numero 6 - Scuola di Ingegneria
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numero 6 - Scuola di Ingegneria
Notiziario dell’Associazione ex allievi della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa numero 6 aprile · 2007 pagina 2 China pagina 3 pagina 6 studio di sistemi di automazione al Dip. IMNP 50 anni di telecomunicazioni italiane nel mondo pagina 11 I grandi Maestri: Alessandro Faedo Università di Pisa sommario Supplemento de “Il rintocco del Campano”, rassegna periodica dell’Associazione Laureati Ateneo Pisano La Facoltà si conferma polo di attrazione di giovani talenti. di Emilio Vitale L’elaborazione dei risultati dei test d’ingresso alle Facoltà di Ingegneria italiane, presentata dal CISIA (il Centro Interuniversitario che eroga i test per oltre l’80% delle Facoltà italiane) in marzo, presenta quest’anno una situazione particolarmente lusinghiera per la Facoltà, sempre comunque ai primi posti nelle graduatorie del Centro. Gli allievi in ingresso alla Facoltà per l’Anno Accademico 2006-2007 sono infatti primi per punteggio medio assoluto fra le Facoltà italiane. Il dato è ancor più significativo se ne viene valutato anche l’aspetto quantitativo: il punteggio medio è risultato a Pisa pari a 31,37, contro una media nazionale di 25,62. Se si scende nel dettaglio della composizione del test, si riscontrano dati ancor più significativi, come ad esempio la percentuale di successo nella sezione di Matematica I (in base alla quale vengono attribuiti gli Obblighi Formativi Aggiuntivi - OFA), pari a Pisa al 39,21 % contro una media nazionale del 32,02 %. Su questo risultato pesa l’ottima performance della maggioranza di studenti (67% circa) provenienti dalla Toscana: questo sotto-campione si è attestato su un punteggio medio di 32,39, superiore quindi alla media generale. segue a pagina 2 … Il regalo di natale alla Facoltà di Santo Francesco Bordone, (s. [email protected]) In occasione del Natale la facoltà informazioni sulla orchestra. ha ricevuto dal Preside un regalo Fondata nel gennaio 2002 sotto natalizio: un concerto nell’Aula forma di associazione studenMagna Ulisse Dini gestito dalla tesca per opera di sette studenti orchestra della Università di Pisa tutti con diploma di conservatoche ha avuto luogo il 20 dicembre rio, conta oggi più di 50 musiciin Aula Magna U. Dini alla presenza di un numeroso ed attento pubblico di docenti e di studenti. Il gruppo da camera delle prime parti dell’orchestra ha eseguito, con la direzione di Francesco Pasqualetti, il concerto per la notte di natale di Corelli, il divertimento k. 136 di Mozart ed infine il celeberrimo canone di Pacherbell. Il concerto è stato molto apprezzato. Inoltre i presenti hanno apprezzato il più che perfetto comportamento acustico dell’Aula sti iscritti, ed ha alle spalle una Magna, la cui acustica viene da significativa esperienza con oltre sempre criticata. 40 concerti eseguiti tra sinfonici Ma forse è stato merito congiun- e cameristici. to della orchestra e dell’Aula che Il direttore musicale è Francesco ha voluto contribuire al regalo di Pasqualetti. Natale. L’orchestra ha collaborato tra gli Il concerto è stato seguito da una altri con il pianista Bruno Canino, messa natalizia. “ingegneria a i violinisti Paolo Giolo (Orchestra pisa” si augura, certamente inter- Sinfonica Nazionale R.A.I. Toripretando il pensiero dei colleghi, no), Nicola Lolli (Wiener Phiche regali come questo si ripetano lharmoniker), Pietro Horvarth in futuro. (Spalla dell’Orchestra del Teatro Anche in segno di ringraziamento Comunale di Firenze). ed apprezzamento verso l’orche- Collabora inoltre regolarmente stra si riportano di seguito alcune con il Coro V. Galilei della Scuo- Cari lettori… la Normale Superiore e col Coro dell’Università di Pisa. Il vasto repertorio sinfonico va dalle sinfonie di Haydn a brani camerisrici di Shostakovic, passando per autori come Brahms, L’orchestra ed il Maestro Pasqualetti Dvoràk e ovviamente per tutti i classici. . Recentemente l’orchestra ha tenuto concerti anche a Torino, Massa, Lucca, Volterra. Una particolare attenzione alla musica del novecento caratterizza la parallela stagione cameristica, che ha visto la realizzazione di brani come Simple Symphony di B. Britten o la Suite dall’Opera da Tre Soldi di Weill. L’orchestra collabora inoltre con le stagioni de I Concerti della Settimana Santa e de I Concerti della Normale. . di Santo Francesco Bordone (s. [email protected]) (da leggere, per favore, fino in fondo e comunicarmi i commenti). …“ingegneria a pisa” compie due anni! Il giornale della Facoltà era stato proposto in occasione della Istituzione della Sezione Ingegneria della Associazione Laureati dell’Ateneo Pisano nell’ottobre 2004. Accanto all’idea del giornale i costituenti avevano proposto delle attività che, nell’ambito della sezione ingegneria dell’ALAP, tenessero vivo il legame tra gli ex allievi. Un po’ per caso e un po’ per la fiducia del Preside e dei colleghi presenti, era stata affidata a me la gestione del progetto. Ed io un pò per gioco ed un pò per spirito di servizio, avevo iniziato la nuova attività di giornalista, per me la terza dopo quelle di dirigente industriale e di docente universitario o forse la quarta dopo il Genio Aeronautico. Vorrei esporre qualche commento. Comincerò con il giornale inizialmente semestrale e in otto pagine, con lo scopo di presentare agli ex allievi ed al personale della facoltà i principali fatti avvenuti. Già dal numero 4 il giornale è stato ampliato, zitto segue a pagina 5… Il Campano d’Oro ad Elio Toaff, uomo del dialogo di Roberta Lazzeri, ([email protected]) Un lungo, caloroso, applauso. Così l’Aula Magna della Sapienza, gremita di persone, ha accolto giovedì 19 ottobre 2006 il Prof. Elio Toaff, ritornato a Pisa per il conferimento del Campano d’Oro, il riconoscimento che l’ALAP, l’Associazione Laureati dell’Ateneo Pisano, e l’Università di Pisa assegnano ogni anno ad un laureato dell’Ateneo che si è particolarmente distinto nel mondo dell’arte, della cultura, delle scienze e delle Istituzioni. Il Presidente Ciampi, Elio Toaff e la Sig.ra Franca Un applauso in ritardo di quasi settanta anni. Infatti, quando Elio di pesanti forme di intimidazioni dolo alla vista di un gruppo di Toaff, nato a Livorno nel 1915, di e vessazioni e non riusciva nem- malintenzionati. religione ebrea, ha discusso la pro- meno a trovare un relatore con il Da allora, molte sono le tappe pria Tesi di Laurea in Giurispru- quale discutere la propria tesi di della sua lunga vita e brillante denza non aveva certo il medesimo Laurea. Per fortuna, come Toaff carriera che meritano di essere contorno di folla! Era il 1938, lo stesso ha ricordato, esistevano an- ricordate, a partire dalla laurea stesso anno della promulgazione che persone capaci di grandi gesti in Teologia nel 1939 al Collegio delle leggi razziali. In quegli anni, di solidarietà, come il Prof. Mossa, Rabbinico di Livorno, anno in cui uno studente brillante e meritevo- che gli propose di svolgere con lui ottenne anche il titolo di Rabbile come lui, per il solo motivo di la tesi, o il custode della facoltà, no Maggiore. In questi stessi anni essere ebreo, veniva fatto oggetto che gli salvò la vita, nasconden- seppe inoltre coniugare perfet- tamente il suo ruolo di uomo di religione con l’impegno sociale: nel 1941 fu chiamato a reggere la comunità israelitica di Ancona e nel 1943 entrò nella Resistenza sui monti della Versilia. Dopo la fine della II Guerra Mondiale, fu nominato Rabbino Capo prima a Venezia e poi a Roma, dove ha svolto la propria opera fino a pochi anni or sono, percorrendo una strada di dialogo nei confronti della religione cattolica che ha portato al superamento di antiche incomprensioni e pregiudizi e che si è concretizzato nella storica visita alla sinagoga di Roma di Papa Giovanni Paolo II. Questi sono alcuni degli spunti sui quali si sono basate le riflessioni del Rettore, Prof. Marco Pasquali, del Preside della Facoltà di Giurisprudenza, Prof. Marco Goldoni, del Prof. Bruno Di Porto e del Presidente dell’ALAP, Prof. Attisegue a pagina 2 … China di Edward Burman, ([email protected]) to buy up the surplus foreign cur- cal superpower on or near to pa- government finance) to greater rency. This is an extra feature of rity with the United States by the innovation. globalization to add to Mr Pao- middle of the 21st century. I am sure the President of Chonlo Fresco’s comments in another As always in China, this is the re- gqing made this clear, in slightly notiziaro. With massive Initial sult of careful long-term planning. more ambiguous fashion as is the Public Offers of state banks, the In 1986 a National High-Techno- Chinese wont. Chinese stock markets overtook logy Development Program has They understand better than we New York and London in 2006. driven research and development, do the importance of knowledge Everybody knows that in the past with the aims, first, of monitoring and education – faculty members few years, China has become the international high-tech develop- who have visited the US will know world’s low-cost technology ma- ments, narrowing the gap between how many China researchers work nufacturing centre for electronics foreign and Chinese technolo- in the labs there. They are produEdward Burman and for much else. The students gy, and seeking break-throughs cing huge numbers of good engiIt’s strange to read the newsletter who went to Foshan and nearby where China is strong; second, neers. Yet they lack the creativity “ingegneria a pisa” in Beijing and find China mentioned in three of the first five issues - from collaboration with the joint-venture Piaggio/Zongshen, to the visit of a delegation from the University of Chongqing, to a stage for four students in Piaggio in Foshan, and the notes of concern about China’s growing financial weight in a speech by Roberto Colaninno. Strange first of all because my experience of Pisa does not fit in the same area of my memory as China, but even stranger that the mentions of China are so few. For Mr Colaninno’s anxiety is if anything too limited. At the end of 2006 China’s foreign-exchange reserves exceeded US$1 trillion, Ruins of a palace made for the Emperor Qianlong by the Italian Jesuit Giuseppe Castiglione (c.1750), The Old Summer Palace, Beijing or around 20% of global reserves. Shunde will understand why the to “train and cultivate” the future of the best European universities, This unimaginable sum would be, latter describes itself as ‘Kingdom workforce; third, to commerciali- and seek greater collaboration. according to an article in The Eco- of Household Electrical Applian- ze and industrialize technological The new wholly-owned and manomist, enough to buy almost all of ces’. Italy, and Tuscany, obviously achievements in order to create a naged campuses of Liverpool and London’s residential property. It notice the influx of Chinese texti- new high-tech industry by 2000; Nottingham universities in China certainly sustains American debt les and shoes. Yet it is not all swea- and, fourth, to play a leading role bear witness to this, as does the and consumer spending. In fact in tshop labour. I recently visited a in the promotion of high-tech recent agreement signed by Mr the past six years China’s contri- mobile phone contract manufac- development. They copy, borrow Prodi to create a sino-italian cambution to global GDP growth (in turing plant where they produce and buy technology (as we did pus in Shanghai. Just as we now purchasing-power-parity terms) 80,000 phones a day with three with silk and porcelain in the believe the time is right to invest has been bigger than that of the hundred employees, where the past), but these huge investments in high-tech start-ups in Chinese USA. In theory, flows of foreign success of the company depends and patience are beginning to pay science parks because the technomoney into China should push up on the supply chain and logistics. off with real advances in advanced logy is coming and the Intellectual the yuan, but China has resisted Indeed, there are signs that China science and technology. We will Property laws are being enforced, this and forces the central bank is moving up the value chain, with certainly see much more in the so I believe it is the right moment strong design capabilities as was coming decades, so in a sense the for excellent European universiIl personale universitario, gli studenti e gli visible at the Beijing Auto Show future is far worse than we usually ties to become more involved in ex-allievi possono inviare alla redazione in late November. Chinese com- imagine. China. contributi su: argomenti scientifici e didattici panies are “going out” as they put This has always been driven by re- It is never an easy country, but it di interesse della Facoltà, testimonianze conferenze e convegni, notizie varie. it, like Huawei and Lenovo. search and universities, and Chi- is the future, especially for those e.mail • [email protected] There is a strong argument on the nese universities are now both ex- who can devise innovative strabasis of present-day shifts that tremely ambitious in themselves tegies and be prepared for longChina will become a technologi- and pushed by government (with term commitment. Notiziario dell’Associazione ex allievi della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa Supplemento de “Il rintocco del Campano”, rassegna