stone sector - STAT By IMM CARRARA

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stone sector - STAT By IMM CARRARA
INTERNAZIONALE
MARMI E MACCHINE
CARRARA SpA
STONE SECTOR
2006
STONE SECTOR
2006
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA SpA
V.le G. Galilei, 133 - 54036 Marina di Carrara-Italia
Tel. +39 0585 787963 - 634105 Fax +39 0585 787602
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www.immcarrara.com/stat
Con la collaborazione dell'ICE, Area Beni di Consumo/Abitare
Traduzioni / Translations / Traducciones
Elaine Broadley (inglese)
Ruggero Ruberti (spagnolo)
Hanno collaborato / Collaborators / Colaboradores
Andrea Bonsignori
Francesca Caroti
Fernanda Fontana
Riccardo Piccinini
© Copyright 2007
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.
Tutti i diritti riservati / All rights reserved
Todos los derechos reservados
STONE SECTOR 2006
Industria Italiana
e Congiuntura Internazionale
Italian Industry
and International Trends
La Industria Italiana
y La Coyuntura Internacional
A cura di:
Ufficio Studi Internazionale Marmi e
Macchine Carrara S.p.A.
STONE SECTOR 2006
Industria Italiana
e Congiuntura
Internazionale
Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE
CARRARA S.p.A.
Quadro generale
Dopo un anno come il 2005, che aveva registrato un saldo positivo di crescita economica complessiva
a livello internazionale, il 2006 ha proseguito nello stesso andamento, non solo confermando il trend
di espansione su un anno già favorevole, ma consolidandolo ulteriormente con cifre superiori alle
aspettative. Un miglioramento solido, che ha consentito di reggere anche ad elementi di possibile
indebolimento del quadro, e di possibili future insidie come quelle suggerite dai segnali provenienti dal
mercato immobiliare americano, e dalle oscillazioni di inizio 2007 della borsa di Shanghai.
I Paesi emergenti hanno dato un forte contributo al commercio internazionale e all’aumento dei consumi
complessivi e della produzione, anche avvalendosi del vantaggioso andamento del costo del petrolio,
nella seconda metà dell’anno. E così anche il 2007 è iniziato in condizioni di sostanziale ottimismo
internazionale, sostenuto da alcune performance soprattutto asiatiche ed europee, a cui il Nord America
fa comunque da sponda stabile. Le previsioni del Beige Book sono ancora di crescita, anche se si
prevede che sarà più debole già nel secondo trimestre 2007, ma alcuni elementi del quadro generale
sono di deciso interesse anche per le conseguenze che possono avere poi sul settore specifico delle
pietre. Il 2006, comunque, ha visto ancora un forte protagonismo dei due maggiori Paesi asiatici, Cina
e India, con una ripresa progressiva dell’economia europea, che si riflette in un andamento dell’euro ai
massimi sullo yen e sul dollaro USA. L’acquisto di materie prime per gli europei ne rimane facilitato,
anche se la competizione con le esportazioni americane ne risente; tuttavia è l’andamento del mercato
immobiliare statunitense che può avere conseguenze negative maggiori di quanto sinora rilevato, anche
se nel corso del 2006 è solo verso il quarto trimestre che si è cominciato a parlarne seriamente. A detta
degli esperti internazionali, il rischio è ancora in ambiti da considerare normali, e l’inflazione rimane
sotto controllo nelle maggiori aree produttive. Permangono tuttavia motivi di potenziale debolezza di
quadro nelle dimensioni del disavanzo americano dei pagamenti con l’estero, nelle possibili tensioni
sul prezzo delle fonti energetiche, negli andamenti di alcuni mercati immobiliari, forse troppo espansi
negli ultimi anni.
Anche se leggermente rallentati, si prevede che nel 2007 i ritmi di sviluppo dei Paesi emergenti
rimangano forti, con un PIL cinese che continua a crescere con velocità a due cifre, secondo dati
ufficiali già diffusi relativi al primo trimestre. Ad essi fa riscontro una Unione Europea che accelera
anch’essa, e consolida i risultati raggiunti nel 2006, a cominciare dalla riduzione del disavanzo pubblico
complessivo. Il processo è sostenuto in primo luogo dalla Germania, che è ampiamente tornata a
svolgere il ruolo di traino dell’economia continentale, ma anche in Italia il risultato è più positivo
dell’attesa, soprattutto in seguito alle performance dell’export. Le aspettative delle imprese, però, e la
fiducia dei consumatori hanno leggermente rallentato nel nostro Paese, a partire dal primo trimestre
del 2007. Restano così ancora senza risposta alcuni quesiti sulla situazione nazionale, dove le reazioni
del sistema delle imprese alle sfide sono state migliorative, pur in presenza di cambiamenti del quadro
esterno relativamente poco vistosi: evidentemente è in corso un processo di riposizionamento del nostro
sistema produttivo nei confronti del mercato, che appare poco a un esame generale, ma che opera poi
attivamente nei dati di consuntivo.
Certo, rimangono ancora fortemente presenti alcuni focolai di tensione internazionale, che agiscono
da sfondo al quadro complessivo, e costituiscono motivo di impegno di risorse destinabili altrove, e
soprattutto di destabilizzazione potenziale; ma una importante fascia di Paesi attivi e importanti come
motori dell’espansione economica internazionale e dell’interscambio segue una sua via alla crescita
e allo sviluppo, tenendosi fuori, almeno apparentemente, dalle linee di aumento della tensione, e
sembra in grado di gestire le proprie vicende interne evitando pericolose rotture e altrettanto rischiosi
coinvolgimenti esterni.
Settore lapideo internazionale
Anche il settore lapideo ha beneficiato delle positive performance internazionali, continuando nel
segno di un’espansione che ormai è attiva da molti anni. Nella dialettica tra Paesi produttori e Paesi
consumatori si svolge l’espansione di una attività che contribuisce alla complessiva crescita economica
di regioni sempre più diffuse e importanti, che contano sul settore per ampliare le loro opportunità di
progresso e per irrobustire i loro indici di crescita. Uno sguardo all’elenco dei Paesi che superano la
soglia di importanza nella produzione e nella trasformazione delle pietre, infatti, consente di apprezzare
l’ampliamento dell’offerta di pietre che al mercato dei consumatori si offre con una grande facilità,
ormai, e con condizioni di continuità e di accostamenti di utilizzo, che potenziano a loro volta l’intero
mercato dei prodotti lapidei.
La produzione di pietre per uso ornamentale, in cava, nel mondo, anche per questo 2006 si è confermata
come una attività significativa per i volumi che impegna, e per il business che attiva. Sono ormai ben
oltre la cinquantina i Paesi con una attività rilevante, e tecnicamente apprezzabile, e anche se i “grandi”
produttori rimangono sempre un novero ristretto, sia in termini di valore intrinseco dei materiali che
di offerta significativa come volumi, pure ogni anno dobbiamo fare i conti con nuovi ingressi, con
nuovi colori e texture, con nuove qualità che si aggiungono alle precedenti. Certo, accade anche che
alcune produzioni si esauriscano, o escano di mercato, o diventino fuori moda per un qualche motivo,
ma il saldo rimane ancora attivo, sia per la scoperta di nuove offerte, sia per la scelta da parte di
nuovi soggetti di valorizzare le proprie risorse geologiche. Così, vediamo affacciarsi con decisione, ad
esempio proprio all’interno di questo volume, una realtà recente come quella cilena, che si presenta alla
ribalta internazionale con materiali propri e una industria estrattiva e di prima trasformazione giovane
ma propositiva e con belle prospettive. E il Cile affianca un’altra realtà di esperienza più lontana ma di
protagonismo ancora giovane anch’essa, come quella turca, che proprio negli ultimi due o tre anni, ha
vissuto un momento di espansione rilevante su alcuni mercati importanti per il consumo come quello
nordamericano, e quello tedesco. La specializzazione di questi due Paesi – Cile e Turchia – è soprattutto
sul marmo, e su pietre calcaree, ed è anche grazie a Paesi come la Turchia che l’espansione quantitativa
del mercato lapideo nel 2006 ha riguardato anche i marmi, e non solo i graniti. Hanno svolto, infatti,
un ruolo come sempre significativo Italia, Spagna e Grecia, assieme a molti altri produttori, sia storici
che nuovi, in misura minore. Ma i graniti hanno vissuto un altro anno da grandi protagonisti dello
scenario internazionale, con soggetti come Brasile, India e Cina a fare decisamente da grandi macchine
di produzione, trasformazione e consumo e da grandi sostenitori dell’espansione mondiale del mercato.
Per un Paese come la Cina, infatti, non vale solo il ruolo del grande produttore, ma pesa molto anche il
ruolo svolto come consumatore e utilizzatore di tutto ciò che fa edilizia e costruzioni, e quindi anche di
marmi, graniti e altre pietre, da finitura e da arredo urbano e ornamento in genere: le statistiche già altre
volte riportate, e presenti in maniera dettagliata sul sito statistico della IMM, descrivono chiaramente
lo svolgersi del processo negli ultimi cinque anni, in termini quantitativi, che meglio rappresentano
al momento le dimensioni del fenomeno. Per alcuni Paesi, presto potremo mettere in rete anche i dati
valoriali, che descrivono in modo significativo non solo i volumi di business coinvolti dal settore, ma
soprattutto la qualificazione dei movimenti e dei mercati collegati ai prodotti. Per il momento, possiamo
elaborare dei dati parziali, dei quali proveremo a dare lettura e interpretazione nel corso del lavoro.
A livello generale, cominciando dalle escavazioni, un ulteriore aumento del numero dei produttori
si è accompagnato, anche in Paesi già evoluti nel settore, ad una ulteriore anche se non forte crescita
generalmente diffusa delle quantità estratte. Seguendo un criterio di mercato che appare ovvio, ma che in
realtà risulta essere estremamente selettivo, in funzione della domanda esterna sono cresciute soprattutto
le qualità più affermate e quelle più nuove, destinate ai mercati che accolgono produzioni di pregio, o
che cercano novità e rinnovamento di offerta, mentre le produzioni più correnti sono rimaste più stabili,
e più facilmente destinate a mercati interni e di prossimità. Si rafforza così quella dualità di mercato che
vede produzioni sia di materia prima che di lavorati molto qualificati e ricercati, da un lato, e materiali
e prodotti più correnti dall’altro. Crescono entrambi, ma su due binari paralleli, che alcuni mercati e
alcuni produttori ben rappresentano e quasi riassumono nel loro andamento, mentre altri si presentano in
maniera più mescolata, su entrambe le facce della medaglia. A livello di areale, anche per il 2006 vediamo
così riproporsi a livello elevato come negli anni precedenti i consumi e gli interscambi regionali, per
esempio tra tutti i Paesi del Mediterraneo, con Italia Spagna ed Egitto tra i maggiori protagonisti, affiancati
un po’ da tutta l’area della costa nord dell’Africa. Nella zona nordamericana, assistiamo all’ulteriore
intensificarsi degli scambi tra Stati Uniti, Messico e Canada, affiancati poi da Brasile e altri produttori
latini di dimensioni minori, tutti molto concentrati sul grande consumatore USA. Nell’area mediterranea,
a differenza di quella americana, hanno un ruolo importante gli scambi di materia prima, che soprattutto
per l’Italia svolgono un ruolo forte di integrazione delle esportazioni complessive, e risultano di volume
elevato soprattutto per alcune tipologie di materiale, come il bianco di Carrara, che emigra in direzione dei
Paesi del nord Africa, principalmente come materiale a valore medio contenuto. Tali prodotti, però, sono
spesso soggetti anche a scambi di più lungo percorso, soprattutto quando si tratta di acquirenti che possono
contare su un mercato interno di buone dimensioni, e capacità di trasformazione ampia e a costi contenuti.
Pensiamo, ancora, alla Cina, che è tra i maggiori acquirenti di calcarei grezzi e semigrezzi proprio di
provenienza mediterranea o mediorientale: Italia, Egitto, Spagna, Turchia e Iran sono i suoi maggiori
fornitori attuali, e certamente la crescita è repentina soprattutto da Egitto e Turchia, che divengono i primi
fornitori in merito. Solo l’import di graniti grezzi dall’India rimane superiore in termini di quantità, ma
la crescita su base annua è decisamente superiore nel caso dei due Paesi mediterranei. Non sorprende,
da’altra parte, che la Cina importi crescentemente marmi dall’estero, in quanto comunque rimane il più
forte produttore di graniti a livello mondiale. Anche se mancano i dati certi aggiornati sulle escavazioni
del 2006, sono sufficienti i dati di stima per confermare una leadership che in questo campo rimane
sempre forte e non insidiata ancora, se non da lontano, da India e Brasile. Rimane la realtà di un Paese
che importa materia prima ed esporta e consuma lavorati da e verso tutto il mondo, conquistando ogni
anno quote maggiori e traguardi nuovi, e sostenendo una buona parte di quella crescita internazionale del
settore, che rileviamo ormai costantemente da molti anni. C’è da sottolineare un dato, però, nel raffronto
con Paesi di collocazione storicamente diversa, come per esempio l’Italia: il valore medio per unità di
prodotto importato da Paesi terzi va valutato con attenzione, perché inquadra il segmento di mercato in
cui le produzioni e le esportazioni si collocano, e dà una corretta posizione di benchmark rispetto agli altri
Paesi concorrenti. Prendiamo come esempio per chiarire la dinamica del confronto la voce relativa alla
Germania, che ha visto aumentare le importazioni dalla Cina in maniera significativa nel 2006, e leggiamo
quanto segue, riguardo alle importazioni tedesche di lavorati di granito.
Tabella 1: Graniti lavorati/ Germania, importazioni
PAESI
PARTNER
tonn. X 1000
2005
euro x 1000
2006 diff. % ’06/’05
2005
euro per tonn.
2006 diff. % ’06/’05
2005
2006 diff. % ’06/’05
CINA
338,59 370,58
9,45
89.016
84.573
-4,99
263
228
ITALIA
129,45 132,68
2,49
89.651
94.294
5,18
693
711
-13,19
2,62
TOTALE
623,45 649,59
4,19
258.384 267.410
3,49
414
412
-0,67
Fonte: Eurostat; elaborazione: IMM
Una situazione analoga si verifica per gli Stati Uniti, dove già l’anno scorso avevamo verificato che le
esportazioni da Brasile per il granito, e da Turchia per il marmo erano cresciute in maniera veloce, e con
la stessa caratteristica evidenziata dalla situazione tedesca.
Tabella 2: Graniti lavorati/ USA, importazioni
PAESI
PARTNER
tonn. X 1000
dollari USA x 1000
2006
BRASILE
701,92
1087,21
54,89
444.000
609.000
37,16
633
560
-11,45
CINA
367,53
582,67
58,54
244.000
323.000
32,38
664
554
-16,50
INDIA
458,15
460,88
0,60
243.000
291.000
19,75
530
631
19,04
ITALIA
455,19
353,78
-22,28
335.000
350.000
4,48
736
989
34,43
2255,36
2767,45
22,71
1.476.000
1.800.000
21,95
654
650
-0,61
TOTALE
diff. % ’06/’05
2005
dollari USA per tonn.
2005
2006 diff. % ’06/’05
2005
2006 diff. % ’06/’05
Fonte: Bureau of Census USA; elaborazione: IMM
Inoltre, particolarmente nel caso degli Stati Uniti, e sia per il marmo che in misura maggiore per
il granito, alla voce “Prodotti lavorati”, risultava evidente un fenomeno diverso, ma altrettanto
significativo e valido non solo per questo Paese, e comprensibile solo attraverso la lettura attenta
di quanto risultava dalla dialettica delle quantità dichiarate dai vari Paesi. Prendiamo per chiarire il
caso particolare dell’Italia, che conosciamo meglio e che ha intensificato il processo nel 2006. Alcune
aziende, particolarmente attive fuori dal territorio nazionale e in grado di governare le proprie scelte in
modo attento, hanno effettuato investimenti all’estero, soprattutto nei Paesi dove certe produzioni sono
più vantaggiose, al fine di integrare la propria offerta sui mercati finali con prodotti sempre controllati
e garantiti dal fornitore italiano, ma materialmente trasformati fuori dai confini dell’Italia. È una prassi
seguita anche da altri Paesi, non solo dall’Italia, e in molti settori diversi dal lapideo, per motivi di vario
tipo: nel nostro settore si va dalla più facile disponibilità della materia prima, ai costi di produzione
più agevolmente gestibili e contenuti, alla vicinanza con i mercati di sbocco, alla presenza di partner
affidabili e altro ancora. Sempre comunque rimane rispettato un elemento costante di fondo: laddove
si svolge l’investimento, e si trasforma il materiale deve esserci una capacità di produzione adeguata
ad una qualità complessiva controllabile, cosicché il produttore italiano possa mantenere lo standard
a cui i suoi clienti sono abituati, basso medio o alto che sia, senza modificare la sua collocazione di
mercato, ma semmai ampliandola con una capacità di concorrenza più efficace. Spesso, le produzioni
all’estero sono poi integrate con forniture provenienti dall’Italia, attraverso le quali si mantiene quindi
ancor più valida e stretta una presenza diretta sul mercato e presso il cliente. Spesso queste integrazioni
riguardano specializzazioni produttive dell’azienda in questione, che vede così migliorare il proprio
posizionamento competitivo. Si tratta in altre parole di ampliamento del mix di offerta che una singola
azienda o gruppo persegue, e raggiunge attraverso l’integrazione esterna di produzione; ed è una scelta
strategica che viene optata non solo nel settore lapideo, ovviamente, ma anche in altri settori produttivi,
dove anzi il percorso è già più avanzato, ed è stato sperimentato in maniera poi riprodotta e riadattata
al lapideo. Spesso, è stata praticata e già sperimentata anche all’interno dei propri confini nazionali,
semplicemente aprendo i distretti produttivi più o meno specializzati ad altre forniture e specializzazioni
aggiuntive, per realizzare delle economie produttive allargate. Ma il processo non è privo di rischi,
in quanto analogamente a quanto accade ai distretti nazionali, i Paesi presso i quali si svolge sono
Paesi che crescono molto rapidamente, e generalmente dispongono in proprio di una ottima base
produttiva e di ottime capacità commerciali, costituendo così il passo successivo per un allargamento
del settore a livello internazionale, per una sua più spinta globalizzazione, ma il processo avviato in
questo modo molto verosimilmente seguirà poi evoluzioni proprie, che sarà difficile gestire, anche
se molto interessante seguire. Le specializzazioni produttive delle imprese leader del settore italiano
– per rimanere nell’esempio – si collocano in genere ad un livello non facilmente raggiungibile dai
concorrenti tutti, ma non tutto il settore condivide parimenti lo stesso profilo di alta eccellenza, per cui
si renderà ogni giorno più forte il bisogno di presidiare le proprie nicchie di mercato, le specializzazioni
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qualificanti, le presenze altamente competitive, a cui attribuire anche il ruolo di difesa complessiva
dell’intero settore nazionale. È la strada lungo la quale evolve non solo il settore lapideo italiano,
appunto, ma anche altri settori, e altri Paesi, che stanno seguendo lo stesso modello di complessità
produttiva crescente, per portare la competizione verso profili più avanzati e complessi, e per utilizzare
la globalizzazione, senza doverla solo subire. Ma non è l’unico percorso possibile, ce ne sono anche
altri, e vedremo alcuni di essi possono essere quanto meno esplorati; per ora, sottolineiamo il fatto
che gli investimenti italiani all’estero nel 2006 crescono anche nel settore lapideo, e che il settore si
configura in maniera sempre più articolata e dinamica.
Leggendo più nel dettaglio alcuni numeri, si ritrovano le grandi direttrici che anche per il 2006 ha
seguito il settore: ampliamento dei consumi nell’areale estremo orientale, con una crescita forte delle
esportazioni cinesi verso la Corea del Sud, mentre il Giappone rimane stabile e molto alto sui soli graniti
lavorati. Partner importanti del Paese orientale rimangono sempre, anche andando fuori dall’areale, la
Germania, che continua ad importare quantità crescenti di graniti e abbiamo visto di quale fascia di
valore, e gli Stati Uniti, che però preferiscono il Brasile, i cui dati sembrano proprio comprensivi
nelle dichiarazioni americane anche delle esportazioni italiane integrate attraverso il Brasile. Ma, per il
produttore più importante del mondo continua ad essere la sua zona di prossimità geografica il mercato
maggiore, accanto al proprio stesso mercato interno, dove l’espansione immobiliare è così rapida e
intensa da generare persino apprensioni sulla tenuta per il futuro prossimo. A leggere le statistiche
cinesi delle importazioni, si apprezza anche un’altra tendenza: l’integrazione crescente delle proprie
produzioni interne con produzioni esterne, destinate in larghissima parte per i marmi al consumo
interno, e per i graniti anche a riesportazione, ma in maniera diversa. I fornitori di marmi, in blocchi e
lastre, sono principalmente Turchia Egitto Iran Spagna Italia e Grecia, tutti in ampia crescita sul 2005.
E le esportazioni di lavorati di marmi riguardano in maniera significativa il solo mercato sudcoreano.
Anche il mercato americano ha conosciuto qualche incertezza sulle prospettive future, soprattutto per
le note vicende legate al mercato immobiliare e all’insolvenza di alcune categorie di acquirenti meno
forti. Complessivamente, però, nelle acquisizioni di lavorati lapidei, il nord America abbiamo visto
che preferisce il sud continentale come fonte di maggior approvvigionamento per i graniti, mentre
rimangono i produttori mediterranei i preferiti per i marmi, dall’Italia per i prodotti più costosi, alla
Turchia e alla Spagna, in generale. E pure l’Unione Europea, che al 2007 si è ulteriormente allargata
a 25 Paesi membri, intensifica gli scambi al suo interno, e con Cina e Turchia protagonisti esterni per
i lavorati, rispettivamente di graniti e marmi. Per l’UE rimane la grande confusione statistica sugli
scambi di grezzi di granito, che vengono spesso classificati in maniera discordante a seconda dei
vari stati, soprattutto se si tratta di Paesi nordici: gli scambi dichiarati tra Paesi esportatori e partner
importatori in molti casi sono fortemente discordi, e costringono a ridurre l’informazione disponibile,
perché chiaramente le modalità di classificazione dei movimenti non sono omogenee. Rimane il dato
di un traffico vivace, che però chiaramente coinvolge anche materiali vili, di grande volume e scarso
valore, e di destinazione non ornamentale, a oscurare i movimenti di pietre a destinazione più nobile.
Cresce ancora la capacità sia di consumo che di produzione e trasformazione del nord Africa, che vede
nell’Egitto la sua punta più avanzata. Per questo Paese, il partenariato con la Cina è sempre più importante,
e anche se i dati sono ancora parziali, tuttavia è chiaro il trend che vede i due Paesi in stretta connessione
produttiva. Anche l’Italia è partner importante della sponda sud del Mediterraneo, e così pure altri produttori,
come la Spagna e la Turchia. Per la Turchia, va detto che da quest’anno verranno meno, sembra, le statistiche
dettagliate e precise che solitamente uscivano in questo periodo: gli uffici nazionali hanno deciso di
considerarle come un dato “sensibile” e quindi da non diffondere nel modo che anche altri Paesi seguono:
sarà un importante tassello in meno nel quadro internazionale, soprattutto con il ruolo crescente che viene
svolto nelle dinamiche del settore. Per ora, si può ricostruire il dato indirettamente, attraverso i mercati
partner, in attesa che una decisione più favorevole allo scambio di conoscenze venga adottata.
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Settore lapideo italiano
Come si è comportato il settore lapideo italiano, in un quadro internazionale così dinamico e veloce
nei riposizionamenti competitivi? Il risultato complessivo dell’industria lapidea nazionale è stato di
cambiamento apprezzabile e favorevole rispetto agli anni precedenti, anche rispetto ad un 2005 che
pure aveva già dato segni di leggero miglioramento sull’anno trascorso. Da una indagine che ogni anno
svolgiamo presso un campione molto esteso di aziende italiane, ci vengono i dati e le informazioni
affidabili per poter dire che l’insieme del settore italiano ha avuto dei momenti e delle aree di sofferenza,
ma ha complessivamente reagito alle difficoltà esterne di competizione e di concorrenza, ricavandosi
una serie di specificità produttive e commerciali alle quali si è affidato per riposizionarsi e ripartire dopo
alcuni anni di crisi e di arretramenti.
Partiamo anche quest’anno da una lettura dei dati di export, che hanno sostenuto fortemente il
miglioramento che il settore lapideo nazionale ha vissuto nel corso del 2006, soprattutto in un momento in
cui il mercato del consumo interno comincia invece a calare parallelamente al rallentamento dell’attività
di edilizia soprattutto privata. Le esportazioni italiane di materiali lapidei hanno complessivamente
raggiunto e superato i 4 milioni e le 800 mila tonnellate di prodotto in varia forma, dai blocchi grezzi
alle lastre, ai lavorati e finiti, alle polveri e i granulati, per complessivi 1.910 milioni di euro, con una
netta prevalenza di tipologie ad alto valore proprio ed aggiunto. La decisa dominanza dei lavorati,
come appare chiaro dalla tavola che segue, ha dato un contributo forte sia alla qualificazione delle
esportazioni nazionali che al loro miglioramento complessivo, soprattutto sono state attive e produttive
le esportazioni relative al marmo e al travertino (ricordiamo che non si distinguono nella classificazione
statistica del Sistema Armonizzato adottato internazionalmente).
Tabella 3: Italia, esportazioni 2005-2006
ITALIA – TUTTI I PAESI
2005
2006
diff.% 2006/2005
Gennaio-Dicembre 2005/2006
tonn.
Euro
tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
787.143
151.621.426
885.009
172.191.883
12,43
13,57
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
205.010
55.333.872
189.097
49.180.291
-7,76
-11,12
MARMO LAVORATI
973.639
674.029.726
1.020.994
754.819.298
4,86
11,99
GRANITO LAVORATI
938.326
777.981.895
943.754
811.032.391
0,58
4,25
ALTRE PIETRE LAVORATI
197.844
37.572.612
200.625
37.898.572
1,41
0,87
SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati
3.101.962
1.696.539.531
3.239.479 1.825.122.435
4,43
7,58
GRANULATI E POLVERI
1.321.171
60.044.364
1.308.107
64.841.466
-0,99
7,99
SubTOT con Granulati e Polveri
4.423.133
1.756.583.895
4.547.586 1.889.963.901
2,81
7,59
1.278
906.294
20,11
25,11
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE
Euro % Qt.à
1.535
1.133.844
% Val.
20.605
13.046.789
20.972
13.069.151
1,78
0,17
329.135
6.412.879
251.991
6.490.335
-23,44
1,21
4.774.151
1.776.949.857
1,00
7,53
4.822.084 1.910.657.231
Fonte: Istat; elaborazione: IMM
Rispetto allo scorso anno, va subito rilevato che il quadro è molto più omogeneo sul territorio nazionale,
di quanto non lo fosse nel 2005: il segno “più” rispetto allo scorso anno non sta solo a indicare una
crescita avvenuta, a livello regionale e di distretti, ma è pure più diffuso anche se non proprio uguale
dappertutto. Il miglioramento su base annua ha coinvolto molte realtà locali, ed anche i dati regionali di
produzione indicano che la cosa è stata abbastanza seguita in maniera positiva nelle varie aree importanti
di produzione e trasformazione lapidea. Va detto con chiarezza comunque che l’Italia non ha ancora
recuperato i “numeri” del 2000 e neanche del 2001, ma è importante il trend che si è avviato ormai da
12
almeno due anni consecutivi, perché il miglioramento del quadro complessivo è iniziato già nella seconda
parte del 2005, seguendo una prassi stagionale che ritroviamo da tempo nel settore, nel bene e nel male.
Si incomincia a riprendere e consolidare un cambiamento di tendenza negativa che durava ormai da
alcuni anni, a cominciare proprio da quel 2000, che era proseguito bene sino alla prima metà dell’anno
seguente, e che poi aveva rallentato già prima del settembre 2001, fino a passare alla decrescita, e poi
apertamente alla crisi di alcuni mercati, negli anni a seguire. La tavola che segue quantifica la distanza
che tuttora separa l’Italia di oggi dai risultati di inizio secolo, e indica già un primo autore, anche se non
proprio primario, della ripresa: sta nelle esportazioni dei suoi materiali migliori e più consolidati presso
i consumatori, esportati sia in blocchi che in lastre. Non entriamo nel dettaglio delle specifiche, perché
la classificazione statistica, di nuovo, non ci consente di identificare singolarmente, separandole, le
due tipologie, ma dalle rilevazioni dirette sappiamo che l’andamento positivo, soprattutto nel caso dei
marmi e travertini, è dovuto sia ai grezzi che ai semigrezzi. Le dimensioni dei numeri non consentono
di attribuire ai blocchi il ruolo di protagonisti della ripresa in termini di grandezza del risultato finale,
la quota che essi ricoprono nel totale delle esportazioni settoriali italiane è contenuta, ma indicano il
senso e, a nostro avviso, anche un fattore forte di competitività del settore lapideo nazionale, offrendo
una chiave di lettura che può aiutare anche per gli sviluppi futuri dell’industria lapidea non solo del
nostro Paese. L’Italia svolge un ruolo storico e di leadership non più volumetrico, ma sicuramente
ancora qualitativo, e tipizzante all’interno del panorama internazionale. In questo senso segna ancora
il percorso di sviluppo che anche altri protagonisti possono seguire, ciascuno secondo le proprie
inclinazioni e possibilità: vedremo più avanti come queste linee di tendenza e di evoluzione hanno
influito e potranno svolgere ancora di più in futuro una parte importante nella ridistribuzione dei ruoli
anche internazionali all’interno del settore. Per ora prendiamo atto che questo aspetto è importante nel
quadro di quanto accaduto al settore lapideo italiano nel 2006.
Tabella 4: Italia, esportazioni 2000-2006
ITALIA - TUTTI I PAESI
2000
2006
diff.% 2006/2000
Gennaio-Dicembre 2000/2006
tonn.
Euro
tonn.
Euro
MARMO BLOCCHI E LASTRE
779.802
169.865.520
885.009
172.191.883
13,49
1,37
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
207.579
60.739.716
189.097
49.180.291
-8,90
-19,03
MARMO LAVORATI
1.455.216
953.485.188
1.020.994
754.819.298
-29,84
-20,84
GRANITO LAVORATI
1.048.100
851.301.648
943.754
811.032.391
-9,96
-4,73
234.626
48.468.135
200.625
37.898.572
-14,49
-21,81
SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati
3.725.323
2.083.860.207
3.239.479
1.825.122.435
-13,04
-12,42
GRANULATI E POLVERI
1.257.020
43.803.094
1.308.107
64.841.466
4,06
48,03
SubTOT con Granulati e Polveri
4.982.343
2.127.663.301
4.547.586
1.889.963.901
-8,73
-11,17
ALTRE PIETRE LAVORATI
ARDESIA GREZZA
% Qt.à
% Val.
9.215
7.289.961
1.535
1.133.844
-83,34
-84,45
ARDESIA LAVORATA
32.972
22.946.817
20.972
13.069.151
-36,40
-43,05
PIETRA POMICE
67.690
4.897.294
251.991
6.490.335
272,27
32,53
5.092.220
2.162.797.373
4.822.084
1.910.657.231
-5,31
-11,66
TOTALE
Fonte: Istat; elaborazione: IMM
Merita sottolineare come per l’Italia il business dei granulati sia in ascesa continua e importante, anche
dal punto di vista dei valori coinvolti. Certo, sono dati, quelli dei valori, da leggersi tutti con molta
cautela, in quanto il riporto ad euro è “tecnico”, vale a dire che è solo aritmetico, e non tiene conto
dei variati rapporti di scambio tra monete, mentre sappiamo bene che le oscillazioni del dollaro hanno
avuto un ruolo non da poco nell’orientare quanto meno alcune modalità di traffico delle merci, e degli
scambi complessivi. Tuttavia rimane pur sempre un criterio di lettura abbastanza “freddo”, e aiuta
13
comunque a interpretare dei dati che altrimenti rimarrebbero ancora più oscuri, o affidati solo ai volumi:
abbiamo già visto a livello internazionale, invece, come tenere d’occhio anche i valori corrispondenti
sia importante per capire alcuni fenomeni in atto, e dar loro il giusto peso e la giusta interpretazione.
Se ci si limita alle voci aggregate più importanti, dal punto di vista della comprensione settoriale,
sono possibili diversi criteri di lettura dei dati, perché sono diversi i percorsi seguiti, a seconda delle
tipologie produttive e dei mercati di collocazione. Se affianchiamo la tavola precedente con i dati
relativi solo alle tipologie maggiori, quelle a maggior valore aggiunto e a maggior diffusione nazionale,
e li riclassifichiamo per aree geografiche di sbocco, otteniamo una lettura ancora diversa di quanto
accaduto nel corso di questi ultimi sette anni. Cerchiamo cioè di dare una risposta diversa alla domanda
di prima: che cosa ha sostenuto l’export del settore lapideo italiano, negli ultimi anni? E che cosa
gli ha consentito di conquistare e mantenere un ruolo diverso nello scenario internazionale e nella
suddivisione internazionale del lavoro e dei mercati, con cui oggi il settore si confronta e opera?
Tabella 5: Italia, esportazioni 2000 – 2006/ Blocchi lastre e lavorati
ITALIA - TUTTI I PAESI/
Blocchi lastre e lavorati
Gennaio-Dicembre 2000/2006
2000
2006
diff.% 2006/2000
tonn.
Euro
tonn.
Euro
% Qt.à
% Val.
UNIONE EUROPEA
1.420.406
795.063.323
1.005.594
620.565.053
-29,2
-21,9
RESTO D’EUROPA
239.151
136.462.137
305.389
195.547.068
27,7
43,3
AFRICA
314.371
59.616.013
393.231
68.338.562
25,1
14,6
NORD AMERICA
520.976
590.315.338
518.215
583.097.523
-0,5
-1,2
82.959
43.622.613
60.659
30.481.739
-26,9
-30,1
MEDIO ORIENTE
680.350
190.228.638
430.930
151.291.273
-36,7
-20,5
ESTREMO ORIENTE
433.473
233.000.399
502.596
149.545.787
15,9
-35,8
33.635
35.424.491
22.863
26.152.452
-32,0
-26,2
3.725.321
2.083.732.952
3.239.477
1.825.019.457
-13,0
-12,4
CENTRO E SUD AMERICA
OCEANIA
TUTTI I PAESI
Fonte: Istat; elaborazione: IMM
L’unione Europea nel frattempo si è allargata a 25 Paesi, e dal gennaio 2007 ne sono entrati ancora
dall’Europa dell’Est, le tavole sono retrospettive ed omogenee per offrire un raffronto corretto in questo
senso, anche se rischiano di essere “antistoriche”. I numeri sono riferiti alla configurazione attuale
dell’UE, e il risultato è ampiamente negativo, anche se i valori medi compensano non poco e motivano
quindi largamente l’attenzione che tuttora l’area richiede e conquista. È il mercato interno allargato
delle nostre imprese, dove la competizione è più diretta con gli altri produttori, perché è in grado di
coinvolgere non solo produttori ed esportatori in grado di operare su mercati lontani, ma anche aziende
di capacità potenziale a più corto raggio. E invece, è proprio lì che si confrontano i termini aspri della
competizione, e che si sono scontati anche i cali di mercati importanti come quello tedesco, e nello
stesso tempo è proprio lì che si sono verificate, assieme ai mercati nordamericano e in parte di altre aree,
le condizioni e gli input per uscire dalla crisi, per trovare la risposta alle sfide competitive che i nuovi
assetti internazionali del mercato impongono.
Dalla tavola precedente emergono anche altre cose: la tenuta, sempre, del mercato statunitense, che oscilla
ma rimane forte e fondamentale per il nostro export, e dove sostanzialmente, nonostante le forti tensioni
portate da produttori esterni, il settore lapideo italiano non cede grandi quote di mercato, e non solo in
termini di volumi. Pesa, in questo caso, quel fenomeno di integrazione produttiva che abbiamo visto
profilarsi in maniera apprezzabile e significativa già dallo scorso anno, di ingresso nel mercato un po’
più indiretto, mediato attraverso produttori di altri Paesi, sempre ordinatamente affiancati da soggetti
nazionali. Non è una strategia nuova, qualche anno fa alcuni operatori, particolarmente attenti alle cose e
14
ai mercati esterni, si esprimevano dicendo che bisogna essere “dentro” i mercati, che bisogna portare la
competizione all’interno del mercato finale, cercando tutte le strategie e le forme possibili per svolgere la
cosa in maniera governata e, finché possibile, da protagonisti. Si separano, in questo processo, le finalità di
interesse tra soggetti individuali, aziendali o di gruppo che siano, e territoriali, di distretto o di altro. Ma il
processo appare sempre più essere proprio questo, con tutte le innovazioni che nel frattempo l’evoluzione
del quadro e dei nuovi protagonismi hanno imposto. E non si tratta di un banale decentramento produttivo,
è qualche cosa di più, è una integrazione delle proprie capacità produttive, competitive e industriali in
senso largo, che si sviluppa attraverso un mix di quadro produttivo e commerciale. Dai numeri emerge
quindi una prospettiva, ancora fragile certo, ma aperta, che va ad affiancare e consolidare le vocazioni di
prossimità di mercato come primo elemento di collocazione per le produzioni proprie: per i mercati più
lontani, si sfruttano le prossimità degli altri, laddove si può.
E però, a questo primo criterio di lettura si aggiunge quello altrettanto importante delle fasce qualitative
di mercato, delle specializzazioni produttive, che consentono di ricavare qualcosa di più di semplici
nicchie, da presidiare e difendere, e che non vengono perse dalla nostra industria nazionale, ma anzi si
mantengono e si consolidano ancora adesso. Il presidio e la difesa, o l’espansione del proprio mercato si
svolgono con tutti i mezzi a disposizione, e la globalizzazione ne offre di nuovi, da interpretare e leggere
in maniera, appunto, innovativa. I dati più recenti delle esportazioni italiane in fondo dicono proprio
questo: la parte più buia della crisi sull’estero sembra passata, e pur nel permanere di forti difficoltà
da parte anche di classi di imprese consolidate e competitive, la selezione intervenuta nel corso di
questi anni ha lasciato che i soggetti più adeguati al nuovo rimanessero attivi, e sapessero cogliere le
occasioni offerte, anche, dalla globalizzazione. Non è solo una sfida, ma anche un’opportunità, quella
che viene offerta dalle nuove geografie economiche, e dalla possibilità di operare anche in remoto
con produttori e mercati diversi. Cresce la complessità del sistema, e capire di volta in volta su che
cosa continuare a contare, e che cosa invece va abbandonato per strada, se necessario, è sempre più
difficile, e anche costoso, e non solo in termini di bilancio aziendale: ha costi anche sociali immediati,
che spesso si ripagano solo su tempi più lunghi e con modalità pesanti socialmente. Svolgono un ruolo
importante, allora, i cosiddetti bigplayers, che sono big più in senso figurato che fisico, ma che svolgono
sicuramente la parte di apripista, di leader “culturali” oltre che tecnici e operativi, una parte che può
offrire grandi occasioni, ovviamente, ma che può anche risultare molto ingrata, perché offre un esempio
di cosa fare e di cosa non fare. Il settore lapideo italiano è un settore, come molti altri del Made in Italy,
di distretti produttivi e di piccole imprese, dove quindi l’innovazione, non solo tecnologica ma anche
gestionale commerciale e strategica, si svolge spesso per imitazione, per tentativi individuali e per
apprendimento collettivo, piuttosto che ricerca attiva e diretta, e ha tempi rapidi e rischi elevati. Copiare
quello che fanno gli altri, allora, soprattutto quando si tratta di modelli di successo, diviene un modo
immediato di riposizionarsi, se è possibile: possiamo chiamarlo “scouting” gestionale, o tecnologico
se tocca invece i processi produttivi, ma alla fin fine si tratta pur sempre di cercare le novità tra quanto
ci circonda, e di adattarle a sé stessi. I risultati, però, possono essere anche molto positivi, e gratificanti
per chi per primo intuisce un processo nuovo o apre un mercato nuovo con successo, così come per chi
comprende la validità di un modello innovativo e lo segue tra i primi.
Quali mercati sono stati importanti per l’Italia del settore lapideo nel 2006?
Da quanto sin qui visto, alcune cose emergono già: il settore lapideo italiano ha seguito in buona parte
le sue naturali inclinazioni e relazioni commerciali costruite nel corso di anni, o comunque facilitate da
fattori oggettivi di connessione. Abbiamo visto come l’area europea abbia risentito su base pluriennale
delle difficoltà dell’economia e dell’edilizia tedesca. Questo, però, ha anche comportato che, non
appena la situazione in Germania è andata migliorando, immediatamente ci sono stati riflessi positivi
per i distretti lapidei nazionali che vi sono maggiormente collegati e presenti. Nonostante la recente
propensione tedesca ad acquisire soprattutto lavorati in granito da Cina e India, tuttavia il ruolo dell’Italia
15
abbiamo visto che si consolida addirittura, anche se soltanto nelle fasce più qualificate di prodotto Non
è un consolidamento generale, cioè, ma fortemente mirato e selettivo: marmi lavorati, in valore, graniti
lavorati anche qui in valore, e in entrambi i casi con un apprezzamento sensibile del valore medio per
tonnellata di esportato. Lo stesso modello vale anche per altri Paesi europei, sia dell’Unione che non,
influenzato certamente anche dal valore forte dell’euro su dollaro, che rende più accessibili le merci di
valore espresso in euro. Va detto, però, che i lavorati di marmi e travertini si giovano particolarmente di
questo meccanismo, associando così al valore di qualità anche quello di tipologia specifica: ne vediamo
una replica, sia pure in scala ridotta rispetto alla Germania, in Svizzera, in Russia, e poi, uscendo dai
confini continentali, negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi, in Kuwait, in India. Diversi, invece, i casi di
nord Africa e Cina, dove conta molto anche la materia prima, e di nuovo si tratta di marmi e travertini
in prevalenza. D’altra parte, l’Italia ha produzioni caratteristiche prevalentemente di calcarei, non
sono le sue sole produzioni, ma ne sono la parte più conosciuta e valorizzata per importanti distretti
produttivi, a cominciare da Carrara. Sono produzioni distintive, caratterizzazioni ormai rinomate, che
in qualche caso diventano addirittura simboliche di un’intera area al di là del settore, e ne costituiscono
insieme forza e identità produttiva e culturale. Si tratta di temi che coinvolgono anche altri aspetti, oltre
a quelli puramente commerciali o industriali, a cui però sono comunque strettamente connessi e quasi in
simbiosi. Argomenti che non valgono solo per il lapideo o per l’Italia, ma si estendono a tutti i comparti
e le specializzazioni produttive e spesso anche a molti distretti, regioni o addirittura Paesi di produzione.
È il tema delle identità simboliche, che esula da questo nostro piccolo ambito di considerazione, ma
che tuttavia lo coinvolge, e in qualche caso ne diventa asse portante: basti pensare appunto al marmo di
Carrara, o ai travertini romani, o a tutte quelle produzioni di antica tradizione e storia che si identificano
con un’area e ne diventano il simbolo. Merita comunque sottolineare che il mercato di maggiore
importanza, quello assolutamente da presidiare e difendere in maniera qualificata e strategica è e rimane
quello nordamericano, per tutti i numeri che abbiamo letto sinora, e per il ruolo di traino rilevante che
comunque svolge anche nei confronti degli altri mercati, più o meno avanzati che siano.
Le importazioni dell’industria italiana del lapideo rimangono nell’ambito di un quadro classico, ormai,
da qualche anno: sono in ripresa, anche significativa, sia per i marmi che per i graniti, e nei marmi,
leggendo i Paesi, sono importanti i nuovi come i vecchi produttori. Crescono sia in volume che in
valore la Spagna, anche la Francia e accanto alla riconferma fortissima della Turchia, si affacciano
altri soggetti, ancora di ruolo contenuto, ma già in buona evidenza, come la Croazia, la Macedonia e
il Montenegro. Continua a crescere nella partnership con l’Italia l’Egitto, che diviene il nostro primo
fornitore di marmi in blocchi, e crescono, sia pure su tutt’altra scala di grandezza, anche Marocco e
Tunisia, e poi la Namibia. Per i graniti c’è da registrare la crescente presenza della Finlandia, rispetto
a un quadro già forte in precedenza, affiancata in Europa dalla più tradizionale Spagna, e dalla nuova
anche se piccola Albania, e poi dal Mozambico e dallo Zimbabwe in Africa, mentre cala leggermente il
Sudafrica e scende un po’ anche l’Angola. Ma in tema di graniti grezzi e semigrezzi la novità maggiore
viene dalla dialettica di ruolo tra Brasile e India: l’India continua ancora ad essere il nostro primo
fornitore, ma sui valori medi per tonnellata di importato il Brasile è chiaramente più importante ed è il
più mediamente qualificato dei due, per l’industria lapidea nazionale.
Sui lavorati, invece, i numeri delle importazioni, ancorché in crescita, sono ancora contenutissimi, pure
se per alcuni paesi sono relativamente importanti. La Cina, per esempio, nei confronti dell’Italia aumenta
in volume, ed anche in valore, come del resto anche l’India, ma non in valore medio, diversamente
dall’India, che invece migliora la qualificazione dei suoi graniti lavorati collocati in Italia.
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Macchine
È sempre difficile interpretare quanto accade a livello nazionale e internazionale nel settore delle
tecnologie, che per sua stessa formazione risulta essere sfuggente alla classificazione e alle radiografie
statistiche. I suoi prodotti si spostano da un Paese all’altro, sotto forma di trasferimenti di merce
prodotta in un’area, e poi venduta collocata e utilizzata in un’altra, seguono percorsi di tracciatura
difficile, perché spesso scelgono la modalità della spezzatura di invio, e si confondono quindi con altre
parti meccaniche e automatiche, destinate ad altri usi e settori. E d’altra parte la meccanica soprattutto
condivide la sua tecnologia con molte altre destinazioni e ambiti, che non hanno specializzazioni così
specifiche da non poter essere ricondotte ad una base comune, e anzi si avvale di crescite innovative e
di contenuti spesso elaborati in altri circuiti produttivi e di ricerca, e li converte al settore. La tecnologia
che nasce internamente al settore lapideo è tanta, e molto spesso è anche sofisticata, e a sua volta si
ibrida con altri settori paralleli; gli sta accanto poi quella di derivazione esterna, importata e modificata
opportunamente per rispondere alle esigenze del settore. Rimane così la difficoltà di separare quanto si
importa ed esporta di specifico per il lapideo, da tutto il resto, difficoltà che permane anche ora che la
ceramica ha ottenuto una classificazione separata per la sua parte di destinazione d’uso. Aggiungiamo,
inoltre, che, come già ricordato negli scorsi anni, non è possibile monitorare l’impiantistica per
l’escavazione, né per la movimentazione di cava, che pure coinvolgono delle cifre interessanti sia per i
valori che per i volumi: solo alcune associazioni di categoria si fanno carico di raccogliere l’informativa
specifica e di divulgare quanto direttamente rilevato, sia in Italia che in altri Paesi.
