4 assemblaggio, costruzione e collaudo - ok

Transcript

4 assemblaggio, costruzione e collaudo - ok
ASSEMBLAGGIO, COSTRUZIONE E COLLAUDO
Dopo la preparazione e la stagionatura completa di tutte le sue parti essenziali, per
formare il futuro pianoforte, si procede con le tre fasi di assemblaggio e costruzione, che
terminano con le ultime rifiniture prima del collaudo finale.
Le tre fasi di assemblaggio e costruzione di un pianoforte a coda
Le tecniche di riferimento prese come esempio sono quelle praticate nelle migliori
fabbriche di pianoforti del mondo e sono aggiornate alle ultime tecniche e tecnologie di
costruzione.
Fase 1
Assemblaggio. Fascia interna + tavola armonica = corpo sonoro
Costruzione. Con delle colle speciali, si unisce la tavola armonica alla fascia interna con
l’intelaiatura a coda di rondine della cassa, e si forma il cosiddetto corpo sonoro dello
strumento, che è messo a stagionare in sale climatizzate per un minimo di quattro mesi.
Sarà su questa forma che si lavorerà predisponendo nuove strutture o l’accoglimento per
tutte le parti che si congiungeranno.
Fase 2
Assemblaggio. Somiere e fascia esterna + telaio e corde = corpo sonoro
Costruzione. Prima di montare il telaio sul corpo sonoro, su quest’ultimo bisogna
preparare la base con i perni su cui si avvolgeranno le corde. A tale scopo si costruisce il
somiere, che è una tavola liscia di legno di faggio multistrato spesso 22 mm, e serve come
base per l’inserimento delle caviglie su cui si avvolgeranno le corde. La tenuta del somiere
è fondamentale rispetto al tiraggio delle corde e all’intonazione del pianoforte, e Steinway
capì che sovrapporre strati in modo incrociato e sfasato tra loro aumentava la sua
resistenza nel tempo. Il pezzo è sagomato esattamente per essere accolto sotto una parte
anteriore del telaio, viene bucherellato e incollato frontalmente al corpo sonoro. Il telaio è
posizionato esattamente dove sarà alloggiato, si verificano le sue misure esatte e si
stabiliscono le altezze dei ponticelli, che sono rivestiti con legni di durezza diversa e
intagliati.
Si procede quindi con l’incollaggio della fascia esterna.
Si fissa imbullonando definitivamente il telaio al corpo sonoro, per il sostegno delle corde.
Per procedere con l’assemblaggio delle corde o armatura, una speciale macchina fora il
somiere in corrispondenza di tutti gli altri i buchi sul telaio assemblato; qui si avvitano le
caviglie (o piroli), che sono perni lunghi circa 60 mm con i quali si regola l’intonazione
cioè l’accordatura del pianoforte. Su ogni caviglia, prima meccanicamente e poi a mano e
con precisione, si avvolgono una a una le corde. Anteriormente e posteriormente alla
battuta dei martelletti, sono posti i risuonatori, placche di metallo che entrano in
vibrazione per simpatia (tramite un passaggio di vibrazioni da un corpo ad un altro) dopo
che questi colpiscono le corde. Dopo aver inserito le placche si procede alla taratura di
1 queste porzioni che sono dette anche del duplex scale. Questo sistema, soprattutto
applicato in pianoforti di qualità, dà modo di operare minime regolazioni per il
miglioramento e la tenuta del suono.
Fase 3
Assemblaggio. Tastiera + meccanica + pedali = gruppo della meccanica
Costruzione. Dopo aver stabilito precisamente la posizione d’inserimento del gruppo della
meccanica, si procede all’intaglio dei fianchi e alla loro foratura in punti specifici sul
corpo del pianoforte, dove sarà assemblato fissandolo saldamente. Si borda e si rifinisce il
corpo del pianoforte verniciandolo prima a mano e poi a spruzzo in più fasi, alternando i
singoli strati di applicazione a periodi di appassimento e carteggiatura. Le modalità e i
tempi di questi ultimi sviluppi corrispondono a rendere più alte le qualità estetiche dello
strumento e garantiscono la migliore protezione delle parti esterne. La lucidatura è
effettuata spesso manualmente. La tastiera viene bilanciata per uniformare la resistenza che
oppone il tasto alla forza necessaria per premerlo; si opera quindi il posizionamento di
piccoli pesi in piombo sopra di essi per la loro taratura. In questo modo è possibile
compensare il lavoro dei martelli, che risultano più pesanti nei bassi rispetto agli acuti.
