melini corso iconografia updim 3

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melini corso iconografia updim 3
FIGURE FEMMINILI
E
MUSICA
TRA MEDIEVO E RINASCIMENTO
MUSE
MUSE
ARS MUSICA
FANCIULLA ARMONIA
MARIA
Figlie di Mnemosine (la dea della memoria) e di Zeus, le Muse
erano considerate, già da Esiodo nel VII sec. a.C., numi
tutelari delle arti e del sapere.
A questa altezza cronologica ancora non erano ben
differenziate l’una dall’altra ma risulta oramai stabilizzato il
loro numero: nove.
E’ nel IV sec. a.C., che ognuna di esse incomincia ad avere
un ruolo specifico ed un proprio attributo
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Clio è la musa della storia e regge un libro o una cartiglio;
Talia, della commedia e della poesia pastorale, cartiglio e, a volte, uno strumento a
corda;
Melpomene della tragedia, ha un corno e una maschera tragica;
Tersicore della danza e del canto, è ritratta con strumenti a corda;
Urania è la musa dell’astronomia e tiene il globo o il compasso;
Polimnia degli inni eroici è ritratta con in mano uno strumento
Erato, della poesia lirica e amorosa, ha un tamburello;
Calliope, musa della poesia epica, suona una tromba e ha un cartiglio;
Disegno da sarcofago di epoca classica, Parigi, Louvre
Nel V secolo d.C. si assiste ad un interessante
sviluppo concettuale che porta alla sovrapposizione
iconografica tra
la musa Tersicore e l’Ars Musica
nella descrizione delle discipline componenti
le Arti Liberali
ossia quelle discipline che costituiranno la base
imprescindibile del sapere medievale.
Euterpe, musa della musica e della poesia lirica, suona uno strumento a fiato a due
canne.
Il retore e grammatico Marziano Cappella, tra il 410 e il
439, compone il trattato
De Nuptiis Philologiae et Mercurii
i doni nuziali per Filologia e Mercurio sono portati, sotto la
guida di Apollo, da sette fanciulle che rappresentano:
la grammatica, la dialettica, la retorica
(le discipline umanistiche del trivio)
la geometria, l’aritmetica, l’astronomia, la musica
(le discipline scientifiche del quadrivio)
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Gherardo di Giovanni del
Fora,
de nuptiis philologiae et
mercurii,
Marziano Capella
Herrad von Landsberg
Hortus deliciarum
1180 ca
La musica,
Mont Sainte-Odile, Alsazia
ms. urb lat 329 f 149v bibl
ap vat
Il trattato di Marziano - che conserva nell’esemplare del X
secolo oggi nella Staatbibliothek di Bamberga (HI.IV,12)
la più antica raffigurazione a noi pervenuta delle arti
liberali – diventa un topos che accompagna e influenza le
successive rappresentazioni iconografiche del tema.
Le sette fanciulle, incarnazione del sapere umano, si
ritrovano, per questo, in molti di quelle summe del
sapere del periodo
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come, ad esempio, scolpite sui portali o nei
cicli di affreschi delle cattedrali gotiche
insieme alle sette virtù e al ciclo dei mesi a
sottolineare il dialogo tra il sapere terreno e
quello divino e, molto spesso come nel caso
della cattedrale di Chartres, sotto l’egida, non
più ovviamente di Apollo, ma di Maria Vergine
sedes sapientes.
In alcuni casi le arti liberali sono sedute su troni e sono
ritratte mentre hanno ai propri piedi i maggiori
esponenti della disciplina o gli inventori mitici della
stessa.
L’Ars Musica viene così ritratta con ai piedi Pitagora o,
cercando un referente religioso, Iubal Caino - colui il
quale che, secondo la Bibbia (Gen.4, 21), fuit pater
omnium canentium cithara et organo - o Tubal Caino fratello di Iubal, qui fuit malleator et faber in cuncta
opera aeris et ferri (Gen.4, 22) - spesso sovrapposti
iconograficamente in un’unica figura maschile intenta a
percuotere con il maglio un’incudine e quindi a produrre
suoni.
Bartolomeo di Bartoli
Andrea di Bartoli
Canzone delle Virtù e delle
Scienze
1349
Chantilly, Musée Condé,
Ms. 599.
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Andrea di Bonaiuto – Firenze, Cappellone degli spagnoli, Santa Maria Novella
Salmo 150
Severino Boezio,
De Istitutione Musica
Napoli, Biblioteca Nazionale,
Ms VA 14 c. 47r
Fine XIII sec.
Laudate eum in sono tubae, laudate eum in
psalterio et cithara/laudate eum in tympano
et choro, laudate eum in chordis et
organo/laudate eum in cymbalis
benesonantibus, laudate eum in cymbalis
iubilationis:/omne quod spirat, laudet
Dominum.