I dati ufficiali relativi all’industria italiana della tecnologia per il taglio e la lavorazione, di primo e
di secondo livello, dei materiali lapidei danno un quadro del 2006 complessivamente positivo, anche
se non del tutto omogeneo nei confronti delle varie aree di partenariato commerciale. I nostri dati,
così come si legge dalle nostre tavole di elaborazione, tengono conto solo di voci esclusivamente e
sicuramente riconducibili alla specializzazione lapidea delle tecnologie, escludendo quanto invece può
avere destinazioni più ampie, o quelle voci di classificazione dei movimenti doganali che le mescolano
con altri settori. I volumi di affari che ne emergono sono, così, inferiori al totale che esso realmente
muove, ma hanno il pregio di essere “sicuri”, e quindi di poter essere letti con certezza soprattutto nelle
oscillazioni e nelle variazioni che emergono dai raffronti per anni per le varie aree geografiche.
L’anno 2006 per le esportazioni italiane di macchine per il taglio, la levigatura e la lucidatura delle
pietre ornamentali, e delle macchine utensili per lo stesso settore è stato un anno complessivamente
positivo, e ha registrato una crescita di alcuni punti percentuali rispetto all’anno precedente: un risultato
non esaltante, ma solido e comunque attestato su quelle specializzazioni più sofisticate, rappresentate
dalle macchine per seconda lavorazione e dalle macchine utensili per le quali l’industria italiana è
particolarmente qualificata. Queste ultime due categorie hanno anche visto un apprezzamento dei valori
medi, a segnalare il mantenimento, appunto, della qualificazione che ha posto la tecnologia italiana
al massimo livello di competenza e qualità nel mondo. La stretta contiguità di lavoro con il settore di
trasformazione nazionale ovviamente gli ha consentito e tuttora gli consente di sperimentare ed evolvere
al meglio la sua produzione avanzata per la sua prima clientela, quella dell’industria lapidea italiana, che
notoriamente richiede standard qualitativi adeguati alle sue esigenze. Le condizioni di crescita, però,
del settore lapideo in tutto il mondo nei termini veloci che abbiamo visto nell’ultimo decennio hanno
provocato dei cambiamenti oggettivi nel corso del tempo, ad esempio accorciando i tempi di trasferimento
delle novità verso i competitori lapidei esteri, i tempi di appropriabilità delle innovazioni interne al
processo produttivo del settore lapideo da parte di utenti lontani, e hanno accorciato lo stesso lead time
nella produzione di tecnologia. Vediamo così che le novità tecnologiche, anche in questo settore, vengono
spesso vendute non solo o addirittura non prima agli utilizzatori italiani, ma a clienti trasformatori e
utilizzatori esteri, con tutte le conseguenze che nel tempo si accavallano per l’intero comparto. Accanto a
17
questo accorciamento dei tempi di diffusione dell’innovazione nella fornitura, inoltre, cresce la tendenza
dei Paesi terzi alla produzione autonoma dei macchinari e dei prodotti sussidiari, e anche nello stesso
comparto delle macchine i concorrenti di nuova estrazione si affacciano al mercato internazionale in
piena autonomia ormai, e senza complessi di inferiorità di alcun genere. Vediamo così che a portare la
concorrenza al settore italiano delle tecnologie sono industrie nazionali come quelle di Cina e India, che
operando molto con i comparti locali possono creare quella parte di circuito commerciale che consente
nel tempo di alimentare poi anche segmenti di sperimentazione autonoma. Al momento parliamo di
consumatori che utilizzano anche tecnologia non automatizzata, ma si tratta comunque di una fascia di
utenza che va per lo meno ad affiancare il mercato delle tecnologie più evolute, e per la quale l’industria
meccanica e sussidiaria italiana non è più il primo fornitore. Le quote di mercato, così, ne risentono, e
solo l’espansione complessiva del lapideo fornisce il necessario a spostare sul positivo il raffronto delle
nostre esportazioni nazionali di macchine verso il resto del mondo.
Ma vediamo un po’ più nel dettaglio i numeri che descrivono l’andamento generale delle esportazioni
italiane di macchine da taglio, primario e secondario, e da finitura, e di macchine utensili. Leggiamo i
dati in valore, espressi in euro, in quanto più significativi.
Tabella 6: Italia, export di macchine 2006 /valori
Macchine per lavorazione e
levigatura
Macchine da taglio
Euro
Diff.%
’06/’05
Quota
%
Euro €
Unione
europea
43.082.627
23,0
30,8
32.557.693
37,2
Resto
d’europa
25.254.252
25,2
18,1
9.062.314
-10,7
Africa
Diff.% Quota
’06/’05
%
Macchine utensili
Totale
Euro
Diff.%
’06/’05
Quota
%
Euro
Diff.%
’06/’05
Quota
%
36,9
55.663.903
5,2
25,9
131.304.223
17,6
29,7
10,3
26.660.308
6,2
12,4
60.976.874
10,0
13,8
9.550.805
-10,2
6,8
5.587.956
134,2
6,3
18.063.369
-22,9
8,4
33.202.130
-8,9
7,5
Nord america
24.329.053
6,3
17,4
20.630.570
44,4
23,4
31.158.158
34,6
14,5
76.117.781
26,2
17,2
Centro e sud
america
6.407.637
-34,1
4,6
5.474.701
-11,0
6,2
15.780.361
24,8
7,4
27.662.699
-3,0
6,3
Medio oriente
16.314.216
-48,4
11,7
8.768.633
-41,8
10,0
25.864.895
-34,0
12,1
50.947.744
-40,7
11,5
Estremo
oriente
13.001.283
-4,5
9,3
3.742.894
-26,8
4,2
39.080.752
81,2
18,2
55.824.929
38,5
12,6
Oceania
Totale
1.772.158
34,7
1,3
2.294.554
2,4
2,6
2.233.785
-35,7
1,0
6.300.497
-10,4
1,4
139.712.031
-3,65
100,0
88.119.315
11,4
100,0
214.505.531
6,5
100,0
442.336.877
3,9
100,0
Fonte: Istat; elaborazione: IMM
Ancora una leggera crescita, quindi, in un contesto che copre tutto il panorama internazionale, e mostra
la capacità di presenza dell’industria italiana di macchine ovunque operi un settore lapideo nazionale
di trasformazione. Alcune rilevanze vanno comunque sottolineate. In primo luogo, la netta importanza
delle macchine utensili, che coprono la quota più grande delle esportazioni, e che soprattutto sono in
aumento in quasi tutte le aree geografiche importanti. Sono in aumento, a conferma di quanto detto in
precedenza sull’accorciamento progressivo dei tempi di diffusione delle tecnologie avanzate, anche in
Estremo Oriente, dove quindi si collocano a integrazione qualificata del prodotto locale tecnologico, e
a sostegno dell’industria lapidea locale. È l’India il maggior acquirente per questa voce, in senso totale,
seguita nell’area estremo orientale, ma a grande distanza, dalla Cina e dall’Indonesia, e tutte e tre sono
in crescita sensibile. Il Medio Oriente sembra invece saturo, al momento, e subisce una battuta d’arresto
che gli lascia un ruolo contenuto nel panorama di questa voce. Per le macchine utensili italiane rimane
sempre l’Unione Europea il maggior mercato, anch’esso in crescita sullo scorso anno, anche se non
abbastanza da riguadagnare il dato del 2004. La Spagna è il cliente più importante, seguito dal Regno
18
Unito, e poi da Portogallo, Francia, Belgio. Anche l’area del Nord America è importante e positiva, e
lo è da tempo, mentre nell’Europa extra comunitaria i mercati maggiori sono la Russia e la Turchia,
entrambi in calo rispetto al 2005.
La dialettica tra le varie voci della tabella precedente suggerisce come sempre la chiave di lettura per
capire lo spostamento dell’attenzione dei vari Paesi sulle fasi del ciclo, per vedere nelle intenzioni locali
quali siano da rafforzare e da sostenere, perché in evoluzione o proprio in costruzione, e quali invece
siano già sufficientemente attrezzate. Le macchine da taglio, soprattutto taglio primario, costituiscono
la prima fase del ciclo e dell’industrializzazione, ma anche quella che per prima riprende a crescere
in fase di espansione dell’attività lapidea e dei consumi. Nei dati del 2006, rispetto al 2005, hanno un
segno di aumento su base annua praticamente solo in Europa, comunitaria e non, che rappresenta nel
suo insieme quasi la metà del mercato di sbocco. Tocca di nuovo alla Spagna il ruolo di primo mercato,
seguita dalla Francia, dalla Grecia e da una nuova e crescente Polonia, da una Turchia anch’essa,
tuttora, in grande sviluppo, rispetto ai quali solo gli Stati Uniti risultano più importanti e dinamici.
Scendono invece Brasile e Iran, mentre l’India eguaglia la Turchia.
Per le macchine da finitura, il quadro è un po’ più articolato: per l’Unione Europea, maggiore area di
sbocco, la Germania si propone accanto alla costante Spagna, anche se è un ruolo positivo ma fortemente
più basso. Il maggiore acquirente, in questo caso, sono gli Stati Uniti, e sono anch’essi in crescita, a
recuperare quanto tralasciato nel 2005, mentre questa voce è praticamente l’unica per la quale tutta
l’area nordafricana si presenti con un segno di crescita nei confronti dell’anno precedente. Riguardo al
nord Africa, e relativamente alle altre voci, si alternano i segni a seconda dei Paesi, e la Tunisia soltanto
rimane praticamente sempre in aumento sul 2005, però su cifre molto contenute.
Il quadro complessivo, quindi, è un quadro semplice, sostanzialmente positivo e abbastanza chiaro: la
tecnologia delle macchine utensili copre le quote più alte, e le aree più importanti rimangono quelle più
vicine, e quelle più tradizionalmente “curate” dai produttori italiani, con alcuni mercati particolarmente
fedeli, e alcuni timidi nuovi ingressi.
Non risulta invece, al momento, che ci siano in elaborazione novità produttive particolarmente
“rivoluzionarie”, sia sul piano operativo che sul piano gestionale, anche se la ricerca è sempre attiva,
e le idee innovative trovano sempre un terreno fertile nelle imprese produttrici di macchine e impianti,
che devono confrontarsi con i nuovi mercati e con i nuovi produttori. I tentativi “nuovi” per ora più
interessanti riguardano soprattutto i monitoraggi finalizzati alla sicurezza dei fronti di cava, e sono più
istituzionali che industriali privati, anche se da questi ultimi sono fortemente appoggiati e l’attenzione
è ovviamente molto alta. Per il resto, l’ingresso di certe forme di automazione sostenute da elettronica
e informatica è ormai una cosa acquisita e metabolizzata anche nel settore lapideo, e l’innovazione
segue piuttosto il percorso dei miglioramenti incrementali e delle ottimizzazioni, anziché quello
dei cambiamenti radicali. In altre parole, per adesso non sembrano esserci le premesse per novità
paragonabili a quanto avvenuto, ad esempio, con l’ingresso dei controlli automatici per la miscela
e la cala nella fase di segagione dei graniti, o del diamante, ormai qualche decennio fa, nel taglio
dei calcarei. Questo non significa affatto, naturalmente, che il settore stia fermo e che non ci siano
evoluzioni anche molto efficaci in campo tecnologico, significa soltanto che il percorso è lineare e
continuo, e che non sono in vista salti qualitativi bruschi.
Considerazioni conclusive
Con quali cambiamenti si è presentato questo 2006, nel settore dei materiali lapidei? Perché qualche
cambiamento, qualche novità che si esprime o comincia a dare i primi segnali c’è sempre, anche in
un settore come il nostro, che non è strategico a livello internazionale, ma che comunque lo è per lo
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sviluppo economico di alcuni Paesi, e muove comunque volumi e denaro e lavoro in quasi ogni parte
del mondo.
1.Abbiamo visto che la produzione ha continuato, sia pure in maniera più lenta, a crescere a livello globale,
e qui rileviamo le prime novità e cose diverse dal flusso a cui ormai eravamo abituati negli ultimi anni. Il
grande produttore asiatico, la Cina, protagonista dei cambiamenti maggiori nel quadro internazionale del
settore, ha rallentato la sua produzione domestica di cava, preferendo integrare il proprio prodotto interno
con la materia prima procurata in altri Paesi, dove la sua “campagna acquisti” di fonti di produzione
continua e si affianca a tutti gli strumenti di approvvigionamento a cui si può ricorrere abitualmente. Il
primo Paese fornitore di marmi grezzi e semilavorati per la Cina è così la Turchia, seguita dall’Egitto,
mentre per i graniti il primato tocca all’India, seguita ma molto lontanamente dal Brasile. Si tratta di
cifre consistenti, giustificate dal veloce sviluppo interno del comparto delle costruzioni, così veloce che
in qualche momento ha generato anche motivate apprensioni nel mondo degli investitori internazionali.
Lo sviluppo economico del Paese sta alimentando in maniera evidente una serie di meccanismi in
successione logica e operativa, dai quali anche il settore lapideo è interessato, e dei quali risente evidenti
conseguenze. La prima è che l’approvvigionamento all’estero è diventato ancora più importante nel
quadro locale del settore, costituendo un canale aggiuntivo qualificato, essenziale e voluminoso, oltre
che chiaramente funzionale all’attuale momento di sviluppo interno. La seconda è che l’India, che ha
continuato invece nel suo cammino evolutivo e di crescita del settore, a questo punto diviene il primo
produttore complessivo di pietre, essendo un forte estrattore anche di marmi, di arenarie e altre pietre,
oltre che di granito. Nella nostra Tavola A in Appendice Statistica teniamo conto solo dei marmi e dei
graniti, perché per troppi altri Paesi i dati sia sulle arenarie che sulle altre pietre locali sono troppo
caotici per essere coerentemente confrontati in un quadro di produzione internazionale, che cerchiamo
tra mille difficoltà di mantenere non contraddittorio ed omogeneo. Se consideriamo anche queste voci,
non c’è alcun dubbio che l’India diviene il nuovo dominatore del settore, sia dal lato della produzione
di materia prima per i mercati esterni, che dal lato della produzione tout court, essendo anche un Paese
di grande vivacità economica a sua volta, e in grande espansione settoriale. E ricordiamo che anche nel
caso della produzione di tecnologie per il settore l’industria indiana è ampiamente presente e attiva,
come dimostrano anche i dati relativi all’interscambio di areale delle macchine per la trasformazione,
primaria e secondaria. Le esportazioni italiane nella zona risentono poco della concorrenza indiana su
alcune tipologie di prodotto per noi importanti, ma certo c’è una fascia di acquirenti locali che viene
ampiamente coperta dalla produzione indiana, e risulta quindi fuori dal circuito dei prodotti italiani,
anche di secondo livello.
2.Gli investimenti all’estero, finalizzati alla produzione decentrata, secondo un modello evolutivo che
riproduce il percorso di crescita sin qui seguito da Paesi come l’Italia, si sono intensificati e stanno
portando il settore lapideo nel suo insieme più vicino ad altri settori meno pesanti come classe
produttiva. Si tratta di una risposta alle sfide esterne, sulla scala dei costi soprattutto, che pure il nostro
settore sta sperimentando, rendendo il mix di offerta e la sua costruzione operativa più complessa, più
internazionale e, almeno per ora, più efficiente. I rischi li abbiamo già evidenziati, e sono insiti nel
processo stesso di costruzione di un profilo internazionalizzato di impresa, sono quelli di un ulteriore
accorciamento dei tempi di apprendimento di altri soggetti esterni ai settori nazionali che per primi
esternalizzano. Ma si tratta di un rischio che è comunque inevitabile per tutti i produttori che corrono in
testa ai processi, e che la velocità nella circolazione delle informazioni, delle esperienze, delle tecnologie
in sé stessa comporta. In altri settori produttivi è in corso una profonda e complessa ricostruzione della
suddivisione internazionale dei lavori, delle competenze e dei ruoli svolti nello scenario internazionale:
viviamo in un momento storico di grandi elaborazioni e cambiamenti, innestati da fenomeni sia politici
che tecnologici enormi. Si può soltanto proseguire un passo dopo l’altro ciascuno nel proprio cammino,
cercando di capire e di apprendere dagli altri il più possibile, e di gestire nel proprio ambito tutto il nuovo
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che si riesce ad acquisire in maniera funzionale e ad inventare. La coniugazione di globale con locale
costruisce difficoltà, ma insieme anche risposte, ed offre spunti e soluzioni che possono divenire anche
molto stimolanti e positive. Lo abbiamo visto nella lettura dei dati di un Paese “vecchio” al settore,
come l’Italia: la sua competenza e il suo rimanere ben solido nella fascia alta e qualificata dell’offerta
si sono coniugati bene con l’ampliamento di input e di profili produttivi messo a disposizione dalla
globalizzazione; inoltre, la possibilità di internazionalizzare almeno una piccola quota di offerta gli
ha permesso di rimanere leader qualitativo in mercati di consumo non semplicemente prestigiosi, ma
– meglio – remunerativi, come Germania e Stati Uniti, dove abbiamo visto quale sia il valore medio
unitario delle esportazioni messe a raffronto tra vari fornitori. Il processo comporta la necessità di
mantenersi su un livello comunque di efficienza produttiva molto alto, che non sempre restituisce
adeguati margini di redditività di impresa. E però, anche senza escludere innovazioni di offerta
anche meno impegnativa (pensiamo a formati di offerta su prodotti “correnti”, ma comunque sempre
qualificati per qualche aspetto e non interferenti con le altre destinazioni di clientela) è questo il ruolo
e la collocazione che nel quadro internazionale del settore sempre più si viene assegnando al nostro
Paese, e a paesi simili al nostro.
3.Una quota crescente di soggetti settoriali si è posizionata, quindi, in maniera abbastanza complessa
e anche creativa di esperienze relativamente nuove per il settore lapideo, su fasce di mercato sempre
meno sensibili al prezzo. Il prezzo, infatti, è ormai in maniera conclamata un fattore sul quale con molti
produttori internazionali non c’è scala di raffronto e di competizione. L’innovazione, così, ha seguito
nel lapideo dei paesi più storici – come Italia e Spagna – un percorso alternativo e complementare
a quello puramente gestionale e tecnologico della riduzione dei costi, della ottimizzazione della
produzione e quanto altro, temi ai quali comunque è stata e viene continuamente dedicata una grande
ovvia attenzione. Va sottolineata qui una ambivalenza esplicita nei confronti dell’ottimizzazione
gestionale: si sa che non è il fattore di competizione vincente per molte classi di produttori, e però
costituisce comunque un obiettivo doveroso oltre che utile sempre, che va perseguito e continuamente
aggiornato. Lo si fa, quindi, con la consapevolezza che questi aspetti, come il contenimento dei costi,
l’innovazione produttiva, l’ottimizzazione complessiva della gestione d’impresa, sono un valore in
sé, perché forniscono innovazione anche di prodotto, e perchè sono strumenti di miglioramento del
posizionamento e dell’efficienza complessiva del funzionamento aziendale e settoriale, ma non sono
questi i fattori vincenti di competizione, per Paesi i cui costi di base hanno il livello di quelli, per esempio,
europei. E allora, bisognerà che questi ultimi e quelli nelle loro condizioni integrino la loro capacità
di presenza con altri fattori, meno materiali, meno immediati e forse più rischiosi, ma sperabilmente
efficaci, per rimanere ancora presenti e autorevoli nello scenario internazionale del settore. Il rischio
rimane alto, perchè la differenziazione verticale delle fasce di mercato ha tempi sempre più brevi
di durata, come i dati sulla mobilità delle tecnologie suggeriscono: la crescita complessiva e veloce
dell’India su tutti campi del settore lapideo e dei settori sussidiari indica chiaramente chi sarà presto il
principale concorrente anche della Cina nel segmento fondamentale dei lavorati.
4.I mercati migliori, e le fasce di domanda più qualificata in genere hanno bisogno quindi di cure
particolari per essere adeguatamente curati e difesi anche da concorrenti esterni al settore lapideo.
Da un’attività mirata su tale obiettivo, però, sempre che sia svolta con successo e consapevolezza,
deriva una stabilizzazione della domanda, nel tempo e nella qualità, che si traduce poi, per risposta,
in offerta meglio costruita e meglio gestita, in quanto consente all’impresa una più vantaggiosa e più
adeguata programmazione della produzione e in ultima analisi una più elevata redditività di gestione.
Ne risente tutto il settore, e particolarmente i distretti dove operano le imprese in grado di muoversi
in questa direzione, poiché le ricadute, non rimanendo soltanto dentro i confini della singola azienda,
si estendono all’intera filiera, locale e talvolta anche non locale. È il ruolo che possono giocare i big
players già menzionati, che svolgono così una attività di trascinamento che giova a tutto l’ambiente
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a cui appartengono, sia geografico sia settoriale. In genere, si riconosce a un soggetto questo ruolo
da protagonista soprattutto quando si tratta di innovazione tecnologica o gestionale, ma in realtà vale
anche per il marketing e per la valorizzazione in generale del prodotto e della materia. Nel nostro
settore è già accaduto in precedenza che imprenditori particolarmente acuti, o distretti particolarmente
specializzati in qualcosa di unico, aprissero di fatto delle aree nuove di mercato, che poi anche altri
hanno praticato con successo. Basti pensare, per esempio, al mercato dei rivestimenti esterni in granito,
per edifici a sviluppo verticale, un mercato aperto dagli Italiani, o meglio da alcune, poche ditte italiane,
e poi successivamente battuto anche da altri. In questo 2006, pur senza raggiungere il livello di novità
degli esempi prima citati, alcuni soggetti si sono proprio dedicati a questo, al consolidamento e alla
stabilizzazione di rapporti commerciali e di fasce di offerta, per rendere meno oscillante il grafico della
domanda. Lo hanno fatto seguendo percorsi spesso diversi, ma sempre mantenendo fermo il punto
di forza nelle specificità distintive di offerta, nella convinzione che perdere la propria individualità
significhi confondersi nel mare dei produttori, e rinunciare quindi alla propria visibilità.
5.Ma come riuscire a distinguersi, in un quadro di offerta così variegato, competitivo e anche affollato?
Come riuscire a mantenere un profilo di specificità riconoscibile e vantaggiosa nei confronti di un
mercato gremito ormai di produttori oltre che di consumatori? Una delle risposte possibili viene
offerta proprio dalle elaborazioni sulle tipicità distintive di un luogo, o di un soggetto: si chiede di
caratterizzare la propria presenza specifica, se possibile, con quella parte di offerta che non può essere
così facilmente replicata, o diventare patrimonio alienato da parte di concorrenti. In un mondo in cui
i tempi di appropriazione del nuovo si accorciano costantemente, per opera di reti di comunicazione
e di trasferimento delle informazioni sempre più efficienti e veloci, esiste anche un lato opposto della
medaglia, che consente di sfruttare la globalizzazione come un ambiente all’interno del quale tutto ciò
che non è globalizzabile diviene un formidabile fattore di unicità e di concorrenza. La non replicabilità
di un bene diviene un fattore distintivo di competizione, del quale ci si può servire in maniera utile,
se non addirittura vincente. Pensiamo allora all’unicità di una pietra o di un nome, capaci di evocare
tutto un patrimonio di valori, di memorie, di aspetti che ne fanno emergere la connotazione positiva
e immediatamente riconoscibile: il travertino romano del Colosseo, il rosso di Assuan, il bianco di
Carrara, il bianco del Taj Mahal, il nero Africa, e via così. Hanno, anche attraverso il nome, una capacità
di presenza e di richiamo presso il consumatore qualificato, che finisce per trascinare anche altri materiali
e prodotti meno affascinanti, forse più banali ma magari tecnicamente più adatti ad usi più difficili o
speciali. È una risposta possibile, per esempio, nei confronti di competitori esterni al mondo delle
pietre ornamentali, una concorrenza sempre molto forte anch’essa e che contribuisce alla complessità
del quadro, spesso appropriandosi proprio del nome delle pietre, per impadronirsi della suggestione
che al nome è legata. Ma anche internamente al settore si può far leva sulla disponibilità di un bene
unico, che serve a contraddistinguere un distretto, un’area, un’impresa, per replicarne l’uso, con una
gestione sapiente e attenta a non intaccare il patrimonio simbolico che la sorregge. Gli strumenti per
fare marketing attento, equilibrato di un bene prezioso ci sono, e in molti casi anche le esperienze in
proposito sono ormai consolidate, anche se relativamente giovani. L’importante è essere consapevoli
che quando si parla di un valore condiviso, esso va gestito di conseguenza, attraverso una rete di
governance che tuteli il bene stesso con cui si lavora e la sua fruizione, anche per il futuro di chi verrà
dopo di noi.
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STONE SECTOR 2006
Italian Industry
and International
Trends
Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE
CARRARA S.p.A.
23
24
General overview
2006 followed on with the positive trend recorded in 2005 in terms of global economic growth. Not
only was the upward trend confirmed but it was also further consolidated with figures exceeding
expectations. A solid improvement even in the face of potential weaknesses to the overall picture and
future concerns such as the negative signs from the US real estate market and fluctuations on the
Shanghai stock market at the beginning of 2007.
New countries contributed significantly to international trade figures and the increase in overall
consumption and production which also benefited from the favourable trend in oil prices in the second
half of the year. Hence 2007 began in a general climate of optimism on the international markets,
especially in certain Asian and European countries whose partner remains North American market. The
Beige Book estimates are still showing an upward trend although this is expected to wane in the second
three-month period of 2007. Overall though there are some interesting general points, especially in
terms of their repercussions on the stone industry. 2006 was again dominated by the two major Asian
countries, China and India, with a gradual recovery in the European economy reflected in the all-time
highs of the Euro against the yen and the US dollar. Consequently, Europeans enjoyed an advantage
in terms of the purchase of raw materials although they also suffered from competition with American
exports. However, it is the US real estate market which is likely to have more negative effects than the
above, although it was only towards the last three-month period at the end of 2006 when this became
an important issue. Experts believe the risk is still “normal” and inflation is under control in the major
production areas. Yet there are potential weaknesses in terms of the US’s foreign debts, possible tension
as regards the price of energy and the trends on some real estate markets which have perhaps grown too
much over recent years.
According to official data already distributed on the first three-month period developing countries
are expected to continue to grow in 2007, although at a slightly slower pace, with the Chinese GNP
continuing to rise in two-figure numbers. The European Union seems to follow the same trend,
consolidating the 2006 results starting from a reduction in the overall public debt. This trend is led
by Germany which has made a full comeback as the driving force of the economy of the continent.
Italy has recorded results higher than expectations, especially in terms of exports, although company
expectations and consumer trust were slightly lower in the first three-month period in 2007. Hence
there are still some questions open as regards the national situation where companies’ reactions to the
challenges have improved. Italy’s productive system is obviously in the process of repositioning itself
in relation to the market and although this is not so obvious from a general overview of the situation it
does come through in the final data.
Certainly, some hotbeds of international tension remain very much at the fore. These provide the setting
for the overall picture and are the reason for certain investments of resources which could be otherwise
employed and above all are potential destabilising agents. Yet a significant number of countries drive
the growth of the international economy and trade are developing independently and, as far as it seems,
away from the tension, managing their own internal issues and avoiding dangerous breakdowns or the
involvement of third parties which may be just as risky.
The international stone industry
The stone industry too has benefited from the positive performance of the international economy,
continuing to expand as it has done for many years now. Expansion has involved both producers and
25
consumers and has led to the overall economic growth of an increasing number of important areas that
count on the industry to increase their potential development and strengthen their growth rates. A glance
at the list of important countries in terms of stone production and processing demonstrates the extensive
range of stones on offer, the ease at which they can be found with guarantees of continuity and the
number of their applications as well as the strength of the industry as a whole.
Once again in 2006 ornamental stone production figures show the importance of the industry both in
terms of volume and trade. The really “large” producers in terms of the intrinsic value of the materials
and the significant volumes available may still be a handful but there are in fact over 50 countries with a
stone industry worthy of note. Moreover, every year there are new entries with new colours and textures
and new varieties. Naturally, some materials run out, move out of the market or become dated for some
reason but the end results remain positive due to the discovery of new products and the decision of
new players to exploit their own resources. A good example of the latter is Chile which has come to the
forefront of the international industry with its own materials backed by a young but dynamic quarrying
and first level processing industry with rosy prospects. In addition to Chile there is Turkey, another
country with a longer tradition but one which is a relative newcomer to the international markets.
Turkey has significantly expanded on certain important consumption markets such as North America
and Germany over the past two or three years. The specialization of these two countries – Chile and
Turkey – is above all in marble and limestone varieties. Moreover, it is also thanks to countries like
Turkey that expansion of stone trade in terms of quantity in 2006 concerns marble and not only granite.
As always, countries like Italy, Spain and Greece were important players along with, to a lesser extent,
many other producers, both traditional and new. Again though, granite was very much at the fore of
the international markets with countries such as Brazil, India and China that stood out in terms of high
production, processing and consumption figures and were all important in terms of world expansion.
The importance of a country like China, for example, lies not only in its large production but also in
its consumption. The construction industry in China is using marble, granite and stone for finishings,
urban landscape and ornamentation in general. The figures available, which can also be seen on the
IMM statistics site, clearly show the extent of the development over the past five years in terms of
quantity. Soon we will be able to publish value statistics for some countries on the net. These will
provide significant information not only in terms of volume but also in terms of the trading partners and
markets linked to the various products. At the moment we only have partial data available which will
be read and interpreted in this report.
In general, as far as production is concerned in 2006, there was a rise in the number of producers
together with a generally widespread increase, although not strong, in the quantities produced which
applies to countries with more advanced industries. As per fairly obvious market dynamics which are
actually very selective, in terms of foreign demand most increases have concerned the most established
materials and new materials on markets which favour quality products or look for new products. More
common materials, on the other hand, remained more stable and destined for the home and nearby
markets. Hence the dual nature of the market is reinforced with prestigious quality materials on one
hand and more common materials on the other. There are increases on both sides with some markets and
some producers representing one side only while others appearing to be more of a mixture. As regards
areas, again in 2006 as in previous years, regional consumption and trade were high, for example
among Mediterranean countries, with prominent roles played by Italy, Spain and Egypt, seconded by
more or less all the area around the North African coast. In North America, trade between the United
States, Mexico and Canada intensified, followed by Brazil and other smaller Latin American producers,
all highly concentrated on the USA for consumption. Unlike in North America, in the Mediterranean
area raw material trade played an important role too, especially in Italy where raw materials were a
26
significant part of overall exports and were high in terms of volume. This applied above all to some
types of material such as Carrara white which is traded on North African markets mainly as a material
of a limited average value. However, these products are often traded on more distant markets, especially
when they can count on a good-sized domestic market and substantial processing capacity at limited
costs. Again, China is one of the major markets for raw and semi-raw materials from the Mediterranean
and Middle Eastern areas. Italy, Egypt, Spain, Turkey and Iran are in fact its major current suppliers and
the growth in this respect of Egypt and Turkey, that became China’s leading suppliers, is definitely quite
unexpected. Only imports of raw granite from India were greater in terms of quantity in 2006 although
annual growth was decidedly higher in the case of the two Mediterranean countries. It is not surprising,
however, that China is increasingly importing marble from abroad since it remains the largest world
producer of granite. Even though some sure up-to-date information as regards production in 2006 is
lacking, the estimated data is enough to confirm the country’s leadership which is anyway strong and
currently unrivalled, if not at a distance by India and Brazil. China is anyway a country which imports
raw material and exports and consumes finished products from and to the rest of the world. Moreover,
every year it increases its share of the markets and accounts for a good part of the international growth
in the industry which has been seen to be constant for many years now. When comparing China to other
countries with a longer tradition in the industry, Italy for example, it should be remembered that the
average value per product unit imported from other countries needs to be assessed carefully since it
concerns the markets where they are produced and exported and gives a correct benchmark position in
relation to the other rival countries. This can be better explained by looking at the figures for example
for Germany, whose imports from China rose significantly in 2006. Below are the figures for German
imports of finished products in granite.
Table 1: Finished granite products/Germany, imports
Partner
countries
tons X 1000
2005
Euro x 1000
2006 diff. % ’06/’05
2005
Euro per ton
2006 diff. % ’06/’05
2005
2006 diff. % ’06/’05
China
338,59
370,58
9,45
89.016
84.573
-4,99
263
228
Italy
129,45
132,68
2,49
89.651
94.294
5,18
693
711
-13,19
2,62
TOTAL
623,45
649,59
4,19
258.384 267.410
3,49
414
412
-0,67
Source: Eurostat; processing: IMM
A similar situation can be seen in the United States where already last year granite exports from Brazil
and marble exports from Turkey were seen to have risen rapidly and in the same way as for Germany.
Table 2: Finished granite products/USA, imports
Partner
countries
tons X 1000
US dollars x 1000
US dollars per tonn.
2005
2006
diff. %
’06/’05
2005
2006
diff. %
’06/’05
2005
2006
Brazil
701,92
1087,21
54,89
444.000
609.000
37,16
633
560
-11,45
China
367,53
582,67
58,54
244.000
323.000
32,38
664
554
-16,50
India
458,15
460,88
0,60
243.000
291.000
19,75
530
631
19,04
Italy
455,19
353,78
-22,28
335.000
350.000
4,48
736
989
34,43
2255,36
2767,45
22,71
1.476.000
1.800.000
21,95
654
650
-0,61
TOTAL
diff. %
’06/’05
Source: Bureau of Census USA; processing: IMM
27
In addition, close analysis of the quantities declared by the various countries illustrates a different
trend in the finished products category for marble and even more so for granite which was particularly
evident in the US but was seen in other countries too. To explain the trend Italy is a good example
since the process intensified in Italy throughout 2006. What is happening is that certain companies
that are particularly active on the foreign markets have chosen to make investments abroad, especially
in countries where it is more convenient to carry out certain types of production. In that way they can
extend their range of products to include products that they themselves control and guarantee even
though they are made outside Italy. This is happening in other countries too and in many other industries
for various reasons. In the stone industry the reasons range from the fact that the raw materials are more
readily available to lower and more easily managed production costs, to the nearness to markets, to
the presence of reliable partners, etc... One thing which remains constant is that investments are made
where there is an adequate production capacity whose overall quality can be controlled so that the
Italian companies can maintain the same quality standards, be they low, medium or high, to which
their customers are accustomed. It is a question of retaining the same market position and becoming
more competitive. Foreign products are often combined with products from Italy which reinforces
the companies’ position on the markets. Italian products are often special products peculiar to each
individual company which enhance their competitiveness. This is a strategy which has been adopted
by other industries for many years now and is now being adapted to the stone industry. In many cases
it has already been experimented on a national level by opening up production areas with additional
products from other areas in order to create extended productive economies. This does involve,
however, potential risks since the countries where companies choose to invest are countries which are
growing very rapidly and generally have excellent production and trade capacities. This in turn leads
to expansion in the industry on an international level and consequently more intense globalisation.
However, the process underway will probably follow its own development and will be difficult to
control yet interesting to follow. Moreover, the special products made by leading Italian companies in
the industry are generally at a level which other competitor countries cannot reach. Yet the perception
of excellence is subjective and consequently companies will have to work hard to keep their niche
markets, specialisations and highly competitive positions and to defend the entire national industry too.
This evolution is, as already mentioned, apparent in other industries and other countries too where the
production model is becoming increasingly more complicated. The secret is to seek more sophisticated
competitive strategies and use globalisation rather than just suffer its consequences. However, this is
not the only way forward; there are other ways which may at least be worth exploring. For the moment,
though, what is evident is that Italian investments abroad rose in 2006 in the stone industry too and the
Italian stone industry is becoming increasingly sophisticated and dynamic.
A more careful analysis of a few figures shows the main trade areas for the industry in 2006. In the Far
East, for example, consumption increased with a significant rise in Chinese exports to South Korea,
whereas Japan remained stable and very strong only in terms of finished products in granite. Important
partners for Japan are still Germany which continued to import an increasing quantity of granite (and we
saw the value segment above) and the United States, although the latter prefers Brazil, whose statistics
in the American declarations seem to include Italian exports integrated through Brazil too. However, for
the most important producer in the world, in addition to its home market, the major markets remained
those nearby where the real estate market is booming at such a rate that there is concern as to whether
it can hold in the future. Chinese imports statistics also show another trend and that is the growing
integration of domestic products with foreign products, marble mostly for the domestic market and
granite for exports too, but in a different way. Marble suppliers of blocks and slabs were mainly Turkey,
Egypt, Iran, Spain, Italy and Greece whose figures show significant growth compared to 2005 figures
28
whereas exports of finished marble products are only significant to the South Korean market.
The US market also showed some uncertainty as regards future prospects, above all due to the wellknown issue of lack of payments on behalf of some categories of less powerful buyers. Altogether,
though, the US appeared to prefer the southern continent for its main supplies of granite while it chose
the Mediterranean producers for marble, Italy for more expensive products and Turkey and Spain in
general. Within the European Union, which has grown to 25 member countries in 2007, there has been
an intensification of trade, with China and Turkey as foreign partners for finished products, the former
for granite and the latter for marble. There is great confusion in the EU as regards the statistics for
raw granite as they are often classified in different ways in the different countries, especially in the
northern countries. The trade declared between exporting countries and importing countries often vary
significantly which means that the amount of reliable data available is reduced. Nevertheless, in general
the statistics point to lively trade, although they include large volumes of low value materials too which
are not used for ornamental purposes and therefore obscure the trade of stone for more noble uses.
As regards North Africa, consumption, production and processing all grew in 2006, especially in Egypt.
The latter’s partnership with China is becoming increasingly important and although the statistics
available are still partial the trend linking the two countries is clear. Italy too is an important partner
for North African countries as are Spain and Turkey. As far as Turkey is concerned, it looks as though
detailed accurate statistics which usually become available around this time will be lacking this year.
The national offices have decided to consider them as “sensitive” and therefore not to be distributed
in the usual way. These are important statistics for the international industry, especially in view of
the increasing role of this country on the international markets. In the meantime it is only possible to
reconstruct the statistics indirectly through the partner markets.
The italian stone industry
How did the Italian stone industry fare against such a dynamic international background with fast
repositioning among competitors? The overall results regarding the national industry show significant
positive changes compared to previous years, even 2005 which had already revealed slight improvements.
The survey we carried out as we do every year on an extensive sample of Italian companies provides
sufficient reliable data to state that despite difficult moments and areas in 2006 the Italian stone industry
on the whole managed to react to external competition by specialising its production and trade strategies
in order to reposition itself and take off again after some years of crisis and recession.
As always, first a look at the exports statistics. These were largely responsible for the improvements
in the national stone industry in 2006, especially at a time when domestic consumption was beginning
to decline and the building industry was starting to slow down, above all the residential sector. Italian
exports of natural stone exceeded 4, 800,000 tons of various products, from raw blocks to slabs, to
semi-finished and finished products, to powder and chips for a total value of 1.910 millions Euro, with
a clear majority of products with a high intrinsic and added value. The clear supremacy of finished
products, as is evident from the table below, accounts to a large extent for the quality of national
exports and their overall increase. Marble and travertine exports were particularly high (n. b: there is no
distinction in the international Harmonised System for classifying statistics).
29
Table 3: Italy, exports 2005-2006
ITALY-ALL COUNTRIES
2005
2006
diff.% 2006/2005
January-December 2005/2006
tons
Euro
tons
MARBLE BLOCKS AND SLABS
787.143
151.621.426
885.009
172.191.883
12,43
13,57
GRANITE BLOCKS AND SLABS
205.010
55.333.872
189.097
49.180.291
-7,76
-11,12
MARBLE FINISHED PRODUCTS
973.639
674.029.726 1.020.994
754.819.298
4,86
11,99
GRANITE FINISHED PRODUCTS
938.326
777.981.895
943.754
811.032.391
0,58
4,25
OTHER FINISHED STONES
197.844
37.572.612
200.625
37.898.572
1,41
0,87
Subtotal Blocks, slabs and finished products
3.101.962 1.696.539.531 3.239.479
1.825.122.435
4,43
7,58
CHIPS AND POWDERS
1.321.171
60.044.364 1.308.107
64.841.466
-0,99
7,99
Subtotal with chips and powders
4.423.133 1.756.583.895 4.547.586
1.889.963.901
2,81
7,59
1.535
1.133.844
20,11
25,11
RAW SLATE
FINISHED SLATE PRODUCTS
PUMICE STONE
TOTAL
Euro % quantity % Val.
1.278
906.294
20.605
13.046.789
20.972
13.069.151
1,78
0,17
329.135
6.412.879
251.991
6.490.335
-23,44
1,21
4.774.151 1.776.949.857 4.822.084
1.910.657.231
1,00
7,53
Source: Istat; processing: IMM
What immediately appears from the statistics is that they are much more even throughout the country
than in 2005; they show a general increase but also a more widespread increase throughout the various
regions and areas. The growth involved many local industries and the regional production data for the
various areas of stone production and processing reflects this growth too. Clearly though, Italy has not
returned to its 2000 figures or even its 2001 figures but what is important is that it is now recording
a positive trend which has continued for at least two consecutive years now since it began in the
second half of 2005, following seasonal ups and downs as seen now over many years. It seems that
the turnaround from the negative trend which had lasted many years, from a slow down even before
September 2001 to a decline and then a real crisis on some markets in the following years, is now
being consolidated. The table below shows how far Italy is still behind on its 2000 figures and what is
the driving force behind its recovery, that is exports of quality materials (blocks and slabs) with more
consolidated markets. We shall not go into detail since again the statistics do not allow us to separate
the two categories of products but we can say that the positive trend, especially in the case of marble
and travertine, concerns both raw materials and slabs. The figures do not indicate the dominant role of
blocks in the recovery since they actually account for a limited share of total exports in the industry.
They do reveal in our opinion, however, a strong point of competitiveness of the national stone industry,
and this interpretation may well help the future of the stone industry in general, not only in our country.
Italy has a traditional leading role which is no longer in terms of volume but rather in terms of quality
which stands out in the international industry. In this sense once again Italy leads the development
for other countries too, yet each according to its own inclinations and possibilities. We will see at a
later stage to what extent these trends and developments have affected the industry in terms of the
redistribution of roles, on an international level too. For the time being we shall just acknowledge that
this is an important aspect in the developments of the Italian stone industry in 2006.
30
Table 4: Italy, exports 2000-2006
ITALY – ALL COUNTRIES
2000
2006
diff.% 2006/2000
January-December 2000/2006
tons
Euro
Tons
MARBLE BLOCKS AND SLABS
779.802
169.865.520
885.009
172.191.883
13,49
1,37
GRANITE BLOCKS AND SLABS
207.579
60.739.716
189.097
49.180.291
-8,90
-19,03
MARBLE FINISHED PRODUCTS
1.455.216
953.485.188
1.020.994
754.819.298
-29,84
-20,84
GRANITE FINISHED PRODUCTS
1.048.100
851.301.648
943.754
811.032.391
-9,96
-4,73
234.626
48.468.135
200.625
37.898.572
-14,49
-21,81
Subtotal Blocks, slabs and finished
products
3.725.323 2.083.860.207
3.239.479
1.825.122.435
-13,04
-12,42
CHIPS AND POWDERS
1.257.020
43.803.094
1.308.107
64.841.466
4,06
48,03
Subtotal with chips and powders
4.982.343 2.127.663.301
4.547.586
1.889.963.901
-8,73
-11,17
OTHER STONES FINISHED PRODUCTS
RAW SLATE
Euro % Quantity
% Val.
9.215
7.289.961
1.535
1.133.844
-83,34
-84,45
FINISHED SLATE PRODUCTS
32.972
22.946.817
20.972
13.069.151
-36,40
-43,05
PUMICE STONE
67.690
4.897.294
251.991
6.490.335
272,27
32,53
5.092.220 2.162.797.373
4.822.084
1.910.657.231
-5,31
-11,66
TOTAL
Source: Istat; processing: IMM
It is worth noting how the chips business in Italy is constantly growing and becoming more and more
important in terms of value too. The value statistics are of course to be read cautiously since the
amounts in Euro are “technical” and do not take into consideration the various exchange ratios. We
know, however, that the fluctuations of the dollar have significantly affected certain goods and overall
trade. This is still a fairly “cold” reading yet does help to interpret some data which would otherwise
remain in the dark or be left to the volume data only. We have already seen how keeping an eye on the
relevant values is important to understand underlying trends and their significance.
For an understanding of the industry based on the most important group categories, the data may be
interpreted in various ways according to the types of products and destination markets. If we look at
the previous table containing the data for the main types of products, i.e. the ones with the most added
value and the ones that are most common on a national level, and we place them in categories according
to the geographical areas of their markets, there is yet another reading of what has happened over the
last seven years. Let’s try then to give a different answer to the questions: what has sustained exports
in the Italian stone industry over the last few years? And what has enabled it to achieve and maintain a
different role in the international industry and in the international division of work and the international
markets with which the industry is currently competing and working?
Table 5: Italy, exports 2000-2006/ Blocks, slabs and finished products
ITALY - ALL COUNTRIES/
Blocks, slabs and finished products
January-December 2000/2006
2000
tons
EUROPEAN UNION
1.420.406
REST OF EUROPE
2006
Euro
tons
diff.% 2006/2000
Euro % Quantity % Val.
