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34 FDS 193 • Il Regno degli Ascolti • ONIX CD-15
DIE-HARD
di Gianfranco Machelli
Se lo streaming audio non vi piace e non vi
fidate degli hard-disk, ecco un buon motivo per insistere e resistere nell’uso del lettore digitale tradizionale.
Sarebbe un peccato rinunciarci ora che ha raggiunto maturità.
Eccone allora uno duro a morire.
isitando gli hi-fi
show di quest’ultimo
anno non può sfuggire che
l’argomento, il soggetto, la
tecnologia di grido è tutta
quella relativa al ricevimento, la lettura,
la decodifica, la riproduzione audio, insomma, dell’audio-file digitale in forma
e prestazione integralmente audiophile.
“eh sì, perché tra non molto i CD e la
musica su supporto non si troverà più
in vendita nei negozi, ma solo via web”.
Vero, falso, vero, mah, lo si diceva degli
LP in vinile a favore delle musicassette.
Gli LP vivono una seconda luminosa
primavera, le audiocassette... no. Con
buona probabilità accadrà un po’ di
tutte e due le cose. Personalmente, per
passate esperienze, non me la sento di
affidare tutto il mio mondo musicale,
che conta cinque decenni, ad un pur so-
V
fisticato e teoricamente inaffondabile hard-disk pluricapiente.
Ancora subisco la dittatura imposta dal
CD ma col tempo anche i nemici mostrano un lato umano e a questo ci attacchiamo come una cozza. Così è stato.
Oggi, gli audiophili più tosti, non abdicano all’uso del disco “solido” a favore
di quello virtuale, per quanto comoda e
ruffiana sia la sua gestione (la flessibilità, la creatività, la qualità, la comodità
della gestione dei files musicali su harddisk non ha sicuramente pari), stando
ben seduti sul divano più vissuto della
casa a scegliere un brano tra i tanti
della nostra discoteca sorvolando con
l’indice lo schermo di un tablet pc o il touchscreen di un cellulare-maggiordomo. Quasi come
scegliere un cioccolatino... Semmai, preferisco “gripparmi” le mie playlist, al
massimo della risoluzione possibile, per
riascoltarle senza soluzione di continuità, con un bel lettore, di solito ed
ancora, più convincente di molti steamer audio. Non di tutti, certo, ma di
molti, sì.
IN SALA D’ASCOLTO
Forse è definitivamente concluso quel
periodo di tempo in cui i lettori CD
potevano rappresentare un’elevata
dose di rischio per un ascolto di qualità genuinamente superiore, avendo
come regola aurea per poter giudicare
qualsiasi sorgente, il suono dell’Analo-
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La “bestia” è dentro
Nella mia piccola statistica, uno dei lettori
di ultima generazione con il quale ho raggiunto dei più che lusinghieri risultati è
l’Onix C-15, marchio di buonissimo pedigree, tornato agli onori della cronaca audio
da qualche anno in qua in virtù di una ben
concertata politica commerciale e – soprattutto –di una serie di prodotti (amplificatori integrati, lettori CD/SACD e DAC,
ma anche acustiche) assai musicali, costruiti con solida competenza e sostanza e
con un prezzo al pubblico di solito relativo a
macchine entry-level in categoria realworld audio. Ecco, gli Onix, per costo, appartengono sicuramente a questa classe
di prodotto ma costruzione e suono ne
sono perlomeno un paio di spanne al di
sopra. Il CD-15 non sfugge a questa lodevole regola, semmai la conferma clamorosamente. I prodotti Onix sono suddivisi in
quattro linee: Flagship. X-Reference, Classic, Debut. Per quanto mi riguarda, reputo
al momento le più interessanti la Classic e
la Debut, con prodotti che grondano convenienza per qualità musicale, costruzione a
fronte del prezzo richiesto. Inoltre, sono diventati piuttosto facili da reperire, indispettendo i soliti noti del best-buy, che, pur
continuando ad esibire oneste performances soniche, sono più plasticose di un set
da spiaggia e lasciano spesso a desiderare
in affidabilità. Il CD-15 fa parte della linea
Classic, quella con maggiori “responsabilità” nella costruzione della reputazione del
marchio ed il suo conseguente successo
commerciale. Da quel che si legge nei
forum del popolo audiofilo, gli apparecchi
Onix stanno entrando sempre più spesso
nelle considerazioni degli appassionati in
gico (disco o nastro) al suo massimo
esponente. Dal suo esordio, abbiamo
osannato i primi lettori riconosciuti
capaci di produrre un “audiophile
sound” per il solo fatto di non impallinarci i timpani con sonorità affilate ed
adrenaliniche. Poi, via via, a colpi di
chip, hertz, bit e “accuratizzazioni”
varie (alimentazione, telaio, isolamento meccanico ed elettrico e via discorrendo), il lettore CD è entrato nel
cuore dell’appassionato audiophilo,
tanto da diventare il riferimento digitale, scansando, quasi con sno-
virtù delle loro prestazioni, ignorando tutto
il resto che pure, per chi scrive, ha la sua
importanza. La costruzione del CD-15 è
quella classica della linea, con chassis
completamente metallico, di massa e dimensioni da “componente separato” serio,
accuratamente verniciato in nero opaco. Il
frontale è rappresentato da un pannello di
perspex fumé il quale, assieme alla doratura dei pulsantini per le singole funzioni, e
dei piedi di sostegno, trasmette un’atmosfera di rarefatta, notturna eleganza, accentuata dal display a segmenti blu,
regolabili per intensità. L’accesso alla meccanica è centrale, come nella migliore tradizione (SANYO HD850 meccanismo
super lineare, controllato da CD-12 servo,
e laser SANYO DV 34). Il funzionamento è
relativamente silenzioso e piuttosto compassato, ma puntuale e senza incertezze.
