giornale studentesco del liceo scientifico einstein

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giornale studentesco del liceo scientifico einstein
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giornale studentesco del liceo scientifico einstein
NUMERO 3 · ANNO IX · GIUGNO 2012
lse.te.it
NUMERO 3 · ANNO IX · GIUGNO 2012
SOMMARIO
REDAZIONE
Coordinatore
Editoriale
3 Happy birthday, Chuck! · fava
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6
7
7
Prof. Nando (Igor ["aIgO:*]) Cozzi
Uno sguardo sul mondo
Caporedattrice
Le nere fiamme dell’Europa · ceccho b.s.
Vietato parlare · jacopo
Femen · dreams
Ai Spik Inglish! · shid & lorenzo
It was just like Titanic · bas^^
Fabiana (Fava) Di Mattia
Copertina
Gaia Babbicola
Codifica LATEX
Igor ["aIgO:*]
Oltre noi stessi
Vignettisti e disegnatori
8 Eh, se ci fosse ancore il Duce! · abau
9 Angeli in terra · serena
Pamela Primula, Ludovica Palucci, Francesca Chionchio,
Dario Marconi
Intervista quadrupla
10 Rappresentanti d’Istituto · jacopo & guerino
Enigmistica e giochi
I colori della letteratura
14 Una nonna. . . particolare! · mrs hyde
15 Prologo · marco
Fotografi
Francesca Di Marco, Giuseppe Fichera, Caterina Trimarelli,
Patrick Serafini
Gloria Plebani, Serena Cipolletti, Laura (Leire) Di Antonio
TEXnologia
Redattori
17 Crisi: la malattia della cultura · b.f.c.
Alessandra (Marjane) Pierantoni, Alice (Moody) Francioni,
Amedeo Gramenzi, Annika (Mrs Hyde) Oliverio, Antonella
(Elliot) Troiani, Antonio (Mr Everything) Sposetti, Barbara
Francesca (B.F.C.) Cicconetti, Benedetta Ettorre, Cecilia Lupinetti, Cristian Di Pietrantonio, Daniel (Abau) Di Febo, Danila
(Fiore) Migliozzi, Dario Marconi, Diana (Daph) Petrescu, Ernesto (Erni) Consorti, Fabiana (Fava) Di Mattia, Federica
(Fede) Goderecci, Flavia (Bas^^) Cantoro, Francesca Chionchio, Gianluca Di Egidio, Giorgia Piccioni, Giulia De Febis,
Guerino Toppi, Jacopo Ambrosini, Ludovica Palucci Marco
Matani, Massimo (Ceccho B.S.) Cecchini, Matteo Della Noce,
Mattia (Dtt. Johann Faustus) Brizzi, Sara Santarelli, Serena
Cipolletti, Sharon Rubini, Simone (Hank Moody) Stranieri,
Stefania (Kyra) Standoli, Stefano Mazzagatti
Parsley, Sage, Rosemary and Thyme
17 Frutta e verdura · benedetta & giulia
Enigmistica
19 Sudoku per tutti!
20 Parole crociate e altri giochi
Colophon
Realizzato all’interno del Liceo Scientifico “Albert Einstein”, Via
Luigi Sturzo 5, 64100 Teramo. Composto in LATEX con le famiglie
di font Palatino di Hermann Zapf e Iwona di Małgorzata Budyta.
Questa rivista è disponibile on-line nel sito web del liceo.
Sito web del liceo
lse.te.it
CC
2011 − 2012 Liceo Scientifico “Albert Einstein” · Teramo
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode
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Uno sguardo sul mondo
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
Editoriale
Bicentenario Dickensiano
happy birthday, chuck!
di FAVA
caro charles,
Mi scuso per l’ingiustificabile ritardo con cui ti scrivo. Sono stata
talmente impegnata! Non è tuttavia una scusa sufficientemente valida per non averti augurato un felice
duecentesimo compleanno.
Non sono mai stata brava con
le date, festività, compleanni e
quant’altro. Ma dimenticarmi del tuo
è stato praticamente impossibile. Oh,
avresti adorato Londra! Ovunque
avevano organizzato letture, per fare
onore a te e alle tue opere.
All’abbazia di Westminister, già
qualche giorno prima del 7 Febbraio
era tutto esaurito: Ralph Fiennes, insieme alla scrittrice Claire Tomalin e
a due tuoi propropronipoti (o almeno credo, non sono buona neanche
a ricordare i legami di parentela, lo
sai) hanno letto brani tratti da alcune tue opere. E la tua vecchia casa
in Doughty Street? Completamente
ristrutturata e rimessa a nuovo per
l’occasione, visitabile già da Dicembre. E poi mostre sulla tua vita e i
tuoi personaggi ad ogni angolo. Il
pubblico a cui hai dedicato la tua intera vita, finalmente ti ha ringraziato
e reso onore.
Ma perché fermarci solo a Londra?
Hai forse sentito dei festeggiamenti a New York, Pakistan, Melbourne,
Singapore, Penang? Probabilmente
no. . . Eppure anche il web ti celebrava. Google ti ha addrittura dedicato
un doodle, in cui venivano raffigurati i personaggi dei tuoi romanzi piú
amati e conosciuti: Ebenezer Scrooge, protagonista di Canto di Natale,
David Copperfield, Oliver Twist. . .
Non sono mancate tuttavia le polemiche: in un articolo del Guardian
(non chiedermi il nome del giornalista, sai già che non lo ricordo!) sono
stati proposti ben dieci romanzi che
varrebbe la pena leggere al posto delle tue opere. Inutile dire che alla sola
vista di una tale eresia ero totalmente
sconvolta. Ciò che non capisce la nuova generazione ormai è l’importanza
che hai avuto come pioniere. Non sei
solo stato il primo, e dico il primo,
a stampare a puntate i tuoi romanzi
sui giornali, ma hai anche inaugurato
quel rapporto intellettuale-pubblico
fondamentale per tanta letteratura
moderna. Senza poi pensare alla modernità delle tematiche da te trattate:
l’industrializzazione, l’alienazione, il
problema sociale. . . Argomenti ancora
attuali, ancora indagati e scandagliati dai romanzieri moderni. Sebbene
l’assenza di una pars costruens, una
proposta di risoluzione di tali problematiche – cosa che come ben sai non
riuscirò mai a perdonarti – la critica alla società a noi contemporanea è
stata assolutamente mordace ed esemplare (e sto pensando a capolavori
come Hard Times e Oliver Twist).
Ora devo salutarti, ho organizzato un salotto letterario a casa mia, in
onore dei vecchi tempi. . . Spero che al
prossimo centenario non perderai gli
incredibili festeggiamenti organizzati
in tuo onore, sarebbe maledettamente
scortese da parte tua.
Aspetto con ansia una tua risposta,
Tua devotissima
Uno sguardo sul mondo
Le nere fiamme dell’Europa
di Ceccho B.S.
l 18% dei francesi ha scelto al primo turno delle elezioni presidenziali il Front National, guidato dalla combattiva Marine Le Pen. Segni
particolari? Il F.N. è un riconosciuto
partito di estrema Destra nazionalista, già guidato dal padre di Marine,
Jean-Marie Le Pen, ha come “bacino
elettorale di riferimento gli operai e
la classe media francese (classi che
storicamente danno il loro voto alla
Sinistra) e con i voti raggiunti è ora
divenuto la terza forza politica di un
paese come la Francia di lunga tra-
I
dizione democratica e multiculturale.
