Lo scontro con il padre - Benvenuti alla Creta
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Lo scontro con il padre - Benvenuti alla Creta
Sabati Francescani alla Creta 2014 / 15 www.creta.altervista.org nella cartella “Spiritualità francescana” sono disponibili gli incontri precedenti FRANCESCO E LE SUE CONVERSIONI Abbiamo già visto tanti passaggi di conversione 1. A causa della guerra 2. La fragilità del corpo 3. Sogni di una nuova gloria 4. La grotta della solitudine 5. Il servizio ai lebbrosi 6. Il penitente muratore di San Damiano 7. LO SCONTRO CON IL PADRE A. I FATTI ACCADUTI Controversia con il padre Nel Testamento Francesco non ricorda questo episodio, ma le biografie danno molti particolari della “chiamata in giudizio” avvenuta nell'aprile del 1206. Ecco i fatti. Subito dopo la visione di S. Damiano il neo-convertito si reca al mercato di Foligno, vende stoffe e cavallo e decide di consegnare il denaro all’anziano cappellano della chiesetta cadente. Costui però rifiuta di accettare la somma, per timore di rappresaglie da parte della famiglia, ma approva la scelta di Francesco di rimanere a S. Damiano. Ovvia è la prima reazione del padre: ferito dal dolore e scioccato da un comportamento così inspiegabile «radunò vicini e amici e corse al luogo dove si trovava il servo di Dio» Il fatto diventa così qualcosa di pubblico. Francesco è ricercato e si nasconde per un mese nel sotterraneo della chiesa, prega per essere liberato dai suoi persecutori e per trovare il coraggio di realizzare il suo proposito, ricevuto dalle parole del Crocifisso. Al termine di questo periodo di esilio, pieno di fiducia, decide di tornare in città: al vederlo la gente lo prende in giro, lo copre di insulti. Sentendo il clamore il padre lo raggiunge, lo trascina a casa e lo rinchiude in un piccolo “carcere”, sperando di ricondurlo alla ragione, ma invano. In assenza del padre, la madre lo libera e Francesco torna a S. Damiano. La questione si fa seria: i biografi ci informano di una richiesta ufficiale del padre ai consoli della città, con due capi d’accusa: il furto e il disonore alla famiglia con abbandono della casa paterna. Un pubblico giudizio poteva avere conseguenze molto serie e poteva comportare la perdita del diritto ad ereditare e addirittura l’espulsione dalla città. Francesco però si appella al vescovo e al suo giudizio, dichiarando di essere «servo del solo Dio altissimo» e quindi ormai sotto la giurisdizione della Chiesa. Il dramma arriva al culmine e l’udienza pubblica ha luogo. Un processo clamoroso Il racconti offrono diversi dettagli importanti per la comprensione della scena. Prima dell’atto pubblico, si parla dell'incontro personale con il vescovo che invita Francesco a restituire i beni e ad avere fiducia in Dio, dicendo: «Comportati da uomo e non temere». Francesco andrà aldilà delle intenzioni! Di fronte alla folla radunata Francesco si separa dal padre secondo la carne e gli restituisce tutto quanto ha. Motiva la sua scelta con questa dichiarazione solenne: «Ascoltate tutti: finora ho chiamato Pietro di Bernardone padre mio. Ma dal momento che ho fatto proposito di servire Dio, gli rendo il denaro e tutti i vestiti e d’ora in poi voglio e posso dire in piena libertà: Padre nostro, che sei nei cieli... ». Qui avviene un atto di liberazione dall’autorità paterna e dalla sicurezza economica che ne deriva e si mette in atto una rottura nei confronti della comunità cittadina. Il suo gesto personale diventa un fatto pubblico, carico di conseguenze. In questo denudarsi c'è la liberazione dal proprio stato familiare, sociale ed economico e una nuova identificazione che è innanzitutto religiosa. Francesco, rimasto nudo e solo, si trova quindi libero nella casa del vescovo. Subito lascia la sua città alla ricerca di un luogo per lui. Altri passaggi significativi Tutti gli episodi che seguono testimoniano la sua scelta di emarginazione, che gli procura incomprensione e persecuzione, ma anche il suo sentirsi finalmente uomo libero e povero. Appena uscito da Assisi una banda di briganti gli tende un agguato nel bosco e lo maltrattano, vedendolo così malmesso. Francesco non si scoraggia. Quindi si dirige verso un monastero di Benedettini nei pressi di Gubbio e presta servizio come garzone in cucina. Poi lascia i monaci e va a cercare un amico a Gubbio, che gli regala una tunica per sopportare il rigore invernale. Finalmente torna nella piana di Assisi e si mette a servire i lebbrosi Ormai Francesco ha cambiato vita e stato sociale: lavora a servizio dei lebbrosi e va a mendicare pietre per le chiese che sta restaurando. La rottura è ormai definitiva e la sua scelta di penitente è pubblica e nota a tutti. Nella piazza del vescovado si è realizzata la vera conversione della vita a Dio: penitenza, lavoro manuale ed elemosina. B. IL SIGNIFICATO In cerca del Padre Tutta la psicologia si interroga sul ruolo del padre nella costruzione dell’equilibrio personale: la figura paterna infatti modella tutti i processi di affermazione di sé e di rottura necessari per raggiungere la propria maturità Quando Francesco decide di spezzare ogni legame materiale con suo padre per vivere un modo diverso di essere figlio, attraverso le parole della preghiera del Padre nostro che in quel preciso momento esce dalla sua bocca, esprime una nuova esperienza di se stesso, del suo legame con la famiglia e