La leggenda del Grande Stupa La biografia del Guru Nato dal Loto

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La leggenda del Grande Stupa La biografia del Guru Nato dal Loto
Padmasambhava
La leggenda del Grande Stupa
La biografia del Guru Nato dal Loto
Due testi in cui l‟universo è ritratto come un campo di poteri spirituali,
orientabili tanto verso il bene quanto verso il male,
ma che, correttamente adoperati,
possono armonizzare l‟esistenza per il beneficio di tutti.
Padmasambhava, il Guru Nato dal Loto, fu un Buddha preparato dalle sue vite precedenti al difficile
compito di insegnare i mezzi e a dare l‟esempio dello stile di vita necessario all‟Illuminazione durante il
kaliyuga. Quando l‟insegnamento di Shakyamuni aveva perso la sua attrattiva per la maggior parte
degli aspiranti, a causa del progressivo deterioramento del loro ambiente morale, Padmasambhava
ritrovò le dottrine che il Buddha Shakyamuni aveva nascosto nell‟oceano, affidate ai Naga, finché non
fosse arrivato il momento propizio alla loro divulgazione.
Mendicante, tantrika, mago, dotto, esorcista, sacerdote, missionario, visionario e santo,
Padmasambhava nacque a Orgyen nell‟Ottavo secolo. Su invito del re Trisongdetsen venne in Tibet per
diffondervi la disciplina dei tantra e distogliere i tibetani dalle primitive fantasticherie degli sciamani. In
Tibet egli portò le tecniche altamente evolute di yoga e di meditazione prodotte dall‟India Mahayana e
fondò i lignaggi originali della tradizione Nyingma.
Noto come Guru Rinpoche (il Guru Prezioso), Padmasambhava fu un esempio di un certo modo di
vivere, parlare e sentire. Ebbe venticinque discepoli intimi, ognuno dei quali perfezionò un particolare
aspetto del suo essere attraverso la pratica dei suoi precetti. Dopo aver ricevuto le sue istruzioni, aver
compiuto la sua pratica e ricevuto i conseguenti benefici, ogni discepolo raggiunse lo stato di perfetta
identità con il Guru e diede inizio a una particolare linea che perpetuava le tradizionali forme di
meditazione. Così Guru Rinpoche è ogni Guru, ogni Lama che abbia finito la pratica di Guru Yoga e,
benché le sue forme siano molte, esse sono essenzialmente una sola.
Letteralmente, Padmasambhava significa Nato dal Loto. Come il loto, dalle radici nel fondo fangoso di
un lago, cresce in altezza attraverso le acque oscure e fiorisce, ondeggiando, intatto e con un puro
profumo, sulla superficie, così la mente illuminata, superando le negatività della natura dell‟uomo,
raggiunge le sorgenti di luce e bellezza attraverso le profondità della sofferenza, che rivela il cuore della
comprensione e compassione.
Il primo dei due scritti raccolti in questo volume è la storia del Grande Stupa Jarungkhasor,
leggendario ed esemplare racconto tibetano di incarnazione, adorazione, disastro e rinascita, narrato per
tradizione da Padmasambhava stesso al re Trisongdetsen, nel monastero di Samyeling. Il secondo
scritto è la “biografia” (Namtar) di Padmasambhava, il Guru Nato dal Loto; ma più che una biografia
come la intenderemmo in Occidente, la si potrebbe definire una mappa, una guida luminosa per
l‟aspirante sul Sentiero del Vajrayana. Ogni capitolo, infatti, è la descrizione di una forma di iniziazione
nel Vajrayana.
Questo libro è dedicato ai Lama dell’Antica tradizione e ai bambini della presente generazione.
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Parte prima
La leggenda del Grande Stupa
Tutti i pensieri svaniscono nel vuoto
come l’impronta di un uccello nel cielo
PREFAZIONE
Il popolo tibetano, ora in parte rifugiato in India, conserva la tradizione vivente del Buddhismo
Vajrayana. La sua visione dell‟universo è unica in un‟epoca in cui l‟influenza del razionalismo
occidentale ha compenetrato e trasformato lo stile di vita dell‟uomo. Questi testi ritraggono l‟universo
come un campo di poteri spirituali, che possono essere diretti sia verso il bene che verso il male ma che,
adoperati correttamente, possono armonizzare l‟esistenza per il beneficio di tutti.
I testi fanno appello sia al comune popolo tibetano, sia a coloro che studiano il rigoroso metodo
degli insegnamenti tantrici Vajrayana. È la stessa fede, che incrementò queste leggende eoni orsono,
che al giorno d‟oggi dà al popolo tibetano la forza di continuare a vibrare di una pace e di una serenità
che sono quasi sconosciute alla società industriale.
Queste traduzioni vengono presentate all‟Occidente nella speranza che esse possano aiutare i lettori
a comprendere i livelli sottili e intuitivi su cui quell‟antica cultura ha costruito la sua forte e
compassionevole maniera di vivere.
La traduzione della Leggenda del Grande Stupa fu iniziata e confortata da Sua Santità Dudjom
Rinpoche, il capo spirituale della scuola Nyingma. Il testo è stato curato da Jattur Rinpoche, l‟abate del
monastero di Ghoom, vicino Darjeeling, e corretto da Nima Norbu. La biografia del Guru Nato dal Loto
è stata trasmessa da Kanjur Rinpoche e suo figlio, Pema Wangyal.
Questo libro è lo sforzo combinato di persone dell‟est e dell‟ovest. La presente pubblicazione è
dovuta alla guida e alla generosità di Tarthang Tulku Rinpoche, capo spirituale del Centro di
meditazione tibetana Nyingma di Barkeley, e agli sforzi dei suoi discepoli.
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INTRODUZIONE
La storia che circonda il Grande Stupa è un leggendario racconto tibetano di incarnazione, adorazione,
disastro e rinascita. È un metodo tibetano per istruire l‟immaginario lungo il Sentiero spirituale, un
sentiero che inizia con un lampo iniziale di introspezione, verso qualsiasi cosa sia fondamentalmente
possibile, e finisce con l‟ottenimento della completa realizzazione. Il metodo è dato in una conversazione
tra Guru Padmasambhava e il suo gruppo di discepoli e ha luogo nella rarefatta atmosfera del tempio
mandala di Samyeling, il più antico dei venerati reliquiari del Tibet. Il testo, che contribuisce a sradicare
l‟abituale reazione mentale, modelli di distorsione e stupore, causando una fiduciosa concentrazione sia
sul suono che sul significato, fu usato come rituale, per parecchi secoli. L‟efficacia di questo rituale, che
viene chiamato “Liberazione per mezzo dell‟Udire”, deve essere personalmente sperimentata.
Il testo appartiene alla categoria di scritture denominate Thos.drol (pron. Terdol), che significa che,
con la concentrazione sul suono e capendo il pieno significato delle parole, l‟illuminazione e
l‟introspezione generate distruggono la schiavitù della mente dagli abituali modelli di comportamento e
dalle semplicistiche concezioni sulla natura del cosmo. Ogni traccia di scetticismo, ogni riserva o dubbio
preclude l‟effettiva ricompensa.
L‟ascoltatore deve avere completa fiducia nel potere della parola detta e nell‟infallibile intuizione del
Grande Guru, in cui le parole sorsero. Sebbene l‟intelletto possa fallire nel seguire i molteplici fili
impliciti nel testo e sebbene ciò che non è scritto sia spesso più efficace di quello che lo è, una mente
aperta, capace di risolvere intuitivamente il paradosso, viene liberata dall‟angusto solco di un giudizio
precostruito, che dà luogo a un‟emozione distorta. Nel Dharma, la parola scritta è ritenuta tanto sacra
quanto l‟essere Buddha dal quale essa proviene, e ogni parola scritta da un Lama, “un Superiore”, ha il
marchio della verità su di sé.
Il lettore intelligente, nella sua pratica del Dharma, legge acriticamente, senza correggere,
interpolare o modificare il significato e lascia che le parole formino modelli mentali che l‟autore intende,
avendo fede che questo modello sia efficace nel produrre un fine desiderabile. Un intelletto critico
rinforza l‟abitudine egoistica, che viene effettivamente neutralizzata o riadattata solo da una recitazione
rituale. Questo Thos.drol dovrebbe istruire così come esso illumina, così come esso suona.
C‟è poco interesse in questa leggenda per lo storico o il cronista. Sebbene nel racconto siano
intrecciati fatti storici innegabili, la leggenda mette in luce un disdegno tipico per l‟esattezza dei fatti.
Piuttosto, hanno precedenza l‟umore, la natura del momento da essere perfezionato e la coerenza
interna della metafora. Nella letteratura tibetana relativa al Buddhadharma, la Storia viene trattata
come parallela al progredire sul Sentiero del Bodhisattva; la geografia fisica è parallela e simbolizza la
struttura e la topografia della mente; la biografia dà i dettagli dei significati del raggiungimento della
Buddhità; e la filosofia descrive le varie visioni che appaiono a differenti livelli di esperienza. Mentre la
scienza occidentale ha reso l‟uomo adatto a sviluppare e manipolare il suo ambiente materiale per
risolvere i perenni problemi di cibo, alloggio e vestiti, e anche per gratificare le sue brame, la cultura del
Tibet, la terra delle nevi, ha diretto l‟uomo ad armonizzare gli elementi dentro il proprio essere, a
incorporare la compassione interna che fluisce da quest‟armonia e a sperimentare l‟esistenza esteriore
con semplice attenzione sensoria e spontanea e continua comunicazione.
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Il vero stupa
Il tema coesivo di questa leggenda, il Grande Stupa, è un simbolo di Buddhità. Lo stupa reca la verità
fondamentale e, insieme, quella relativa in rappresentanza unitaria. Nella sua realtà fondamentale lo
stupa è indistruttibile e inviolabile. È la pura, onnipenetrante fondazione in cui tutte le cose hanno
un‟essenziale identità. È la sfera dell‟uniformità, della divisa identità dei Buddha del passato, del
presente e dell‟avvenire. È infinita ed eterna semplicità. Per quanto il Bodhisattva abbia distrutto le
limitazioni della sua visione e sottomesso le innumerevoli perversità emozionali, che distruggono
l‟intensa e chiara esperienza, la realtà fondamentale rimane solo la potenzialità di Buddhità: l‟innata
perfezione che è conosciuta come esistente, benché in modo oscuro ed empirico. L‟assoluta perfezione
non può essere realizzata dal solo intelletto perché essa è l‟essenza della mente. Il condizionato e il
differenziato non possono conoscere una tale Unicità, libera da caratteristiche descrivibili. L‟Unicità è
impensabile, inconcepibile e perfettamente vuota. Essa è immacolata, al di là di ogni macchia, e sfida
qualsiasi specificazione. È chiamata Dharmadhatu o Libero Spazio.
Lo stupa, nel suo aspetto di realtà relativa, simbolizza la manifestazione spazio-temporale, soggetta
a nascita, maturazione, decadimento, dissoluzione finale (per esempio, il corpo umano e l‟universo in cui
viene a trovarsi). Le sfere sensoria, estetica e senza-forma sono tradizionalmente distinte entro questa
natura relativa delle cose. La sfera sensoria è lo strumento con cui il Bodhisattva può esprimere se
stesso in uno spontaneo flusso di azione. La sua scelta di azione è tesa a riportare ciò che si è degenerato
alla sua primitiva originalità. La sfera estetica è un oceano di vibrazione che diviene sempre più
turbolento man mano che ci si allontana dalle sue pacifiche profondità. Sensibile al minimo fremito di
dolore e di dispiacere, l‟impulso estetico formula il proprio antidoto alla disarmonia, sotto forma di
divinità che è espressa tramite mezzi sensori. La sfera del senza-forma contiene i vari gradi di Vuoto che
avvicinano alla realtà fondamentale. Presi insieme, il fondamentale e il relativo, indivisibile e
indissolubile, compongono la simbolica natura del Grande Stupa.
Costruzione della Buddhità
L‟allevatrice Shamvara, che aspirava a edificare il Grande Stupa, fu costretta a creare la perfezione
unitaria entro se stessa. Il cammino che ella seguì cominciò con la totale dedizione al Guru Buddha e
finì quando furono completamente sradicati i frammenti finali di distinzione tra colui che compie e l‟atto
compiuto, tra il pensiero e la sua espressione e tra l‟aspettativa e il suo esaudimento. Questo sentiero
che conduce dall‟ansietà e dalla tensione alla perfetta Illuminazione le dette una triplice ricompensa
nella Tripla Gemma della Buddhità.
Le tre perfezioni sono: il Corpo buddhico, la Parola buddhica e la Mente buddhica. Il Corpo
buddhico è l‟ottenimento dell‟azione fluida in ogni sfera. Esso permette che l‟organismo psichico
reagisca senza esitazione, con fiducia e controllo totali alle eventualità contingenti. Per colui che ottiene
il Corpo buddhico, il potenziale di ogni situazione viene realizzato e così egli esemplifica la più alta
qualità di stile di vita. Ciò si ottiene con l‟azione disinteressata e la pratica devozionale, poiché ogni
azione diviene un‟offerta al Grande Stupa, la Gemma che esaudisce il desiderio, l‟Esauditore di tutte le
suppliche. La Parola buddhica è l‟ottenimento della voce profonda, la voce di Buddha, l‟Istruttore, che
esprime in pura vibrazione la qualità dell‟esperienza e che dirige verso l‟Azione Perfetta con infallibile
legge. Ciò viene ottenuto dopo che ogni motivazione egoistica sia stata eliminata da una comunicazione
interpersonale e dopo che ogni aspirazione egoistica sia stata distrutta.
Qui il Grande Stupa diviene la divinità in cui si dissolvono tutte le altre deità, purificandole con luce
e fuoco. La Mente buddhica è l‟ottenimento della consapevolezza, che riduce tutta la percezione al suo
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Vuoto essenziale, rimanendo costantemente identificata con la sostanza di tutte le cose da cui sorge
l‟enfatica compassione. Qui il Grande Stupa diventa il Corpo dell‟Infinita Semplicità.
Ogni aspirante che entra nel Sentiero del Mahayana commette se stesso, o se stessa, all‟ideale
umanistico di liberare tutta la vita senziente dai limiti della distorsione emozionale e della visione
limitata. Il mezzo per ottenere questo fine è l‟autoperfezione. Qui la crescita spirituale va parallelamente
alla costruzione fisica del Grande Stupa. Avalokiteshvara è la Divina Compassione da cui deriva il
compimento del voto di Bodhisattva. Egli è il guardiano protettore del Tibet, i cui campi buddhici sono
evidenziati dal Palazzo di Potala, dove il Dalai Lama risiede come suo reggente e incarnazione
temporanea. Il suo nome significa: “Colui che guarda intensamente le sofferenze del mondo con occhi
pieni di lacrime”.
Iconograficamente, egli viene rappresentato con mille braccia e con “l‟Occhio della saggezza”, pieno
di lacrime, che guarda fuori da ogni singolo palmo di mano. Egli è continuamente attivo nel liberare gli
esseri dai concetti che inibiscono e dagli impedimenti emozionali. Egli lavora per distruggere le
immagini senza vita e rivitalizzare le facoltà morte. In questa leggenda, Shamvara, una grande yogini, è
l‟incarnazione del divino Bodhisattva Avalokiteshvara e la costruzione del Grande Stupa è il
compimento del voto di Bodhisattva. La sua azione causa la luce del Grande Stupa per rischiarare
l‟oscurità del kaliyuga.
Esperienza del Tempo
La leggenda del Grande Stupa dovrebbe essere letta con una comprensione del suo posto nel tempo. La
visione illuminata del tempo è insieme storica e metaforica. Il tempo è suddiviso in successioni di eoni
(kalpa). L‟eone nel quale noi viviamo è denominato il bhadrakalpa, l‟eone fortunato; fortunato perché in
questo periodo si incarneranno mille Buddha per liberare coloro che sono imprigionati nella sensualità.
Ogni eone ha tre ere (yuga): la prima era, il satyayuga, è caratterizzata dalla completa purezza, in cui
nessuna limitazione esaurisce la perfezione della Buddhità. La seconda era, dharmayuga, è caratterizzata
da una lunghezza della vita dell‟uomo di ottomila anni. All‟inizio della terza era, il kaliyuga, la
lunghezza della vita umana è di cento anni ed è stato detto che, durante il kaliyuga, l‟arco della vita
umana sarà ridotto a dieci anni.
Durante il dharmayuga, i Buddha danno insegnamento, ma il compito diviene sempre più arduo
man mano che il peso dell‟era aumenta, finché, nel kaliyuga, il puro insegnamento non può essere più
ascoltato. Il Grande Stupa fu edificato al tempo di Buddha Kasyapa, quando la durata della vita umana
era di ventimila anni e il puro insegnamento poteva ancora essere ascoltato da tutti gli uomini. Buddha
Gautama, Shakyamuni, il Signore del clan dei Sakya, nacque duemilacinquecento anni fa, quando la vita
del genere umano durava cento anni. Egli insegnò la Dottrina che sarebbe sopravvissuta attraverso gli
stadi iniziali del kaliyuga.
Il kaliyuga è l‟epoca esattamente precedente la fine del mondo. Essa è caratterizzata da cinque
peculiarità: accorciamento della vita umana, modo di vivere ozioso ed egoistico, sfrenata lussuria e
avarizia, filosofie materialistiche e credenza nell‟inevitabile conflagrazione. La leggenda profetizza che
la vibrazione di questi tempi danneggerà la struttura del Grande Stupa; il testo descrive chiaramente i
portenti che annunciano il decadimento e la distruzione della vita più alta.
Man mano che lo yuga progredisce, la frenetica accelerazione verso l‟annichilimento finale
distrugge le vestigia della Dottrina di Buddha Shakyamuni. La leggenda predice che a meno che gli
insegnamenti del tantra non siano ascoltati e predicati, come sono stati enunciati dalle forme incarnate
dei Bodhisattva, il cui merito accumulato nelle esistenze precedenti dona loro indomabile coraggio per
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soggiogare i sensi animali super stimolati e infiammati, la forma esterna del Grande Stupa sarà
definitivamente e irrimediabilmente distrutta.
La diminuzione della durata della vita può essere compresa ai due livelli che accompagnano anche
l‟idea della rinascita. Primo: può essere compresa sul piano fisico, nel quale il corpo nasce, viene nutrito,
si matura, diventa vecchio e quindi si decompone per tornare agli elementi da cui era stato generato.
Secondo: può essere compreso sul piano mentale di un‟esperienza, come un “continuum”, un flusso
costante che cambia a ogni istante di esperienza. La vita mentale di un‟esperienza, che nella
terminologia buddhista è definita un “dharma”, è una frazione di un più grande flusso che è il Dharma.
Ogni dharma varia in lunghezza secondo il grado di concentrazione del conoscitore. Durante il kaliyuga
le passioni velenose, particolarmente la lussuria, l‟avarizia, la brama di acquisire, la gelosia e l‟invidia
causano una perdita di concentrazione. La mente schizza via dal suo pacifico centro, in cerca degli
oggetti dei suoi desideri, oppure si ritrae dagli oggetti che la respingono. Alla fine, la velocità della vita
aumenta proporzionalmente alla riduzione della sua lunghezza.
A livello mentale, l‟eone rappresenta un‟unità di tempo dentro la più profonda sfera della mentalità e
della spiritualità. L‟eone può essere sperimentato in profonda meditazione, libero da pesanti forze
materializzatrici dell‟energia e del movimento fisico. L‟era viene sperimentata appena il tasso di
vibrazione aumenta. Siccome il kaliyuga trascina verso la sua conclusione il tasso di vibrazione, l‟unità
di tempo mentale che viene sperimentata diviene infinitesimale, finché la velocità crescente e il
frazionamento delle particelle del tempo risulta nel finale annullamento di tutte le forme in
conflagrazione. È stato detto che in quest‟epoca s‟incarnerà il Buddha Maitreya, personificazione della
gentilezza amorevole, e che la durata della vita umana diventerà, ancora una volta, di
ottantaquattromila anni.
Il Buddha vivente
Durante il kaliyuga si presentano delle possibilità di salvare se stessi dalla distruzione che si avvicina.
Le discipline dell‟Hinayana e del Mahayana, per quanto cruciali, sono inadeguate a combattere le forze
crescenti della passione. Tuttavia, il Vajrayana provvede i mezzi per dominare l‟impulsiva natura
dell‟uomo. L‟insegnamento Hinayana prescrive un totale rifiuto e una totale rinuncia alle passioni; il
Mahayana prescrive l‟antidoto e la neutralizzazione della passione; il Vajrayana prescrive la
comprensione della passione per mezzo del metodo omeopatico dell‟indulgenza controllata.