periodica dell’Associazione Laureati Ateneo Pisano Direttore responsabile Guido Gelli Redazione Santo Francesco Bordone, Franco Failli, Roberta Lazzeri, Attilio Salvetti, Emilio Vitale, e.mail • [email protected] Progetto grafico Theo van Boxel, Elena Macchioni Autorizzazione del Tribunale di Pisa n.4 del 12/04/1972 e n.13 del 24/05/1991 . …segue dalla prima pagina Il Campano d’oro ad Elio Toaff, uomo del dialogo lio Salvetti. Le loro parole hanno saputo tracciare dettagliatamente tutta la vita e la carriera professionale del premiato. E commovente è stato l’intervento del Prof. Toaff, “uscito dal cuore, per entrare nel cuore”, che con straordinaria saggezza ed ironia ha saputo presentare il ricordo di quei difficili giorni lontani, co n lucida precisione, ma senza rancori nei confronti di alcuno. Per tutto questo, e mol- to altro ancora, l’ALAP ha voluto riconoscere e premiare il suo ruolo di guida spirituale e morale del XX secolo, di protagonista della vita italiana, di sostenitore dell’incontro e del dialogo tra le diverse religioni. Non è mancata a questo significativo appuntamento la partecipazione dell’amico di sempre, Carlo Azeglio Ciampi, della signora Franca e di molte autorità accademiche e politiche. . Elio Toaff e Attilio Salvetti Edward Burman, British and a Cambridge graduate, has lived in Beijing for nearly four years, after over twenty years in Italy. He is a Director of Brainspark Plc, a listed London investment company, and is currently engaged in establishing their new £ 30 million China Fund. …segue dalla prima pagina La Facoltà si conferma polo di attrazione di giovani talenti. Un dato che conferma l’ottimo livello medio delle Scuole toscane, anche se ovviamente va inquadrato, a livello nazionale, anche in riferimento agli aspetti sociali, culturali ed economici di contesto. Ma è un risultato al quale ha anche fatto gioco l’ottima preparazione degli studenti provenienti da altre regioni nella consistente complessiva misura del 33% circa. Alla eccezionale prestazione della pattuglietta di studenti lombardi, uno 0,54 % che consegue un punteggio medio di ben 38,63, fanno degno contorno i gruppi dell’Umbria (1,25%) con 35,66 e del Lazio (1,86%) con 35,57 di media. Da segnalare poi gli studenti di Emilia-Romagna (0,54%), Liguria (5,35%) e Molise (0,80%), tutti con punteggi sopra la media di sede. Ma determinante è stata anche l’ottima prestazione dei consistenti gruppi provenienti da Sicilia, Calabria e Puglia, tutti con numerosità fra il 4 ed il 5,5% e tutti con punteggi molto elevati rispetto alla media nazionale.Oltre alla media più elevata rispetto al valore nazionale, la distribuzione dei punteggi “pisani” presenta una significativa estensione della “coda” verso i valori di elevati, cioè una maggior presenza di studenti “eccellenti”. Non a caso la Facoltà ha approntato da alcuni anni, a prezzo di un notevole sforzo organizzativo, l’offerta formativa aggiuntiva dei Percorsi di Eccellenza (PE), intesi a dare a questi giovani opportunità in più e maggiore consapevolezza del proprio valore. Nel complesso quindi, si tratta di un successo notevole per la Facoltà e, non va sottovalutato, per il sistema formativo pisano, che conta anche sul richiamo esercitato da Scuole prestigiose come la Scuola Superiore Sant’Anna e la Normale. . A Pisa si studiano nuovi sistemi per automatizzare i processi dell’industria conciaria di Gino Dini, ([email protected]), Franco Failli, ([email protected]) Dini Failli L’industria conciaria rappresenta, come è noto, uno degli elementi portanti dell’economia della provincia di Pisa e la sua rilevanza si estende sia a livello nazionale che internazionale. La filiera ad essa collegata non si occupa solo strettamente della vera e propria fase di concia delle pelli animali, ma anche delle fasi successive di rifinizione, taglio, assemblaggio e realizzazione del prodotto finale (calzature, borse, abiti, allestimenti interni di autovetture, ecc.). Nel comparto specifico della lavorazione della pelle, ed in parti- colare per quanto riguarda le fasi che vanno dal trattamento della materia prima proveniente dal macello fino alla realizzazione di un semilavorato per industrie calzaturiere e pelletterie, circa l’80% delle operazioni è svolto manualmente ed ai lavoratori è richiesto di far fronte a svariate condizioni di lavoro anche gravose ed in ambiente disagevole. Si intuisce pertanto la potenzialità dell’automazione in questo settore, che porterebbe ad una ottimizzazione del processo produttivo, con un aumento di competitività nei confronti dei paesi emergenti a basso costo di manodopera, e ad un incremento della sicurezza nell’ambiente di lavoro. L’ostacolo principale che rallenta lo sviluppo in questo senso è costituito dalla difficoltà di movimentare le pelli, dato che esse non hanno una forma regolare, sono flessibili, sottili e delicate; questi aspetti sono tutt’altro che trascurabili e, in particolare, la delicatezza della superficie della pelle implica un accurato studio per la definizione di una corretta metodologia di afferraggio, affinché il dispositivo di presa utilizzato non risulti in condizione di pregiudicare l’integrità e la qualità della pelle manipolata. Sotto la spinta delle considerazioni svolte in precedenza, presso la Sezione Produzione del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione è in corso una attività di ricerca coordinata dal Prof. Gino Dini con la collaborazione dell’Ing. Franco Failli e dell’Ing. Federico Sebastiani, avente lo scopo di realizzare un dispositivo capace di automatizzare la fase di movimentazione delle pelli e, in particolare, di permettere a queste di essere afferrate da una catasta e caricate automaticamente sulla macchina di lavorazione. Le fasi principali del lavoro hanno riguardato la realizzazione di ventose in materiale siliconico dal disegno speciale, realizzato appositamente per garantire un sicuro afferraggio delle pelli anche sotto carichi elevati e con le notevoli deformazioni tipiche del processo di manipolazione e, successivamente, il progetto e la realizzazione di un dispositivo (brevetto n.PI/2005/A/000132) capace di assicurare una corretta stesura della pelle sul piano di caricamento di alcuni tipi di macchine di processo. La manipolazione della pelle avviene grazie all’uso di un manipolatore industriale, sul quale è montato un apposito telaio che permette l’uso contemporaneo di più ventose, disposte in modo da ottimizzare la presa sulla superficie della pelle. L’intera ricerca e la realizzazione di un primo prototipo è stata resa possibile grazie ad un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa. Il funzionamento del dispositivo stenditore può essere sintetizzato attraverso le seguenti fasi: • il robot afferra tramite l’organo di presa una pelle posta sulla catasta di caricamento; • il robot posiziona la pelle con i lembi cadenti sopra i due cilindri, entrambi in posizione retratta; • i cilindri gonfiabili si espandono assialmente, permettendo alla pelle di distendersi nella medesima direzione; • l’organo di presa rilascia la pelle che così si trova direttamente adagiata sui cilindri in posizione espansa; • i cilindri ruotano e contemporaneamente si abbassano, permettendo alla pelle di distendersi sopra i nastri convogliatori; • la pelle abbandona definitivamente i cilindri e continua la sua traslazione appoggiata sui nastri convogliatori che la trasporteranno verso le stazioni di lavorazione. L’intero sistema è attualmente in fase di sperimentazione, perfezionamento e messa a punto e la speranza degli autori è quella di ottenere in breve tempo un dispositivo affidabile e capace di soddisfare le richieste di automazione del settore. . L’Ordine del Cherubino al Prof. Giorgio Curzio di Santo Francesco Bordone, (s. [email protected]) Attrezzatura sperimentale per manipolazione pelli L’ angolo del sorriso L’Inglese… questo sconosciuto What the British say: What the Italian understands: What the British meant: • I hear what you say • He accepts my point of view • I disagree and do not want to discuss it further • That’s not bad • That’s poor or mediocre • That’s good or very good • I was a bit disappointed that… It is a pity that… • It doesn’t really matter • I am most upset and cross • I’ll bear it in mind • He will probably do it • I will do nothing about it • This is an original point of view • He likes my ideas • You must be crazy di Livio Accattatis, ex allievo, Shell Londra Il Senato Accademico ha conferito l’Onorificenza dell’Ordine del Cherubino al Prof. Ing. Giorgio Curzio. La cerimonia di conferimento si è svolta il 17 febbraio in occasione della inaugurazione dell’Anno Accademico. Giorgio Curzio nato a Pola il 18/12/1938, laureato in Fisica presso l’Università di Firenze il 13/3/1962, a partire da quell’anno ha svolto tutta la sua carriera presso la nostra facoltà dove è professore ordinario del settore “Misure e Strumentazione Nucleari” e tiene corsi di Radioprotezione e di Misure Nucleari nei Corsi di Laurea e Specialistica in Ingegneria Nucleare della Sicurezza Industriale. Presso il Laboratorio di Misure Nucleari del Dip. di Ingegneria Meccanica, Nuleare e della Produzione il Prof. Curzio guida un gruppo di ricerca le cui principali attività sono attualmente: spettrometria e dosimetria neutronica mediante rivelatori di tipo innovativo, sviluppo e standardizzazione di tecniche di misura di radioattività ambientale, dosimetria e radioprotezione del paziente in terapie radianti, progettazione e realizzazione di canali di irraggiamento per terapia neutronica e caratterizzazione dei relativi fasci di irraggiamento. . il M.co Rettore e il Prof. Curzio Il Prof. Michele Lanzetta membro del CIRP di Santo Francesco Bordone, (s. [email protected]) Il Prof. Michele Lanzetta è stato nominato membro associato del CIRP, Accademia Internazionale di Ingegneria della Produzione (http://www.cirp.net), che ha la finalità di promuovere la ricerca e le relative applicazioni industriali nel campo delle tecnologie e dei sistemi produttivi. Fondato nel 1951, vi appartengono 500 membri, professori universitari e alti rappresentanti di grandi aziende da 46 paesi. Sono già membri effettivi il Prof. Marco Santochi e il Prof. Gino Dini, e ne fu Presidente il Prof. Carro Cao nel 1971-72. La nostra Facoltà ospiterà la 60a assemblea generale nel 2010. Una precedente assemblea generale del CIRP fu ospitata nella nostra Facoltà nel 1970: si concluse con un concerto al Camposanto Monumentale che i Pisani non hanno dimenticato. . Un MBA negli USA di Christian De Pace, ([email protected]) prestigiosa permette di accelerare il percorso di carriera, dando accesso a posizioni che altrimenti richiederebbero molti più anni di esperienza. Questo è solo un punto di partenza, sta all’abilità di ognuno evitare che diventi un precoce punto di arrivo! L’MBA permette inoltre di acquisire competenze in numerose discipline (tra le altre economia, marketing e finanChristian De Pace za), soddisfacendo così, almeno Quando il Professor Bordone in parte, la sete di conoscenza mi ha proposto di partecipare di chi ha stimoli sufficienti per al dibattito sui master post-uni- rimettersi in gioco e non sentirsi versitari approfittando della mia mai arrivato. esperienza di studente di MBA Non va poi sottovalutato l’aspetpresso l’Università di Yale, USA to sociale e culturale, soprattutto (dove ho cominciato nel 2005 e se si studia all’estero: conoscere finirò nel 2007), ho accettato con e confrontarsi con persone dalle entusiasmo, sperando di offri- origini, itinerari e destinazioni re utili punti di riflessione a chi diverse permette di ampliare le volesse intraprendere la stessa proprie vedute ed arricchire le proprie opinioni. strada. Dopo la laurea in Ingegneria La crescita umana che ne conseMeccanica indirizzo Produzione, gue non può che influenzare posono stato assunto da una società sitivamente il professionista che di consulenza strategica dove ho prenderà il posto dello studente. maturato un’esperienza profes- Quanta esperienza bisogna avere sionale intensa e particolarmen- maturato prima dell’MBA? te formativa e dove ho avuto la È essenziale affrontare il master possibilità di guadagnarmi una avendo la giusta voglia di impasponsorship per frequentare un rare e rimettersi in gioco. MBA. Di seguito riporto quidi le In genere questi stimoli emerrisposte ad alcune delle domande gono dopo alcuni anni di lavoro, che potrbbe porsi chi fosse inte- quando la ricerca di nuove sfide alimenta la voglia di crescere. ressato a tale master. Anche dal punto di vista accadePerché un MBA? Frequentare un MBA richiede mico è opportuno avere maturato un notevole investimento, sia in una significativa esperienza protermini economici che di tempo fessionale prima di frequentare (occorre infatti “sacrificare” uno o l’MBA, in modo da adottare un due anni di attività professiona- approccio pratico e concreto, e le). Mentre la sponsorship mi ha non solo teorico. permesso di diminuire notevol- Molte lezioni sono arricchite mente il peso dell’investimento dalla discussione delle esperienze economico, ho comunque dovuto maturate dagli studenti: in quegiustificare il secondo (tenendo sti casi è indubbiamente molto presente che “il tempo è una ri- utile potere collegare quanto si sorsa scarsa e non rinnovabile”, sta studiando con le situtazioni Bordone docet!). Professional- realmente vissute. Anche se raramente, un MBA