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Nell'
opera di Clemente Alessandrino (II sec. d.C.) un
canto di lode era strumento di salvezza e armonia di
tutte le cose mentre per S. Basilio (III sec. d.C.) si
trattava di emanazione di
un'armonia divina come opera degli angeli,
decreto celeste, emanazione dello Spirito.
Andrea di Bonaiuto,
Rosone della chiesa di Santa Maria Novella
Firenze, 1365 ca
È dagli scritti dei profeti che si incomincia a sottolineare quel
legame speciale tra il vento e i messaggeri divini: “Egli usa i
venti come i suoi messaggeri” (qui facis angelos tuos
spiritus - salmo 104) che avrebbe portato alla raffigurazione
alata.
Le raffigurazioni degli angeli furono mutuate dal mondo
classico (così come del resto l’etimo angelos che è di
derivazione greca e non ebraica) e, in particolare,
dall’immagine della Nike
Annuncio ad Abramo della nascita di
Isacco, mosaico, particolare, VI secolo,
Ravenna, Basilica di San Vitale.
Il Sogno di Giacobbe, Bibbia di
Venceslao, cod. 2759, fol. 27r, ca.
1389-1395. Hofbibliotheck, Vienna
Anche gli angeli-bambini, che apparvero per la prima volta in
Francia alla fine del XII secolo - raffigurati quasi sempre nudi
e abbastanza dispettosi -, sono di derivazione classica e
ripresi dai modelli dei geni e degli eroti dell'
arte romana.
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•Angeli: riconoscimento dogmatico nel concilio di
Nicea del 325 d.C. che li riconosce come figure
intermediarie tra Dio e l'
uomo
•Trattato De coelesti hierarchia (V sec., attribuito
erroneamente a Dionigi l’Areopagita) cofica il loro il
ruolo e la funzione dei messaggeri divini organizzandoli
in tre gerarchie ciascuna a sua volta composta da tre
ordini angelici.
I Gerarchia: Serafini, Cherubini, Troni;
II Gerarchia: Dominazioni, Virtù (Potenze), Potestà;
III Gerarchia: Principati, Arcangeli, Angeli.
•la Vergine Maria è riconosciuta regina angelorum
Concilio di Efeso del 431: si riconosce la figura dogmatica di Maria Theotokòs
immediatamente iniziano a circolare diversi tipi di rappresentazione della
Madonna con il Bambino:
Panagia Odighitria (che mostra il cammino) la Madonna in posizione eretta o a
mezza figura, mentre regge con il braccio sinistro il bambino benedicente e
con la mano destra lo indica.
Panagia Nikopoïa (della vittoria) - caratterizzata dalla postura rigorosamente
frontale della Madonna che, in piedi o seduta sul trono, presenta con le
mani giunte il bambino. Nell'arte europea questo modello darà vita alla
Madonna in Maestà (sedes sapientae).
Panagia Glykophilousa (dolce amica) – la Madonna stringe tra le braccia il
Bambino che ricambia il gesto ma è il Bambino che appoggia la propria
guancia contro quella della madre, mentre la Vergine, persa nella tristezza,
sembra indifferente alle effusioni del figlio che non guarda neppure.
Cosmografia, vetrata, Pisa. Fine XIII sec
Per Panofsky la sfera dei motivi è molto più ampia di quella dei
temi: i temi sono quei motivi cui la storia ha conferito un significato
secondario, che rientra in convenzioni culturali. A loro volta questi
significati secondari vengono risemantizzati a ogni loro reimpiego,
in base alle concezioni di cui l’artista è portatore (o creatore): così
che il soggetto primario, già culturalmente determinato, assume un
nuovo valore nell’ambito della produzione artistica e nel preciso
contesto in cui viene inserito.
Cesare Segre, Avviamento all’analisi del testo letterario. Einaudi, 1999. p.334
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Anonimo padovano, stendardo fraglia di
Santa Maria dei servi, 1408
Padova, Museo degli Eremitani
Gregorio de Cecco, polittico per l’altare Tolomei, Duomo di Siena, 1423
Benedetto Bembo
Madonna dell’Umiltà e angeli
musicanti, metà XV sec.
Mariotto di Nardo, La vergine con Bambino, santi e angeli musicanti (dett.)
1385 ca. Avignone, Musée du petit palais
La Spezia, Museo Lia
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Giovanni di Pier Mattei
detto il Boccati
Madonna dell’orchestra
Siena, Galleria Nazionale
Metà XV sec.
Gaudenzio Ferrari, affresco 1535, cappella santuario Sanata Maria delle Grazie
Saronno
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Luca Signorelli, Cappella san Brizio, Orvieto, Duomo. 1500
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