Nella leggenda è profetizzato l‟arrivo di un Tulku. Nel Vajrayana un Tulku o Essere Illuminato
degli ultimi giorni del kaliyuga sarà conosciuto come tantrika, uno yogi che si è reso padrone della
disciplina dell‟apprendere la purezza essenziale inerente a ogni esperienza. Egli sarà un maestro di
esperienze, di qualsiasi natura, legate su un filo di pura coscienza, come una collana di perle. Con la sua
comprensione dominerà l‟arte della trasformazione magica, avrà l‟abilità di alternare la sua vibrazione
allo scopo di placare, istruire, sottomettere e tuttavia di esemplificare la conoscenza profonda delle forze
oscure che motivano la mente umana. La sua Buddhità sarà identica a tutta la Natura buddhica; il suo
impegno nella virtù sarà sicuro quanto quello di un essere illuminato del dharmayuga e la sua abilità nel
discriminare tra cosa debba essere sviluppato e cosa debba essere abbandonato sarà tanto acuta quanto
quella dell‟eremita Pratyekabuddha della tradizione Hinayana. Egli sarà impavido nel dimostrare i modi
in cui il corpo umano può essere usato per creare vita, luce e amore.
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Metodi di costruzione
Alla consacrazione del Grande Stupa, la purezza di mente dei costruttori permise che le loro sincere
preghiere per una rinascita fossero esaudite. I figli dell‟allevatrice Bodhisattva, che completarono la
struttura, furono esseri che si maturarono, attraverso la rinascita, come fondatori del Sentiero Profondo
in Tibet, durante il kaliyuga. Inoltre, a questi stessi esseri viene mostrato da uno di loro, per mezzo
della metafora del Grande Stupa, la causa del loro potere spirituale, il sistema per sostenerlo e i pericoli
che possono limitarlo. Nel Vajrayana sono presentati molti sistemi di “costruzione di stupa”. Con la
pratica del mantra, o concentrazione sulla ripetizione (recitazione) di una sequenza di particolari fonemi,
si sviluppa la consapevolezza della sfera dei demoni, che processa le vibrazioni sopravvenienti e
determina la qualità e il significato dell‟espressione verbale che sorge da essa. La pratica di samatha e di
vipasyana, o concentrazione e meditazione intuitive, produce una sensibilità di coscienza di fronte a
qualsiasi cosa sorga nella coscienza stessa. Queste discipline, che sono tutte efficaci nell‟edificare un
Grande Stupa all‟interno dell‟aspirante, creano proprio quel genere di sottile corrispondenza di un
pensiero all‟altro, che fa sì che i desideri si avverino.
Non c‟è un manipolatore esterno sul cammino, che determina con la sua sublime, ma irresponsabile
gioia il fatto che certi individui possano avere i loro desideri soddisfatti. Piuttosto, il desiderio
dell‟Illuminazione cresce inesorabilmente da un seme, divenendo una forte aspirazione come il tronco e i
rami, e ottenendo l‟esaudimento come le foglie e i fiori. Questo è il processo universale dello sviluppo
spirituale. Quando i pensieri sorgono come tanti pescicani che digrignano i denti nell‟oceano della
mente, il grande disturbo e il conflitto precludono ogni sviluppo graduale di un singolo impulso fino al
suo dominio. Se un solo pesce nuota nell‟immobilità e tranquillità dell‟oceano della mente, l‟intero
volume ne è coinvolto – comunque sia il pesce, nero o bianco, esso è immateriale.
Profezia del disastro
A Samyeling, il primo monastero costruito in Tibet, Guru Padmasambhava, il Guru Nato dal Loto,
Orgyen Rinpoche, il mendicante tantrico dell‟Ottavo secolo, dotato di un grande potere di conversione
per mezzo di pratiche magiche, diede insegnamenti al re Trisongdetsen, il religioso monarca che
patrocinò il primo maestro buddhista e i suoi venticinque discepoli più vicini. Tutte le tradizioni della
Vecchia scuola (Nyingma) hanno avuto origine da loro. È menzionata l‟invasione mongola; vi è la
profezia della venuta dei musulmani in India e della distruzione di Vajrasana (che ora è la restaurata
Bodhgaya) e vi sono molte allusioni circa minori mutamenti politici nei paesi confinanti. È significativo
notare che durante le piogge del 1969, il pinnacolo dello stupa fu distrutto da una folgore e che il figlio
dell‟abate che presiede il monastero fu arrestato per traffico di artigianato rituale, rubato dai templi
della valle di Kathmandu.
I tibetani interpretarono i capitoli di questo testo popolare e familiare vedendo quegli eventi come
indicazione dell‟abisso in cui l‟uomo è caduto durante il kaliyuga e interpretarono come compimenti
profetici contemporanei l‟aggressione cinese al Tibet e all‟India. Infatti, la profezia che parlava della
devastazione del Tibet, se la degenerazione del kaliyuga non fosse stata stroncata dalla reincarnazione
di un tantrika, si è di già avverata e le orde dei fuggiaschi, che il testo profetizzava sciamanti verso
l‟India settentrionale, sono già arrivate. I monasteri sono stati bruciati e le scritture calpestate. I
proprietari terrieri che rimasero attaccati alle loro terre furono uccisi e così i preti e i monaci che
rimasero nei loro monasteri. La fede dei rifugiati, che soffrono le pene della sottomissione a cultura
estranea, è sorretta dalla promessa che, a patto che il Grande Stupa sia riparato, essi torneranno nella
loro madrepatria per sessanta anni di pace e di prosperità.
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Tesoro di Bodha
L‟attuale Stupa di Bodha, chiamato Jarungkhasor dai tibetani, sta al centro della valle di Kathmandu ed
è circondato da montagne, come un punto prezioso al centro di un mandala naturale. Esso è il punto
focale di tutta la vibrazione della valle. Per praticare le loro rituali osservanze davanti e intorno al
Grande Stupa, i pellegrini vengono dalle frontiere del nord-est verso l‟ovest e dall‟Hindu Kush verso
l‟est. Lo stupa si è conservato più a lungo di quanto possa ricordare qualsiasi memoria popolare; e ogni
visitatore, mendicante, prete, dotto abate o commerciante in viaggio dall‟India al Tibet attraverso il
Nepal ha pregato qui per la propria salvezza sulle alte montagne dell‟Himalaya o nelle valli infestate da
briganti.
Le quattro scuole di Buddhismo tibetano trattano il Grande Stupa con uguale devozione. Il
monastero che ora sorge vicino allo stupa, a Bodha, appartiene alla scuola dei Berretti Gialli, i Gelugpa;
ma il testo, che viene usato da tutti i devoti dello stupa e dalla gente di lingua tibetana, è un testo
Nyingma, della Vecchia Scuola dei Berretti Rossi. Esso è un terma, un testo che fu nascosto dalla
Dakini Yeshe Tsogyal, consorte di Guru Padmasambhava, dopo che il discorso del Guru fu tradotto nel
codice terma. Durante l‟esistenza del Guru furono nascosti migliaia di terma in luoghi segreti, grotte,
rocce, fiumi e torrenti, dentro templi, immagini e stupa per poter essere riscoperti, decodificati e
trasmessi quando la gente di un qualsiasi periodo, ma particolarmente al tempo del kaliyuga, avrebbe
avuto bisogno di una differente forma di istruzione per curare le proprie malattie spirituali. In questo
modo non solo furono resi accessibili rilevanti insegnamenti a ogni momento, ma le antiche tradizioni,
eternamente importanti, poterono essere rivissute attraverso la formulazione personale del Guru,
derivata dalla sua perfetta pratica. Ovunque mediti uno yogi, ovunque vengano invocate le divinità,
ovunque il suolo sia stato impregnato dalla mente illuminata, là i terma possono essere ritrovati.
Questo terma fu scoperto da una monaca in un‟immagine di Mahavairochana, nelle sale superiori del
tempio Samyeling. Mahavairochana rappresenta l‟infinita espansione della luce blu della piena
consapevolezza, e la stanza superiore rappresenta il centro dell‟unità-mandala e l‟assenza di forma. Il
perimetro del tempio di Samyeling, un vasto mandala, va parallelo al motivo e alla funzione dei
mandala-figure ricorrenti nell‟arte, scrittura e disegno. Il terma fu rinascosto nel lato sud-ovest del
Trono del Leone, nello Stupa Rosso, poiché l‟epoca della sua scoperta era poco propizia. Lo Stupa Rosso
significa che l‟oscuramento causato dalla passione è l‟oggetto della meditazione, purificata dalla
recitazione di questo testo. Il lato sud-ovest del Trono del Leone significa che il testo porta alla
liberazione nella Pura Terra di Buddha di Guru Padmasambhava, nella Montagna Color del Rame di
Zangdokperi.
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EH MA HO!!
Omaggio ai Guru
delle tre linee
dei Corpi dei Buddha!
Al Buddha della
Luce Infinita
nel Corpo di Infinita Semplicità!
Al Bodhisattva
della Grande Compassione
nel Corpo della Gioia Visionaria!
Al Guru Nato dal Loto
nel Corpo dell’Incarnata Compassione!
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Il primo capitolo della Leggenda del Grande Stupa Jarungkhasor
Costruzione e consacrazione dello stupa
Questa è la storia di Jarungkhasor, il Grande Stupa, che è il ricettacolo del Corpo dell‟Infinita
Semplicità, che è identico alla Mente di tutti i Buddha e i Bodhisattva delle tre epoche e delle dieci
direzioni. Nell‟anno di fuoco-maschio-scimmia, nel decimo giorno del mese della scimmia, nella sala
centrale del grande monastero di Samyeling, che significa l‟inconcepibile, immutabile e sorto
spontaneamente, quando il grande e religioso Trisongdetsen e i venticinque discepoli del Guru furono
riuniti per ricevere l‟iniziazione della Mente più segreta del Lama (blama yang gsang thugs kyi sgrubs),
a Orgyen Rinpoche, il prezioso Guru di Orgyen Nato dal Loto, fu chiesto di rimanere seduto sul suo
trono di nove cuscini, posti l‟uno sull‟altro. Poi, re Trisongdetsen offrì al suo Guru un calice dorato di
vino, varie raffinatezze da mangiare raccolte da tutto il mondo, ventun turchesi tratti dalla collana che
portava al collo, cinque coppe d‟oro, sette vasi d‟oro, otto stoffe di delicata seta e una vasta raccolta di
altre cose preziose.
Prosternandosi per mille volte davanti al suo Guru, il re si rivolse a lui: “O Grande Guru! Io nacqui
in Tibet, questo barbaro paese di monaci dalle facce rosse, e invitai a diffondervi il Dharma il saggio
Bodhisattva Shantarakshita dal paese di Zahor e te, abate di Orgyen, il Guru Nato dal Loto. Ho
costruito il grande monastero di Samye, in cui risiede la Triplice Gemma, ricettacolo del merito
accumulato da tutti gli esseri, incomparabile da una capo all‟altro del mondo meridionale di
Jambudvipa. Ho compiuto queste cose. Ora, in questo barbaro paese, che è come un‟isola di oscurità, la
Dottrina della Triplice Gemma si sta diffondendo come il sole del primo mattino sui picchi delle
montagne e tutto il popolo può ascoltare la spiegazione della Sacra Religione, come essi facevano
nell‟epoca aurea, quando Buddha Kasyapa insegnava nella regione centrale di Magadha.
“Quando Buddha Kasyapa stava predicando, la benefattrice Jadzima, che procreò quattro figli,
costruì lo Stupa Jarungkhasor nel distretto di Magutta, nel regno del Nepal. Grande Guru! Se tu puoi
parlarci del frutto dell‟aspirazione generata dagli edificatori di quel primo Grande Stupa, allora noi,
avendo costruito questo grande monastero di Samye, sapendo come pregare, possiamo avere piena
fiducia e speranza nel futuro. Noi ti invitiamo a descriverci nei dettagli i risultati della costruzione di
quel primo Grande Stupa di Jarungkhasor, sì che noi possiamo diventare dei buoni devoti”.
Al che, il Grande Guru rispose: “O Grande Re, ascolta attentamente e ricorda le mie parole! Io vi
racconterò la leggenda di Jarungkhasor. In un‟epoca remota, infiniti kalpa orsono, il Bodhisattva
Mahasattva, il Signore Avalokiteshvara, fece voto ai piedi del suo Guru, il Buddha Amithaba, di liberare
tutti gli esseri dalle miserie di questo mondo. Poi avendo liberato innumerevoli esseri dalla sofferenza,
si arrampicò sulla cima del Palazzo di Potala, pensando che fossero stati liberati tutti gli esseri senza
eccezione. Ma, guardando alle sei sfere, egli vide molti esseri che ancora languivano nei mondi più bassi,
come mosche su un cumulo di rifiuti. Pensando che non fosse possibile liberare tutti gli esseri
dall‟oceano di sofferenza che è il mondo, egli pianse e, togliendosi due lacrime dagli occhi col suo indice,
pregò che anche queste due lacrime potessero assistere gli esseri del futuro nel superare il loro dolore.
Come esaudimento di questa preghiera, quelle due lacrime furono tramutate e incarnate come due figlie
del re Indra, che risiedeva nel paradiso dei trentatré dèi. Le figlie furono chiamate dea Purna (Completa)
e dea Apurna (Incompleta). Apurna, una volta, rubò dei fiori e, come punizione per aver violato la legge
degli dèi, ella rinacque nel mondo umano, nel regno del Nepal, nel distretto di Magutta, figlia di un
allevatore, Ansu, e di sua moglie Purna. Fu chiamata l‟allevatrice Shamvara (bdemchog). Quando
divenne adulta si accoppiò con quattro uomini differenti, tutti di bassa casta, e partorì un figlio da
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ognuno di loro: il primo dei figli nacque da uno stalliere, il secondo da un guardiano di porci, il terzo da
un guardiano di cani e il quarto da un allevatore.
“L‟allevatrice Shamvara accumulò sufficiente ricchezza con i suoi affari da poter allevare bene i suoi
figli e farli diventare istruiti benestanti. Più tardi ella pensò tra sé e sé: „I risparmi che ho accumulato
con l‟allevamento mi hanno permesso di far diventare i miei figli dei rispettabili possidenti. Ora ho
accumulato un‟altra riserva di ricchezza e, per far in modo che tutti gli esseri possano beneficiarne,
costruirò un Grande Stupa, un ricettacolo per la Mente di tutti i Buddha, la mia propria divinità
proiettata. Esso sarà un posto di adorazione per innumerevoli esseri e un reliquiario per gli
indistruttibili resti del Tathagata. Ma prima devo chiedere permesso al Maharaja‟.
“Dopo aver così pensato dentro di sé, ella si accostò al Maharaja, si prosternò davanti a lui, gli girò
intorno, gli si inginocchiò davanti, congiunse le mani e si appellò a lui: „O Grande Re! Io sono povera
donna, un‟allevatrice, e da sola ho tirato su quattro figli di differenti padri con gli utili della mia attività
e li ho fatti diventare dei benestanti. Io invoco il tuo permesso per costruire un Grande Stupa, che sarà
la mia divinità proiettata e un posto di adorazione per innumerevoli esseri; sarà, anche, un ricettacolo
della Mente di tutti i Buddha e sarà, infine, un reliquiario per gli indistruttibili resti del Tathagata. Esso
sarà edificato con il denaro che io ho accumulato da quando i miei figli sono diventati autosufficienti‟.
“Un grande re non prende mai decisioni affrettate. Così il re compose la sua mente per un momento
e rifletté tra di sé: „Questa allevatrice è una povera donna che ha accumulato sufficiente benessere per
crescere quattro figli illegittimi e ora desidera costruire un Grande Stupa: ciò è meraviglioso e
sorprendente‟.
“Allora egli le diede il permesso di edificare lo stupa. L‟allevatrice Shamvara fu tutta presa di gioia e
allegria e, di nuovo prosternandosi dinanzi al re, gli girò intorno molte volte e tornò a casa. Dopo di ciò
la costruzione del Grande Stupa fu iniziata dalla donna, i suoi quattro figli, un asino e un elefante. Sul
posto fu portata terra, furono gettate fondamenta e i muri vennero tirati su fino al terzo piano. Fu in
quel periodo che la gente del Nepal si riunì, sentendosi colma di risentimento nei riguardi della povera
allevatrice, che li aveva fatti vergognare con la sua superiore impresa, e si chiesero l‟un l‟altro quale
sorta di costruzione ci si sarebbe dovuta aspettare dal re, dal ministro, dai ricchi e dai famosi, se una
povera allevatrice poteva costruire un tale stupa. Ritenendosi insultati e offesi, essi si recarono dal re,
con una petizione per porre fine ai lavori, e dissero: „O Grande Re! Hai commesso un errore. Se questa
povera allevatrice può costruire un simile Grande Stupa, cosa ci si dovrebbe aspettare da te, re, dai
ministri e dai potenti del paese? Se tu permetti questa costruzione ognuno di noi sarà umiliato; sarebbe
meglio che la terra e le pietre fossero riportate alla cava. Non è bene che le sia stato accordato il
permesso di costruire questo stupa‟.
“Il Grande Re rispose loro: „Ascoltatemi attentamente! Questa povera allevatrice ha risparmiato
abbastanza denaro da poter allevare quattro figli illegittimi e ha accumulato benessere sufficiente per
edificare lo stupa. Io considero ciò un‟impresa meravigliosa; le ho già dato il mio permesso (kha sor) per
procedere col lavoro (bya rung). Io, essendo un re, parlo una sola volta‟.
“Anche altri uomini cercarono di fermare i progressi della costruzione, ma senza successo. Così il
Grande Stupa divenne noto come Jarungkhasor, che significa che, una volta che sia stata data
l‟autorizzazione di costruire, ogni ostacolo può essere superato. Il lavoro di costruzione continuò senza
interruzioni attraverso l‟estate e l‟inverno per quattro anni, finché lo stupa fu completo fino al collo.
“Ma in quel tempo, la povera allevatrice, scoprendo che stava per morire, chiamò presso di sé i
quattro figli e i loro domestici e disse: „Completate questo Grande Stupa, che è la mia divinità proiettata,
e che è il posto di adorazione sia degli esseri mondani che sovramondani. Mettete le indistruttibili
reliquie dei Tathagata all‟interno di questo stupa e quindi consacratelo con grande onore e rispetto.
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Questo è il mio desiderio e, quando esso sarà stato appagato, si realizzeranno le grandi intenzioni di
tutti i Buddha del passato, del presente e del futuro. E voi, figli miei, con l‟obbedire alle mie volontà
soddisfarete lo scopo di questa vita e la prossima‟.
“Con queste parole ella trapassò. I cimbali suonarono e gli dèi mandarono una pioggia di fiori, molti
arcobaleni apparvero in cielo e così la povera Shamvara, grazie alla sua generosità nel costruire il
Grande Stupa, ottenne la Buddhità e fu chiamata Chamsi Lhamo Pramsha. I quattro figli, rimanendo
fedeli ai desideri della madre, per ripagare la sua gentilezza verso di loro e ottenere merito, si
impegnarono a finire lo stupa e ad aggiungervi le parti superiori. Così, come prima, essi caricarono i
mattoni sull‟asino e sull‟elefante e continuarono i lavori. Essi lavorarono ancora per tre anni prima che
la costruzione fosse terminata; sette anni in tutto. Le indistruttibili reliquie del Tathagata Kasyapa (il
Buddha dell‟età precedente) furono sigillate nell‟albero della vita all‟interno dello stupa.
“Allora il Tathagata Kasyapa, circondato dai Bodhisattva, suoi attendenti, apparve nei campi celesti
di fronte allo stupa, dopo che furono organizzate offerte sontuose e sparsi ovunque fiori consacrati. E lì
apparvero tutti i Buddha e i Bodhisattva delle dieci direzioni con innumerevoli Arhat intorno, le cinque
stirpi dei Tathagata, i Signori dei Tre Mondi e le innumerevoli, come chicchi di sesamo, divinità
pacifiche e terribili e, ancora, fiori in quantità, onorando l‟occasione con le loro presenze molto propizie.
Molti cimbali suonarono, gli dèi mandarono una pioggia di fiori, mentre incenso dall‟odore dolcissimo si
spargeva in tutte le direzioni. La stessa terra sussultò tre volte. La Luce Infinita della divina saggezza,
che si diffondeva dai tre Corpi dei Tathagata presenti, oscurò il sole e irradiò la notte per cinque giorni
consecutivi”.
SAMAYA GYA GYA GYA
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Il secondo capitolo della Leggenda del Grande Stupa Jarungkhasor
Esaudimento delle preghiere secondo la visione del Bodhisattva
Re Trisongdetsen si rivolse di nuovo al Guru Nato dal Loto: “O Grande Guru, ti prego di descriverci le
preghiere che furono offerte e l‟aspirazione che si formò davanti a questo bellissimo stupa chamato
Jarungkhasor, e ancora raccontaci la storia dell‟esaudimento di queste preghiere”.
