardo, il celebre pecorino, le dolci seadas, il tutto innaffiato da ottimo Cannonau. COME E QUANDO ANDARE Moby Lines, Tirrenia, Sardinia Ferries e Grandi Navi Veloci collegano comodamente la Sardegna con Genova, Livorno, Civitavecchia e Napoli. In particolare segnaliamo l’offerta Moby Lines che al viaggio in Sardegna unisce la traversata della Corsica e il traghetto da S. Bonifacio a S. Teresa di Gallura. A meno di esservi costretti, si consiglia di evitare il mese di agosto. Meglio luglio ma assai meglio i periodi che intercorrono tra Pasqua e giugno e tra settembre e novembre. L’handicap è che molti servizi, i campeggi in gran parte, sono chiusi. Al contrario la gente ha più tempo a disposizione e si dimostra molto più accogliente e calorosa. Infine bella l’escursione in inverno. INFORMAZIONI Numero Verde, tel. 070/60.231, fax: 070/664.336. ESIT - Ente Sardo Industrie Turistiche, via Mameli, 97, 09124 Cagliari, tel.: 070/60.231, fax: 070/660.719.