3.1. Industria estrattiva
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INDUSTRIA ESTRATTIVA 3.1. Industria estrattiva Nel 2003, l’attività estrattiva nazionale ha mostrato una contrazione dell’1,6% (a prezzi costanti), interrompendo un lungo ciclo positivo avviatosi a metà degli anni Ottanta. La flessione dei livelli di attività è da attribuire alla negativa evoluzione del segmento degli idrocarburi, dopo la buona crescita che aveva caratterizzato il 2002. Ha confermato invece un profilo positivo il segmento dei materiali da cava, il più importante per l’industria estrattiva nazionale e l’unico nel quale la produzione domestica permette di soddisfare una quota significativa della domanda interna, riuscendo a contenere il passivo dei conti con l’estero. Il rallentamento sperimentato dall’attività edilizia nel corso del 2003 ha infatti condizionato solo in parte l’estrazione di materiali da cava, che ha comunque registrato un rallentamento del ritmo di crescita rispetto agli ultimi anni, riflettendosi principalmente sui flussi di importazioni, in netto calo, dopo la crescita del 2002. La negativa evoluzione del comparto degli idrocarburi è essenzialmente imputabile ai limiti imposti all’attività di estrazione dall’esaurirsi delle riserve di gas naturale presenti nel nostro paese. Le riserve nazionali di gas metano sono infatti attualmente pari a 189 miliardi di metri cubi (133 miliardi in me- no rispetto alle disponibilità note ad inizio degli anni Novanta) e si stima siano sufficienti a garantire i livelli produttivi attuali per soli tredici anni; l’esaurirsi delle riserve ha portato la produzione nazionale a scendere su livelli prossimi ai 15 miliardi di metri cubi nel 2003, livello inferiore di circa 2,5 miliardi di metri cubi a quello dei primi anni Novanta. L’offerta nazionale riesce pertanto a soddisfare solo un quinto dei consumi interni di gas metano, che sono peraltro in costante aumento, dato il progressivo ampliamento della rete di distribuzione di gas naturale sul territorio nazionale. La crescita della domanda interna è stata pertanto soddisfatta aumentando i flussi d’importazione: attualmente il 35% del gas metano consumato in Italia proviene dall’Algeria, il 28% dalla Russia, il 10% dai Paesi Bassi, il 4% dalla Nigeria ed il 2% dalla Norvegia. Il gap fra domanda ed offerta risulta anche più ampio nel comparto petrolifero, dove lo sfruttamento di nuovi giacimenti ha consentito di limitare solo marginalmente lo squilibrio strutturale del nostro paese. Nell’ambito del progetto di sviluppo dei giacimenti della Val d’Agri, nel 2003 sono risultati in produzione 15 dei 27 pozzi realizzati; la prosecuzione dell’attività di ricerca e perforazione dovrebbe portare Tab. 3.1.1 - Industria estrattiva: Principali indicatori Variabili Dinamica del mercato Produzione Esportazioni Importazioni Disponibilità interna 1996-2001 Valori 2003 (a) 10.530 745 19.537 29.322 Capacità produttiva Livello della capacità produttiva (1990=100) Variazione % del grado di utilizzo Costi e prezzi Costi operativi Prezzi alla produzione Scambi con l’estero Saldo commerciale (milioni di euro correnti) Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) Quota della produzione esportata (%) (b) Propensione dell'importazione (%) (b) (d) Numero di addetti (migliaia) 2,9 3,3 3,5 3,2 2002 Variazioni % (b) 2,4 21,1 – 1,6 – 0,3 2003 – 1,6 8,6 3,9 1,4 127,2 0,5 136,4 0.9 137,0 – 2,0 2,3 3,0 – 2,4 – 4,8 – 1,7 – 1,9 –14.542 –92,9 4,6 57,0 –18.254 –91,7 5,8 58,6 –18.792 –91,4 6,4 60,1 42,3 41,1 38,7 (a) Milioni di euro. (b) A prezzi costanti. (c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni). (d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni). Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria. 165 INDUSTRIA ESTRATTIVA Fig. 3.1.1 - Industria estrattiva: Produzione e grado di copertura della domanda interna (Prezzi 1995) P P/D 10 0,49 9,5 0,47 Fig. 3.1.2 - Industria estrattiva: Tassi di crescita della produzione 6 4 2 0 -2 -4 -6 media 1996-2001 Ue 9 0,45 8,5 0,43 8 0,41 0,39 7 0,37 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 Produzione (P, miliardi di euro) Spa Uk 2002 Fra Ger Spa Uk 6 4 2 0 -2 -4 -6 2003 Ue Produzione/Disponibilità (P/D) Ger 6 4 2 0 -2 -4 -6 Ue 7,5 Fra Fra Ger Spa Uk Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat. Fonte: Elaborazioni CSC su dati Eurostat. Fig. 3.1.3 - Industria estrattiva: Contributo % alla variazione delle esportazioni per area geografica (a) Fig. 3.1.4 - Industria estrattiva: Contributo % alla variazione delle importazioni per area geografica (a) Europa occidentale Europa occidentale Europa centro-orientale Europa centro-orientale Mediterraneo e M. Oriente Mediterraneo e M. Oriente Nord America Nord America America Latina America Latina Asia Asia Resto del mondo Resto del mondo -10 2002 0 10 20 30 2003 (a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendice metodologica (par. 5.1). Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat. 166 -8 -6 2002 -4 -2 0 2 4 2003 (a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendice metodologica (par. 5.1). Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat. INDUSTRIA ESTRATTIVA Fig. 3.1.5 - Industria estrattiva: Tasso di crescita della domanda mondiale e quota di mercato dell’Italia 0,3 70 60 0,25 50 40 0,2 30 0,15 20 10 0,1 0 -10 -20 Domanda mondiale 0,05 Quota Italia (scala destra) -30 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003* Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (Statistics Canada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2003. * Dato provvisorio. Fig. 3.1.6 - Industria estrattiva: Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree 2,0 1,5 1,0 0,5 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003* Resto Africa Europa Centro-Orientale Sud America Asia Mediterraneo e Medio Oriente Europa Occidentale Nord America Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (Statistics Canada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2003. * Dato provvisorio. all’attivazione di altri 11 pozzi e, dal 2006, anche del giacimento petrolifero di Miglianico. Il deficit strutturale che caratterizza l’Italia nel comparto degli idrocarburi e, sia pure in misura più contenuta, in quello dei materiali da cava si traduce in un forte passivo dei conti con l’estero, che nel 2003 è salito a livelli prossimi ai 19 miliardi di euro, nonostante l’apprezzamento dell’euro abbia permesso di contenere il costo delle forniture dall’estero, pur in presenza di un rialzo delle quotazioni petrolifere. La forza dell’euro ha avuto un impatto positivo anche sui costi operativi settoriali, che hanno mostrato un’ulteriore contrazione, dopo quella registrata nel corso del 2002. Anche i prezzi alla produzione hanno mostrato un profilo discendente. Nel 2003 la produzione del settore ha subito, a livello europeo, una flessione che ha interessato tutte le principali economie con la sola eccezione della Spagna, dove l’indice della produzione ha fatto registrare una crescita robusta, tornando ai livelli del 1996 e attestandosi su valori decisamente superiori a quelli degli altri principali paesi (Francia, Germania e Regno Unito). Per questi ultimi è invece continuato il declino della produzione avviatosi dalla metà degli anni Novanta. Il rallentamento nel 2003 ha assunto la massima intensità nel Regno Unito, che, invece, nel periodo 1996-2002 aveva subito un ridimensionamento dei livelli