Il Grande Guru rispose: “Ascoltami, o Grande Re! Alla consacrazione del Grande Stupa, dopo che i
fiori furono sparsi e furono accaduti fantastici miracoli e viste cose meravigliose, la grande assemblea
dei Buddha e dei Bodhisattva si rivolse, a una voce, ai benefattori e devoti, dicendo: „Ascoltate, voi che
siete i più fortunati e ben nati! Grazie alla mente pura che creò il desiderio di edificare questo Grande
Stupa, che è il supremo ricettacolo del Corpo dell‟Infinita Semplicità, che è inseparabile dalla Mente di
tutti i Vittoriosi del passato, del presente e del futuro, per merito di questa opera buona, qualunque
supplica voi offriate essa sarà esaudita perfettamente‟.
“Allora, i figli dell‟allevatrice defunta si dissero l‟un l‟altro: „Fu il voto illuminato della nostra
vecchia madre che portò alla costruzione di questo stupa, ma, eseguendo le sue ultime volontà, noi
completammo l‟edificio, lo consacrammo e fummo privilegiati dal vedere l‟assemblea di tutti i Buddha e
i Bodhisattva. Ora, per il merito accumulato, noi potremmo chiedere l‟esaudimento di qualsiasi
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preghiera, ma sarebbe da malaccorti pregare per una cosa insignificante‟.
“Il fratello maggiore, il figlio dello stalliere, pensò quale voto universale esprimere e disse: „Al nord,
nel barbaro regno delle nevi, le montagne sono coperte di neve e le valli sono allagate; è il ritrovo degli
uccelli acquatici l‟estate ed è una grande distesa di ghiaccio l‟inverno. È stato profetizzato che le acque
decresceranno e che, dopo che il Bodhisattva, Signore dell‟Universo, Avalokiteshvara, sia venuto a
istruire gli abitanti della tradizione del Tathagata Shakyamuni, la Dottrina del Buddha sarà diffusa in
tutto il paese. Il mio voto è che io possa portare la Dottrina dei Buddha nel Tibet‟.
“Di conseguenza, egli pregò in questo modo: „Col merito che ho acquisito, completando lo stupa con
purezza di cuore e di aspirazione, possa io nascere come un grande re e protettore della religione nella
gelida terra dei selvaggi, al nord. Quando il potere dei cinque veleni (odio, lussuria, pigrizia, gelosia e
orgoglio) aumenta durante il kaliyuga, era della distruzione e della corruzione, possa io stabilire colà,
per sempre, la Dottrina dei Buddha, diffondendo la tradizione del Tathagata Shakyamuni‟.
“Il secondo fratello, il figlio del guardiano dei porci, recitò allora la sua preghiera: „Per il merito che
ho acquisito col completare questo stupa, quando mio fratello rinascerà come re e protettore nella terra
dei selvaggi circondata dalle nevi, e quando la Preziosa Dottrina del Buddha vi si starà diffondendo e
sorgerà la necessità di introdurre la comunità del Sangha, fondamento della Dottrina, possa io rinascere
in quel paese come bhiksu (monaco), che diventerà un grande Arhat per ordinare i convertiti come
membri del Sangha‟.
“A sua volta, il terzo fratello, il figlio del guardiano dei cani, recitò la sua preghiera: „Col merito che
ho acquisito completando questo stupa, quando i miei due fratelli diffonderanno la Dottrina dei Buddha
nella gelida terra dei selvaggi e quando il popolo seguirà la Dottrina dei Buddha, possa io rinascere non
dal ventre di una donna ma, miracolosamente, dal letto di polline di un loto. Distruggendo la
successione di vita e morte, possa io vivere tanto a lungo quanto il sole e la luna. Assoggettando e
istruendo dèi, demoni e uomini insieme e sottomettendo tutti i pericolosi cannibali nativi di quel
barbaro paese, possa io rinascere come uno yogi tantrico, un Mantradhara, per proteggere la Dottrina
dei Buddha che i miei fratelli diffonderanno‟.
“Fu allora la volta del fratello più giovane, il figlio dell‟allevatore, che recitò questa preghiera: „Per il
merito che ho acquisito col completare questo stupa, quando voi tre rinascerete nella gelida terra dei
selvaggi, uno per diffondervi il Dharma, il secondo per renderlo stabile e l‟altro per proteggerlo, possa
io rinascere come il ministro che coordinerà le vostre attività‟.
“Dopo che i quattro figli ebbero espresso le loro preghiere, tutti i Buddha e i Bodhisattva parlarono
all‟unisono: „Degni figli! Esseri fortunatissimi! Voi avete espresso voti davvero elevati e non egoistici.
Tutti i Buddha si stanno rallegrando con voi. La montagna di merito che voi avete prodotto con questa
preghiera è incomparabile, anche i Buddha delle tre ere sono incapaci di superarla‟.
”Dopo di ciò tutti i Buddha delle dieci direzioni e tutti i Bodhisattva si dissolsero in un solo lampo di
luce, che svanì nel Grande Stupa. Da allora, lo stupa divenne noto in tutto il mondo come „Unità dei
Buddha‟.
“Proprio in quel momento, un insetto di quelli che succhiano il sangue si posò sul collo del figlio
dello stalliere e lo punse, provocandogli un dolore insopportabile. Ciò lo costrinse a scuotere via
l‟insetto con la mano, uccidendolo. Ma, con infinita compassione, egli pregò in questo modo: ‟Quando
rinascerò re nella gelida terra dei selvaggi, possa questo insetto rinascere come principe che pratica il
Dharma‟.
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“L‟asino che aveva trasportato il materiale da costruzione allo stupa udì queste preghiere e pensò
che dovesse recitarne una lui pure, ma mancandogliene la capacità, nulla di pur lontanamente simile a
una preghiera sorse nella sua mente. Allora l‟asino si incattivì e, con la sua collera, sorsero cattivi
pensieri: „Quando questo figlio di stalliere rinascerà come un re religioso che diffonderà il Dharma nella
gelida terra dei selvaggi, possa io rinascere come un ministro dalla lingua malefica che renderà
inoperante qualsiasi azione il re possa compiere‟.
“Il servo dei quattro fratelli, intuendo i pensieri dell‟asino, recitò questa preghiera: „Quando questo
asino rinascerà come un ministro perverso che ostacolerà il diffondersi del Dharma, possa io rinascere
come un diligente e religioso ministro, sì che possa superare e respingere le sue macchinazioni‟.
“L‟elefante pure desiderò pregare, ma se ne ritrovò incapace. Egli si incollerì e disse: „Ho trasportato
pesanti carichi di pietre e terra per la costruzione dello stupa, ma non ne ricevo ricompensa. Quando
questi fratelli rinasceranno e diffonderanno la Dottrina nella gelida terra dei selvaggi, possa io rinascere
come nipote maggiore del re, così che io possa sopprimere e distruggere la Dottrina‟.
“Un corvo appollaiato lì vicino, disgustato da tale desiderio, creò un pensiero perfetto. Egli recitò la
seguente preghiera: „Quando questo elefante rinascerà come un persecutore della religione e quando
quel re proverà a sopprimere la Dottrina dei Buddha, possa io rinascere come un Grande Bodhisattva
che assassinerà quel re malvagio‟.
“Due giovani brahmini che vestivano il sacro abito giallo, ed erano di servizio allo stupa, pregarono
in questo modo: „Quando la Preziosa Dottrina si diffonderà nella gelida terra dei selvaggi, possiamo
ambedue noi rinascere come traduttori che tradurranno le sacre scritture‟.
“Anche due intelligenti ragazze, di una famiglia reale, erano presenti alla cerimonia di consacrazione
ed espressero questo voto: „Quando la Dottrina dei Buddha sarà diffusa nel gelido paese dei selvaggi,
che si possa noi rinascere con una cultura superiore, che ci permetta di scrivere e copiare i sacri testi
della Parola dei Buddha e i commentari su di essa‟.
“In questo modo, in quel momento, furono espresse molte preghiere per il beneficio di tutti gli esseri
e tutte queste innumerevoli preghiere furono esaudite. Il fratello maggiore, il figlio dello stalliere, che
aveva pregato per rinascere re, è rinato nella persona Trisongdetsen, re e protettore della religione. Il
figlio del guardiano di porci, che aveva pregato per rinascere abate, è rinato nella persona dell‟abate
Shantarakshita. Il figlio del guardiano dei cani, che aveva pregato per rinascere come yogi tantrico è
divenuto me stesso, l‟abate di Orgyen, il Guru Nato dal Loto. Il figlio dell‟allevatore, che aveva pregato
per rinascere come saggio ministro, è l‟attuale re di Yarlung. La vespa, per la cui rinascita come
principe si era supplicato, è l‟attuale principessa Padma Salso. L‟asino scriteriato, che aveva desiderato
di rinascere come ministro malvagio, è rinato come il malefico Mashag Tromba (ma shang khrompa). Il
servo, che aveva pregato per una rinascita come ministro religioso per sottomettere la fazione eretica, è
rinato come Pema Khungtsan (padma khung btsan). L‟elefante, che aveva desiderato rinascere come re
antireligioso per sopprimere il Dharma, rinascerà nella persona del tuo primo nipote e il suo nome sarà
Colui che ha la testa di Bue (glang dar ma). Il corvo, che aveva pregato con compassione per rinascere
come l‟uccisore di quel malvagio monarca, è rinato nella persona del principe Muruktsempo; in futuro,
quando la reincarnazione dell‟elefante sopprimerà la Dottrina del Buddha, egli rinascerà come il
Bodhisattva Lhalung Palgyidorje e ucciderà il re. I due giovani brahmini, che avevano pregato per
rinascere come traduttori, sono rinati come Kaba Paltsek (ka pa dpal rtsegs) e Chokro Luigyaltsan
(lchog ro klui rgyal mtsan). Le due principesse, che avevano pregato per rinascere come scribi, sono
rinate nelle persone di Denma Tsemang (ldan ma rtse mang) e Legchin Nyima (legs byin nyi ma)”.
Il Guru Nato dal Loto smise di parlare. Il re e l‟intera assemblea erano stupiti e convinti. Essi si
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prosternarono molte volte prima di offrire potenti preghiere per la Dottrina e per tutti gli esseri
senzienti.
SAMAYA GYA GYA GYA
3
Il terzo capitolo della Leggenda del Grande Stupa Jarungkhasor
Le conseguenze dell’offrire preghiere e giri devozionali
Quando, di nuovo, re Trisongdetsen si avvicinò al Guru Nato dal Loto, gli chiese: “O Grande Guru,
parlaci dei benefici e delle grazie ottenuti col prosternarsi davanti allo stupa e, ancora, delle
circumambulazioni, delle adorazioni, delle offerte e dei servizi alla forma concentrata di tutti i Buddha
del passato, presente e futuro”.
Il Grande Guru rispose: “Ascolta e prestami la massima attenzione, o Grande Re! Dopo che i
Buddha e i Bodhisattva del passato, presente e futuro furono assorbiti per sempre nella loro realtà, nel
ricettacolo della Pura Mente, questo Grande Stupa poté garantire ogni supplica ed esaudire ogni
desiderio immediatamente e facilmente, perché esso divenne come la Gemma che esaudisce i desideri, il
Yeshe Norbu. I benefici e i favori ricevuti da qualsiasi creatura vivente, che si prosterni con cuore puro
davanti al Grande Stupa, gli giri intorno e lo adori, sono inconcepibili e incalcolabili al di là
dell‟espressione dei Buddha del passato, presente e futuro, poiché queste pietre furono posate per recare
enorme gioia all‟umanità. Così come questo Grande Stupa è il ricettacolo supremo della Mente dei
Buddha del passato, presente e futuro, così esso è il piano di adorazione sia per gli esseri mondani che
sovramondani; qualsiasi supplica sia fatta o qualsiasi preghiera offerta sia agli uomini che agli dèi sarà
esaudita e possono essere ottenuti perfino la suprema realizzazione e il potere spirituale.
“Questo Grande Stupa Jarungkhasor, la Preziosa Gemma che esaudisce i desideri, assicura ogni
genere di felicità. Chiunque visiti il Grande Stupa e vi fissi sopra lo sguardo avrà sbarrate davanti a sé le
porte dei tre reami più bassi: gli spiriti affamati, gli animali e gli spiriti infernali, quando il suo spirito
vagherà nel Bardo dopo la morte; chiunque oda la vibrazione del Grande Stupa con le sue orecchie ha
dentro di sé, piantato, il seme della Suprema Illuminazione; chiunque visualizzi la natura del Grande
Stupa viene liberato dalla paranoia, megalomania e ignavia e rinasce nella corrente della
concentrazione; chiunque congiunga le sue mani in riverenza segue il Sentiero della Realtà. Ogni capo
accorto che offra un sacrificio al Grande Stupa diviene un monarca dell‟universo; chiunque deambuli
attorno al Grande Stupa ottiene le sette qualità della felicità divina: nobile nascita, potere e prosperità,
libertà dai malanni ed estrema longevità; chiunque offra preghiere trova immediatamente esaudimento
ai suoi desideri sia per se stesso che per gli altri; chiunque doni ai sacerdoti dello stupa rinasce libero
dalla brama e dalla malattia; chiunque offra fiori al Grande Stupa ottiene tranquillità e contentezza,
prosperità e salute; chiunque offra lampade ottiene che l‟oscurità dell‟ignoranza sia illuminata; chiunque
offra profumi è liberato dall‟ansietà e dalla sofferenza; chiunque offra cibo sacrificale vive una vita di
concentrazione libera dalle brame; chiunque offra musica al Grande Stupa diffonde la vibrazione del
Dharma attraverso le dieci direzioni; chiunque offra il suono dei cimbali ottiene profonda e forte
intelligenza nonché prosperità; chiunque offra il suono di tintinnanti campanelli ottiene una voce dolce
e gentile, i sacri toni di Brahma; chiunque offra un mandala al Grande Stupa raggiunge la perfetta virtù
e intelligenza come frutto di azione reciproca sociale e pratica meditativa; chiunque offra un mandala
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delle cinque pietre preziose, oro, argento, turchese, corallo e perla, è liberato dalla povertà e dalla
sfortuna e diviene un maestro dell‟inesauribile tesoro etereo; chiunque offra un mandala delle sette cose
preziose gode delle ricchezze del regno nella sua esistenza temporale e acquisisce il Corpo divino con i
sette rami di adorazione nella sfera della sublimità; chiunque offra un mandala delle sette spezie della
vita è liberato dalle malattie del corpo, emozione, impulso e coscienza, dalle malattie mortali e da ogni
genere di malanni; chiunque offra un mandala delle cinque essenze dell‟esistenza viene liberato dalle
sofferenze dell‟orgoglio, dell‟invidia, dell‟odio, della lussuria e abulia e ottiene il Corpo buddhico delle
cinque linee trasmutate di Amithaba, Amoghasiddhi, Vajrasattva, Ratnasambhava e Vairochana;
chiunque offra un mandala dei cinque grani ottiene un ricco raccolto di semi piantati.
“Chiunque offra al Grande Stupa i cinque generi di incenso diviene attraente e amato da tutti;
chiunque offra i cinque generi di profumi ottiene una casa pulita e non affetta da sgradevoli odori;
chiunque offra i cinque doni divini accumula merito, e il suo potere, la sua gloria, piacere e beni terreni
aumenteranno; chiunque offra il parasole celeste e la bandiera della vittoria ne riceve un alleviamento
della tensione passionale e diviene colmo di onori e riverenza; chiunque offra drappi ricamati (hphran
pa) o lo stendardo divino (ba dan) ottiene felicità, salute e abbondanza, ed è libero dalla paura per fuoco,
acqua, leoni, elefanti, serpenti, punizioni, tentazioni e assassini; chiunque offra un rosario o una corona
ottiene l‟estasi umana e divina, ed è ingioiellato con le sette cose preziose; chiunque offra una lampada
sperimenta, in una visione, la realtà di tutti i Buddha e i Bodhisattva delle dieci direzioni; chiunque offra
olio di senape è liberato dal velo del letargo e chiunque offra una lampada di burro irradia le dieci
direzioni con la luce del Dharma.
“Chiunque offra la Preziosa Ruota al Grande Stupa gira la Ruota del Dharma; chiunque offra il
Prezioso Gioiello ottiene che i desideri del suo cuore cadano come pioggia; chiunque offra la Preziosa
Regina rinasce nel torrente della comprensione; chiunque offra il Prezioso Ministro diventa un capo
spirituale, esperto in metodo e manipolazione; chiunque offra il Prezioso Elefante ha la comprensione
dei più alti significati del Mahayana; chiunque offra il Prezioso Cavallo acquista fiducia, energia,
immaginazione e conoscenza dei quattro piedi della trasformazione magica, energia, intelligenza e
applicazione; chiunque offra il Prezioso Generale soggioga tutti gli avversari; chiunque offra i Sette
Preziosi Doni Regali ottiene la padronanza del gran regno del Dharma; chiunque offra questi otto
simboli magici è di buon augurio e assapora il piacere e il benessere degli uomini e degli dèi.
“Chiunque offra abiti per l‟immagine o per il prete del Grande Stupa gioisce di belle stoffe raffinate;
chiunque dia una mano di intonaco allo stupa acquisisce una complessione gentile e raggiante, felicità,
prosperità e salute, ottenendo il predominio su uomini, dèi, demoni; chiunque offra quaglio, latte e burro
possiederà la Vacca sempre Provvidente e un gregge di bestiame; chiunque offra melasse, miele e
zucchero, riceve cibo celeste; chiunque offra succo di frutta per il sacramento godrà di molti deliziosi
manicaretti; chiunque offra cibo per il sacramento ottiene suprema realizzazione e poteri spirituali, e
tutta la potenzialità che sorge nella mente diventerà attualità; chiunque offra acqua profumata con le
cinque essenze vedrà la sua oscurità illuminata e rinascerà nobile e con attraente purezza.
“Chiunque offra il Supremo Seggio del Loto rinasce miracolosamente bello e gentile sul letto di
polline di un fiore di loto, per ottenere il Trono del Leone del Coraggio; chiunque svolge funzioni
sacerdotali è salvato dalla sofferenza dell‟inferno, il regno degli spiriti torturati e il regno animale, e
ottiene salute, benessere e virtù; chiunque compie il rituale ordinato adorando tutti i Buddha ottiene il
potere dell‟Azione buddhica; chiunque tolga la polvere e lo sporco dal Grande Stupa ottiene un bel
corpo e una complessione gentile.
“Chiunque ripari o restauri il Grande Stupa ottiene che il seme e la radice dell‟ignoranza vengano
sradicati; chiunque ricerchi l‟unione con la Mente di Buddha, dissolvendo il proprio ego nella vacuità del
Grande Stupa, ottiene la consapevolezza del Grande Simbolo – Mahamudra – con i Vidyadhara;
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chiunque diventi un Lama o un Esemplare entra nell‟arena della Spontaneità Creativa; chiunque faccia
offerte al Grande Stupa rinasce al potere.
“Chiunque restauri il Grande Stupa compie le quattro forme dell‟Attività buddhica, raggiunge ogni
scopo concepito e riceve la più alta intelligenza; chiunque faccia costruzioni votive diventa Monarca
dell‟Universo, signore di ogni granello di polvere; chiunque trasporti terra e pietre ottiene che siano
eliminati i pericoli della vita e che tutti gli ostacoli del vivere vengano rimossi, ricevendo salute e
bellezza per tutta la vita; chiunque s‟impegni a purificare corpo, parola e mente, le tre porte
dell‟Illuminazione, è benedetto da tutti il Trikaya dei Buddha; chiunque abbia amici virtuosi segue il
Sentiero del Dharma delle dieci virtù e, non essendo mai senza modelli di gentilezza, riceve qualsiasi
potere sia richiesto in ogni situazione; chiunque sovraintende ai lavori di restauro rinasce come capo dei
Bodhisattva delle dieci direzioni adempiendo solo servizio buddhico; chiunque persevera nella sua arte
diviene un maestro di medicina, dialettica, musica e metafisica in tutte le future esistenze; chiunque
faccia i sette passi rituali verso il Grande Stupa quando non può fare pellegrinaggio ottiene il puro
Ricettacolo umano dopo sette risvegli e richiami alla sue vite passate; chiunque dia consiglio utile
acquisisce i talenti della conoscenza; chiunque dia istruzioni, ogni parola che egli pronuncia in questa e
nelle esistenze future è ascoltata e capita da tutti gli esseri viventi; chiunque riempia un buco o saldi una
crepa nella struttura del Grande Stupa rinasce come uomo o dio capace di realizzare la visione sacra.
