Matrici per cromatografia
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Matrici per cromatografia
STUDIO DELLE PROTEINE Purificazione delle proteine ª ª ª ª 1. 2. 3. 4. cromatografia determinazioni quantitative concentrazione elettroforesi determinazione della massa STUDIO DELLE PROTEINE Purificazione delle proteine ª 1. Cromatografia: ª Gel filtrazione ª Scambio ionico ª Interazioni idrofobiche ª Affinità Principi della separazione cromatografica • La separazione delle macromolecole e in particolare delle proteine in cromatografia si basa sull’ equilibrio di ripartizione tra: – una FASE MOBILE, MOBILE costituita dal solvente nel quale è presente la miscela di proteine e contaminanti – una FASE STAZIONARIA (associata ad un supporto o MATRICE), MATRICE che può avere caratteristiche differenti (carica, idrofobicità, presenza di liganti specifici, porosità…), in modo tale da consentire l’interazione selettiva e preferenziale di alcune macromolecole o proteine rispetto ai contaminanti e consentirne così la purificazione. • Coefficiente di ripartizione R=CS / CM dove CS corrisponde alla concentrazione della proteina di interesse nella fase stazionaria e CM nella fase mobile Quale tecnica cromatografica? Criteri di scelta Schema del processo H A: tampone di eluizione B: miscelatore o formatore di gradiente C: sistema di pompaggio D: colonna cromatografica E: rivelatore F: plotter per cromatogramma G: raccoglitore di frazioni H: rubinetto a tre vie o loop di iniezione Matrici per CROMATOGRAFIA La matrice è il substrato solido della fase stazionaria. La matrice può essere modificata tramite reazioni chimiche per coniugare gruppi con differente funzionalità: Es. – gruppi carichi positivamente o negativamente - metalli (zinco, rame, nichel) - molecole idrofobiche (C4-C18) -ligandi specifici (coenzimi, anticorpi) Uno stesso gruppo funzionale può essere coniugato a differenti matrici, che conferiscono diverse caratteristiche chimico-fisiche. Cellulosa: Cellulosa Dettaglio matrici cromatografia E’ un polisaccaride lineare, formato da MONOMERI di GLUCOSIO con legame β 1-4. [figura 1]. La presenza di 3 GRUPPI IDROSSILICI per monomero rende la matrice MOLTO IDROFILA e facile da derivatizzare. Fig.1: Cellulosa: Struttura chimica Fig.2: Trattamento della cellulosa asciutta (a) con NaOH: effetti (b) Agarosio: Agarosio E’ un polisaccaride ottenuto dall’agar (estratto da alghe). E’ composto da catene del disaccarise AGAROBIOSO (D-GALATTOSO e 3,6-ANIDRO-1 GALATTOSO). [figura 3] Struttura: gel IDROFILO MOLTO POROSO ottenuto per raffreddamento di soluzioni 2% w/v. [figura 4]. Fig.3: Agarosio: Struttura chimica Fig.4: Struttura del gel Dettaglio matrici Destrano E’ un POLISACCARIDE EXTRACELLULARE prodotto dal batterio Leuconostoc mesenteroides. E’ formato da catene di GLUCOSIO con legame α 1-6. E’ meno stabile della cellulosa all’idrolisi acida ma regge il trattamento con 0.1 M di HCl fino a 2 ore. Stabile a pH 2-12. Cross-linking: EPICLORIDRINA Poliacrilamide Si ottiene per polimerizzazione dell’ ACRILAMIDE. L’agente che permette il cross-linking è la N,N’ METILEN-BISACRILAMIDE. La matrice che si ottiene è adatta soprattutto alla gel-permeation. E’ autoclavabile e ha buona stabilità chimica tuttavia il monomero dell’acrilamide (tossico) può essere lentamente rilasciato. Unità ripetitiva della poliacrilamide STUDIO DELLE PROTEINE Separazione in base alla dimensione/taglia molecolare: CROMATOGRAFIA DI GEL FILTRAZIONE O ESCLUSIONE MOLECOLARE Cromatografia di gel filtrazione (o esclusione molecolare) Teoria: ripartizione e costante di avanzamento (Kav) Ciascuna molecola presenta in cromatografia di gel filtrazione un comportamento caratteristico dettato dalla sua taglia molecolare e descritto da un coefficiente di distribuzione (Kd) tra fase mobile e fase stazionaria. Kd rappresenta la frazione della fase stazionaria disponibile per la diffusione di una determinata molecola Operativamente tuttavia si preferisce definire una COSTANTE DI AVANZAMENTO Kav che è