numero 6 - Scuola di Ingegneria

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numero 6 - Scuola di Ingegneria
Notiziario dell’Associazione ex allievi della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa
numero 6
aprile · 2007
pagina
2
China
pagina
3
pagina
6
studio di sistemi di
automazione al Dip. IMNP
50 anni di telecomunicazioni italiane nel mondo
pagina
11
I grandi Maestri:
Alessandro Faedo
Università di Pisa
sommario
Supplemento de “Il rintocco del Campano”, rassegna periodica dell’Associazione Laureati Ateneo Pisano
La Facoltà si conferma
polo di attrazione di
giovani talenti.
di Emilio Vitale
L’elaborazione dei risultati dei
test d’ingresso alle Facoltà di
Ingegneria italiane, presentata
dal CISIA (il Centro Interuniversitario che eroga i test per
oltre l’80% delle Facoltà italiane) in marzo, presenta quest’anno una situazione particolarmente lusinghiera per la
Facoltà, sempre comunque ai
primi posti nelle graduatorie
del Centro. Gli allievi in ingresso alla Facoltà per l’Anno
Accademico 2006-2007 sono
infatti primi per punteggio
medio assoluto fra le Facoltà
italiane. Il dato è ancor più significativo se ne viene valutato
anche l’aspetto quantitativo:
il punteggio medio è risultato a Pisa pari a 31,37, contro
una media nazionale di 25,62.
Se si scende nel dettaglio della composizione del test, si riscontrano dati ancor più significativi, come ad esempio
la percentuale di successo nella sezione di Matematica I (in
base alla quale vengono attribuiti gli Obblighi Formativi Aggiuntivi - OFA), pari
a Pisa al 39,21 % contro una
media nazionale del 32,02 %.
Su questo risultato pesa l’ottima performance della maggioranza di studenti (67% circa) provenienti dalla Toscana:
questo sotto-campione si è attestato su un punteggio medio
di 32,39, superiore quindi alla
media generale.
segue a pagina 2 …
Il regalo di natale alla Facoltà
di Santo Francesco Bordone, (s. [email protected])
In occasione del Natale la facoltà informazioni sulla orchestra.
ha ricevuto dal Preside un regalo Fondata nel gennaio 2002 sotto
natalizio: un concerto nell’Aula forma di associazione studenMagna Ulisse Dini gestito dalla tesca per opera di sette studenti
orchestra della Università di Pisa tutti con diploma di conservatoche ha avuto luogo il 20 dicembre rio, conta oggi più di 50 musiciin Aula Magna U. Dini alla presenza di un numeroso ed attento
pubblico di docenti e di studenti.
Il gruppo da camera delle prime
parti dell’orchestra ha eseguito,
con la direzione di Francesco Pasqualetti, il concerto per la notte
di natale di Corelli, il divertimento k. 136 di Mozart ed infine il celeberrimo canone di Pacherbell.
Il concerto è stato molto apprezzato. Inoltre i presenti hanno apprezzato il più che perfetto comportamento acustico dell’Aula sti iscritti, ed ha alle spalle una
Magna, la cui acustica viene da significativa esperienza con oltre
sempre criticata.
40 concerti eseguiti tra sinfonici
Ma forse è stato merito congiun- e cameristici.
to della orchestra e dell’Aula che Il direttore musicale è Francesco
ha voluto contribuire al regalo di Pasqualetti.
Natale.
L’orchestra ha collaborato tra gli
Il concerto è stato seguito da una altri con il pianista Bruno Canino,
messa natalizia. “ingegneria a i violinisti Paolo Giolo (Orchestra
pisa” si augura, certamente inter- Sinfonica Nazionale R.A.I. Toripretando il pensiero dei colleghi, no), Nicola Lolli (Wiener Phiche regali come questo si ripetano lharmoniker), Pietro Horvarth
in futuro.
(Spalla dell’Orchestra del Teatro
Anche in segno di ringraziamento Comunale di Firenze).
ed apprezzamento verso l’orche- Collabora inoltre regolarmente
stra si riportano di seguito alcune con il Coro V. Galilei della Scuo-
Cari lettori…
la Normale Superiore e col Coro
dell’Università di Pisa.
Il vasto repertorio sinfonico va
dalle sinfonie di Haydn a brani
camerisrici di Shostakovic, passando per autori come Brahms,
L’orchestra ed il Maestro Pasqualetti
Dvoràk e ovviamente per tutti i
classici. .
Recentemente l’orchestra ha tenuto concerti anche a Torino, Massa,
Lucca, Volterra.
Una particolare attenzione alla
musica del novecento caratterizza la parallela stagione cameristica, che ha visto la realizzazione di
brani come Simple Symphony di
B. Britten o la Suite dall’Opera da
Tre Soldi di Weill.
L’orchestra collabora inoltre con
le stagioni de I Concerti della
Settimana Santa e de I Concerti
della Normale.
.
di Santo Francesco Bordone
(s. [email protected])
(da leggere, per favore, fino
in fondo e comunicarmi i
commenti).
…“ingegneria a pisa” compie due
anni! Il giornale della Facoltà
era stato proposto in occasione
della Istituzione della Sezione
Ingegneria della Associazione
Laureati dell’Ateneo Pisano
nell’ottobre 2004. Accanto all’idea del giornale i costituenti
avevano proposto delle attività
che, nell’ambito della sezione
ingegneria dell’ALAP, tenessero
vivo il legame tra gli ex allievi.
Un po’ per caso e un po’ per la
fiducia del Preside e dei colleghi presenti, era stata affidata a
me la gestione del progetto. Ed
io un pò per gioco ed un pò per
spirito di servizio, avevo iniziato
la nuova attività di giornalista,
per me la terza dopo quelle di
dirigente industriale e di docente universitario o forse la quarta
dopo il Genio Aeronautico. Vorrei esporre qualche commento.
Comincerò con il giornale inizialmente semestrale e in otto
pagine, con lo scopo di presentare agli ex allievi ed al personale della facoltà i principali fatti
avvenuti. Già dal numero 4 il
giornale è stato ampliato, zitto
segue a pagina 5…
Il Campano d’Oro ad Elio Toaff, uomo del dialogo
di Roberta Lazzeri, ([email protected])
Un lungo, caloroso, applauso. Così
l’Aula Magna della Sapienza, gremita di persone, ha accolto giovedì 19 ottobre 2006 il Prof. Elio
Toaff, ritornato a Pisa per il conferimento del Campano d’Oro,
il riconoscimento che l’ALAP,
l’Associazione Laureati dell’Ateneo Pisano, e l’Università di Pisa
assegnano ogni anno ad un laureato dell’Ateneo che si è particolarmente distinto nel mondo dell’arte, della cultura, delle scienze e
delle Istituzioni.
Il Presidente Ciampi, Elio Toaff e la Sig.ra Franca
Un applauso in ritardo di quasi
settanta anni. Infatti, quando Elio di pesanti forme di intimidazioni dolo alla vista di un gruppo di
Toaff, nato a Livorno nel 1915, di e vessazioni e non riusciva nem- malintenzionati.
religione ebrea, ha discusso la pro- meno a trovare un relatore con il Da allora, molte sono le tappe
pria Tesi di Laurea in Giurispru- quale discutere la propria tesi di della sua lunga vita e brillante
denza non aveva certo il medesimo Laurea. Per fortuna, come Toaff carriera che meritano di essere
contorno di folla! Era il 1938, lo stesso ha ricordato, esistevano an- ricordate, a partire dalla laurea
stesso anno della promulgazione che persone capaci di grandi gesti in Teologia nel 1939 al Collegio
delle leggi razziali. In quegli anni, di solidarietà, come il Prof. Mossa, Rabbinico di Livorno, anno in cui
uno studente brillante e meritevo- che gli propose di svolgere con lui ottenne anche il titolo di Rabbile come lui, per il solo motivo di la tesi, o il custode della facoltà, no Maggiore. In questi stessi anni
essere ebreo, veniva fatto oggetto che gli salvò la vita, nasconden- seppe inoltre coniugare perfet-
tamente il suo ruolo di uomo di
religione con l’impegno sociale:
nel 1941 fu chiamato a reggere la
comunità israelitica di Ancona e
nel 1943 entrò nella Resistenza
sui monti della Versilia. Dopo la
fine della II Guerra Mondiale, fu
nominato Rabbino Capo prima
a Venezia e poi a Roma, dove ha
svolto la propria opera fino a pochi anni or sono, percorrendo una
strada di dialogo nei confronti
della religione cattolica che ha
portato al superamento di antiche
incomprensioni e pregiudizi e che
si è concretizzato nella storica visita alla sinagoga di Roma di Papa
Giovanni Paolo II.
Questi sono alcuni degli spunti sui
quali si sono basate le riflessioni
del Rettore, Prof. Marco Pasquali,
del Preside della Facoltà di Giurisprudenza, Prof. Marco Goldoni, del Prof. Bruno Di Porto e del
Presidente dell’ALAP, Prof. Attisegue a pagina 2 …
China
di Edward Burman, ([email protected])
to buy up the surplus foreign cur- cal superpower on or near to pa- government finance) to greater
rency. This is an extra feature of rity with the United States by the innovation.
globalization to add to Mr Pao- middle of the 21st century.
I am sure the President of Chonlo Fresco’s comments in another As always in China, this is the re- gqing made this clear, in slightly
notiziaro. With massive Initial sult of careful long-term planning. more ambiguous fashion as is the
Public Offers of state banks, the In 1986 a National High-Techno- Chinese wont.
Chinese stock markets overtook logy Development Program has They understand better than we
New York and London in 2006.
driven research and development, do the importance of knowledge
Everybody knows that in the past with the aims, first, of monitoring and education – faculty members
few years, China has become the international high-tech develop- who have visited the US will know
world’s low-cost technology ma- ments, narrowing the gap between how many China researchers work
nufacturing centre for electronics foreign and Chinese technolo- in the labs there. They are produEdward Burman
and for much else. The students gy, and seeking break-throughs cing huge numbers of good engiIt’s strange to read the newsletter who went to Foshan and nearby where China is strong; second, neers. Yet they lack the creativity
“ingegneria a pisa” in Beijing and
find China mentioned in three of
the first five issues - from collaboration with the joint-venture
Piaggio/Zongshen, to the visit of
a delegation from the University
of Chongqing, to a stage for four
students in Piaggio in Foshan,
and the notes of concern about
China’s growing financial weight
in a speech by Roberto Colaninno. Strange first of all because my
experience of Pisa does not fit in
the same area of my memory as
China, but even stranger that the
mentions of China are so few.
For Mr Colaninno’s anxiety is if
anything too limited. At the end
of 2006 China’s foreign-exchange
reserves exceeded US$1 trillion, Ruins of a palace made for the Emperor Qianlong by the Italian Jesuit Giuseppe Castiglione (c.1750), The Old Summer Palace, Beijing
or around 20% of global reserves. Shunde will understand why the to “train and cultivate” the future of the best European universities,
This unimaginable sum would be, latter describes itself as ‘Kingdom workforce; third, to commerciali- and seek greater collaboration.
according to an article in The Eco- of Household Electrical Applian- ze and industrialize technological The new wholly-owned and manomist, enough to buy almost all of ces’. Italy, and Tuscany, obviously achievements in order to create a naged campuses of Liverpool and
London’s residential property. It notice the influx of Chinese texti- new high-tech industry by 2000; Nottingham universities in China
certainly sustains American debt les and shoes. Yet it is not all swea- and, fourth, to play a leading role bear witness to this, as does the
and consumer spending. In fact in tshop labour. I recently visited a in the promotion of high-tech recent agreement signed by Mr
the past six years China’s contri- mobile phone contract manufac- development. They copy, borrow Prodi to create a sino-italian cambution to global GDP growth (in turing plant where they produce and buy technology (as we did pus in Shanghai. Just as we now
purchasing-power-parity terms) 80,000 phones a day with three with silk and porcelain in the believe the time is right to invest
has been bigger than that of the hundred employees, where the past), but these huge investments in high-tech start-ups in Chinese
USA. In theory, flows of foreign success of the company depends and patience are beginning to pay science parks because the technomoney into China should push up on the supply chain and logistics. off with real advances in advanced logy is coming and the Intellectual
the yuan, but China has resisted Indeed, there are signs that China science and technology. We will Property laws are being enforced,
this and forces the central bank is moving up the value chain, with certainly see much more in the so I believe it is the right moment
strong design capabilities as was coming decades, so in a sense the for excellent European universiIl personale universitario, gli studenti e gli
visible at the Beijing Auto Show future is far worse than we usually ties to become more involved in
ex-allievi possono inviare alla redazione
in late November. Chinese com- imagine.
China.
contributi su: argomenti scientifici e didattici
panies are “going out” as they put This has always been driven by re- It is never an easy country, but it
di interesse della Facoltà, testimonianze
conferenze e convegni, notizie varie.
it, like Huawei and Lenovo.
search and universities, and Chi- is the future, especially for those
e.mail • [email protected]
There is a strong argument on the nese universities are now both ex- who can devise innovative strabasis of present-day shifts that tremely ambitious in themselves tegies and be prepared for longChina will become a technologi- and pushed by government (with term commitment.
Notiziario dell’Associazione ex allievi della
Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa
Supplemento de “Il rintocco del Campano”,
rassegna periodica dell’Associazione Laureati
Ateneo Pisano
Direttore responsabile
Guido Gelli
Redazione
Santo Francesco Bordone, Franco Failli,
Roberta Lazzeri, Attilio Salvetti, Emilio Vitale,
e.mail • [email protected]
Progetto grafico
Theo van Boxel, Elena Macchioni
Autorizzazione del Tribunale di Pisa n.4 del
12/04/1972 e n.13 del 24/05/1991
.
…segue dalla prima pagina
Il Campano d’oro ad Elio Toaff, uomo del dialogo
lio Salvetti. Le loro parole hanno
saputo tracciare dettagliatamente
tutta la vita e la carriera professionale del premiato.
