SCUOLA DI QUALITA` O SCUOLA DI QUANTITA`?

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SCUOLA DI QUALITA` O SCUOLA DI QUANTITA`?
Premessa: siamo tutti contrari al taglio nel settore dell’Istruzione, fondamentale per la crescita
futura del paese, e per questo dobbiamo far sentire la nostra voce.
Secondo circolo di Crema e riforma scolastica
SCUOLA DI QUALITA’ O SCUOLA DI QUANTITA’?
Martedì 31 maggio si è tenuto un interessante incontro alla Scuola Primaria Braguti per illustrare ai
genitori gli effetti degli ormai noti “tagli di spesa” alla Scuola Pubblica e la ricaduta degli stessi
sulla “nostra scuola” Braguti.
L’incontro, organizzato dai docenti del plesso, alla presenza del Dirigente, del Presidente del
Consiglio di Circolo e dei rappresentanti sindacali, ha ottenuto una forte partecipazione, anche da
parte della cittadinanza (genitori di altri plessi scolastici, operatori del mondo scolastico …) a
conferma dell’importanza dell’argomento in questione.
Prendendo il via dai vari riferimenti legislativi (riforma Gelmini), si è arrivati a declinarne gli effetti
sulla realtà di via Braguti per l’anno scolastico 2011/2012.
I principi da cui muove la legge sono: l’incremento del numero massimo di alunni per classe, la
revisione dei parametri per la definizione delle dotazioni organiche del personale scolastico
(insegnanti e ATA), la rimodulazione dell’organizzazione didattica con classi affidate ad un unico
insegnante prevalente e a 24 ore settimanali.
È prevista la possibilità di tener conto delle diverse esigenze delle famiglie, per arrivare a un offerta
di tempo scuola di 27/30 ore, oppure a tempo pieno di 40 ore settimanali, che nel nuovo
ordinamento è però previsto senza compresenze e attuabile solo se l’organico lo consente, organico
che è organizzato e assegnato a livello di Circolo Didattico.
I “tagli” impattano quindi in due direzioni: fondi e personale.
Riduzione di fondi, ovvero minori risorse per progetti disciplinari, per le dotazioni scolastiche, per
pagare le supplenze in caso di assenza per malattia del personale docente…
Riduzione di personale, nel nostro Circolo significa 3 insegnanti in meno (2 su cosiddetto posto
comune e una specialista di lingua Inglese) a fronte di un aumento del numero delle classi (30 classi
complessive di cui 20 organizzate con un tempo scuola di 30 ore e 10 classi organizzate con il
“tempo pieno” di 40 ore).
Questa la situazione di partenza. Quali le decisioni prese in Collegio Docenti?
La scelta, al momento, sembra essere quella di garantire il tempo scuola coprendo le ore mancanti
con insegnanti specialisti di religione (altri Istituti, tra cui il vicino circolo di Crema 1, si sono
mossi nella direzione di ridurre il tempo scuola e/o il tempo mensa).
L’impatto sulla primaria di via Braguti sarà aggravato dal fatto che saranno eliminate
completamente le compresenze (attualmente 4 ore per classe a settimana) e si rinuncerà al modello
del “doppio organico”, cioè quattro insegnanti su due classi parallele, che permette le attività di
laboratorio a semiclasse. Lavoreranno 3 insegnanti a tempo pieno su due classi, oltre ad un
insegnante che completerà l’orario su più classi.
Quanto sopra si traduce nella riduzione e/o eliminazione di laboratori (informatica in primis,
divenuta tra l’altro da pochi anni materia curricolare, immagine, recupero-approfondimento,
alfabetizzazione per gli stranieri …), annullamento delle uscite didattiche, minori attenzioni a
ragazzi diversamente abili, della possibilità di fare una bella esperienza assieme come il corso di
nuoto, di assistere a spettacoli teatrali, cinematografici, di visitare mostre o musei, di partecipare a
manifestazioni esterne.
Quali le alternative?
Una scelta come quella illustrata sembra andare chiaramente nella direzione, legittima, di difendere
il tempo scuola per agevolare le famiglie lavoratrici. Si ritiene tuttavia, e ciò è stato sostenuto in
assemblea, che sia una scelta che penalizzi in modo eccessivo la qualità dell’insegnamento, almeno
nel modo in cui si è deciso di attuarla.
Si ritiene che tale scelta vada a discapito della qualità, se intendiamo l’insegnamento non come
nozioni che vengono trasmesse ai nostri figli, ma come possibilità data ai nostri figli di crescere
facendo esperienze diverse e gratificanti
Proviamo a mettere al centro la qualità dell’insegnamento, la peculiarità di una scuola a tempo
pieno (unica in città) che forse andrebbe fortemente difesa, e, se proprio sarà impossibile proseguire
con questa esperienza, cerchiamo una via d’uscita che salvaguardi almeno chi, attualmente, è già
inserito in questo metodo di insegnamento, chi l’ha scelto proprio perché convinto della validità
dello stesso.
Nel concreto, per il plesso “Braguti” dobbiamo ipotizzare di “recuperare” 40 ore settimanali, quelle
che verrebbero tolte come insegnamento.
Proposta n.1 - Diversa gestione del tempo mensa
Attualmente i bambini vivono il momento della mensa assistiti dagli stessi insegnanti di classe.
Cosa ovvia (ed obbligatoria) nel metodo del tempo pieno dove anche la mensa è riconosciuta come
“tempo scuola”, optional , ma ormai da anni consolidata la presenza degli stessi anche negli altri
plessi scolastici.
