"Ricordare l`infanzia" - Il diario dei bambini al nido"
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"Ricordare l`infanzia" - Il diario dei bambini al nido"
"Ricordare l'infanzia" - Il diario dei bambini al nido" Marcella Dondoli - Pedagogista PRATO 5 SETTEMBRE 2006 ( slid 1)Buon pomeriggio a tutti. Sono Marcella Dondoli e lavoro come Coordinatrice Pedagogica di servizi all’infanzia e alla famiglia su incarico di alcuni comuni delle province di Firenze e di Siena. ( slid 2: elenco asili) Dal 1991, insieme ad alcune amiche e colleghe, ho scelto di fare della mia professione anche un impegno sociale. E’ nata così La Clessidra che è un’associazione di volontariato affiliata all’ARCI con sede a Sesto Fiorentino e per la quale curo la progettazione e il coordinamento pedagogico degli asili nido e di tutti i servizi all’infanzia e alla famiglia. Il mio intervento di oggi vuole essere una testimonianza dell’esperienza di redazione del diario al nido che viene realizzata dalle educatrici con le quali io lavoro. Il percorso che ci ha portato a utilizzare la metodologia della quale, per brevità di tempo, illustrerò i contenuti più significativi, prende avvio da una riflessione sulle difficoltà incontrate dalle educatrici nella scrittura del diario e sulle motivazioni e gli obiettivi di questo strumento di osservazione e di documentazione. Fra le motivazioni, la più importante a mio parere, è quella impegnarsi a scrivere un diario che si presenti come un racconto biografico, dove l’educatrice parli della soggettività/diversità di ogni bambino e di ogni bambina, del loro modo personale di essere in mezzo agli altri, di interagire con il mondo delle cose, di costruire la propria conoscenza attraverso il gioco e le attività. Fra gli obiettivi, quelli da tenere sempre presenti, sono due: (Slid 3) costruire uno strumento di osservazione narrativa capace di cogliere i passaggi significativi nel percorso di crescita dei bambini ovvero riuscire a descrivere per ciascuno di loro quell’elastico che, ora, li spinge in avanti, poi sembra riportarli indietro, ma dopo di nuovo in avanti verso la ricerca del proprio Sé e la formazione del proprio pensiero cognitivo. regalare ai bambini un ricordo della loro infanzia scritto a più mani - quelle delle educatrici e quelle dei genitori – documentato con le fotografie, arricchito da pensieri che raccontano emozioni e sentimenti degli adulti. (slid 4)La tappa di svolta di questo percorso è stata la partecipazione delle educatrici ad un corso di formazione sulla scrittura autobiografica e biografica, sull’ascolto attivo e sulle metodologie di osservazione da me organizzato per la prima volta nel 1999 e realizzato insieme a colleghi psicologi e pedagogisti. (slid 5)Quanti di noi davanti ad una fotografia della nostra infanzia vorrebbero sentire il racconto di quel pezzettino di storia che essa conserva in sé. Talvolta i genitori o i nonni, un amico o un altro parente riescono a farlo ma le parole spesso si perdono, la scrittura invece resiste al tempo, è segno di presenza, è simbolo di esistenza di ha scritto e di chi è stato narrato. Ma scrivere non è sempre facile, a volte si ha anche paura di non saperlo fare. Scrivere di un altro è un grosso impegno. Alla sua base ci devono essere: il riconoscimento delle emozioni che si provano per la persona di cui si narra e il saper mantenere la distanza emotiva; il rispetto della soggettività altrui, della tolleranza e dell’apprezzamento della diversità; la contestualizzazione dell’episodio narrato. Queste riflessioni animavano il confronto fra le educatrici e me e ponevano molti interrogativi che per essere chiariti hanno avuto bisogno, prima, del corso di formazione, poi, dell’esperienza stessa nel corso di questi anni. Per imparare questa nuova metodologia le educatrici hanno cominciato da loro stesse su sollecitazione dei formatori: hanno fatto esperienza di narrazione e scrittura autobiografica utilizzando “Il gioco della vita” di Duccio Demetrio, hanno realizzato cartoline di