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Poesio, Camilla: Rezension über: Charles Klopp, La zebrata veste.
Lettere e memorie di detenuti politici italiani, Ghezzano: Felici,
2010, in: Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und
Bibliotheken, 92 (2012), S. 613-614,
http://recensio.net/r/7d86ebcf39d44f9c90848fd4d15a2926
First published: Quellen und Forschungen aus italienischen
Archiven und Bibliotheken, 92 (2012)
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ANZEIGEN UND BESPRECHUNGEN
Übersicht
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Allgemeines . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Festschriften – Gesammelte Aufsätze – Kongreßakten . .
Historische Hilfswissenschaften . . . . . . . . . . . . . .
Rechtsgeschichte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Mittelalter (chronologisch) . . . . . . . . . . . . . . . . .
Frühe Neuzeit (chronologisch) . . . . . . . . . . . . . . .
19. und 20. Jahrhundert (chronologisch) . . . . . . . . . .
Italienische Landesgeschichte (Nord-, Mittel-, Süditalien)
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Charles K l o p p , La zebrata veste. Lettere e memorie di detenuti politici
italiani, introduzione di Mario S t a m p a c c h i a , traduzione di Monica A m o r o s o , Chiara C e c c a r e l l i , La storia, le storie 1, Ghezzano San Giuliano
Terme (Felici) 2010, 271 pp., ISBN 978-88-6019-408-4, € 22 (tit. or. Sentences.
The Memoirs and Letters of Italian Political Prisoners from Benvenuto Cellini
to Aldo Moro, Toronto University Press, 1999). – Più che un libro di storia
questo è un ampio lavoro di critica letteraria a un particolare genere: la letteratura carceraria, dal Rinascimento agli anni Settanta del Novecento in Italia.
Il volume dimostra quanto la letteratura, carceraria e non, sia stata influenzata
dall’esperienza del carcere. Viceversa, la vita in carcere è stata profondamente
influenzata dalla cultura: scrivere è stato per alcuni un sollievo, per altri il
mezzo per continuare un progetto di vita e di politica, per altri ancora una strategia di sopravvivenza sia fisica, riuscendo ad avere oggetti primari tramite
biglietti clandestini, sia psicologica esercitando la mente. Il carcere infatti è
una questione sociale, non una soluzione a un problema sociale, ci ricorda
Mauro Stampacchia nella sua bella introduzione. Come emerge dalle pagine
del libro, il carcere può essere raccontato in modi diversi: esso è luogo di separazione, mondo a parte che riproduce un sistema sociale, tortura (p. 104),
„Nirvana“ (p. 202), „sineddoche della società oppressiva“ (p. 124), „conversione secolare“ (p. 209), „pulizia intima“ (p. 210). Il punto di vista che interessa
all’autore è quello di coloro che sono stati detenuti politici e, tra questi, coloro
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ANZEIGEN UND BESPRECHUNGEN
che sono appartenuti a una parte della società, quella degli uomini di cultura. Il
sottotitolo del libro, sia inglese sia italiano, è in parte fuorviante perché non
sono trattati i detenuti politici italiani nella loro totalità – molti di questi non
sapevano nemmeno scrivere – ma solo una parte. Il libro è diviso in sei capitoli. Il primo è dedicato alle prigionie e alle evasioni di Cellini, Tasso, Pignata e
Casanova visti come precursori dei prigionieri politici in quanto detenuti non
per idee politiche sovversive ma per comportamenti ritenuti oltraggiosi. Il
secondo capitolo ripercorre l’esperienza di alcuni scrittori coinvolti nei processi ai patrioti negli anni Venti dell’Ottocento e detenuti nella fortezza dello
Spielberg: Pellico, Maroncelli, Confalonieri, Arrivabene, Adryane, Pallavicino,
Rosa. Il terzo capitolo ricostruisce la prigionia di altri scrittori patrioti risorgimentali degli anni Cinquanta dell’Ottocento incarcerati al Nord (Bini, Guerrazzi, gli undici martiri di Belfiore che non tornarono in libertà ma finirono sul
patibolo tra cui Pastro, Tazzoli, Poma), nel Regno delle due Sicilie (Castromediano, Settembrini, Spaventa) e nello Stato pontificio (Galletti e Frignani). Il
quarto affronta gli scritti carcerari non più dei patrioti intenti a liberare il proprio paese dal dominio straniero, ma di rivoluzionari con un orizzonte internazionalistico come Kuliscioff, Costa, Turati. Il quinto si concentra sulle lettere
di coloro che furono detenuti dal fascismo: De Gasperi, Lo Sardo, Terracini,
Ravera, Rossi, Monti, Levi, Morandi, Bassani, Alicata, e naturalmente Gramsci.
Il sesto è dedicato alle lettere dalla prigionia di Aldo Moro. Sebbene molto interessante sia questo respiro fino all’età contemporanea, risulta un po’ debole
l’accostamento tra Moro e gli altri prigionieri politici presi in considerazione. Il
segretario della DC non era un detenuto politico nelle mani di un potere statale, ma un ostaggio di un gruppo di terroristi. Diversamente dai detenuti politici che scrivevano per mantenere il contatto con la propria comunità familiare
o politica e per non perdere la propria identità, Moro voleva raggiungere un
pubblico più ampio. Parlare di corrispondenza (p. 238) del politico durante la
prigionia ci pare in parte deviante perché ogni corrispondenza presuppone un
essere in comunicazione con qualcun altro: purtroppo non fu questo il caso del
segretario della Dc che ricevette dai familiari solo due risposte dirette a lui. Al
di là di questo, il libro è un ottimo strumento di studio anche grazie alla ricca,
selezionata e aggiornata bibliografia.
Camilla Poesio
Sabine E h r m a n n - H e r f o r t /Michael M a t h e u s (Hg.), Von der Geheimhaltung zur internationalen und interdisziplinären Forschung. Die Musikgeschichtliche Abteilung des Deutschen Historischen Instituts in Rom
1960–2010, Bibliothek des Deutschen Historischen Instituts Rom 123, Berlin
u.a. (de Gruyter) 2010, XVI, 205 S., Abb., ISBN 978-3-11-025073-2, € 39,95. – Anlässlich seines fünfzigjährigen Bestehens hat die Musikgeschichtliche AbteiQFIAB 92 (2012)