in una scuola mente le scuole impongono una soglia minima, è consigliabile avere maturato dai due ai cinque anni di esperienza professionale prima di frequentare un MBA. Come scegliere la scuola? Dalla scelta delle scuole dove fare domanda di ammissione potrebbero dipendere il luogo dove si passeranno uno o due anni della propria vita, le persone con le quali si condividerà l’esperienza, cosa si imparerà e quali sbocchi si apriranno alla fine del master. La mia scelta è stata guidata da questi quatto aspetti, ed è stata ponderata acquisendo informazioni presso ex-studenti di varie scuole e tramite internet. Alla fine ho scelto Yale perchè: •L’Università è situtata a New Haven, Connecticut, a metà strada tra New York e Boston. La città è piuttosto piccola, ideale per chi preferisce evitare le metropoli. •Ho ricevuto pareri molto positivi sul genere di persone che frequentano questo MBA e sulla sua cultura (collaborazione invece che competizione, amicizia piuttosto che networking). •L’offerta didattica è molto valida, soprattutto nel campo della finanza, argomento che da buon Ingegnere Meccanico non avevo mai avuto l’opportunità di approfondire. •Yale è stabilmente tra le top ten nelle varie classifiche delle Business School, il che si traduce nell’aumentare le probabilità di avere accesso alle offerte di recruiting di numerose aziende. Come funzionano le application? Il processo di application è lungo e laborioso. Tutto incomincia con il TOEFL (test d’inglese) ed il GMAT (test matematico-attitudinale). Essendo i due test in inglese, bisogna mettersi al passo con la lingua. Comincia poi il processo di application vero e proprio, che in genere consiste Manager Didattico (?) Coordinatore Didattico (?) Ufficio Coordinamento Didattico (?) di Gionata Carmignani, ([email protected]) Fino a non molto tempo fa l’università era costituita da docenti e studenti (che altro serve ci si potrebbe chiedere). Poi gli aspetti collegati alle questioni didattiche si sono sviluppati, ampliati ed “esplosi” soprattutto in virtù dell’applicazione della riforma universitaria. Orientamento, tirocini, rapporti formalizzati con il mondo del lavoro per la collocazione dei laureati, progetti di finanziamento collegati a percorsi formativi, valutazione, accreditamento e gestione dei siti internet e della comunicazione dei corsi di studio sono alcuni nuovi argomenti con cui chi vive attorno ad un corso di laurea (studenti, docenti, famiglie, imprese) ha a che fare quotidianamente. La figura del Manager Didattico (il termine è stato coniato dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), recepito come Coordinatore Didattico nella redazione di un certo numero di composizioni o “essay” (in genere tra tre e sei, a seconda della scuola) e nel trovare due o tre persone che accettino di scrivere una “recommendation letter”, sperando che la infarciscano di complimenti in modo da aumentare le chances di essere ammessi al passo successivo: il colloquio. Se il colloquio ed il resto dell’application hanno esito positivo il sogno si realizza... e comincia l’incubo dell’enorme carico burocratico necessario prima dell’inizio del master, ma questa è un’altra storia… Come sono le lezioni di un MBA? L’interazione tra studenti e docenti è molto importante. I commenti in classe sono più che benvenuti, e spesso sollecitati tramite “cold calls” (domande indirizzate ad un particolare studente… vietato dormire in classe!). Un altro elemento importante è la concretezza del contenuto: si evita di perdersi in tediose dimostrazioni o studi troppo teorici, ma ci si focalizza su poche cose cercando di farle bene, in modo che siano immediatamente applicabili. Ogni studente gode poi di ampia libertà nel definire il proprio percorso di studio, scegliendo che esami includere e se specializzarsi in un dato campo oppure acquisire una preparazione più ampia e generale. Quali altre esperienze si possono fare durante un MBA? Ogni business school offre vari club gestiti da studenti e riguardanti i campi più disparati, dalla finanza allo sviluppo comunitario passando per l’hockey su ghiaccio. È così che nell’anno passato ho partecipato a progetti di consulenza per lo sviluppo locale, fatto parte dell’organizzazione di uno spettacolo allestito per fund raising, partecipato a progetti di sviluppo per il Madagascar (incluso viaggio sul posto), eseguito il mio summer internship presso una ONG in Perù, lavorato nel bar della scuola (anche questo per fund raising) e giocato a calcio, basket ed hockey. Per inciso, durante gli anni di ingegneria ho soltanto giocato a calcio con una squadra amatoriale . Quali sono gli sbocchi professionali con un MBA? Una volta deciso che cammino professionale intraprendere, le opportunità di impiego sono numerose. Un vasto numero di aziende effettua “on campus recruiting”: si possono tentare le proprie chance presso le migliori banche di affari (Goldman Sachs, Merrill Lynch…), società di consulenza (McKinsey, BCG…), società di beni di consumo (P&G…) e tante altre. È anche possibile accedere a numerosissime altre aziende, o sfruttando il network di ex-studenti o contattandole direttamente, forti del fatto che l’MBA da almeno l’opportunità di essere ascoltati. Purtroppo l’avere accesso a tante porte non significa che si abbia l’abilità (o la fortuna) di riuscire ad aprirle. Cercare un impiego è un lavoro! dall’ateneo pisano è stata istituita dal 2002 presso molte università italiane proprio per gestire, promuovere, controllare le attività sopra indicate. Nell’ateneo pisano in media un Coordinatore Didattico lavora per 5-6 corsi di laurea e laurea specialistica. In questi anni le esigenze degli studenti, ma anche dei docenti (supporto per organizzare le attività didattiche) sono cresciute molto e in alcuni dipartimenti (dove i coordinatori didattici hanno trovato collocazione) stanno crescendo strutture di supporto alla didattica costituite dal coordinatore e da personale molte volte esterno e a contratto. Queste strutture non formalizzate sono delle vere e proprie segreterie di gruppi di corsi di laurea che per varie ragioni hanno come riferimento un medesimo dipartimento. Un esempio nato fin da prima della riforma universitaria è l’ufficio di Coordinamento Didattico del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione (http://coordinamento.ing.unipi.it). Conclusione Penso sinceramente che, per coloro che siano adeguatamente motivati, l’MBA sia un buon investimento, sia economicamente che umanamente. La combinazione di insegnamenti accademici, networking ed esperienze di vita maturati durante il corso avrà sicuramente un forte impatto sulla vita, professionale e non, di quanti decidano di intraprendere questa strada. . . L’ingegnere nel Regno Unito di Livio Accattatis, ([email protected]) Livio Accattatis La mia esperienza lavorativa nel Regno Unito (UK) ebbe inizio nel Luglio 1996. Ero fortemente interessato ad una carriera lavorativa all’estero e l’opportunità me la procurai da solo dopo un paio d’anni di esperienza lavorativa in Italia come Ingegnere Chimico, mandando il mio curriculum a diverse aziende ed agenzie di reclutamento in UK. L’orientamento per l’UK divenne chiaro a seguito della positiva esperienza fatta da studente con il progetto Erasmus. L’apertura del mercato lavorativo nella Comunità Europea è stato un passo importante, che ha reso possibile intraprendere carriere internazionali anche per iniziativa dei singoli, non più soltanto all’interno di istituzioni e aziende. La posizione dell’ingegnere in UK è piuttosto diversa da quella Italiana. Gli Ingegneri Ingle- si mediamente conseguono la laurea in tre anni (BEng), quelli Scozzesi in quattro. Il numero di laureati britannici è maggiore che in Italia. L’Italia ha un curriculum nazionale per gli Ingegneri, mentre gli istituti universitari in UK hanno maggiore libertà (http:// ec.europa.eu/ploteus/portal/searchcustom.jsp per maggiori informazioni sul sistema UK - ricerca in Education Systems). L’ingegnere-tipo a cui mi riferisco in questo articolo è l’insieme del pool dei laureati tecnici - dal BEng o laurea breve in su. Questo perchè, almeno nel settore privato, maggiori qualifiche danno crediti solo se corroborati da una buona performance in azienda. I vantaggi delle maggiori qualifiche emergono sulla lunga distanza se riflettono maggiori capacità e preparazione delle persone. L’ingegnere laureato italiano, in particolare se sceglie il corso di 5 anni, ha una buona preparazione teorica. La formazione dell’ingegnere britannico è più bilanciata tra teoria e pratica - cosa generalmente apprezzata dalle aziende. Il Corso di Laurea italiano tende a preparare gli ingegneri “a tutto campo” nei vari settori dell’ingegneria. Questo si riflette nelle capacità e maturità degli ingegneri neolaureati Italiani, ma non è sempre valorizzata in sede aziendale anche a causa del maggiore tempo richiesto per laurearsi. Una volta entrato sul mercato del lavoro, l’ingegnere britannico tende a focalizzarsi maggiormente in ambito tecnico-scientifico piuttosto che manageriale. L’ingegnere Europeo “continentale” spesso è un candidato all’alta dirigenza aziendale, mentre in UK le alte cariche aziendali sono tipicamente occupate da altre professionalità (finanziarie e legali). Comunque gli ingegneri intraprendono spesso ruoli gestionali tecnico/operativi di alto livello, e.g. project manager, exe- se ne toccano gli estremi. Mi è capitato di trovarmi in un’azienda durante periodi di mobilità del personale ed ho vissuto direttamente l’impatto della mobilità sulla vita personale e professionale dei miei colleghi. La mia conclusione in base alla mia esperienza è che nel bilancio la flessibilità è un fattore positivo per il mercato del lavoro professionale come il nostro, in quanto rende possibile per le aziende assumere liberamente quando le cose vanno bene - il che accade molto più di frequente del contrario. Esistono dei buoni meccanismi di gestione correttiva degli cutive vice-president, etc. La flessibilità del mercato del lavoro è maggiore che non in Europa continentale, più vicino al sistema Americano anche se non esuberi, di aiuto e supporto al ricollocamento interno ed esterno del personale in esubero che attenuano le conseguenze più negative e facilitano il reinserimento struttura e la attività del centro di servizi informatici e mi propongo di presentare nei prossimi numeri altri centri di servizi. Il giornale diventa sempre più un periodico di opinione. Sono particolarmente orgoglioso della rubrica “ I Grandi Maestri”. Alcuni non giovanissimi ex allievi mi hanno confessato la loro commozione nel rivedere le fotografie e leggere il cursus degli ex Maestri e nel ricordare l’esame sostenuto, le lezioni frequentate e gli insegnamenti che spesso andavano ben al di fuori della materia insegnata. Io, che per avere studiato a Torino non ho sostenuto i loro esami, ho rivisto con commozione le fotografie di quei Maestri, ormai scomparsi, che avevo conosciuto più da vicino ed avevo ammirato. Questa impostazione del giornale ha trovato il consenso degli ex allievi, specie dei giovani e specie di quelli che lavorano all’estero. Non è raro che dopo qualche ora dall’avere inviato una mail nella quale comunico che il nuovo numero del giornale è in rete, riceva una mail da un ex allievo “ Già scaricato, lo porto a casa per leggerlo in tranquillità”.A partire dalle ultime sessioni di laurea del 2006, una lodevole iniziativa del Preside ha premiato i Laureati specialistici con 110 e la lode, con la iscrizione gratuita per due anni all’ALAP e l’abbonamento al giornale. Il giornale ha punti di debolezza, che cercherò man mano di superare. La distribuzione è ancora casuale; una recente indagine mira a migliorarla ed è mio desiderio fare si che raggiunga quasi tutti gli ex allievi ma … sono proprio tanti. Il giornale è però da subito consultabile in rete e di questo ringrazio l’Ing. Stefano Lodi Rizzini. Un altro punto di debolezza è costituito dal provenire la maggior parte degli articoli e delle notizie dall’area meccanica; è auspicato che anche le altre aree della facoltà contribuiscano in maggior misura al giornale che è il giornale di tutti. Articoli, notizie e foto che pervengono superano ormai, in numero ed in lunghezza, lo spazio disponibile, e credo che – zitto zitto come prima – cercherò più spazio. Mentre posso considerare molto soddisfacente lo stato dell’arte del giornale non credo di potere guardare con uguale soddisfazione il secondo sottoprogetto, la organizzazione di eventi che favoriscano l’incontro degli ex allievi. Ricordo che nella riunione dell’ottobre 2004 avevo proposto e promesso di organizzare qualche visita a laboratori, aziende, impianti produttivi. Non è stato fatto nulla perchè le visite ad aziende e ad impianti possono essere fatte in giorni feriali, quando gli ex allievi, ad eccezione dei pensionati, sono impegnati dal lavoro. Ed allora avrei una idea, non mia, ma che copio da quanto fanno alcune delle maggiori Business School. Organizzare una giornata di studio (sottolineo di studio) da svolgere una volta l’anno di sabato, nel quale due o tre docenti di eccellenza scelti per le posizione di vertice e per i risultati raggiunti, tengono lezioni su argomenti di grande at- Henley Management College, Oxfordshire, G.B. rapido nel mercato del lavoro - i colleghi in mobilità ritrovavano lavoro entro qualche mese, spesso a condizioni migliori. Rispetto