aprile 2011 - EuropaLavoro - Ministero del Lavoro e delle Politiche

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aprile 2011 - EuropaLavoro - Ministero del Lavoro e delle Politiche
n. 4 – aprile 2011
Newsletter del Fondo sociale europeo 2007/2013
Primo piano
Modelli di imprenditoria sociale, figure professionali e
integrazione dei servizi sociali locali
Sono partite le azioni cofinanziate dai Pon Fse del Ministero del lavoro
e gestite dalla Direzione generale del volontariato
Hanno preso avvio, ad aprile 2011, gli interventi della Direzione generale per il volontariato, l’associazionismo e le formazioni sociali nell’ambito
dei Pon Fse Governance e azioni di sistema (Gas, ob. 1) e Azioni di sistema (As, ob. 2). Desideriamo attirare l’attenzione, in particolare, sui
progetti affidati all’Isfol che capitalizzano e sviluppano un processo iniziato nella programmazione Fse 2000-2006.
Progetto Economia sociale e terzo settore: costruire modelli di imprenditoria sociale
La Commissione europea da tempo dedica grande attenzione all’economia sociale e al terzo settore: le cooperative sociali, le fondazioni, le
imprese sociali grandi e medio-piccole, infatti, svolgono un ruolo chiave non soltanto per le implicazioni sociali, ma anche per le importanti
ricadute economiche ed occupazionali, e fondano le loro attività sulla volontà di risolvere un problema collettivo mediante la produzione
di beni o servizi. Il progetto Economia sociale e terzo settore, cofinanziato con l’asse Occupabilità del Pon Gas, si inserisce tra le
azioni di sistema finalizzate a favorire la costruzione di modelli di imprenditoria sociale, attraverso tre linee di attività: la prima è
centrata sull’analisi e il rafforzamento dell’impresa sociale come modello imprenditoriale per l’inserimento lavorativo delle fasce
svantaggiate; la seconda è indirizzata alla costruzione e implementazione di un sistema informativo che, delineando le
tipologie e caratteristiche delle organizzazioni operanti, contribuisca al monitoraggio e alla valutazione del fenomeno; la terza
mette a fuoco i modelli di rendicontazione sociale quale strumento per una comunicazione delle imprese sociali incentrata
sulla trasparenza, sui risultati e sulla legittimazione delle attività realizzate.
Progetto Azioni di sistema per migliorare la qualità e le competenze nell’ambito dei servizi
per l’inclusione e la coesione sociale: formazione e integrazione dei servizi a livello locale
Il progetto, condotto su scala nazionale e cofinanziato con l’asse Capitale umano dei due Pon Gas e As,
affronta due aspetti particolarmente rilevanti dell’implementazione del sistema integrato di servizi e interventi
sociali istituito con la l. 328/2000, specie per le regioni Convergenza dell’obiettivo 1: da una parte, lo sviluppo
delle figure e delle competenze professionali nel sociale, dall’altra, la costruzione di sistemi integrati di servizi
ed interventi sociali locali. La prima attività riguarda la distribuzione delle risorse umane nel terzo settore,
attraverso l’analisi e l’anticipazione dei fabbisogni professionali nel sociale. L’azione è finalizzata ad
ampliare e approfondire le informazioni disponibili per una programmazione della formazione e per una
certificazione delle competenze in ambito sociale efficiente e rispondente alla domanda effettiva. La
seconda attività è finalizzata al monitoraggio sullo stato e le modalità di attuazione di un altro importante
tassello della suddetta legge, ovvero la costruzione di sistemi integrati di servizi ed interventi sociali locali attraverso lo
strumento dei piani sociali di zona.
L’avvio della fase operativa della progettazione esecutiva della Dg per il volontariato avviene in un arco temporale particolarmente interessante, ossia contestualmente al lancio dell’Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono una cittadinanza attiva (Aev2011), la
cui conferenza di apertura si è tenuta a Venezia lo scorso 1° aprile ed il cui tour si svolgerà a Roma dall’11 al 14 luglio 2011. In particolare, il
progetto Economia sociale e terzo settore, che in autunno animerà un evento nel contesto dell’Aev2011, concorre anche, con le sue azioni di
accompagnamento a livello territoriale, al raggiungimento dei quattro obiettivi strategici proclamati per l’Anno europeo
(www.lavoro.gov.it/AnnoEuropeoVolontariato).