“Chiunque viva in preghiera presso il Grande Stupa approfondisce i segreti dell‟immortalità e scopre
la fonte della vita; chiunque rimanga permanentemente vicino al Grande Stupa recitando le scritture
non soffre mai le pene dell‟invasione e della carestia, e se un re vi stabilisce il suo regno, questo sarà
piacevole e i suoi sudditi saranno soddisfatti; chiunque pronunci mantra che altri possono sentire e
dimostri le qualità di un Bodhisattva ottiene tutta la virtù dei Buddha e Bodhisattva; chiunque ascolti e
poi spieghi il senso del Dharma agisce come un Buddha del passato, presente e futuro; chiunque
protegga questo Grande Stupa dal danneggiamento è salvato dal terrore di una morte prematura;
chiunque crei una linea, disegnandola, o modelli questo Grande Stupa, può viaggiare verso la Terra
Pura di qualsiasi Buddha e rimanervi fino all‟essere inscindibile dalla Mente Pura; chiunque scriva una
leggenda o scriva la biografia di un Bodhisattva riceve la stessa ricompensa come se avesse scritto
l‟intero Canone buddhista; chiunque gioisca nell‟estasi dell‟esistenza rinasce alla fonte della Qualità
buddhica; chiunque chieda l‟onda di beatitudine del Grande Stupa riceve sostegno da tutti i Buddha
delle dieci direzioni; se qualche essere, per caso, visualizza questo Grande Stupa rinasce
miracolosamente nell‟essenza di un fiore di loto nel Campo del Buddha occidentale di Sukhavati, la Pura
Terra di Beatitudine.
“Qualsiasi essere umano che maliziosamente danneggi questo Grande Stupa soffre in modi
innumerevoli in questa e nelle vite future; soffrirà la straziante agonia dell‟Inferno Avici, senza
possibilità di fuga o mezzi di espiazione.
“Questo Grande Stupa è come la Preziosa Gemma che esaudisce i desideri. Qualsiasi richiesta fatta
da qualsiasi essere vivente, per il potere della conoscenza suprema o di qualsiasi conoscenza relativa o
autorità, sarà soddisfatta. Ogni preghiera sarà esaudita. Questo Stupa Miracoloso è chiamato Montam
Tamched Drupa: l‟Esauditore di tutte le preghiere”.
Dopo che il Guru Nato dal Loto ebbe parlato, il re Trisongdetsen e i suoi attendenti, colpiti dalla
meraviglia e ispirati al culmine della fede, piansero di gioia. Gettandosi a terra e prosternandosi mille
volte davanti al Guru, offrirono questa preghiera: “EH, MA, HO! La natura miracolosa di questo stupa
non può essere descritta da Buddha, è inconcepibile! È ineffabile! Da ora e per ogni esistenza fa che
rinasciamo favoriti dal Grande Stupa, offrendo ogni cosa che è sotto il cielo e il cielo stesso!”.
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SAMAYA GYA GYA GYA
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Il quarto capitolo della Leggenda del Grande Stupa Jarungkhasor
I presagi della rovina del Grande Stupa durante il kaliyuga
Re Trisongdetsen si rivolse ancora al Guru Nato dal Loto: “O Grande Guru, nel kaliyuga, età di
decadenza e corruzione, quando la voce di Buddha sarà solo un‟eco, questo Grande Stupa, questa
Gemma che esaudisce tutti i desideri, sarà, per caso, danneggiato o distrutto? Andrà in rovina? E se
sarà danneggiato, quale sarà il presagio della sua distruzione? Questo vizio corromperà questa parte del
mondo transitorio? Quando segni e presagi verranno alla luce, cosa bisognerà fare?”.
Guru Rinpoche rispose: “Ascolta, o Grande Re! Nulla può distruggere, profanare o corrompere la
vera perfezione di questo Grande Stupa: questa è inseparabile dell‟essenza di Infinita Semplicità di tutti
i Buddha. Ma la struttura fenomenica del Grande Stupa è deperibile, forma transitoria in un mondo
mutevole, e può essere parzialmente danneggiata dai quattro elementi. Il danno sarà riparato dalle
incarnazioni dei Signori delle Tre Famiglie – Manjushri, Avalokiteshvara e Vajrapani – e dai terribili
Bhrikutis e Tara Devi.
“Mentre il kaliyuga prosegue verso la conflagrazione finale, la durata della vita dell‟uomo
diminuisce e il peso delle tenebre si fa più grave. Ma quando la voce di Buddha viene ascoltata e il
Sentiero del Dharma seguito, rimangono appigli sull‟erta strada in discesa. Verso la fine dell‟era,
quando la durata della vita dell‟uomo sarà ridotta dai sessanta ai cinquanta anni e quando non ci sarà
nessuna tregua nell‟accrescersi dell‟egoismo umano, queste saranno le condizioni dominanti, presagio
della rovina del Grande Stupa: la gente lascerà le case e andrà a riempire i monasteri; ci saranno risse
davanti agli altari; i templi faranno da mattatoi; gli asceti lasceranno le loro grotte per tornare nelle
valli coltivate e gli yogi diventeranno mercanti. I ladri si impadroniranno della ricchezza pubblica e del
bestiame; i monaci diventeranno capifamiglia, mentre i preti e i capi spirituali si convertiranno alla
rapina, al brigantaggio e al furto. Il disordine diventerà caos, che, a sua volta, si trasformerà in un
panico furibondo come un fuoco selvaggio. Uomini corrotti ed egoisti diventeranno capi, mentre abati,
trasformati in ufficiali d‟esercito, comanderanno i loro monaci come soldati; monache uccideranno i
propri bastardi. I figli si vedranno derubati delle loro proprietà e delle loro eredità. Demagoghi gretti e
volgari diventeranno capi locali mentre giovani ragazze istruiranno i giovani nelle scuole. Il rutto dello
Stregone Bon echeggerà nell‟eremitaggio dello yogi e le ricchezze dei santuari saranno saccheggiate; le
scritture dei Tathagata, le immagini dei Buddha, le icone sacre, i dipinti su tela, gli stupa saranno
dissacrati, derubati e barattati a prezzo di mercato, il loro valore reale dimenticato; i templi
diventeranno stalle e scuderie piene di sterco.
“Quando le funzioni religiose saranno dimenticate, gli spiriti delle tenebre, una volta controllati da
un potere rituale, si diffonderanno senza controllo e, presi dalla frenesia, governeranno la mente di ogni
essere posseduto. Spiriti di potere vendicativo possiederanno i monaci; spiriti di malignità egoistica
possiederanno il Mantradhara o stregone; spiriti della malattia possiederanno il prete Bon; spiriti
incantatori e che provocano malattie possiederanno gli uomini; spiriti cupidi e irascibili possiederanno le
donne; spiriti di dissolutezza possiederanno le casalinghe; spiriti di depravazione possiederanno le
monache; spiriti della ribellione e della malizia possiederanno i bambini; ogni uomo, donna o bambino
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del paese sarà posseduto da incontrollabili forze delle tenebre. I segni di questi tempi saranno nuovi e
stravaganti modi di vestire, gli stili tradizionali dimenticati: i monaci indosseranno abiti fantasiosi e le
monache si agghinderanno davanti allo specchio. Ogni uomo dovrà portare una spada per proteggersi e
ogni uomo starà attento al veleno del cibo. L‟abate e il maestro avveleneranno le menti e i cuori dei loro
discepoli; il potere esecutivo e quello legislativo saranno in disaccordo; gli uomini diventeranno vili e
licenziosi; le donne diventeranno depravate; i monaci ignoreranno la loro disciplina e codice morale; i
Mantradhara infrangeranno l‟impegno solenne. Mentre la frenesia degli spiriti maliziosi, egoisti e
vendicativi cresce, il rumore paranoico aumenterà e le mode ornamentali e di vestiario cambieranno
sempre più spesso.
“Ubriaconi predicheranno la via della salvezza; verranno ascoltati i consigli dei sicofanti; insegnanti
fraudolenti daranno false iniziazioni; perfidi impostori si proclameranno dotati di poteri psichici;
loquacità ed eloquenza passeranno per saggezza. Gli arroganti esalteranno l‟irriverenza; il proletariato
dirigerà il regno; i re diventeranno poveri; il macellaio e l‟assassino diventeranno capi del popolo;
egoisti senza scrupoli raggiungeranno posizioni di grande potere. I maestri degli alti tantra vagheranno
nelle strade come i cani e i loro discepoli, erranti e delusi, andranno in giro come leoni nella giungla.
Incarnazioni di malizia ed egoismo diventeranno insegnanti riveriti, mentre le realizzazioni degli adepti
tantrici verranno disprezzate, la guida del Guru Segreto esecrata, i precetti del Buddha ignorati e i
consigli dei saggi e degli yogi trascurati. Gli abiti sacri saranno indossati da pazzi e villani mentre i
monaci indosseranno abiti stranieri. Anche gli assassini indosseranno gli abiti sacri. Gli uomini
ricorreranno a malefici incantesimi, imparando mantra per scopi egoistici; i monaci prepareranno
pozioni velenose a fini di ricatto, estorsione e lucro. False dottrine saranno inventate dalla Parola del
Buddha e le interpretazione dei maestri diventeranno autogratificazioni. Molti sentieri ingannevoli, una
volta scartati, saranno seguiti; si diffonderanno molte pratiche inique; ciò che prima era anatema diviene
comportamento tollerato; si diffonderanno ideali contrari alla tradizione; tutti i buoni costumi e le
buone abitudini saranno disprezzate e molte deprecabili innovazioni provocheranno corruzione. I beni
dei monasteri saranno saccheggiati e dilapidati in ghiottonerie da quelli che hanno preso i voti;
seguendo sentieri senza meta, gli uomini diventeranno prede delle loro azioni vili; i protettori avari e
falsi dell‟insegnamento puro non adempiranno più alle loro funzioni.
“L‟ordine celeste, infranto, aprirà la porta alla peste, alla carestia e alla guerra per terrorizzare la
vita terrestre. I pianeti correranno impazziti e le stelle cadranno dalle loro costellazioni; sorgeranno
grandi astri ardenti provocando disastri senza precedenti. La pioggia non cadrà più nella stagione
abituale; le valli saranno allagate. La carestia, il gelo e la grandine governeranno per molti anni
improduttivi. I rapaci Demoni Femminili (ma mo) e le Dodici Guardie Protettrici del Dharma,
trascurate e inferocite, diffonderanno malattie, orribili epidemie e flagelli che si propagheranno come un
violento fuoco, colpendo uomini e animali. Terremoti provocheranno alluvioni improvvise mentre
fuoco, tempeste e cicloni distruggeranno templi, stupa e città in un solo istante. In questa epoca il
Grande Stupa andrà in rovina. Sotto questa cappa di oscurità non funzionerà la Ruota del Dharma di
Vajrasana (Bodhgaya); la violenza della guerra si scatenerà in Nepal per molti anni; l‟India sarà colpita
dalla carestia; la valle di Kathmandu sarà afflitta dalla peste; terremoti decimeranno la popolazione di
Upper Ngari nel Tibet occidentale. La peste distruggerà la gente del Tibet centrale; il distretto della
valle di Kyi vicino a Lhasa sprofonderà; le vette dell‟alto Himalaya ai confini di Mon precipiteranno
nelle valli. Tre forti imprendibili saranno costruiti sulla Montagna dei Cinque Picchi; gli yogi si
raduneranno nella valle della Tana dell‟Orso sul Mon; nel Kham due soli sorgeranno dall‟est;
l‟imperatore cinese morirà improvvisamente; quattro eserciti discenderanno dai confini sul Tibet
centrale; i mussulmani turchi conquisteranno l‟India; l‟esercito di Garlok sopprimerà il Dharma nel
Kashmir; i mongoli conquisteranno il Tibet; l‟esercito di Jang entrerà nel Kham; a Lhasa, il tempio del
Protettore, Rasa Trulnang (Ra sa hphrul snang) sarà in pericolo; sarà dissacrato il famoso tempio di
Samye; gli stupa del Bhutan si rovesceranno e la Ruota del Dharma si romperà.
21
“I grandi monasteri del paese si svuoteranno e il rutto del prete Bon risuonerà negli eremitaggi
quieti; i saggi e umili capi dei monasteri saranno avvelenati così che andranno disperse o frammentate le
spiegazioni lineari e le pratiche; i possessori delle tradizioni dirette incontreranno morte improvvisa.
Impostori e truffatori inganneranno la gente e spettri neri infesteranno il paese. Il nodo del filo di seta,
che tiene legate le forze demoniache sotto la servitù divina, si scioglierà e i legami della fede, che
mantengono la mente umana in armonia, si romperanno. La legge del re sarà infranta e perduta la forza
dell‟unità comunale; le tradizioni popolari saranno dimenticate e il mare dell‟appagamento si seccherà
completamente; la moralità personale sarà obliata e il manto della modestia gettato via. La virtù sarà
impotente, umiliata e sottoposta all‟imperio di dominatori volgari, impudenti e terribili. Abati,
insegnanti e professori diventeranno ufficiali d‟esercito, mentre l‟ignorante guiderà gli aspiranti
religiosi, spiegherà loro la Dottrina e darà l‟iniziazione. Aspiranti parleranno in tono autoelogiativo e
macellai ed elefanti selvaggi guideranno il popolo. I passi, le valli e gli angusti sentieri saranno
terrorizzati da briganti impudenti; impauriti, senza legge e senza capi, gli uomini lotteranno fra di loro,
ognuno lavorando solo per se stesso. Il Tibet diventerà corrotto e contaminato. Queste saranno le
condizioni prevalenti in mezzo al kaliyuga, quando la durata della vita umana sarà di cinquanta anni:
questi i presagi della distruzione del Grande Stupa.
“Questi segni e queste sofferenze risveglieranno la mente di un uomo che, disgustato dalle
condizioni umane, favorito nelle sue azioni e guidato dalla simpatia e dalla compassione verso i
sofferenti, dedicherà se stesso alla restaurazione del Grande Stupa. Egli aspirerà alla massima
realizzazione umana ed esaudirà il suo desiderio di ricostruire la perferzione”.
Quando Guru Rinpoche ebbe parlato, Trisongdetsen e i suoi discepoli rimasero stupiti e scoraggiati.
Poi, riprendendo i sensi, Pema Khungtsan, il capo spirituale di Gos, si alzò e si prostrernò cento volte
davanti a Guru Rinpoche, infine, gli disse: “O Grande Guru, fa che io rinasca per restaurare il Grande
Stupa quando andrà in rovina durante la decadenza e la corruzione del kaliyuga, quando la vita umana
sarà breve”.
Guru Rinpoche esaudì questa preghiera. Re Trisongdetsen chiese di rinascere come assistente alla
restaurazione del Grande Stupa e i suoi attendenti pregarono anch‟essi perché rinascessero per aiutare
nell‟opera di ricostruzione.
SAMAYA GYA GYA GYA
5
Il quinto capitolo della Leggenda del Grande Stupa Jarungkhasor
I restauratori e le loro realizzazioni
Re Trisongdetsen si rivolse ancora al Guru Nato dal Loto: “O Grande Guru! Quando la vita sarà breve,
durante la distruzione e la corruzione del kaliyuga, e lo stupa danneggiato dovrà essere restaurato –
come hai detto prima – dove rinascerà il reincarnato Pema Khungtsan, Rinpoche di Gos? Quale sarà il
suo nome? Come lo riconosceremo? E quanti discepoli e amici saranno attorno a lui? Quale
appagamento a quale sapere porterà il restauro del Grande Stupa a questa gente?”.
Il Grande Guru rispose: “Ascolta bene, o Grande Re, le tue domande sono molto pertinenti. Alla
fine dell‟epoca di degenerazione, quando la durata della vita umana sarà ridotta a cinquanta anni, vi
22
saranno centouno cattivi auspici. Al culmine di questo periodo di tenebre, Pema Khungtsan, Rinpoche
di Gos, si reincarnerà grazie al potere della sua risoluzione di raggiungere la Buddhità. Egli nascerà
nell‟anno del maiale, sugli altipiani della provincia di Tsang in una famiglia di tantrika esperti nell‟arte
della trasformazione magica, e si chiamerà Pellan Zangpo. Egli possiederà forti poteri mentali e saprà
con chiarezza quale sarà il corso della sua vita. La sua facoltà di giusto discernimento e di chiara
intuizione nel corso delle sue vite, sin da quando prese questa risoluzione, fu tale che egli rinascerà con
la sicurezza che la Triplice Gemma significa benedizione eterna, con il rispetto della funzione del
tempio e con la devozione per la santità interiore della forma, del suono e del pensiero. Appartenendo
alla famiglia Mahayana, egli possiederà compassione per gli esseri umani e per le creature viventi, la sua
generosità sarà senza limiti nel dare, parlare e pensare. Con la beata conoscenza della Vacuità della
profonda natura di tutte le cose, dominerà l‟impetuosa Azione buddhica e l‟espressione feroce dei
terrificanti protettori. Egli perfezionerà le pratiche di visualizzazione e recitazione, quando entrerà in
perfetta unione con la sua propria sorgente di energia e quando i guardiani protettori del santuario
interiore saranno ubbidienti e costretti al servizio. Egli nascerà come un bambino con profonda
devozione verso Orgyen Rinpoche stesso.
“Se il voto di questo Grande Essere rimarrà integro e non danneggiato, allora, nel corso del suo
venticinquesimo anno lo stupa sarà restaurato. Se il lavoro è rimandato, ma comincerà prima del suo
trentatreesimo anno, sarà completato. Ma se il lavoro è ritardato oltre questo limite, la guerra scoppierà
come un uragano su Tibet e Cina e la crudeltà di questa calamità triplicherà il peso delle tenebre e la
carestia e le malattie precipiteranno tutti gli esseri viventi in un inferno abominevole. Dagli altipiani al
confine nord-orientale della Cina, un esercito, il cui numero di uomini sarà uguale a cinque misure di
semi di senape bianca, invaderà il Tibet e il clamore del terrore riecheggerà per molti anni come il
tuono. Attraverso i bassipiani meridionali, un esercito, il cui numero di uomini è uguale a nove misure
di semi di senape bianca, invaderà il Tibet e l‟eco della paura risuonerà come un drago volante. Gli
eserciti sciameranno da una valle all‟altra come un lampo incendiario, per poi invadere e conquistare il
Tibet occidentale. Le forze degli altipiani invaderanno la Cina, saccheggiando per la vittoria. Metà del
popolo tibetano sarà ammazzato, mentre i templi saranno devastati, le immagini dissacrate, le scritture
sacre calpestate nella polvere e i monaci e i preti assassinati. I villaggi in rovina saranno abbandonati,
dato che i superstiti di questo olocausto fuggiranno come esuli in Sikkim, Bhutan, Nepal, India e nelle
valli segrete dell‟Himalaya. Quelli che rimarranno, trattenuti dall‟attaccamento alla terra e alla
ricchezza, saranno massacrati con i loro armamenti dai barbari iconoclasti.
“Desiderando la liberazione da queste sofferenze, l‟Essere Nobile col potere della mia benedizione,
con la compassionevole simpatia per tutti gli esseri viventi, scevro dall‟interesse per la sua persona, la
sua vita e la sua soddisfazione, trarrà forza dalla collera divina, dando alla gente della frontiera e ai
rifugiati la guida e la forza di cui hanno bisogno. Una volta che la voce della virtù avrà riunito tutti gli
esiliati, gli amici del Nobile Essere cominceranno il loro sforzo combinato per restaurare il Grande
Stupa. Ma i morbosi poteri delle tenebre indurranno, con la forza della seduzione, gli uomini nel vizio e
saranno pochi quelli pronti ad avere fede e devozione nel Nobile Essere, pochi come le stelle durante il
giorno. Ciononostante il Nobile Essere sarà seguito da centotrentamila virtuosi devoti, mille e sei
maestri di preghiera profonda, ottantotto yogi esperti nel mantenimento della disciplina richiesta dalla
voce interiore dell‟integrità, ottanta patroni liberali e generosi, ventitré profeti, otto incarnazioni di
istruttori nei segreti degli otto Bodhisattva, venticinque figli spirituali devoti, cinque incarnazioni di
Dakini, sette benedette dalle Dakini e venticinque di buona nascita e nobile famiglia. Entrando in
comunione con loro, egli toglierà dalle loro menti tutti i veli ottenebranti ed eliminerà tutti gli ostacoli
dei loro sentieri. Poi, incontrando il mio figlio spirituale, un‟incarnazione della mia infinita conoscenza,
un‟incarnazione dell‟abate Shantarakshita, maestro di disciplina e un‟incarnazione di te stesso,
Trisongdetsen, Dharmaraja, ministro di tutti i bisogni del corpo, egli (il Nobile Essere) riceverà da loro
quel tocco potente di benedizione e restaurerà completamente il Grande Stupa.