produttivi inferiore a quello di Francia e Germania. Nell’ambito dell’andamento ciclico presentato dalla domanda mondiale di prodotti estrattivi si rileva: da una parte, una marcata riduzione nei primi anni Novanta, imputabile alla sensibile contrazione dell’intensità energetica delle economie avanzate seguita agli investimenti in efficienza energetica del ventennio precedente, dall’altra parte, un consistente incremento tra il 1999 ed il 2000, dovuto alla relativa debolezza dei prezzi del greggio. La quota italiana sul totale si è rivelata in sostanziale riduzione sino al 2000, facendo poi registrare una certa ripresa negli anni successivi ed una nuova contrazione tra il 2002 ed il 2003, attestandosi su livelli decisamente inferiori a quelli del 1990. Il nostro paese non rientra tra i primi venti esportatori mondiali a causa della sua strutturalmente scarsa dotazione di risorse naturali, specie energetiche, che vengono prioritariamente utilizzate per la copertura della domanda interna in continua crescita, con particolare riferimento ai consumi di gas naturale. Questa fonte costituisce infatti il secondo input energetico in ordine di importanza e si appresta ad eguagliare nel breve-medio termine il livello di penetrazione raggiunto sul bilancio energetico primario dalla fonte petrolifera. Le esportazioni del settore in esame sono perciò prevalentemente rappresentate dai minerali non energetici i quali costituiscono da sempre una voce marginale della bilancia commerciale che si presenta per questo comparto strutturalmente in passivo. Tra il 1997 ed il 2002 sono risultate in diminuzione le quote detenute sul mercato mondiale dagli Stati Uniti e, nell’ultimo anno, dal Regno Unito, costanti quelle relative a Francia e Germania, ed in leggero aumento le quote delle altre economie avanzate. Considerando le singole aree di mercato è possibile notare come le quote detenute dall’Italia sui due principali mercati di sbocco, area mediterranea e medio orientale ed Europa centro-orientale, abbiano presentato andamenti sostanzialmente speculari che tendono ad uniformarsi dal 2000, arrivando successivamente a sovrapporsi e mostrando una leggera flessione nel corso dell’ultimo anno, attestandosi comunque su valori nettamente superiori a quelli del 1990. In aumento dal 1990 si è presentata la quota 167 INDUSTRIA ESTRATTIVA scita della dipendenza energetica dall’estero, legata all’aumento della domanda nazionale, specie con riferimento al gas naturale, e al declino della produzione interna di idrocarburi. Per quanto concerne il primo aspetto, il fabbisogno energetico primario dovrebbe crescere del 5,4% circa tra il 2003 ed il 2015, a fronte di un incremento nei consumi di metano, nello stesso periodo, del 24,5% che, conseguentemente, raggiungerà una penetrazione sul bilancio energetico primario del 40% circa. La ragione di ciò è da attribuirsi al fenomeno della convergenza gaselettrico, che vede un sempre maggiore ricorso a questa fonte per fini di generazione elettrica a causa di determinanti di tipo tecnologico ed ambientale, e all’incremento atteso della domanda di elettricità in conseguenza dei recenti picchi estivi, che richiederanno un potenziamento del parco esistente con centrali alimentate a metano. Per quanto riguarda la detenuta sul mercato africano, invariate quelle relative ad Asia e Sud America ed in sensibile diminuzione la quota detenuta nell’area nord americana. Per quel che concerne i principali competitori del nostro paese è possibile osservare una flessione delle quote del Regno Unito sul mercato mediterraneo e medio orientale, dove ha mantenuto una posizione di leadership sino al 2001, facendosi poi surclassare dal Sud America, su quello relativo all’Europa