Marina Rebecchi e Paola Tambuscio – Mlps
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Newsletter del Fondo sociale europeo 2007-2013
FOCUS su
Fse e welfare strategico per le politiche giovanili
Le competenze partecipative e di rete a sostegno dei Piani locali giovani
Sviluppo di strutture partecipative e delle competenze in rete per un welfare strategico è una delle tematiche innovative finanziate dal Fse
2007-2013 ed è parte del progetto Formazione, impresa formativa e strumenti per l’alternanza. Cofinanziata dal Pon Governance e azioni
di sistema del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e realizzata dall’Isfol, Unità operativa Flai_lab, (Formazione lavoro autonomo
imprenditorialità - laboratorio di strategie partecipative e relazionali) l’attività punta a valorizzare i sistemi di educazione e apprendimento
per promuovere un welfare di comunità a sostegno del rinnovato protagonismo delle persone e dei corpi intermedi. In particolare l’azione
ha il duplice obiettivo di promuovere, su scala locale e territoriale, la capacità delle amministrazioni regionali e locali a far propri gli obiettivi
di rinnovamento nell’educazione di Europa 2020 e favorire l’acquisizione delle competenze relazionali per conseguire gli obiettivi europei
per il lifelong learning e l’occupazione. Per meglio operare nella costruzione di partenariati – sia con i Comuni che con le grandi reti degli
organismi che si occupano di politiche giovanili – l’Isfol ha scelto di collaborare con la rete Iter (associazione di enti locali e associazioni
non profit) che coordina su scala nazionale i Piani locali giovani (Plg), in collaborazione con Anci e con il Dipartimento della gioventù.
Il Piano locale giovani come modello di programmazione strategica
Il Plg è uno strumento di sviluppo promosso dagli enti locali che intende stimolare l’integrazione, la negoziazione e la programmazione tra
più enti, istituzioni, organizzazioni e soggetti collettivi, per individuare obiettivi comuni per l’attuazione di politiche giovanili orientate allo
sviluppo locale. La Commissione europea ha richiamato l’attenzione dei Paesi membri sul tema dei giovani, sottolineando la responsabilità
delle politiche pubbliche di istruzione, occupazione, integrazione e salute nell’incoraggiare la capacità dei giovani a “divenire autonomi,
disporre delle risorse e delle aperture necessarie per gestire la propria vita, partecipare pienamente alla vita sociale e adottare decisioni
indipendenti”¹. Per individuare e diffondere buone pratiche e promuovere partenariati e reti territoriali tematiche, abbiamo scelto di
esplorare le attuali opportunità e i nodi problematici delle policy locali per i giovani, facendo riferimento proprio ai Plg, che consideriamo un
positivo strumento di welfare strategico in grado di favorire la transizione dalla formazione al lavoro.
La prima fase di attività del progetto
È stato costituito un group-governance di decisori locali, esperti, testimoni privilegiati, rappresentanti territoriali e attori locali impegnati
nello sviluppo del territorio e delle politiche giovanili per contribuire ad accrescere le potenzialità del Plg. Il prossimo 9 giugno si svolgerà il
primo laboratorio tematico su Il welfare strategico e i giovani. Questi i principali temi che verranno affrontati: il ruolo del welfare strategico
nello scenario degli interventi sul territorio; il rapporto tra giovani, occupabilità, occupazione e processi di interazione sociale; gli spazi
dell’interazione partecipativa aperti dai Piani locali giovani (partenariato, reti, imprenditorialità, creatività, ecc).
Chiara Loasses – Isfol
[¹] Com (2009) 200 def. del 27.4.2009.
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In breve
Ricerca e innovazione, l’Italia scende al 48° posto, dal 45° del 2009. È quanto emerge dal Global Information Technology Report,
classifica annuale del World Economic Forum su 133 Paesi. L’Italia è il solo tra i paesi ad alto reddito a non occupare una delle prime
40 posizioni: la Spagna è 34esima, la Francia 18esima. Poco sopra di noi c’è l’Ungheria (46° posto), il Cile (40°), la Tunisia (39°). Il
podio, per capacità di innovare, spetta a Svezia, Singapore e Danimarca, mentre gli Stati Uniti sono soltanto quinti. Per la classifica,
sono stati considerati parametri quali la digitalizzazione della pubblica amministrazione (qui siamo 86esimi), l’uso delle nuove
tecnologie da parte dei cittadini, la diffusione e la prontezza di risposta all’innovazione digitale (120esimo posto). Il nostro paese non
investe in ricerca e innovazione, a differenza degli altri in Europa e persino di molti di quelli in via di sviluppo. Sono tre i punti dove lo
Stato dovrebbe investire: l’alfabetizzazione informatica, la copertura banda larga e le nuove reti in fibra ottica. Per consultare la
classifica completa: https://members.weforum.org/pdf/GITR10/TheNetworkedReadinessIndexRankings.pdf
Scade il 20 settembre 2011 la Consultazione pubblica promossa dalla Commissione europea per modernizzare la direttiva sul
riconoscimento delle qualifiche professionali (Direttiva 2005/36/Ce). I risultati della consultazione verranno pubblicati in un Libro
verde nel prossimo autunno e aiuteranno la Commissione nella revisione della direttiva che verrà proposta nel 2012. In particolare, si
stimola la riflessione degli Stati membri sull’introduzione della tessera professionale europea. Il 7 novembre è prevista una conferenza
internazionale su questo tema.