ad altre possibili destinazioni Europee, l’UK offre il vantaggio della lingua Inglese, ormai l’Esperanto dell’ingegnere globale. La maggior parte delle grandi aziende anche in paesi come Francia e Germania usano l’Inglese come lingua interna, però nella vita quotidiana occorre conoscere la lingua del paese ospite. La conoscenza dell’Inglese è quindi essenziale ma non necessariamente a livello molto avanzato. L’Inglese tecnico è abbastanza accessibile e per capirsi sul lavoro una conoscenza intermedia è sufficiente per incominciare. Per fare carriera occorre però piena padronanza della lingua. In conclusione, la mia esperienza di lavoro in UK è estremamente positiva e la considero oramai la mia soluzione professionale e personale di lungo periodo. È difficile riassumere tutti gli aspetti di una problematica complessa in poche righe, per cui invito i lettori interessati a contattarmi direttamente per ulteriori informazioni. Livio Accattatis è Principal Consultant Shell Global Solutions, Londra. . …segue dalla prima pagina Cari Lettori… zitto per non farlo troppo notare, da otto a dodici pagine, con un incremento del 50%, e la linea redazionale è stata sostanzialmente modificata. Sono diminuite le notizie sui fatti della facoltà e sono aumentati gli articoli di contenuto generalistico e che interessano in particolare i nostri giovani laureati. Nel precedente numero un nostro giovane laureato ha esposto, sulla base della sua esperienza personale, quale può essere il ROI di un MBA, ed in altro articolo sono stati discussi i vantaggi ed i pericoli professionali di un lavoro all’estero. Molta attenzione è stata rivolta alla crescente internazionalizzazione della nostra facoltà e dei nostri studenti, e ad una delle tante possibilità di esperienza all’estero, il progetto Marie Curie. Hanno trovato posto articoli tecnici di docenti che illustrano attività di ricerca dei loro dipartimenti. Sono stati illustrati accordi con aziende per collaborare alla formazione professionale dei nostri studenti. È stata illustrata la tualità e di contenuto generalistico oppure specialistico di interesse di una largo numero di ingeneri. Il sabato mattina potrebbe essere dedicato a due o tre lezioni. Poi il pranzo e nel pomeriggio, se se ne ha ancora voglia, si può continuare a studiare. Pisa ha ottime strutture alberghiere che permettono di trascorrere un piacevole fine settimana, e la Facoltà ci ospiterà nella stessa Aula Magna della laurea. Ho fatto l’esperienza di questa formula al CEDEP di Fontainebleau: è valida ed è una ottima occasione di incontro. Potremmo organizzarla in settembre o ottobre 2007, ma per farlo ho bisogno del vostro entusiastico consenso e della conferma dai volontari e dalle loro aziende disponibili a collaborare. Concludo questa lettera con un augurio, di Buon e Successful Anno 2007, che vi perverrà fuori tempo, ma che io esprimo oggi, 2 gennaio, scrivendo questo articolo. Il Vostro SFB . 50 anni di telecomunicazioni italiane nel mondo di Guido Paoli, ([email protected]) La celebrazione delle mie nozze d’oro con la laurea al Palazzo dei Congressi di Pisa nel 2006 mi ha fatto ripensare alla mia vita di lavoro nella SIRTI, la maggiore società di ingegneria e impiantistica italiana nelle telecomunicazioni. Mi sono reso conto innanzitutto che avevamo la “consapevolezza” dell’importanza del nostro lavoro e l’orgoglio della appartenenza ad una nazione ed ad un grande gruppo industriale, la STET, ai primi posti nelle telecomunicazioni mondiali. L’esaltazione del boom economico è venuta assai più tardi, ma già sapevamo dalle riviste americane (il Bell System Technical Journal!) qual’era lo sviluppo tecnologico che ci aspettava. Ma soprattutto ho vissuto una evoluzione delle Telecomunicazioni senza eguali, dalla telefonia larghe, fino a 60 MHz (13.500 canali) e con passo di amplificazione di 1,5 Km, una follia, ed i Ponti Radio a 4 GHz, poi a 6, 7, 11 GHz, e le stazioni per comunicazione via satellite. Ed infine le fibre ottiche, supporto ideale per flussi numerici a velocità sempre più elevata, che hanno fatto fuori (salvo qualche nicchia) tutti gli altri sistemi. Per la sua specificità, la SIRTI ha sempre avuto rapporti di collaborazione con le manifatturiere, e molta ricerca e sviluppo veniva fatta in Italia sulla scia dell’evoluzione negli USA; vale la pena di ricordare alcune attività, forse poco note. L’Italtel aveva due poli di ricerca, il Laboratorio Ponti Radio, notevole per la qualità dei tecnici e delle dotazioni, che sviluppò a fine anni ’50 un PR a 7 GHz di ottime caratteristiche, e il Centro di Castelletto che col progetto Proteo sviluppò la prima centrale di commutazione numerica in Italia, che poi ha dato origine alla serie UT. La Telettra era una fabbrica di medie dimensioni, un piccolo gioiello di tecnologia, che fra l’altro sviluppò i primi PR PCM in Italia; divenuta poi di proprietà Alcatel, produce su commesse della casa madre, ma non ha più lo smalto che la distingueva. La Pi- Antenna satellitare in Argentina a frequenza vocale su cavi a coppie simmetriche, alla trasmissione dati ad alta velocità su fibra ottica. Chi ricorda più oggi cos’è un cavo Patterson, una cassa Pupin, un’arpa, una bobina traslatrice? Poi sono arrivati i sistemi in cavo coassiale con bande sempre più relli ha venduto il settore cavi, ma già in precedenza aveva venduto alla Corning Glass il laboratorio fibre ottiche con tutti i propri brevetti, fra cui l’amplificatore ottico che utilizzava una fibra drogata con Erbio, il fiore all’occhiello della serie di accessori per i cavi. La GTE era nota, non solo in Italia, per i suoi PR a grande capacità e per gli apparati ed antenne per le stazioni terrestri per satelliti: che pena, passando oggi per la Padana Inferiore, vedere fabbrica ed uffici tutti vuoti! La FACE era forse la fabbrica che più di ogni altra aveva contribuito con i propri apparati alla nuova rete italiana a lunga distanza; rimasta poi ai margini del- con partner locali, sia in JointVenture o Consorzi con Pirelli, Telettra, Italtel, GTE, Marconi etc., non si possono non ricordare le tre più significative realizzazioni. Il primo gruppo di impianti comprende le Stazioni Terrestri per Comunicazioni Via Satellite, realizzate fra il 1967 e il 1985 tramite il Consorzio STS (Satellite Telecommunications Systems) AXE 10 della Ericsson collaudate al mondo con la nuova tecnologia digitale a canale comune CCITT n° 7), manutenzione ecc. per un importo globale valutabile in oltre 600 MUS$. Nel 1979 il consorzio Pirelli, SIRTI, Telettra acquisì il contratto per il Coaxial Cable Project in Libia, con progetto e materiale tutto Italiano, con la sola eccezione delle stazioni di energia Aratro posacavi in Libia la conversione alla tecnica numerica, è lentamente scomparsa. La Marconi Italiana era la più piccola delle fabbriche Italiane di TLC, ma era sempre pronta a cogliere delle opportunità in nicchie particolari, come i sistemi a riduzione di ridondanza per i canali video, o le matrici per il reistradamento dei circuiti su vie di recovery. La SIRTI nel dopoguerra ha affrontato il pesante compito della ricostruzione della rete con poche centinaia di dipendenti arrivati a quasi 12.000 negli anni ’80 con i grossi lavori all’estero. Il vero inizio delle attività della SIRTI in campo internazionale fu l’imponente progetto “ACE HIGH” della Nato, costituito da una dorsale radio troposcatter a 800 MHz fra l’estremo Nord della Norvegia e il confine Est della Turchia, con vari collegamenti secondari a 7 GHz, di cui la SIRTI progettò e realizzò negli anni dal ’58 al ’64 le tratte in Italia e Grecia. Per l’epoca fu certamente un progetto all’avanguardia, sia per la tecnologia che per le dimensioni, non più eguagliate in Europa; ma fu anche il frutto degli investimenti in risorse umane e tecnologia che la SIRTI fece a partire dall’immediato dopoguerra. Sorvolando per motivi di spazio sui molti impianti realizzati in varie parti del mondo, sia costituendo Società costituito fra SIRTI, ITALTEL e GTE in pieno boom delle comunicazioni intercontinentali. Complessivamente nei 5 Continenti furono fornite “chiavi in mano” 23 Stazioni con antenne Standard A (Ø 32 m), ed una quantità di antenne di diametro inferiore, per i networks INTELSAT, INMARSAT, EUTELSAT e ARABSAT: progetto, apparecchiature e lavoro italiano. Per le Stazioni Standard A la SIRTI sviluppò l’intero progetto di struttura meccanica e movimentazione d’antenna, lo studio, ingegnerizzazione ed integrazione dei sistemi di trasmissione (ITALTEL) e ricezione (GTE), e il sistema di alimentazione. Nel 1973 iniziò l’avventura Arabia con il “Backbone”, un collegamento di 1400 Km in cavo coax fra Dammam, Riyadh e Taif, e un Ponte Radio a 4 GHz 2+1 fra Taif, Mecca e Jeddah. È curioso notare che il paese, privo fino ad allora di comunicazioni interurbane, apprezzò talmente la novità che saturò immediatamente tutti i circuiti, utilizzandoli fra l’altro per tempi indefiniti, poiché al momento non esistevano tariffe a tempo, e facendo saltare tutte le previsioni di traffico. La porta dell’Arabia era aperta e, costituita nel 1976 la SARTELCO, fu acquisita una gran quantità di lavori in cavo coax, fibra ottica, ponti radio, commutazione (le prime inglesi. Merita ricordare i principali numeri: 104 nuove centrali prefabbricate in un cantiere realizzato a Tripoli, 7.000 Km di scavi, 11.000 Km di cavo coax, 4.000 Km di cavo a coppie, 16.700 Km di sistemi a 12 e 4 MHz, 55.000 terminali di canale, 1.520 contenitori interrati per ampificatori di linea, ecc. In assoluto il maggior lavoro SIRTI all’estero. Nell’ultimo decennio il panorama è completamente cambiato: non si fanno più i grandi impianti in Ponte Radio, fra l’altro perché le frequenze sono divenute necessarie per una serie di applicazioni mobili; la tecnica numerica su fibra ottica è divenuto il principale sistema di telecomunicazioni fisse; la debolezza del dollaro ha ridotto la competitività internazionale degli operatori in area Euro. Malgrado ciò, la SIRTI ha recentemente acquisito importanti progetti da realizzare in Arabia Saudita per Saudi Aramco, ed in Libia per la LPTIC, adattando le strategie operative alla nuova situazione di mercato. Evidentemente l’industria italiana delle TLC ha ancora qualche freccia al proprio arco! L’Ing.Guido Paoli ha operato per oltre 40 anni nella SIRTI, occupando varie posizioni operative e di staff, fra cui responsabile della progettazione dal 1977. . Un Dottorato negli USA Il Premio Andrea Lepori di Lapo Filippo Mari, ([email protected]) Ho sempre desiderato fare un’esperienza di studio all’estero. Durante gli studi universitari il mio interesse per l’ingegneria meccanica è andato sempre crescendo così che ho deciso di continuare a studiare con un dottorato di ricerca. La scelta di farlo negli USA è derivata dal mio desiderio di studiare all’estero e dal fatto che attualmente le università americane detengono il primato nella ricerca a livello mondiale. Fu così che una settimana dopo la laurea specialistica in Ingegneria Meccanica, a 24 anni appena compiuti, partii alla volta degli Stati Uniti per proseguire gli studi nel campo della meccanica dei materiali con un Ph.D. (Philosophiae Doctor, equivalente anglossassone di “dottorato di ricerca”) in Mechanical Engineering presso la Northwestern University. Questa è un’università privata situata in una zona urbana a nord di Chicago (Evanston, Illinois); i dipartimenti di ingegneria meccanica, ingegneria civile, ingegneria industriale, chimica, scienza dei materiali ed economia rientrano costantemente nei primi 10 posti delle classifiche statunitensi. Con circa 8000 studenti di primo livello, 7000 di dottorato e circa 7000 dipendenti tra professori e tecnici, la Northwestern University è un’università americana di dimensioni medie. L’ammissione al Ph.D. Il processo di ammissione al Ph.D. negli USA è molto differente da quello italiano; con qualche piccola differenza quanto segue vale anche per gli altri paesi anglofoni (UK, Irlanda e Canada). L’ammissione è basata su un concorso per soli titoli (pubblicazioni, carriera scolastica, lettere di presentazione, ecc.) che avviene circa un anno prima dell’inizio del programma; ogni università bandisce i propri termini per la presentazione delle domande ma generalmente questi cadono tra la fine di novembre e la prima metà di dicembre dell’anno precedente. Agli studenti è richiesto un esame di matematica e logica elementari (GRE) e, per gli studenti internazionali, un esame di lingua (TOEFL). Questo significa che per iniziare il Ph.D. subito dopo la laurea italiana è necessario preparare le domande e sostenere gli esami con largo anticipo. Io ho iniziato ad informarmi sugli argomenti di ricerca nelle varie università statunitensi durante il primo anno della laurea specialistica ed ho sostenuto i due esami richiesti all’inizio del secondo. Le informazioni sulla ricerca svolta dai singoli gruppi sono ottenibili sui loro siti ed in particolare leggendo le pubblicazioni più recenti. Durante il processo d’ammissione, dopo una prima scrematura che si basa solamente sui titoli e sulle lettere di presentazione, i candidati vengono contattati telefonicamente per un breve colloquio. È bene essere consapevoli che l’ammissione in una delle 10- di di arricchirsi anche sul piano non prettamente professionale. D’altro canto è richiesto un impegno grande sia come intensità sia come durata (il