795.063.323 1.005.594
620.565.053
-29,2
-21,9
239.151
136.462.137
305.389
195.547.068
27,7
43,3
AFRICA
314.371
59.616.013
393.231
68.338.562
25,1
14,6
NORTH AMERICA
520.976
590.315.338
518.215
583.097.523
-0,5
-1,2
82.959
43.622.613
60.659
30.481.739
-26,9
-30,1
MIDDLE EAST
680.350
190.228.638
430.930
151.291.273
-36,7
-20,5
FAR EAST
433.473
233.000.399
502.596
149.545.787
15,9
-35,8
OCEANIA
33.635
35.424.491
22.863
26.152.452
-32,0
-26,2
2.083.732.952 3.239.477
1.825.019.457
-13,0
-12,4
CENTRAL AND SOUTH AMERICA
ALL COUNTRIES
3.725.321
Source: Istat; processing: IMM
31
In the meantime, the European Union has been extended to 25 countries and new countries from Eastern
Europe have entered since January 2007. The tables are retrospective and homogeneous in order to offer
a correct comparison in this sense, even though they may risk being “anti-historical”. The figures refer
to the current makeup of the EU and the result is decidedly negative even though the average values
compensate for this and therefore motivate the attention that the area commands. The EU represents an
extended home market for our companies where competition is more direct with other producers as it
involves not only producers and exporters able to work on distant markets but also those able to work
on closer markets. This is where competition is fierce and where decline on important markets such as
the German market is felt. Moreover, that is where, together with the North American markets and, to
a lesser extent, other markets, the conditions and the input have been found to overcome the crisis and
find new responses to the competition imposed by the new international markets.
The previous table provides further information. For example, the US market may fluctuate but remains
strong and fundamental for our exports. Despite the strong tension caused by external producers, the
Italian stone industry has not lost large market shares here and this does not apply to volume alone.
In this respect the integration of production (already witnessed as a significant trend last year), with
more indirect dealings on markets mediated by producers in other countries yet supported by Italian
companies, played an important role. This is not a new strategy. A few years ago certain companies
particularly knowledgeable about foreign markets used to remark that one had to be “inside” the
markets, to bring competition inside the final markets. And all possible strategies had to be sought
in order to do this in a manageable way and as far as possible in a direct way. With all the innovation
which the industry’s developments and new players have imposed this process is becoming more and
more evident. It is not a simple case of decentralization of production either; it is an actual integration
of their productive, competitive and industrial capacities in a more general sense which develops as a
new product and commercial mix. The figures show a new trend which is still in its early days but is
likely to develop alongside and consolidate the trend of placing products on nearby markets. This trend
is to exploit as far as possible the closeness of others to more distant markets.
In addition, what comes to the fore is the equally important element of quality market segments and
production specialisations which enable companies to create more than simple niches to defend and
these are still strong features of the Italian industry. Companies defend or expand their markets with all
means at their disposal and globalisation offers new opportunities for innovative solutions. The most
recent Italian export data indicates that the worst of the crisis abroad is over. Despite the difficulties even
for consolidated and competitive companies the selection process over the last few years has allowed
companies that have adjusted to and exploited the new trends (mainly generated by globalisation)
to stay alive. The new economic geographical areas and the possibilities to work at a distance with
different producers and markets represent both challenges and opportunities. The system is becoming
increasingly complex and hence it is more and more difficult to make decisions as regards company
strategies. Moreover, it is also very costly and not only in terms of the company budget. There are
immediate social costs which are often only paid back in the long term. Thus, the so-called big players
who are big in a figurative rather than a physical sense but who in addition to excelling in technical
and managerial expertise act as “cultural” leaders, have an important role to play. This is a role which
offers great opportunities but one which may also be thankless since it involves setting an example of
what to do and what not to do. Like many other Italian industries, the Italian stone industry is made
up of production areas and small companies where both technological and strategic and commercial
managerial innovation, is more by imitation than by active direct research and happens very quickly
with high risks. Copying others, especially when they represent models of success, becomes an
immediate way to reposition if possible. We might call this managerial or technological “scouting”
32
to find new methods and adapt them to ourselves. The results may be very positive and gratifying for
those who manage to start a new process or open up a new market or for those who are among the first
to understand the value of a certain innovative model and follow it.
What markets have been important for the Italian stone industry in 2006?
It is clear from what we have analysed to now that the Italian stone industry has generally followed its
natural inclinations and the trade relations it has built over the years. We have seen how the European
area has felt the problems affecting the economy and the German building industry for several years now.
However, this has also meant that as soon as Germany started to pick up, this brought positive results for
the national stone districts with the closest ties there. Despite the recent trend in Germany to buy above
all finished granite products from China and India, Italy has managed to consolidate its position, yet only
in the quality products segment and only in terms of value. This involves both marble and granite finished
products with a significant increase in the average value per ton exported. The same model applies to
other European countries, both inside and outside the Union, which has obviously been influenced by
the strength of the Euro against the dollar which makes goods in euros more accessible. However, it is
marble and travertine finished products which benefit most from this, showing the importance of specific
products in addition to quality. This can also be seen, although to a lesser extent than in Germany, in
Switzerland, Russia and outside the continent in the United States, the Arab Emirates, Kuwait and India.
In the case of North Africa and China it is more the raw materials which are of interest, again mainly
marble and travertine. This is understandable since although Italy produces granite too, it is generally
well known for its marble and limestone produced in important districts such as Carrara. These are
unique products which in some cases come to symbolise entire areas by becoming their productive
and cultural strength and identity. This is an all-encompassing phenomenon which goes beyond the
commercial and industrial aspects of the products. Again this affects not only the stone industry and
not only Italy; it affects all industries and product specializations as well as many production districts,
regions and even countries. The theme of symbolic identities is not really relevant to this report but is
worth mentioning as it is an important phenomenon. One may think about Carrara marble or Roman
travertine or other materials with old traditions and history which are identified with an area and become
its symbol. Finally, though, the most important market which must be defended in a coherent, strategic
fashion is the North American market. This is not only because of the figures but also because of the
driving influence it has on the other markets however advanced they are.
As regards imports in the Italian stone industry, these have remained much the same for some years
now. In 2006 they grew significantly for both marble and granite and for marble both the new and old
producers were important. Imports from Spain and France increased in terms of volume and value
and Turkey’s position was strongly confirmed too. Other countries such as Croatia, Macedonia and
Montenegro featured too and although their role was still limited their presence was felt. Egypt too
stepped up trade with Italy and became its leading supplier of marble in blocks and countries such as
Morocco, Tunisia and Namibia also increased their exports to Italy, albeit on a smaller scale. As far as
granite is concerned Finland’s exports to Italy increased still further, followed by the more traditional
Spain and the new, yet small Albania, then Mozambique and Zimbabwe in Africa, while imports from
South Africa fell slightly as did those from Angola. In terms of granite blocks and slabs the main new
trend concerns Brazil and India. India continued to be our leading supplier yet Brazil is clearly more
important in terms of average value per ton and in terms of the average quality.
As for finished products, import figures grew but were still very limited (although they are relatively
important for some countries). China’s exports to Italy, for example, grew both in volume and in value
as did India’s, but not in average value, unlike India whose granite finished products on the Italian
market increased in terms of quality in 2006.
33
Machinery
It is always difficult to interpret national and international events in the technology sector. Attempts
to classify and analyse statistics are hindered because machinery products move from one country to
another as goods produced in one area and then sold, placed and used in another. Moreover, they are
often shipped in different lots and are therefore confused with other mechanical and automatic parts
destined for other uses and industries. This is because basic engineering technology is the same for
various uses and industries and often innovation comes from other production and research circuits
which is then adapted to the industry. Much technology, often sophisticated, is actually conceived
in the stone industry and then mixed with other parallel industries. Yet there is also technology from
other industries which is imported and adjusted to meet the industry requirements. Hence, it is hard
to separate what is specifically imported and exported for the stone industry from the rest and this
difficulty remains even though ceramics have now managed to achieve a separate classification for
their uses. Furthermore, as recalled in previous years, it is not possible to monitor the engineering for
quarrying or quarry handling machinery which account for interesting figures in terms of both value
and volume. Only a few industry associations in Italy and abroad collect this specific information and
distribute their direct findings.
The official data for the Italian industry for cutting and processing technology (first and second level)
for natural stone point to a generally positive year in 2006, although not evenly distributed amongst
the various trade partnership areas. Our data, as can be seen from our tables, only takes into account
items which can be attributed exclusively and definitely to stone industry technology and excludes
anything which may have more varied uses or customs classification items which mix them with other
industries. Hence the turnover figures are lower than the total that they really represent but they are
“sure”, especially when it comes to the fluctuations and variations which emerge from the comparisons
with other years for the various geographical areas.
So the year 2006 was all in all a positive one, recording a small percentage rise on the previous year. This
is not a superb result but it is solid and is concentrated on the more sophisticated machinery for second
level processing and machine tools for which the Italian industry is particularly qualified. The latter
two categories also recorded increases in the average values which confirm that the Italian industry has
maintained its position of supplier of highly advanced quality technology in the world. Close proximity
with the national processing industry has obviously enhanced the possibility to experiment and develop
production for its leading customers, i.e. those in the Italian stone industry who are well known for their
high quality standard requirements. The fast growth, however, concerning the stone industry throughout
the world over the last decade has brought about certain changes. For example, the time for innovation
to be transferred to foreign competitors has shortened (which also applies to distant competitors) as
too has the actual lead time in the production of technology. What we are now seeing is the sale of
new technology not only and sometimes not first to Italian users but rather to foreign processors and
users with all the consequences in the industry over time. In addition to the shorter innovation transfer
times, there is a growing tendency for other countries to produce their own machinery and subsidiary
products. Moreover, even in the machinery sector there are new competitors who are acting totally
independently on the international markets with no inferiority complexes. National industries such
as those in China and India are now competing against the Italian industry and their close working
ties with the local stone industries will help them to build trade circuits which in time will allow
them to carry out their own experimentation. At present these are consumers who use non-automated
technology too but they stand alongside those who use more advanced technology for whom the Italian
mechanical and subsidiary industry is no longer the leading supplier. The Italian share of the market
34
has consequently suffered and only the overall growth of the stone industry makes it possible to see the
figures for national machinery exports to the rest of the world in a positive light.
Now let’s look more in depth at the figures showing the trends for Italian exports of primary and
secondary cutting and finishing machinery and tool machines. Let’s take the value data in euros since
they are the most significant.
Table 6: Italy, machinery exports 2006 /value
Machinery for processing
and honing
Cutting machinery
Euro
%Diff. Share
’06/’05
%
%Diff
Euro
’06/’05
Share
%
Tool machines
%Diff
Euro
’06/’05
Total
Share
%
Euro
%Diff
’06/’05
Share
%
European union
43.082.627
23,0
30,8
32.557.693
37,2
36,9
55.663.903
5,2
25,9
131.304.223
17,6
29,7
Rest of Europe
25.254.252
25,2
18,1
9.062.314
-10,7
10,3
26.660.308
6,2
12,4
60.976.874
10,0
13,8
9.550.805
-10,2
6,8
5.587.956
134,2
6,3
18.063.369
-22,9
8,4
33.202.130
-8,9
7,5
North America
24.329.053
6,3
17,4
20.630.570
44,4
23,4
31.158.158
34,6
14,5
76.117.781
26,2
17,2
Central/ south
America
6.407.637
-34,1
4,6
5.474.701
-11,0
6,2
15.780.361
24,8
7,4
27.662.699
-3,0
6,3
Middle east
16.314.216
-48,4
11,7
8.768.633
-41,8
10,0
25.864.895
-34,0
12,1
50.947.744
-40,7
11,5
Far east
13.001.283
-4,5
9,3
3.742.894
-26,8
4,2
39.080.752
81,2
18,2
55.824.929
38,5
12,6
Africa
Oceania
Total
1.772.158
34,7
1,3
2.294.554
2,4
2,6
2.233.785
-35,7
1,0
6.300.497
-10,4
1,4
139.712.031
-3,65
100,0
88.119.315
11,4
100,0
214.505.531
6,5
100,0
442.336.877
3,9
100,0
Source: Istat; processing: IMM
So slight growth again can be seen on an international level which proves the presence of the Italian
machinery industry everywhere where there is a national processing stone industry. There are some
points to be made however, Firstly, tool machines account for by far the largest share of exports and are
increasing in all the important geographical areas. Exports are also increasing in the Far East. Here they
serve to integrate the local production of technology which is less advanced, thereby confirming what
is said above as regards the gradual shortening of the time for the circulation of advanced technology.
India is the major buyer overall for this technology, followed at a distance by China and Indonesia and
all three are growing significantly. The Middle East, on the other hand, seems saturated at the moment
and is experiencing a slowdown and consequently recorded limited figures. The major market for Italian
tool machinery remains the European Union. This too recorded an increase on last year even though it
was not able to match the 2004 figures. Spain was the most important customer, followed by the UK, then
Portugal, France and Belgium. North America was also important, as it has been for some time, while in
Europe the major markets outside the EU were Russia and Turkey, yet both fell against 2005 figures.
As always, the relationships between the various items on the previous table provide the key to
understanding how the various countries shift their focus in the various cycles and what the local intentions
are depending on whether the cycles need strengthening or are sufficiently equipped. Cutting machinery,
especially for primary cuts, represents the first phase of the cycle and industrialisation, and is the first
to start growing again when the stone industry and consumption are in a phase of expansion. The 2006
figures practically record an annual increase compared to 2005 only in Europe, inside and outside the EU,
which altogether accounts for almost half the markets. Spain again was the major market, followed by
France, Greece and a new, up-and-coming Poland, and Turkey which was still expanding and only the US
exceeded. On the other hand, Brazil and Iran declined while India equalled Turkey.
35
As regards finishing machinery, the picture is a little more complicated. In the European Union
which is the major market, Germany set itself alongside Spain yet its positive role was somewhat
inferior. The major buyer was the United States which is still growing and regaining its 2005
position while this is practically the only item where North Africa showed signs of growth on the
previous year. Within North Africa, and in terms of the other items, the figures differ according to
the individual countries and only Tunisia recorded increases for practically all items compared to
2005, yet only in a limited way.
Hence, the overall picture is fairly simple, generally positive and quite clear. Tool machinery
technology held the highest market shares and the most important areas were the closest areas and
those more traditionally served by Italian producers, with a few particularly trusting markets and
some shy newcomers.
At present, there do not seem to be any new particularly “revolutionary” products in terms of production or
management. Research is certainly active though and new ideas are welcomed by machinery production
companies which have to deal with new markets and new producers. For the time being the most interesting
innovation concerns monitoring the safety of quarry fronts. This is more the domain of institutions rather
than private enterprises even though the latter support such initiatives and are highly concerned by the
matter. The use of certain forms of electronic and computer automation is already normal procedure in
the stone industry and innovation is more to do with improvement and optimisation rather than radical
changes. In other words, for the time being there do not seem to be the premises for innovation comparable
to what has already been introduced such as the use of automatic controls for the mixing and dosage of
the cutting mixture in granite sawing or the diamond in the cutting of limestones which was introduced
some decades ago now. Of course this does not mean that the industry is at a standstill and that there are
no developments, even very effective ones, in the field of technology. It merely indicates that development
is fairly linear and continuous without any sudden leaps in quality.
Conclusions
What were the changes in 2006 in the stone industry? There is always some change or innovation
even in an industry like ours which is not strategic on an international level yet is strategic for
the economic development of some countries and anyway moves goods, money and work almost
everywhere in the world.
1.We have seen that global production continued to rise in 2006, albeit more slowly and here we
witness the first new trends compared to those we had been used to over recent years. The large
Asian producer, China, that is responsible for the major changes in the industry on an international
scale, actually slowed down its own quarry production, preferring to integrate this with raw materials
purchased in other countries where it continues its “buying campaign”. Its leading supplier of raw
marble and slabs was Turkey, followed by Egypt, while its major granite supplier was India, followed
far behind by Brazil. The figures are large and are due to the fast development of the domestic
building industry. This has been so fast that it has even generated reasonable apprehension among
international investors. The economic development of the country is obviously creating a series
of mechanisms which are involving the stone industry too. The first consequence for the industry
is that foreign supplies have become even more important on a local level since they represent a
substantial additional supply of quality materials which is also necessary for development of the
36
domestic industry. The second is that India that has continued to develop and grow in the industry has
become the leading overall producer of natural stone, with its production of marble, sandstone and
other stones as well as granite. Table A in the Statistics Appendix features marble and granite only
since the figures available for sandstone and other local stones are too chaotic in too many countries
to be compared coherently in terms of international production (which we always try to keep as clear
as possible despite the numerous difficulties). If we consider these items too there is no doubt that
India is the new leader in the industry both in terms of raw material production for foreign markets
and in terms of production in general. This is also because the country is experiencing a period of
great economic expansion in general and consequently so too is the stone industry. It should also
be remembered that India is also very much at the fore of the technology sector too, as is shown by
the data concerning trade amongst areas for primary and secondary processing machinery. Italian
exports to the area did not actually feel the competition from India very much as far as certain types
of products important to Italy are concerned but there is definitely a bracket of local buyers who
are well covered by Indian products and are therefore outside the circuit of Italian products, on the
second level too.
2.Investments abroad aimed at decentralising production, according to a development model which
copies the growth in other countries like Italy, increased in 2006 and are bringing the stone industry
nearer to other industries which are in lighter production categories. This is the answer to external
challenges, mostly in terms of costs, which our industry is experimenting too by making its product
mix and strategies more complex, more international and, at least for now, more efficient. We have
already seen the risks which are anyway embedded in the process of company internationalisation
that is the further shortening of innovation transfer times from national to foreign industries. It is of
course an inevitable risk for all producers at the fore of processes and a consequence of the speed
of information, experience and technology. Other production industries are experiencing radical
reorganisation in terms of the international division of jobs, skills and roles on the international
markets. We are living in a time of great changes triggered off by political and technological
developments. All we can do is to deal with the changes step by step, trying to understand and learn
as much as possible from others and to absorb and manage everything that is new and useful and to
invent. The fusion of global and local environments does cause problems but also creates cues and
solutions which may become very stimulating and positive. This can be seen in the statistics of an
“old” country like Italy: its skills and ability to maintain a solid position in the high end products
segment have worked well with the new inputs and production models generated by globalisation.
Moreover, the possibility of internationalising at least a small share of its product mix has enabled
the country to stand firm as the leader in terms of quality in consumer markets like Germany and
the United States which are not only prestigious but also very profitable. We have seen the average
unit price of exports from various suppliers. The process requires very high production efficiency
standards which do not always bring sufficient profit margins. Further, even without excluding new,
less sophisticated products (more “common” products but quality products in certain aspects) this
is increasingly becoming the role and the position of our country and other similar ones on the
international markets.
3.Hence an increasing number of countries have positioned themselves in a fairly complex and
creative way thanks to experiences which are new to the stone industry in market segments which are
increasingly less price-sensitive. Price is in fact very clearly a factor that does not create comparison
or competition among many international producers. In the more traditional countries such as Italy
37
and Spain, innovation in the stone industry has developed in an alternative and complementary way,
not just purely in the managerial and technological sense of cost reduction, production optimisation
etc., even though these issues obviously get much attention. It should be emphasised that there
is an explicit ambivalence in terms of managerial optimisation: it is well known that this is not
a competitive strength for many classes of producers, yet apart from being a useful aim it is also
a necessary one to be achieved and constantly updated. Hence companies are aware that general
optimisation including cost reduction and production innovation is a value in itself as it brings
product innovation and is a way of improving a company’s and an industry’s positioning and overall
efficiency. However, this does not provide a competitive advantage for countries whose basic cost
levels are those of European countries. The latter and others in the same position will have to
combine their presence capacity with other less material factors which are less immediate and
probably more risky yet hopefully efficient to maintain their advantage on the international markets.
The risk is still high because the vertical differentiation of market segments is increasingly quicker
as seen in the technology data: the fast, overall growth of India in all areas of the stone industry and
subsidiary sectors clearly indicates that India will soon be the main competitor even for China in the
fundamental finished products segment.
4.The best markets and the upper market segments in general, need special attention to be suitably
defended from competitors outside the stone industry too. Careful planning in this sense will lead
to stabilisation of demand over time and in terms of quality which in turn leads to a better, more
organised supply as it allows companies to achieve better planning of production and, ultimately,
higher profitability. The whole industry benefits and in particular the districts where the companies
able to move in this direction operate (since the effects do not remain within the confines of the
individual companies or even the local area but even other districts). This is the role of the big
players mentioned above who drive the geographical area and industry sector in which they operate.
In general, this role is attributed because of technological or managerial innovation but it actually
applies to marketing and the general enhancement of products or materials too. In our industry
particularly clever companies or areas specialised in a unique product have been successful in this
way. We might recall for example the market for skyscraper cladding in granite which was a market
opened up by the Italians, or rather a handful of Italian companies and subsequently followed by
others. In 2006 too, although they may not have achieved the same level of innovation as mentioned,
certain companies did successfully focus on consolidating and stabilising trade relations and supply
segments with a view to making demand less fluctuating. They achieved success on different routes
but their common strong point was undoubtedly their reliance on their distinguishing features so as
not to be lost in the sea of producers.
5.But how did they manage to distinguish themselves and maintain an advantageous and recognisable
unique profile on such a varied, crowded market of producers and consumers? One of the possible
answers is concentration on the distinctive features of a place for example, i.e. reliance on some
element which cannot easily be reproduced or taken away by competitors. In a world where
acquiring innovation is increasingly faster thanks to more and more efficient and faster and faster
communication networks, there is also the other side of the coin which involves turning everything
outside globalisation to one’s own advantage as a unique competitive element. The inability to
copy goods has become a distinctive competitive element which may also be a decisive winning
element. Let’s think about a name which has the power to evoke a wealth of values, memories and
other elements from which there emerges a positive connotation which is immediately recognisable:
38
the Roman travertine of the Colosseum, Assuan Red, Carrara white, the Taj Mahal white, Black
Africa and so on. These names alone are a guarantee and attraction for upper market consumers and
draw other materials and products which are not as attractive but maybe technically more suitable
for more difficult or special uses. Concentration on distinctive features is a possible solution, for
example, to face competitors from outside the world of natural stone. Such competitors are very
strong and contribute to the complex situation facing the industry as they often take the names of
stones to exploit their image. Even within the industry itself, a unique product can be exploited to
distinguish a district, area, company in order to inspire its use through clever management, while
taking care not to harm the symbolic heritage behind it. The tools to carry out careful marketing
of such a precious product are available and in many cases experience is even consolidated. The
important thing is to be aware that dealing with a product of shared value means that it has to be
managed accordingly in order to protect it for present and future generations.
39
STONE SECTOR 2006
La Industria Italiana
y La Coyuntura
Internacional
Silvana Napoli
Stone Sector 2003
Industria Italiana
e Congiuntura
Internazionale
Silvana Napoli
INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE
Internazionale
Marmi e Macchine
CARRARA
S.p.A.
Carrara S.P.A.
41
42
Panorámica general
Después de un año como el 2005, en el cual se había verificado un balance positivo en el crecimiento
económico a nivel internacional, el 2006 ha seguido el mismo curso, no sólo confirmando la tendencia
expansiva sobre un año ya favorable, si no también consolidándolo ulteriormente con cifras superiores
a las expectativas. Una mejoría sólida, que ha consentido de resistir también a aquellos elementos
de posible debilitación del panorama y de posibles insidias futuras, como aquellas indicadas por las
señales provenientes del mercado inmobiliario americano y de las oscilaciones del inicio del 2007 en
la bolsa de Shangai.
Los países emergentes han dado una contribución importante al comercio internacional y al aumento
general de los consumos y de la producción, aprovechando también del andamiento ventajoso del coste
del petróleo, en la segunda mitad del año. Y así también el 2007 ha empezado en condiciones de
substancial optimismo internacional, sostenido por algunas actuaciones, sobre todo asiáticas y europeas,
para las cuales Norteamérica funciona de todas maneras de soporte estable. Las previsiones del Beige
Book son de incremento ulterior, aunque se prevea que sea más débil ya en el segundo trimestre del 2007.
Algunos elementos del panorama general, sin embargo, son decididamente interesantes, en particular
por las consecuencias que pueden generar sobre el sector especifico de la piedra natural. El 2006, sin
embargo, ha sido acompañado por un fuerte protagonismo de dos países asiáticos, China e India, con
una recuperación progresiva de la economía europea, que se manifiesta en un comportamiento del euro
sobre niveles máximos contra yen y dólar estadounidense. La compra de materia prima para los europeos
queda facilitada, aunque la competición con las exportaciones americanas quede algo afectada. De todas
formas, es la marcha del mercado inmobiliario estadounidense la que puede conllevar consecuencias
negativas mayores de las que se han detectado hasta ahora, aunque, en el curso del 2006, sólo hacia el
cuarto trimestre se ha podido empezar a hablar de ello seriamente. Según expertos internacionales, el
riesgo cae dentro de márgenes que pueden considerar normales y la inflación está bajo control en todas
las principales áreas productivas. Quedan todavía motivos de debilidad potencial por lo que concierne
a las dimensiones de las diferencias americanas en los pagos hacia el exterior, en las posibles tensiones
sobre el precio de las fuentes energéticas, en la marcha de algunos mercados inmobiliarios que se han
ampliado demasiado en los últimos años.
Si bien ligeramente ralentizados, se prevé que en el 2007 los ritmos de desarrollo de los países emergentes
se mantengan fuertes, con un PIB chino que continua creciendo con velocidad a dos cifras, según datos
oficiales ya difundidos y relativos al primer trimestre. A ellos responde una Unión Europea que también
acelera, y va consolidando los resultados alcanzados en el 2006, empezando por la reducción del déficit
público general. El proceso esta apoyado en primer lugar por Alemania, que ha vuelto a desarrollar
su papel de remolcador de la economía continental, pero también por Italia, donde los resultados son
más positivos de lo esperado, sobre todo después de las actuaciones positivas de las exportaciones.
Las expectativas de las empresas, no obstante, y la confianza de los consumidores, han ligeramente
disminuido en nuestro país, empezando por el primer trimestre del 2007. Quedan pues sin respuesta
algunas interrogaciones sobre la situación nacional, donde las reacciones del sistema de empresas a los
retos han sido para la mejoría, si bien con presencia de mutaciones del panorama externo, relativamente
poco vistosas: evidentemente es en acto un proceso de reposicionamiento de nuestro sistema productivo
frente al mercado, que aparece poco en los exámenes generales, pero que opera activamente en los
datos de balance.
Por cierto, queda la fuerte presencia de situaciones de tensión internacional, que actúan como elemento
de fondo para el panorama general y constituyen un motivo de empeño de recursos utilizables en
otras áreas, y sobre todo como elemento de estabilización potencial. Pero un importante sector de
países activos e importantes, que funcionan como motores para la expansión económica internacional
43
y el intercambio, sigue un camino propio de crecimiento y desarrollo, quedándose fuera, al menos
aparentemente, de la líneas de aumento de la tensión, pareciendo capaz de administrar sus propios
acontecimientos internos, evitando rupturas peligrosas e implicaciones exteriores.
El sector de la piedra internacional
También el sector de la piedra ha beneficiado de las actuaciones positivas internacionales, continuando
por el camino de una expansión ya activa desde hace varios años. En la dialéctica entre países
productores y países consumidores se desarrolla la expansión de una actividad que contribuye al
crecimiento económico general de regiones siempre más extensas e importantes, que cuentan con el
sector para ampliar sus oportunidades de progreso y para fortalecer sus índices de crecimiento. Una
rápida consultación del elenco de países que superan la línea de importancia en la producción y en la
transformación de la piedra, de hecho, permite apreciar la ampliación de la oferta de piedra que ya
se presenta con gran facilidad al mercado de los consumidores, con condiciones de continuidad y de
acoplamiento de utilices, que potencian a su vez el mercado entero de los productos lapídeos.
La producción de piedra para uso ornamental, en cantera, en el mundo, también para este 2006, se ha
confirmado una actividad significativa para los volúmenes que empeña, y los negocios que activa. Ya
son más de cincuenta los países con una actividad relevante y técnicamente apreciable, y aunque los
“grandes” productores sigan siendo un numero limitado, tanto en términos de valor intrínseco de los
materiales como de oferta significativa en términos de volúmen, cada año se van contando nuevos
ingresos, con nuevos colores y texturas, nuevas calidades que se añaden a las precedentes. Por cierto,
ocurre también que algunas producciones se agoten, que salgan del mercado, o que pasen de moda por
cualquier motivo, pero el balance sigue activo, tanto en el descubrimiento de nuevas ofertas, como
en la elección por parte de nuevos sujetos de valorizar sus propios recursos geológicos. Y así vemos
presentarse con decisión, por ejemplo directamente al interior de éste volumen, una realidad reciente
como la chilena, que se presenta a la conquista internacional con materiales propios y una industria
extractiva y de primera transformación joven, pero bien intencionada y con buenas perspectivas. Y
Chile se despliega en proximidad de otra realidad de experiencia, más lejana, pero de protagonismo
todavía joven, como aquella turca, che en los últimos dos o tres años ha vivido un momento de
expansión importante en algunos mercados de consumo, como el norteamericano y el alemán. La
especialización de estos dos países, Chile y Turquía, es sobre todo en el mármol y sus piedras calcáreas,
y es gracias a países como Turquía si la expansión cuantitativa del mercado de la piedra en el 2006
ha interesado también los mármoles y no sólo los granitos. En efecto, los mármoles han desarrollado
un papel como siempre significativo en Italia, España y Grecia, junto a muchos otros productores,
históricos y nuevos, en medida menor. Pero los granitos han tenido otro año de grandes protagonistas
del panorama internacional, con sujetos como Brasil, India y China funcionando decididamente como
grandes máquinas de producción, transformación y consumo y como grandes sostenedores de la
expansión mundial del mercado. Para un país como China, de hecho, no vale solamente el papel de
grande productor, si no que pesa también mucho el rol desempeñado como consumidor y utilizador de
todo lo que hace edilicia y construcciones, es decir mármoles, granitos y otras piedras, de acabado, de
mobiliario urbano y de ornamento en general: Las estadísticas ya presentadas otras veces, y presentes
en forma detallada en las paginas estadísticas de IMM, describen claramente el desarrollo del proceso,
en términos cuantitativos, en los últimos cinco años, que es el periodo más representativo, al momento,
de las dimensiones del fenómeno. Para algunos países pronto podremos publicar en la red también
datos de valores, que describen de forma significativa no sólo los volúmenes interesados por el sector,
si no sobre todo la calificación de los movimientos y de los mercados conectados a los productos. De
44
momento, podemos solamente elaborar datos parciales, de los cuales intentaremos dar una interpretación
en el curso del trabajo.
A nivel general, empezando por las excavaciones, un aumento ulterior del número de productores ha sido
acompañado, incluso en los países ya desarrollados en el sector, a un aumento ulterior, si bien leve pero
generalizado, de las cantidades extraídas. Según un criterio de mercado que aparece obvio, pero que en
realidad resulta ser extremamente selectivo, en respuesta a la demanda exterior han crecido sobre todo
las calidades más afirmadas y aquellas más nuevas, destinadas a los mercados que acogen producciones
preciadas, que buscan novedades y renovación de la oferta, mientras las producciones más corrientes
se han mantenido más estables y más fácilmente destinadas a mercados internos y de proximidad. Se
refuerza, de esta manera, aquélla dualidad de mercado que cuenta tanto con producciones de materia
prima como con elaborados muy calificados y refinados, por un lado, y productos más corrientes por
el otro. Crecen los dos, pero en binarios paralelos, binarios bien representados por algunos mercados
y productores, y casi sintetizados en sus actuaciones, mientras otros se presentan de forma más
promiscua sobre ambas caras de la moneda. A nivel de proximidad, también en el 2006, observamos
el reproponerse, como en los años precedentes, de un nivel elevado de consumos y de intercambios
regionales, por ejemplo entre todos los países del Mediterráneo, con Italia, España y Egipto entre los
principales, acompañados por toda el área de la costa norte de África. En la zona norteamericana,
asistimos a una ulterior intensificación de los intercambios entre Estados Unidos, México y Canadá,
acompañados por Brasil y otros productores latinos de menores dimensiones, todos muy concentrados
en el grande consumidor EE.UU. En el área del Mediterráneo, a diferencia de aquella americana, juegan
un papel importante los intercambios de materia prima, que son importantes sobre todo para Italia en
la integración de las exportaciones totales, que resultan elevadas en volumen sobre todo en algunos
tipos de material, como el blanco de Carrara, que emigra en dirección de los países del norte de África,
principalmente como material de valor medio contenido. Pero tales productos, a menudo son sometidos
a intercambios a más largo recorrido, sobre todo cuando se trata de adquirientes que pueden contar
con un mercado interior de buenas dimensiones y con capacidad de amplia transformación y bajo
costo. Pensamos todavía a China, que es uno de los mayores compradores de calcáreos brutos y semibrutos, de procedencia mediterránea o medio-oriental: Italia, Egipto, España, Turquía y Irán son los
actuales proveedores principales y seguramente el crecimiento es repentino, sobre todo desde Egipto
y Turquía, que se convierten en los primeros proveedores del segmento. Solamente las importaciones
de granitos brutos desde India queda superior en términos de cantidad, pero el aumento en base anual
es decididamente superior en el caso de los dos países mediterráneos. No nos sorprende, por otra
parte, que China importe siempre más mármoles del exterior, ya que de todas formas queda como el
productor más fuerte de granitos a nivel mundial. Y aunque falten datos precisos actualizados sobre
las excavaciones del 2006, son suficientes los datos estimados para confirmar el liderazgo que en este
campo sigue siendo fuerte y todavía no amenazado, si no desde lejos, por India y Brasil. Queda la
realidad de un país que importa materia prima y exporta y consume elaborados desde y hacia todo el
mundo, conquistando cada año cuotas mayores y metas nuevas, y que representa una buena parte de
aquel crecimiento internacional del sector, como vamos observando desde hace ya varios años. Lo que
hay que evidenciar, sin embargo, es un dato del confronto con países de colocación tradicionalmente
diferente, como por ejemplo Italia: el valor medio por unidad de producto importado de terceros países
debe ser evaluado con atención, porque se focaliza en el segmento de mercado in el que se colocan las
producciones y las exportaciones y ofrece una correcta posición de referencia con respecto a los demás
países concurrentes. Para aclarar la dinámica de la comparación, se tome como ejemplo la partida
relativa a Alemania, que ha aumentado las importaciones desde China en forma significativa en el 2006,
y se lea la tabla siguiente, con respecto a las importaciones alemanas de elaborados en granito.
45
Tabla 1: Granito elaborado / Alemania, importaciones
Países
asociados
Ton. X 1000
2005
euro x 1000
2006 Dif. % ’06/’05
2005
euro por ton.
2006 Dif. % ’06/’05
2005 2006 Dif. % ’06/’05
CHINA
338,59
370,58
9,45
89.016
84.573
-4,99
263
228
ITALIA
129,45
132,68
2,49
89.651
94.294
5,18
693
711
-13,19
2,62
TOTAL
623,45
649,59
4,19
258.384 267.410
3,49
414
412
-0,67
Origen: Eurostat; elaboración: IMM
Una situación análoga se presenta para Estados Unidos, donde ya el año pasado se había verificado que
las exportaciones desde Brasil para el granito, y desde Turquía para el mármol, habían aumentado en
forma rápida, y con la misma característica evidenciada por la situación de Alemania.
Tabla 2: Granito elaborado / EE.UU., importaciones
Países
asociados
Ton. X 1000
dólares EE.UU. x 1000
dólares EE.UU. por ton.
2005
2006
Dif. %
’06/’05
BRASIL
701,92
1087,21
54,89
444.000
609.000
37,16
633
560
-11,45
CHINA
367,53
582,67
58,54
244.000
323.000
32,38
664
554
-16,50
INDIA
458,15
460,88
0,60
243.000
291.000
19,75
530
631
19,04
ITALIA
455,19
353,78
-22,28
335.000
350.000
4,48
736
989
34,43
TOTAL
2255,36
2767,45
22,71
1.476.000
1.800.000
21,95
654
650
-0,61
2005
2006
Dif. %
’06/’05
2005
2006
Dif. %
’06/’05
Origen: Bureau of Census, EE.UU.; elaboración: IMM
Además, particularmente en el caso de Estados Unidos, tanto para el mármol como (en medida superior)
para el granito, en la partida “Productos elaborados” resultaba evidente un fenómeno diferente, aunque
no menos significativo, valido no sólo para este país, y comprensible únicamente a través de una
lectura atenta de la dialéctica de las cantidades declaradas por los varios países. Para explicarnos mejor,
tomemos por ejemplo el caso particular de Italia, que es el que conocemos mejor y que ha intensificado
el proceso en el 2006. Algunas empresas, particularmente activas fuera del territorio nacional capaces
de gobernar sus elecciones de forma muy atenta, han efectuado inversiones al exterior, sobre todo
en los países donde ciertas producciones son más ventajosas, con el objetivo de añadir a sus ofertas
en los mercados finales productos siempre controlados y garantizados por el proveedor italiano, pero
materialmente transformados fuera de las fronteras italianas. Es una práctica seguida también por otros
países, no sólo por Italia, y en sectores diferentes del lapídeo, por motivos de vario tipo: en nuestro
sector puede ser la mas fácil disponibilidad de materia prima, los costes de producción más manejables
y contenidos, la cercanía con los mercados de desemboque, la presencia de socios fiables, y mucho
más. Se mantiene siempre respetado, de todas formas, un elemento fundamental: allá donde tiene lugar
la inversión, y se transforma el material, debe haber una capacidad de producción adecuada a una
calidad general controlable, así que el productor italiano pueda mantener el estándar al cual sus clientes
están acostumbrados, que sea bajo, medio o alto, sin modificar su posición de mercado, o al contrario
ampliándola, con una capacidad de competición más eficaz. A menudo las producciones al exterior
son luego acopladas con suministros procedentes de Italia, a través de los cuales se mantiene todavía
más válida y cercana una presencia directa en el mercado y el contacto con el cliente. A menudo, estas
integraciones conciernen especializaciones productivas de la empresa en cuestión, que mejora de esta
manera su propio funcionamiento competitivo. Se trata, en otras palabras, de una ampliación de la
variedad de ofertas que una sola empresa o grupo persiguen, y alcanzan, a través de la integración
exterior de producción; y es una elección estratégica que se adopta no sólo en el sector de la piedra,
46
obviamente, sino también en otros sectores productivos, donde además el recorrido es ya más avanzado,
y ha sido experimentado de una forma que ha sido reproducida y adaptada después al mercado de
la piedra. Tal estrategia ha sido practicada y ya experimentada también al interior de los propios
confines nacionales, simplemente abriendo los distritos productivos más o menos especializados a
otros suministros y a especializaciones adjuntas, para realizar economías productivas ampliadas. Pero
el proceso no es privo de riesgos, porque análogamente a lo que ocurre con los distritos nacionales,
los países donde se desarrolla son países que crecen muy rápidamente, y generalmente cuentan ellos
mismos con una buena base productiva y grandes capacidades comerciales, constituyendo así el paso
siguiente para una ampliación del sector a nivel internacional, por su globalización más decidida, pero
el proceso encaminado de esta manera, muy verosímilmente va a seguir luego sus propias evoluciones,
muy difíciles de controlar, aunque interesantes de observar. Las especializaciones productivas de las
empresas principales del sector italiano, para seguir con el mismo ejemplo, se colocan generalmente en
un nivel difícilmente alcanzable por todos los competidores, pero no todo el sector comparte el mismo
perfil de alta excelencia, por lo cual se va a hacer siempre más fuerte la necesidad de vigilar cada uno
sobre sus propios nichos de mercado, especializaciones calificadas, presencias altamente competitivas,
a las cuales atribuir también un rol de defensa general del sector nacional entero. Es el camino a lo largo
del cual evoluciona no sólo el sector de la piedra italiano, sino que también otros sectores y otros países,
que están siguiendo el mismo modelo de complejidad productiva creciente, para llevar la competición
hacia perfiles más avanzados y complejos y para utilizar la globalización sin tenerla solamente que
sufrir. No se trata, sin embargo, del único camino posible. Hay otros, y como veremos, algunos de
ellos pueden ser al menos explorados. Por ahora, evidenciamos el hecho que las inversiones italianas
al exterior en el 2006 crecen también en el sector de la piedra y que el sector se configura de manera
siempre más articulada y dinámica.
Leyendo algunas cifras más en detalle, se encuentran las grandes directivas que ha seguido el sector
también para el año 2006: ampliación de los consumos en el área extremo oriental, con un fuerte aumento
de las exportaciones de China hacia Corea del Sur, mientras Japón se ha mantenido estable y muy alto
sólo en los granitos elaborados. Siguen siendo socios importantes del país oriental, fuera de su área,
Alemania, que continua importando cantidades mayores de granito (y hemos visto en que sector de valor)
y Estados Unidos, que sin embargo prefiere Brasil, cuyos datos parecen completos en las declaraciones
americanas, también por lo que concierne las exportaciones italianas integradas a través de Brasil. Pero
para el productor más importante del mundo, el mercado mayor sigue siendo su zona de mayor proximidad
geográfica, junto a su propio mercado interno, donde la expansión inmobiliaria es tan rápida e intensa
que llega hasta a generar aprensión sobre su capacidad de aguante en el próximo futuro. Leyendo las
estadísticas chinas de las importaciones, se aprecia también otra tendencia: la integración creciente de sus
propias producciones internas con producciones exteriores, destinadas en su mayoría al consumo interno
por lo que concierne los mármoles, y por lo que concierne los granitos también a la re-exportación, aunque
de forma diferente. Los proveedores de mármoles, en bloques y en tablas, son principalmente Turquía,
Egipto, Irán, España, Italia y Grecia, todos en fuerte crecimiento respecto al 2005. Las exportaciones de
mármoles elaborados conciernen de forma significativa sólo el mercado surcoreano.
También el mercado americano ha conocido algunas incertidumbres sobre las perspectivas futuras, sobre
todo por los notos acontecimientos anexos a la insolvencia por parte de algunas categorías menos fuertes. En
conjunto, sin embargo, en las adquisiciones de elaborados en piedra, Norteamérica ha demostrado preferir
el sur continental como fuente de mayor abastecimiento para los granitos, mientras para los mármoles los
productores preferidos siguen siendo los mediterráneos: Italia para los productos más costosos, Turquía y
España en general. Y también la Unión Europea, que en el 2007 se ha alargado ulteriormente a 25 países
miembros, intensifica los intercambios en su interior, con China y Turquía protagonistas exteriores para los
elaborados, respectivamente, de granitos y de mármoles. Para la UE queda la gran confusión estadística
47
sobre los intercambios brutos de granito, que a menudo son clasificados en forma discordante según varios
niveles, sobre todo si se trata de países nórdicos: los intercambios declarados entre países exportadores
y socios importadores, en muchos casos, son fuertemente discordantes, y obligan a la reducción de las
informaciones disponibles, porque, como es claro, los métodos de clasificación de los movimientos no son
homogéneos. Se mantiene un dato de trafico vivaz, que claramente comprende también materiales menos
nobles, de gran volumen y escaso valor, con destinos no ornamentales, que obscurecen los movimientos
de piedras con destinos más elevados.
Sigue creciendo la capacidad de consumo, producción y transformación del Norte de África, que tiene
en Egipto su punta mas avanzada. Para este país, la cooperación con China es siempre más importante, y
aunque los datos sean todavía parciales, está siempre más clara la tendencia que une estos dos países en
una fuerte conexión productiva. También Italia es un socio importante en el lado norte del Mediterráneo,
así como lo son otros productores, por ejemplo España y Turquía. Para Turquía, hay que señalar que
desde este año faltaran, según parece, las estadísticas detalladas y precisas que normalmente salían en
este periodo: los organismos nacionales han decidido que tales estadísticas se deban considerar datos
“sensibles” que no tienen que ser difundidos, de la misma forma que ya hacen otros países: será una
pieza importante que faltará del panorama internacional, sobre todo con el rol creciente que se juega en
las dinámicas del sector. Por ahora, se puede reconstruir el dato indirectamente, a través de los mercados
asociados, esperando en la adopción de una decisión mas favorable al intercambio de conocimientos.
El sector de la piedra italiano
¿Cómo ha procedido el sector de la piedra italiano, en un panorama internacional tan dinámico y veloz
en los posicionamientos competitivos? El resultado general de la industria nacional ha sido un cambio
apreciable y favorable respecto a los años precedentes, incluso respecto al 2005, que había dado ya
señales de ligera mejoría respecto al año anterior. Desde una encuesta que realizamos cada año sobre una
muestra muy amplia de empresas italianas, nos llegan datos e informaciones fiables para poder afirmar
que, en conjunto, el sector italiano ha tenido momentos y áreas de sufrimiento, pero que en general
ha reaccionado a las dificultades exteriores de competición, obteniendo unas cuantas especificidades
productivas y comerciales a las cuales se ha apoyado para reposicionarse y reactivarse después de unos
años de crisis y de ralentizaciones.
Empezamos también este año con una lectura de los datos de exportación, que han sostenido
decididamente el avance del sector nacional en el curso del 2006, sobre todo en un momento en que el
mercado del consumo interno empieza a decrecer, paralelamente a la ralentización de la actividad en
el ramo de la construcción, sobre todo privada. Las exportaciones italianas de materiales lapídeos, en
total, han alcanzado y superado los 4 millones y 800 mil toneladas de producto en varias formas, entre
bloques brutos, tableros, elaborados y acabados, polvos y granulados, por un total de 1.910 millones
de euro, prevaleciendo netamente las clases de alto valor propio y añadido. La decidida predominancia
de los elaborados, como aparece claro en la siguiente tabla, ha dado una fuerte contribución tanto a la
calificación de las exportaciones nacionales, como a su avance general, sobre todo, han sido activas y
productivas las exportaciones relativas al mármol y al travertino (recordamos que en la clasificación
estadística del Sistema Armonizado utilizado internacionalmente, no se hace distinción entre los dos).
48
Tabla 3: Italia, exportaciones 2005-2006
Italia – Todos los países
Enero-diciembre 2005/2006
2005
2006
dif.% 2006/2005
Ton.
Euro
Ton.
MÁRMOL BLOQUES Y TABL.
787.143
151.621.426
885.009
172.191.883
12,43
13,57
GRANITO BLOQUES Y TABLAS
205.010
55.333.872
189.097
49.180.291
-7,76
-11,12
MÁRMOL ELABORADO
973.639
674.029.726 1.020.994
754.819.298
4,86
11,99
GRANITO ELABORADO
938.326
777.981.895
943.754
811.032.391
0,58
4,25
OTRAS PIEDRAS ELABORADAS
197.844
37.572.612
200.625
37.898.572
1,41
0,87
1.696.539.531 3.239.479 1.825.122.435
4,43
7,58
64.841.466
-0,99
7,99
1.756.583.895 4.547.586 1.889.963.901
2,81
7,59
20,11
25,11
Subtotal Bloques, tablas y elaborados
3.101.962
GRANULADOS Y POLVOS
1.321.171
Subtotal con granulados y polvos
4.423.133
PIZARRA EN BRUTO
PIZARRA ELABORADA
PIEDRA PÓMEZ
TOTAL
60.044.364 1.308.107
1.278
906.294
20.605
329.135
4.774.151
Euro % Cant. % Val.