Il successo di questo partito guidato
da una donna convinta paladina dei
diritti femminili, esempio per i partiti omologhi di tutta Europa e simbolo della Nuova Destra europea, è
solo l’ultimo di quella area politica di
Estrema Destra che si oppone alle direttive tecnocratiche di “Finanza, Globalizzazione e Multiculturalismo del
parlamento di Bruxelles, visto come
un nemico di tutte le nazioni piuttosto che come un alleato sovranazionale degli interessi europei. Poco tempo fa, difatti, l’Ungheria a guida Nazionalista di Viktor Orban riscrisse la
3
Costituzione del paese in senso piú
autoritario e nazionalista, mentre nel
2011 in molti paesi europei i partiti
ultranazionalisti hanno raggiunto piú
o meno tutti piú del 15% dei voti. Ma
a cosa mirano queste formazioni politiche? Innanzitutto, a cavalcare quel
sentimento anti-europeista e nazionalista che accende gli animi di gran
parte dei ragazzi, degli operai e della
classe media (fasce che sono state le
piú colpite dalle direttive economiche
europee) sempre piú convinti che il
nemico sia l’immigrato, l’Islam e la
Finanza mondiale, quest’ultima accusata di strangolare l’economia “reale
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
caterina trimarelli
la voce
delle nazioni e di distruggere la cultura e la ricchezza degli stati europei. In
sostanza propongono soluzioni semplici a problemi complessi, oltre che
“nemici da combattere ad una popolazione come quella europea prostrata dal malgoverno dei suoi leader e
preoccupata di essere annientata economicamente dalle potenze straniere
emergenti. Possiamo però a grandi
linee dire che chi sta davvero “caval-
cando la tigre (un modo di dire non
a caso in uso durante il Ventennio
Mussoliniano) è l’antipolitica, che accresce i suoi consensi ogni giorno di
piú: in Italia Grillo è in crescita nei
sondaggi elettorali; in Germania Merkel teme il “Partito dei Pirati, al 10%
nei sondaggi, campione della revisione dei diritti d’autore su internet e del
dissenso contro la casta politica germanica; in Olanda, Danimarca, Belgio
4
e tanti altri paesi UE i partiti nazionalisti ottengono molti voti “di protesta contro la politica e il parlamento europeo; nella dissanguata Grecia
(dove il salario medio è di 600 Euro)
il partito Comunista KKE si oppone
alle direttive europee in materia economica e incita il popolo greco alla
rivolta; lo stesso successo in Francia
del F.N. è ritenuto un voto di protesta
contro Ue, politici corrotti e finanza
Uno sguardo sul mondo
malata e “vampira. I politici moderati di tutta europa sono preoccupati, e
a ragione: è stata la loro miopia e la
loro debolezza di fronte al “Vampiro
finanziario a rendere l’Europa il “ventre molle dell’Occidente e ora, come
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
nelle migliori “tradizioni francesi, i
cittadini di ogni stato, infiammati dai
partiti piú radicali di Destra (molti di
loro hanno come simbolo principale
una fiaccola o una fiamma con i colori
nazionali, simbolo ripreso dal motto
fascista “Fedeltà è piú forte del fuoco)
e di Sinistra, chiedono a gran voce
la testa della loro classe dirigente. Il
nostro futuro è dunque nelle nostre
urne e nei nostri mouse, ogni giorno
di piú.
in maniera inappuntabile i massacri,
gli scempi, le vergogne e le colpe di
chi, invece, avrebbe potuto e dovuto
garantire la legalità, la sicurezza e la
giustizia. Nel teatro Dubrovka sono
morte circa 200 persone ( il numero
esatto è ancora in dubbio). La stessa
Politovskaja ha partecipato ai colloqui
con i sequestratori ceceni per favorire il rilascio di alcuni ostaggi. Ed è
lei a raccontare il seguito. Non parla
direttamente di ciò che è avvenuto al
Nord-Ost, ma lo lascia raccontare a
chi è sopravvissuto ai misteriosi gas
utilizzati dalle forze speciali russe prima di procedere con il blitz. Quel gas
maledetto che ha asfissiato gran parte degli ostaggi. Famiglie annientate, madri devastate, bambini soffocati.
A distanza di anni non c’è chiarezza, non c’è verità. Le spiegazioni si
moltiplicano e le incongruenze tra le
testimonianze di chi era in quel teatro
e le versioni ufficiali di Putin e del
Governo sono incredibili. Le indagini
non hanno ancora portato a nulla. E
chi è sopravvissuto non ha ottenuto
nessuna giustizia. Uno dei passi sicuramente piú interessante è quando si
narra la storia di Talchigov, condannato a 8 anni di carcere semplicemente per aver negoziato la liberazione
degli ostaggi stranieri con due dei sequestratori del teatro Dubrovka. E la
cosa assurda è che la polizia federale
lo invitò a farsi semplicemente una
chiacchierata, e dopo aver bevuto si
risvegliò due giorni dopo in carcere.
Cos’era cambiato? Aveva l’epatite.
La scuola numero 1 di Beslan, cittadina dell’Ossezia del Nord, inizia
regolarmente ogni 1 settembre. Anche in quel tragico 2004. genitori e
bambini sono pronti per dare avvio
alla cerimonia di apertura dell’anno
scolastico. Circa 1200 persone, però,
vengono prese in osteggio da un gruppo di 32 terroristi: separatisti ceceni
e fondamentalisti islamici. E l’orrore
di un paio di anni prima, quello del
teatro Dubrovka, si ripete. Stavolta
però la maggioranza degli ostaggi sono bambini. Tantissimi bambini. Ammassati in una palestra per 3 giorni,
sotto la minaccia delle armi e di cariche esplosive disseminate ovunque.
Anna lascia raccontare i presenti, i sopravvissuti, i genitori che anno preso
i loro figli. C’è chi non ha riavuto indietro nulla. Nemmeno un cadavere.
L’irruzione delle forze armate russe si
è conclusa con l’uccisione dei sequestratori e di 186 bambini. Un numero
altissimo, un numero impossibile da
sopportare. Un’etacombe. E la vita di
chi è sopravvissuto non è stata tutelata in alcun modo. La Politovskaja
è spietata e chiara: nessun sostegno
psicologico, nessun aiuto. Lo stato è
inesistente. C’è chi ha preferito il suicidio, c’è chi non è piú uscito di casa,
chi non riesce a rimanere in luoghi
affollati senza star male. Chi sogna
ogni notte i detonatori e i volti coperti dei sequestratori. Un’altra colpa
attribuita a Putin e ai suoi collaboratori è quella circa i profughi “nessuna trattativa o comprensione. Basta
tagliare acqua e gas e rimandarli là
dove ci sono guerra e rastrellamenti”.
Hanno provato a uccidere anna varie
volte ma lei è riuscita a far scoprire
al mondo ( o meglio a una piccola
parte di esso) le ingiustizie fatte in un
Paese che ormai è una potenza mondiale. Certo fino a quando si parlerà
di Berlusconi che va a Mosca per assistere all’ennesama “inconorazione”
di Putin invece che vendicare la morte di Anna non si andrà da nessuna
parte.
Vietato parlare
di Jacopo
a giornalista che ha smascherato le bugie del regime. Una testimonianza pagata con la vita”. Queste
sono le parole riportate sulla copertina di Proibito Parlare, un libro incentrato sugli articoli, le riflessioni e le
inchieste scritte da Anna Politkovskaja, reporter russa uccisa il 7 ottobre
del 2006. E in questo periodo in cui
il “grande” Vladimir Putin torna al
Cremilino scambiandosi l’ennesima
poltrona col suo delfino Medvedev,
scoprire subito che Anna è stata uccisa nel giorno del compleanno di Putin ha accresciuto in me la voglia di
leggere questo libro e di scoprire qualcosa di piú su questa giornalista. Nei
suoi articoli, nelle sue denunce, incentrate prevalentemente sulle stragi del teatro Dubrovka (23-26 ottobre
2001), della scuola di Beslan (1-3 settembre 2004) e della Cecenia, lascia
spazio agli sfoghi, agli urli di dolore
delle persone che incontra, cerca di
dare conforto a mamme che perdono
i bambini. Insomma una figura eroica diremmo. E nonostante ciò al suo
funerale chi c’era? Nessuno: “nessun
rappresentante del governo russo. . .
Putin era andato a Dresda. . . Non un
solo rappresentate dei governi europei. . . ”. Almeno mi ha fatto sorridere
che l’unico esponente italiano che si
trovava al funerale era il nostro concittadino Marco Pannella. C’erano meno di mille persone. Come mai? Perché i nomi dei responsabili di numerosi stragi sono lí, scritti nero su bianco sulle pagine della “Novaja Gazeta”.
Nomi, cognomi, indirizzi, responsabilità, accuse. Li leggo, li hanno letti.
È per questo che Anna è stata uccisa, il 7 ottobre 2006, nell’androne del
palazzo in cui viveva. Ha denunciato
“L
5
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
ludovica palucci
la voce
Femen: il drastico movimento femminista
di Dreams
do scompigli invece a Kiev, capitale
dell’Ucraina che da un po’ di mesi a
i chiama Femen (femen in ciril- questa parte si è vista protagonista di
lico), il movimento femminista numerosi disagi sul traffico proprio
ucraino, fondato nel 2008, che ulti- per questo fattore.
mamente sta facendo scalpore e sta
suscitando scherno, ma anche curioÈ la voce della ribellione di donne
sità nel nostro territorio. Sta crean- contro il turismo sessuale, la discrimi-
S
6
nazione sociale e la prostituzione. “Le
donne non sono una merce”, hanno
scandito le quattro donne in francese. Le attiviste ucraine si sono dette
contrarie a qualsiasi forma di prostituzione, compresa l’idea, lanciata quest’anno a Zurigo, di creare un zona
Uno sguardo sul mondo
attrezzata di appositi ’box’: un’idea
definita “orribile dalle manifestanti.
Tale dissenso viene manifestato rimanendo in topless in pubblico. “Sappiamo bene che nessuno ci ascolta se non
siamo nude”, ha detto un’attivista di
‘Femen’. La loro, ha spiegato, è una
forma di critica alla società.
Studentesse universitarie tra 18 e
20 anni formano la colonna portante
del movimento. A Kiev, ci sono circa
300 manifestanti attive che fanno capo al movimento. Non mancano gli
uomini altresí interessati alla causa e
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
attivamente coinvolti. Alle manifestazioni del gruppo partecipano circa 20
volontarie in topless insieme agli oltre
300 membri completamente vestiti.