centro-orientale, dove è stato superato dall’Italia, e su quello dell’Europa occidentale, dove rimane comunque il principale esportatore. L’Italia è il nono acquirente mondiale di prodotti estrattivi e presenta un tasso medio annuo di crescita dell’import che è superiore a quello di Giappone, Corea del Sud e Francia, i quali detengono una maggiore quota all’importazione. Tale tasso è destinato ad aumentare nel medio periodo per effetto della cre- Tab. 3.1.2 - Industria estrattiva: Quote di mercato sulle importazioni mondiali Aree 1997-2001 2002 2003 (a) 0,1 0,2 0,3 5,1 1,8 0,0 23,0 69,4 100,0 0,2 0,2 0,3 5,4 1,3 0,0 24,7 68,0 100,0 0,1 0,2 0,3 4,7 1,1 0,0 23,8 69,7 100,0 Italia Francia Germania Regno Unito Stati Uniti Giappone Altre economie avanzate Resto del mondo (a) Gennaio-novembre. Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti). Tab. 3.1.3 - Industria estrattiva: Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2003 (a) Paesi Europa occidentale 97 Italia Francia Germania Regno Unito Resto Ue Nord America Sud America Giappone Cina Est Asia Europa Meditercentroraneo e orientale Medio Oriente 168 03 97 03 Sud America 97 Asia e Oceania Resto Africa 03 97 03 03 97 03 97 03 0,2 0,2 0,5 0,4 0,8 0,7 9,3 7,7 7,5 10,5 3,0 1,7 1,5 0,4 0,0 0,0 0,2 0,3 0,1 0,1 0,2 0,3 0,4 1,4 0,9 1,1 0,5 0,0 0,4 0,0 0,5 1,3 1,2 0,0 0,0 0,1 0,1 0,5 0,5 0,5 0,0 0,0 0,1 0,0 0,7 0,4 0,6 0,0 0,0 0,1 0,1 0,3 11,1 18,8 3,1 4,0 0,3 0,2 1,1 46,1 36,1 0,7 0,5 0,5 0,4 0,4 6,5 4,6 24,1 26,5 11,1 5,9 1,0 6,2 10,0 13,2 10,8 31,9 32,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 0,3 0,6 0,8 0,2 0,2 0,8 0,0 0,1 0,8 0,2 0,2 0,0 0,1 0,1 0,0 0,1 0,8 3,0 3,8 2,8 1,2 4,0 4,8 0,0 0,0 0,0 1,1 3,0 1,3 3,0 0,8 2,9 4,8 0,1 0,2 0,2 1,9 2,7 2,5 2,9 0,0 0,3 0,0 0,1 0,2 0,3 9,9 1,2 1,0 1,6 0,0 0,4 0,1 (a) Dato provvisorio. Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti). 97 Nord America INDUSTRIA ESTRATTIVA produzione interna di idrocarburi è bene precisare come, nonostante per il petrolio vi siano di recente state delle nuove (seppur limitate) scoperte in Sud Italia, la coltivazione di gas naturale sia strutturalmente in diminuzione per motivi di dotazione interna, e come questa tendenza rischi di essere enfatizzata dalla recente devoluzione di potere dallo stato alle regioni in materia energetica. Ciò rischia infatti di dilatare il già lungo e complesso iter burocratico-autorizzativo che contraddistingue il nostro paese rispetto al resto d’Europa in materia di prospezione, ricerca e coltivazione, senza contare gli effetti dell’opposizione sociale a livello locale, che sta attualmente impedendo la ricerca di metano in zone di frontiera, quali la laguna veneta ed il canale di Sicilia. Il ritiro di molte società petrolifere dal nostro paese negli ultimi anni è già un dato di fatto e si registra ultimamente una consistente diminuzione degli investimenti in prospezione e ricerca da parte del principale operatore energetico italiano, Eni Gas&Power, per effetto dei tetti antitrust imposti alla sua attività dal Decreto 164 del 2000, di recepimento della normativa comunitaria di liberalizzazione del settore, che mira a contenere la quota di mercato del soggetto dominante. Il settore estrattivo è comunque destinato a subire profondi cambiamenti nei prossimi anni sia a livello quantitativo che qualitativo: in primo luogo dovrebbe aumentare considerevolmente la dipendenza energetica dall’estero per effetto dei maggiori consumi di gas naturale imputabili principalmente al settore termoelettrico, non restando comunque escluso che la domanda possa presentarsi crescente anche per i segmenti di utilizzo già maturi, quale quello industriale, per effetto della maggiore attenzione posta alla variabile