1.535
1.133.844
13.046.789
20.972
13.069.151
1,78
0,17
6.412.879
251.991
6.490.335
-23,44
1,21
1,00
7,53
1.776.949.857 4.822.084 1.910.657.231
Origen: Istat; elaboración: IMM
Comparando los datos con los del año pasado, inicialmente hay que observar que el panorama es
mucho más homogéneo, en el territorio nacional, respecto al 2005: el aumento respecto al año pasado
no significa sólo un crecimiento conseguido, a nivel regional y de distritos, sino que también resulta
más difundido, aunque no exactamente igual en todos los sitios. La mejoría en base anual ha interesado
muchas realidades locales, y también los datos regionales de producción indican que los acontecimientos
han sido seguidos de forma bastante positiva en áreas importantes de la producción y transformación de
los lapídeos. Hay que clarificar, no obstante, que Italia no ha recuperado todavía los “números” del 2000,
ni los del 2001, pero es importante la tendencia que se ha iniciado desde ya al menos dos años seguidos,
porque la mejoría del panorama general ha empezado ya en la segunda parte del 2005, siguiendo una
praxis temporal que encontramos desde tiempo en el sector, para bien o para mal. Se empieza a recuperar
y consolidar un cambio de tendencia negativa que duraba ya desde hace algunos años, empezando
precisamente en el 2000, que había seguido bien hasta la primera mitad del año siguiente y que luego
había ralentizado ya antes del septiembre del 2001, hasta pasar a la reducción y luego, abiertamente,
a la crisis de algunos mercados, en los años sucesivos. En la tabla siguiente se cuantifica la distancia
que aún hoy separa la Italia de hoy de los resultados de inicio de siglo, e indica ya un primer autor,
aunque no principal, de la recuperación: se trata de las exportaciones de los mejores y más consolidados
materiales a los consumidores, tanto en bloques como en tableros. No entramos en detalles específicos,
porque la clasificación estadística, de nuevo, no nos permite identificar singularmente, separándolas,
las dos categorías, pero en base a los sondeos directos sabemos que la marcha positiva, particularmente
en el caso de los mármoles y de los travertinos, se debe sobre todo a los brutos y a los semi-brutos. Las
dimensiones de los números no permiten atribuir a los bloques el papel principal de la reactivación, en
términos de dimensiones del resultado final; las cuotas que se recubren en el total de las exportaciones
sectoriales italianas son limitadas, pero indican el sentido y, en nuestra opinión, también un fuerte factor
de competitividad del sector de la piedra nacional, ofreciendo una clave de lectura que puede ayudar
también para desarrollos futuros de la industria de los lapídeos, no sólo de este país. Italia desempeña un
papel histórico y de liderazgo, ya no volumétrico, pero seguramente todavía cualitativo y de tipificación
al interior del panorama internacional. En este sentido, este país sigue marcando todavía el camino del
desarrollo que también otros protagonistas pueden seguir, cada uno según sus propias inclinaciones
y posibilidades: ya veremos más adelante como estas líneas de tendencia y de evolución han influido
y como se podrán seguir desarrollando, en el futuro, un papel importante en la redistribución de las
49
representaciones al interior del sector. Por ahora tomamos nota de que este aspecto es importante en el
panorama de lo que ha ocurrido en el sector lapídeo italiano en el 2006.
Tabla 4: Italia, exportaciones 2000-2006
Italia – Todos los países
Enero-diciembre 2000/2006
2000
2006
dif.% 2006/2000
Ton.
Euro
Ton.
MÁRMOL BLOQUES Y TABL.
779.802
169.865.520
885.009
172.191.883
13,49
1,37
GRANITO BLOQUES Y TABLAS
207.579
60.739.716
189.097
49.180.291
-8,90
-19,03
MÁRMOL ELABORADO
1.455.216
953.485.188
1.020.994
754.819.298
-29,84
-20,84
GRANITO ELABORADO
1.048.100
851.301.648
943.754
811.032.391
-9,96
-4,73
234.626
48.468.135
200.625
37.898.572
-14,49
-21,81
Subtotal Bloques, tablas y elaborados
3.725.323 2.083.860.207
3.239.479
1.825.122.435
-13,04
-12,42
GRANULADOS Y POLVOS
1.257.020
43.803.094
1.308.107
64.841.466
4,06
48,03
Subtotal con granulados y polvos
4.982.343 2.127.663.301
4.547.586
1.889.963.901
-8,73
-11,17
OTRAS PIEDRAS ELABORADAS
PIZARRA EN BRUTO
Euro % Cant. % Val.
9.215
7.289.961
1.535
1.133.844
-83,34
-84,45
PIZARRA ELABORADA
32.972
22.946.817
20.972
13.069.151
-36,40
-43,05
PIEDRA PÓMEZ
67.690
4.897.294
251.991
6.490.335
272,27
32,53
5.092.220 2.162.797.373
4.822.084
1.910.657.231
-5,31
-11,66
TOTAL
Origen: Istat; elaboración: IMM
Cabe mencionar que para Italia el negocio de los granulados es en continuo aumento y resulta ser un
mercado muy importante, incluso desde el punto di vista de los valores en juego. Claramente, los de
los valores son datos que hay que leer con reserva, porque la equivalencia a euros es “técnica”, es
decir, sólo aritmética, y no toma en cuenta las varias relaciones de intercambio entre divisas, mientras
sabemos bien que las oscilaciones del dólar han tenido mucha importancia en la orientación de algunos
métodos de trafico de mercancías y de los intercambios en general. No obstante, se mantiene como un
criterio de lectura bastante “frió”, que ayuda de todas forma la interpretación de los datos que de otra
manera serian aún más obscuros, o basados únicamente en volúmenes: ya hemos visto como, a nivel
internacional, sea importante dar atención también a los valores correspondientes para comprender
algunas dinámicas en curso, dándoles el justo peso y la justa interpretación.
Si nos limitamos a las partidas agregadas más importantes, desde el punto de vista de la comprensión
sectorial, son posibles diferentes criterios de lectura de los datos, porque son diferentes los caminos
seguidos, según los tipos de producción y los mercados de colocación. Si confrontamos la tabla
precedente con los datos relativos sólo a los tipos principales, aquéllos con mayor valor añadido y
mayor difusión nacional, y los “reclasificamos” por áreas geográficas de desemboque, obtendremos aún
una lectura diferente respecto a lo que ha ocurrido en estos últimos siete años. Intentaremos, pues dar
una respuesta diferente a la pregunta de antes: ¿Qué es lo que ha sostenido las exportaciones del sector
lapídeo italiano, en los últimos años? Y ¿Qué es lo que ha permitido al sector conquistar y mantener
un rol diferente en el panorama internacional y en la subdivisión internacional del trabajo y de los
mercados, con los cuales hoy el sector se confronta y opera?
50
Tabla 5: Italia, exportaciones 2000-2006 / Bloques, tablas y elaborados
Italia – Todos los países / Bloques, tablas y
elaborados
Enero-diciembre 2000/2006
UNIÓN EUROPEA
2000
Ton.
Euro
Ton.
dif.% 2006/2000
Euro % Cant. % Val.
-29,2
-21,9
RESTO DE EUROPA
239.151
136.462.137
305.389
195.547.068
27,7
43,3
ÁFRICA
314.371
59.616.013
393.231
68.338.562
25,1
14,6
NORTEAMÉRICA
520.976
590.315.338
518.215
583.097.523
-0,5
-1,2
82.959
43.622.613
60.659
30.481.739
-26,9
-30,1
ORIENTE MEDIO
680.350
190.228.638
430.930
151.291.273
-36,7
-20,5
EXTREMO ORIENTE
433.473
233.000.399
502.596
149.545.787
15,9
-35,8
33.635
35.424.491
22.863
26.152.452
-32,0
-26,2
3.725.321 2.083.732.952 3.239.477 1.825.019.457
-13,0
-12,4
CENTRO Y SUDAMÉRICA
OCEANÍA
TODOS LOS PAíSES
1.420.406
2006
795.063.323 1.005.594
620.565.053
Origen: Istat; elaboración: IMM
La unión europea, mientras tanto, se ha alargado a 25 países, y desde enero del 2007 han entrado más
desde el Este de Europa. Las tablas son retrospectivas y homogéneas para ofrecer una comparación
en este sentido, aun que podrían resultar “anti-históricas”. Los números se refieren a la configuración
actual de la UE y el resultado es ampliamente negativo, aunque los valores medios compensen poco y
motiven extensamente la atención que aún ahora el área requiere y conquista. Es en el mercado interior
alargado de nuestras empresas donde la competición es más directa con los demás productores, porque
pueden incluir no sólo productores y exportadores en condiciones de operar en mercados lejanos, sino
que también empresas con capacidades potenciales de distancia más corta. Pero es precisamente allí
donde se confrontan los términos duros de la competición, y donde se han determinado también las
reducciones de mercados importantes como el alemán, y al mismo tiempo es precisamente allí que
han tenido lugar, junto al mercado norteamericano y en parte de otras áreas, las condiciones y las
indicaciones para salir de la crisis y encontrar respuestas a los desafíos competitivos impuestos por las
nuevas orientaciones internacionales del mercado.
De la tabla precedente emergen también otras cosas: la resistencia, siempre, del mercado estadounidense,
que oscila pero se mantiene fuerte y fundamental para nuestras exportaciones y donde substancialmente,
a pesar de las fuertes tensiones introducidas por productores exteriores, el sector lapídeo italiano no
pierde grandes porciones de mercado, y no sólo en términos de volumen. Pesa, en este caso, aquél
fenómeno de integración productiva que hemos presenciado en manera apreciable y significativa ya
desde el año pasado, de ingreso en el mercado un poco más indirecto, mediado a través de productores
de otros países, siempre apoyados ordenadamente por sujetos nacionales. No se trata de una nueva
estrategia. Hace algunos años algunos operadores, particularmente atentos a las cosas y a los mercados
exteriores, se expresaban diciendo que hay que estar “dentro” de los mercados, que hay que llevar la
competición al interior del mercado final, buscando todas las estrategias y las formas posibles para
desarrollar la cosa de manera gobernada y, mientras sea posible, con un rol de protagonistas. Se separan,
en este proceso, las finalidades de interés entre sujetos individuales, de empresa o de grupo que sean,
y sujetos territoriales, de distrito o de otras formas. Pero el proceso aparece ser siempre más éste, con
todas las innovaciones que han sido impuestas, mientras tanto, por la evolución del panorama y por
los nuevos protagonismos. No se trata de una simple descentración productiva, es algo más. Es una
integración de las propias capacidades productivas, competitivas e industriales en un amplio sentido,
que se desarrolla mediante una mezcla de panorama productivo y comercial. De las cifras emerge por lo
tanto una perspectiva todavía frágil, es cierto, pero abierta, que va a asistir y a consolidar las vocaciones
de proximidad de mercado como primer elemento de colocación para las propias producciones: para los
mercados más lejanos, se explotan las proximidades de otros, donde sea posible.
51
Pero a este primer criterio de lectura se añade aquello igualmente importante de las secciones cualitativas
de mercado, de las especializaciones productivas, que permiten recavar algo más que simples
segmentos, que hay que proteger y defender, y que no son perdidas por nuestra industria nacional,
al contrario, se siguen consolidando y manteniendo. La protección y la defensa, o la expansión del
mercado propio, se llevan a cabo con todos los medios a disposición, con muchos medios nuevos
ofrecidos por la globalización, que hay que interpretar y leer de forma innovadora. Los datos más
recientes de las exportaciones italianas, al final, nos dicen exactamente esto: la parte más obscura de
la crisis respecto al exterior parece superada, y aunque existan aún fuertes dificultades también por
parte de clases de empresas consolidadas y competitivas, la selección que ha tenido lugar en el curso
de estos años ha dejado que los sujetos más adecuados al nuevo se mantuviesen activos, y que supieran
aprovechar de las ocasiones ofrecidas también por la globalización. No se trata solamente de un reto,
si no también de una oportunidad, aquella que viene ofrecida por las nuevas geografías y economías,
y de la posibilidad de operar también remotamente con productores y mercados diferentes. Crece la
complejidad del sistema, y entender de vez en vez sobre cuales elementos se puede seguir confiando, y
cuales hay que ir abandonando, se hace siempre más difícil y costoso, no sólo en términos de balance de
empresa: hay también costes sociales inmediatos, que a menudo se repagan solamente en tiempos más
largos y en formas socialmente gravosas. Desarrollan un papel importante, entonces, los que definimos
“big players” que son grandes más en sentido figurativo que físico, pero que desarrollan seguramente
la parte de “abre pista”, de líderes “culturales”, además de técnicos y operativos, una parte que puede
ofrecer grandes ocasiones, naturalmente, pero que puede también resultar muy ingrata, porque ofrece
un ejemplo de qué hacer y qué no hacer. El sector de la piedra italiano es un sector, como muchos otros
del Made in Italy, constituido por distritos productivos y pequeñas empresas, donde la innovación, no
sólo tecnológica sino también de gestión comercial y estratégica, se actúa a menudo por imitación, por
tentativos individuales y por adiestramiento colectivo, más bien que por investigación activa y directa,
lo que conlleva tiempos rápidos y riesgos elevados. Copiar lo que hacen los demás, entonces, sobre todo
cuando se trata de modelos de éxito, se convierte en un modo inmediato de reposicionarse, si eso es
posible: podemos definirlo “scouting” de gestión, o tecnológico si toca los procesos productivos, pero
al final siempre se trata de buscar las novedades entre lo que nos rodea, adaptándolas a si mismos. Los
resultados, sin embargo, pueden ser también muy positivos y gratificantes para quien es el primero que
intuye un proceso nuevo o abre un mercado nuevo con éxito, así como para quien comprende la validez
de un modelo de innovación y está entre los primeros a seguirlo.
¿Cuáles mercados han sido importantes para el sector de la piedra italiano en el 2006?
Por lo que se ha visto hasta aquí, algunos elementos ya emergen: el sector de la piedra italiano ha
seguido en buena parte sus inclinaciones naturales y relaciones comerciales construidas a lo largo
de los años, o facilitadas de todas formas por factores objetivos de conexión. Hemos visto como el
área europea ha sufrido, en base plurianual, las dificultades de la economía y de la edilicia alemana.
Esto, sin embargo, ha hecho en modo que, en cuanto la situación en Alemania ha ido mejorando,
inmediatamente ha habido efectos positivos para los distritos lapídeos nacionales más colegados y
presentes en esas realidades. A pesar de la reciente propensión alemana hacia la adquisición sobre
todo de elaborados en granito de China e India, el papel de Italia, como hemos visto parece incluso
consolidarse, aunque solamente en los segmentos más calificados del producto. No se trata de una
consolidación general, pero sí fuertemente selectiva y programada: mármol elaborado, en valor, granito
elaborado, también en valor, y en ambos los casos con un apreciamiento palpable del valor medio
por tonelada de material exportado. El mismo modelo es valido para otros países europeos, tanto de
la Unión como no, influenciado seguramente también por el valor fuerte del euro sobre el dólar, que
hace más accesibles las mercancías de valor expreso en euros. Hay que decir, sin embargo, que los
elaborados del mármol y del travertino se aventajan particularmente de este mecanismo, asociando así
52
al valor de calidad también el de tipos específicos: vemos una replica de esto, si bien en escala reducida
respecto a Alemania, en Suiza, en Rusia, y, saliendo de los confines continentales, en Estados Unidos,
en los Emiratos Árabes, en Kuwait y en India. Los casos del Nord África y de China son diferentes, pues
para ellos cuenta mucho también la materia prima, y otra vez se trata principalmente de mármoles y de
travertinos. Italia, por otra parte, tiene producciones características principalmente de calcáreos, que no
son sus únicas dos producciones, pero seguramente son las más conocidas y valorizadas por importantes
distritos productivos, empezando por la misma Carrara. Se trata de producciones distinguidas, de
caracterizaciones ya famosas, que de alguna forma se convierten incluso en simbólicas de una entera
zona mas allá del sector y constituyen fuerza e identidad productiva y cultural. Se trata de temas que
abarcan también otros aspectos, a más de aquellos puramente comerciales o industriales, a los cuales
no obstante todo son colegados fuertemente y casi en simbiosis. Temas que son válidos no sólo para
el lapídeo o para Italia, sino que se extienden a todos los sectores y especializaciones productivas y a
menudo también a muchos distritos, regiones o directamente países de producción. Es el tema de las
identidades simbólicas, que prescinden de este nuestro pequeño ámbito de consideración, pero que sin
embargo lo incluye, y en algunos casos puede convertirse en su eje principal: pensemos a los ejemplos
del mármol de Carrara, o a los travertinos romanos, o a todas aquellas producciones de antigua tradición
que se identifican con un área y se convierten en su símbolo. Merece la pena evidenciar, de todas
maneras, que el mercado de mayor importancia, aquello que hay absolutamente que proteger y defender
de manera calificada y estratégica es, y sigue siendo, aquello norteamericano, por todos los números
que hemos leído hasta ahora y por el importante papel de arrastre que siempre desempeña también de
cara a los demás mercados, más o menos avanzados.
Las importaciones de la industria italiana de la piedra quedan en el ámbito de un panorama clásico desde
hace ya algunos años: están en aumento, incluso significativo, tanto los mármoles como los granitos, y
para los mármoles, interpretando las cifras de los varios países, son importantes tanto los nuevos como los
viejos productores. Aumentan tanto en volumen como en valor España y también Francia, y junto a la muy
decidida reconfirmación de Turquía, se van haciendo presentes otros sujetos, aunque con participación
limitada, pero ya en buena evidencia, como Croacia, Macedonia y Montenegro. Sigue creciendo, en su
partnership con Italia, Egipto, que se convierte para Italia en el primer proveedor de mármol en bloques,
así como crecen, si bien en una escala de grandeza completamente distinta, también Maruecos, Túnez
y también Namibia. Para los granitos hay que evidenciar la creciente presencia de Finlandia, respecto
a un panorama ya fuerte en precedencia, acompañada en Europa por la más tradicional España, de la
nueva, aunque pequeña Albania, de los africanos Mozambique y Zimbabwe, mientras baja ligeramente
Sudáfrica junto con Angola. Pero en tema de granitos brutos y semibrutos la novedad principal nos llega
de la dialéctica de rol entre Brasil e India: India sigue siendo nuestro primer proveedor, pero en los valores
medios por tonelada de importado, Brasil es claramente más importante, siendo además el más calificado,
en la media entre los dos, por lo que concierne la industria lapídea nacional.
En los elaborados, las cifras de las importaciones, si bien todavía en aumento, siguen siendo limitadas,
aunque para algunos países sean relativamente importantes. China, por ejemplo, frente a Italia, aumenta
en volumen y también en valor, como hace India, pero no en valor medio, a diferencia de lo que pasa
precisamente con India, que mejora la calificación de sus granitos elaborados colocados en Italia.
Máquinas
Siempre es difícil interpretar lo que ocurre a nivel nacional e internacional en el sector de la tecnología, que
por su misma formación resulta eludir a las clasificaciones y las radiografías estadísticas. Sus productos
se mueven de un país a otro, en forma de transferencias de mercancías producidas en una zona y luego
53
vendida y colocada en otra, siguen caminos de difícil delineación, porque a menudo se escoge la forma
de los envíos fraccionados y se confunden con otras partes mecánicas y automáticas, destinadas a otros
usos y sectores. Y de hecho, es sobre todo la mecánica la que comparte su tecnología con muchas más
destinaciones y otros ámbitos, que no tienen especializaciones especificas que no permitan reconducirlas
a una base común, y se aventaja de crecimientos innovadores y de contenidos a menudo elaborados en
otros circuitos productivos y de investigación, convirtiéndolos al sector. Es mucha la tecnología que nace
internamente al sector de la piedra, y muy a menudo también sofisticada, y a su vez se mezcla con otros
sectores paralelos; luego está la tecnología de derivación exterior, importada y modificada oportunamente
para responder a las exigencias del sector. Queda así la dificultad de separar lo que se importa y exporta
de especifico para los lapídeos de todo el resto, dificultad que permanece aún ahora que la cerámica ha
obtenido una clasificación separada por su parte de colocación y de utilización. Añadimos, además, que
como ya recordado en años pasados, no es posible vigilar sobre la maquinaria para la excavación ni para el
movimiento en cantera, que igualmente mueven cifras interesantes tanto por valores como por volúmenes:
sólo algunas asociaciones de categoría se han hecho cargo de recoger las informaciones disponibles y de
divulgar los resultados recogidos directamente, tanto en Italia como en otros países.
Los datos oficiales relativos a la industria italiana de la tecnología para el corte y la elaboración, de
primero y segundo nivel, de materiales lapídeos dan una imagen del 2006 generalmente positiva,
aunque no del todo homogénea respecto a las varias áreas de asociación comercial. Nuestros datos,
así como se lee en nuestras tablas de elaboración, sólo toman en cuenta partidas exclusivamente y
seguramente asociables a la especialización lapídea de las tecnologías, excluyendo lo que puede tener
colocaciones más ampliad y aquellas partidas de clasificación de los movimientos aduaneros que las
mezclan con otros sectores. Por esta razón, los volúmenes de transacciones resultantes son inferiores al
total que realmente el sector realiza, pero tienen la ventaja de ser “seguros” y de poder ser leídos con
certeza, sobre todo en las oscilaciones y en las variaciones que emergen de las comparaciones por años
y por áreas geográficas.
El año 2006 para las exportaciones italianas de máquinas para corte y pulido de las piedras ornamentales,
y de las máquinas-herramientas para el mismo sector, ha sido un año positivo en general, viéndose un
crecimiento de algunos puntos porcentuales con respecto al año precedente: un resultado no fenomenal,
pero sólido y concentrado en las especializaciones más sofisticadas, representadas por las máquinas
para la segunda elaboración y por las máquinas-herramientas para las cuales la industria italiana está
particularmente calificada. Estas ultimas dos categorías también han tenido una apreciación de los
valores medios, señalando el mantenimiento de la calificación que ha puesto la tecnología italiana al
máximo nivel de competencia y calidad en el mundo. La estricta contigüidad de trabajo con el sector de
transformación nacional naturalmente le ha permitido y todavía le permite experimentar y evolucionar
la producción avanzada para sus clientes principales, es decir los de la industria lapídea italiana, que
notoriamente requieren estándares de calidad adecuados a sus necesidades. Las condiciones de desarrollo
del sector de la piedra en todo el mundo, en términos de rapidez como los que hemos visto en el
ultimo decenio, han provocado sin embargo unos cambios objetivos en el curso del tiempo, por ejemplo
acortando los tiempos de pasaje de las novedades a los competidores del sector lapídeo extranjeros, los
tiempos de apropiación de las innovaciones internas al proceso productivo del sector de la piedra por
parte de usuarios lejanos y han acortado los mismo plazos de entrega en la producción de tecnología. Y
así vemos como las novedades tecnológicas, también en este sector, a menudo son vendidas no sólo, y
no antes, a los utilizadores italianos, sino también a clientes transformadores y utilizadores extranjeros,
con todas las consecuencias que en el tiempo se van acumulando en el entero sector. Junto a esta
reducción de los tiempos de difusión de la innovación en el suministro, además, crece la tendencia
de terceros países hacia la producción autónoma de máquinas y productos subsidiarios, y también
54
en el mismo segmento de las máquinas, los competidores de nueva extracción se asoman al mercado
internacional ya en plena autonomía y sin complejos de inferioridad de algún tipo. Vemos así que
quien lleva competición al sector italiano de las tecnologías son industrias nacionales como aquéllas de
China y de India, que operando mucho con los departamentos locales pueden crear esa parte de circuito
comercial que permite, con el tiempo, alimentar también segmentos de experimentación autónoma. De
momento, hablamos de consumidores que utilizan también tecnología no automatizada, pero se trata
de todas maneras de un sector de usuarios que van a colocarse por lo menos al lado del mercado de las
tecnologías más evolucionadas, para las cuales la industria mecánica y subsidiaria italiana ya no es el
primer proveedor. Las cuotas de mercado, así, sufren, y solo la expansión general del sector de la piedra
proporciona lo necesario para llevar hacia lo positivo la comparación entre las exportaciones nacionales
italianas de máquinas al resto del mundo.
Pero veamos un poco más en los detalles las cifras que describen la marcha general de las exportaciones
italianas de máquinas de corte, primario y secundario, de las de acabado y de las máquinas-herramientas.
Leamos los datos en valor, formulados en euros, porque son los más significativos.
Tabla 6: Italia, exportación de máquinas 2006 / valores
Máquinas para corte
Máquinas para elaboración
y pulido
Dif.%
’06/’05
Unión Europea
43.082.627
23,0
30,8 32.557.693
37,2
36,9
55.663.903
5,2
25,9 131.304.223
17,6
29,7
Resto de Europa
25.254.252
25,2
18,1
9.062.314
-10,7
10,3
26.660.308
6,2
12,4
60.976.874
10,0
13,8
9.550.805
-10,2
6,8
5.587.956
134,2
6,3
18.063.369
-22,9
8,4
33.202.130
-8,9
7,5
24.329.053
6,3
17,4 20.630.570
44,4
23,4
31.158.158
34,6
14,5
76.117.781
26,2
17,2
Norteamérica
Centro y Sudamérica
Euro
Dif.% Cuota
’06/’05
%
Euro
Total
Euro
África
Cuota
%
Máquinas-herramientas
Dif.% Cuota
’06/’05
%
Euro
Dif.% Cuota
’06/’05
%
6.407.637
-34,1
4,6
5.474.701
-11,0
6,2
15.780.361
24,8
7,4
27.662.699
-3,0
6,3
Oriente Medio
16.314.216
-48,4
11,7
8.768.633
-41,8
10,0
25.864.895
-34,0
12,1
50.947.744
-40,7
11,5
Extremo Oriente
13.001.283
-4,5
9,3
3.742.894
-26,8
4,2
39.080.752
81,2
18,2
55.824.929
38,5
12,6
1.772.158
34,7
1,3
2.294.554
2,4
2,6
2.233.785
-35,7
1,0
6.300.497
-10,4
1,4
139.712.031
-3,65
100,0
88.119.315
11,4
100,0
214.505.531
6,5
100,0 442.336.877
3,9
100,0
Oceanía
Total
Origen: Istat; elaboración: IMM
Hay otra vez un ligero incremento, en un contexto que recubre todo el panorama internacional, y muestra
la capacidad de presencia de la industria italiana de máquinas en cualquier lugar donde opere un sector
lapídeo nacional de transformación. Hay de todas formas que evidenciar algunas relevancias. En primer
lugar, la importancia de las máquinas-herramienta, que cubren la cuota más grande de las exportaciones y
que, sobre todo, son en aumento en casi todas las áreas geográficas importantes. Y son en fase de aumento,
a confirmación de lo dicho precedentemente sobre la reducción progresiva de los tiempos de difusión
de las tecnologías avanzadas, también en Extremo Oriente, donde se colocan como complemento local
cualificado tecnológico, a sostén de la industria de la piedra local. India es el principal comprador para
esta partida, en sentido total, seguida, en el área extremo-oriental, pero a grande distancia, por China e
Indonesia, y los tres están en fase de crecimiento apreciable. Medio Oriente aparece al contrario saturo,
de momento, y padece un arresto que le deja un rol limitado en el panorama de esta partida. Para las
máquinas-herramientas italianas, como siempre, es la Unión Europea el mercado mayor, también en
fase de crecimiento sobre el año pasado, aunque no bastante para recuperar el dato del 2004. España
es el cliente más importante, seguido por Reino Unido, Portugal, Francia y Bélgica. También el área
de Norteamérica es importante y positiva, como es desde hace tiempo, mientras en la Europa extracomunitaria los mercados mayores son Rusia y Turquía, ambos en reducción con respecto al 2005.
55
La dialéctica entre las varias partidas de la tabla precedente nos sugiere como siempre la clave de
lectura para entender el desplace de la atención de los varios países sobre las fases del ciclo, para ver, en
las intenciones locales, cuáles hay que reforzar y apoyar, porque en fase de evolución o construcción, y
cuáles son ya suficientemente equipadas. Las máquinas de corte, sobre todo corte primario, representan
la primera fase del ciclo y de la industrialización, pero también la que se reactiva primero en fase de
expansión de la actividad lapídea y de los consumos. En los datos del 2006, respecto al 2005, esas
máquinas tienen síntomas de crecimiento en base anual prácticamente sólo en Europa, comunitaria
y extra-comunitaria, que representa en su conjunto casi la mitad de las zonas de venta. Toca otra vez
a España el papel de primer mercado, seguida por Francia, Grecia y de la nueva y creciente Polonia,
por Turquía, también en fase de grande desarrollo, países frente a los cuales sólo los Estados Unidos
resultan más importantes y dinámicos. Bajan Brasil e Irán, mientras India está a la par con Turquía.
Para las máquinas de acabado el panorama es un poco más articulado: para la Unión Europea, principal
área de venta, Alemania se propone junto a España (siempre constante), en un papel positivo pero
bastante más bajo. El mayor comprador, en este caso, son los Estados Unidos, también en fase de
crecimiento, que están recuperando lo perdido en el 2005, mientras esta partida es prácticamente la
única para la cual toda la área norteafricana se presenta con un signo de aumento respecto al año
precedente. Con respecto de África del Norte, y relativamente a las demás partidas, los signos se
alternan según los países, y sólo Túnez queda prácticamente siempre en aumento frente al 2005, pero
en medidas mucho más limitadas.
El panorama general, es simple, substancialmente positivo y bastante claro: la tecnología de las
máquinas-herramientas recubre las cuotas más altas y las zonas más importantes siguen siendo aquéllas
cercanas y más tradicionalmente “cuidadas” por los productores italianos, con algunos mercados
particularmente fieles y otros tímidos nuevos ingresos.
No resulta haber, de momento, novedades productivas particularmente “revolucionarias” en
elaboración, tanto en plan operativo como de gestión, aunque la exploración es siempre activa, y las
ideas innovadoras encuentran siempre un terreno fértil en las empresas productoras de máquinas y
equipos, que deben confrontarse con los nuevos mercados y con los nuevos productores. Los tentativos
“nuevos” más interesantes de momento, conciernen sobre todo la vigilancia finalizada a la seguridad
de las canteras, y son más institucionales que privados, aunque apoyados fuertemente por éstos últimos
y la atención, como es obvio, es muy alta. Por el resto, el ingreso de ciertas formas de automación
apoyadas por electrónica e informática ya son hechos acreditados y metabolizados también en el
sector de la piedra, y la innovación sigue más bien el recorrido de las mejoras incrementales y de las
optimizaciones, en lugar de él de los cambiamientos radicales. En otras palabras, por ahora no parecen
existir los presupuestos para novedades comparables a lo que ha pasado, por ejemplo, con el ingreso
de los controles automáticos para la mezcla y la velocidad de corte en fase de cortado de los granitos,
o del diamante, ya hace décadas, para el corte de los calcáreos. Esto no significa, naturalmente que el
sector esté parado y que no hayan evoluciones, incluso muy eficaces, en campo tecnológico, significa
simplemente que el recorrido es linear y continuo y que no se esperan saltos de calidad bruscos.
Consideraciones finales
¿Con cuáles cambiamientos se ha presentado este 2006 en el sector de los materiales lapídeos? Siempre
hay algún cambiamiento, alguna novedad que se expresa o empieza a dar sus primeras señales, incluso
en un sector como el nuestro, que no es estratégico a nivel internacional, pero que sin embargo lo es
para el desarrollo económico de algunos países, moviendo volumen, dinero y trabajo en casi todas las
partes del mundo.
56
1.Hemos visto como la producción ha continuado, si bien más lentamente, a crecer a nivel global,
y aquí observamos las primeras novedades y diferencias respecto al flujo al que estábamos
acostumbrados en los últimos años. El grande productor asiático, China, protagonista de los
principales cambiamientos en el panorama internacional del sector, ha ralentizado su producción
domestica de cantera, prefiriendo integrar el propio producto interno con la materia prima procurada
en otros países, donde su “campaña de adquisiciones” de fuentes productivas continua, juntándose a
todos los instrumentos de abastecimiento a los cuales se puede recurrir habitualmente. El primer país
proveedor de mármol en bruto y semi-elaborado para China es Turquía, seguida por Egipto, mientras
para los granitos es India, seguida, pero a mucha distancia, por Brasil. Se trata de cifras consistentes,
justificadas por el rápido desarrollo interior del sector de la construcción, tan rápido que en algunos
momentos ha generado aprensiones, motivadas, en el mundo de los inversores internacionales. El
desarrollo económico del país es alimentando en manera evidente de una serie de mecanismos en
sucesión lógica y operativa, en los cuales también el sector de la piedra está interesado y a causa
de los cuales debe soportar evidentes consecuencias. La primera es el hecho que el abastecimiento
al extranjero ha ganado todavía más importancia en el panorama local del sector, constituyendo un
canal suplementar calificado, esencial y voluminoso, además de funcional en el actual momento de
desarrollo interior. La segunda es el hecho que India, que ha continuado en su camino evolutivo y de
crecimiento del sector, a este punto se convierte en el primer productor general de piedra, siendo un
fuerte extractor también de mármol, de areniscas y otras piedras, además que de granito. En nuestra
tabla A, en la sección estadística, tomamos en cuenta sólo los mármoles y los granitos, porque en
demasiados países los datos sobre las areniscas y demás piedras locales son demasiado caóticos para
poder ser coherentemente confrontados en un contexto de producción internacional, que intentamos,
con muchas dificultades, mantener no contradictorio y homogéneo. Si consideramos también estas
partidas, no hay dudas que India se convierte en el nuevo dominador del sector, tanto en el frente de
la producción de materia prima para los mercados exteriores, como en el frente de la producción en
general, siendo también un país con gran vivacidad económica y en fase de fuerte expansión sectorial.
Y recordamos que también en el caso de la producción de tecnología para el sector, la industria de
India es ampliamente presente y activa, como también demuestran los datos relativos al intercambio
regional de máquinas para la transformación, primaria y secundaria. Las exportaciones italianas en
la zona poco resienten de la competición de India en algunos tipos de productos, importantes para
nosotros, pero es cierto que hay un segmento de compradores locales que resulta completamente
satisfecho por la producción de India, quedando, pues, fuera de los circuitos italianos, si bien se esté
hablando de los de segundo nivel.
2.Las inversiones al extranjero, finalizadas a la producción descentrada, según un modelo evolutivo
que reproduce la vía de crecimiento hasta ahora seguida por países como Italia, se han intensificado y
están llevando el sector de la piedra en su conjunto más cerca de otros sectores de menor peso, como
clase productiva. Se trata de una respuesta a los retos exteriores, hablando sobre todo de costes, que
también este sector está experimentando, rindiendo la combinación de la oferta y de su construcción
operativa más compleja, más internacional y, al menos por ahora, más eficiente. Los riesgos ya
los hemos evidenciados, y están contenidos en el mismo proceso de construcción de un perfil
internacional de empresa, son los riesgos de una ulterior reducción de los tiempos de aprendizaje
de otros sujetos que están fuera de los mismos sectores nacionales que se van a exponer. Se trata sin
embargo de un riesgo inevitable para todos los productores que corren como líderes de los procesos,
y no son separables de la velocidad en la circulación de las informaciones, de las experiencias y
de las tecnologías empleadas. En otros sectores productivos está llevándose a cabo una profunda y
compleja reconstrucción de la subdivisión internacional de los trabajos, de las competencias y de
los roles desarrollados en el panorama internacional: vivimos en un momento histórico de grandes
57
elaboraciones y cambios, causados por fenómenos políticos y tecnológicos enormes. Sólo podemos
seguir, un paso tras otro, cada uno por su camino, intentando entender y aprender de los demás lo
más posible, administrando, cada uno en propio entorno, todo lo nuevo que se consigue adquirir de
manera funcional y innovadora. La conjunción de lo global con lo local crea dificultades, pero al
mismo tiempo también respuestas, y ofrece ideas y soluciones que incluso pueden llegar a ser muy
estimulantes y positivas. Lo hemos visto en la lectura de los datos de un país “viejo” en el sector,
como Italia: su competencia y su manera de mantenerse sólidamente en el segmento alto y calificado
de la oferta se han bien acompañado con la ampliación de oportunidades y de perfiles productivos
puestos a disposición por la globalización; además, la posibilidad de internacionalizar al menos una
pequeña cuota de oferta le ha permitido seguir siendo líder cualitativo en mercados de consumo no
simplemente prestigiosos, sino – mejor todavía – remunerativos como Alemania y Estados Unidos,
donde hemos visto cuál es el valor unitario medio de las exportaciones comparadas entre los varios
proveedores. El proceso conlleva sin embargo la necesidad de mantenerse a un nivel de eficiencia
productiva muy alto, que no siempre restituye márgenes adecuados de ingresos de empresa. Pero
aún sin excluir innovaciones de oferta de menor empeño (pensemos a formatos de ofertas sobre
productos “corrientes” pero de todas formas calificados en algún aspecto y no interferentes con otras
destinaciones de clientela) es este el papel y la colocación que siempre más frecuentemente se va
asignando en el panorama internacional a este país y a otros similares.
3.Una cuota creciente de sujetos sectoriales se ha posicionado, pues, de forma bastante compleja y
rica de experiencias relativamente nuevas para el sector de la piedra, en segmentos de mercado
siempre menos sensibles al precio. Y de hecho el precio ya se ha confirmado ser un factor sobre el
cual, con muchos productores internacionales, no hay escala de confrontación ni de competición.
Y así la innovación ha seguido, en la industria lapídea de los países con más historia como Italia y
España, un recorrido alternativo y complementar a aquel puramente de gestión y tecnológico de la
reducción de los costes, de la optimización de la producción y de más factores, y son temas a los
cuales, de todas formas, se ha dedicado, y se sigue dedicando, una grande, continua y obvia atención.
Y aquí hay que evidenciar una ambivalencia explicita de cara a la optimización de la gestión: se
sabe que no se trata del factor de competición triunfador para muchas clases de productores, pero
representa de todas maneras un objetivo obligado además de útil, que hay que perseguir y actualizar
continuamente. Y eso se hace, pues, sabiendo que esos aspectos, como la racionalización de los
costes, la innovación productiva, la optimización general de la gestión de las empresas, son un valor
en sí mismas, porque proporcionan también innovación en los productos, y porque son instrumentos
de mejoría del posicionamiento y de la eficiencia general del funcionamiento de empresas y sectores,
pero no son estos los factores de éxito en la competición para países cuyos costes de base tienen
el nivel de aquellos europeos, por ejemplo. Y entonces será necesario que éstos últimos y los que
se encuentren en sus condiciones vayan integrando su capacidad de presencia con otros factores,
menos materiales, menos inmediatos y quizás más peligrosos, pero lo más posible eficaces, para
seguir siendo presentes y admirados en el panorama internacional del sector. El riesgo se mantiene
alto, porque la diferenciación vertical de los segmentos de mercado ocurre en tiempos siempre más
breves de duración, como sugieren los datos sobre la transferencia de tecnología: el crecimiento
general y veloz de India en todos los campos del sector de la piedra y de los sectores subsidiario,
indica claramente quién será, pronto, el principal competidor, también de China, en el segmento
fundamental de los elaborados.
4.Los mejores mercados y las áreas de demanda más cualificada en general, necesitan de un cuidado
particular para ser atendidos y también defendidos adecuadamente de competidores ajenos al sector
de la piedra. De una actividad específica para tal objetivo, sin embargo, siempre que sea desarrollada
58
con éxito y sabiduría, deriva una estabilización de la demanda, en el tiempo y en la calidad, que se
traduce, posteriormente, en una oferta mejor construida y mejor administrada, porque permite a las
empresas programar de forma más ventajosa y adecuada su producción, y, no último, de conseguir
una mayor rentabilidad de gestión. Y de esto sufre todo el sector, y particularmente los distritos donde
operan las empresas que pueden moverse en esta dirección, porque las recaídas, no quedándose
únicamente dentro de los confines de las empresas individuales, se extienden a la entera cadena
productiva, local y a veces también no local. Es el papel que pueden jugar los “big players” ya
mencionados, los que desarrollan una actividad de arrastre de la cual beneficia todo el ambiente
al cual pertenecen, tanto geográfico como sectorial. En general, se reconoce a un sujeto este rol de
protagonista sobre todo cuando se trata de innovación tecnológica o administrativa, pero en realidad
vale también para el marketing y para la valorización en general del producto y de la materia. En
nuestro sector ya ha ocurrido precedentemente que empresarios particularmente perspicaces, o
distritos particularmente especializados en algo único, abrieran de hecho nuevas áreas de mercado,
que después también otros han practicado con éxito. Pensemos, por ejemplo, al mercado de los
revestimientos exteriores en granito, para edificios con desarrollo vertical. Es un mercado que ha
sido abierto por los italianos, o mejor dicho, por pocas empresas italianas, y después ocupado por
otros también. En el 2006, aún sin conseguir el nivel de novedad de los ejemplos citados poco antes,
algunos sujetos se han dedicado precisamente a esto, o sea a la consolidación y a la estabilización de
las relaciones comerciales y de los segmentos de oferta, para hacer menos oscilante el gráfico de la
demanda. Lo han hecho siguiendo vías a menudo diferentes, pero siempre manteniendo firme el punto
de fuerza en las especificidades distintivas de oferta, con la convicción que perder la individualidad
signifique confundirse en el mar de los productores renunciando así a la visibilidad.
5.Pero ¿Cómo se logra la distinción, en un panorama de oferta tan variado, tan competitivo y tan
poblado? ¿Cómo mantener un perfil de especificidad reconocible y ventajoso frente a un mercado
ya lleno de productores, además que de consumidores? Una de las respuestas posibles nos llega
directamente de las elaboraciones sobre las tipicidades distintivas de un lugar o de un sujeto: se
requiere caracterizar la propia presencia especifica, si es posible, con aquella parte de oferta que
no puede ser tan fácilmente replicada, o que no puede convertirse fácilmente en patrimonio de los
competidores. En un mundo en que los tiempos de apropiación de lo nuevo se reducen constantemente,
gracias a redes de comunicación e intercambio de informaciones siempre más eficientes y rápidas,
existe también otra cara de la moneda, que permite explotar la globalización como ambiente al
interior del cual todo lo que no es globalizable se convierte en un formidable factor de unicidad y
de competición. La ausencia de replicabilidad de una mercancía se convierte en un factor distintivo
de competición, que puede ser aprovechado de manera útil, por no decir triunfadora. Pensemos
entonces a la unicidad de una piedra o de un nombre, capaces de evocar todo un patrimonio de
valores, de memorias, de aspectos que hacen emerger su connotación positiva e inmediatamente
reconocible: el travertino romano del Coliseo de Roma, el rojo de Assuan, el blanco de Carrara, el
blanco del Taj Mahal, el negro África etcétera. Tienen, también a través de su nombre, una capacidad
de presencia y de evocación para el consumidor calificado, que acaban por atraer también a otros
materiales y productos menos fascinantes, quizás más banales, pero técnicamente más adecuados
para aplicaciones más difíciles o especiales. Es una posible respuesta, por ejemplo, a competidores
ajenos al mundo de las piedras ornamentales, una competición siempre muy fuerte que contribuye
a la complejidad del panorama, a menudo apropiándose precisamente del nombre de las piedras,
para apropiarse también de la sugestión asociada a sus nombres. Pero también al interior del sector
se puede jugar sobre la posibilidad de un bien único, que sirve para distinguir un distrito, un área,
una empresa, para replicar su uso, con una administración competente y atenta a no comprometer
59
el patrimonio simbólico que la sostiene. Los instrumentos para desarrollar un marketing atento y
equilibrado de un bien precioso existen, y en muchos casos también las experiencias existentes son
ya consolidadas, aunque sean relativamente jóvenes. Lo importante es ser concientes de que cuando
se habla de un bien compartido, ése debe ser administrado de manera apropiada, a través de una red
de gobernanza que proteja el mismo bien y su explotación, también de cara al futuro de quién vendrá
después de nosotros.
60
COUNTRIES’ PROFILES
Cile / Chile / Chile
Regione Antofagasta: investimento senza frontiere
Antofagasta area: investments without frontiers
Región de Antofagasta: sin fronteras para su inversión
India / India / India
Il settore lapideo indiano
Indian stone sector
El sector de la piedra en India
Turchia / Turkey / Turquia
Il settore lapideo internazionale e la posizione della Turchia
The international stone industry and the standing of Turkey
La industria de la piedra internacional y la posición de Turquía
61
62
REGIONE ANTOFAGASTA:
INVESTIMENTO
SENZA FRONTIERE
Alla reputazione già consolidata dei
giacimenti di salnitro, rame e oro, si
prevede che si vada ad aggiungere quella
delle cave di travertino, alabastro e
ossidiana, varietà che fanno parte dei 17
tipi di roccia e minerali industriali
presenti nella regione Antofagasta, al
nord del Cile, il cui governo, tramite il
dipartimento Investimenti e Sviluppo
dell'Ente cileno di incentivazione alla
produzione CORFO (Corporación de
Fomento de la Producción), offre
sostegno agli investitori interessati a
visitare, valutare e investire in attività
legate a tale industria.
Il Cile è una striscia terrestre lunga e
stretta di 4.329 Km. (Cile continentale),
che si estende tra la linea della Concordia
e il Polo Antartico lungo la costa
dell'America del sud, tra l'imponente
Cordigliera delle Ande e l'Oceano
Pacifico.
In Cile è presente una moltitudine di
suoli, climi e paesaggi che determinano
un enorme potenziale per lo sviluppo di
numerose attività, tra cui il turismo, le
attività minerarie e l'agricoltura. Le sue
coste estese gli conferiscono un deciso
vantaggio naturale all'interno del
continente sudamericano. Il sistema
portuario, nel frattempo, sta concentrando l'attenzione sui dinamici mercati
dell'Asia e dell'Oceania. Pochi paesi al
mondo possono, come il Cile, vantare un
carattere nazionale tricontinentale, con
domini territoriali in Sud America,
Oceania e Continente Antartico.