Ph.D. dura in media 5-6 anni) il che comporta vivere lontano da amici e familiari per periodi lunghi. Gli studenti in possesso della Laurea Specialistica (riconosciuta come Master of Science) devono seguire 9 corsi di livello avanzato, Graduation Day 20 università più prestigiose è piuttosto difficile a causa della concorrenza spietata che viene prevalentemente dall’oriente (India, Cina), dall’est europeo e dall’America Latina. Per quasi tutti gli studenti di Ph.D. le tasse universitarie (alla Northwestern University sono circa 35.000 $ all’anno) vengono pagate dal proprio advisor (relatore) con i fondi di ricerca. In aggiunta a questo gli studenti ricevono uno stipendio che deriva da attività di ricerca o didattiche. Io ho ottenuto i fondi per il primo anno da due borse di studio mentre per gli anni successivi dall’attività di ricerca. Il primo impatto. Il primo impatto è stato indolore. La maggioranza degli studenti di dottorato nelle università statunitensi sono stranieri e quindi l’integrazione è facile. Un mese è stato sufficiente per superare i problemi linguistici e permettermi di seguire lezioni in inglese. La preparazione universitaria italiana si è rivelata adeguata ed è stata più che sufficiente per tenere testa alla concorrenza degli asiatici. Le opportunità offerte. Il Ph.D. in un’università di punta degli USA offre molto e al tempo stesso chiede molto. Offre l’opportunità di lavorare su argomenti all’avanguardia gomito a gomito con studenti di tutto il mondo, di specializzarsi nel proprio campo di ricerca con corsi universitari avanzati e seminari tenuti da studiosi di fama internazionale, di conoscere nuove culture e quin- ovvero destinati ad i soli studenti di dottorato. In questi esami deve essere mantenuta una votazione media di almeno 3.5 (il voto massimo è A, corrispondente a 4, ed il voto sufficiente minimo è C, equivalente a 2). Gli studenti di Ph.D. hanno accesso gratuito a tutte le strutture sportive dell’università che comprendono diverse palestre, piscine, circolo velico, e campi per sport all’aperto (calcio, tennis, basket, football, e altri sport esotici come lacrosse). Purtroppo il tempo libero è troppo limitato per sfruttare a pieno le ottime strutture offerte. Gli studenti di Master e Ph.D. generalmente non abitano negli alloggi universitari (utilizzati dalla maggior parte degli studenti di primo livello) ma affittano appartamenti nelle zone urbane vicine al campus da privati. Il primo anno di solito viene speso su differenti argomenti di ricerca (derivanti da progetti già avviati) il che serve a diventare familiari con le attrezzature di laboratorio e con la ricerca svolta in passato dal proprio gruppo. A differenza di quanto avviene in Italia gli studenti di Ph.D. sono coloro che utilizzano i macchinari necessari per la ricerca ed in generale curano il laboratorio. Questo significa che se serve un componente semplice, lo studente se lo costruisce nell’officina meccanica, se conduce un esperimento deve essere in grado di preparare tutto per conto suo, dall’ordine del materiale necessario all’assemblaggio. Io ho svolto degli esperimenti di comportamento dinamico dei materiali in cui un proiettile viene sparato a circa 400 m/s contro un bersaglio. Per ogni esperimento dovevo preparare tutto a partire dall’assemblaggio del proiettile, all’allineamento delle ottiche (utilizzavamo un laser ed una fotocamera ad alta velocità per registrare il profilo del bersaglio con la tecnica shadow moiré), alla costruzione del sensore di velocità per il proiettile. L’officina meccanica e tutti gli altri laboratori sono aperti agli studenti che generalmente li utilizzano in autonomia. Quando necessario, tecnici di laboratorio aiutano gli studenti. L’impegno richiesto da ogni esperimento è dunque enorme ma imparare i dettagli delle tecniche utilizzate permette di maturare idee su come progettare nuovi esperimenti. Dopo il primo anno viene identificato un argomento principale della tesi su cui si focalizza la ricerca degli anni seguenti. Generalmente a questo punto viene definita la commissione di laurea a cui vengono presentati i risultati della ricerca con cadenza annuale. Le prospettive dopo il Ph.D. Il peso che le industrie americane danno al Ph.D. è molto maggiore rispetto a quanto avviene in Italia. L’accesso alle posizioni più alte delle gerarchie aziendali è esclusivamente limitato ai dottori di ricerca e le differenze salariali, anche per il primo impiego, sono notevoli rispetto ai laureati di primo livello (bachelor) e anche di secondo (master): in media i salari sono dalle due alle tre volte più alti. Gli studenti americani di Ph.D., una minoranza rispetto a quelli stranieri, provengono quasi tutti da esperienze lavorative: dopo aver lavorato per qualche anno dopo la laurea, tornano a studiare con lo scopo di avanzare nella carriera aziendale. Agli ingegneri con un Ph.D. di una università prestigiosa generalmente vengono proposti impieghi durante l’ultimo anno di studio. I dottori di ricerca vengono assunti nelle divisioni di ricerca e sviluppo oppure a livelli alti degli altri settori aziendali (produzione, acquisti e vendite, ecc.). Conclusioni Il Ph.D. è un’esperienza molto intensa che può essere superata solo se spinti da forti motivazioni. Ad un anno dall’inizio io posso dirmi del tutto soddisfatto della scelta fatta e la consiglierei a chiunque ami le sfide e sia appassionato dalla ricerca. . di Santo Francesco Bordone (s. [email protected]) Il 2 febbraio u.s. il Preside ha commentato, in una breve cerimonia svoltasi in Aula Magna “Pacinotti” il Premio Andrea Lepori assegnato nell’anno 2006 all’allora laureando, oggi ingegnere, Michelangelo D’Acunto. Il premio Andrea Lepori permette ad un nostro laureando di fare una esperienza di lavoro, dai quattro ai sei mesi, presso la Ferrari. L’Ing. Michelangelo D’Acunto ha parlato della sua esperienza presso la Ferrari, ha sottolineato quanto per lui sia stata utile ed ha informato di questa possibilità gli studenti presenti. Oltre all’Ing. D’Acunto sono intervenuti, parlando principalmente dell’Amico Andrea Lepori, il Professore Bordone, l’Ing. Legrottaglie della Ferrari, il Padre, Dott. Lepori e l’Ing. Soriani. Cosa significa il premio Andrea Lepori? Andrea Lepori ha conseguito la laurea in ingegneria meccanica nella nostra facoltà nel 1996. Dopo la laurea ha continuato ad essere amico di tutti i suoi docenti e dei colleghi universitari. Andrea Lepori era un giovane pieno di entusiasmo, di gioia di vivere, di intelligenza e di humor. Quando lavorava a Milano, veniva a Pisa quasi ogni domenica, andavamo a prendere l’aperitivo da Salza e scherzavamo su tutto, su tutti e sul mondo che ci circonda. Io prendevo in giro l’automobilino con cui arrivava da Milano e il suo cappello a larghe falde, lui certamente trovava ogni volta su cosa ridere di me. Dopo la laurea fece il servizio militare da ufficiale di marina, (che meravigliosa scuola di vita e professionale perduta per i giovani !) e successivamente lavorò in Hitachi fino alla assunzione in Ferrari occupandosi sempre di motoristica Del passaggio in Ferrari, era felice ed entusiasta. Poi la tragedia. Un incidente automobilistico, nel quale fu coinvolto senza colpa, soltanto perché si trovava nella traiettoria di un pezzo di guard rail scaraventato da un camion impazzito, che lasciò la famiglia e gli amici nel più profondo sgomento e dolore. In suo ricordo la Famiglia, gli Amici e la Ferrari hanno istituito il Premio Andrea Lepori con lo scopo non soltanto di ricordare l’Ing. Andrea Lepori, ma di contribuire alla formazione di alcuni nostri studenti. . La Facoltà in Romania col Progetto MAP.ICE.CRUI di Beatrice Lazzerini, ([email protected]) • Roberto Chiavaccini, ([email protected]) La Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa ha preso parte ad un progetto pilota per favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane. Il progetto, che ha riguardato Cina, Romania e Marocco, è stato finanziato dal Ministero delle Attività Produttive (MAP) e dall’Istituto per il Commercio Estero (ICE), nell’ambito di un programma varato sulla base di un accordo con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). Il sottoprogetto Romania, gestito dagli scriventi, ha preso le mosse dalla necessità che le imprese italiane che operano o che potrebbero operare in Romania “facciano sistema” per sfruttare le possibili sinergie. In particolare, una delle sinergie evidenti è nel settore dei sistemi informativi integrati (noti come ERP, Enterprise Resource Planning). Le piccole e medie imprese (PMI), ed in particolare le Piccole e Medie Multinazionali (PMM), quali quelle italo-romene, hanno, infatti, scarsa possibilità di utilizzare i sistemi ERP standard che, anche se da tutti ritenuti strategici, sono difficilmente adottabili dai piccoli in quanto troppo complessi e costosi. Per tale motivo, spesso, si ricorre a sistemi “artigianali” che, generalmente, non sono adeguati. La possibilità di “mettere a comune” il sistema ERP gestito in outsourcing con modalità ASP (Application Service Provider) rende tali sistemi usufruibili a costi certi e limitati. Il sottoprogetto Romania si è posto, quindi, un duplice obiettivo: da una parte la creazione di un centro per la gestione a distanza dei sistemi ERP multilingua, in collaborazione con SAP Italia, la filiale della società leader mondiale nel software gestionale, dall’altra parte la creazione di un centro interuniversitario per la formazione sui sistemi ERP multilingua rivolto sia ai tecnici delle PMM che ai laureandi/laureati delle università partecipanti. Relativamente al primo obiettivo è stato realizzato uno studio di fattibilità ed un progetto pilota per la costituzione in joint venture di una società di servizi ASP fra Italia e Romania che possa essere di riferimento per la costituzione di altre società simili. In particolare, la joint venture di cui sopra ha come scopo primario quello di permettere alle PMM consociate di condividere, tramite Internet, una soluzione preconfigurata (del software mySAP All-in-One). Inoltre, la joint venture deve essere il “centro di competenza” sui sistemi informativi gestionali che le aziende da sole non potrebbero permettersi. Per quanto riguarda, invece, il secondo obiettivo del progetto, verranno erogati quattro corsi di durata settimanale relativi all’installazione e manutenzione del sistema MySAP ERP e ad alcuni moduli del sistema stesso. I partner del progetto sono stati, oltre alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, l’Università Tecnica di Cluj-Napoca e la Facoltà di Economia Università di Cantemir di Cluj-Napoca, e aziende quali Sap Italia, Telecom e altre minori (in Italia e Romania). Il 18 ottobre 2006 si è svolta a Bucarest una giornata di studio sul tema “MyRomania. net: tecnologie informatiche e telematiche per il controllo di gestione delle piccole e medie multinazionali italo-romene”, a cui hanno preso parte rappresentanti dei partner universitari e dei partner industriali del progetto, ovvero SAP Italia, Telecom Italia e AIVE Spa (partner Maramures, antico villaggio in Romania di SAP), oltre che Unimpresa Romania (unione delle imprese italiane in Romania). In particolare, nell’intervento di AIVE, si è fatto vedere come un ordine entrato in una società commerciale di un Gruppo multinazionale operante in un paese possa essere immediatamente trasmesso come ordine di produzione in un’altra società produttiva dello stesso Gruppo che opera però in un altro paese. Ogni azienda lavora ovviamente con le regole e nella lingua del paese in cui è operativa. Il sistema informativo integrato permette di seguire le varie fasi e di controllare la gestione dell’ordine compresa la redditività generata nelle varie aziende. Il server dove è installato il Software può essere in un altro paese ancora (nel caso in esame era a Pisa). Tali funzionalità, normalmente utilizzate dalle grandi multinazionali, sono oggi disponibili anche per le PMI attraverso progetti come quello qui descritto. . Santiago del Chile tiene a battesimo il laboratorio remoto realizzato dal DIMNP di Marco Frosolini, ([email protected]) Santiago del Cile appare all’improvviso oltre l’ultima cresta innevata delle Ande. Mentre l’aereo comincia la discesa virando a sinistra sulle vette coperte dai ghiacciai sulla destra già si intravede benissimo la cordigliera del Pacifico, oltre la quale si estende l’oceano. L’atterraggio, dopo il lunghissimo volo da Madrid, che avevamo lasciato il giorno prima in una morsa di freddo pungente, viene accolto da tutti con un festoso senso di sollievo. Il clima che ci accoglie, infatti, rappresenta un ottimo lenitivo alla spossatezza indotta dal viaggio: una folata di aria calda ci avverte che l’estate sta bussando alle porte e, tuttavia, la mole delle montagne che abbiamo appena lasciato alle nostre spalle promette notti freschissime. Siamo partiti da Pisa, il Professore Claudio Fantozzi ed io (a completare il gruppo mancano solamente i Professori Granchi e Vettori), per partecipare ad una conferenza internazionale (RExNet, International Workshop on Remote Experimentation, www.rexlab.net) durante la quale illustreremo a docenti di università europee e sudamericane il sistema di controllo remoto che abbiamo appena realizzato presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione. Ma, per il momento, abbiamo qualche ritaglio di tempo per acclimatarci, smaltire