ambientale. Ciò comporterà un consolidamento della qualità di importatore netto del nostro paese. Dal punto di vista qualitativo è destinata ad enfatizzarsi la storica dinamica di sostituzione da fonti solide e liquide a metano, anche se le previsioni di consumo di quest’ultima fonte sono state di recente riviste al ribasso, nel breve termine, per via dell’effetto climatico e del congiunturale maggior ricorso al carbone nella generazione elettrica, dovuto a ragioni di convenienza economica. La parte non energetica del settore estrattivo resta invece scarsamente aperta al mercato internazionale, mantenendo una dinamica congiunturale legata all’andamento dei consumi interni che, essendo un indotto del settore edilizio, lasciano intravedere qualche prospettiva di crescita per effetto dello spostamento atteso della domanda dei risparmiatori dai valori mobiliari a quelli immobiliari, in conseguenza della crisi che ha di recente interessato i mercati finanziari. Tab. 3.1.4 - Industria estrattiva: Principali esportatori e importatori Esportatori Classifica Tasso medio annuo di crescita 1997-2003 Arabia Saudita Russia Norvegia Canada Regno Unito Iran Nigeria Australia Emirati Arabi Messico Indonesia Algeria Venezuela Belgio-Lussemburgo Paesi Bassi Libia Kuwait Qatar Angola Oman 8,5 4,8 8,7 12,5 7,1 9,2 6,4 3,9 4,7 8,3 3,3 16,0 4,1 7,7 13,4 7,1 5,6 17,2 11,9 11,0 Importatori Quota 2003 (a) Saldo 2003 (milioni di dollari) 27,3 20,3 19,2 19,0 12,1 9,8 9,3 8,8 8,8 8,7 7,5 7,1 6,8 5,9 5,8 5,1 4,9 4,4 4,1 3,8 49.449 35.502 34.481 23.014 5.620 17.571 16.848 11.784 15.574 13.171 12.740 12.850 12.245 –9.758 –8.935 9.271 8.878 8.067 7.478 6.866 Classifica Tasso medio annuo di crescita 1997-2003 Stati Uniti Giappone Germania Corea del Sud Cina Francia Belgio-Lussemburgo Paesi Bassi Italia Spagna Regno Unito Taiwan Canada India Brasile Svezia Rep. Sudafricana Australia Finlandia Austria 12,4 4,1 8,9 5,4 22,5 6,8 7,1 10,4 7,2 9,0 5,2 7,9 8,3 12,9 3,7 6,4 3,6 7,8 7,0 5,5 Quota 2003 (a) 22,7 13,3 7,8 6,0 5,2 4,9 4,0 3,8 3,8 3,2 3,2 2,4 2,3 1,6 1,0 0,9 0,8 0,8 0,8 0,7 (a) Dato provvisorio. Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti). 169 INDUSTRIA ESTRATTIVA Nel 2003 la produzione globale di idrocarburi liquidi e gassosi in Italia ha registrato un decremento del 4,2% circa. La produzione di gas naturale, pari a 13.995 milioni di metri cubi, ha mostrato un calo rispetto al 2002 (–6,3%), mentre la produzione di olio è aumentata dello 0,7%, passando da 5.499 milioni di tonnellate nel 2002 a 5.540 nel 2003. Il contributo della produzione interna alla copertura dei consumi è stato pari al 18,7% per il gas naturale e al 6,4 % per il greggio. Nel 2003 gli investimenti nella ricerca e nella produzione hanno registrato un decremento rispetto all’anno precedente da 790 a 759 milioni di euro. Il numero di occupati del settore, che si aggira intorno alle 4.300 unità, è rimasto invariato rispetto all’anno precedente. Si stima che l’indotto del settore coinvolga circa 15.000 unità di lavoratori. Tab. 3.1.5 - Estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi: Quadro di sintesi Variabili Unità di misura 2002 2003 Fatturato Produzione Numero di addetti Milioni di euro Milioni di tep Unità 3.989 17.790 4.300 3.979 17.050 4.300 Fonte: Elaborazioni Assomineraria su dati del Ministero delle attività produttive. Tab. 3.1.6 - Estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi: Produzioni Prodotti Unità di misura Gas Olio Gasolina Milioni di metri cubi Migliaia di tonnellate Migliaia di tonnellate Fonte: Ministero delle attività produttive. 170 2002 2003 Variaz. % 14.941 5.499 35 13.995 5.540 30 – 6,3 + 0,7 –14,2 Estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi (Ateco 11)