Info su: www.eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:2005L0036:20090427:it:PDF
L’iniziativa Identità e incontro. Un progetto di cultura, musica e sport per favorire l’integrazione dei migranti è stata
presentata dal ministro Maurizio Sacconi e dal presidente del Coni Gianni Petrucci il 12 aprile a Roma, presso la sede del Coni. Il
progetto, promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e finanziato con il Fondo europeo per l’integrazione dei cittadini di
paesi terzi, ha come obiettivo quello di far incontrare cittadini di diversa origine e provenienza nel segno del rispetto e della solidarietà,
attraverso la cultura, la musica e lo sport. Il progetto si inserisce nelle attività previste dal Piano per l’integrazione nella sicurezza ed è
realizzato in partnership con il Coni e con le dieci città italiane coinvolte nell’iniziativa: Ancona, Bari, Bergamo, Catania, Latina,
Modena, Prato, Roma, Torino e Treviso. Identità e incontro si concretizza in un vero e proprio tour per le città coinvolte per
sensibilizzare la comunità nazionale utilizzando ogni aspetto della vita sociale: saranno organizzate attività enogastronomiche,
musicali, espositive, sportive, tutte multietniche. In ogni tappa verrà allestita una struttura con personale qualificato che darà
informazioni e materiali utili ad accompagnare i cittadini stranieri nel loro percorso di integrazione. Ulteriori info su:
www.lavoro.gov.it/Lavoro
Si è svolta a Roma, dall’11 al 13 aprile, presso il Centro Congressi Frentani, la terza edizione dello Young International Forum.
L’evento, promosso dall’Acsig (Associazione culturale per lo sviluppo dell’inventiva giovanile) in collaborazione con il gruppo editoriale
del Corriere dell’Università Job, si è articolato in una tre-giorni di dibattiti e incontri per offrire ai giovani l’opportunità di scegliere con
maggiore consapevolezza il percorso di vita e di lavoro più adatto ad ognuno, soprattutto grazie all’incontro con le università, le
accademie, le istituzioni, le ambasciate, le organizzazioni internazionali e le imprese. Il Forum ha visto, fra gli altri, la partecipazione del
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di Italia Lavoro e dell’Isfol, che hanno organizzato workshop di approfondimento sulle
principali linee d’azione del Ministero e delle sue agenzie sul fronte dell’occupazione giovanile. Ulteriori info su:
www.younginternationalforum.com/
Si è tenuto a Brema, in Germania, il 28 e 29 aprile, uno degli ultimi workshop tematici della Rete Transnazionale Fse Exocop.
L’incontro è stato l’occasione per analizzare le forme di cooperazione e di networking – in inglese community links – tra carcere e
misure alternative; tra carcere, misure alternative e volontariato; tra sistema giustizia e comunità locale. Gli esperti europei intervenuti
hanno approfondito le prassi nazionali che vedono interagire tutti gli attori attivi nel processo di reinserimento nella società e nel
mercato del lavoro delle persone condannate. L’Italia ha partecipato con un esperto della Regione Emilia Romagna, partner della
Rete, che ha presentato alcuni casi interessanti del nostro contesto nazionale, selezionati dalla Struttura di supporto alla
cooperazione transnazionale dell’Isfol, sulla base della Rilevazione svolta dal tavolo nazionale Fse nel 2009. Ulteriori info su:
www.transnazionalita.it; www.exocop.eu
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E U R O P A
Girl’s Day, prospettive di lavoro al femminile
In Germania, la tecnologia incontra le ragazze per incoraggiare le loro scelte
professionali
Ogni primavera in Germania aziende tecniche, o che offrono opportunità formative in ambito tecnico,
università e centri di ricerca, organizzano un open day rivolto alle ragazze: è il Girl’s Day - prospettive
future per le ragazze che, grazie alla campagna per ragazze dai 10 anni in su dove si presenta un gran
numero di professioni e lavori, ha sempre più positivamente influenzato le loro scelte professionali,
rivelandosi anche un importante strumento di reclutamento per le aziende. Il Girl’s Day, che ha compiuto
10 anni nel 2010 e la cui prossima giornata è in calendario per il 26 aprile 2012, incoraggia le giovani e il
loro ambiente (famiglie, scuola, media e datori di lavoro) a partecipare all’iniziativa e a cambiare la propria
attitudine verso l’orientamento professionale, con il supporto di materiali informativi, un sito web e un servizio di
consulenza individuale. La campagna prevede anche la valutazione dell’iniziativa.