E commovente è stato l’intervento
del Prof. Toaff, “uscito dal cuore, per
entrare nel cuore”, che con straordinaria saggezza ed ironia ha saputo
presentare il ricordo di quei difficili
giorni lontani, co n lucida precisione, ma senza rancori nei confronti
di alcuno. Per tutto questo, e mol-
to altro ancora, l’ALAP ha voluto
riconoscere e premiare il suo ruolo
di guida spirituale e morale del XX
secolo, di protagonista della vita italiana, di sostenitore dell’incontro e
del dialogo tra le diverse religioni.
Non è mancata a questo significativo appuntamento la partecipazione
dell’amico di sempre, Carlo Azeglio
Ciampi, della signora Franca e di
molte autorità accademiche e politiche.
.
Elio Toaff e Attilio Salvetti
Edward Burman, British and a
Cambridge graduate, has lived in
Beijing for nearly four years, after
over twenty years in Italy. He is a
Director of Brainspark Plc, a listed
London investment company, and
is currently engaged in establishing
their new £ 30 million China Fund.
…segue dalla prima pagina
La Facoltà si conferma
polo di attrazione di
giovani talenti.
Un dato che conferma l’ottimo livello medio delle Scuole
toscane, anche se ovviamente
va inquadrato, a livello nazionale, anche in riferimento
agli aspetti sociali, culturali
ed economici di contesto. Ma
è un risultato al quale ha anche fatto gioco l’ottima preparazione degli studenti provenienti da altre regioni nella
consistente complessiva misura del 33% circa.
Alla eccezionale prestazione
della pattuglietta di studenti lombardi, uno 0,54 % che
consegue un punteggio medio
di ben 38,63, fanno degno
contorno i gruppi dell’Umbria
(1,25%) con 35,66 e del Lazio
(1,86%) con 35,57 di media.
Da segnalare poi gli studenti
di Emilia-Romagna (0,54%),
Liguria (5,35%) e Molise
(0,80%), tutti con punteggi
sopra la media di sede.
Ma determinante è stata anche l’ottima prestazione dei
consistenti gruppi provenienti da Sicilia, Calabria e Puglia,
tutti con numerosità fra il 4
ed il 5,5% e tutti con punteggi
molto elevati rispetto alla media nazionale.Oltre alla media
più elevata rispetto al valore
nazionale, la distribuzione
dei punteggi “pisani” presenta una significativa estensione
della “coda” verso i valori di
elevati, cioè una maggior presenza di studenti “eccellenti”.
Non a caso la Facoltà ha approntato da alcuni anni, a
prezzo di un notevole sforzo
organizzativo, l’offerta formativa aggiuntiva dei Percorsi di
Eccellenza (PE), intesi a dare
a questi giovani opportunità
in più e maggiore consapevolezza del proprio valore.
Nel complesso quindi, si tratta di un successo notevole per
la Facoltà e, non va sottovalutato, per il sistema formativo pisano, che conta anche sul
richiamo esercitato da Scuole prestigiose come la Scuola Superiore Sant’Anna e la
­Normale.
.
A Pisa si studiano nuovi sistemi per automatizzare
i processi dell’industria conciaria
di Gino Dini, ([email protected]), Franco Failli, ([email protected])
Dini
Failli
L’industria conciaria rappresenta,
come è noto, uno degli elementi
portanti dell’economia della provincia di Pisa e la sua rilevanza si
estende sia a livello nazionale che
internazionale.
La filiera ad essa collegata non
si occupa solo strettamente della
vera e propria fase di concia delle
pelli animali, ma anche delle fasi
successive di rifinizione, taglio,
assemblaggio e realizzazione del
prodotto finale (calzature, borse,
abiti, allestimenti interni di autovetture, ecc.).
Nel comparto specifico della lavorazione della pelle, ed in parti-
colare per quanto riguarda le fasi
che vanno dal trattamento della
materia prima proveniente dal
macello fino alla realizzazione di
un semilavorato per industrie calzaturiere e pelletterie, circa l’80%
delle operazioni è svolto manualmente ed ai lavoratori è richiesto
di far fronte a svariate condizioni di lavoro anche gravose ed in
ambiente disagevole. Si intuisce
pertanto la potenzialità dell’automazione in questo settore, che
porterebbe ad una ottimizzazione del processo produttivo, con
un aumento di competitività nei
confronti dei paesi emergenti a
basso costo di manodopera, e ad
un incremento della sicurezza
nell’ambiente di lavoro.
L’ostacolo principale che rallenta lo sviluppo in questo senso è
costituito dalla difficoltà di movimentare le pelli, dato che esse
non hanno una forma regolare,
sono flessibili, sottili e delicate;
questi aspetti sono tutt’altro che
trascurabili e, in particolare, la
delicatezza della superficie della
pelle implica un accurato studio
per la definizione di una corretta
metodologia di afferraggio, affinché il dispositivo di presa utilizzato non risulti in condizione di
pregiudicare l’integrità e la qualità della pelle manipolata.
Sotto la spinta delle considerazioni svolte in precedenza, presso
la Sezione Produzione del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione
è in corso una attività di ricerca
coordinata dal Prof. Gino Dini
con la collaborazione dell’Ing.
Franco Failli e dell’Ing. Federico Sebastiani, avente lo scopo di
realizzare un dispositivo capace
di automatizzare la fase di movimentazione delle pelli e, in particolare, di permettere a queste di
essere afferrate da una catasta e
caricate automaticamente sulla
macchina di lavorazione.
Le fasi principali del lavoro hanno riguardato la realizzazione di
ventose in materiale siliconico
dal disegno speciale, realizzato appositamente per garantire
un sicuro afferraggio delle pelli
anche sotto carichi elevati e con
le notevoli deformazioni tipiche
del processo di manipolazione e,
successivamente, il progetto e la
realizzazione di un dispositivo
(brevetto n.PI/2005/A/000132)
capace di assicurare una corretta stesura della pelle sul piano
di caricamento di alcuni tipi di
macchine di processo.
La manipolazione della pelle avviene grazie all’uso di un manipolatore industriale, sul quale è
montato un apposito telaio che
permette l’uso contemporaneo di
più ventose, disposte in modo da
ottimizzare la presa sulla superficie della pelle.
L’intera ricerca e la realizzazione
di un primo prototipo è stata resa
possibile grazie ad un finanziamento della Fondazione Cassa di
Risparmio di Pisa.
Il funzionamento del dispositivo
stenditore può essere sintetizzato
attraverso le seguenti fasi:
• il robot afferra tramite l’organo
di presa una pelle posta sulla
catasta di caricamento;
• il robot posiziona la pelle con
i lembi cadenti sopra i due cilindri, entrambi in posizione
retratta;
• i cilindri gonfiabili si espandono assialmente, permettendo
alla pelle di distendersi nella
medesima direzione;
• l’organo di presa rilascia la pelle
che così si trova direttamente
adagiata sui cilindri in posizione espansa;
• i cilindri ruotano e contemporaneamente si abbassano, permettendo alla pelle di distendersi
sopra i nastri convogliatori;
• la pelle abbandona definitivamente i cilindri e continua la
sua traslazione appoggiata sui
nastri convogliatori che la trasporteranno verso le stazioni di
lavorazione.
L’intero sistema è attualmente
in fase di sperimentazione, perfezionamento e messa a punto e
la speranza degli autori è quella
di ottenere in breve tempo un
dispositivo affidabile e capace di
soddisfare le richieste di automazione del settore.
.
L’Ordine del Cherubino al Prof. Giorgio Curzio
di Santo Francesco Bordone, (s. [email protected])
Attrezzatura sperimentale per manipolazione pelli
L’ angolo del sorriso
L’Inglese… questo sconosciuto
What the British say: What the Italian
understands:
What the British
meant:
• I hear what you say
• He accepts my point
of view
• I disagree and do not
want to discuss it
further
• That’s not bad
• That’s poor or
mediocre
• That’s good or very
good
• I was a bit disappointed that…
It is a pity that…
• It doesn’t really matter • I am most upset and
cross
• I’ll bear it in mind
• He will probably do it
• I will do nothing about it
• This is an original
point of view
• He likes my ideas
• You must be crazy
di Livio Accattatis, ex allievo, Shell Londra
Il Senato Accademico ha conferito l’Onorificenza dell’Ordine del
Cherubino al Prof. Ing. Giorgio
Curzio. La cerimonia di conferimento si è svolta il 17 febbraio
in occasione della inaugurazione
dell’Anno Accademico.
Giorgio Curzio nato a Pola il
18/12/1938, laureato in Fisica
presso l’Università di Firenze il
13/3/1962, a partire da quell’anno ha svolto tutta la sua carriera
presso la nostra facoltà dove è professore ordinario del settore “Misure e Strumentazione Nucleari”
e tiene corsi di Radioprotezione
e di Misure Nucleari nei Corsi di
Laurea e Specialistica in Ingegneria Nucleare della Sicurezza Industriale. Presso il Laboratorio di
Misure Nucleari del Dip. di Ingegneria Meccanica, Nuleare e della
Produzione il Prof. Curzio guida
un gruppo di ricerca le cui principali attività sono attualmente:
spettrometria e dosimetria neutronica mediante rivelatori di tipo
innovativo, sviluppo e standardizzazione di tecniche di misura di
radioattività ambientale, dosimetria e radioprotezione del paziente
in terapie radianti, progettazione
e realizzazione di canali di irraggiamento per terapia neutronica e
caratterizzazione dei relativi fasci
di irraggiamento.
.
il M.co Rettore e il Prof. Curzio
Il Prof. Michele Lanzetta membro del CIRP
di Santo Francesco Bordone, (s. [email protected])
Il Prof. Michele Lanzetta è stato
nominato membro associato del
CIRP, Accademia Internazionale di Ingegneria della Produzione
(http://www.cirp.net), che ha la finalità di promuovere la ricerca e le
relative applicazioni industriali nel
campo delle tecnologie e dei sistemi
produttivi. Fondato nel 1951, vi appartengono 500 membri, professori
universitari e alti rappresentanti di
grandi aziende da 46 paesi.
Sono già membri effettivi il Prof.
Marco Santochi e il Prof. Gino
Dini, e ne fu Presidente il Prof.
Carro Cao nel 1971-72.
La nostra Facoltà ospiterà la 60a
assemblea generale nel 2010.
Una precedente assemblea generale
del CIRP fu ospitata nella nostra
Facoltà nel 1970: si concluse con
un concerto al Camposanto Monumentale che i Pisani non hanno
dimenticato.
.
Un MBA negli USA
di Christian De Pace, ([email protected])
prestigiosa permette di accelerare il percorso di carriera, dando
accesso a posizioni che altrimenti
richiederebbero molti più anni di
esperienza.
Questo è solo un punto di partenza, sta all’abilità di ognuno
evitare che diventi un precoce
punto di arrivo! L’MBA permette
inoltre di acquisire competenze
in numerose discipline (tra le altre economia, marketing e finanChristian De Pace
za), soddisfacendo così, almeno
Quando il Professor Bordone in parte, la sete di conoscenza
mi ha proposto di partecipare di chi ha stimoli sufficienti per
al dibattito sui master post-uni- rimettersi in gioco e non sentirsi
versitari approfittando della mia mai arrivato.
esperienza di studente di MBA Non va poi sottovalutato l’aspetpresso l’Università di Yale, USA to sociale e culturale, soprattutto
(dove ho cominciato nel 2005 e se si studia all’estero: conoscere
finirò nel 2007), ho accettato con e confrontarsi con persone dalle
entusiasmo, sperando di offri- origini, itinerari e destinazioni
re utili punti di riflessione a chi diverse permette di ampliare le
volesse intraprendere la stessa proprie vedute ed arricchire le
proprie opinioni.
strada.
Dopo la laurea in Ingegneria La crescita umana che ne conseMeccanica indirizzo Produzione, gue non può che influenzare posono stato assunto da una società sitivamente il professionista che
di consulenza strategica dove ho prenderà il posto dello studente.
maturato un’esperienza profes- Quanta esperienza bisogna avere
sionale intensa e particolarmen- maturato prima dell’MBA?
te formativa e dove ho avuto la È essenziale affrontare il master
possibilità di guadagnarmi una avendo la giusta voglia di impasponsorship per frequentare un rare e rimettersi in gioco.
MBA. Di seguito riporto quidi le In genere questi stimoli emerrisposte ad alcune delle domande gono dopo alcuni anni di lavoro,
che potrbbe porsi chi fosse inte- quando la ricerca di nuove sfide
alimenta la voglia di crescere.
ressato a tale master.
Anche dal punto di vista accadePerché un MBA?
Frequentare un MBA richiede mico è opportuno avere maturato
un notevole investimento, sia in una significativa esperienza protermini economici che di tempo fessionale prima di frequentare
(occorre infatti “sacrificare” uno o l’MBA, in modo da adottare un
due anni di attività professiona- approccio pratico e concreto, e
le). Mentre la sponsorship mi ha non solo teorico.
permesso di diminuire notevol- Molte lezioni sono arricchite
mente il peso dell’investimento dalla discussione delle esperienze
economico, ho comunque dovuto maturate dagli studenti: in quegiustificare il secondo (tenendo sti casi è indubbiamente molto
presente che “il tempo è una ri- utile potere collegare quanto si
sorsa scarsa e non rinnovabile”, sta studiando con le situtazioni
Bordone docet!). Professional- realmente vissute. Anche se raramente, un MBA in una scuola mente le scuole impongono una
soglia minima, è consigliabile
avere maturato dai due ai cinque
anni di esperienza professionale
prima di frequentare un MBA.
Come scegliere la scuola?
Dalla scelta delle scuole dove fare
domanda di ammissione potrebbero dipendere il luogo dove si
passeranno uno o due anni della propria vita, le persone con le
quali si condividerà l’esperienza,
cosa si imparerà e quali sbocchi si
apriranno alla fine del master.
La mia scelta è stata guidata da
questi quatto aspetti, ed è stata
ponderata acquisendo informazioni presso ex-studenti di varie
scuole e tramite internet.
Alla fine ho scelto Yale perchè:
•L’Università è situtata a New
Haven, Connecticut, a metà
strada tra New York e Boston.
La città è piuttosto piccola,
ideale per chi preferisce evitare
le metropoli.