23
“Se il Grande Stupa sarà restaurato conformemente a questa profezia, uomini ricchi e contenti
dell‟intero continente meridionale di Jambudvipa faranno abbondanti raccolti per venticinque anni.
Uomini ricchi e soddisfatti in india, Nepal, Sikkim faranno raccolti abbondanti per trentatré anni. Il
paese delle nevi sarà liberato dalle orde dei barbari invasori per sessanta anni e i raccolti saranno buoni
e gli uomini felici e ricchi per quaranta anni. I pensieri dei seguaci del Sentiero si realizzeranno. La
Ruota del Dharma nei templi e monasteri dell‟India e del Tibet, a Vajrasana e Samyeling, rimarrà al
riparo dai capricci degli elementi e le barriere che ostacolano la trasmissione delle spiegazioni e degli
insegnamenti saranno eliminate e il Dharma si diffonderà. Nobili esseri, maestri delle tradizioni dirette,
rafforzeranno le loro discendenze e divulgheranno l‟esempio della funzione di Buddha. La perfezione
che verrà alla luce nel compimento delle pratiche di visualizzazione della divinità e di recitazione dei
mantra, da parte dei Mantradhara, sarà rivelata in tutti i suoi particolari senza nessuna difficoltà. Gli
ossequienti dèi e demoni del Tibet, il re Trisongdetsen, la sua famiglia, i suoi eredi e i capi del paese
adempiranno gli impegni sia spirituali che temporali, dando potere a molti e soddisfazione e virtù a
tutti. Gli spiriti del male e della vendetta, strumenti della rovina del Tibet, le bestie nere corrotte da
propositi egoistici, saranno sconfitti e spazzati via.
“E tutte le creature viventi impegnate nel restauro del Grande Stupa, dopo tre risvegli,
rinasceranno con il corpo di un dio o di un uomo, puro ricettacolo per il nettare del Dharma e
raggiungeranno, alla fine, la Buddhità nel Campo occidentale di Buddha, a Sukhavati, la Pura Terra
della Beatitudine. Chiunque avrà avuto fiducia nel Grande Stupa, chiunque avrà trovato gioia nella
natura del Grande Stupa e chiunque si rallegrerà insieme ai Bodhisattva, quando la restaurazione del
Grande Stupa sarà completata, dopo sette rinascite, siederà a capo dei Vidyadhara nell‟Infinito Palazzo
della Luce del Loto nella Gloriosa Montagna Color Rame di Ngayab nel sud-ovest. Ogni creatura
vivente che vede con i suoi occhi il Grande Restauro, o sente la sua vibrazione con le orecchie, o lo
immagina con la sua mente o lo sente col suo corpo viene mentalmente pulita da tutti i segni delle sue
azioni inconsapevoli, dalle macchie dei sessantamila grandi eoni di ignoranza. Tutti gli uomini
impegnati con il Nobile Essere nel restauro del Grande Stupa, con o senza consapevolezza, fede e
devozione, ricevono una parte della sua suprema realizzazione e del suo potere spirituale e, arrivando
alla fine dell‟esperienza umana, essi vivranno nella realtà dei Vidyadhara ai piedi di Orgyen Rinpoche
stesso.
“Alla fine, vi sono tre livelli di realizzazione in questo Grande Stupa: primo, le ricompense delle
offerte e delle preghiere illustrate nel terzo capitolo; secondo, le ricompense della perfezione nella virtù
che ispirano la voce inesauribile dell‟intuizione, le istruzioni dei Buddha e dei Bodhisattva del passato,
presente e futuro attraverso centinaia di migliaia di eoni; terzo, le qualità del Corpo della Infinita
Semplicità che trascendono totalmente la sfera dell‟espressione”.
Quando Guru Rinpoche, l‟abate di Orgyen, il Guru Nato dal Loto, ebbe parlato, i devoti, persi in
uno stato di meravigliato stupore, ricevettero l‟onda di beatitudine e di potere che doveva sostenerli
durante il kaliyuga. Poi, ringraziando il Guru per la sua profezia lo colmarono di onori.
SAMAYA GYA GYA GYA
Poscritto
La Dakini Yeshe Tsogyal scrisse queste parole, nella sacra scrittura delle Dakini, mentre Guru
Rinpoche, il Guru Nato dal Loto, stava parlando. Dopo che fu data l‟iniziazione nel Segretissimo Cuore
del Lama (Lama yang sang thugs), questo terma fu nascosto nel monastero di dpal bsam yas mi hgyur
lhun gyis grub pa nella camera superiore del Grande Tempio, dietro l‟immagine di Mahavairochana.
Preghiere furono offerte perché potesse essere riscoperto da un degno ricettacolo al momento
opportuno.
24
Qui finisce La leggenda del Grande Stupa Jarungkhasor, che libera il discepolo dalle catene del samsara.
Poscritto del primo scopritore
Io, il Terton Lha btsun sngon mo, conosciuto come Lha ‟dbang rgya mksor blo gros, ritirai con il
dovuto rispetto questo terma dal suo posto di occultamento dietro l‟immagine di Mahavairochana. La
leggenda del Grande Stupa Jarungkhasor, raccontata dal Prezioso Guru di Orgyen, era espressa in formula
mistica. Al momento della sua scoperta ricevetti rivelazioni che mi diressero a riscriverla con l‟antica
calligrafia su pergamena gialla e a rinasconderla nel lato sud-ovest del Trono del Leone dello Stupa
Rosso. Possa esso essere riscoperto da un degno ricettacolo con abilità al momento opportuno.
SAMAYA GYA GYA GYA
Poscritto del secondo scopritore
Io, Ngakchang Sakya Zangpo, benedetto dalla compassione del Prezioso Guru di Orgyen, ricevetti in
un sogno rivelazioni atte a scoprire la locazione di questo terma. Io l‟ho scoperto nel diciottesimo
giorno del mese della pecora, nell‟anno della scimmia maschio, elemento acqua. Possa esso essere di
beneficio a tutte le linee di esseri viventi!
Poscritto del traduttore
Tradotto in inglese dal laico Kunzang Tenzin, basato su una traduzione di Nima Norbu, con il
permesso di Sua Santità Dudjom Rinpoche, dopo una correzione del testo tibetano fatta da Jattur
Rinpoche e finito ad Agia Pelagia nell‟isola di Kethyra, in Grecia, nel ventiseiesimo giorno della quinta
luna dell‟anno ferro-cane, cioè il 22 giugno 1971. Possa ciò servire a illuminare questo periodo oscuro!
Nota: nella lingua tibetana La leggenda del Grande Stupa è chiamata mchod rten chhen po bya rung kha sor
gyi lo rgyus thos pas grol ba-bshugs so.
25
Parte seconda
La biografia del Guru Nato dal Loto
INTRODUZIONE
Questa è la storia della vita del Guru Padmasambhava, mendicante, tantrika, mago, dotto, esorcista,
sacerdote, missionario, visionario e santo. Nato in Orgyen, che alcuni studiosi confondono con la Valle
di Kabul, la Valle di Swat o con l‟Orissa orientale, Padmasambhava viaggiò attraverso l‟India
dell‟Ottavo secolo, prima di essere invitato in Tibet per diffondervi la disciplina dei tantra, dal religioso
re Trisongdetsen. Il potere magico del Guru fu il suo primo strumento per distogliere i tibetani dalle
primitive fantasticherie degli sciamani. Egli portò in Tibet le tecniche di yoga e meditazione altamente
evolute prodotte dall‟India Mahayana e fondò i lignaggi originali della tradizione Nyingma. Gli
avvenimenti principali della vita del Guru sono raccontati nei dieci capitoli di questa storia.
Padmasambhava, il Nato dal Loto, era un Buddha che era stato preparato dalle sue vite precedenti al
difficile compito di insegnare i mezzi e di dare l‟esempio dello stile di vita necessario all‟Illuminazione
durante il kaliyuga. Dopo che le dottrine di Shakyamuni erano diventate insufficienti per la maggior
parte degli aspiranti, a causa di un progressivo deterioramento del loro ambiente morale,
Padmasambhava ritrovò le dottrine che il Buddha Shakyamuni aveva nascosto nell‟oceano, per essere
custodite dai Naga, spiriti delle acque, finché non fosse arrivato il momento propizio alla loro
propagazione.
Su invito del re Trisongdetsen, egli viaggiò attraverso il Tibet e divenne noto come Guru Rinpoche,
il Guru Prezioso. Il Grande Guru fu un esempio di un certo modo di vivere, parlare ed essere
consapevoli. Egli ebbe venticinque discepoli intimi, ognuno dei quali perfezionò un particolare aspetto
del suo essere attraverso la pratica dei suoi precetti. Dopo aver ricevuto le sue istruzioni, aver compiuto
la sua pratica e ricevuto i conseguenti benefici, ogni discepolo raggiunse uno stato di perfetta identità
con il Guru e diede inizio a una particolare linea che perpetuava le tradizionali forme di meditazione.
Così Guru Rinpoche è ogni Guru, ogni Lama che abbia finito la pratica di Guru Yoga e, benché le sue
forme siano molte, esse sono essenzialmente una sola.
Letteralmente, Padmasambhava significa Nato dal Loto. Proprio come il loto, che ha le radici nel
fondo fangoso di un lago, cresce in altezza attraverso le acque oscure del lago e fiorisce ondeggiando
intatto e con puro profumo sulla superficie, così la mente illuminata, superando le negatività della
natura base dell‟uomo, raggiunge le sorgenti di luce e di bellezza attraverso le profondità della
sofferenza, che fa vedere il cuore della comprensione e della compassione.
Il termine “biografia” è una meschina traduzione della parola tibetana Namtar, che significa
“Completa Liberazione” e che viene usata per descrivere questa forma di genere letterario. Ogni linea ha
innumerevoli storie di questo genere per descrivere il Sentiero della Buddhità, che tutti i Guru hanno
percorso, storie spesso dettate da loro stessi prima di entrare nel parinirvana. Questi Namtar sono
guide, mappe luminose per l‟aspirante sul Sentiero del Vajrayana, di cui ogni capitolo è la descrizione di
una forma d‟iniziazione nel Vajrayana. Il Guru ha già percorso il Sentiero e ha scelto di narrare le sue
esperienze in un linguaggio ambiguo e, spesso, oscuro che acquista un significato a numerosi livelli
soltanto dopo che l‟occhio più interno dell‟intuizione è stato aperto.
26
Qui
è contenuta
la biografia autoliberatoria
del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri.
Essa è tratta dai sette temi profondi
del Grande Terton Orgyen
Chokyur Lingpa.
27
Benvenuta, gioia! Io, Padma, il Guru Nato dal Loto, narrerò in questa esposizione della mia pratica spirituale e
della mia esistenza autoliberatoria come ho eseguito perfettamente il sacro insegnamento dei tre yana e come ho
lavorato costantemente per la felicità e il benessere di tutti gli esseri, girando la Ruota del Dharma perpetuamente
attraverso il passato, presente e futuro.
1
Il primo capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
La sua comparsa in questo mondo
e il suo primo apprendistato nelle arti e nelle scienze
Gli esseri senzienti hanno sempre vagato nell‟ignoranza e nell‟illusione nelle sfere samsariche degli dèi,
uomini, titani, animali, spiriti tormentati ed esseri infernali. Ma in questi tempi, nel kaliyuga della lotta
e della contesa, gli esseri sguazzano indiscriminatamente nel fango velenoso dell‟odio, della lussuria,
della confusione, della gelosia e dell‟orgoglio. Soprattutto per assistere questi esseri, che è molto difficile
aiutare, i Buddha del Corpo di Infinita Semplicità mi concepirono con la concentrazione della loro
mente, i Buddha del Corpo della Gioia Visionaria stabilirono lo stile della mia vita con la loro
inclinazione compassionevole e i Buddha della Compassione Incarnata ratificarono la mia incarnazione
con il potere della loro assemblea. Così, io, Orgyen Padma, il Guru Nato dal Loto, apparsi in questo
mondo.
Qualcuno crede che io abbia rivelato me stesso sul letto di polline di un loto sul lago Dhanakosha,
nel paese di Orgyen; qualcuno crede che io sia nato come principe di Orgyen; e altri credono che io sia
venuto nel lampo di un fulmine sulla vetta della montagna Namchak: vi sono molte credenze diverse,
ritenute valide da differenti individui e genti, poiché io sono apparso in molte forme diverse.
Comunque, ventiquattro anni dopo il parinirvana del Buddha Shakyamuni, l‟Adhibuddha della Luce
Infinita, Amithaba, concepì il Pensiero dell‟Illuminazione nella forma del Grande Compassionevole, e
dalla forma del Grande Compassionevole, io Padma, il Guru Nato dal Loto, fui emanato come la sillaba
HRI. Io venni come pioggia, che cade attraverso il mondo in innumerevoli miliardi di forme, per coloro
che erano pronti a ricevermi. Le azioni degli Illuminati sono incomprensibili! Chi può definirle o
misurarle!
Una delle mie forme fu incarnata come principe di Orgyen in Jambudvipa e fu mio destino
governare il paese di Orgyen. Così predicai il Dharma laggiù finché ogni singola persona non ebbe
ottenuto la perfetta Buddhità.
Dopo di ciò, partii per l‟India, dove diventai esperto nelle cinque arti e scienze del linguaggio,
medicina, dialettica, belle arti e metafisica.
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2
Il secondo capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
La supplica per ottenere i precetti e distruggere i dubbi
Ad Ananda, il discepolo del Signore Buddha Shakyamuni, chiesi i sutra. Poi, io, il Guru Nato dal Loto,
fui ordinato Prabhahasti e disciplinai me stesso nei tre yoga del corpo, parola e mente. Poi, con grande
rispetto, mi recai dal Gran Maestro Garab Dorje e ricevetti l‟insegnamento della Goccia del Cuore della
Grande Perfezione (Rdzogs chen snying tig), il più alto dei tantra.
Dal Gran Maestro Sangye Sangwa ricevetti le Cento Emanazioni del Cuore segreto (gsang bai
snying po sgyur hphrul brgra rtsa), le pacifiche e terribili divinità. Ai piedi del Gran Maestro Sri
Singha, ricevetti i tantra dell‟Heruka Supremo (che mchog he ru ka yi rgyud), la Mente della
Beatitudine Compassionevole. Ai piedi del Gran Maestro Jampal Shenyen, ricevetti i tantra di Jampal
Shinje (hjam dpal gshin rje), il Distruttore della Morte. Ai piedi del Gran Maestro Lundup, ricevetti i
tantra e i sadhana della Parola di Loto (pad ma gsung), il Cavallo Mugghiante. Ai piedi del Gran
Maestro Hung-Chenkara, ricevetti i sadhana e i tantra della Realtà della Mente (yang dag thugs). Ai
piedi del Gran Maestro Vimalamitra, ricevetti i sadhana e i tantra dell‟Eccellenza Nettarea (bdub rtsi
yon tan), la Virtù di Buddha. Ai piedi del Gran Maestro Dhanasamskrita, ricevetti i tantra e i sadhana
dell‟Azione Perfetta del Sacro Pugnale (phur ba hphin las). Di nuovo ai piedi di Prabhahasti ricevetti i
Centomila Versi del Phurba Virotama. Ai piedi del Gran Maestro Shantigharba, ricevetti i sadhana e i
tantra della Lode e Propiziazione rituali (drag sngags). Io, Padma, il Guru Nato dal Loto, ricevetti da
molti grandi maestri, adepti e altri molte iniziazioni, spiegazioni e precetti di molti differenti tantra,
insieme al permesso di studiare e poi praticare le tradizioni interne, esterne e segrete del Mantrayana e
del Tripitaka.
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Il terzo capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
La conservazione della Dottrina in India
e la decorazione delle province con il Dharma
Io, Padma, realizzai la mia meditazione negli Otto Grandi Cimiteri e Ossari dell‟India in altri luoghi
sacri. Dopo aver messo sotto controllo il potere del male con il distacco, la mia pratica culminò nella
rivelazione di segni augurali di realizzazione.
Quando sorse il timore dei Tirthika neri a Vajrasana, il luogo più sacro dell‟India, io, Padma,
acquietai la loro furia con il mio potere magico. I cinquecento studiosi di Vajrasana mi chiesero di
diventare loro maestro e insegnante, e la Dottrina di Buddha fu preservata in quel luogo per cento anni,
mentre il grande dotto Vimalamitra rimase come mio rappresentante.
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Poi, io, Padma, mi misi in viaggio verso Zahor. Incompreso dal re di Zahor, stavo per essere
bruciato vivo, ma dopo aver liberato il mio potere magico, trasformai il fuoco, che mi stava consumando,
in un lago che fu chiamato Rewalsar (tso pad ma). Il paese di Zahor divenne pieno di yogi e la Dottrina
di Buddha vi rimase per duecento anni. Da Zahor, mi diressi verso la grotta di Maratika, in Nepal, per
praticare il sadhana della Vita Eterna. Amitayus (tse dpag med) si presentò a me in una visione e mi
donò i cento e otto testi rituali che danno l‟immortalità.
Mi recai nella Terra Pura del paradiso di Akanistha (hod min stug po bkod pa) e nelle Terre delle
Cinque Famiglie di Buddha. Chiesi il tantra ai Sugata e mi consultai con i Buddha della Compassione
Incarnata, che mi insegnarono che la mia propria mente era il solo Buddha da scoprire.
Nella più alta grotta di meditazione a Yangleysho cominciai il processo della presa di coscienza
della Sublime Realtà della Mente Heruka (dpal chen yang dag he ru ka), per ottenere i poteri relativi di
affetto e suprema compassione della Mahamudra; ma la sofferenza dei popoli dell‟India e del Nepal
divenne così grande ostacolo alla pratica della mia meditazione che supplicai i miei Guru di concedermi
i mezzi per acquietare il dolore della gente. Mi fu mandato il testo del Phurba Vitotama, che un uomo
può trasformare a mala pena. Subito dopo che il testo fu giunto in Nepal, gli ostacoli ai progressi della
mia pratica del sadhana furono rimossi e io realizzai la relativa e suprema compassione della
Mahamudra.
Mentre io, Padma, stavo meditando sul monte Yah, nacque a Vajrasana il conflitto con i Tirthika, e i
cinquecento studiosi furono consigliati dalle Dakini di chiedermi di tornare. Il re indiano Suryasingha
mi inviò alcuni discepoli con un messaggio e io, tornato a Vajrasana, sottomisi i Tirthika.
Poi, io, Padma, andai con gli Otto Vidyadhara (slob dpon brgyad) nel cimitero chiamato Giardino
Fresco (bsil bai tasal) e lì meditammo. A mezzanotte del settimo giorno di concentrazione, venne
spontaneamente alla luce un Grande Stupa irradiante beatitudine. Meditando sullo stupa, lo vedemmo
ardere e sfavillare luce. La Dakini Senge Dongma mi donò personalmente una cassa contenente un
tesoro e le istruzioni iniziali sulla Unità dei Sugata (bde gshegs hdus pa). Ciascuno degli Otto
Vidyadhara ricevette precetti e potere a seconda della particolare richiesta. Da quel momento il
Buddhadharma fu preservato a Vajrasana per secoli.
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Il quarto capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
L’invito in Tibet e il soggiogamento degli dèi e degli spiriti del male di quel paese
I benefattori che costruirono lo Stupa di Bodhnath, in Nepal, chiesero la grazia di poter rinascere per
diffondere il Buddhadharma in Tibet. Grazie al potere di quella supplica, uno di loro rinacque come re
Trisongdetsen, pieno di anelito religioso e determinato a costruire un grande monastero. In conformità
a questo desiderio, l‟abate di Nalanda, Shantarakshita, fu invitato in Tibet per consacrare il sito.
All‟arrivo nella valle, dove doveva essere costruito il monastero, benché avesse il potere necessario per
santificare il terreno, Shantarakshita finse di non essere in grado di portare a compimento l‟impresa, in
quanto era stabilito che io, Padma, avrei dovuto recarmi in Tibet per diffondervi il Dharma. Re
Trisongdetsen inviò tre messaggeri con offerte d‟oro, chiedendomi di venire in Tibet; così chiesi il
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permesso al Dharmaraji indiano e ai suoi sudditi. Dopo un dibattito, fu deciso, che malgrado in India vi
fosse il grande pericolo proveniente dai Tirthika, io avrei avuto il permesso di partire, poiché la profezia
del diffondersi della Dottrina doveva essere realizzata in quel momento propizio. I messaggeri
tornarono da re Trisongdetsen con questa decisione.