Un evento di successo in continua espansione cofinanziato dal Fse
Partecipando al Girl’s Day, le giovani vengono incoraggiate a prendere in mano il proprio futuro, orientandolo verso una qualifica professionale o una
laurea e occupazioni in aree professionali anche non tipicamente femminili. L’evento, di scala nazionale, si svolge nello stesso giorno in tutta la Germania
e riunisce svariate iniziative locali permettendo effetti di ampia portata, mai visti prima.
Ogni anno cresce il numero di imprese e organizzazioni che vi prende parte, con eventi rivolti a oltre un milione di ragazze. Contribuisce all’organizzazione
una rete di gruppi di lavoro regionali in continua espansione – più che raddoppiati dal 2003 – composti da camere di commercio, associazioni
imprenditoriali, sindacati, uffici per le pari opportunità, agenzie per l’impiego, ecc. Il progetto si avvale del sostegno delle principali istituzioni tedesche in
quest’ambito: Ministero dell’istruzione e della ricerca, Ministero della famiglia, dei cittadini anziani, delle donne e della gioventù, confederazione delle
associazioni di impresa e delle parti sociali, agenzia federale per l’impiego, camere di commercio e industria, federazione industriali, confederazione dei
mestieri qualificati e Iniziativa D21. Queste formano, insieme all’ufficio di coordinamento nazionale, il board di supervisione, cui il Consiglio nazionale dei
genitori è sempre invitato. Il progetto è finanziato con risorse dei due ministeri, nonché dal Fondo sociale europeo.
L’Europa e il Girl’s Day
L’iniziativa si è aperta all’Europa: oltre alla presentazione in conferenze internazionali (Cairo, Parigi, Seoul e Praga) è stata esportata in 10 paesi –
Lussemburgo, Olanda, Austria, Belgio, Polonia, Spagna, Kosovo, Repubblica Ceca, Svizzera e Liechtenstein – con alcuni dei quali sono state realizzate
attività congiunte. Vanta anche una nomination al Politics Award 2006 e figura nel piano nazionale d’azione dell’Unesco tra le procedure ufficiali del
decennio delle Nazioni unite Istruzione per uno sviluppo sostenibile (2005-2014).
Positivi i risultati della valutazione
Oltre il 90% delle ragazze valuta l’esperienza al Girl’s Day buona o molto buona. Il 46% è entrato in contatto con professioni scientifiche, tecnologiche o
del commercio che trova interessanti. Il 51% vorrebbe poter svolgere un tirocinio per approfondire le informazioni avute e un terzo vorrebbe lavorare
nell’ambito delle Ict. Quasi il 10% delle organizzazioni ha assunto ragazze contattate grazie al Girl’s Day (percentuale considerevole, considerata la loro
giovane età) e sono sempre più le giovani che poi cominciano a lavorare in ambito tecnologico. Le ragazze sono inoltre sempre più intraprendenti: nel
2010, oltre il 60% ha trovato da sola, o con un’amica/o, il posto dove sperimentare il Girl’s Day, spesso usando la mappa della campagna sul sito. Gli
eventi sono in costante aumento, mentre calano i daughters’ days¹. Vi è una crescente sensibilità di genere nell’orientamento professionale di aziende,
organizzazioni e scuole, che hanno preso più volte parte all’iniziativa, con positive ricadute per la propria cultura organizzativa e più consapevolezza per le
pari opportunità. L’immagine delle professioni tecnologiche è migliorata e si è diffusa una visione più realistica del lavoro, dei suoi contenuti e dei requisiti
di base per accedervi.