mail art (slid 6) con frammenti identitari e le hanno spedite alle colleghe del corso. Ognuna di loro ha interpretato le cartoline ricevute (slid7)e ha scritto un racconto che poi ha letto durante gli incontri del corso di formazione. Ascoltare quei racconti che parlavano di noi – ha detto qualcuna di loro - è stato come sentirsi riconosciute nell’esistenza con l’altro e dall’esistenza anche per l’altro. Abbiamo riso e abbiamo pianto per le forti emozioni che quei racconti ci hanno sollecitato, per i ricordi che hanno fatto riaffiorare. Ci siamo sentite tutte molto vicine, ci siamo conosciute attraverso il profondo, ci siamo scoperte simili dentro alla sofferenza e all’allegria.” Sempre all’interno del corso di formazione si è delineata la metodologia(slid 8) di redazione del diario al nido che viene utilizzata dal 2000 della quale vi parlerò mettendo in risalto la partecipazione dei genitori alla scrittura. Prima dell’inserimento i genitori del bambino vengono invitati ad un colloquio che l’educatrice conduce secondo la tecnica Rogersiana non direttiva. Lo scopo di questo colloquio, oltre raccogliere le informazioni riguardanti la salute fisica e le abitudini del bambino, è quello di aprire uno spazio di conoscenza personalizzato fra educatrice e genitori dando loro la possibilità di raccontare, in modo assolutamente libero, del proprio figlio. Ognuno di questi racconti diventa la pagina di apertura del diario. Le educatrici scrivono quello che hanno ascoltato subito dopo la fine del colloquio fidandosi della loro memoria e, per rendere partecipi anche i genitori, lo rileggono insieme a loro e dopo il loro consenso lo riscrivono sul diario. Nel diario di una bambina il 31/01/05 si legge: (slid 9) Cara Anna, oggi il tuo papà e la tua mamma sono venuti a La Giravolta per parlare con me, per avere informazioni sul nido e per poter raccontare qualcosa che ti riguarda dandomi, così, la possibilità di cominciare a conoscerti prima ancora di vederti. Inizia mamma Claudia e dice che sei una bambina gioviale, solare e molto sorridente, dice che per il momento riesci ad adattarti molto bene nelle situazioni che ti si presentano. Il babbo Leonardo mi racconta che quando ti trovi in situazioni pericolose, ti allontani ed eventualmente osservi ciò che sta accadendo intorno a te. Mi hanno anche detto che i dentini davanti ti si sono spaccati cadendo dalle scale. Mannaggia! Mamma continua il racconto dicendo che ancora non scandisci perfettamente le parole ma ti fai capire molto bene e papà aggiunge che a volte inizi a piangere apposta: fai l’attrice! Mi dicono che non ami troppo il contatto fisico specialmente se qualcuno insiste nel volere abbracci e baci da te. Mi dicono che nell’ultimo periodo hai fatto tanti cambiamenti, ti vedono più furba, vispa, riesci a comprendere con più facilità e rapidità. Mamma conclude dicendo: “Chissà quante sorprese verranno fuori tra un po’di tempo visto i cambiamenti fatti ultimamente! Il bel visino angelico quante sorprese riserverà!” Non vedo l’ora di conoscerti. Dopo quella del colloquio, le pagine che seguono sul diario riguardano il periodo dell’inserimento del bambino al nido. Durante i primi due giorni, mentre i bambini giocano liberamente nella sezione, l’educatrice coinvolge i genitori con due giochi. Il primo è quello della “Ragnatela” ,( slid 10) (durante il quale i genitori intervengono su tre stimoli dell’educatrice: Chi sono io?