•Ho ricevuto pareri molto positivi sul genere di persone che frequentano questo MBA e sulla
sua cultura (collaborazione invece che competizione, amicizia
piuttosto che networking).
•L’offerta didattica è molto valida, soprattutto nel campo della
finanza, argomento che da buon
Ingegnere Meccanico non avevo mai avuto l’opportunità di
approfondire.
•Yale è stabilmente tra le top ten
nelle varie classifiche delle Business School, il che si traduce
nell’aumentare le probabilità di
avere accesso alle offerte di recruiting di numerose aziende.
Come funzionano le application?
Il processo di application è lungo
e laborioso. Tutto incomincia con
il TOEFL (test d’inglese) ed il
GMAT (test matematico-attitudinale). Essendo i due test in
inglese, bisogna mettersi al passo con la lingua. Comincia poi
il processo di application vero e
proprio, che in genere consiste
Manager Didattico (?)
Coordinatore Didattico (?)
Ufficio Coordinamento Didattico (?)
di Gionata Carmignani, ([email protected])
Fino a non molto tempo fa l’università era costituita da docenti
e studenti (che altro serve ci si
potrebbe chiedere).
Poi gli aspetti collegati alle questioni didattiche si sono sviluppati, ampliati ed “esplosi” soprattutto in virtù dell’applicazione
della riforma universitaria.
Orientamento, tirocini, rapporti
formalizzati con il mondo del lavoro per la collocazione dei laureati, progetti di finanziamento
collegati a percorsi formativi,
valutazione, accreditamento e
gestione dei siti internet e della
comunicazione dei corsi di studio sono alcuni nuovi argomenti
con cui chi vive attorno ad un
corso di laurea (studenti, docenti,
famiglie, imprese) ha a che fare
quotidianamente.
La figura del Manager Didattico
(il termine è stato coniato dalla Conferenza dei Rettori delle
Università Italiane), recepito
come Coordinatore Didattico
nella redazione di un certo numero di composizioni o “essay”
(in genere tra tre e sei, a seconda
della scuola) e nel trovare due
o tre persone che accettino di
scrivere una “recommendation
letter”, sperando che la infarciscano di complimenti in modo
da aumentare le chances di essere ammessi al passo successivo:
il colloquio.
Se il colloquio ed il resto dell’application hanno esito positivo il
sogno si realizza... e comincia
l’incubo dell’enorme carico burocratico necessario prima dell’inizio del master, ma questa è
un’altra storia…
Come sono le lezioni di un MBA?
L’interazione tra studenti e docenti è molto importante.
I commenti in classe sono più
che benvenuti, e spesso sollecitati tramite “cold calls” (domande indirizzate ad un particolare
studente… vietato dormire in
classe!). Un altro elemento importante è la concretezza del
contenuto: si evita di perdersi
in tediose dimostrazioni o studi
troppo teorici, ma ci si focalizza
su poche cose cercando di farle
bene, in modo che siano immediatamente applicabili. Ogni studente gode poi di ampia libertà
nel definire il proprio percorso
di studio, scegliendo che esami
includere e se specializzarsi in
un dato campo oppure acquisire una preparazione più ampia e
generale.
Quali altre esperienze si possono
fare durante un MBA?
Ogni business school offre vari
club gestiti da studenti e riguardanti i campi più disparati, dalla
finanza allo sviluppo comunitario
passando per l’hockey su ghiaccio. È così che nell’anno passato
ho partecipato a progetti di consulenza per lo sviluppo locale,
fatto parte dell’organizzazione di
uno spettacolo allestito per fund
raising, partecipato a progetti di
sviluppo per il Madagascar (incluso viaggio sul posto), eseguito
il mio summer internship presso
una ONG in Perù, lavorato nel
bar della scuola (anche questo
per fund raising) e giocato a calcio, basket ed hockey.
Per inciso, durante gli anni di
ingegneria ho soltanto giocato
a calcio con una squadra amatoriale .
Quali sono gli sbocchi professionali con un MBA?
Una volta deciso che cammino professionale intraprendere,
le opportunità di impiego sono
numerose. Un vasto numero di
aziende effettua “on campus recruiting”: si possono tentare le
proprie chance presso le migliori
banche di affari (Goldman Sachs, Merrill Lynch…), società di
consulenza (McKinsey, BCG…),
società di beni di consumo
(P&G…) e tante altre.
È anche possibile accedere a
numerosissime altre aziende, o
sfruttando il network di ex-studenti o contattandole direttamente, forti del fatto che l’MBA
da almeno l’opportunità di essere
ascoltati. Purtroppo l’avere accesso a tante porte non significa
che si abbia l’abilità (o la fortuna)
di riuscire ad aprirle. Cercare un
impiego è un lavoro!
dall’ateneo pisano è stata istituita
dal 2002 presso molte università
italiane proprio per gestire, promuovere, controllare le attività
sopra indicate.
Nell’ateneo pisano in media un
Coordinatore Didattico lavora
per 5-6 corsi di laurea e laurea
specialistica.
In questi anni le esigenze degli
studenti, ma anche dei docenti
(supporto per organizzare le attività didattiche) sono cresciute
molto e in alcuni dipartimenti
(dove i coordinatori didattici hanno trovato collocazione)
stanno crescendo strutture di
supporto alla didattica costituite dal coordinatore e da personale molte volte esterno e a
contratto.
Queste strutture non formalizzate sono delle vere e proprie segreterie di gruppi di corsi di laurea che per varie ragioni hanno
come riferimento un medesimo
dipartimento.
Un esempio nato fin da prima
della riforma universitaria è
l’ufficio di Coordinamento Didattico del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e
della Produzione (http://coordinamento.ing.unipi.it).
Conclusione
Penso sinceramente che, per coloro che siano adeguatamente
motivati, l’MBA sia un buon investimento, sia economicamente
che umanamente.
La combinazione di insegnamenti accademici, networking
ed esperienze di vita maturati
durante il corso avrà sicuramente
un forte impatto sulla vita, professionale e non, di quanti decidano di intraprendere questa
strada.
.
.
L’ingegnere nel Regno Unito
di Livio Accattatis, ([email protected])
Livio Accattatis
La mia esperienza lavorativa nel
Regno Unito (UK) ebbe inizio
nel Luglio 1996. Ero fortemente
interessato ad una carriera lavorativa all’estero e l’opportunità me
la procurai da solo dopo un paio
d’anni di esperienza lavorativa in
Italia come Ingegnere Chimico,
mandando il mio curriculum a
diverse aziende ed agenzie di reclutamento in UK.
L’orientamento per l’UK divenne chiaro a seguito della positiva
esperienza fatta da studente con
il progetto Erasmus. L’apertura
del mercato lavorativo nella Comunità Europea è stato un passo
importante, che ha reso possibile
intraprendere carriere internazionali anche per iniziativa dei singoli, non più soltanto all’interno
di istituzioni e aziende.
La posizione dell’ingegnere in
UK è piuttosto diversa da quella Italiana. Gli Ingegneri Ingle-
si mediamente conseguono la
laurea in tre anni (BEng), quelli
Scozzesi in quattro. Il numero di
laureati britannici è maggiore che
in Italia. L’Italia ha un curriculum
nazionale per gli Ingegneri, mentre gli istituti universitari in UK
hanno maggiore libertà (http://
ec.europa.eu/ploteus/portal/searchcustom.jsp per maggiori informazioni sul sistema UK - ricerca
in Education Systems).
L’ingegnere-tipo a cui mi riferisco in questo articolo è l’insieme
del pool dei laureati tecnici - dal
BEng o laurea breve in su.
Questo perchè, almeno nel settore privato, maggiori qualifiche
danno crediti solo se corroborati da una buona performance in
azienda.
I vantaggi delle maggiori qualifiche emergono sulla lunga distanza se riflettono maggiori capacità
e preparazione delle persone.
L’ingegnere laureato italiano, in
particolare se sceglie il corso di 5
anni, ha una buona preparazione
teorica. La formazione dell’ingegnere britannico è più bilanciata
tra teoria e pratica - cosa generalmente apprezzata dalle aziende.
Il Corso di Laurea italiano tende
a preparare gli ingegneri “a tutto
campo” nei vari settori dell’ingegneria. Questo si riflette nelle capacità e maturità degli ingegneri
neolaureati Italiani, ma non è
sempre valorizzata in sede aziendale anche a causa del maggiore
tempo richiesto per laurearsi.
Una volta entrato sul mercato
del lavoro, l’ingegnere britannico
tende a focalizzarsi maggiormente in ambito tecnico-scientifico
piuttosto che manageriale.
L’ingegnere Europeo “continentale” spesso è un candidato all’alta dirigenza aziendale, mentre
in UK le alte cariche aziendali
sono tipicamente occupate da altre professionalità (finanziarie e
legali). Comunque gli ingegneri
intraprendono spesso ruoli gestionali tecnico/operativi di alto
livello, e.g. project manager, exe-
se ne toccano gli estremi. Mi è capitato di trovarmi in un’azienda
durante periodi di mobilità del
personale ed ho vissuto direttamente l’impatto della mobilità
sulla vita personale e professionale dei miei colleghi.
La mia conclusione in base alla
mia esperienza è che nel bilancio
la flessibilità è un fattore positivo
per il mercato del lavoro professionale come il nostro, in quanto rende possibile per le aziende
assumere liberamente quando le
cose vanno bene - il che accade
molto più di frequente del contrario. Esistono dei buoni meccanismi di gestione correttiva degli
cutive vice-president, etc.
La flessibilità del mercato del lavoro è maggiore che non in Europa continentale, più vicino al
sistema Americano anche se non
esuberi, di aiuto e supporto al ricollocamento interno ed esterno
del personale in esubero che attenuano le conseguenze più negative e facilitano il reinserimento
struttura e la attività del centro di
servizi informatici e mi propongo
di presentare nei prossimi numeri
altri centri di servizi. Il giornale
diventa sempre più un periodico
di opinione. Sono particolarmente
orgoglioso della rubrica “ I Grandi
Maestri”. Alcuni non giovanissimi
ex allievi mi hanno confessato la
loro commozione nel rivedere le
fotografie e leggere il cursus degli
ex Maestri e nel ricordare l’esame
sostenuto, le lezioni frequentate e
gli insegnamenti che spesso andavano ben al di fuori della materia
insegnata. Io, che per avere studiato a Torino non ho sostenuto i loro
esami, ho rivisto con commozione
le fotografie di quei Maestri, ormai
scomparsi, che avevo conosciuto
più da vicino ed avevo ammirato.
Questa impostazione del giornale
ha trovato il consenso degli ex allievi, specie dei giovani e specie di
quelli che lavorano all’estero. Non
è raro che dopo qualche ora dall’avere inviato una mail nella quale comunico che il nuovo numero
del giornale è in rete, riceva una
mail da un ex allievo “ Già scaricato, lo porto a casa per leggerlo
in tranquillità”.A partire dalle ultime sessioni di laurea del 2006,
una lodevole iniziativa del Preside
ha premiato i Laureati specialistici
con 110 e la lode, con la iscrizione
gratuita per due anni all’ALAP e
l’abbonamento al giornale.
Il giornale ha punti di debolezza,
che cercherò man mano di superare. La distribuzione è ancora casuale; una recente indagine mira a
migliorarla ed è mio desiderio fare
si che raggiunga quasi tutti gli ex
allievi ma … sono proprio tanti. Il
giornale è però da subito consultabile in rete e di questo ringrazio
l’Ing. Stefano Lodi Rizzini. Un altro punto di debolezza è costituito
dal provenire la maggior parte degli articoli e delle notizie dall’area
meccanica; è auspicato che anche
le altre aree della facoltà contribuiscano in maggior misura al
giornale che è il giornale di tutti.
Articoli, notizie e foto che pervengono superano ormai, in numero ed in lunghezza, lo spazio
disponibile, e credo che – zitto
zitto come prima – cercherò più
spazio. Mentre posso considerare
molto soddisfacente lo stato dell’arte del giornale non credo di
potere guardare con uguale soddisfazione il secondo sottoprogetto, la organizzazione di eventi
che favoriscano l’incontro degli ex
allievi. Ricordo che nella riunione
dell’ottobre 2004 avevo proposto e
promesso di organizzare qualche
visita a laboratori, aziende, impianti produttivi. Non è stato fatto
nulla perchè le visite ad aziende e
ad impianti possono essere fatte in
giorni feriali, quando gli ex allievi,
ad eccezione dei pensionati, sono
impegnati dal lavoro. Ed allora
avrei una idea, non mia, ma che
copio da quanto fanno alcune delle maggiori Business School. Organizzare una giornata di studio
(sottolineo di studio) da svolgere
una volta l’anno di sabato, nel quale due o tre docenti di eccellenza
scelti per le posizione di vertice e
per i risultati raggiunti, tengono
lezioni su argomenti di grande at-
Henley Management College, Oxfordshire, G.B.
rapido nel mercato del lavoro - i
colleghi in mobilità ritrovavano
lavoro entro qualche mese, spesso
a condizioni migliori.
Rispetto ad altre possibili destinazioni Europee, l’UK offre il
vantaggio della lingua Inglese,
ormai l’Esperanto dell’ingegnere
globale. La maggior parte delle grandi aziende anche in paesi
come Francia e Germania usano
l’Inglese come lingua interna,
però nella vita quotidiana occorre conoscere la lingua del paese
ospite.
La conoscenza dell’Inglese è
quindi essenziale ma non necessariamente a livello molto avanzato. L’Inglese tecnico è abbastanza
accessibile e per capirsi sul lavoro
una conoscenza intermedia è sufficiente per incominciare.
Per fare carriera occorre però piena padronanza della lingua.
In conclusione, la mia esperienza
di lavoro in UK è estremamente positiva e la considero oramai
la mia soluzione professionale e
personale di lungo periodo.
È difficile riassumere tutti gli
aspetti di una problematica complessa in poche righe, per cui invito i lettori interessati a contattarmi direttamente per ulteriori
informazioni.
Livio Accattatis è Principal Consultant Shell Global Solutions,
Londra.
.