Il sito www.girls-day.de
Con oltre 152 milioni di visite dalla sua creazione nel 2001, il sito offre un’informazione completa: mirato alle ragazze tra i 10 e i 20 anni, ai loro insegnanti,
a lavoratori e datori di lavoro, genitori, istituzioni e media, offre molti servizi, come l’invito annuale a partecipare, la mappa degli eventi, il database
nazionale, nonché orientamento professionale, informazioni per e sugli organizzatori e i gruppi di lavoro regionali e una newsletter.
Elisabeth Schöppner e Doro-Thea Chwalek Project Girl’s Day, Future Prospects for Girls
(trad. dall’inglese a cura della redazione)
[¹] Giorni nei quali i genitori portano con sè le figlie per mostrare loro come lavorano.
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I T A L I A
Regione Lombardia: la Dote e la sua evoluzione
La persona al centro, integrazione tra politiche attive e di welfare
e complementarità di finanziamenti per lo strumento principe delle
politiche attive lombarde
Negli ultimi anni la Lombardia ha riformato in maniera sostanziale i sistemi di formazione professionale, istruzione e lavoro. La
dinamicità del tessuto economico-sociale regionale obbliga ormai i lavoratori a rielaborare molto più spesso conoscenze e competenze
professionali; di conseguenza non è più possibile tenere separati gli interventi nei tre ambiti dell’istruzione, delle politiche del lavoro e
della formazione: se la prima offre gli strumenti per accedere al lavoro, e deve sempre più avere rapporti con il tessuto produttivo, la
formazione deve affiancare il percorso lavorativo con frequenti aggiornamenti, ed entrambe devono integrarsi nelle politiche attive per il
lavoro. L’approccio innovativo della Lombardia ha trovato attuazione in due leggi, la 22/06 sul mercato del lavoro e la 19/07 sul sistema
educativo, che valorizzano le esperienze regionali di maggior successo e applicano appieno il principio di sussidiarietà. L’intento è
sempre più rispondere ai bisogni effettivi delle persone, creando le condizioni per lo sviluppo delle relazioni socio-economiche che
mettano la persona al centro.
Da questo contesto nasce la Dote, strumento che risponde a un bisogno primario della persona, il lavoro, fornendole
sostegno personalizzato
La Dote sposta l’attenzione dall’offerta di servizi alla domanda da supportare: non finanzia il servizio, ma direttamente la persona, che
acquista dalla rete di operatori accreditati il servizio che meglio risponde al suo bisogno. Altro tratto distintivo dell’azione della Regione
Lombardia è l’alto grado d’integrazione fra politiche attive del lavoro e politiche di welfare: infatti nella Dote il contributo alla frequenza di
corsi di formazione ed alla fruizione di servizi di accompagnamento può essere unito all’erogazione di incentivi o sostegno al reddito,
oltre a quelli di conciliazione lavoro-famiglia.
Parallelamente allo stimolo della domanda, la Regione ha promosso un sistema d’offerta aperto, dove enti pubblici e privati competono
alla pari e la Regione svolge il ruolo di ente programmatore, definisce indirizzi, obiettivi e standard minimi degli operatori, monitora gli
interventi e valuta i risultati.
Le tipologie di Dote sono diverse, declinate in funzione di altrettanti bisogni.
Oltre alla Dote scuola, rivolta agli studenti delle scuole statali per il sostegno al reddito e agli studenti delle scuole paritarie per
supportare la libertà di scelta, vi sono la Dote formazione e la Dote lavoro. La prima è un insieme di risorse destinate alla persona, in
particolare se a rischio di esclusione dal mercato del lavoro, per favorirne l’occupabilità e garantirle la possibilità di rafforzare
conoscenze e competenze. La flessibilità tipica della Dote ha consentito di attivare sia interventi generalisti, che più mirati a bisogni
specifici (ad esempio, la Dote per l’aggiornamento degli operatori delle forze di polizia, o la Dote formazione successo formativo per
prevenire e ridurre l’abbandono scolastico nel II ciclo). La Dote lavoro sostiene invece l’occupazione accompagnando l’inserimento e
reinserimento lavorativo o la riqualificazione professionale; tra il 2009 e il 2010, la Lombardia ha declinato varie linee di Dote lavoro per
altrettante categorie: disoccupati ed inoccupati, persone sottoposte a provvedimenti restrittivi, lavoratori in somministrazione, persone
con disabilità. Strumento ideale per fare fronte alla crisi economica, la Dote lavoro ammortizzatori sociali ha consentito l’immediata
operatività dell’accordo Stato Regioni sugli ammortizzatori in deroga: ad oggi sono già 100mila coloro che hanno allontanato il rischio
di perdere il lavoro, rafforzando allo stesso tempo le proprie competenze.