le fatiche della traversata e godere delle bellezze che il Cile ci offre. Così approfitto dei primi giorni per conoscere meglio i docenti cileni che collaborano al progetto e che da alcuni anni portano avanti una serie di attività in collaborazione con il DIMNP. In particolare, stabiliamo le attività comuni ed evidenziamo i punti salienti del lavoro in corso con i professori Jose Pedro Montesinos Ruprecht, Luciano Chiang e Louis Olivares i quali, nel frattempo, hanno già predisposto i calcolatori ed il materiale necessario per effettuare la dimostrazione. La Pontificia Universidad Catolica de Chile con le sue 19 Facoltà, i suoi 2500 docenti e 21000 studenti circa rappresenta una delle realtà accademiche più importanti di tutto il Sud America. La sua Scuola di Ingegneria è situata all’interno di un vasto e moderno campus in stile tipicamente anglosassone a sud est di Santiago, nel quartiere di San Joaquin. In questo ambiente, dinamico e ben attrezzato, iniziamo a verificare e collaudare quello che da qualche mese avevamo accuratamente e pazientemente progettato, realizzato e infine predisposto per questa importante occasione. Mediante una comune connessione Internet colleghiamo alcuni portatili al server che abbiamo lasciato in Dipartimento, sotto le attente cure di colleghi pazienti e benevoli, e iniziamo a lavorare. La mattina della conferenza incontriamo tutti gli altri docenti che parteciperanno all’evento. Vengono da Spagna, Portogallo, Brasile, Inghilterra e Germania e, ormai da qualche anno, portano avanti una serie di programmi finanziati dalla Comunità Europea nell’ambito del Programma alfa (Latin America Academic Training, http:// ec.europa.eu/europeaid/projects/ alfa/index_en.htm) e dedicati ad attività di insegnamento remoto. Il programma prevede la realizzazione di laboratori sperimentali che possano essere utilizzati a distanza per l’insegnamento di discipline tecnico scientifiche, soprattutto per poter ridurre il costo complessivo delle strumentazioni necessarie allo svolgimento di tali attività, per renderle disponibili al un numero più ampio possibile di utenti e per limitare al minimo le conseguenze (soprattutto in termini di costo) degli errori che inevitabilmente vengono commessi durante le esercitazioni. Per quanto ci riguarda, pur partecipando da molto meno tempo al progetto (abbiamo cominciato le attività preparatorie solamente alla fine di Febbraio 2006) siamo riusciti a predisporre un interessante versione di centro di lavoro remoto (in figura). In breve, utilizzando un vero controller di una macchina a controllo numerico (prodotto dalla ditta ECS di Firenze) e un sistema open source e completamente gratuito di Virtual Network Computing (VNC) abbiamo realizzato in un ufficio del DIMNP un simulatore (fisicamente costituito dal controller e da un calcolatore che svolge le funzioni di server) che gli studenti cileni ed italiani possono regolarmente e facilmente utilizzare per imparare a governare i centri di lavoro. In realtà, gli studenti italiani già lo usano da alcuni mesi, contribuendo in modo sostanziale allo sviluppo della soluzione proposta. In pratica, il sistema integra al proprio interno un’applicazione di Computer Aided Manufacturing (CAM) per trasformare il disegno CAD di un qualsivoglia particolare meccanico in codice comprensibile per la macchina operatrice (il cosiddetto part program). Sono anche presenti un’applicazione di Computer Aided Process Planning (CAPP) per definire e costruire il ciclo produttivo e, infine, il collegamento al controller, per poter segue a pagina successiva … …segue dalla pagina precedente 7° Programma Quadro dell’Unione Europea effettivamente lavorare il pezzo su una macchina a controllo numerico, o anche solamente per simularne la lavorazione. Tutte queste funzionalità sono state opportunamente integrate in un’unica applicazione software di controllo concepita per semplificare le attività di sperimentazione da parte degli allievi (in quanto dispone di una comoda ed intuitiva interfaccia grafica) e per garantire un adeguato livello di sicurezza al complesso. Tale soluzione presenta l’indubbio vantaggio di sfruttare risorse già disponibili in Dipartimento, garantendo un costo trascurabile e una buona affidabilità. La caratteristica principale del sistema risiede nel fatto che il controller utilizzato permette di svolgere attività di simulazione, visualizzando i pezzi meccanici in tre dimensioni ed i percorsi seguiti dagli utensili durante le lavorazioni, ma, con opportune modifiche, è anche in grado di comandare un centro di lavoro vero e proprio, permettendo in tal modo di effettuare lavorazioni a distanza. Per poter utilizzare il sistema gli utenti devono essere preventivamente di Damiano Arcuri, ([email protected]) Lunedì 19 febbraio, presso la Fa- Ugo Bilardo e Giuseppe Zollino. coltà di Ingegneria di Pisa, si è A seguire sono intervenuti il Dr. svolto un incontro di grande in- Edo Bernini della Regione Toscateresse sui temi dell’Energia e na e l’Ing. Gennaro De Michele dei Trasporti, temi sui quali, nei per l’ENEL Ricerca. Il Prof. Moprossimi anni, si concentrerà un dica ha tratto le conclusioni delgrande sforzo finanziario della l’incontro indicando le posizioni Comunità Europea nell’ambito del Governo e prendendo l’impedel 7° Programma Quadro. gno di portare alla sua attenzione All’incontro, organizzato dalla le proposte emerse. Di elevato riFacoltà di Ingegneria e dal Ma- lievo anche l’audience che ha afster in “Pianificazione e gestione follato l’Aula Magna della Facoltà dei sistemi per l’energia da fonti di Ingegneria, con molti esponenti rinnovabili”, è intervenuto il Sot- di spicco del mondo accademico tosegretario del MUR Luciano e della ricerca e di aziende, fra Modica e sono stati invitati come cui Ansaldo, Trenitalia e Piaggio. relatori i Delegati Italiani per la Presenti anche rappresentanti del ricerca europea in materia di ener- mondo politico, fra cui il Consigia: l’Ing. Raffaele Vellone del- gliere Regionale Gino Nunes ed il l’ENEA, l’Ing. Giuseppe Rovera Sindaco di Pontedera Paolo Mardel Centro Ricerche Fiat, i Proff. concini. Schema del laboratorio remoto realizzato dal DIMNP registrati dai docenti e possono accedere a un sito web tramite il quale sono in grado di riservare alcune ore al giorno per effettuare le esercitazioni. Il successivo accesso al simulatore è condizionato dalla disponibilità di questi spazi temporali riservati e viene gestito automaticamente dall’applicazione software di controllo precedentemente menzionata, che procede a gestire il traffico di richieste di accesso, esclude gli utenti non autorizzati e chiude le connessioni nel momento in cui il tempo a disposizione di ciascun allievo sia terminato. Al fine di illustrare il lavoro abbiamo predisposto una presentazione molto articolata, conclusa da una dimostrazione in tempo reale. Come sperato, gli ospiti si interessano ai dettagli tecnici del controllo ed esprimono una serie di idee interessanti per poterlo arricchire ulteriormente. Rinfrancati dai risultati, trascorreremo a Santiago ancora qualche giorno per definire in modo dettagliato gli sviluppi futuri del progetto insieme al Professor Olivares e per avviare il laboratorio con gli studenti del prossimo semestre. . . Il Master sull’energia da fonti rinnovabili Il 19 gennaio si è svolta nell’Aula Magna “Ulisse Dini” la cerimonia di inaugurazione del secondo ciclo del Master Universitario di II livello in “Pianificazione e gestione dei sistemi per l’energia da fonti rinnovabili” e la consegna dei di- plomi agli allievi del primo ciclo. Per mancanza di spazio si rinvia al prossimo numero del giornale la nota scritta da G. Del Pozzo e D. Arcuri., limitandosi a menzionare che il secondo ciclo è già iniziato con 22 partecipanti. . La biblioteca della Facoltà di Ingegneria di P. Carloni, ([email protected]), G. Forasassi ([email protected]), E. Moscatelli, ([email protected]) La Biblioteca della Facoltà di Ingegneria venne istituita nel 1936, quando furono riuniti tutti gli Istituti della R. Scuola d’Ingegneria nella nuova sede di via Diotisalvi prevista dal progetto del Prof. Ing. Luigi Pera e dell’arch. Federigo Severini. Il patrimonio documentario ivi confluito aveva cominciato a formarsi fin dal 1913, anno di istituzione in Pisa della Scuola di applicazione per gli ingegneri. Nel 1997, a seguito della legge sull’autonomia delle Università (L. 168/89), la biblioteca è diventata centro di spesa (art. 2, comma 3, del Regolamento di Ateneo per l’amministrazione, la finanza e la contabilità); dal luglio del 2000 ha un proprio Statuto e dal settembre del 2001 un Regolamento interno. Nel dicembre 2005 è stata inaugurata l’attuale sede completamente rinnovata ed ampliata con l’aggiunta degli ex-locali del Dip.to di Ingegneria Aerospaziale, nonché più funzionale e adatta alle nuove esigenze degli utenti anche per l’integrazione di una serie di servizi informatizzati. L’orario di apertura al pubblico, grazie anche alla collaborazione ed al sostegno del Servizio Bibliotecario dell’Ateneo, è attualmente molto ampio, infatti la Biblioteca di Ingegneria è aperta dal lunedì al giovedì, dalle ore 8.30 alle ore 20.00; il venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 19.00; il sabato, dalle ore 9.00 alle ore 13.00. In alcuni periodi dell’anno, adeguatamente pubblicizzati, l’apertura è prolungata fino alle ore 23.00. La Biblioteca di Ingegneria occupa attualmente una superficie di circa 800 mq; dispone di 3 ampie sale di lettura climatizzate, aventi complessivamente una capienza di circa 145 posti a sedere. Il materiale bibliografico è collocato “a scaffale aperto”, cioè è situato sugli scaffali, disposti lungo le pareti delle sale di lettura, secondo la Classificazione decimale Dewey (CDD) che, attribuendo un numero al contenuto del testo, ne identifica l’argomento. Questo sistema di classificazione permette all’utente di accedere direttamente ai libri senza la mediazione del personale. Il patrimonio documentario della Biblioteca di Ingegneria è piuttosto cospicuo infatti, compreso quello dei dipartimenti afferenti alla Facoltà, assomma a 64.759 monografie, di cui 100 anteriori al 1860, 466 abbonamenti a periodici cartacei, l’accesso on-line a numerose banche dati e riviste elettroniche per migliaia di titoli. Privilegiati, fra gli acquisti, sono i testi indicati nei programmi d’esa- me, i testi consigliati dai docenti, ma anche opere di consultazione, come manuali, dizionari tecnici, etc. Una voce particolarmente importante è costituita dalle collezioni di Normative che vengono consultate anche da numerosi tecnici esterni alla Facoltà di Ingegneria. La Biblioteca ha automatizzato i cataloghi delle proprie monografie dal 1991, data dalla quale quelli cartacei non sono stati più aggiornati. Dal 2000 la Biblioteca di Ingegneria si è uniformata alla scelta d’Ateneo e utilizza, per la gestione del catalogo, il programma Aleph. Essa possiede anche una collezione storica che, formatasi nel corso del tempo fin dalla nascita della Scuola di ingegneria, è costituita da 5000 volumi, datati fra il XVI e il XIX secolo. Di questi, 50 si riferiscono al periodo compreso fra il Cinquecento e il Settecento, 1300 dell’Ottocento, 3500 circa del Novecento. Questo patrimonio bibliografico, che, prima della ristrutturazione precedentemente ricordata giaceva dimenticato nei locali della “vecchia” Biblioteca, è stato oggetto di un complesso lavoro di catalogazione e quindi è stato reso fruibile negli anni 2002-2003. Fra i testi dell’Ottocento sono significativi quelli di scienze, architettura e ingegneria appartenuti a due ingegneri civili, Flaminio Chiesi (circa 200 testi) e Giovanni Cuppari (circa 850 testi). Fondi storici, non ancora recuperati, sono presenti anche in alcuni dipartimenti. Fra i servizi agli utenti alcuni sono più tradizionali come la consultazione in sede, il prestito, la fotocopiatura, altri più specialistici, come quello concernente le informazioni bibliografiche e il prestito interbibliotecario/reperimento documenti. Quest’ultimo servizio fornisce articoli di periodici o altro tipo di documenti non posseduti dalla biblioteca, recuperandoli presso altre strutture, generalmente in modo gratuito, su base di reciprocità. Numerose sono anche le risorse informative: il Catalogo Unico di ateneo che permette all’utente una ricerca simultanea su tutti i cataloghi delle biblioteche dell’Università di Pisa ed essendo aggiornato in tempo reale consente anche di verificare lo status del documento e la sua effettiva disponibilità in Biblioteca; i Periodici/Periodici elettronici, la cui ricerca può essere fatta sia attraverso un nostro catalogo, sia attraverso ACNP (Archivio collettivo nazionale dei periodi- ci). La maggior parte delle riviste scientifiche è disponibile anche in formato elettronico ed è consultabile tramite un qualsiasi computer connesso a Internet in rete d’Ateneo; le Banche dati on-line o su cd-rom, di argomento generale o specializzato. Le principali risorse elettroniche, accessibili solo dai pc in rete d’Ateneo, sono: Compendex, IEEE, Esdu, SciFinder Scholar,EcoDeA, ISI Web of Science, JSTOR; i Punti Internet messi a disposizione per gli utenti, gratuitamente (7 postazioni fisse, oltre a quelle con pc personale), previa identificazione (tramite l’account e la password utilizzati per il servizio di posta elettronica di Facoltà o rilasciati dal Centro di servizi