con la società, del suo rapporto con Dio. «D’ora in poi voglio e posso dire in piena libertà: Padre nostro, che sei nei cieli... ». Questa frase dice molto su come Francesco percepisce la realtà di Dio, ma anche sul nuovo modo in cui percepisce sé stesso. Infatti ora si avvicina al vero centro generatore di sua vita, lo riconosce, lo dichiara pubblicamente e agisce di conseguenza, attraverso gesti concreti. Così in questo processo Francesco vive un’esperienza profondamente religiosa e con l’espropriarsi dei beni, e del vestito esprime la sua scelta interiore, la sua relazione privilegiata a lungo cercata con Dio riconosciuto come Padre. Dopo il tempo del servizio ai lebbrosi, ecco che la conversione si fa più radicale: attraverso un impegno sociale si è reso disponibile per una scelta spirituale; ha portato avanti questo impegno sino ad includervi il restauro delle chiese: il lavoro manuale e la mendicità sono lì a testimoniarlo. Ora, a partire dal processo di fronte al vescovo, è pronto a dire pubblicamente ciò che lo muove: non un’idea né un progetto, ma la persona stessa di Dio sperimentato come un Padre. D’ora in poi Francesco diventa un pubblico banditore della bontà e della volontà di Dio, elemosinando «per l’amore di Dio» si presenta a tutti come «l’araldo del gran Re». Lasciare per trovare Questo episodio non nasce d'impulso, ma è frutto di una lunga maturazione. Francesco era da tempo in cerca del centro della propria vita e trova la sua identità. Abbandona la figura paterna e il mondo che rappresenta e si identifica con un altro modo di essere figlio: figlio di Dio. Dietro l’immagine di Pietro di Bernardone ci sono tutte le aspirazioni che il padre aveva nutrito per il figlio. Basterebbe ricordare il cambiamento del nome che gli era stato dato al Battesimo, imposto dal padre: da Giovanni a Francesco. Pietro di Bernardone riunisce simbolicamente i legami di sangue, ma anche tutte le attese di famiglia, il mondo lavorativo e lo stato sociale, proiettate fin dalla nascita su Francesco. La separazione dal padre, rinuncia al suo mestiere, alla sicurezza economica e al suo stile di vita, soprattutto si distacca dai progetti che il padre aveva fatto su di lui. Anche i consoli del Comune sono in qualche modo un’immagine paterna: rappresentano la Città, l’autorità civile nell’espressione più democratica che la società medievale del sec. XIII si è saputa dare. Costituiscono l’immagine collettiva del potere laico dominante in Assisi e in tutte le città affrancate dal potere feudale e religioso. Assisi si era proclamato un libero comune rispetto all’imperatore e Francesco, ancora adolescente, aveva partecipato all'emancipazione dei suoi concittadini con la distruzione della Rocca maggiore. Ora, di fronte al vescovo, afferma la sua libertà nei confronti dell’autorità “paterna” della stessa Città. Altre due figure paterne entrano in scena. Anzitutto il vescovo Guido, nuovo padre spirituale e custode di Francesco, che lo ricopre con il suo mantello, lo accoglie sotto la vigilanza e la protezione della Chiesa cattolica. E poi la figura di un povero che Francesco elegge come un nuovo padre, a cui chiede di benedirlo ogni volta che Pietro di Bernardone lo maledice, incontrandolo lungo le strade della città. È interessante notare che la nuova scoperta della paternità di Dio crea nuove relazioni con la Chiesa e con gli altri uomini. Spogliarsi per essere rivestito... La storia ci dice che la nudità, nella società e nella chiesa medievale, esprimeva l’umiliazione e la penitenza: era il segno del peccatore o del condannato, di chi era destinato alla morte. Anche Gesù Cristo è stato crocifisso nudo. Francesco restituisce al padre, oltre ai suoi beni, anche i suoi vestiti. Questo gesto assume così il significato di una pubblica penitenza. Francesco abbandona definitivamente il personaggio sociale che era stato, simboleggiato dai vestiti; assume la condizione del convertito e si espone nella sua nudità si mostra fragile e pentito. Ma la nudità fisica rimanda a un significato molto più profondo e indica una totale dimenticanza di sé per affidarsi a Dio. Così la nudità diviene una professione di fede ed esprime plasticamente il fatto che Francesco si è spogliato della sua propria vita sotto l’ispirazione del Padre che è nei cieli e intende rivestirsi della sequela di Cristo, che è tutto un continuo cammino di spogliazione. Attraverso i suoi Scritti possiamo renderci conto quanto l’abbia colpito l’esempio di spogliazione di Cristo, che si è fatto povero e forestiero in questo mondo. Davvero attraverso la nudità esibita sulla piazza, Francesco compie un atto religioso di piena adesione ad una nuova modalità di vita per Dio, che lo accompagnerà fino alla morte, quando riprenderà lo stesso gesto, «essere nudo sulla terra nuda» per donarsi definitivamente a Dio attraverso “sorella morte corporale”. La scena della spogliazione termina con una vestizione, che fa da convalida del nuovo stato di vita. Francesco accetta la povera veste tracciandovi una croce con un mattone, cioè assume un abito diverso da prima e lo segna con il sigillo di Dio: la sua scelta di vita è diventata visibile e pubblica. C. IL SENSO PER NOI a) Prova a pensare al tuo rapporto con Dio Padre b) Verifica i ”legami” terreni della tua vita c) Da cosa dovresti “spogliarti” per essere te stesso? d) Come potresti “rivestirti di Cristo”?