Subito dopo, lasciai l‟India e mi recai nella valle di Kathmandu, nel Nepal centrale. Poi, spostandomi
verso la frontiera tibetana, nel paese di Mang, fui accolto da cinque messaggeri, che in seguito
acquistarono fede e confidenza nei miei magici poteri di trasformazione. Anticipando il mio arrivo in
Tibet, e prevedendo la loro sorte, le divinità e i cannibali selvaggi di quel paese caddero preda della loro
malignità e della loro incertezza.
Sulle rive del lago Nyimakhud in Tibet, io sottomisi le Crudeli Divinità della Montagna (gnod
sbyin) e gli Spiriti Barbari e Cannibali (srin po): tutti furono legati, sotto giuramento, al Dharma. Sul
passo Khala sottomisi le Dodici Protettrici Guardiane dei passi; nel nord, soggiogai la Protettrice della
Montagna Bianca, Samed, e la Protettrice Tinglomen; sottomisi tutti i Signori della Terra (bshi bdag)
delle regioni settentrionali; a Tsang soggiogai gli Spiriti Pestilenziali (gnyan) di Oyug; tutti questi
furono legati, sotto giuramento, al Dharma. A Phuru io sottomisi Dorjelegpa, il Re degli Spiriti Avidi e
Truculenti; a Yasru e Yonru soggiogai i Fantasmi e gli Spiriti Barbari e Cannibali (hdre srin po); in
Osam sottomisi Thaglha, il Signore dei Flagelli e della Pestilenza: tutti questi furono costretti, sotto
giuramento, al Dharma.
Sul Tisey (Monte Kailash), soggiogai le Forze Stellari delle Dimore Lunari (rgyur skar) e sul Targo
portai sotto controllo del Dharma le Forze Planetarie Oscure. Sul lago Namtsochukmo e sul lago
Namtsongonmo soggiogai i potenti Spiriti Femminili delle Acque (klu sman); sulla Roccia Damtiktrak
sottomisi il Signore della Pestilenza dell‟Acqua (rma rgyal); a Rotamnakpo soggiogai la Madre del
Morbo Contagioso (ma yams): tutti costoro furono sottomessi per servire il Dharma. Ad Atarong
soggiogai gli Spiriti della Seduzione (hgong po); sulla Roccia Melungtrak soggiogai lo spirito di un
Upasaka traditore ordinato dal Buddha; a Wangshumarpo soggiogai una Divinità Bestiale (lha brtsan);
a Shangralhatse sottomisi il Protettore di un Lignaggio Reale; a Thodkarnakpo soggiogai una Divinità
Bestiale (lha brtsan); tutti costoro furono legati sotto giuramento al Dharma. A Trigonakpo soggiagai
la Dea dell‟Oceano; a Changramukpo sottomisi un Vendicativo Signore Spirituale della Terra (rgyal
po); a Tsawarong sottomisi i Signori della Terra; a Lawakakchik sottomisi Spiriti Volgari e Urlanti
(theu rang); a Boirong soggiogai un Bestiale Spirito dell‟Acqua (klu bdud): tutti questi furono legati al
Dharma sotto giuramento. Al Forte di Anchungdzog fui accolto dallo spirito dell‟Upasaka errante, che
aveva giurato di servire il Dharma a Melungtrak; a Sengedzong sottomisi lo spirito di Yahpang; a
Namkhadzong soggiogai i Funzionari delle Divinità della Montagna (bar blon); sul Monte Mayo
sottomisi un grande Spirito della Pestilenza; sulla roccia Poitrak soggiogai una Diavolessa; a
Khyundonakpo sottomisi un Diavolo Bestiale; a Dudrinakpo soggiogai il Signore del Male. Tutti
costoro furono legati sotto giuramento al Dharma. A Buchu io soggiogai un piccolo Spirito dell‟Acqua
(klu phran); a Lharutseru soggiogai uno Spirito Servile (lha bran); a Maldro sottomisi molti Spiriti delle
Acque; nel paese di Mon, ai confini meridionali del Tibet soggiogai il Demone dell‟Abisso: tutti costoro
furono legati al Dharma sotto giuramento. Sul lato nepalese di Lhache (Monte Everest) soggiogai
quattro Demoni Femminili; a Kyirong Chamtin soggiogai delle Divinità Feroci e Concupiscenti: tutti
costoro furono legati sotto giuramento al servizio del Dharma.
Poi, in una valle di Tsang, fui ricevuto da un uomo con un cavallo e nella città di Todlung mi fu
data accoglienza da tutto il popolo. In quel tempo, le acque del pozzo a Dongpa si sparsero come il
Nettare dell‟Onnipotenza. Alla fine, fui ricevuto dal re in un Giardino di Tamarisco vicino alla Roccia
Rossa; ma benché re Trisongdetsen fosse un‟incarnazione di Manjushri, a causa delle pesanti
contaminazioni della sua nascita da un ventre, non riuscì a realizzare la qualità a la natura della mia
virtù. La sua arroganza e il suo orgoglio gli impedirono di rendermi omaggio. Io mostrai i miei
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magici poteri di trasformazione e gli feci ascoltare la mia potente melodia; il tal modo la fede si risvegliò
in lui ed egli poté prosternarsi davanti a me. Egli abbellì per me il Trono del Leone e mi fece una
grande profusione di regali. Tutti gli dèi e gli uomini del Tibet, ora, mi veneravano.
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Il quinto capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
L’erezione e la consacrazione del monastero di Samyeling
Tutti gli dèi e i cattivi spiriti del paese si radunarono, soggiogati, in obbedienza al mio comando. Con le
mie benedizioni purificai il terreno su cui doveva essere costruito il monastero e, evocando la sillaba
HUM, costrinsi all‟obbedienza gli dèi e i cattivi spiriti del posto con la sacra danza del Vajra. Gli uomini
lavorarono di giorno, gli dèi e i cattivi spiriti di notte, gettando le fondamenta di Samyeling. I Quattro
Re guardiani, Dhritarashtra, Virudhaka, Virupaksha e Vaishravana diressero e protessero la
costruzione. Gli dèi e i cattivi spiriti lavorarono più alacremente e costruirono pareti di argilla più alte,
durante la notte, di quanto non facessero gli uomini durante il giorno e il chiasso provocato dal lavoro
era assordante. Nel frattempo, re Trisongdetsen si era riappacificato con gli Spiriti Serpentini
dell‟Acqua e li aveva incaricati di raccogliere oro sufficiente a riempire la valle e rifornire il tesoro reale.
Il monastero di Samyeling, che significa „l‟Inconcepibile‟, fu modellato sullo schema universale delle
cose, e la sua costruzione progredì come un bambino che cresce alla maturità. Il Grande Tempio
Centrale con i tre piani fu disegnato come il Monte Meru e i templi Yaksha, Superiore e Inferiore, a est
e a ovest, che fiancheggiavano il Tempio Centrale, furono disegnati esattamente come il sole e la luna
che fiancheggiano Meru. Quattro grandi templi nelle quattro direzioni e otto templi più piccoli nelle
direzioni intermedie, che rappresentano i quattro continenti e le otto isole continenti, adornarono l‟area
dell‟oceano all‟interno del muro circolare, raffiguranti la catena di montagne che contiene il cosmo.
Cento e otto stupa, ognuno contenente un vajra, sormontarono il muro, e quattro cagne fuse nel rame
furono poste sui quattro pilastri di pietra a guardia dei quattro ingressi.
Così come il palazzo degli dèi fa da corona al Monte Meru, così il grande Tempio Centrale, con i
suoi tre piani sormontati da un tetto nei tre diversi stili dell‟India, Cina e Tibet, formarono il centro di
Samyeling. Nella sala più alta del tempio riposa il Buddha Samantabhadra; nel centro del mandala vi
sono le emanazioni di Vairochana; nella sala centrale riposa Vairochana, circondato dalle emanazioni del
mandala del Vajradhatu; nella sala a pianterreno riposa Mahabodhi, circondato dai discepoli del Buddha
e tutti i Bodhisattva delle dieci direzioni. Alla consacrazione del monastero furono sparsi dei fiori
dappertutto. Gli dèi vennero nella rivelazione della loro saggezza, luci soffuse brillarono, cimbali
suonarono spontaneamente nelle mani delle divinità della libagione e, mentre gli dèi mandavano giù
una pioggia di fiori e i serpenti regalavano offerte di gioielli, il mondo intero fu pieno di portenti
augurali e gioiosi. Dakini terrifiche e Signori Protettori come sorelle e fratelli onorarono la
celebrazione. I quattro pilastri di pietra emanarono fuoco e le quattro cagne abbaiarono. Nettare curatutto cadde dal cielo tre volte per portare virtù e felicità alla terra del Tibet, per dare gioia perenne sia
agli uomini che agli dèi. Lo stendardo della visitazione celeste preannunciò splendore e fama attraverso
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l‟universo.
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Il sesto capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
Il ricevimento dei traduttori e degli studiosi
e la traduzione dei testi sacri del sutra e del tantra
Dopo essere rimasti in Tibet per qualche tempo, io, il Gran Maestro Padma, e l‟abate Shantarakshita ci
sentimmo insoddisfatti della ricettività della gente nei confronti del Dharma. Discutemmo e fummo
d‟accordo che il Tibet era un paese di selvaggi malevoli, ricettacoli inadatti al Dharma, cannibali che
non erano in grado di distinguere tra vizio e virtù. Nella loro gelosia, i ministri del Tibet avevano
ostacolato i nostri sforzi di esaudire i desideri del re e noi stavamo pensando di tornare nei nostri paesi.
Parlammo al re delle nostre considerazioni ed egli ne restò addoloratissimo e pianse. Più tardi,
facendoci dono di oro e altre cose preziose, egli ci supplicò entrambi di ascoltare gentilmente la sua
argomentazione di difesa. Dopo aver aperto la sua mente, re Trisongdetsen disse: “Questa terra del
Tibet è una terra di selvaggi cannibali, una terra dell‟oscurità, dove il Dharma non fu mai udito. Benché
vi siate scoraggiati, abbiate ancora compassione! Grazie alla vostra illuminazione, siate ben disposti
verso di noi! Restate come Buddha incarnati in questa terra di depravazioni! Il Bodhisattva lavora per il
beneficio degli altri e non esiste più alta condotta d‟azione che lavorare per l‟emancipazione degli altri.
Di conseguenza, io, Trisongdetsen, vi supplico di esaudire la mia preghiera. Io ho costruito stupa,
scritto libri ed eretto immagini inutilmente, ma, se i testi sacri del sutra e del tantra sono portati in
Tibet e tradotti, posso pronosticare la sicura diffusione del Dharma. La spiegazione della Dottrina potrà
essere ascoltata e molti potranno praticare la meditazione secondo la tradizione. Io chiedo a voi due,
grandi maestri, di restare in Tibet e portare a compimento questo impegno. Vi supplico di non tornare
in India”.
Noi demmo ascolto alla supplica di Trisongdetsen e decidemmo di portare le scritture dall‟India al
Tibet e tradurle. Così, in conformità alla profezia, tutta la giovane nobiltà del Tibet fu radunata per
avere insegnamenti sull‟arte della traduzione e cento di loro furono scelti e mandati in India per
imparare il sanscrito. In mezzo a loro c‟erano Kapapaltsek, Chokroluyigyaltsen, Shangpo e, in
particolare Vairotsana. Io, Padma, tradussi i tantra interni e quelli esterni e l‟abate Shantarakshita
tradusse i sutra e il Vinaya. Millecento giovani tibetani, che erano stati ordinati monaci, diedero il loro
aiuto nella traduzione e i cento traduttori tibetani che erano tornati dall‟India, mai dimenticando i loro
maestri, e cento dotti indiani, inclusi Vimalamitra e Buddhagupta, che erano stati invitati in Tibet. Tutti
noi, i traduttori, gli studiosi, l‟abate e io, il maestro, ci ritirammo nel monastero dove sedemmo, vestiti
di buoni abiti, su alti troni con cuscini di seta. Ci furono offerti cibi pregiati e fatti doni in oro. Poi
furono tradotte le sacre scritture del Mantrayana e dei sutra: le tre parti del Tripitaka, il Vinaya, i sutra
e l‟Abhidharma; la concisa, corta e comprensibile forma della Prajnaparamita; il Mahaparinirvana Sutra,
l‟apodittico insegnamento che tratta del passaggio di Buddha al nirvana; il testo del Kriyayoga di
Dorjetsemo e tutti i tantra Mantrayana esterni e segreti; i tantra Ashtaguhyamulamaya (gsang bai
snying po sgyu hphrul rgyud); le scritture che trattano la Classe mentale dei Precetti della Grande
Perfezione (hdus pa mdo lung sems sdei skor); il Tantra Astavachanadharmamamulatantra (sgrub pa
dka brgyad rtsa bai rgyud) in cinque, dieci e quindici tantra; furono tradotti l‟intero corpo dei discorsi e
gli innumerevoli tantra Mantrayana interni e segreti. La traduzione di questi sutra e di questi tantra
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continuò di giorno e di notte. Gli studiosi diedero una chiara spiegazione dei testi e i traduttori,
ascoltando attentamente, resero il loro significato in tibetano. In questo modo, l‟insegnamento, reso
chiaro, fu diffuso attraverso il Tibet e furono stampati innumerevoli volumi di sutra e tantra.
Nel giorno propizio, in cui le scritture dovevano essere depositate nel tempio, furono preparati e
disposti in maniera piacevolmente decorativa il baldacchino celeste, la bandiera della vittoria, lo
stendardo degli dèi, l‟offerta del mandala e infiniti generi di altre offerte. Tutte queste cose furono
tenute sospese in alto in mezzo ai monaci, che avevano ricevuto l‟ordinazione completa, che
trasportavano le traduzioni sulle loro spalle. Oltre a questa processione, venivano i carri dei traduttori e
degli studiosi con baldacchini celesti che svolazzavano al di sopra di loro. Alla destra e alla sinistra dei
carri c‟erano le bandiere della vittoria. Furono suonati vari temi musicali e l‟incenso precedette il
progredire della processione intorno al tempio. Nel giorno in cui i volumi delle traduzioni furono posti
nella sala al secondo piano del monastero, Akashagarbha esibì le sue emanazioni del magico potere di
trasformazione.
Di fronte al monastero di Samyeling, nella piana di Yobok, furono disposti sedili fatti di cuscini per i
traduttori e gli studiosi. Quando furono seduti a semicerchio, a ognuno di loro venne regalato il
tradizionale modello d‟oro dell‟universo, un Nodo Eterno, un bel vestito, abiti di seta, abiti di lana, un
cavallo, un mulo, uno zo maschio e uno femmina, un carico di stoffe di saia sia ruvide che morbide, un
carico ti tè, cento pezzi d‟oro e mille d‟argento. Poi, re Trisongdetsen, scendendo dal trono, si mise in
piedi di fronte a loro e parlò della propria dinastia, delle tradizioni del popolo e della grande generosità
e del sacro intento dei traduttori e degli studiosi. Vimalamitra, il più grande degli studiosi, parlò delle
origini del Dharma e del suo raro valore. Vairotsana, il più grande dei traduttori, parlò della
trasmissione del Dharma da parte degli studiosi. Gos, uno dei ministri del Tibet, fece un‟offerta a
ciascuno e parlò del modo di realizzazione dei ministri del re. I sudditi del re offrirono tutti i beni di
lusso che avevano accumulato e diedero aiuto e ospitalità ai traduttori. Gli studiosi tornarono ai loro
paesi, lasciando in Tibet una serie di tradizioni religiose che risplendono come un sole.
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Il settimo capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
L’iniziazione e la maturazione dei discepoli
e la rivelazione dei segni della loro realizzazione
Mentre io, Padma, praticavo il mio sadhana in solitudine sui pendii più alti vicino a Chimpu, sopra il
monastero di Samyeling, re Trisongdetsen, Namkhai Nyingpo, Sangye Yeshe, Gyalwa Chokyang,
Yeshe Tsogyalma, Palgyi Wangchuk, Dorje Dudjom, Vairotsana e altri dei venticinque discepoli
vennero da me e mi fecero le tradizionali offerte d‟oro, pregandomi di rivelare loro il mandala dell‟Unità
dei Sugata (bde gshegs hdus pai dkyil hkhor). Dopo aver dischiuso il mandala diedi loro l‟iniziazione
nell‟Unità dei Sugata. Durante l‟iniziazione, quando fu deciso quale degli otto Heruka dovesse essere
propiziato, il fiore del re cadde sull‟Heruka Chemchok (che mchog); il fiore di Namkhai Nyingpo cadde
su Yangdak (yang dag); il fiore di Sangye Yeshe cadde su Jampe Shinjashey (hjam dpal gshin rjei
gshed); il fiore di Gyalwa Chokyang cadde su Tamdin (rta mdrin); il fiore di Yeshe Tsogyal cadde su
Mamo (ma mo); il fiore di Dorje Dudjom cadde su Choto (mchod bstod) e il fiore di Vairotsana cadde su
Draknag (drag sngags). Così ogni discepolo creò il proprio mandala. Quando la pratica fu terminata,
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ogni discepolo rivelò un differente segno di realizzazione. Re Trisongdetsen era capace di soggiogare
gli uomini con la sua splendente apparenza; Namkhai Nyingpo poteva cavalcare i raggi del sole; Sangye
Yeshe poteva frantumare le rocce col suo phurba; Gyalwa Chokyang poteva nitrire come un cavallo
sulla sommità del suo capo; Yeshe Tsogyalma poteva resuscitare i morti; Palgyi Wangchuk poteva
provocare febbre mortale con l‟alzare il suo phurba; Dorje Dudjom si poteva muovere senza incontrare
ostacoli come il vento; Vairotsana poteva rendere fiero uno schiavo: questi e molti altri segni furono
manifestati dai discepoli.
Più tardi, i discepoli più maturi furono iniziati al mandala onnicomprensivo dell‟Unità della Mente
del Lama, al mandala dell‟Unità della Mente dell‟Heruka, a quello dell‟Unità della Mente della Dakini, a
quello dell‟Unità della Mente del Dharmapala. Poi, dopo aver seguito i precetti loro conferiti, essi
furono liberati dal ciclo karmico della rinascita. Le pratiche furono diffuse in tutto il Tibet dalle scuole
di meditazione.
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L’ottavo capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
La rivelazione dell’Epitome dell’Oceano del Dharma
e il suo occultamento in un luogo segreto
Io, Padma, formulai nella mia mente compassionevole l‟intenzione di accordare al re e agli altri discepoli
l‟iniziazione dell‟Epitome dell‟Oceano del Dharma stesso. Ciò per la ragione che in Tibet, benché i
discepoli avessero ascoltato la spiegazione della Dottrina, avessero praticato la meditazione e ottenuto i
frutti conseguenti e avessero mostrato i segni della realizzazione degli insegnamenti tripitaka, dei
tantra e, insieme all‟esterna e all‟interna, anche la profondissima essenza delle istruzioni orali più
segrete del Mantrayana, ancora essi non avevano l‟iniziazione nell‟indispensabile purissimo
insegnamento dell‟Epitome dell‟Oceano del Dharma. In questo periodo vennero a trovarmi a Chimpu re
Trisongdetsen e i suoi tre figli portando il cadavere, di tre giorni, della figlia della sorella, perché la
facessi risorgere e mi supplicarono di dare loro l‟iniziazione. Diedi loro una spiegazione completa
dell‟Epitome dell‟Oceano del Dharma.
Più tardi, quando desiderai nascondere i Tesori della Mente (thugs gter) col depositarli nella Vena
Segreta della Comprensione, radunai intorno a me re Trisongdetsen e i suoi tre figli, i principi
Munetsempo, Murubtsempo e Mutriktsempo; i traduttori Langdro Konchok Jungney, Niakchen Gyana
Kumara, Vairotsana e Supa Palgyisengey; Tingdzin Zangpo, Dorje Dudjom, Palgyi Wangchuk, Otren
Wangchuk e Atsara Saley; gli yogi Selkar Dorjetso, Trokpanlo e Yeshe Tsogyal; le tre consorti dei
principi e altri; tutti loro vennero nella Fortezza Eterea della Provincia di Kham. Colà rivelai loro
l‟Epitome dell‟Oceano del Dharma e concessi l‟iniziazione ai discepoli maturi. Poi, diedi loro le
istruzioni orali essenziali, i precetti che danno la completa liberazione dal samsara, su cui essi
meditarono per sette anni prima di realizzare la mente univoca della concentrazione, che risulta nella
rivelazione di grandi segni di realizzazione.