L’obiettivo del movimento è di
“smuovere le donne in Ucraina, rendendole socialmente attive; di organizzare entro il 2017 una rivoluzione
femminista” Femen giustifica i suoi
metodi provocatori affermando che
“è l’unico modo per essere ascoltati in
questo paese. Se avessimo manifestato con il solo ausilio di cartelloni le
nostre richieste non sarebbero state
nemmeno notate”.
L’organizzazione pianifica di diventare il piú grande e il piú influente
movimento femminista in Europa.
Questo movimento è senza dubbio bizzarro, ma forse l’unico modo
per riuscire a farsi ascoltare in una società cosí profondamente indifferente
e cinica riguardo a ogni cosa.
Ma a volte è proprio questo, cioè
l’essere chiari e coincisi anche dovendo assumersi la responsabilità di un
gesto folle o magari troppo schietto,
che può fare la differenza!
tura economico-sociale: sbalorditivi
sono i risultati degli studi etimologici
concernenti le parole inglesi; alla sorgente vi sono infatti termini derivanti
dal dizionario latino, greco e tedesco.
Tuttavia la nuova lingua risulta molto piú efficace, pragmatica e funzionale in quanto non caratterizzata da
costrutti troppo complessi, ma allo
stesso tempo conserva un carattere
poetico non trascurabile.
Sembrano essere questi i motivi
per cui, nonostante molte altre potenze stiano crescendo spropositatamente (come la Cina e l’India, ad esempio)
e ciò potrebbe determinare un percorso glottologico diverso, l’inglese
detiene ancora il primato di lingua
piú parlata al mondo. Anche in Italia ormai il fenomeno di divulgazione
dell’inglese ha preso il sopravvento:
ne è una prova la decisione (seppur
controversa) presa dai rettori del Politecnico di Milano, dove dal 2014 tutti
i corsi di laurea magistrale saranno
tenuti in inglese. Addirittura, c’è chi
ritiene che questo lingua stia lentamente guadagnando il titolo di “idioma eterno,da sempre appartenuto al
latino.
L’attuale cultura occidentale è
dunque improntata interamente su
tale lingua, un ponte comunicativo,
un collante tra i cinque continenti. Il grande successo è riscontrabile nella grammatica elementare e
nell’efficacia comunicativa: qualità
fondamentali del suo carattere universale; l’inglese è la risposta al mondo
frenetico in cui viviamo, nel quale il
tempo è un prezioso capitale da accumulare anche grazie ad una certa
rapidità comunicativa.
Probabilmente, nei prossimi ventenni la padronanza consapevole
dell’inglese come seconda lingua sarà un requisito indispensabile in
ogni campo: tutti dovranno poter affermare convinti “AI SPIK
INGLISH!”
si sia svolta la crocifissione di Gesú.
Lo scontro della Costa Concordia è
avvenuto esattamente nel centesimo
anniversario del naufragio del famoso Titanic. Le coincidenze non sono solo queste, bensí anche durante
l’inaugurazione della nave, nonostante i ripetuti tentativi, non si era riusciti a rompere la bottiglia di champagne
contro la fiancata dell’imbarcazione,
come si usa fare per scaramanzia.
Queste coincidenze straordinarie
provano che in realtà il naufragio non
è avvenuto a causa di qualche errore
di Schettino, il comandante della nave da crociera, ma che era voluto dal
Destino.
Ai Spik Inglish!
di Shid & Lorenzo
n quarto della popolazione globale lo parla. C’è chi dice che
sia la lingua del futuro, quella che
permetterà l’unione dei continenti, la
nuova lingua della comunicazione.
Altri invece asseriscono che presto sarà soppiantata dal cinese. Ma ammettiamolo. . . ormai è indispensabile
in ogni campo: l’inglese ha invaso il
mondo.
U
Un miliardo di persone parla
l’idioma Shakespeariano come seconda lingua (oltre ai 350 milioni di madrelingua), ma quali sono i motivi
per i quali questo linguaggio ha spopolato cosí tanto? Tra le motivazioni
dobbiamo annoverare ovviamente la
colonizzazione inglese, che ha dato
vita in primis ad un impero sconfinato e florido: gli attuali USA, prima
potenza economica del mondo. Ma
sicuramente, i motivi della diffusione della lingua non sono solo di na-
It was just like Titanic
di Bas^^
enerdí 13 gennaio 2012 la Costa
Concordia, nave da crociera della
compagnia genovese Costa Crociere,
si è scontrata contro degli scogli nei
pressi dell’Isola Del Giglio causando
30 morti e 2 dispersi.
Questa tragedia era stata tuttavia
preannunciata da alcuni segnali nefasti. È avvenuta di venerdí 13, esattamente il giorno in cui si presume
V
7
Se credete al Caso, o meglio a ciò
che è stato appena scritto c’è un’unica
cosa da dire: VI SBAGLIATE DI
GROSSO!
Fin dagli inizi della vita umana
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
la voce
sul pianeta Terra ad adesso, fatta eccezione dell’epoca Medioevale, una
delle ideologie molto diffuse era quella “homo faber fortunae suae”, motto
latino che può essere tradotto come
“l’uomo è artefice del proprio destino”. Da questo si può dedurre che
le cause della tragedia riguardante la
Costa Concordia non dipendono dalle “casualità superstiziose” sopra citate bensí tutto è avvenuto solo ed unicamente a causa di Schettino il Matto
(come si autodefiniva) che ha usato –
purtroppo – la ragione. Difatti, per
rispettare il proprio soprannome ha
deciso di deviare un po’ la rotta sen-
za rispettare le indicazioni date dalla
compagnia e quindi di far scontrare
la nave, anche se involontariamente,
contro gli scogli. La sua razionalità
(benché lui sia proprio un esempio di
utilizzo sbagliato della ragione) gli è
costata il carcere!
Oltre noi stessi
Eh, se ci fosse ancore il Duce!
di Abau
ascismo o Comunismo? Questo è
il dilemma. Difatti gli adolescenti
di oggi si ritrovano a fare una scelta
che può decidere il corso della storia. Magari, senza neanche conoscere
i veri princípi di queste ideologie politiche si lanciano in affermazioni tipo:
“Io sono fascista e ammazzo i comunisti!” Forse seguono solo la moda
oppure sono soltanto “rincoglioniti”.
Il fatto preoccupante è che per questi ragazzi se un uomo vota per un
partito di destra, allora è automaticamente fascista, mentre se qualcuno
preferisce la sinistra è comunista.
Cos’è il fascismo? E cos’è il comunismo? Da ignorante che sono, credo
siano entrambi ideologie finite, che
hanno avuto un inizio e una fine.
Il Fascismo è un’ideologia politica sorta in Italia alla fine della prima
guerra mondiale, principalmente per
iniziativa di Benito Mussolini, fondatore del partito e Presidente del Consiglio del Regno d’Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943. Questa
corrente politica aveva come ideali il
Patriottismo e la visione della gestione politica in maniera antidemocratica. Il Comunismo è invece una dottrina, i cui principali fondatori furono
Marx ed Engels, che si propone come obiettivo una stratificazione sociale egualitaria, che presuppone la co-
F
munanza dei mezzi di produzione e
l’organizzazione collettiva del lavoro.
« Il comunismo è la dottrina delle
condizioni della liberazione del proletariato [cioè di] quella classe della
società che trae il suo sostentamento
soltanto e unicamente dalla vendita
del proprio lavoro, e non dal profitto
di un capitale » [Karl Marx e Friedrich
Engels]
Qui si parla però del passato. Al
giorno d’oggi entrambe le correnti
non lottano per far sí che i loro principi si realizzino, ma preferiscono rompersi i “maroni” a vicenda; in entrambi i casi senza pensare a prendere
una bella zappa e usarla nel modo
corretto.
La tendenza dei giovani ad avvicinarsi agli estremismi politici è causata
anche da alcuni libri scolastici che a
volte risultano di parte; a dirla tutta
anche molti professori promuovono
i loro ideali politici agli alunni: non
è raro sentirsi dire all’interrogazione,
“Huaglio’, tu sî prubbje nu fasciscte.
Mmo’ te mette UNE!”
Il problema, al di là dell’umorismo, è serio, dato che questi gruppi
di ragazzi spesso organizzano cortei
per tutte le città d’Italia detti pacifici
(che poi di pacifica c’è solo la reazione dei commercianti che si ritrovano
le vetrine dei negozi frantumate. . . ).
Un altro aspetto ambiguo di que-
8
sta moda è quello di indossare t-shirt
nere con il santino del Duce e con lo
slogan “Dux mea lux”, oppure magliette rosse raffiguranti Che Guevara
e la scritta “Hasta la victoria siempre”. Quando poi alla domanda “Chi
è il duce?” “ ti senti rispondere “Il
nome non me lo ricordo, però era un
fascistone!” oppure, nel mezzo di un
discorso a tema, sentirsi dire “L’Italia
dovrebbe essere libera come Cuba”
quando tutti sappiamo che di libertà lí ce n’è ben poca, beh. . . si rimane
eufemisticamente scoraggiati.