informatici); le Normative tecniche (già citate): la Biblioteca di Ingegneria possiede la versione cartacea, completa e aggiornata periodicamente, delle seguenti normative: UNI, UNI CEI, UNI CEI EN, UNI CEI EN ISO, UNI CEI EN ISO IEC, UNI CEI ENV, UNI CEI ISO, UNI CEI ISO IEC, UNI CNR, UNI EN, UNI EN ISO, UNI ENV, UNI ENV ISO, UNI ISO, UNI ISO IEC; su cd-rom è possibile consultare: Uni Macchine sicure, Uni 626, Uni Impianti, Uni Impresa e Ambiente, Uni Qualità, Uni Edilstrutture, UniPed. . Lettere e commenti a: [email protected] Alcuni articoli nello scorso numero di “ingegneria a pisa”, hanno suscitato interesse tra i lettori che mi hanno scritto o telefonato per esprimere commenti, consenzienti o dissenzienti. Credo che i commenti dei colleghi siano molto utili, specie per i giovani, per cui vorrei tentare di dedicare anche in futuro una piccola sezione a “Lettere e commenti”. Ed ovviamente conto sulla collaborazione dei lettori. Desidero aprire la nuova sezione con la lettera del Presidente del Nuovo Pignone GE, l’Ing. Piero Salvadori, per la posizione che occupa in una grande multinazionale e per essere un attento e critico lettore del nostro giornale . Vorrei approfittare per ricordare che all’ing, Salvadori, nella sua posizione di Presidente del NP, oltre che all’Ing. Renzo Borsari, si debbono i rapporti di collaborazione più che privilegiati esistenti tra la nostra facoltà ed il NP SFB. Una carriera all’estero ROI degli MBA Ed al termine del corso nessun commento, nessun apprezzamento e nessuna richiesta di come mettere a frutto il tempo e le risorse anche della azienda che La Scuola Superiore SGRR della STET e Telecom avevo “sprecato”. La frequenza al GMP non aveva questo apprezzamento farà molto portato nessun beneficio, nell’ottica piacere a quegli ex allievi che hanaziendale, anche se i benefici per- no vissuto quelle esperienze . sonali che ne avevo ricavato erano SFB stati enormi. Quali i motivi di questa indifferenza? L’Ing. Pitingolo ne ha individuati alcuni. Christian De Pace, in risposta agli Io potrei individuarne altri, ma la articoli del numero 5 mia lettera non supererebbe la cenCaro Prof. Bordone, sura dello spazio. Preferisco torna- Qui le cose stanno andando piuttore sull’argomento in una prossima sto bene. Ho deciso di non tornare in occasione. Italia dopo il master ma di fermarmi Guido Paoli, [email protected] in America, lavorando sempre per la McKinsey. Come può immaginare la Caro Paoli, grazie. mia scelta è stata determinata da diConcordo con te che le cose non versi fattori, tra i quali non possono sono cambiate. Vorrei soltanto non avere influito la presenza di inaggiungere, che la spinta al ma- teressanti opportunità professionali nagement development del Grup- ed il diverso trattamento economipo STET venne da un suo grande co. È poi anche una scelta di vita, Amministratore Delegato, Carlo in quanto mi sento molto a mio agio Cerutti, e dall’allora suo collabo- negli ambienti eterogenei ed interratore Umberto Silvestri, ambe- nazionali, molto pi facili da trovare due realizzatori della Università in America che in Italia. (definita Scuola Superiore) alla Riguardo all ’articolo di Pitingoquale tu fai riferimento, che di- lo, sono daccordo sul fatto che non venne presto una delle più presti- sempre in Italia un MBA viene giose scuole europee dei gestori di economicamente e professionalmentelecomunicazioni, appartenendo te riconosciuto. Bisogna però anche le altre a BT, DBP e FT. prendere in considerazione il prestiIl contributo della Università gio della scuola nella quale il master italiana (si chiamava SSGRR) viene effettuato nonché le strutture in posizione di guida in progetti di assistenza al recruiting offerte internazionali fu frequente, fon- dalle scuole. Qui negli Stati Uniti damentale e riconosciuto a livello ogni scuola ha un ufficio appositaeuropeo. Sono sicuro che leggere mente creato per aiutare gli studenti Caro Bordone, l’articolo dell’Ing. Pitingolo nello scorso numero del “nostro” giornale sull’interesse del mondo del lavoro per i diplomi MBA e per i master in generale, mi spinge a constatare che, in quasi un cinquantennio, l ’atteggiamento del management italiano non sembra essere cambiato. Vorrei riportare una esperienza personale: laureato a Pisa nel 1956 ho trascorso la mia vita professionale in quella che era la più importante società di ingegneria ed impiantistica del Gruppo STET, la finanziaria per le telecomunicazioni e l’elettronica dell’IRI. Il Gruppo STET, per la lungimiranza e l’entusiasmo di un suo Amministratore Delegato e di un suo collaboratore che lo seguì nella carica, dedicava ingenti risorse alla formazione dei dipendenti ed in particolare al management development dei quadri e dirigenti. Tutti noi dirigenti del Gruppo abbiamo frequentato General Management Programme a Fontainebleau, all’Istud di Varese, ed alla Università del Gruppo a L’Aquila. A me toccò, da giovane dirigente, di essere iscritto ad un GMP presso l’ISTUD, di dieci settimane, suddivise in gruppi di due o tre, caratteristica importante che mi consentiva di non rischiare la “poltrona”. Da subito la mia iscrizione, imposta dalle direttive del Gruppo, fu vista con ostilità dal Direttore Generale (Ahh, pensi a lavorare che è meglio !), accettata con imbarazzo e tormentata da continui richiami in sede per meeting forse non necessari. 10 Caro professore mi scuso per il ritardo nel commentare il suo articolo “una carriera all’estero ?” Devo premettere che le sue considerazioni sono del tutto condivisibili come altrettanto condivisibile è la conclusione, che in effetti, giustamente, non esprime un parere definitivo. Secondo me infatti è impossibile generalizzare, e tutto dipende dalle caratteristiche personali dell’interessato e dall’orientamento professionale che, almeno inizialmente, si è prefigurato. Deve cercare una esperienza all’estero chi è portato per una attività prevalentemente commerciale, e non ha la necessità di programmare il rientro in tempi brevi. Può anche orientarsi ad iniziare la carriera all’estero, con una permanenza di un paio di anni, un giovane che voglia vedere in questo una continuazione del suo corso di studi, per poi affrontare l’attività lavorativa con qualche punto a favore. Poi c’è naturalmente da considerare l’azienda per la quale si lavora e per la quale si sta valutando l’opportunità di accettare un incarico in una sede estera. Se si tratta di una multinazionale, o comunque di una grossa società ove si pensa di restare, salvo sorprese o migliori opportunità, a tempo indeterminato, non si possono fare piani a breve termine; si può presentare l’occasione di rientrare in Italia, come quella di accedere a posizioni significati- Lavorare all’estero ve, sempre all’estero, nell’ambito del gruppo. È richiesta grande disponibilità e flessibilità, ma in ogni caso per chi ha queste doti la scelta è alla lunga appagante sia in termini di carriera che di guadagno. C’è invece la possibilità di trovare occupazione, specie in Europa, in organizzazioni o enti più locali o localizzati; questo secondo me è solo raccomandabile se si fa un piano a breve termine, con l’idea di acquisire comunque un’esperienza da rivendere in patria, ma con l’incognita dell’attesa sul pianerottolo, di cui giustamente parla il Prof. Bordone. Una cosa è certa: oggi è assolutamente indispensabile la conoscenza della lingua inglese, per chi non si voglia confinare entro orizzonti limitati ed in attività prevalentemente tecnico/manifatturiera. Sotto questo aspetto una permanenza all’estero è comunque raccomandabile perché quello che si impara a scuola non è sufficiente neppure per rispondere al telefono. Per concludere, non mi sento di dare una ricetta valida per tutti; posso solo dire che la mia esperienza (ho passato otto anni all’estero all’inizio della mia carriera) è stata senz’altro positiva, anche se anch’io al mio rientro ho atteso un po’ sul pianerottolo prima di trovare il giusto percorso e riconoscimento. Inoltre, al di là dell’accrescimento professionale, la permanenza in un mondo fuori dalla nostra “confort zone” allarga comunque i nostri orizzonti ed offre esperienze preziose, che ci accompagnano per il resto della vita. Con vivissime cordialità. a trovare un impiego soddisfacente. Ciò si traduce nella creazione di numerosi contatti con le aziende, nell’offerta di on campus recruiting ed altri importanti servizi di supporto. Christian De Pace, [email protected] Il presidente del NP ha commentato in questa pagina, alcuni aspetti di “Una carriera all’estero”. Mi auguro che il M.co Rettore e un Direttore del Personale vogliano rispondere alle tue domande. SFB. Una carriera all’estero Caro Professore, il Rettore del Politecnico di Milano, Prof. Giulio Ballio, ha indicato nel suo intervento in occasione della inaugurazione dell’anno accademico 2006/2007, quattro scenari da attuare nel prossimo quadriennio. Uno di questi “Favorire le opportunità di lavoro all’estero dei nostri laureati” mi lascia perplesso. È una ammissione che noi giovani laureati siamo numericamente troppi e forse overskilled per una domanda modesta del mondo del lavoro italiano o che abbiamo le remuunerazioni peggiori nell’Europa industriale? E come si concilia lo scenario indicato dal Prof. Ballio con la tanto discussa e temuta fuga dei cervelli? L’argomento, Lavorare all’estero, è stato già discusso con un certo pessimismo nel numero precedente del giornale concludendo “Chi ci vuole e chi vuole andare all’estero?” Da giovane ingegnere sono molto perplesso e gradirei un ulteriore commento. Carmine Faralli, carmine.faralli@ ge.com Piero Salvadori. Presidente G.E. Nuovo Pignone. Dal Consiglio di Facoltà Il CdF, nella seduta del 26 novembre 2006, ha approvato tra i provvedimenti didattici la seguente delibera: “Le Convenzioni per tirocini post-laurea saranno approvate dai Corsi di Studio e dalla Facoltà, solo nel caso che prevedano per i laureati un compenso a titolo di rimborso spese (con esclusione dei Tirocini eventualmente definiti prima del conseguimento della laurea o nell’ambito di progetti formativi istituzionalizzati, ad esempio Master di I o II livello). Tale compenso non dovrà essere inferiore a Euro 400 mensili per i Laureati ed Euro 500 mensili per i Laureati Specialistici o Magistrali”. . Il Prof. Athos Palagi Il Prof. Athos Palagi, ex allievo e docente per molti anni nel CdL in ingegneria meccanica, è mancato il 12 febbraio 2007. I colleghi, gli amici ed i suoi ex studenti esprimono alla Famiglia le più sentite condoglianze. . I Grandi Maestri Alessandro Faedo 18.11.1913 † 16.6.2001 Alessandro Faedo Alessandro Faedo nasce a Chiampo (Vicenza) nel 1913. Allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa, si laurea in Matematica con Leonida Tonelli nel 1936. Assistente a Roma prima di Federigo Enriques e poi, dopo le leggi razziali, di Leonida Tonelli, consegue nel 1941 la Libera Docenza in Analisi Matematica. Alla prematura scomparsa di Tonelli, nel 1946, gli succede nella cattedra di analisi matematica a Pisa, prima come incaricato e poi come ordinario. Con un lungo lavoro ricostituisce l’Istituto Matematico di Pisa portandolo a livello internazionale, grazie alla sua capacità di attrazione di numerose eminenti personalità del mondo matematico del tempo ed al proprio diretto contributo scientifico. Faedo è infatti co-inventore del “metodo Faedo-Galerkin”, sull’esistenza e l’approssimazione delle soluzioni delle equazioni alle derivate parziali lineari del secondo ordine, di tipo iperbolico e parabolico. Preside della Facoltà di Scienze nel 1953, membro del Comitato Direttivo del Centro Studi Calcolatrici Elettroniche (CSCE) dal 1954 al 1958, è Rettore dell’Università di Pisa dal 1958 al 1972. In questo periodo avvia e potenzia gli studi di Informatica a Pisa. È in questo contesto che si sviluppa il progetto CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana). La macchina creata viene inaugurata solennemente il 13 novembre 1961 alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e di tutti i magnifici rettori delle università italiane. L’attività di ricerca in questo settore di punta della tecnologia genera nel 1969, primo ad essere istituito in Italia, il Corso di Laurea in Scienze dell’Informazione. Dal 1968 al 1972 è Presidente della Conferenza permanente dei Rettori delle Università Italiane, organismo da lui stesso fortemente voluto. Dal 1972 al 1976 assume la presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche; fra i risultati più notevoli della sua presidenza la costruzione del satellite Sirio per la ricerca sull’impiego di nuove gamme d’onda cortissime nelle telecomunicazioni (satellite che ancor oggi è in orbita) e l’avvio dei primi Progetti Finalizzati del CNR. Viene eletto per due legislature (1976-83) senatore della Repubblica e, come Presidente della Commissione Pubblica Istruzione del Senato da l’avvio alle prime leggi di riforma delle Università italiane. Sua l’idea di fondare, nella sua Pisa, un grande Politecnico della Toscana. Fu per lavorare a tale progetto, mai portato a termine, che trasferì la sua cattedra nella Facoltà di Ingegneria, che voleva così trasformare. Alessandro Faedo è socio di molte Accademie scientifiche e Presidente dell’Accademia olimpica di Vicenza, professore Emerito nell’Università degli studi di Pisa e Presidente Emerito del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nonché Cavaliere