I discepoli misero in mostra grandi poteri: re Trisongdetsen poteva passare liberamente attraverso
le montagne; Munetsempo poteva visualizzare il mandala degli Heruka; Murubtsempo aveva trovato
comprensione e beatitudine; Mutriktsempo aveva trovato la natura della sua mente; Vairotsana
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poteva volare in cielo come un uccello; Gyalwa Chokyang poteva trasformare il suo corpo in fuoco
dardeggiante; Langdro Konchok Jungney diveniva un‟espansione di luce; Sangye Yeshe poteva
raggiungere in un batter d‟occhio qualsiasi destinazione; Nyakchen Yeshe Shonnu ottenne la
realizzazione suprema alla fine del Sentiero; Kharchen Tsogyal poteva trarre dalle rocce acqua dalla
vita eterna; Atsara Saley poteva frantumare rocce a mani nude; Trokmi Palgyiyeshe poteva bruciare
intere foreste col suo sguardo di fuoco; Dorje Dudjom poteva asciugare l‟oceano con uno sguardo;
Tingdzin Zangpo poteva muoversi senza ostacoli attraverso le rocce; Selkaza poteva irretire Dakini
terrifiche.
I discepoli rivelarono numerosi segni meravigliosi di realizzazione alla fine della loro pratica e
questi furono scritti nella magica calligrafia delle Dakini, per essere nascosti nei Luoghi Segreti, in sette
luoghi sacri. Predissi che questi stessi discepoli sarebbero tornati per recuperare i tesori che erano stati
nascosti e io diedi loro speciali istruzioni su come ritirare gli insegnamenti segreti, con preghiere di
intento e l‟autorizzazione a propagarli. Durante il kaliyuga della degenerazione, quando la durata della
vita umana sarà di non più di trenta anni, nella penultima era (gsum chu kha ral) prima della distruzione
finale, quando i tesori saranno scoperti di nuovo, ci saranno ulteriori indicazioni sulla natura del
Sentiero.
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Il nono capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
L’occultamento dei tesori e la profezia della loro riscoperta
L‟intero corpo della conoscenza essenziale fu scritto su cinque manoscritti delle cinque linee, sulle
cinque specie di pergamena e posto in contenitori particolarmente meravigliosi. Questi tesori, sia i
maggiori che i minori, furono nascosti a Lhasa, Samye, Yoru e Tradruk; nei quattro monasteri che
erano stati completamente purificati dall‟impurità e negli otto monasteri che erano stati parzialmente
santificati. Innumerevoli tesori furono nascosti in Luoghi Segreti a Yarlung, Seltrak, Lhotrak, Kharchu,
Drakyi Yangdzong, Yerpa Dawaphuk, Yamalung, Tsangi Zabpuling, Riwotrazang, Tsangin Woche,
Gangri Lachi, Yolmo Gangra, Namkechen, Mongyi Negye, Tsari Gyalasengdam, Puwoiney e,
particolarmente, Tidro Drakar. Nel Kham superiore e in quello inferiore io nascosi tesori in venticinque
posti sacri; cinque nel Corpo di Buddha, cinque nella Parola di Buddha, cinque nella Mente di Buddha,
cinque nell‟Attributo Divino e cinque nell‟Azione Perfetta. Io rimasi in questi vari posti praticando il
mio sadhana per santificare i tesori prima di nasconderli nei Luoghi Segreti.
All‟epoca di Trisongdetsen e dei suoi figli, la Dottrina si diffuse in tutto il paese come la luce del
giorno all‟alba, ma io previdi che ci sarebbe stata una successione di sole tre generazioni prima che il
vendicativo Langdarma, quello dalla testa di bue, la reincarnazione di un animale da soma maltrattato,
volesse rovesciare le aspirazioni del popolo. Predissi che il caos causato dal ministro di Langdarma,
Trayi Gochen, Testa di falco, avrebbe distrutto le fondamenta del Buddhadharma. In quel tempo la
necessità di avere la Dottrina sarebbe stata molto grande. A ogni modo, la purezza della mente dei
venticinque discepoli e la forza del loro voto di Bodhisattva di lavorare per l‟emancipazione di tutti gli
esseri avrebbero avuto come risultato la loro rinascita come Terton, emanazioni incarnate di me stesso,
i quali avrebbero recuperato i tesori dai loro nascondigli e interpretato la magica scrittura delle Dakini
per la comprensione di chiunque chiedesse istruzioni. Predissi che due Grandi Terton, Guru Chokyi
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Wangchuk e Nyang Nyima Wozer, sarebbero venuti per primi e sarebbero stati seguiti da venti Terton
Lingpa: Orgyen Lingpa, Karma Lingpa, Padma Lingpa e altri, con cento Terton, maestri di Dottrina.
Di lì a poco, per essere di aiuto ai loro predecessori, sarebbero apparsi ventiduemila Terton minori ed
avrebbero riscoperto innumerevoli tesori. Quando apparirà un Grande Terton vi saranno centinaia di
Possessori di Dharma per approfondire l‟insegnamento e propagarlo. Vi sarà un Terton per ogni valle e
dovunque io abbia praticato la meditazione sarà trovato qualche tesoro nascosto; in ogni distretto vi
sarà un Siddha famoso; in ogni città vi sarà un maestro di rituale, un ricettacolo di offerte; in ogni casa
ci sarà un praticante della disciplina, un oggetto di devozione; e in ogni casa ci sarà anche uno yogi
tantrico, un esorcista e soggiogatori di spiriti maligni. Così, decretai che la Dottrina si sarebbe diffusa in
ogni angolo dell‟universo tramite le mie forme incarnate. Possiate voi, gente, aver fede grazie alla
percezione pura di esse.
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Il decimo capitolo della biografia autoliberatoria del Guru di Orgyen Nato dal Loto
che è un albero che esaudisce i desideri
L’eredità lasciata ai tibetani e la partenza per l’Isola continente sud-occidentale
per soggiogare i Cannibali Selvaggi
Nel Sutra delle Profezie, l‟Esemplare e Buddha Shakyamuni predicevano che i Cannibali Selvaggi
(Rakshasas) dell‟Isola continente sud-occidentale sarebbero calati su Dzambuling e l‟avrebbero
distrutta. Ora che i nemici della mia realtà personale erano sottomessi, potevo decidermi a partire per il
sud-ovest per sottomettere questi Cannibali Selvaggi. Così, comunicai la mia decisione al principe
Murubtsempo, che divenne triste e, piangendo, mi implorò di non andare, dicendo che il popolo non
avrebbe potuto fare a meno di me. Con grande compassione, posposi la mia partenza per aiutare il
popolo del Tibet, per concedere ancora loro gli insegnamenti essenziali per il futuro. Predissi
l‟apparizione dei miei rappresentanti, che sarebbero stati delegati dal mio potere compassionevole;
nascosi l‟eco della mia parola in Luoghi Segreti per il beneficio delle generazioni future; poi, trasmisi la
mia conoscenza ai discepoli con disposizioni adatte. In questo modo placai il dolore del principe e decisi
di partire immediatamente per la Terra dei Cannibali Selvaggi.
Un vasto consesso di gente mi scortò al passo del paese Mangyul, dove io feci l‟ultimo regalo al
principe e al popolo tibetano. Questa eredità, che nascosi sul Passo Khalarong in Mangyul e in altri
posti, consisteva nei Tredici Precetti che avrebbero rimosso tutti gli ostacoli alla continuazione della
linea tantrica di Trisongdetsen. Preghiere ispirative, pratiche interiori e tecniche erano il contenuto di
questi testi.
Poi, io, Padma, diedi le istruzioni finali ai miei devoti e a coloro che sarebbero rinati in futuro. Le
future generazioni che non potranno incontrarmi dovranno leggere questa esposizione della mia pratica
spirituale e della mia esistenza autoliberatoria in questo modo e, ottenendo una chiara visione del suo
significato, dovranno vivere in conformità al suo ordine implicito, divenendo perfetti in tutte le cose.
Ricordatemi mentre leggete questa biografia autoliberatoria sei volte al giorno e dirigete la vostra
aspirazione nel seguente modo:
EH MA HO! Kuntuzangpo e Dorjechang sono il mio Corpo di Infinita Semplicità!
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Dorje Sempa e Sakya Tubpa sono i miei istruttori!
Tsepame e Chenrezik sono i miei protettori!
Io prego il Guru Nato dal Loto con cui essi sono uniti.
Il mio Corpo buddhico è Jampey Shinjeshey!
La mia Parola buddhica è Wangchen Taketserpa!
La mia Mente buddhica e Yangdak Heruka!
Io prego il Guru che esaudisce i desideri.
Il mio Attributo Divino e Chemchok Heruka, lo Splendente Soggiogatore del male!
La mia Azione Perfetta è compiuta dal Corpo buddhico di Dorje Shonnu!
Io prego il Glorioso Thodtrengtsal, il Vittorioso Maestro delle Dakini terrifiche.
Nel regno del Corpo buddhico vi sono le Emanazioni terrifiche e quelle pacifiche; nel suono melodioso della
Parola di Buddha vi sono i dodici toni; potendo la mia mente abbracciare tutto,
essa è senza impedimenti! Io prego il Riverito Signore delle Dakini!
Profeta di Reggenti Divini, Occultatore dell’Insegnamento Segreto,
Dispensatore di Consapevolezza agli iniziati del buon karma e Testatore di una graziosa eredità
al popolo del mondo, io prego te, Corpo Grazioso della Compassione!
Ricordando la tua gentilezza, Guru Prezioso, ricevendo il tuo accordo solenne, ti prego di serbarci nella tua
mente! Nessun’altra speranza può sorgere in questo tempo di travaglio!
Guardaci con Compassione, Tulku di Orgyen!
Respingi la confusione e l’agitazione di questo giorno funesto con la tua abilità e il tuo potere!
Per favore, concedici le benedizioni dell’iniziazione alla conoscenza!
Per favore, espandi la nostra capacità di comprendere la natura dell’esperienza!
Per favore, concedici la capacità di aiutare tutti gli esseri nella Dottrina
così che possiamo ottenere la Buddhità in questa vita!
Dopo aver esortato la gente ad aspirare alla Buddhità in questo modo, io, Padma, montai sul cavallo
magico e fui portato in alto da quattro Dakini. Di nuovo, mi rivolsi alla gente: “Tornerò per alleviare le
sofferenze della gente del mondo nel decimo giorno di ogni ciclo lunare, ma, in special modo, nel decimo
giorno del mese della scimmia. Non dimenticate di pregare!”.
Infine, volgendo la faccia verso sud-ovest, partii. Il principe Murubtsempo e i suoi sudditi
ritornarono indietro, ognuno alla propria casa, ognuno alla propria pratica.
Questa biografia di Padma, Guru di Orgyen, fu scritta da Yeshe Tsogyal e poi nascosta in un Luogo
Segreto. Possa essa venire in possesso di un uomo che abbia personalità sviluppata al momento
propizio! Possa da essa provenire infinito vantaggio per il beneficio di tutti gli esseri!
SAMAYA GYA GYA GYA
Poscritto dello scopritore e dei traduttori
Il Grande Terton Orgyen Chokyur Lingpa recuperò questo Terma dalla Roccia Karmai Damchen. È
stato tradotto in inglese da Pema Wangyal e Kunzang Tenzin, nella speranza che possa incrementare il
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Buddhadharma in Occidente.
La biografia del Guru Nato dal Loto in lingua tibetana è chiamata: zab pa dbon las o rgyen rnam tar sdpag
lyong sing bshugs so.
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RIFLESSIONI
La bellezza particolare delle immagini della lingua tibetana è talvolta affievolita da una stilizzazione
astrusa. L‟inadeguatezza delle lingue occidentali a esprimere le sottigliezze del tibetano, e le
imperfezioni dei traduttori, sono di ostacolo alla trasmissione del significato, che si esplica in tre livelli,
delle descrizioni altamente stilizzate degli avvenimenti della vita del Guru. Tuttavia il livello simbolico
del linguaggio si comprende attraverso la meditazione costante sui diversi metodi della tradizione. Di
solito il senso essoterico è chiaro, ed è il racconto fatto da un uomo degli avvenimenti della sua vita. Il
senso esoterico rivela i differenti stadi dell‟iniziazione o le esperienze di metodi di integrazione. Il senso
segreto deve rimanere inesprimibile.
La storia essoterica, o la storia degli avvenimenti nella vita del Guru comincia con il tempo, il luogo,
la ragione e i mezzi della nascita del Guru, e il modo in cui trascorse la sua gioventù. Come Buddha
prima di lui, ricevette l‟educazione di un principe, fu educato nell‟amministrazione, e sviluppò le sue
abilità e la conoscenza necessarie a una religiosità universale. Poi, andando di maestro in maestro,
consacrato a seguire la vita religiosa, ricevette le spiegazioni e i precetti delle diverse tradizioni
esistenti. Con questa conoscenza, mentre continuava ancora il suo vagabondaggio, giunse a capire la
natura della realtà attraverso la meditazione. Questa realizzazione gli diede la padronanza dell‟intelletto
e il raggiungimento del potere magico. La sua reputazione crebbe e fu invitato in Tibet dal re
Trisongdetsen a portare la sua conoscenza, il suo potere e il suo esempio al popolo del Tibet. Ottenendo
il rispetto della gente e imparando a usare nel modo migliore tanto i loro talenti, quanto i loro difetti,
sovrintendette alla costruzione di un monastero e tempio. Quindi, accortosi della necessità per i tibetani
di aprirsi alla conoscenza accumulate in India, mandò degli studenti nei centri di studio indiani per
imparare il sanscrito.
Poi, con l‟arrivo degli studiosi indiani invitati in Tibet, gli indiani e i tibetani tradussero insieme
l‟ancora esistente Canone buddhista e divulgarono le scritture. Egli iniziò i suoi discepoli alle tecniche
di meditazione più gelosamente custodite e rimase per vedere le pratiche dei suoi seguaci giungere alla
piena maturità di potere e compassione. Infine, per portare la stessa luce e conoscenza ai popoli del sudovest, lasciò il Tibet, con la promessa di una continua efficienza dei metodi da lui insegnati.
La storia esoterica o segreta comincia con l‟affermazione della perfezione iniziale e originale, ma
pone l‟enfasi sul Sentiero del Bodhisattva, come relazione necessaria verso gli altri esseri. Nella
biografia, il piantare i semi delle facoltà intellettuali relativamente comprensibili è seguito dalla
maturazione di quei semi nell‟esperienza guadagnata sul Sentiero. Avendo guadagnato questa base,
segue l‟invito nel mandala, e durante la costruzione del mandala, le varie parti della mente sono tenute
sotto controllo e le ossa della consapevolezza esistenziali sono messe a nudo. Ottenendo questa
conoscenza, il problema di esprimerla a favore di quegli esseri karmicamente meno maturi è risolto
traducendo la verità inesprimibile ed essenzialmente indivisibile in linguaggio. Dopo di che, le
venticinque forme del maestro si manifestano grazie alle differenti pratiche di meditazione, in cui ogni
forma usata serve a riequilibrare una particolare disarmonia. Dopo il livello finale di integrazione,
vengono piantati i semi di ogni eventualità e i mezzi per raggiungere qualsiasi facoltà della mente sono
acquisiti immediatamente e spontaneamente.
Il senso segreto si scopre nell‟immediata percezione dell‟interno e dell‟esterno riuniti in un‟unica
visione della realtà che tutto racchiude. Ed è solo distruggendo la sua integrità essenziale che può
essere espressa. Il senso segreto non si concede mai, perché la polarità di soggetto e oggetto che
permette la conoscenza relativa è distrutta. Nel livello segreto non esiste interruzione del flusso della
quiddità immediatamente percepita che tutto pervade. Questo è il Guru-Buddha stesso.
Il primo capitolo descrive la rinascita del Bodhisattva karmicamente maturo nelle meraviglie dei
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numerosi mondi del Guru. La mente del Guru, identica al Corpo di Buddha di Infinita Semplicità, è
rappresentata iconograficamente da un loto; la vibrazione del Guru, consacrata dalla compassione dei
Buddha, è rappresentata da un sole; e la forma manifesta del Guru è rappresentata dalla luna. Perciò
Guru Rinpoche è rappresentato seduto su un fiore di loto, sole e luna. Le personificazioni del Buddha
della Luce Infinita, del Grande Compassionevole e Padmasambhava sono usate come riaffermazione
della perfezione unitaria del Guru che si esplica a tre livelli. Queste tre forme rappresentano gli stadi
progressivi della sua manifestazione che si fa gradualmente complessa, la sua vibrazione gradualmente
rapida che emerge dalla quiescenza della Luce Infinita, attraverso la sfera della vibrazione
compassionevole che permette tutte le espressioni, fino allo psico-organismo, o forma grossolana che
ospita temporaneamente l‟impulso che serve a compiere il voto di Bodhisattva. Guru Rinpoche si è
incarnato specialmente per insegnare i tantra, cioè i mezzi per ottenere la Buddhità per quelli che non
hanno bisogno di autodisciplina per praticare la legge naturale della virtù.
Il secondo capitolo descrive le varie dottrine e pratiche che il Grande Guru, come giovane
Bodhisattva, imparò per compiere il suo voto. Per ottenere questo insegnamento le difese dell‟intelletto
devono essere ridotte al minimo, e se ne fa umile richiesta, poiché il necessario stato della mente in cui il
maestro può gettare i semi dell‟albero della Buddhità è temperato dall‟umiltà. I semi particolari a cui ci
si riferisce nel testo sono quelli del Drupakabjay, o gli otto aspetti del Guru più vicini al suo cuore.
Ognuno di questi aspetti è rappresentato da un Heruka ed è descritto in un particolare tantra,
accompagnato dal necessario rituale e dalla meditazione indicata nel sadhana. I capitoli successivi
descrivono il processo di maturazione di questi semi.
Il terzo capitolo descrive la pratica del tantrika, lo yogi praticante del tantra. Guru Padmasambhava
viaggiò per tutta l‟India sperimentando tutte le varie possibilità, distruggendo la pretenziosa rivalità
degli accademici chiamati Tirthika, divertendosi con la sua magia e illuminando la sua mente con la
meditazione costante. Mentre esplorava l‟unità dell‟interno con l‟esterno, rispettava mentalmente il
voto di Bodhisattva e in apparenza rimaneva un comune mendicante, indistinguibile dai truffatori, dai
ciarlatani, dai ladri e dagli altri discepoli fedeli sulla Via.
Poiché se non si crea alcun giudizio, la mente non rifiuta, né accetta e partecipa della piena intensità
di ogni movimento del flusso. Quindi si mantiene l‟integrità con il Vuoto inerente a ogni forma.
L‟intensa meditazione in un ossario o dentro un cimitero, abitato dagli spiriti dell‟esperienza passata,
può facilmente rimuovere gli ostacoli sul Sentiero. Si può usare l‟energia che sorge agitando le
profondità della mente e liberando perciò le vestigia represse dell‟esperienza passata, per sviluppare un
atteggiamento illuminato. Nella grotta della mente, protetta dal fascino delle forze esterne, si può
sentire la voce degli Insegnamenti dei Buddha e se ne può percepire la sottile presenza.
Il quarto capitolo descrive l‟asservimento degli spiriti del Tibet. Per entrare nel mandala i luoghi
oscuri della mente devono essere illuminati. Piuttosto che occuparsi di lavori faticosi e inutili come
eliminare le tendenze della mente che sono profondamente radicate, il Vajrayana insegna a controllare
queste tendenze tenendole costantemente illuminate e usandole per creare armonia. I nomi degli spiriti
che Guru Rinpoche ha assoggettato sono autoesplicativi. La proiezione esterna degli spiriti in immagine
metaforica non è in contrasto con il vero significato del capitolo. I rituali Tsok praticati regolarmente
dagli Nyingmapa rinnovano la luce che illumina queste forme mentali. Il Guru che insegna il Dharma
durante il kaliyuga usa qualsiasi mezzo a sua disposizione per mantenere l‟integrità in un mondo
impuro.
Il quinto capitolo descrive la costruzione del mandala. Il mandala è la rappresentazione immediata
dell‟unità corpo-mente del Guru, e un modello simmetrico destinato a mostrare l‟integrità dei poli
estremi che conducono al centro onnipervadente. Il mandala esprime la relazione fra eternità e tempo,
fra infinità e forma, fra vuoto e bellezza fenomenica. È una raffigurazione della mente universale e
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della psiche che è parte integrante di essa. Il disegno del monastero di Samyeling mostra la relazione fra
la sfera esterna e quella interna. La sfera esterna è il cosmo, in cui il Monte Meru, il sole e la luna sono
messi in evidenza, la sfera dell‟astrologia e della cosmologia; la sfera interna è la mente del Guru, dove il
tempio a tre file sovrapposte rappresenta i Corpi del Buddha dell‟Infinita Semplicità, della Compassione
e della Bellezza Fenomenica Attiva. Il mandala è costruito con modificazioni avanzate di tecniche di
meditazione samatha e vipasyana. Samatha crea il centro del circolo dove tutte le cose si identificano
nella consapevolezza concentrata e vipasyana crea la periferia in cui la mente si identifica con ogni
forma incontrata. Esse conducono all‟identico Vuoto.