Insomma, sei di destra? Sei fascista. Sei di sinistra? Allora sei
comunista. E se sei di centro? Sei
pirla!
Credo che i ragazzi di oggi dovrebbero guardare un po’ piú al presente pensando anche al futuro, cominciando anche ad aiutare la nostra
penisola a rialzarsi dalla crisi economica che ha messo in ginocchio la
vecchia classe dirigente. Il Domani
siamo noi e dovrà essere un futuro
nuovo, senza idioti condizionati dagli errori del passato; per questo le
migliori menti vanno via dal nostro
paese, perché invece di dargli la possibilità di lavorare li lasciano andar
via.
“ Il vero problema dell’Italia non
è la fuga dei cervelli, ma gli stronzi
che rimangono.” [Facebook]
Oltre noi stessi
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
Angeli in terra
di Serena
re 3.32 del 6 aprile 2009, una forte scossa di terremoto colpisce
l’Abruzzo devastando L’Aquila. I Vigili del fuoco in servizio a Teramo partono immediatamente per offrire il loro aiuto ai colleghi aquilani. Alle 3.50
anche i vigili non in servizio vengono
chiamati per sostituire in caserma a
Teramo i colleghi partiti per L’Aquila
lasciando quindi nel cuore della notte
le loro famiglie. . . Indossano una divisa l’elmo e gli stivali. Si chiamano
pompieri, vigili del fuoco, firefighters,
e in tanti altri modi, ma la cosa che
li accomuna si nasconde sotto la loro
divisa, a volte sporca di fatica e di
sacrifici, ma pur sempre la piú bella
che esista al mondo. Grande è stato l’aiuto che i Vigili del fuoco hanno dato a L’Aquila e immenso il loro lavoro. Oltre a salvare le vite di
O
persone e animali dalle macerie, hanno puntellato edifici pericolanti, recuperato da case inagibili ciò di cui
i proprietari avevano bisogno e offerto conforto e coraggio alla popolazione colpita dal terremoto. Immenso
è stato anche l’amore e il riconoscimento che le persone hanno dato ai
Vigili del fuoco tanto da soprannominarli “I nostri angeli”. Non solo gli
umani, ma anche gli animali hanno
mostrato il loro affetto per i pompieri! Un cagnolone randagio del centro
storico de L’Aquila si era talmente
affezionato a questi Angeli che li seguiva dappertutto. Persino quando
entravano negli edifici non li lasciava,
ma attendeva fuori la loro uscita per
poi accompagnarli ovunque. Oltre ai
cani-terremotati ci sono stati anche i
cani-pompieri che hanno aiutato nel
ritrovamento delle persone intrappolate sotto le macerie. Uno di questi
soprannome:
patrono:
motto:
colore:
mascotte:
piccoli eroi è Molli, un cucciolo di
Labrador nero, in servizio nella caserma di Teramo. Coccolata da tutti i
pompieri, Molli è una cagnolina agile e svelta che, quando è in servizio,
attende di entrare in azione in una casetta costruita appositamente per lei
dai suoi colleghi umani. Forti e coraggiosi, i Vigili del fuoco sono degli
eroi pronti a tutto, dalle azioni che
richiedono dolcezza e pazienza come
il salvataggio di un gattino, a quelle che richiedono un carattere deciso,
dato che spesso questi angeli si trovano di fronte la morte. Ai pompieri
non importa se hai un manto tigrato
o la pelle rosa, non importa se cammini su 2 gambe o a 4 zampe, se sei
un animale o un essere umano, perché i pompieri non fanno distinzioni.
Aiutano tutti con il cuore. . . Loro sono
angeli in terra che giungono là dove i
supereroi non arrivano.
Pompieri
Santa Barbara
“Flammas domamus donamus cordem”
“Domiamo le fiamme doniamo il cuore”
Rosso
Grisú il draghetto
Inno
Il corpo nazionale dei vigili del fuoco
salviam la vita agli altri il resto conta poco
Il pompiere paura non ne ha
Anche se di notte suona la sirena
quando noi usciamo nessuno piú ci frena
Il pompiere paura non ne ha
Portiamo il soccorso a chi ci chiede aiuto
un giorno senza rischio è un giorno non vissuto
Il pompiere paura non ne ha
Quando le fiamme avanzano non abbiam timore
abbiamo Santa Barbara dentro il nostro cuore
Il pompiere paura non ne ha
Preghiera dei Vigili del fuoco a Santa Barbara
Signore che illumini i cieli e colmi gli abissi,
arda nei nostri petti la
fiamma del sacrificio.
Rafforza lo spirito di servizio che arde in noi,
fa sicuro il nostro occhio, fermo il nostro piede,
affinché sia valido il soccorso che in tuo nome portiamo ai fratelli in pericolo.
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Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
serena cipolletti
serena cipolletti
la voce
Quando la sirena urla per le vie della città,
ascolta il palpito dei nostri cuori votati alla rinuncia.
Quando a gara con le aquile verso di Te saliamo,
ci sorregga la Tua mano piagata.
Quando l’incendio irresistibile avvampa,
bruci il male che s’annida nelle case degli uomini,
non la vita e gli affetti dei Tuoi figli.
Signore, siamo i portatori della Tua Croce,
e il rischio è il nostro pane quotidiano.
Un giorno senza rischio è non vissuto,
poich[ per noi credenti la morte è vita,
è luce: nel terrore dei crolli, nel furore delle acque,
nell’inferno dei roghi.
La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio.
Per Santa Barbara martire.
AMEN
Intervista quadrupla
Rappresentanti d’Istituto
di Jacopo & Guerino
M: Mattia Brizzi .
2: Età?
1: Nome:
L: Lorenzo Rampa.
L: 18.
F: Federico Durante
F: 18.
S: Simone Stranieri.
S: 19.
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Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
caterina trimarelli
Intervista quadrupla
Requisiti essenziali del bravo studente!
M: 19.
S: Troppi.
3: Classe?
M: Avarizia.
L: 5H.
7: Inclinazione politica?
F: 5A.
L: Centro destra, Forza Silvio!
S: 5C.
F: Nessuna.
S: Anarchico.
M: 5C.
M: Estremista.
4: Soprannome?
8: Professore preferito?
L: Doctor.
L: Di Curzio.
F: Dodo.
F: Marino Pace.
S: Papone / Il piú pazzo.
S: Se lo dico, gli altri si offendono!
M: Ma proprio niente; P*****A/ S*****O.
M: Sono combattuto fra Pino e Alberto (due bidelli).
5: Pregio?
9: Materia preferita?
L: Ostinato nel raggiungere i miei obiettivi.
L: Matematica.
F: Responsabile e determinato.
F: Arte.
S: Ci penso due minuti.
S: Matematica.
M: Passa parola.
M: Materia?
6: Difetto?
10: Cosa non sei riuscito a fare?
L: Sono, a tratti, cattivo.
L: Fare entrare prima la mattina.
F: Geloso.
F: La derattizzazione.
11
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
la voce
S: Tutto.
S: 88 come Sabrina Vallarola.
M: Ho fatto tutto quello che c’era scritto.
M: Spero di uscire.
11: Quale bugia hai detto per essere votato?
18: Università?
L: Sulla rampa di lancio per una scuola migliore, perché L: Medicina o ingegneria, se non entro alla prima.
la scuola resterà sempre cosí.
F: Architettura.
F: Lavoriamo sodo per voi.
S: Ingegneria meccanica / informatica.
S: Non me le ricordo tutte.
M: Università dei netturbini.
M: Sono onesto.
19: Film preferito?
12: Il ricordo piú bello in questo liceo?
L: Io vi troverò.
L: Porco diavolo, in succursale mi so’ divertito troppo.
F: Dragonball Evolution.
F: L’ultimo giorno di scuola.
S: Sono troppi.
S: L’8 a latino senza copiare.
M: Nightmare Before Christmas.
M: I viaggi a Montecatini.
20: Cosa non ti piace del tuo corpo?
13: Il ricordo piú brutto?
L: Lu muse, quello che non piace a voi.
L: Gli strilli della Preside e Chiara.
F: Sono bellissimo.
F: Sono stato rimandato due volte su quattro.
S: Niente, mi piace tutto.
S: Pochi perché non mi interessano.
M: Va bene tutto.
M: Fra i 6 anni non so scegliere.
21: Dove e quando la prima volta?
14: Notte prima degli esami?
L: Mare, anni fa.
L: In giro, al mare.
F: Casa mia, quest’anno.
F: Con gli amici, al mare.
S: Si sgama troppo.
S: Boh, vorrei bere, ma alla fine andrò a dormire.
M: Molto lontano da qui; quando, meglio non metterlo.
M: Brucio i libri o mi ubriaco.
22: Dove e quando l’ultima?
15: Cosa ti mancherà di questa scuola?
L: Casa, in doccia, ieri.
L: Gli amici, il loro affetto.
F: Casa sua, ieri.
F: I compagni di classe.