facilmente determinabile e come Kd descrive il comportamento della molecola durante la separazione Teoria: ripartizione e costante di avanzamento (Kav) Kav = (Ve –Vo) / (Vt – Vo) Ve Vo Vt = = = volume volume volume di eluizione vuoto totale Rispetto alla Kd si effettua una semplificazione considerando (Vt-Vo) invece di Vi=Vt-Vo-Vmatrice (volume dei pori dentro la matrice disponibile per la diffusione libera di piccole molecole) Vo Vt-Vo Vt L’efficienza di una colonna si valuta in base al numero di piatti teorici per metro: N=5.56x(Ve)2/ Vh x 100/L dove: Ve: volume di eluizione Vh: volume a ½ altezza del picco L: lunghezza della colonna in cm Separazione 1% acetone STUDIO DELLE PROTEINE Separazione in base alla carica superficiale: CROMATOGRAFIA A SCAMBIO IONICO (scambio cationico per proteine basiche o anionico per proteine acide) Cromatografia di scambio ionico (IEXC) Sito carico sulla matrice della resina Proteina o molecola carica da separare Ione del sale che compete con il legame La Ion EXchange Chromatography: ªsepara in base a differenze di carica superficiale Schema IEXC (scambio anionico) A: colonna equilibrata con bassa concentrazione di NaCl B: le macromolecole cariche interagiscono con la matrice spostando i controioni associati (Cl - ) C: aumentando la concentrazione di sali le macro-molecole meno acide vengono eluite D: ad elevata concentrazioni di sali vengono eluite anche le molecole molto acide MATRICI FUNZIONALIZZATE SCAMBIO ANIONICO SCAMBIO CATIONICO Per le proteine i gruppi principali coinvolti sono: + - Lys (pKa= 10.5), Arg (pKa= 12.5), His (pKa= 6), N-terminale (pKa= 9-11) Glu, Asp (pKa= 2-5), Cys (pKa= 8.3), Tyr (pKa= 10) pI: pH al quale la carica netta della proteina è nulla pH < pI< pH + - Visto il tipo di interazione è necessario che la proteina sia carica e quindi la separazione si effettua ad un pH che sia almeno 1 unità maggiore o minore del pI. NB: interessa la carica SUPERFICIALE e LOCALE anche se pH=pI La cromatografia a scambio ionico prende il nome di: SCAMBIO ANIONICO + SCAMBIO CATIONICO in base alla carica del CONTROIONE che può associarsi e dissociarsi dalla fase stazionaria carica. Effetto del pH Carica proteina + - pH acido pH basico Eluizione L’eluizione può essere: ª ISOCRATICA: la composizione dell’eluente non cambia tempo ª CON Conc. eluente GRADIENTE A SCALINI: la composizione viene cambiata in modo discontinuo almeno una volta, per eluire selettivamente. Conc. eluente Dopo l’applicazione del campione le colonne (ad eccezione dei quelle per gel-filtrazione) vengono solitamente lavate con un volume dello stesso tampone utilizzato per equilibrarle; questo per rimuovere i contaminanti non legati. tempo varia in modo continuo, incrementando gradualmente le condizioni favorevoli alla dissociazione delle molecole di interesse dalla colonna Conc. eluente ª CON GRADIENTE CONTINUO: il gradiente tempo Esempi di effetto del gradiente Pendenza del gradiente: Un gradiente RIPIDO (“STEEP”) permette di ottenere picchi più stretti (la coda del picco è eluita ad una velocità leggermente maggiore del fronte perché sottoposta all’effetto di una maggiore concentrazione dell’eluente). Tuttavia la risoluzione può essere diminuita perché la selettività (= distanza tra i picchi) è minore. Diminuendo la pendenza del gradiente (“SHALLOW” gradient) di ha un maggior effetto di allargamento delle bande e i picchi sono più larghi e spesso scodati ma si possono risolvere meglio. In alcuni casi, se si ha a disposizione un formatore di gradiente automatico, si possono programmare in modo alternato segmenti di gradiente lineare a diversa pendenza. STUDIO DELLE PROTEINE Separazione in base alla idrofobicità superficiale: CROMATOGRAFIA DI INTERAZIONE IDROFOBICA Cromatografia di interazione idrofobica (HIC): teoria Si basa sull’interazione idrofobica tra la superficie della resina (che porta gruppi octile o fenile) e quella della proteina (o macromolecola) da separare. La proteina possiede sulla superficie un film di molecole d’acqua