Il sesto capitolo descrive l‟introduzione della conoscenza dell‟India in Tibet. L‟insieme delle
conoscenze del Buddha, incluse sia le dottrine Hinayana che Mahayaha, furono tradotte dal sanscrito in
tibetano. Le più significative di queste scritture furono i tantra (successivamente andati perduti in India)
chiamati i Vecchi tantra, per distinguerli dalle opere che Atisha avrebbe portato tempo dopo in Tibet.
Questi tantra per gli Nyingmapa sono la base della metafisica, della filosofia e delle tecniche di
meditazione. Il compito di tradurre l‟esperienza in linguaggio comunicabile è un elemento importante
dello sviluppo del Bodhisattva. L‟accento è posto sulla riflessione dell‟integrità della meditazione,
piuttosto che sulla precisione esclusivamente formale.
Il settimo capitolo descrive le esperienze basilari di iniziazione. Questa è la conoscenza dell‟unità
essenziale di tutte le cose percepite con l‟Occhio del Buddha. Sebbene la mente discriminante proietti i
valori soggettivi e le tendenze innate sulla forma pura, sia per evadere dalle situazioni percettive che
per essere attratta o sostenuta da esse, tali caratteristiche periferiche specifiche impediscono le
penetrazione nella reale autoidentità delle cose. Tuttavia, quando si comprende la Natura di Buddha, e
la mente-specchio diventa un perfetto riflettore, l‟unità essenziale, inesprimibile dell‟esistenza diventa
parte di ogni esperienza. Una visione momentaneamente mantenuta, lampo iniziale, schiude il mandala
e concede simultaneamente l‟iniziazione. Allora la “famiglia” che il karma passato ha consacrato per
l‟iniziato determina quale aspetto del Guru sarà l‟oggetto di meditazione sul Sentiero, al fine di ottenere
una visione ininterrotta accentrata sul mandala. I devoti più vicini al Guru meditano su uno degli
aspetti di Drupakabjay. Accanto alla conoscenza dell‟unità essenziale di tutte le forme, ogni forma
specifica conferisce all‟aspirante un diverso potere, che è descritto secondo la particolare metafora della
tradizione. Questi otto aspetti, attributi delle manifestazioni del Guru, rimangono le più importanti
forme di meditazione.
L’ottavo capitolo descrive un‟iniziazione che concede ai devoti la conoscenza degli innumerevoli
mezzi che il Vajrayana usa per perpetuare il flusso dell‟Azione compassionevole. Ancora, sono chiariti
gli stadi della pratica che cominciano prima con la spiegazione dell‟iniziazione, seguita dalle istruzioni
sul modo di portare a piena maturazione il frutto della pratica. È mostrato che la penetrazione
meditativa si guadagna unicamente per sostenere la naturale armonia per qualche momento del futuro,
e perciò l‟occultamento dello specifico tesoro di ispirazione è necessario.
Il nono capitolo descrive la natura dei terma e dei loro scopritori, i Terton. Gli Nyingmapa rinnovano
costantemente la loro tradizione con le scritture rivitalizzanti che i terma portano alla luce. I semi dei
tesori furono piantati da Guru Rinpoche per essere rivelati al momento opportuno dai loro scopritori. I
terma furono nascosti in grotte, rocce, laghi, fiumi, in altri fenomeni naturali e anche nella mente del
Guru. I terma nascosti nella mente del Guru sono chiamati Gongter e sono accessibili solo durante
profonda meditazione, quando le nuvole dell‟oscurità mentale si sono dissolte e la struttura dell‟essere è
chiaramente visibile. I terma trovati nei fenomeni naturali sono chiamati Sater e possono essere scoperti
dall‟improvvisa e spontanea apertura di una roccia che rivela la chiave di un cifrario. Qui il carattere
delle forme fenomeniche che suscitano meraviglia è un‟ulteriore fonte di ispirazione. Inoltre, dovunque
mediti uno yogi, quel luogo sarà fonte di un terma. Questo testo particolare è un terma che ebbe origine
quando la Dakini Yeshe Tsogyal annotò le parole del Guru mentre parlava alle genti del suo tempo.
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Ella trascrisse gli insegnamenti in forma simbolica ed essenziale e li nascose in una roccia; molti secoli
dopo, il Grande Terton Orgyen Chokyur Lingpa li scoperse e li rese nella forma da cui ora sono stati
tradotti. Oggi, quando nuove forme devono necessariamente abbracciare la massa di dati e di materiale
concettuale che la ricerca scientifica ha prodotto, ed è indispensabile un nuovo accento e un‟enfasi per
riequilibrare una coscienza comune distorta da una cancerosa capacità di acquisire facilmente
soddisfatta, i terma saranno scoperti dai Terton insieme a Guru Rinpoche, conoscendo le condizioni di
sofferenza dell‟umanità. Vedendo chiaramente il potenziale decadimento dell‟evoluzione culturale e
personale, Guru Rinpoche ha nascosto le chiavi della porta dell‟armonia nel magazzino della coscienza
illuminata, perché siano scoperte al momento propizio in circostanze favorevoli, al fine di correggere
uno sviluppo aberrante.
Il decimo e ultimo capitolo descrive come la pratica dovrebbe continuare dopo che l‟intensiva cura
personale del maestro non è più immediatamente presente. L‟invocazione racchiusa in questo ultimo
capitolo, la quintessenza del testo, è il modo in cui l‟Illuminazione raggiunta è costantemente rinnovata.
Il Guru è invocato in una delle otto forme delle quali, in virtù della pratica, si ha padronanza. Il mandala
da cui Egli sorge è la Montagna Color Rame di Ngayab, a sud-ovest del continente. Il decimo giorno
della luna rimane quello in cui i devoti del Guru Nato dal Loto concentrano la loro energia per
rafforzare questa unione perfetta.
Oggi il rituale ha perso credito, poiché chi lo amministra è incapace di comprendere il significato di
mantra e mudra e di trasmettere il potere che, sebbene espresso in forme apparentemente vuote, diventa
un mezzo di effettivo mutamento psicologico. Certamente il rituale è utile e necessario per l‟aspirante la
cui coscienza è dispersa ogni giorno dalla tendenza che la sua mente ha di aggrapparsi ai numerosi
stimoli sensori da cui è investita. Tuttavia il rituale non può essere effettivo a meno che non abbia avuto
luogo una trasmissione di potere. Tutto il potere giace in Guru Rinpoche stesso, in qualsiasi delle sue
forme manifeste, come un‟incarnazione esterna, come un‟invenzione dell‟immagine creativa, come
coscienza della pura sensazione o come passione emotiva trasmutata. Il potere che egli trasmette non è
il potere che domina e controlla l‟universo e che motiva l‟ego infantile di una conquista aggressiva.
Piuttosto è il potere dell‟Illuminazione che porta chiarezza della visione e pura percezione senza
macchia. I miraggi che sono stati proiettati sull‟ambiente svaniscono, lasciando una realtà risplendente.
La fune che prima appariva un serpente, creando paura e rabbia, è ora vista coma realmente è. Le false
razionalizzazioni e i simboli mal compresi, che escludono un raggio maggiore di consapevolezza e
tolleranza, sono visti come illusori. La coscienza illuminata della beatitudine è la mente del Guru.
Il lampo di illuminazione trasmesso dalla mente del Guru al momento dell‟iniziazione può apparire
al neofita come una rivelazione suprema, ma con il passare dell‟ultimo bagliore, si comprenderà che
l‟iniziazione è solo piantare il seme, l‟esperienza di ciò che è possibile, la dimostrazione di ciò che si può
essere. L‟iniziazione è accompagnata dalle istruzioni esplicite nella pratica di meditazione, e all‟iniziato
vengono date regole specifiche da osservare. Queste pratiche lubrificano le funzioni psichiche che
l‟iniziazione ha rivelato e perciò ricreano la luce. L‟iniziato deve dedicare tutta la sua energia a un unico
scopo. La forza dell‟aspirazione che guida lo yogi verso la sua meta è determinata dall‟intensità della sua
esperienza iniziatica e dalla sua abilità di richiamarla alla mente. Se il seme deve fruttificare, il suolo
deve essere costantemente sarchiato, ben irrigato e aperto a un clima che stimoli la sua crescita. La
pigrizia, la negligenza, l‟inattenzione della mente, le distrazioni esterne, l‟inquietudine, l‟impetuosità
forzata e l‟euforia sono alcuni degli ostacoli che si incontrano. Questi ostacoli creano un cupo velo che
oscura e incapsula la luce e il potere. Attraverso la pratica costante tutti gli ostacoli possono essere vinti
e, infine, ogni esperienza può essere compresa come portatrice del potere illuminante sperimentato in
un primo tempo nell‟iniziazione.
Dopo l‟iniziazione la rinuncia alle irrilevanti funzioni mondane e gli scopi associati alla pratica
ricevuta durante l‟iniziazione maturano velocemente il karma dell‟aspirante, si comprende e
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distrugge la tendenza ad agire secondo un modello abituale alimentato dall‟ignoranza. L‟azione di
riflesso e l‟espressione che sono formalmente determinate dal condizionamento culturale, e gli impulsi
di attrazione e rifiuto sono sostituiti dall‟azione e dal linguaggio spontanei. La spontaneità che crea
equilibrio nella situazione totale è l‟insegnamento segreto.
L‟insegnamento segreto orale della tradizione dei Lama non è affatto una dottrina o un dogma. Non
è restrizione, istruzione o precetto, sebbene si possa presentare in una qualsiasi di queste forme.
L‟insegnamento segreto orale è la dimostrazione di un flusso spontaneo di suono che esprime la
necessità del momento. Durante l‟iniziazione il Guru dimostra la perfezione dell‟espressione verbale, il
senso sottile del gesto e del movimento e il potere della consapevolezza concentrata. Dopo l‟iniziazione
ogni aspirante si sforzerà da solo di raggiungere la Buddhità.
GLOSSARIO DEI TERMINI SANSCRITI E TIBETANI
Abhidharma: il materiale filosofico-psicologico che Buddha Shakyamuni lasciò ai suoi devoti e che
divenne parte del Canone buddhista. Si presenta in un sistema rigido e fortemente categorizzato che è
coerente e virtualmente onnicomprensivo. Tuttavia Buddha Shakyamuni non incoraggia questo genere
di preoccupazioni speculative quando la mente è ancora contaminata dalle passioni.
Bodhisattva: è lo yogi che ha superato ogni paura e ha realizzato la conoscenza illuminata di un maturo
aspirante sul Sentiero. I Bodhisattva sono sia incarnati che divini. Nella loro forma incarnata sono
chiamati Figli di Buddha, mentre nella loro manifestazione divina sono Heruka.
Buddha: personificazione dell‟Unità di Beatitudine e Vuoto. Questa unità nella sua realtà primordiale si
compie solo molto raramente. Tuttavia, proprio a causa della naturale inclinazione della mente
discriminante a proiettare idee errate sulle incarnazioni nella situazione spazio-temporale, anche
quando un Buddha s‟incarna è a malapena riconosciuto. Ogni Guru è un Buddha.
Dakini: il Vuoto che diviene Forma per consigliare e portare la più alta beatitudine al Guru. Raramente
assume forma umana, ma assiste costantemente lo yogi.
Dharma: è il Sentiero della pratica, il flusso delle forme mentali, i testi scritti, la disciplina morale, la
Parola di Buddha, la sfera delle divinità, i mantra, la religione e assoluta chiarezza e purezza.
Dharmaraja: è un re che segue il Dharma e che ha il dovere di fornire a ogni individuo le giuste
condizioni affinché questi abbia la libertà di addentrarsi nella ricerca spirituale dell‟auto-conoscenza. Il
suo unico scopo è quello di essere maestro nel suo ramo.
Dharmapala: il guardiano delle porte del mandala. L‟unità del mandala si ottiene solo se si possiede una
consapevolezza trascendente. Quello che rimane sono le forme separate e isolate. Queste sono esseri che
non vedono la realtà della loro natura e stanno al di fuori dei punti di comunicazione con il Guru.
Guru-Lama: è la sfera onnipervadente della forma non-nata e incarnata che è inseparabile dalla sfera
stessa. Nei tantra questo doppio significato è implicito. Il Guru si manifesta in forma umana solo se
esistono discepoli che, ignoranti dell‟origine di tutta la conoscenza e compassione, lo rendono reale.
Heruka: è una personificazione degli elementi illuminati della mente che assume una forma imperiosa al
fine di istruire lo yogi sulla natura della realtà. La compassione è la sua motivazione essenziale.
Tuttavia l‟Heruka può apparire minaccioso e maligno ai timorosi e ai non iniziati.
Kaliyuga: è la fine del tempo, quando la vibrazione dell‟universo cresce fino alla distruzione, quando la
disciplina non è più tenuta in considerazione, quando la corruzione e lo sfruttamento sono le
caratteristiche della politica e il commercio e la disperazione pervadono ogni situazione.
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Mahamudra: è “Natura della Buddhità” e indica la vibrazione costantemente adattabile del maestro che
ha realizzato il tantra (la quale assume qualsiasi forma necessaria all‟insegnamento). La Mahamudra è il
simbolo supremo, che include tutti gli altri.
Mandala: è una proiezione lineare della visione unitaria che contiene ogni elemento della mente. È anche
uno strumento di meditazione usato per favorire questa unità, che si basa sul significato delle sue
componenti e i loro rapporti.
Mantradhara: possessore della tradizione diretta del Mantrayana.
Mantrayana: yana, o veicolo, che usa la tecnica della vibrazione per illuminare il Sentiero. La vibrazione
include l‟intero arco di espressioni tra il centro immobile e la tumultuosa periferia, delle quali solo una
piccola parte è percepita dall‟orecchio.
Monte Meru: spesso identificato con il Kailash degli Hindu, questo monte è il centro dell‟universo ed è
circondato da montagne e laghi che lo proteggono dal grande oceano in cui fluttuano i quattro
continenti e le loro isole-continenti. In cima al paradisiaco monte c‟è una liscia pianura, la dimora degli
dèi. Al centro del pianoro sorge il Tempio a tre piani del corpo del Guru.
Padma-Pema: loto. Ogni Buddha è rappresentato iconograficamente su sole e luna poggiati sul loto, che
simbolizzano il Dharmadhatu o Libero Spazio.
Prajnaparamita: il corpo di scritture preparato dalle scuole di meditazione e metafisica Madhyamika. È
la Divinità che è identica a ogni donna e il Vuoto. È la Perfezione dell‟Introspezione Penetrante.
Phurba: uno strumento rituale che rappresenta il potere penetrante della compassione confrontata con la
volgare maschera dell‟ego. È usato nei rituali di sottomissione delle forze demoniache. Prima che il
Dharma possa diffondersi fino ai limiti dell‟universo, tutta l‟energia samsarica deve essere indirizzata
verso una singola causa di gioiosa rispondenza. Il potere del phurba, che ha il manico a forma di dorje e
la lama a forma di pugnale a tre facce, è il mezzo per recidere il falso aspetto dell‟egotismo e
smascherarne la vuota impotenza.
Rinpoche: letteralmente vuol dire “Grande Gemma”, ma di solito si traduce con “Prezioso”. Questo titolo
si usa per rivolgersi al Lama in cui si ripone la propria fiducia durante gli stadi iniziali della pratica.
Viene anche usato per rivolgersi a officianti monastici.
Sadhana: testo rituale che fornisce al praticante il metodo durante la pratica di meditazione per aiutarlo
a maturarsi completamente. Il sadhana è lo sforzo, attraverso la pratica, di mantenere costantemente
uno stato illuminato lungo il Sentiero del Dharma.
Samsara: il cerchio di nascita e morte che include le sfere degli animali, degli dèi, degli antidèi, degli
spiriti famelici, gli abitanti dell‟inferno e il genere umano. È esistenza interamente condizionata. È
dolore e sofferenza.
Sangha: è la comunità o compagnia di aspiranti al “qui e ora”, uniti dalla loro comune conoscenza degli
aspetti transpersonali della mente umana, e il loro luogo di rifugio – Buddha, Dharma e Sangha.
Siddha: uno yogi che ha profonda conoscenza del potere della mente e lo usa per assecondare i propri
fini personali oppure lo utilizza a beneficio del genere umano. Il più potente di tutti i siddha è Buddha.
Stupa: è una rappresentazione simbolica in pietra dell‟Unità della Realtà sia relativa che assoluta. La sua
base è una cupola che è sormontata dai simboli dell‟illuminazione del Guru.
Sughata: i Buddha che hanno distrutto la fonte della passione all‟interno di se stessi e che, avendo
attraversato l‟oceano della vita, entrano nella Beatitudine del nirvana.
Sutra: le scritture che comprendono i sermoni essoterici di Buddha Shakyamuni (conosciuto come
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Gautama prima della sua riuscita meditazione sul Vajrasana) e sono usate per descrivere qualsiasi forma
di devozione e supplica scritta dalla incarnazioni del Buddha Guru Padmasambhava.
Tantra: sono sia i testi scritti che insegnano al tantrika la via, che la Via stessa, con cui il tantrika poi
s‟identifica. Il tantra è il filo che unisce ogni singola esperienza, ma che rimane, allo stesso tempo,
Vacuità implicita e invisibile.
Tantrika: è uno yogi praticante delle regole del Mantrayana e Tantrayana. Non c‟è distinzione tra la
condizione di saggezza in cui vive e l‟esperienza dei Buddha.
Terton: è lo scopritore di terma che sono testi nascosti, in forma di chiave di un cifrario e di un segno
particolare, in vari luoghi segreti come le rocce, gli stagni profondi, le grotte, il cielo e la mente del
Guru. Questi testi devono essere scoperti al tempo propizio e divulgati quando il loro contenuto può
essere capito.
Tirthika: persone polemiche, convinte che la loro esistenza poggia sul loro ego indistruttibile. Il termine
si attribuisce anche ai Brahmini estremisti, che asseriscono l‟esistenza di Atman, e ad altri scismatici che
hanno perso la verità della Via di Mezzo.
Upaseka: un laico che ha preso gli otto voti di rinuncia all‟immoralità autocondiscendente.
Vajra-Dorje: lo strumento rituale a forma di fulmine che rappresenta il principio maschile e la
consapevolezza che non può essere contaminata, non importa quale apparizione fisica o mentale possa
sorgere a disturbarla. Il vajra è indistruttibile e immutabile. Spesso questi strumenti rituali cadono già
modellati dal cielo, e vengono ritrovati in momenti propizi sulla terra.
Vajrasana: È il trono indistruttibile su cui sedette Buddha Shakyamuni durante il suo risveglio e che
dette il nome alla città ora conosciuta come Bodhgaya. Rappresentato in forma di mandala, il trono
simboleggia l‟unità di soggetto e oggetto e l‟area condivisa da entrambi.
Vidyadhara: yogi realizzati che si manifestano nelle varie forme di Guru Rinpoche. Avendo rimosso ogni
traccia di pensiero dualistico, di presunzione e pregiudizi, tutti gli abituali modelli di reazione e l‟idea
del sé, essi sono i possessori della consapevolezza spontanea e perciò sono uniti al Guru.
Vinaya: è la disciplina che aiuta a contenere la natura impulsiva del corpo umano e che rende
significativo ogni gesto e ogni azione, accelerando perciò il compimento del voto di Bodhisattva. Si
riferisce anche al corpo della letteratura che descrive il tipo di comportamento richiesto ai primi monaci
e laici buddhisti.
Yana: un veicolo che l‟aspirante usa per percorrere il Sentiero. L‟Hinayana, piccolo veicolo, è
considerato prudente, sicuro e lento; il Mahayana, consacrato al servizio, è più veloce e aperto a un
maggior numero di persone; il Vajrayana, il veicolo più rapido ma più pericoloso, è aperto a tutti.
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INDICE
PARTE PRIMA - La leggenda del Grande Stupa
Prefazione ...................................................................................................................
4
Introduzione ................................................................................................................ 5
La leggenda del Grande Stupa......................................................................................
12
PARTE SECONDA - La biografia del Guru Nato dal Loto
Introduzione ............................................................................................................... 28
La biografia ................................................................................................................. 30
Riflessioni ................................................................................................................... 43
Glossario dei termini sanscriti e tibetani ...........................................................................
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