S: Eeeh!
S: Pochissime persone.
M: Ancora piú lontano da qui.
M: Il fancazzismo.
23: Quando l’ultima spesa al sexy shop?
16: Cosa sei felice di lasciare?
L: Compleanno di un amico.
L: Le materie inutili che abbiamo studiato (Latino e la F: Mai andato.
Filosofia del terzo).
S: Non ci sono mai entrato.
F: Le materie che non mi serviranno a un c*** nella vita. M: Un’esperienza che mi manca.
S: Gli orari e le materie, tipo Latino.
24: Oggetto di cui non puoi fare a meno?
M: I professori con il mestruo perenne e tutto il resto.
L: Il cellulare.
17: Speri di uscire con?
F: Il cellulare.
L: 100.
S: L’iPhone.
F: 70.
M: Il cervello. . . sono ironico!
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Intervista quadrupla
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
L: Con Federico mi sono trovato benissimo, Simone bene,
Brizzi male anche perché non ha fatto mai niente.
25: Parolaccia che dici piú spesso?
L: Purtroppo sono blasfemo, prendo di mira la Vergine
Santissima.
F: Mi sono trovato molto bene a lavorare con loro.
F: C****.
S: Mi stanno tutti e tre sul fallo.
S: C****.
M: Pace e amore.
M: T****.
31: Dammi un voto in quindicesimi per i tuoi colleghi.
26: Come procede l’organizzazione dello School Party? L: Federico 15, Simone 10, Mattia NC, mi do 14.
L: Alla grande, visto che siamo solo in tre a lavorare.
F: Lorenzo 15, Mattia 1, Simone 1,3 mi do 13.
F: Benissimo.
S: Mattia 6, Lorenzo 7, Federico 3, mi do 15.
S: Male.
M: Simone 3, Lorenzo 3, Federico, 3 mi do 30.
M: Ci sono dentro.
32: Lancia un appello agli studenti futuri.
27: Viaggio post esame?
L: Palma de Mallorca.
L: Non pensate di cambiare le cose, tutto rimarrà uguale,
in questa bellissima scuola. . .
F: Medjugorje.
F: Scappate.
S: Da organizzare.
S: Non vi candidate come rappresentanti.
M: Al cesso.
M: Ritiratevi da questa scuola.
28: Cosa pensi di chi ti ritiene un ladro?
33: Chi designi come tuo successore?
L: C’è un clima di sfiducia verso il nostro ruolo, mai visto
prima.
L: Nicola è stato profetico con me, quest’anno nomino
Giorgio D’Archivio.
F: Non mi conoscono.
F: Adraino Valeri.
S: Fiero di essere ladro.
S: Karol Durante.
M: Sto preciso, domani mi compro un computer nuovo.
M: Marilena Cannella, oppure Gianni Scatasta.
29: Dimmi la prima equazione di Maxwell.
34: Un saluto da rappresentante?
L: La forza uguale a Q/Epsilon.
L: Divertitevi tanto quest’estate!
F: Chi c****?
F: Grazie di tutto e venite alla festa!
S: Non ne ho idea, chi era Maxwell?
S: Nel pensier mio mi fingo, ciao a tutti!
M: Che materia?
M: Lor signori intendano!
30: Cosa pensi dei tuoi colleghi?
Soluzioni dei giochi
1. E. Si divide il numero in alto per quello in basso e si associa la lettera corrispondente. - 2. ETTA - 3. 36. Si calcola il
prodotto dei numeri esterni e si moltiplica per tre. - 4. 21. Si somma il primo con il secondo numero, il secondo con il
terzo etc. + 1. - 5. VENTILATORE - 6. 1. . . Rc7 2 Kb8 Ra7 13
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la voce
I colori della letteratura
Una nonna. . . particolare!
di Mrs Hyde
inalmente giunta all’aeroporto di
Salt Lake City, Beth si sentí come mai prima d’ora, libera di poter
decidere della propria vita.
F
Tra la folla cercò quella persona
che piú si avvicinava alla descrizione
fattale da sua madre prima della partenza, la sua fantomatica nonna. Non
appena la vide la riconobbe: era una
signora molto alta per la sua età, vestita in modo particolarmente eccentrico, ma la cosa che piú sconvolse la
ragazza erano i suoi capelli di un blu
zaffiro, che avevano un qualcosa di
stranamente naturale! “Ora capisco
perché la l’ha definita una donna bizzarra. . . ” pensò ridendo, dirigendosi
verso di lei. Bonnie rimase immobile per pochi istanti prima di rendersi
conto di chi avesse di fronte, poi le
corse incontro, la strinse forte a sé e
scoppiò in lacrime.
La ragazza, di fronte a questo comportamento da parte di una, in fondo, sconosciuta, si sentí terribilmente imbarazzata nel rimanere ferma al
centro dell’aeroporto con una donna
dai capelli blu che le piangeva sulla
spalla, cosí provò a dirle: “N-nonna. . .
non credo sia. . . ehm, opportuno rimanere qui. . . in mezzo a tutta questa
gente. . . ”, in risposta Bonnie si staccò bruscamente, si asciugò le lacrime
sentenziando: “Vedo con immenso
piacere che tua madre ti ha cresciuto
proprio secondo le sue regole. . . non
capisco proprio cosa ci sia di tanto
sbagliato nel voler dimostrare apertamente i propri sentimenti!”. Beth
rimase allibita dal comportamento di
sua nonna; durante la sua infanzia
aveva ricevuto un’educazione molto
severa, e le rare volte in cui si era permessa di “dimostrare apertamente” i
suoi sentimenti a qualcuno, Cathrine
l’aveva rimproverata per essere ancora una “bimbetta”. Dopo aver riflettuto abbastanza, si accorse che sua
nonna aveva preso due delle sue valigie e si stava dirigendo verso l’uscita,
cosí la ragazza prese le restanti e la
seguí all’esterno.
Rimase subito affascinata dal paesaggio circostante: grandi distese di
terra che sembravano interminabili
oltre l’orizzonte, un senso di quiete
e serenità aleggiava nell’aria, e non
c’era nessun palazzo o nessun ingorgo stradale a rovinare quell’atmosfera
perfetta. Giunsero in corrispondenza
della fermata del bus e Beth, assunse
un’espressione interrogativa, al che
Bonnie si voltò piccata e le disse: “La
signorina preferirebbe viaggiare su
una Rolls Royce con interni in pelle
di camoscio?” “Stavo solo pensando
che non ho mai avuto occasione di
viaggiare in autobus. . . e mai e poi
mai userei la pelle di un povero animale per rivestire i sedili di una stupida automobile!” replicò offesa la
ragazza; a questa risposta cosí istintiva, la donna non poté che sorridere e
pensare che Cathrine non era riuscita
a soffocare completamente lo spirito
libero che contraddistingueva la loro
famiglia da generazioni, insito nella
nipotina.
Il viaggio fu piuttosto lungo, e
Beth continuava a guardarsi intorno,
affascinata dalla varietà di persone
all’interno dell’autobus, ognuno con
la propria vita, la propria storia da
raccontare, ma, cosa piú importante,
con la propria libertà; molto presto
anche lei sarebbe stata come loro, finalmente libera da quel mondo che
non le era mai appartenuto veramente. L’unico vero problema era Alice;
era passato solo un giorno dalla sua
partenza e già le mancava, ed il solo pensiero di non poterla rivedere
per un periodo di tempo indeterminato, le fece salire le lacrime agli occhi; a questo punto successe una cosa
strana: quella strana sensazione nelle viscere che qualche giorno prima
l’aveva sopraffatta, tornò a farsi sentire, diversa dall’ultima volta, si sentí
quasi svenire. . . Bonnie però le mise
una mano sulla spalla e le sussurrò:
“Questo non mi sembra il momento
opportuno per perdere il controllo,
ti pare?”, immediatamente la sensa14
zione sparí, non appena sua nonna
le ebbe toccato la spalla, come se sapesse cosa sarebbe potuto accadere,
sembrava emanare una qualche specie di “energia”. La ragazza rimase
sconcertata e non aprí bocca per il
resto del viaggio, intenzionata a chiedere spiegazioni una volta giunte a
destinazione.
La casa di Bonnie era l’unica costruzione nel raggio di chilometri,
piccola e all’apparenza accogliente e
con un grande giardino; ad aspettarle
sull’uscio della porta c’era un cane,
“Beh forse definirlo cane è un po’ azzardato, somiglia di piú ad una grassa pecora tosata e marrone. . . !” pensò Beth osservando l’animale piú da
vicino.
Una volta arrivate davanti all’ingresso la nonna le presentò il “cane”
dicendole che si chiamava Frithunanths, termine gotico che significa “coraggioso nella pace”, e che per comodità poteva chiamarlo Frithus, inoltre
le suggerí di cambiarsi prima di cena,
dato che mancava all’incirca un’ora;
la ragazza acconsentí e si diresse subito al piano superiore dove Bonnie
le aveva detto che avrebbe trovato la
sua stanza. Appena aprí la porta fu
inebriata da un dolce profumo di papaveri che accentuarono la stanchezza
per il viaggio, cosí si accasciò sul letto,
addentrandosi in un sonno profondo,
senza accorgersi della figura che lentamente socchiudeva la porta della
sua stanza.