LIBERO COMMERCIO
Il Cile vanta una delle economie più
dinamiche e promettenti dell'America
Latina e degli altri paesi emergenti.
L'apertura al commercio internazionale
e l'investimento dall'estero hanno svolto
un ruolo chiave nel rapido processo di
modernizzazione di questo paese, il cui
inserimento nel panorama internazionale è stato coronato da molteplici accordi
sottoscritti con importanti paesi e
blocchi economici di tutto il mondo,
consentendo l'accesso ad oltre il 75% del
PIL mondiale e a un mercato formato da
oltre 1.200 milioni di persone e dislocato
tra Canada, Stati Uniti, Messico, Perù,
CEE, MERCOSUR (mercato comune
del sud), Corea e Cina.
La sua economia, aperta e competitiva,
si riflette in più di 6.000 imprese, che
esportano sui 4.000 prodotti in 185 paesi
dei 5 continenti, annoverando tra le
63
destinazioni paesi quali la Cina, il
Giappone e gli Stati Uniti. Vi è inoltre
una massiccia presenza di investitori
multinazionali, con più di 4.000 imprese
provenienti da 64 paesi che mantengono i
propri investimenti all'interno del Cile.
Il dinamico ambiente di affari si basa su
una grande stabilità politica e sociale, in
cui lo Stato vigila sul corretto funzionamento del mercato e offre un trattamento
paritario agli investitori esteri, proteggendoli giuridicamente tramite uno
Statuto per gli investimenti esteri.
Per quanto riguarda l'infrastruttura
tecnologica, il paese possiede un sistema
di telecomunicazioni all'avanguardia, un
settore bancario efficiente e competitivo
a livello internazionale, con ampia
copertura informatica in linea.
Questi vantaggi, sommati a quelli di
un'economia diversificata e con forti
legami commerciali con Europa, Asia,
Oceania e America, fanno del Cile uno
scenario strategico con uno sbocco sul
Sud America e sui mercati dell'AsiaPacifico e rendono questo paese una
piattaforma ideale per gli affari e gli
investimenti delle aziende nazionali e
straniere.
REGIONE ANTOFAGASTA
Situata al nord del Cile, tra il 21º y 26º
parallelo di latitudine sud, l'Antofagasta
è la regione mineraria per eccellenza.
Fino all'inizio del XX secolo, prodotti
come zolfo, borace, iodio e salnitro
venivano sfruttati in abbondanza e
rappresentavano la fonte principale di
ricchezza del paese.
Tuttavia, non appena entrò in gioco il
rame, quest'ultimo guadagnò subito
molta importanza, arrivando oggi ad
essere il motore dell'economia nazionale. Ciò nonostante, la Regione
Antofagasta non conta unicamente su
minerali metallici, ma anche su minerali
industriali (non metallici) che godono
oggi di un enorme potenziale per
trasformarsi in un'industria emergente.
64
Riconosciuta a livello mondiale per
l'abbondante ricchezza di minerali
metallici e industriali (non metallici), la
regione Antofagasta del Cile contiene il
43% dei 40 tipi di pietra e minerali
industriali esistenti nel paese, tra cui
marmo, travertino, granito, gabbro,
alabastro, ossidiana, tufo, ignimbrite. Si
tratta di varietà che, oltre a trovarsi in
uno stato vergine a livello di sfruttamento, sono utilizzabili per appartamenti,
facciate, arte funeraria e per svariate
altre applicazioni, conferendo uno stile
unico a ciascuna creazione.
La regione Antofagasta viene valutata
positivamente da parte degli investitori, i
quali valorizzano la grande quantità di
risorse sfruttabili su scala industriale,
con vasti giacimenti esposti in piena
superficie del deserto, bassi costi di
operatività e condizioni favorevoli per la
produzione.
fenocristallina e pegmatitica e da
tonalità che vanno dal nero
all'azzurrognolo, al verdastro. Questa
tipologia si concentra principalmente al
nordest di Calama nei promontori di Las
Papas e Colorado. Tra le altre varietà
presenti nella regione Antofagasta vi è la
pietra ossidiana, ad est della località di
San Pedro de Atacama. Si tratta di una
roccia vulcanica vitrea in grado di
raggiungere la tonalità del nero assoluto,
molto ricercata nel mercato.
Vale la pena di sottolineare che tutti gli
accessi a ciascuna delle varietà di roccia
ornamentale presenti nella regione sono
adeguati, con strade e sentieri che
conducono alla stessa base nel settore di
interesse. Un'altra delle condizioni
naturali impareggiabili offerta dalla
zona è il suo clima mite e desertico,
caratterizzato da temperature gradevoli
tutto l'anno e precipitazioni quasi nulle.
PIETRA ORNAMENTALE
All'interno della varietà di pietre
ornamentali presenti nella regione,
troviamo importanti riserve di travertino, roccia sedimentaria nella gamma di
tonalità beige, marrone e avorio. Questa
risorsa si trova nei pressi della città di
Calama, prevalentemente nei canyon del
fiume Loa, il più lungo del paese.
L'alabastro invece è principalmente
concentrato nei dintorni della zona di
Sierra Gorda, si distingue per le sue
tonalità rosa e avorio. Questa specie di
struttura macrocristallina, corrispondente al tipo di gesso cristallino, risalta per
l'elevata bianchezza e si presta, grazie
alle proprietà che presenta, a numerosi
tipi di applicazione.
Per quanto riguarda i graniti, ne sono
presenti in varietà di tonalità bianche,
grigie e rosa, in un raggio di distanza
compreso tra i 30 e i 100 km da Calama.
Nonostante ciò è comunque possibile
trovarne altri tipi in diverse aree della
regione, ad esempio il granito nero,
presente nei pressi della città di Taltal.
Il gabbro è caratterizzato da una struttura
CORFO
Grazie al vantaggioso scenario presente
nella regione Antofagasta in termini di
quantità, qualità e varietà di minerali non
metallici, il dipartimento Investimenti e
Sviluppo dell'Ente cileno di incentivazione alla produzione CORFO (Corporación de Fomento de la Producción),
offre sostegno a investitori interessati a
visitare, valutare e investire in attività
nella regione, tramite il programma di
investimento “Industria della pietra
ornamentale nella regione Antofagasta",
al fine di incentivare l'avanzata di questo
settore, in modo da rinforzare il polso
dello sviluppo produttivo e degli
investimenti che consentano l'adeguato
sfruttamento delle risorse naturali
esistenti nella zona, nonché il collegamento con la base di fornitura di beni e
servizi dell'industria mineraria.
L'invito è di visitare la regione
Antofagasta (Cile), dove sarà possibile
entrare nel meraviglioso mondo dei
minerali, che, in tutta la sua maestosità,
vi offrirà a un'esperienza indimenticabile, in una regione che non ha frontiere
per i vostri investimenti.
ANTOFAGASTA AREA:
INVESTMENTS
WITHOUT FRONTIERS
The Antofagasta region already has a
consolidated reputation for saltpetre,
copper and gold and looks set to gain
such a reputation for travertine, alabaster
and obsidian too. There are in fact 17
types of stone and industrial minerals in
the region north of Chile and through the
CORFO (Corporación de Fomento de la
Producción), the department for
investments and development of
production, the government offers
support to investors interested in
visiting, assessing and investing in
activities related to this industry.
Chile is a long, narrow strip of land 4.329
Km long (Continental Chile), which
stretches from the “linea della
Concordia” to the Antartic Pole along
the coast of South America, between the
impressiveAndes and the Pacific Ocean.
Chile has a wide variety of land types,
climates and landscapes which offer
enormous potential for the development
of many activities, including tourism,
mining and agriculture. Its long coasts
place it at a distinct advantage within the
South American continent and at present
its ports are concentrating on the
dynamic markets of Asia and Oceania.
Few countries in the world can claim to
possess such a strategic influence in
three continents, i.e. South America,
Oceania and the Antartic continent.
FREE TRADE
Chile has one of the most dynamic and
promising economies in Latin America
and other new countries. Its opening up
to international trade and foreign
investments has played a key role in its
rapid modernisation. Moreover, its
inclusion in the international markets
has been supported by agreements
signed with important countries and
economic blocks all around the world,
allowing access to over 75% of the world
GNP and to a market with over 1.200
million people located between Canada,
the United States, Mexico, Peru, EEC,
MERCOSUR (the southern common
market), Korea and China.
Its economy is open and competitive and
this is reflected in the number of
companies: more than 6000 exporting
4000 products to 185 countries including
China, Japan and the United States.
There are also numerous multinational
investors with over 4000 companies
from 64 countries which keep their
investments inside Chile.
65
The dynamic business environment is
based on great political and social
stability where the government oversees
the correct functioning of the market and
offers equal treatment to foreign
investors, protecting them legally by
means of a Statute for foreign investments.
As far as technology is concerned, the
country has an advanced system of
telecommunications, an efficient
banking sector which is competitive
internationally and extensive coverage in
terms of on-line computers.
These advantages, together with the
varied economy and strong commercial
links with Europe, Asia, Oceania and
America, make Chile a strategic partner
with markets in South America and Asia
and the Pacific region and an ideal
platform for business and investments
for national and foreign companies.
THE ANTOFAGASTAREGION
Situated in the north of Chile, between
the 21st and 26th parallel on the south
latitude,Antofagasta is the mining region
par excellence. Up until the beginning of
the 20th century, products such as
sulphur, borax iodine and saltpetre were
exploited in large quantities and
represented the main source of wealth for
the country.
Then, as soon as copper mining began,
this took over from the other minerals
and became the driving force of the
national economy. However, in addition
to metal minerals, the Antofagasta region
has industrial minerals (non-metal) with
huge potential today which can be turned
into a new industry.
The Antofagasta region in Chile
possesses 43% of the 40 types of stone
and industrial minerals in the country
including marble, travertine, granite,
gabbro, alabaster, obsidian, tuff and
ignimbrite and it is known the world over
for such resources. However, these
resources have yet to be exploited and
can be used for housing, funeral art and
many other applications to create unique
solutions.
66
The Antofagasta region is considered
highly amongst investors who have
invested in the large quantities of
resources exploitable on an industrial
scale with vast deposits right on the
surface of the desert, low operational
costs and favourable conditions for
production.
ORNAMENTAL STONE
Amongst the varieties of ornamental
stone in the region, there are significant
reserves of travertine, a sedimentary
rock in beige, brown and ivory tones.
This is located in the vicinity of the town
of Calama, mostly in the canyon of the
river Loa, the longest in the country.
The alabaster is mainly concentrated
around the Sierra Gorda area and is pink
and ivory in colour. Its macrocrystalline
texture corresponds to a crystalline
gypsum and stands out for its very white
background. It can be used for numerous
types of applications.
As for the granite varieties, these are
white, grey and pink in colour and are
located between 30 and 100 km from
Calama. There are, however, other
varieties in different areas in the region,
for example there is a black granite in the
vicinity of the town of Taltal.
The gabbro has a phenocrystalline,
pegmatitic texture and its colour ranges
from black to light bluish and greenish
colours. This type is mainly found to the
north east of Calama in the headlands of
Las Papas and Colorado. In addition
there is an obsidian stone found east of a
place called San Pedro de Atacama. This
is a vitreous vulcanic rock which can be
found in absolute black which is very
sought after on the markets.
It is worth pointing out that access to
each of the ornamental stone deposits in
the region is adequate with roads and
tracks which lead right to the areas of
interest. Another unparalleled natural
condition offered by the area is its mild
desert climate with pleasant temperatures throughout the year and almost no
rainfall.
CORFO
Thanks to the favourable situation in the
Antofagasta region in terms of the
quantity, quality and variety of non metal
minerals, the CORFO (Corporación de
Fomento de la Producción), the department for investments and development
of production, offers support to investors
interested in visiting, assessing and
investing in activities in the region
through the investment programme “the
ornamental stone industry in the
Antofagasta region” aimed at developing the industry. This will guarantee the
adequate exploitation of the existing
natural resources as well as links with
supplies of goods and services to the
mining industry.
The invitation is extended to visit the
Antofagasta region in Chile to see the
wonderful world of minerals it offers and
appreciate the investment value of such
resources.
REGIÓN DE ANTOFAGASTA:
SIN FRONTERAS PARA
SU INVERSIÓN
Tan famosos y apetecidos como los
yacimientos de salitre, cobre y oro, se
esperan convertir las canteras de
travertino, alabastro y obsidiana,
variedades que forman parte de los 17
tipos de rocas y minerales industriales
que pueden ser encontradas en la
Región de Antofagasta, ubicada al norte
de Chile, cuyo Gobierno a través del
Área de Inversión y Desarrollo de
CORFO, apoya a inversionistas
interesados en visitar, prospectar e
invertir en negocios relacionados con
dicha industria.
Chile es una larga y angosta faja de tierra
de 4.329 Km. (Chile Continental),
comprendida entre la Línea de la
Concordia y el Polo Antártico, que se
extiende a lo largo de la costa de América
del Sur, entre la imponente Cordillera de
losAndes y el vasto Océano Pacífico.
Posee una maravillosa multiplicidad de
suelos, climas y paisajes, que surten de
un enorme potencial para el desarrollo
del turismo, la minería y la acuicultura,
entre otros. Su extensa costa le brinda
una ventaja natural privilegiada dentro
del continente sudamericano. En tanto,
su sistema portuario mira directamente a
los dinámicos mercados de Asia y
Oceanía. Pocos países pueden lucir
como Chile, un carácter de nación
tricontinental, con dominios territoriales en América del Sur, Oceanía y el
Continente Antártico.
LIBRE COMERCIO
Chile exhibe una de las economías más
dinámicas y promisorias de latinoamérica y los países emergentes. La apertura
hacia el comercio internacional y la
inversión extranjera han jugado un
papel clave en su rápido proceso de
modernización. Su vigorosa inserción
internacional ha sido coronada por
múltiples acuerdos suscritos con
importantes países y bloques económicos del mundo, accediendo a más del
75% del PIB mundial y a un mercado
superior a 1.200 millones de personas,
destacando Canadá, E.E.U.U, México,
Perú, Comunidad Económica Europea
(CEE), MERCOSUR, Corea y China.
Su economía abierta y competitiva se
refleja en más de 6 mil empresas que
exportan alrededor de 4 mil productos a
185 países en los 5 continentes,
destacando destinos como China, Japón
y Estados Unidos. Asimismo, hay una
gran presencia de inversionistas
67
multinacionales, contando con más de 4
mil empresas procedentes de 64 países
que mantienen sus inversiones en el país.
Su dinámico ambiente de negocios se
basa en una gran estabilidad política y
social, donde el Estado vela por el
correcto funcionamiento del mercado y
ofrece un tratamiento no discriminatorio
al inversionista foráneo, protegido
jurídicamente por el Estatuto de
Inversión Extranjera.
En lo que respecta a infraestructura
tecnológica, el país posee un sistema de
telecomunicaciones de vanguardia
mundial, un sector bancario internacionalmente competitivo y eficiente, con
una amplia cobertura informática en
línea.
Todas estas ventajas, sumadas a una
economía diversificada y con fuertes
lazos comerciales con Europa, Asia,
Oceanía y América, convierten a Chile
en un escenario estratégico con salida
hacia Sudamérica y mercados del Asia
Pacífico y en una plataforma para
negocios e inversiones de las empresas
nacionales y extranjeras.
REGIÓN DE ANTOFAGASTA
Ubicada al norte de Chile, entre el
paralelo 21º y 26º de Latitud Sur,
Antofagasta es por excelencia una
región minera. Hasta principios del siglo
XX, productos como el azufre, bórax,
yodo y salitre eran explotados en
abundancia y significaban la principal
fuente de riqueza para el país.
Sin embargo, tan pronto entró en juego el
cobre, ganó protagonismo y actualmente
es el motor de la economía nacional. No
obstante lo anterior, la Región de
Antofagasta no sólo cuenta a su haber
con minerales metálicos, sino también
minerales industriales (no metálicos),
los que gozan hoy de un enorme
potencial para convertirse en una
emergente industria.
Reconocida mundialmente por su
abundante riqueza de minerales
metálicos e industriales (no metálicos),
la Región de Antofagasta - Chile
68
concentra el 43 % de los 40 tipos de rocas
y minerales industriales existentes en el
país, destacando mármoles travertinos,
granitos, gabros, alabastros, obsidiana,
tobas e ignimbritas, variedades que
además de encontrarse en estado virgen
de explotación, son utilizadas en pisos,
fachadas, artes funerarios y en las más
diversas aplicaciones, entregando un
estilo único a cada creación.
La Región de Antofagasta es evaluada
positivamente por inversionistas,
quienes valoran la gran cantidad de
recursos explotables a escala industrial,
con vastos yacimientos expuestos a
plena superficie del desierto, bajos
costos de operación y favorables
condiciones para la producción.
ROCAS ORNAMENTALES
Dentro de la variedad de rocas ornamentales existentes en la Región se encuentran importantes reservas de travertino,
roca sedimentaria en la gama de
tonalidades beige, pardas y marfiles.
Este recurso se halla en los alrededores
de la ciudad de Calama, preferentemente
en los cajones del Río Loa, el más largo
del país.
En tanto el alabastro, principalmente
concentrado en las cercanías del poblado
de Sierra Gorda, destaca por sus tonos
rosa y marfil. Esta especie de textura
macrocristalina correspondiente al tipo
de yeso cristalino resalta por su blancura
y aplicaciones factibles de obtener
debido a los atributos que presenta.
Lo que respecta a los granitos, se
encuentran variedades de tonos blancos,
grises y rosas, en un radio distante entre
los 30 y 100 kms. de Calama. No
obstante, también es posible encontrar
otros tipos en diversas áreas de la
Región, como por ejemplo el granito
negro, localizado en las cercanías de la
ciudad de Taltal.
Los gabros se caracterizan por su textura
fenocristalina y pegmatitica, además de
su tonalidad que varía entre negro
azulenco y verdoso. Esta tipología está
principalmente concentrada al noroeste
de Calama en el cerro Las Papas y cerro
Colorado. Otras de las variedades que
podemos encontrar en la Región de
Antofagasta es la obsidiana que, ubicada
al este de la localidad de San Pedro de
Atacama, es una roca volcánica vítrea
que posee la cualidad de alcanzar la
tonalidad del negro absoluto, muy
apetecido en el mercado.
Hay que destacar que los accesos a cada
una de las variedades de roca ornamental
que podemos encontrar en la Región de
Antofagasta son adecuados, con
carreteras y caminos conducentes a la
misma base del sector útil. Otra de las
inmejorables condiciones naturales que
presenta la zona es la bondad de su clima
desértico caracterizado por agradables
temperaturas todo el año y casi nulas
precipitaciones.
CORFO
Dado el ventajoso escenario que luce la
Región de Antofagasta en cuanto a
cantidad, calidad y variedad de estos
minerales no metálicos, el Área de
Inversión y Desarrollo de la Corporación
de Fomento de la Producción, CORFO,
apoya a inversionistas interesados en
visitar, prospectar e invertir en la región,
a través del programa de Inversión
“Industria de Rocas Ornamentales en la
Región de Antofagasta”, con el fin de
fomentar el progreso de este sector, de
modo de fortalecer los polos de desarrollo productivo y de inversión que
IL SETTORE LAPIDEO INDIANO
Dal Sig. Munavar Basha
Presidente
All India Granites Stone Association
1. INTRODUZIONE
Il settore delle pietre ornamentali
costituisce una parte importante del
settore edilizio indiano cui è attribuito il
5 per cento del PIL ed è secondo solo
all’agricoltura in termini di occupazione. Per il 2007 si prevede una crescita nel
settore edilizio intorno al 10 per cento.
Inoltre, grazie ad ulteriori opportunità di
finanziamenti, agevolazioni fiscali e
tassi di interesse favorevoli, negli anni a
venire si attendono investimenti più
grandi nel settore privato, che daranno
maggiore spinta al settore lapideo.
Alcuni colori e varietà di graniti indiani
sono incomparabili, unici al mondo con
una richiesta stabile sui mercati
internazionali. Si possono ammirare i
marmi e le pietre indiani in costruzioni di
grande bellezza come la Taj Majal, il Red
Fort e molti altri monumenti storici in
tutta l’India, in molti edifici commemorativi negli Stati Uniti e in diversi palazzi
che appartengono alle grandi aziende in
Giappone, Cina, Corea del Sud ed
Europa. Anche nei paesi del Golfo
vengono scelti e adoperati ampiamente i
materiali lapidei indiani.
Gran parte dei marmi, pietre arenarie e
calcarei prodotti in India vengono dallo
stato di Rajasthan che estrae anche
l’ardesia. Il Rajasthan rappresenta il
centro del settore lapideo in India con il
65% circa della produzione totale e il
90% della produzione di marmi, pietre
arenarie e calcaree (Kotastone). I marmi
verdi, le pietre arenarie e le ardesie sono
apprezzati e usati a livello mondiale.
2. LO SCENARIO INDIANO
India è uno dei maggiori produttori di
pietre naturali al mondo. Possiede
grandissime risorse di graniti, marmi,
pietre arenarie e calcaree (kotastone),
ardesie e quarziti. Alcuni colori e varietà
di graniti indiani sono impareggiabili,
unici al mondo con una richiesta stabile
sui mercati internazionali.
Il settore lapideo indiano in cifre
- Un giro d’affari superiore a Rs. 9,000
crores
- Esportazioni superiori a Rs. 3,400
crores nel 2003-04 ed esportazioni di più
di Rs.3,500 crores nel 2005-06
- Occupazione superiore a 6 milioni
69
3 PRODUZIONE
E ESPORTAZIONI
La produzione indiana di pietre
ornamentali è stimata in 31059,000
tonnellate.
L’India è uno dei maggiori esportatori di
pietre naturali e si posiziona al terzo
posto (in termini di volume) dopo l’Italia
e la Cina, seguita a poca distanza dalla
Spagna al quarto posto.
L’India possiede vaste risorse e knowhow tecnologico, ha una grande capacità
di produzione e di trasformazioni e può
contare su una crescita in esportazioni
nell’ordine di 20% su base annua per
tutto il periodo coperto dall’’11° Piano”.
Le esportazioni e la produzione
nazionale si integrano e si potenziano in
ogni aspetto e di conseguenza l’industria
nazionale crescerà di pari passo con
l’incremento delle esportazioni.
4. LE RISORSE INDIANE DI
PIETRE ORNAMENTALI
Graniti
Marmi
Pietre arenarie
Kotastone
Ardesia
5. IL LAVORO MINORILE
Come sappiamo, non esiste il lavoro
minorile nelle cave e negli impianti di
trasformazione.
70
Il granito è piuttosto pesante, circa 100
kg al piede cubico. I blocchi preparati
pesano in genere da 10 a 25 tonnellate e
di conseguenza non è concepibile
pensare al lavoro minorile neanche per
trattare lo scarto che risulterebbe anche
questo troppo pesante.
Così, i bambini non vengono mai
sfruttati perchè non possono portare tali
pesi. Anche le macchine usate in
produzione non sono maneggiabili da
bambini.
Tutte le immagini di bambini che
lavorano nelle cave sono costruite o
manipolate da giornalisti e riviste.
Tutte le immagini dove si vedono I
bambini che sorridono sono immagini
scattate da stranieri che gli hanno chiesto
di posare in cambio di regali o soldi o per
curiosità.
6. CONCLUSIONI:
10 anni fa l’India esportava l’80% della
produzione di blocchi ornamentali e il
20% dei lavorati. Oggi, le esportazioni di
blocchi si aggirano appena intorno al
15%, mentre le esportazioni dei lavorati
sono cresciute all’85%. Questo significa
che il settore della trasformazione è
cresciuto in modo significativo e ha
permesso agli operatori di importare
tutta la tecnologia avanzata disponibile
sul mercato. Lo sviluppo costante del
settore lapideo indiano presenta
un’ottima occasione per ulteriori
investimenti.
INDIAN STONE SECTOR
By Mr Munavar Basha
President
All India Granites Stone Association
1. INTRODUCTION
Dimensional Stones form a major
component of Indian construction
sector, which accounts for 5% of the
GDP and is the second highest employer
after agriculture. India's anticipated
growth rate in construction is 10% by
2007. With the higher anticipated
spending in the private construction
(housing) in coming years due to
increased financing options, tax benefits
and favourable interest rates, the stone
sector is bound to have a leap forward.
Some of the colours and types of Indian
granites are unique in the world and have
no parallel and have regular demand in
the world market. Indian Marbles and
Sandstones have their own pride of place
and one can see these stones in exotic
beauty at Taj Mahal, Red Fort and many
other historical monuments in India.
Similarly, in many War Memorials and
several other memorials in U.S.A.,
several buildings of large corporate
giants in Japan, China, South Korea and
Europe. So is the case in Gulf countries,
where Indian Natural Stones are
preferred and used extensively.
Majority of marble, sandstone, flaggy
limestone produced in India comes from
Rajasthan. The state also produces
slate. Rajasthan is the hub of stone
activity in India accounting for
approximately 65% of India's stone
production. The State accounts for
over 90% of Country's production
of marble, sandstone and flaggy
limestone. Indian Green Marble,
Sandstones, Slates have found
acceptance the world-over and can
be seen in every nook and corner of
the world.
2. INDIAN SCENARIO
India is one of the largest producers
of dimensional stones in the world.
India is endowed with vast resources of granite, marble, sandstone,
flaggy limestone (kotastone), slate
and quartzite. Some of the colours
and types of Indian granites are
unique in the world and have no
parallel and have regular flow of
demand in the world market.
Indian Stone Industry accounts for - a sales turnover of over Rs. 9,000
crores
- export of over Rs. 3,400 crores in
2003-04 and export of over
Rs.3,500 crores in 2005-06
- employs over 6 million workforce
71
3 PRODUCTION AND EXPORTS
The Indian stone production is estimated
at 31059 thousand tons.
India is a leading exporter of stones and
ranks third (in terms of tonnage) after
Italy and China, with Spain as a close
competitor on 4th rank.
India has abundant resources, technical
know-how, large quarrying base and
processing capacity and can safely
ensure export growth at the 20% rate per
annum during the 11th Plan period.
The exports and domestic production are
complimentary and supplementary in
every aspect and thus the domestic
industry will also grow simultaneously
with the development of exports.
4. INDIAN STONE RESOURCES
Granite
Marble
Sandstone
Flaggy Limestone
Slate
5. CHILD LABOUR
As we all are aware, there is no Child
Labour ever engaged by Granite Quarry
or Processing Plant Operators,
Granite is quite heavy stone roughly a
cubic foot can weigh minimum 100 Kgs.
The Dimensional Blocks prepared are
generally minimum 10 tonnes to 25
tonnes and no one in right mind can even
think of Child Labour even for removal
of waste, which would be heavy and
impossible for Children to handle.
72
Children are never employed due to
important aspect that it is impossible for
them to handle such heavy stones. Heavy
machinery is used in production of
dimensional stone. It is impossible for
the children to handle them.
However all pictures or photographs
showing children working in the quarry
are concocted, manipulated or fabricated
by the concerned reporters and magazine
publishers.
All Photographs from the facial expression of the children who look very
amused and smiling are the ones where
these foreigners may have asked them to
pose and given some gifts or money and
out of curiosity, children seems to have
posed for them.
6. CONCLUSION:
10 years back India was exporting 80%
of dimensional blocks and 20% of
processed material. Today the export of
dimensional blocks are only about 15%,
while export of processed material is
85%. This means that the processing
industry in India has grown leaps and
bounds. This has opened the doors for
import of the latest technology in stone
production to India. As Indian stone
industry is growing at a steady pace
opportunity for investment in the stone
sector continue to be bright.
EL SECTOR DE LA PIEDRA EN INDIA
Por Munavar Basha
Presidente de
All India Granites Stone Association
1. INTRODUCCIÓN
Piedras dimensionales, desde uno de los
sujetos principales del sector de la
construcción indio, que participa con un
5% al PIB y es el segundo mayor
empleador después del sector agrícola.
El ritmo de crecimiento de las construcciones en India estimado para el 2007 es
del 10%. Con las inversiones en la
construcción privada (viviendas) en los
próximos años, posibles gracias al
aumento de las opciones de financiamiento, a la reducción de los impuestos y
a tipos de interés favorables, se prevé
una fuerte activación del sector de la
piedra.
Algunos tipos y colores de granitos
indios son únicos al mundo y no tienen
competición, y la demanda en el
mercado mundial es constante. Los
mármoles indios, y las areniscas, ocupan
lugares prestigiosos y se pueden admirar
en su belleza exótica en Taj Mahal, en
Red Fort y en muchos más lugares y
monumentos históricos de India. Esas
piedras se pueden encontrar también en
varios monumentos conmemorativos, de
guerras y de otros tipos, en Estados
Unidos, así como en varios edificios de
grandes corporaciones en Japón, en
China, en Corea del Sur y en Europa. Lo
mismo ocurre en los países del Golfo,
donde las piedras naturales indias son
preferidas y ampliamente utilizadas.
La mayor parte de los mármoles,
areniscas y piedras calcáreas producidas
en India proceden de Rajasthan, donde
también se produce pizarra. Rajasthan es
el centro de la actividad extractiva india,
representando aproximadamente un
65% de la producción de piedra total del
país. Este estado participa con más del
90% de la producción de mármol,
arenisca y piedra calcárea en el país. El
mármol verde indio, las areniscas y la
pizarra se han utilizados en todo el
mundo y es posible admirarlos en
cualquier lugar del globo.
2. EL PANORAMA INDIO
India es uno de los principales productores de piedras dimensionales en el
mundo, con vastos recursos de granito,
mármol, arenisca, piedras calcáreas
(Kotastone), pizarra y cuarcitas. Algunos
tipos y colores de granitos indios son
únicos al mundo y no tienen competición, y la demanda en el mercado mundial
es constante.
73
El sector de la piedra en India cuenta
con:
- un volumen de ventas de más de
9.000 Rs. Crore
- exportaciones por más de 3.400 Rs.
Crore en 2003-2004 y exportaciones por
más de 3.500 Rs. Crore en 2005-2006
- más de 6 millones de empleados en el
sector
3 PRODUCCIÓN
Y EXPORTACIONES
La producción de piedra en India está
estimada en unas 31.059.000 toneladas.
India es uno de los principales exportadores de piedra y es tercero (por tonelaje)
después de Italia y China, con España
que compete en cuarto lugar.
El país tiene abundancia de recursos,
competencias técnicas, una amplia
capacidad de cantera y de elaboración y
puede asegurar aumentos en las
exportaciones del 20% anuo durante el
período establecido por el programa
"11th Plan".
Las exportaciones y la producción
domestica son complementares y
suplementares en todos los aspectos y
por tanto la industria domestica va a
crecer simultáneamente al desarrollo de
las exportaciones. Se estima que la
industria domestica crecerá del 20% por
año durante el periodo del 11th Plan.
4. RECURSOS DE PIEDRA EN
INDIA
Granito
Mármol
Arenisca
Piedras calcáreas
Pizarra
74
5. MANO DE OBRA INFANTIL
Es sabido que en el sector de la extracción y de la elaboración del granito no se
emplea ni nunca se ha empleado mano de
obra infantil.
El granito es una piedra pesada, un pié
cúbico puede pesar un mínimo de 100
Kg. Los bloques dimensionales preparados pesan normalmente de 10 a 25
toneladas y no podría ocurrírsele a nadie
emplear niños, ni siquiera para la
remoción de las sobras, que serian
pesadas e imposibles de manejar.
Por esta razón la industria nunca ha
empleado niños. Además, en la producción de piedras dimensionales, se utilizan
maquinarias pesadas, imposibles de
manejar para los niños.
No obstante, hay muchas fotos e
imágenes que muestran niños al trabajo
en las canteras indias, pero se trata de
falsificaciones, retoques o fabricaciones
operadas por reporteros y editores en
busca de noticias gordas.
Hay también en circulación algunas
imágenes de niños con expresiones muy
divertidas, tomadas por extranjeros que,
tras una recompensa en dinero, les
pidieron que posaran por ellos en lugares
pre-determinados. Pero esas imágenes
no representan la realidad.
CONCLUSIONES
Hace 10 años India exportaba el 80% de
los bloques dimensionales y el 20% en
material elaborado. Hoy, las exportaciones de bloques dimensionales han bajado
al 15%, mientras el material elaborado
exportado alcanza el 85%. Esto significa
que la industria de la elaboración en India
ha crecido enormemente. Se han abierto
las puertas a la importación de las
tecnologías mas avanzadas en la
producción de piedra en India. Y a
medida que la industria de la piedra india
crece con paso constante, las oportunidades de inversión en el sector de la piedra
continúan siendo brillantes.
IL SETTORE LAPIDEO
INTERNAZIONALE E LA POSIZIONE
DELLA TURCHIA
Grazie alla crescente domanda internazionale
il settore lapideo ha assunto un ruolo importante per l’economia.
Nazioni delle Alpi-Himalaiane; il Portogallo,
la Spagna, l’Italia, la Grecia, la Turchia, l’Iran
ed il Pakistan hanno grandi depositi di pietre
calcaree (marmo, travertino e onice) mentre la
Spagna, la Norvegia, la Finlandia, l’Ucraina,
la Russia, il Pakistan, l’India, la Cina, il Brasile
e il Sud Africa hanno depositi di pietra magmatica.
I paesi sviluppati sfruttano questi depositi e
cercano metodi di lavorazione sempre più
efficaci. A livello internazionale, le provate
capacità dei paesi della UE si ripercuotono
favorevolmente sull’economia. Attualmente
molti depositi nell’UE vengono sfruttati ma, a
causa dei profitti sempre più bassi, non tutti
sono d’accordo sulla convenienza di questa
attività; per far fronte alla concorrenza aggressiva scelgono invece di importare i blocchi e le
lastre grezze per poi lavorarli e riesportarli nei
paesi sottosviluppati.
Grazie alla sua posizione geografica nella
catena alpina, la Turchia possiede grandi
volumi e molte varietà di marmi. Inoltre, lo
sviluppo della sua industria e della tecnologia
ha fatto sì che oggi si possa annoverare fra i
principali paesi del settore lapideo.
Fra depositi “scoperti, probabili e possibili” la
nazione possiede un totale di 13.9 miliardi di
tonnellate (5,2 miliardi metri cubi) di pietra
naturale, che corrispondono al 33% del totale
mondiale, circa 15 miliardi di metri cubi.
Attualmente sono attivi gran parte dei depositi. Questi si estendono su un vasto territorio fra
Anatolia e Tracia. Gruppi di cave si concentrano nelle province di Afyon, Denizli, Mugla,
Bilecik, Isola di Marmara, Bursa, Elazig e
Diyarbakir mentre la lavorazione si concentra
nelle province di Afyon, Denizli, Mugla,
Bilecik, Isola di Marmara, Bursa, Elazig,
Diyarbakir, Amasya, Burdur, Antalya,
Istanbul,Ankara, Izmir, Kayseri e Sivas.
Secondo le stime il settore lapideo conta circa
1000 cave, 1500 impianti e 7500 laboratori.
Il 90 % delle cave si trova a ovest del paese e il
65% delle lavorazioni viene effettuata in
questa regione. Si stima un’occupazione
nell’ordine di 250000 addetti, in aumento
significativo su base annua. Le aziende sono
in genere di dimensioni piccole e medie.
m3
TON
Depositi scoperti
589.000.000
1.590.000.000
Depositi probabili
1.545.000.000
4.171.000.000
Depositi possibili
3.024.000.000
8.172.000.000
Potenzialità Totale
5.161.000.000
13.934.000.000
75
Un settore in grande espansione
Essendo riuscito ad industrializzarsi in un
periodo di tempo relativamente breve, oggi
il settore lapideo è fra i primi a livello
internazionale per esportazione, industrializzazione ed occupazione. Di conseguenza
si sono rese necessarie misure di regolamentazione. Per far fronte alla situazione e
per promuovere l’industria della pietra
naturale è stato costituito nell’anno 2000 il
Turkey Marble, Natural-Stone and
Machines Producers Union (TUMMER).
Con 12 associazioni e 88 soci privati, questo
sindacato copre l’80% della produzione
nazionale. Monitorando gli sviluppi del
settore attraverso i suoi soci, il TUMMER
oltre a creare una banca dati rappresenta il
settore per le questioni da prospettare presso
gli enti di competenza.
Nel 2006, il settore della pietra naturale è
cresciuto in modo significativo con un
valore di 1.3 miliardi di dollari.
Le esportazioni di 1.027.368 tonnellate in
167 nazioni risultano superiori all’attesa
pietra miliare di un milione, con un aumento
del 27,55% rispetto all’anno precedente. Il
primo paese importatore si confermano
essere gli Stati Uniti che consumano il
20,54% del totale con un valore di 387,7
milioni di dollari. Le esportazioni negli Stati
Uniti di lavorati in marmo e travertino sono
cresciute del 22,82% rispetto all’anno
precedente. Poco inferiori alle esportazioni
Turchia
MATERIALI LAPIDEI (GREZZI)
Marmo in blocchi
Onice in blocchi
Travertino in blocchi
Granito in blocchi
Altri materiali lapidei adatti per l’edilizia (grezzi)
Ardesia (grezza)
TOTALE
MATERIALI LAPIDEI (SEMI-LAVORATI)
Marmo in lastre
Onice in lastre
Travertino in lastre
Granito in lastre
Altri materiali in lastre
TOTALE
MATERIALI LAPIDEI (LAVORATI)
Marmo
Travertino
Granito
Altri materiali lapidei adatti per l’edilizia
Ardesia
Materiali lapidei per cordoli e marciapiedi
Moduli centrali e granulati da materiali lapidei
TOTALE
MATERIALI
76 LAPIDEI TOTALE NETTO
negli Stati Uniti risultano quelle della Cina,
che registra un aumento del 81,14% con un
valore di 146,8 milioni di dollari rispetto
all’anno precedente mentre le esportazioni di
marmo e travertino grezzi sono in aumento del
64,87%. Al terzo posto si segnala il Regno
Unito con un aumento del 38,55% con un
valore di 61,1 milioni di dollari.
Giappone, Iraq, Sri Lanka e Taiwan sono paesi
da guardare con interesse poiché registrano
incrementi del 100% nelle esportazioni.
In Turchia, insieme all’aumento nella produzione c’è stato un aumento nell’utilizzo della
pietra naturale dell’80%.
Inoltre, l’anno è stato interessante anche per le
aziende che producono tecnologia sia per il
mercato interno che per quello internazionale.
In particolare, l’aumento nella domanda
interna ha permesso alle aziende di incrementare la loro capacità produttiva.
In generale i risultati positivi hanno incentivato l’apertura di nuove cave, impianti e laboratori promuovendo l’occupazione.
Il settore lapideo in Turchia
Da sempre, gli esseri umani hanno adoperato
la pietra naturale nelle loro case e negli edifici.
La qualità della vita è andata sempre migliorandosi e si è scelta la pietra naturale per il suo
stile e per la sua durevolezza. Di conseguenza
questo materiale è diventato un simbolo di
ricchezza e di prosperità e l’ammirazione
% cambiamento
contemporanea per la pietra naturale in
un’epoca dove prevalgono le macchine e le
tecnologie lo conferma.
I materiali turchi più conosciuti sul mercato
internazionale sono il Supren Salome,
l’Elazig Cherry, l’Aksehir Black, il Manyas
White, il Bilecik Beige, il Tiger Post, il
Denizli Travertine, l’Aegean Bordeux, il
Milas Lilac, il Mugla White, il Gemlik
Diabaz e l’Afyon Sugar.
Secondo le statistiche della produzione
globale di blocchi, l’Asia primeggia con il
44%, seguita dall’Europa con il 42%, mentre
la Turchia detiene il 9% e di conseguenza
compare tra le prime 5 nazioni.
Con grandi depositi e più di 150 varietà per
colore, disegno, consistenza e qualità, la
Turchia è fra i primi paesi in termini di
produzione e di esportazione.
Il vasto utilizzo della pietra naturale come
materiale di costruzione e di decorazione
dimostra quanto sia apprezzato da architetti
e ingegneri. Una tendenza che dovrebbe
continuare negli anni a venire. Il crescente
interesse per materiali di classe, ecologici e
salutari nelle case e negli uffici europei e
statunitensi e i cambiamenti di prezzi hanno
incrementato in modo significativo
l’utilizzo della pietra naturale. E’ per questo
che il settore lapideo è uno dei settori più in
crescita a livello internazionale.
Gennaio-Dicembre 2005
volume(KG) Valore(USD)
volume(KG)
Valore(USD)
34,25
-13,35
18,38
-48,71
-49,48
32,51
13,65
53,19
25,87
31,45
-54,14
6,80
117,32
41,46
1.047.171.038
4.778.968
64.882.869
4.191.198
339.931.175
773.169
1.461.728.417
84.039.058
628.914
8.597.787
466.506
24.517.195
66.068
118.315.527
161,62
393,06
61,82
-7,12
-0,38
38,93
165,13
478,56
60,33
16,56
19,57
72,06
104.271.396
170.305
38.888.709
129.082.676
198.390.502
470.803.587
16.893.121
66.751
8.612.574
7.780.573
20.314.277
53.667.297
8,98
15,20
-2,50
-11,20
-61,09
95,02
-30,93
11,43
16,46
23,26
21,28
-1,04
-5,99
55,64
16,78
-1,32
21,18
27.55
597.373.207
640.206.210
18.469.337
24.077.409
1.396.809
4.185.198
9.242.206
1.294.950.676
3.227.482.680
267.302.286
339.562.527
9.464.493
9.802.824
667.629
894.292
5.765.873
633.459.924
805.442.748
Gennaio-Dicembre 2006
volume(KG)
1.405.784.186
4.140.860
76.806.972
2.149.711
171.722.168
1.024.560
1.661.628.456
Valore(USD)
128.735.864
791.596
11.301.636
213.951
26.183.428
143.575
167.370.049
272.790.036
839.706
62.929.820
119.893.852
197.634.137
654.087.550
44.788.526
386.194
13.808.335
9.069.298
24.209.093
92.342.446
651.003.510
737.538.401
18.006.879
21.381.747
543.537
8.162.068
6.383.624
1.443.019.765
3.758.735.771
329.484.532
411.816.266
9.365.858
9.215.696
1.039.080
1.044.321
5.689.747
767.655.496
1.027.367.9928
THE INTERNATIONAL
STONE INDUSTRY
AND THE STANDING OF TURKEY
The globally exceeding desire for marble is
instigating the stone industry to become a
lucrative sector.
As nations of the Alp-Himalayan Belt;
Portugal, Spain, Italy, Greece, Turkey, Iran
and Pakistan posses large calcareous stone
reserves (marble, limestone, travertine and
onyx). Spain, Norway, Finland, Ukraine,
Russia, Pakistan, India, China, Brazil and
South Africa posses processable magmatic
stone reserves.
Developed countries utilize stone reserves to
benefit the economy and seek methods of
efficient processing. Internationally the
countries member to the EU have a proven
expertise wihin the sector which reflects in
their profit making businesses. In present day,
many stone mines in the EU nations are being
quarried, however because of decreasing
profit margins some share the view that this
practice is far from optimum profitability. In
order to overcome stiff competition, they
decide to process imported blocks and raw
plates and re-export to third nations.
Due to its geographical position on the Alpine
Belt, Turkey has many assorted types and large
volumes of marble reserves. Furthermore,
Turkey’s developing industry and production
technology has placed the country amongst
the leading stone processing nations.
Classified as “Visible, likely and possible” the
nation posseses in total of 13.9 billion tons (5,2
billion m3) of natural stone, corresponding to
33% of world total, 15 billion m3.
Today quarrying continues at majority of the
fields. These fields are spread sporadically on
a wide territory within Anatolia and Thrace.
Afyon, Denizli, Mugla, Bilecik, Island of
Marmara, Bursa, Elazig and Diyarbakir are
provinces where quarries are clustered.
Provinces where stone processing is practiced
are: Afyon, Denizli, Mugla, Bilecik, Island of
Marmara, Bursa, Elazig, Diyarbakir, Amasya,
Burdur, Antalya, Istanbul, Ankara, Izmir,
Kayseri and Sivas.
According to estimates, the stone industry
houses, 1000 quarries, 1500 factories, and
7500 workshops. The 90 % of the quarries lie
in the west of the country. The processing in
this region totals 65% of the total national
processing. The estimated workforce within
the sector stands close to 250.000. Significant
increase is observed annually in the number of
people employed within the sector. The
businesses of the industry are generally small
and medium sized.
m3
TON
Proven Reserves
589.000.000
1.590.000.000
Likely Reserves
1.545.000.000
4.171.000.000
Possible Reserves
3.024.000.000
8.172.000.000
Total Potential
5.161.000.000
13.934.000.000
77
A Sector that is booming
The fact that the natural stone sector in
Turkey has managed to industrialise in a
relatively short period has helped raise the
sector to the level of the leading sectors in
terms of exports, industrialisation and
employment. The quick turn around has led
to need for regulations and various other
problems. In order to resolve these issues,
and help boost the Turkish Stone Industry,
Turkey Marble, Natural-Stone and
Machines Producers Union (TUMMER)
was set up in year 2000. With 12 association
and 88 private sector members, the union
carries out 80% of the total national
production. Monitoring the sectorial
developments via it’s members, TUMMER
keeps data of the industry and voices
sectorial issues to relevant administive
bodies.
In 2006, the natural stone industry has
experienced a rather healthy growth
reaching the 1.3 Billion dollar trade level.
The Turkish Stone Industry export figures
have reached 1.027.368 000 exceeding the
target, billion “mile-stone”, as well as
exporting to 167 countries, growing 27,55%
in comparison to previous year. The primary
country of export has been as before the
U.S. consuming 20.54 % of total exports
valued at 387,7 million dollars. The finished
marble and travertine export to the U.S.
grew by 22,82% in comparison to the year
Turkiye
NATURAL STONE(RAW)
Marble Raw Block
Onyx Raw Block
Travertine Raw Block
Granite Raw Block
Other Stones Suitable for Building (Raw)
Slate (Raw)
TOTAL
NATURAL STONE(SEMI-FINISHED)
Marble Raw Slabs
Onyx Raw Slabs
Travertine Raw Slabs
Granite Raw Slabs
Other Raw Slabs
TOTAL
NATURAL STONE(FINISHED)
Finished Marble
Finished Travertine
Finished Granite
Other Finished Stones Suitable for Building
Slate (Finished)
Kerb and Pavement Stones from Natural Stone
Center Pieces and Granule from Natural Stone
TOTAL
NATURAL STONES NET TOTAL
78
before. Following US close behind has been
the Peoples Republic of China, where exports
grew by 81,14% at a value of 146,8 million
dollars in comparison to the year before. The
raw block marble and limestone exports to
China experiences 64,87 % increase. In third
place was the U.K. with 38,55% increase
valued at 61,1 million dollars. Japan, Iraq, Sri
Lanka and Taiwan are countries gaining
interest with 100% increase in exports.