…segue dalla prima pagina
Cari Lettori…
zitto per non farlo troppo notare, da otto a dodici pagine, con un
incremento del 50%, e la linea redazionale è stata sostanzialmente
modificata. Sono diminuite le notizie sui fatti della facoltà e sono
aumentati gli articoli di contenuto
generalistico e che interessano in
particolare i nostri giovani laureati. Nel precedente numero un
nostro giovane laureato ha esposto, sulla base della sua esperienza
personale, quale può essere il ROI
di un MBA, ed in altro articolo
sono stati discussi i vantaggi ed i
pericoli professionali di un lavoro
all’estero. Molta attenzione è stata
rivolta alla crescente internazionalizzazione della nostra facoltà e
dei nostri studenti, e ad una delle tante possibilità di esperienza
all’estero, il progetto Marie Curie. Hanno trovato posto articoli
tecnici di docenti che illustrano
attività di ricerca dei loro dipartimenti. Sono stati illustrati accordi
con aziende per collaborare alla
formazione professionale dei nostri studenti. È stata illustrata la
tualità e di contenuto generalistico oppure specialistico di interesse
di una largo numero di ingeneri.
Il sabato mattina potrebbe essere
dedicato a due o tre lezioni. Poi
il pranzo e nel pomeriggio, se se
ne ha ancora voglia, si può continuare a studiare. Pisa ha ottime
strutture alberghiere che permettono di trascorrere un piacevole fine settimana, e la Facoltà ci
ospiterà nella stessa Aula Magna
della laurea. Ho fatto l’esperienza
di questa formula al CEDEP di
Fontainebleau: è valida ed è una
ottima occasione di incontro.
Potremmo organizzarla in settembre o ottobre 2007, ma per farlo
ho bisogno del vostro entusiastico consenso e della conferma dai
volontari e dalle loro aziende disponibili a collaborare.
Concludo questa lettera con un augurio, di Buon e Successful Anno
2007, che vi perverrà fuori tempo,
ma che io esprimo oggi, 2 gennaio,
scrivendo questo articolo.
Il Vostro SFB
.
50 anni di telecomunicazioni italiane nel mondo
di Guido Paoli, ([email protected])
La celebrazione delle mie nozze
d’oro con la laurea al Palazzo dei
Congressi di Pisa nel 2006 mi ha
fatto ripensare alla mia vita di lavoro nella SIRTI, la maggiore società di ingegneria e impiantistica
italiana nelle telecomunicazioni.
Mi sono reso conto innanzitutto
che avevamo la “consapevolezza”
dell’importanza del nostro lavoro e l’orgoglio della appartenenza
ad una nazione ed ad un grande
gruppo industriale, la STET, ai
primi posti nelle telecomunicazioni mondiali. L’esaltazione del
boom economico è venuta assai
più tardi, ma già sapevamo dalle
riviste americane (il Bell System
Technical Journal!) qual’era lo sviluppo tecnologico che ci aspettava. Ma soprattutto ho vissuto una
evoluzione delle Telecomunicazioni senza eguali, dalla telefonia
larghe, fino a 60 MHz (13.500
canali) e con passo di amplificazione di 1,5 Km, una follia, ed i
Ponti Radio a 4 GHz, poi a 6, 7,
11 GHz, e le stazioni per comunicazione via satellite.
Ed infine le fibre ottiche, supporto
ideale per flussi numerici a velocità sempre più elevata, che hanno
fatto fuori (salvo qualche nicchia)
tutti gli altri sistemi.
Per la sua specificità, la SIRTI ha
sempre avuto rapporti di collaborazione con le manifatturiere,
e molta ricerca e sviluppo veniva
fatta in Italia sulla scia dell’evoluzione negli USA; vale la pena
di ricordare alcune attività, forse
poco note. L’Italtel aveva due poli
di ricerca, il Laboratorio Ponti Radio, notevole per la qualità dei tecnici e delle dotazioni, che sviluppò
a fine anni ’50 un PR a 7 GHz di
ottime caratteristiche, e il Centro
di Castelletto che col progetto
Proteo sviluppò la prima centrale di commutazione numerica in
Italia, che poi ha dato origine alla
serie UT. La Telettra era una fabbrica di medie dimensioni, un piccolo gioiello di tecnologia, che fra
l’altro sviluppò i primi PR PCM
in Italia; divenuta poi di proprietà Alcatel, produce su commesse
della casa madre, ma non ha più lo
smalto che la distingueva. La Pi-
Antenna satellitare in Argentina
a frequenza vocale su cavi a coppie
simmetriche, alla trasmissione dati
ad alta velocità su fibra ottica.
Chi ricorda più oggi cos’è un cavo
Patterson, una cassa Pupin, un’arpa, una bobina traslatrice?
Poi sono arrivati i sistemi in cavo
coassiale con bande sempre più
relli ha venduto il settore cavi, ma
già in precedenza aveva venduto
alla Corning Glass il laboratorio
fibre ottiche con tutti i propri brevetti, fra cui l’amplificatore ottico
che utilizzava una fibra drogata
con Erbio, il fiore all’occhiello della serie di accessori per i cavi. La
GTE era nota, non solo in Italia,
per i suoi PR a grande capacità e
per gli apparati ed antenne per le
stazioni terrestri per satelliti: che
pena, passando oggi per la Padana
Inferiore, vedere fabbrica ed uffici
tutti vuoti! La FACE era forse la
fabbrica che più di ogni altra aveva
contribuito con i propri apparati
alla nuova rete italiana a lunga distanza; rimasta poi ai margini del-
con partner locali, sia in JointVenture o Consorzi con Pirelli,
Telettra, Italtel, GTE, Marconi
etc., non si possono non ricordare
le tre più significative realizzazioni. Il primo gruppo di impianti
comprende le Stazioni Terrestri
per Comunicazioni Via Satellite, realizzate fra il 1967 e il 1985
tramite il Consorzio STS (Satellite Telecommunications Systems)
AXE 10 della Ericsson collaudate
al mondo con la nuova tecnologia
digitale a canale comune CCITT
n° 7), manutenzione ecc. per un
importo globale valutabile in oltre
600 MUS$. Nel 1979 il consorzio Pirelli, SIRTI, Telettra acquisì
il contratto per il Coaxial Cable
Project in Libia, con progetto e
materiale tutto Italiano, con la sola
eccezione delle stazioni di energia
Aratro posacavi in Libia
la conversione alla tecnica numerica, è lentamente scomparsa. La
Marconi Italiana era la più piccola
delle fabbriche Italiane di TLC,
ma era sempre pronta a cogliere
delle opportunità in nicchie particolari, come i sistemi a riduzione
di ridondanza per i canali video,
o le matrici per il reistradamento dei circuiti su vie di recovery.
La SIRTI nel dopoguerra ha affrontato il pesante compito della
ricostruzione della rete con poche
centinaia di dipendenti arrivati a
quasi 12.000 negli anni ’80 con i
grossi lavori all’estero.
Il vero inizio delle attività della
SIRTI in campo internazionale
fu l’imponente progetto “ACE
HIGH” della Nato, costituito da
una dorsale radio troposcatter a
800 MHz fra l’estremo Nord della Norvegia e il confine Est della
Turchia, con vari collegamenti
secondari a 7 GHz, di cui la SIRTI progettò e realizzò negli anni
dal ’58 al ’64 le tratte in Italia e
Grecia.
Per l’epoca fu certamente un progetto all’avanguardia, sia per la tecnologia che per le dimensioni, non
più eguagliate in Europa; ma fu
anche il frutto degli investimenti
in risorse umane e tecnologia che
la SIRTI fece a partire dall’immediato dopoguerra. Sorvolando
per motivi di spazio sui molti impianti realizzati in varie parti del
mondo, sia costituendo Società
costituito fra SIRTI, ITALTEL e
GTE in pieno boom delle comunicazioni intercontinentali. Complessivamente nei 5 Continenti
furono fornite “chiavi in mano” 23
Stazioni con antenne Standard A
(Ø 32 m), ed una quantità di antenne di diametro inferiore, per i
networks INTELSAT, INMARSAT, EUTELSAT e ARABSAT:
progetto, apparecchiature e lavoro
italiano. Per le Stazioni Standard
A la SIRTI sviluppò l’intero progetto di struttura meccanica e movimentazione d’antenna, lo studio,
ingegnerizzazione ed integrazione
dei sistemi di trasmissione (ITALTEL) e ricezione (GTE), e il sistema di alimentazione.
Nel 1973 iniziò l’avventura Arabia con il “Backbone”, un collegamento di 1400 Km in cavo coax
fra Dammam, Riyadh e Taif, e
un Ponte Radio a 4 GHz 2+1 fra
Taif, Mecca e Jeddah. È curioso
notare che il paese, privo fino ad
allora di comunicazioni interurbane, apprezzò talmente la novità
che saturò immediatamente tutti
i circuiti, utilizzandoli fra l’altro
per tempi indefiniti, poiché al
momento non esistevano tariffe
a tempo, e facendo saltare tutte
le previsioni di traffico. La porta
dell’Arabia era aperta e, costituita
nel 1976 la SARTELCO, fu acquisita una gran quantità di lavori
in cavo coax, fibra ottica, ponti
radio, commutazione (le prime
inglesi. Merita ricordare i principali numeri: 104 nuove centrali
prefabbricate in un cantiere realizzato a Tripoli, 7.000 Km di scavi, 11.000 Km di cavo coax, 4.000
Km di cavo a coppie, 16.700 Km
di sistemi a 12 e 4 MHz, 55.000
terminali di canale, 1.520 contenitori interrati per ampificatori di
linea, ecc. In assoluto il maggior
lavoro SIRTI all’estero.
Nell’ultimo decennio il panorama
è completamente cambiato: non
si fanno più i grandi impianti in
Ponte Radio, fra l’altro perché le
frequenze sono divenute necessarie per una serie di applicazioni
mobili; la tecnica numerica su fibra ottica è divenuto il principale
sistema di telecomunicazioni fisse;
la debolezza del dollaro ha ridotto
la competitività internazionale degli operatori in area Euro.
Malgrado ciò, la SIRTI ha recentemente acquisito importanti
progetti da realizzare in Arabia
Saudita per Saudi Aramco, ed in
Libia per la LPTIC, adattando
le strategie operative alla nuova
situazione di mercato. Evidentemente l’industria italiana delle
TLC ha ancora qualche freccia al
proprio arco!
L’Ing.Guido Paoli ha operato per
oltre 40 anni nella SIRTI, occupando varie posizioni operative e
di staff, fra cui responsabile della
progettazione dal 1977.
.
Un Dottorato negli USA
Il Premio
Andrea Lepori
di Lapo Filippo Mari, ([email protected])
Ho sempre desiderato fare
un’esperienza di studio all’estero.
Durante gli studi universitari il
mio interesse per l’ingegneria
meccanica è andato sempre crescendo così che ho deciso di continuare a studiare con un dottorato di ricerca. La scelta di farlo
negli USA è derivata dal mio desiderio di studiare all’estero e dal
fatto che attualmente le università
americane detengono il primato
nella ricerca a livello mondiale.
Fu così che una settimana dopo
la laurea specialistica in Ingegneria Meccanica, a 24 anni appena compiuti, partii alla volta
degli Stati Uniti per proseguire
gli studi nel campo della meccanica dei materiali con un Ph.D.
(Philosophiae Doctor, equivalente
anglossassone di “dottorato di ricerca”) in Mechanical Engineering
presso la Northwestern University. Questa è un’università privata
situata in una zona urbana a nord
di Chicago (Evanston, Illinois);
i dipartimenti di ingegneria meccanica, ingegneria civile, ingegneria industriale, chimica, scienza
dei materiali ed economia rientrano costantemente nei primi 10
posti delle classifiche statunitensi.
Con circa 8000 studenti di primo
livello, 7000 di dottorato e circa
7000 dipendenti tra professori e
tecnici, la Northwestern University è un’università americana di
dimensioni medie.
L’ammissione al Ph.D.
Il processo di ammissione al Ph.D.
negli USA è molto differente da
quello italiano; con qualche piccola differenza quanto segue vale
anche per gli altri paesi anglofoni
(UK, Irlanda e Canada). L’ammissione è basata su un concorso per
soli titoli (pubblicazioni, carriera
scolastica, lettere di presentazione, ecc.) che avviene circa un anno
prima dell’inizio del programma;
ogni università bandisce i propri
termini per la presentazione delle
domande ma generalmente questi
cadono tra la fine di novembre e
la prima metà di dicembre dell’anno precedente. Agli studenti è
richiesto un esame di matematica
e logica elementari (GRE) e, per
gli studenti internazionali, un esame di lingua (TOEFL). Questo
significa che per iniziare il Ph.D.
subito dopo la laurea italiana è
necessario preparare le domande
e sostenere gli esami con largo
anticipo. Io ho iniziato ad informarmi sugli argomenti di ricerca
nelle varie università statunitensi
durante il primo anno della laurea specialistica ed ho sostenuto
i due esami richiesti all’inizio del
secondo. Le informazioni sulla
ricerca svolta dai singoli gruppi
sono ottenibili sui loro siti ed in
particolare leggendo le pubblicazioni più recenti. Durante il
processo d’ammissione, dopo una
prima scrematura che si basa solamente sui titoli e sulle lettere di
presentazione, i candidati vengono contattati telefonicamente per
un breve colloquio.
È bene essere consapevoli che
l’ammissione in una delle 10-
di di arricchirsi anche sul piano
non prettamente professionale.
D’altro canto è richiesto un impegno grande sia come intensità
sia come durata (il Ph.D. dura in
media 5-6 anni) il che comporta
vivere lontano da amici e familiari
per periodi lunghi.
Gli studenti in possesso della
Laurea Specialistica (riconosciuta come Master of Science) devono
seguire 9 corsi di livello avanzato,
Graduation Day
20 università più prestigiose è
piuttosto difficile a causa della
concorrenza spietata che viene prevalentemente dall’oriente
(India, Cina), dall’est europeo e
dall’America Latina. Per quasi
tutti gli studenti di Ph.D. le tasse
universitarie (alla Northwestern
University sono circa 35.000 $
all’anno) vengono pagate dal proprio advisor (relatore) con i fondi
di ricerca. In aggiunta a questo gli
studenti ricevono uno stipendio
che deriva da attività di ricerca o
didattiche. Io ho ottenuto i fondi
per il primo anno da due borse di
studio mentre per gli anni successivi dall’attività di ricerca.