Beth si svegliò di soprassalto, a
causa di alcuni rumori provenienti
dall’esterno, si stropicciò gli occhi e
subito si accorse di non riconoscere affatto quella stanza, soprattutto
perché quella dove si trovava ora era
interamente di pietra!
Subito si diresse verso la porta,
e non appena l’aprí quello che vide la fece quasi svenire: all’esterno,
un enorme giardino si estendeva
tutt’intorno, fino ad arrivare ad una
fitta foresta di querce secolari.
Bonnie era seduta su una pietra
insieme a Frithus intorno ad un fuoco
I colori della letteratura
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
molto spartano, e vedendola uscire le sto in tempo per la cena, temevo di un mucchio di cose da raccontarti!”
sorrise esclamando: “Benissimo! Giu- aver esagerato con quei papaveri. . .
Dài, vieni a sederti vicino a me, ho
To be continued. . .
Prologo
Parte II
di Marco
i sedette di fianco alla madre, che
gli rivolse un gigantesco sorriso,
mettendo in luce di nuovo una lunga ragnatela di rughe, molto piú sviluppate rispetto la sua età. Appena
trentasette anni, passati fra ingenuità, sofferenza e delusioni. Jason sentí
una stretta allo stomaco ripensando a
ciò che la madre aveva dovuto subire
nel corso della sua vita, tutto a causa di suo padre e dell’eccessiva fede
che provava verso di lui, nonché verso
tutto ciò che la circondava. A quella
breve distanza, Jason poteva persino
cogliere alcuni fili argentati tra i suoi
capelli castani e delle leggere borse
sotto i suoi occhi. «Iniziamo?» chiese la madre, destando Jason dai suoi
pensieri.
Il ragazzo annuí, afferrando il
mucchio di pietre che la donna le offriva. «Le devo buttare?» chiese, portandole sopra la superficie dell’acqua.
«Non basta buttarle, tesoro» disse la
donna. «Devi concentrarti su ognuna di esse, ed analizzare i cerchi che
formano. E ricorda: tirale tutte insieme e pensa attentamente a ciò che
vuoi sapere». Jason fece un breve
cenno d’assenso con il capo, per poi
concentrarsi sul bacile di pietra.
Che cosa desiderava sapere con
tutto se stesso? Si domandò, il volto
trasformato in una maschera priva di
emozioni, intento com’era a cercare
una risposta. Sua madre sarebbe cambiata?Avrebbe riflettuto sul vero significato della vita e l’inesistenza della
magia? Le sue labbra si incurvarono
in un leggero sorriso. Nulla di ciò
sarebbe mai accaduto, tanto valeva
cercare un’altra domanda.
Avrebbe trovato lavoro una volta lasciata la scuola, avrebbe messo
su famiglia, avuto una moglie, dei figli. . . ? E se sí, come? Che domanda
inutile, pensò Jason. Sapeva in cuor
suo che per poter fare cose del genere
avrebbe dovuto cambiare città, troppi
S
erano i pregiudizi che lo assalivano
in quel luogo. E sopratutto, come
avrebbe potuto una bacinella colma
d’acqua rispondere ad un quesito cosí
dettagliato? Piuttosto, voleva sapere
se la sua noiosa ed inutile vita avrebbe avuto un risvolto eccitante, fatto
di altro oltre che di sentire le prediche wicca di sua madre. Gli bastava
un semplice sí, in tal caso. Nulla di
complicato, neppure per una bacinella. Avvicinò le pietre alla superficie
traslucida dell’acqua nel catino e poi
le lasciò cadere al suo interno. Vari schizzi d’acqua colpirono il volto
di Jason, che all’istante si avvicinò
all’oggetto divinatorio, osservando i
cerchi che si erano formati. La pietra tonda aveva levato un’onda niente
male ma il ragazzo non riuscí a scorgervi nulla. Lo stesso valeva per la
sottile pietra triangolare, che aveva
generato una piccola serie di cerchi,
mentre, al contrario, la pietra irregolare sollevò una potente onda che, nel
giro di pochi secondi, scontrò contro
le altre formando una scia di soffici
bolle. Osservandole Jason notò che
in esse vi era qualcosa di strano. Nei
riflessi che vi si generavano a causa
della luce che penetrava nelle finestre della stanza Jason scorse qualche
strano movimento.
Mettendole a fuoco, riuscí a scorgere qualcosa. In due o tre bolle vi
era un riflesso iridescente che aveva
assunto le fattezze di un vecchio, calvo e con il volto cosparso dalle rughe.
Osservando piú attentamente, il ragazzo riuscí a scorgere dei caratteri
orientali, forse cinesi.
Jason sbatté le palpebre. Non stava accadendo. . . era tutto derivato dalla sua suggestione, da ciò che la madre aveva lui detto. . . Non poteva star
guardando un tizio cinese all’interno
di una bolla!
Ma poi le bolle con all’interno il
volto del vecchio scoppiarono, subito sostituite da bollicine piú piccole,
15
tanto che per poterle vedere meglio il
ragazzo dovette sforzarsi enormemente. Questa volta intravide due volti
all’interno di ogni bolla: una bella ragazza bionda, che doveva avere piú o
meno due o tre anni piú di lui, che apparentemente dormiva, ed una donna
matura dalla chioma castana, la quale indossava un abito rinascimentale.
Prima che Jason potesse sorprendersi,
l’acqua del catino ruotò, sospinta da
una brezza invisibile, e le bolle si mescolarono, unendosi ed ingrandendosi sino a formare un’ultima manciata.
La maggior parte di queste avevano
all’interno il volto di una ragazza pallidissima, i capelli neri come l’ebano
che le coprivano gli occhi, vari piercing sul naso. Una dark, oppure un
emo, pensò, a Salem aveva visto un
mucchio di gente simile. Ma le altre
strutture iridescenti raffiguravano un
volto mostruoso, eppure del tutto simile al primo: una ragazza dalla pelle
marmorea ed i capelli scurissimi con
lunghi canini in mostra, il resto del
viso del tutto deformato. I suoi occhi
erano un pozzo nero come la notte,
senza pupille. D’un tratto, i visi normali cambiarono, divennero anch’essi
bestiali e selvaggi per poi mordere
in direzione di Jason, che si ritrasse
istintivamente. Le bolle scoppiarono
contemporaneamente, fino a quando
ne restò solo una.
Un uomo dai tratti troppo spigolosi per essere reali, la pelle grigia come
la pietra, increspata in alcuni punti,
riempiva l’intera sfera tremolante. E
piangeva. Lacrime dense e color della
creta scendevano lui dagli occhi e si
riversavano all’interno della bacinella,
macchiandone l’acqua.
Ed infine le lacrime di pietra continuarono a muoversi lungo la superficie cristallina, formando una serie
di sottili scritte. . . Pandora, diceva la
scritta piú grande, Azara, quella subito dopo, Megere, segnava una scritta
che aveva galleggiato sino al bordo
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
la voce
della ciotola e lí si era arenata, Terrore, citava l’ultima, che prestò scontrò
con le altre, le cui parole si mescolarono tra loro, delineando un’unica
scritta: L’essenza del male dilagherà
nel mondo, e solo alcuni allora potranno fermare le tenebre. E poi, con
uno suono secco, la ciotola s’infranse.
Un torrente d’acqua, divenuta miracolosamente limpida, si rovesciò su
Jason e sua madre, dilagò sul letto
ed infine cadde sul pavimento della
stanza.
«Tu hai visto» dichiarò sua madre, per nulla innervosita dall’essere
bagnata da capo a piedi.
Jason si voltò a guardarla. Anche lui non si era neppure alzato per
evitare di bagnarsi, né ne aveva voglia. Stava tremando e la testa gli
faceva malissimo. «Sí» si limitò a
mormorare, in preda al panico piú
profondo.
«Che cosa, se mi è dato saperlo?»
domandò la donna, chiaramente incuriosita. «Sei stato chino sulla ciotola
per almeno venti minuti, prima che si
spezzasse. I tuoi occhi erano. . . erano
del tutto bianchi» aggiunse.
«Bianchi. . . cioè, rovesciati?».
«Credo di sí. . . ma che cosa hai
visto?» insisté sua madre.
«Volti» rispose Jason, strofinandosi gli occhi con il palmo delle mani.
«E scritte».
Sua madre non indagò oltre, si
limitò ad afferrare un asciugamano
candido dal comodino e a tamponare
il letto ed il pavimento.
«L’acqua era sporca» mormorò il
ragazzo. «Era piena di terra rossa».
La donna sollevò il volto chino sul
pavimento e rivolse tutta la sua attenzione verso suo figlio, per poi dire:«No. L’acqua è sempre stata limpida» sorrise. «La tua deve essere
stata proprio una bella visione». Jason sorrise a sua volta, scuotendo la
testa nonostante il dolore. Poteva sua
madre essere davvero cosí ingenua?