in struttura ordinata in corrispondenza delle regioni idrofobiche. L’ interazione di queste regioni con altre della stessa natura è favorita da un ∆S > 0: la rimozione di queste molecole d’acqua ordinate aumenta l’entropia del sistema. Il ∆G = ∆H -T ∆S risulta negativo e la reazione è perciò spontanea (∆H è piccolo). STUDIO DELLE PROTEINE Separazione in base a caratteristiche di funzione: CROMATOGRAFIA DI AFFINITA’ Cromatografia di affinità: Utilizzata per purificare biomolecole che si assorbono in modo SPECIFICO e REVERSIBILE ad un ligando immobilizzato sulla matrice. P+L PL KL= [P] [L] [PL] [L] = [PL] KL [P] Se 1: condizione ideale, il ligando e la biomolecola non vengono alterati 2: si promuove un cambiamento di conformazione di P e L 3: competizione con molecola simile a P, L rimane bloccato 4: competizione con molecola simile a L, P rimane bloccato [PL]=95 [P] 5 allora KL deve essere 1/100 della [L] (es. [L] = 1mM allora KL deve essere 10 –5 M Range utile: KL=10 –4 10 –8M Cromatografia di affinità: tabella ligandi utilizzati Riconoscimento di “TAG” e “FLAG” in proteine ricombinanti Le proteine ricombinanti vengono spesso espresse come proteine di fusione in vettori specifici. Il vettore possiede un sito di inserzione della sequenza codificante “in FRAME” con la traduzione sequenza che codifica per una proteina o un frammento di proteina all’N o al C terminale della proteina da purificare. Questo TAG o FLAG è una “etichetta” o “bandierina” di riconoscimento che può essere selettivamente legata ad anticorpi, ligandi o recettori specifici per cromatografia di affinità. Il frammento FLAG viene poi rimosso per azione di una proteasi specifica, il cui sito di riconoscimento viene anch’esso progettato sul vettore in modo da risultare nella posizione adatta ad ottenere la proteina di interesse nella forma integra e nativa. Resina coniugata all’avidina per proteine ricombinanti Biotin-TAG Maltose-binding-protein Proteine di fusione con Glutatione-S-transferasi (GST)-TAG : CATECOLO 1,2 DIOSSIGENASI OH 6 5 1 4 Cat1,2DO OH OH O2 OH OH 2 3 Catecolo OH COOH COOH Acido cis-cis muconico Proteine di fusione con Glutatione-S-transferasi (GST)-TAG: FASE 1: caricamento del campione FASE 2: lavaggio per rimuovere i contaminanti proteine contaminanti di E.coli FASE 3: eluizione specifica della proteina di fusione con glutatione libero PRINCIPIO: Il glutatione libero in eccesso compete con il glutatione coniugato alla matrice e pertanto spiazza la proteina legata che si ritrova nella fase mobile e viene raccolta nell’eluato Cromatogramma 3 2,9 2,8 2,7 Numero frazioni ASSORBANZA 280 nm 2,6 1 2,5 2 2,4 2,3 3 2,2 4 2,1 5 2 1,9 7 1,8 8 1,7 9 10 11 12 Abs 280 nm 6 1,6 1,5 1,4 1,3 1,2 1,1 1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 frazione 9 10 11 12 13 14 15 16 STUDIO DELLE PROTEINE Purificazione delle proteine Determinazione quantitativa della concentrazione ª 2. Determinazione della concentrazione di proteine totali METODI Indiretti Metodo di Kjeldahl (determinazione dell’azoto totale) Diretti Spettrofotometria UV (280 nm e lontano UV) Metodo del Biureto Metodo di Lowry Metodo di Markwell (o Lowry modificato) Metodo di Bradford (o del legame con coloranti) Metodo dell’acido bicinconinico (BCA) Metodo Silver-binding Metodi spettrofotometrici Premessa: Premessa tutti i metodi diretti di dosaggio delle proteine si basano sulla rilevazione spettrofotometrica e quindi sull’analisi quantitativa dello spettro UV/visibile. I0 I I0 = intensità luce incidente I = intensità luce trasmessa Trasmittanza: T = I/I0 (I0=100) Assorbanza. A = = log 1/T A=Log I0/I T varia tra 0-100 A varia tra 0-∞ (max. 2-4) ∆x ∆I −∆I= ∆x I K -dI=I K dx -dI/I=Kdx ∫I dI/I =-K∫x dx I0 ∆x 0 ln I0/I =Kx Legge di Lambert-Beer Se ln (I0/I) ∝ A risulta che A=Log I0/I = Kx/2.303= K’ x con K’= ε c A=ε c x ε = A/cx in M-1 cm-1 Spettrofotometria UV La maggior parte delle proteine presenta un massimo di assorbimento a 280 nm, dovuto al gruppo fenolico della tirosina e al gruppo indolico del