L’evoluzione della Dote, strumento di rilancio
Sempre al centro delle politiche regionali, la Dote vedrà una flessibilità crescente di percorsi e la compartecipazione di più attori nella
loro programmazione, realizzazione e nel loro finanziamento, grazie alla complementarità tra risorse comunitarie, nazionali, regionali e
private (ad esempio i fondi interprofessionali). Sarà sempre più centrale l’impresa, che infatti esprime bisogni, sostiene l’attivazione di
specifici servizi del sistema dotale e al tempo stesso è fonte di opportunità quando entra nella rete dei servizi come luogo di
apprendimento e inserimento lavorativo. La Dote diventerà così lo strumento comune con cui tutti gli attori del sistema istituzionale,
economico e sociale potranno concorrere al rilancio e alla crescita di persone, famiglie e imprese in Lombardia.
Gianni Rossoni – Regione Lombardia
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P e r c o r s i
Il punto sull’apprendistato: due nuove pubblicazioni Isfol illustrano e commentano gli ultimi dati sull’apprendistato. La
ricerca dell’integrazione fra università e imprese. L’esperienza sperimentale dell’apprendistato alto (scaricabile dal Catalogo
Isfol online) analizza gli esiti della sperimentazione riportando le valutazioni espresse dagli attori principali. Il volume
Monitoraggio dell’apprendistato: XI rapporto di monitoraggio fa riferimento alla regolamentazione regionale e contrattuale
degli apprendisti, ai nuovi provvedimenti delle Regioni per l’apprendistato in alta formazione e alle prospettive future
dell’apprendistato in diritto-dovere.
Scaricabile da: www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/BF28F312-810B-4F89-A090-46A0EAADC921/0/XIRappApprendistato.pdf
Lo studio Human Capital Leading Indicators: How Europe’s Regions and Cities Can Drive Growth and Foster Social
Inclusion (Policy Brief, vol. V, n. 1, 2011) è il risultato di un progetto di ricerca, della durata di un anno, co–finanziato da
Progress (Programma comunitario per l’occupazione e la solidarietà sociale 2007–2013) e realizzato da un team di 11
ricercatori di scienze sociali. Il gruppo di lavoro ha analizzato casi di studio di sette città e regioni europee – Bratislava, Emilia
Romagna, Helsinki, Navarra, Sofia, Stoccolma e West Midlands – valutando la dotazione, l’utilizzo e la produttività del loro
capitale umano.
Lo studio è scaricabile da: www.lisboncouncil.net/publication/publication/64-leadingindicators.html.
www.transnationality.eu/welcome: è il sito sviluppato dalla Rete di apprendimento sulla cooperazione transnazionale nel
Fondo sociale europeo e dalla Comunità di pratica sulla cooperazione transnazionale, con il supporto finanziario della
Commissione europea. Guidata dalla Repubblica greca e supportata da Inghilterra, Francia (Racine), Germania, Grecia,
Polonia, Slovenia, Spagna e Svezia, la rete mira ad incrementare la capacità di apprendimento e di sviluppo tra i gestori di
programmi Fse e supportare lo svolgimento e la promozione delle azioni transnazionali Fse. La piattaforma di
comunicazione punta a facilitare lo scambio di buone pratiche e di esperienze nella progettazione, implementazione,
monitoraggio, disseminazione e mainstreaming di azioni transnazionali e consente anche di sviluppare gradualmente nuovi
strumenti e procedure per garantire il funzionamento della cooperazione transnazionale.
Chiuso in redazione il 7 luglio 2011
FSENews. Newsletter del Fondo sociale europeo 2007-2013
Iscritta al tribunale di Roma con il n. 291/2007 del 2 luglio 2007
Direzione e redazione: Ministero del lavoro e delle politiche sociali,
Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione, via Fornovo 8, 00192 Roma
e-mail: [email protected]
Direttrice responsabile: Paola Paduano
Comitato di redazione: Andrea Falcone, Orsola Fornara, Donatella Gobbi, Aurelia Tirelli, Elena Viscusi
Hanno collaborato a questo numero: Doro-Thea Chwalek, Chiara Loasses, Marina Rebecchi,
Gianni Rossoni, Elisabeth Schöppner, Paola Tambuscio.
La newsletter è redatta in collaborazione con l’Isfol
Impaginazione: PomilioBlumm srl