Il primo impatto.
Il primo impatto è stato indolore. La maggioranza degli studenti
di dottorato nelle università statunitensi sono stranieri e quindi
l’integrazione è facile. Un mese
è stato sufficiente per superare i
problemi linguistici e permettermi di seguire lezioni in inglese. La
preparazione universitaria italiana
si è rivelata adeguata ed è stata più
che sufficiente per tenere testa alla
concorrenza degli asiatici.
Le opportunità offerte.
Il Ph.D. in un’università di punta
degli USA offre molto e al tempo
stesso chiede molto. Offre l’opportunità di lavorare su argomenti
all’avanguardia gomito a gomito
con studenti di tutto il mondo, di
specializzarsi nel proprio campo
di ricerca con corsi universitari
avanzati e seminari tenuti da studiosi di fama internazionale, di
conoscere nuove culture e quin-
ovvero destinati ad i soli studenti
di dottorato. In questi esami deve
essere mantenuta una votazione
media di almeno 3.5 (il voto massimo è A, corrispondente a 4, ed il
voto sufficiente minimo è C, equivalente a 2). Gli studenti di Ph.D.
hanno accesso gratuito a tutte le
strutture sportive dell’università
che comprendono diverse palestre, piscine, circolo velico, e campi per sport all’aperto (calcio, tennis, basket, football, e altri sport
esotici come lacrosse). Purtroppo
il tempo libero è troppo limitato
per sfruttare a pieno le ottime
strutture offerte. Gli studenti di
Master e Ph.D. generalmente non
abitano negli alloggi universitari
(utilizzati dalla maggior parte degli studenti di primo livello) ma
affittano appartamenti nelle zone
urbane vicine al campus da privati. Il primo anno di solito viene
speso su differenti argomenti di
ricerca (derivanti da progetti già
avviati) il che serve a diventare
familiari con le attrezzature di
laboratorio e con la ricerca svolta
in passato dal proprio gruppo. A
differenza di quanto avviene in
Italia gli studenti di Ph.D. sono
coloro che utilizzano i macchinari
necessari per la ricerca ed in generale curano il laboratorio. Questo
significa che se serve un componente semplice, lo studente se lo
costruisce nell’officina meccanica,
se conduce un esperimento deve
essere in grado di preparare tutto
per conto suo, dall’ordine del materiale necessario all’assemblaggio. Io ho svolto degli esperimenti
di comportamento dinamico dei
materiali in cui un proiettile viene
sparato a circa 400 m/s contro un
bersaglio. Per ogni esperimento
dovevo preparare tutto a partire
dall’assemblaggio del proiettile, all’allineamento delle ottiche
(utilizzavamo un laser ed una
fotocamera ad alta velocità per
registrare il profilo del bersaglio
con la tecnica shadow moiré), alla
costruzione del sensore di velocità
per il proiettile. L’officina meccanica e tutti gli altri laboratori sono
aperti agli studenti che generalmente li utilizzano in autonomia.
Quando necessario, tecnici di
laboratorio aiutano gli studenti. L’impegno richiesto da ogni
esperimento è dunque enorme ma
imparare i dettagli delle tecniche
utilizzate permette di maturare
idee su come progettare nuovi
esperimenti. Dopo il primo anno
viene identificato un argomento
principale della tesi su cui si focalizza la ricerca degli anni seguenti. Generalmente a questo punto
viene definita la commissione di
laurea a cui vengono presentati i
risultati della ricerca con cadenza
annuale.
Le prospettive dopo il Ph.D.
Il peso che le industrie americane
danno al Ph.D. è molto maggiore
rispetto a quanto avviene in Italia. L’accesso alle posizioni più
alte delle gerarchie aziendali è
esclusivamente limitato ai dottori
di ricerca e le differenze salariali,
anche per il primo impiego, sono
notevoli rispetto ai laureati di
primo livello (bachelor) e anche di
secondo (master): in media i salari sono dalle due alle tre volte
più alti. Gli studenti americani di
Ph.D., una minoranza rispetto a
quelli stranieri, provengono quasi tutti da esperienze lavorative:
dopo aver lavorato per qualche
anno dopo la laurea, tornano a
studiare con lo scopo di avanzare
nella carriera aziendale.
Agli ingegneri con un Ph.D. di
una università prestigiosa generalmente vengono proposti impieghi
durante l’ultimo anno di studio.
I dottori di ricerca vengono assunti nelle divisioni di ricerca e
sviluppo oppure a livelli alti degli
altri settori aziendali (produzione,
acquisti e vendite, ecc.).
Conclusioni
Il Ph.D. è un’esperienza molto intensa che può essere superata solo
se spinti da forti motivazioni. Ad
un anno dall’inizio io posso dirmi
del tutto soddisfatto della scelta
fatta e la consiglierei a chiunque
ami le sfide e sia appassionato
dalla ricerca.
.
di Santo Francesco Bordone
(s. [email protected])
Il 2 febbraio u.s. il Preside ha
commentato, in una breve cerimonia svoltasi in Aula Magna
“Pacinotti” il Premio Andrea Lepori assegnato nell’anno 2006 all’allora laureando, oggi ingegnere,
Michelangelo D’Acunto.
Il premio Andrea Lepori permette ad un nostro laureando di fare
una esperienza di lavoro, dai quattro ai sei mesi, presso la Ferrari.
L’Ing. Michelangelo D’Acunto
ha parlato della sua esperienza
presso la Ferrari, ha sottolineato
quanto per lui sia stata utile ed ha
informato di questa possibilità gli
studenti presenti. Oltre all’Ing.
D’Acunto sono intervenuti, parlando principalmente dell’Amico Andrea Lepori, il Professore
Bordone, l’Ing. Legrottaglie della
Ferrari, il Padre, Dott. Lepori e
l’Ing. Soriani.
Cosa significa il premio Andrea
Lepori? Andrea Lepori ha conseguito la laurea in ingegneria
meccanica nella nostra facoltà nel
1996.
Dopo la laurea ha continuato ad
essere amico di tutti i suoi docenti
e dei colleghi universitari. Andrea
Lepori era un giovane pieno di
entusiasmo, di gioia di vivere, di
intelligenza e di humor.
Quando lavorava a Milano, veniva
a Pisa quasi ogni domenica, andavamo a prendere l’aperitivo da
Salza e scherzavamo su tutto, su
tutti e sul mondo che ci circonda.
Io prendevo in giro l’automobilino con cui arrivava da Milano e
il suo cappello a larghe falde, lui
certamente trovava ogni volta su
cosa ridere di me.
Dopo la laurea fece il servizio militare da ufficiale di marina, (che
meravigliosa scuola di vita e professionale perduta per i giovani !)
e successivamente lavorò in Hitachi fino alla assunzione in Ferrari
occupandosi sempre di motoristica Del passaggio in Ferrari, era
felice ed entusiasta.
Poi la tragedia.
Un incidente automobilistico, nel
quale fu coinvolto senza colpa,
soltanto perché si trovava nella
traiettoria di un pezzo di guard
rail scaraventato da un camion
impazzito, che lasciò la famiglia
e gli amici nel più profondo sgomento e dolore.
In suo ricordo la Famiglia, gli
Amici e la Ferrari hanno istituito il Premio Andrea Lepori con lo scopo non soltanto di ricordare l’Ing. Andrea
Lepori, ma di contribuire alla
formazione di alcuni nostri studenti.
.
La Facoltà in Romania col Progetto MAP.ICE.CRUI
di Beatrice Lazzerini, ([email protected]) • Roberto Chiavaccini, ([email protected])
La Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa ha preso
parte ad un progetto pilota per
favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane. Il progetto, che ha riguardato Cina, Romania e Marocco, è
stato finanziato dal Ministero
delle Attività Produttive (MAP)
e dall’Istituto per il Commercio
Estero (ICE), nell’ambito di un
programma varato sulla base di
un accordo con la Conferenza dei
Rettori delle Università Italiane
(CRUI).
Il sottoprogetto Romania, gestito dagli scriventi, ha preso le
mosse dalla necessità che le imprese italiane che operano o che
potrebbero operare in Romania
“facciano sistema” per sfruttare le
possibili sinergie.
In particolare, una delle sinergie
evidenti è nel settore dei sistemi
informativi integrati (noti come
ERP, Enterprise Resource Planning). Le piccole e medie imprese
(PMI), ed in particolare le Piccole
e Medie Multinazionali (PMM),
quali quelle italo-romene, hanno,
infatti, scarsa possibilità di utilizzare i sistemi ERP standard che,
anche se da tutti ritenuti strategici, sono difficilmente adottabili dai piccoli in quanto troppo
complessi e costosi. Per tale motivo, spesso, si ricorre a sistemi
“artigianali” che, generalmente,
non sono adeguati. La possibilità
di “mettere a comune” il sistema
ERP gestito in outsourcing con
modalità ASP (Application Service Provider) rende tali sistemi
usufruibili a costi certi e limitati.
Il sottoprogetto Romania si è posto, quindi, un duplice obiettivo:
da una parte la creazione di un
centro per la gestione a distanza dei sistemi ERP multilingua,
in collaborazione con SAP Italia, la filiale della società leader
mondiale nel software gestionale,
dall’altra parte la creazione di un
centro interuniversitario per la
formazione sui sistemi ERP multilingua rivolto sia ai tecnici delle
PMM che ai laureandi/laureati
delle università partecipanti.
Relativamente al primo obiettivo
è stato realizzato uno studio di
fattibilità ed un progetto pilota
per la costituzione in joint venture di una società di servizi ASP
fra Italia e Romania che possa
essere di riferimento per la costituzione di altre società simili.
In particolare, la joint venture
di cui sopra ha come scopo primario quello di permettere alle
PMM consociate di condividere,
tramite Internet, una soluzione preconfigurata (del software
mySAP All-in-One). Inoltre,
la joint venture deve essere il
“centro di competenza” sui sistemi informativi gestionali che le
aziende da sole non potrebbero
permettersi.
Per quanto riguarda, invece, il
secondo obiettivo del progetto,
verranno erogati quattro corsi di
durata settimanale relativi all’installazione e manutenzione del
sistema MySAP ERP e ad alcuni
moduli del sistema stesso.
I partner del progetto sono stati,
oltre alla Facoltà di Ingegneria
dell’Università di Pisa, l’Università Tecnica di Cluj-Napoca e la
Facoltà di Economia Università
di Cantemir di Cluj-Napoca, e
aziende quali Sap Italia, Telecom e altre minori (in Italia e
Romania). Il 18 ottobre 2006 si
è svolta a Bucarest una giornata
di studio sul tema “MyRomania.
net: tecnologie informatiche e
telematiche per il controllo di
gestione delle piccole e medie
multinazionali italo-romene”, a
cui hanno preso parte rappresentanti dei partner universitari
e dei partner industriali del progetto, ovvero SAP Italia, Telecom Italia e AIVE Spa (partner
Maramures, antico villaggio in Romania
di SAP), oltre che Unimpresa
Romania (unione delle imprese
italiane in Romania). In particolare, nell’intervento di AIVE,
si è fatto vedere come un ordine
entrato in una società commerciale di un Gruppo multinazionale operante in un paese possa
essere immediatamente trasmesso come ordine di produzione in
un’altra società produttiva dello
stesso Gruppo che opera però
in un altro paese. Ogni azienda
lavora ovviamente con le regole
e nella lingua del paese in cui è
operativa.
Il sistema informativo integrato
permette di seguire le varie fasi
e di controllare la gestione dell’ordine compresa la redditività generata nelle varie aziende.
Il server dove è installato il Software può essere in un altro paese
ancora (nel caso in esame era a
Pisa).
Tali funzionalità, normalmente
utilizzate dalle grandi multinazionali, sono oggi disponibili anche per le PMI attraverso progetti come quello qui descritto.
.
Santiago del Chile tiene a battesimo il laboratorio remoto realizzato dal DIMNP
di Marco Frosolini, ([email protected])
Santiago del Cile appare all’improvviso oltre l’ultima cresta innevata delle Ande. Mentre l’aereo comincia la discesa virando
a sinistra sulle vette coperte dai
ghiacciai sulla destra già si intravede benissimo la cordigliera del
Pacifico, oltre la quale si estende
l’oceano. L’atterraggio, dopo il
lunghissimo volo da Madrid, che
avevamo lasciato il giorno prima
in una morsa di freddo pungente, viene accolto da tutti con un
festoso senso di sollievo. Il clima
che ci accoglie, infatti, rappresenta
un ottimo lenitivo alla spossatezza
indotta dal viaggio: una folata di
aria calda ci avverte che l’estate sta
bussando alle porte e, tuttavia, la
mole delle montagne che abbiamo
appena lasciato alle nostre spalle
promette notti freschissime.
Siamo partiti da Pisa, il Professore
Claudio Fantozzi ed io (a completare il gruppo mancano solamente i Professori Granchi e Vettori),
per partecipare ad una conferenza
internazionale (RExNet, International Workshop on Remote
Experimentation, www.rexlab.net)
durante la quale illustreremo a docenti di università europee e sudamericane il sistema di controllo
remoto che abbiamo appena realizzato presso il Dipartimento di
Ingegneria Meccanica, Nucleare e
della Produzione. Ma, per il momento, abbiamo qualche ritaglio
di tempo per acclimatarci, smaltire
le fatiche della traversata e godere
delle bellezze che il Cile ci offre.
Così approfitto dei primi giorni
per conoscere meglio i docenti cileni che collaborano al progetto e
che da alcuni anni portano avanti
una serie di attività in collaborazione con il DIMNP. In particolare, stabiliamo le attività comuni
ed evidenziamo i punti salienti del
lavoro in corso con i professori
Jose Pedro Montesinos Ruprecht,
Luciano Chiang e Louis Olivares
i quali, nel frattempo, hanno già
predisposto i calcolatori ed il materiale necessario per effettuare la
dimostrazione.
