Introduzione - Paola Negri

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Introduzione - Paola Negri
Introduzione
ALLATTARE… UN GESTO D’AMORE
Sì, proprio così, un gesto d’amore!
Ci sarebbe piaciuto iniziare descrivendo quanto è bello, naturale, vantaggioso, economico, salutare e tutto quanto di positivo ci veniva in
mente a proposito di allattamento. Poi però ci siamo fermate e abbiamo fatto un passo indietro, ripensando al primissimo momento in cui il
nostro bambino è venuto al mondo.
Quel piccolo cucciolo caldo, tremante, che ci viene appoggiato sulla
pancia, che così tanto abbiamo desiderato incontrare.
È il magico incontro, e lo affrontiamo con timore e trepidazione.
Lui respira, si muove, freme su di noi. Tutt’attorno non esiste nulla: non
c’è suono, non c’è parola o gesto che possano allontanarci da lui. Siamo
ubriache di fatica e di gioia, stordite di tenerezza, sbaragliate di euforia.
I suoi occhi ci guardano, sì, sì, ci guardano proprio, e in quell’incrocio
di sguardi c’è tutto il nostro mondo, passato, presente e futuro. Quel
primo magico sguardo ci inchioda, suggella per sempre il nostro patto
d’amore con quel minuscolo, meraviglioso essere che ha appena varcato la soglia di questa vita.
In questa dimensione non c’è nulla di razionale, siamo solo due innamorati che si incontrano, si toccano e vogliono dividere per sempre il
resto della loro vita.
Lo sappiamo e lo sentiamo da subito, senza bisogno di spiegazioni
scientifiche.
Tuttavia la fisiologia e la scienza stesse oggi ci confermano ciò che noi
donne sappiamo da sempre. Infatti, gli studi dimostrano che, nel
momento in cui il nostro bambino viene al mondo, ci troviamo sotto l’effetto di un complesso cocktail di ormoni. Il nostro cervello e quello del
nostro piccolo sono completamente impregnati di ormoni che rendono
questo istante diverso e più intenso da tutti gli altri eventi della nostra
vita: fra queste sostanze che circolano nell’organismo della mamma e
del bambino ve ne sono persino alcune simili alla morfina, che agevolano la formazione del legame madre-bambino poiché provocano una
sorta di dipendenza dell’uno nei confronti dell’altro nei primi istanti di
vita. Anche l’adrenalina gioca un ruolo importante: fa sì che il bambino
sia sveglissimo e ricettivo al massimo per questo incontro.
Se abbiamo la possibilità di guardare negli occhi il nostro bambino (e
le sue pupille completamente dilatate per effetto di questi ormoni rendono il suo sguardo irresistibile), se possiamo stringerlo a noi, pelle a
pelle, accarezzarlo, annusarlo, è proprio in questo momento che iniziano l’attaccamento, l’interdipendenza, l’innamoramento1.
Se non disturbato, ogni neonato riesce, con il suo istinto potentissimo,
a raggiungere, anche senza aiuto, il seno della mamma. E quando lo
trova può leccarlo, attaccarcisi con decisione o con più delicatezza; il
seno è comunque il suo porto sicuro e in questo porto ritorna per
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Odent M., The Farmer and the Obstetrician, p.72.
abbandonarsi. Dopo il lungo e faticoso viaggio è di nuovo a casa. Il
nostro bambino succhia al seno e sembra averlo fatto da sempre.
La sua prima poppata, e tutte le altre che seguiranno, suggelleranno
ogni volta questa sapienza antica che gli appartiene e che appartiene
anche a noi donne, donne come madri.
Tutto ciò appartiene alle speranze e all’esperienza delle mamme ma
prendiamo anche in considerazione i dati che ci forniscono le evidenze scientifiche a proposito di allattamento al seno.
È ormai ampiamente noto e dimostrato che il 97% delle donne può allattare e una ricerca in Italia dimostra che almeno il 95% lo vorrebbe.
Cosa ci dice questo numero? La fortuna, che tanto si invoca quando
si parla di allattamento, non c’entra nulla.
Questa percentuale evidenzia chiaramente che tutte le donne, a parte
una piccolissima minoranza con problematiche circoscrivibili, sono state
predisposte dalla natura a nutrire il proprio piccolo allo stesso modo in
cui sono state in grado di concepirlo e metterlo al mondo. Perciò tutte
possiamo allattare. Può sembrare un’affermazione provocatoria perché
ci rendiamo conto nell’esperienza quotidiana che nella realtà sono troppe le eccezioni a questa evidenza, eppure è così.
Conoscendo l’anatomia del seno e il meccanismo di produzione del
latte, argomento che affronteremo da subito in questo testo, questa
percentuale ci apparirà molto più logica.
Il nostro bambino chiede, noi offriamo; questo il segreto.