Il bilanciamento della tastiera è fondamentale perché trasmette al pianista la sicurezza
dello strumento che sta suonando, con il quale può stabilire il massimo delle sensibilità di
tocco. Anche il coperchio superiore e quello che protegge la tastiera vengono ultimati e
sono lucidati manualmente. Si rifiniscono le tre gambe e si impiantano le rotelle, che di
solito sono in ottone massiccio e dispongono di un fermo molto potente; si costruisce il
leggio in legno e in modo che si possa richiudere, per posizionarlo dopo le fasi finali che
seguono. S’inseriscono quindi gli smorzatori e si collegano i pedali, operazione precisa e
minuziosa, compiuta a mano da tecnici esperti. L’accordatura, cioè la regolazione precisa
della scala di tutti i suoni, viene compiuta manualmente con l’ausilio di strumenti di
precisione che registrano le minime variazioni del suono. Si opera con una chiave a elle,
con un foro a stella che può avvitare o svitare anche di pochissimo le caviglie, che
vengono regolate calibrando il suono. Considerando le tre corde presenti per ogni tasto
per quasi tutta la tastiera, il lavoro è particolarmente laborioso. Si definisce invece
“intonazione” la pratica con cui il tecnico, con un apposito utensile munito di tre aghi
chiamato intonatore, punge la superficie del martelletto variandone la densità. Il timbro del
pianoforte dipende dalla densità del feltro con cui è ricoperta la testa del martello e questa
fase è di fondamentale importanza per la qualità del suono; essa richiede una grande
capacità verso gli aspetti sonori e timbrici dello strumento.
Ultime rifiniture e complementi
Sulla parte sinistra dello strumento, s’incerniera il coperchio superiore, esattamente
richiudibile sulla cassa, ma che è possibile alzare e lasciare sollevato tramite un’asta dotata
di due altezze, per ottenere un suono più forte ed espanso. Nei concerti, oltre che per
questo motivo, il coperchio si tiene alzato perché è anche molto scenico mostrare il telaio
con le corde che in esso si specchiano. L’unico complemento esterno al pianoforte è la
panca o sgabello su cui siederà il pianista, che è creata su una struttura in legno con
seduta imbottita e ricoperta di pelle o simile; può essere rettangolare o rotonda ma è
preferibile la prima, che offre un appoggio maggiore per particolari spostamenti sulla parte
bassa o alta della tastiera.
La lunghezza di un pianoforte a coda può essere diversa e definisce i suoi quattro tipi di
classificazione: quarto di coda o codino, (145-170 cm), mezza coda (175-190 cm), tre
quarti di coda (200-240 cm) e gran coda (oltre i 240 cm).
Collaudo. Dopo questa accurata preparazione di forma e materiali, il pianoforte a coda,
così definito e splendente sia dentro che fuori, è pronto per essere testato per la prima
volta.
Nella distribuzione più di qualità, si eseguono collaudi sulla meccanica con apparecchi
speciali, che fanno pressione sui tasti con varia forza e densità di note, anche con la
coordinazione dei pedali; esse verificano la risposta perfetta delle parti e l’omogeneità del
suono rispetto all’accordatura (in ogni caso, come vedremo dopo, il pianoforte sarà
riaccordato ancora dopo l’acquisto). Questi test durano anche parecchie ore consecutive
2 prima di essere conclusi e il pianoforte definitivamente messo in vendita. Chi lo suonerà
dovrà essere a sua volta in grado di affrontare la perfezione racchiusa in così tanta
imponenza e riuscire con grazia e vigore a sprigionare musica. Se l’incontro tra strumento
e uomo riesce bene, le energie si liberano in tutto lo spazio e si toccano.
3