La Pontificia Universidad Catolica de Chile con le sue 19 Facoltà,
i suoi 2500 docenti e 21000 studenti circa rappresenta una delle
realtà accademiche più importanti di tutto il Sud America. La
sua Scuola di Ingegneria è situata
all’interno di un vasto e moderno
campus in stile tipicamente anglosassone a sud est di Santiago,
nel quartiere di San Joaquin. In
questo ambiente, dinamico e ben
attrezzato, iniziamo a verificare e
collaudare quello che da qualche
mese avevamo accuratamente e
pazientemente progettato, realizzato e infine predisposto per
questa importante occasione.
Mediante una comune connessione Internet colleghiamo alcuni portatili al server che abbiamo
lasciato in Dipartimento, sotto le
attente cure di colleghi pazienti e
benevoli, e iniziamo a lavorare.
La mattina della conferenza incontriamo tutti gli altri docenti che
parteciperanno all’evento. Vengono da Spagna, Portogallo, Brasile,
Inghilterra e Germania e, ormai da
qualche anno, portano avanti una
serie di programmi finanziati dalla Comunità Europea nell’ambito
del Programma alfa (Latin America Academic Training, http://
ec.europa.eu/europeaid/projects/
alfa/index_en.htm) e dedicati ad
attività di insegnamento remoto.
Il programma prevede la realizzazione di laboratori sperimentali che possano essere utilizzati
a distanza per l’insegnamento di
discipline tecnico scientifiche, soprattutto per poter ridurre il costo
complessivo delle strumentazioni
necessarie allo svolgimento di tali
attività, per renderle disponibili
al un numero più ampio possibile
di utenti e per limitare al minimo
le conseguenze (soprattutto in
termini di costo) degli errori che
inevitabilmente vengono commessi durante le esercitazioni.
Per quanto ci riguarda, pur partecipando da molto meno tempo
al progetto (abbiamo cominciato
le attività preparatorie solamente
alla fine di Febbraio 2006) siamo
riusciti a predisporre un interessante versione di centro di lavoro
remoto (in figura).
In breve, utilizzando un vero controller di una macchina a controllo numerico (prodotto dalla ditta
ECS di Firenze) e un sistema open
source e completamente gratuito di Virtual Network Computing
(VNC) abbiamo realizzato in un
ufficio del DIMNP un simulatore
(fisicamente costituito dal controller e da un calcolatore che svolge
le funzioni di server) che gli studenti cileni ed italiani possono regolarmente e facilmente utilizzare
per imparare a governare i centri
di lavoro. In realtà, gli studenti italiani già lo usano da alcuni mesi,
contribuendo in modo sostanziale
allo sviluppo della soluzione proposta. In pratica, il sistema integra
al proprio interno un’applicazione
di Computer Aided Manufacturing
(CAM) per trasformare il disegno
CAD di un qualsivoglia particolare meccanico in codice comprensibile per la macchina operatrice
(il cosiddetto part program). Sono
anche presenti un’applicazione di
Computer Aided Process Planning
(CAPP) per definire e costruire
il ciclo produttivo e, infine, il collegamento al controller, per poter
segue a pagina successiva …
…segue dalla pagina precedente
7° Programma Quadro dell’Unione Europea
effettivamente lavorare il pezzo
su una macchina a controllo numerico, o anche solamente per
simularne la lavorazione. Tutte
queste funzionalità sono state opportunamente integrate in un’unica applicazione software di controllo concepita per semplificare
le attività di sperimentazione da
parte degli allievi (in quanto dispone di una comoda ed intuitiva
interfaccia grafica) e per garantire
un adeguato livello di sicurezza al
complesso. Tale soluzione presenta l’indubbio vantaggio di sfruttare risorse già disponibili in Dipartimento, garantendo un costo
trascurabile e una buona affidabilità. La caratteristica principale
del sistema risiede nel fatto che il
controller utilizzato permette di
svolgere attività di simulazione,
visualizzando i pezzi meccanici in
tre dimensioni ed i percorsi seguiti
dagli utensili durante le lavorazioni, ma, con opportune modifiche,
è anche in grado di comandare un
centro di lavoro vero e proprio,
permettendo in tal modo di effettuare lavorazioni a distanza. Per
poter utilizzare il sistema gli utenti devono essere preventivamente
di Damiano Arcuri, ([email protected])
Lunedì 19 febbraio, presso la Fa- Ugo Bilardo e Giuseppe Zollino.
coltà di Ingegneria di Pisa, si è A seguire sono intervenuti il Dr.
svolto un incontro di grande in- Edo Bernini della Regione Toscateresse sui temi dell’Energia e na e l’Ing. Gennaro De Michele
dei Trasporti, temi sui quali, nei per l’ENEL Ricerca. Il Prof. Moprossimi anni, si concentrerà un dica ha tratto le conclusioni delgrande sforzo finanziario della l’incontro indicando le posizioni
Comunità Europea nell’ambito del Governo e prendendo l’impedel 7° Programma Quadro.
gno di portare alla sua attenzione
All’incontro, organizzato dalla le proposte emerse. Di elevato riFacoltà di Ingegneria e dal Ma- lievo anche l’audience che ha afster in “Pianificazione e gestione follato l’Aula Magna della Facoltà
dei sistemi per l’energia da fonti di Ingegneria, con molti esponenti
rinnovabili”, è intervenuto il Sot- di spicco del mondo accademico
tosegretario del MUR Luciano e della ricerca e di aziende, fra
Modica e sono stati invitati come cui Ansaldo, Trenitalia e Piaggio.
relatori i Delegati Italiani per la Presenti anche rappresentanti del
ricerca europea in materia di ener- mondo politico, fra cui il Consigia: l’Ing. Raffaele Vellone del- gliere Regionale Gino Nunes ed il
l’ENEA, l’Ing. Giuseppe Rovera Sindaco di Pontedera Paolo Mardel Centro Ricerche Fiat, i Proff. concini.
Schema del laboratorio remoto realizzato dal DIMNP
registrati dai docenti e possono
accedere a un sito web tramite il
quale sono in grado di riservare
alcune ore al giorno per effettuare
le esercitazioni. Il successivo accesso al simulatore è condizionato
dalla disponibilità di questi spazi
temporali riservati e viene gestito
automaticamente dall’applicazione software di controllo precedentemente menzionata, che procede
a gestire il traffico di richieste di
accesso, esclude gli utenti non autorizzati e chiude le connessioni
nel momento in cui il tempo a
disposizione di ciascun allievo sia
terminato. Al fine di illustrare il
lavoro abbiamo predisposto una
presentazione molto articolata,
conclusa da una dimostrazione
in tempo reale. Come sperato, gli
ospiti si interessano ai dettagli
tecnici del controllo ed esprimono
una serie di idee interessanti per
poterlo arricchire ulteriormente.
Rinfrancati dai risultati, trascorreremo a Santiago ancora qualche
giorno per definire in modo dettagliato gli sviluppi futuri del progetto insieme al Professor Olivares
e per avviare il laboratorio con gli
studenti del prossimo semestre.
.
.
Il Master sull’energia da fonti rinnovabili
Il 19 gennaio si è svolta nell’Aula
Magna “Ulisse Dini” la cerimonia
di inaugurazione del secondo ciclo
del Master Universitario di II livello in “Pianificazione e gestione
dei sistemi per l’energia da fonti
rinnovabili” e la consegna dei di-
plomi agli allievi del primo ciclo.
Per mancanza di spazio si rinvia al
prossimo numero del giornale la
nota scritta da G. Del Pozzo e D.
Arcuri., limitandosi a menzionare
che il secondo ciclo è già iniziato
con 22 partecipanti.
.
La biblioteca della Facoltà di Ingegneria
di P. Carloni, ([email protected]), G. Forasassi ([email protected]), E. Moscatelli, ([email protected])
La Biblioteca della Facoltà di Ingegneria venne istituita nel 1936,
quando furono riuniti tutti gli Istituti della R. Scuola d’Ingegneria
nella nuova sede di via Diotisalvi
prevista dal progetto del Prof. Ing.
Luigi Pera e dell’arch. Federigo
Severini.
Il patrimonio documentario ivi
confluito aveva cominciato a formarsi fin dal 1913, anno di istituzione in Pisa della Scuola di applicazione per gli ingegneri.
Nel 1997, a seguito della legge
sull’autonomia delle Università
(L. 168/89), la biblioteca è diventata centro di spesa (art. 2, comma
3, del Regolamento di Ateneo per
l’amministrazione, la finanza e la
contabilità); dal luglio del 2000 ha
un proprio Statuto e dal settembre
del 2001 un Regolamento interno.
Nel dicembre 2005 è stata inaugurata l’attuale sede completamente
rinnovata ed ampliata con l’aggiunta degli ex-locali del Dip.to
di Ingegneria Aerospaziale, nonché più funzionale e adatta alle
nuove esigenze degli utenti anche
per l’integrazione di una serie di
servizi informatizzati.
L’orario di apertura al pubblico,
grazie anche alla collaborazione
ed al sostegno del Servizio Bibliotecario dell’Ateneo, è attualmente
molto ampio, infatti la Biblioteca
di Ingegneria è aperta dal lunedì
al giovedì, dalle ore 8.30 alle ore
20.00; il venerdì, dalle ore 8.30
alle ore 19.00; il sabato, dalle ore
9.00 alle ore 13.00. In alcuni periodi dell’anno, adeguatamente
pubblicizzati, l’apertura è prolungata fino alle ore 23.00.
La Biblioteca di Ingegneria occupa attualmente una superficie di
circa 800 mq; dispone di 3 ampie
sale di lettura climatizzate, aventi
complessivamente una capienza di
circa 145 posti a sedere.
Il materiale bibliografico è collocato “a scaffale aperto”, cioè è situato sugli scaffali, disposti lungo
le pareti delle sale di lettura, secondo la Classificazione decimale
Dewey (CDD) che, attribuendo
un numero al contenuto del testo,
ne identifica l’argomento. Questo
sistema di classificazione permette
all’utente di accedere direttamente ai libri senza la mediazione del
personale.
Il patrimonio documentario della
Biblioteca di Ingegneria è piuttosto cospicuo infatti, compreso
quello dei dipartimenti afferenti
alla Facoltà, assomma a 64.759
monografie, di cui 100 anteriori
al 1860, 466 abbonamenti a periodici cartacei, l’accesso on-line
a numerose banche dati e riviste
elettroniche per migliaia di titoli.
Privilegiati, fra gli acquisti, sono i
testi indicati nei programmi d’esa-
me, i testi consigliati dai docenti,
ma anche opere di consultazione,
come manuali, dizionari tecnici, etc. Una voce particolarmente
importante è costituita dalle collezioni di Normative che vengono consultate anche da numerosi tecnici esterni alla Facoltà di
Ingegneria.
La Biblioteca ha automatizzato
i cataloghi delle proprie monografie dal 1991, data dalla quale
quelli cartacei non sono stati più
aggiornati.
Dal 2000 la Biblioteca di Ingegneria si è uniformata alla scelta
d’Ateneo e utilizza, per la gestione del catalogo, il programma
Aleph.
Essa possiede anche una collezione storica che, formatasi nel corso
del tempo fin dalla nascita della
Scuola di ingegneria, è costituita
da 5000 volumi, datati fra il XVI
e il XIX secolo. Di questi, 50 si
riferiscono al periodo compreso
fra il Cinquecento e il Settecento,
1300 dell’Ottocento, 3500 circa
del Novecento.
Questo patrimonio bibliografico,
che, prima della ristrutturazione
precedentemente ricordata giaceva
dimenticato nei locali della “vecchia” Biblioteca, è stato oggetto di
un complesso lavoro di catalogazione e quindi è stato reso fruibile
negli anni 2002-2003.
Fra i testi dell’Ottocento sono significativi quelli di scienze, architettura e ingegneria appartenuti
a due ingegneri civili, Flaminio
Chiesi (circa 200 testi) e Giovanni
Cuppari (circa 850 testi).
Fondi storici, non ancora recuperati, sono presenti anche in alcuni
dipartimenti.
Fra i servizi agli utenti alcuni sono più tradizionali come la
consultazione in sede, il prestito,
la fotocopiatura, altri più specialistici, come quello concernente
le informazioni bibliografiche e il
prestito interbibliotecario/reperimento documenti. Quest’ultimo
servizio fornisce articoli di periodici o altro tipo di documenti
non posseduti dalla biblioteca, recuperandoli presso altre strutture,
generalmente in modo gratuito,
su base di reciprocità. Numerose
sono anche le risorse informative:
il Catalogo Unico di ateneo che
permette all’utente una ricerca simultanea su tutti i cataloghi delle
biblioteche dell’Università di Pisa
ed essendo aggiornato in tempo
reale consente anche di verificare
lo status del documento e la sua
effettiva disponibilità in Biblioteca; i Periodici/Periodici elettronici, la cui ricerca può essere fatta
sia attraverso un nostro catalogo,
sia attraverso ACNP (Archivio
collettivo nazionale dei periodi-
ci). La maggior parte delle riviste
scientifiche è disponibile anche in
formato elettronico ed è consultabile tramite un qualsiasi computer connesso a Internet in rete
d’Ateneo; le Banche dati on-line
o su cd-rom, di argomento generale o specializzato. Le principali
risorse elettroniche, accessibili
solo dai pc in rete d’Ateneo, sono:
Compendex, IEEE, Esdu, SciFinder Scholar,EcoDeA, ISI Web of
Science, JSTOR; i Punti Internet
messi a disposizione per gli utenti,
gratuitamente (7 postazioni fisse,
oltre a quelle con pc personale),
previa identificazione (tramite
l’account e la password utilizzati
per il servizio di posta elettronica
di Facoltà o rilasciati dal Centro di
servizi informatici); le Normative
tecniche (già citate): la Biblioteca
di Ingegneria possiede la versione
cartacea, completa e aggiornata
periodicamente, delle seguenti
normative: UNI, UNI CEI, UNI
CEI EN, UNI CEI EN ISO, UNI
CEI EN ISO IEC, UNI CEI
ENV, UNI CEI ISO, UNI CEI
ISO IEC, UNI CNR, UNI EN,
UNI EN ISO, UNI ENV, UNI
ENV ISO, UNI ISO, UNI ISO
IEC; su cd-rom è possibile consultare: Uni Macchine sicure, Uni
626, Uni Impianti, Uni Impresa e
Ambiente, Uni Qualità, Uni Edilstrutture, UniPed.