La mancanza di un sostegno competente e attento alla crescita di
quel rapporto che abbiamo descritto ha provocato una regressione
dell’allattamento al seno negli ultimi trenta anni, a favore dell’introduzione sempre più massiccia e impropria di sostituti del latte materno.
L’allattamento al seno, a oggi, è una pratica che non sempre fa parte
della nostra comune esperienza. Figlie del boom del biberon, non
abbiamo potuto vedere e imparare dalle nostre madri, dalle nostre
parenti o vicine più prossime. Pensiamo, ad esempio, al modo di rappresentare la presenza di un bambino appena nato nella comune iconografia: l’immagine del biberon è una delle più frequenti; molto più
raramente si trovano immagini di madri che allattano al seno.
Il simbolo per eccellenza di questa “virata culturale” è, in assoluto, il bambolotto che troviamo a disposizione in commercio: rigorosamente corredato di ciuccio e biberon pronto per l’utilizzo. Anche nell’immaginario femminile infantile si trasmette l’idea che la bottiglia è il mezzo più ovvio per far
crescere il neonato. E il messaggio culturale che ne consegue risulta così
ancora più rinforzato, se non c’è confronto diretto con pratiche diverse.
I motivi di questa sostituzione, anche iconografica, sono molti, alcuni
legati al mercato, altri alle abitudini culturali e ai diversi stili di vita
rispetto al passato.
Ci è sembrato importante sottolineare questo aspetto perché la differenza passa proprio attraverso la conoscenza.
Noi crediamo sia importante riappropriarsi in pieno del senso del gesto di
allattare perché in questo modo recuperiamo una parte fondamentale del
rapporto con il nostro bambino. Una parte molto “fisica”, tattile, ma non
solo, che ci consente di rispondere adeguatamente alle esigenze sempre
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nuove del nostro bambino.
L’allattamento ci dà la possibilità di vivere più serenamente i cambiamenti e gli adattamenti che la crescita e la convivenza comportano,
senza ancorarci a regole rigide e troppo lontane da noi.
La presenza sempre più importante di associazioni e movimenti sull’allattamento, di specialisti in materia, sono il chiaro segno che le
cose stanno cambiando e che le donne hanno bisogno di sapere e
tornare a quanto appartiene loro.
E così anche noi, in questo percorso, parlando di allattamento, cercheremo di offrire delle informazioni concrete sui vari aspetti di questa pratica partendo dal punto di vista dei bisogni delle mamme e dei bambini.
Tutti abbiamo diritto di compiere scelte basandoci su informazioni corrette e aggiornate. Ogni mamma dovrebbe essere messa nelle condizioni di chiedere e ottenere quanto di meglio per sé e per il proprio
bambino, nel rispetto delle differenze personali, perché ogni storia è
unica e non può ripetersi.
Sappiamo e spiegheremo che l’allattamento ha conseguenze a lungo
termine, ovvero lascia al neonato un imprinting, un’eredità di cui beneficerà per molti anni, sotto l’aspetto della salute fisica e psicologica. È
importante sapere cosa doniamo a noi stesse e al nostro bambino nel
corso del tempo e quale eredità gli lasciamo, nutrendolo del nostro latte.
Ne parliamo con la voce delle mamme che siamo e di tutte le centinaia che abbiamo avuto la fortuna di incontrare lungo il nostro percorso di consulenti, basandoci anche sulle evidenze scientifiche e sulle
raccomandazioni più aggiornate.
Sappiamo che non sempre l’inizio avviene come mamma e bambino
avrebbero desiderato, che ci sono parti prematuri, cesarei o comunque eventi che possono provocare una separazione precoce, talvolta
anche di lunga durata. In questi casi l’allattamento assume un’importanza ancora maggiore, se possibile, proprio perché ci consente di
poter fare qualcosa per il nostro bambino che nessun altro può fare,
come il mantenere un contatto con lui che ci aiuterà a superare i
momenti difficili.
L’allattamento non è sempre facile: oltre ai problemi che ognuna può
incontrare, di cui tratteremo i più comuni, sappiamo che ci sono
momenti di dubbio, di sconforto, di stanchezza, ma, e possiamo dirlo
altrettanto consapevolmente, anche tanti momenti di gioia e di grande
soddisfazione che rimarranno per sempre impressi nel nostro cuore.
Allattare al seno è un diritto di salute per ogni mamma e per ogni
bambino. È un vantaggio assolutamente gratuito e alla nostra portata,
che possiamo donarci da subito, con le nostre mani, senza delegare.
È anche un’opportunità per crescere, un gesto semplice che può
cambiare la cultura.
Siamo però sicure che allattare al seno è, prima di ogni altra spiegazione e dimostrazione, proseguire quello che è iniziato con il concepimento, camminare assieme guardandosi negli occhi, far crescere una
storia d’amore.
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