triptofano. Il coefficiente di estinzione molare ε può essere espresso come ε280 1% o ε280 1 mg/ml e varia in modo significativo da proteina a proteina, a seconda della composizione aminoacidica e della struttura. Il range è 0.4-1.5 con estremi a 0 (parvalbumina e proteine leganti il calcio correlate) e 2,65 (lisozima). Il metodo è quindi poco accurato e viene utilizzato solo quando l’ ε è noto e la calibrazione è stata effettuata contro uno standard della stessa proteine, possibilmente pesata (peso secco). La sensibilità è relativamente bassa e richiede 0.05-2 mg di proteina/ml. Inoltre è sensibile alle interferenze di altri composti che assorbono nella stessa regione dello spettro UV, in particolare acidi nucleici (260 nm). In questo caso si può applicare la formula di correzione: PROTEINA (mg/ml) = 1.55 A280 – 0.76 A260 Si utilizzano cuvette in quarzo Il metodo è rapido e NON DISTRUTTIVO Metodo di Bradford Questo metodo si basa sull’interazione con il colorante Coomassie Brilliant Blue G250. Il legame con le proteine causa uno shift della assorbanza massima da 465 a 595 nm. Molto sensibile: 0.2-1.4 mg prot./ ml (5-100 µg /ml microassay) E’ molto dipendente dalla composizione in aminoacidi: SI LEGA AGLI AMINOACIDI BASICI (soprattutto arginina) e AROMATICI (interazioni idrofobiche). Assorbanza 595 nm 2 1,9 1,8 1,7 1,6 1,5 1,4 1,3 1,2 1,1 1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 0 5 10 15 Concentrazione (µ g/ml) 20 25 Volume totale (ml) EG C1,2DO Concentrazion e proteine (mg/ml) Protein e totali (mg) Attività per 50 µl di campione (∆Abs/min) Attivit à totale (∆Abs/ min) Attività specifica (∆Abs/min/ mg proteina) Attività specifica (∆conc M /min/mg proteina) Fattore di purifica zione 1 Resa % 100 STUDIO DELLE PROTEINE Purificazione delle proteine ª3. Elettroforesi: ª elettroforesi su gel di poliacrilamide ª SDS-PAGE Elettroforesi In generale, si tratta di un processo mediante cui molecole cariche si separano, in presenza di un campo elettrico, in base alla loro diversa mobilità. La mobilità o velocità di migrazione v dipende da: E: intensità del campo elettrico z: carica netta superficiale della particella f: coefficiente di forza contraria alla migrazione La relazione è la seguente: v = E z f anche se si preferisce definire non le velocità di migrazione assoluta (v = distanza / tempo) ma la mobilità relativa (Rf = distanza percorsa dalla particella d’interesse / distanza percorsa da un colorante - traccia anionico ad elevato rapporto carica:massa): zE Rf = f Mobilità elettroforetica • viene definita come: µ = v/E = z/f • NB: Il coefficiente frizionale f dipende dalle dimensioni, dalla forma e dallo stato di solvatazione della molecola carica che migra nel campo elettrico • IN PRATICA LA MOBILITA’ DIPENDE DAL RAPPORTO CARICA/MASSA Elettroforesi su gel poliacrilammide (PAGE e SDS-PAGE) OSO3 Na+ sodio dodecil solfato Proteina L’SDS conferisce un eccesso di carica negativa alla proteina e ne promuove lo srotolamento SDS-PAGE: sistema discontinuo pH=8.2 pH=6.8 Acrilamide 4% pH=8.8 Acrilamide 12% In questo sistema il campione caricato nel pozzetto viene concentrato all’interfaccia tra stacking e running gel e la separazione effettiva avviene nel running gel con migliore risoluzione STUDIO DELLE PROTEINE Purificazione delle proteine ª4. determinazione della massa ª tramite SDS-PAGE ª tramite cromatografia di esclusione molecolare In SDS-PAGE esiste una relazione lineare tra Rf e log MW Rf= Distanza migrazione del campione Distanza migrazione del fronte Lf: Distanza migrazione del fronte (colorante) Lc: Distanza migrazione del campione (proteina) 97 66 45 31 21 14 kDa Lc Lf CROMATOGRAFIA DI GEL FILTRAZIONE: Esiste una relazione lineare tra la Kav e il logaritmo della taglia molecolare Separazione di campioni proteici a massa molecolare nota Log MW (variabile x) Log MW di campioni standard noti Kav (variabile y) Kav determi nata per campioni standard noti Per un campione di MW ignota si misura la Kav e si risale al MW Kav = f(log MW) 0<Kav<1