Nelle 20 classi “a modulo” (Ombriano, Sabbioni e Capergnanica) il tempo dedicato dagli insegnati
alla mensa e non all’insegnamento appare già una risorsa importante: 1,5 ore/giorno per classe x 20
classi = 30 ore/giorno = 150 ore settimana x circa 40 settimane di scuola = 6000 ore/anno,
equivalente ad un organico di 8 insegnati da poter gestire sui plessi e/o sul circolo, ore che
permetterebbero il mantenimento del tempo pieno su via Braguti e l’ampliamento di compresenze
sugli altri plessi, la gestione delle supplenze (per le quali i fondi statali saranno sempre meno). Le
maestre così sarebbero completamente dedicate all’insegnamento.
Certo, bisognerà affrontare il costo di chi dovrà essere chiamato ad effettuare tale lavoro:
ipotizziamo, per eccesso, 15 €/ora, ovvero un costo annuo di 67.500 €, suddiviso su circa 350
famiglie sono circa 250 €/anno a famiglia (un euro e trenta centesimi per giorno di scuola).
Senza considerare che ci si potrebbe attivare anche per “alleggerire” questo costo. Iniziative come
la CamminaBraguti potrebbero essere estese all’intero circolo e costituire una importante fonte di
ricavi (ed anche non volendola estendere, potrebbe essere che parte dei proventi vengano comunque
dati agli altri plessi, quale forma “solidaristica” di compensazione al fatto che alla Braguti verrebbe
mantenuto il tempo pieno, con le insegnanti in mensa e quindi senza aggravio di costi per le
famiglie); si potrebbero sollecitare contributi comunali (un esempio: se il Comune di Capergnanica
tiene alla propria scuola, il cui mantenimento è evidentemente anti-economico considerato il
ristrettissimo numero di alunni che la frequentano, è forse il caso che contribuisca al sostenimento
dei relativi costi…); si potrebbe tentare di avviare una sorta di Banca del Tempo tra
genitori/nonni/volontari… che potrebbero a turno mettere a disposizione appunto del tempo per
“coprire” quell’ora e mezza della mensa in luogo dell’insegnante.
Proposta n.2 – ampliamento collaborazioni esterne
Nel progetto del circolo si è parlato di “tamponare” le ore con le insegnanti specialiste di religione.
Si potrebbe percorrere una strada simile anche per altri laboratori, da realizzare con collaborazioni
esterne che affianchino le insegnanti e siano una sorta di compresenza e/o di possibilità di lavorare
con semiclassi su particolari temi.
Coinvolgimento Istituto Agrario Stanga per il progetto Serra.
Ricercare qualche collaborazione con l’Università di Crema per i laboratori di informatica.
Proposta n.3 – la gestione del cambiamento
Se proprio si deve cambiare facciamo in modo che sia un cambiamento graduale, che salvaguardi
dei diritti che vogliamo considerare acquisiti.
Apprezziamo la comunicazione data a maggio (e non ad inizio del prossimo anno scolastico) dei
cambiamenti in corso, ma le iscrizioni alle classi prime sono ormai state effettuate da tempo, chi ha
scelto una scuola l’ha fatto in ragione dell’offerta formativa (tempo pieno) e delle qualità che
storicamente le viene riconosciuta. A maggior ragione va salvaguardato chi questa realtà già la vive
da anni.
Ipotizziamo allora di cambiare dall’anno scolastico 2012/2013, dicendo già da ora che per
quell’anno chi si iscriverà non potrà più godere delle caratteristiche di questo tipo di scuola,
decideremo quindi di avere una scuola a modulo a partire dalle nuove prime, mantenendo il tempo
pieno sulle altre classi.
Si otterrà comunque un beneficio in termini di riduzione di ore. E fino a quell’anno bisognerà
adottare delle strategie (magari “pescando” dai punti precedenti) per far quadrare i conti.
Proposta n.4 – riduzione orario
Riteniamo che se rinunciare a mezz’ora al giorno di “deposito” dei bambini a scuola significa ridare
ai bambini tutte le opportunità formative extra-curriculari, forse l’opzione di non mantenere il
tempo scuola (8 ore al giorno) debba essere valutata.
Come? Le strade sono diverse:
la scuola finisce prima;
la scuola comincia dopo (8,30 – 16,00 ??? si recupera mezz’ora al giorno);
si rinuncia a un pomeriggio.
Le proposte di cui sopra non vogliono essere esaustive, si vuole rimanere aperti al confronto. Sono
delle ipotesi di lavoro da condividere.
Mantenere il tempo scuola (8 ore al giorno) significa probabilmente accontentare quei genitori che
considerano la scuola come un parcheggio dei loro figli, mentre non vengono prese in
considerazione le esigenze dei genitori che ricercano una scuola di qualità e che hanno scelto la
nostra scuola non perché i loro figli erano occupati per tante ore, ma perché i loro figli avevano la
possibilità di fare esperienze diverse, gratificanti e fondamentali per la loro crescita.
Quello si vuole esprimere con fermezza è che vogliamo una scuola di qualità. Gli investimenti
migliori riteniamo siano quelli sui figli, sul futuro. Una scuola di qualità è un valore che va difeso
strenuamente.
“Apri le braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori.” (Dalai Lama)
3 giugno 2011
Un gruppo di genitori della Braguti