.
Lettere e commenti
a: [email protected]
Alcuni articoli nello scorso numero
di “ingegneria a pisa”, hanno suscitato interesse tra i lettori che mi
hanno scritto o telefonato per esprimere commenti, consenzienti o dissenzienti. Credo che i commenti dei
colleghi siano molto utili, specie per
i giovani, per cui vorrei tentare di
dedicare anche in futuro una piccola
sezione a “Lettere e commenti”. Ed
ovviamente conto sulla collaborazione dei lettori.
Desidero aprire la nuova sezione con
la lettera del Presidente del Nuovo
Pignone GE, l’Ing. Piero Salvadori, per la posizione che occupa in una
grande multinazionale e per essere
un attento e critico lettore del nostro
giornale . Vorrei approfittare per ricordare che all’ing, Salvadori, nella
sua posizione di Presidente del NP,
oltre che all’Ing. Renzo Borsari, si
debbono i rapporti di collaborazione
più che privilegiati esistenti tra la
nostra facoltà ed il NP
SFB.
Una carriera
all’estero
ROI degli MBA
Ed al termine del corso
nessun commento, nessun
apprezzamento e nessuna
richiesta di come mettere a
frutto il tempo e le risorse anche della azienda che
La Scuola Superiore SGRR della STET e Telecom
avevo “sprecato”.
La frequenza al GMP non aveva questo apprezzamento farà molto
portato nessun beneficio, nell’ottica piacere a quegli ex allievi che hanaziendale, anche se i benefici per- no vissuto quelle esperienze .
sonali che ne avevo ricavato erano SFB
stati enormi.
Quali i motivi di questa indifferenza? L’Ing. Pitingolo ne ha individuati alcuni.
Christian De Pace, in risposta agli
Io potrei individuarne altri, ma la articoli del numero 5
mia lettera non supererebbe la cenCaro Prof. Bordone,
sura dello spazio. Preferisco torna- Qui le cose stanno andando piuttore sull’argomento in una prossima sto bene. Ho deciso di non tornare in
occasione.
Italia dopo il master ma di fermarmi
Guido Paoli, [email protected]
in America, lavorando sempre per la
McKinsey. Come può immaginare la
Caro Paoli, grazie.
mia scelta è stata determinata da diConcordo con te che le cose non versi fattori, tra i quali non possono
sono cambiate. Vorrei soltanto non avere influito la presenza di inaggiungere, che la spinta al ma- teressanti opportunità professionali
nagement development del Grup- ed il diverso trattamento economipo STET venne da un suo grande co. È poi anche una scelta di vita,
Amministratore Delegato, Carlo in quanto mi sento molto a mio agio
Cerutti, e dall’allora suo collabo- negli ambienti eterogenei ed interratore Umberto Silvestri, ambe- nazionali, molto pi facili da trovare
due realizzatori della Università in America che in Italia.
(definita Scuola Superiore) alla Riguardo all ’articolo di Pitingoquale tu fai riferimento, che di- lo, sono daccordo sul fatto che non
venne presto una delle più presti- sempre in Italia un MBA viene
giose scuole europee dei gestori di economicamente e professionalmentelecomunicazioni, appartenendo te riconosciuto. Bisogna però anche
le altre a BT, DBP e FT.
prendere in considerazione il prestiIl contributo della Università gio della scuola nella quale il master
italiana (si chiamava SSGRR) viene effettuato nonché le strutture
in posizione di guida in progetti di assistenza al recruiting offerte
internazionali fu frequente, fon- dalle scuole. Qui negli Stati Uniti
damentale e riconosciuto a livello ogni scuola ha un ufficio appositaeuropeo. Sono sicuro che leggere mente creato per aiutare gli studenti
Caro Bordone, l’articolo dell’Ing.
Pitingolo nello scorso numero del
“nostro” giornale sull’interesse del
mondo del lavoro per i diplomi MBA
e per i master in generale, mi spinge
a constatare che, in quasi un cinquantennio, l ’atteggiamento del
management italiano non sembra
essere cambiato.
Vorrei riportare una esperienza personale: laureato a Pisa nel 1956 ho
trascorso la mia vita professionale in
quella che era la più importante società di ingegneria ed impiantistica
del Gruppo STET, la finanziaria
per le telecomunicazioni e l’elettronica dell’IRI. Il Gruppo STET, per
la lungimiranza e l’entusiasmo di
un suo Amministratore Delegato e
di un suo collaboratore che lo seguì
nella carica, dedicava ingenti risorse
alla formazione dei dipendenti ed in
particolare al management development dei quadri e dirigenti.
Tutti noi dirigenti del Gruppo abbiamo frequentato General Management Programme a Fontainebleau, all’Istud di Varese, ed alla
Università del Gruppo a L’Aquila.
A me toccò, da giovane dirigente,
di essere iscritto ad un GMP presso
l’ISTUD, di dieci settimane, suddivise in gruppi di due o tre, caratteristica importante che mi consentiva
di non rischiare la “poltrona”.
Da subito la mia iscrizione, imposta
dalle direttive del Gruppo, fu vista
con ostilità dal Direttore Generale
(Ahh, pensi a lavorare che è meglio
!), accettata con imbarazzo e tormentata da continui richiami in sede
per meeting forse non necessari.
10
Caro professore
mi scuso per il ritardo nel commentare il suo articolo “una carriera all’estero ?”
Devo premettere che le sue considerazioni sono del tutto condivisibili come altrettanto condivisibile è la conclusione, che in
effetti, giustamente, non esprime
un parere definitivo.
Secondo me infatti è impossibile generalizzare, e tutto dipende
dalle caratteristiche personali
dell’interessato e dall’orientamento professionale che, almeno
inizialmente, si è prefigurato.
Deve cercare una esperienza
all’estero chi è portato per una
attività prevalentemente
commerciale, e non ha la
necessità di programmare il rientro in tempi brevi. Può anche orientarsi
ad iniziare la carriera all’estero,
con una permanenza di un paio
di anni, un giovane che voglia
vedere in questo una continuazione del suo corso di studi, per
poi affrontare l’attività lavorativa
con qualche punto a favore. Poi
c’è naturalmente da considerare
l’azienda per la quale si lavora e
per la quale si sta valutando l’opportunità di accettare un incarico in una sede estera. Se si tratta
di una multinazionale, o comunque di una grossa società ove si
pensa di restare, salvo sorprese
o migliori opportunità, a tempo
indeterminato, non si possono
fare piani a breve termine; si può
presentare l’occasione di rientrare in Italia, come quella di
accedere a posizioni significati-
Lavorare
all’estero
ve, sempre all’estero, nell’ambito
del gruppo. È richiesta grande
disponibilità e flessibilità, ma in
ogni caso per chi ha queste doti la
scelta è alla lunga appagante sia
in termini di carriera che di guadagno. C’è invece la possibilità
di trovare occupazione, specie in
Europa, in organizzazioni o enti
più locali o localizzati; questo secondo me è solo raccomandabile
se si fa un piano a breve termine,
con l’idea di acquisire comunque
un’esperienza da rivendere in patria, ma con l’incognita dell’attesa sul pianerottolo, di cui giustamente parla il Prof. Bordone.
Una cosa è certa: oggi è assolutamente indispensabile la conoscenza della lingua inglese, per
chi non si voglia confinare entro
orizzonti limitati ed in
attività prevalentemente
tecnico/manifatturiera.
Sotto questo aspetto una
permanenza all’estero è
comunque raccomandabile perché quello che si impara a scuola
non è sufficiente neppure per rispondere al telefono.
Per concludere, non mi sento
di dare una ricetta valida per
tutti; posso solo dire che la mia
esperienza (ho passato otto anni
all’estero all’inizio della mia carriera) è stata senz’altro positiva,
anche se anch’io al mio rientro ho
atteso un po’ sul pianerottolo prima di trovare il giusto percorso e
riconoscimento. Inoltre, al di là
dell’accrescimento professionale, la permanenza in un mondo
fuori dalla nostra “confort zone”
allarga comunque i nostri orizzonti ed offre esperienze preziose, che ci accompagnano per il
resto della vita.
Con vivissime cordialità.
a trovare un impiego soddisfacente. Ciò si traduce nella
creazione di numerosi contatti con le aziende, nell’offerta di on campus recruiting
ed altri importanti servizi
di supporto.
Christian De Pace, [email protected]
Il presidente del NP ha commentato in questa pagina, alcuni
aspetti di “Una carriera all’estero”. Mi auguro che il M.co Rettore e un Direttore del Personale
vogliano rispondere alle tue
domande.
SFB.
Una carriera
all’estero
Caro Professore, il Rettore del
Politecnico di Milano, Prof. Giulio
Ballio, ha indicato nel suo intervento in occasione della inaugurazione
dell’anno accademico 2006/2007,
quattro scenari da attuare nel prossimo quadriennio.
Uno di questi “Favorire le opportunità di lavoro all’estero dei nostri
laureati” mi lascia perplesso. È una
ammissione che noi giovani laureati
siamo numericamente troppi e forse
overskilled per una domanda modesta del mondo del lavoro italiano o
che abbiamo le remuunerazioni peggiori nell’Europa industriale?
E come si concilia lo scenario indicato dal Prof. Ballio con la tanto discussa e temuta fuga dei cervelli?
L’argomento, Lavorare all’estero, è
stato già discusso con un certo pessimismo nel numero precedente del
giornale concludendo “Chi ci vuole e
chi vuole andare all’estero?”
Da giovane ingegnere sono molto perplesso e gradirei un ulteriore
commento.
Carmine Faralli, carmine.faralli@
ge.com
Piero Salvadori.
Presidente G.E. Nuovo Pignone.
Dal Consiglio
di Facoltà
Il CdF, nella seduta del 26 no­vembre
2006, ha approvato tra i provvedimenti didattici la seguente delibera:
“Le Convenzioni per tirocini
post-laurea saranno approvate dai Corsi di Studio e dalla
Facoltà, solo nel caso che prevedano per i laureati un compenso
a titolo di rimborso spese (con
esclusione dei Tirocini eventualmente definiti prima del
conseguimento della laurea o
nell’ambito di progetti formativi istituzionalizzati, ad esempio
Master di I o II livello).
Tale compenso non dovrà essere
inferiore a Euro 400 mensili per
i Laureati ed Euro 500 mensili per i Laureati Specialistici o
Magistrali”.
.
Il Prof. Athos
Palagi
Il Prof. Athos Palagi, ex allievo e
docente per molti anni nel CdL
in ingegneria meccanica, è mancato il 12 febbraio 2007.
I colleghi, gli amici ed i suoi ex
studenti esprimono alla Famiglia
le più sentite condoglianze.
.
I Grandi Maestri
Alessandro Faedo 18.11.1913 † 16.6.2001
Alessandro Faedo
Alessandro Faedo nasce a Chiampo (Vicenza) nel 1913.
Allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa, si laurea in Matematica con Leonida Tonelli nel
1936. Assistente a Roma prima di
Federigo Enriques e poi, dopo le
leggi razziali, di Leonida Tonelli,
consegue nel 1941 la Libera Docenza in Analisi Matematica.
Alla prematura scomparsa di Tonelli, nel 1946, gli succede nella
cattedra di analisi matematica a
Pisa, prima come incaricato e poi
come ordinario.
Con un lungo lavoro ricostituisce l’Istituto Matematico di Pisa
portandolo a livello internazionale, grazie alla sua capacità di
attrazione di numerose eminenti
personalità del mondo matematico del tempo ed al proprio diretto contributo scientifico. Faedo è
infatti co-inventore del “metodo
Faedo-Galerkin”, sull’esistenza e
l’approssimazione delle soluzioni
delle equazioni alle derivate parziali lineari del secondo ordine, di
tipo iperbolico e parabolico.
Preside della Facoltà di Scienze
nel 1953, membro del Comitato
Direttivo del Centro Studi Calcolatrici Elettroniche (CSCE) dal
1954 al 1958, è Rettore dell’Università di Pisa dal 1958 al 1972.
In questo periodo avvia e potenzia
gli studi di Informatica a Pisa.
È in questo contesto che si sviluppa il progetto CEP (Calcolatrice
Elettronica Pisana). La macchina
creata viene inaugurata solennemente il 13 novembre 1961 alla
presenza del Presidente della
Repubblica Giovanni Gronchi
e di tutti i magnifici rettori delle università italiane. L’attività di
ricerca in questo settore di punta
della tecnologia genera nel 1969,
primo ad essere istituito in Italia,
il Corso di Laurea in Scienze dell’Informazione. Dal 1968 al 1972
è Presidente della Conferenza
permanente dei Rettori delle
Università Italiane, organismo da
lui stesso fortemente voluto. Dal
1972 al 1976 assume la presidenza
del Consiglio Nazionale delle Ricerche; fra i risultati più notevoli
della sua presidenza la costruzione
del satellite Sirio per la ricerca sull’impiego di nuove gamme d’onda
cortissime nelle telecomunicazioni (satellite che ancor oggi è in
orbita) e l’avvio dei primi Progetti
Finalizzati del CNR. Viene eletto
per due legislature (1976-83) senatore della Repubblica e, come
Presidente della Commissione
Pubblica Istruzione del Senato
da l’avvio alle prime leggi di riforma delle Università italiane.
Sua l’idea di fondare, nella sua
Pisa, un grande Politecnico della
Toscana. Fu per lavorare a tale
progetto, mai portato a termine,
che trasferì la sua cattedra nella
Facoltà di Ingegneria, che voleva
così trasformare.