“Perché ho deciso di iscrivere mio figlio al nido; Che cosa mi aspetto da questa esperienza? Nel del diario di una bambina un’educatrice ha scritto: Eccoci finalmente al tuo primo giorno a La Giravolta! Arrivi in braccio alla tua mamma e con quella manina sempre alzata, pronta a salutare tutti e a mandare baci…Entri nella stanza, ti siedi davanti ad un fungo gigante e rimani lì fino a che Elia non si “fionda” su di te per farti delle coccole che tu sembri non gradire. Noi ci accomodiamo per giocare al gioco della ragnatela…La tua mamma si presenta dicendo che lavora come cuoca e perciò è sempre stata in mezzo ai bambini. E’ per questo che è favorevole al nido e spera solo che ti trovi ben. Mentre dice questo i suoi occhi si emozionano talmente tanto da dover passare il gomitolo alla mamma di Giuseppe. Forza, ce la facciamo! Il secondo gioco è “Io scelgo...” (slid11) L’educatrice invita i genitori a scegliere un’immagine, o più di una, fra alcune fotografie di animali, di fiori e di colori e li invita a dire perchè le associano al loro figlio. (slid 12) Sulla pagina di un diario il 19/09/04 un’educatrice ha riportato: La tua mamma ha scelto 5 fotografie: quella del giallo perchè dice che è solare proprio come te, quella del rosso perchè è forte come il tuo carattere, quella della scimmia perchè fino da neonata volevi stare nel marsupio, quella del gatto perchè sprigioni dolcezza. E infine quella del leone perchè spera tanto che la tua crescita ti porti ad essere sempre più forte e decisa. Vorrei sottolineare che i racconti dei genitori costituiscono per le educatrici, un’importante fonte di conoscenza, per i bambini una testimonianza d’amore che rimane nel tempo e sopravvive alle difficoltà che si possono incontrare nella vita. La prima azione dei genitori sul diario è la personalizzazione della copertina, (slid 13 ) ognuno la realizza secondo il proprio stile creativo; la prima pagina scritta riguarda la visione di un filmato sul comportamento dei bambini nel nido. I genitori vengono invitati a vederlo dopo un mese dall’inserimento e in questa occasione viene chiesto ad ogni babbo e ad ogni mamma di scrivere sul diario le loro impressioni, le loro emozioni, qualunque pensiero sollecitato dalle immagini del filmato.( slid 14) Fra di loro c’è chi scrive: Anastasia...amore questa tua esperienza all’asilo rappresenta il nostro primo distacco da te, era inevitabile che arrivasse questo momento ed è arrivato anche troppo presto, sei cresciuta in fretta. Però siamo contenti che stai con gli altri bambini e che fai le tue prime esperienze di vita sociale mentre babbo e mamma lavorano e contano le ore per rivederti. Gioca, divertiti, cresci! Ti amiamo, babbo e mamma. Ci sono dei genitori che scrivono non solo al bambino ma anche alle educatrici: (slid 15) Grazie per il regalo...oggi è il nostro anniversario di matrimonio, meglio di così! Grazie a Gabriele che ci ha regalato se stesso libero tra bambini liberi. Grazie a voi per farci ricordare che essere piccoli è meraviglioso ed è un mondo che troppo spesso dimentichiamo. Norberto. Dopo aver visto il filmino sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta a mandare il mio bambino al nido,anche se adesso stiamo passando un momento di crisi vedo che qui riesce ad essere molto indipendente e libero divertendosi moltissimo. Grazie a voi e a Gabriele che mi avete fatto vedere che anche se non è con noi, è tranquillo e si diverte. Sandra. E sono tante altre le occasioni in cui i genitori lasciano traccia dei loro pensieri sulle pagine del diario. Questa è un pensiero scritto da una mamma prima dell’inizio dell’inserimento: Ciao Anna, oggi inizia l’inserimento all’asilo. Forse il distacco non sarà la cosa più semplice di questo mondo. ma forse un domani anche questo ti sarà servito, o perlomeno, sarà uno dei tuoi tanti ricordi. La Mamma. Così le narrazioni delle educatrici insieme ai pensieri scritti dai genitori tessono una tela di ricordi che racconta di un bambino o di una bambina nel suo tempo trascorso al nido. Alle educatrici spetta un compito difficile: quello di essere attente a cogliere i fatti più significativi che segnano i traguardi del percorso di crescita soggettiva e sociale dei bambini ed essere pronte a scriverli sul diario. Un’osservazione, quindi, continua, costante che aiuta le educatrici a conoscere i bisogni dei bambini, che le stimola ad interrogarsi su quali risposte dare e su come darle, che le impegna a sapersi mettere in discussione e le richiama al confronto reciproco. (slid 16) Il 24 febbraio 2004 sul diario di Elisa un’educatrice scrive: Stamani, prima della