In Turkey, parallel to the increase in the use of
general industrial capacity, there has been a
80% increase in the use of stone industry
capacity. The stone machinery producers have
experienced a rather productive year in
foreign and the national market, especially, the
significant increase in national orders has
helped the producers to increase capacity.
The overall positive results, have initiated new
quarries, factories and workshops to be
opened, aiding employment.
Stone Industry In Turkey
Since the early times, people have shown
desire to use natural stone in their buildings
and places of residence. The improving
standards of living in time have driven people
to use natural stone for it’s style and durability.
This material gradually has become the
symbol of wealth and prosperity. The
contemporary admiration for natural stone at
an age of machines and technology is an
attribute to this fact.
% Change
The most commonly recognized Turkish
Stones in the international market are the
Supren Salome, Elazig Cherry, Aksehir Black,
Manyas White, Bilecik Beige, Tiger Post,
Denizli Travertine, Aegean Bordeux, Milas
Lilac, Mugla White, Gemlik Diabaz and Afyon
Sugar.
According to global raw block production,
Asia extracts greatest at 44%, followed by
Europe with 42%. Turkey carries out 9% of the
total world block extraction. In terms of
international production and trade Turkey
holds a position amongst the leading 5
countries.
With a healthy natural stone reserve and over
150 variations of colour, motif, mold and
quality Turkey has emerged amongst the
foremost countries in terms of production and
exports. The exceling use of natural stone
globally as building and decorative materials is
a showing that it is the choice of material by
architects and engineers. This trend is likely to
continue in the future. The growing interest in
classy, ecological and healthy materials and a
consciouceness to use these materials in the
European and the US homes and offices along
with the changes in price is causing a drastic
increase for the use of natural-stone. For this
reason natural-stone industry is one of the
fastest developing sectors internationally.
January-December 2005
Amount(KG) Value(USD)
Amount(KG)
Value(USD)
34,25
-13,35
18,38
-48,71
-49,48
32,51
13,65
53,19
25,87
31,45
-54,14
6,80
117,32
41,46
1.047.171.038
4.778.968
64.882.869
4.191.198
339.931.175
773.169
1.461.728.417
84.039.058
628.914
8.597.787
466.506
24.517.195
66.068
118.315.527
161,62
393,06
61,82
-7,12
-0,38
38,93
165,13
478,56
60,33
16,56
19,57
72,06
104.271.396
170.305
38.888.709
129.082.676
198.390.502
470.803.587
16.893.121
66.751
8.612.574
7.780.573
20.314.277
53.667.297
8,98
15,20
-2,50
-11,20
-61,09
95,02
-30,93
11,43
16,46
23,26
21,28
-1,04
-5,99
55,64
16,78
-1,32
21,18
27.55
597.373.207
640.206.210
18.469.337
24.077.409
1.396.809
4.185.198
9.242.206
1.294.950.676
3.227.482.680
267.302.286
339.562.527
9.464.493
9.802.824
667.629
894.292
5.765.873
633.459.924
805.442.748
January-December 2006
Amount(KG)
Value(USD)
1.405.784.186
128.735.864
4.140.860
791.596
76.806.972
11.301.636
2.149.711
213.951
171.722.168
26.183.428
1.024.560
143.575
1.661.628.456
167.370.049
272.790.036
839.706
62.929.820
119.893.852
197.634.137
654.087.550
44.788.526
386.194
13.808.335
9.069.298
24.209.093
92.342.446
651.003.510
737.538.401
18.006.879
21.381.747
543.537
8.162.068
6.383.624
1.443.019.765
3.758.735.771
329.484.532
411.816.266
9.365.858
9.215.696
1.039.080
1.044.321
5.689.747
767.655.496
1.027.367.9928
LA INDUSTRIA
DE LA PIEDRA INTERNACIONAL
Y LA POSICIÓN DE TURQUÍA
El deseo global de mármol está estimulando la
industria de la piedra en convertirse en un sector
muy lucrativo. Como naciones geográficamente
posicionadas en las cinturas de los Alpes y de
Himalaya, Portugal, España, Turquía, Irán y
Pakistán poseen amplias reservas de piedra
calcárea (mármol, piedras calcáreas, travertino y
ónice). España, Noruega, Finlandia, Ucrania,
Rusia, Pakistán, India, Brasil y Sudáfrica poseen
además reservas de piedra magmática elaborable.
Los países desarrollados utilizan los recursos
geológicos por el beneficio de la economía,
buscando métodos eficaces de elaboración. Los
países de la UE han demostrado experiencia a
nivel internacional en el sector, lo cual se refleja
en sus provechosos negocios. En la actualidad,
muchas reservas de piedra en los países de la UE
son explotadas, aunque, debido a la disminución
de los márgenes de provecho, algunos creen que
esta practica ya no conduzca a una optimización
del provecho. Para poder ganar en una fuerte
competición, muchos han decidido por elaborar
bloques importados y materiales brutos para
volver a exportarlos a terceros países. Gracias a
su posición geográfica en la cintura alpina,
Turquía cuenta con un grande surtido y altos
volúmenes de reservas de mármol. Además, su
industria de elaboración y su tecnología de
producción han llevado el país entre los primeros en la elaboración de piedra. Clasificado
como "Visible, probable y posible" el país posee
un total de 13,9 billones de toneladas (5,2
billones de m3) de piedra natural, correspondientes a un 33% del total mundial, que es 15
billones de m3. La extracción es constante en la
mayor parte de las reservas, que están diseminadas en una amplia fracción de territorio en las
zonas de Anatolia y Thrace. Afyon, Denizli,
Mugla, Bilecik, Isla de Marmara, Bursa, Elazig
y Diyarbakir son provincias con grupos de
canteras. Las provincias donde se practica la
elaboración son: Afyon, Denizli, Mugla,
Bilecik, Isla de Marmara, Bursa, Elazig,
Diyarbakir Amasya, Burdur, Antalya, Istanbul,
Ankara, Izmir, Kayseri y Sivas. Según las
estimas, la industria de la piedra comprende
1.000 canteras, 1.500 fabricas y 7.500 talleres.
El 90% de las canteras se halla en la parte oeste
del país. La elaboración en esta región totaliza el
65% de la elaboración nacional total. El numero
de empleados total en el sector es de unas
250.000 unidades. Cada año se va observando
un aumento significativo del numero de personas empleadas en el sector. Las empresas y las
industrias, en general, son de pequeña o media
grandeza.
m3
TON
Proven Reserves
589.000.000
1.590.000.000
Likely Reserves
1.545.000.000
4.171.000.000
Possible Reserves
3.024.000.000
8.172.000.000
Total Potential
5.161.000.000
13.934.000.000
79
Un sector en plena expansión
El hecho que el sector de la piedra natural en
Turquía haya conseguido industrializarse en un
periodo de tiempo relativamente breve, ha
contribuido a la subida del sector hasta el nivel de
los sectores principales, en términos de
exportaciones, industrialización y empleo. La
rápida evolución ha producido una necesidad de
reglamentación, junto a varios otros problemas.
Para intentar resolverlos, y favorecer el
desarrollo de la industria de la de la piedra turca,
en el año 2000 fue creada la TUMMER (Turkey
Marble, Natural-Stone and Machines Producers
Union). Con 12 asociaciones y 88 miembros del
sector privado, la unión contribuye por el 80% a
la entera producción nacional. Vigilando sobre
los desarrollos sectoriales a través de sus
miembros, la TUMMER mantiene los datos de la
industria y lleva los problemas sectoriales a la
atención de los entes administrativos
pertinentes. En el 2006, la industria de la piedra
natural ha conseguido un crecimiento muy
fructuoso, alcanzando los 1,3 billones de dólares
en movimientos comerciales.
Las cifras relativas a las exportaciones de la
industria de la piedra turca han alcanzado
1.027.360 000, superando el objetivo
establecido de 1 billón, exportando a 167 países,
con un aumento del 27,55% respecto al año
anterior. El país principal de exportación ha sido,
como antes, Estados Unidos, consumiendo el
20,54% de las exportaciones, evaluadas en unos
387,7 millones de dólares. Las exportaciones de
mármol y travertino acabado a EE.UU ha crecido
Turquía
PIEDRA NATURAL(EN BRUTO)
Bloque mármol bruto
Bloque ónice bruto
Bloque travertino bruto
Bloque granito bruto
Otras piedras para construcción (en bruto)
Pizarra (en bruto)
Total
PIEDRA NATURAL (Semi-elaborada)
Tablas mármol bruto
Tablas ónice bruto
Tablas travertino bruto
Tablas granito bruto
Tablas otros en bruto
Total
PIEDRA NATURAL (acabada)
Mármol acabado
Travertino acabado
Granito acabado
Otras piedras para construcción, acabadas
Pizarra (acabada)
Suelos y aceras en piedra natural
Piezas centrales y granulados en piedra natural
Total
Total neto piedras naturales
80
del 22,82% respecto al año precedente.
Directamente detrás de Estados Unidos se ha
colocado la Republica Popular China, donde las
exportaciones han crecido del 81,14%, por un
valor de 146,8 millones de dólares, respecto al
año precedente. La exportación de mármol y
piedras calcáreas a China ha tenido un aumento
del 64,87%. En tercer lugar ha habido el Reino
Unido, con un aumento del 38,55%, evaluado
en 61,1 millones de dólares.
Japón, Irak, Sri
Lanka y Taiwán son países que van ganando
interés, con un 100% de aumento en las
importaciones.En Turquía, paralelamente al
aumento en el uso de la capacidad industrial
general, ha habido un aumento del 80% en el
uso de la capacidad industrial propia del sector
de la piedra. Los productores de maquinarias
para la piedra han tenido un año muy productivo
en el mercado nacional y extranjero. En
particular, el aumento significativo de pedidos
nacionales ha llevado los productores a
aumentar la disponibilidad.
Estos
resultados generalmente positivos, han llevado
a la apertura de nuevas canteras, industrias y
talleres, impulsando el empleo.
El sector de la piedra en Turquía
Desde la antigüedad, el hombre ha mostrado el
fuerte deseo de utilizar la piedra natural para sus
construcciones y residencias. Las mejoras del
estilo de vida, con el tiempo, nos ha empujado
hacia el uso de la piedra natural, debido a sus
calidades de estética y durabilidad. Este
material, gradualmente, se ha convertido en
símbolo de riqueza y prosperidad. La
% cambio
admiración contemporánea para la piedra
natural, en una época de maquinas y
tecnologías, es un atributo de este hecho. Las
calidades de piedra turca más reconocidas en el
mercado internacional son Supren Salome,
Elazig Cherry, Aksehir Black, Manyas White,
Bilecik Beige, Tiger Post, Denizli Travertine,
Aegean Bordeux, Milas Lilac, Mugla White,
Gemlik Diabaz y Afyon Sugar.
Según
datos relativos a la producción de bloques en
bruto, Asia es primera con un 44% extracto,
seguida por Europa con un 42%. Turquía
participa por un 9% a la extracción total
mundial. En términos de producción y comercio
internacional, Turquía ocupa una posición entre
los primeros 5 países al mundo. Con una florida
reserva de piedra natural y más de 150
variedades de colores, motivos, formas y
calidades, Turquía ha emergido entre los países
principales en asunto de producción y
exportación. El uso extenso de piedra natural en
todo el mundo para edificios y materiales
decorativos, es la demostración que se trata del
material más deseado por arquitectos y
ingenieros y se prevé que esta tendencia vaya a
continuar en el futuro. El creciente interés por
materiales de clase, ecológicos y saludables, al
paso con la propensión hacia el uso de estos
materiales en las viviendas y oficinas europeas y
americanas, y con el redimensionamiento de los
precios, está causando un aumento drástico en el
uso de la piedra natural. Por esta razón la
industria de la piedra natural es actualmente uno
de los sectores con la tasa de desarrollo más
elevada internacionalmente.
Enero-diciembre 2005
Cant.(KG)
Valor(USD)
Cant.(KG)
Valor(USD)
34,25
-13,35
18,38
-48,71
-49,48
32,51
13,65
53,19
25,87
31,45
-54,14
6,80
117,32
41,46
1.047.171.038
4.778.968
64.882.869
4.191.198
339.931.175
773.169
1.461.728.417
84.039.058
628.914
8.597.787
466.506
24.517.195
66.068
118.315.527
161,62
393,06
61,82
-7,12
-0,38
38,93
165,13
478,56
60,33
16,56
19,57
72,06
104.271.396
170.305
38.888.709
129.082.676
198.390.502
470.803.587
16.893.121
66.751
8.612.574
7.780.573
20.314.277
53.667.297
8,98
15,20
-2,50
-11,20
-61,09
95,02
-30,93
11,43
16,46
23,26
21,28
-1,04
-5,99
55,64
16,78
-1,32
21,18
27.55
597.373.207
640.206.210
18.469.337
24.077.409
1.396.809
4.185.198
9.242.206
1.294.950.676
3.227.482.680
267.302.286
339.562.527
9.464.493
9.802.824
667.629
894.292
5.765.873
633.459.924
805.442.748
Enero-diciembre 2006
Cant.(KG)
Valor(USD)
1.405.784.186
128.735.864
4.140.860
791.596
76.806.972
11.301.636
2.149.711
213.951
171.722.168
26.183.428
1.024.560
143.575
1.661.628.456
167.370.049
272.790.036
839.706
62.929.820
119.893.852
197.634.137
654.087.550
44.788.526
386.194
13.808.335
9.069.298
24.209.093
92.342.446
651.003.510
737.538.401
18.006.879
21.381.747
543.537
8.162.068
6.383.624
1.443.019.765
3.758.735.771
329.484.532
411.816.266
9.365.858
9.215.696
1.039.080
1.044.321
5.689.747
767.655.496
1.027.367.9928
Allegato statistico
Statistical annex
Anexo estadistico
81
82
Avvertenze per le tavole statistiche
Le seguenti tavole sono costruite a partire da dati ufficiali, forniti da istituti locali e/o associazioni:
si tratta sempre di Istituti governativi di raccolta dati statistici, per quanto riguarda i movimenti
doganali delle merci, e talvolta di associazioni di produttori locali, o di altre fonti ufficiali, riguardo alla
produzione. Laddove si tratta di stime non documentabili, la cosa viene ogni volta segnalata, ricorrendo
ai caratteri in corsivo.
Facciamo inoltre presente alcune avvertenze indispensabili per un corretto uso delle tavole seguenti.
Particolarmente le informazioni relative alle importazioni ed esportazioni dei vari Paesi, classificate nelle
Tavole C richiedono alcune premesse, che possono sembrare banali, ma che invece sono necessarie,
poiché servono ad evitare errori banali e fraintendimenti.
1. Le cifre riportate nelle tavole di importazione ed esportazione C1, C2, C3, C4 sono riferite al
saldo globale di ogni Paese da/verso tutto l’insieme dei suoi Paesi partner. Ovviamente, la nostra
lista non comprende tutto l’insieme di tutti i Paesi, per cui i totali delle importazioni e i totali
delle esportazioni non possono essere coincidenti. Inoltre, le quantità denunciate da ogni Paese
nei confronti di ciascun partner non coincidono quasi mai con il viceversa denunciato dal Paese
partner, e questo, oltre ad aggravare la cosa, vale non solo per il settore lapideo, ma per tutte
le merci, al punto che tutte le fonti di dati internazionali di interscambio usano riportare, nelle
tavole a incrocio, entrambe le dichiarazioni, arrivando sino a quattro voci per incrocio (quantità e
valori per entrambi i dichiaranti), in import e in export. Il motivo è appunto questo: raramente c’è
coincidenza, e talvolta nemmeno approssimazione, tra i dati di import da un Paese, dichiarati dal
Paese importatore, e quelli di export verso lo stesso, dichiarati dal Paese esportatore, nonostante
siano dati riferiti alla stessa categoria di movimento e allo stesso periodo. Aggiungiamo che in parte
contribuiscono anche i tempi di trasporto, sia pure in termini minimi, a spostare le coincidenze,
come pure i differenti regimi doganali e modalità (non sempre proprio armonizzate, a dispetto
dei grandi accordi formali) di classificazione e trattazione statistica delle merci tra le istituzioni di
differenti Paesi.
2. Le Tavole di seguito riportate sono costruite secondo i seguenti criteri: due tavole dedicate all’import
export per materiali, marmo e granito, senza rivalutazione dei trasformati a grezzo, e due tavole
dedicate all’import export per tipologie di materiale scambiato, grezzi e trasformati, riportati a
grezzo laddove entrano in gioco i trasformati, e senza distinzione tra calcarei e silicei. Le somme
tra tavole sono chiaramente possibili solo a due a due: marmi + graniti, oppure grezzi + trasformati,
con coincidenza dei risultati finali solo laddove si abbia l’accortezza minima di eliminare il riporto
a grezzo dei trasformati. Aggregando altrimenti le tavole, si commettono due errori, sia di conteggio
doppio delle quantità pure, che di conteggio aggiuntivo del riporto a grezzo dei trasformati. Di
nuovo, la somma delle importazioni con la somma delle esportazioni non può coincidere, per le
ragioni già esposte. Le nostre tavole, infatti, ripetiamo, non sono tavole di incrocio tra Paesi, ma
solo di quantificazione delle entrate e uscite, relative ai soggetti più significativi per il settore.
Esse costituiscono comunque uno strumento informativo adatto ad approssimare i movimenti di
materiale lapideo, che intercorrono tra Paesi all’interno del comparto, e in questo senso, riteniamo,
strumento utile a chi abitualmente o per necessità momentanea, voglia confrontarsi con le statistiche
del settore.
3. Spesso le fonti dati non hanno lo stesso aggiornamento, o addirittura i metodi di calcolo del periodo
non coincidono (per es. l’anno islamico adottato da alcuni paesi): abbiamo cercato di segnalarlo
ogni volta che occorreva. Inoltre, talvolta ci sono anche delle vere e proprie correzioni dei dati già
83
4.
5.
6.
7.
8.
9
84
forniti, e questo comporta aggiornamenti anche da un anno all’altro, con revisione continua dei
risultati.
Inoltre, abbiamo utilizzato un criterio differenziato per paesi nel conteggio delle voci: spesso infatti
i metodi di classificazione dei vari uffici doganali sono diversi, e quando la cosa era palese, siamo
intervenuti per correggere le difformità più evidenti. Ci siamo premurati di segnalarlo ogni volta.
La raccolta dati di produzione, anche per l’Italia, diventa sempre più difficoltosa e incerta.
Accanto a Regioni che si dotano di strumenti precisi di rilevazione, ci sono Regioni che rinunciano
definitivamente a qualunque tentativo di analisi, lasciando in difficoltà anche le poche fonti locali
di volenterosi. In questi casi, abbiamo azzardato una stima sulla base degli andamenti congiunturali
e delle fonti locali, ma siamo consapevoli che il risultato rimane una stima.
Tutte le tavole riferite all’Italia, inoltre, sia ai macchinari che ai lapidei, riportano il dato dei valori
in migliaia di Euro. Questo inserimento ha comportato delle operazioni di arrotondamento e/o
troncamento, che includono un errore tecnico inevitabile: si tratta comunque di un errore molto
contenuto, essendo limitato all’ultima cifra dei totali.
La voce “Granulati e polveri” è stata modificata, con l’eliminazione di un codice HS che riportava
chiaramente dati non più pertinenti al settore. Pertanto, anche i valori relativi agli anni precedenti
sono stati ricalcolati con il nuovo criterio.
La classificazione dei dati istat relativi all’eximport delle tecnologie
è stata modificata, escludendo due voci ritenute ormai poco attinenti
con il settore, e dando spazio alla voce autonoma relativa alle macchine
utensili per la lavorazione della pietra naturale.
Le tavole relative all’Unione Europea e agli Altri Paesi d’Europa sono state modificate in seguito
all’allargamento dell’Unione Europea: i nuovi paesi sono stati inseriti nelle tavole relative all’Unione
Europea, anche per il periodo precedente alla data di ingresso nella comunità, al fine di rendere i
dati omogenei e paragonabili.
Notes on statistics tables
The tables below have been calculated on the basis of official figures from local agencies and/or
associations: all of them are governmental agencies that collect statistical data on customs’ traffics
and sometimes associations of local producers or other official sources on productions. Any figure that
could not be documented has been specified in italics.
Please find below some words of caution for a proper use of the following tables. In particular,
information on the countries’ imports/exports, as listed in Tables C, require some preliminary explanation
that may seem all too clear but is instead necessary, since it helps to avoid common mistakes and
misunderstandings.
1. The figures listed in the import/export tables C1, C2, C3, C4 refer to the overall balance of each
country from/to all of its partner countries. Obviously, our list does not include the whole of all
countries, so total imports cannot tally with total exports. In addition, the amounts reported by each
country for each one of its partner country almost never tally with the opposite amounts reported
by the partner country, and this, as well as aggravating the situation, applies not only to the stone
sector but to all goods, so much so that all the world’s trade data sources usually list both statements
in their cross-tables, sometimes even with up to four entries per crossing (the amounts and values
of both partners) in the import and export tables. The reason is that the import figures from one
country, as stated by the importing country, and the export figures to the same country, as stated by
the exporting country, are seldom in agreement, sometimes they actually differ very much, even if
referred to the same trade classes and periods. It must also be noted that this level of agreement is
also affected by transport times, however slightly, as well as by the different customs legislation and
goods classing and statistical processing methods (that, despite important formal agreements, have
not always been very well standardised) used in each country.
2. The tables below have been based on the following criteria: two import/export tables classed by
materials, marble and granite, where finished goods have not been recalculated as raw materials,
two import/export tables classed by type of traded goods, raw and finished goods, where finished
goods have been recalculated as raw materials and with no distinction between calcareous and
siliceous materials. Additions among the tab les can only be made two by two: marble + granite, or
else raw + finished goods, where the end results tally only if finished goods are not recalculated as
raw materials. Aggregating the tables otherwise would cause two errors, i.e. pure amounts would be
counted twice, and finished goods, recalculated as raw materials, would be counted one more time.
Once again, total imports cannot tally with total exports for the above reasons. Our tables are not
cross-tables, but have just been designed to quantify incoming and outgoing materials for the most
significant actors of the trade. They provide, however, the information needed for an approximation
of stone traffics between different countries, and in this respect they are, we think, useful for those
who may have to check stone statistics on a permanent or temporary basis.
3. Often, data sources are not equally updated or sometimes the methods used for the calculation of
periods may differ (some countries use, for instance, the Islamic year): we have tried to specify
it whenever it occurred. In addition, the supplied data have sometimes been heavily corrected, so
these figures have had to be updated on a yearly basis and the end results are being reviewed all the
time.
4. In addition, when counting the entries we have used different criteria for each country, since each
customs office uses different classing methods, and when the fact was obvious we corrected the
most evident inconsistencies. It has been specified every time.
85
5. The collection of data on production is becoming more and more complicated and uncertain for
Italy as well. Alongside regions that have equipped themselves with accurate surveying instruments,
there are regions that have given up all attempts, leaving those few local sources of willing people
to deal with all the problems. In these cases, we have ventured an estimate on the basis of economic
trends and local sources, but we are aware that the result is just an estimate.
6. In addition, all tables concerning both Italian machinery and stone products are in thousand euros.
This conversion has involved the rounding off and/or cutting off of some figures, which include an
unavoidable technical error: it is however a very low error level since it only concerns the last figure
of the totals.
7. The “Chips and dust” entry has been changed by removing a HS code that clearly indicated data
that are no longer relevant to the sector. Values concerning the previous years have therefore also
been recalculated using the new criteria.
8. ISTAT (Central Statistics Office) technology exports/imports data from
have been differently classed by IMM, by removing data from two items
that are now considered unrelated to the stone industry and by including
separate data from dimensional stone processing machine tools.
9. Following the expansion of the European Union, the Tables referring to EU and the Other European
Countries have been revised: the new countries have been included in the EU Tables even for
the period of time previous to the date of their entrance in the community, in order to submit
harmonized and comparable data.
86
Notas para la consulta de las tablas estadísticas
Las tablas siguientes están basadas en datos oficiales, facilitados por entidades locales estatales y
algunas asociaciones. Las primeras son siempre de instituciones gubernamentales para la recopilación
de datos estadísticos sobre los movimientos aduaneros de las mercancías. En el segundo caso, la
información suele proceder de asociaciones de productores locales, o de otras fuentes oficiales, en lo
que a la producción se refiere. Los estimados no documentables aparecerán en letra cursiva.
Hacemos además presentes algunas advertencias imprescindibles para el uso correcto de las tablas
que se detallan a continuación. Nos referimos, en particular, a los datos sobre las importaciones y
exportaciones de los varios países, clasificadas en las Tablas C las cuales requieren algunas premisas de
orden teórico y técnico, que aunque puedan parecer banales a simple vista, son, sin embargo, necesarias
para evitar errores de cálculo e interpretación.
1. Las cifras descritas en las tablas de importación y exportación C1, C2, C3, C4 se refieren al saldo
global de cada país hacia y desde la totalidad de sus países asociados. Por supuesto, nuestra lista
de datos no incluye todo el conjunto de todos los países asociados por cada país catalogado, por lo
tanto, los totales de las importaciones y los totales de las exportaciones no pueden coincidir. Además,
las cantidades declaradas por cada país con respecto a cada asociado no concuerdan casi nunca con
el equivalente declarado por el país asociado en cuestión, y esto no solo ocurre en el sector de la
piedra, sino también en el de las otras mercancías hasta tal punto que todas las fuentes de datos
internacionales de intercambio se ven obligadas a mencionar ambas declaraciones en las tablas de
cruce, llegando en muchos casos a registrarse hasta cuatro diferentes partidas por cruce (cantidad y
valor por ambos declarantes), en importaciones y en exportaciones. El motivo es precisamente éste:
que raramente hay coincidencia, y a veces ni siquiera aproximación, entre los datos de importación
de un país, declarados por el país importador, y los de exportación hacia el mismo, declarados por
el país exportador incluso en los casos de datos relativos a la misma categoría de movimiento y al
mismo periodo. Añadiremos que, en parte, aún que sea en forma mínima, los tiempos de transporte
también contribuyen a las diferencias así como los diferentes regímenes aduaneros y los sistemas
de clasificación y elaboración estadística de las mercancías entre las instituciones de los diferentes
países (a menudo poco armonizados, a pesar de los grandes acuerdos formales en vigor).
2. Las Tablas que siguen están construidas según los siguientes criterios: dos tablas dedicadas
a la importación / exportación de materiales, mármol y granito, sin reevaluación en bruto de
los transformados, y dos tablas dedicadas a la importación /exportación por tipo de materiales
intercambiados, brutos y transformados, llevados en bruto donde entren en juego los transformados,
y sin distinción entre calcáreos y silíceos. Las sumas entre tablas son claramente posibles solo de
dos en dos: mármoles + granitos, o brutos + transformados, con coincidencia de los resultados
finales, sólo donde se haya tenido el cuidado de eliminar el pasaje a bruto de los transformados.
De lo contrario, agregando las tablas, se habrán cometido dos errores: el del doble computo de las
cantidades puras y el del computo adicional del pasaje a bruto de los transformados. Así pues la
suma de las importaciones con la suma de las exportaciones no pueden coincidir, por las razones ya
indicadas. Nuestras tablas, repetimos, no son tablas de cruce entre países, si no simplemente tablas
de cuantificación de entradas y salidas, relativas a los sujetos más significativos para el sector.
Ellas constituyen, de todas formas, un instrumento informativo que puede ser usado para hacer
estimados aproximados sobre los movimientos de material en piedra que tienen lugar entre países
al interior del sector, y, en este sentido, consideramos que sean un instrumento útil para aquellos que
habitualmente o por necesidad temporánea quieran compararse con las estadísticas del sector.
87
3. A menudo, los orígenes de los datos, no tienen la misma actualización, o los métodos de cálculo del
periodo no coinciden (por ejemplo el año islámico adoptado por algunos países) y hemos intentado
señalarlo cada vez que esto ocurre. A veces, también hay verdaderas correcciones de los datos
facilitados, y esto produce actualizaciones también entre un año y otro, con revisión continua de los
resultados.
4. Hemos además usado un criterio diferenciado para los países en el calculo de las partidas: a
menudo los métodos de clasificación de las varias oficinas aduaneras son diferentes, y cuando esto
es evidente, hemos corregido las diferencias más visibles. Hemos procurado señalar esto en cada
ocurrencia.
5. La obtención de datos de producción, también de Italia, se hace siempre difícil e incierta. Al lado de
regiones que tienen instrumentos precisos de estimación, hay regiones que renuncian totalmente al
uso de cualquier instrumento de análisis, creando dificultades también para las pocas zonas locales
con buena voluntad. En estos casos hemos intentado hacer una estimación sobre la base de la
marcha coyuntural y de los datos de origen local, pero sabemos que el resultado siempre será un
estimado.
6. Todas las tablas referentes a Italia, tanto en las maquinarias como en la piedra, llevan el dato de
los valores recalculado en miles de Euros. Esta inserción ha supuesto la realización de algunas
operaciones de redondeo y/o de truncamiento, que incluyen un error técnico inevitable: se trata, de
todos modos, de un error muy limitado, que solo se refleja en la última cifra de los totales.
7. La partida “Granulados y polvos” ha sido modificada con la eliminación de un código HS que
contenía datos ya no relevantes para el sector. Por lo tanto, también los valores relativos a los años
anteriores han sido recalculados con el nuevo criterio.
8. La clasificación de los datos del Instituto Nacional de Estadísticas
(ISTAT), relativa a la importación y exportación de tecnologías ha sido
modificada, excluyendo dos partidas consideradas ya poco pertinentes
al sector y dejando espacio a la partida autónoma relativa a las máquinasherramienta para la elaboración de la piedra natural.
9. Las tablas relativas a la Unión Europea y a los demás países de Europa han sido modificadas tras
la extensión de la Unión. Los nuevos países han sido incluidos en las tablas relativas a la Unión
Europea, también para el periodo anterior a la fecha de ingreso en la comunidad, para obtener datos
homogéneos y comparables.
88
indice delle tavole statistiche allegate
annexed statistical tables index
indice de las tablas estadÍsticas anexas
Tav. A
Produzione internazionale di cava
International raw material production
Produccíon internacional de materias primas
Tav. B
Produzione italiana di cava
Italian raw material production
Produccíon italiana de materias primas
Tav. C
Import export internazionali/Lapidei
International import export/Stone materials
Importaciones y exportaciones internacionales/Piedras
C1
C2
C3
C4
marmo
marble
mármol
granito
granite
granito
grezzi
raw materials
brutos/materias primas
lavori riportati a grezzo
processed materials, blocks equivalent
equivalente en bloques de los materiales elaborados
89
Tav. 1
Tav. 2
Tav. 3
Tav. 4
Tav. 5
Tav. 6
Grafici
Graphs
Gráficos
90
Import export italiano/Lapidei
Italian import export/Stone materials
Importaciones y exportaciones italianas/Piedras
Import export italiano per aree geografiche/Lapidei
Italian import export by geographical areas/Stone materials
Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Piedras
Import export italiano per Paesi/Lapidei
Italian import export by countries/Stone materials
Importaciones y exportaciones italianas por países/Piedras
Import export italiano/Macchine
Italian import export/Machinery
Importaciones y exportaciones italianas/Maquinaria
Import export italiano per aree geografiche/Macchine
Italian import export by geographical areas/Machinery
Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Maquinaria
Import export italiano per Paesi/Macchine
Italian import export by countries/Machinery
Importaciones y exportaciones italianas por países/Maquinaria
TAV. A. PRODUZIONE INTERNAZIONALE DI GREZZO (TONN.)
PAESI
ARABIA SAUDITA
BRASILE
CANADA
CINA
CROAZIA
EGITTO
FINLANDIA
FRANCIA
GIORDANIA
GIAPPONE
GRECIA
INDIA*
IRAN
ITALIA
2002
2003
2.004
2005
600.000
1.220.000
1.220.000
nd/na
3.710.000
6.000.000
6.400.000
6.900.000
2006
nd/na
7.500.000
118.325
118.213
129.773
128.382
125.000
18.000.000
18.600.000
20.600.000
21.000.000
21.000.000
177.000
186.000
174.000
175.000
170.000
1.450.000
1.950.000
2.200.000
2.800.000
3.300.000
717.563
631.448
864.677
859.283
860.000
1.235.100
1.231.500
1.189.020
1.200.480
1.200.000
72.641
62.070
65.000
104.018
nd/na
204.283
191.154
178.224
159.508
150.000
2.100.000
2.100.000
2.100.000
2.100.000
2.200.000
12.523.000
14.221.000
15.528.000
17.367.000
19.000.000
9.311.000
10.000.000
10.400.000
10.493.000
10.500.000
10.109.920
10.810.623
10.883.849
10.868.758
280.000
496.004
NORVEGIA
340.000
330.000
340.000
300.000
320.000
POLONIA
823.500
800.000
1.100.000
1.100.000
1.100.000
2.919.751
2.792.545
2.950.190
2.948.732
3.000.000
894.863
888.672
PORTOGALLO
SIRIA
SLOVENIA
692.998
853.834
33.690
35.000
519.973
10.924.008
KAZAKISTAN
400.000
nd/na
nd/na
900.000
40.000
nd/na
SPAGNA
7.616.000
7.625.000
8.573.000
8.743.000
8.900.000
STATI UNITI D’AMERICA
1.260.000
1.340.000
1.460.000
1.510.000
1.530.000
SUD AFRICA
730.600
511.500
574.600
750.000
700.000
TAILANDIA
78.500
101.712
90.540
114.483
69.792
TURCHIA
TOTALE
3.150.000
6.200.000
78.253.871
7.725.000
88.407.603
8.250.000
96.160.709
9.400.000
99.200.316
102.848.800
Tutti i dati in corsivo sono di stima
All data in italics are estimates
Todos los datos en letra cursiva son estimaciones
*: India: i dati sono comprensivi solo di marmo e granito
*: India: data referred only to marble and granite
*: India: los datos relativos a India se refieren unícamente a mármol y granito
91
Note relative alla tavola B:
Tutti i dati in corsivo sono di stima
Molte regioni sono in forte ritardo nella rilevazione dei dati, ed adottano criteri di raccolta e classificazione
dei dati soggetti a variazioni di anno in anno.
Per la Regione Lazio, sono state inserite le produzioni di tufo per gli anni 2005 e 2006.
Notes on Table B:
All data in italics are estimates
Many Regional Governments are late in data collecting, and use data collecting and classifying criteria
which vary from one year to the other.
For the region of Lazio we have included the tuff productions, relating to years 2005and 2006.
Notas para la consulta de la Tabla B:
Todos los datos en letra cursiva son estimaciones
Muchas regiones están en fuerte retraso en la adquisición de los datos y adoptan criterios de recolección
y de clasificación que pueden variar de año en año.
Por la Región Lazio, nos hemos incluydo las producciones de toba por los años 2005 y 2006.
92
TAV. B. PRODUZIONE ITALIANA DI GREZZO (TONN.)
REGIONE
CAMPANIA
VALLE D’AOSTA
PIEMONTE
LOMBARDIA
2005
2006
500.000
450.000
25.722
33.000
600.000
650.000
796.751
800.000
1.136.519
1.200.000
FRIULI V. G.
190.000
190.000
VENETO
640.000
650.000
TRENTINO
LIGURIA
88.726
85.000
1.500.000
1.450.000
217.050
294.645
LAZIO
1.400.000
1.200.000
PUGLIA
1.150.000
1.250.000
SICILIA
1.823.990
1.871.363
800.000
800.000
TOSCANA
MARCHE
SARDEGNA
TOTALE
10.868.758
10.924.008
Fonti: fonti locali ufficiali (Uff. regionali, Associazioni di categoria, ecc..)
93
Note relative alle tavole C
• Austria: l’interscambio con la Germania nell’export blocchi e nell’import blocchi graniti
per l’anno 2004 è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile;
• Cina: l’interscambio con Hong Kong nell’export blocchi graniti è stato modificato,
escludendo una voce non ritenuta affidabile;
• Germania: l’import di granito in blocchi 2002-2003-2004 dalla Norvegia è stato modificato,
escludendo una voce non ritenuta affidabile;
• Iran: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005; 2006: 2005-2006;
• Paesi Bassi: l’import di blocchi di granito dal Belgio è stato escluso, perché ritenuto non
affidabile;
• Regno Unito: l’interscambio di granito in blocchi con la Francia e la Norvegia è stato
escluso, perché ritenuto non affidabile;
• Singapore: l’import di granito blocchi dalla Malesia è stato escluso, perché ritenuto non
affidabile;
• Stati Uniti d’America: l’import blocchi di granito dall’Italia 2003-2004 è stato modificato,
escludendo una voce non ritenuta affidabile.
Notes on tables C
• Austria: trade flows of exported/imported blocks to/from Germany for 2004 have been
changed by removing an assumedly unreliable item;
• China: trade flows of exported blocks of granite to Hong Kong have been changed by
removing an assumedly unreliable item;
• Germany: imported granite blocks from Norway 2002, 2003, 2004 have been changed by
removing an assumedly unreliable item;
• Iran: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005; 2006: 2005-2006;
• Netherlands: import of blocks of granite from Belgium has been removed as assumedly
unreliable;
• United Kingdom: trade flows of granite blocks to/from France and Norway have been
removed as assumedly unreliable;
• Singapore: imported granite blocks from Malaysia have been removed as assumedly
unreliable;
• United States of America: imported granite blocks from Italy 2003-2004 has been modified,
removing an as assumed unreliable item.
94
Notas para la consulta de las tablas C
• Austria: el intercambio con Alemania en la exportación de bloques y en la importación
de bloques de granito para el año 2004 ha sido modificado, excluyendo una partida no
considerada atendible;
• China: el intercambio con Hong Kong en la exportación de bloques de granito ha sido
modificado, excluyendo una partida no considerada atendible;
• Alemania: la importación de granito en bloques 2002-2003-2004 de Noruega ha sido
modificada, excluyendo una partida no considerada atendible;
• Irán: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005; 2006: 2005-2006;
• Holanda: las importaciones de granito en bloques de Bélgica han sido excluidas ya que no
se han considerado atendibles;
• Reino Unido: el intercambio de granito en bloques con Francia y Noruega ha sido excluido
ya que no se ha considerado atendible;
• Singapur: las importaciones de granito en bloques de Malasia han sido excluidas ya que
no se han considerado atendibles;
• Estados Unidos de América: la importación de granito de Italia 2003-2004 ha sido
modificada, excluyendo una partida no considerada atendible.