Alessandro Faedo è socio di molte Accademie scientifiche e Presidente dell’Accademia olimpica di
Vicenza, professore Emerito nell’Università degli studi di Pisa e
Presidente Emerito del Consiglio
Nazionale delle Ricerche, nonché
Cavaliere di Gran Croce dell’ordine al Merito della Repubblica
Italiana e di Officier de la Legion
d’Honneur. Alessandro Faedo
scompare il 16 giugno 2001.
Pisa ricorda il suo illustre cittadino, anche grazie alla presenza nel
proprio tessuto sociale e scientifico della residenza universitaria
“Collegio Alessandro Faedo” e
dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione Alessandro
Faedo, che include al proprio interno un’altra creatura di Faedo, il
CNUCE.
scritto da Franco Failli (DIMNP)
.
Notizie dei soci e della Facoltà…
Scambi tra Atenei: sviluppo dei rapporti internazionali con il Kazan in Russia
di Pier Luigi Maffei, ([email protected])
la nostra Facoltà dove ha svolto
attività relative all’attivazione ed
allo sviluppo dei rapporti internazionali tra la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa e
l’Università Statale di Architettura e Ingegneria di Kazan,
Russia.
In particolare, l’esperienza trascorsa presso la Facoltà ha
contribuito ad ampliare la coLilia Gilmeeva
noscenza reciproca dei sistemi
La Dott.ssa Lilia Gilmeeva formativi in vigore nei due Paesi
della Kazan State University ha per poter sviluppare gli scambi
trascorso tre settimane presso tra i due atenei, per discutere
dei possibili progetti di ricerca
comuni e per stabilire i contatti
tra le due città.
Durante la permanenza a Pisa
della Dott.sa Ghilmeeva sono
stati organizzati incontri con
enti ed istituzioni della Provincia di Pisa da cui sono emerse
alcune ipotesi di collaborazione che vanno oltre i rapporti
scientifici e formativi tra i due
Atenei.
Tra questi sono stati auspicati
scambi tra Pisa a Kazan finalizzati a far conoscere le tra-
Summer course, un ponte tra Illinois e Pisa
di Calogero Solima, ([email protected])
Il Dipartimento di Ingegneria avuto una durata di cinque settiMeccanica, Nucleare e della Pro- mane. Gli studenti italiani hanno
duzione collabora da molti anni seguito assieme ad un ugual nunel settore della sicurezza nucleare mero di studenti della UIUC un
degli impianti di potenza con la corso a calendario della università
Università dell’Illinois di Urbana- ospitante, compattato in 5 settiChapaigne (UIUC). Alla collabo- mane,. Hanno svolto esercitazioni,
razione scientifica si è aggiunta dal hanno seguito un corso di lingua
2002 una collaborazione didattica, organizzato dal Intensive English
in base alla quale ogni anno un Institute della stessa università,
gruppo di studenti della UIUC hanno effettuato visite a centrali a
viene ospitato dalla nostra facoltà carbone e nucleari, a laboratori e
per un intensivo summer course ad impianti vari, e nel poco tempo
e dal 2006 un gruppo di studen- libero hanno usufruito delle imti della nostra facoltà frequenta ponenti strutture sportive della
nei mesi estivi un summer course UIUC. Ancora alcune informanella UIUC. Nell’ultima edizione zioni: si tratta di un programma
i nostri studenti sono stati 18.
di facoltà, ( il primo del genere)
Il summer course nella UIUC ha che, secondo gli accordi, si ripeterà
ogni anno. È previsto un summer
corse di ugual durata degli studenti americani in Italia. La prossima edizione è prevista per agosto
2007 (http://www.web.ing.unipi.
it/didattica/es/home).
I costi ed i rimborsi spese sono
purtroppo totalmente a carico degli studenti.
Il CdF ha approvato la richiesta
del Prof. Marco Raugi di concedere fino ad un massimo di 6 crediti
formativi agli studenti partecipanti. Ho vissuto, come coordinatore,
questa esperienza che considero di
grande utilità per gli studenti e di
grande importanza strategica tra i
programmi di internazionalizzazione della facoltà.
.
dizioni, le produzioni locali e
le iniziative culturali (musica,
cinema ed altro); trasmissioni
televisive finalizzate anche alla
reciproca conoscenza e al turismo; concorsi per migliorare la
conoscenza dell’Italia, delle sue
Regioni, delle tradizioni, della
cultura e del folclore, scambio
di artisti, mostre fotografiche,
di pittura, di libri, ecc.
Sul progetto di collaborazione
tra la Facoltà di ingegneria di
Pisa e la Kazan State University
sono state date già alcune informazioni sul nr 4 di “ingegneria
a pisa” .
Il Prof. Pier Luigi Maffei sarà
lieto di fornire ulteriori informazioni.
.
Il Master in Yacht Engineering
di Giovanni Lombardi, ([email protected])
In una cornice tipicamente nau- Obiettivo del Master è quello di
tica si è svolta, presso i locali del fornire una buona conoscenza
Club Nautico Versilia, la cerimo- delle problematiche legate alla
nia di chiusura della prima edizio- progettazione e produzione di
ne Master in Yacht Engineering, imbarcazioni per la nautica da diorganizzato dall’Università di Pisa porto, attraverso approfondimenti
con la collaborazione del Comune di fluidodinamica, analisi struttudi Viareggio, la Provincia di Luc- rale, norme del disegno tecnico e
ca, e l’appoggio della cantieristica loro applicazione, sistemi CAD/
viareggina. Alla cerimonia erano CAM, normative dei principapresenti ii 28 partecipanti al ma- li registri internazionali, aspetti
ster (17 ingegneri e 11 architetti) di “interior design” e utilizzo dei
ed i 6 uditori, provenienti da tutta moderni materiali da costruzione
Italia. Ben 27 dei 28 partecipanti e delle tecnologie appropriate al
hanno completato le lezioni e 20 settore nautico, anche attraverso
anche lo stage formativo in una esperienze pratiche in laboratorio.
azienda nautica, così che è stato Particolare attenzione è posta alla
consegnato loro il certificato del gestione della qualità, alla valutamaster. Ben 11 sono stati già as- zione dei costi di produzione, agli
sunti nel settore della nautica, e aspetti di marketing e alla gestioquesto, se consideriamo che altri ne delle risorse umane.
già operavano nel settore, mi sem- La seconda edizione è iniziata il
bra un numero che di per sé indica giorno 8 febbraio.
la sezione segue in ultima pagina …
il successo dell’iniziativa.
.
11
…segue Notizie dei soci e della Facoltà
Al Prof. Roberto Bassani la Tribology Trust Gold Medal 2006
Al Prof. Roberto Bassani è stata
assegnata la Tribology Trust Gold
Metal 2006, la massima onorifi-
abc
cenza a livello mondiale nel campo
della tribologia.
Essa viene annualmente assegnata
dall’ITC (International Tribology
Council).
Data l ’interdisciplinarietà della
materia, può essere assegnata a fisici,
chimici, metallurgisti e ingegneri.
La cerimonia per la consegna del
premio sarà svolta il 3 aprile nella
sede della Ambasciata britannica
a Roma, alla presenza di rappresentanti diplomatici e di autorità
accademiche. “ingegneria a pisa”
oltre ad esprimere le più vive congratulazioni al Prof. Bassani, ri-
tiene opportuno riportare di seguito
le motivazioni della premiazione.
SFB.
24 October 2006
Dear Professor Bassani
Tribology Trust Gold Medal
2006
The Tribology Trust, established
in September 1969, promotes
interest and study in the science
and technology of friction, wear,
lubrication and associated subjects. As part of its core activities, the Trust recognises outstan-
Recensioni • I nostri docenti hanno scritto:
Ustica, Storia di una indagine, Carlo Casarosa, Plus Pisa University Press
Un DC-9 civile con 81 persone
a bordo precipita nella notte sulla rotta tra Bologna e Palermo.
Un MIG 23 libico finisce sulle
montagne della Sila. Nei 25 anni
di indagini e processi, si è scritto molto sul caso Ustica e molte
sono le voci che si sono levate a
raccontare le verità di una tragedia dai contorni oscuri. Per
la prima volta prende la parola
Carlo Casarosa, professore ordinario di Meccanica del Volo
presso il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale della nostra
Università, uno degli ingegneri
membro del collegio peritale
che ha affiancato il giudice Rosario Priore nel lavoro istruttorio
conclusosi con la sentenza della
Corte di Assise di Roma. Il Prof.
Casarosa, isolandosi dal frastuono delle polemiche dilaganti sulle cause dell’incidente (missile o
bomba), ha condotto la sua perizia considerando esclusivamente
gli aspetti tecnici dell’incidente,
arrivando a formulare un’ipotesi
osteggiata da chi si preoccupava
degli scenari risultanti. Il relitto
del DC9, la cui ricostruzione è
stata diretta dallo stesso Prof.
Casarosa, è il vero protagonista del volume: l’autore è infatti
convinto che sono i resti dell’aereo gli unici portatori della verità
sul disastro, gli unici che possono
“parlare” e raccontare quello che
veramente è successo sui cieli
del Tirreno la sera del 27 giugno
1980. Il volume è un racconto in
prima persona delle indagini sul
relitto, la storia di un professore
universitario che si trova coinvolto in un caso scottante al centro
delle polemiche, che riesce a gestire con la massima professionalità e con grande coinvolgimento
emotivo.
.
VITTIME GLOBALI, di Marco Santochi, Felici Editori
Non capita tutti i giorni di presentare un romanzo scritto da
un ingegnere, che è per di più
docente di una materia così
strettamente specifica come la
tecnologia meccanica. Però di
tanto in tanto le belle sorprese
12
ding achievements in tribology.
I am delighted to advise you that
the unanimous decision of the
Awards Committee, comprising
nominees of the Institution of
Mechanical Engineers, the Institution of Electrical Engineers,
the Institute of Materials, Minerals and Mining, the Royal Aeronautical Society and the UK Department of Trade and Industry
was that you should be awarded
the Gold Medal for 2006 for
your supreme achievement and
contribution to the science and
technology of tribology.
capitano, e così adesso è possibile leggere, grazie all’opera di
Marco Santochi, un libro che
si inserisce a pieno titolo nel
filone del thriller tecnologico e
che piacerà a tutti quelli, e sono
tanti, che hanno apprezzato i
romanzi di Michael Crichton.
L’autore però non scrive solo un
giallo, ma affronta anche temi di
attualità nella società e nell’università moderna.
Il libro è infatti ambientato in
parte in Cambogia, all’interno
di uno stabilimento occidentale
che utilizza la favorevoli condizioni economico-sociali del
cosiddetto far east, ed in parte
a Pisa, presso un futuribile Politecnico del Tirreno. È l’occasione di far agire i personaggi
in uno scenario che rappresenta i contrasti stridenti conseguenti ad una crescente, ed
apparentemente inarrestabile,
globalizzazione.
Al lettore sono proposte quindi
domande precise sull’etica del
lavoro e della ricerca: saremo
in grado di sfruttare al meglio
l’occasione che la tecnica ci offre
e di produrre progresso reale ed
umano, anziché solo incremento di un patrimonio unicamente
finanziario? Ma soprattutto, riuscirà il commissario Wang a superare i suoi problemi personali
ed a risolvere il caso della morte
dell’operaio Prak, in modo da
evitare che altri suoi compagni
possano diventare inconsapevoli
“vittime globali”?
.
The medal and parchment certificate are normally presented by
a Senior Minister of State or a
person of high rank.
Past presenters to UK Gold Medal winners include HRH Duke
of Edinburgh, Rt Rev Dr John
Hapgood, the Archbishop of
York and Secretaries of State.
We will be in touch with you
again as soon as arrangements
for your awards ceremony have
been finalised.
Yours sincerely
Alec Osborn .
Notizie dalle aziende
Cosa scrive di noi il
Tirreno…
M-346 della Alenia
Aermacchi
Riportiamo si seguito il testo
di un artcolo apparso nel giornale “Il Tirreno” di Pisa del
14/01/2007.
Scambi culturali per
studenti
Il quinto numero del periodico della Facoltà di Ingegneria
“ingegneria a pisa”, annovera
alcuni articoli di sicuro interesse per i laureandi ed i neo
laureati in discipline scientifiche. In particolare i temi trattati riguardano i vantaggi e i
rischi di una carriera all’estero
da parte del mondo del lavoro italiano, il conseguimento
di un master postlaurea in
business administration, l’internazionalizzazione dei giovani ed i relativi programmmi
comunitari, ai quali la Facoltà
di Ingegneria punta con un
ampio programma di scambi
con l’estero. Altri articoli del
periodico riguardano argomenti più squisitamente tecnici, secondo la linea editoriale già adotatta nei numeri
precedenti. Il periodico è nato
nel 2005 nell’ambio delle attività della sezione ingegneria dell’associazione Laureati
Ateneo Pisano (Alap) e costituisce ormai uno strumento
di orientamento per i giovani
della Facoltà di Ingegneria e
di informazione per i meno
giovani ex allievi, che ha anche lo scopo di rinsaldare i
legami tra questi ultimi e la
loro Facoltà. Il periodico è
consultabile on-line: www.
web.ing.unipi.it/ingegneriapisa/
index.
.
L’Ing. Massimo Lucchesini,
ex allievo e Direttore Generale della Alenia Aermacchi,
ci comunica che il secondo
prototipo del nuovo addestratore avanzato M-346,
del quale si è già scritto nel
numero 2 di “ingegneria a
pisa”, ha testato, nei giorni
dal 22 al 29 dicembre, la
nuova release del software
dei comandi di volo ed ha
raggiunto in voli di circa
un’ora ciascuno la velocità
di Mach 0,96, migliorando
considerevolmente il precedente limite di Mach 0,85.
L’M-346, sviluppato sulla
base degli stringenti requisiti specifici di 10 forze
aeree europee rappresenta
attualmente il vertice della
gamma degli addestratori
Alenia Aermacchi ed è riconosciuto come il miglior
veicolo, unico in Europa,
nella categoria degli addestratori avanzati di nuova
concezione, capace di simulare efficacemente le prestazioni, gli scenari operativi
ed il cockpit degli aerei da
caccia di ultima generazione, Eurofighter, Gripen.
Rafaele, F16, F22 e del futuro JSF.
.