«Non la definirei bella, piuttosto
scioccante» disse il ragazzo. «Hai detto che sono stato chino per venti minuti, ma a me è sembrata solo una
manciata di secondi». «Capita, a volte, quando le visioni sono molto limpide e violente» spiegò sua madre,
sottolineando l’ultima parola. «Sono
anni che mi diletto con la divinazione,
eppure non avevo mai rotto una ciotola. Mi è capitato di vedere roba strana,
ma mai di rompere qualcosa. Pensavo che fenomeni del genere fossero
solo una stupida superstizione».
Jason si voltò a guardarla, stupito da quest’ultima frase, e scoppiò a
ridere.
«Che c’è?» domandò la donna,
chiaramente sorpresa. Ma il figlio
non le rispose, in preda ad un profondo attacco di risa. Impiegò vari
minuti per riuscire a riprendersi ed
assumere un’espressione di contegno,
per poi, dopo essersi strofinato il naso
sulla manica della maglia che indossava, alzarsi in piedi, rimpiangendo
subito quest’azione. Aveva le ginocchia molli e non riuscí a sorreggersi
prima di tornare violentemente sul
letto. Sua madre allora si sollevò da
terra e lo aiutò ad alzarsi, domando
lui in continuazione se stesse bene.
«Vuoi uno stufato di artemisia, caro?» domandò. «Oppure una tisana
di. . . ».
«No, grazie» rispose lui. «Potresti
limitarti a cucinarmi del brodo, senza
aggiungere altro?Non mi sento molto
bene» aggiunse.
«Naturalmente: questa è stata la
tua prima esperienza divinatoria, è
normale che tu sia un po’ stanco» lo
consolò la madre, accompagnandolo lungo il corridoio fino ad una delle porte. «Grazie» mormorò Jason
aprendo la porta della sua camera.
«Io mi riposo un po’».
Entrò nel suo piccolo rifugio tappezzato di carta da parati a strisce
bianche e blu chiudendosi la porta alle spalle. Senza degnare di uno sguardo il resto della stanza, si lanciò sul
letto, volgendo lo sguardo al soffitto.
Era tutto vero. La magia era vera,
o almeno una parte di essa. A questo
punto non vi era nulla da ridire in
proposito: non aveva bevuto, assunto
sostanze allucinogene, né aveva inalato il gas della stufa. A meno che sua
madre non avesse messo qualcosa su
quei sassi - Jason aveva a lungo pensato che tutte le erbe esoteriche che la
madre sfruttava per i suoi incantesimi
fossero un po’ ambigue da quel punto
di vista - la visione era reale. L’uomo
anziano, le due donne bellissime, la
16
ragazza mostruosa e l’essere di pietra,
nonché quelle scritte, Jason le aveva
viste chiaramente, nonostante non vi
fossero prove fisiche di ciò. Ma il
bacile si era frantumato, un’ulteriore
prova della veridicità di tutto ciò.
Ma poteva fidarsi della divinazione? Quelle persone sarebbero entrate
nella sua vita? E quelle parole - Pandora, Azara, Megere e Terrore - cosa volevano dire? Rivolse uno sguardo lugubre alla piccola scrivania poggiata ad un angolo della stanza, di
fianco un alto armadio di mogano,
del tutto vuota ad eccezione di qualche libro. Se avesse avuto un collegamento ad Internet avrebbe potuto
fare una ricerca in proposito, ma sapeva il significato di tre delle quattro
parole.
Pandora era una donna della mitologia greca cui era stato affidato un
vaso da Zeus con il compito di non
aprirlo, ma lei naturalmente lo aveva
fatto, spargendo il male, ciò che era
contenuto nel recipiente, nel mondo
intero.
Le megere sono, per antonomasia, delle donne bruttissime. Ma forse quella parola poteva riferirsi ad
un nome di persona, anziché che un
concetto.
Ed infine, il terrore è un’emozione
simile alla paura sotto vari punti di
vista, ma decisamente peggiore, piú
profonda.
La parola Azara restava per Jason
un mistero. Sembrava essere qualcosa di oscuro, dal suono che aveva, ma
non poteva esserne davvero certo.
Si afferrò la testa con entrambe le
mani, gemendo per il malditesta che
lo stava opprimendo sin dalla conclusione della divinazione. Vedere
il futuro era davvero cosí scioccante? Sua madre lo faceva di continuo,
eppure le riusciva del tutto naturale.
Sempre che le sue visioni fossero vere: e se in realtà fingesse, come Jason
aveva sempre pensato, invece di predire qualcosa? Poteva essere, anche
se dal momento in cui aveva iniziato a scorgere le immagini nelle bolle
aveva istintivamente accettato tutte le
pazzie compiute dalla madre.
Accantonando quei pensieri tornò a concentrarsi sulla sua visione.
Era strano chiamarla in quel modo,
Purtesànnele, Salvie, Tresemaríne and Peperàlle
rifletté, sgridandosi mentalmente per
essersi cosí distratto. L’ultima frase
che aveva letto era la piú inquietante. L’essenza del male dilagherà nel
mondo, e solo alcuni allora potranno
fermare le tenebre. Si complimentò
per essere riuscito a ricordare la profezia. Probabilmente la prima parte di
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
essa era un riferimento al vaso di Pandora, rifletté fra se, ma la seconda non
riusciva a comprenderla pienamente.
Chi erano coloro che avrebbero fermato le tenebre? Avevano un qualche
legame con lui?
Prima che le sue palpebre si
chiudessero con lentezza straordina-
ria, Jason ebbe un ultimo, saettante pensiero. . . Che ne sarà della mia
vita?
Era stata questa la terribile domanda che si era posto prima di gettare
le pietre nel bacile.
TEXnologia
Crisi: la malattia della cultura
di B.F.C.
sia influenzata anche dal costo del
prodotto.
a crisi è un cancro che sta indeL’idea del libro «economico»,
bolendo la nostra società, interessando anche l’ambito culturale, che in realtà, nasce nel Rinascimento,
è sempre il primo a pagare gli errori poi viene ripresa negli anni ’90
dall’editore Marcello Baraghini con la
dell’uomo in campo finanziario.
Per contrastare il calo delle ven- celebre collana «1000 lire», che ebbe
dite, gli editori propongono edizioni uno straordinario successo.
L
economiche; i primi libri ad arrivare sul mercato sono stati i «Newton
Compton» a solo e 9,90, ma anche
la Mondadori si sta adeguando, cambia la richiesta, variano le proposte
dell’editoria.
Confrontando i 10 best seller del
gennaio 2012 con lo stesso mese del
2010, notiamo un calo del 10% dei
prezzi, poichè è inevitabile che, in
un periodo cosí difficile, la scelta
Un’alternativa all’acquisto è il prestito tra conoscenti o la riscoperta della biblioteca, ma queste non sono le
uniche soluzioni: da qualche tempo
sono comparsi sul mercato gli eReader, che rappresentano un aiuto concreto per il lettore, non bisogna farsi
ingannare dal costo del prodotto in
sé, poiché esso ci permette di acquistare libri a prezzi davvero convenienti; i classici, spesso, sono addirittura
gratuiti!
Si tratta di un giro d’affari da 2 miliardi e 400 milioni di dollari su scala
planetaria, dei quali due sono generati dalla zona di New York e dintorni.
In America il numero di tablet e eReader (es. iPad della Apple, Kindle di
Amazon) è passato da 40 a 80 milioni di pezzi in breve periodo; mentre
in Italia la diffusione dei libri digitali
è ancora a quota 0,5%, contro il 7%
dell’Inghilterra e il 20% oltreoceano.
È stato stimato che per il 2015
nel nostro paese gli eReader arriveranno al 6/7%. Riuscite ad immaginare
l’emozione di tenere in una mano i
sette volumi di «A la recherche du
temps perdu» di Proust in meno di
200 grammi?
Purtesànnele, Salvie, Tresemaríne e Peperàlle
Frutta e verdura
di Benedetta & Giulia
alve giovani cuochi! per questo numero è stato difficile trovare un
argomento che potesse essere interessante e allo stesso tempo funzionale.
alla fine abbiamo pensato di soffermarci su quei cibi che la gente sottovaluta e “cancella” dalla propria ali-
S
mentazione per comodità, o chi lo sa,
per gusto! Di cosa parliamo? Ovviamente di frutta e verdure. Capita, il
piú delle volte che se una famiglia
non è educata a mangiare e non inserisce le razioni giornaliere di verdure
e frutta, i figli crescano non abituati a
mangiare correttamente; non “mandano giu” questi elementi fondamentali
17
per l’organismo. Numerosi studi hanno dimostrato che sarebbero necessari
400 gr al giorno di verdura, che siano
verdure cotte, grigliate, saltate, bollite,
infiocchettate! Per quanto riguarda la
frutta, signori miei, come si può rinunciare alla frutta di stagione? Gli
alberi di pesche ed albicocche ci chiamano a gran voce! Un frutto dopo
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
la voce
pranzo o se preferite prima di mangiare, un altro frutto dopo cena. Se avete
paura di appesantirvi troppo utilizzate la frutta come spuntino, per spezzare la fame a metà pomeriggio, o a
metà mattinata al posto delle merendine assassine! Come per le verdure,
anche la frutta può essere presentata
in modi diversi, uno piú appetitoso
dell’altro. Per questo numero abbia-
mo scelto due ricette che propongono i due alimenti trattati in un modo
semplice, divertente e soprattutto. . .
succulento! Bon appétit!