95
TAV. C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO
Grezzo + lavorati
IMPORT
TOTALE MARMO
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
51.560
66.180
77.780
17,5
50,9
28,4
AUSTRIA
18.530
22.320
18.630
-16,5
0,5
20,5
BELGIO
103.420
106.650
119.850
12,4
15,9
3,1
BRASILE
41.690
47.900
57.290
19,6
37,4
14,9
CANADA
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
EGITTO
FINLANDIA
5.240
9.340
11.240
20,3
114,5
78,2
2.210.960
2.432.700
3.391.850
39,4
53,4
10,0
175.360
213.070
214.570
0,7
22,4
21,5
9.940
8.980
9.560
6,5
-3,8
-9,7
39.660
73.270
nd/na
--
--
84,7
1.390
1.170
1.180
0,9
-15,1
-15,8
FRANCIA
68.220
75.010
83.670
11,5
22,6
10,0
GERMANIA
72.750
76.380
96.670
26,6
32,9
5,0
GIAPPONE
80.810
89.450
72.850
-18,6
-9,9
10,7
GRECIA*
253.120
272.790
293.170
7,5
15,8
7,8
HONG KONG*
137.870
126.430
125.380
-0,8
-9,1
-8,3
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
LITUANIA
7.470
9.340
13.640
46,0
82,6
25,0
14.980
12.210
18.960
55,3
26,6
-18,5
512.060
528.070
691.200
30,9
35,0
3,1
21.820
13.080
19.520
49,2
-10,5
-40,1
124.010
127.530
120.020
-5,9
-3,2
2,8
2.150
1.580
2.377
50,4
10,6
-26,5
NORVEGIA*
2.460
4.130
6.440
55,9
161,8
67,9
PAESI BASSI
30.590
43.080
71.140
65,1
132,6
40,8
nd/na
32.400
40.480
24,9
--
--
PORTOGALLO
39.990
38.720
36.920
-4,6
-7,7
-3,2
REGNO UNITO*
81.900
94.740
112.140
18,4
36,9
15,7
4.210
4.220
4.080
-3,3
-3,1
0,2
RUSSIA
45.990
63.620
69.190
8,8
50,4
38,3
SINGAPORE
33.610
25.950
37.120
43,0
10,4
-22,8
6.080
5.710
5.180
-9,3
-14,8
-6,1
345.850
331.040
353.380
6,7
2,2
-4,3
1.018.010
1.401.090
1.559.220
11,3
53,2
37,6
SUD AFRICA*
24.850
33.140
42.610
28,6
71,5
33,4
SVEZIA*
11.640
10.790
5.920
-45,1
-49,1
-7,3
TAIWAN
210.160
213.690
196.100
-8,2
-6,7
1,7
THAILANDIA
34.930
23.530
30.390
29,2
-13,0
-32,6
TURCHIA
13.260
17.160
nd/na
--
--
29,4
UCRAINA
10.600
11.300
14.210
25,8
34,1
6,6
5.867.140
6.667.760
8.023.927
20,3
36,8
13,6
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA
SPAGNA
STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE
96
TAV. C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO
Grezzo + lavorati
EXPORT
TOTALE MARMO
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
2.040
2.850
3.210
12,6
57,4
39,7
AUSTRIA
5.820
6.430
7.330
14,0
25,9
10,5
BELGIO
75.980
183.450
167.670
-8,6
120,7
141,4
BRASILE
12.020
14.350
12.960
-9,7
7,8
19,4
CANADA
1.270
1.410
4.800
240,4
278,0
11,0
470.030
672.720
934.020
38,8
98,7
43,1
CINA
COREA DEL SUD
640
960
1.380
43,8
115,6
50,0
3.810
1.890
1.500
-20,6
-60,6
-50,4
533.930
720.670
nd/na
--
--
35,0
260
370
260
-29,7
0,0
42,3
13.300
10.330
12.330
19,4
-7,3
-22,3
GERMANIA
6.940
10.190
24.700
142,4
255,9
46,8
GIAPPONE
650
290
1.750
503,4
169,2
-55,4
362.720
335.150
388.420
15,9
7,1
-7,6
64.350
43.780
23.690
-45,9
-63,2
-32,0
475.260
468.210
426.820
-8,8
-10,2
-1,5
110
110
90
-18,2
-18,2
0,0
1.775.670
1.760.720
1.905.990
8,3
7,3
-0,8
13,6
DANIMARCA
EGITTO
FINLANDIA
FRANCIA
GRECIA*
HONG KONG*
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
220
250
250
0,0
13,6
30.260
33.690
47.490
41,0
56,9
11,3
500
120
390
225,0
-22,0
-76,0
NORVEGIA*
4.530
2.990
4.730
58,2
4,4
-34,0
PAESI BASSI
3.710
7.400
20.170
172,6
443,7
99,5
POLONIA
nd/na
540
1.780
229,6
--
--
333.120
358.690
437.740
22,0
31,4
7,7
3.510
3.960
5.020
26,8
43,0
12,8
300
240
220
-8,3
-26,7
-20,0
RUSSIA
7.850
4.980
7.570
52,0
-3,6
-36,6
SINGAPORE
1.610
1.480
2.210
49,3
37,3
-8,1
SLOVENIA
4.240
5.190
6.280
21,0
48,1
22,4
911.750
982.610
1.072.020
9,1
17,6
7,8
62.400
64.870
65.110
0,4
4,3
4,0
SUD AFRICA*
170
180
110
-38,9
-35,3
5,9
SVEZIA*
490
320
330
3,1
-32,7
-34,7
TAIWAN
16.910
13.840
12.030
-13,1
-28,9
-18,2
2.470
1.230
780
-36,6
-68,4
-50,2
TURCHIA
2.281.970
2.668.530
3.206.850
20,2
40,5
16,9
UCRAINA
70
100
310
210,0
342,9
42,9
7.470.880
8.385.090
8.808.310
5,0
17,9
12,2
LIBANO
LITUANIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO*
REPUBBLICA CECA
SPAGNA
STATI UNITI D’AMERICA
THAILANDIA
TOTALE
97
TAV. C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO
Grezzo + lavorati
IMPORT
TOTALE GRANITO
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
9.300
11.670
12.890
10,45
38,60
25,48
AUSTRIA
146.350
160.440
150.460
-6,22
2,81
9,63
BELGIO
450.780
506.320
590.100
16,55
30,91
12,32
BRASILE
740
570
1.740
205,26
135,14
-22,97
CANADA
161.330
205.950
157.530
-23,51
-2,36
27,66
CINA
1.945.680
2.054.250
2.482.530
20,85
27,59
5,58
COREA DEL SUD
1.610.590
1.518.400
1.792.340
18,04
11,28
-5,72
356.120
340.450
341.530
0,32
-4,10
-4,40
1.550
9.060
nd/na
--
--
484,52
DANIMARCA
EGITTO
FINLANDIA
17.430
19.820
14.840
-25,13
-14,86
13,71
FRANCIA
286.310
299.450
360.670
20,44
25,97
4,59
GERMANIA
784.180
788.250
800.460
1,55
2,08
0,52
GIAPPONE
1.309.080
1.337.860
1.282.810
-4,11
-2,01
2,20
GRECIA*
103.300
122.760
162.100
32,05
56,92
18,84
HONG KONG*
122.520
140.730
161.820
14,99
32,08
14,86
0
0
0
--
--
--
37.930
54.870
72.590
32,29
91,38
44,66
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
1.963.300
1.902.590
1.979.080
4,02
0,80
-3,09
KAZAKISTAN
16.350
14.421
40.010
177,44
144,71
-11,80
LIBANO
85.870
75.180
61.270
-18,50
-28,65
-12,45
LITUANIA
21.950
24.990
33.130
32,57
50,93
13,85
NORVEGIA*
32.410
48.280
44.370
-8,10
36,90
48,97
PAESI BASSI
279.720
429.110
451.620
5,25
61,45
53,41
nd/na
319.380
355.880
11,43
--
--
PORTOGALLO
114.550
112.550
102.500
-8,93
-10,52
-1,75
REGNO UNITO*
236.040
263.420
297.810
13,06
26,17
11,60
25.230
28.420
31.570
11,08
25,13
12,64
13,71
POLONIA
REPUBBLICA CECA
RUSSIA
145.260
165.170
216.590
31,13
49,11
SINGAPORE
49.490
63.090
63.240
0,24
27,78
27,48
SLOVENIA
21.350
18.910
22.930
21,26
7,40
-11,43
SPAGNA
952.580
953.030
879.070
-7,76
-7,72
0,05
2.212.680
2.575.090
3.224.000
25,20
45,71
16,38
SUD AFRICA*
29.220
47.620
50.860
6,80
74,06
62,97
SVEZIA*
20.900
30.210
37.120
22,87
77,61
44,55
TAIWAN
1.225.200
2.394.760
1.397.490
-41,64
14,06
95,46
THAILANDIA
139.900
154.190
176.830
14,68
26,40
10,21
TURCHIA
175.610
243.260
nd/na
--
--
38,52
UCRAINA
6.720
8.750
20.520
134,51
205,36
30,21
15.097.520
17.443.271
17.870.300
2,45
18,37
15,54
STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE
98
TAV. C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO
Grezzo + lavorati
EXPORT
TOTALE GRANITO
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
ALBANIA
18.410
34.860
67.200
92,8
265,0
89,4
AUSTRIA
22.740
18.280
18.630
1,9
-18,1
-19,6
BELGIO
BRASILE
CANADA
05/’04
246.490
256.250
256.900
0,3
4,2
4,0
1.485.320
1.771.500
2.171.680
22,6
46,2
19,3
129.160
87.300
113.500
30,0
-12,1
-32,4
6.413.600
7.975.910
8.517.390
6,8
32,8
24,4
COREA DEL SUD
12.820
12.150
10.500
-13,6
-18,1
-5,2
DANIMARCA
13.740
12.620
13.410
6,3
-2,4
-8,2
2.230
5.090
nd/na
--
--
128,3
348.640
376.680
375.830
-0,2
7,8
8,0
91.894
89.110
100.330
12,6
9,2
-3,0
GERMANIA
118.930
116.180
129.580
11,5
9,0
-2,3
GIAPPONE
37.700
53.900
63.080
17,0
67,3
43,0
CINA
EGITTO
FINLANDIA
FRANCIA
GRECIA*
7.540
8.330
5.390
-35,3
-28,5
10,5
HONG KONG*
52.020
67.590
34.180
-49,4
-34,3
29,9
IRAN*
36.130
58.078
65.970
13,6
82,6
60,7
2.030
680
730
7,4
-64,0
-66,5
IRLANDA
ITALIA
1.380.650
1.341.340
1.333.480
-0,6
-3,4
-2,8
KAZAKISTAN
22.990
220
20.670
9295,5
-10,1
-99,0
LIBANO
13.560
16.370
17.130
4,6
26,3
20,7
860
1.100
910
-17,3
5,8
27,9
NORVEGIA*
341.120
288.170
295.580
2,6
-13,4
-15,5
PAESI BASSI
101.740
127.130
155.080
22,0
52,4
25,0
nd/na
137.490
157.050
14,2
--
--
343.110
385.890
391.940
1,6
14,2
12,5
LITUANIA
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO*
6.320
8.170
10.460
28,0
65,5
29,3
10.640
12.030
7.540
-37,3
-29,1
13,1
RUSSIA
8.190
11.030
13.450
21,9
64,2
34,7
SINGAPORE
9.700
4.850
7.390
52,4
-23,8
-50,0
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA
8.650
10.360
16.590
60,1
91,8
19,8
SPAGNA
545.370
531.810
547.890
3,0
0,5
-2,5
STATI UNITI D’AMERICA
189.560
204.820
178.900
-12,7
-5,6
8,1
SUD AFRICA*
680.900
803.370
nd/na
--
--
18,0
SVEZIA*
322.520
155.000
138.540
-10,6
-57,0
-51,9
TAIWAN
29.560
27.640
42.170
52,6
42,7
-6,5
4.150
11.400
16.530
45,0
298,3
174,7
TURCHIA
215.240
228.410
161.420
-29,3
-25,0
6,1
UCRAINA
119.960
147.920
130.690
-11,6
8,9
23,3
13.394.184
15.399.028
15.587.710
1,2
16,4
15,0
THAILANDIA
TOTALE
99
TAV. C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO
IMPORT
TOTALE GREZZO
Variazioni percentuali
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
48.920
64.440
77.190
19,8
57,8
31,7
AUSTRIA
43.530
41.140
38.440
-6,6
-11,7
-5,5
BELGIO
278.430
282.420
310.250
9,9
11,4
1,4
BRASILE
7.940
8.440
11.080
31,3
39,5
6,3
CANADA
91.440
101.540
72.880
-28,2
-20,3
11,0
4.107.650
4.432.760
5.815.140
31,2
41,6
7,9
39.060
29.130
36.100
23,9
-7,6
-25,4
311.210
304.060
290.600
-4,4
-6,6
-2,3
41.210
67.650
nd/na
--
--
64,2
10,5
Paesi / Resto del mondo
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
EGITTO
FINLANDIA
8.950
9.890
6.600
-33,3
-26,3
FRANCIA
214.680
206.820
209.030
1,1
-2,6
-3,7
GERMANIA
276.950
187.090
190.690
1,9
-31,1
-32,4
GIAPPONE
87.180
72.600
58.510
-19,4
-32,9
-16,7
GRECIA*
289.830
311.280
353.890
13,7
22,1
7,4
HONG KONG*
109.890
114.040
135.920
19,2
23,7
3,8
0
0
0
--
--
--
25.170
12.600
17.210
36,6
-31,6
-49,9
2.130.760
2.016.760
2.263.640
12,2
6,2
-5,4
7.130
8.561
13.280
55,1
86,3
20,1
-6,4
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
107.500
100.600
92.760
-7,8
-13,7
LITUANIA
16.040
16.710
23.300
39,4
45,3
4,2
NORVEGIA*
26.050
37.690
26.710
-29,1
2,5
44,7
PAESI BASSI
137.640
247.200
212.830
-13,9
54,6
79,6
nd/na
272.810
276.910
1,5
--
--
PORTOGALLO
82.760
84.960
72.400
-14,8
-12,5
2,7
REGNO UNITO*
140.590
166.810
171.850
3,0
22,2
18,6
7.610
7.810
7.880
0,9
3,5
2,6
RUSSIA
69.360
60.910
63.880
4,9
-7,9
-12,2
SINGAPORE
28.980
31.150
37.160
19,3
28,2
7,5
SLOVENIA
10.740
9.200
7.750
-15,8
-27,8
-14,3
1.102.790
1.064.480
927.150
-12,9
-15,9
-3,5
384.280
401.230
506.700
26,3
31,9
4,4
SUD AFRICA*
14.100
15.380
15.410
0,2
9,3
9,1
SVEZIA*
22.200
30.620
26.170
-14,5
17,9
37,9
TAIWAN
87,7
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SPAGNA
STATI UNITI D’AMERICA
1.308.550
2.455.580
1.449.220
-41,0
10,8
THAILANDIA
173.720
176.880
206.250
16,6
18,7
1,8
TURCHIA
111.810
132.900
nd/na
--
--
18,9
UCRAINA
TOTALE
100
2.500
2.080
2.760
32,7
10,4
-16,8
11.867.150
13.586.221
14.027.540
3,2
18,1
14,5
TAV. C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO
EXPORT
TOTALE GREZZO
Variazioni percentuali
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
ALBANIA
18.830
35.490
68.220
92,2
262,3
88,5
AUSTRIA
11.810
7.930
10.590
33,5
-10,3
-32,9
BELGIO
165.990
270.430
235.920
-12,8
42,1
62,9
BRASILE
838.370
1.019.220
1.258.030
23,4
50,1
21,6
CANADA
77.080
39.770
68.300
71,7
-11,4
-48,4
1.097.560
1.852.850
950.160
-48,7
-13,4
68,8
5.540
5.100
4.530
-11,2
-18,2
-7,9
840
1.280
3.580
179,7
326,2
52,4
EGITTO
536.160
480.610
nd/na
--
--
-10,4
FINLANDIA
324.370
342.370
311.420
-9,0
-4,0
5,5
52.794
47.500
66.850
40,7
26,6
-10,0
GERMANIA
100.290
96.460
114.490
18,7
14,2
-3,8
GIAPPONE
37.170
52.570
63.150
20,1
69,9
41,4
244.380
231.610
279.240
20,6
14,3
-5,2
81.000
90.090
38.170
-57,6
-52,9
11,2
349.990
378.550
319.020
-15,7
-8,8
8,2
50
20
50
150,0
0,0
-60,0
Paesi / Resto del mondo
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
FRANCIA
GRECIA*
HONG KONG*
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
05/’04
940.240
992.120
1.074.100
8,3
14,2
5,5
KAZAKISTAN
22.390
250
20.660
8164,0
-7,7
-98,9
LIBANO
28.810
31.310
44.050
40,7
52,9
8,7
670
390
290
-25,6
-56,7
-41,8
NORVEGIA*
345.090
290.200
298.920
3,0
-13,4
-15,9
PAESI BASSI
44.710
58.070
74.900
29,0
67,5
29,9
nd/na
98.230
121.280
23,5
--
--
432.040
508.100
580.490
14,2
34,4
17,6
REGNO UNITO*
4.840
5.330
6.580
23,5
36,0
10,1
REPUBBLICA CECA
7.940
8.770
4.470
-49,0
-43,7
10,5
12.630
13.720
17.220
25,5
36,3
8,6
3.390
2.420
1.410
-41,7
-58,4
-28,6
54,8
LITUANIA
POLONIA
PORTOGALLO
RUSSIA
SINGAPORE
SLOVENIA
2.810
4.350
5.020
15,4
78,6
1.002.920
1.026.480
1.109.760
8,1
10,7
2,3
172.520
168.800
133.040
-21,2
-22,9
-2,2
SUD AFRICA*
115.490
175.950
102.990
-41,5
-10,8
52,4
SVEZIA*
321.070
154.010
136.950
-11,1
-57,3
-52,0
TAIWAN
8.170
8.060
5.300
-34,2
-35,1
-1,3
THAILANDIA
2.850
2.310
2.170
-6,1
-23,9
-18,9
TURCHIA
1.432.160
1.626.970
1.940.350
19,3
35,5
13,6
UCRAINA
102.240
120.650
102.650
-14,9
0,4
18,0
8.945.204
10.248.340
9.574.320
-6,6
7,0
14,6
SPAGNA
STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE
101
TAV. C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO
IMPORT
TOTALE LAVORATI
RIPORTATI A GREZZO
Variazioni percentuali
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
23.880
26.820
26.960
0,52
12,90
12,31
AUSTRIA
242.700
283.240
261.300
-7,75
7,66
16,70
BELGIO
551.540
661.100
799.400
20,92
44,94
19,86
BRASILE
68.980
80.060
95.900
19,79
39,03
16,06
CANADA
150.260
227.500
191.780
-15,70
27,63
51,40
97.980
108.380
118.480
9,32
20,92
10,61
3.493.780
3.404.680
3.941.620
15,77
12,82
-2,55
109.700
90.740
120.980
33,33
10,28
-17,28
nd/na
29.360
nd/na
--
--
--
19.740
22.200
18.840
-15,14
-4,56
12,46
Paesi / Resto del mondo
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
EGITTO
FINLANDIA
FRANCIA
279.700
335.280
470.620
40,37
68,26
19,87
GERMANIA
1.159.960
1.355.080
1.412.880
4,27
21,80
16,82
GIAPPONE
2.605.420
2.709.420
2.594.300
-4,25
-0,43
3,99
GRECIA*
133.180
168.540
202.760
20,30
52,25
26,55
HONG KONG*
301.000
306.240
302.560
-1,20
0,52
1,74
14.940
18.680
27.280
46,04
82,60
25,03
96,40
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
LITUANIA
55.480
108.960
148.680
36,45
167,99
689.200
827.800
813.280
-1,75
18,00
20,11
62.080
37.880
92.500
144,19
49,00
-38,98
204.760
204.220
177.060
-13,30
-13,53
-0,26
16.120
19.720
24.414
23,80
51,45
22,33
NORVEGIA*
17.640
29.440
48.200
63,72
173,24
66,89
PAESI BASSI
345.340
449.980
619.860
37,75
79,49
30,30
nd/na
157.940
238.900
51,26
--
--
PORTOGALLO
143.560
132.620
134.040
1,07
-6,63
-7,62
REGNO UNITO*
354.700
382.700
476.200
24,43
34,25
7,89
43.660
49.660
55.540
11,84
27,21
13,74
RUSSIA
243.780
335.760
443.800
32,18
82,05
37,73
SINGAPORE
108.240
115.780
126.400
9,17
16,78
6,97
33.380
30.840
40.720
32,04
21,99
-7,61
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SLOVENIA
SPAGNA
391.280
439.180
610.600
39,03
56,05
12,24
5.692.820
7.149.900
8.553.040
19,62
50,24
25,60
SUD AFRICA*
79.940
130.760
156.120
19,39
95,30
63,57
SVEZIA*
20.680
20.760
33.740
62,52
63,15
0,39
TAIWAN
253.620
305.740
288.740
-5,56
13,85
20,55
STATI UNITI D’AMERICA
THAILANDIA
2.220
1.680
1.940
15,48
-12,61
-24,32
TURCHIA
154.120
255.040
nd/na
--
--
65,48
UCRAINA
29.640
35.940
63.940
77,91
115,72
21,26
18.195.020
21.049.620
23.733.374
12,75
30,44
15,69
TOTALE
102
TAV. C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO
EXPORT
TOTALE LAVORATI
RIPORTATI A GREZZO
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
2004
2005
2006
06/’05
06/’04
05/’04
ALBANIA
3.240
4.440
4.380
-1,35
35,19
37,04
AUSTRIA
33.500
33.560
30.740
-8,40
-8,24
0,18
BELGIO
312.960
338.540
377.300
11,45
20,56
8,17
1.317.940
1.533.260
1.853.220
20,87
40,61
16,34
BRASILE
CANADA
106.700
97.880
100.000
2,17
-6,28
-8,27
11.572.140
13.591.560
17.002.500
25,10
46,93
17,45
COREA DEL SUD
15.840
16.020
14.700
-8,24
-7,20
1,14
DANIMARCA
33.420
26.460
22.660
-14,36
-32,20
-20,83
CINA
EGITTO
FINLANDIA
FRANCIA
GERMANIA
GIAPPONE
GRECIA*
HONG KONG*
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
nd/na
490.300
nd/na
--
--
--
49.060
69.360
129.340
86,48
163,64
41,38
104.800
103.880
91.620
-11,80
-12,58
-0,88
51.160
59.820
79.580
33,03
55,55
16,93
2.360
3.240
3.360
3,70
42,37
37,29
251.760
223.740
229.140
2,41
-8,98
-11,13
-39,84
70.740
42.560
39.400
-7,42
-44,30
322.800
295.476
347.540
17,62
7,66
-8,46
4.180
1.540
1.540
0,00
-63,16
-63,16
4.432.160
4.219.880
4.330.740
2,63
-2,29
-4,79
1.640
440
520
18,18
-68,29
-73,17
30.020
37.500
41.140
9,71
37,04
24,92
LITUANIA
1.380
1.660
2.020
21,69
46,38
20,29
NORVEGIA*
1.120
1.920
2.780
44,79
148,21
71,43
121.480
152.920
200.700
31,25
65,21
25,88
nd/na
79.600
75.100
-5,65
--
--
488.380
472.960
498.380
5,37
2,05
-3,16
REGNO UNITO*
9.980
13.600
17.800
30,88
78,36
36,27
REPUBBLICA CECA
6.000
7.000
6.580
-6,00
9,67
16,67
RUSSIA
6.820
4.580
7.600
65,94
11,44
-32,84
PAESI BASSI
POLONIA
PORTOGALLO
SINGAPORE
15.840
7.820
16.380
109,46
3,41
-50,63
SLOVENIA
20.160
22.400
35.700
59,38
77,08
11,11
SPAGNA
908.400
975.880
1.020.300
4,55
12,32
7,43
STATI UNITI D’AMERICA
158.880
201.780
221.940
9,99
39,69
27,00
SUD AFRICA*
1.131.160
1.255.200
nd/na
--
--
10,97
SVEZIA*
3.880
2.620
3.840
46,56
-1,03
-32,47
TAIWAN
76.600
66.840
97.800
46,32
27,68
-12,74
7.540
20.640
30.280
46,71
301,59
173,74
TURCHIA
2.130.100
2.539.940
2.855.840
12,44
34,07
19,24
UCRAINA
35.580
54.740
56.700
3,58
59,36
53,85
23.839.720
27.071.556
29.849.160
10,26
25,21
13,56
THAILANDIA
TOTALE
103
TAV 1 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
Valore
000€
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
603.615
1.660.027
87.583
168.293
150.772
427.637
10.053
17.416
8.843
3.134.239
94.238
368.025
42.670
59.296
19.179
24.610
1.753
13.883
1.000
624.654
104
Tonn.
468.104
1.548.658
59.980
150.680
203.262
553.723
8.286
15.332
16.778
3.024.803
Valore
000€
77.166
325.671
30.464
51.517
25.816
26.446
1.168
12.429
1.490
552.167
EXPORT
2005
2006
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
LAPIDEI
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
Valore
000€
885.009
189.097
1.020.994
943.754
200.625
1.308.107
1.535
20.972
251.991
4.822.084
172.192
49.180
754.819
811.032
37.899
64.841
1.134
13.069
6.490
1.910.656
787.143
205.010
973.639
938.326
197.844
1.321.171
1.278
20.605
329.135
4.774.151
151.621
55.334
674.030
777.982
37.573
60.044
906
13.047
6.413
1.776.950
Differenza in %
Quantità
28,95
7,19
46,02
11,69
-25,82
-22,77
21,33
13,59
-47,29
3,62
Valore
22,12
13,01
40,07
15,10
-25,71
-6,94
50,12
11,69
-32,92
13,13
Differenza in %
Quantità
12,43
-7,76
4,86
0,58
1,41
-0,99
20,11
1,78
-23,44
1,00
Valore
13,57
-11,12
11,99
4,25
0,87
7,99
25,11
0,17
1,21
7,53
TAV 2A ITALIA - EUROPA ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
Valore
000€
EUROPA
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
262.565
339.750
44.252
24.926
27.832
424.839
9.308
4.053
8.690
1.146.215
42.973
62.398
22.245
9.773
3.620
24.374
1.564
9.483
843
177.273
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
84.663
145.441
276.849
609.391
194.638
988.205
1.398
12.594
177.309
2.490.488
Tonn.
199.430
370.607
25.407
26.808
25.319
553.030
7.202
2.343
16.721
1.226.867
Valore
000€
34.481
73.050
14.744
10.381
3.272
26.280
897
8.400
1.382
172.887
EXPORT
2005
2006
EUROPA
LAPIDEI
Valore
000€
37.398
32.903
242.249
467.419
36.143
52.232
1.042
7.388
3.204
879.978
Tonn.
93.550
149.238
252.280
593.438
193.977
1.050.256
1.010
12.138
238.131
2.584.018
Valore
000€
37.753
35.463
205.857
437.910
35.402
50.634
738
7.174
4.197
815.128
Differenza in %
Quantità
31,66
-8,33
74,17
-7,02
9,93
-23,18
29,24
72,98
-48,03
-6,57
Valore
24,63
-14,58
50,87
-5,86
10,64
-7,25
74,30
12,89
-38,99
2,54
Differenza in %
Quantità
-9,50
-2,54
9,74
2,69
0,34
-5,91
38,42
3,76
-25,54
-3,62
Valore
-0,94
-7,22
17,68
6,74
2,09
3,16
41,17
2,98
-23,65
7,96
105
TAV 2B ITALIA - UNIONE EUROPEA ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
UNIONE EUROPEA
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
95.201
185.605
28.172
21.856
10.284
206.727
9.261
3.618
5.255
565.979
16.669
26.534
15.252
7.984
2.213
20.120
1.515
9.155
611
100.053
58.079
191.569
11.037
23.753
11.289
210.993
7.101
2.088
9.186
525.095
UNIONE EUROPEA
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
74.452
92.930
212.360
460.604
165.248
921.301
994
7.356
176.126
2.111.371
Differenza in %
Valore
000€
14.294
27.667
9.217
9.021
2.243
19.404
860
8.200
884
91.790
EXPORT
2005
2006
106
LAPIDEI
Valore
000€
32.841
21.819
170.694
365.544
29.666
47.326
642
4.832
2.969
676.333
Tonn.
75.272
92.746
204.296
451.204
164.358
981.660
666
7.520
237.234
2.214.956
Valore
000€
32.576
24.135
159.538
343.257
29.054
45.764
405
5.013
4.023
643.765
Quantità
63,92
-3,11
155,25
-7,99
-8,90
-2,02
30,42
73,28
-42,79
7,79
Valore
16,62
-4,10
65,49
-11,49
-1,35
3,69
76,10
11,65
-30,88
9,00
Differenza in %
Quantità
-1,09
0,20
3,95
2,08
0,54
-6,15
49,25
-2,18
-25,76
-4,68
Valore
0,81
-9,60
6,99
6,49
2,10
3,41
58,49
-3,62
-26,19
5,06
TAV 2C ITALIA - ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
ALTRI PAESI D`EUROPA
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Valore
000€
Tonn.
167.364
154.145
16.080
3.070
17.548
218.112
47
435
3.435
580.236
26.304
35.864
6.992
1.789
1.407
4.254
49
327
232
77.218
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Tonn.
Differenza in %
Valore
000€
141.351
179.038
14.370
3.055
14.030
342.037
101
255
7.535
701.772
20.187
45.383
5.528
1.360
1.029
6.876
37
200
498
81.098
EXPORT
2005
2006
ALTRI PAESI D`EUROPA
LAPIDEI
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
Valore
000€
10.211
52.511
64.490
148.787
29.390
66.903
403
5.238
1.184
379.117
4.557
11.084
71.555
101.874
6.477
4.907
399
2.557
235
203.645
18.278
56.492
47.984
142.235
29.619
68.596
344
4.617
897
369.062
5.177
11.327
46.318
94.654
6.347
4.869
333
2.161
174
171.360
Quantità
18,40
-13,90
11,90
0,49
25,08
-36,23
-53,47
70,59
-54,41
-17,32
Valore
30,30
-20,97
26,49
31,51
36,79
-38,14
32,61
63,79
-53,42
-4,78
Differenza in %
Quantità
-44,14
-7,05
34,40
4,61
-0,77
-2,47
17,15
13,45
32,00
2,72
Valore
-11,99
-2,15
54,48
7,63
2,05
0,76
20,06
18,29
34,80
18,84
107
TAV 2D ITALIA - AFRICA ANNO 2005/2006
LAPIDEI
IMPORT
2005
2006
AFRICA
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
Valore
000€
250.025
341.348
7.988
1.803
590
0
0
270
0
602.024
27.802
91.600
2.849
2.340
92
0
0
133
1
124.817
188.546
331.438
7.623
612
40
1
0
357
0
528.617
22.307
77.833
2.621
1.305
4
1
0
143
0
104.214
EXPORT
2005
2006
AFRICA
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
108
Differenza in %
Tonn.
263.913
6.696
103.879
18.605
138
242.784
0
430
91
636.536
Valore
000€
27.130
1.694
30.048
9.424
43
8.722
0
101
133
77.295
Tonn.
249.825
18.417
86.534
12.058
380
203.691
27
204
260
571.396
Quantità
32,61
2,99
4,79
194,61
1375,00
-100,00
0,00
-24,37
0,00
13,89
Valore
24,63
17,69
8,71
79,22
2518,77
-100,00
0,00
-7,17
0,00
19,77
Differenza in %
Valore
000€
24.602
2.617
23.418
5.808
99
7.274
21
65
99
64.003
Quantità
5,64
-63,64
20,04
54,30
-63,68
19,19
-100,00
110,78
-65,00
11,40
Valore
10,27
-35,27
28,31
62,25
-56,37
19,91
-100,00
54,83
34,05
20,77
TAV 2E ITALIA - AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
AMERICA SETTENTRIONALE
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Valore
000€
Tonn.
3.324
16.715
528
12.887
0
20
0
0
26
33.500
1.507
5.465
565
9.001
0
9
0
0
22
16.569
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Differenza in %
Valore
000€
1.668
34.980
341
9.722
0
0
0
0
4
46.715
647
10.523
600
7.024
0
2
0
0
12
18.808
EXPORT
2005
2006
AMERICA SETTENTRIONALE
Tonn.
LAPIDEI
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
Valore
000€
19.832
6.951
225.780
264.928
724
33.373
50
5.880
71.392
628.910
13.920
8.234
271.273
288.715
955
1.757
39
4.382
1.576
590.851
21.020
11.198
213.963
273.686
2.255
687
85
7.032
44.980
574.906
16.963
11.356
247.061
288.968
1.187
265
52
4.935
567
571.354
Quantità
99,28
-52,22
54,84
32,56
0,00
0,00
0,00
0,00
550,00
-28,29
Valore
132,95
-48,06
-5,92
28,14
0,00
436,80
0,00
0,00
84,42
-11,91
Differenza in %
Quantità
-5,65
-37,93
5,52
-3,20
-67,89
4757,79
-41,18
-16,38
58,72
9,39
Valore
-17,94
-27,49
9,80
-0,09
-19,52
562,01
-24,62
-11,20
177,97
3,41
109
TAV 2F ITALIA - AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
AMERICA CENTRALE
E DEL SUD
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
13.215
402.196
1.502
23.212
35.989
1.643
217
7.875
0
485.849
4.310
99.557
515
7.130
5.568
20
84
2.874
1
120.059
10.354
260.115
1.002
24.520
68.125
86
361
7.521
0
372.084
AMERICA CENTRALE
E DEL SUD
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
110
Tonn.
15.161
376
39.796
5.218
108
24.171
24
200
301
85.355
Differenza in %
Valore
000€
3.775
64.059
458
6.183
9.934
24
147
2.560
0
87.140
EXPORT
2005
2006
Valore
000€
5.778
219
20.080
4.383
21
1.041
12
147
151
31.832
Tonn.
8.383
485
40.134
4.765
20
22.014
24
259
96
76.180
LAPIDEI
Quantità
27,63
54,62
49,90
-5,33
-47,17
1810,47
-39,89
4,71
0,00
30,58
Valore
14,17
55,42
12,42
15,32
-43,95
-16,84
-42,78
12,26
0,00
37,78
Differenza in %
Valore
000€
3.291
312
18.688
3.144
27
572
11
201
39
26.285
Quantità
80,85
-22,47
-0,84
9,51
440,00
9,80
0,00
-22,78
213,54
12,04
Valore
75,57
-29,92
7,45
39,41
-21,01
81,90
13,26
-27,06
283,68
21,10
TAV 2G ITALIA - VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
VICINO E MEDIO ORIENTE
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Valore
000€
Tonn.
52.863
38.101
5.695
167
69
0
0
0
0
96.895
12.714
11.447
2.927
54
11
0
0
0
0
27.153
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Tonn.
Differenza in %
Valore
000€
41.885
53.145
3.076
402
20
0
0
0
0
98.528
9.814
14.264
1.587
202
2
0
0
0
0
25.869
EXPORT
2005
2006
VICINO E MEDIO ORIENTE
LAPIDEI
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
Valore
000€
131.127
10.316
258.093
28.399
2.995
18.708
3
387
121
450.149
14.812
1.986
111.734
22.497
261
918
3
237
105
152.553
136.999
11.664
259.680
32.257
206
43.946
21
31
43.267
528.071
14.297
2.209
95.556
19.674
176
1.192
15
80
551
133.750
Quantità
26,21
-28,31
85,14
-58,46
245,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-1,66
Valore
29,55
-19,75
84,42
-73,05
471,54
0,00
0,00
0,00
0,00
4,97
Differenza in %
Quantità
-4,29
-11,56
-0,61
-11,96
1353,88
-57,43
-85,71
1148,39
-99,72
-14,76
Valore
3,60
-10,11
16,93
14,35
48,17
-22,93
-80,79
197,67
-81,00
14,06
111
TAV 2H ITALIA - ESTREMO ORIENTE ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
ESTREMO ORIENTE
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
Valore
000€
21.434
516.791
27.563
105.290
86.293
1.121
528
5.218
126
764.364
4.861
95.739
13.493
30.980
9.888
205
105
1.393
133
156.797
24.558
494.009
22.459
88.618
109.759
606
723
5.110
54
745.896
5.589
84.605
10.397
26.421
12.604
139
123
1.326
97
141.301
EXPORT
2005
2006
ESTREMO ORIENTE
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
112
LAPIDEI
Tonn.
Valore
000€
Tonn.
Valore
000€
368.832
19.178
101.869
10.797
1.920
814
0
907
2.666
506.983
71.823
4.029
64.684
8.632
378
167
0
456
1.265
151.434
276.474
13.585
107.207
15.410
964
451
72
179
2.260
416.602
53.899
3.093
69.240
11.386
656
97
47
122
894
139.434
Differenza in %
Quantità
-12,72
4,61
22,73
18,81
-21,38
84,98
-26,97
2,11
133,33
2,48
Valore
-13,03
13,16
29,78
17,25
-21,55
47,04
-14,98
5,04
37,06
10,97
Differenza in %
Quantità
33,41
41,17
-4,98
-29,94
99,17
80,49
-100,00
406,70
17,97
21,70
Valore
33,26
30,28
-6,58
-24,19
-42,29
72,80
-100,00
273,80
41,61
8,61
TAV 2I ITALIA - AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2005/2006
IMPORT
2005
2006
AUSTRALIA E OCEANIA
ALTRI TER.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Valore
000€
Tonn.
186
5.128
54
8
0
0
0
0
0
5.376
71
1.819
76
18
0
0
0
0
0
1.984
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
Tonn.
1.480
139
14.728
6.414
102
52
61
575
111
23.662
Differenza in %
Valore
000€
1.662
4.364
73
0
0
0
0
0
0
6.099
553
1.338
56
0
0
0
0
0
0
1.947
EXPORT
2005
2006
AUSTRALIA E OCEANIA
ALTRI TER.
Tonn.
Valore
000€
1.328
115
14.729
9.884
96
4
37
357
57
26.607
Tonn.
890
424
13.841
6.707
40
126
38
763
141
22.970
LAPIDEI
Quantità
-88,81
17,51
-26,03
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-11,85
Valore
-87,15
35,98
35,29
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1,87
Differenza in %
Valore
000€
799
284
14.162
9.677
26
11
22
469
65
25.515
Quantità
66,29
-67,22
6,41
-4,37
155,00
-58,73
60,53
-24,64
-21,28
3,01
Valore
66,34
-59,57
4,00
2,14
268,43
-64,30
69,70
-23,93
-12,58
4,28
113
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
IMPORT
2005
2006
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
EUROPA
UNIONE EUROPEA
AUSTRIA
BELGIO
CIPRO
DANIMARCA
ESTONIA
FINLANDIA
FRANCIA
GERMANIA
GRECIA
IRLANDA
LETTONIA
LITUANIA
LUSSEMBURGO
MALTA
PAESI BASSI
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
SLOVENIA
SPAGNA
SVEZIA
UNGHERIA
TOTALE UNIONE EUROPEA
124.081
836
127
69
1
70.443
112.423
20.203
21.819
4.481
418
43.815
3.828
43
894
58.236
102.565
1.643
52
565.977
9.781
322
44
31
10.602
18.675
7.599
5.335
1.367
422
10.550
9.653
65
355
2.502
22.287
438
27
100.055
100.726
798
350
417
1
67.635
109.766
25.925
21.232
22
13
4.655
5
47.687
3.308
54
43.958
95.071
3.461
12
525.096
7.865
305
117
162
5
9.764
19.220
8.701
4.519
24
140
1.394
34
9.955
8.621
41
2.156
18.086
666
14
91.789
23,19
4,74
-63,71
-83,38
-44,22
4,15
2,42
-22,07
2,77
-100,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
-3,74
7.974,24
-8,12
15,73
-21,11
0,00
32,48
7,88
-52,51
338,56
7,79
24,37
5,41
-62,14
-80,72
-93,07
8,58
-2,83
-12,67
18,05
-100,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
-1,93
1.124,44
5,97
11,96
57,28
0,00
16,08
23,23
-34,26
92,68
9,01
ALTRI PAESI D`EUROPA
ALBANIA
ANDORRA
ARMENIA
AZERBAIGIAN
BELORUSSIA
BOSNIA-ERZEGOVINA
BULGARIA
CITTA’ DEL VATICANO
CROAZIA
FAER OER
GEORGIA
GIBILTERRA
ISLANDA
ISOLE CANARIE
KAZAKISTAN
KIRGHIZISTAN
KOSOVO
LIECHTENSTEIN
MACEDONIA
MOLDAVIA
MONTENEGRO
NORVEGIA
ROMANIA
RUSSIA
SERBIA
SERBIA E MONTENEGRO
SVIZZERA
TAGIKISTAN
TURCHIA
TURKMENISTAN
UCRAINA
UZBEKISTAN
TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
18.265
18
574
8.854
70.854
75
5.398
40
5.604
277.943
2.688
1.186
398
44.643
127.759
15.937
580.236
1.371
2
127
1.246
8.747
2
5
2.021
30
1.158
27.510
1.207
369
192
6.974
22.351
3.906
77.218
9.030
55
620
5.277
73.585
100
22
31
3.589
6
1.528
415.228
3.129
68
125
549
53.363
117.835
17.634
701.774
475
5
114
790
8.333
30
8
3
14
1.252
15
380
38.676
1.212
54
26
145
8.068
16.952
4.544
81.096
102,28
0,00
-67,61
0,00
0,00
-7,42
67,80
0,00
-3,71
0,00
-100,00
0,00
-100,00
0,00
-41,76
-100,00
0,00
0,00
50,40
574,72
266,77
-33,06
-14,10
1.656,50
218,35
-100,00
-16,34
0,00
8,42
0,00
-9,62
0,00
-17,32
188,53
0,00
-54,19
0,00
0,00
11,38
57,77
0,00
4,96
0,00
-100,00
0,00
-100,00
0,00
-24,89
-100,00
0,00
0,00
61,44
93,60
204,41
-28,87
-0,41
578,30
638,14
-100,00
-13,56
0,00
31,85
0,00
-14,03
0,00
-4,78
1.146.213
177.273
1.226.870
172.885
-6,57
2,54
TOTALE EUROPA
114
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
EXPORT
2005
2006
Tonn.
EUROPA
UNIONE EUROPEA
AUSTRIA
BELGIO
CIPRO
DANIMARCA
ESTONIA
FINLANDIA
FRANCIA
GERMANIA
GRECIA
IRLANDA
LETTONIA
LITUANIA
LUSSEMBURGO
MALTA
PAESI BASSI
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
SLOVENIA
SPAGNA
SVEZIA
UNGHERIA
TOTALE UNIONE EUROPEA
ALTRI PAESI D`EUROPA
ALBANIA
ANDORRA
ARMENIA
AZERBAIGIAN
BELORUSSIA
BOSNIA-ERZEGOVINA
BULGARIA
CITTA’ DEL VATICANO
CROAZIA
FAER OER
GEORGIA
GIBILTERRA
ISLANDA
ISOLE CANARIE
KAZAKISTAN
KIRGHIZISTAN
KOSOVO
LIECHTENSTEIN
MACEDONIA
MOLDAVIA
MONTENEGRO
NORVEGIA
ROMANIA
RUSSIA
SERBIA
SERBIA E MONTENEGRO
SVIZZERA
TAGIKISTAN
TURCHIA
TURKMENISTAN
UCRAINA
UZBEKISTAN
TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
TOTALE EUROPA
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
122.368
204.242
5.981
12.966
2.085
3.919
167.200
675.155
8.568
19.629
1.486
758
6.756
4.768
121.245
30.455
3.912
297.503
17.182
13.408
47.859
117.225
189.545
37.155
2.111.370
45.381
26.653
4.523
11.430
1.908
3.793
70.803
256.370
6.265
12.916
1.407
575
3.812
2.203
26.683
16.350
2.769
73.113
9.497
5.395
11.373
51.286
16.130
15.700
676.335
122.617
195.883
6.729
12.444
2.233
3.657
170.042
769.408
14.263
10.716
1.106
668
6.994
5.093
158.887
27.487
4.145
343.446
15.020
11.703
30.317
118.977
151.793
31.327
2.214.955
46.965
28.241
4.842
10.034
1.906
3.211
64.894
253.325
5.669
9.742
1.035
511
3.928
2.267
26.949
13.035
2.340
69.835
8.042
4.051
9.653
47.866
13.729
11.696
643.766
-0,20
4,27
-11,12
4,19
-6,65
7,18
-1,67
-12,25
-39,92
83,18
34,36
13,39
-3,41
-6,38
-23,69
10,80
-5,63
-13,38
14,40
14,57
57,86
-1,47
24,87
18,61
-4,68
-3,37
-5,62
-6,60
13,91
0,11
18,13
9,11
1,20
10,51
32,58
35,97
12,40
-2,95
-2,83
-0,99
25,43
18,37
4,69
18,09
33,19
17,83
7,15
17,49
34,23
5,06
12.846
21
228
24
343
11.985
3.526
62.983
8
942
2.193
1.044
516
1.332
3.434
300
997
6.781
11.495
29.325
6.533
194.115
22.100
1.326
4.719
379.116
2.687
10
165
85
237
3.087
1.801
20.718
16
1.288
971
2.139
138
1.484
1.115
135
661
6.698
5.122
36.205
2.959
99.354
4
6.980
1.398
8.189
203.646
15.009
136
247
64
1.012
18.066
3.325
91
54.213
238
10
2.462
12
1.601
621
1.267
2.286
337
505
4.644
15.198
22.918
5.146
3.310
182.468
28.900
2.109
2.868
369.063
2.526
229
437
137
359
4.657
1.396
11
17.533
193
31
863
6
1.934
154
1.388
615
174
207
4.606
4.821
20.493
2.275
1.693
90.967
7.662
2.182
3.805
6
171.360
-14,41
-84,23
-7,74
-61,70
-66,11
-33,66
6,05
-100,00
16,18
0,00
296,33
-100,00
-10,93
-100,00
-34,84
0,00
-16,91
5,12
50,25
-10,75
97,52
46,03
-24,37
27,95
26,95
-100,00
6,38
0,00
-23,53
-37,12
64,54
-100,00
2,72
6,39
-95,73
-62,31
-38,01
-34,11
-33,72
29,01
-100,00
18,17
0,00
565,67
-100,00
12,58
-100,00
10,62
0,00
-10,41
6,87
81,14
-22,75
219,34
45,42
6,24
76,67
30,06
-100,00
9,22
0,00
-8,91
-35,92
115,19
-100,00
18,84
2.490.486
879.981
2.584.018
815.126
-3,62
7,96
115
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
IMPORT
2005
2006
Tonn.
AFRICA
AFRICA SETTENTRIONALE
ALGERIA
EGITTO
LIBIA
MAROCCO
SUDAN
TUNISIA
TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
1.294
177.772
55
13.993
65.406
258.520
470
19.810
7
2.330
7.072
29.689
3.071
139.864
28
12.901
41.095
196.959
370
15.350
6
2.394
5.075
23.195
-57,85
27,10
96,76
8,47
0,00
59,16
31,26
26,84
29,06
26,18
-2,69
0,00
39,36
28,00
96
134
122
352
15
11
19
1
46
440
249
42
731
1
81
145
12
239
0,00
0,00
0,00
70.488,24
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-69,44
0,00
-100,00
190,78
0,00
0,00
-51,85
0,00
0,00
0,00
1.282,88
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-86,17
0,00
-100,00
63,29
0,00
0,00
-80,75
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
ANGOLA
CAMERUN
CONGO
ERITREA
ETIOPIA
GABON
GIBUTI
GUINEA EQUATORIALE
KENIA
MADAGASCAR
MALAWI
MAURIZIO
MOZAMBICO
NAMIBIA
SEYCHELLES E DIPENDENZE
SOMALIA
SUD AFRICA
TANZANIA
UGANDA
ZAIRE
ZAMBIA
ZIMBABWE
TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
33.805
53
220
6.569
7
148
18.965
19.155
171.140
486
16
92.589
343.153
8.329
23
173
5.539
1
1.268
4.784
6.325
39.811
303
15
28.509
95.080
41.996
80
358
8.916
16
125
7.458
14.886
190.793
319
65.981
330.928
9.912
15
3
172
6.367
13
996
1.592
5.291
41.026
184
15.211
80.782
-19,50
-100,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-38,46
-26,32
-58,75
18,05
154,27
28,68
0,00
0,00
-10,30
52,46
0,00
0,00
0,00
40,33
3,69
-15,97
-100,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,67
-13,00
-91,00
27,39
200,40
19,56
0,00
0,00
-2,96
65,05
0,00
0,00
0,00
87,42
17,70
TOTALE AFRICA
602.025
124.815
528.618
104.216
13,89
19,77
AFRICA OCCIDENTALE
BENIN
BURKINA FASO
CAPO VERDE
COSTA D’AVORIO
GAMBIA
GHANA
GUINEA
GUINEA - BISSAU
MALI
MAURITANIA
NIGER
NIGERIA
SENEGAL
SIERRA LEONE
TOGO
TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
116
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
EXPORT
2005
2006
Tonn.
AFRICA
AFRICA SETTENTRIONALE
ALGERIA
EGITTO
LIBIA
MAROCCO
SUDAN
TUNISIA
TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
74.151
57.444
154.606
70.435
1.795
243.388
601.819
11.819
8.037
13.919
13.839
1.536
14.578
63.728
59.134
48.002
134.130
58.821
142
239.025
539.254
9.463
7.674
11.652
10.214
183
13.369
52.555
25,40
19,67
15,27
19,74
1.164,62
1,83
11,60
24,90
4,73
19,46
35,48
739,67
9,04
21,26
AFRICA OCCIDENTALE
BENIN
BURKINA FASO
CAPO VERDE
COSTA D’AVORIO
GAMBIA
GHANA
GUINEA
GUINEA - BISSAU
MALI
MAURITANIA
NIGER
NIGERIA
SENEGAL
SIERRA LEONE
TOGO
TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
593
3
22
3.411
2.183
81
52
257
13.769
3.106
331
148
23.956
68
5
16
624
793
34
25
48
14
4.584
618
146
41
7.016
447
6
117
3.895
292
1.017
352
4
347
21
732
10.798
3.188
304
194
21.714
107
1
65
633
128
247
61
11
77
68
116
3.226
769
51
54
5.614
32,45
-57,72
-81,00
-12,44
-100,00
114,61
-77,00
1.258,46
-26,11
-100,00
-99,97
27,52
-2,58
9,12
-23,33
10,33
-36,39
234,52
-75,09
-1,52
-100,00
221,56
-44,64
122,67
-37,64
-100,00
-87,82
42,07
-19,59
183,85
-24,34
24,97
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
ANGOLA
CAMERUN
CONGO
ERITREA
ETIOPIA
GABON
GIBUTI
GUINEA EQUATORIALE
KENIA
MADAGASCAR
MALAWI
MAURIZIO
MOZAMBICO
NAMIBIA
SEYCHELLES E DIPENDENZE
SOMALIA
SUD AFRICA
TANZANIA
UGANDA
ZAIRE
ZAMBIA
ZIMBABWE
TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
365
1.884
580
191
132
1.032
99
625
164
21
107
27
26
26
1
5.112
253
31
41
41
10.758
285
432
550
191
22
793
60
562
160
32
134
14
7
14
2
3.062
181
11
23
18
6.553
76
1.919
597
14
186
733
203
36
54
176
65
5.832
423
25
57
30
10.426
30
589
719
3
29
427
260
35
19
109
34
3.203
326
4
16
31
5.834
383,20
-1,78
-2,83
1.288,82
-28,95
40,75
0,00
208,45
356,87
-61,28
0,00
-39,30
-58,64
0,00
0,00
0,00
-12,35
-40,12
21,52
-28,60
0,00
34,61
3,18
861,27
-26,64
-23,47
5.791,40
-25,37
85,57
0,00
116,03
354,35
64,84
0,00
23,03
-58,41
0,00
0,00
0,00
-4,41
-44,52
186,62
50,28
0,00
-41,23
12,32
636.533
77.297
571.394
64.003
11,40
20,77
TOTALE AFRICA
117
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
IMPORT
2005
2006
Tonn.
AMERICA
AMERICA SETTENTRIONALE
CANADA
STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
5.184
28.316
33.500
2.565
14.004
16.569
9.685
37.029
46.714
5.212
13.596
18.808
-46,47
-23,53
-28,29
-50,78
3,00
-11,91
AMERICA CENTRALE E DEL SUD
ANGUILLA
ANTIGUA E BARBUDA
ARGENTINA
ARUBA
BAHAMAS
BARBADOS
BERMUDE
BOLIVIA
BRASILE
CILE
COLOMBIA
COSTARICA
CUBA
ECUADOR
EL SALVADOR
GIAMAICA
GRENADA
GUATEMALA
HONDURAS
ISOLA BONAIRE
ISOLE CAYMAN
ISOLE TURKS E CAICOS
ISOLE VERGINI BRITANNICHE
ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI
MESSICO
MONTSERRAT
NICARAGUA
PANAMA
PARAGUAY
PERU’
REPUBBLICA DOMINICANA
SAN VINCENZO
SANTA LUCIA
TRINIDAD E TOBAGO
URUGUAY
VENEZUELA
TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
42.178
52
434
431.362
504
23
329
96
52
7.802
27
5
1.797
2
1.178
10
485.851
6.410
6
308
110.481
89
5
45
32
5
2.072
7
8
320
4
264
2
120.058
70.065
335
289.931
39
17
16
165
19
32
8.978
108
50
789
1.024
517
372.085
10.107
335
73.929
25
9
2
70
9
8
2.061
25
8
181
240
131
87.140
0,00
0,00
-39,80
0,00
0,00
0,00
0,00
29,66
48,78
1.177,42
37,66
0,00
1.966,96
0,00
0,00
0,00
0,00
-41,56
0,00
0,00
0,00
169,70
-100,00
0,00
-13,10
-75,05
0,00
0,00
-89,98
127,67
0,00
0,00
0,00
0,00
14,98
-98,14
30,58
0,00
0,00
-36,58
0,00
0,00
0,00
0,00
-7,93
49,44
255,57
-48,31
0,00
2.628,11
0,00
0,00
0,00
0,00
-54,08
0,00
0,00
0,00
-50,58
-100,00
0,00
0,57
-69,78
0,00
0,00
3,92
76,44
0,00
0,00
0,00
0,00
10,37
-98,23
37,78
TOTALE AMERICA
519.351
136.627
418.799
105.948
24,01
28,96
118
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
EXPORT
2005
2006
Tonn.