La conversione è attuata per mezzo di un
convertitore D/A PCM 1796 da
24Bit/192 kHz targato Burr Brown, sinonimo di un ben preciso “atteggiamento” sonico, per alcuni versi antagonista al
corrispettivo Wolfson che impiegano molti
suoi concorrenti e DAC di grido. L’interno
rivela molto spazio a disposizione, come è
inevitabile che sia a questo punto del percorso tecnologico del CD, considerato al
suo epilogo. Il CD-15, pur muovendosi all’interno di questa prassi, non perde l’occasione per aggiungerci qualcosa in più in
grado di rendere la macchina più performante e/o affidabile. Ecco allora il filtro di
rete alla presa del cavo di alimentazione;
trasformatore con nucleo a R realizzato su
specifiche; condensatori Nichicon Gold
Tune.
bistico fastidio, quanto di (buono) è
nel frattempo sopraggiunto, come il
SACD, il DVD-Audio, il Blu-ray, lo
streaming audio, tutti formati e/o modalità d’ascolto potenzialmente validi
ma... Ma troppo invischiati con pratiche consumer, aspetto di cui altamente
diffida, forse non senza ragione. E la
ragione gliela danno apparecchi come
l’Onix CD-15, a meno di 1000 euro frontiera psicologica per separare le
categorie di prestazioni tra sacro e
profano. Il CD-15 appare, in diverse
configurazioni appron-
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Spartano, robusto, funzionale anche dietro.
MATERIALE IMPIEGATO
PER LA PROVA
Sorgenti:
Rotel RDV-109;
Marantz CD-63SE;
Technics SL-1200 mod./Shure M97HE.
Amplificazione:
Pathos Classic One MkIII,
Rega Mira 3;
Sugden A25b,
Onix A-65.
Acustiche:
ProAc Tablette 50 Sig.
Linn Tukan II.
Cablaggio di riferimento:
HiDiamond e Xindak.
DISCHI
• Supertramp, Crisis? What Crisis;
• Electric Light Orchestra,
A New World Record;
• Guns ‘n’ Roses, Greatest Hits;
• Michael Jackson, Bad;
• The Corrs, Unplugged;
• Grace Jones, Slave to the Rhythm;
• Miles Davis, Kind of Blue.
tate, sempre musicalmente convincente e sonicamente insindacabile. La
prima percezione è quella di un’impronta priva di grana sensibilmente
avvertibile associata ad una risposta
equilibrata e completa, calibratamente
addolcita all’estremo superiore, e ben
controllata alle
basse frequenze. Il
medio è sicuramente la parte più
preziosa dell’emissione, nella quale si concentrano una
somma di qualità, che potremmo definire con il termine un po’ scontato (e
senza più un riscontro oggettivo nella
realtà odierna) “british”. Comunque
sia, il sound complessivo è piuttosto
solido, virante al relativamente caldo,
anzi “smooth”, senza però che questi
ceda il passo alla melassa. Tirando a
lucido il set-up, con cavi un po’ più
adrenalinici, uno di alimentazione dedicato alla sola sorgente in esame e
con casse più audaci delle Tablette (le
Tukan), il CD-15 rivela più chiaramente, lucidamente e innegabilmente
la sua bella calligrafia sonica, sopratutto in tandem con il compagno di
catalogo, il notevole A-65. E’ veramente godibile e
catturante il suo
assetto tonale e
ritmico, con un
contrasto dinamico netto, ma
non deflagrante,
esibiti in un contesto scenico non particolarmente
maestoso, ma sensibilmente tattile e
focalizzato in una finestra acustica
forse un po’ compressa rispetto a macchine top, ma ciononostante, con figure musicali focalizzate e circoscritte
senza equivoci. A questa complessiva
sensazione di “precisione”, va aggiunta quella di grande intrattenimento anche a lungo termine, che
consente di macinare disco dopo disco
con crescente piacere e curiosità.
“Non me la sento
di affidare tutto
il mio mondo musicale
ad un hard-disk”
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La
meccanica
Sanyo
al centro
del telaio.
Conversione
targata
Burr Brown
1796 a
24 bit/
192 kHz.
IN FINE...
In sostanza ed in conclusione, una
conferma, l’ennesima, dell’odierna generazione Onix, che, a differenza
dell’originale, manifesta una maggiore omogeneità nel family sound,
dalla personalità meno spiccata forse,
ma di grande confortevolezza sul
lungo percorso, una dote da saggi,
come l’età che ha raggiunto appunto
il marchio Onix. Circa il lettore in sé
per sé, se la deve con più di un avversario agguerrito, sopratutto quelli storici, ma dalla sua può vantare una
cifra estetica e costruttiva sicuramente superiore alla media, e su queste, costruire un successo
commerciale del tutto meritato. FDS
CARATTERISTICHE TECNICHE
Tipo: lettore CD
Livello uscita: 2.0V
Risposta in Frequenza: 10Hz~20KHz (-0,5 dB)
Rapporto Segnale/Rumore:108dB (A ponderato)
Distorsione Armonica Totale: 0,002% a 1kHz
Gamma dinamica: 100 dB
Crosstalk: >96dB,
Dimensioni (lxpxh): 430 × 376 × 96 mm
Alimentazione: 220V-240V AC
Peso: 7,8 Kg.
Prezzo IVA inclusa: euro 996,00
Distributore: Pacetech - Tel. 0871 54.04.70
E-mail: [email protected] - Tel. 0871 54.04.70