di Gran Croce dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana e di Officier de la Legion d’Honneur. Alessandro Faedo scompare il 16 giugno 2001. Pisa ricorda il suo illustre cittadino, anche grazie alla presenza nel proprio tessuto sociale e scientifico della residenza universitaria “Collegio Alessandro Faedo” e dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione Alessandro Faedo, che include al proprio interno un’altra creatura di Faedo, il CNUCE. scritto da Franco Failli (DIMNP) . Notizie dei soci e della Facoltà… Scambi tra Atenei: sviluppo dei rapporti internazionali con il Kazan in Russia di Pier Luigi Maffei, ([email protected]) la nostra Facoltà dove ha svolto attività relative all’attivazione ed allo sviluppo dei rapporti internazionali tra la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa e l’Università Statale di Architettura e Ingegneria di Kazan, Russia. In particolare, l’esperienza trascorsa presso la Facoltà ha contribuito ad ampliare la coLilia Gilmeeva noscenza reciproca dei sistemi La Dott.ssa Lilia Gilmeeva formativi in vigore nei due Paesi della Kazan State University ha per poter sviluppare gli scambi trascorso tre settimane presso tra i due atenei, per discutere dei possibili progetti di ricerca comuni e per stabilire i contatti tra le due città. Durante la permanenza a Pisa della Dott.sa Ghilmeeva sono stati organizzati incontri con enti ed istituzioni della Provincia di Pisa da cui sono emerse alcune ipotesi di collaborazione che vanno oltre i rapporti scientifici e formativi tra i due Atenei. Tra questi sono stati auspicati scambi tra Pisa a Kazan finalizzati a far conoscere le tra- Summer course, un ponte tra Illinois e Pisa di Calogero Solima, ([email protected]) Il Dipartimento di Ingegneria avuto una durata di cinque settiMeccanica, Nucleare e della Pro- mane. Gli studenti italiani hanno duzione collabora da molti anni seguito assieme ad un ugual nunel settore della sicurezza nucleare mero di studenti della UIUC un degli impianti di potenza con la corso a calendario della università Università dell’Illinois di Urbana- ospitante, compattato in 5 settiChapaigne (UIUC). Alla collabo- mane,. Hanno svolto esercitazioni, razione scientifica si è aggiunta dal hanno seguito un corso di lingua 2002 una collaborazione didattica, organizzato dal Intensive English in base alla quale ogni anno un Institute della stessa università, gruppo di studenti della UIUC hanno effettuato visite a centrali a viene ospitato dalla nostra facoltà carbone e nucleari, a laboratori e per un intensivo summer course ad impianti vari, e nel poco tempo e dal 2006 un gruppo di studen- libero hanno usufruito delle imti della nostra facoltà frequenta ponenti strutture sportive della nei mesi estivi un summer course UIUC. Ancora alcune informanella UIUC. Nell’ultima edizione zioni: si tratta di un programma i nostri studenti sono stati 18. di facoltà, ( il primo del genere) Il summer course nella UIUC ha che, secondo gli accordi, si ripeterà ogni anno. È previsto un summer corse di ugual durata degli studenti americani in Italia. La prossima edizione è prevista per agosto 2007 (http://www.web.ing.unipi. it/didattica/es/home). I costi ed i rimborsi spese sono purtroppo totalmente a carico degli studenti. Il CdF ha approvato la richiesta del Prof. Marco Raugi di concedere fino ad un massimo di 6 crediti formativi agli studenti partecipanti. Ho vissuto, come coordinatore, questa esperienza che considero di grande utilità per gli studenti e di grande importanza strategica tra i programmi di internazionalizzazione della facoltà. . dizioni, le produzioni locali e le iniziative culturali (musica, cinema ed altro); trasmissioni televisive finalizzate anche alla reciproca conoscenza e al turismo; concorsi per migliorare la conoscenza dell’Italia, delle sue Regioni, delle tradizioni, della cultura e del folclore, scambio di artisti, mostre fotografiche, di pittura, di libri, ecc. Sul progetto di collaborazione tra la Facoltà di ingegneria di Pisa e la Kazan State University sono state date già alcune informazioni sul nr 4 di “ingegneria a pisa” . Il Prof. Pier Luigi Maffei sarà lieto di fornire ulteriori informazioni. . Il Master in Yacht Engineering di Giovanni Lombardi, ([email protected]) In una cornice tipicamente nau- Obiettivo del Master è quello di tica si è svolta, presso i locali del fornire una buona conoscenza Club Nautico Versilia, la cerimo- delle problematiche legate alla nia di chiusura della prima edizio- progettazione e produzione di ne Master in Yacht Engineering, imbarcazioni per la nautica da diorganizzato dall’Università di Pisa porto, attraverso approfondimenti con la collaborazione del Comune di fluidodinamica, analisi struttudi Viareggio, la Provincia di Luc- rale, norme del disegno tecnico e ca, e l’appoggio della cantieristica loro applicazione, sistemi CAD/ viareggina. Alla cerimonia erano CAM, normative dei principapresenti ii 28 partecipanti al ma- li registri internazionali, aspetti ster (17 ingegneri e 11 architetti) di “interior design” e utilizzo dei ed i 6 uditori, provenienti da tutta moderni materiali da costruzione Italia. Ben 27 dei 28 partecipanti e delle tecnologie appropriate al hanno completato le lezioni e 20 settore nautico, anche attraverso anche lo stage formativo in una esperienze pratiche in laboratorio. azienda nautica, così che è stato Particolare attenzione è posta alla consegnato loro il certificato del gestione della qualità, alla valutamaster. Ben 11 sono stati già as- zione dei costi di produzione, agli sunti nel settore della nautica, e aspetti di marketing e alla gestioquesto, se consideriamo che altri ne delle risorse umane. già operavano nel settore, mi sem- La seconda edizione è iniziata il bra un numero che di per sé indica giorno 8 febbraio. la sezione segue in ultima pagina … il successo dell’iniziativa. . 11 …segue Notizie dei soci e della Facoltà Al Prof. Roberto Bassani la Tribology Trust Gold Medal 2006 Al Prof. Roberto Bassani è stata assegnata la Tribology Trust Gold Metal 2006, la massima onorifi- abc cenza a livello mondiale nel campo della tribologia. Essa viene annualmente assegnata dall’ITC (International Tribology Council). Data l ’interdisciplinarietà della materia, può essere assegnata a fisici, chimici, metallurgisti e ingegneri. La cerimonia per la consegna del premio sarà svolta il 3 aprile nella sede della Ambasciata britannica a Roma, alla presenza di rappresentanti diplomatici e di autorità accademiche. “ingegneria a pisa” oltre ad esprimere le più vive congratulazioni al Prof. Bassani, ri- tiene opportuno riportare di seguito le motivazioni della premiazione. SFB. 24 October 2006 Dear Professor Bassani Tribology Trust Gold Medal 2006 The Tribology Trust, established in September 1969, promotes interest and study in the science and technology of friction, wear, lubrication and associated subjects. As part of its core activities, the Trust recognises outstan- Recensioni • I nostri docenti hanno scritto: Ustica, Storia di una indagine, Carlo Casarosa, Plus Pisa University Press Un DC-9 civile con 81 persone a bordo precipita nella notte sulla rotta tra Bologna e Palermo. Un MIG 23 libico finisce sulle montagne della Sila. Nei 25 anni di indagini e processi, si è scritto molto sul caso Ustica e molte sono le voci che si sono levate a raccontare le verità di una tragedia dai contorni oscuri. Per la prima volta prende la parola Carlo Casarosa, professore ordinario di Meccanica del Volo presso il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale della nostra Università, uno degli ingegneri membro del collegio peritale che ha affiancato il giudice Rosario Priore nel lavoro istruttorio conclusosi con la sentenza della Corte di Assise di Roma. Il Prof. Casarosa, isolandosi dal frastuono delle polemiche dilaganti sulle cause dell’incidente (missile o bomba), ha condotto la sua perizia considerando esclusivamente gli aspetti tecnici dell’incidente, arrivando a formulare un’ipotesi osteggiata da chi si preoccupava degli scenari risultanti. Il relitto del DC9, la cui ricostruzione è stata diretta dallo stesso Prof. Casarosa, è il vero protagonista del volume: l’autore è infatti convinto che sono i resti dell’aereo gli unici portatori della verità sul disastro, gli unici che possono “parlare” e raccontare quello che veramente è successo sui cieli del Tirreno la sera del 27 giugno 1980. Il volume è un racconto in prima persona delle indagini sul relitto, la storia di un professore universitario che si trova coinvolto in un caso scottante al centro delle polemiche, che riesce a gestire con la massima professionalità e con grande coinvolgimento emotivo. . VITTIME GLOBALI, di Marco Santochi, Felici Editori Non capita tutti i giorni di presentare un romanzo scritto da un ingegnere, che è per di più docente di una materia così strettamente specifica come la tecnologia meccanica. Però di tanto in tanto le belle sorprese 12 ding achievements in tribology. I am delighted to advise you that the unanimous decision of the Awards Committee, comprising nominees of the Institution of Mechanical Engineers, the Institution of Electrical Engineers, the Institute of Materials, Minerals and Mining, the Royal Aeronautical Society and the UK Department of Trade and Industry was that you should be awarded the Gold Medal for 2006 for your supreme achievement and contribution to the science and technology of tribology. capitano, e così adesso è possibile leggere, grazie all’opera di Marco Santochi, un libro che si inserisce a pieno titolo nel filone del thriller tecnologico e che piacerà a tutti quelli, e sono tanti, che hanno apprezzato i romanzi di Michael Crichton. L’autore però non scrive solo un giallo, ma affronta anche temi di attualità nella società e nell’università moderna. Il libro è infatti ambientato in parte in Cambogia, all’interno di uno stabilimento occidentale che utilizza la favorevoli condizioni economico-sociali del cosiddetto far east, ed in parte a Pisa, presso un futuribile Politecnico del Tirreno. È l’occasione di far agire i personaggi in uno scenario che rappresenta i contrasti stridenti conseguenti ad una crescente, ed apparentemente inarrestabile, globalizzazione. Al lettore sono proposte quindi domande precise sull’etica del lavoro e della ricerca: saremo in grado di sfruttare al meglio l’occasione che la tecnica ci offre e di produrre progresso reale ed umano, anziché solo incremento di un patrimonio unicamente finanziario? Ma soprattutto, riuscirà il commissario Wang a superare i suoi problemi personali ed a risolvere il caso della morte dell’operaio Prak, in modo da evitare che altri suoi compagni possano diventare inconsapevoli “vittime globali”? . The medal and parchment certificate are normally presented by a Senior Minister of State or a person of high rank. Past presenters to UK Gold Medal winners include HRH Duke of Edinburgh, Rt Rev Dr John Hapgood, the Archbishop of York and Secretaries of State. We will be in touch with you again as soon as arrangements for your awards ceremony have been finalised. Yours sincerely Alec Osborn . Notizie dalle aziende Cosa scrive di noi il Tirreno… M-346 della Alenia Aermacchi Riportiamo si seguito il testo di un artcolo apparso nel giornale “Il Tirreno” di Pisa del 14/01/2007. Scambi culturali per studenti Il quinto numero del periodico della Facoltà di Ingegneria “ingegneria a pisa”, annovera alcuni articoli di sicuro interesse per i laureandi ed i neo laureati in discipline scientifiche. In particolare i temi trattati riguardano i vantaggi e i rischi di una carriera all’estero da parte del mondo del lavoro italiano, il conseguimento di un master postlaurea in business administration, l’internazionalizzazione dei giovani ed i relativi programmmi comunitari, ai quali la Facoltà di Ingegneria punta con un ampio programma di scambi con l’estero. Altri articoli del periodico riguardano argomenti più squisitamente tecnici, secondo la linea editoriale già adotatta nei numeri precedenti. Il periodico è nato nel 2005 nell’ambio delle attività della sezione ingegneria dell’associazione Laureati Ateneo Pisano (Alap) e costituisce ormai uno strumento di orientamento per i giovani della Facoltà di Ingegneria e di informazione per i meno giovani ex allievi, che ha anche lo scopo di rinsaldare i legami tra questi ultimi e la loro Facoltà. Il periodico è consultabile on-line: www. web.ing.unipi.it/ingegneriapisa/ index. . L’Ing. Massimo Lucchesini, ex allievo e Direttore Generale della Alenia Aermacchi, ci comunica che il secondo prototipo del nuovo addestratore avanzato M-346, del quale si è già scritto nel numero 2 di “ingegneria a pisa”, ha testato, nei giorni dal 22 al 29 dicembre, la nuova release del software dei comandi di volo ed ha raggiunto in voli di circa un’ora ciascuno la velocità di Mach 0,96, migliorando considerevolmente il precedente limite di Mach 0,85. L’M-346, sviluppato sulla base degli stringenti requisiti specifici di 10 forze aeree europee rappresenta attualmente il vertice della gamma degli addestratori Alenia Aermacchi ed è riconosciuto come il miglior veicolo, unico in Europa, nella categoria degli addestratori avanzati di nuova concezione, capace di simulare efficacemente le prestazioni, gli scenari operativi ed il cockpit degli aerei da caccia di ultima generazione, Eurofighter, Gripen. Rafaele, F16, F22 e del futuro JSF. .