AMERICA
AMERICA SETTENTRIONALE
CANADA
STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
AMERICA CENTRALE E DEL SUD
ANGUILLA
ANTIGUA E BARBUDA
ARGENTINA
ARUBA
BAHAMAS
BARBADOS
BERMUDE
BOLIVIA
BRASILE
CILE
COLOMBIA
COSTARICA
CUBA
ECUADOR
EL SALVADOR
GIAMAICA
GRENADA
GUATEMALA
HONDURAS
ISOLA BONAIRE
ISOLE CAYMAN
ISOLE TURKS E CAICOS
ISOLE VERGINI BRITANNICHE
ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI
MESSICO
MONTSERRAT
NICARAGUA
PANAMA
PARAGUAY
PERU’
REPUBBLICA DOMINICANA
SAN VINCENZO
SANTA LUCIA
TRINIDAD E TOBAGO
URUGUAY
VENEZUELA
TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
TOTALE AMERICA
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
40.541
588.370
628.911
35.856
554.996
590.852
45.621
529.285
574.906
39.596
531.757
571.353
-11,14
11,16
9,39
-9,44
4,37
3,41
42
53
4.352
294
245
142
44
40.123
2.756
3.009
95
273
793
42
173
106
200
416
393
6
40
10.138
54
3
4.117
892
3.165
149
205
245
1.169
11.619
85.353
37
53
1.944
480
393
213
17
8.715
1.156
1.094
95
267
429
27
165
72
108
337
420
17
58
6.589
42
6
1.633
526
1.101
184
282
151
466
4.756
31.833
2
12
5.066
23
47
299
243
125
36.247
2.981
3.389
206
179
1.383
93
271
21
41
109
150
405
16
19
36
9.137
54
60
1.782
9
875
1.180
105
43
212
1.086
10.275
76.181
1
25
2.123
7
118
565
317
31
6.550
1.340
1.216
155
300
518
23
194
13
30
66
74
499
58
18
42
5.410
29
60
978
8
482
697
201
68
120
423
3.526
26.285
2.505,00
358,38
-14,10
-100,00
522,74
-18,01
-41,56
-64,51
10,69
-7,52
-11,21
-53,76
52,53
-42,67
-54,41
-36,25
-100,00
157,56
83,01
177,46
-2,95
-100,00
-67,13
12,76
10,95
-0,65
-94,59
131,00
-100,00
1,89
168,27
41,19
375,22
15,78
7,63
13,08
12,04
3.006,96
115,05
-8,45
-100,00
307,89
-30,47
-32,88
-45,89
33,06
-13,73
-10,04
-38,68
-11,22
-17,20
15,40
-14,80
-100,00
138,97
61,89
358,00
-15,81
-100,00
-4,52
36,08
21,79
43,03
-90,60
66,98
-100,00
9,15
57,95
-8,22
312,23
26,53
10,27
34,88
21,11
714.264
622.685
651.087
597.638
9,70
4,19
119
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
IMPORT
2005
2006
Tonn.
ASIA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ARABIA SAUDITA
BAHRAIN
EMIRATI ARABI UNITI
GAZA E GERICO
GIORDANIA
IRAK
IRAN
ISRAELE
KUWAIT
LIBANO
OMAN
QATAR
SIRIA
YEMEN
TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
27.658
62
2.964
39
47.826
3.840
13.180
250
1.075
96.894
6.533
1
93
503
22
16.357
1.435
1.892
198
119
27.153
41.780
132
2.121
137
41.834
4.172
40
6.558
55
1.699
98.528
9.969
159
402
25
12.295
1.960
6
849
27
178
25.870
-33,80
0,00
-53,03
39,76
-71,36
0,00
14,32
-7,96
-100,00
100,98
353,70
0,00
-36,71
0,00
-1,66
-34,46
0,00
-41,22
25,11
-10,62
0,00
33,05
-26,77
-100,00
122,75
620,00
0,00
-32,81
0,00
4,96
ESTREMO ORIENTE
AFGANISTAN
BANGLADESH
BHUTAN
BRUNEI
CAMBOGIA (CAMPUCEA)
CINA
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
FILIPPINE
GIAPPONE
HONG KONG
INDIA
INDONESIA
LAOS
MACAO
MALAYSIA
MALDIVE
NEPAL
PAKISTAN
SINGAPORE
SRI LANKA
TAILANDIA
TAIWAN
VIETNAM
TOTALE ESTREMO ORIENTE
202.720
127
261
976
3
531.850
661
209
5.116
2.930
311
660
18.540
764.364
42.535
134
375
220
60
107.553
478
28
1
1.409
7
782
155
431
2.627
156.795
196.719
36
419
41
172
528.697
573
460
11
4.424
1
1.034
68
568
12.671
745.894
4
39.952
53
429
37
90
96.183
433
88
5
1.132
4
305
139
513
1.936
141.303
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
3,05
0,00
254,24
-37,62
2.283,89
-97,98
0,60
15,36
0,00
-100,00
1.740,81
0,00
0,00
15,65
-30,52
183,48
358,99
16,21
46,31
2,48
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
6,46
0,00
152,75
-12,59
499,76
-33,04
11,82
10,39
0,00
-100,00
528,06
0,00
0,00
24,55
55,94
156,84
11,33
-16,01
35,73
10,96
TOTALE ASIA
861.258
183.948
844.422
167.173
1,99
10,04
120
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
EXPORT
2005
2006
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
ASIA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ARABIA SAUDITA
BAHRAIN
EMIRATI ARABI UNITI
GAZA E GERICO
GIORDANIA
IRAK
IRAN
ISRAELE
KUWAIT
LIBANO
OMAN
QATAR
SIRIA
YEMEN
TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
126.482
3.044
86.196
63
47.068
322
19.915
49.816
51.408
1.351
12.663
48.937
2.885
450.150
42.200
2.162
55.364
10
3.385
252
5.138
21.237
7.606
1.290
9.462
3.568
879
152.553
156.191
1.337
107.533
2.857
47.795
2.760
87
44.831
41.097
54.374
1.871
16.183
47.285
3.871
528.072
48.160
645
33.689
71
3.291
180
225
5.428
16.647
8.437
1.142
11.535
3.090
1.212
133.752
-19,02
127,64
-19,84
-97,80
-1,52
-100,00
270,64
-55,58
21,22
-5,45
-27,79
-21,75
3,49
-25,47
-14,76
-12,38
235,20
64,34
-85,93
2,85
-100,00
12,15
-5,33
27,57
-9,85
12,99
-17,97
15,47
-27,43
14,06
ESTREMO ORIENTE
AFGANISTAN
BANGLADESH
BHUTAN
BRUNEI
CAMBOGIA (CAMPUCEA)
CINA
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
FILIPPINE
GIAPPONE
HONG KONG
INDIA
INDONESIA
LAOS
MACAO
MALAYSIA
MALDIVE
NEPAL
PAKISTAN
SINGAPORE
SRI LANKA
TAILANDIA
TAIWAN
VIETNAM
TOTALE ESTREMO ORIENTE
3.004
274
726
161
241.208
175
19.099
105
23.253
30.983
93.808
15.659
767
2.927
939
1.785
4.222
13.067
8.011
46.422
389
506.984
354
64
1.042
302
41.865
469
15.622
50
17.785
14.558
21.867
9.891
492
1.094
138
601
3.750
2.613
6.623
12.037
217
151.434
9
2.305
63
264
7
156.421
26.624
242
29.482
39.120
68.956
16.238
54
658
4.116
1
395
1.649
10.755
7.494
7.852
43.798
98
416.601
37
261
35
337
26
27.161
18.233
129
22.307
15.891
15.631
8.824
11
324
950
24
62
582
10.101
1.447
5.789
11.213
57
139.432
-100,00
30,31
335,43
174,80
2.350,90
54,20
0,00
-28,27
-56,62
-21,13
-20,80
36,04
-3,57
-100,00
16,63
-28,89
-100,00
137,80
8,24
-60,74
74,36
2,02
5,99
295,29
21,70
-100,00
35,92
80,09
209,10
1.045,90
54,14
0,00
-14,32
-61,15
-20,27
-8,39
39,90
12,09
-100,00
51,87
15,13
-100,00
120,66
3,27
-62,88
80,62
14,41
7,35
282,43
8,61
TOTALE ASIA
957.134
303.987
944.673
273.184
1,32
11,28
121
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
IMPORT
2005
2006
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
ASSENTE
AUSTRALIA
FIGI
GUAM
MARIANNE SETTENTRIONALI
NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE
NUOVA ZELANDA
POLINESIA FRANCESE
SAMOA AMERICANA
TOTALE ASSENTE
5.375
5.375
1.983
1.983
6.099
6.099
1.947
1.947
-11,86
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-11,87
1,87
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1,85
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
5.375
1.983
6.099
1.947
-11,87
1,85
DIVERSI
ASSENTE
PAESI NON DETERMINATI EXTRA
TOTALE ASSENTE
14
14
2
2
-
-
0,00
0,00
0,00
0,00
TOTALE DIVERSI
14
2
-
-
0,00
0,00
3.134.236
624.648
3.024.808
552.169
3,62
13,13
TOTALE GENERALE
122
TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
LAPIDEI
EXPORT
2005
2006
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
ASSENTE
AUSTRALIA
FIGI
GUAM
MARIANNE SETTENTRIONALI
NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE
NUOVA ZELANDA
POLINESIA FRANCESE
SAMOA AMERICANA
TOTALE ASSENTE
21.567
8
2
1.933
152
23.662
24.448
21
1
3
2.016
119
26.608
20.680
10
2
1
2
2.182
74
20
22.971
23.060
30
16
10
3
2.358
27
10
25.514
4,29
-16,84
-28,02
-100,00
-100,00
-11,41
103,93
-100,00
3,01
6,02
-29,45
-93,95
-100,00
-9,61
-14,49
335,61
-100,00
4,29
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
23.662
26.608
22.971
25.514
3,01
4,29
DIVERSI
ASSENTE
PAESI NON DETERMINATI EXTRA
TOTALE ASSENTE
2
2
103
103
6
6
1.480
1.480
-60,95
-66,67
-93,04
-93,04
TOTALE DIVERSI
2
103
6
1.480
-66,67
-93,04
4.822.081
1.910.661
4.774.149
1.776.945
1,00
7,53
TOTALE GENERALE
123
TAV 4 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
2006
MACCHINE
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
758
4.373
MACCHINE DA TAGLIO
924
Valore
000€
6.443
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
149
1.181
109
1.175
2.248
14.019
21.643
663
1.530
Tonn.
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
2006
22.202
8.437
88.132
8.246
26.676
57.315
214.569
442.418
25.191
54.545
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER
LAVORAZIONE E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
124
Quantità
Valore
21,90
47,36
794
36,70
48,65
7.172
12.339
77,23
46,93
95,46
75,40
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
21.108
145.010
Valore
000€
139.717
Differenza in %
Differenza in %
Quantità
Valore
5,18
-3,65
79.132
2,32
11,37
201.552
425.694
5,90
5,08
6,46
3,93
TAV 5A ITALIA - EUROPA ANNO 2005/2006
MACCHINE
2006
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
413
2.848
MACCHINE DA TAGLIO
581
Valore
000€
5.159
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
100
851
70
752
1.433
11.351
17.361
459
942
EUROPA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
Tonn.
2006
EUROPA
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
10.137
3.512
41.620
2.918
7.819
21.468
82.324
192.281
7.962
18.257
Tonn.
Quantità
Valore
40,68
81,12
609
42,86
39,81
5.933
9.390
63,83
52,12
91,32
84,89
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
7.377
55.187
Valore
000€
68.337
Differenza in %
Differenza in %
Quantità
Valore
37,41
23,83
33.879
20,36
22,85
78.034
167.100
-1,80
17,59
5,50
15,07
125
TAV 5B ITALIA - UNIONE EUROPEA ANNO 2005/2006
2006
UNIONE EUROPEA
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
MACCHINE
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
363
2.575
530
Valore
000€
3.561
51
558
33
567
1.148
8.029
12.148
349
745
Tonn.
2006
MACCHINE DA TAGLIO
5.547
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
2.528
32.558
1.929
4.564
12.639
55.664
131.305
4.510
10.868
UNIONE EUROPEA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
126
Tonn.
Quantità
Valore
46,01
38,28
409
54,55
36,40
4.780
7.764
62,46
54,09
67,96
56,46
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
4.429
35.020
Valore
000€
43.083
Differenza in %
Differenza in %
Quantità
Valore
25,24
23,02
23.727
31,05
37,22
52.930
111.677
1,20
16,30
5,17
17,58
TAV 5C ITALIA - ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO ANNO 2005/2006
2006
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
50
273
MACCHINE DA TAGLIO
51
Valore
000€
1.598
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
49
293
37
185
285
3.322
5.213
110
197
ALTRI PAESI D`EUROPA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
Tonn.
2006
ALTRI PAESI D`EUROPA
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
4.590
984
9.062
990
3.254
8.828
26.660
60.976
3.452
7.390
Tonn.
Differenza in %
Quantità
Valore
2,00
485,25
200
32,43
46,79
1.153
1.626
68,18
44,67
188,18
220,68
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
2.948
20.167
Valore
000€
25.254
MACCHINE
Differenza in %
Quantità
Valore
55,70
25,23
10.152
-0,61
-10,73
25.104
55.423
-5,74
19,46
6,20
10,02
127
TAV 5D ITALIA - AFRICA ANNO 2005/2006
MACCHINE
2006
AFRICA
MACCHINE DA TAGLIO
24
Valore
000€
30
0
0
0
32
56
74
104
29
52
Tonn.
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
23
25
2006
MACCHINE DA TAGLIO
2.544
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
1.069
5.588
605
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
4.278
7.891
18.063
33.202
5.001
7.926
AFRICA
128
Tonn.
Quantità
Valore
4,35
17,91
0
0,00
0,00
74
99
10,35
7,69
-0,90
3,86
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
2.320
10.635
Valore
000€
9.551
Differenza in %
Differenza in %
Quantità
Valore
9,66
-10,20
2.386
76,69
134,16
23.426
36.447
-14,46
-0,44
-22,89
-8,91
TAV 5E ITALIA - AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2005/2006
2006
AMERICA SETTENTRIONALE
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
36
299
34
Valore
000€
161
0
19
17
41
75
645
825
10
63
Tonn.
2006
MACCHINE DA TAGLIO
2.087
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
1.476
20.631
1.210
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
2.416
5.979
31.158
76.118
1.847
4.856
Tonn.
Differenza in %
Quantità
Valore
-5,56
-45,98
114
-100,00
-83,21
213
626
310,00
19,05
202,60
31,84
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
1.799
22.893
Valore
000€
24.329
AMERICA SETTENTRIONALE
MACCHINE
Differenza in %
Quantità
Valore
16,01
6,27
14.292
21,98
44,35
23.153
60.338
30,81
23,13
34,58
26,15
129
TAV 5F ITALIA - AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2005/2006
2006
AMERICA CENTRALE
E DEL SUD
MACCHINE DA TAGLIO
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
27
43
8
Valore
000€
55
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
0
0
5
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
0
8
0
55
0
32
Tonn.
2006
AMERICA CENTRALE
E DEL SUD
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
130
1.644
809
5.475
1.125
2.529
4.982
15.780
27.663
1.956
5.256
Tonn.
Differenza in %
Quantità
Valore
-70,37
26,74
12
-100,00
-100,00
4
59
0,00
-75,00
-100,00
-6,34
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
2.175
9.729
Valore
000€
6.408
MACCHINE
Differenza in %
Quantità
Valore
-24,41
-34,14
6.154
-28,09
-11,04
12.643
28.526
29,29
-5,21
24,82
-3,03
TAV 5G ITALIA - VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2005/2006
2006
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
26
128
MACCHINE DA TAGLIO
32
Valore
000€
156
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
28
250
0
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
19
79
13
419
21
47
VICINO E MEDIO ORIENTE
Tonn.
2006
VICINO E MEDIO ORIENTE
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
2.661
773
8.769
1.307
3.608
7.042
25.865
50.948
4.892
10.387
Differenza in %
Quantità
Valore
23,08
21,52
0
0,00
0,00
153
281
-9,52
68,09
-91,41
48,83
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
4.188
31.640
Valore
000€
16.314
Tonn.
MACCHINE
Differenza in %
Quantità
Valore
-36,46
-48,44
15.065
-40,86
-41,79
39.173
85.878
-26,25
-32,20
-33,97
-40,67
131
TAV 5H ITALIA - ESTREMO ORIENTE ANNO 2005/2006
2006
ESTREMO ORIENTE
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
132
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
233
1.029
232
Valore
000€
858
21
61
18
331
584
1.915
2.834
144
395
Tonn.
2006
ESTREMO ORIENTE
MACCHINE
2.986
658
3.743
926
5.855
9.499
39.081
55.825
3.294
7.372
Tonn.
Quantità
Valore
-0,43
-16,57
60
16,67
1,43
793
1.882
129,86
47,85
141,41
50,61
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
3.152
13.610
Valore
000€
13.001
Differenza in %
Differenza in %
Quantità
Valore
-5,27
-4,47
5.113
-28,94
-26,80
21.572
40.295
77,75
28,85
81,17
38,54
TAV 5I ITALIA - AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2005/2006
2006
AUSTRALIA E OCEANIA
ALTRI TER.
MACCHINE DA TAGLIO
13
Valore
000€
25
0
0
0
0
13
21
46
0
0
Tonn.
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
2006
AUSTRALIA E OCEANIA
ALTRI TER.
MACCHINE DA TAGLIO
IMPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
0
1
143
MACCHINE PER LAVORAZIONE
E LEVIGATURA
140
2.295
155
MACCHINE UTENSILI
TOTALE GENERALE
169
452
2.234
6.301
239
490
Tonn.
Differenza in %
Quantità
Valore
0,00
3268,41
0
0,00
0,00
1
2
0,00
0,00
1397,38
2056,65
EXPORT
2005
Valore
Tonn.
000€
96
1.316
Valore
000€
1.772
MACCHINE
Differenza in %
Quantità
Valore
48,96
34,65
2.241
-9,68
2,41
3.474
7.031
-29,29
-7,76
-35,70
-10,39
133
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
IMPORT
2005
2006
Tonn.
EUROPA
UNIONE EUROPEA
AUSTRIA
BELGIO
CIPRO
DANIMARCA
ESTONIA
FINLANDIA
FRANCIA
GERMANIA
GRECIA
IRLANDA
LETTONIA
LITUANIA
LUSSEMBURGO
MALTA
PAESI BASSI
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
SLOVENIA
SPAGNA
SVEZIA
UNGHERIA
TOTALE UNIONE EUROPEA
ALTRI PAESI D`EUROPA
ALBANIA
ARMENIA
AZERBAIGIAN
BELORUSSIA
BOSNIA-ERZEGOVINA
BULGARIA
CROAZIA
GEORGIA
ISLANDA
KAZAKISTAN
KIRGHIZISTAN
KOSOVO
LIECHTENSTEIN
MACEDONIA
MOLDAVIA
MONTENEGRO
NORVEGIA
ROMANIA
RUSSIA
SERBIA
SERBIA E MONTENEGRO
SVIZZERA
TAGIKISTAN
TURCHIA
TURKMENISTAN
UCRAINA
UZBEKISTAN
TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
TOTALE EUROPA
134
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
123
54
26
234
361
4
81
31
23
20
18
1
165
8
1.149
2.210
1.520
1
332
1.057
3.658
40
611
392
415
60
254
12
1.374
212
12.148
43
17
136
153
31
42
107
5
43
1
5
153
9
745
1.087
193
2
948
2.705
190
262
525
54
613
17
26
964
179
7.765
188,20
224,03
0,00
-7,50
0,00
13.490,53
71,98
135,63
0,00
0,00
0,00
0,00
161,37
0,00
-26,05
-78,90
285,51
-57,25
0,00
-100,00
-77,86
7,62
-16,53
0,00
54,23
103,32
686,40
0,00
96,00
0,00
22.010,53
11,57
35,23
0,00
0,00
0,00
0,00
221,36
0,00
49,73
-20,91
10,84
-58,56
0,00
-100,00
-52,19
42,53
18,18
0,00
56,45
1
1
15
6
5
4
8
226
19
2
287
16
7
4
237
362
16
18
1
13
4.383
111
46
5.214
1
7
31
1
1
8
2
2
119
22
2
196
74
61
53
77
1
27
21
32
1.084
193
3
1.626
17,90
0,00
0,00
0,00
0,00
-89,75
-52,18
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
351,86
-100,00
0,00
0,00
-45,39
51,14
-99,51
0,00
0,00
90,66
0,00
-14,35
0,00
-15,00
0,00
46,43
-78,92
0,00
0,00
0,00
0,00
-94,07
349,17
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
367,81
-100,00
0,00
0,00
-41,26
-12,23
-96,48
0,00
0,00
304,26
0,00
-42,68
0,00
1.444,00
0,00
220,66
1.436
17.362
941
9.391
52,60
84,88
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
EXPORT
2005
2006
Tonn.
EUROPA
UNIONE EUROPEA
AUSTRIA
BELGIO
CIPRO
DANIMARCA
ESTONIA
FINLANDIA
FRANCIA
GERMANIA
GRECIA
IRLANDA
LETTONIA
LITUANIA
LUSSEMBURGO
MALTA
PAESI BASSI
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
SLOVENIA
SPAGNA
SVEZIA
UNGHERIA
TOTALE UNIONE EUROPEA
ALTRI PAESI D`EUROPA
ALBANIA
ARMENIA
AZERBAIGIAN
BELORUSSIA
BOSNIA-ERZEGOVINA
BULGARIA
CROAZIA
GEORGIA
ISLANDA
KAZAKISTAN
KIRGHIZISTAN
KOSOVO
LIECHTENSTEIN
MACEDONIA
MOLDAVIA
MONTENEGRO
NORVEGIA
ROMANIA
RUSSIA
SERBIA
SERBIA E MONTENEGRO
SVIZZERA
TAGIKISTAN
TURCHIA
TURKMENISTAN
UCRAINA
UZBEKISTAN
TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
TOTALE EUROPA
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
97
1.166
120
99
46
67
1.029
837
935
476
18
14
67
25
265
799
806
937
128
26
98
4.006
546
33
12.640
1.034
12.023
1.211
684
715
728
12.609
9.934
9.707
4.326
182
154
453
354
2.691
6.341
7.328
14.094
1.601
293
1.291
42.087
1.123
342
131.305
98
438
100
64
31
74
1.062
889
742
278
15
10
35
40
270
273
1.030
1.516
72
43
196
3.478
90
24
10.868
1.075
5.650
1.051
809
318
851
12.617
10.084
8.140
2.770
130
137
394
644
3.011
2.035
7.826
17.638
1.039
141
1.372
32.521
1.171
255
111.679
-0,36
166,05
19,82
54,36
49,03
-9,53
-3,07
-5,82
26,07
70,90
20,07
35,06
91,77
-38,31
-1,84
192,78
-21,75
-38,20
76,75
-39,78
-49,93
15,19
508,51
35,45
16,31
-3,80
112,80
15,27
-15,48
125,09
-14,45
-0,06
-1,49
19,25
56,18
39,71
11,91
15,17
-44,94
-10,62
211,57
-6,36
-20,09
54,03
106,94
-5,88
29,42
-4,08
34,34
17,57
358
113
134
240
269
687
40
26
187
1
2
24
19
51
133
621
1.213
111
275
17
3.667
53
587
8.828
1.128
918
6
1.644
170
1.353
3.172
455
464
1.625
10
1
5
156
82
161
1.710
3.665
12.461
564
3.769
138
20.411
1.024
5.883
1
60.976
191
107
26
20
107
280
475
4
8
63
5
1
79
6
4
80
718
1.643
62
56
367
2.188
574
324
7.388
439
1.318
78
120
259
3.620
2.847
39
61
769
6
54
420
96
28
978
3.354
13.074
207
277
4.258
9
15.406
4.078
3.629
55.424
87,09
5,77
-98,75
576,57
123,60
-4,08
44,40
850,48
234,03
195,89
0,00
-62,26
-61,77
-69,87
191,58
1.293,81
67,18
-13,57
-26,15
80,09
-100,00
-25,13
7.883,72
67,58
0,00
2,18
-99,95
19,49
156,96
-30,35
-92,34
1.273,84
-34,27
-62,63
11,44
1.063,47
661,02
111,24
0,00
-85,00
-90,08
-62,82
-14,90
473,96
74,90
9,29
-4,69
172,30
-100,00
-11,48
1.363,96
32,49
0,00
44,28
-99,96
10,02
21.468
192.281
18.256
167.103
17,59
15,07
135
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
IMPORT
2005
2006
Tonn.
AFRICA
AFRICA SETTENTRIONALE
ALGERIA
EGITTO
LIBIA
MAROCCO
SUDAN
TUNISIA
TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
20
20
69
69
23
15
38
25
3
28
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
-47,37
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
146,43
-
-
-
-
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
CAMERUN
CONGO
ERITREA
ETIOPIA
GUINEA EQUATORIALE
KENIA
MADAGASCAR
MALAWI
MAURIZIO
MOZAMBICO
NAMIBIA
SEYCHELLES E DIPENDENZE
SUD AFRICA
TANZANIA
UGANDA
ZAMBIA
ZIMBABWE
TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
36
36
35
35
14
14
71
71
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
157,14
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-50,70
TOTALE AFRICA
56
104
52
99
7,69
5,05
AFRICA OCCIDENTALE
BENIN
BURKINA FASO
CAPO VERDE
COSTA D’AVORIO
GAMBIA
GHANA
MALI
MAURITANIA
NIGERIA
SENEGAL
TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
136
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
EXPORT
2005
2006
Tonn.
AFRICA
AFRICA SETTENTRIONALE
ALGERIA
EGITTO
LIBIA
MAROCCO
SUDAN
TUNISIA
TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
1.479
3.516
442
846
4
685
6.972
6.849
11.341
2.641
3.355
47
3.101
27.334
1.480
2.855
575
1.538
36
300
6.784
7.791
9.254
2.727
7.959
187
1.001
28.919
-0,08
23,15
-23,07
-44,98
-90,20
128,11
2,77
-12,09
22,55
-3,15
-57,85
-75,11
209,67
-5,48
AFRICA OCCIDENTALE
BENIN
BURKINA FASO
CAPO VERDE
COSTA D’AVORIO
GAMBIA
GHANA
MALI
MAURITANIA
NIGERIA
SENEGAL
TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
1
6
2
21
5
4
188
45
272
8
58
19
12
55
41
735
68
996
137
6
2
2
2
37
129
9
324
877
49
1
2
35
327
795
6
2.092
0,00
-95,85
-69,75
989,47
-100,00
157,83
-100,00
0,00
46,63
379,31
-16,05
0,00
-93,40
-60,42
1.597,14
-100,00
60,62
-100,00
0,00
-7,49
1.078,50
-52,39
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
CAMERUN
CONGO
ERITREA
ETIOPIA
GUINEA EQUATORIALE
KENIA
MADAGASCAR
MALAWI
MAURIZIO
MOZAMBICO
NAMIBIA
SEYCHELLES E DIPENDENZE
SUD AFRICA
TANZANIA
UGANDA
ZAMBIA
ZIMBABWE
TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
2
2
5
179
132
9
5
4
2
3
283
20
646
27
8
4
1.375
30
89
2
14
26
38
1
3.025
2
230
4.871
3
95
10
7
302
7
18
334
36
6
1
819
60
3
500
172
63
471
73
3
181
3.330
530
14
32
5
5.437
-17,67
733,00
0,00
88,99
1.260,73
30,53
-98,43
0,00
-71,02
-100,00
-81,76
0,00
-15,26
-100,00
-99,16
-100,00
6.733,33
-21,12
-54,62
218,65
0,00
175,12
-82,54
40,75
-99,65
0,00
-64,44
-100,00
-78,98
0,00
-9,16
-100,00
-81,77
-100,00
4.674,36
-10,41
7.890
33.201
7.927
36.448
-0,47
-8,91
TOTALE AFRICA
137
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
IMPORT
2005
2006
Tonn.
AMERICA
AMERICA SETTENTRIONALE
CANADA
S.PIERRE E MIQUELON
STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
75
75
826
826
12
52
64
25
601
626
-100,00
0,00
44,44
17,19
-100,00
0,00
37,42
31,95
AMERICA CENTRALE E DEL SUD
ARGENTINA
ARUBA
BERMUDE
BOLIVIA
BRASILE
CILE
8
-
55
-
-
4
-
0,00
0,00
0,00
0,00
7.088,18
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1.374,19
0,00
COLOMBIA
COSTARICA
CUBA
DOMINICA
ECUADOR
GRENADA
GUATEMALA
HONDURAS
ISOLA BONAIRE
ISOLE TURKS E CAICOS
ISOLE VERGINI BRITANNICHE
MESSICO
NICARAGUA
PANAMA
PARAGUAY
PERU’
REPUBBLICA DOMINICANA
TRINIDAD E TOBAGO
URUGUAY
VENEZUELA
TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
8
55
32
32
7
48
59
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
-75,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
-6,78
83
881
96
685
-13,54
28,61
TOTALE AMERICA
138
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
EXPORT
2005
2006
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AMERICA
AMERICA SETTENTRIONALE
CANADA
S.PIERRE E MIQUELON
STATI UNITI D’AMERICA
TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
473
5.507
5.980
6.764
69.353
76.117
455
122
4.279
4.856
6.416
490
53.432
60.338
4,00
-100,00
28,68
23,15
5,43
-100,00
29,80
26,15
AMERICA CENTRALE E DEL SUD
ARGENTINA
ARUBA
BERMUDE
BOLIVIA
BRASILE
CILE
390
1.973
666
1.974
4
2
9.321
6.071
112
11
2.238
74
1.341
1
101
9.166
569
248,44
-100,00
0,00
-96,48
-11,82
802,45
47,17
-100,00
0,00
-98,46
1,69
966,12
COLOMBIA
COSTARICA
CUBA
DOMINICA
ECUADOR
GRENADA
GUATEMALA
HONDURAS
ISOLA BONAIRE
ISOLE TURKS E CAICOS
ISOLE VERGINI BRITANNICHE
MESSICO
NICARAGUA
PANAMA
PARAGUAY
PERU’
REPUBBLICA DOMINICANA
TRINIDAD E TOBAGO
URUGUAY
VENEZUELA
TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
364
5
3
24
148
12
3
990
13
1
243
52
93
4.980
368
99
40
296
1
457
132
2
41
4
6.899
122
3
10
465
580
13
760
27.664
52
1
17
23
3
117
1.801
142
51
259
6
350
5.257
490
14
125
64
49
2
873
11.386
4
1.120
258
2.263
72
626
28.524
601,97
-100,00
-73,34
0,00
2,60
0,00
5.302,77
0,00
-23,33
-97,61
0,00
-45,01
0,00
151,25
0,00
71,18
2,76
-99,94
-100,00
-73,45
-5,27
-24,77
-100,00
-21,16
0,00
362,38
0,00
824,92
0,00
-15,93
-95,29
0,00
-39,41
0,00
-33,91
0,00
-58,51
125,03
-99,44
-100,00
21,32
-3,02
10.960
103.781
10.113
88.862
8,38
16,79
TOTALE AMERICA
139
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
IMPORT
2005
2006
Tonn.
ASIA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ARABIA SAUDITA
BAHRAIN
EMIRATI ARABI UNITI
GAZA E GERICO
GIORDANIA
IRAK
IRAN
ISRAELE
KUWAIT
LIBANO
OMAN
QATAR
SIRIA
YEMEN
TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
18
19
42
79
5
68
346
419
32
11
5
48
109
130
42
281
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-41,53
298,95
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
64,58
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-38,12
165,24
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
49,11
ESTREMO ORIENTE
BANGLADESH
CINA
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
FILIPPINE
GIAPPONE
HONG KONG
INDIA
INDONESIA
MACAO
MALAYSIA
MALDIVE
NEPAL
PAKISTAN
SINGAPORE
SRI LANKA
TAILANDIA
TAIWAN
VIETNAM
TOTALE ESTREMO ORIENTE
503
36
5
2
38
584
1.332
15
1.154
74
58
199
3
2.835
318
62
5
8
1
394
827
950
21
77
7
1.882
0,00
58,30
0,00
0,00
0,00
-42,71
0,00
0,00
0,00
0,00
657,69
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
-68,37
0,00
48,22
0,00
61,10
0,00
0,00
0,00
21,48
0,00
0,00
0,00
0,00
840,55
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
-60,06
0,00
50,64
TOTALE ASIA
663
3.254
442
2.163
50,00
50,44
140
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
EXPORT
2005
2006
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
ASIA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ARABIA SAUDITA
BAHRAIN
EMIRATI ARABI UNITI
GAZA E GERICO
GIORDANIA
IRAK
IRAN
ISRAELE
KUWAIT
LIBANO
OMAN
QATAR
SIRIA
YEMEN
TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
1.678
34
365
26
563
30
2.249
499
126
422
686
109
170
87
7.044
9.350
210
2.822
9
1.984
161
25.263
1.962
677
470
6.210
413
1.102
313
50.946
1.462
24
522
61
210
162
4.842
1.123
25
166
959
164
625
43
10.388
6.993
184
3.928
210
756
110
55.001
7.914
272
289
6.467
714
2.548
492
85.878
14,77
44,20
-30,01
-58,20
168,24
-81,77
-53,56
-55,56
394,39
154,78
-28,43
-33,64
-72,80
100,69
-32,19
33,70
14,34
-28,16
-95,57
162,55
46,13
-54,07
-75,21
149,12
62,55
-3,96
-42,07
-56,75
-36,38
-40,68
ESTREMO ORIENTE
BANGLADESH
CINA
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
FILIPPINE
GIAPPONE
HONG KONG
INDIA
INDONESIA
MACAO
MALAYSIA
MALDIVE
NEPAL
PAKISTAN
SINGAPORE
SRI LANKA
TAILANDIA
TAIWAN
VIETNAM
TOTALE ESTREMO ORIENTE
1
778
104
23
750
6.079
851
52
497
27
131
100
105
9.498
41
6.306
1.033
277
3.296
32.668
4.128
1.684
2
2.083
176
8
724
2.397
1.003
55.826
77
1.174
8
281
123
22
4.391
403
14
84
191
10
23
142
16
411
7.370
439
5.582
20
1.818
2
3.230
246
19.349
3.647
153
1.998
1
1.413
199
247
654
281
1.016
40.295
-98,99
-33,76
-100,00
-62,92
-100,00
-81,62
3.287,17
38,45
111,29
-100,00
-37,49
0,00
-100,00
159,73
172,78
-99,05
-7,86
534,47
-74,56
28,87
-90,76
12,96
-100,00
-43,15
-100,00
-91,43
1.242,24
68,83
13,18
-100,00
-15,68
0,00
-100,00
47,47
-11,67
-96,77
10,62
752,10
-1,33
38,54
16.542
106.772
17.758
126.173
-6,85
-15,38
TOTALE ASIA
141
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
IMPORT
2005
2006
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
ASSENTE
AUSTRALIA
FIGI
NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE
NUOVA ZELANDA
SAMOA AMERICANA
VANUATU
TOTALE ASSENTE
13
13
46
46
-
2
2
38.467,65
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
2.056,65
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
2.200,00
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
13
46
-
2
0,00
2.200,00
DIVERSI
ASSENTE
PAESI NON DETERMINATI EXTRA
TOTALE ASSENTE
-
-
-
-
0,00
0,00
0,00
0,00
TOTALE DIVERSI
-
-
-
-
0,00
0,00
2.251
21.647
1.531
12.340
47,03
75,42
TOTALE GENERALE
142
TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2005/2006
MACCHINE
EXPORT
2005
2006
Tonn.
000€
Tonn.
Differenza in %
000€
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
ASSENTE
AUSTRALIA
FIGI
NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE
NUOVA ZELANDA
SAMOA AMERICANA
VANUATU
TOTALE ASSENTE
411
2
38
1
452
5.765
30
3
498
4
6.300
394
96
490
5.844
2
1.182
2
7.030
4,37
761,29
0,00
-60,21
-100,00
0,00
-7,76
-1,35
1.467,55
0,00
-57,85
-100,00
0,00
-10,38
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
452
6.300
490
7.030
-7,76
-10,38
DIVERSI
ASSENTE
PAESI NON DETERMINATI EXTRA
TOTALE ASSENTE
1
1
82
82
1
1
79
79
8,99
0,00
3,52
3,80
TOTALE DIVERSI
1
82
1
79
0,00
3,80
57.313
442.417
54.545
425.695
5,08
3,93
TOTALE GENERALE
143
10.000.000
1.000.000
100.000
10.000
1.000
100
10
1
ARABIA SAUDITA
AUSTRIA
BELGIO
BRASILE
CANADA
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
EGITTO
FINLANDIA
FRANCIA
MARMO GREZZI + LAVORATI
GERMANIA
GIAPPONE
GRECIA
HONG KONG
IRAN
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
MAROCCO
NORVEGIA
PAESI BASSI
EXPORT
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
RUSSIA
SINGAPORE
SLOVENIA
SPAGNA
STATI UNITI D'AMERICA
SUD AFRICA
SVEZIA
TAIWAN
THAILANDIA
TURCHIA
UCRAINA
2004
2005
2006
144
10.000.000
1.000.000
100.000
10.000
1.000
100
10
1
ARABIA SAUDITA
AUSTRIA
BELGIO
BRASILE
CANADA
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
EGITTO
FINLANDIA
GRANITO GREZZI + LAVORATI
FRANCIA
GERMANIA
GIAPPONE
GRECIA
HONG KONG
IRAN
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
MAROCCO
NORVEGIA
PAESI BASSI
EXPORT
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
RUSSIA
SINGAPORE
SLOVENIA
SPAGNA
STATI UNITI D'AMERICA
SUD AFRICA
SVEZIA
TAIWAN
THAILANDIA
TURCHIA
UCRAINA
2004
2005
2006
145
10.000.000
1.000.000
100.000
10.000
1.000
100
10
1
ARABIA SAUDITA
AUSTRIA
BELGIO
BRASILE
CANADA
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
EGITTO
FINLANDIA
FRANCIA
GERMANIA
GIAPPONE
TOTALE GREZZO
GRECIA
HONG KONG
IRAN
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
MAROCCO
EXPORT
NORVEGIA
PAESI BASSI
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
RUSSIA
SINGAPORE
SLOVENIA
SPAGNA
STATI UNITI D'AMERICA
SUD AFRICA
SVEZIA
TAIWAN
THAILANDIA
TURCHIA
UCRAINA
2004
2005
2006
146
100.000.000
10.000.000
1.000.000
100.000
10.000
1.000
100
10
1
ARABIA SAUDITA
AUSTRIA
BELGIO
BRASILE
CANADA
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
TOTALE LAVORATI RIPORTATI A GREZZO
EGITTO
FINLANDIA
FRANCIA
GERMANIA
GIAPPONE
GRECIA
HONG KONG
IRAN
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
MAROCCO
NORVEGIA
PAESI BASSI
POLONIA
PORTOGALLO
EXPORT
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
RUSSIA
SINGAPORE
SLOVENIA
SPAGNA
STATI UNITI D'AMERICA
SUD AFRICA
SVEZIA
TAIWAN
THAILANDIA
TURCHIA
UCRAINA
2004
2005
2006
147
148
BREVE DIZIONARIO DEI TERMINI PIù USATI
BRIEF DICTIONARY OF MOST USED TERMS
BREVE GLOSSARIO DE LAS PALABRAS MÁS USADAS
Marmo blocchi e lastre
Granito blocchi e lastre
Marmo lavorati
Granito lavorati
Altri/altre pietre
Ardesia grezza
Ardesia lavorata
Granulati e polveri
Marble, blocks
and slabs
Granite, blocks and slabs
Processed marble
Processed granite
Others/other stones
Raw slate
Processed slate
Chips and powders
Mármol, bloques y tableros
Granito, bloques
y tableros
Mármol elaborado
Granito elaborado
Otras piedras
Pizarra en bruto
Pizarra elaborada
Granulados y en polvo
Macchine da taglio
Macchine da lavorazione
e lucidatura
Frantoi
Macchine per mattonelle
sintetiche
Lapidei
Macchine
Cutting equipments
Working and polishing
equipments
Crushing plants
Synthetic tiles plants
sintéticas
Stone materials
Machinery
Máquinas cortadoras
Máquinas para la elaboración
y el pulido
Trituradoras
Maquinaria para baldosas
synthétiques
Piedras
Maquinaria
Grezzo
Raw
Riportato a grezzo
Blocks equivalent
Produzione
Quarried materials
Quantità
Quantities
Valori (mgl euro)
Values (thousand euros)
Anno/anni
Year/years
UE/Unione Europea
Nord America
Centro e Sud America
Vicino e Medio Oriente
Estremo Oriente
Altre aree/Altri Paesi
Resto del Mondo
Bruto
Equivalente en bloques
Producción
Cantidades
Valores (en miles de Euros)
Año/años
European Union
UE/Unión Europea
North America
Norteamérica
Central and Centro y Sudamérica
South America
Middle East
Medio Oriente
Far East
Extremo Oriente
Other regions/Other
Otras regiones/
Countries
Otros Países
Rest of the World
Resto del mundo
149
Indice
S. Napoli:
Stone Sector 2006, industria italiana
e congiuntura internazionale
Countries’ profiles
Cile
India
Turchia
Allegato statistico
Avvertenze per le tavole statistiche
Indice delle tavole statistiche allegate
Tavole statistiche
Breve dizionario italiano/inglese/spagnolo dei termini più usati
5
63
69
75
81
83
89
91
149
Summary
S. Napoli:
Stone Sector 2006, Italian Industry and International Trends
Countries’ profiles
Chile
India
Turkey
Statistical annex
Notes on statistical tables
Annexed statistical tables index
Statistical tables
Brief dictionary of most used terms
23
65
71
77
81
85
89
91
149
Indice
S. Napoli:
Stone Sector 2006, la Industria Italiana y la Coyuntura Internacional
Countries’ profiles
Chile
India
Turquia
Anexo estadístico
Notas para la consulta de las tablas estadísticas
Indice de las tablas estadísticas annexas
Tablas estadísticas
Glosario breve italiano/inglés/español de las palabras más usadas
41
67
73
79
81
87
89
91
149
151
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Sole Sponsoring Bank
Finito di stampare nel mese di Maggio 2007 presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A.
Ospedaletto • Pisa
www.isicentry.com: da oggi basterà digitare questo indirizzo per accedere al cuore di tutte le informazioni che
riguardano il settore lapideo internazionale. Finalmente un unico motore di ricerca per rintracciare tutti i dati
disponibili su internet e nelle banche dati della IMM. Un portale sempre attivo e in continua crescita: gli stessi
operatori di settore potranno contribuire ad arricchirlo e a renderlo sempre più vicino alle loro esigenze.
Aggiornamenti costanti e frequenti, contribuiranno ad informare gli utenti in modo tempestivo su tutto ciò che
accade nel mondo della pietra.
The search engine
with the most exhaustive
data banks on stone
www.isicentry.com: from now on, all you have to do is enter this address to get to the heart of all information on the
international stone sector. At last, one single search engine to find all the information available on the Internet and
within IMM's data banks. An ever-developing portal working 24 hours a day: the stone professionals too, may
contribute to make it richer and more and more suitable to fulfil their needs.
Frequent and endless updates will help to promptly inform the users on anything that is going on in the stone world.
La ricerca è facilitata
dalla raccolta delle
informazioni disponibili
in quattro contenitori:
i primi tre sono costituiti
dalle banche dati ISIC relative
ad operatori, materiali e
bibliografia; l'ultimo è
il web stesso.
ISICENTRY
is essential to
all those who work
in the stone industry
or in the
designing world.
This amazing
instrument can
supply precious
information
to all those who
use stone
or search
information on
the stone world
either for
work or study.
The search is made really
easier by gathering the
information available in four
containers: the first three
containers are ISIC's data
banks on companies,
materials and bibliography:
the last one is the
web itself.
ISIC
ENTRY
INTERNAZIONALE
MARMI E MACCHINE
CARRARA SpA
See You at
2008
29 FIERA INTERNAZIONALE
MARMI TECNOLOGIE DESIGN
29 INTERNATIONAL FAIR
MARBLES TECHNOLOGIES DESIGN
CARRARA- ITALY
thetis - design: nicola pedrini
ISICENTRY è
indispensabile a
chi opera
nell'industria
lapidea e nel
mondo della
progettazione.
Questo
formidabile
strumento sa
offrire
informazioni
preziose
a tutti coloro
che utilizzano
i materiali lapidei
o che, per
motivi di lavoro
o di studio,
cercano dati
sul mondo
della pietra.
Welcome
28/31 MAY 2008
Visit our site: www.isicentry.com
Contact us:[email protected]
www.carraramarmotec.com
PROMOTED BY:
Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A.
V.le G. Galilei, 133 - 54036 Marina di Carrara (MS) - Italy
Tel. +39 0585 787963 - Fax +39 0585 787602
e-mail:[email protected] / www.immcarrara.com
TO THE CITY OF STONE
Carrara
MARMOTEC
www.thetis.tv
www.isicentry.com
Il motore di ricerca con le
Banche dati
più complete per il settore lapideo
INTERNAZIONALE
MARMI E MACCHINE
CARRARA SpA
ORGANIZED BY:
GRUPPO BANCA CARIGE
SUPPORTED BY:
Cassa
di Risparmio
di Carrara S.p.A.
Business on the Move
SPONSOR UNICO BANCARIO
PR O M OZ I ON E
PROVINCIA
DI MASSA CARRARA
PROVINCIA
DI LUCCA
COMUNE
DI CARRARA
COMUNE
DI MASSA
PIETRA
N AT U R A L E