La tiella
Tempi di cottura: un’ora circa
Stavolta vi proponiamo un piatto abruzzese che noi amiamo molto e che speriamo piaccia anche a voi. La scelta non è casuale; già
nei supermercati possiamo trovare melanzane e pomodori dei nostri territori e questo è solo uno dei mille modi di cucinarli, altro
che passate e minestroni che tutti abbiamo odiato da piccoli, questo è un piatto semplice, veloce, colorato, squisito e salutare!
1
500 gr
500 gr
500 gr
500 gr
a piacere
q.b.
q.b.
melanzane
pomodori
peperoni
patate
cipolla
olio
sale
sedano
origano
aglio
pepe
Lavate, tagliate le melanzane, cospargetele di sale e ponetele in uno scolapasta
per un paio d’ore cosí da scolare la loro acqua di vegetazione che spesso risulta
amara. In una teglia da forno alternate strati di melanzane con strati di patate
pelate; sciacquate e tagliate a fette con pomodori, cipolla e non dimenticate di
cospargere ogni strato con olio, sale e spezie. Mettete in forno avendo cura che
il sugo si ritiri.
Marmellata
Tempi di cottura: almeno 3 ore!
Gli alberi sono carichi di frutta colorata e spesso non riusciamo a consumare tutta la frutta, rischiando che vada a male, cosí in
questo numero vi proponiamo una preparazione facile che vi permetta di conservare la vostra frutta, la marmellata. Naturalmente
intendiamo la marmellata cosí come la preparava la nonna, non con l’aggiunta di pectina o zuccheri perché la frutta ne ha già in
sé.
1
1 kg
300 gr
frutta
zucchero
Lavate, pulite e denocciolate la frutta e tagliatela in piccoli pezzi (il peso qui
di fianco si riferisce a frutta pesata già pulita e lavata e senza noccioli o semi,
ovvio!).
2
Mettetela a cuocere in una pentola in acciaio a fiamma lenta; quando l’acqua di
vegetazione si è ritirata, piú o meno a metà cottura, quando il composto inizia
ad essere denso, aggiungete lo zucchero e continuate la cottura avendo cura di
girare e controllare il preparato costantemente.
3
Dopo qualche ora (la frutta in totale deve cuocere per circa 3 h!) preparate dei
vasi già sterilizzati, e riempiteli con la marmellata appena tolta dalla fiamma,
lasciando un centimetro di spazio dal bordo superiore. Avvitate subito il tappo
e mettete i barattoli sottosopra. Aspettate che si raffreddino e riponeteli dopo
una giornata di riposo!
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7 8 2
5 2 8 7 3 9
4 1 6
2 7 1
9 6 5
3 4 8
7 3 4
6 2 1
2 8 1
5 9 7
4 6 3
8 9 5
8 7 6
9 1 7
3 5 2
3 8 6
2 7 5 1 4 9
6 2 8
9 5 3 4 1 7
5 4 2
2 4 1
5 6 3
7 6 5
3 1 5
9 7 8
8 3 9
8 9 2 7 4 1
7 8 9 4 1 3
6 5 7
8 3 4
1 9 2
4 2 6
1 4 9
6 2 7
5 6 2
2 8 3
1 9 5
3 2 8 1 5 9
6 4 7
9 4 5
8 3 2
1 7 6
8 2 6
3 5 9 7 4 1
3 1 7
2 8 4
5 9 6
9 2 5 1 7 4
5 3 8 4 7 6
9 7 4
3 8 1
2 5 6
6 2 8
9 5 7
3 1 4
6 3 8
9 2 1
7 3 5
8 4 6
3 8 4
4 5 7
4 9 3
2 9 1
2 5 7
2 1 3 7 6 4
5 9 8
6 5 9 4 7 2
8 3 1
1 6 9
6 3 8
6 1 8 4 9 2
9 3 2
5 7 6
5 7 2 1 9 3
5 8 3
9 6 7
7 6 3 4 8 5
4 1 2
2 8 4
3 6 1
5 7 1
2 1 9
8 4 6
7 5 3
9 8 4
8 2 5 1 6 7
6 1 8 7 4 9
3 2 5
10 Sudoku
10. Sudoku
3
2
1 8
4
6 9
6
9
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3
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5
1
8
4
9
4
9
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5
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igor ["aIgO:*]
1
igor ["aIgO:*]
3 4 8
8 6 4
9. Sudoku
7
6 4
6 5
7
8
5
4 1 8
2 1
5
6 3
1
4
8. Sudoku
2 6 3 8
3 8
3
8
2
3
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8 4
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9 5
7 1
6
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igor ["aIgO:*]
2 5
igor ["aIgO:*]
2
1
4
7
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6
1 3 9
8. Sudoku
8
7. Sudoku
19
9. Sudoku
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3
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1 7
3
1
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7. Sudoku
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7
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Enigmistica
Enigmistica
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
Numero 3 · Anno ix · Giugno 2012
la voce
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giuseppe fichera
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ORIZZONTALI: 1. Storpiatura dell’inglese ‘newbie’ (novellino) - 3. Il Paese dei faraoni - 8. Great Britain (Sigla) - 11. Non noto 13. Associazione Italiana Editori - 14. Oblio in francese - 16. Lo sono coloro che si vantano in modo eccessivo - 19. Nobile
aspirazione per cui si agisce - 22. Difficile da trovare - 23. Ne sono fatte le medaglie per i primi classificati - 24. L’amico che
nasconde le tue copiette durante il compito - 26. Fedele alla parola data - 28. Letchworth Arts and Leisure Group (Sigla) 31. Viene da pensarci sempre soltanto ad anno finito (FRASE DA SCOPRIRE). - 37. Lo era Giunone - 38. Viene considerato
un colore, ma in realtà esso è l’assenza di colore - 39. Il giorno - 40. La parola che urleremo all’inizio delle vacanze - 41. Lo si
commette infrangendo la legge - 42. Lo è quello Atlantico - 44. Nella fiaba di Biancaneve erano in sette - 45. Fifone, codardo 46. Si perse nel Paese delle Meraviglie, come spesso accade a noi durante le lezioni.
VERTICALI: 1. Capoluogo della Campania - 2. Abbreviazione di biologico - 3. Nota compagnia energetica - 4. Il verbo andare in
inglese - 5. Lo è la scuola a fianco al nostro liceo - 6. Organizzazione nazista nata durante la seconda guerra mondiale - 7. Se non
sono tuoi. . . - 8. Il Pescara ne ha segnati molti quest’anno - 9. Il significato della B nella sigla FBI - 10. Sostanza organica prodotta
dal fegato - 12. Animale tipico della savana africana - 13. Qualcuno senza le iniziali e la finale - 15. Razza di serpenti tra i piú
grandi al mondo - 17. Disciplina che studia blasoni e stemmi nobiliari - 18. Animale molto furbo e sfuggente - 20. Gioiosi, vivaci,
allegri come bisogna essere per vivere bene - 21. Associazione calcistica - 25. Con lo stesso nome - 27. Se non è lei. . . - 29. In
questi posti viene custodito il frumento - 30. Che ha a che fare con le ossa - 32. Il tasto piú grande della tastiera - 33. Lo è la culpa 34. Aosta (Sigla) - 35. Il piú piccolo naturale con due cifre - 36. I cani lo percepiscono 5 volte piú forte rispetto all’uomo - 39. Lo è
Rodrigo dei Promessi Sposi - 41. Confederazione Generale del Lavoro - 43. Enna (Sigla).
1. Completa la terza serie (verticale) con la lettera mancante.
A
D
C
B
D
E
C
?
B
KZ0ZRZ0S
O0OnZqZ0
6
0O0ZPZBL
5
ZnZ0oPZ0
4
0Z0Z0Z0A
3
Z0Z0Z0o0
2
po0Z0okZ
1
Z0s0Z0Z0
8
2. Trova la parola che dia un senso compiuto a tutte le lettere.
v
f
l
n
r
...
3
27
3
5
15
1
4
?
3
4. Trova il numero mancante che completi la serie.
3
1
5
7
13
...
5. Qual è la parola di 11 lettere da cui se se ne tolgono 6 si ottiene 20?
20
francesca di marco
3. Completa la terza serie (verticale) con il numero mancante.
a
b
c
d
e
f
g
h
6. Il nero muove e matta in 2 mosse.
Le soluzioni sono a pag. 13.
giuseppe fichera
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