colazione, giochi con Matteo a” mamme e figli”. Lui si siede sul passeggino delle bambole e tu lo porti a spasso per la stanza e il corridoio. Il gioco dura tanto e si arricchisce molto: con un golf giallo copri Gabriele. Rovesci la scatola del parrucchiere davanti a lui e ti ci siedi sopra. Scegli un librino e glielo leggi tenendolo rivolto verso di lui. Lui segue con attenzione ciò che gli racconti. Poi è ora della nanna: gli appoggi un cuscino dietro al collo e lui ci adagia la testa, chiude gli occhi e finge di dormire! Quando si sveglia ti chiama: Elisa! e tu gli dici: “Mi chiami mamma?” Arriva il carrello della colazione, venite a tavola e il vostro gioco finisce così. (slid 17)L’11 ottobre 2005 un educatore scrive sul diario di Lapo: Ciao Laposky, scusami se ti chiamo così ma questo nomignolo mi è venuto istintivamente, senza pensarci e allora oggi l’ho anche scritto . Spero che un giorno quando leggerai questo diario non ti sentirai offeso ma se dovesse accadere ti chiedo scusa fino da ora. Oggi sei arrivato a La Giravolta un po’stanco e nervoso perchè durante la notte non avevi dormito. Infatti ti ho percepito un po’ meno allegro e vivace del solito. Il primo approccio con l’attività è stato quello di buttare per terra tutto ciò che era sul tavolo. Io ti ho dato tempo e non sono intervenuto subito e tu hai trovato da solo il modo di calmarti. Sai cosa hai fatto? Ti sei messo a masticare la pasta cruda. Com’eri buffo! Dalle tue smorfie ho capito che non doveva essere tanto facile e soprattutto le tue gengive non dovevano goderne! E tu… hai smesso quasi subito! Poi hai preso un cucchiaino e con grande forza ti sei messo a batterlo sopra un barattolo di latta...la confusione che provocavi questa volta era davvero esagerata. Sono intervenuto: con decisione ti ho tolto il barattattolo e con voce ferma ho detto: ora basta! Silenzio assoluto. Tu mi guardavi e i tuoi amici pure. Io ho ricambiato il vostro sguardo poi ho sorriso e ho detto: Penso che siamo tutti stanchi, andiamo a correre in giardino? E lì è tornata la calma! (slid 18) Sul diario di Melissa il 27 gennaio 2005 viene scritto: Ciao Melissa, stamattina, dopo aver raccontato la storia di Hansel e Grethel abbiamo preso il pane e abbiamo iniziato a sbriciolarlo…la tua tentazione era molto forte, ogni tanto lo sbriciolavi e ogni tanto né mettevi in bocca un po’…Io e Manuela ti abbiamo spiegato che il pane serviva per fare le briciole così come ha fatto Hansel nella storia, tu hai ascoltato ma la voglia di mangiarlo era più forte! Baci Anna Scrivere i diari è stata una crescita continua che ancora non è finita. Al termine di ogni anno educativo le pagine che li compongono diventano sempre più numerose, (slid 19) le educatrici dicono di sentirsi sempre più pronte e la voglia di appuntare nuovi episodi diventa sempre più forte anche per i genitori stessi che quest’anno a Madamadorè hanno scritto un diario per tutto il personale da lasciare in ricordo dei bambini e delle bambine che continuano il loro percorso educativo alla scuola dell’infanzia. Un regalo insieme ad un omaggio di amore, citando Duccio Demetrio, un omaggio familiare e speciale, un appello pedagogico alla responsabilità morale – che nessuno esonera – di non lasciarsi mai sfuggire e sperperare, con l’ausilio della scrittura, i momenti salienti di una vita allo stato nascente. Ogni vita umana, ha del resto detto qualcuno, dovrebbe meritare se non un romanzo, almeno una novella. Con la scrittura dei diari al nido vorremmo, sempre usando le parole di Duccio Demetrio, dimostrare l’importanza pedagogica di ricordare il passato catturando il presente nel suo fluire; quell’ora e quel minuto troppo spesso consegnati all’oblio, nella distrazione dei nostri occhi incapaci di scovare l’eccezione, nell’apparente banalità del quotidiano. Grazie per la vostra attenzione, grazie alle educatrici che insieme a me seguono con impegno, con interesse e con amore le vite dei bambini e delle bambine che i genitori ci affidano. Prato 5 settembre 2006