Vita Trentina

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Vita Trentina
LA TERZA
vita trentina
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Inaugurato il cammino che porta da Merano
a Trento per 109 chilometri.
Rossi e Kompatscher:
“Un sentiero che unisce”
di Diego Andreatta
ago di Tret, 28
maggio 2016 – Nel
nome di San Vigilio,
Alto Adige e Trentino
da oggi si fanno più vicini: a
piedi. Nei giorni in cui si
discute di nuove barriere al
Brennero, sui monti dell’Alta Val di
Non trentini e altoatesini
s’incontrano al lago di Tret e
uniscono i loro sentieri
attraversando fra l’altro quella
che gli antropologi americani
studiarono come la frontiera
“invisibile”.
Hanno scelto quest’oasi lacustre tra
la provincia di Bolzano e quella di
Trento come luogo simbolo per
inaugurare ufficialmente il nuovo
sentiero escursionistico di 109
chilometri che collega Merano a
Trento.
E’ stato denominato “Via Vigilius”, la
segnaletica prevede uno stilizzato
bastone pastorale, perché il
riferimento al santo patrono dei
trentini e compatroni degli
altoatesini si è rivelato un
azzeccatissimo motivo di unione.
Scritto nella storia – le comuni radici
ecclesiali furono ribadite nel 1989 da
mons. Sartori a mons. Egger a
Bressanone con il dono di una
reliquia vigiliana “pegno di
fraternità” – ma anche nella
geografia culturale delle due terre: il
percorso parte infatti dalla chiesetta
dedicata a San Vigilio sopra Merano
(gioiellino artistico situato in un
punto d’incrocio storico) e si
5 giugno 2016
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La segnaletica
che spesso si
sovrappone
ai sentieri
già esistenti
La chiesetta di San Vigilio
sopra Lana; documentata
nel XII secolo, custodisce
affreschi del Trecento
con scene della Passione
La caratteristica chiesetta di San Vigilio
sul monte sopra Merano.
L’intervista all’ideatore e promotore Ulrich Ladurner,
imprenditore altoatesino noto anche in Trentino
conclude alla tomba di Vigilio, nella
cattedrale romanica di Trento.
La buona notizia non sta solo
nell’opportunità di un nuovo itinerario
di lunga percorrenza condiviso nella
realizzazione dai volontari
dell’Alpenverein e delle sezioni locali
della SAT, ma nel fatto che a rinnovare la
comunione sia stata un’intuizione
popolare e una condivisione “dal basso”,
non un calcolo politico o una scelta dei
vertici ecclesiali.
L’idea risale a 5 anni fa e si deve ad Ulrich
Ladurner, l’imprenditore attivo sopra
Merano con varie iniziative
occupazionali apprezzate anche in
Trentino, che due anni fa ha incaricato le
guide Christian Ladurner e Mauro Tumler
d’individuare il percorso migliore sui
passi di Vigilio. Grazie alla pronta
collaborazione della Sat (Tarcisio
Deflorian, presidente della Commissione
Sentieri e i responsabili delle sezioni
interessate di Fondo, Taio, vigo di Ton,
Mezzocorona, Mezzolombardo ,
Zambana e Trento ), il sentiero è stato
messo sulla carta, tracciato e segnato in
natura e quindi descritto nel sito da
consultare: www.viavigilius.com.
“Di mio ci ho messo solo l’idea, la dedica
a San Vigilio e qualche soldo. Ma ora è
compito vostro, di tutti, tener vivo
questo sentiero con i passi, le iniziative e
chissà quale altra idea sul piano
culturale, religioso o anche turistico”.
Così Ulrich Ladurner ha affidato alle
comunità locali – rappresentate dai
sindaci di Fondo (Daniele Graziadei) e
L’inaugurazione
della Via
sabato scorso
al lago di Tret
con i presidenti
delle due
Province Rossi
e Kompatscher.
A sinistra
i volontari
della SAT
a Via Vigilius è un percorso di 109, 2 chilometri a piedi in
otto tappe che parte dalla stazione a monte della funivia
di San Vigilio sopra Merano e arriva fino alla località Vela,
vicino a Trento.
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La tappa più lunga è di 20 km. Tutte le tappe della Via Vigilius
sono fattibili come escursioni singole giornaliere. Facili sono
i collegamenti in treno o in autobus per arrivare ai vari punti
di partenza.
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Ecco l’indicazione delle singole tappe: dalla funivia di San Vigilio all’albergo Jocher, da Jocher a Senale; da Senale a Fondo,
da Fondo a Sfruz, da Sfruz a Vigo di Ton, da Vigo di Ton a Monte di Mezzocorona, da Mezzocorona a località Vallene, da Vallene a Trento. Totale: 6.970 metri il dislivello in salita; 7.090
m il dislivello in discesa.
L’INIZIATIVA
109 chilometri
da Merano al Duomo
San Felice (Patrick Ausserer)- questa
realizzazione, salutata dalla fisarmonica
e dalle danze di un gruppo folk tirolese.
Davanti al Vigilio barbuto ricavato dal
legno dallo scultore locale Martin Kofler
è stato il parroco di san Felice Siegfried
Pfitscher a sottolineare con la
benedizione lo sguardo protettivo del
terzo vescovo di Trento: “Ci auguriamo
che il patrono su queste strade ci aiuti a
crescere come fratelli”, ha detto
segnalando la presenza sul tracciato di
due santuari particolarmente
significativi: la Madonna di Senale e San
Romedio.
Per la Sat, la vicepresidente Maria Carla
Failo e Tarcisio Deflorian hanno
testimoniato l’apprezzamento per
quest’iniziativa comune: nei suoi 80 km
trentini il sentiero si sovrappone ad altri
cammini (come il Sentiero Frassati, da
Arco a San Romedio) e si congiunge con
il noto San Vili (da Trento a Campiglio,
rinnovato due anni fa) offrendo così agli
escursionisti ulteriori prolungamenti o
varianti.
Sul lago di Tret increspato, nelle festa
campestre addolcita dai prodotti tipici
della val di Non e dell’Alto Adige, hanno
voluto esserci anche i presidenti delle
due Province. Arno Kompatscher e Ugo
Rossi hanno osservato insieme “il valore
di un sentiero che unisce, perché
insieme è stato realizzato e insieme sarà
vissuto”. Con la valorizzazione di un
turismo dal passo lento, con la proposta
di qualche tappa spirituale, con il
servizio all’incontro fra le persone, tanto
più eloquente in tempi in cui sembrano
riaffiorare antiche diffidenze e nuove
chiusure.
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